URBANISTICA 92 | 1988

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La macchina non banale .Chi lavoro nel campo dcllu pìanific:ozione territoriale, çome onnl~a. progettistu o •gestOTC" del plano, nel 0Ql'SO degli ultimi anni non ha fano che accumulare f.rustnmoni e disillllliioni sull'efficacia e la funzionalilà di una serie di ~trumcnll dabonnl lA dove la tco,ologin dell.intcr••ento sul tmritorio ho avuto maggiore svi• luppo• . Con queste pnrolc , a metà degli anni Settanta,

Paolo Ccccarelli avvtova . se qualcosa pub mai 11\'CTC un ,olzio, un dibil!Jito cd una riflessione sul "1istema

politico delle pianìficazloru: urbanistica". •SUI modocioè - in cui i ro:ali decisori nel prOCC!oW di organizza• ?ione del tenitorio :irrivano (o devono arrivare) tille loro scelte•(!) . A partire da n cd utOl?Zllndo una sene ptuttoslo dispersa di suggcsttom e d1 rifenmenti posti nl di fuori della loro ~fica an:a <11.cipllnan:. R Boudon, P Bourdieu, M Crozii:r, D. Easton. J Ehtcr, A. Gargani , E.J Habc:rmas. A.O. Hirschman. E . Undblorn, N , Luhmano. A. Meluccl, J. o·connor. c . Olle A. Pizz.orno. J Rnwls. F .W. Sharpf. A. Touminc. S. Veca per non citome che alcuru. lnsciandos1 nttra,·er• sore da temi che hanno percono dive~ aree di studio. "la crisi della ragione". "il sapere come rete di modelli". "la sfida della compl~ilA" e r,,nimdo le proprie riflessioni 6u sfondi cpistcmologid i rn loro anche mollo diversi. gU urblllmtl l i = ccrdlto lo qw:11to lungo periodo di rioooccuuulinare n proprio cnmpo d1 osscrvnz,one e di ridclimre il ruolo dc, propri mumen11 annlitìd, progenuoli ed anuahvi (2); !;eJtlprc pm tenuu, . come già ossenava Cca:arc!Jl. ili spostare Il CCJ1tro del proprio i n t ~ dalla rormulazlonc del piano al processo dcci$ion:tle a11rn\..,JW il qWl!c una politlcn, rendendo mnnifestl i propri esili voluti e non volu1i, si rende riconOSC1'blle. Ripercorrere questo stono wrebbe del massimo 1ntere55e, mn non è mio intcnvonc farlo Forse non è neppure Il momento giusto, polch~ essa è tun'llltro i:he amclusa. Ciò che mi sembra po155ibile fare è solo aggiungere un pi«olo contributo, misurare almeno Ili distlUIZA tJ'a li punto di pD.rteozn e quello di arrivo provvisorio. costruire cosi nuovi interrogativi ni quali vale forse la penn di dare ullll o pilì risposte. All'inizio de:1·e = r po5to un riferimento a O Eoston {3). Cl suo modo di conamualizzarc: un ~i8tema politico. • produttore di decisioni vincol11111I per uita 10c:ie1à•, come qualcma lii •!ICl_fat11lo d4 unltà estranee-. in part.l~e come unn macchina banale· ohe funziona grazie a continue ,,mmissioni,- e P.I:Oducc .-cnussioni• che ci consentono di •mdlviduure 11 Lavoro effetnmto•. è all'origine della rifh:ilsione non solo degli urbanisli . Uso i termini " mncchinn banale" e "macchina non banale" nell'accezione proposta eia Hcln

Bernardo Secchi von Foerstcr (4): &ano termini descriuivì cui deve ~sere auribulto un solo va.lare dcnotati\·o; essi non intendono introdurre v:tlutazionl , ma 60lo ditliinguere due diveal suummul conceuuall. Unn =hinli baofllc •è compos111 esscnzialmcn1e do due cose. La primo ~ cii> che si può fornire allo mucchUUI-. c_he oel Unguagg,o dclle mnoohine viene dC11to input.. Ma quello che nel linguaggio delle macelli ne si dice Input viene dc110 "causa" nella fisica. "stimolo" in psicologia. ~premessa minore" In logica. Ogni campo di indagine ba il proprio tenni.oc per dctcmiinore questo conceuo • . Nel campo della pioni• licnzione tcnitonale, ma non solo m quello, esso viene solitamente ,ndlc:oro con il tennme di · nchie:;tn• o "domanda". accompagnato o meno dall'aggenivo SQCiale. ,.L'input (o la causa . o lo ,iimolo) ra "scattare~ la macclùna e l'uscila da questa mac.china ~ qu:tlcosa clic viene chilUTilllll outplll. Se parlassimo dl fh!CII lo chiameremmo "crfeuo•·. !IC parlassimo di lisiologin o di psicologie spenmemale parlen:mmo d1 "nspostQ"• · Usiamo glf sre55i termlm nel <rampo della piunificazlone tenitoriale anche !IC abbiamo gravi difficoltA a dcscri,·cre in modi precisi gli effetti o le risposte cbc cl aucndiamo Mo qui ,111 appanto il probll:ma. In ulùmo IUl.lillsi le propnctà di uno mru:chino bannle ~no di essere -detcnnin3tu smtcticnmcnto. «detcr• mmabilc annhticamcme•, .-,nwpcndcnte dallo siorio•, e, quindi d1 e55erc "JlTC\ cdiblle,,, si ~ costmita quella macchina. quel modo di operare del sistema politico, per om:ncrc quegli effetti; analizzando gli output che produce si pub capine come Ili OUICChin.t1 è fiuta. come funzionD e perché; essa funziona sempre nello stesso modo quulunquc sia lo Succe55ione e scnns,one temporale con lo quolc gli input ve.n gono ,mm~; -sì n ~pn: tulio cib che farà la mru:chlna quando le si dllri an particolare inpui.. Per un lungo periodo gli urbanbti hanno ritenuto di avere e che fllrc: con "m:iechine b11n111i": si sono ncca. Diti a oostrui.me di sempre piil perfezionate atam'l!no continui sforzi annlitia. proge11unl1 e normauvi ; ne hanno II lungo uudioto i difetti annlizznndone gli output; si wno immaginati chll esse dovessero funzionare ncl modo nneso, di sapere .sempre tulio cil> che la macchina farli• Occorre anche rimnoscctc elle vi sono mit, forse lw)8hl periodi durante I qunll Il sistema politico della plnnilicnione urbnnmicn ba d1 ratto fwmoo11to come ,ma macchina banale. Cesare Benito porrebbe oggi girare soddlifatto e preoa:upato per le vie di Mil11no e rioonoscerc il proprio piano: riconoscerebbe i propri dìscgnl divenuti pietra, ai.flll10. prato. volume edllic:a10 o spazio epcmo: potrcbbé oog.llerc J mo.rgioi i'tslci dove


lii esili del IIIO piano iniri•no e si •rrestano: vedrebbe le piccole e le 8f11ndi vui•nti, qucDe che lui IIClillO

non prcvìsia o non ,-ouna. Per questo rinunc:erebbe

fone • ric:onOllCCre le modnlitll di (Ull.ZÌOJII\.OICOtl) del 111tcma polilico e le sue imenzloni dai suoi owput e pnlltO. lrffl8Jllo potrebbero fare 8cmF, Poai e daUc loro oonteguenze su=ive. Sarebbe ~rena a molli eltri, Dli 1IOII tulll gli urbenist1 dell'epoca •bor, 1ntet),01 ,e una megior dimnza critiCll Lra le CXl$C e le ai-•. C - ~ del tutlO evidente cil> n011 deriva dati■ CXlllotcm7.e che ne abbiamo. 1m le azìonl e le iotcnIIIIUla e dìilla quellll dd loro piani, ma piullOIIO da zloal che le muovono, tra le pratiche e le identità del qnalrae elle ml. nelle divenc sillllllonl. benno 90gettJ che \i ricorrono: dòvrcbbc f1111I più caut11, llplllD e pollllD iotcrprew,: e repprescnlatt. Sarebbe rinunciare a rapide condanne cd aoolll%ioni. sd un·;. 11111~ w 1111•ili<■ri: lnlppO il problema dire che cii> che: 1 dCll bncare e c:onunua di progrcsao altra,·c.rso il quale loco pìaai mte,pc- e 1app1e..:11tano è 1010 una 1'1,1om,;, •• fa d10 (S). Co~tìrebbe a •chi lavoro nel .anmure del poierc, per 111111C i ,mnini di Easlon i Cll1lpo della pianlficuionc 1cni1oriAle... di accumulore l1lflPOltÌ tre un nana politico cd un ambiente conce,, frustruionl e di,i11U1ionl• minori. ma do,·rebbe tualizzatl aimc tre loro diltinti: o dire In lfflninl comunque cerc:are di riai,.1ruirc il tempo; ln modi fone pnitd•nl che neOe diffetentl silWll!lonl quc,ti piani meno ·bnonn•· di qUlllllD 1inon1 I.in Stato rauo mtcrpreUUIO c napprescnt■no l'C8elll011ia o Ili domi• • D1dl'cs1emo una macchina non bllnale assomigllo IIIIIWI, k>calmcnte ,'allnbtlc. d1 una borghcsm percorsa mollissimo a una macclunn banale. È all'intcmo che o meno da oonfli1ti interni Tutto ciò è ~idcntcmente a.sa ~ un po' difrcrcnte. All'interno ~ possiede ciò dclii mDMima imponanz:a. ma 11 quQtionc rilcvan1c, che viene definito come 11no "51ato interno" Una cui 111 ,ior!cl dell'urba.nls1ìca non hanno çipu10 fornire maa.hlna non banale si trova &emJJ'IC ìn un p:irticolore ùuo che rispo~te riduui,e. è capire perché questo suuo Interno e ques10 ttnlo irucmo influenza cll> che la potere hll espresso e mppresen1010 il proprio mondo io mncchintl fnrà. Inoltre qllDDdo si ngiscc sulla tnallcllina, quelle specifiche '"l'onne·•: non aolo in quelle fonne essa pub modifica.re li suo staio in1cmo. Se quindi della c:111• f15iaJ, mo am:hc in quelle (orme di:.oorsivc e dinmo ollu IIUICl!b:ìnu lo stesso mpul di primo non nonno1rvc: aot in quelle "forme di piano". I loropdi IICCC$Sariamcnte la macchino si c:omponerfl allo $teSSO di ne«151t.) intl!l'IUI r.onn Bil58i diversi, ltlll&51mi fot:$C modo di primo. È qucs10 il principio tondame:nrole per le forme: normaiivc, pìù 1cnui per quelle dhcorsive, della macchina non banale• Usando la ierminolQgia .lllal meno fortl di quo.nto normalmente si 511ppoogu gìà utlllzzatn la mru:chino non banale ~ dctcrminàro sm1edcu.mente, ~ indeterminabile aoallticamente, per le foanc fisiche Mo ~ solo un'ipotesi. Se perii si IICllVD lo qucsro direzione si trovo lnevira• dipende dalla storia ed! imprevedibile. È CI05truiro per btlmente un viluppo di radici e di mmilicuz1om 10010 un de1ermmo10 scope. ma non s1 pub cupire come è falla II partire dai nsultnii che fomisc:e; que•ri dipco• (liii ric:onosc:lbili !JUUnto più si disumziano 1n1 loro. Dc110 in 1crmini diversi ~i coglie l'enorme sforzo eom- dooo dalla iueccssione con la quale gli input vengono plutD dagli urbanmi per raa:oglic:re, !1Cleziooarc e immessi oltre clte dalla loro nantra; la mru:ch[na quindi lnteprc tra loro In modo coerente i ritullati di più non con.sente di rare previsioni, di mpcre sempre eosa rifie55iooi precedenti: per c:odl6c1111i, co.muoicadi faro. Non ~ poeo. Perché foue li sistClllll pc,lltico dtllll auraYCrso un linguaggio ridot10 e cosuuirc il problemn pionificmzione urbnms1ic:a è appunto una •macchina 11tbnn1J11co in modo che fosse appun10 trntlobile da oon banJ1lc" Ullll maa:hlna bllOalc Codilicnrc, ndum: e baoalfzrnn:< È ~UIIO cbe Il problema .:osi formulato po.sa ~ i,emf.re muo lo sfol'2D. piì) ~olle ripc1utQ in modi essere ilffrontoto e: rimmso esplorando 1u11c le alternadh'l!n • dall'urbanistica come da qualsiasi altra disci- tive possìbill. quando si ha a che fare con macchine plina- In una storia che ne volessll nmdcr conio l'arca noa bllllllli. ru:Uc quali ci~ gli 0UtpUI dipendono dagli di ,rudio e rinessionc dcll'urbaoi.sricn somiglierebbe ad s1a1i in1cmi oltre che dagli iopu1 e gli 1101i iotcmi un •ginrdino dei sentieri che si biforcano". Questa dipendono. o loro volta. anche dalla successione ttono dovrebbe 1"C$11t1Jire uno parziale autoriomrn a secondo la quale gli input sono imm~ì. bastono pochi diverse "fonne" ed alle loro specifiche 51orie: entro lnpul e poclti output pcrch~ Il nwncro di relJlzionl tra cr.ucuna forma rieon~rebbe "famiglie" i:on gcnea• &Il uni e gli altri divenga immediatomè.otc dì un ordine logie oomple5Se ed imricntc.. ad esempio, famiglie di di g.nmd=-o meto-urronomico. Ma non t deno che dl11Cgril. di dcserizloni. di no.rrufonl e di testi oorma- ogni voltJt cbc il computer che ~tQ uulinantlo mi fu 1ivi. Snrebbe e05creua o distinauerc tra le intenzioni. le impauirt dèbbn decidere di buuarlo o di ou1orioovctntcrprel.OZiooi. gli usi propri ed impropri di ogni dise- ranni in manicomio. gno. discorso , tesio nonnntivo. Rii:onoscerebbe, ad •Per trnttnre con le mru!Chine non banali esistono tre c:,cmpio, nei •rac0011ti" dei quali l'urb:mistica, come differenti strategie. La primJl è di ignontre Il proble:ma, al1re di1àpline. ! inlris.i un 1enta1i,-o di eliminare le e qu5t0 ~ cii) che succede di ~lito. La seconda ·•biforcazioni". ne "le vicende dello zoning" un cam• !lrateaia ! di rendere banale qualunque COlia in mino che spesso ha secllo la blforcmione inizialmente mo.nicra twe dli poterlil U'lltlllre_.. La tot1JI mt1tegi11 •vrcbbex;oaoaiceto e qucUc che m•i •vrcbbc imme-

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ed ~ quelli, che io natu:ral.tne11lC propc,ngo - ~ in•ec:e quella di S\•iluppiue un'epi1tcmolog1e che prcndll io comiderazìonc la non banalir./1 di qua.l unquc cosn con INi si abbia a che fo-. Negli uhim, quindici anni differenti $tudiosl, sempre piil oonsapevoli clcl carattere wnon banale" del simuna politico dello pi11nlficazione urbanillticn. hanno lavoraU> lungo due o ttt direi.ioni principali. Dopprinu hanno commdato a cogliere il carattere "recw:sivo" del runiion11mcnto del sistemo p<?lihco, qunlcosn d, già dello "'l'flU< ln modo insnffrdenu, dn E!aston· gl, output. le decisioni del sistema politico ed I loro effetti sull ambiente, generano non solo modìficbe degli input cbo l'ambiente Titra.1mcttc lii sistema. ma ani:he modi• fiche inu,mc nl sistema ec,lirico. alle sue mridnlilil di funzionamenro. ai S1Jo1 ctncri di valutaZIOne ed azione. SistelJlll politico ed amb,eote divenrono cosl entità sempre meno distinte e distinguibili. Poi buono cominc:illto a studiare con maggior deuaglio l'wintemo" del sistemo politico. in pnnicolare le modalità di trotta• mento dcl1a dom.andll socilllc. dJ suo ooeoglimcnro parziale o tomi~. di sua rrnsformnzionc e riformulazione. Ciò li ha indotti a srudiare i modi dello 0DD05eenza e rappresentazione della domando sociale, cioè degli input, di rappresentazione e giustificazione delle 5eehe, ci~ degli output. Nel pcrco1110 di avvicinamenro allo ,wdio della 101'0 pariicolarc ·mac:chlnn non bJllUllc" dapprima sooo dìvenutl conMpevoli della sus cslnlmn complessità. del suo carattere imr.revcd!bilc. stonco cd anolit1camcntc non detcnrullllbilc: il po5S1• bile sommc:rgevn il neees!illrio; poi 5i IODO venuti ad incontran: semp111 piO frequentcmeme con •forme sta• bili": dell'interazione IOC!lllc , della rappmenlllione t della giustificazione; delle pràtlehe '«iall. del dlscol50, clcl disegno. delln ciun e del territorio. Qualcosa che ~ successo anche in Birre aree di studio. ~no o dicci o u quind1c anni or sono tulb matematici, filosofi . e11istemologi, cc-rcnvano di acçontonare o evitare un tale problema Tuuc le volte che ci 51 trovava in presenza di un'espressione di questo genere-, cioè di un pr'OCC5So cli carauc:n: 1:1:cuaivo, "5J credeva di essere giunti in un vicolo cieco e questo vicolo cieco veniva chiomato "recursionc inrmita"• Mli più recentemente, lovor11ndo tiu~li "clcmcn11 di rccurslonc" 5000 stati sviluppati alcum lormalìsml cht ponano alla conclusione 5CC011do la quale Il raggiungimento di ·{orme stabili" rome esito di proccs.sl rccur\ivi ~ uru1 posslbìUt.à. anche ~ kl~ non 5emprc una necessiti\ U linguaggio utillu.ato da diverJi individui che interagiscono tra di loro e chc converge verso une formo comuniqitlva sufficientemente Slabile da poter divenire comprensiblk per ciascuno ne è un esempio Una storia che vole55e tener conto di questa pTCl6pcttiva diverrebbe ricerca delle forme stablli d1 interazione sociale, in plU'licolatt di quello rilev4Jlti e pertl• ncnli il campo della pianilid!Zionc urbanistiro; del loro 6

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ICtilO COStiluini, COtiSOllcliim. strutturarsi e dlssoh-crsi

"La forma del tempo· opparircbbc probabllmcntc diVCf$8 per CÌll1SCUnll; 1 1cmp1 delle fotmllZlODI dll5alfsive 5111'1)\lbcro diversi da quelli delle forme tecniche o giuridleht del progeuo; sullo ifondo apparirebbero ancora diversi I tempi delle forma?loni sociali ed cconomicllc, delle fonne dello scambio; in superficie 11pptlrirebbero din,rsì i tempi delle interpretazioni del caroueri del singolo luogo, delln singola lunz:ione o llllivit.à Forse il polrcbbero riconOM>rrc periodi durante i q1111h queste divene forme si int~grano in modo coerente, divengono solidali l'una all'ahrn per un trauo'I sentieri corrono tutti nella medeslma dl111zìODt'. Qunlcosa dJ pìfl di un ~penslero convergente". la società, non solo il sistemo politico. funziono appro551m1Uivamcn1e 00me una macchino banale: li suo "stato ,memo" è ch,aramcnte n00noscib1le e saldamente mantenuto ~ t e dimodocM a dctmninati input corrispond.,no output noti; tutto d(> che ne compromeile la ,labilità, nel diversi campi. ~ oggetto di controllo, rìformuJazionc o represslooc, si troiil di uno prnticn di seambin. d'u.,;c, tltllo spal!.io urbnoo, come di una pnuica dJJiCorswa, analitica o progeuunle. sist;emo polltico 11dona e fo propno _un riconolk:ibile "'<tile" cli pianificazione. In nlrri penO<il le diverse ronnc non po,sono piò es5ere trii loro cocrcntemcnrc inreprc: la loro specifica 11oria le ha pona1c a blforcntSl e divergere. Sl ha l'impresqone che 'li indcboll5cii il rnppono tra "conoscenza e deci!;ioncr: che le a.onllsi. svolte 10 quelle forme, non producano nuove conoliCC.DZC, stabiliscano con l'area di srudio cu1 si applÌCllno una dìstam.u eccessiva. che non pcrmene più di .micinarvisl con un progetto do1a1O di iuflidentc leginimitll , che le scelte che qUCllto propone non possano essere glmtlficnte sol.In loro bllllc. che sì lndeb01Isct1 11 nesso tra -ìntcnzione e azione·: o ancora. che il progetto non possa essere costruito e rappresentato nelle forme trodmonoli, non poi.s11 fnrsi realtA nttnlverso quelle forme giuridiche; gli esiti non voluti sembrano prevalere JU quelli riocn:ati. La mac:china, il sistema poUUca, funziona In modo imprevedibile, molte eme si pre:sento.no sub spct!c dJ "anomalia.~ . nitre dJ "lnnovn. zionc.", ma diviene dlfficilc distinguere l'una dall'altra. NnturulmenlC in lutto ciO non vi ~ nullo di nuovo per q,uanto riguai;du il "fllre storia". molto per qunnto nguarda il fatt ~1oria dell'urbanistica. Ma forse non siamo ancora in grado di pensare a progra.m mi di ricc-rca di questa po.rtatll. Un progetto per'O che accogliesse questo prospcttìva diverrebbe ricerca cd esplorazione delle *forme stn• bili" adeguate al presente; rinunc~bbe m:I ogni affermazione cstremimmte della specificità e della differenza, al puro dcscrittivismo. al baratro di un Infinito •moralmente neutro• che vi Sia nascosto: come rinuncerebbe 11d ogni affermazione esn-emimmre della ripeLitio.ne. f\ll'oppio1timen10 del .Mtu.rnl.ismo deternu.ni--

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► llico e privo di rcsponsnbOlta che mo poru con~Se II ossctYn il profilo nho della JiOc:ssione sul prvgeno urt,llllistux1 negli ultimi ll'llo1' anni ques111 ricerca ed cll!llonuione pub essere colt11 con grande nitidezza. La crescen1e imponanza dell'anllll~i morfologia. di una riflessione su "la lnnna del 11'-mlario" aclla costrullOR(' del progello di IIIChilelium e del proa,,110 urbaniS1ico, I nuovi tupporti elle lcnlllmen1e li vengono tra loro a ric:os1rwrc, l'intcllSI\ riOessione critica sw "princlp, in~dia1ivi", quello sui canmcn drllnspnin aperto. sul "prog,,tm di ,uolo'' fanno pnt1c dl q11ea10 ricc~. Co1l come ne f;mno parte gli scudi su •Ja Conrut del dbcono urbani5tico" e su "la forma di plano". In llllre dlsdpllnc qucstn stessa riccrc11 dMeoc una riOCMionc sulle forme del gioc<> lina.uis1ico. dello !Calllbio, sulle nuove forme dell'organiizuione IOcillle, ,ruJJc forme della llJUStlZÌll., delle iJtituzjon, , del

sap,:re.

Cii> ha ponato l'urmmis1a ~ lln'0111fe su un livello intenncdlo, •al di 10110 della aupcrficie delle cose e dcllll loro eterogeneità. mn al di soprn di di> ehc non ril.l5Clruno bene. forse non solo per nostra miopio, n di~ncrc nel profondo• , a rinunciare ad appoggmrs, 01SUalmcntc solo su "stnmurc" del profondo, ma a non accontentarsi di osservare solo n c:ara,uerc l'rummcn111rlo con il quale il mondo si pl'C$CDID al nostro 1fWUW), A quwo livello l'urbani,111 ha ritro,•a10 la duràtll, la permnncnza e persistCJl2l1 dd deposito IAldato sul territorio dn diversi -disegni .. ; In loro ct1pB• alJI di case.re ausnti per dare senso allo spazio urban.o e rurale. per itabilire ad esempio relazioni slgnifien.tivc tra diffcrcmi "principi inscdia1ivi" nei quoll è inmrporato e rappresentato un nusso più veloce di id« di dtil, di tecniche prodiluive, dl identità sociali, di

pro•visorlll motlJllltll dì ìmcmzione soeinle. Sempre più. a paniTc dalh1. 6ne degli ruml Cin• quuntn, qucsm ricerca ha fissato lo proprio ammzionc rui temi della daspers,one; delle idenlilà SO<:iuli, delle loro IIIÌ\'llà, dei loro i~iamcnh e delle IOIV forme La dilJ)CITSione ~ ,·eramentc il giordlno dei SC!lticri che si biforcano: eSSI invita ud esplorare le molte siorie posslblll. per qllcato è lnquietanJ.c, la conecrurazione oll'oJJeosto tendeva a conncnt!rlc in un linù:o ~rocronto del passuto e del futuro, nei modi di una mocdrinD bannle. In tcmpipiil rtecnti. gnttie a questa rlOessionc. a mc 5Ctllbra che la di\J)Cnione llia di,·cnulll più clomcsrlca

comìncl a far lntrawecl,erc la possibililà di CO!otruzlone di un prOjl:tlo che ne interpreti e rapprcscnti Ila "forma uobilc"; in sen50 fisico e me1aloriro. Questa forma ~ uo rct,rolo. unu ..rete dt modclu·, una trama di asSI . non nci:=ariamcmc ridotti e lxmnlizzat1 nella concrei = di une ,,rada, M1i qunlì si anicolano dilfcn:n11 prindpl irucdimi\lÌ , che anrave1111no. amgiungono od i5olano "luo&hi c:ospil:ul" e che ritagliano grandi ~spazi aperti" sempre più preasnli nel loro ruolo e nei loro roroucri. Essa ,·o ovviamente Intesa In modo dlogram111111ico, come 1JCbcm11 ordiDlltono di un ragiooomcn10 che. foccndasi disegno. si inconlTII coQ le 85J)Cntà focali e ne viene rimodcllnto. Un progetto del genere se non vuole CMCrc "nemieo dè!I tempo" " del suo Ouirc, non deve mpprcacn1am solo n1tnverso ,ùìonl zenltnli. dlstonz:iate. mn 1111,·e incorporare anche \/Ìsioni prospettiche più mwicina1c (li), TI disc~o del p111no, anche ncUa sua matcrinlhà tecnita , div,cnc un 1cntotivo di llllbilirc IIUO•i mppom tra I luoghi e le durate, Ira 11 tumulto delle differcnm e le regole dclla ripetizione .

NOTE

I. P. c..a:attJII, • D<chlime "'· Pla1101•. in A,au, 11 l. 1<1'74 (19751. pp 3-8. 1. Oh Mudl in qudlO Cllmf!O <Oou allllli AlllllCl'Oil; mi lim/tm) a l'ldll•111••• aJ<,,n, pnn(lp4l1contribuii; quelli d, P L. Crotlta 111 " - · In panlcolore n. 13-JJ, 198?: a. 11. 1983, n. 21. 191M, a. 21, IQ67e nelle due •ntoloa,,:; P L Ctoi<• (• tµl'll di) , f 'urlmn, • dJ p,u1-. f . Ana,:ll, l\!Jlaru,. 198:3 e P.L Ctollll (a cwa di),

Z.. pmdra;,011uocfàk dLl p1at10, ~;,.';',j',f<I', Mllo:no. f lllj.l , qucll; di P.C. P1lm110 ln Mod•lll di t,r,/Jndlik. F Anltcll MIiano. 19113: quelli fornii, dal Jn1PP0 df n<'<'.rcat.ori (E. t,.-.,._ ....... A B•Wuocl, A.M. Cri1Hna Billncbettl, O. Bl111Cbctd P llcllam, S lloèn . A Com. P L C""1a, Ci Del l'èl<O. P Flllffl, A. Fe1lllri, E. Lacdllnì I.. Pctrucc, , B S-hl) 1u1oridl ,...,.,_ llffllfllllàlruid rl , 11,mln lldla l'Oltnr.lOJJt .k/1" po/11,ro In IIJlfo, F. Angcll, Mllmno. 1984: quelll lornlll dn.llll _ , !A, T~tino, A . Marcmni, C. Macchi C:wlL 8 Cinbridlt T. Cardolla. A. Ciocia. L Pcdnzzmi V. Erh<a. O . Oròl!llbrdi P. C-.i, L. Falco. S Saccomaml di: L 'rffic«it, del ptllllQ

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