Pocket Salute Pescara-Chieti Novembre 2009

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reg. trib.di Pescara n.24/08 del 7/11/2008

Edizione Pescara/Chieti - Anno II n°3 Novembre 2009

psico

filo-diretto la psicologa risponde alle vostre domande

benessere chiropratica

per diminuire la pressione sanguigna

bellezza

speciale L’X fragile e il suo subdolo andamento

medicina estetica tutta la verità sul botulino

sesso tarda età

l’avanzare dell’età non ferma la sessualità

salute

tiroidite acuta

con l’autunno torna di attualità questa patologia

Con il Patrocinio del Comune e della Provincia di Pescara


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Editoriale del mese Gentili Lettori, con piacere Vi informiamo che Pocket Salute ha appena ricevuto il patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio. Ringraziamo l’On. Bruno Astorre per la stima espressa e gli auguri di buon inzio. Il riconoscimento si aggiunge ai già presenti patrocini della Provincia di Roma, del Comune e della Provincia di Pescara ed alla collaborazione del Policlinico Umberto I, l’Università La Sapienza di Roma e l’Università “G.D’Annunzio” di Chieti-Pescara. L’interesse delle istituzioni è per noi la conferma dell’effettiva valenza socio-sanitaria del progetto che nasce e si sviluppa come carta dei servizi al cittadino. Vi invitiamo a scriverci sottoponendoci quesiti, dubbi, richieste di consigli in materia di informazione sanitaria, ricordandoVi che la nostra redazione è sempre a Vostra disposizione. Non dimenticate, inoltre, di consultare il nostro aggiornatissimo portale www.pocketsalute.it dove troverete i curricula dei nostri specialisti, i numeri utili, gli elenchi Onlus e tanti articoli divulgativi dedicati al mondo della salute e del benessere. Giulia Mincarini e Serena Zimuel, Responsabili di Pocket Salute per le vostre lettere scrivete a : redazione@pocketsalute.it


Pocket Salute Rivista gratuita mensile Edizione Pescara-Chieti Reg. Tribunale di Pescara n.24/08 del 7/11/2008 reg. ROC n.18668 Con il patrocinio della Provincia di Pescara

PROVINCIA DI PESCARA

Con il patrocinio del Comune di Pescara

Direttore responsabile Daniele Giangiulli redazione@pocketsalute.it Direttore editoriale Serena Zimuel serena.zimuel@pocketsalute.it 334 8872311 Direttore commerciale Giulia Mincarini giulia.mincarini@pocketsalute.it 392 3289668 Grafica ed impaginazione Serena Zimuel

Comune di Pescara

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Pocket Salute Edizione Pescara/Chieti - Anno II n° 3 Novembre 2009

pag.32-33

speciale

L’X fragile e il suo subdolo andamento

13 la psicologa risponde la rubrica del filo-diretto con i nostri lettori

27 tiroidite subacuta

con l’autunno torna di attualità questa patologia

41 chiropratica

per diminuire la pressione sanguigna

47 medicina estetica

tutta la verità sul botulino visita preliminare ed utilizzo

57 sesso e tarda età

l’avanzare dell’età non ferma la sessualità

il mal di schiena nei giovani pag.23

il trova-facile

guida pratica al benessere pag. 40


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Il dovere d’informare Il diritto di conoscere


associazioni non-profit

La solidarietà in primo piano

aiutaci ad aiutare il prossimo... AGE - Associazione Italiana Genitori Il Progetto Andrea nasce nel 1995 presso l’ospedale di Latina. Rappresenta un esempio concreto del patto di solidarietà tra i bambini e gli adolescenti ricoverati, i loro genitori, gli operatori sanitari, le istituzioni, il mondo del volontariato, della cittadinanza attiva, della scuola. Sito: http://www.age.it AGBE - Associazione Genitori Bambini Emopatici L’Associazione nasce per seguire più da vicino, e meglio, la vita dei bambini che frequentano il reparto ed il day hospital ematologico. Sito: http://www.agbe.it AGDE - Associazione Guarigione dalle Epatopatie L’A.G.d.E., Associazione per la Guarigione dalle Epatopatie, opera ormai da diversi anni a sostegno delle persone affete da malattie del fegato. I fini sono il sostegno ai Pazienti in tutte le forme effettuabili, compreso il reperimento di mezzi per sostenere l’attività della Struttura di Epatologia di Pescara Sito: http://www.agde.it AIDO - Associazione Italiana per la Donazione di Organi e Tessuti e Cellule L’A.I.D.O. conduce quotidianamente una battaglia difficile contro le paure, i dubbi, le diffidenze legate ad un tema difficile come quello della donazione di organi. I volontari del Gruppo Comunale e della Sezione Provinciale risponderanno a tutte le domande presso la nostra nuova sede all’interno dell’Ospedale Civile “Spirito Santo” di Pescara. Sito: http://www.aido.it Domenico Allegrino O.N.L.U.S. L ’Associazione interviene per sostenere

attraverso la soddisfazione di bisogni reali, il valore dell’essere umano e per contribuire a diffondere la cultura della solidarietà Sito: http://www.domenicoallegrino.it FIDAS Pescara- Donatori Sangue L’attuale FIDAS PESCARA ha la sua origine dalla spinta unitaria che animò gruppi di donatori. Con il tempo le attività di propaganda si sono intensificate e l’attenzione si è spostata anche sul mondo dei giovani. Sito: http://www.fidaspescara.it Marco di Martino O.N.L.U.S. L’associazione si prefigge la realizzazione di opere umanitarie attraverso l’elargizione di aiuti finanziari e morali alle persone,ai giovani, agli adolescenti ed ai più piccoli. Intende favorire inoltre, la crescita sociale, culturale, civile per lo sviluppo delle pari opportunità fra i Popoli Sito: http://www.onlusmarcodimartino.org S.M.I.C.I. ONLUS – Sostegno Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali L’associazione nasce nel 2007 per volontà dei genitori di bambini affetti da patologie rare ma gravi come malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa. L’obiettivo primario è quello di fornire aiuto e sostegno ai piccoli pazienti, alle famiglie e all’U.O.S. di Gastroenterologia Pediatrica dell’ospedale “Spirito Santo” di Pescara. http://www.smici-onlus.it Vides Pescara O.N.L.U.S. Promuove il volontariato giovanile con particolare attenzione alle problematiche relative alla prevenzione del disagio minorile. Dal 1995 il Vides è impegnato nelle adozioni a distanza e nei microprogetti. Ad oggi beneficiano del progetto SAD ( Solidarietà a distanza) circa 6.000 bambini distribuiti in 22 nazioni. Sito: http://www.videspescara.org

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neurologia

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TERAPIA FISICA NELLA MALATTIA DI PARKINSON La riabilitazione motoria del paziente affetto dalla malattia di Parkinson deve essere volta alla mobilizzazione articolare, al rafforzamento muscolare, ma deve anche attivare il più possibile i meccanismi mentali che conducono all’esecuzione volontaria dei gesti la cui automaticità è persa. Gli esercizi più indicati sono quelli che migliorano l’equilibrio, la coordinazione e la respirazione. Il tremore, specialmente degli arti, è un sintomo che può interferire con le attività quotidiane. Ci sono delle strategie per superare questa difficoltà: ad esempio premere il gomito del braccio affetto contro il costato per stabilizzare la parte superiore dell’arto. Durante la deambulazione il paziente parkinsoniano può bloccarsi. La soluzione a questo problema è di cercare di raddrizzarsi e cominciare ad oscillare a destra e a sinistra fino a trovare lo slancio adeguato per dare il passo. Per superare la tendenza a compiere passi brevi e rapidi il paziente può fermarsi, stabilizzare i talloni a terra e distanziare i piedi di alcuni centimetri. Nel dare il passo il paziente appoggerà prima il tallone e poi la punta. Per girarsi su se stesso, il paziente non dovrebbe mai far leva su un solo piede o incrociare le gambe, ma dovrebbe nel camminare descrivere un semicerchio, mantenendo i piedi leggermente separati l’uno dall’altro. Il paziente parkinsoniano può lamentare difficoltà a girarsi nel letto. La soluzione, partendo dalla posizione supina, è di sollevare le braccia in alto e nel contempo piegare le gambe portandole di lato, girare la testa verso lo stesso lato verso cui si sono porta-

te le gambe e abbassare le braccia verso lo stesso lato. Un altro problema importante è rappresentato dalle cadute a terra. Quando un paziente parkinsoniano cade, dovrebbe restare un minuto a terra in modo da recuperare la calma. Se non è possibile sollevarsi senza aiuto, converrebbe spostarsi verso un punto fermo al quale appoggiarsi (ad es. il letto). Sembra che la fisioterapia migliori la qualità di vita correlata alla salute, le condizioni fisiche generali, la forza muscolare, l'equilibrio e la velocità dell'andatura. Oltre alla fisoterapia ci sono però una serie di vari consigli pratici che portano un sollievo giornaliero ai pazienti affetti da morbo di Parkinson. Infatti, quando un paziente è ben informato, la malattia è più sopportabile ed è più facile dare un aiuto concreto: perciò nel prossimo articolo riporteremo una serie di consigli forniti in una pubblicazione della Roche Germania, allo scopo di facilitare la vita quotidiana a prescindere dalla terapia farmacologica usata, come scrive l’autrice del testo originale (Tips, die Parkinson-Patienten täglich Erleichterung bringen! Dr. med. Gudrun Ulm), interessata a dare un aiuto nei cosiddetti “piccoli problemi di ogni giorno”, che sono spesso così pesanti che in ogni momento ricordano la malattia, che spesso invalidano non solo la vita del paziente ma anche quella dei caragivers che troppo spesso si trovano di fronte alla gestione di una patologia in cui l’invalidità è sia fisica che psichica.

Prof. Marco Onofrj Specialista in Neurologia www.marcoonofrj.it Via Campobasso 26, Pescara tel: 085-2058931 cell: 331 292646

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POSTA CERTIFICATA Il Decreto legge n.185 del 29/11/2008, convertito nella legge n.2 del 28/01/2009, prevede che i Liberi professionisti e le Aziende debbano dotarsi di una casella di posta elettronica certificata rispettivamente entro uno e tre anni. Il sistema di Posta Certificata, sfruttando protocolli di sicurezza quali https, smtps, pop3s e imaps, riesce a fornire agli utenti un servizio sicuro che sostituisce il tradizionale servizio di posta (elettronica e cartacea), limitando inoltre il fenomeno dello SPAM (messaggi di posta indesiderata). La Posta Certificata garantisce che il messaggio provenga da un indirizzo e-mail certificato, attivato tramite un gestore di posta certificato. Durante la sua trasmissione il messaggio NON può essere alterato e, nel momento in cui esso giunge al server del gestore certificato per l’invio, ottiene un codice identificativo ben preciso che verrà riportato sulla Ricevuta di Accettazione e che corrisponderà anche a quello indicato nella Ricevuta di Consegna. La Ricevuta di Consegna assicura, infatti, al mittente che il messaggio non abbia subito modifiche durante la trasmissione e attesta la certezza dell'avvenuto recapito alla casella destinataria, in modo analogo alla tradizionale raccomandata A/R e con lo stesso valore legale.

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LA BALBUZIE: DISTURBO PSICHICO O ORGANICO? Un particolare disturbo del linguaggio è la balbuzie: si tratta di un’alterazione che si manifesta sotto forma di ritardo, arresto o ripetizione della parola. E’ ancora dubbio se si tratta di un disturbo organico o psichico: sta di fatto che attualmente il problema interessa un ampio settore di ricerca specializzata che, oltre all’otorino, comprende anche il neurologo, lo psicologo e l’ortofonista.

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L’orientamento attuale è che si tratti di un disturbo psichico su base organica, rilevabile dal fatto che un balbuziente parla generalmente bene quando è solo. L’origine del disturbo non è tuttora chiarita. Tra le cause riscontrate va menzionata l’ereditarietà, che si collega soprattutto al fattore ambiente, nel senso che la convivenza con un balbuziente condiziona l’imitazione. In questi casi si nota nell’iniziale disturbo del linguaggio non tanto una forma di balbuzie vera e propria, quanto un linguaggio farfugliato con blocco e ripetizione. Anche il mancinismo contrariato viene considerato una della possibili cause della balbuzie. In effetti una forzata inversione della dominanza dei centri motori altera l’ordine naturale del raccordo tra centri del linguaggio e della motricità. I genitori o gli insegnanti che impongono l’uso della destra a un mancino, non solo possono creare disturbi della letarlità, ma possono ritardare anche l’inizio del linguaggio, con tutta una serie di frustazioni e disturbi, tra i quali primeggia la balbuzie. Prof. Marco Santilli Associazione Italiana La Nuova Parola N° verde: 800 090732 Cell. 3408671477 info@marcosantilli.it

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Sei un medico o uno specialista? Internet è ormai diventato uno strumento fondamentale, utilizzato ogni giorno da milioni di utenti che in Rete cercano la risposta i loro quesiti e problemi. In molti casi anche per problemi di medicina. Siamo specializzati nella realizzazione di siti e portali per aziende ospedaliere, medici generici, odontoiatria ed operatori del benessere. Creiamo, progettiamo e realizziamo siti ad alto impatto professionale, che mostrino la tua professionalità con semplicità, con una grafica accattivante, risultato delle tue esigenze, del tuo gusto e della nostra consulenza che ti accompagnerà durante tutta la fase di creazione del sito. Potrai, tramite il tuo sito, aumentare il numero dei pazienti, fare conoscere la tua professione all’esterno, ampliando il portafoglio pazienti, far conoscere la posizione del tuo studio tramite le nuovissime mappe interattive.Inoltre, se vorrai usufruire del Sistema per la Gestione dei Contenuti, potrai inserire tu stesso, in ogni momento e nella più totale libertà, i contenuti all’interno del tuo sito: consigli, suggerimenti, novità in campo medico, ma anche il tuo curriculum e le esperienze professionali.

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filo diretto

Dott.ssa Carmela Di Blasio

SCRIVICI ANCHE TU A filodiretto@pocketsalute.it Gentile dottoressa, sono una donna di 40 anni, vivo da 3 anni con i miei figli, purtroppo ho perso mio marito. La mia vita è cambiata totalmente, anche quella dei ragazzi, oggi 13 e 15 anni. Il lavoro, la casa, corro dalla mattina alla sera per riuscire a portare a termine tutti gli impegni, spesso arrivo a letto, stremata, stanca, triste, svuotata di ogni energia. Ogni giorno mi ripropongo di trovare del tempo per me, frequentare amici, andare in palestra, ma manca il tempo, l’energia. L’unico mio “lusso” se così si può chiamare è andare da parrucchiere. Qualche mese fa ero decisa a chiedere una riduzione delle ore lavorative, ma come fare?? Le spese di casa aumentano ogni giorno, ho paura di fare questo passo, se poi ho difficoltà economiche??? G. Cara G. la tua lettera è molto toccante, hai ragione devi riuscire a riacquistare una vita sociale, non puoi vivere solo di doveri, devi soddisfare anche quei bisogni di divertimento e convivialità. Sicuramente non è semplice organizzarsi, nè chiedere una riduzione delle ore lavorative con il caro vita di oggi. Puoi provare! Chiedi una riduzione per alcuni mesi, vedi come va, altrimenti torna al vecchio orario. Con l’avvicinarsi dell’inverno, spesso, si preferisce stare in casa, invita tu alcuni amici se non hai voglia di uscire, perché stanca.

Scrivete a filodiretto@pocketsalute.it pubblicheremo le risposte su questa rubrica. Per rispettare la legge sulla privacy, non sono richiesti dati anagrafici personali, nè indirizzi email o altro. E’ sufficiente indicare uno pseudonimo che verrà utillizzato per poter fornire una risposta al quesito sottoposto. Prova a fare piccoli cambiamenti, così da poter valutare di volta in volta se può andar meglio. Un caro saluto. Cara dottoressa. Ho 32 anni, in questi giorni ho preso la decisione di andare a vivere da solo. L’ho detto ai miei genitori, non sono stati felici. E’ dire che erano anni che mi assillavano, ma quando ti sposi, ma quando ti sistemi? Ora che sto andando per quella strada siamo alle solite discussioni. Ho un lavoro che mi permette di essere autosufficiente, con due amici abbiamo deciso di andare a vivere insieme. Mia madre si è quasi messa a ridere, che fanno 3 uomini da soli in una casa? F. Caro F. hai fatto un grande passo, complimenti. Ci sono tutte le condizioni affinchè il cambiamento sii positivo. Per quanto riguarda dei tre uomini soli in una casa, di sicuro vi saprete organizzare al meglio, ho visto uomini vivere soli in case quasi perfette, in ambito organizzativo. Per quanto riguarda la mamma non essere dispiaciuto, lei probabilmente agisce così perché preoccupata, ma si abituerà, e sarà quasi felice quando vedrà che le cose vanno bene, auguroni...

Dott.ssa Carmela Di Blasio Psicologa Cell. 3347591833 psicologa@carmeladiblasio.it www.carmeladiblasio.it 13


piccola guida al pronto soccorso

a cura della redazione

PILLOLE DI PRIMO SOCCORSO TESTA Bisogna sospettare una lesione cranica in ogni incidente del traffico, caduta o trauma in genere. Sintomi L'infortunato è stordito o svenuto; perde sangue dalla bocca, dal naso o dalle orecchie; pupille inegualmente dilatate; vomito a getto; paralisi di una o più estremità; mal di testa o vertigini. Oppure la vittima dell'incidente può apparire del tutto normale e avere una passeggera perdita di conoscenza o una perdita di memoria nei riguardi dell'incidente occorsogli, per poi cadere nell'incoscienza in seguito. Primo soccorso Il soccorritore deve tenere il paziente sdraiato e ben coperto fino all'arrivo del medico. Anche se il colpo non gli ha fatto perdere la conoscenza, esiste sempre il pericolo di una emorragia cerebrale e di altre gravi complicazioni successive. Tenendo il paziente sdraiato e fermo diminuiscono le possibilità di emorragie. Se sta soffocando per la presenza di sangue o vomito, valutare la possibilità di adottare la posizione laterale di sicurezza. Se sanguina dalla testa, mettere sulla ferita una leggera medicazione sterile, senza premere, e fissatela con una benda. Non permettete all'infortunato di sedere o di camminare. Non dargli alcolici o stimolanti. Non lasciarlo senza sorveglianza. Chiamate subito l'ambulanza. Tenere il paziente sdraiato e immobile finché giungono i soccorsi. Applicare sul capo una borsa di ghiaccio. TETANO Il tetano è una malattia acuta, spesso mortale, prodotta da una tossina batterica. Si contrae quando le spore del Clostridium

Tetani penetrano attraverso le ferite e si trasformano nella forma vegetativa del batterio. Il rischio di contrarre l'infezione sussiste praticamente ovunque, in quanto le spore sono molto resistenti alle condizioni dell'ambiente in cui sono presenti. E' importante, anzitutto, che ogni ferita sia pulita e disinfettata nel modo più opportuno. La profilassi attiva si effettua mediante la vaccinazione. In Italia è obbligatoria per particolari categorie a rischio e per tutti i neonati. La protezione fornita è del 99%. In caso di ferita dovete effettuare il richiamo (una semplice e indolore iniezione intramuscolare) entro le 6 ore e, comunque, non oltre le 24 ore dall'incidente. La profilassi passiva va effettuata se non siete vaccinati o se avete dubbi sui richiami. Anche in questo caso si tratta di una semplice e indolore iniezione intramuscolare, ma il farmaco è diverso: si tratta di immunoglobuline antitetaniche, ovvero di anticorpi già pronti, che offrono una protezione immediata e della durata di qualche settimana. Le attuali immunoglobuline antitetaniche sono ottenute con sofisticate metodologie da un pool di plasma raccolto da donatori selezionati e controllati accuratamente. Il rischio di trasmissione di agenti infettivi viene definito quasi esclusivamente di tipo teorico statistico, cioè bassissimo. Anche questo tipo di farmaco, quindi, rientra nella famiglia degli emoderivati. Oggi, il paziente esposto al trattamento con emoderivati deve, a norma di legge, essere correttamente informato dal medico dei rischi connessi alla terapia o, viceversa, derivati dal non trattamento e deve esprimere per iscritto il proprio consenso o il proprio rifiuto. Andate dal vostro medico, fatevi spiegare e vaccinatevi!

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prevenzione oncologica

Dott. Donato Natale

TUMORI, NOVE CONSIGLI PER PREVENIRLI: EVITA L’OBESITA’ Numerosi dati epidemiologici hanno documentato che l’obesità, dopo il fumo, è una delle maggiori cause di rischio di malattie croniche come diabete, malattie cardiovascolari e cancro. L’obesità è in netto aumento nei paesi europei nel corso degli ultimi anni con punte oscillanti dal 10% in Francia fino al 30% in Germania. Il sovrappeso, insieme con l’inattività fisica, è associato a un aumentato rischio di sviluppare tumori in alcuni distretti corporei; quest’associazione è forte per il tumore del colon, della mammella (specie in menopausa), dell’endometrio, dell’esofago, del rene, della colecisti e meno per altri tipi di tumore. I rischi relativi più marcati (di quattro o cinque per i soggetti più gravemente obesi) si riscontrano per la colecisti e l’endometrio, ma gli aumenti del 30-50% osservati per i tumori di colon-retto in entrambi i sessi e della mammella nelle donne in menopausa sono particolarmente importanti perché si applicano a tumori molto comuni in Europa. Mediata da fattori ormonali (estrogeni circolanti) o metabolici (l’Insulin-like growth factors), l’obesità rappresenta una delle grandi cause di tumori potenzialmente prevenibili.

linearmente con l’aumentare dell’IMC e l’associazione sembra essere maggiore negli uomini che nelle donne. Riguardo al tumore della mammella, numerosi studi hanno evidenziato un modesto aumento del rischio per le donne in menopausa con elevato peso corporeo. Alcuni fattori hanno ridimensionato il legame tra carcinoma mammario e obesità, in particolare la familiarità (donne in sovrappeso con familiarità per carcinoma mammario hanno un rischio maggiore di donne con peso simile ma senza familiarità) e l’assunzione di terapie ormonali sostitutive (il rischio oncologico associato all’obesità è maggiore in donne che non sono mai state trattate con terapia ormonale sostitutiva). Per contro nelle donne in fase pre-menopausale l’obesità non è associata a un rischio maggiore. Anche per il tumore dell’endometrio vi sono prove che l’obesità sia associata a un aumentato rischio di sviluppare questo specifico tumore. Stesso rischio per il carcinoma renale. I soggetti con IMC > a 30KG/m2 hanno un rischio da due a tre volte maggiore rispetto a quelli con IMC < a 25/kg/m2. I dati sulla correlazione tra cancro della colecisti e obesità sono limitati, ma suggeriscono un aumentato rischio di circa due–tre volte in modo particolare nelle donne.

Il rischio cresce con l’aumentare dell’IMC, cioè l’indice di massa corporea (che si calcola dividendo il proprio peso espresso in chilogrammi per il quadrato della propria altezza; è considerato normale se compreso tra 18,5 e 25 Kg/ m2).

Il messaggio, chiarissimo, è uno solo: un normale peso corporeo e stili di vita sani riducono significativamente sia il rischio di tumore, sia, una volta che la diagnosi sia stata fatta, il rischio di recidive e di progressione della malattia.

Il rischio del carcinoma del colon cresce

Un invito dunque a prevenire almeno il prevenibile, per gustarsi più a lungo una luminosa salute

Dott. Donato Natale, Specialista in oncologia Ospedale Civile Santo Spirito, Pescara e-mail: d.natale@pe.nettuno.it

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medicina dello sport

Prof. Patrizio Ripari

PERCHE’ FARE LA VISITA AL CUMS La Visita d’Idoneità Sportiva costituisce un momento medico di estrema importanza, per valutare e monitorare nel tempo lo stato di salute di ogni soggetto dedito alla pratica fisico-sportiva, agonistica e non. Alta professionalità La Sezione Medico-Sportiva e Cardiologica del CUMS, strettamente correlata alla Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport dell’Ud’A, una delle più prestigiose in ambito nazionale, opera da circa un trentennio sul territorio regionale. L’alto livello di specializzazione e le tecnologia avanzate, fanno della Sezione un punto di riferimento, regionale ed extraregionale, per la definizione dei casi più controversi e complessi, grazie anche all’ampia gamma di consulenze specialistiche universitarie. Prevenzione Attraverso la Visita d’Idoneità Sportiva è possibile individuare eventuali condizioni parafisiologice o francamente patologiche, spesso asintomatiche e miscocosciute a chi ne è portatore, contribuendo, come dimostrato dalle statistiche mondiali, alla riduzione dell’incidenza di eventi avversi e talora letali, con troppo fatalismo etichettati come imprevedibili. Al di là della certificazione, la visita è fondamentale anche in praticanti non agonisti. Infatti, negli anni di attività del Centro, le visite mediche eseguite ed i progetti di screening effettuati su estesi campioni di popolazione, hanno consentito di pervenire a diagnosi precoce di un’ampia gamma di patologie, in soggetti di varia età. Ciò appare fondamentale, se si considera che la visita d’idoneità è una delle poche occasioni in cui poter sottoporre

un soggetto, presunto sano, ad una serie di indagini atte a valutarlo nella sua globalità. La visita comprende una anamnesi familiare, fisiologica, patologica e motorio-sportiva, alla quale segue l’esame obbiettivo dei vari organi ed apparati. Rapidità delle indagini La consulenza medico-sportiva è finalizzata ad una valutazione globale ed esaustiva di ciascun individuo praticante attività sportiva. Nell’ambito della visita, il soggetto viene sottoposto a valutazione: -antropometrica: statura, peso corporeo, BMI, circonferenze, pliche; -nutrizionale: esame bioimpedenziometrico, con determinazione di massa grassa, magra, muscolare, contenuto di acqua intra ed extracellulare e metabolismo basale; Holter metabolico, per conoscere nel dettaglio lo “stile di vita”, il dispendio energetico e il tipo di attività fisica praticato; -funzionale: test cardiopolmonare (per studiare più a fondo la capacità funzionale dell’atleta, attraverso l’analisi del consumo dei gas: mediante l’ergospirometria è infatti possibile determinare la massima capacità aerobica del soggetto e la sua soglia anaerobica); curva del lattato. Prof. Patrizio Ripari Associato in Medicina dello SportFacoltà di Scienze dell’Educazione Motoria dell’Università “G.D’Annunzio” di Chieti- Pescara p.ripari@unich.it

Prof. Patrizio Ripari, Responsabile Sezione Medico-Sportiva e Cardiologica CUMS V.le Abruzzo 322 Chieti Scalo Tel. 0871 587107 Cell. 338 2405633 17


ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE MEDICO SPECIALISTICA Un modo nuovo di interpretare la medicina www.esperiamed.it L’Esperia è una realtà polispecialistica privata attualmente non convenzionata con il sistema sanitario nazionale, a carattere associativo che opera nel campo medico con lo scopo di soddisfare soprattutto due fondamentali esigenze dei pazienti: servizio e qualità diagnostica. Per servizio intendiamo disponibilità, puntualità, coinvolgimento ed educazione sanitaria del paziente. Tutto questo perché siamo convinti del fatto che ciò renda le patologie più gestibili e controllabili nel tempo. Qualità diagnostica perché pur essendo consci che la medicina non è una scienza certa constatiamo quotidianamente una certa imperizia e negligenza in campo sanitario.

Il Fondatore Dott. Nicola Menna

Consulenti Interni

Consulenti Esterni

Dott. Nicola Menna Specialista in Odontostomatologia Dott.ssa Giuseppina D'Apolito Specialista in Cardiologia Dott. Prof. Marco Sarchiapone Specialista in Pscicologia Dott.ssa Sandra Matteucci Dietologia - Intolleranze alimentari (Vega Test) Sig. Davide Granchelli Osteopatia Dott. Domenico Castrataro Specialista in Otorinolaringoiatria Dott. Antonino Paolino Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni

Dott. Roberto Lattanzio Specialista in Gastroenterologia e Chirurgia Generale Dott. Marco Castellaneta Specialista in Dermatologia Dott.ssa Patrizia D’Aurelio Specialista in Oculistica Dott. Massimo Cerimele Specialista in Radiologia Dott. Renzo Gaglione Specialista in Ostetricia e Ginecologia Dott. Paolo Ciampa Specialista in Ortopedia e Traumatologia

ESPERIA è presente in Abruzzo con due strutture ambulatoriali a Pescara e Chieti.

PESCARA 65122 Lungomare Matteotti, 97-Tel. 085-296239-Fax 085-4223145 CHIETI 66013 Via Teramo, 55-Tel. 0871-562549-Fax 0871-560859 e-mail esperia@esperiamed.it


salute

Dott. Marco Tarquini

CHIRURGIA MINI-INVASIVA CONTRO IL DOLORE DA ERNIA DEL DISCO La chirurgia percutanea, detta anche mini-invasiva, ha avuto uno sviluppo notevole negli ultimi anni. È stata comprovata infatti la sua efficacia nel ridurre il disagio dei pazienti e nell’aumentare la flessibilità terapeutica, in particolare per trattare dolori lombari, sciatalgici da ernia del disco. Viene eseguita in anestesia locale e con l’ausilio di una breve sedazione cosciente, senza anestesia generale, anche in regime ambulatoriale. La ricerca scientifica, tuttavia, è ancora in continua evoluzione: infatti vengono immessi sul mercato sempre nuovi “device” che permettono di eseguire dei trattamenti chirurgici fino a qualche anno fa impensabili per il dolore lombare e non solo. Quelle che seguono sono alcune di queste procedure, descritte nel modo più semplice possibile; alcune sono di gran lunga indicate per ernie e/o protusioni discali, altre per stenosi lombari (ovvero “un restringimento patologico di un orifizio) come spesso accade per quei pazienti già operati di ernia del disco. Discectomia percutanea con ago motorizzato: con questa tecnica si aspirano piccole quantità di tessuto discale attraverso un ago, permettendo una rapida decompressione del disco sul nervo intervertebrale. Questa tecnica, poi, comporta un miglioramento della sintomatologia dolorosa. Discolisi con ozono: viene eseguita iniettando all’interno del disco incriminato l’Ozono(O3), sotto controllo radiografico. L’obiettivo è cercare di ottenere una disidratazione del disco intervertebrale e quindi il riassorbimento di eventuali protusioni erniarie. Di conseguenza il dolore lombare tenderà a

diminuire. Radio Frequenza Pulsata: è una procedura antalgica che utilizza particolari correnti a radio frequenza. Si posiziona l’elettrodo molto vicino al nervo che causa il dolore lombare o cervicale e lo si stimola senza provocare alcun fastidio al paziente per circa 120/140 secondi. In questo modo viene creato uno “stordimento” del nervo e un sollievo dal dolore. Le dimissioni avvengono in giornata Epidurolisi in epiduroscopia: si tratta di una prassi utilizzata per cercare di liberare dal dolore lombare soprattutto quei pazienti già operati di ernia del disco. Si utilizzano micro videocamere, farmaci e micro cateteri che inseriti vicino al nervo responsabile del dolore, lo liberano dalle sue aderenze migliorando in tal modo la performance deambulatoria del paziente. Queste tecniche chirurgiche mini-invasive, brevemente descritte, possono aiutare il paziente a ridurre la sua sintomatologia dolorosa almeno nel sessantacinque o settanta per cento dei casi. Sono ripetibili nel tempo ed hanno effetti collaterali ridotti rispetto ad altre procedure chirurgiche più invasive. Dott. Marco Tarquini: Anestesista-Rianimatore Esperto in Terapia Antalgica Attività professionale presso la Casa di Cura Privata “L. PIERANGELI” Pescara

Dott. Marco Tarquini Specialista in Anestesia e Rianimazione Casa di Cura “L. Pierangeli”, Pe Cell. 3341560562 tarquinimarco@alice.it 19


ATTIVITA’ DI RIABILITAZIONE

RESIDENZE PER ANZIANI

FORMAZIONE SOCIALE E PROFESSIONALE

ONLUS

PESCARA

Scopi e attività: organizzare servizi socio-sanitari-riabilitativi, assistenziali, formativi, culturali e religiosi specialmente a persone disabili e anziane in forma residenziale, degenza diurna, ambulatoriale, domiciliare ed extramurale. PAOLO VI, Pescara

NAZARETH, Pescara

ADRIATICO, Pescara

LA SORGENTE, Civitaquana (PE)

TABOR, Pescara

SAN GEMMA, Goriano Sicoli (AQ)

SAN AGOSTINO, Chieti

SAN VENANZIO, Raiano (AQ)

SAN MASSIMO, Penne MADONNA DEL MONTE, Bologano (PE)

EMMAUS, Pescara

BEATO NUNZIO, Civitaquana (PE)

BETANIA, Chieti

SAN CLEMENTE, Castiglione a Casauria (PE)

SINAI, Brittoli (PE)

SAN TOMMASO, Villa Caldari, Ortona (CH) SAN VENANZIO, Raiano (AQ)

Sede legale: Via Pesaro 9, 65121 Pescara Tel. 085 4212694 (3 linee r.a.) Fax 085 4213969 www.fondazionepaolosesto.org E-mail:sede@fondazionepaolosesto.org Ente con personalità giuridica D.P.R. n.568 dell’11-6-1980 PER ATTIVITA’ ASSISTENZIALE, SOCIO-SANITARIA E RIABILITATIVA


cardiologia

Dott. Raffaele Luise

LA FIBRILLAZIONE ATRIALE La fibrillazione atriale è la più comune fra le aritmie cardiache, con una prevalenza dello 0,5% nella popolazione adulta. Tale aritmia è piuttosto comune nei pazienti con altre patologie cardiocircolatorie, come l’ipertensione arteriosa, la malattia coronarica, e in circa il 50% degli affetti da patologia valvolare mitralica. E’, invece, poco comune nell’infanzia, se non in associazione ad altre patologie cardiache. Al di sotto dei 60 anni la prevalenza è inferiore all’1%, mentre supera il 6% oltre gli 80 anni e colpisce maggiormente il sesso maschile. Oltre i 2 episodi, la fibrillazione atriale viene considerata ricorrente. Qualora vi sia il ripristino spontaneo del ritmo sinusale, è detta parossistica; nel caso in cui sia necessario un trattamento di cardioversione farmacologica o elettrica, è chiamata persistente. Nei casi in cui la cardioversione elettrica sia stata inefficace e il paziente permanga in fibrillazione atriale, si parla di fibrillazione atriale permanente. L’aritmia è determinata dalla propagazione irregolare di multipli impulsi elettrici negli atri La conseguenza è che le cavità atriali non svolgono la funzione di pompa, a causa di movimenti irregolari “formicolari”. Il sangue presenta fenomeni di turbolenza, con il rischio di agglomerati corpuscolati che possono propagarsi come emboli nella circolazione sanguigna. La fibrillazione atriale può essere sintomatica o asintomatica. I sintomi variano a seconda della frequenza ventricolare irregolare, dello stato funzionale del cuore, della durata e della percezione individuale.

Elettrocardiogramma di fibrillazione atriale (sopra) e di ritmo cardiaco normale (sotto).

I sintomi principali sono palpitazioni, dolore toracico, dispnea, affaticamento. La fibrillazione atriale può portare a cardiomiopatia tachicardia-indotta, specialmente in pazienti asintomatici. La sincope è un evento raro ma grave, che di solito indica un’eccessiva diminuzione della risposta ventricolare, l’associazione di stenosi valvolare aortica o di una cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, un accidente cerebrovascolare o la presenza di una via di conduzione atrio-ventricolare anomala. Sebbene l’ictus cerebri costituisca la complicanza più temibile, anche lo stesso disturbo del ritmo è in grado di diminuire la qualità della vita, sia per l’impedimento funzionale, sia per la fastidiosa irregolarità del ritmo cardiaco associata a palpitazioni. L’utilizzo di una terapia anticoagulante orale, che costringe il paziente a frequenti esami del sangue, è un altro fattore che ha importanti implicazioni sulla qualità della vita. Alcuni studi mostrano che su 97 pazienti solo il 61% ha preferito seguire la terapia anticoagulante, dunque una percentuale decisamente inferiore a quella per cui il trattamento è raccomandato. La terapia farmacologica previene le ricorrenze aritmiche, grazie agli anticoagulanti orali che prevengono il rischio trombo embolico. I presidi non farmacologici sono costituiti dai pace maker, lì dove è presente una bradicardia sintomatica del nodo seno atriale, e dall’ablazione transcatetere.

Dott. Raffaele Luise Specialista in Cardiologia Viale J.F. Kennedy 86, Pescara Tel. 085.4711542 luiraf@webzone.it

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Centro di Riabilitazione e Fisiokinesiterapia

YAG pulsato-HILT

Riabilitazione urologica

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fisioterapia

Centro di Riabilitazione e Fisiokinesiterapia Fisioter

SI TORNA A SCUOLA: IL MAL DI SCHIENA NEI GIOVANI Il mal di schiena precoce può diventare cronico. Credere che i problemi alla colonna vertebrale interessino solo gli adulti o gli anziani è un errore comune: sorprende, infatti, quanto siano diffusi anche tra i bambini e gli adolescenti. Di solito si tratta di un piccolo fastidio che non impedisce le attività quotidiane, ma in alcuni bambini può compromettere gli impegni scolastici, sportivi e del tempo libero. Circa un quarto della popolazione infantile viene visitato dal medico o perde ore di scuola per colpa del mal di schiena, che, una volta manifestatosi in età cosi giovane, spesso persiste per tutta la vita. Nella maggior parte dei casi gli esami rivelano semplici alterazioni, ma in una percentuale minima si riscontrano problemi più significativi , come ernia al disco, spondilite anchilosante, o altri disturbi riscontrati anche negli adulti. L'importanza della postura e dell'esercizio fisico. Cause importanti del mal di schiena sono posture scorrette e mancanza di esercizio fisico, ma in molti giovani giocano un ruolo fondamentale anche fattori emozionali e stress psicologico. Il mal di schiena spesso ricorre nelle famiglie, ma di solito è difficile capire se dipenda da una predisposizione ereditaria, da fattori fisici o da risposte emotive. Sembra che i cambiamenti che hanno interessato la scuola negli ultimi anni abbiano contribuito ad accrescere il problema. Gli alunni sono infatti piu alti rispetto al passato, ma le strutture e l'arredamento scolastico sono rimasti identici, cosi che le ore impiegate stando seduti ad una scrivania in modo scorretto fanno indubbiamente peggiorare i disturbi alla schiena. È importante che i

bambini non trascorrano troppo tempo seduti , ma che si alzino e camminino facendo spesso esercizio, per quanto in molti casi ciò non sia possibile. Considerato che i bambini non hanno tutti la stessa altezza, scrivanie e sedie dovrebbero essere regolabili in modo che la schiena stia diritta e mantenga la curva della regione lombare; la sedia dovrebbe essere leggermente inclinata in avanti per permettere alla regione lombare di curvare leggermente all'indietro, e sollevata in modo che la parte bassa del corpo si pieghi leggermente in avanti. Anche la scrivania dovrebbe avere una lieve inclinazione per facilitare la scrittura nella posizione diritta. Si ricorda che una postura scorretta fa solo peggiorare i problemi. Questi principi valgono anche quando si lavora al computer: il bordo superiore del monitor dovrebbe essere in linea con gli occhi del bambino seduto alla postazione; la sedia dovrebbe essere regolabile in altezza e con un sostegno lombare. Un altro cambiamento nelle abitudini scolastiche riguarda i frequenti spostamenti di classe e quindi l'uso di diverse scrivanie da parte degli studenti, che devono quindi portare con sé tutti i libri: molti ragazzi usano delle borse a tracolla che, se eccessivamente pesanti, fanno sforzare la schiena e aggravare i sintomi; uno zaino tradizionale, da portare su entrambe le spalle, è una delle scelte migliori, insieme all’utilizzo di un trolley.

Gianna D’Innocenzo, Direttore Generale Centro Fisioter Via Giolitti, 2/4, Montesilvano Tel. 0854451155 3347702829 337664425

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www.agde.it

AgdE

Associazione Guarigione dalle Epatopatie

Struttura di epatologia 7째 piano Ala Nord Presidio Ospedaliero, Pescara info@agde.it


Il Ministero della Salute informa

a cura della redazione

SALUTE MENTALE: LA RETE DEI SERVIZI SANITARI Dipartimento di salute mentale (DSM) E' l'insieme delle strutture e dei servizi che hanno il compito di farsi carico della domanda legata alla cura, all'assistenza e alla tutela della salute mentale. Il DSM è dotato dei seguenti servizi: - servizi per l’assistenza diurna: i Centri di Salute Mentale (CSM) - servizi semiresidenziali: i Centri Diurni (CD) - servizi residenziali: strutture residenziali (SR) distinte in residenze terapeuticoriabilitative e socio-riabilitative - servizi ospedalieri: i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) e i Day Hospital (DH). L’offerta assistenziale è completata dalle Cliniche universitarie e dalle case di cura private. Centro di Salute Mentale (CSM) Opera nel territorio di competenza, tramite anche l’integrazione funzionale con le attività dei distretti. In particolare il CSM svolge: - attività di accoglienza, analisi della domanda e attività diagnostica - definizione e attuazione di programmi terapeutico-riabilitativi e socioriabilitativi personalizzati - attività di raccordo con i medici di medicina generale - consulenza specialistica ai servizi “di confine” (alcolismo, tossicodipendenze ecc.), ed alle strutture residenziali per anziani e per disabili - attività di filtro ai ricoveri e di controllo della degenza nelle case di cura neuropsichiatriche private - valutazione ai fini del miglioramento continuo di qualità delle pratiche e delle procedure adottate. Centro Diurno (CD) E' una struttura semiresidenziale con funzioni terapeutico-riabilitative, collocata

nel contesto territoriale. Consente di sperimentare e apprendere abilità nella cura di sé, nelle attività della vita quotidiana e nelle relazioni interpersonali individuali e di gruppo, anche ai fini dell'inserimento lavorativo. Strutture Residenziali (SR) Si definisce struttura residenziale una struttura extra-ospedaliera in cui si svolge una parte del programma terapeutico-riabilitativo e socio-riabilitativo per utenti di esclusiva competenza psichiatrica. La struttura residenziale, pertanto, non va intesa come soluzione abitativa. Al fine di prevenire ogni forma di isolamento delle persone che vi sono ospitate e di favorire lo scambio sociale, le SR vanno collocate in località urbanizzate e facilmente accessibili. Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) E' un servizio ospedaliero dove vengono attuati trattamenti psichiatrici volontari ed obbligatori in condizioni di ricovero; esso, inoltre, esplica attività di consulenza agli altri servizi ospedalieri. E' ubicato nel contesto di Aziende ospedaliere o di presidi ospedalieri di Aziende U.S.L. o di Policlinici Universitari. Day Hospital (DH) Costituisce un'area di assistenza semiresidenziale per prestazioni diagnostiche e terapeutico riabilitative a breve e medio termine. Può essere collocato all’interno dell’ospedale, con un collegamento funzionale e gestionale con il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura. dotate di adeguati spazi, delle attrezzature e del personale necessario. Ha la funzione di: - permettere l’effettuazione coordinata di accertamenti diagnostici vari e complessi - effettuare trattamenti farmacologici - ridurre il ricorso al ricovero vero e proprio o limitarne la durata. Fonte: http://www.ministerosalute.it.

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Casa di Cura “Villa Serena” Ambulatorio di medicina interna per le malattie del fegato e le patologie endocrinologiche

L’IPERPROLATTINEMIA PUO’ ESSERE CAUSA DI DISTURBI DEL CICLO La prolattina è un ormone prodotto dall’ipofisi che esercita la sua azione principale sulla ghiandola mammaria stimolandone la crescita e promuovendo la lattazione. Il suo ruolo acquista quindi grande importanza durante la gravidanza, quando insieme ad altri ormoni stimola lo sviluppo della ghiandola mammaria favorendo la produzione di latte dopo il parto. Tuttavia la gravidanza non è l’unica situazione fisiologica nella quale si osserva aumento dei livelli di prolattina; infatti anche altri stimoli quali il sonno, l’esercizio fisico, lo stress, i rapporti sessuali determinano un transitorio aumento della prolattina. Perchè allora si parla dell’iperprolattinemia come di una malattia? Una volta escluso che l’iperprolattinamia sia dovuta ad una condizione fisiologica tra quelle precedentemente elencate, bisogna considerare la altre cause che possono determinarla. Si può infatti manifestare un aumento incongruo della prolattina dopo assunzione di alcuni farmaci ed in particolare antinausea, antivomito, procinetici gastrointestinali, antidepressivi, oppiacei ed estrogeni. Ancora iperprolattinemia può accompagnare l’ipotiroidismo. La causa però più temuta di iperprolattinemia è quella rappresentata dalla presenza di un adenoma localizzato nell’ipofisi che è una ghiandola situata alla base del cranio in corrispondenza della radice del naso. La presenza di un adenoma necessita, infatti, di maggiore attenzione e richiede il ricorso ad una risonanza magnetica (eventualmente con mezzo di contrasto), indagine che permette di svelare le dimensioni dell’adenoma in modo da indirizzare poi la più corretta

terapia che può essere medica o, in particolari casi, chirurgica. E’ a questo punto necessario ricordare quali sono i sintomi che devono mettere in allarme e fare sospettare una iperprolattinemia. La secrezione di liquido sieroso dal capezzolo, l’alterazione del ciclo mestruale fino alla completa scomparsa delle perdite mestruali e la conseguente infertilità sono i sintomi classici nella donna, mentre nell’uomo sono di più comune riscontro il calo del desiderio sessuale, l’impotenza e l’infertilità. E’ importante ricordare che l’iperprolattinemia è una malattia relativamente diffusa, poichè è la più frequente malattia ipofisaria ed è causa del 20% circa dei casi di amenorrea (ovvero l’assenza del ciclo mestruale in donne in eta’ fertile che non siano in gravidanza) e del 8% dei casi di disfunzione erettile. In caso di comparsa dei sintomi sopra elencati è necessario rivolgersi al medico che richiederà il dosaggio della prolattina ematica. Poichè lo stress come abbiamo già detto è condizione fisiologica sufficiente ad innalzare la prolattina, un singolo valore elevato non consente di porre la diagnosi di malattia, dal momento che il semplice prelievo di sangue può costituire uno stress; è pertanto sempre opportuno ricorrere ad un secondo prelievo, effettuato a distanza di almeno 20 minuti. Per terminare queste brevi note sulla iperprolattinemia bisogna sottolineare che, anche se la presenza di un adenoma può far nascere il timore di dover ricorrere alla chirurgia, la terapia è generalmente medica; essa deve essere prolungata per almeno 2 anni e consente sia la normalizzazione del ciclo mestruale nella donna e la ricomparsa del desiderio sessuale nell’uomo che la riduzione del volume dell’adenoma nel 70-80% dei casi.

Dott.ssa Giovanna Laglia Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio Divisione di Medicina Interna, ambulatorio di Medicina Interna per le patologie endocrine Tel. 085 9590465 (467)

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Ambulatorio di Endocrinologia c/o Casa di Cura “Villa Serena” Tel 085/95901

IN AUTUNNO TORNA LA TIROIDITE SUBACUTA Con l’arrivo dell’autunno torna di attualità una patologia della tiroide che è verosimilmente di origina infettiva: la tiroidite subacuta, altrimenti detta tiroidite granulomatosa o di De Quervain. E’ un’infiammazione acuta della tiroide caratterizzata da febbre, dolore al collo e da un decorso clinico durante il quale si ha inizialmente una fase caratterizzata da eccesso di ormoni tiroidei, a cui segue un periodo di ipotiroidismo per tornare alla fine ad un normale funzionamento della tiroide. Sebbene la causa della malattia non sia precisamente nota, essa è considerata una patologia virale perchè è spesso preceduta da una infezione delle vie respiratorie superiori, perche’ ha un picco di frequenza durante la stagione autunnale, perchè geograficamente segue la distribuzione tipica di alcune famiglie di virus. Tuttavia, la possibilità di contagio e’ limitata e la possibilità di assistere alla contemporanea presenza della tiroidite in più componenti della stessa famiglia è assai rara. Nella fase prodromica della malattia si può avvertire malessere, dolori articolari e muscolari, ma la caratteristica principale della tiroidite subacuta è il “mal di gola”, un forte dolore al collo che si propaga verso l’orecchio e che si accentua soprattutto durante la deglutizione; esso è accompagnato da febbre, che può essere lieve ma che può raggiungere anche i 40 gradi. Un’altra peculiarità della tiroidite subacuta è la “migratorietà” del dolore che spesso compare ad una metà del collo per poi spostarsi con il tempo alla metà controlaterale. Si aggiungono poi i sintomi specifici della disfunzione tiroidea, ovvero, durante la fase di eccesso degli ormoni tiroidei,

dimagrimento, palpitazioni, irritabilità eccessiva sudorazione. Questa fase della malattia dura generalmente 4-6 settimane e può essere controllata mediante l’uso di antinfiammatori (eventualmente anche cortisonici); ovviamente questo tipo di “mal di gola” virale non è responsivo alla terapia antibiotica. Non è neanche opportuno usare farmaci antitiroidei per curare l’eccesso degli ormoni perchè esso non è dovuto ad un aumentato funzionamento della tiroide ma alla immissione nel sangue di ormoni già formati e immagazzinati all’interno della tiroide. Una volta che il dolore e la fase acuta sono terminate si assiste nella maggioranza dei pazienti alla successiva fase di ipotiroidismo che non determina generalmente alcun sintomo e anche il tanto temuto aumento di peso, che viene sempre associato alla riduzione degli ormoni tiroidei, non ha il tempo di manifestarsi, visto che la fase ipotiroidea è generalmente di breve durata (2-8 settimane). In oltre il 90% dei pazienti entro 3-6 mesi dall’esordio della tiroidite si ha la risoluzione completa con ripristino della normale morfologia e funzione tiroidea, mentre in una esigua minoranza si assiste alla persistenza dell’ipotiroidismo che in questo caso richiede la necessità di iniziare la terapia sostitutiva con ormone tiroideo (L-T4).

Prof. Giorgio Napolitano Professore Associato di Endocrinologia Scuola di Specializzazione di Endocrinologia e Malattie del Ricambio Università “G. d’Annunzio”di Chieti-Pescara

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odontoiatria

Dott. Umberto Preite

PIORREA: COSÈ E COME DIFENDERCI Sotto questo nome si cela una malattia subdola e fortemente demolitiva per la nostra bocca ed in particolare per i nostri denti. La Piorrea negli stadi più avanzati porta alla caduta dei denti a causa dela lenta ed inesorabile erosione dell’osso alveolare. E’ una patologia che ha una predisposizione genetica indicativa ma che in ogni caso non si manifesta mai se non in presenza di placca batterica, che rappresenta la reale causa scatenante delle alterazioni anatomiche alla base del danno biologico. Nei pazienti predisposti la placca, lasciata accumulare per incuria sui denti ed intorno ad essi, scatena la malattia attraverso le tossine rilasciate dai propri batteri. La flora batterica responsabile di ciò comprende soprattutto anaerobi e Gram negativi; i microrganismi che più frequentemente si rilevano nei terreni di coltura sono: Actinobacillus actinomycetem-comitans, Porphiromonas gingivalis e Prevotella intermedia. Quasi sempre la Piorrea si manifesta inizialmente con una Gengivite, malattia infiammatoria che coinvolge solo la gengiva, trasformandosi quindi in Parodontite, patologia evolutiva che interessa anche le strutture di sostegno più profonde del dente, con le seguenti conseguenze: progressiva alterazione delle fibre gengivali, migrazione dell’epitelio giunzionale, distruzione delle fibre del legamento parodontale e del sottostante osso alveolare e, infine, formazione di tasche parodontali. Secondo l’Accademia Americana di Parodontologia le Parodontiti

vengono classificate in: -P. dell’adulto (lieve, moderate e grave); -P. a insorgenza precoce (prepuberale, giovanile e rapidamente progressiva); - P. associate a malattie sistemiche; - P. ulcerative necrotizzanti; - P. refrattaria; Quando la placca si deposita in queste famose quanto dannose tasche gengivali rimane bloccata e non è più asportabile rendendo inutile qualsiasi tentativo del paziente di farlo attraverso lo spazzolamento. A questo punto ormai, se non interviene il dentista, la placca può dare libero sfogo alla propria azione infiammatoria e demolitrice. Il paziente deve poter essere in grado di conoscere la propria bocca e di valutare quando sia il momento di rivolgersi al professionista così da interrompere l’escalation distruttiva della piorrea.

Dott. Umberto Preite, Medico Chirurgo–Odontoiatra Via Firenze104 Pescara 65122 Tel. 0854227128 preiteumberto@libero.it 28


odontoiatria Il trattamento effettuato dal Parodontologo seguirà la seguente procedura operativa: 1.FASE DIAGNOSTICA La fase diagnostica comprende la visita accurata con intervista ed anamnesi accurata del paziente, la valutazione degli esami radiologici quali la ortopantomografia e lo status radiografico, ed infine il sondaggio parodontale che permette la misurazione delle tasche gengivali e che avviene solo dopo la fase igienica. 2.FASE IGIENICA La fase igienica rappresenta un momento fondamentale ed imprescindibile per iniziare un trattamento corretto. Comprende la detartrasi, la levigatura radicolare ed il controllo della placca batterica. Queste manovre sono attuate in più sedute e spesso con l’ausilio di anestesia locale, contemporaneamente si saggia il grado di collaborazione del paziente riguardo a numerosi parametri quali l’applicazione di una corretta igiene domiciliare, l’uso continuativo del filo interdentale, il rispetto degli appuntamenti, la prospettiva dell’abbandono di cattive abitudini quali il FUMO. In questa fase è di fondamentale importanza dare le giuste motivazioni al paziente, fargli fare delle lezioni di igiene orale, fargli capire la gravità e soprattutto la pericolosità della malattia parodontale (malattia subdola), insistere sulla assoluta necessità di smettere di fumare, concentrare l’attenzione sul fatto che è una patologia dalla quale non ci si può liberare mai, ma la si può vincere non abbassando mai la guardia, prendendo coscienza del fatto che solo una continua ed ininterrotta attenzione può dare tranquillità.

Dott. Umberto Preite

3.FASE CHIRURGICA PARODONTALE Non è sempre necessaria, viene praticata per eliminare le tasche gengivali in condizioni particolari e soprattutto in caso di necessità terapeutica. 4.FASE DI MANTENIMENTO Completata la terapia parodontale, il paziente viene immesso in un ciclo di mantenimento, di igiene orale sia domiciliare, praticata dallo stesso paziente, sia professionale praticata dall’Igienista in studio. Questo secondo intervento dovrà essere eseguito ogni 3-4 mesi per prevenire la colonizzazione sotto-gengivale della placca batterica. In conclusione possiamo affermare con assoluta certezza che la piorrea è una malattia curabile ma che ha bisogno di una continua e concreta attenzione sia da parte dei pazienti che da parte degli operatori del sistema, cercando in alcun modo di non sottovalutare i suoi segni premonitori.

Dott. Umberto Preite, Medico Chirurgo–Odontoiatra Via Firenze104 Pescara 65122 Tel. 0854227128 preiteumberto@libero.it 29


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ortopedia e fisiatria

Prof. Raoul Saggini

SALUTE COME BENESSERE, EFFICIENZA ED ESTETICA L’attività fisica riabilitativa e rieducativa, riveste un ruolo fondamentale considerato che la civiltà industrializzata porta al sedentarismo e all’ipocinesia. È ormai dimostrato che il movimento si oppone ai processi di invecchiamento. Le nostre conoscenze di fisiologia muscolare e di biomeccanica ci permettono di prescrivere l’esatta quantità di esercizio muscolare. Il CUMS offre al paziente un approccio terapeutico globale attraverso diverse metodiche, scelte in base alle esigenze del paziente: Idrokinesiterapia L'impiego dell'acqua a scopo terapeutico trova le sue radici nell'antichità: quasi tutte le grandi culture del passato hanno conosciuto e praticato l'Idroterapia. Il termine deriva dalle parole greche hidor=acqua therapeia=guarigione. L'idrokinesiterapia, oltre a sfruttare le caratteristiche chimico-fisiche dell'acqua, si avvale delle tecniche di rieducazione motoria, mobilizzazione, e tonificazione muscolare Grazie all'immersione in acqua, il peso del corpo viene alleggerito quasi del 80% al fine di affrontare gli esercizi di riabilitazione con uno sforzo sensibilmente ridotto. E‘ il trattamento ideale per pazienti con deficit di forza muscolare, per migliorare o mantenere la forza fisica prima di un intervento e per i pazienti artritici, neurologici ed anziani, che hanno difficoltà a muoversi a terra. La terapia porta un sensibile miglioramento della mobilità articolare e della deambulazione, alleviando dolore e spasmi. Rappresenta quindi una terapia naturale ed efficace anche per la riduzione dei tempi di recupero di articolazioni sovraffaticate o traumatizzate. Terapia strumentale ViSS (Vibration Sound System) Dispositivo capace di

produrre onde acustiche ad alto rendimento di qualsiasi frequenza con un’ampiezza pressoria di tipo sonoro; tali intensità non creano danni a livello muscolare con la possibilità di creare un effetto duraturo (sfruttando i dati presenti in letteratura sulla plasticità neuronale e sull’esistenza di una memoria cellulare). Il dispositivo è costituito da 2 elementi: 1.una turbina a 32.000 giri che genera una pressione di flusso di 250 milliBar e una pressione di picco di 500 milliBar. 2.un modulatore che produce un’oscillazione di aria con l’emissione di onde sonore con valori da 50 a 400 Hertz. Laser HILT® (High Intensity Laser Therapy) La luce viene erogata a impulsi. Hilterapia è una laserterapia innovativa, si tratta di un laser Neodimio: YAG pulsato, che emette una luce con una lunghezza d’onda all’interno dell’infrarosso (1064 nm) e che si differenzia dai comuni laser per la sua capacità di agire in profondità e di determinare un incremento delle capacità rigenerative della cartilagine e del tessuto muscolo tendineo con l’utilizzo di particolari manipoli in nostro esclusivo possesso. Il Settore di Medicina Fisica e Riabilitativa diretto dal Prof. Raoul Saggini si avvale inoltre di laboratori finalizzati alla ricerca ed alla realizzazione di ulteriori innovativi percorsi riabilitativi per un’assistenza sempre migliore alla persona sofferente.

Prof. Raoul Saggini, CUMS (Centro Universitario Medicina dello Sport ) 31 Viale Abruzzo 322- 66013 Chieti Scalo Tel. 0871/587107


speciale

Dott.ssa Eva I.F. Iorio

L’X fragile e il suo subdolo andamento La sindrome dell’X fragile è causata da una ripetizione di triplette sul cromosoma X che si espande di generazione in generazione e impedisce la trascrizione del gene FMR1, la cui assenza funzionale causa la malattia. La sindrome del cromosoma X fragile (FraX) è la forma più comune di ritardo mentale nei maschi dopo la sindrome di Down e la più frequente fra quelle ereditarie. La frequenza del FraX è di 1 ogni 1.250 individui nei maschi e di 1 ogni 2.500 nelle femmine. Almeno il 2% dei maschi che frequentano scuole per individui mentalmente ritardati ha questa sindrome. La malattia è causata da un gene chiamatoFMR1 (Fragile Mental Retardation 1), situato nel cromosoma X. La alterazione di questo gene nella maggior parte dei casi porta all’assenza o alla carenza della proteina FMRP codificata da questo gene. La funzione di FMRP, non è ancora nota con certezza ma la proteina sembra essere implicata nei processi neuronali che stanno alla base dell’apprendimento e della memoria. Il nome “X fragile” deriva dal fatto che l’alterazione del gene FMR1 provoca delle modificazioni nella struttura del cromosoma X, che al microscopio presenta una strozzatura in un punto preciso (quello in cui è situato il gene). La sindrome del FraX colpisce molto più frequentemente i maschi rispetto alle femmine. Queste ultime infatti sono dei mosaici per FraX, nel senso che possedendo due cromosomi X e avendone uno dei due inattivato (casualmente l’uno o l’altro) presenteranno in alcune cellule la mutazione completa, mentre altre saranno normali. Pertanto le donne portatrici di FraX non saranno sempre ammalate o quando lo sono avranno una sintomatologia meno grave rispetto ai maschi. Lo sviluppo mentale delle persone affette da

FraX è molto vario: alcune mostrano capacità cognitive quasi normali, altre un lieve ritardo mentale, altre ancora un ritardo mentale più grave. I sintomi di seguito descritti possono presentarsi in forma variabile e in categorie diverse: il primo segno della malattia è il ritardo nello sviluppo psicomotorio, in particolare nell’apprendimento del linguaggio. I disturbi del linguaggio vanno dall’assenza totale della capacità di parlare a lievi difficoltà di comunicazione. Spesso si osserva un tipo di parlata detto cluttering (letteralmente: “mettere in disordine”) caratterizzata dall’essere veloce, occasionalmente falsata e ripetitiva e anche da discorsi disorganizzati. La spatial ability tende a essere ancora più compromessa delle capacità verbali. Il ritardo mentale è di grado variabile e spesso si associa ad anomalie comportamentali come irrequietezza, instabilità psicomotoria (tendenza ad agitare le mani) e incapacità a fissare l’attenzione. Queste caratteristiche persistono con l’avanzare dell’età; anomalie nel comportamento: il comportamento delle persone affette da FraX può andare da un carattere estroverso e sociale a comportamenti simili all’autismo iperattività, incapacità di fissare negli occhi gli altri (avversione allo sguardo fisso), avversione all’essere toccati, comportamento stereotipato; a volte possono manifestarsi anche episodi convulsivi.

Dott.ssa Eva I. F. Iorio Psicologo Clinico, Dottoranda di Ricerca Università “G. d’Annunzio” evaifiorio@virgilio.it

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psico

Dott.ssa Eva I.F. Iorio

gli speciali di Pocket Salute! La redazione di Pocket Salute vi ricorda il servizio help a disposizione dei propri lettori. Chiunque abbia necessità di consigli o, semplicemente, di un supporto morale e psicologico inerente ai disagi di carico familiare può scrivere all’indirizzo dedicato help@pocketsalute.it. Il servizio è del tutto GRATUITO. Le caratteristiche fisiche Molte persone affette da FraX hanno tratti somatici tipici: viso stretto e allungato con fronte e mandibola prominenti, orecchie più grandi e più basse della media e, dopo l’adolescenza, ingrossamento dei testicoli (macrorchidismo). Le persone affette da FraX possono presentare anche altri sintomi, come l’iperestensibilità delle articolazioni, il piede piatto e il prolasso della valvola mitrale (un’anomalia di una valvola cardiaca). Purtroppo, molti pazienti con ritardo mentale o psicofisico sono affetti da questa malattia senza che questa sia correttamente diagnosticata. La diagnosi è utile per stabilire se i genitori corrano il rischio di avere altri figli affetti. Non esiste attualmente un trattamento specifico per questa sindrome. La terapia rimane quindi di tipo riabilitativo, sia motorio sia pedagogico. Una buona assistenza psicopedagogia da parte di educatori specializzati (psicologi, logopedisti,etc.) può migliorare sensibilmente le potenzialità del bambino e aiutarlo a vivere i rapporti con gli altri in modo più armonico. Risulta molto difficile da diagnosticare immediatamente, sono infatti di solito le maestre che, lavorando in strutture scolastiche ed educative ed essendo abituate ad osservare e

ad interagire con i bambini, sospettano tale disturbo proprio attraverso il primo segno della malattia che è anche il più evidente: il ritardo nello sviluppo psicomotorio, in particolare nell’apprendimento del linguaggio. Altri dubbi e sospetti, da parte delle maestre, nascono da anomalie nel comportamento. Nel momento in cui l’insegnante matura il sospetto della presenza nel bambino di una qualche forma di ritardo, questi si trova ad affrontare una prova non facile: comunicare i propri sospetti ai genitori suggerendo di chiedere l’intervento di uno specialista (genetista e neurologo) infine una volta fatta la diagnosi un ruolo centrale lo gioca lo psicologo. Questa ultima figura in particolare è molto importante per quanto riguarda la ricerca di un contatto con il bambino, e il tentativo di sostenere la famiglia in questo difficile cammino, concentrandosi molto sulla capacità di accettazione di entrambi i genitori nei confronti del proprio figlio. Infatti in questo caso il trauma da parte dei genitori è doppio in quanto la scoperta di avere un figlio con ritardo mentale e con ulteriori anomalie comportamentali e fisiche non è immediata come nella sindrome di Down. Nel caso della sindrome dell’X fragile e della sindrome di Down, un passaggio molto critico è rappresentato dall’accettazione della nuova situazione da parte dei genitori, in particolare delle madri. Infatti il primo stadio è quello di dover accettare un figlio diverso da quelle che erano le aspettative, e soprattutto accettare il fatto che la sindrome sia congenita e non curabile. In molti casi le madri hanno un vero e proprio shock emotivo ed è in questo caso che lo psicologo deve intervenire per supportare il loro disagio.

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si cerca attori volontari! 328 6110580 LABORATORIO TEATRALE L’associazione Vides Pescara Onlus ha inteso promuovere l’incontro tra il mondo del volontariato e quello del teatro per offrire un’occasione di stimolo. L’idea è quella di inseguire una crescita comune per sensibilizzare al valore della mondialità, per creare una cultura dell’accoglienza, della difesa dei diritti umani al fine di contribuire alla costruzione di un futuro di pace. Abbiamo scelto, per il nostro laboratorio teatrale, il vernacolo considerato memoria storica del territorio nel quale operiamo e mezzo di comunicazione immediato e divertente. L’associazione è impegnata in molte altre attività rivolte, in modo particolare ai bambini ed ai ragazzi, in parrocchia, nelle scuole, in ospedale e nelle piazze seguendo il metodo educativo di Don Bosco.

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Mara Parisse, Reflessologa

TRATTAMENTO DIETETICO NATURALE ED I SUOI ALLEATI Ricordate il trattamento dietetico naturale per pazienti dal “palato più fine”? Bene! Questa volta spieghiamo quali sono gli “alleati” di un regime alimentare proteico, supportato ripetiamo, da un integratore a base di proteine. Iniziamo dal vitaminico-minerale da assumere. E’ risaputo che vitamine e sali minerali costituiscono elementi importantissimi per il benessere in quanto garantiscono il corretto funzionamento del nostro organismo; ne consegue che un’alimentazione senza apporto di frutta, zuccheri e grassi necessita di introduzioni multivitaminiche-multiminerali per complementare gli apporti nutrizionali. A questo punto affermiamo che un trattamento dietetico equilibrato e completo è il modo più efficace per favorire il benessere psicofisico. C’è da dire però che, il trattamento dietetico naturale per le proprietà sopra descritte, unitamente a ritmi di vita stressanti e sregolati, a sedentarietà che non riescono a stimolare adeguatamente la progressione delle feci lungo il tubo digerente, necessita anche di un regolatore intestinale che interviene attuando una rieducazione a corrette abitudini alimentari e di vita. Ci occupiamo ora dei soli condimenti oltre tutte le spezie, utilizzate in cucina nel corso del trattamento dietetico naturale. Il Limone! Perfetto alleato nella perdita di peso, in quanto controlla il “metabolismo dei grassi”. Poiché quest’ultimo è legato al lavoro del fegato, si può affermare che: -è ottimo per la digestione e la funzio-

nalità epatica, norme basi per il mantenimento della salute e per la perdita di peso. -contiene una buona dose di calcio ed è quindi utile per l’osteoporosi. Conclusione? Il limone è un’ottima alternativa ai latticini per poter assorbire calcio senza prendere quantità di grassi, stimolando il dimagrimento, ma soprattutto è un frutto utile per ripulire il corpo mantenere la buona funzionalità epatica-digestiva favorire il dimagrimento in primis ed il mantenimento del peso poi. L’aceto di mele, più del limone, già in passato era considerato dai medici un elisir per regolare l’alimentazione e per conservare lo stato di benessere raggiunto dall’organismo. E’, infatti, una sorgente naturale di vitamine ed elementi che assicurano un’azione demineralizzante e tonificante; per depurare e disintossicare il corpo, per una digestione difficoltosa, per un’alta concentrazione del colesterolo, per affaticabilità e mancanza di energia soprattutto al mattino, per infiammazioni articolari (diluito e frizionato sulla pelle) come crampi, micosi, eczemi, pelle poco luminosa, capelli sfibrati etc. Per tutto questo il rimedio è uno solo: l’aceto di mele. Ecco spiegato il perché di “trattamento dietetico naturale per adiposità localizzate” e non dieta….. ecco il perché di una diminuzione peso garantita di 8-10 Kg. Mese!!!

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benessere

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UN PANE SEMPRE FRESCO Quante volte andando a comprare il pane, i biscotti o una pizza che non avremmo potuto consumare in giornata ci siamo preoccupati che questi potessero essere buoni anche il giorno successivo. Sono tanti i killer che infatti possono uccidere la freschezza e quindi la bontà di tali prodotti. Uno di questi è l’attività dell’acqua. Il rapporto tra il vapore e l’acqua contenuti nell’alimento infatti permette di stabilire il contenuto di umidità disponibile per le attività microbiche (come lo sviluppo di microbi e quindi di germi) ed enzimatiche (relative alle azioni degli enzimi, proteine prodotte dalle cellule che servono per favorire o accelerare determinate reazioni chimiche negli organismi viventi) che sono la causa del deterioramento del prodotto alimentare. I gruppi microbici (di microbi) più frequentemente riscontrati nei prodotti da forno sono rappresentati da muffe e batteri aerobi sporigeni che producono cioè spore termostabili in presenza di aria. Queste piccole formazioni sono in grado di resistere al trattamento di cottura (come dice l’aggettivo termostabili), possono poi germinare e moltiplicarsi nel corso della conservazione del prodotto deteriorandolo. Compaiono così le muffe, ovvero strati di peluria biancastra o verdognola di odore acre, costituito da funghi microscopici che si sviluppano su cibi in decomposizione. Possono derivare dalla farina, ma per lo più la loro presenza nel pane è dovuta a contaminazioni ambientali successive alla cottura. I lieviti, un particolare gruppo di funghi formato da un unico tipo di cellula che può avere una forma ellittica o sferica, sono inattivati durante la cottura del prodotto; tuttavia alcuni possono sopravvivere, soprattutto se presenti nella parte più interna

dell’impasto dove le temperature raggiunte sono più basse. A rovinare i prodotti da forno spesso contribuisce anche la carica mesofila aerobia, ovvero colonie di organismi che prediligono ambienti con un medio carico di umidità, che si sviluppano solo in presenza di aria. Tali microrganismi possono provocare difetti del pane come l’incordatura e la produzione di molecole dal sapore amaro. Ci sono dei metodi di prevenzione utili a ridurre la carica di spore fungine che possono permanere nell’ambiente e determinare la contaminazione dei prodotti dopo la fase di cottura. Simili accortezze potrebbero invece risultare insufficienti nel caso di contaminazione delle farine da parte di batteri sporigeni che sopravvivono al processo di cottura grazie proprio alle spore. E anche l’uso di conservanti chimici come alcuni acidi e l’etanolo è limitato dall’attuale direttiva europea che ha inoltre imposto una riduzione delle concentrazioni dei sali di propionato e sorbato. Tra l’altro l’aggiunta di questi conservanti danno una soluzione parziale alproblema e contrasta fortemente con le attuali richieste del consumatore, che esige prodotti di qualità e poco manipolati. Ma da oggi giunge in soccorso dei prodotti da forno l’ultima invenzione firmata da Acqua e Sapone: il SalvaPane. Un sacchetto realizzato con un particolare materiale consente una lunga conservazione del prodotto da forno.

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IL GIUSTO STILE DI VITA Ricorda sempre che la migliore strategia per non ammalarsi o, comunque, per ritardare la comparsa di una malattia o ridurne la gravità è la PREVENZIONE. Attento a come mangi Una dieta sbilanciata, povera di frutta e verdura, ma ricca di alimenti grassi e/o dolci, comporta un rischio aumentato di malattie serie (malattie del cuore e dei vasi, diabete, tumori). Rischi di una cattiva alimentazione L’assunzione errata di alimenti, sia nella quantità che nella qualità, può essere uno dei fattori principali nella determinazione di stati patologici, come l'ipertensione arteriosa, l'obesità etc. La piramide alimentare Simbolo di una "sana ed equilibrata alimentazione", è uno strumento utilizzato da dietologi, medici e nutrizionisti per indicare con praticità ed immediatezza un modo corretto di alimentarsi. Alla base della piramide si trovano i cibi da consumare quotidianamente, al vertice quelli da assumere con moderazione. Mangiare sano e con gusto La salute si conquista innanzitutto a tavola, imparando sin da bambini le regole del mangiar sano. Una corretta alimentazione è fondamentale per una buona qualità di vita e per invecchiare bene. Le nostre abitudini a tavola La dieta degli adulti europei risulta eccessivamente ricca di grassi: la percentuale di lipidi varia infatti dal 30% fino a oltre il 40% dell’apporto calorico totale, quando quella raccomandata sarebbe del 15-30%. Ecco alcuni dati scaturiti da indagini effettuate su domanda e vendita di

alimenti. I dieci consigli degli esperti Mangiare meglio e con più gusto, proteggendo la propria salute è possibile. 1) Bevi ogni giorno acqua in abbondanza 2) A tavola varia le tue scelte 3) Fai sempre una sana prima colazione ed evita di saltare i pasti 4) Consuma almeno 2 porzioni di frutta e 2 porzioni di verdura ogni giorno 5) In una dieta equilibrata i cereali (pane, pasta, riso etc.) devono essere consumati quotidianamente 6) Mangia pesce almeno 2 volte alla settimana (fresco o surgelato) 7) Ricordati che i legumi forniscono proteine di buona qualità e fibre 8) Limita il consumo di grassi, soprattutto quelli di origine animale, privilegiando l’olio extravergine di oliva 9) Non eccedere nel consumo di sale 10) Limita il consumo di dolci e di bevande calori che nel corso della giornata E soprattutto... Evita le diete “fai da te” e chiedi comunque consiglio al tuo medico di fiducia perché ti aiuti a guadagnare salute seguendo queste regole. Per maggiori informazioni visitate il sito http://www.ministerosalute.it

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Dr. Paolo Canepari

DIMINUIRE LA PRESSIONE SANGUIGNA: UN SEMPLICE AGGIUSTAMENTO Pescara, 8 Ottobre 2007. I ricercatori dell’Hypertension Center alla University of Chicago Medical Center riferiscono di sensazionali riduzioni della pressione sanguigna in alcuni a seguito di aggiustamenti chiropratici. Nello studio, pubblicato il 2 marzo 2007 sul “The journal of Human Hypertension”, 50 pazienti con ipertensione sono stati divisi in 2 gruppi da 25. Un gruppo ha ricevuto aggiustamenti chiropratici mirati, che consistevano in una leggera pressione all’atlante (prima vertebra cervicale). Questa vertebra che sostiene la testa, dipende esclusivamente dai muscoli e dai legamenti circostanti per il mantenimento della sua posizione. Un'impropria posizione, spesso molto lieve, meglio nota come sublussazione, che di solito non viene riscontrata dai normali esami clinici e non provoca dolore o disagio. L’altro gruppo ha ricevuto una procedura simile ma senza aggiustamenti. I ricercatori chiamano questa seconda procedura “falso aggiustamento”. Dal momento che il tipo di aggiustamento era molto leggero, i pazienti coinvolti in questa ricerca non sapevano se stavano ricevendo il vero o il falso aggiustamento. Dopo 8 settimane il gruppo che aveva ricevuto i veri aggiustamenti ha mostrato una notevole diminuzione della pressione sanguigna rispetto al gruppo che aveva ricevuto i falsi aggiustamenti. I pazienti che avevano ricevuto i veri aggiustamenti chiropratici hanno mostrato una diminuzione della pressione sistolica di 14 mm Hg e della pressione diastolica di 8 mm Hg in più rispetto all’altro gruppo. “Come ha riportato il chiropratico che ha guidato la ricerca, alla base del cervello ci sono due centri che controllano tutti i muscoli del corpo. Se si

pizzica alla base del cervello non si provoca nessun dolore ma si vanno a irritare dei centri nervosi”. Dice il Dr Paolo Canepari, chiropratico che esercita la sua attività a Pescara. Le radiografie hanno confermato che gli aggiustamenti chiropratici hanno cambiato la posizione dell’atlante tra i pazienti oggetto di studio della ricerca. “L’ipertensione, o pressione alta, è molto diffusa tra gli adulti in Abruzzo e le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte nella nostra regione. Siamo tutti concordi che spesso se non controllata può condurre ad infarto, deficienza renale o ictus. Molte persone ignorano di esserne afflitte. Questo studio offre sicuramente uno spunto di riflessione ed ulteriori ricerche in merito sono indispensabili” dice il Dr Paolo Canepari. Gli autori stessi della ricerca sono giunti alle stesse conclusioni e stanno cercando di capire perché la pressione sanguigna si sia ridotta, cosa l'abbia causato e qual è la relazione tra la sublussazione dell’atlante e l’ipertensione.“La chiropratica è un intervento mirato al mantenimento del sistema nervoso. Se il sistema nervoso è libero da stress e lavora al massimo della sua efficienza, il corpo può lavorare bene. Mentre l’umanità si sforza di trovare nuove tecnologie per migliorare le nostre condizioni, noi chiropratici continuiamo a trovare che la migliore tecnologia sul mercato sia il corpo umano – prendiamocene cura”, conclude sorridendo il Dr Paolo Canepari.

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PUOI SE VUOI…FORZA MENTALE… A quanti è capitato di saltare un allenamento o di fare uno sgarro nell’alimentazione solo perché non si è pronti con la testa ? Sicuramente a tutti noi! Questo ci deve far riflettere sull’importanza che una giusta predisposizione mentale ha nei confronti dei sacrifici necessari per raggiungere gli obiettivi prefissati. Volere è potere, recita un adagio popolare, e una persona di successo, nella vita cosi come nello sport, deve possedere alcune caratteristiche mentali per la riuscita dell’obiettivo. Ecco alcuni consigli, che sicuramente si pensa di conoscere ma che spesso vengono sottovalutati rendendo fallimentare anche il metodo d’allenamento più efficace: •Perseverare nell’allenamento: mai rinunciare alle prime difficoltà, non lasciarsi prendere dalle emozioni negative; i momenti di sconforto e di fatica ci possono essere ma è opportuno sapere come poterli affrontare senza “buttare la spugna”alle prime avvisaglie e problemi. •Mai parlare di sconfitta: la prima cosa nel momento, in cui ci si inizia ad allenare, è pensare sempre in maniera positiva e vedendo il bicchiere mezzo pieno più che mezzo vuoto; •Mettercela tutta: allenarsi e tener duro fino alla fine spesso diventa difficile e, alle prime difficoltà, si vuole rinunciare, ma è proprio li che bisogna andare avanti. Potrebbe capitare che nei primi mesi di allenamento i risultati sperati tardino ad arrivare! Non fermarsi ma insistere e continuare ad allenarsi. Ricorda che riuscirai

solo imparando a gestire la fatica e non allontanandoti da lei… •Trovare una motivazione che spinge ad allenarsi: per allenarsi bisogna prefissarsi un obiettivo e bisogna essere entusiasti e creativi in ogni allenamento che si va ad affrontare per evitare la monotonia . •Avere fiducia in sè stessi: gli essere umani sono stati concepiti per avere successo, non per fallire, e la fiducia in se stessi diventa fondamentale per avere successo. La domanda da farsi è “credo veramente in me stesso? Ce la metto tutta per migliorare?” Solo chi ha fiducia in se se stesso, conoscendo i propri limiti e le proprie potenzialità, riesce a raccogliere i risultati nella vita sia sportiva che privata. •Potete, se credete di potere.: la cosa più importante è mettersi alla prova e stupirsi di se stessi ogni giorno con nuove sfide, nuove avventure. E’ fondamentale l’immagine vincente di sè stessi nella propria mente, visualizzando la propria figura al traguardo.

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LA RADIOFREQUENZA PER VEICOLARE I PRINCIPI ATTIVI ANTI -AGING Molte apparecchiature laser e tecnologie elettro-ottiche, che sfruttano le radiazioni elettromagnetiche mediante la lunghezza d'onda della luce ultravioletta, visibile ed infrarossa, vengono attualmente impiegate per fronteggiare alcune dermopatie, anche di natura neoplastica, oltre che per l'anti-aging (ringiovanimento) del viso e del corpo. Nella maggior parte dei casi però, e soprattutto in ambito di terapie anti-aging, vi è l'utilizzo combinato delle tecnologie laseristiche sia con effetto ablativo (la rimozione di una parte, di solito superficiale, di tessuti biologici) che non ablativo consentendo di ottenere i migliori risultati terapeutici. Ed è proprio in dermocosmetologia medica, oltre che in chirurgia, che negli ultimi anni si è affiancata all'arsenale terapeutico dei laser medicali un'altra tecnologia: la Radiofrequenza. La Radiofrequenza (RF) è costituita da onde elettromagnetiche variabili in frequenza (Hz) da 550.000 Hz. Queste onde elettromagnetiche sono le stesse che si ritrovano nelle radiocomunicazioni, ad esempio nei forni a micro onde per uso domestico, oltre che naturalmente in campo medico-chirurgico nei radio bisturi. Da decenni infatti il radio bisturi chirurgico ottiene un effetto di taglio e di coagulo mediante contatto (a differenza dei laser chirurgici che effettuano una chirurgia senza contatto) utilizzabile per realizzare rispettivamente una soluzione di continuo della cute ed un effetto di saldatura dei vasi mediante la produzione più o meno ampia di calore.

I circuiti dalle apparecchiature possono essere di due diversi tipi, monopolari e bipolari: nei primi il paziente si trova nel circuito (ad esempio è a contatto con la piastra metallica), mentre nei secondi si utilizzano i due poli a contatto (pinza bipolare). I concetti sopra esposti riguardano ai tradizionali elettrobisturi a radiofrequenza (radiobisturi), ai quali ultimamente si sono affiancate apparecchiature elettrochirurgiche in grado di erogare correnti a RF bipolare in grado di effettuare, oltre alla tradizionale elettrochirurgia, anche una fine vaporizzazione epidermica ed eventualmente dermica superficiale. Tutto questo al fine di migliorare i parametri dell'anti-aging del volto come la lassità, in particolare della fronte e del dorso delle mani, insieme alla riduzione delle rugosità, delle macchie senili o solari grazie alla possibilità' di operare contemporaneamente una fine ablazione cutanea. Le correnti a RF di ultima generazione, del resto, vengono utilizzate anche in altri campi specialistici per la rimozione di neoplasie e per il trattamento dell'acne, questo ad indicare che la quintessenza dell'elettrochirurgia ovvero la coagulazione del tessuto, viene comunque rispettata anche con le RF di ultima generazione.

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TUTTA LA VERITÁ SUL BOTULINO Da anni se ne parla male. La tossina botulinica in medicina estetica è oggetto di una campagna mediatica diffamatoria frutto della approssimazione di certi giornalisti non adeguatamente informati o meglio fraudolentemente informati da certe categorie di medici o di estetiste. Questi ultimi tendono a screditare il trattamento sia perché foriero di risultati assimilabili a quelli di interventi chirurgici più complessi e soprattutto molto più costosi sia perché apportatore di esiti senz’altro superiori a quelli ottenuti negli istituti di bellezza. A più di quattro anni dalla approvazione del Ministero della Salute Italiano a riguardo del suo utilizzo per fini estetici, cerchiamo di restituire all’argomento quella dignità che gli spetta. In Italia e in Europa è riconosciuto un solo prodotto somministrabile a fini estetici per la correzione delle rughe di espressione della parte superiore del viso e in vendita in farmacia. Esiste anche un altro prodotto riservato all’uso ospedaliero e da anni utilizzato soprattutto da oculisti e neurologi per trattare patologie funzionali e specialistiche. L’utilizzo corretto di un farmaco è chiaramente legato al suo dosaggio, necessario per avere l’effetto clinico desiderato. Nel caso della tossina botulinica l’effetto è variabile per la dose da iniettare e legato al volume del muscolo e alla sua forza di contrazione. Entrambi sono da valutare prima del trattamento. Comunque, quand’anche la dose somministrata al paziente di medicina estetica debba essere importante, è impossibile sconfinare dai limiti di sicurezza che questo prodotto ha, e che sono molto ampi. Il trattamento può essere effettuato su

tutti quei pazienti che presentano un’accentuazione delle rughe frontali, glabellari, temporo-orbitali, fino ai 65-70 anni di età. La visita preliminare è molto importante per valutare il volume e la forza di contrazione dei muscoli sottostanti le rughe, in maniera tale da indebolirli al punto giusto e non immobilizzarli troppo. Questo garantisce la conservazione di una mimica facciale assolutamente naturale e non “imbambolata”. Ma per ottenere questo risultato è opportuno affidarsi a professionisti che eseguono molti trattamenti l’anno e non ad avventurieri, considerando la apparente semplicità dell’intervento. Il paziente, dopo la terapia, può tornare alle sue attività normalmente, senza particolari segni o sintomi sulle zone trattate. L’effetto di “spianamento” delle rughe avviene in 48-72 ore, con l’aiuto di “una ginnastica” dei muscoli del viso che viene spiegata al paziente dal medico. La durata dell’effetto varia da 4 a 6 mesi, e dopo tale periodo può essere ripetuto; l’effetto tende a durare più a lungo se il paziente si sottopone regolarmente. Sono comunque sufficienti due o massimo tre trattamenti l’anno per coloro che hanno problemi di rugosità maggiore. Comunque la scienza medica afferma che “pazienti sottoposti a terapia continuativa a lungo termine (10-12 anni) non hanno evidenziato effetti collaterali particolari”: questa è la verità da sottoscrivere.

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NUOVA POSSIBILITA’ PER GRANDI CORREZIONI ESTETICHE E FUNZIONALI Per far fronte alla richiesta di correzione di grandi cicatrici, di avvallamenti del tessuto sottocutaneo del corpo, di arti inferiori o arti superiori causati da liposuzioni troppo aggressive, da PEFS (cellulite) o per aumentare il volume dei glutei o del seno, c’è a disposizione del medico-estetico un macrofiller. Si tratta di un prodotto riassorbibile lentamente, composto da acido ialuronico stabilizzato e altamente biocompatibile, denominato “Macrolane” e prodotto da un’azienda svedese leader nel settore. L’acido ialuronico è lo stesso che si utilizza per riempire le rughe e le depressioni del viso causate dall’età e trattate in tal modo da circa 15 anni in tutto il mondo. Il Macrolane rappresenta una novità unica approvata anche dal Ministero della Sanità: dà la possibilità di correggere i profili corporei cutanei alterati in maniera armoniosa e naturale. Questo prodotto infatti ha le caratteristiche di un materiale riempitivo e volumizzante con scarsissime capacità di migrazione dalla sede in cui viene impiantato. È presente in commercio in due formulazioni sottoforma di gel: una per le correzioni più superficiali e una per quelle più profonde; necessita di una corretta tecnica medica iniettiva, che è comunque poco invasiva e poco dolorosa e che solo a volte richiede una piccola anestesia locale. L’iniezione viene effettuata con una siringa già pre-riempita di prodotto e con una cannula apposita, il tutto in un tempo variabile da 20 a 40 minuti. Subito dopo il trattamento il paziente potrà tornare alle sue normali attività con un

bendaggio della regione trattata da tenere per 2-3 giorni. Potranno evidenziarsi delle ecchimosi della durata di pochi giorni, indolenzimento e tensione della zona corretta, anche essi di breve durata. Questo prodotto rappresenta inoltre un valido e prezioso presidio correttivo dei volumi mancanti del profilo corporeo con la possibilità di essere adattato alla sede ricevente con un massaggio dopo l’impianto, come se fosse, per così dire, una “protesi malleabile”. Potranno così essere corretti deficit dei volumi del tessuto sottocutaneo in tutte le sedi corporee, con la sola eccezione del viso: avvallamenti post-liposuzione, rilassamenti degli arti che causano irregolarità della silhouette, cicatrici chirurgiche estese, atrofie sottocutanee da cortisonici iniettivi, depressioni da cellulite o da mesoterapie. Il riassorbimento è molto lento: avviene infatti in 18-24 mesi circa. Altri campi di utilizzo, per coloro che non vogliono affrontare chirurgie invasive, sono rappresentati da un aumento di volume dei glutei e del seno e dalla correzione di irregolarità della superficie interna di braccia e cosce. Tutte queste tecniche sono state autorizzate dal Ministero della Sanità. Ad oggi i casi trattati sono circa 2000 e la nostra equipe ha effettuato gli studi preliminari che hanno portato all’introduzione in Italia di tale tecnica.

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inapa

Chieti


Il Ministero della Salute informa

a cura della redazione

ASSISTENZA SANITARIA ITALIANI ALL’ESTERO Il sistema di Mobilità Internazionale si colloca come parte del più vasto sistema di assistenza a carico dello Stato ed ha lo scopo di tutelare, dal punto di vista dell’assistenza sanitaria, gli assistiti che si spostano all’interno degli Stati della Unione Europea, della Svizzera, dello Spazio Economico Europeo (SEE: Norvegia, Islanda e Liechtenstein) e dei Paesi in convenzione con i quali sono in vigore accordi di sicurezza sociale. In applicazione dei regolamenti comunitari di sicurezza sociale n. 1408/71 e n. 574/72 e di quanto disposto dalle singole convenzioni, i nostri assistiti che si spostano in Europa e negli Stati in convenzione, per motivi vari (turismo studio, lavoro, pensionati che trasferiscono la residenza), per poter usufruire dell’assistenza sanitaria a carico dello Stato italiano, devono presentare alle istituzioni competenti o ai prestatori di cure degli Stati esteri alcuni formulari che attestano il diritto di godere delle prestazioni sanitarie. Sulla base di questi attestati viene erogata l’assistenza e, in seguito, gli Organismi di collegamento degli Stati UE inviano le fatture a questo Ministero, quale organismo di collegamento, chiedendone il rimborso. Il Ministero, a sua volta, per conto delle Regioni e delle ASL di rispettiva appartenenza, chiede agli Stati esteri il rimborso dei crediti relativi all’assistenza fornita a cittadini stranieri in Italia. Debiti e crediti vengono imputati alle ASL competenti e, in sede di assegnazione della quota di Fondo sanitario nazionale alle regioni, si tiene conto della compensazione debiticrediti. Come accennato in precedenza, al fine di poter usufruire dell’assistenza sanitaria, è necessario che l’assistito presenti alla struttura sanitaria o all’istituzione competente un formulario

che attesti il suo diritto a godere delle prestazioni sanitarie. Tale attestato viene rilasciato dall’istituzione del luogo ove l’assistito è assicurato, in Italia dalla ASL di residenza. L’attestato di diritto permette al suo titolare di ricevere le prestazioni sanitarie in forma diretta alle stesse condizioni dei cittadini di quello Stato e nulla è dovuto se non l’eventuale partecipazione alle spese. Inoltre a seconda dell’attestato e quindi della situazione protetta, e a secondo di quanto previsto dalla singola convenzione, si ha una copertura sanitaria completa o limitata a determinate prestazioni. I cittadini italiani che per motivi di lavoro si recano nei Paesi al di fuori dell’U.E. e in cui non vigono accordi bilaterali in materia di assistenza sanitaria, possono usufruire della garanzia dell’assistenza sanitaria in forma indiretta: anticipare le spese e successivamente chiedere il rimborso tramite la Rappresentanza diplomatica italiana all’estero al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali – Direzione Generale per i Rapporti con l’Unione Europea e per i Rapporti Internazionali Ufficio VI – Sezione presso Ministero Affari Esteri. Gli italiani che lavorano all’estero devono richiedere alla ASL di appartenenza l’attestato ex art. 15 del DPR 31/7/80, n.618 previa presentazione della seguente documentazione: nota di trasferimento all’estero e documentazione comprovante il mantenimento all’assoggettamento previdenziale italiano; fotocopia del libretto di iscrizione alla ASL o dichiarazione sostitutiva di certificazione; codice fiscale o dichiarazione sostitutiva di certificazione. L’attestato potrà essere richiesto direttamente alla ASL di appartenenza o alla Rappresentanza diplomatica che lo dovrà trasmettere al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. La mancata comunicazione alla ASL di appartenenza comporta la perdita del diritto al rimborso delle spese sanitarie sostenute all’estero.

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dermatologia

Dott. Marco Tracanna, Dott.ssa Daniela Di Rollo

DERMOSCOPIA AD EPILUMINESCENZA E MAPPATURA NEI Il tumore della pelle, se tempestivamente riconosciuto, è guaribile. Il nevo (o neo) è una neoformazione benigna della cute, il cui colore può variare dal marrone chiaro al marrone scuro, di forma piana o rilevata e di diametro variabile da 1 mm a diversi centimetri. I nei possono comparire dalla nascita (si definiscono congeniti i nei che compaiono entro i 2 anni di età) o essere acquisiti nel corso degli anni. Il melanoma è un tumore maligno che può insorgere allo stesso modo sia su neo preesistente, sia su cute sana. Le semplici regole dell'A, B, C, D, E permettono di individuarlo tempestivamente: esso si presenta generalmente Asimmetrico, con Bordi irregolari, Colore marrone scuro-nero o disomogeneo (aree chiare ed aree scure), Dimensioni significative (in genere > 2-4 mm di diametro), Evoluzione rapida o insorgenza recente. Non è vero che traumi e ferite trasformano il neo in tumore. Non è vero che i nei non vanno toccati in alcun modo: se il melanoma viene diagnosticato in fase precoce, la guarigione è possibile mediante la sola asportazione chirurgica. Un ritardo nella diagnosi può permettere la disseminazione del tumore ad altri organi. La prevenzione resta oggi l’arma più efficace per fronteggiare questo tumore. Le ustioni solari ripetute, soprattutto durante l’adolescenza, aumentano la probabilità di sviluppare un melanoma nell'età adulta. E', quindi, necessario proteggere sempre i bambini dal sole, applicando durante l’esposizione solare ogni 2 ore creme contenenti filtri fisici (preferibili in età infantile) o filtri chimici in associazione a quelli fisici, per ridurre i raggi UVA e UVB assorbiti

dalla cute. Ognuno di noi dovrebbe sottoporsi ad una visita dermatologica specialistica almeno una volta l’anno. Inoltre è necessario che ogni persona si controlli periodicamente (ogni 2–3 mesi) tutta la superficie corporea (cute, mucose, occhi, cuoio capelluto), magari con l’aiuto di un familiare, rivolgendosi allo specialista dermatologo se un neo ha cambiato colore, forma, dimensione o se ne è insorto un nuovo di recente. La Dermoscopia ad epiluminescenza è una nuova tecnica, introdotta allo scopo di migliorare la diagnosi delle lesioni pigmentate della cute e di individuare i melanomi in una fase quanto più precoce possibile: un fondamentale supporto strumentale in oncologia dermatologica, che riduce inoltre il numero di escissioni chirurgiche inutili. La mappatura dei nei consiste nella valutazione diretta di micro-strutture anatomiche in modo assolutamente non invasivo ed indolore e nella relativa documentazione fotografica digitale. La corretta valutazione dell’evoluzione dei nei avviene grazie ai successivi controlli, poiché la digitalizzazione delle immagini e la loro archiviazione in un computer, consentono il controllo nel tempo delle lesioni pigmentarie ritenute sospette. Dott. Marco Tracanna, Dott.ssa Daniela Di Rollo Medici Chirurghi - Specialisti in Dermatologia e Venereologia Dottorandi di Ricerca rispettivamente in Oncologia e Dermatologia Oncologica www.studiodermatologico.it

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IL TEST CITOTOSSICO PER VERIFICARE LA PRESENZA DI ALLERGIE Le allergie e le intolleranze sono espressione della risposta dell’organismo all’esposizione ad un’allergene. Si definisce allergia alimentare una reazione IgE (anticorpi che scatenano la reazione allergica) mediata, che compare da immediatamente ad alcune ore dopo l’assunzione dell’alimento causale, sostenuta da un meccanismo immunologico. L’intolleranza è una reazione infiammatoria dipendente da un progressivo accumulo di sostanze con effetto infiammatorio nell’organismo. Il meccanismo di reazione è probabilmente dovuto ad alterazioni del sistema immunitario con coinvolgimento dei granulociti neutrofili (un tipo di granulociti, globuli bianchi che hanno funzioni di difesa dell’organismo contro infezioni batteriche e fungine), IgG4 e.... causate dalla reazione contro sostanze riconosciute come dannose. I disturbi non sono in relazione diretta all’assunzione dell’alimento ma si possono verificare a distanza di tempo. Il principio del metodo del test citotossico si basa sulla messa a contatto dei leucociti del paziente per verificarne la eventuale reattività contro allergeni alimentari. Tale reattività si manifesta con lesioni di varia entità sulla struttura dei leucociti. E’ verosimile ipotizzare che tanto più si mangia e quanto più a lungo questa iperalimentazione è protratta, tanto più è facile riscontrare la comparsa di intolleranze.

Laboratorio Analisi Carboni Dott.ssa Annamaria Carlone, Biologa Via Regina Elena 120/122, Pescara Tel. 085374108 info@carbonilab.it

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andrologia

Dott. Stefano Goldoni

L’AVANZARE DELL’ ETÁ NON FERMA LA SESSUALITÁ La sessualità e la fertilità maschili, come tutte le funzioni del nostro organismo, tendono a ridursi con gli anni. Tuttavia essere capace di riprodursi o di avere rapporti soddisfacenti durante la terza età è possibile, ma implica il mantenimento del desiderio e di una buona funzione erettile. L’attività sessuale nella terza età è legata a un buono stato di salute generale, ed in particolare a un normale tasso di ormoni maschili (il testosterone), che regola anche la vitalità muscolare, la funzione cardiaca, il buon umore e la produzione di globuli rossi che veicolano l’ossigeno in tutti i tessuti. Si chiama Loh (Late Onset Hypogonadism) la sindrome che comporta una minore produzione di testosterone da parte del maschio che supera i 50 anni d’età. Tale calo non solo riduce il desiderio sessuale, ma fa scadere complessivamente il livello di salute di un individuo. Che fare allora? Subito bisogna parlare con il proprio medico di famiglia o lo specialista e fargli presente certe difficoltà come ad esempio una facile affaticabilità, una diminuzione del desiderio sessuale o anche del tono dell’umore. Un semplice esame del sangue stabilirà se una terapia a base di testosterone potrà essere vantaggiosa. Sicuramente uno dei punti nodali dell’argomento è l’efficienza della funzione erettile. Spesso se ne parla poco con il proprio medico, eppure è un importantissimo indicatore della nostra salute. Oggi sappiamo infatti che una normale erezione è il risultato di varie situazioni favorevoli come ad esempio un buono stato cardiocircolatorio e metabo-

lico, l’assenza di fattori di rischio quali l’ipertensione, il diabete, il fumo di sigaretta, il colesterolo alto, l’insufficienza renale o epatica, ma anche una buona relazione con se stessi e verso gli altri. Numerosi studi condotti in questi ultimi anni hanno evidenziato come la probabilità di conservare una buona capacità erettiva nella terza età sia strettamente legata a comportamenti e stili di vita attuati quando si è adulti. Il rispetto di semplici regole assicureranno anche una maggiore sopravvivenza: evitare il soprappeso, il fumo di sigaretta, l’eccessivo consumo di alcol (mezzo bicchiere di vino ai pasti avrebbe viceversa un significato protettivo), la sedentarietà. In assoluto il comportamento che sembra maggiormente proteggere dal rischio di problemi di erezione è proprio una regolare attività fisica. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha stabilito che basterebbe camminare a passo svelto 30 minuti al giorno. Altre regole sono il controllo della pressione, della glicemia e del colesterolo, che non devono superare i valori di normalità. Concludendo, la sessualità della terza età può essere ancora estremamente piacevole ma non deve essere vista solo in funzione ludica perchè, soprattutto nel sesso maschile, il mantenerla contribuisce a migliorare quel senso di integrità fisica e psicologica dal quale il maschio invecchiando non deve separarsi.

Dott. Stefano Goldoni Specialista in Andrologia e Urologia Ospedale Civile di Pescara, Tel. 085 4252486 Cell. 335 5634751

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Mensile gratuito ricco di articoli informativi a cura di medici e specialisti locali. Testi dal linguaggio semplice e diretto per facilitare la comunicazione con il cittadino.

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sessuologia

Dott.ssa Eva I. F. Iorio

L’OMOSESSUALITÀ FEMMINILE Lesbismo è il termine con cui si indica l'attrazione affettiva, sentimentale e sessuale tra donne. Il termine deriva dall'isola di Lesbo, dove visse la poetessa Saffo nel VII secolo a.C., che nei suoi versi esaltò la bellezza della femminilità e dell'eros tra donne. Infatti la poetessa greca Saffo, nativa dell'isola di Lesbo, celebrò il suo amore per le donne. Da lei hanno avuto origine i termini lesbico e saffico. Ancora nel VI secolo a.C. Plutarco ricorda che a Sparta alcune donne trovavano l’amore tra le braccia di altre donne. Con il termine lesbica, in senso stretto, si indica una donna con orientamento sessuale e affettivo nei confronti di altre donne. In origine il termine fu usato in senso dispregiativo; in seguito, tuttavia, le lesbiche se ne sono riappropriate in termini di rivendicazione e di orgoglio (pride). Uraniste, tribadi, saffiche, urninghe... dal 1886, anno di pubblicazione della Psycopathia Sexualis di Richard von Krafft-Ebing, i nomi che definiscono le lesbiche si sono moltiplicati e, per certi versi, sprecati. Si deve a Charlotte Wolff, una psichiatra di origine tedesca, che nel 1971 pubblicò Amore tra donne, il primo studio del lesbismo che utilizzò come oggetto della ricerca donne normali e non portatrici di patologie psichiatriche varie. Quindi con il termine lesbismo si definiscono quelle donne che preferiscono a livello emozionale, amoroso, affettivo e sessuale le relazioni con altre donne. Come si sviluppa la personalità gay? Perché gay non è solo una sessualità particolare, ma è un mondo affettivo, un bisogno di relazionarsi sentimentalmente ed emotivamente con persone del proprio sesso. Parlando in termini psicologici possiamo definire tre tipi di omosessuali-

tà femminile: Il primo è l'omosessualità fusionale. La separazione fantasmatica tra la madre e la bambina non è avvenuta; da qualche parte la « figlia »è ancora un pezzo del territorio della « madre », onnipotente e bisessuale; la figlia è sessualmente indifferenziata. Non parleremo di omosessualità ma di identità arcaica; il secondo è quello dell'omosessualità di competizione. La figlia si è identificata con l'immagine materna portatrice del potere; l'anima del padre ha lasciato fare all'animus materno; in età adulta la vita trascorre per la figlia in cicli di dominazione-sottomissione in cui lei rappresenta alternativamente i due ruoli. Ciò può accadere con un uomo o con una donna. La sintomatologia ossessiva è sempre presente ed è spesso la ragione che spinge questa donna in terapia; il terzo è l'omosessualità di trasgressione. La figlia è rimasta fissata al padre, più capace di calore della madre; vivendo nell'ossessione dell'incesto, l'inconscio spinge la figlia a tornare verso le donne, a sostituire la «madre» maschile; se il padre partecipa al processo mediante fantasie incestuose, possiamo assistere a una pesante sintomatologia psicosomatica, perfino a un'anoressia; altrimenti siamo nel campo delle fobie e delle conversioni. Ecco questa è una breve presentazione di cosa si cela dietro relazioni “diverse” o come molti le definiscono strane relazioni.

Dott.ssa Eva I. F. Iorio Psicologo Clinico, Dottoranda di Ricerca Università “G. d’Annunzio” e-mail: evaifiorio@virgilio.it

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a cura della redazione

ADOLESCENTI E GRAVIDANZA Al contrario di quanto molti giovani credano, il rischio di una gravidanza è presente sin dal primo rapporto sessuale. È importante esserne consapevoli. Una gravidanza non voluta in giovanissima età può essere un'esperienza drammatica: Per ragioni di immaturità Sono coinvolte due persone molto giovani ancora inesperte, che non hanno né i mezzi economici, né il tempo, né la maturità necessaria per poter allevare un bambino. Per ragioni di salute Per una ragazza molto giovane una gravidanza può comportare rischi per la salute. A 15 anni o a 17 anni, il corpo femminile non ha ancora finito di crescere e non è ancora pronto per accogliere un bambino. Prova a pensare se succedesse a te, che stai cominciando adesso ad affacciarti alla vita e alle prime esperienze amorose. Prova a rifletterci: avresti il tempo, la voglia, la pazienza, i mezzi, la generosità, la dedizione necessarie per poter accudire un bambino e potergli fornire tutto ciò di cui ha bisogno? Si tratta di un impegno a lungo termine, che condizionerebbe tutta la tua vita futura. Probabilmente già da sola, ti rendi conto che il compito sarebbe difficilissimo, anche contando sull'appoggio e sull'aiuto di genitori e adulti generosi e disponibili. Avere un bambino è una scelta così importante che va fatta al momento giusto, in modo consapevole, quando si è pronti e maturi per affrontare serenamente tutte le responsabilità che ne conseguono e che può diventare. Quando desiderata e voluta, può essere uno dei momenti più belli e felici della vita di una coppia.

SFATIAMO QUALCHE LUOGO COMUNE! È impossibile rimanere incinta durante i primi rapporti sessuali. FALSO. È possibile rimanere incinta sin dalla prima volta. Non puoi rimanere incinta, se hai le mestruazioni. FALSO. Si verifica raramente, ma a volte si può avere nello stesso tempo l'ovulazione e le mestruazioni, oppure i due eventi possono verificarsi a brevissima distanza. Non è possibile rimanere incinta la settimana seguente la mestruazione. FALSO. È possibile. L'ovulazione può avere luogo quanto prima (o addirittura durante) la mestruazione, soprattutto se il ciclo mestruale è particolarmente breve. È impossibile rimanere incinta se fai un bagno caldo subito dopo. ASSOLUTAMENTE FALSO, neanche con lavande all'aceto. Gli spermatozoi possono percorrere 28 mm in 8 minuti, anche "nuotando controcorrente". È impossibile rimanere incinta se il pene dell'uomo non penetra completamente. NON È VERO. Le piccole gocce che fuoriescono dal pene, subito dopo l'eccitazione, possono già contenere spermatozoi vitali. Per saperne di più

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Pescara Città

Novembre 2009

Dicembre 2009

Domenica 1 Teodori - Corso V. Emanuele II° 280 Tel. 085 42 11 729 Di Domizio - V.le Gabriele D'Annunzio 207 Tel. 085 67049

Sabato 5 Vizioli - Corso Umberto I 109 Tel. 085 4212149 Martella Roberta - Via San Donato 35 Tel. 085 51655

Sabato 7 Rancitelli - Viale Bovio 161 Tel. 085 35280 Perbellini G. - Viale D’Annunzio 84 Tel. 085 690296

Domenica 6 Simoncelli - Corso Vittorio Emanuele Tel. 085 4211448 Alleva - Piazza Le Laudi 3 Tel. 085 64871

Domenica 8 Zenobii - Piazza S.Francesco 20 Tel. 085 4222685 Stadio - Via Benedetto Croce 201 Tel. 085 66371

Sabato 12 Mignella - Via Firenze 189 Tel. 085 4212177 Blasetti - Via Tiburtina Valeria 260 Tel. 085 50322

Sabato 14 Perrucci - Via Nicola Fabrizi 240 Tel. 085 4211485 Di Lisio - Viale Guglielmo Marconi 316/3 Tel. 085 693709

Domenica 13 Mignella - Via Firenze 189 Tel. 085 4212177 Blasetti - Via Tiburtina Valeria 260 Tel. 085 50322

Domenica 15 Perrucci - Via Nicola Fabrizi 240 Tel. 085 4211485 Di Lisio - Viale Guglielmo Marconi 316/3 Tel. 085 693709

Sabato 19 Zenobii - Piazza S.Francesco 20 Tel. 085 4222685 Stadio - Via Benedetto Croce 201 Tel. 085 66371

Sabato 21 Bonora- Corso Vittorio Emanuele II 116 Tel. 085 4211895 Di Giamberardino- Via del Santuario 77 Tel. 085 4153388

Domenica 20 Alby- Via Piero Gobetti 166 Tel. 085 34 114 Pennese - Via del Circuito 165 Tel. 085 299112

Domenica 22 Perbellini B. - Via N.Adriatica Nord 153 Tel. 085 4712637 Stoppato - Viale Guglielmo Marconi 8 Tel. 085 63780

Venerdì 25 Perrucci - Via Nicola Fabrizi 240 Tel. 085 4211485 Di Lisio - Viale Guglielmo Marconi 316/3 Tel. 085 693709

Sabato 28 Moderna- Corso V. Emanuele II° 56 Tel. 085 42 11467 Martella Raff.- Via del Santuario 348 Tel. 085 4152828

Sabato 26 Adriatica - Viale Giovanni Bovio 362 Tel. 085 4712729 Signorini - Piazza Garibaldi 24 Tel. 085 690829

Domenica 29 Moderna- Corso V. Emanuele II° 56 Tel. 085 42 11467 Martella Raff.- Via del Santuario 348 Tel. 085 4152828

Domenica 27 Adriatica - Viale Giovanni Bovio 362 Tel. 085 4712729 Signorini - Piazza Garibaldi 24 Tel. 085 690829

guardia medica Pescara Largo Luciano Lama (ex Via Renato Paolini n° 68)

Tel. 085 288 68 oppure 085 425 31 91 Il servizio viene attivato il giorno prefestivo (il sabato) alle ore 10.00 e rimane in funzione sino alle ore 08.00 del giorno successivo al festivo (il lunedì)

Per informazioni sulle farmacie di turno, quelle di appoggio e le guardie mediche della Provincia di Pescara consultate il sito: http://www.ausl.pe.it Per informazioni e consigli su farmaci, prodotti da banco, ticket e tutto ciò che riguarda il mondo delle farmacie consultate il sito: https://www.federfarma.it Per notizie, curiosità e promozioni in atto nelle farmacie del consorzio Farmatua consultate il sito: http://www.farmatua.com


118 Emergenza Intervento medico con ambulanza 24 ore su 24, 365 giorni l’anno Guardia medica Tel. 085 4252663 Tel. 085 28868 Richiesta di intervento medico senza ambulanza. In funzione dalle ore 20 alle ore 8 dei giorni feriali e dalle ore 10 del giorno prefestivo alle ore 8 del conseguente giorno postfestivo (es. dalle ore 10 del sabato alle C.U.P. Tel. 085 4253232-3-4-5 Centro unico per tutte le prestazioni eseguite nell’Ospedale S.Spirito di Pescara. Distretto ASL Nord Via Nazionale Adriatica Nord n° 140, Pescara (ex clinica Baiocchi) dsb.penord@ausl.pe.it Tel. 085 4253457 Fax. 085 4253422 Distretto ASL Sud Tel. 085 4254040 Cassa 085 4254034 Per prenotare tutte le prestazioni da eseguire presso il Distretto Sanitario Sud. URP ASL Ufficio relazioni con il pubblico Tel. 085 4253201 Tel. 085 4252777 - 8 Orario di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì, dalle ore 08.30 alle ore 12.30; martedì e giovedì, dalle ore 15.00 alle ore 17.00 Direzione Ospedale di Pescara Tel. 085 4252633 Dalle 15.00 alle 17.00.

Servizio Sociale Ospedale di Pescara Tel. 085 4252474

Ambulatorio vaccinazioni Tel. 085 425 958 / 9

Servizio Dietetico Ospedale di Pescara Tel. 085 4252449

Centro Micologico Tel. 085 4253974

Servizio Disinfettori Ospedale di Pescara Tel. 085 4252585 Servizio Centralizzati Ospedale di Pescara Tel. 085 4252441 Servizio Raccolta e Smaltimento Rifiuti Ospedalieri Ospedale di Pescara Tel. 085 4252818 Servizio Poliambulatori Ospedale di Pescara Tel. 085 4252464 Servizio Portineria Ospedale di Pescara Tel. 085 4252765 Servizio Obitorio Ospedale di Pescara Tel. 085 4252522 Dalle 8.00 alle19.00 Recupero crediti Ospedale di Pescara Tel. 085 4252834 Servizio di Cartelle Cliniche e Rapporti con Stranieri Ospedale di Pescara Tel. 085 4252431 Fax 085 4252637 L'ufficio è aperto al pubblico tutti i giorni feriali dalle 9.00 alle 12.00, per informazioni telefonare dalle 12.00 alle 13.30. C.S.M. PE NORD p2 Centro Salute Mentale Tel. 085 4253446/9/7 C.S.M. PE SUD p1 Centro Salute Mentale Tel. 085 425358 /3/1

Ufficio Prevenzione e controllo delle malattie respiratorie Tel. 085 4254513 / 4 / 5 Medicina scolastica Tel. 085 4253 911/ 5/ 2/3 Ambulatorio Extracomunitari Tel. 085 4253960 Medicina dello Sport Tel. 085 4253961/2 Consultori Familiari PESCARA Via Pesaro, 50 Tel. 085 4253 975/7 PESCARA Viale Bovio, 414 Tel.085 4 253 470 / 1 PESCARA Via G. Milli, 2 Tel. 085 4 254 980 MONTESILVANO C.so Umberto, 447 Tel. 085 4 253 351/4 SPOLTORE Via del Convento, 12 Tel. 085 4253611 CITTÀ S. ANGELO Largo Baiocchi Tel. 085 4 253 306 PENNE C.da Carmine, 107 Tel. 085 8 276 523 / 4 Medicina Legale Tel. 085 4253519/14 Invalidità Civile Tel. 085 4254953/4 Ser.T. (Servizio per le Tossicodipendenze) Tel. 085 4253492/3

indirizzi utili Casa Famiglia Salute Mentale Tel. 085 4253443 Centro Diurno Salute Mentale Tel. 085 4253444 Neuropsichiatria Infantile Tel. 085 4252842/3 Pronto Soccorso Tel. 085 4252450 Tel. 085 4225666 Croce Rossa Italiana Tel. 085 2056258 Croce Bianca Tel. 085 4311533 Misericordia Pescara Tel. 085 2305797 Assistenza Domiciliare Integrata ADI Tel. 085 4253025 Centro Regionale di Nefrologia e Dialisi Pediatrica Tel. 085 4252483 SERVIZIO VETERINARIO Ufficio Igiene Alimenti di origine animale Tel. 085 4253527 Ufficio Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche Tel. 085 4253201 Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica Fax: 085 4253951


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