Monteponi dal De Belly al Ferraris Giuseppina Monni
Al termine della gestione dello svedese Carlo Gustavo Mandel, constatata l’incapacità del Corpo Reale delle Miniere di semplificare gli aspetti burocratici e di reperire i fondi necessari al regolare esercizio dell’attività estrattiva, nel 1762 la Casa di Savoia concede al cavalier De Belly, che aveva frequentato la scuola di Freiberg in Sassonia1, la coltivazione, la fusione e l’esportazione di tutti i minerali estratti in Sardegna con l’unico obbligo di erigere fonderie per la fusione dei metalli. Il De Belly, per riaprire la miniera di Monteponi, il 3 novembre 17832 chiede quattrocento ergastolani della prigione di Villafranca e un finanziamento per poterli alloggiare nel Collegio ex-gesuitico di Iglesias. L’approvazione, rilasciata solo quattro anni dopo, decreta l’arrivo di duecento forzati, la cessione del Collegio al Corpo Reale delle Miniere e la sua ristrutturazione per ospitare oltre ai forzati, le guardie, gli impiegati e l’ospedale. Viene quindi intrapreso l’avanzamento del filone San Vittorio dando luogo alle gallerie Santa Barbara, San Francesco e Santa Caterina. E risale presumibilmente a questo periodo l’escavazione in quest’ultima della Stanza della Preghiera3, Giovanni Rolandi, La metallurgia in Sardegna, Edizioni L’Industria Mineraria, 1971, p. 79. Dal 1759 al 1762 la gestione delle miniere e della fonderia di Villacidro viene affidata ad Antonio Vincenzo Mameli, trisnonno del più noto Goffredo Mameli, con la qualifica di Economo Interinale della Amministrazione dello Stato. Egli fu infatti nominato dal Mandel esecutore testamentario e lo Stato non poteva avanzare alcun diritto prima dell’esito del ricorso presentato da quest’ultimo per difendersi dalle infondate accuse di contrabbandare argento. Il 13 maggio 1762, con la sentenza definitiva della Reale Udienza che invalidava l’eredità del Mandel, il controllo delle miniere torna nelle mani dello Stato. 1
Francesco Mameli, Relazione di un viaggio in Sardegna compiuto nel 1829, Iglesias, Tipografia editrice Iglesiente, 1901, p. 61. Francesco Mameli, nipote di Antonio Vincenzo Mameli, citato nella nota precedente, fu il primo ingegnere sardo del Regio Corpo delle Miniere. 2
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ASC, Faldone 277, Capitolo per l’affitto delle regie miniere di Monteponi. «Da Santa Caterina a
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