I piani urbanistici di fronte alla sfida della rigenerazione: il caso della Provincia di Caserta Adriana Galderisi Università della Campania Luigi Vanvitelli Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale E-mail: adriana.galderisi@unicampania.it
Claudia de Biase Università della Campania Luigi Vanvitelli Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale E-mail: Claudia.debiase@unicampania.it
Abstract Il contributo approfondisce il tema della rigenerazione urbana, declinandola in riferimento ad alcuni ambiti del territorio casertano, caratterizzati dalla presenza di un vasto patrimonio di aree e manufatti inutilizzati sia nelle fasce periurbane che nelle aree urbane centrali. L’attenzione al territorio casertano è anche funzione dell’innovazione introdotta, ormai già da alcuni anni, dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta con l’individuazione della categoria del “territorio negato”. Partendo dall’assunto che per affrontare il tema della rigenerazione sono indispensabili conoscenze in grado di supportare efficacemente le scelte urbanistiche, il contributo delinea un percorso metodologico volto a supportare, attraverso la costruzione di una griglia analiticointerpretativa delle aree negate, la definizione di possibili strategie di intervento per la loro rigenerazione. Tale percorso costituisce, dunque, un utile supporto per la strumentazione urbanistica comunale, accrescendone la capacità di innescare processi di sviluppo del territorio che facciano perno sulla rigenerazione del patrimonio di aree e manufatti dismessi, strutturandola entro una visione complessiva e organica di uno sviluppo improntato all’azzeramento del consumo di suolo netto. Parole chiave: territori fragili, resilienza, rigenerazione
1 | Introduzione L’attuale fase di contrazione delle già deboli economie locali in Italia, e ancor più nel Mezzogiorno, la modificazione dei modi e delle forme di produzione e le conseguenti mutazioni sociali, politiche ed economiche hanno dato vita nel tempo ad un cospicuo patrimonio di aree, infrastrutture e manufatti dismessi, spesso anche di pregio storico e architettonico, che rimangono in molti casi inutilizzati o divengono oggetto di trasformazioni episodiche, non sempre frutto di una visione sistemica del contesto di cui sono parte. Eppure, tale patrimonio costituisce una risorsa fondamentale per ridurre il consumo della risorsa suolo in linea con gli indirizzi dell’Unione Europea che, con il Settimo Programma di Azione Ambientale 2014-2020, ha introdotto l’obiettivo di un consumo netto di suolo pari a zero entro il 2050 (EU, 2016). Il conseguimento di tale obiettivo, però, recepito in Italia dalle numerose leggi regionali già approvate e dai disegni di legge in discussione, implica l’individuazione di strategie complementari (Oliva, 2018) che, reinterpretando e rigenerando il patrimonio di aree/manufatti inutilizzati o sottoutilizzati, offrano risposte adeguate alle complesse sfide della città contemporanea: tale patrimonio rappresenta, infatti, una risorsa strategica per l’innesco di processi volti sia ad offrire nuove risposte alle eterogenee domande delle collettività insediate che a ristabilire relazioni riparative e coevolutive tra sistemi naturali e sistemi antropici (Beatley et al, 2017). La transizione verso tali strategie richiede però un sostanziale aggiornamento degli apparati conoscitivi e progettuali degli strumenti di governo delle trasformazioni urbane, ancora essenzialmente configurati per rispondere a una domanda di regolazione dell’espansione piuttosto che a quella, crescente, di rigenerazione. In particolare – in coerenza con la Strategia Italiana per lo Sviluppo Sostenibile approvata nel 2017 che pone la riduzione del consumo di suolo e il progressivo miglioramento della qualità dei suoli quali obiettivi strategici per lo sviluppo del nostro Paese – è ormai improrogabile l’individuazione di
Atti della XXIII Conferenza Nazionale SIU DOWNSCALING, RIGHTSIZING. Contrazione demografica e riorganizzazione spaziale, Torino, 17-18 giugno 2021 | Vol. 01
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