QUANDO L’AUTOSTRADA NON BASTA INFRASTRUTTURE, PAESAGGIO E URBANISTICA NEL TERRITORIO PEDEMONTANO LOMBARDO
Arturo Lanzani Alessandro Alì Daniela Gambino Antonio Longo Anna Moro Christian Novak Federico Zanfi
QUODLIBET
CITTÀ E PAESAGGIO QUANDO L’AUTOSTRADA NON BASTA INFRASTRUTTURE, PAESAGGIO E URBANISTICA NEL TERRITORIO PEDEMONTANO LOMBARDO prima edizione giugno 2013 ISBN 978-88-7462-538-3 © 2013 Quodlibet s.r.l. via Santa Maria della Porta, 43 Macerata www.quodlibet.it
progetto grafico Franco Nicole Scitte impaginazione Emilio Antinori stampa Bieffe s.p.a., Recanati
IL PROGETTO DELLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI
Greenway e progetti locali: simulazione dell’insieme degli interventi tra Adda e Ticino, Masterplan marzo 2008
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IL PROGETTO DELLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI
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LA GREENWAY COME MANUFATTO NEL TERRITORIO: COMPOSIZIONE DEL PROGETTO DEFINITIVO Lo sviluppo complessivo della greenway nel progetto definitivo è di circa 100 km. In particolare le piste e i percorsi vicinali si suddividono in: percorso su strada vicinale, pista nuova, percorso su viabilità ordinaria, pista in sede propria in affiancamento alla viabilità ordinaria. Il primo tipo caratterizza i nuovi tracciati e ha sezione e materiale costanti: 3 metri di larghezza e, ove possibile, una fascia verde alberata di larghezza variabile. Il secondo tipo, il più frequente nell’intero progetto, interessa le strade consortili e vicinali esistenti. La sezione nei tratti in sovrapposizione a una strada vicinale esistente può variare e si attesta, salvo eccezioni individuate, sulla massima larghezza disponibile, definita attraverso sezioni specifiche. I percorsi su viabilità ordinaria promiscui, interessano le strettoie e i passaggi urbani obbligati ove non siano state individuate alternative convincenti attraverso ambiti liberi da edificazione. In tal caso il progetto individua soluzioni tipologiche e specifiche per rendere compatibile il transito delle biciclette in sicurezza nei limiti e nelle regole del codice della strada. La segnaletica orizzontale e verticale, le modifiche geometriche della strada, la segnalazione dei punti di innesto mira a creare condizioni di moderazione della velocità a vantaggio della sicurezza dei ciclisti e dei pedoni. Per quanto riguarda i punti di attraversamento e intersezione in generale è stato evitato l’attraversamento a raso in situazioni di palese conflitto con la viabilità principale e, ovviamente, con la viabilità complementare dell’opera principale. Qualora la greenway e i progetti locali incontrino percorsi esistenti o in corso di realizzazione che ne costituiscano importanti derivazioni questi sono individuati con le voci specifiche di: pista esistente e di pista in fase di programmazione.
Relativamente agli elementi vegetali che affiancano la greenway il progetto individua due ordini di elementi: un ordine costante e indipendente dalle specificità dei territori attraversati, costituito da filare singolo sul lato sud del percorso est ovest o doppio (in alcuni casi specifici e generalmente nei tratti nord sud) costituito da gelsi (morus alba, morus nigra) nei tratti di aperta campagna o in affiancamento a ambiti forestali, in generali negli ambiti a più rada urbanizzazione; da pioppi cipressini (populus nigra italica) nei tratti più urbanizzati ove è necessario che la rapida crescita in altezza e il portamento colonnare segnino e rendano ben visibile in modo evidente la presenza della greenway. Pioppi e gelsi rappresentano l’elemento costante e riconoscibile, che insieme alle aree di sosta e agli elementi segnaletici orizzontali in cemento che marcano i chilometri, danno unità e riconoscibilità al percorso indipendentemente dal luogo che attraversa. A tali elementi costanti (caratterizzati peraltro da una vita paesaggisticamente relativamente breve) si alternano elementi variabili, diversificati in funzione dei paesaggi attraversati che nel loro insieme danno forma ad alberate e elementi vegetali resistenti nel tempo (crescita di esemplari e gruppi monospecifici, filari monospecifici, siepi e ambiti forestali. Tali materiali sono descritti come: filare singolo arboreo monospecifico (ove non di gelsi o pioppi è specificato), fascia arbustiva, fascia arbustiva lungo corso d’acqua, fascia arbustiva ridotta (ove le caratteristiche di maggiore efficienza ecologica non siano compatibili con le condizioni geometriche possibili), fascia arboreo arbustiva, fascia arboreo arbustiva ridotta, filare singolo arboreo da riqualificare. La greenway, in misura più contenuta dei progetti locali ma con grande precisione in funzione di specifiche situazioni, prevede la realizzazione di nuovi impianti forestali in adiacenza a boschi esistenti o isolati. La conformazione lineare a fianco della green-
way in alcuni tratti assolve la funzione di collegamento ecologico tra ambiti di parco e forestali. Lungo i tratti in cui il tracciato della greenway entra decisamente in ambito forestale (ad esempio nei boschi del Rugareto e del Plis del Medio Olona) è prevista la riqualificazione di una fascia forestale attigua al percorso. Ciò avviene perlopiù in relazione a interventi di riqualificazione forestale previsti anche da progetti locali che ne costituiscono la naturale continuazione oltre che in corrispondenza di nodi e di opere che richiedono piccole modifiche e reimpianti. Nelle tavole tali interventi sono individuati con le voci: bosco, fascia boscata, riqualificazione bosco. I prati che affiancano il percorso costituiscono elementi diversificati e caratterizzanti: ciò sia per la scelta tecnica (specificata nella relativa relazione) di utilizzare mix di sementi finalizzate a incrementare la biodiversità e dei prati legati alle opere a prato nei progetti di compensazione ambientale (prato fiorito), sia per l’associazione di prato e arbusti con funzione di collegamento ecologico e di costituzione di fasce ecotonali di collegamento tra boschi e prati liberi (prati ecologici). I prati fruitivi sono caratterizzati da un diverso regime di gestione e taglio (prati fruitivi). Le voci che individuano le aree in cui sono previsti impianti prativi sono: prato ecologico (prato alto a gestione agronomica), prato fruitivo. La geometria del tracciato del percorso ciclabile che si sviluppa lungo la greenway non è fissa anche se il progetto mira a rendere disponibile sempre una larghezza minima di 2,5 m. Lungo le strade vicinali esistenti, che generalmente interessano una striscia di territorio superiore a 3,5 m, il tracciato si estende fino ai limiti del sottofondo già disponibile. In tal caso è indicata una larghezza reale superiore ai 2,5 m. Nei casi particolari in cui tale spazio non fosse disponibile (in alcuni tratti forestali, in passaggi ortograficamente complessi o percorsi di costa) si è scelto di mantenere il manu-
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LA GREENWAY E I NODI INFRASTRUTTURALI
LA GREENWAY E I CONTESTI URBANI
LA GREENWAY E I BOSCHI
LA GREENWAY E I TERRITORI AGRICOLI
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12 a-b Abaco delle sezioni tipo della greenway, Masterplan, marzo 2008
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17-19 Dal masterplan (4), agli studi di fattibilità (5) al progetto definitivo (6): il parco tra Lissone e Macherio
puzzle di aree e interventi si è ulteriormente complessificato là dove i progetti sono stati costruiti a cavallo di due o più comuni e dove le diverse amministrazioni hanno avuto ruoli più o meno attivi e collaborativi all’interno del processo. Questa strategia per elementi base ha permesso di costruire una visione progettuale più ampia e far calare nel progetto definitivo un primo lotto funzionale, che può essere nel tempo e con risorse diverse sviluppato. Una seconda strategia, più direttamente rintracciabile nel disegno, è definita dal ruolo che viene attribuito ad alcuni elementi, fasce boscate, siepi e filari, in particolare, che vengono disposti ora come barriere alle espansioni urbane, ora come fasce di protezione dei centri abitati dall’infrastruttura, dove le mitigazioni avevano uno spessore minore, o a protezione e delimitazione di aree aperte già vincolate, ad esempio da fasce di rispetto. Gli elementi verdi dei progetti sono stati, quindi, disposti non solo rispetto a un disegno di suolo, ma anche rispetto a un disegno di carattere più urbanistico andando a presidiare preferenzialmente le aree deboli e non vincolate rispetto a quelle già sottoposte a un vincolo di inedificabilità, costruendo un diaframma fra il confine dell’edificato e l’area aperta agricola, realizzando una fascia di protezione dello spazio aperto oltre la quale, a prescindere dall’esistenza di vincoli, risulta più difficile che l’espansione urbana trovi spazio. Un’ultima strategia è legata alla realizzazione, di fatto, di una forma di politica demaniale. I progetti privilegiano l’estensione delle aree da acquisire, piuttosto che il loro trattamento. Gli interventi previsti sono leggeri e economici, per molti versi minimali, non si prevedono arredi urbani, illuminazione, costruzioni di servizio, ma prati, percorsi, alberi, boschi, privilegiando l’estensione piuttosto che la densità. Il peso delle acquisizioni supera in molti contesti il 60% del costo complessivo dell’intervento. Questo permette di acquisire al pubblico aree, che possono poi in un secondo tempo esser oggetto di ulteriori finanziamenti e opere, ma che vengono comunque sottratte in via pressoché definitiva a una potenziale edificabilità. I due progetti più esemplificativi e in cui è possibile rintracciare la maggior parte delle caratteristiche progettuali dei progetti locali di compensazione ambientale di APL, sono il progetto locale n. 24 fra Lissone, Macherio e Sovico e il progetto locale 28 fra Arcore e Vimercate. Entrambi i progetti sono a cavallo fra più comuni e entrambi hanno un rapporto diretto sia con le mitigazioni e il tracciato autostradale, sia con il tracciato della greenway: si compongono, quindi, di quattro progetti fra loro coordinati e collaboranti.
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6 Lo spazio aperto: un paesaggio di frammenti nella Brianza centrale, un paesaggio ancora continuo nel territorio del Vimercatese 7 Il sistema insediativo e infrastrutturale: gli ultimi spazi aperti della Brianza centrale, lo spazio entro la rete del Vimercatese
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versa (costituito dalle vie Ferravilla e Santi) costituisce un ulteriore elemento di suddivisione e frammentazione dello spazio agricolo. Tuttavia, a fianco di tali elementi di compromissione, permangono ancora terreni agricoli di qualità, in particolare nella porzione a Nord fra i centri sportivi di Bovisio Masciago e di Desio e nella porzione a Sud inserita nel Plis del Grugnotorto-Villoresi in prossimità di Villa Agnesi e della cascina Valera. Il complesso rurale di quest’ultima (diversamente da quello a Nord appartenente alla cascina Bertacciola) rappresenta un nucleo di forte valenza identitaria, nella quale si possono ancora rintracciare le qualità del paesaggio agrario della pianura asciutta. Il progetto della radura propone in primo luogo la tutela e la riqualificazione di questi due principali ambiti rurali, riconoscendone la possibilità di avere in futuro un ruolo importante per l’attività agricola. I due areali sono immaginati dal progetto come stanze agricole “silenziose e aperte”, verso cui si dovranno indirizzare azioni tese alla rimozione di recinzioni e degli usi impropri, e dove potrà svilupparsi un’agricoltura a fini prevalentemente energetici attraverso la coltivazione di colza, di mais o impianti arborei a ciclo breve (la presenza diffusa di inquinamento non rende infatti auspicabile una produzione alimentare), pur salvaguardando l’ampiezza di veduta che oggi ancora caratterizza questi spazi. In tale prospettiva la presenza dell’inceneritore potrebbe assumere un ruolo centrale come punto di irradiamento all’interno di una possibile rete di teleriscaldamento, alimentata peraltro anche da una centrale termica a cui potrebbero poi affluire diverse biomasse derivanti dall’agricoltura e dalle potature del verde di provenienza urbana (importante, a tal proposito, è il progetto di realizzazione da parte dell’agenzia Brianza Energia Ambiente S.p.a. di un impianto di produzione del calore funzionante a biomasse derivanti sia dagli scarti delle manutenzioni del verde urbano dei comuni limitrofi, sia dalle coltivazioni arboree
dei suoli agricoli di questa radura). Per poter dare spazio a queste azioni, il progetto si propone di sviluppare da un lato un meccanismo di trasferimenti dei volumi edilizi presenti nell’area, dall’altro di promuovere la regolarizzazione dei depositi e degli orti attraverso la realizzazione di cluster più compatti e qualificati sotto l’aspetto della recinzione e della piantumazione interna e esterna. Evidentemente questa ipotesi di riforma dello spazio della radura è condizionata da un diverso orientamento delle attività di pianificazione urbanistica dei Comuni interessati, che reprima abusi e ridimensioni le ingenti espansioni residenziali a oggi previste all’interno della radura (nel Comune di Desio è in atto una revisione generale delle previsioni di piano che promuove questi indirizzi). In secondo luogo il progetto riflette sui servizi pubblici esistenti, in particolar modo sulle attrezzature scolastiche e sportive localizzate al limite dello spazio urbanizzato dei diversi comuni interessati, che vengono inserite all’interno di una riqualificazione complessiva dei margini della radura per accrescerne l’accessibilità e la fruibilità collettiva. È il caso degli spazi circostanti la frazione “Spaccone” a Desio, ove viene proposta una sequenza di boschi, prati e parcheggi per offrire uno spazio collettivo strettamente integrato al centro abitato, o della zona immediatamente a Sud di quest’ultima, ove si propone un intervento con fascia boscata e percorso ciclabile rivolti alla mitigazione del nuovo tracciato stradale. In terzo luogo, il progetto propone un’azione di riqualificazione degli ambiti circostanti l’arena sportiva “Pala Desio” e le scuole a essa adiacenti: si prevede un riordino delle recinzioni, delle pavimentazioni e dei parcheggi che non si orienti esclusivamente all’accesso alle attività presenti, ma che costruisca un vero e proprio progetto di superficie a supporto dell’intero complesso, oggi luogo di attività di eccellenza di livello provinciale. Attorno a questi spazi il progetto prevede un parco urbano costituito da una serie di prati e percorsi ciclabili per mettere in relazione il plesso scolastico con la fra-
zione “Bolagnos” di Desio, e per creare uno spazio aperto ricreativo che sia complementare rispetto alle strutture indoor esistenti. Questo sistema è infine connesso a un anello ciclo-pedonale centrale che unisce le aree sportive e di servizio di Desio e di Bovisio Masciago. Al centro di questo anello si trova il comparto produttivo di Desio, di cui si prevede l’avvolgimento tramite una massa alberata composta da boschi cedui e da impianti di arboricoltura destinati a un uso energetico, che nel tempo dovrebbero sostituire gli impianti di lavorazione negli inerti. All’interno di questo circuito rientra anche un grande prato fruibile cinto da filari, immaginato come progetto di recupero della cava esistente. D.G.
N. 4: UN SISTEMA INTEGRATO DI SPAZI PUBBLICI E BACINI DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE DEL TORRENTE SEVESO ATTRAVERSO LA RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA DELLE CAVE DISMESSE L’area delle cave dismesse compresa tra i Comuni di Lentate sul Seveso e Meda offre le condizioni per immaginare un progetto di riqualificazione paesaggistica che potrebbe costruire allo stesso tempo una nuova sequenza di spazi pubblici fruibili dai Comuni contermini e un sistema di depurazione per le acque del torrente Seveso. Precisamente, le aree di scavo oggi abbandonate potrebbero essere integrate in un sistema di bacini collegati tra loro a cascata, allo scopo di immagazzinare temporaneamente e depurare le acque del torrente, mentre le aree a esse circostanti potrebbero essere attrezzate come un parco pubblico, con superfici boscate e a prato, e inserite in una rete di percorsi ciclo-pedonali. In relazione al ciclo delle acque, i vantaggi ottenibili consisterebbero tanto in una moderata mitigazione del rischio di esondazione derivante dalle acque del torrente Seveso, attraverso i volumi di piena ritenibili all’occorrenza nei bacini, quanto nel trattamento
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20a Il perimetro della radura di Desio (Fonte Google Earth) 20b La visione progettuale per la riforma paesaggistica della radura di Desio 20c Le prime mosse per la riforma paesaggistica della radura di Desio
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11a Individuazione delle possibili localizzazioni delle biomasse (in marrone chiaro), secondo i principi individuati nel testo 11b La trama dei percorsi, confronto con i progetti di compensazione (Greenway, Progetti locali e Misure Compensative) di Autostrada Pedemontana Lombarda 11c I corridoi fluviali e vallivi, confronto per sovrapposizione con Parchi Regionali, Plis e rete verde di ricomposizione paesaggistica del PTCP di Monza e Brianza 11d I corridoi fluviali e vallivi, confronto per sovrapposizione con la Rete ecologica regionale (RER) 12a Margini, o “ambiti di riorganizzazione della relazione tra paesaggio agricolo e urbanizzato”, come denominati nel Ptcp,
confronto con le previsioni viabilistiche di Autostrada Pedemontana Lombarda 12b I margini, o “ambiti di riorganizzazione della relazione tra paesaggio agricolo e urbanizzato”, come denominati nel Ptcp, confronto con le previsioni di espansione (residenziale, produttivocommerciale, servizi) (fonte dati MISURC 2008, aggiornato attraverso i documenti della pianificazione locale 2008-2011) 12c Lo spazio aperto del Vimercatese su base SIARL, Sistema Informativo Agricolo della Regione Lombardia (fonte: dati SIARL 2008) 12d Lo spazio aperto del Vimercatese su base DUSAF, Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali (fonte: dati Dusaf 2.1 2007)
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