SID Broletto di Pavia - Lorenzo Terraneo

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Lorenzo Terraneo LE MERAVIGLIE DEL MONDO SOMMERSO a cura di

Roberto Mutti Spazio Immagine Design “Rossana Bossaglia” Broletto di Pavia 27 luglio _ 27 agosto 2017


Lorenzo Terraneo

LE MERAVIGLIE DEL MONDO SOMMERSO

a cura di Roberto Mutti progetto e ideazione spazio Susanna Zatti allestimento photoSHOWall® plano design grafica plano® design _Paolo Alberico

A norma della legge sul diritto d’autore e del codice civile, è vietata la riproduzione totale o parziale, di questo volume in qualsiasi forma, originale o derivata, e con qualsiasi mezzo a stampa, elettronico, digitale, meccanico per mezzo di fotocopie microfilm, film o altro, senza il permesso scritto dell’editore.


Un nuovo spazio per la cultura, nel cuore della città Siamo giunti alla conclusione di Pavia in Rete, uno splendido percorso di cultura condotto insieme a Fondazione Cariplo. Un lavoro che ha restituito pensiero e consapevolezza agli attori culturali della città, ma che non è stato solo questo. Pavia in rete ha significato anche riqualificazione di spazi e di luoghi dell’attività culturale, come le trasformazioni avvenute a Palazzo Broletto testimonieranno negli anni a venire. In questi anni abbiamo scelto con convinzione, anche sulla scorta di alcuni episodi di successo, di puntare sulla promozione dell’arte fotografica come mai era accaduto in precedenza. Oggi

è un motivo di orgoglio coronare questo percorso inaugurando il primo spazio dedicato all’immagine della storia della città di Pavia. La collaborazione con una grande firma come quella di Roberto Mutti ci aiuterà a scoprire in questo luogo talenti davvero straordinari. Benvenuti a SID, dunque. Uno spazio che guarda al futuro, grazie alle avvenieristiche installazioni di Plano design che ringraziamo per questa nuova collaborazione. Questo, però, senza dimenticare la storia della promozione dell’arte contemporanea in città: da qui la scelta di intitolarlo con sincera gratitudine alla professoressa Rossanna Bossaglia.

Giacomo Galazzo


Con il recupero architettonico e funzionale del Broletto nel primo decennio del Duemila, l’originaria sede municipale pavese è tornata ad essere il centro non solo fisico, ma rappresentativo e simbolico della città: l’edificio medievale, che sorge a lato delle cattedrali romaniche affacciandosi sulla Piazza Grande con la sua loggia cinquecentesca, fa ora da unione e snodo dei più significativi centri della vita civile, religiosa e commerciale, raccordando le tre piazze - oltre a quella della Vittoria, del Duomo e di Cavagneria - e ponendosi come il luogo dell’incontro e dello stare insieme della comunità pavese. Il progressivo trasferimento nel palazzo monumentale dello I.U.S.S., poi del Settore Cultura e Turismo, poi delle Fondazioni Romagnosi e Frate Sole, l’apertura dello Spazio per le Arti contemporanee e poi ancora dell’Infopoint e del centro Pavia crossroads of Europe, ha definitivamente connotato il Broletto quale principale polo culturale cittadino, insieme con il Castello visconteo, sede dei Musei civici.

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Il progetto triennale “Pavia in rete”, presentato dal Settore Cultura alla Fondazione Cariplo nel 2014 e finanziato con un generoso contributo, ha consentito, tra le varie linee d’intervento,

di investire buone risorse sui due monumenti della municipalità, nella prospettiva e con l’intento sia di migliorare e ampliare la fruizione dei tanti beni culturali cittadini già dotati di una sede, sia di immaginare ulteriori destinazioni d’uso per la cultura e creare nuovi allestimenti espositivi. È nato così il SID, lo Spazio per l’Immagine e il Design, un luogo fisico pensato per aprirsi alla multimedialità, per accogliere espressioni d’arte innovative e forme di linguaggio inedite per la città, specialmente applicate al campo della fotografia, della video art, ma anche della grafica e del design: se lo Spazio per le Arti contemporanee, almeno fino ad oggi, ha ospitato in prevalenza mostre di pittura e scultura “tradizionali”, il SID sarà destinato alle proposte più originali, alla sperimentazioni, ai progetti e agli elaborati dei giovani creativi, con una prospettiva sempre rivolta al futuro. Per tutto ciò, da un lato abbiamo incaricato plano, una giovane realtà pavese che si sta testando su esperienze anche internazionali, di progettare un allestimento smart, flessibile, economico e veloce da modificare, adattabile a diverse esigenze, così da poter far susseguire le


Infine, abbiamo voluto intitolare il SID a Rossana Bossaglia, per tanti anni docente di arte moderna e contemporanea all’Università di Pavia e critico militante su quotidiani e riviste specializzate, per ricordare il suo spirito anticonformista, sempre straordinariamente rivolto al nuovo e al non banale, e il suo insegnamento a percorrere strade inesplorate o quantomeno non battute, guardando sempre avanti. Susanna Zatti

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mostre con ottimizzazione di tempi, di energie e di investimenti. Dall’altro abbiamo chiesto a Roberto Mutti, noto esperto dei linguaggi artistici legati all’immagine, di individuare per noi, e presentare alla cittadinanza pavese e ai turisti, un percorso originale tra le più interessanti proposte di fotografia (ma non solo), che alterni esposizioni di artisti già affermati con quelle di nuovi talenti emergenti, e dia corso a un’operazione culturale di scoperta e riflessione sui linguaggi dell’oggi e di anticipazione sulle espressioni del domani.

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Chi visita una mostra fotografica quasi mai immagina la complessità del lavoro che ne precede la realizzazione: dalla scelta delle opere alla loro sequenza, dalla cura delle stampe alla scelta delle cornici fino alla stesura dei testi critici. Tuttavia nella maggior parte dei casi un aspetto viene poco considerato: il rapporto con lo spazio espositivo. Questo perché, con poche lodevoli eccezioni, le mostre vengono pensate con una loro logica interna per poi essere adattate alle situazioni con cui di volta in volta devono confrontarsi. La situazione è particolarmente evidente nei casi delle cosiddette proposte a pacchetto dove cioè viene offerto un prodotto anche di qualità ma confezionato in modo da adattarsi ai siti più diversi con risultati che sono sempre frutto di inevitabili compromessi. Per tutte queste ragioni va segnalata come particolarmente significativa la nascita di un luogo come lo Spazio Immagine Design “Rossana Bossaglia” pensato in sintonia con il progetto espositivo plano design che non è semplicemente la proposta di un allestimento flessibile e compatibile con vari formati delle opere esposte ma un insieme di strumenti per poter progettare mostre originali. L’installazione photoSHOWall, la parete fotografica costituita

dalla scomposizione in quadrati di un’immagine, oltre ad avere un ruolo centrale nello spazio potrà essere usata come installazione per gli allestimenti spazio SID esterni al Broletto. Lo spazio e i suoi strumenti sono stati progettati nel loro complesso per offrire al pubblico un percorso espositivo articolato e razionalmente mirato perché ogni mostra nascerà da un rapporto profondo che lega in un dialogo contesto e contenuto, spazio e immagini che non vengono semplicemente acquisite ma sono pensate per vivere all’interno di questo insieme. L’originalità del sistema modulare consente di superare ogni possibili rigidità per immaginare una capacità di adattamento che da un lato sappia valorizzare le opere esposte, anche con un attento uso delle luci, e dall’altro costituisca esso stesso la cornice sia fisica che metaforica di un preciso progetto dove le opere possano essere accompagnate da testi di presentazione, didascalie mirate, video e materiali di diversa provenienza che arricchiscano l’insieme. Ogni mostra richiederà quindi uno studio mirato – che è lo stesso spazio a richiedere – per renderla unica e per presentarla come tale al pubblico. Roberto Mutti

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IL PROGETTO DELLO SPAZIO SID

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Lorenzo Terraneo

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Da tempo immemorabile sono in molti a interrogarsi sulle possibili forme di vita extraterrestre e su questo tema la scienza e la fantasia hanno trovato uno dei rari punti di convergenza facendo nascere una nuova disciplina quale è, appunto, la fantascienza. Quando ha immaginato l’esistenza di ominidi ha finito per scadere nel banale iscrivendoli nella generica categoria di “marziani” e colorandoli chissà perché quasi sempre di verde, ma quando si è rivolta al mondo animale ne sono nate creature dalle mirabolanti caratteristiche insieme seducenti e paurose come certi mostri che hanno animato l’antica mitologia. Eppure, basterebbe guardare con più attenzione il mondo in cui viviamo per accorgerci di quali meraviglie sia popolato anche se, per farlo, dobbiamo fare qualche sforzo dedicando tempo e attenzione anche ai particolari più minuti. Da questo punto di vista la fotografia è uno strumento prezioso che può fare da guida in un percorso capace di farci riscoprire il piacere di un sentimento non sempre considerato come meriterebbe: la meraviglia. Lorenzo Terraneo diventa così la nostra guida per avvicinare quella realtà inafferrabile anche se a noi vicinissima

che è quella del mondo sommerso. Non va alla ricerca di luoghi lontani, non insegue forme di vita esotiche ma più semplicemente ci mostra la bellezza di una quotidianità tutta da scoprire. Grazie a una tecnica raffinatissima e a una grande conoscenza del mondo animale, insegue minuscoli esseri nelle loro stupefacenti movenze, attende con pazienza che allarghino branchie, distendano tentacoli, si chiudano su se stessi o sviluppino il corpo, tendano trappole e cerchino di sfuggirle. Usando la tecnica della macrofotografia, Terraneo evidenzia minuscoli particolari mostrando così la bellezza straordinaria di esseri che assumono l’aspetto di fiori, i movimenti cauti di alcuni, le caratteristiche cromatiche in un inseguirsi di gialli, arancioni, blu di altri. Sott’acqua c’è un mondo pieno di incanto: il movimento sussultorio di una stella marina che espelle le sue uova, l’occhio interrogativo di uno scorfano che ci osserva, l’elegante sinuosità di uno spirografo aspettano solo di essere ammirati e le raffinatissime fotografie di Lorenzo Terraneo ci aiutano a farlo.

Roberto Mutti

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LE MERAVIGLIE DEL MONDO SOMMERSO

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ROBERTO MUTTI INTERVISTA LORENZO TERRANEO Di fronte alla bellezza di certe immagini ci si chiede sempre quanta fatica abbia fatto un autore per raggiungere questi risultati. Figurarsi poi se c’è di mezzo una tecnica difficile come è quella della fotografia subacquea.

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Quando nel 2010 ho iniziato a fotografare sott’acqua ero già un sub esperto ma i primi

risultati ottenuti con una compatta erano stati deludenti: per ottenere tre buone fotografie bisognava fare una quantità smisurata di scatti. Ho capito subito che per fare un salto di qualità e non fare il “turista” dei fondali dovevo dotarmi di un’attrezzatura professionale che è quella che ancora uso: reflex scafandrata e flash esterni senza i quali non è pensabile lavorare. Detto questo, bisogna fotografare moltissimo per ottenere i risultati che ci si prefigge perché sott’acqua non si controlla nulla: si scatta, si esce, si verificano i risultati facendo esperienza per


Ci si immagina che per ottenere queste

immagini occorra raggiungere mete lontane. Qui, invece, la situazione è ben diversa e il “terreno di caccia” è a due passi da casa. Molti fanno immersioni in luoghi esotici ma i soggetti sono sì spettacolari ma sempre gli stessi. Io, al contrario, assieme a un folto gruppo di colleghi, vado quasi settimanalmente e in ogni stagione a Capo Noli, sulla costa ligure della Riviera di Ponente non lontano da Savona dove posso appoggiarmi a un diving situato sulla spiaggia così da avere tutti i confort di

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la successiva immersione. Bisogna fare molte prove perché si lavora senza avere il controllo di molti aspetti, basti pensare alle particelle in sospensione che sotto non si percepiscono ma che il flash evidenzia e in una fotografia sono fastidiose. Senza dimenticare il problema della narcosi d’azoto: rimanere sott’acqua molto tempo è pericoloso perché interviene la stanchezza, le funzioni cerebrali rallentano e si hanno difficoltà a cercare soluzioni originali.

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una struttura attrezzata ma senza vincoli di orario, perché per un fotografo subacqueo è essenziale disporre di tempo per cercare, sperimentare e sentirsi tutt’uno con il mare e i suoi abitanti. Conoscere il fondale e la vita che lo abita, permette di non essere più un estraneo che tenta di “rubare” immagini come un turista fugace, ma diventi parte di uno spazio, lo conosci, lo rispetti, ne fai parte. Così ogni piccola differenza di comportamento degli organismi ti balza all’occhio e puoi cogliere una stella marina che sta gettando le sue uova o seguire la caccia alle giovani castagnole dei pesci lucertola.

Con immersioni che durano anche più di due ore, ti puoi permettere di studiare posizioni e luci migliori rendendo fotograficamente interessanti anche i soggetti apparentemente comuni e “banali”. Saper controllare potenza e angolazione dei flash permette di far emergere il giallo in un ambiente dove la dominante è blu ma anche di staccare il soggetto dal fondo così da esaltarne le caratteristiche. Sempre tenendo conto che non tutti gli animali riflettono nello stesso modo: lo spirografo lo fa poco mentre i pesci azzurri la fanno come fossero dei veri e propri specchi. Detto questo, anche se ti prepari bene ci si può sempre imbattere in qualcosa di insolito e lì bisogna essere pronti ad affrontare le nuove situazioni. Per farlo la conoscenza del territorio fa la differenza: mi sono dedicato allo studio dell’habitat con corsi di biologia marina per riconoscere le specie e i comportamenti prima ancora di osservarli. Si scopre così, per esempio, che i polpi sono

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A proposito del tempo, questo consente di cercare con più cura le riprese e di cercare soluzioni originali.

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e in quella piccolezza si nascondono vere e proprie meraviglie. Quello subacqueo è un altro mondo: quanto ci aiuta a riflettere su noi stessi? Mi danno fastidio i fotografi che affermano di essere ambasciatori della bellezza del mare: così si fa della facile retorica che rischia di farci dimenticare quanto lo stiamo rovinando perché, se tutto continua a questo ritmo, nel 2048 non ci sarà più neppure un pesce.

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molto intelligenti e se fai loro i grattini in mezzo agli occhi si rilassano. Dove mi immergo la biodiversità è tale che non manca nulla per scattare foto grandangolari con il fisheye. Ma la vera ricchezza si apre alla fotografia macro con innumerevoli varietà di gamberetti, spirografi, serpule, per citarne alcuni. Bisogna però avvicinarsi a pochi centimetri ma non è detto che i soggetti siano d’accordo anche se di notte un po’ dormicchiano e si riesce ad avvicinarsi meglio. Può sorprendere ma i soggetti delle mie immagini sono spesso lunghi pochi centimetri

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Lorenzo Terraneo, milanese classe 67, lavora nel mondo della comunicazione e del web marketing. Nel 2010 ha unito la forte passione per il mare e la subacquea con quella per la fotografia che lo ha sempre accompagnato dalla prima reflex analogica Nikon acquistata durante il periodo del liceo. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti negli anni nei concorsi naturalistici e/o subacquei nazionali e internazionali, spiccano quelli di: Asferico, Oasis, Neapolis, Ocean Art (Usa), Tipoty – Travel Photographer of the Year (U.K.),

Golden Turtle (Russia), Pictures of the year Ocean Geophics Society (Australia), National Wildlife Federation annual photo contest (Usa), Sea international photo contest NCUPS (USA), Ocean of life (Sudafrica). Le sue opere sono state esposte sia in Italia (Milano, Napoli, Genova, Ortona, mostra itinerante Neapolis sul mediterraneo) che all’estero (Iziko South African Museum in Cape Town, Zagabria, San Francisco, Mosca) e stampate su diverse riviste (Il Subacqueo, National Wildlife world edition, Scubashooter).

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Lorenzo Terraneo

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LO SPAZIO ESPOSITIVO Spazio Immagine Design Broletto di Pavia

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Visita virtuale della mostra

www.virtualsid.it

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Gli strumenti dello spazio SID plano design BOX ESPOSITIVO SCORREVOLE photoSHOWbox®

n. 15 moduli TAVOLO FOTOGRAFICO photoSHOWtable®

n. 12 tavoli n. 07 panche

COLONNA 3 MODULI photoSHOWwall®

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n. 10 colonne


photoSHOWallÂŽ plano design per Lorenzo Terraneo PARETE FOTOGRAFICA



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