Waterfront urbani: un tema-progetto sul quale misurare le evoluzioni disciplinari dell’urbanistica Giampiero Lombardini Università degli Studi di Genova Dipartimento Architettura e Design Email: giampiero.lombardini@unige.it
Abstract Il progetto del waterfront urbano è entrato sulla scena della pianificazione urbanistico-territoriale da almeno 40 anni ed è stato fin dagli inizi legato a processi di dismissione riguardando spesso casi di downscaling e rightsizing urbano. A partire dalla nota vicenda dei Docklands di Londra dei primi anni ’80, si possono riconoscere per questo temaprogetto diverse fasi evolutive, con almeno tre stagioni che ne hanno caratterizzato gli esiti. In una prima fase (di matrice Nord Europea) si sono sviluppati progetti legati alla dismissione dei grandi territori-patrimonio industriali portuali a vantaggio di una radicale trasformazione degli usi, con ampie riabilitazioni all’uso urbano di interi comparti un tempo produttivi. Si è trattato di una fase molto aggressiva (segnate da forme di “liberismo urbanistico”), dove gli interessi immobiliari hanno prevalso su qualsiasi altra logica. Non va trascurata in questa fase la contemporanea trasformazione degli spazi portuali operativi (in altri luoghi rispetto a quelli abbandonati e “rilasciati” ad usi urbani) che si configura come l’altra faccia della medaglia di uno stesso processo e che si lega inevitabilmente a nuove forme organizzative, con precisi esiti spaziali dei traffici e delle tecniche portuali. Una seconda fase è riconoscibile in una declinazione più modulata dei principi che avevano caratterizzato la prima e nella quale il ruolo dell’Ente pubblico quale garante di una ridistribuzione di valori urbani è stato evidente. È la stagione dei progetti di rigenerazione dei waterfront con forti investimenti pubblici e con forti istanze pubbliche e che ha interessato molte città portuali, soprattutto del Mediterraneo. Una terza fase è riconoscibile a partire dagli anni post-crisi (quindi a partire dal 2008). In questa fase sembra riprendere vigore la componente “immobiliarista”, a discapito di quella pubblica. In questo nuovo contesto, la debolezza (economica, ma non solo) del soggetto pubblico deve confrontarsi con le nuove dinamiche del capitale immobiliare globalizzato che impone nuove regole. Non mancano tuttavia nuove opportunità, dal momento che nei nuovi progetti di rigenerazione dei waterfront urbani rientrano temi precedentemente trascurati o comunque rimasti in secondo piano, come ad esempio la coesistenza tra produzione ed usi urbani, la richiestanecessità di sostenibilità ambientale dei progetti di trasformazione, l’integrazione tra funzione urbane e funzioni più specificatamente legate alle dinamiche portuali (affermazione del modello di porto-fabbrica). Il contributo intende esplorare i temi legati a questa terza fase a partire dal caso di Genova, dove in un contesto attraversato da una tendenza al downscaling urbano di dimensione pluri-decennale, si stanno manifestando nuove domande che interrogano in modo diretto la disciplina: ruolo del soggetto pubblico e potenzialità per una regia delle trasformazioni, dimensione multiscalare degli interventi, ruolo degli investimenti pubblici, strumenti per il contrasto alle rendite urbane, rapporti con le esigenze espresse dai nuovi capitali immobiliari. Parole chiave: Urban Regeneration; Public Spaces; Public Policies
Genova e il processo di trasformazione del waterfront urbano Dopo il periodo di intensa trasformazione urbana che ha caratterizzato Genova tra il 1992 (anno dell’Esposizione Colombiana e dell’apertura del fronte portuale antico alla città) e il 2004 (l’anno di Genova Capitale Europea della Cultura), si è registrata una lunga fase di rallentamento nelle operazioni di trasformazione urbana, che è poi confluita nella crisi del mercato immobiliare e che ha portato ad una drastica riduzione degli interventi di riassetto urbano. Negli ultimi anni si sono venute consolidando alcune prospettive di trasformazione urbana che si collocano lungo la problematica cerniera porto-città e che prefigurano una sostanziale rivisitazione del waterfront portuale, lungo una linea ideale che unisce l’area del Porto Antico a quella della fiera. La preventiva disponibilità pubblica di aree ed immobili o, on ogni caso, la loro acquisizione da parte della Civica Amministrazione è, in tutti i casi esaminati, il primo passo per dare concretezza alle ipotesi di fattibilità delle operazioni, in un quadro caratterizzato da una forte commistione di funzioni e da una morfologia fisica ed urbanistica particolarmente complessa.
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Tecniche urbanistiche per una fase di decrescita. A cura di Giaimo C., Tosi M.C., Voghera A. Planum Publisher e Società Italiana degli Urbanisti, Roma-Milano 2021 | ISBN: 978-88-99237-28-8 | DOI: 10.53143/PLM.C.121