Le città brasiliane. Forme territoriali e progetti urbanistici_Elio Trusiani

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Le città brasiliane. Forme territoriali e progetti urbanistici Elio Trusiani


Riferimenti istituzionali, competenze, strumenti urbanistici

Porto Alegre: piano, processo/prodotto di una città “alternativa” (?)

Città informale: definizioni, approcci, progetti ed esiti spaziali

Elio Trusiani - Unicam


Livelli istituzionali In Brasile ci sono tre livelli amministrativi : Federale, Statale e Municipale Federale: comprende le istituzioni e le amministrazioni pubbliche di tutto il paese, e racchiude i seguenti poteri: esecutivo, legislativo, giudiziario Il Governo Federale partecipa al processo di pianificazione: a) promuovendo azioni di sviluppo b) nell'attuazione delle disposizioni dello Statuto della Città e in particolare nell'elaborazione e/o revisione dei piani generali, attraverso il supporto del Ministero delle città Il governo federale è responsabile della gestione delle risorse destinate ai progetti di infrastrutturazione urbana e alla «realizzazione di alloggi per le classi meno abbienti» (es: Programma Minha Casa Minha Vida). L'esistenza di piani esecutivi aggiornati secondo lo «Statuto della Città» è considerata un requisito per la concessione di risorse economiche ai comuni.


Livello Statale: comprende le istituzioni e le amministrazioni pubbliche di ciascuna delle unità della federazione, cioè gli Stati, secondo le norme federali e costituzionali del paese, e ha i seguenti poteri: • esecutivo; • legislativo; • giudiziario; Non ha alcun potere di interferire nell'ordinamento urbanistico dei comuni/municipalità (prefeituras). Livello Municipale: costituzionalmente, il comune è l'unica entità con autonomia a legiferare sulle questioni urbane, anche se legata al rispetto della costituzione brasiliana. L'urbanistica è di competenza municipale. Il livello municipale ha solo due poteri: • esecutivo • legislativo I comuni hanno autonomia, competenze e responsabilità nel governo della città: nell'istituzione di una legislazione in materia, nell'attuazione di progetti relativi al processo di urbanizzazione e/o nella richiesta di finanziamenti necessari. L’interlocutore istituzionale è il Governo Federale


L'Istituto del Patrimonio Storico e Artistico Nazionale (Iphan) è un interlocutore importante per la pianificazione, essendo legato al Ministero della Cultura che è responsabile per la conservazione del patrimonio culturale brasiliano. È responsabilità dell’ Iphan proteggere e promuovere i beni culturali del paese, assicurandone la permanenza e l'usufrutto per le generazioni presenti e future.

http://portal.iphan.gov.br/pagina/detalhes/872

In Brasile, sebbene esista tutta una serie di regole relative al livello regionale, come la formazione delle Regioni metropolitane, la Regione non esiste come livello amministrativo. Pertanto, non ci sono piani urbanistici regionali con «forza di legge»


La città brasiliana contemporanea La rapida crescita delle città brasiliane nell’arco degli ultimi cinquant’anni, ha prodotto una crisi urbana, a oggi ancora evidente, caratterizzata da: • Deficit di abitazioni che si traduce in una crescita delle aree informali, oggi presenti nelle città di tutte le dimensioni

http://erhuston-geography169.blogspot.com/2010/11/geography-169-project.html


Mancanza di equilibrio tra l’espansione delle aree urbanizzate e la realizzazione delle infrastrutture di base, trasporti e servizi pubblici, con particolare riferimento alla dotazione di servizi per la salute e l’istruzione

Sao Luiz, foto di Elio Trusiani, 2012


Exemplo para a Cidade de São Paulo Crescimento populacional Censo

Pop.

1872

31 385

1890

64 934

106,9%

1900

239 620

269,0%

1920

579 033

141,6%

1940

1 326 261

129,0%

1950

2 198 096

65,7%

1960

3 825 351

74,0%

1970

5 978 977

56,3%

1980

8 587 665

43,6%

1991

9 626 894

12,1%

2000

10 405 867

8,1%

2010

11 253 503

8,1%

Est. 2017

12 106 920

7,6%

Censos demográficos do IBGE[1]


Rafforzamento della segregazione socio-spaziale, con una divisione sempre maggiore tra aree ricche e aree povere

https://www.treccani.it/enciclopedia/sempre-piu-disuguali_%28Il-Libro-dell%27Anno%29/#gallery-1


Sao Luiz ,foto di Niccolò Ramacogi


Diffusione di nuove morfologie segregative come i “condomini residenziali”

Sao Luiz ,foto di Flavio Stimilli


Difficoltà a regolarizzare le aree informali per quanto riguarda la proprietà e per l’adeguamento agli standard minimi urbani ed edilizi vigenti per la città.

https://es.slideshare.net/ajzaldivar/so-paulo-programa-de-urbanizacin-de-asentamientos-precrios-de-elisabete-frana-e-eliene-coelho


La crisi urbana, già evidente all’inizio degli anni ‘60, portò alla formulazione di varie proposte legislative che, però, non portarono ad alcun risultato e rimasero... proposte. Come risposta a questo lungo periodo di proposte legislative per il controllo dell’uso del suolo e dell’occupazione della città, nel 1988 la riforma costituzionale introduce due articoli, di principi generali, da sviluppare, in seguito, nell’ambito di leggi specifiche. Si tratta degli articoli 182 e 183, facenti parte del capitolo ‘Politica Urbana’.

Elio Trusiani - Unicam


• ...sulla scia di questi articoli nel 2001 viene approvato lo Statuto della Città: tredici anni dopo la costituzione. • Lo Statuto riguarda fondamentalmente il consolidamento di alcuni strumenti urbanistici e l’introduzione di meccanismi nuovi per il sistema della pianificazione.

https://polis.org.br/publicacoes/estatuto-dacidade-guia-para-implementacao-pelosmunicipios-e-cidadaos/

https://polis.org.br/noticias/termina-hoje-o-seminario-estatuto-da-cidade10-anos/


Quali sono gli elementi innovativi? 1. Lo Statuto della città... stabilisce il tempo entro il quale i comuni devono adeguare i propri strumenti urbanistici alle innovazioni introdotte; 2. Dà facoltà ai comuni di scegliere quali strumenti e innovazioni introdotte, utilizzare; 3. Stabilisce che il Piano direttore si occupi di tutto il territorio comunale e non soltanto delle aree urbane

http://institutosoma.org.br/

https://polis.org.br/publicacoes/conhecendo-o-estatuto-da-cidade/


Lo Statuto delle Città è organizzato in cinque capitoli: 1) Stabilisce gli obiettivi della legge e consiste nella definizione delle norme volte a regolamentare l’uso della proprietà urbana a favore del bene collettivo, della sicurezza, del benessere dei cittadini e dell’equilibrio ambientale 2) Comprende gli strumenti da utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi 3) Individua nel Piano direttore lo strumento principale di politica urbana che integra fattori politici, economici, finanziari, sociali e territoriali. Viene inteso come spazio di dibattito sulle strategie di intervento nella città, in cui la partecipazione diretta dei cittadini, stimolata dal potere pubblico, diventa obbligatoria 4) Promuove la gestione democratica della città: la partecipazione attraverso assemblee pubbliche, referendum, iniziative popolari di proposte di legge. Istituzionalizzazione della gestione partecipata del bilancio partecipativo con discussione pubbliche per il bilancio annuale 5) Fornisce le disposizioni generali e procedurali


Con il primo mandato della Presidenza di Ignacio Lula, viene istituito il Ministero delle Città (2003) Tra le altre competenze... Il Ministero delle Città diviene responsabile della gestione dell’applicazione dello Statuto della città: a) come struttura di riferimento e orientamento; b) come struttura che eroga risorse per l’elaborazione dei Piani direttori, ma non solo, ... occupandosi anche di qualsiasi tipo di investimento urbano..infrastruttura, abitazione, reti tecnologiche di base, ecc...

https://www.diariooficialdf.com.br/


Porto Alegre: piano, processo/prodotto di una città “alternativa” (?)

Localizzazione Porto Alegre, E. Trusiani, D. Rigatti

Skyline di Porto Alegre, Elio Trusiani


https://www.observatoriodasmetropoles.net.br/porto-alegre-bem-estar-urbano-na-metropole-do-sul/


Porto Alegre: principali strumenti urbanistici

1914

1959

1940 https://www2.portoalegre.rs.gov.br/


1979

https://www2.portoalegre.rs.gov.br/


Porto Alegre

L.C. n°434/99 (s.m.i., LC n° 646/2010)

O que é Plano Diretor - É um instrumento de organização da cidade. Ele define as regras do jogo e estabelece uma espécie de pacto, entre o Poder Público e a sociedade, no sentido de buscar caminhos para uma maior integração entre o homem e o seu ambiente. Cos'è un piano direttore? È uno strumento di organizzazione della città. Esso definisce le regole del gioco e stabilisce una sorta di patto tra il potere pubblico e la società al fine di cercare modi per una maggiore integrazione tra l'uomo e il suo ambiente


Si compone di 4 parti: Parte I: Sviluppo Urbano Ambientale, dove sono inserite le sette strategie da perseguire per lo sviluppo della capitale Gaucha Parte II: il Sistema di Pianificazione che introduce aspetti importanti come la partecipazione della comunità, Le Aree Speciali Interesse Sociale e le aree speciali di interesse Culturale Parte III: il Piano regolatore che definisce le regole per l’organizzazione del paesaggio urbano, costruito e non Parte IV: contiene le Disposizioni finali e transitorie per la procedura di piano, in attuazione della legge


Nel 1° Congresso della Città (1993), sono stati definiti i principali obiettivi del Piano Regolatore (PDDUA), attaverso la formulazione di 7 strategie: • • • • • • •

1 – Strategia della struttura urbana. 2 – Strategia della mobilità urbana. 3 – Strategia dell’uso del suolo. 4 – Strategia della qualità ambientale. 5 – Strategia per lo sviluppo economico. 6 – Strategia per la produzione della città 7 – Strategia del sistema di pianificazione urbana.

Elio Trusiani - Unicam


Piano Direttore 1998

https://www2.portoalegre.rs.gov.br/


Uno studio importante e innovativo è quello sul patrimonio culturale: questo ricade all’interno della strategia di qualità ambientale che prevede la riqualificazione del territorio attraverso la valorizzazione del patrimonio ambientale ed edificato, promuovendone la tutela e salvaguardia. I principali elementi del patrimonio culturale sono: • Complessi di interesse culturale • Edifici e spazi urbani • Parchi • Piazze, luoghi significativi e paesaggi • “Area Deposito” di memoria materiale e immateriale di gruppi sociali • Tradizioni e pratiche culturali delle comunità.


Valorizzazione del patrimonio culturale

Patrimonio culturale Parchi esistenti e potenziali Spazi legati a pratiche tradizionali

https://www2.portoalegre.rs.gov.br/


Valorizzazione del patrimonio ambientale

Recupero urbano Aree protette Recupero corsi d’acqua https://www2.portoalegre.rs.gov.br/


Lo studio per le Aree Speciali di Interesse Culturale (ASIC) - 2002 obiettivi: •

Identificare le aree con una significativa concentrazione di edifici di interesse culturale, da porre sotto tutela

Identificare regole, norme e altri meccanismi in grado di mantenere le caratteristiche e le identità degli edifici e /o delle aree.

Affrontare il tema del patrimonio culturale come un elemento riconoscibile del tessuto urbano e, allo stesso tempo, come una potenzialità qualitativa per i progetti futuri.


Lo studio per le Aree Speciali di Interesse Culturale

Identificazione di 3 categorie: Aree Parti del territorio con peculiarità specifiche in grado di strutturare il paesaggio e produrre identità dei luoghi Luoghi Parti del territorio nei quali gruppi di elementi culturali e naturali possono essere sottoposti a misure di salvaguardia Unità Elementi naturali e culturali isolati da tutelare.



Matrice di base

Le Aree Speciali di Interesse Culturale sono identificate attraverso una matrice basata sui seguenti criteri: 1 – culturale 2 – morfologica 3 – paesaggistica 4 – uso del suolo



Le Aree Speciali di Interesse Culturale: rappresentano il primo studio dettagliato che ha come obiettivo la salvaguardia e la tutela del patrimonio culturale, urbano e naturale.

La costruzione di un percorso metodologico analitico/progettuale di notevole interesse

Rapporto tra conservazione e trasformazione, implicito e potenzialmente presente, come fattore innovativo. Questa innovazione non trova però la forza per caratterizzare i progetti urbani delle prefigurazioni spaziali.

Un apparente vuoto tra l'approccio teorico e metodologico dell’ AEIC e il prodotto finale, come evidenziato nei progetti di simulazione; questi sono prefigurazioni spaziali che oscillano tra una volontà di tutela e una volumetria rispondente alle regole di mercato

l’assenza di una complessiva politica urbana di conservazione delle aree centrali

Il regime urbanistico proposto dallo studio prevedeva indici di edificabilità minori rispetto a quelli del piano; le Aree speciali sono state protette provvisoriamente da un Decreto, modificato successivamente con l’introduzione di norme edificatorie maggiori.


Area Speciale di Interesse Culturale

PMPA 1999: Delimitaçao de areas especiais de interesse cultural


PMPA 1999: Delimitaçao de areas especiais de interesse cultural


Quali sono i fattori che hanno limitato l’effettiva applicazione dello Statuto della Città, impedendo di fatto un significativo cambiamento dello scenario urbano delle città brasiliane

? .... l’innovazione è più nella sua concezione generale e di principio, nonché politica, piuttosto che nei suoi aspetti pratico-operativi

Elio Trusiani - Unicam


Nel processo di redazione del piano... diviene obbligatorio, nelle diverse fasi, il processo partecipativo popolare:

Sao Luiz, Atelier Equinox 2015 con UEMA/Unicam/SapienzaUniversità di Roma, foto di Elio Trusiani

… malgrado sia stato introdotto come uno strumento sociale e di controllo rispetto alle decisioni da prendere, si è rivelato di scarso impatto sulle scelte finali da discutere in sede politica…


I motivi sono: • a) le difficoltà di comprensione generale dei contenuti del piano, principalmente quelli più tecnici, ha fatto si che la partecipazione popolare sia stata di fatto limitata e diseguale nelle forze sociali rappresentate • b) i consigli comunali non hanno mai accettato di buon grado il sistema partecipativo, considerato un’interferenza e riduzione dei propri poteri tanto che molti dei documenti approvati non sempre contengono le volontà espresse nel processo partecipativo • c) gli attori in gioco, primo fra tutti l’industria delle costruzioni, contraria a qualsiasi forma di restrizione edificatoria, esercita pressioni continue sui consigli comunali: questo avviene durante l’elaborazione del piano e nella fase di approvazione, orientando in tal senso modifiche e alterazioni del piano stesso


In molti casi il risultato di queste prescrizioni si traduce nello sfruttamento massimo del suolo urbano, nell’assenza di compensazioni rispetto ai grandi investimenti immobiliari, nella mancanza di una sensibilità alla questioni ambientali.

Sao Paulo, Le nuove aree residenziali, foto Elio Trusiani


Le differenti forze degli interessi in gioco non hanno consentito la democratizzazione del processo di diritto alla città Le politiche pubbliche continuano ad essere definite da “pochi” e... costituiscono risposta alle esigenze degli stessi Le esperienze di carattere più sociale rimangono un residuo del processo di pianificazione, come condizione giustificativa e di facciata delle operazioni di cui sopra Il mancato utilizzo dei dispositivi dello Statuto della Città, come per esempio quello che permette che le compensazioni dei costi di urbanizzazione siano a carico dei costruttori, che costruiscono oltre l’indice base concesso, socializza i costi e privatizza i guadagni. Per esempio, gli indici di fabbricabilità di base sono, di solito, così alti tali da non rendere necessario l’utilizzo degli strumenti volti al pagamento degli oneri dovuti per quelle costruzioni che superano l’indice di base consentito


L’enorme sforzo finanziario volto ai programmi di abitazioni sociali, come Minha Casa Minha Vida - Programma federale di abitazioni sociali, iniziato nel 2009, non arriva alla risoluzione dei problemi

(foto di Fernanda Bittencourtt)

Ciò che era alla base dello Statuto della città, ossia, che il diritto alla città e ai suoi benefici fosse più democratico, dopo quasi quindici anni dalla sua applicazione: il problema del deficit di abitazione e dei servizi primari e secondari per la popolazione di bassa rendita, rimangono sostanzialmente non risolti


Città informale: definizioni, approcci, progetti ed esiti spaziali

Sao Luiz, Atelier Equinox 2015 con UEMA/Unicam/SapienzaUniversità di Roma, foto di Elio Trusiani


Città informale… abusiva, illegale, precaria, spontanea,…slums, favelas, vilas, baraccopoli, ecc… secondo Un-Habitat, il programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani, può essere definita come “un’area densamente popolata e caratterizzata da abitazioni al di sotto degli standard minimi e da miseria”.

• • • • • •

Per le Nazioni Unite sono cinque i parametri che indicano la presenza di una baraccopoli: insufficiente accesso all’acqua corrente scarsa presenza di servizi sanitari e sistemi fognari sovraffollamento costruzioni fatte con materiali precari (lamiere, pezzi di legno, cartoni ecc.) abitazioni costruite illegalmente (da qui anche la definizione di “insediamenti informali”).


Abitati da migliaia di persone, questi quartieri/insediamenti informali sono situati, in genere, nelle zone peggiori delle città: si trovano spesso su suoli acquitrinosi, collinari o contaminati da scarichi industriali. Tuttavia, non mancano aree informali che si estendono fianco a fianco con zone urbane di pregio.

In alcuni casi le baraccopoli sorgono in prossimità di gigantesche discariche di rifiuti la cui raccolta, cernita e riciclo costituisce la principale attività degli abitanti.

Sono spazi urbani sovraffollati, insalubri, costruiti con materiali inadatti, edificati illegalmente, localizzati in aree a rischio ambientale, poco serviti dai mezzi di trasporto collettivo, privi di spazi e servizi pubblici, caratterizzati da elevati livelli di violenza.

Non sono tutti uguali: per esempio, in quelle brasiliane è garantito un livello minimo di servizi del tutto assente in quelle asiatiche e africane. In quelle asiatiche, inoltre, sono presenti numerose attività lavorative svolte in totale assenza di controlli e regole.


«Le aree informali sono il risultato di occupazioni di aree pubbliche e / o private, largamente inadatte per l'urbanizzazione come aree di forte pendenza o in prossimità di corsi d'acqua, o anche di suddivisioni clandestine, senza la fornitura di infrastrutture minime. Nel caso degli standard urbanistici, quelli presenti nelle aree informali erano/sono di gran lunga inferiori a quelli richiesti per la città formale: invece di innalzare gli standard delle aree informali, negli ultimi tempi sono stati sempre più ridotti gli standard urbanistici per l'intera città/città formale, aumentando così i guadagni dell'industria delle costruzioni (D. Rigatti, UFRGS)»

https://geografianewtonalmeida.blogspot.com/2014/02/

https://br.pinterest.com/pin/815784919977276018/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/08/


«(…) Le favelas sono espressione della povertà urbana e la ricerca di soluzioni su questo tema ha presentato diverse interpretazioni che testimoniano le forme di indagine, comprensione e gestione del problema.

(…) Dagli anni ‘80 in poi la povertà è concettualizzata come la povertà degli esclusi e, essendo prodotti della globalizzazione, sono accettati come un debito sociale per il quale non esiste rimedio. Il nuovo approccio alla povertà promuove nuove soluzioni: le favelas non sono più viste come parti di una città degradata e miserabile, ma come un modo autonomo di edificare e abitare in cui gli abitanti, mentre producono le proprie condizioni di vita, producono anche la propria indipendenza nella formazione dell’ambiente edificato. (…) Da questo momento, le favelas sono oggetto di progetti volti a regolarizzarle attraverso interventi mirati a migliorarne le condizioni di vita. In questa fase lo Stato si assume il compito di garantire ai più poveri l’accesso alle risorse (terra, agevolazioni legali, sistema infrastrutturale minimo, finanziamento) e quello di promuovere un processo basato su modelli decisionali.

(…) In questo modo, agli abitanti spetta il controllo del processo decisionale delle loro abitazioni in termini di locali, materiali, di dimensioni ovvero essi stessi divengono i possibili proprietari in grado di acquistare la casa, secondo la loro capacità di pagamento; sostanzialmente il diritto di accesso alla città, garantito dallo Stato, consente all’abitante informale di divenire un residente (in senso lato) della città formale.» (Livia Teresina Salomao Piccinini, UFGRS)


Fino all’inizio degli anni 2000, nelle politiche pubbliche sono rintracciabili, sostanzialmente, tre modi di operare: • • •

Riqualificare attraverso programmi e progetti puntuali Riqualificare attraverso la demolizione e ricostruzione Riqualificare attraverso la demolizione/rilocalizzazione in altre aree


Porto Alegre, 2010/11_ Vila Planetario, Vila Princesa Isabel, Vila Teresina (Immagini tratte dalla Ricerca sugli Insediamenti informali a Porto Alegre, UFRGS/Sapienza Università di Roma, proff. L. T. Salomao Piccinini, E. Trusiani)


Paraisópolis Project 2

Jardim Colombo

Paraisópolis

Paraisópolis Complex (Dalla presente slide alla slide 73, le immagini sono estratte dal ppt del Progetto Paraisopolis presente sul sito della prefettura si Sao Paulo)


Il progetto per Paraisopolis , si colloca all’interno dell’area metropolitana di San Paolo e restituisce, seppur parzialmente, gli esiti di interventi sull’esistente attraverso un processo partecipativo della comunità che non si esaurisce con la realizzazione delle opere previste. Si basa su un duplice concetto: urbano e locale, che tenta di ristabilire una connessione con la città contigua consolidata e/o con le risorse territoriali esistenti secondo un approccio multiscalare

Elio Trusiani - Unicam


PROJETO PARAISÓPOLIS


Projetos Urbanísticos Diagnóstico da Área


Projetos Urbanísticos Diagnóstico da Área


Projetos Urbanísticos Diagnóstico da Área



Obras - 1ª etapa


Obras - 1ª etapa


Obras - 1ª etapa


Obras - 2ª etapa


Obras - 1ª etapa


Obras - 1ª etapa


Obras - 1ª etapa


Obras - 1ª etapa


Obras - 1ª etapa


Obras - 1ª etapa


Obras - 1ª etapa


Obras - 1ª etapa


Obras - 2ª etapa

Conjuntos Habitacionais

CONDOMÍNIO H

CONDOMÍNIO E

CONDOMÍNIO C

CONDOMÍNIO B

AVENIDA PERIMETRAL

CONDOMÍNIO G

CONDOMÍNIO D

CEI

CONDOMÍNIO A


Obras - 1ª etapa


Le esperienze più recenti… e gli esiti spaziali delle politiche pubbliche


Negli ultimi dieci anni sono state avviate azioni, come i programmi Minha casa minha vida, Programma per l’accelerazione della crescita, Unidade de policia pacificadora_UPP a Rio de Janeiro, Programa de urbanizaçao das favelas, Programa Soluçoes para cidades, Programa Bolsa familia (un sostegno al reddito), Programa Fome zero (un programma contro la fame e la povertà), solo per citarne alcuni in ordine sparso, che hanno sicuramente contribuito a migliorare le condizioni abitative e a offrire un aiuto nell’immediato a chi si trovava in condizioni critiche.

Le stesse, però, se valutate con uno sguardo più ampio evidenziano alcune criticità: come una mancanza di interazione/integrazione con la città esistente, l’aumento di forme di segregazione socio spaziale e rivelano un assistenzialismo privo di strategie a lungo termine volte effettivamente ad affrontare, se non proprio a risolvere, il problema della povertà, dell’indigenza e della sicurezza.

Riflessione ….. politiche, processi e il versante progettuale alla duplice scala edilizia e urbana


Il Programma Minha Casa Minha Vida (PMCMV), a partire dal 2009 ha promosso la costruzione di nuove abitazioni secondo un approccio antitetico al concetto di social housing. Il PMCMV, promosso dal governo, era volto a definire i meccanismi per incoraggiare la costruzione e l'acquisto di nuove unità abitative, la riqualificazione di immobili in aree urbane, la realizzazione e/o il restauro di abitazioni rurali (PMCMV, Art.1º, legge 11.977/2009). Il programma è stato pensato per soddisfare tre fasce di reddito, calcolate sul numero di salari minimi Gli attori in gioco: lo Stato, come promotore politico, la Caixa Economica Federal ovvero la banca nazionale statale che eroga finanziamenti alle imprese private e alle cooperative edilizie, i Comuni, responsabili di decidere i beneficiari in base al reddito e, infine, gli imprenditori. Lo Stato, in buona sostanza, in partnership con il privato ha cercato di rispondere alla domanda di abitazioni secondo i criteri quantitativi della legge, creando di fatto un alternativo "mercato immobiliare" (Shimbô, 2013).


Porto Alegre, localizzazione del quartiere Putinga (img elaborata da Fernanda Bittencourtt)


Porto Alegre, quartiere Jardim Paraiso (foto di Fernanda Bittencourtt)


Porto Alegre, Residencial Camila( foto di Mateus Gabe)


Tra le critiche rivolte al programma: – esiti spaziali/assenza di un impianto urbano – ubicazione delle nuove residenze in area di estrema periferia – lontananza dai luoghi di lavoro, scuole, ospedali e centri sanitari, commercio e altri servizi e attrezzature urbane – lontananza dalle connessioni con la rete del trasporto pubblico – scarsa qualità dei materiali impiegati nell’edilizia – problemi acustici – mancanza di strutture ricreative per bambini e giovani – problemi di insicurezza, delinquenza – eccessivo costo degli alloggi Tutto questo rende insostenibile la vita di questi quartieri e, soprattutto, aumenta l’idea di segregazione spaziale e sociale, di insicurezza ed esclusione. •

Sulla scorta dell’esperienze realizzate, il LabCidade/FAU_USP (2014) elabora il documento "Strumenti per la valutazione dell’integrazione urbana degli insediamenti del PMCMV" basato essenzialmente su parametri volti a misurarne l’integrazione con la città, l’effetto di inclusione/esclusione, la qualità di vita negli insediamenti progettati.


Sintesi dei principali riferimenti bibliografici • • • •

• • • • • • • • • • • •

2015-2016, R. D’Onofrio, E. Trusiani, Infrastrutture verdi e blu come opportunità di riqualificazione degli insediamenti informali. Il caso brasiliano, in Urbanistica Informazioni, Proceedings of IX Giornata di Studio INU “Green and Blu Infrastructure” 2016, E. Trusiani, D. Rigatti, Statute of the city: theory and practice, Planum, Journal of Urbanism, n. 33/vol. II 2013-2014, L. T. Salomao Piccini, Favela/Slum Megalopoli, in G. Carbonara, G. Strappa (a cura di), Wikitecnica.it.(Enciclopedia di Architettura) 2011, E. Trusiani, L.T. Salomao Piccinini, Urban integration in the divided city: urbanization of favelas and perception of the social-spatial integration. Porto Alegre, Brazil,. In: Proceedings of “Global Visions: Risks and Opportunities for the Urban Planet" _ 5th Conference of the International Forum on Urbanism, National University of Singapore (NUS), February 24th to 26th, 2011 2010, E. Trusiani, Progetto e cultura nella città dei movimenti. 0055 51 Porto Alegre, Brasile, Gangemi, Roma 2010, E. Trusiani, L. T. Salomao Piccinini, A análise espacial e a paisagem urbana: transformações da cidade favelada. Um estudo em Porto Alegre, In CD das Actas, http://pluris2010.civil.uminho.pt/congresso_actas_id.html 2005, E. Trusiani,. La componente paesaggistica nella costruzione del progetto urbano: il caso di Piano Direttore di Porto Alegre. In: Sargolini M, ( a cura di), Il paesaggio territorio del dialogo, Kappa ed., Roma 2005, E.Trusiani, Porto Alegre e l'alternativa possibile, in Urbanistica Informazioni, ISSN 0392-5005 INU Edizioni, Roma 2005, E. Trusiani, Porto Alegre oltre il Forum: una città allo specchio, Gangemi Roma 2005, E. Trusiani, La politica urbana in Brasile: strategie nazionali e pratiche locali, Urbanistica 125/2005 2005, E. Trusiani, Sao Paulo e il Minhocao, AR n. 60 2005, E. Trusiani, Elezioni amministrative e l’alternativa possibile: quale futuro per la città?, in E. Trusiani (a cura di) Porto Alegre e l’alternativa possibile, Urbanistica Informazioni n.199 2005, E. Trusiani, Tre domande a Jaime Lerner, in E. Trusiani (a cura di), La politica urbana in Brasile: strategie nazionali e pratiche locali, Urbanistica n.125 2005, E. Trusiani, Le Aree Speciali di Interesse Culturale: tutela o trasformazione?, in E. Trusiani (a cura di), Porto Alegre oltre il Forum: una città allo specchio, CONTROSPAZIO n.116 2005, E. Trusiani, Innovazioni istituzionali e diversità socio spaziali, in E. Trusiani (a cura di) La politica urbana in Brasile: strategie nazionali e pratiche locali, Urbanistica n.125

Elio Trusiani - Unicam


(Sao Paulo, foto Elio Trusiani)


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