Geografie insediative, dimensioni dell’urbanità_Mario Morrica

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Geografie insediative, dimensioni dell’urbanità Mario Morrica



LEGGERE I MUTAMENTI: MORFOLOGIE, PARADIGMI


Un’immagine del territorio italiano frammentata in scene dai contorni incerti e sovrapposti, che nel loro montaggio complessivo evocano il condensarsi delle linee di forza che lo attraversano e che si catalizzano nei luoghi di maggiore dinamismo, denominati corpi territoriali: 1 la regione del Po; 2 la Dorsale Adriatica; 3 l’Arco latino ligure; 4 l’area romana; 5 l’area napoletana.

Immagine dei corpi territoriali. I vetrini in giallo identificano la dorsale adriatica (ITATEN, 1996)



Le reti della mobilità veloce sono il supporto alle aree metropolitane, la connessione alle grandi polarità urbane, definite come aree veloci. Sulla struttura principale appoggia un sistema infrastrutturale secondario su cui s’innestano le città intermedie con un modello di sviluppo che potremmo definire «lento». Le forme insediative nei territori lenti sono quelli del paradigma della diffusione, dell’insediamento sparso su una rete di città di media e piccola dimensione. Infine i comuni polvere sono il residuo di comunità originariamente in simbiosi con l’ambiente insediato, modelli di crescita segnati da un forte senso di appartenenza su territori ristretti. (Lanzani, 2005) Il Ministero delle infrastrutture ha elaborato un’immagine strategica del territorio basata su figure di area vasta attraversate da fasci infrastrutturali, chiamate piattaforme territoriali strategiche. Si pone inizialmente attenzione allo spazio di prossimità delle principali infrastrutture, essenzialmente alle aree metropolitane e ai sistemi di conurbazione lineari, escludendo lo spazio interno che comunque deve assumere, coerentemente alle politiche di coesione, un nuovo ruolo. (DiCoTer, 2010)


AREE METROPOLITANE: PRESSIONE INSEDIATIVA SULLA COSTA ADRIATICA



Con il termine città adriatica solitamente ci si riferisce ad una lunga conurbazione lineare che attraversa, con modi più o meno continui, cinque regioni: il Veneto, l’Emilia, le Marche, l’Abruzzo e il Molise, un allineamento litorale la cui caratteristica principale non deriva dai rapporti con l’entroterra, che pure possono essere anche molto intensi, ma dalle caratteristiche della fascia costiera. (Bianchetti C., 2002)

Sta diventando invece una sorta di supercittà a spessore variabile, un nastro ininterrotto per centinaia di chilometri di molteplici trame insediative saldate dal comune telaio infrastrutturale longitudinale, polarizzato in corrispondenza delle trasversali vallive dell’entroterra, con relazioni che ora iniziano a proiettarsi anche verso la sponda balcanica, dando corpo a un’embrionale regione euro-adriatica che in prospettiva potrebbe sovrastare le singole dinamiche locali o nazionali” (Clementi A., 2008)





La linea di costa, formata dai depositi deltizi delle piane alluvionali e costiere alternata alla sequenza delle valli fluviali, dà luogo al “pettine adriatico”. A questo carattere geografico ha fatto riscontro il sistema insediativo, seguito dal diffondersi dell’urbanizzazione lungo la fascia litoranea e dalle penetrazioni vallive che vi si affacciano con regolarità.


Pescara I campioni di tessuto urbano mette in evidenza la struttura e gli assetti insediativi in relazione ai caratteri morofologico-ambientali, mostrando un gradiente di combinazioni tra morfologie insediative e morfologie ambientali riconducibile a una casistica abbastanza contenuta, nella quale il ruolo del telaio infrastrutturale e della matrice ambientale è evidente e caratterizzante. San Salvo


Si sono così configurati nell’area medio Adriatica, con un diverso grado di completezza e di maturità delle Armature Urbane interessate, numerosi telai territoriali che nella loro continuità descrivono un insediamento del tutto particolare per la sua estensione, oltre 400 km. Si può affermare mare come sia giunta ormai a maturazione quella «rete urbana» che alcune indagini di matrice geografica denunciavano negli anni ottanta e che studi successivi hanno confermato. Esito già prefigurato peraltro dagli scenari di trasformazione delineati dal Progetto 80 (Bianchetti, 2002)



SISTEMI VALLIVI: ARMATURE TERRITORIALI E INFRASTRUTTURE PER LA CRESCITA








AREE INTERNE: BASSA DENSITA’ INSEDIATIVA E BACINI DELLA NATURALITA’



Indice di vecchiaia

Densità della popolazione residente

Geografia della marginalità _caso di studio


Fonte: DPS _Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, Azione Pilota Aree Interne , 2013

Le transizioni verso l’abbandono del territorio, ISTAT 2012 Servizio “Informazioni territoriali e sistema informativo geografico”

Poli di attrazione urbani Poli di attrazione inter-comunali Aree di cintura (t < 20’) Aree intermedie (20’ < t < 40’) Aree interne

Aree periferiche (40’ < t < 75’) Aree ultra-periferiche (t > 75’) Autostrade

Classificazione Comuni

Polo Polo intercomunale Cintura Intermedio Periferico Ultraperiferico TOTALE Censimento 2011

N

Popolazione

%

219 21.315.382 35,8 104 2.466.112 4,1 3507 22.206.553 37,3 2376 8.943.204 15,0 1528 3.718.297 6,2 358 921.033 1,5 8092 59.570.581 100,0

Superficie (Kmq)

%

29.435 9,8 6.235 2,1 81.663 27,1 89.104 29,6 73.182 24,3 21.717 7,2 301.336 100,0

La Mappa delle Aree Interne parte da una lettura policentrica del territorio italiano, caratterizzato da una rete di comuni o aggregazioni di comuni (centri di offerta di servizi) attorno ai quali gravitano aree caratterizzate da diversi livelli di perifericità spaziale. Il carattere di centro di offerta di servizi è riservato solo a quei comuni, o aggregati di comuni confinanti, in grado di offrire simultaneamente tutta l’offerta scolastica secondaria, ospedali sedi di DEA di I° livello e stazioni ferroviarie Planum, Gold o Silver.


Abbandono e catastrofi Cratere sismico, l’Aquila 2009


Cratere sismico 2009, Effetti sulla popolazione residente


La strategia del progetto MORECO è in particolar modo interessante per le regioni di montagna perché il traffico da pendolarismo è concentrato nelle valli e sui rispettivi assi di trasporto. Nella maggior parte delle regioni dello Spazio Alpino il traffico motorizzato privato causa effetti negativi come congestione, inquinamento, incidenti ed aumento dei costi per la mancanza dei trasporti pubblici


patrimonio edilizio storico abbandonato

abbandono suoli agricoli marginali

Rilevanza del tema


Geografia della marginalità: lettura del sistema insediativo, permanenze, infrastrutturazioni


Geografia della marginalità: lettura del sistema insediativo, permanenze, infrastrutturazioni


Geografia della marginalità: carta dell’abbandono


M. Fondi,1964


M. Fondi,1966


ph credit_Luigi Latini


Ecosistema urbano prima dell’avvento dei combustibili fossili con strettissime relazioni con il proprio ambiente di riferimento (rielaborazione , fonte: Saragosa 1995)

Rapporto tra comunità e ambiente insediato nei cicli territoriali virtuosi


La progettazione ecologica dell’insediamento umano mette in relazione la comunità con il proprio ambiente di riferimento, «l’ecosistema non è altro che una comunità legata proprio a un ambiente» (Saragosa,2005) Mumford (1961) concepisce la città come un deliberato artificio dell’uomo derivato da convinzioni ideologiche e pressioni economiche. Nella trasformazione del suolo vi è la volontà di assoggettare le forze della natura al controllo dell’uomo, fa parte della formazione della città. L’ecologia urbana, secondo Munford, è attento manifestarsi della «sensibilità umana nei confronti della natura». Bettini (1996) affianca alla descrizione classica dell’ecologia umana/ecologia urbana di stampo tipicamente socio-economico e culturale anche un’analisi del complesso metabolismo della città. Stabiliti i confini geografici e la popolazione dell’ecosistema-città che si vuole studiare, bisogna misurare la quantità di materiali e di energia che entrano ed escono dalla città. Gli studi economici definiscono i processi che investono le realtà territoriali attive come una sequenza circolare di trasformazione di materia, energia e informazione (Calafati, 2000).








Dalla metà degli anni ‘80 possiamo segnalare l’emergere di cinque “paesaggi” agro-forestali sempre più coprenti e meno riferibili a storiche varietà regionali … Il primo paesaggio è l’esito di una portentuosa ripresa delle aree boscate, nelle zone di alta collina e montagna con l’abbandono pressochè totale dell’agricoltura di sussistenza tipica della nostra montagna, ma anche la meno scontata drastica riduzione del pascolo o il suo sviluppo in sostituzione a quella povera agricoltura di autosussistenza. Questo bosco tuttavia, senza alcun “accompagnamento”, rimane boscaglia di bassa qualità ecologia ed economica e di dubbia funzionalità idro-geologica, disattivando nella sua crescita storiche sistemazioni e opere di stabilizzazioni del suolo. (Lanzani, 2006)


Schema di sintesi della multifunzionalità forestale

MULTIFUNZIONALITA’ DEL PATRIMONIO FORESTALE



Bibliografia Balbo, M., (a cura di), (2015), Migrazioni e piccoli comuni, Franco Angeli, Milano. Barbieri, P., Clementi, A., (2014) Territori flusso, LISt, Trento. Bianchetti, C., Pozzi, C., (2003) “Così la città adriatica diventa banale”, Il Giornale dell’Architettura, vol. 5, p.39. Bianchetti, C., (2009) “La fine della città dispersa”, Hyperadriatica, pp. 18-29. Carta, M., Ronsivalle, D., (2015), Territori Interni. La pianificazione integrata per lo sviluppo circolare: metodologie, approcci, applicazioni per nuovi cicli di vita, Aracne, Roma. Clementi, A., Dematteis, G., Palermo, P.C., (1996) Le forme del territorio italiano. Temi e immagini del mutamento, Laterza, Bari. Di Ludovico, D., Properzi, P., Santarelli, A., (2014), Median Italy: Territorial Diversity as the Cornerstone of Regional Development, Advanced Engineering Forum, vol. 11, pp. 20-26. Governa, F., Pasqui, G., (2007), Lo sviluppo locale in territori fragili, Urbanistica, n.133, pp.115-124. Lanzani, A., (2005) Territori lenti: contributi per una nuova geografia dei paesaggi abitati italiani, Territorio, n.34, pp. 9-70, Franco Angeli, Milano. Lanzani, A., Pasqui, G. (2011) L’Italia al futuro. Città e paesaggi, economie e società, Franco Angeli, Milano. Marini, S., Santangelo, V., (2013) Viaggio in Italia, Aracne, Roma. Palermo, P.C., (2009) I limiti del possibile. Governo del territorio e qualità dello sviluppo, Donzelli, Roma. Saragosa, C., (2005) L’insediamento umano. Ecologia e sostenibilità, Donzelli, Roma. Viganò, P., (2010) I territori dell’urbanistica. Il progetto come produttore di conoscenza, Officina, Roma.


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