Pocket Salute Primavera2014

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Dalla diagnosi al trattamento della displasia neonatale

Balbuzie a scuola IL RUOLO FONDAMENTALE DELL’INSEGNANTE

BIMBI E SANGUE DAL NASO Consigli utili per mamme e papà

STOP AL DOLORE! INTERVISTA AL DOTT. YOUNES

POCKET SALUTE media partner

POCKET SALUTE - Anno VI n° 4 Primavera 2014 - Fisioter Press SAS Editore - Registrazione ROC in corso - Periodico Bimetsrale - Spedizione in Abbonamento Postale - € 3,75

ANCA NEONATALE

Pocket Salute PRIMAVERA 2014 - Copia Omaggio

FOCUS ON: ONCOLOGIA



DIRETTORE RESPONSABILE

Giovanna D’Innocenzo

DIRETTORE EDITORIALE Serena Zimuel

DIRETTORE COMMERCIALE Giulia Mincarini

Periodico Bimestrale In fase di registrazione ROC

EDIZIONE PRIMAVERA 2014

medicina 13 speciale oncologia Prevenzione e trattamento delle principali forme tumorali

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24 protesi di disco lombare Dire addio velocemente e per sempre al dolore lombare 35 dentiera? no grazie Con l’implantologia computer guidata interventi veloci, sicuri e risolutivi per un nuovo sorriso 37 cosa fa male al cuore Tutti i fattori di rischio della cardiopatia coronarica

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bimbi&mamme 49 displasia dell’anca Dalla diagnosi al trattamento nel neonato 53 la balbuzie in classe L’insegnante come figura comportamentale

NEW ESTETICA Guida alle ultime novità e loro applicazioni REDAZIONE 328 6374817

redazione@pocketsalute.it

PUBBLICITA’ 328 9327888 info@pocketsalute.it

Pocket Salute® è un marchio registrato di proprietà di Giulia Mincarini e Serena Zimuel, fondatrici del periodico nel 2008. E’ vietata la riproduzione, anche parziale, di testi, immagini o disegni pubblicati, senza l’autorizzazione scritta della Direzione e dell’Editore. Le opinioni degli autori impegnano la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quelle della Direzione della rivista. All’interno dei contributi possono essere citati nomi di prodotti, anche farmaceutici, pubblicati nel rispetto delle opinioni degli autori e per completezza d’informazione sui temi trattati. Foto e illustrazioni: © Shutterstock Image.

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55 bimbi e sangue dal naso Quali sono le cause, come prevenirle e come intervenire

bellezza&benessere 59 cross-fit Dagli USA il nuovo allenamento 60 medicina estetica Gli ultimi trattamenti 62 la fotodinamica Contro l’invecchiamento 63 thermage Efficace contro i segni del tempo


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ANCA NEONATALE Dalla diagnosi al trattamento della displasia neonatale

Balbuzie a scuola IL RUOLO FONDAMENTALE DELL’INSEGNANTE

BIMBI E SANGUE DAL NASO Consigli utili per mamme e papà

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POCKET SALUTE - Anno VI n° 3 Inverno 2014 - Fisioter Press SAS Editore - Registrazione ROC in corso - Periodico Bimetsrale - Spedizione in Abbonamento Postale - € 3,75

EDIZIONE PRIMAVERA 2014

Pocket Salute PRIMAVERA 2014 - Copia Omaggio

FOCUS ON: ONCOLOGIA

con il patrocinio di:

In questo numero: Benvenuta Primavera! In copertina “STOP AL DOLORE” - il Dott. Alì Younes ci illustra i nuovi trattamenti per sconfiggere il mal di schiena (articolo a pag.

26).

All’interno, Speciale Prevenzione Oncologica (a partire da pag. 13), a cura di illustri specialisti e ricercatori, con approfondimenti dedicati all’importante tema dei tumori, dalla diagnosi alla terapia, sottolineando l’importanza del post guarigione. Infine, in occasione della Fiera Pescara Baby City che si terrà presso il Polo Espositivo della Camera di Commercio - Porto Turistico Marina di Pescara - il 17 e 18 Maggio, di cui Pocket Salute è Media Partner ufficiale, grande spazio ai contenuti della sezione Mamme&Bimbi, ricca di consigli utili e articoli dedicati al mondo dell’infanzia (a partire da pag. 45).

IL DIRETTORE editoriale

Gli specialisti di POCKET SALUTE sono medici di alto livello professionale che supportano e indirizzano, con la loro esperienza, un’informazione medico-scientifica corretta, vasta, comprensibile e continuamente aggiornata. L’impegno di questi clinici d’eccellenza favorisce chi consulta POCKET SALUTE contribuendo ad accrescerne in modo rilevante la cultura sanitaria e la salute in termini di prevenzione e di orientamento consapevole verso il medico curante. In questo numero (in ordine di apparizione): Prof. Ettore Cianchetti, Dott. Maurizio Rosati, Dott. Claudio Donadio Caporale, Dott. Boris Di Pasquale, Dott. Pier Francesco Eugeni, Dott. Younes Alì, Dott.ssa Serena Columbo, Dott. Pasquale Frisina, Dott. Alessandro Palumbo, Dott. Raffaele Luise, Prof. Nicola Mammarella, Dott. Giuseppe Guiducci, Dott. Sergio Guerri, Prof. Vincenzo Salini, Dott. Francesco Berni Canani, Dott. Donatello Di Mascio, Dott. Domenico Piccolo, Dott. Silvio Basile, Dott.ssa Vittoria Dragani, Dott.ssa Francesca Serafini. ® Proprietà letteraria riservata.

serena.zimuel@pocketsalute.it

Finito di stampare ad Aprile 2014 - Pixart Printing Spa

E allora, Buona Salute a tutti!

Serena Zimuel

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EDIZIONE PRIMAVERA 2014

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PILLOLEdiSALUTE

EPATITE C: NUMERO VERDE E UN SITO WEB PER INDIRIZZARE AI CENTRI SPECIALISTICI

TUMORI: IN ITALIA SI GUARISCE PIÙ CHE IN EUROPA MA TROPPE DIFFERENZE tra regioni

fonte Pro Format Comunicazione - Roma

fonte Intermedia News - Brescia

Roma, 24 marzo 2014. Prosegue la campagna nazionale promossa da EpaC Onlus con l’obiettivo di sensibilizzare e informare i pazienti con Epatite C: oggi guarire da questa patologia è sempre più possibile, grazie alle attuali terapie in grado di eradicare il virus in quasi 2 pazienti su 3 e alla rete dei Centri specialistici autorizzati dall’AIFA. Informarsi è il primo passo, con il sito di approfondimento www. epaclenovitacisono.it e il Numero Verde 800 881166 per individuare il Centro specialistico più vicino.

Roma, 25 marzo 2014. Per approfondire le criticità che caratterizzano il nostro sistema sanitario rispetto agli altri Paesi europei e agli Stati Uniti e proporre soluzioni concrete, la Fondazione “Insieme contro il Cancro”, martedì 25 marzo alle 10 a Roma alla Camera dei Deputati (Sala della Mercede, Palazzo Marini, Via della Mercede 55), promuove il convegno “L’innovazione e la ricerca farmaceutica in oncologia. Il ‘caso Italia’, fra confronti internazionali e ruolo delle Istituzioni”.

SIMG: “NASCE LA SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE PER IL MEDICO DI FAMIGLIA

OMS all’Europa: entro il 2015 morbillo e rosolia dovranno essere eliminati

fonte Intermedia News - Brescia

fonte GAS Communication - Roma

Firenze, 20 marzo 2014. Un medico di medicina generale “con interessi disciplinari speciali”, in grado di coordinare al meglio le attività svolte sul territorio con quelle dell’ospedale. Una vera e propria interfaccia, una cerniera evoluta con la medicina specialistica, già presente in altri Paesi Europei ma non ancora in Italia. La Scuola di Alta Formazione della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) nasce a Firenze con l’obiettivo di addestrare nuove figure professionali, indispensabili nell’organizzazione delle cure primarie. È la prima scuola in Italia di questo tipo. Il presidente Claudio Cricelli: “Vogliamo definire un percorso didattico specifico per professionisti ‘con interessi disciplinari speciali’, già attivi in altri Paesi europei.

Milano, 20 marzo 2014. Morbillo e rosolia dovranno essere eliminati in Europa entro il 2015: questo l’obiettivo prefissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E per poterlo raggiungere, l’OMS ha creato una Commissione ad hoc di esperti per attuare un Piano di prevenzione a livello europeo al quale hanno aderito 53 Paesi, tra quelli all’interno dell’UE e nel resto del mondo. “In Italia e in altri Paesi europei - sottolinea la Prof.ssa Susanna Esposito, Presidente della Commissione dell’OMS per l’eliminazione di morbillo e rosolia congenita e Presidente SITIP - il morbillo e la rosolia sono malattie ancora pericolose. L’informazione continua su www.pocketsalute.it


LA PILLOLA “BIO” È AMICA DELLA SESSUALITÀ FEMMINILE: aumenta il piacere

TUMORE DEL COLON: IL 40% DEGLI ITALIANI IGNORA LO SCREENING

fonte Intermedia News - Brescia

fonte Intermedia News - Brescia

Milano, 14 marzo 2014. La pillola “bio” è stata al centro del convegno Giornate di Perfezionamento Clinico in Ostetricia e Ginecologia, presso la Clinica Mangiagalli, a cui ha contribuito anche la Società Italiana di Contraccezione (SIC). La formulazione “bio” ha rappresentato il capostipite di una nuova classe di estroprogestinici, con potenzialità del tutto peculiari e vantaggi extra-contraccettivi evidenti, come sottolineato recentemente proprio da un position paper della SIC. “L’85% delle donne che la utilizza prova un piacere maggiore durante il rapporto sessuale. Un recente studio ha inoltre dimostrato che la prima formulazione “naturale”, con estradiolo valerato e dienogest, riduce gli eventuali sintomi di disfunzione sessuale dovuti all’utilizzo precedente di altri anticoncezionali orali – spiega la prof.ssa Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia e sessuologia medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano, ai margini del convegno. Sono stati analizzati diversi valori in 276 donne, come i livelli di distress e della salute vaginale, e tutti sono risultati nettamente migliorati. Klaira in più diminuisce dell’80% i flussi mestruali abbondanti e per questo è il primo ed unico anticoncezionale che ha ottenuto dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) il riconoscimento per il loro trattamento. Il beneficio per la vita sessuale riconosce almeno tre fattori: l’equilibrio ormonale aumenta il senso di benessere, la riduzione dei giorni senza ormoni diminuisce i sintomi infiammatori e il dolore, un ciclo più corto e meno intenso migliora l’anemia ed i livelli di ferro.

Firenze, 7 marzo 2014. In Italia si registrano ogni anno circa 366mila nuovi tumori. Il colon-retto è l’organo più colpito: 55mila diagnosi, con la malattia che diventa sintomatica solo quando è ormai in fase avanzata. Ma, per la prima volta, si assiste a un incremento nella sopravvivenza, aumentata del 10% negli ultimi quindici anni. Grazie anche allo screening, che permette di scoprire la patologia in fase precoce. “Purtroppo la possibilità di sottoporsi al test del sangue occulto nelle feci viene ancora ignorata da 4 italiani su 10 – spiega il prof. Francesco Di Costanzo, Direttore dell’Oncologia Medica del “Careggi” di Firenze, uno dei centri di riferimento a livello nazionale su queste malattie. La prevenzione, primaria e secondaria, è un’arma fondamentale per ridurre l’incidenza e il rischio di ammalarsi di qualsiasi tipo di cancro. Inoltre, disponiamo oggi di strumentazioni per accertamenti clinici più efficaci e precisi, con importanti innovazioni che riguardano ad esempio le PET, tomografie ad emissioni di positroni. Ma non solo. Grazie ai marker biomolecolari stiamo cambiando la storia nel trattamento dei carcinomi del tratto gastrointestinale, che colpiscono ogni anno 90mila persone, perché possiamo classificare le neoplasie e seguire di conseguenza schemi terapeutici mirati, risparmiando cure inutili ai malati e aumentando la sopravvivenza. Moltissimi pazienti su cui prima non potevamo intervenire sono diventati oggi operabili. È evidente, quindi, come un’accurata selezione dei casi permetta di ridurre anche i costi e gli sprechi”.

mesi della vista: IN 6 MESI 2000 CONTROLLI GRATUITI DELLA VISTA IN 10 CITTA’ ITALIANE fonte Fast-Com – Ufficio Stampa Cdv - Milano Milano, 14 marzo 2014. Sei mesi, 10 città, 11 tappe e quasi 2000 controlli: ecco le cifre dell’iniziativa I Mesi della Vista, lanciata da Commissione Difesa Vista ad ottobre con il patrocinio del Ministero della Salute. «Un’importante iniziativa sul territorio, promossa con l’intento di diffondere la cultura della prevenzione e mettere a disposizione della cittadinanza strumenti pratici per il controllo della salute oculare», spiega Vittorio Tabacchi, Presidente di Commissione Difesa Vista. «A questo si aggiunge anche una fondamentale valenza sociale: screening gratuiti effettuati da professionisti del settore rappresentano un grande aiuto alla cittadinanza, in un momento economico come quello attuale». Il progetto ha registrato un grande successo con un ottimo afflusso di pubblico anche nelle due tappe conclusive, Milano e Roma. Nel capoluogo lombardo sono stati effettuati i controlli in occasione di Mido, Mostra internazionale di Ottica,

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Optometria ed Oftalmologia, un momento speciale per sottolineare il ruolo preventivo degli occhiali. Presso le due postazioni sono stati effettuati complessivamente circa 500 controlli. Sono risultati positivi al test di Amsler (che serve a individuare il prima possibile la metamorfopsia che è il sintomo più tipico e precoce della degenerazione maculare, dove per metamorfopsia si intende la deformazione, ondulazione, distorsione di tutto ciò che è dritto) 11 casi (il 13%). Per quanto attiene allo screening oculistico circa il 10% delle persone è risultato avere una pressione oculare borderline e 5 persone avevano familiarità con il glaucoma. Al 50% delle persone è stato caldamente suggerita una visita oculistica. Scrivi a: redazione@pocketsalute.it e seguici su


LOVE IT! A ROMA E MILANO. CAMPAGNA SULLA SESSUALITA’ CONSAPEVOLE. fonte Pro Format Comunicazione - Roma Roma, 6 marzo 2014. Oltre alla mimosa, l’8 marzo a Roma e Milano la Festa della Donna ha avuto un altro simbolo: il bracciale della campagna Love it! Sesso consapevole, distribuito gratuitamente in alcune vie centrali delle due città. La campagna Love it! Sesso consapevole è promossa dalla SIGO - Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia in collaborazione con il progetto educazionale lapillolasenzapillola per rendere protagoniste le ragazze italiane della loro sessualità e informarle sui metodi contraccettivi più innovativi che liberano dall’impegno dell’assunzione quotidiana. Testimonial d’eccezione, la cantante Baby K, “femmina alfa” del rap italiano, che ha firmato un brano e un video per l’occasione, online su YouTube. Tutte le informazioni sulla campagna, insieme a quelle su contraccettivi e sessualità, sono disponibili sul sito www.lapillolasenzapillola.it

TERAPIA DELL’HIV, UN FARMACO ‘MADE IN ITALY’ PROTAGONISTA NEGLI USA fonte Ansa Notizie - www.ansa.it Boston, 6 marzo 2014. Al congresso CROI (Conference on Retrovirus and Opportunistic Infections) 2014, svoltosi a Boston, riflettori puntati su Raltegravir, terapia antiretrovirale messa a punto con il contributo determinante dei centri di ricerca italiani: i risultati di uno studio indipendente condotto su 1.800 pazienti mai trattati in precedenza dimostrano la superiorità del farmaco MSD nell’obiettivo combinato di efficacia e tollerabilità rispetto ad atazanavir e darunavir. Raltegravir è attualmente l’unico farmaco approvato in Italia della classe degli inibitori dell’integrasi ed è l’unico la cui efficacia e tollerabilità sono convalidate da 7 anni di esperienza clinica e adesso anche nel confronto con gli inibitori della proteasi.

obblighi caduti, quali il divieto di produrre più di tre embrioni, l’obbligo di trasferirli tutti in utero e il divieto di crioconservazione.

Fecondazione assistita: le novita’ fonte GAS Communication - Roma Roma, 24 febbraio 2014. L’appello della SIFES dal Convegno sui 10 anni della legge 40. Si aprono nuove prospettive e più ampi margini d’azione in materia di fecondazione assistita, ora che, dieci anni e 28 sentenze dopo, la Legge 40/2004 è praticamente smantellata. Questo il tema del Convegno della Società Italiana di Fertilità e Sterilità e Medicina della Riproduzione (SIFES) che si è tenuto a Roma, promosso in occasione del Decennale della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge 40/2004. “Vinta la battaglia contro gli incoerenti divieti creati dalla legge 40/2004 - ha affermato Andrea Borini, Presidente SIFES - è necessario agire per trovare una soluzione concreta ed efficace ai problemi che ci sono e a quelli che si presenteranno: lavorare a una nuova legge che sia modellata sulla realtà italiana. La Società Italiana di Fertilità e Sterilità è disponibile a contribuire quale interlocutore scientifico di riferimento nella Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) per raggiungere l’obiettivo di una nuova normativa condivisa e al passo coi tempi. E’ questo il messaggio del manifesto SIFES che presentiamo oggi”. La legge 40/2004 si proponeva di mettere fine al cosiddetto ‘Far West Procreativo’ e ha invece dato una spinta al ‘turismo riproduttivo’. Si tratta di una Legge impoverita da dieci anni di divieti cancellati e

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Ma la battaglia è ancora aperta e vedrà la Corte Costituzionale pronunciarsi sugli ultimi capisaldi della Legge l’8 aprile: fecondazione eterologa, revoca del consenso e utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica. Su quest’ultimo tema, anche la Grande Camera della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo si esprimerà a breve: i giudici di Strasburgo hanno fissato al 18 giugno l’udienza pubblica per il ricorso presentato da una donna che ha perso il compagno e che chiede di donare alla ricerca i propri embrioni crioconservati da oltre 10 anni. Guardare al futuro è uno degli obiettivi da perseguire per mantenere l’eccellenza italiana nel campo della medicina della riproduzione. Secondo gli ultimissimi dati del Registro Nazionale della PMA, nel periodo 2005 – 2012 sono stati 655.075 i cicli di trattamento iniziati su 493.086 coppie trattate, 105.003 gravidanze ottenute e 79.028 bambini nati vivi, circa il 2% dei nati complessivamente in Italia. Passando dai 636 cicli offerti per milioni di abitanti nel 2005 agli oltre 1.000 cicli del 2011, l’Italia si attesta sulla media degli altri Paesi europei, con 11.933 bambini nati nel 2011 da tutte le tecniche di PMA, ovvero di I, II e III livello. I bambini nati dalle sole tecniche di II e III livello (Fivet, Gift, ICSI) sono stati 9.658, di cui 8.734 nati da tecniche a fresco, 666 da trattamenti con scongelamento di embrioni e 258 da cicli con scongelamento di ovociti. In tema di crioconservazione ovocitaria, l’Italia è il paese che vanta l’eccellenza: dal 2005 al 2011 sono stati 1.670 i figli avuti grazie a tecniche di scongelamento ovocitario, numero che sale a 1.945 con gli ultimi dati forniti dal Registro PMA, che riporta altri 250 nati nel 2012. Prima dell’istituzione del Registro, i dati raccolti dall’ISS nel 2003/2004 riportavano appena 25 nati. Scrivi a: redazione@pocketsalute.it e seguici su


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“Mangiar bene conviene”: campagna nazionale di educazione nutrizionale dei pediatri italiani

Diciamo basta alla violenza contro le donne | Amnesty International

fonte GAS Communication - Roma Roma, 24 febbraio 2014. La campagna fa parte di “Regaliamo Futuro” - progetto patrocinato da SIP, SIPPS, FIMP e Ministero della Salute - ed è partita da Palermo, capoluogo di una delle regioni a più alto tasso di obesità infantile, per guidare i bambini al giusto rapporto con il cibo attraverso l’armonia dei colori dell’arcobaleno. E’ lo chef Natale Giunta il testimonial di “Mangiar bene conviene”, la campagna di educazione nutrizionale dei pediatri italiani che ha preso il via dall’istituto comprensivo Montegrappa di Palermo. Saranno i circa 1.000 bambini e gli insegnanti della scuola primaria a dare vita alle attività che fanno parte del macro progetto di salute globale per le famiglie “Regaliamo futuro”, patrocinato dalla Società italiana di Pediatria (SIP), dalla Società italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), dalla Federazione italiana medici Pediatri (FIMP) e dal ministero della Salute. Il progetto è reso operativo sul territorio dal network GPS, un’alleanza fra genitori, pediatri e scuola per promuovere e sostenere l’educazione ad una sana alimentazione e a corretti stili di vita, in collaborazione con il ministero della Pubblica istruzione. Non è un caso che la campagna “Mangiar bene conviene” prenda il via proprio da Palermo: la Sicilia è infatti una delle regioni italiane nella quale si registrano tassi più elevati di obesità e sempre nel capoluogo siciliano sarà inaugurato il primo “Laboratorio del Gusto” destinato ai bambini delle scuole che aderiranno al progetto, in cui i principi della sana alimentazione prendono forma e si tramutano in piatti veri e propri. Entro fine maggio, a conclusione della prima fase del percorso didattico, sulla base del testo “Al ristorante arcobaleno…vieni con noi a mangiare i colori”, le classi parteciperanno ad attività dedicate alla scoperta e all’abbinamento dei colori e dei sapori per trasformare gli alimenti in pietanze invitanti e fare propri i principi di un corretto stile di vita. “Come l’arcobaleno è formato da una moltitudine di colori - afferma Piercarlo Salari, pediatra di consultorio a Milano e componente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) - così una dieta deve essere composta in maniera armonica da tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno. Grazie a questo progetto i bambini, che rappresentano un terreno fertile in cui seminare conoscenza, saranno accompagnati nella costruzione di un giusto rapporto con il cibo, all’insegna di scelte consapevoli e salutistiche, senza perdere di vista l’importanza di una buona dose quotidiana di movimento”. “La cucina è un laboratorio e al tempo stesso una risorsa di apprendimento” - aggiunge Natale Giunta, volto noto della tv grazie alle sue partecipazioni alla trasmissione di Rai Uno “La Prova del Cuoco” e titolare del ristorante “Sailem” alla Cala di Palermo dove è autore di “colorate” rivisitazioni della cucina tradizionale siciliana.

Marzo 2014. La violenza domestica è un crimine che in Italia non viene denunciato in oltre il 90 per cento dei casi e a esserne vittime sono sempre le donne. È uno scandalo dei diritti umani: parlarne non basta, intervenire ora è urgente e necessario. Amnesty International vuole attivarsi al fine di restituire dignità e garantire protezione a tutte le donne e chiede quindi al governo italiano il mantenimento e aumento dei centri accoglienza per le donne vittime di violenza, un adeguato coordinamento tra magistratura, polizia e operatori sociosanitari e una legge specifica sulla parità di genere. È importante che le donne denuncino l’aggressore e che abbiano la certezza che la denuncia lo fermi.

fonte Aragorn - Milano

Aiutaci a sconfiggere la solitudine dei bambini con autismo fonte Aragorn - Milano Aprile 2014. Al via la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi tramite SMS solidale, promossa da Fondazione Oltre il Labirinto Onlus nel periodo compreso dall’1 al 20 aprile 2014, in concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Autismo (2 aprile 2014). Nata nel 2009 a Treviso con l’obiettivo di assicurare assistenza, educazione, istruzione e ricreazione alle persone portatrici di handicap mentali o fisici, con particolare riferimento ai soggetti affetti da disturbo pervasivo dello sviluppo e autismo, Fondazione Oltre il Labirinto si sta impegnando nella realizzazione del progetto “Villaggio Godega 4Autism”, ispirato ai concetti di comunità di inclusione lavorativa e di piena partecipazione progettuale e sociale.Per proseguire la costruzione del Villaggio con la realizzazione di nuove strutture e per ampliare le attività formative, educative e socio-integrative già avviate, Fondazione Oltre il Labirinto ha deciso di dare vita a una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi tramite SMS solidale. Dall’1 al 20 aprile sarà possibile donare 2€ inviando un SMS al 45506 da tutti i cellulari personali oppure 2 o 5€ chiamando da rete fissa. Scrivi a: redazione@pocketsalute.it e seguici su


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Torna la campagna di prevenzione organizzata da FARMATUA in collaborazione con le ASL, quest’anno tutta incentrata sulle patologie cardiovascolari. In occasione della Quinta Edizione di “Viaggio sul Camper della Salute”, progetto di prevenzione e responsabilità sociale, quest’anno incentrato sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari promosso da FARMATUA (Network delle farmacie sviluppato da Safar) in collaborazione con le ASL del territorio, abbiamo incontrato il Prof. Raffaele De Caterina, Direttore del Reparto di Cardiologia Universitaria dell’Ospedale SS. Annunziata di Chieti, Docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università G. D’Annunzio, nonché coordinatore dell’evento: Prof. De Caterina, sappiamo che le malattie cardiovascolari sono responsabili di circa il 40% di tutti i decessi registrati nei Paesi sviluppati; fondamentale è quindi la prevenzione, a cui però raramente si ricorre. Quali sono i principali suggerimenti da dare ai cittadini per la salvaguardia del proprio cuore? Il messaggio più semplice da dare ai cittadini e da reiterare in ogni possibile occasione, una delle quali – importantissima – è la campagna “Viaggio sul Camper della Salute”, è che “prevenire è meglio che curare”: la Cardiologia ha fatto passi da gigante nel limitare la mortalità e le conseguenze dell’infarto del miocardio e più in generale della cardiopatia ischemica, alla base dell’angina pectoris e dell’infarto; ma i maggiori progressi per impatto a livello di popolazione sono stati osservati a seguito dei trattamenti preventivi, che limitano le recidive di infarto in persone che hanno già avuto episodi conclamati clinici di cardiopatia ischemica Le farmacie FARMATUA (prevenzione secondaria) o che non ne hanno ancora avuti (prevenzione primaria).

Info box

promuovono attivamente la cultura della prevenzione attraverso campagne informative, di screening e di sensibilizzazione. In occasione degli eventi “Viaggio sul camper della Salute”, svolti nelle grandi città e nei piccoli centri del territorio, avrai la possibilità di incontrare Professionisti della Salute, avvalendoti di screening e ricevendo consigli personalizzati.

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Quest’ultima, in particolare, ha delle importantissime valenze educazionali, che hanno a che fare con la conoscenza da parte dei cittadini – a qualsiasi età – su come si sviluppano le malattie e su che cosa possiamo fare per prevenirle. Ed è un dato di fatto che gli interventi di prevenzione cardiovascolare basati su modificazioni degli stili di vita si riflettono poi anche in una riduzione delle malattie non cardiovascolari. Esistono percorsi di prevenzione ad hoc a seconda del sesso o dell’età? E quali sono gli esami fondamentali a cui sottoporsi periodicamente? Naturalmente il rischio di malattie cardiovascolari aumenta con l’età, e c’è una predominanza di malattie cardiovascolari, soprattutto di cardiopatia ischemica (angina pectoris e infarto), nel sesso maschile (si dice che la donna, per l’effetto protettivo degli ormoni femminili, soprattutto gli estrogeni prodotti durante l’età fertile, ritardano di circa 10 anni


l’insorgenza di tali malattie). E’ per questo che in passato ci si è limitati ad intervenire, soprattutto con terapie farmacologiche, su individui in cui il rischio di un episodio cardiovascolare maggiore (morte, infarto, ictus cerebro-vascolare) calcolato su un intervallo di tempo relativamente breve (5 o 10 anni) supera una certa soglia. Per questo motivo non venivano adottate particolari precauzioni in individui giovani, in cui il rischio a 5-10 anni è notoriamente molto basso. Tuttavia è diventato chiarissimo oggi che i cosiddetti “fattori di rischio” hanno un effetto cumulativo: essere esposti a un colesterolo alto sin dall’età giovanile, come succede in alcuni giovani affetti da forme familiari di ipercolesterolemia, ha un effetto sulla prognosi a lungo termine e sull’aspettativa di vita ben diverso – molto maggiore – che non avere il colesterolo alto solo dopo una certa età (ad esempio per una donna dopo la menopausa). Per questo motivo oggi si fa attenzione anche alla valutazione del rischio a lungo termine, a vita (lifetime risk), predicando l’attenzione sin dall’età giovanile ad adeguati stili di vita ed eventualmente intervenendo precocemente con farmaci, ad esempio gli anti-ipertensivi e le statine, che si sono dimostrati estremamente sicuri anche a lungo termine, e i cui benefici eccedono di gran lunga i possibili – minimi – rischi. Iniziative come quella del “Viaggio sul Camper della Salute” promossa da FARMATUA permettono ad un’ampia fascia di popolazione (quest’anno infatti oltre alle regioni Abruzzo, Marche e Molise il Camper sarà presente anche su Roma città) di partecipare attivamente al processo di sensibilizzazione sanitaria. Quanto è importante, secondo la sua esperienza, la divulgazione di concetti volti ai “buoni

PIÙcheSERVIZI, stili di vita”? E soprattutto incidenza possono SEMPRE A tanto avere determinate iniziative su patologie diffuse come quelle a PORTATA carico dell’apparato cardioDI MANO. circolatorio? Quando serve, una Farmacia Farmatua ti è sempre accanto. Con un approccio moderno, una completezza di servizi e un’attenzione alla convenienza che ti piaceranno. Nessuno come Farmatua si prende cura di te.

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Ancora degno di commento il fatto che moltissimi di questi fattori, direttamente o indirettamente, sono legati all’alimentazione e che il connubio alimentazione-attività fisica-abitudini comportamentali può fare – nella stragrande maggioranza dei casi – la differenza tra l’avere o non avere un infarto e l’avere o non avere una morte prematura per cause cardiovascolari (e anche – ripeto – non cardiovascolari). Dunque la campagna, effettuando pochi e semplici test di screening, come una raccolta di elementi dalla storia clinica del paziente e sulle abitudini di vita, una misurazione della pressione arteriosa, un elettrocardiogramma, e uno screening delle dislipidemie, può da una parte sensibilizzare il cittadino e dall’altra – per quelli che si sottopongano allo screening – individuare soggetti su cui concentrare particolarmente uno sforzo ulteriore, essenzialmente di tipo farmacologico, da mettere in atto in un secondo momento in sede specialistica.

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speciale oncologia

tumore al seno: cosa fare Intervista al Prof. Ettore Cianchetti, Direttore del reparto di Senologia dell’Ospedale Bernabeo di Ortona, Centro di Eccellenza della Regione Abruzzo nella cura dei tumori alla mammella. Il tumore al seno resta il killer numero uno per il genere femminile. La sua incidenza è in costante crescita, in Italia ogni anno si ammalano più di 41 mila donne. Fortunatamente negli ultimi anni la mortalità per cancro alla mammella è in costante diminuzione. Le nuove tecnologie diagnostiche di imaging, sempre più precise e sofisticate ci consentono oggi di individuare lesioni in fase iniziale e in questi casi la probabilità di guarigione è di oltre il 90%. Prof. Cianchetti, nella prevenzione del tumore al seno, quali tipi di esami è necessario svolgere, con quale cadenza e a partire da quale età? Prima dei 40 anni sono sufficienti controlli clinici associati ad ecografia con cadenza di 12-18 mesi se non ci sono fattori di rischio come familiarità o alterazioni geniche. dopo i 40 anni va aggiunta anche la mammografia e le donne proseguire con questo qpproccio per tutta la vita o almeno aderire agli screening mammografici proposti dal SSN. Parliamo di autopalpazione, lo ritiene un mezzo valido per poter tenere sotto controllo eventuali noduli? L’autopalpazione è necessaria per imparare a conoscere la propria fisicità ma purtroppo non ha finalità di anticipo diagnostico in quanto, con questa tecnica, non è possibile scoprire noduli non palpabili. Un altro aspetto negativamente importante è che pochissime donne praticano l’autopalpazione a causa dell’imbarazzo psicologico che crea. Meglio porre costantemente più attenzione al proprio seno, magari sotto la doccia.

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Quali sono i suoi consigli per un corretto stile di vita al fine di prevenire l’insorgenza del tumore al seno? Con un corretto stile di vita si possono ridurre di circa il 30% i tumori della mammella. L’alimenazione si è rilevata un fattore di rischio importantissimo, specie la dieta di noi occidentali con un apporto calorico esagerato ricco di carboidrati raffinati ad alto indice glicemico che innalzano i livelli di insulina determinando una maggiore proliferazione cellulare.

senologia

PESCARA ABRUZZO

Prof. Ettore Cianchetti Direttore U.O. complessa Chirurgia Senologia Ospedale “G.Bernabeo” di Ortona Componente del Comitato Centrale LILT Centro di Riferimento Regionale per la Patologia Mammaria Ospedale “G.Bernabeo” di Ortona Informazioni: 085 9172228

Bisogna tornare ad alimentarsi con cibi non raffinati (farine, pane e riso integrali), aumentare la quota di legumi e apportare più grassi vegetali e pesce, ricchi di grassi Omega3 (antiossidanti), abolire totalmente l’uso di margarine. E’ fondamentale seguire la stagionalità consumando prevalentemente cibi freschi e variando molto la dieta, così da rendere inutili gli integratori. Bisogna inoltre diminuire il consumo di carne rossa ed il latticini, le cui proteine possono creare uno stato infiammatorio a livello del colon che potrebbe portare a malattie degenerative. Infine è buona abitudine camminare almeno 30 minuti al giorno e, per le donne in menopausa, evitare di ingrassare. Circolano in internet presunti risultati di ricerche secondo cui l’uso di deodoranti traspiranti potrebbe causare il tumore al seno; si tratta di leggende metropolitane o c’è un fondo di verità? I deodoranti, di qualsiasi specie o tipo, non hanno alcun coinvolgimento nella patogenesi dei tumori della mammella. Una curiosità dalle nostre lettrici: per le portatrici di protesi al seno è possibile effettuare la mammografia? Sicuramente le donne con protesi possono fare tutti gli esami senologici, compresa la mammografia. Infine, la terapia con pillola anticoncezionale può causare il tumore al seno? La pillola anticoncezionale non sembra essere molto implicata nella genesi del tumore mammario; è solo descritto un modesto aumento di rischio nelle donne che hanno assunto la pillola per molti anni precedentemente alla prima gravidanza. Diverso il discorso sulla terapia in menopausa perché l’uso prolungato di estrogeni aumenta il rischio di tumore alla mammella.


assistenza di qualita’ a tutte le donne

ASSISTENZA E RICERCA

speciale oncologia

ADeV Onlus Via Fonte Romana presso Ospedale Civile di Pescara reparto di Ginecologia ed Ostetricia

Contatti utili Tel 085 4252302 Cell. 331 2423747 L’ADEV (Associazione Donna E Vita) Onlus è un’associazione E-mail: adev.omlus@libero.it fondata per prestare assistenza di qualità a tutte le donne Facebook: ADEV Onlus attraverso il Sistema Sanitario Nazionale, sostenendo www.endometriositalia.it l’Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale Civile di Pescara. IBAN Donazioni: IT 89 P 07601 15400 001012469720 L’ADEV ha già contribuito alla realizzazione del Percorso nascita, dell’Ambulatorio di Infanzia e adolescenza e degli Staff oncolore una biopsia della massa tumorale in maniera gici multidisciplinari. meno invasiva possibile e quindi permettere alla paziente di accedere più rapidamente alle cure Attraverso il percorso nascita le mamme con gravidanza fimediche necessarie. siologica o a rischio possono essere seguite mutualisticamente e accedere al servizio di diagnosi prenatale e screening per la Altri importanti progetti sono in fase di realizzastima del rischio di patologie cromosomiche, complicanze iperzione: tensive e restrizione di crescita fetale eseguito da personale medico Certificato dalla FMF (Fetal Medicine Foundation) di Promozione dell’allattamento al seno: nuLondra. merosi studi dimostrano che l’allattamento al seno rinforza il sistema immunitario, aumenta L’ambulatorio di Infanzia e adolescenza offre la possibilità l’altezza e diminuisce la massa grassa. Purtropdi poter eseguire diagnosi precoce in tutti i casi di malformapo nel Centro Italia e in particolare a Pescara le zioni dell’apparato riproduttivo allo scopo di poter realizzare un prevalenze di allattamento esclusivo al seno riadeguato trattamento prima che abbia inizio il desiderio riprosultano inferiori alla media Nazionale. Attraverso duttivo delle giovani donne che vi afferiscono. l’ADEV è in corso l’organizzazione di incontri per le neomamme con una figura professionale compeL’ambulatorio oncologico e gli staff multidisciplinari tente (Ostetrica) che fornisce spiegazioni precise hanno radicalmente modificato l’approccio al management e riguardo alle tecniche di allattamento e suggeal trattamento delle patologie oncologiche in ambito ginecorimenti pratici utili a promuovere l’allattamento logico, dando finalmente spazio ad una gestione moderna e esclusivo al seno. multisciplinare che garantisce alla paziente sempre il miglior trattamento possibile. Progetto endometriosi: questo progetto si pone l’obiettivo di diffondere informazioni e coL’attività di ricerca, che l’ADEV sostiene attivamente, ha pernoscenze sulla malattia. Inoltre il nostro pool di messo al reparto di ginecologia di essere protagonista di un priesperti abbraccia tutti gli aspetti, ginecologici, mato assoluto: eseguire interventi di asportazione delle ovaie chirurgici, e urlogici ed opera sinergicamente avattraverso una piccola incisione ombelicale e una sovrapubica valendosi delle tecniche più avanzate in materia (laparoscopia) in pazienti sveglie, in sedazione.

Tale Tipologia di intervento, la cui esatta denominazione è Operative Laparoscopy In Conscious Sedation (OLICS) e che la stampa ha ribattezzato “laparoscopia dolce”, è indicata anche nei casi 14 di sterilità e nei casi oncologici non operabili per poter ottene-

Riabilitazione del pavimento pelvico: questo progetto nasce dall’esperienza di dover risolvere con sempre maggior frequenza i problemi legati all’incontinenza urinaria e al prolasso genitale.


speciale oncologia

I TUMORI DEL CAVO ORALE Con il termine cancro orale vengono solitamente indicati i tumori maligni del labbro, della lingua, della gengiva, del pavimento orale e delle altre aree dei tessuti intraorali.

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OTORINOLARINGOIATRIA

PESCARA ABRUZZO

Dott. Claudio Donadio Caporale Responsabile Ambulatorio Oncologico Ospedale Civile “Santo Spirito” di Pescara Collaboratori Dott. F. Berni Canani Dott.ssa F. Di Cosimo Dott. G. Ascani Per maggiori informazioni Tel. 085 4252487

I tumori del cavo orale insieme a quelli della laringe e della faringe rappresentano il 10% circa di tutte le neoplasie maligne negli uomini e il 4% nelle donne. In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 4.500 casi di tumori alla bocca e si registrano circa 3.000 decessi. Ciò accade perché questo tipo di cancro viene di solito diagnosticato in fase già avanzata, quando la massa tumorale si è già ingrandita al punto da richiedere interventi mutilanti e spesso con scarsi risultati. L’incidenza cresce con l’età e si riscontra in prevalenza nelle aree alpine e nel Nord Est.

In particolare è importante non sottovalutare eventuali lesioni della bocca solo perché piccole o indolori: noduli o indurimenti della mucosa, piccole ulcere, placche bianche o rosse o biancorossastre specie se sanguinanti, escrescenze. I medici dovrebbero prestare particolare attenzione alle lesioni precancerose e a qualsiasi segno o sintomo di tumore del cavo orale in tutti gli individui che consumano tabacco (sigarette, pipa, sigaro) o che assumono regolarmente alcol.

I fattori di rischio sono essenzialmente rappresentati dall’abuso di alcol e tabacco (se associati potenziano a vicenda i loro effetti lesivi sulla mucosa orale), dalla scarsa igiene orale, dai microtraumatismi dentari (denti rotti, scheggiati) e protesici, dalla cattiva alimentazione particolarmente povera di verdura e frutta e dalle lesioni pretumorali (leucoplachia: placchette biancastre non dolenti; eritroplachia: placchette rossastre indolenti, lichen planus). Negli ultimi anni molti studi hanno posto l’attenzione sul Papilloma Virus Umano (HPV 16-18) quale agente responsabile in numerosi casi di tumori del distretto testa-collo. Dai dati disponibili si è potuto stabilire che, al momento della diagnosi, oltre la metà dei tumori del cavo orale sono già diffusi nelle sedi vicine. L’incidenza aumenta con l’età: è rarissimo nei giovani e raggiunge un picco dopo i 70 anni. L’età media alla diagnosi di un tumore del cavo orale è di 64 anni e il 95% insorge dopo i 40 anni. Complessivamente, la sopravvivenza media a cinque anni dalla diagnosi è del 50% e oscilla tra l’80-90% dei pazienti con tumori confinati alla sede di insorgenza e il 19% dei pazienti con tumori metastatici.

Quando effettuare gli esami? È indicata una visita preventiva all’anno per tutte le persone che hanno superato i 50 anni e che presentano uno o più dei seguenti rischi: fumano o consumano alcool o (peggio) associano entrambi, hanno una bocca trascurata, hanno malattie croniche della mucosa come il lichen, hanno (o hanno avuto in passato) lesioni precancerose o tumori della bocca o della gola.

Prevenzione. E’ fondamentale adottare uno stile di vita sano, non fumare, non consumare tabacco in alcuna forma e limitare l’alcol. In base ai dati disponibili, non è possibile formulare raccomandazioni a favore o contro lo screening di routine per i tumori del cavo orale per gli individui che non presentano sintomi. È comunque consigliato effettuare una visita odontoiatrica l’anno, per verificare la salute dei denti e delle mucose.

Trattamento. La terapia unimodale (chirurgia o radioterapia) è indicata nei tumori di ridotte dimensioni, la strategia multimodale è invece preferibile nei tumori estesi con interessamento linfonodale e/o osseo (chirurgia + chemio e/o radioterapia). La terapia chirurgica presenta due momenti parimenti importanti: la fase demolitiva e quella ricostruttiva. Una volta finita la fase terapeutica il paziente deve essere seguito con scrupolo e assiduità da un team “oncologico” in grado di fornire al paziente un follow-up adeguato mirato ad evidenziare quanto prima gli eventuali segni di recidiva locale o a distanza della malattia.


TUMORE alla prostata: ritorno alla vita dopo l’intervento All’Ospedale San Salvatore a L’Aquila la chirurgia protesica salva la sessualità e la continenza in seguito all’intervento per il tumore alla prostata. L’unità urologica del San Salvatore è centro di riferimento in Abruzzo per il trattamento dell’impotenza e dell’incontinenza urinaria, conseguenze dell’asportazione chirurgica della prostata per tumore che affliggono circa 3 milioni di italiani. L’Urologia dell’ospedale pratica, a livelli di eccellenza e con il Sistema Sanitario Nazionale, tecniche di chirurgia protesica all’avanguardia basate sull’impianto di protesi peniene di nuova generazione AMS che consentono all’uomo il ritorno a una normale sessualità e sull’inserimento di sling (benderelle) o di sfinteri artificiali che ripristinano la normale continenza. Secondo recenti dati, dopo il tumore è crisi di coppia per circa 3 milioni di italiani affetti da impotenza e incontinenza urinaria conseguenze indesiderate dell’asportazione radicale della prostata che si possono ora trattare con valide soluzioni.

Info box Per informazioni: Ufficio Stampa Md Health Consulting Antonella Marchitto tel. 335 6230803 Franco Di Liello tel. 340 4154660 Per interviste: Dottor Boris Di Pasquale Tel 086 2368231 Cellulare 329 4031598

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Le ultime evoluzioni terapeutiche puntano, quando i farmaci stimolatori dell’ erezione sono inefficaci, sull’impianto di protesi peniene di nuova generazione che consentono il ritorno a una normale sessualità e sull’inserimento di sling (benderelle) che, poste sotto l’uretra, ripristinano la normale continenza. “L’asportazione chirurgica della prostata”, spiega il Dott. Boris Di Pasquale, urologo presso l’ospedale San Salvatore a L’Aquila, tra i centri di eccellenza e di riferimento in Abruzzo, “nonostante le tecniche laparoscopiche, robotiche e la nerve sparing che risparmia i nervi dell’erezione, causa impotenza in oltre il 50% dei pazienti operati. Durante l’intervento chirurgico infatti i nervi dell’erezione possono comunque subire dei danni che causano una disfunzione erettile spesso definitiva”. Le soluzioni per l’erezione. “Per tornare ad amare” continua l’urologo, “se le pillole dell’erezione non sono efficaci , la soluzione definitiva arriva dall’impianto di protesi peniene tricomponenti di nuova generazione AMS 700. Rispetto a quelle del passato, le tricomponenti inducono un’erezione simile a quella fisiologica con ingrossamento e allungamento del pene risolvendo così anche la riduzione del


speciale oncologia pene che dopo la prostatectomia si accorcia di 1,5 cm nei 15 giorni successivi all’intervento fino ad arrivare a 2 cm entro l’anno successivo”. Una semplice pressione. Spiega il dottor Di Pasquale: “L’impianto della protesi si effettua con l’inserimento all’interno dei corpi cavernosi del pene, di due cilindri espansibili collegati ad una pompa di controllo, posta sotto la pelle dello scroto tra i due testicoli e ad un serbatoio contenente del liquido. L’uomo può ottenere un’erezione con la stessa sensibilità e capacità di orgasmo presenti prima dell’intervento premendo sull’area in cui è posizionata la pompa. In questo modo il liquido si trasferisce dal serbatoio ai cilindri e il pene si indurisce. Dopo il rapporto azionando di nuovo la pompa il pene torna al normale stato di flaccidità.

La protesi peniena costituisce perciò la via risolutiva e definitiva del problema, con grande soddisfazione dei pazienti trattati. Le complicanze sono rarissime, a patto che ci si rivolga a Centri specializzati come l’unità di complessa di urologia complessa dell’Ospedale San Salvatore a L’Aquila diretta dal dottor Luigi Di Clemente. Nonostante la protesi risolva definitivamente l’impotenza post prostatectomia molti uomini non ne conoscono l’esistenza perché spesso non vengono informati. Stessa mancanza di informazione anche per i 400.000 italiani che soffrono di impotenza grave non legata a interventi alla prostata e che non risponde ai farmaci”. Le soluzioni per l’incontinenza. “L’incontinenza urinaria” dice il dottor Di Pasquale “che si manifesta subito dopo la prostatectomia è molto frequente - fino al 60% dei casi - e nella maggior parte si risolve o si riduce. La prima misura terapeutica è la riabilitazione del pavimento pelvico che favorisce la ripresa della continenza. Tuttavia circa il 10% dei pazienti operati rimangono incontinenti. In questi casi la soluzione arriva dalle più recenti tecniche di chirurgia mininvasiva basate sull’applicazione disling (benderelle) sottouretrali. Tra queste l’Advance consente di recuperare la normale continenza con l’inserimento di una retina di polipropilene che riposiziona l’uretra, dislocata dall’intervento sulla prostata, nella sua sede anatomica naturale. L’intervento si effettua in anestesia loco-regionale e con pochi giorni di ricovero. Per i casi più gravi quando per danni o lesioni allo sfintere urinario, l’uretra non si chiude più e causa continue perdite di urina si ricorre all’applicazione dello sfintere artificiale (il più collaudato è l’AMS 800) che consente al paziente di urinare quando avverte lo stimolo”. “In particolare” ricorda l’urologo “l’impianto dello sfintere artificiale che richiede elevata esperienza, è riservato solo a centri altamente specializzati”.

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speciale oncologia

Alimentazione e cancro, il cibo “bio” non riduce il rischio Seguire una sana alimentazione fa bene alla salute. Ma i cibi “bio” riescono effettivamente a tenere alla larga il cancro?

Secondo quanto emerso da una nuova ricerca, la risposta alla nostra domanda sarebbe “no”: mangiare Bio non terrebbe alla larga il rischio di cancro. A renderlo noto sarebbero stati i membri del Cancer Research UK della Oxford University, che attraverso uno studio pubblicato sulle pagine del British Journal of Cancer, avrebbero scoperto che mangiare alimenti “bio” non riduce il rischio di cancro rispetto a chi invece non ne ha mai mangiati. Per giungere a tale conclusione, gli esperti avrebbero preso in esame i dati relativi a un campione di ben 623.080 donne over 50. Tutte le donne avevano preso parte all’indagine “Million Women Study”, una ricerca che esplora il nesso che intercorre fra lo stile di vita, fattori riproduttivi e stato di salute dei soggetti. Ebbene, stando a quanto emerso dall’analisi, sembrerebbe che non sia emersa “alcuna differenza rilevante fra le 180mila donne che hanno dichiarato di non aver mai mangiato cibo biologico e le circa 45mila che invece hanno affermato di usare sempre o quasi alimenti bio”, spiega il professor Tim Key. Differenze minime – secondo gli esperti – sarebbero state rilevate solamente nel caso di cancro al seno e linfoma nonHodgkin, ma si tratta di percentuali davvero molto basse, che secondo gli autori della ricerca non possono essere considerate statisticamente rilevanti, tanto più che a provocare queste leggere differenze potrebbero essere stati anche altri fattori, oltre a

Buono a sapersi... La parola “biologica” presente in agricoltura biologica è in realtà un termine improprio: l’attività agricola, biologica o convenzionale, verte sempre su un processo di natura biologica attuato da un organismo vegetale, animale o microbico. La differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale consiste nel livello di energia ausiliaria introdotto nell’agrosistema: nell’agricoltura convenzionale si impiega un notevole quantitativo di energia ausiliaria proveniente da processi industriali (industria chimica, estrattiva, meccanica, ecc.); al contrario, l’agricoltura biologica, pur essendo in parte basata su energia ausiliare proveniente dall’industria estrattiva e meccanica, reimpiega la materia principalmente sotto forma organica.

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quello relativo all’alimentazione. Detto questo, risultati del genere dovranno senza dubbio essere confermati da altre ricerche. Intanto c’è chi ricorda l’importanza di mangiare cibi biologici per la nostra salute. A dire la sua in merito alla questione sarebbe stata Anna Villarini, biologa e nutrizionista dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, che sottolinea: “Per quanto riguarda i vegetali, preferire frutta e verdura bio, privi di pesticidi, è senza dubbio meglio perché si eliminano i rischi (anche oncologici) legati agli effetti cancerogeni che questi possono avere”.


medicina specialistica la protesi del disco lombare

a cura del Dott. Pier Francesco Eugeni Specialista in Neurochirurgia - Neurochirurgo Clinica Stella Maris - San Benedetto del Tronto (AP)

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a cura del Dott. Giuseppe Guiducci Titolare Studio Dentistico Guiducci - Pescara

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a cura della Dott.ssa Serena Columbo Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione Centri di Riabilitazione Fisioter - Montesilvano, Pescara

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a cura del Dott. Raffaele Luise Specialista in Cardiologia - Dirigente Medico UTIC Ospedale S. Salvatore - L’Aquila

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EDIZIONE PRIMAVERA 2014

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a cura del Dott. Alessandro Palumbo Specialista in Odontoiatria Titolare studio dentistico Palumbo - Pescara

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urologia sul territorio - 9-10 maggio montesilvano

Una virtuosa partnership tra l’Accademia Italiana Multidisciplinare per l’Urologia Territoriale (AIMUT) e la Societa’ Italiana di Urologia Territoriale (SIUT) organizza per il 9 e 10 maggio 2014 a Montesilvano (Pescara) il XII Annual Meeting, III Memorial Franco Di Silverio. Urologia e territorio, due termini che nell’Azienda Sanitaria di Pescara procedono assieme dal 1998 quando è stato avviato il Progetto pilota del “Day Service”di Urologia territoriale presso il Distretto Sanitario di Scafa. Un nuovo modello sanitario basato su procedure diagnostiche anche mini-invasive. Una struttura in grado di assicurare un servizio completo, alternativo al ricovero ordinario, che realizza la presa in carico del paziente con un complesso sistema di prestazioni ambulatoriali attraverso l’esecuzione di procedure che non richiedano assistenza infermieristica superiore alle tre ore. Tra gli obiettivi centrati dal Day Service troviamo la riduzione dei tempi di attesa, l’appropriatezza delle cure, la qualità del servizio e il taglio dei costi; una struttura che ha assunto un ruolo virtuoso di cerniera tra il medico di medicina generale, l’Urologo territoriale e quello ospedaliero. Il 12° meeting annuale, iniziativa frutto di una partnership tra AIMUT e SIUT in sinergia con AURO,CLU,SIA e SIU, vuole affrontare nell’edizione di quest’anno una sfida ancora aperta - a challenge still open. Una sfida che passa attraverso un modello assistenziale basato non più sulla singola prestazione ma sulla presa in carico del paziente. Un approccio multidisciplinare: nell’AIMUT confluiscono non solo Specialisti in Urologia, ma anche Oncologi, Radiologi, Radioterapisti, Andrologi, Sessuologi, Psicologi, nonché ogni figura medica e di ricerca che possa contribuire alla formazione, informazione, aggiornamento scientifico-professionale delle discipline urologiche. Le varie figure coinvolte, interagendo, potranno scambiarsi esperienze, dubbi e suggerimenti con conseguente arricchimento del bagaglio culturale e scientifico. Verranno illustrate linee-guida condivise nella definizione diagnostica del carcinoma prostatico, inoltre saranno illustrate le nuove tecnologie, le indicazioni ed i risultati terapeutici. Saranno esaltate le sinergie necessarie alla gestione ottimale del paziente affetto da carcinoma delle prostata. Alle moderne tecniche di chirurgia mini-invasiva verrà dedicata un’attenzione particolare, soprattutto alla laparoscopia, una tecnica che ha ormai soppiantato in tanti settori la chirurgia “open” classica. Per il paziente i risultati sono importanti; a parità di esiti, ha minori perdite di sangue, minori dolori, minore necessità di analgesici, antibiotici, medicazioni, migliori risultati estetici, ridotta conva23 lescenza e rapido ritorno alle attività lavorative.

Nuove tecniche chirurgiche si stanno imponendo, come la S.I.L.S. (single incisión laparoscopic surgery) che, riducendo gli accessi addominali attraverso i quali operare, rendono l’approccio chirurgico ancora più mini-invasivo. Controverso l’utilizzo del robot che, se da un lato ha migliorato la visione endoaddominale (perché tridimensionale), dall’altro, a fronte di costi maggiori, non ha portato né risultati migliori in maniera netta né una maggiore mini-invasività. Non solo uomo: una sessione sarà dedicata alle problematiche uro-ginecologiche, in particolare all’incontinenza femminile: una patologia dall’impatto psicologico e sociale molto forte ed invalidante. Oggi l’Urologo ha a disposizione un approccio terapeutico articolato che permette il recupero anatomo-funzionale delle strutture fisiologicamente coinvolte nei meccanismi della continenza. In questo campo un occhio particolare sarà rivolto all’uso del materiale protesico nell’urologia ginecologica, campo in evoluzione. Sulla calcolosi urinaria, a cura di autorevoli Rappresentanti del Club della Litiasi Urinaria (C.L.U.) verrà analizzato lo stato dell’arte in tema di management conservativo, dallo studio metabolico nella profilassi delle recidive all’importanza di una corretta alimentazione e di una razionale terapia idropinica in associazione o meno con le più attuali terapie urolitiche in un’ottica moderna di gestione integrata. Nel campo andrologico verranno presentati gli ultimi farmaci utilizzati per contrastare la disfunzione erettile e l’eiaculazione precoce. Si terrà conto, inoltre delle nuove esigenze ed implicazioni legate all’allungamento della sopravvivenza con un occhio particolare rivolto alla qualità della vita.


La protesi di disco lombare Un approccio anatomico e funzionale alla lombalgia. È frequente osservare pazienti che lamentano dolore lombare che peggiora con la flessione anteriore del busto, con gli sforzi e con quelle manovre che aumentano la pressione all’interno dell’addome (tossire, starnutire, andare di corpo). Molto spesso in questi casi alla RMN sono evidenti alterazioni di uno o più dischi intervertebrali lombari, espressione di diminuzione del contenuto di acqua in queste strutture e di un loro iniziale cedimento meccanico.

neurochirurgia

PESCARA L’AQUILA TERAMO ABRUZZO Dott. Pier Francesco Eugeni Specialista in Neurochirurgia Primario di Neurochirurgia e Chirurgia Spinale - Clinica Stella Maris San Benedetto del Tronto (AP) Riceve a: San Benedetto, Giulianova, Mosciano Sant’Angelo, Teramo, Pescara, L’Aquila, Avezzano Tel. 320 8219474 - 329 6122118 E-mail: eugeni@inwind.it Iscrizione Ordine dei Medici Numero 2180 Odm L’Aquila

Nel caso il disturbo tenda a perdurare o aggravarsi malgrado la fisioterapia è da considerare il trattamento chirurgico. L’inquadramento clinico dei pazienti affetti da dolore lombare rappresenta un passo molto importante per la pianificazione della corretta strategia terapeutica. Quasi mai i soli esami radiologici, neppure la RMN, permettono con certezza di stabilire la natura precisa del quadro clinico. In un paziente che lamenta dolore lombare che peggiora durante la posizione seduta e durante gli sforzi, anche con scarsa irradiazione agli arti inferiori, può essere considerata presuntivamente una diagnosi di lombalgia meccanica anteriore discogena o discogenica (a partenza dal disco intervertebrale). Questa affezione si differenzia nettamente dai dolori lombari ad origine dalle articolazioni vertebrali posteriori (sindrome faccettale), dalle sindromi da conflitto interspinoso (morbo di Baastrup), dai dolori radicolari (connessi allo schiacciamento delle radici nervose da parte di frammenti discali erniati). Nei pazienti con lombalgia discogena cronica resistente al trattamento fisioterapico e di età compresa fra i 20 e i 55-60 anni può essere considerato l’intervento di sostituzione totale di disco lombare.

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Questa procedura ha il grande vantaggio di lasciare mobile il segmento funzionale trattato riducendo il sovraccarico meccanico al quale sarebbero sottoposti i dischi adiacenti in caso di una procedura di fissazione

spinale (artrodesi vertebrale) soprattutto se eseguita per la usuale via posteriore. Il più delle volte è opportuno effettuare una discografia evocativa per avere la conferma della diagnosi e della indicazione ad una sostituzione totale di disco lombare. Questo esame si esegue in day hospital e consiste nell’instillare una modestissima quantità di liquido all’interno del nucleo del disco che si ritiene responsabile del dolore attraverso un apposito ago posizionato sotto controllo radiologico. La evocazione di un dolore del tutto simile a quello abitualmente provato dal paziente fornisce la conferma di natura del dolore e chiarisce il livello del disco da sostituire. La discografia viene effettuata solo quando la diagnosi di lombalgia discogena è più che verosimile e dopo aver escluso la presenza di controindicazioni all’eventuale intervento di protesizzazione discale (infezioni, osteoporosi, degenerazione artrosica degli elementi vertebrali posteriori, stenosi lombare, ecc.).


medicina specialistica movimento del segmento rachideo da curare, considerando che una alterazione in un determinato tratto ha sempre sugli altri tratti delle ripercussioni che bisogna sforzarsi di diminuire quanto più possibile.

Radiografia con prove dinamiche nell’immediato post operatorio: assenza di limitazioni funzionali

L’intervento chirurgico viene effettuato mediante un accesso anteriore mini invasivo extraperitoneale e ha una durata di circa 2 ore. L’incisione richiesta ordinariamente è di 5-7 cm, sotto l’ombelico oppure sopra al pube (dipendentemente dal livello da trattare). Il paziente è invitato ad alzarsi anche il giorno stesso dell’intervento e le dimissioni ordinariamente sono in II giornata post operatoria. Il paziente non ha bisogno di nessun tipo di ortesi o di busto ma è invitato immediatamente a muovere la sua colonna lombare. Le attenzioni da seguire per qualche settimana sono verso la parete addominale e la sua perfetta guarigione, analogamente a quanto avviene per un intervento di appendicectomia, di ernia ombelicale o dopo un parto cesareo. La sostituzione totale di disco lombare permette una convalescenza molto più breve e la sensazione che il paziente descrive è quella di scomparsa rapidissima del dolore che lo aveva afflitto e un modesto e transitorio disturbo doloroso nella sede della incisione chirurgica. Questo tipo di trattamento permette la rapida ripresa delle attività abituali (lavoro o sport). Rispetto alle altre più comuni procedure, il rischio di degenerazione dei dischi adiacenti a quello curato è notevolmente ridotto dal momento che, sostituendo il disco malato con uno artificiale, è mantenuto il movimento tra le due vertebre, è conservata l’altezza dello spazio discale, è mantenuta la curvatura lordotica del segmento. In questo modo si evita l’aumento del carico meccanico sui dischi vicini.

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L’utilizzo delle protesi discali e degli interventi di sostituzione totale di disco (TDR – total disk replacement o ADR – artificial disk replacement), sia lombare sia cervicale, sono da inquadrare nella visione globale di un tipo di chirurgia spinale che permetta di preservare, quando possibile, la articolarità e il

Una accurata selezione del paziente (per quelli che presentino controindicazioni a questo tipo di procedure esistono efficaci ed adeguate alternative chirurgiche), la precisione tecnica, la pratica in chirurgia addominale da parte del chirurgo spinale (comune nel resto dell’Europa ma non nel nostro paese), rendono queste tecniche efficaci e sicure con rischi teorici del tutto accettabili, da discutere caso per caso da parte del neurochirurgo con il singolo paziente.


PESCARA TERAMO L’aquila ABRUZZO Dott. Alì Younes Specialista in Anestesia e Rianimazione Esperto in Terapia del Dolore Prenotazioni ed informazioni Cell. 328 7689395 RICEVE A:

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La Sacro Ileite, ovvero l’infiammazione di una o di entrambe le articolazioni sacroiliache. Può essere primaria da consumo o secondaria post chirurgia e/o gravidanza. Circa il 25% dei casi di lombalgia ha origine sacroiliaca con sintomi simili alla lombalgia di origine discale e/o radicolare e quindi può essere facilmente scambiata per lombo-sciatalgia e trattata erroneamente per ernia discale. Circa il 75% dei pazienti sottoposti ad intervento di stabilizzazione Lombo Sacrale, sviluppa successivamente una sacro-ileite secondaria, paradossalmente indice di buona riuscita dell’intervento stesso.

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CAUSE. La deformazione meccanica e le lesioni dell’articolazione sacroiliaca sono il risultato della combinazione di forze di compressione verticale e di una rotazione rapida.

Le articolazioni sacroiliache collegano il sacro con le due grandi ossa iliache che formano il bacino. Sono articolazioni molto forti, sopportano grandi pesi ed aiutano a distribuire il peso della parte superiore del corpo verso le gambe. A differenza della colonna lombare, che è flessibile, la colonna sacrale è coperta da strati di muscoli e di altri tessuti ed è quindi poco mobile.

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A differenza del ginocchio, anch’esso una grande articolazione, lubrificata dal liquido sinoviale, l’articolazione sacroiliaca è un’articolazione assiale a forma di “L” legata tramite forti legamenti e cartilagine ialine ed è quindi poco mobile.


medicina specialistica Queste forze causano una lassità dei legamenti e di conseguenza una instabilità e disfunzione dell’articolazione sacroiliaca. Le cause più comuni: - Lesioni traumatiche: una caduta, un impatto improvviso (incidente stradale); - Lesioni artritiche e artrosiche: quando la cartilagine interna alle articolazioni sacroiliache si consuma, le ossa possono iniziare a grattare una contro l’altra; usura, lacerazioni, osteo artrosi, artrite infiammatoria; - Gravidanza: l’aumento di peso e l’andatura in gravidanza, l’impegno del feto nel piccolo bacino, causa un ulteriore stress all’articolazione sacroiliaca; - Stabilizzazione lombo-sacrale: dopo intervento di stabilizzazione lombosacrale, l’articolazione sacro-iliaca diventa un blocco unico con la colonna lombare e quindi qualsiasi movimento di flessione e/o di rotazione, trovando la colonna lombare bloccata, sollecita l’articolazione sacroiliaca fino all’usura delle cartilagini e quindi all’ infiammazione. SINTOMI. Il sintomo principale è il dolore nella parte bassa della schiena, che aumenta con la digitopressione. A volte però, la sacro-ileite causa dolore ai fianchi, ai glutei, alla parte anteriore delle cosce e simula anche una sciatalgia. Il dolore può essere aggravato da: posizione eretta per lungo tempo, salire e scendere le scale, alzarsi dalla sedia, corsa, posture scorrette, sostenere il peso corporeo più su una gamba che sull’altra. DIAGNOSI. La sacro-ileite è spesso di difficile diagnosi, perché a volte si confonde con altre cause di dolore spinale. Per fare diagnosi occorre principalmente un attento esame obiettivo, storia clinica, l’ausilio di alcuni semplici test per identificare la fonte del dolore. Secondariamente l’ausilio di esami radiologici tipo RX, TAC, Risonanza Magnetica. TERAPIA. Come in altri casi di dolore spinale, la terapia non può essere che graduale, da semplice a invasiva e molto invasiva. Terapia semplice. Farmacologica e posturale, iniezioni intramuscolo. Antidolorifici vari per OS e/o intramuscolo e fisioterapia posturale possono aiutare a risovere il dolore sacro-iliaco. Purtroppo però molti di questi farmaci possono causare disturbi allo stomaco o disturbi renali o epatici. Terapia invasiva. Infiltrativa TAC guidata. Si esegue con il paziente in posizione prona, all’interno della TAC, si individua il punto esatto dell’ingresso degli aghi, si misura la profondità di penetrazione dell’ago, si esegue un controllo TAC per accertarsi dell’esatta posizione della punta dell’ago inserito e si somministra il farmaco idoneo. E’ una procedura relativamente semplice, impiega 10 minuti e si esegue in anestesia locale. La denervazione per radiofrequenza TAC guidata, con medesima procedura e posizione, utilizza onde radio per produrre calore diretto che distrugge la terminazione nervosa. Terapia molto invasiva. Impianti intramidollari: iFuse implant. Vengono posizionati tre impianti in titanio di forma triangolare di lunghezza 30-55 mm ed è indicato nel trattamento di sacro-ileite degenerativa se vera.

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In conclusione. L’infiltrazione della articolazione sacro-iliaca TAC guidata, con iniezioni di farmaci quali steroidi, anestetici, acido ialuronico risulta essere a mio avviso la tecnica di prima scelta (Gold Standard) nel trattamento reversibile, ripetibile e ad ottimo rapporto costi-benefici. Nei casi più difficili si passa a denervazione con radiofrequenza e per ultimo l’intervento chirurgico. Ad ogni modo è sempre utile dopo aver risolto la fase acuta, indirizzare il paziente a un ciclo di fisioterapia riabilitativa e ginnastica posturale preferibilmente in acqua.


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Da oggi chiunque può tornare ad avere un sorriso perfetto “È una tecnica con cui è possibile inserire delle viti nell’osso che riproducono una radice artificiale, su cui è possibile confezionare dopo un periodo di tempo variabile di guarigione la protesi fissa”, dice il Dott. Pasquale Frisina - responsabile del Day Hospital di Chirurgia Oro-Maxillo e Odontostomatologico della casa di cura Siligato di Roma.” L’edentulismo si risolve con innovative metodiche implantologiche che consentono di ripristinare una dentatura fissa, anche in presenza di gravi difetti ossei. Con l’evoluzione tecnologica nel campo della chirurgia dentaria oggi chiunque può tornare ad avere una bocca sana. Se poi il paziente necessita di ricostruzione ossea e gengivale (cosa che accade in gran parte dei casi) l’intervento, impianto incluso, è gratuito. La riabilitazione del paziente edentulo per mezzo di impianti osteo-integrati è diventata oggi pratica comune, con risultati affidabili a lungo termine. La maggioranza dei pazienti che necessitano di una protesi convenzionale non hanno difetti così ampi e non richiedono interventi chirurgici complessi.

Dott. Pasquale Frisina Casa di cura “Siligato” - Roma Convenzionata SSN Responsabile DH Chirurgia Oro-Maxillo Odontostomatologico Informazioni e contatti: Centro di Prenotazione Unico Roma - Parma Tel. 06 98875721 Cell. 338 2757693 E-mail: frisinaspa@gmail.com

Il problema è più articolato per i pazienti edentuli con grave stato di ipotrofia del tessuto osseo delle arcate dentarie mascellari e mandibolari che non è più idoneo a sostenere una protesi convenzionale. In questi pazienti, in virtù delle nuove tecnologie chirurgiche, é possibile praticare la ricostruzione ossea e restituire alle strutture ossee mascellari e mandibolari una nuova struttura idonea a ricevere gli impianti necessari per la riattivazione dei denti. Le tecniche chirurgiche hanno lo scopo di ripristinare il giusto volume osseo tramite innesti e ricostruzioni con osso prelevato dal paziente da sedi intra o extra-orali (autologo), di banca o sostitutivo, altresì l’inserimento diretto senza ricostruzione di fixture in titanio specifiche, cioè progettate per le zone particolarmente atrofizzate. A tal proposito abbiamo intervistato il Responsabile del Day Hospital di Chirurgia Oro-Maxillo e Odontostomatologico della Casa di Cura Siligato di Roma convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale, il dottore Pasquale Frisina. Cos’è l’implantologia? «È una tecnica con cui è possibile inserire delle viti o più generalmente dei supporti in titanio nell’osso che riproducono una radice artificiale, su cui è possibile confezionare dopo un periodo di tempo variabile di guarigione la protesi fissa». Tutti ne possono usufruire? «Assolutamente si. Spesso una cattiva informazione spinge i pazienti a diffidarne, ripiegando sulla classica dentiera, anche per colpa di alcuni dentisti che preferiscono un facile guadagno rispetto al faticoso training formativo a cui ci si deve sottoporre per effettuare un’implantologia, anche se solo di base». Quindi la dentiera può essere considerata un ricordo? «La cultura dell’estrazione dei denti aggrediti dalla piorrea è di fatto la causa più frequente di edentulismo. Quando invece con tecniche di rigenerazione è ormai possibile procrastinare la caduta denti e in molti casi scongiurare per tutta la vita l’estrazione. La moderna implantologia e le nuove tecniche chirurgiche di rigene30

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Oro-Maxillo e Odontostomatologico

razione ossea ci permettono di riabilitare con una dentatura fissa in qualsiasi paziente. Le protesi mobili dovrebbero essere considerate da tutta la categoria dei dentisti come obsolete e comunque applicabili solo per brevi periodi. Questo dovrebbe essere un dogma nella professione odontoiatrica. Fanno eccezione solo i pazienti gravemente defedati e chi effettua radioterapia. Inoltre, nuove procedure Implantoprotesiche a carico immediato consentono la riabilitazione di una dentatura fissa in tempi ragionevolmente rapidi e, comunque, da subito è possibile avere una dentatura provvisoria fissa dopo l’inserimento delle fixture in titanio. Inoltre ho messo appunto una nuova tecnica perfezionata di carico immediato cioè la possibilità in casi selezionati l’inserimento immediato dei denti fissi subito dopo l’alloggiamento degli impianti. Questa Tecnica consente l’inserimento dei denti fissi immediatamente ma evita i disagi che hanno le tecniche attuali tipo all-four all-sixe oppure la tecnica con sincristallizatice perché il protocollo chirurgico e protesico è assolutamente predicibile ma soprattutto si effettua extra-oralmente. Cioè le attuali tecniche di carico immediato si effettuano obbligatoriamente all’interno del cavo orale del paziente, la tecnica da me Ideata é Perfezionata permette la realizzazione del carico immediato fuori dal cavo orale evitando ulteriori stress agli impianti e ai tessuti Orali ovviamente tutto in una seduta dopo la chirurgia infatti il paziente non deve subire più nessuna manovra all’interno del cavo orale ma attende solo l’alloggiamento dei denti con depassivazione. Mi rendo conto che non tutto può essere spiegato nel dettaglio ma questa tecnica rappresenta una vera e propria rivoluzione nell’approccio alla protesizzazione immediata». Molto spesso si parla di mancanza d’osso. Cosa fare in questi casi? «La mancanza d’osso può essere risolta con degli innesti autologhi (dallo stesso paziente Tibia, Cresta Iliaca, intra Orali Mento e trigono retro molare) o con materiali sostitutivi d’osso, oppure con tecniche implantologiche specifiche per le zone atrofiche e cioè con gli impianti zigomatici con

eccellenza&ricerca tecnica exstrasinusale ideata dal professore Malavezz (università Libera di Bruxelles) o con gli efficacissimi “impianti a lama” ideati ben 40 anni fa dal professore Lincao, negli Stati Uniti, e ripensati in chiave moderna dal professore Pasqualini». Quali sono i principali vantaggi dell’implantologia? «La protesi fissa su impianti permette l’integrale ripristino della capacità masticatoria, che torna identica a quella dei denti naturali, a differenza di quanto avviene con una protesi mobile o col classico ponte. Inoltre viene assicurato il mantenimento della struttura ossea delle mascelle». È doloroso? «Durante l’intervento la presenza di un anestesista in sala operatoria ci permette di prestare massima attenzione agli aspetti della gestione del dolore che è assolutamente assente perché l’intervento è effettuato in sedazione o nei casi più complessi in anestesia generale. Inoltre, il disagio dopo l’intervento viene eliminato con l’utilizzo di farmaci somministrati nel postoperatorio. In tal modo il paziente non ha modo di percepire gli aspetti più disagevoli della terapia chirurgica». La moderna Chirurgia Dentaria e Ricostruttiva delle Atrofie Mascellari permette di sostituire i denti mancanti senza toccare i denti sani e di riattivare una dentatura fissa in pazienti fino a ieri condannati alla dentiera. La Sanità Pubblica aiuta i pazienti ad accedere a tali prestazioni? «Si. Perché il problema non è solo estetico ma anche funzionale. Il servizio sanitario nazionale ammette il ripristino della struttura ossea. Infatti, presso il daysurgery della struttura in cui opero in convenzionamento con il S.S.N è possibile effettuare tali interventi in convenzione». C’è rischio di un rigetto? «No, perché il titanio è biocompatibile: un eventuale insuccesso è imputabile ad altre cause. Si tratta tuttavia di una ristretta percentuale di casi (limitata al 3%) e comunque tali pazienti possono essere nuovamente operati. Nella nostra esperienza abbiamo potuto constatare che la maggioranza dei nostri pazienti con difetti molto ampi che si erano presentati pensando di ricorrere ad una protesi convenzionale, sono stati tutti suscettibili di intervento chirurgico con risultati affidabili a lungo termine». 31


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L’IDEA Le persone affette da Sindrome di Alzheimer possono presentare perdita dell’orientamento spazio-temporale in qualsiasi momento, anche passeggiando per strada. La risposta della famiglia in questi casi è spesso quella di limitare l’autonomia di uscita alla persona cara, generando in quest’ultima tensioni e stress. Studi recenti hanno dimostrato che in questi pazienti il mantenimento dell’autonomia garantisce una maggiore stabilità sia psicologica sia emotiva permettendo loro di continuare a svolgere le attività quotidiane e mantenere le relazioni sociali.

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Intervista a Lisa Morlupo e Debora Donatone, fondatrici della Cooperativa Sociale Cali di Pescara. Lisa e Debora, quando le famiglie hanno la necessità di un assistente che sia in casa con la persona anziana che tipo di servizio/supporto potete fornire? Vi ringraziamo per la domanda pertinente perché questo ci permette di dare una utilissima informativa alle famiglie. Dal 2012, la Cooperativa Sociale Cali - affiliata al circuito nazionale Teleserenità - oltre al servizio di ricerca, selezione e gestione delle badanti conviventi, è operativa sul territorio di Pescara e Chieti con un servizio ad ore. Tutte le persone che necessitano di poche ore di assistenza, come l’aiuto nella preparazione e somministrazione dei pasti, nell’alzata e igiene personale, nella messa a letto, nel riassetto dei luoghi di soggiorno, nei servizi di mobilità e accompagno, nell’assistenza notturna, nelle prestazioni infermieristiche e tanto altro ancora, possono ricorrere alla nostra agenzia. Ci avete parlato anche di un’ulteriore e innovativo servizio da proporre alle famiglie con anziani soli che vogliono mantenere la propria indipendenza. Volete spiegarlo meglio ai nostri lettori? Certo! A completamento delle ore, per anziani ancora autosufficienti, offriamo anche un nuovo ed innovativo presidio; UWATCH® un orologio che funge sia da telesoccorso che da localizzatore che permette di rintracciare e proteggere le persone care. Il sistema, che ha vinto, nel 2013, um premio come migliore applicazione nell’healt care al Mobile word Congress di Barcellona (in gara con 250 aziende da 50 paesi diversi) rappresenta un importante ed efficacissimo sistema di prevenzione. La persona anziana, specialmente se sola, acquisisce grazie all’apparato una grande sicurezza e tranquillità, come anche i familiari che in qualsiasi momento possono rintracciarlo e contattare il proprio caro. Il servizio di emergenza collegato al GPS, rappresenta , invece, un efficace sistema interventistico 33 per l’invio anche di personale qualificato pre prestare aiuto in

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dentiera? NO GRAZIE! “Nuove diagnosi approfondite, pianificazione virtuale dell’intervento, tempi di trattamento ridotti, diminuzione dei margini d’errore: i vantaggi dell’implantologia guidata dal computer. ” Da quando è nata l’implantologia guidata dal computer si può finalmente parlare di svolta epocale nel mondo dell’odontoiatria. Nasce in definitiva la tecnica supportata dai software che permette di velocizzare e rendere più sicure e precise le diagnosi e le terapie e quindi offrire interventi più agevoli per chi desidera avere un sorriso smagliante. Quasi sempre la mancanza dei denti, l’utilizzo di protesi mobili e l’età avanzata, determinano atrofia delle ossa mascellari che normalmente rendono difficili o impossibili i trattamenti implantoprotesici classici. L’implantologia guidata dal computer riesce, invece, a dare risposte anche in casi estremi come questi, o in pazienti affetti da gravi parodontopatie, in quanto riesce a sfruttare anche i più minimi residui di osso. Considerando l’affidabilità e la precisione della tecnica, una nuova tendenza vede nel piano di trattamento l’impiego di un ridotto numero di impianti per ogni arcata: in genere 4 per l’inferiore e 4-8 per il mascellare superiore (Tecnica ALL ON FOUR e FULL ARCH FEW IMPLANT F.A.F.I.). È necessario tenere conto della quantità e della qualità dell’osso residuo ed esaminare attentamente la biomeccanica delle protesi fisse, che saranno ancorate sugli impianti. I vantaggi di questa metodica riducono il margine d’errore e aiutano anche chi ha paura del dentista.

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prossima al 100%. Questo metodo offre enormi possibilità di successo e minima invasività chirurgica. L’esame attento delle informazioni volumetriche provenienti dalla Tac Denta-Scan e le opportunità offerte dal programma di navigazione SimPlant aumentano le opportunità di sfruttare anche volumi di osso basale molto ridotti, offrendo in tal modo al paziente la possibilità, altrimenti negata, di ricevere protesi fisse a funzione immediata. Questa metodica, associata alla sedazione cosciente, rappresenta un ausilio straordinario per abbassare le tensioni, ridurre la soglia del dolore e indurre uno stato di profondo e duraturo benessere anche nei pazienti fobici. I tempi di trattamento sono ridotti drasticamente. Basti pensare che dopo una seduta di poco più di un’ora, viene montata al paziente la sua nuova protesi fissa sostenuta dagli impianti appena inseriti (carico immediato), dandogli la possibilità di masticare e sorridere immediatamente. In passato erano necessari mesi o addirittura anni per poter raggiungere questi risultati. In pratica si può dire che con l’implantologia computer guidata, i portatori di protesi totale o parziale mobile possono dare “un calcio” alla dentiera in un sol colpo. Si tratta, quindi, di una metodologia che consente di operare in grande sicurezza e con precisione sub millimetrica accurata, accorciando di molto i tempi di trattamento e quindi adatta e consigliabile a tutti.


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medicina specialistica PESCARA ABRUZZO

Dott. Raffaele Luise Specialista in Cardiologia

cosa fa male al cuore Tutti i fattori di rischio della Cardiopatia Coronarica. Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di decessi nel mondo occidentale. Circa la metà di essi dipendono dalle patologie coronariche. Per fattore di rischio si definisce una caratteristica che é presente precocemente nella vita ed é associata al maggior rischio di sviluppare malattie in futuro. I fattori di rischio per cardiopatia coronarica sono: età, sesso, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, ipocolesterolemia HDL, fumo di sigaretta, diabete, obesità e la familiarità, recentemente sono stati inseriti la proteina C reattiva, fibrinogeno, D-dimero ed anomalie della fibrinolisi intrinseca. La presenza dei fattori di rischio definisce una maggiore possibilità di poter sviluppare lesioni aterosclerotiche sulle arterie in qualunque distretto del corpo umano, esse si presenteranno come restringimenti di vario grado e lunghezza del calibro dell’arteria fino anche all’occlusione dell’arteria medesima. Per quanto riguarda il cuore, il circolo coronarico é costituito dalle arterie che perfondono il muscolo cardiaco. La perfusione non adeguata del muscolo cardiaco determinerà la sintomatologia tipica ovvero la toracalgia segno dell’angina pectoris che se protratta può evolvere nell’infarto miocardio. Se la riduzione del calibro é progressiva, il sistema svilupperà dei circoli collaterali la cui adeguatezza consentirà di risolvere il deficit di perfusione. L’infarto miocardico si presenta se l’occlusione dell’arteria avviene improvvisamente, in assenza di un circolo collaterale sviluppato. Alcuni fattori di rischio sono ereditati, altri sono acquisiti, fra questi il fumo, l’obesità e la dieta ipercalorica ed iperlipidica.

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Per poter eliminare la presenza del fattore di rischio é necessario modificare lo stile di vita ed il tipo di dieta. In alcuni casi é comunque necessario intervenire con la terapia farmacologica come nell’ipertensione arteriosa, nell’ipercolesterolemia e nel diabete mellito.

cardiologia

Dirigente Medico UTIC - S. Salvatore, L’Aquila Studio Medico Viale J. F. Kennedy 86, Pescara Tel. 085 4711542 Iscrizione Ordine dei Medici Numero 1821 Odm Pescara

La contemporanea presenza di più fattori di rischio amplifica il rischio medesimo. Il fattore di rischio più importante acquisito e prevenibile é il fumo. Negli Stati Uniti d’America si sviluppano più di 400.000 decessi annui correlati con il fumo, di essi il 35-40% dipendono dalla cardiopatia ischemica e l’ 8% dall’esposizione al fumo passivo. La cessazione del fumo consente la riduzione del rischio di mortalità del 36%. Si possono classificare i fattori di rischio nella tabella e sono segnalati gli accertamenti diagnostici specifici.

categoria

fattore di rischio

Fattori predisponenti

Fumo, Dieta ricca di grassi, Assunzione di Alcool, Sedentarietà, Pregresse malattie vascolari (infarto miocardico o ictus, angina pectoris, malattia vascolare periferica).

Fattori di rischio metabolico

Dislipidemia, Ipertensione arteriosa, Obesità, Diabete mellito, Sindrome metabolica.

Accertamenti diagnostici

Ricerca del calcio coronarico, Test ergometrico, Stress Test, Coronarografia, Ipertrofia miocardica all’esame ecocardio, Markers di infiammazione.


se alleni la mente vivi piu’ a lungo “E’ ormai noto a tutti che l’età media della popolazione sia notevolmente cresciuta negli ultimi dieci anni, e questo per due motivi principali: le nascite sono diminuite e il numero degli over 65 è aumentato. ” Ci troviamo, dunque, di fronte ad una grande fetta della popolazione che comporta, man mano che gli anziani aumentano, una rivalutazione continua di cosa significhi essere anziani oggi, di quali siano le esigenze degli anziani e quali siano le variabili che permettono di gestire la terza età nel migliore dei modi. L’anziano di oggi, infatti, ha un livello di istruzione superiore rispetto agli anziani di 10 anni fa, gode di maggiore salute, e quindi ha una prospettiva di vita più lunga. Per garantire e sostenere le potenzialità di questi nuovi anziani è necessario sviluppare una nuova cultura e un nuovo interesse nei loro confronti e soprattutto un nuovo concetto di salute e invecchiamento. All’aumentare dell’età, assistiamo tipicamente ad un cambiamento a carico dei processi cognitivi di base come percezione, attenzione, memoria e ragionamento. Gli studi evidenziano come alcuni di questi cambiamenti possono essere ridotti attraverso l’impegno continuo in esercizi cognitivi altamente specifici. Inoltre, è stato osservato come esercitare le proprie funzioni cognitive possa aiutare ad aumentare l’autonomia, il senso di benessere e mantenere più a lungo le nostre capacità di svolgere le attività della vita quotidiana.

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La psicologia dell’invecchiamento studia, in particolare, la longevità come dimensione dinamica operante nel rapporto salute-abilità cognitive e sociali dell’anziano. Collegare la salute alle abilità cognitive e sociali implica, da una parte, considerare l’impatto che l’integrità dei processi cognitivi ha sulla longevità e, dall’altra, aiutare gli anziani a tenere allenate o recuperare certe abilità cognitive e sociali fondamentali nella vita quotidiana. Sappiamo infatti che, anche in presenza di disturbi specifici e tipici dell’invecchiamento, la qualità della vita può non peggiorare se l’anziano è in grado di svolgere le attività della vita quotidiana e riesce a mantenere vivi i legami sociali.

scienze dell’invecchiamento

chieti ABRUZZO

Prof. Nicola Mammarella Beth Fairfield Alberto Di Domenico Contatti Laboratorio di Scienze Cognitive e dell’Invecchiamento Via dei Vestini 31, Chieti Tel. 320 820 639 n.mammarella@unich.it bfairfield@unich.it alberto.didomenico@unich.it

Presso il laboratorio di Scienze Cognitive e dell’Invecchiamento del Dipartimento di Scienze Psicologiche, Umanistiche e del Territorio dell’Università di Chieti vengono erogati interventi psicologici mirati alla promozione del benessere e della longevità degli anziani. In particolare, il servizio si avvale della consulenza di operatori altamente qualificati nel campo della psicologia dell’invecchiamento al fine di offrire programmi di fitness cognitivo/affettivo e di riattivazione cognitiva/affettiva. Per fitness cognitivo facciamo riferimento a tutta una serie di esercizi che mirano al mantenimento e/o aumento delle abilità cognitive di base. Tali programmi si rivolgono agli adulti dai 50 anni in su che non presentano patologie a carico del sistema nervoso centrale. Infatti, una serie di studi ha evidenziato come sia importante sensibilizzare verso gli esercizi cognitivi partecipanti anche con età più giovani degli over 65, al fine di garantire e promuovere la longevità e il benessere futuro. Coloro, infatti, che mostrano livelli cognitivi più elevati hanno maggior probabilità di invecchiare bene. I programmi di riattivazione cognitiva, invece, si focalizzano su sessioni di esercizi cognitivi più intensi volti al trattamento delle difficoltà di memoria e cognitive più in generale, che possono manifestarsi in casi di decadimento cognitivo lieve e di demenze.


medicina specialistica In cosa consistono questi programmi? I trattamenti si basano sullo svolgimento supervisionato di alcune prove cognitive che richiedono solo carta e penna e/o altre prove in cui vengono presentati stimoli su un computer. La figura sottostante mostra un esempio ormai classico di prova cognitiva in cui il partecipante è invitato a leggere il più velocemente possibile il colore dell’inchiostro in cui sono scritte le parole e non le parole stesse. Come si vedrà, risulterà difficile inibire la nostra tendenza a leggere la parola soprattutto quando si ha poco tempo! LABORATORIO DI SCIENZE COGNITIVE E DELL’INVECCHIAMENTO Dipartimento di Scienze Psicologiche Umanistiche e del Territorio Via dei Vestini 31, Chieti

Sulla base di ricerche e studi di laboratorio che hanno utilizzato prove come questa, sono stati sviluppati dei programmi innovativi specifici per le difficoltà di memoria, attenzione e linguaggio. Alcuni esercizi potranno essere visionati e svolti gratuitamente presso lo stand del laboratorio. Quali sono i benefici di questi programmi? Sebbene ogni percorso sia altamente individualizzato, possiamo riscontrare una serie di elementi positivi comuni a tutti i tipi di trattamento. Questi benefici possono avere delle ricadute immediate per l’anziano o nel tempo. Ad esempio, un miglioramento delle abilità di focalizzare l’attenzione e di ricordare; un miglioramento nella velocità di elaborazione; un miglioramento dell’autonomia e della qualità di vita; lo sviluppo di nuove strategie di adattamento e cura del sé, un miglioramento nella gestione dei propri stati emotivi, della depressione e dell’ansia. Il servizio è diretto dal Prof. Nicola Mammarella, fondatore della Società Italiana di Psicologia dell’Invecchiamento in collaborazione con la Prof. ssa Beth Fairfield ed il dott. Di Domenico, entrambi esperti in riabilitazione cognitiva. 39


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Una semplice valutazione (gratuita per i bambini e gli adolescenti in età scolare) e l’utilizzo di plantari personalizzati possono essere la soluzione per eliminare il dolore localizzato e aiutare a controllare il movimento durante i vostri passi.

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“Gli impianti dentali sono il trattamento principe per ripristinare i denti mancanti e per ancorare una protesi totale o parziale.” Milioni di persone in tutto il mondo stanno usando gli impianti dentali per rendere perfetto il loro sorriso e ritrovare la fiducia in loro stesse.

implantologia computer guidata

implantologia mini-invasiva

PESCARA ABRUZZO

Dott. Giuseppe Guiducci Odontoiatra e Protesista dentale Studio Medico Via Venezia 36, Pescara Tel. 085 386258 Sito web www.studiodentisticoguiducci.it www.studiodentisticoguiducci.abcsalute.it Iscrizione Ordine dei Medici Numero 510 Odmco Pescara

I grandi progressi dell’odontoiatria moderna permettono che l’intervento venga pianificato ed effettuato grazie ad un tipo d’implantologia avanzata mini-invasiva computer guidata, avvalendosi infatti della TAC tridimensionale che evidenzia la struttura scheletrica, è consentita la programmazione protesicamente guidata del caso e la realizzazione dell’intervento, attraverso apposite mascherine chirurgiche, con l’inserzione preventivamente programmata e non dolorosa d’impianti in titanio, biocompatibili, inerti, anallergici, su cui andranno ancorati monconi e corone estetiche. E’ fondamentale un’accurata visita preliminare che valuti sempre le condizioni di salute sistemiche del paziente ed i volumi ossei scheletrici. Il sistema è quello più recente, che permette di avere una prima sistemazione della bocca, sia estetica che funzionale, eseguita nella stessa giornata per poi raggiungere progressivamente, attraverso un’adeguata riabilitazione, la soluzione definitiva, riducendo al minimo ogni disagio, anche in condizioni di completa mancanza di denti, si consente al paziente di recuperare la piena efficienza funzionale masticatoria ed un sorriso estetico luminoso. RIGENERAZIONE OSSEA La procedura implantare adottata nei casi di carenza della struttura ossea di sostegno, è anticipata da innesti sintetici o autologhi, mediante anche l’utilizzo di membrane riassorbibili, che consentono la formazione e la rigenerazione ossea delle pareti mancanti. 42

SOSTITUIRE UN DENTE SINGOLO Se è necessario sostituire soltanto un dente, un impianto potrebbe essere un’efficace alternativa al ponte tradizionale,

evitando così di danneggiare anche i denti vicini (a causa della lenta, ma continua atrofia dell’osso non funzionalizzato, al di sotto del ponte). Oggi l’impianto dentale, invece, sostituisce soltanto il dente mancante, preserva l’osso e garantisce quindi una vita più sana e più lunga ai denti adiacenti. IMPIANTI PER PIU’ DENTI Oggi è possibile la progettazione e la realizzazione di intere arcate dentarie fisse su impianti, atte a restituire al paziente una corretta funzionalità masticatoria, articolare, fonetica ed estetica. Gli impianti aiutano a mantenere sana la struttura ossea della bocca, cosa che aiuterà il viso a non cambiare di aspetto nel corso degli anni. Sarà possibile finalmente mangiare, sorridere e sentirsi a proprio agio in ogni situazione. Overdenture su impianti. Gli impianti dentali possono stabilizzare inoltre una protesi totale o parziale, eliminando così il bisogno di adesivi o scomodissimi ganci metallici.


medicina specialistica capire che gli impianti sono la soluzione che dà il miglior valore aggiunto e la tecnica di ripristino della masticazione più estetica, funzionale e salutare.

Protesi instabili rendono difficili le più semplici azioni quotidiane, quali mangiare e parlare, danneggiando inoltre l’aspetto estetico. La protesi sarà ancorata stabile su impianti: questa soluzione ne migliorerà sensibilmente il comfort e la durata. DOMANDE FREQUENTI Esiste un limte di età per l’inserimento degli impianti dentali? Una volta concluso il processo di crescita osseo scheletrico, gli spazi vuoti possono essere sostituiti con impianti dentali anche in età senile molto avanzata. L’inserimento degli impianti dentali è doloroso? No, l’inserimento degli impianti dentali viene eseguito in anestesia locale. Si prova dolore o fastidio dopo l’inserimento degli impianti dentali? No, grazie ad un tipo chirugia implantare mini invasiva si riduce al minimo il disagio ed il discomfort per il paziente, che nel giro di poche ore può tornare alle sue normali attività. In alcuni casi possono subentrare disturbi analoghi a quelli di una semplice estrazione dentale. Qual è la durata media di un impianto dentale? Sane e corrette abitudini d’igiene orale, come spazzolarsi accuratamente, passare il filo interdentale e lo scovolino, insieme a controlli periodici e sedute d’igiene presso lo studio dentistico, ne garantiscono una lunghissima durata. VANTAGGI DEGLI IMPIANTI: - Mantengono sani i denti naturali - Sono affidabili e duraturi - Sono estetici - Tutelano le strutture ossee - Sono economici Sarà possibile così evitare tutti gli inconvenienti dovuti a ponti, protesi mobili, totali o parziali.

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L’implantologia spesso costa meno degli altri trattamenti. Considerando il tempo impiegato per adattare continuamente le protesi o riparare i danni provocati nel tempo dai ponti, si può

Il Dott. Giuseppe Guiducci si laurea in Odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università “G.D’Annunzio” di Chieti, frequenta il reparto di Odontostomatologia e la sala operatoria di Chiriurgia Maxillo facciale dell’ospedale San Liberatore di Atri. Nell’ottica di un continuo aggiornamento, essendo le terapie odontoiatriche in continua evoluzione e potendo disporre di tecniche sempre più efficaci per risolvere i problemi dei singoli pazienti, il dr. Giuseppe Guiducci segue ogni anno in Italia e all’estero numerosi Corsi di “Educazione continua in medicina” certificati a livello nazionale. Nello studio del Dott. Guiducci vengono impiegate le migliori tecnologie a disposizione nel campo odontoiatrico, al fine di poter effettuare interventi curativi e riabilitativi in condizioni ottimali per il paziente. Con l’ausilio di tecnologie avanzate, il Dott. Guiducci dà la possibilità si suoi pazienti di effettuare le visite e gli interventi senza disagio alcuno. L’équipe del Dott. Guiducci è formata da personale altamente professionale e qualificato in grado di venir incontro alle esigenze del paziente che da subito si sentirà a suo agio. Lo Studio Dentistico Guiducci mantiene sempre la massima attenzione nell’effettuazione delle diagnosi, e soprattutto nella programmazione del ciclo di cure riabilitativo, tenendo anche conto delle esigenze fisiche, anatomiche, oltre che sociali e lavorative del paziente.



mamme&bimbi ecografia dell’anca nei neonati a cura del Dott. Sergio Guerri Direttore Diagnostica Ecografica - Chieti

risolvere la displasia dell’anca a cura della Dott.ssa Elsa Andreoli Clinica Ortopedica e Traumatologica Università “G. D’Annunzio” - Chieti - Pescara

la balbuzie in classe

a cura di Marco Santilli Centro Specialistico Eliminazione della Balbuzie - Roma

EDIZIONE PRIMAVERA 2014

aiuto! mio figlio sanguina dal naso a cura del Dott. Francesco Berni Canani Specialista in Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale - Ospedale S. Spirito di Pescara





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ecografia dell’anca nei neonati La displasia dell’anca o lussazione congenita dell’anca è una patologia dell’età neonatale dovuta ad una incompleta o errata formazione in epoca fetale dell’articolazione dell’anca, nella displasia dell’anca si assiste ad una incompleta formazione dell’acetabolo del bacino che porta di conseguenza la testa del femore a fuoriuscirne. La displasia dell’anca presenta una maggiore incidenza nel sesso femminile (fino a sei volte più frequente che nei maschi) ed ha anche una discretà familiarità. Le cause della displasia dell’anca possono essere legate ad una differente serie di fattori morfologici: alterazioni del sistema osteo-cartilagineo (ovvero incompleta formazione dell’acetabolo oppure alterata formazione della testa o del collo del femore), alterazioni di tipo muscolo-tendineo (accorciamento e/o contrattura anomala dei muscoli dell’articolazione dell’anca), alterazioni capsulo-legamentose (imperfetta ed anomala formazione della capsula articolare o del legamento rotondo), alterazioni delle parti molli (ipertrofia del cuscinetto adiposo “pulvinar” posto sul fondo dell’acetabolo). Questo tipo di patologia oggi per fortuna quasi scomparsa grazie alla prevenzione ed al trattamento precoce, era responsabile in passato di gravi problemi della deambulazione nell’adolescente e nell’adulto, frequenti in letteratura (Dickens etc.) i romanzi con protagonisti adolescenti “storpi”. In passato infatti questo tipo di patologia veniva riconosciuto raramente, sia per la mancanza di strumenti diagnostici sia per la mancanza di manovre specifiche di semeiologia, e solamente in maniera tardiva, quando ormai la situazione di alterazione della morfologia e della dinamica dell’articolazione dell’anca era ormai consolidata e nulla o quasi poteva essere tentato per una cura correttiva. Al giorno d’oggi i pediatri posseggono varie armi per il riconoscimento precoce della displasia dell’anca, perlomeno nei paesi con migliore tenore di vita. 49

Prima fase fondamentale è una accurata anamnesi da parte del pediatra che porti all’eventuale identificazione di precedenti familiari di displasia dell’anca, a seguire è indispen-

diagnostica ecografica

CHIETI PESCARA teramo ABRUZZO Dott. Sergio Guerri Specialista in Ecografia Studio Medico Viale Maiella 92, Chieti - Tel. 333 5232242 Riceve anche a: Pescara, Teramo, Lanciano E-mail: sergio.guerri@tin.it Iscrizione Ordine dei Medici Numero 2732 Odm Pescara

sabile una accurata visita che può portare all’evidenziazione di sublussazioni che recedono con manovre particolari (segno di Ortolani). A seguire si rende necessaria l’esecuzione di una ecografia del bacino e dell’articolazione dell’anca; essa infatti essendo una metodica assolutamente priva di radiazioni, è sicura, facilmente ripetibile, non invasiva ed assolutamente ben tollerata dal neonato. L’ecografia dell’anca neonatale va effettuata tra il secondo ed il terzo mese di vita e richiede una particolare esperienza nel campo. L’esame dura una decina di minuti e consente di visualizzare innanzitutto la morfologia dell’acetabolo, la cavità cioè del bacino nel quale si inserisce la testa del femore, viene successivamente valutata la conformazione del margine cotiloideo, l’integrità della capsula, l’assenza di eventuali anomalie di conformazione muscolare o legamentosa. Esame più impegnativo e riservato ovviamente a casi particolari è la radiografia del bacino e delle anche, con esso si avrà una perfetta visualizzazione anche del fondo dell’acetabolo e della struttura ossea a prezzo però di una irradiazione del neonato. Il trattamento della displasia dell’anca è in genere ben sopportata dal neonato, si va dalla più semplice che consiste nell’apporre un secondo pannolino sopra quello che normalmente il neonato porta, esso infatti va a determinare una accentuata divaricazione delle cosce che costringono e stabilizzano la testa del femore nell’acetabolo. Casi più severi di displasia vengono risolti con appositi tutori rigidi. Raro infine può essere il ricorso alla chirurgia ricostruttiva della capsula o dei legamenti.


CHIETI PESCARA ABRUZZO

come risolvere la displasia dell’anca Dalla diagnosi al trattamento nel neonato. La displasia congenita dell’anca, più propriamente definita displasia evolutiva, è una deformità congenita fra le più frequentemente riscontrate nei neonati, maggiormente di sesso femminile. Conosciuta fin dall’antichità, già Ippocrate nel 400 a.C. la descrisse ipotizzando che fosse dovuta a traumi sull’addome materno ricevuti durante la gravidanza. Ancora oggi non è stata perfettamente caratterizzata dal punto di vista eziopatogenetico, anatomo-patologico ed evolutivo. Si tratta di un’anomalia di sviluppo, responsabile dell’alterazione della forma e dei rapporti tra acetabolo e femore, costituenti dell’articolazione dell’anca (Fig.1). L’alterazione morfologica è di solito presente alla nascita, ma tende a manifestarsi clinicamente solo nelle fasi successive dello sviluppo, a meno che non si tratti di forme gravi, parte di condizioni sindromiche plurimalformative. L’acetabolo, normalmente di forma emisferica, si presenta in questo caso ovalizzato e appiattito e conseguentemente non congruente con la testa femorale rotonda in esso contenuta: si determina di conseguenza una situazione di instabilità. Con l’acquisizione della stazione eretta, la testa femorale tende a fuoriuscire parzialmente (sublussazione) o completamente (lussazione), migrando superiormente. Le strutture capsulolegamentose articolari seguono la testa femorale nella sua progressione verso l’alto, si deformano e si allungano, finendo per strozzare a clessidra lo spazio articolare e impedendo quindi il riposizionamento della testa entro l’acetabolo (Fig. 2).

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La testa femorale finisce per alloggiarsi posteriormente in seno ai muscoli glutei (lussazione posteriore) oppure anteriormente sull’ileo (lussazione anteriore). Il collo del femore privo dell’azione del carico subisce anch’esso una deformazione, diventando valgo ed antiverso. La deambulazione è possibile, ma avviene con una zoppia definita “da caduta” o, se bilaterale, “anserina” a causa dell’insufficienza funzionale dei muscoli glutei le cui inserzioni, avvicinatesi funzionano come un elastico allentato. Col passare del tempo, si sovrappongono alterazioni degenerative secondarie che determinano un’artrosi dell’anca molto dolorosa ed estremamente invalidante, che necessita di interventi di protesizzazione precoce (Fig. 3).

ortopedia

Dott.ssa Elda Andreoli Specialista in Ortopedia Clinica Ortopedica e Traumatologica Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara Prenotazioni: 0871 358099

Fig. 1

Fig. 2

La storia naturale della displasia evolutiva dell’anca è stata profondamente modificata dall’avvento della diagnostica per immagini, sia radiografica e più recentemente ecografica. Infatti lo screening ecografico, che oggigiorno si esegue su tutte le neonate, permette di formulare una diagnosi precoce, entro i tre mesi di vita, allo stadio della sola instabilità dell’anca. Il conseguente trattamento precoce evita l’instaurarsi delle deformità secondarie, permettendo una maturazione normale dell’anca neonatale, prima che il bambino inizi a camminare. L’esame ecografico è uno strumento di diagnosi, non aggressivo, privo dei rischi connessi con l’esame radiografico, eseguibile già dopo la nascita. Permette di individuare la presenza di una displasia lieve in assenza di segni clinici, presenti solo nelle forme più gravi e negli stadi più avanzati.


mamme&bimbi Fig. 3 Evoluzione della displasia dell’anca (alla nascita, a 5 mesi, a 2 anni, a 20 anni)

Le anche neonatali vengono classificate in: tipo 1 (A o B) normali; tipo 2 (A, B o C) instabili, con ritardo di maturazione o critiche; tipo D in via di decentramento; tipo 3 (A o B) eccentriche (sublussate); tipo 4 eccentriche (lussate). Lo studio radiografico del bacino oggi non è più proponibile come test di screening perché utilizza radiazioni ionizzanti e non consente una diagnosi realmente precoce nelle forme lievi. Ha però un ruolo tuttora importante come accertamento diagnostico di secondo livello per decidere la terapia più idonea, e controllare l’evoluzione della patologia nel tempo. Quali sono le anche da trattare? Tutte, anche quelle con lieve ritardo di maturazione. Infatti il 50 % delle coxartrosi dell’adulto che richiedono un intervento di sostituzione protesica sono secondarie ad una displasia non perfettamente guarita. Se la diagnosi è precoce, deve esserlo anche la terapia. Se trattati prontamente entro il primo mese di vita, la maggior parte dei bambini guarisce completamente, si riducono le complicanze iatrogene e le cure sono più semplici e più brevi. L’obiettivo del trattamento della displasia dell’anca è quello di posizionare correttamente la testa del femore nel suo acetabolo, riducendo il carico sulla porzione cartilaginea del tetto, al fine di consentirne il normale sviluppo. Questo si ottiene con l’uso di divaricatori che mantengono l’arto in abduzione e flessione (posizione a rana). Ne esistono di diversi tipi, sia morbidi che rigidi. I primi si usano nei bambini molto piccoli e nelle forme più lievi. I secondi nei bambini più grandi di età e nelle forme più gravi (Fig. 4).

temibile necrosi avascolare della testa del femore che conduce ad una grave invalidità in bambini di così tenera età.

Fig. 5

Letto per la riduzione atraumatica dell’anca lussata neonatale

Dopo i 2 o 3 anni di età e fino all’adolescenza, se la displasia è evoluta in lussazione franca ed il bacino presenta una grave alterazione di forma dell’acetabolo, sono necessari interventi chirurgici più complessi, come osteotomie femorali e pelviche, che spesso ritardano solo ma non eliminano la necessità di una precoce protesizzazione dell’anca in età adulta (Fig. 6).

Fig. 4 Divaricatori d’anca (Tubingen e Ferrara)

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A volte è necessario che la posizione che la testa del femore assume durante il trattamento con divaricatore, sia controllata radiograficamente per evidenziare un’ eventuale incongruenza articolare che necessiterebbe di una differente terapia.CIn questi casi infatti, si sono già verificate le alterazioni secondarie a carico delle parti molli e per ottenere il riposizionamento della testa occorre praticare una riduzione atraumatica (Fig.5) con l’applicazione di una trazione dolce e progressiva, eventualmente associata ad interventi chirurgici su tendini e capsula articolare. Queste tecniche non sono scevre da rischi come la

Fig. 6

Lussazione congenita delle anche nell’adulto e successivo trattamento protesico.



mamme&bimbi ABRUZZO LAZIO marche MOLISE Dott. Marco Santilli Presidente dell’Associazione La Nuova Parola

il disagio della balbuzie in classe “L’insegnante come figura comportamentale” La babuzie non è una malattia, ma un disturbo motorioverbale di segno ritmo-pentagrammatico rispetto all’armonia funzionale dei suoni articolatori. Ma diviene ed è impregnata anche a scuola di relazioni disturbate psicoemotive, con possibili pericolosi strascichi per la futura personalità dell’alunno. La balbuzie è un’alterazione del ritmo dell’eloquio, non è un deficit di strutturazione del linguaggio e indubbiamente in aula diviene l’espressione di disagi comportamentali frutto della sola disfluenza.

disfluenze verbali

Dott. S. Di Donato Psicologo, Psicoterapeuta Dott.ssa L. Laschi Logopedista Centro per l’Eliminazione della Balbuzie Numero verde: 800 090 732 Infoline: 340 8671477 Sito web: www.marcosantilli.it E-mail: lanuovaparola@gmail.com

La dimensione affettiva, in casa come a scuola, deve essere presente e ricercata dall’insegnante, senza ledere la volontà dell’alunno di partecipare alle prestazioni verbali al pari degli altri, laddove l’assenza di prestazionalità genera una crisi dell’identità del sè. L’insegnante deve sapere che l’alunno balbuziente vive il rapporto con gli altri come giudizio ma non come incontro. Infatti, se in aula non ci fosse nessuno, l’alunno balbuziente non balbetterebbe. L’insegnante deve fare in modo che si sviluppi il senso di partecipazione verbale come incontro di idee e relazioni tra contenuti. Non deve ipervalutare le capacità o meno di fluente e brillante produzione verbale. Questo genererebbe un senso di impotenza: da un lato parole di significato importante come desiderio non espresso, impotente di fronte a non riuscire nella fluente motricità verbale che dovrebbe consentire di dirlo. Si genera nell’alunno un profondo stato di malessere, stress, timidezza, evitamento, disistima che si manifesta nel contesto scolastico. La scuola deve nutrire l’alunno che balbetta di sentimenti di rispetto e di normalità verso se stesso. Senza mostrarsi influenzata dalla balbuzie. E’ necessario non mostrarsi impazienti, compassionevoli, quindi, senza affettazioni ma con interessata capacità d’ascolto. 53

E’ molto importante la semplicità: far compiere cose e prestazioni continue e semplici per far sentire importante un alunno che balbetta.

Per esempio: 1) appello nel bus della gita. 2) Portare una comunicazione nell’altra classe. 3) Andare a parlare in presidenza in rappresentanza della classe. 4) Fare il lettore ufficiale per un mese. 5) Fare l’appello in sostituzione della maestra. Consiglio una strada pedagogica che applico sempre in terapia e nella formazione di insegnanti e genitori: per un problema complesso occorre una soluzione semplice, mai per un problema complesso trovare una soluzione complessa, poichè di solito la soluzione diviene più complessa del problema stesso.


Come lavarsi le mani con acqua e sapone?

Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie

LAVA LE MANI CON ACQUA E SAPONE, SOLTANTO SE VISIBILMENTE SPORCHE! ALTRIMENTI, SCEGLI LA SOLUZIONE ALCOLICA!

Bagna le mani con l'acqua

applica una quantità di sapone sufficiente per coprire tutta la superficie delle mani

friziona le mani palmo contro palmo

il palmo destro sopra il dorso sinistro intrecciando le dita tra loro e viceversa

palmo contro palmo intrecciando le dita tra loro

dorso delle dita contro il palmo opposto tenendo le dita strette tra loro

frizione rotazionale del pollice sinistro stretto nel palmo destro e viceversa

frizione rotazionale, in avanti ed indietro con le dita della mano destra strette tra loro nel palmo sinistro e viceversa

Risciacqua le mani con l'acqua

asciuga accuratamente con una salvietta monouso

usa la salvietta per chiudere il rubinetto

...una volta asciutte, le tue mani sono sicure.

WHO acknowledges the Hôpitaux Universitaires de Genève (HUG), in particular the members of the Infection Control Programme, for their active participation in developing this material. October 2006, version 1. All reasonable precautions have been taken by the World Health Organization to verify the information contained in this document. However, the published material is being distributed without warranty of any kind, either expressed or implied. The responsibility for the interpretation and use of the material lies with the reader. In no event shall the World Health Organization be liable for damages arising from its use.

Design: mondofragilis network

Durata dell'intera procedura: 40-60 secondi


aiuto! mio figlio sanguINA dal naso “La perdita di sangue dal naso di un bambino non è di solito un evento pericoloso ma suscita comunque nel piccolo paziente e nei familiari tutti uno stato d’animo caratterizzato da paura e angoscia.” Gli episodi di epistassi sono abbastanza comuni nei bambini, soprattutto in climi asciutti o durante i mesi invernali quando il calore secco all’interno delle abitazioni può causare secchezza, screpolature o croste all’interno del naso. La parte anteriore del naso contiene molti vasi sanguigni fragili che possono essere danneggiati facilmente. La maggior parte degli episodi di epistassi nei bambini si verifica nella parte anteriore del naso in prossimità delle narici. QUALI SONO LE CAUSE DEL SANGUE DAL NASO? Il sangue dal naso è causato da molti fattori, ma le cause più comuni sono le seguenti: - piccoli e ripetuti traumatismi da dita nel naso; - soffiare il naso con energia;

otorinolaringoiatria

PESCARA ABRUZZO

Dott. Francesco Berni Canani Medico Chirurgo Specialista in Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale Ospedale Civile “Spirito Santo” PE Reparto di Otorinolaringoiatria Sito web: www.specialistaotorino.it Iscrizione Ordine dei Medici Numero 32856 Odm Napoli

COME PREVENIRE GLI EPISODI DI EPISTASSI - Utilizzare un umidificatore nella stanza del bambino durante la notte. - Insegnate ai vostri figli a non soffiare il naso con troppa forza. - Mantenere sempre il naso pulito mediante l’utilizzo di una soluzione salina in gocce o spray. - Curare bene gli episodi di raffreddore. - Consultare il medico del vostro bambino per il trattamento di allergie che possano contribuire ad epistassi frequenti.

- infezioni e piccole lesioni nasali; - clima caldo-secco; - raffreddori e allergie nasali; - corpi estranei nel naso. INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO PER EPISTASSI - Calmare il bambino lasciando che sappia che lo puoi aiutare. - Far sedere il bambino con la schiena piegata in avanti (per evitare che possa ingoiare il sangue). - Pinzettare tra due dita le narici del naso per 2/3 minuti. 55

- Utilizzare una pomata emostatica all’interno del naso.

Nei casi ostinati con episodi ricorrenti di sanguinamento nasale sarebbe utile procedere ad una causticazione chimica superficiale delle varici nasali mediante dei semplici bastoncini di nitrato di argento. Questa procedura è speso ben tollerata anche dai bimbi più piccoli, può essere ripetuta più volte sino alla scomparsa di tutti i capillari responsabili dell’epistassi e non richiede alcuna anestesia locale.


Alcol: sai cosa bevi? più sai, meno rischi!

Sei a rischio per la salute se il consumo giornaliero è superiore a:

zero unità fino a 16 anni 1 unità tra i 18 e i 20 anni 1 unità oltre i 65 anni 2-3 unità per gli uomini

1-2 unità per le donne

se il consumo è zero non corri alcun rischio

1 bicchiere = 1 unità = 12 grammi di alcol Ricorda che anche un consumo minimo di alcol può comportare un rischio per la tua sicurezza e per quella degli altri

SIA

OSSERVATORIO NAZIONALE ALCOL CNESPS

SOCIETÀ ITALIANA ALCOLOGIA

WHO COLLABORATING CENTRE FOR RESEARCH AND HEALTH PROMOTION ON ALCOHOL AND ALCOHOL RELATED HEALTH PROBLEMS


estetica&benessere

EDIZIONE PRIMAVERA 2014

arriva dagli usa il cross-fit

a cura di Mimma Mandolini Docente C.S.E.N - Personal trainer fitness- posturale Pescara

la moderna medicina estetica

a cura del Dott. Donatello Di Mascio Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica - Pescara

la terapia fotodinamica

a cura del Dott. Domenico Piccolo Specialista din Dermatologia Responsabile Ariel Skin Center - Pescara - Avezzano

24/25 maggio 2014 - ingresso gratuito presso il Polo Espositivo Camera di Commercio di Pescara del Porto Turistico - Marina di Pescara.

thermage® contro l’invecchiamento

a cura della Dott.ssa Vittoria Dragani Esperta in Medicina Estetica - Pescara

Scrivi a: redazione@pocketsalute.it e seguici su L’informazione continua su www.pocketsalute.it


Campagna di sensibilizzazione sulle malattie cardio-cerebro-vascolari

METTI IN CIRCOLO LA PREVENZIONE Corretti stili di vita riducono il rischio di ictus, infarto e malattie cardio-cerebro-vascolari

Ictus e infarto sono le prime due cause di invalidità e mortalità in Italia: prevenirli è possibile. Smettere di fumare, svolgere attività fisica e seguire una sana dieta alimentare sono scelte capaci di limitare l'insorgenza delle malattie cardiocerebrovascolari. Parlane col tuo medico di fiducia.

Abruzzo Sanità: il nostro impegno per la tua salute.

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estetica

dagli usa l’allenamento CROSS FIT… “Il CrossFit® è un programma di allenamento che richiede forza e condizione atletica, creato da Greg Glassman. ” Le sue origini risalgono agli anni ’70, sebbene abbia iniziato a richiamare l’attenzione del pubblico soltanto verso la seconda degli anni ’90, quando Glassman fondò la propria palestra a Santa Cruz, California, nel 1995. Cross in inglese significa “incrocio, mescolanza”. Questa pratica combina un insieme di movimenti eseguiti ad alta intensità per tonificare tutta la muscolatura. Praticamente un mix di sollevamento pesi, esercizi a corpo libero e allenamento cardiovascolare, uniti in un’unica sessione, sempre diversa e non specifica: l’obiettivo, quindi, non è rassodare gli addominali o assottigliare il girocoscia, ma rinforzare tutto il corpo. Ci si esercita con corsa, vogatore, salto della corda, arrampicata e spostamento di carichi pesanti. Si utilizzano inoltre manubri, anelli da ginnastica, sbarre per trazioni, kettbell (un peso a forma sferica con la maniglia). GLI ESERCIZI FONDAMENTALI SONO: deadlift, clean, squat, presses e snatch uniti con le basi della ginnastica a corpo libero: pull-up, dip, arrampicata sulla corda, push-up, sit-up, presse in piedi, piroette, flip, spaccate e prese. La persona che si allena di CrossFit® deve padroneggiare i dieci punti fondamentali del fitness: 1. resistenza cardiorespiratoria: l’abilità dei sistemi del corpo di raggruppare, elaborare e fornire ossigeno.

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personal training

PESCARA ABRUZZO Dr.ssa Mimma Mandolini Laureata in Scienze Motorie Docente C.S.E.N Personal trainer fitness- posturale Campionessa del Mondo di Kick Boxing Infoline 328 835 0813 mimmamandolini@libero.it

7. coordinazione: l’abilità di combinare una serie di movimenti distinti in un unico movimento. 8. agilità: l’abilità di diminuire il tempo di transizione da una serie di movimenti a un’altra. 9. equilibrio: l’abilità di controllare la posizione del centro di gravità di un corpo in relazione alla sua base di supporto. 10. precisione: l’abilità di controllare un movimento in una direzione o a un’intensità specifica. BENEFICI. Il CrossFit® migliora lo stato di fitness aumentando la capacità di lavoro in tutti questi ambiti grazie ad un adattamento neurologico ed ormonale di tutte le vie metaboliche: durata, resistenza, forza e flessibilità si esercitano con l’allenamento (attività che migliorano le prestazioni attraverso un cambiamento organico misurabile del corpo); coordinazione, agilità, equilibrio e precisione si esercitano con la pratica (attività che migliorano le prestazioni attraverso cambiamenti del sistema nervoso); potenza e velocità si esercitano sia con la pratica che con l’allenamento.

2. resistenza muscolare: l’abilità dei sistemi del corpo di ela- Già dopo un paio di mesi di pratica si possono avere borare, fornire, immagazzinare e utilizzare energia. risultati evidenti sul fisico, con incremento della massa muscolare a discapito di quella grassa: nel 3. forza: l’abilità di un’unità muscolare, o di una combinazione crossfit si bruciano molte calorie (dalle 400 alle700 di unità muscolari, di applicare la forza. in un’ora), e al tempo stesso si dà un’accelerata al metabolismo, il motore dell’organismo che consen4. flessibilità: l’abilità di massimizzare l’arco di movimento di te di smaltire quanto assimilato con l’alimentazioun’articolazione. ne. Gli allenamenti sono di breve durata, dai 15 ai 40 minuti. 5. potenza: l’abilità di un’unità muscolare, o di una combinazione di unità muscolari, di applicare la forza massima per un Per imparare il crossfit è necessario affidarsi ad un tempo minimo. personal trainer competente che abbia acquisito una certificazione CrossFit®. Se non avete paura 6. velocità: l’abilità di ridurre il tempo di ripetizione di un mo- di allenarvi seriamente...forza, é ora di metvimento ripetuto. tersi alla prova!


LA MEDICINA ESTETICA MODERNA “Negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo impetuoso della medicina estetica che è passata da cenerentola della medicina a vera e propria branca che potrebbe in un futuro prossimo sfociare in una vera e propria specializzazione.” Questo si deve, come sempre avviene nelle materie scientifiche, a una migliore conoscenza dei problemi legati all’invecchiamento cutaneo, a scoperte di materiali sempre più sicuri, a nuove metodologie e trattamenti perfezionati nel tempo. Però non tutto ciò che è pubblicizzato mantiene le aspettative e soprattutto i risultati. La medicina estetica per antonomasia si occupa della superficie cutanea (ma non solo come vedremo) ha come suo target la pelle che a oggi rimane uno degli organi più complessi ancora molto “misterioso” che si lascia avvicinare e “curare” con cautela. La prima condizione che osserviamo in un paziente è il tipo di pelle (viso, collo, decolleté e mani, le aree maggiormente foto-esposte), il suo colore, la presenza d’imperfezioni (macchie, cicatrici, peluria in eccesso, rughe e solchi troppo accentuati), la distribuzione dei volumi partendo dall’alto le arcate orbitarie, il dorso del naso, gli zigomi, la forma e volume delle labbra e in fine la prominenza del mento. Nella faretra del moderno (e onesto) medico estetico ci sono molte frecce ognuna con una indicazione precisa; la nostra perizia sta nel personalizzare il/i trattamenti per ogni paziente per rendere più piacevole l’aspetto esteriore con innegabile miglioramento della sfera emotiva. 60

Ritengo che il primo passo sia migliorare il colore e la sua omogeneizzazione; questo può essere raggiunto con l’uso di creme

chirurgia plastica

PESCARA ABRUZZO

Dott. Donatello Di Mascio Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica Studio Medico Via Fabio Filzi 5, Pescara Tel. 338 9304564 E-mail donatello.dimascio@alice.it Iscrizione Ordine dei Medici Numero 5255 Odm Parma

esfolianti e depigmentanti (faccio preparare personalmente dei prodotti galenici personalizzati per i miei pazienti); tali trattamenti li consiglio solo la notte per poi proteggersi in modo intenso durante il giorno dalla luce artificiale e naturale. Tale trattamento può essere a se stante, ma spesso rappresenta la preparazione al trattamento laser CO2 frazionale che rappresenta il golden standard nel resurfacing del viso, collo, decolleté e mani. Sia le creme esfolianti/depigmentanti che il laser hanno l’indubbio vantaggio di determinare una intensa stimolazione del derma responsabile del “ringiovanimento”. Il Needling è un’altra tecnica che riesce a stimolare il derma in modo significativo e può essere ripetuto molte volte. Tecnica alternativa è il peeling chimico medio/ profondo, ma ha come svantaggio il tempo di recupero (downtime) che è molto più lungo delle tecniche appena descritte e pur mantenendo la sua proverbiale efficacia oggi ha indicazioni molto più ristrette. La presenza di couperose o peluria indesiderata possono trovare soluzione nella IPL (luce pulsata), le telengectasie gli spider naevi e i capillari sono trattati con successo con il ND:YAG LASER, o con le tradizionali sclerosanti oggi mouse per i capillari degli arti inferiori unite a calze a compresione graduata.


estetica La presenza di rughe frontali glabellari e perioculari (zampe di gallina) oggi trovano la migliore risposta nelle iniezioni di botulino, tanto che oggi la richiesta di lifting frontale si è notevolmente ridotta. Consiglio i miei pazienti di non fare il botulino più di due volte l’anno, per mantenere il massimo effetto.

I RISULTATI

La presenza di rughe e solchi accentuati trovano la loro soluzione nei fillers che hanno la capacità di riempire senza stravolgere, personalmente consiglio prodotti riassorbibili in quanto sono più prevedibili e privi di complicanze rispetto ai fillers permanenti, senza contare che sono molto meno onerosi. La sostanza che oggi ha monopolizzato il mercato tra i prodotti iniettabili è l’Acido Jaluronico declinato in innumerevoli prodotti finalizzati alla Biorivitalizzazione per migliorare il turgore e idratazione della pelle, al riempimento delle rughe e al miglioramento dei solchi, utili nel ridare turgore o volume alle labbra Paris Lip (non mi piacciono i canotti), fino a formulazioni adatte a ripristinare il volume agli zigomi che con il tempo si “sgonfiano”. Quando la rilassatezza delle guance, del profilo mandibolare e il collo fanno perdere appeal oggi è possibile ricorre all’uso di fili Silhouette Lift® che riescono a risollevare il sopracciglio, gli zigomi, a migliorare il profilo mandibolare e del collo. Tali fili sono costituiti di materiale che noi utilizziamo in chirurgia da più di 35 anni di cui sappiamo tutto e che sono praticamente privi di controindicazioni. Altro nemico sempre presente è la cellulite che con la sempre valida Mesoterapia nelle formulazioni più recenti unita all’uso costante di calze a compressione graduata riesce a mantenere delle gambe/coscie toniche e snelle; un valido aiuto per la cellulite è dato anche dalle iniezioni superficiali di miscela di OssigenoOzono; l’uso dell’ozono terapia però ha un campo di applicazione molto più vasto e va oltre la medicina estetica sfociando nella medicina rigenerativa del benessere.

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laser

DOPO

btx + laser

DOPO

paris lip

DOPO


estetica PESCARA L’AQUILA ABRUZZO

Utilizzo della Terapia Fotodinamica

“Per il trattamento di tumori cutanei non melanoma e in medicina estetica.” La Terapia Fotodinamica (PDT) è una modalità terapeutica che prevede l’uso sequenziale di un prodotto fotosensibilizzante, somministrato localmente, e di una sorgente di luce adatta ad attivarlo. In presenza di tessuti contenenti ossigeno, avviene una reazione fotodinamica con produzione di radicali liberi dell’ossigeno e conseguente morte cellulare. Il Fotosensibilizzante per la PDT cutanea deve essere una molecola non tossica per l’uomo, di piccole dimensioni per poter penetrare attraverso la cute e in grado di selezionare tra cellule sane e cellule malate o tumorali. Negli ultimi anni si è imposto l’Acido 5-aminolevulinico o più semplicemente 5-ALA. La luce rappresenta l’energia necessaria per attivare il farmaco, in questo caso la Protoporfirina IX (PpIX). La luce da somministrare non deve avere un effetto biologico, come per esempio nei trattamenti LASER, in cui è la luce stessa che va a distruggere le cellule. Si tratta solo di innescare una reazione fotochimica e di attivare la PpIX. Per verificare se il 5-ALA è penetrato e se all’interno delle cellule tumorali è stato trasformato in PpIX è sufficiente illuminare l’area con una lampada a luce di Wood (black light). Se la reazione è avvenuta apparirà un colore rosso scuro. Per l’attivazione del farmaco foto sensibilizzante si utilizzano di solito lampade specifiche a luce rossa di lunghezza d’onda attorno ai 630nm. La luce pulsata intensificata (IPL) è una sorgente luminosa ad alta intensità con uno spettro di radiazione con una lunghezza d’onda variabile da 300 fino a 1200 nm ed è comunemente utilizzata per il trattamento di numerose patologie cutanee. Con un filtro opportuno ed un programma specifico è possibile utilizzare l’IPL come sorgente luminosa per attivare l’acido 5aminolevulinico. La terapia fotodinamica (PDT) si sta dimostrando molto efficace nel trattamento di tumori primitivi e secondari non melanoma (Fig. 1), in certe lesioni precancerose, acne e cicatrici postacneiche, verruche volgari e piane, per il fotoringiovanimento e recentemente per l’epilazione progressiva.

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Nell’acne volgare la PDT si è dimostrata un trattamento al-

dermatologia

Dott. Domenico Piccolo Responsabile Skin Centers Pescara-Avezzano Incoming President Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali (AIDA) Studi Medici Skin Center Via Napoli 17, Pescara Tel. 08536295 Via Monte Velino 68, Avezzano (AQ) Tel. 086321253 Sito web: www.skincenters.it

ternativo molto efficace; solitamente si effettuano 3-6 sedute con un intervallo di 10 giorni per ottenere un ottimo miglioramento clinico per forme di media-grave entità (Fig. 2). Per il fotoringiovanimento è sufficiente un tempo di applicazione del fotosensibilizzante di circa 90 minuti. Le applicazioni possono essere ripetute a seconda del grado di foto-invecchiamento cutaneo. Per mantenere i risultati ottenuti è sufficiente ripetere il trattamento 1-2 volte l’anno. Recentemente, la PDT è stata utilizzata anche per il trattamento dell’Alopecia areata a piccole e grandi chiazze con risultati molto interessanti (Fig. 3).

Fig. 1 - Epitelioma basocellulare prima e dopo 2 anni dal trattamento di PDT

Fig. 2 - Paziente con acne volgare dopo 6 PDT

Fig. 3 - Paziente con alopecia areata dopo 6 sedute di PDT


estetica

contro i segni dell’invecchiamento

Grazie al Thermage® si riducono efficacemente e senza rischi i segni del tempo. La radiofrequenza è una metodica non invasiva, che impiega uno stimolo fisico privo di rischi ma allo stesso tempo molto efficace, per combattere la lassità dei tessuti e la perdita di tono del derma, correlati all’invecchiamento cutaneo. Il Thermage® è un apparato che sfrutta la radiofrequenza per distendere cute e tessuti, sviluppato da Thermage. Inc (Hayward, CA, USA) ha ricevuto numerose approvazioni da parte della FDA americana nel 2001. Thermage® è la sola metodica non invasiva che permette di distendere la cute senza ricorrere ad un intervento chirurgico. Il collagene è la proteina che permette di rendere la pelle distesa e compatta e viene prodotto nel derma (strato profondo della pelle). Con il passare del tempo si assiste ad una riduzione progressiva della quantità e la produzione di collagene ed iniziano a comparire segni di rilassamento della cute con la formazione di rughe dapprima superficiali e poi sempre più profonde.

L’azione del Thermage® si esplica sul derma stimolandone la contrazione della pelle e sulla produzione di nuovo collagene, per aumentare il turgore e la distensione del volto, donando al viso un aspetto più giovane e sano. Thermage® è costituito da un manipolo che termina con un sofisticato puntale che rilascia una quantità controllata di energia sotto forma di calore. Durante la seduta la pelle in superficie è continuamente raffreddata ed il calore raggiunge così solo il derma ed il tessuto sottocutaneo escludendo il pericolo di ustioni o danni superficiali. 63

Il paziente avverte una sensazione di calore profondo della durata di una frazione di secondo e normalmente non si avverte dolore.

medicina estetica

PESCARA ABRUZZO

Dott.ssa Vittoria Dragani Esperta in Medicina Estetica Studio Medico Viale Regina Margherita 49, Pescara Tel. 085 4227339 Sito web www.vittoriadragani.it Iscrizione Ordine dei Medici Numero 3806 Odm Chieti

Al termine del trattamento è possibile riscontrare un lieve eritema transitorio e in alcuni casi un edema leggero che può perdurare per qualche giorno. Il trattamento non è di alcun impedimento per lo svolgimento delle attività quotidiane che possono essere riprese nell’immediato. Il trattamento Thermage® è una procedura ambulatoriale ed ha una durata di 1-2 ore, le aree più estese richiedono un tempo maggiore. Le aree che possono essere trattate sono: volto, collo, braccia, addome e interno coscia. I candidati ideali per il Thermage® sono i pazienti fra i 35 ed i 55 anni, con moderata lassità cutanea e rughe medio superficiali del viso o con lassità importante e rughe profonde del viso che non desiderano sottoporsi ad un intervento chirurgico. Per i risultati è normalmente necessario attendere dai quattro a sei mesi. I risultati sono graduali e variabili da paziente a paziente e si mantengono per alcuni anni. Per la maggior parte dei pazienti una seduta è sufficiente, per una piccola percentuale (5%) è necessaria una seconda seduta. Thermage® è a tutt’oggi la metodica più efficace contro il rilassamento cutaneo ed è considerata a livello mondiale la Radiofrequenza di riferimento per l’utilizzo in Medicina estetica.



veterinaria

PRIMAVERA: TEMPO DI PASSEGGIATE E PREVENZIONE! Con la primavera alle porte il desiderio di vita all’aperto, di passeggiate in campagna, in pineta o in montagna con il nostro amico a quattro zampe diventa sempre più vivo. Ma affinché queste meravigliose esperienze rimangano tali è necessario prendere qualche piccolo accorgimento per proteggere il nostro cane dal risveglio di diversi parassiti, che con l’aumento delle temperature, riprendono a pieno il loro ciclo biologico. In particolare, in questo articolo parleremo di pulci, zecche e flebotomi, piccole zanzare vettori di un protozoo molto diffuso nel Centro-Sud Italia, ossia la Leishmania. Le pulci sono piccoli insetti ormai adattatesi perfettamente anche alle temperature delle nostre case. Ciò implica che esse siano presenti, da diverso tempo, non solo in primavera-estate, sebbene questo è il periodo più critico, ma per tutto l’anno. La loro presenza deve allertare il proprietario, non solo per il disagio provocato all’animale, a causa del loro costante movimento, ma anche perché possono veicolare parassiti endogeni, come la tenia del cane o determinare in alcuni soggetti predisposti, forme allergiche risolvibili solo con l’utilizzo di antibiotici e/o corticosteroidi. Il loro ciclo biologico prevede che pochi adulti compaiono il pasto di sangue sul cane e che la maggior parte di essi e le forme larvali viva negli anfratti del nostro giardino, di divani e tappeti. Per cui per una perfetta eradicazione è necessario trattare il cane con opportuni antiparassitari e disinfettare con cura i luoghi di riposo del nostro amico. Anche le zecche, che appartengono alla famiglia degli aracnidi, ossia dei ragni, devono essere prontamente eliminate, con gli stessi farmaci utilizzati per le pulci. Infatti, se una infestazione massiva può portare anche a livelli di anemia molto grave, il morso di un singolo parassita può comportare l’insorgenza di altre patologie, come la Rickettsiosi o l’Erlichiosi. 65

In ultimo l’utilizzo di specifici antiparassitari è fondamenta-

il veterinario risponde

TERAMO ABRUZZO

Dott.ssa Francesca Serafini Medico Veterinario Infoline serafinifra@libero.it Iscrizione Ordine Medici Veterinari PE 209

le per evitare la puntura dei flebotomi, che come già accennato inoculano la Leishmania, malattia molto grave, con svariate caratteristiche cliniche, a volte anche subdole. Di conseguenza la parola chiave di questo articolo è sicuramente prevenzione, che non può essere effettuata senza l’utilizzo degli antipassitari. I prodotti in commercio sono multipli. Ci sono collari, spot on, farmaci orali (benchè siano limitati per il momento solo alla prevenzione delle pulicosi) e fitofarmaci, ma indipendemente dalla scelta tutti devono essere applicati in maniera costante soprattutto tra Marzo e Ottobre. Sarà il vostro veterinario a consigliarvi per il meglio in base alle caratteristiche del vostro animale e ai dati epidemiologici della vostra regione. Ultimo consiglio per cui non c’è prevenzione è quello di prestare attenzione durante le passeggiate in pineta. In questi luoghi vivono simpatici bruchini, le processarie. Il loro nome deriva dall’abitudine di formare file indiane se obbligate a scendere a terra dagli alberi, dove vivono. Il contatto è fortemente caustico, sia per ingestione che inalazione dei peli urticanti che ricoprono il loro corpo. Ciò può determinare una necrosi delle mucose, come lingua, faringe, laringe e albero respiratorio creando lesioni anche molto gravi. Quindi se le incontrate, cambiate strada! Dunque, armati di costanza, pazienza e attenzione, vi auguro buona passeggiata!


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FARMACIE STUDI MEDICI

CIOFANI

progetta e realizza arredi su misura, garantendo la propria competenza in tutte le fasi, dalla progettazione fino alla realizzazione e al montaggio. Una linea di prodotti dalle caratteristiche di versatilità e flessibilità, in grado di adattarsi alle esigenze del cliente grazie alle infinite possibilità di configurazioni e soprattutto grazie alla possibilità di variarne i dettagli con tutta la libertà che si ritiene necessaria, grazie alla lavorazione artigianale su misura. Con importanti esperienze nella fornitura di arredamento e nell'allestimento di cliniche e studi medici, Ciofani progetta e arreda spazi di tutte le dimensioni per le attività legate alla salute e alla cura della persona: studi medici, farmacie, studi dentistici, cliniche e ambulatori. Ambienti accoglienti realizzati su misura, mobili di design dalle forme armoniose, illuminazione e scelte cromatiche che favoriscono il relax e la tranquillità dell'assistito. Le soluzioni di arredamento Ciofani per il settore medicale sono pensate per creare contesti rassicuranti e motivanti, a vantaggio dell'immagine del centro e della sua capacità di generare fiducia nella clientela e nei visitatori. DAL 1953, ARREDI SU MISURA

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PESCARA Via Mezzanotte 100, Tel. 0854517987 Info 3289644554 - 3277453528 - 3888692534


guardia medica Viene attivata il giorno prefestivo (sabato) alle ore 10.00 e rimane in servizio sino alle ore 8.00 del giorno successivo al festivo (Lunedi)

Pescara

Largo Luciano Lama (ex Via Renato Paolini n° 68) Tel. 085 28868 oppure 085 4253191

Chieti

Via Nicolini - Tel. 0871 358817 oppure 0871 358816

Teramo

Ospedale Civile P.zza Italia - Tel. 0861 429277

L’Aquila

Viale Collemaggio - Tel. 0862 410790 oppure 0862 368836

San Benedetto del Tronto Via Manara 7 - Tel. 0735 82680

Campobasso

Via Marche, 1 - Tel. 0874 411530

Roma

Via Filippo Meda 35 - Tel. 06 570600 Il servizio è attivo nei seguenti orari: notti feriali e festive dalle 20.00 alle 08.00; giorni prefestivi dalle 10.00 alle 20.00; giorni festivi dalle 08.00 alle 20.00. La Guardia Medica garantisce l’assistenza sanitaria per situazioni che rivestano carattere di urgenza a tutti gli utenti (residenti e non) negli orari in cui non sono disponibili i medici di assistenza primaria ed i pediatri di libera scelta.

FARMACIE DI TURNO ABRUZZO Per info sulle farmacie di turno, quelle di appoggio e le guardie mediche consultate i siti: www.ausl.pe.it - www.aslteramo.it www.aslchieti.it - www.asl1.abruzzo.it Per informazioni e consigli su farmaci, prodotti da banco, ticket e tutto ciò che riguarda il mondo delle farmacie consultate il sito: www.federfarma.it

ROMA CITTA' In qualsiasi giorno dell’anno, in qualsiasi momento del giorno, telefonando al numero 06 228941 potrete conoscere l’indirizzo della farmacia di turno più vicina. Servizio a cura della Assiprofar Federfarma Roma. Per informazioni sugli orari di apertura, le farmacie di turno e le farmacie notturne consultate il sito: www.federfarmaroma.com

SAN BENEDETTO DEL TRONTO Per informazioni sugli orari di apertura, le farmacie di turno e le farmacie notturne consultate il sito: http://salute.regione.marche.it

CAMPOBASSO Per informazioni sugli orari di apertura, le farmacie di turno e le farmacie notturne consultate il sito: www.federfarmamolise.com



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