Il primo free-press del benessere - Anno II n°1 Settembre 2010 Con il Patrocinio della Provincia di Roma e della Regione Lazio reg. trib.di Pescara n.24/08 del 7/11/2008
LA GUIDA MENSILE DEDICATA AL TUO BENESSERE
edizione Roma
no alla carne clone dal Parlamento europeo
addominoplastica restringimento del punto vita
insufficienza renale terapia conservativa pre-dialitica
salute delle donne la sindrome premestruale
vincere la balbuzie
rapporto tra cervello e linguaggio
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speciale Tutto quello che c’è da sapere sulla mastoplastica
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LA TUA GUIDA DELLA SALUTE E DEL BENESSERE
solidarietà in primo piano ABIO - Associazione per il Bambino In Ospedale Promuove l’umanizzazione dell’ospedale e sdrammatizza l’impatto del bambino e della sua famiglia con le strutture sanitarie. www.abioroma.org AIPD - Associazione Italiana Persone Down L’Associazione non ha fini di lucro e vuole essere soprattutto un punto di riferimento per le famiglie, gli operatori socio-sanitari e della scuola che si occupano di questo handicap. www.aipd-roma.it ALZHEIMER Roma L´Associazione persegue la missione di offrire sostegno alle famiglie con un malato di Alzheimer. Collabora con Istituzioni sanitarie e accademiche, sia nazionali che locali. www.alzheimeroma.it ANFFAS Roma Onlus L’Associazione si propone di assicurare il benessere e la tutela delle persone con disabilità intellettiva e relazionale e delle loro famiglie, operando primariamente per rendere concreti i principi della pari opportunità, della non discriminazione e della inclusione sociale. www.anffasroma.it Il Sorriso di Beatrice ONLUS L’Associazione nasce con l’intenzione di trasformare un evento tragico quale è stato la scomparsa di Beatrice in motivo di gioia e speranza per tutti coloro che vivono la drammatica esperienza della malattia oncologica. www.ilsorrisodibeatrice.com UNIAMO Federazione Italiana Malattie Rare Onlus Scopo essenziale è difendere i diritti e migliorare la qualità di vita di tutte le persone affette da malattie rare. La Federazione fa parte di un Network Europeo di tredici Alleanze Federative Nazionali tra associazioni di pazienti di altrettanti Paesi della Unione Europea. www.uniamo.org
editoriale del mese Buon compleanno Pocket Salute! Ebbene sì, il primo-free press del benessere compie 3 anni e li festeggia insieme a voi, cari lettori, regalandovi una nuova veste grafica corredata da tante rubriche interessanti. Gli articoli saranno maggiormente leggibili, con i riferimenti dello specialista in evidenza, perchè i contenuti siano fruibili a tutti. Il trova-facile diventerà settoriale, facilitando la consultazione degli annunci per macro-area (salute, psicologia, benessere, bellezza e sesso). Lo stesso editoriale, a partire dal prossimo mese, sarà a disposizione di tutti coloro che avranno qualcosa da dire, ovviamente sempre in tema di salute e benessere, perchè chiunque possa esprimere il proprio pensiero. Continueranno le iniziative sociali in collaborazione con le asssociazioni di volontariato ed il patrocinio delle istituzioni, come la prima edizione de il “Villaggio della Salute”, che si è svolta il 5 Settembre nella piazza principale della città di Pescara. Nasceranno nuove edizioni locali, oltre alle già presenti Pescara e Roma, perchè quante più persone possano usufruire del servizio gratuito offerto da Pocket Salute. Tante le novità in cantiere studiate per dare un servizio completo e gratuito alla cittadinanza, per una medicina accessibile a tutti. Resta invariata la mission che da sempre contraddistingue la rivista, l’essere la guida gratuita dedicata al mondo della salute e del benessere, ricca di articoli e contenuti divulgativi, perchè l’informazione sanitaria diventi, prima di tutto, prevenzione. Vi invitiamo ad attivare il comodo servizio di spedizione a domicilio, per non perdere nemmeno un numero della rivista, con un piccolo contributo per le spese (pari a soli 15 euro all’anno). Non dimenticate, infine, di seguire tutte le novità di Pocket Salute anche sul web all’indirizzo www. pocketsalute.it Un grazie a voi lettori per l’affetto e l’interesse che ogni mese ci dimostrate. Buona lettura, Serena Zimuel, Direttore Editoriale
scrivi anche tu a redazione@pocketsalute.it
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psicologia trova-facile: guida alla psicologia 06 rapporto tra cervello e linguaggio 07 prevenire i rischi da abuso di alcool 09 pagg. 32-33
salute
tutto sulla mastoplastica
il tradimento corre sul web
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insufficienza renale cronica
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prevenire la morte improvvisa
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Rivista gratuita mensile Edizione Roma Reg. Tribunale di Pescara n.24/08 del 7/11/2008 reg. ROC n.18668
benessere
Direttore responsabile Daniele Giangiulli redazione@pocketsalute.it
12,3 milioni di euro per la ricerca 43
Direttore editoriale Serena Zimuel serena.zimuel@pocketsalute.it Direttore commerciale Giulia Mincarini giulia.mincarini@pocketsalute.it Editore, Redazione e Pubblicità Editore POCKET IDEA s.rl. Via Cavour 4/2, San Giovanni Teatino (CH) Infoline: 085 4460163 www.pocketidea.it Foto e illustrazioni © 2010 Microsoft Office Online, © 2010 Fotolia, © 2010 iStockphoto © Proprietà letteraria riservata. E’ vietata la riproduzione, anche parziale, di testi, immagini o disegni pubblicati, senza l’autorizzazione scritta della Direzione e dell’Editore. Le opinioni degli autori impegnano la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quelle della Direzione della rivista. All’interno dei contributi possono essere citati nomi di prodotti, anche farmaceutici, pubblicati nel rispetto delle opinioni degli autori e per completezza d’informazione sui temi trattati.
trova-facile: guida al benessere L’importanza dell’acquaticità
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bellezza trova-facile: guida alla bellezza
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come restringere il punto vita
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speciale tutto sulla mastoplastica 32
sesso trova-facile: guida alla sessualità 56 la sindrome premestruale
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menopausa: età post-fertile
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Pocket Salute, Roma con il patrocinio di:
guida pratica alla psicologia
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superare la balbuzie Prof. Marco Santilli
Associazione Italiana La Nuova Parola
Via Cavour 4/2, San Giovanni Teatino (CH) N° verde: 800 090732 Cell. 340 8671477 Sito web: www.marcosantilli.it
RELAZIONE TRA LO SVILUPPO DEL CERVELLO E DEL LINGUAGGIO Le diverse fasi della maturazione cerebrale procedono, in linea generale, con il maturare dell’apprendimento del linguaggio. Perciò lo sviluppo delle abilità manuali coincide con la fase della lattazione (suzione del nutrimento dal seno materno) data dall’apprendimento della tipica abilità continuativa nella chiusura-apertura della bocca. Entrambi i tipi di movimento sono funzionali alla crescita di aree pre-motorie, motorie, sensoriali dell’emisfero centrale sinistro e di strutture sottocorticali ad esso collegate. Tra i sei e i venti mesi si sviluppa una fase di immagazzinamento del linguaggio: sia le parole, sia le frasi vengono inserite in aree “quasi linguistiche” dell’emisfero destro del cervello (chiamato “emisfero minore”). Per questo motivo le lesioni precoci (entro il primo anno) all’emisfero destro ostacolano lo sviluppo del linguaggio parlato e i relativi ambiti di comprensione e produzione lessicale. Tra i 20 e i 37 mesi esiste la fase di regolazione delle parole irregolari, il bambino aumenta la comprensione di nuove parole e la capacità di formulare espressioni e periodi lessicali complessi completando la maturazione dell’emisfero sinistro del cervello e la motivazione delle aree del linguaggio. Da questo momento qualsiasi lesione all’emisfero sinistro provoca disturbi permanenti nella comprensione ed espressione del linguaggio.
Riguardo la capacità di produzione dei nomi sono descritti due gruppi di bambini: Bambini espressivi -Rapido lo sviluppo del linguaggio per la prima lingua -Buono il vocabolario di parole che indicano loro stessi, pochi i termini orientati verso gli oggetti -Le parole esprimono sentimenti, desideri, socialità -Tendono a produrre frasi già complete con intonazione corretta Bambini referenziali -Minore capacità di sviluppo del linguaggio -Ampio vocabolario di parole che si riferiscono ad oggetti -Strutturazione e produzione di frasi-verbali piuttosto contratta con fase ecolalica ridotta (riproduzione insensata di frasi o parole precedentemente udite) -Frasi costruite quasi esclusivamente da sostantivi In sintesi, nel neonato e nel bambino entrambi gli emisferi possono sostenere le funzioni del linguaggio, ma con il passare degli anni questa caratteristica va man mano perdendosi e si avvia ad una unilateralizzazione del linguaggio nell’emisfero sinistro, intorno agli 8 anni.
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Fonte: www.operazionenasorosso.it
a cura della redazione
prevenire i rischi legati all’abuso di alcool nei locali
Operazione Naso Rosso è un’iniziativa promossa dal Ministro della Gioventù e l’Istituto Superiore di Sanità, realizzata da CSL e Modavi Onlus, rivolta a tutti i giovani amanti della notte, frequentatori abituali e non di locali notturni, che rischiano di mettersi alla guida in stato di ebrezza, dedicata al monitoraggio e alla prevenzione dei rischi dovuti all’uso di sostanze ricreazionali. L’obiettivo è quello di sensibilizzare e invogliare i giovani ad assumere un comportamento più responsabile alla guida ed una maggiore consapevolezza dei danni che possono derivare dall’uso di sostanze stupefacenti e dall’abuso di alcol puntando sopratutto sull’importanza di momenti di dialogo e di ascolto quali il couselling. Grazie alla collaborazione dei gestori di locali notturni di 11 province del territorio nazionale (Torino, Milano, Padova, Trieste, Roma, Viterbo, Pescara, Napoli, Foggia, Cosenza, Frosinone) è previsto un calendario di eventi che vedranno, all’interno delle discoteche, la presenza di operatori volontari specializzati Naso Rosso, organizzati in diverse postazioni: punto di informazione e counselling dove i ragazzi potranno ricevere informazioni utili sui temi della sicurezza stradale e l’uso di sostanze ricreazionali, nonché confrontarsi con gli operatori stessi per esporre qualunque tipo di problematica;
un Lounge Space caratterizzato da un ambiente accogliente e musica rilassante a basso volume, dove i ragazzi potranno sostare prima di mettersi al volante dell’auto; postazione per la misurazione del tasso alcolemico; servizio di accompagnamento a casa con Mezzi Naso Rosso unicamente nel caso in cui, in presenza di un tasso alcolemico superiore al massimo consentito (0,5 gr/lt), non esistano altre possibili soluzioni e/o interventi. Naso Rosso è una vera e propria terapia d’urto, un modo nuovo ed originale per realizzare una collaborazione attiva tra giovani, istituzioni nazionali e locali, ed imprenditori del divertimento che ha come missione la tutela e la salvaguardia della gioventù, nonché, con lo sguardo rivolto al futuro, l’occasione per monitorare un fenomeno diffuso nell’ambito giovanile e trovare ad esso risposte e soluzioni sempre più concrete mirando in particolar modo alla prevenzione. Per maggiori informazioni su questa iniziativa puoi telefonare al numero verde 800 600 800 oppure visitare il sito www.operazionenasorosso.it. Fra le sezioni del sito anche un indirizzo di posta elettronica per contattare un un esperto dell’Istituto Superiore di Sanità che, nel pieno rispetto della privacy, risponderà a tutte le tue domande sugli effetti dell’abuso di alcol e l’uso di sostanze stupefacenti.
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Giovanna Filoso, fonte: www.iss.it
a cura della redazione
malattia dello sviluppo legata alla sindrome di Noonan
Identificato dai ricercatori guidati da Marco Tartaglia del Dipartimento di Ematologia, Oncologia, e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità, con uno studio finanziato da Telethon e dall’accordo bilaterale Italia-USA, un nuovo gene, CBL, responsabile, quando mutato, di una malattia dello sviluppo correlata alla sindrome di Noonan, una delle più frequenti malattie genetiche nell’uomo. Alcune mutazioni del gene CBL, soppressore tumorale, possono essere responsabili di una condizione clinica riconducibile alla sindrome di Noonan, una malattia genetica caratterizzata da bassa statura, dismorfismi facciali, difetti cardiaci congeniti e problemi dello sviluppo psicomotorio, che colpisce un bambino su 2500 circa. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista American Journal of Human Genetics, è stato condotto da un’equipe di ricercatori operanti in 13 centri di ricerca italiani e stranieri, sotto la guida di Marco Tartaglia, del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità. Questo gene, frequentemente mutato nelle leucemie della linea mieloide, codifica per una proteina che svolge un ruolo chiave nel mediare la degradazione di un gruppo di recettori di membrana,
la cui attivazione regola numerosi processi biologici, quali la proliferazione e il differenziamento cellulare. Le mutazioni di CBL sono localizzate in una regione della proteina frequentemente alterata nelle leucemie. Studi funzionali hanno permesso di dimostrare che esse rendono la proteina incapace di mediare il processo di degradazione del recettore, mantenendo inalterata la sua capacità di legare il recettore stesso, promuovendo in tal modo una risposta cellulare aberrante a stimoli, quali fattori di crescita e ormoni. “Questa scoperta - afferma Tartaglia - dimostra per la prima volta il ruolo cruciale giocato da CBL nello sviluppo. Considerato il ruolo di CBL nell’oncogenesi questa scoperta avrà un importante impatto nella clinica in quanto permetterà di identificare i pazienti a rischio per l’insorgenza di leucemie e disordini mieloproliferativi. Ad oggi, abbiamo identificato molti dei geni coinvolti, ma per circa un quarto dei pazienti la causa molecolare resta ancora sconosciuta. Il nostro impegno - conclude Tartaglia - è volto non solo all’identificazione di nuovi geni-malattia, ma anche alla comprensione dei meccanismi molecolari e cellulari sottostanti la patogenesi e allo sviluppo di future terapie”.
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guida pratica alla salute
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oncologia Dott. Sergio Del Bianco Specialista in Oncologia
tel. Tel. 06 78462786 Cell. 335 6762760 -333 3606973 Sito web: www.sergiodelbianco.it
FARMACOPREVENZIONE DEL TUMORE DEL SENO: UNA SFIDA POSSIBILE Presso le Case di Cura “Villa Mafalda” e “Madonna della Fiducia” è iniziato un programma di prevenzione senologica, coordinato dal Dr. Sergio Del Bianco, con la finalità di offrire a chi lo necessita un trattamento preventivo ad hoc (Chemioprevenzione o Farmacoterapia). A seguito di una prima visita, le donne preoccupate per una familiarità di un tumore del seno o dell’ovaio, trovano una attenta valutazione del rischio genetico. Quando indicato, questo viene completato dalla ricerca di mutazioni geniche correlate al Tumore Mammario ereditario. Al termine della visita viene poi suggerito un programma diagnostico individualizzato (per tipologia e frequenza), nonché, quando indicato, un programma di cura preventivo (farmacoprevenzione). Il programma di prevenzione senologica è rivolto a tutte quelle donne adulte che sospettano di avere un rischio familiare aumentato di tumore del seno e/o dell’ovaio.Come viene valutato il rischio genetico? Si definisce l’albero genealogico individuale insieme all’anamnesi della paziente. In una minoranza dei casi, laddove suggerito da un programma “dedicato”, viene consigliata l’esecuzione di un test genetico che individua le eventuali alterazioni geniche delle forme ereditarie (ca. 10-15% dei casi). E in tutti gli altri casi? E’ possibile dare indicazioni sul monitoraggio di tutte quelle donne che hanno un ri-
schio aumentato di tumore mammario calcolato secondo programmi accreditati. In tutti questi casi, viene suggerito un iter diagnostico ed eventualmente di farmaco-prevenzione (secondo linee guida internazionali validate) tarato sulle effettive esigenze della donna. Nell’ambito della valutazione genetica di rischio individuale, come viene affrontato l’impatto psicologico così delicato? Cerchiamo di trasformare l’informazione in una comunicazione interattiva. In ogni caso è di supporto, quando necessario, un Team di Psicologhe esperte nelle comunicazioni “sensibili”. Che attinenza c’è tra Farmacoprevenzione e Chemioprevenzione? Entrambe riducono l’insorgenza di un tumore mediante farmaci. Noi preferiamo la definizione Farmacoprevenzione, perché non ingenera l’errata idea che si tratti di Chemioterapia in senso stretto, cosa che, in effetti, non è. I farmaci attualmente utilizzati non hanno nulla a che vedere con i chemioterapici, essendo di tipo “endocrino”, di conseguenza caratterizzati da una tossicità decisamente inferiore. Esistono peraltro allo studio sostanze di tipo “vitaminico”, decisamente ancora meglio tollerate. Esistono anche altri tumori per cui è possibile effettuare questi programmi? La Genetica e la Biologia molecolare stanno enormemente cambiando le potenzialità di prevenzione e di cura oncologica. Tra questi, il tumore dell’intestino (colon) è quello per cui è prossima una più precisa valutazione del rischio genetico, anche se è già possibile formulare un suggerimento diagnostico e farmaco-preventivo mediante l’utilizzo di farmaci a bassissima tossicità secondaria. Casa di Cura “Villa Mafalda” Via Monte delle Gioie 5 - 00199 Roma Casa di Cura “Madonna della Fiducia” Via Cesare Correnti, 5/6 - 00179 Roma
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Fonte: www.alleanzacontroilcancro.it
a cura della redazione
dal ministero il progetto alleanza contro il cancro Alleanza Contro il Cancro (ACC) è un’Associazione senza scopo di lucro istituita nel 2002 per volontà del Ministero della Salute, con l’obiettivo di realizzare e gestire una rete di informazione e collaborazione tra gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) di diritto pubblico e privato ad indirizzo e/o interesse oncologico. Soci Fondatori Istituto Oncologico “Giovanni Paolo II”, Bari; Centro di riferimento oncologico, Aviano; Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro, Genova; Fondazione IRCCS Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Milano; Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G. Pascale”, Napoli; Istituto Regina Elena, Roma. Soci Ordinari Istituto Europeo di Oncologia, Milano; Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta”, Milano; Istituto Scientifico Universitario “S. Raffaele”, Milano ; Fondazione “Salvatore Maugeri”, Pavia; Istituto Clinico Humanitas, Rozzano (Milano); Istituto Dermopatico dell’Immacolata, Roma; Istituto Oncologico Veneto, Padova; Istituti Ortopedici “Rizzoli”, Bologna; Policlinico S. Matteo, Pavia Istituto Superiore di Sanità, Roma ; CROB - Centro di Riferimento Oncologico di Basilicata, Rio Nero in Vulture SDN - Fondazione per la Ricerca e l’Alta Formazione in Dignostica Nucleare, Napoli. Principali finalità di ACC 1.Elevare ed uniformare il livello della ricerca italiana in campo oncologico e favorire il trasferimento dei suoi risultati alla pratica clinica (ricerca traslazionale) attraverso la promozione di una collaborazione attiva tra IRCCS su comuni progetti di ricerca e lo scambio di informazioni, di conoscenze, di dati, di risultati scientifici e di personale tra gli associati e tra questi e soggetti terzi; 2.Armonizzare il livello della ricerca italiana sul
cancro in linea con i programmi europei, creando un interscambio di informazioni e di collaborazioni con i maggiori Istituti europei in campo oncologico anche attraverso una “Alleanza Europea per il Cancro”; 3.Creare reti di infrastrutture per la ricerca dando vita a Network clinici, sul modello anglosassone, che favoriscano le sinergie tra le varie figure cliniche ed ospedaliere che accompagnano il paziente durante il suo percorso terapeutico, sia a livello territoriale che ospedaliero; 4.Promuovere la diffusione di conoscenza attraverso strumenti di comunicazione al fine di facilitare un accesso uniforme dei pazienti alle cure sanitarie. Questo significa informare i cittadini su dove e come specifiche patologie vengono trattate. L’obiettivo principale ed a lungo termine di ACC è quello di assicurare su tutto il territorio nazionale omogeneità nell’assistenza ai malati di tumore, riducendo il fenomeno della migrazione sanitaria, sia nelle strutture italiane che in quelle europee. Relazioni con le Associazioni ONLUS ACC intende sviluppare forti collaborazioni con le Associazioni ONLUS che sono entrate da non molti anni nel vasto mondo no profit della lotta ai tumori e che si impegnano a promuovere la prevenzione primaria (stili e abitudini di vita), quella secondaria (promozione di una cultura della diagnosi precoce) e l’attenzione verso il malato, la sua famiglia, la riabilitazione e il reinserimento sociale. Alcune di queste Associazioni hanno aderito ad ACC in qualità di soci aderenti: la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT); l’Associazione Italiana Malati di Cancro (AIMAC); Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO); la Federazione Cure Palliative (FEDCP); l’ Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM); Istituto Scientifico Romagnolo Italian Sarcoma Group (ISG); Fondazione Nazionale per la Ricerca Contro il Cancro (ABO).
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a cura della redazione
Roberta Armentano
La sindrome di Ménière: udito ed equilibrio
Lo sapevate che il centro dell’equilibrio è all’interno del nostro orecchio? Più di preciso in una parte chiamata labirinto membranoso che si trova nell’orecchio interno. Soffrire di una patologia dell’orecchio oltre a indebolire l’udito può pregiudicare anche la capacità di stare in equilibrio. La sindrome di Ménière è una malattia dell’orecchio che causa proprio questa combinazione di disturbi. È provocata da un aumento del volume e della pressione del liquido dell’orecchio interno (chiamato endolinfa). Oltre ad un abbassamento dell’udito, si manifesta con fastidi dell’orecchio che possono essere suoni ovattati, il rimbombo della propria voce, fischi e ronzii, questi ultimi possono ripetersi saltuariamente o in maniera continua. Il senso di vertigine, invece, determina la sensazione di movimento incontrollato dello spazio circostante e la conseguente instabilità. Nel momento in cui la crisi si manifesta in modo acuto, chi soffre di questa sindrome è costretto all’immobilità in attesa che la crisi termini; anche un lieve movimento del capo può scatenare il senso di vertigine. Purtroppo non esiste una durata massima dell’attacco acuto, che può prolungarsi per ore. La diagnosi si fa grazie ad un esame audiometrico, in seguito alla raccolta di informazioni sulla storia medica del paziente. Altri esami
dell’udito e una risonanza magnetica possono essere eseguiti per escludere un eventuale tumore del nervo vestibolo cocleare. Non esiste una cura definitiva per la sindrome di Ménière; chi ne è affetto deve imparare a conviverci e questo comporta dei cambiamenti nel proprio stile di vita. I medici consigliano di cambiare alcune abitudini alimentari limitando la caffeina e gli alcolici, riducendo in maniera considerevole il consumo di sale e bevendo molto durante la giornata. Più difficile, ma di altrettanto giovamento, è un cambiamento dei ritmi di vita per ridurre lo stress. Un trattamento farmacologico mirato è efficace per controllare l’intensità delle crisi, sono solitamente prescritti farmaci antivertiginosi, antistaminici, farmaci diuretici. Se la terapia farmacologica non ha effetti positivi e il paziente continua a soffrire di crisi vertiginose si può intervenire chirurgicamente. La decompressione del sacco endolinfatico (per eliminare l’eccesso di liquido endolinfatico), per esempio, è un intervento che ha successo nel 60% dei casi e non sacrifica la funzionalità uditiva residua del paziente. Altre tecniche chirurgiche, invece, possono provocare danni permanenti all’udito, come nel caso della rimozione del labirinto da eseguire quando l’udito del paziente è già compromesso.
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insufficienza renale cronica Prof. Claudio Di Veroli
Specialista Nefrologo, Esperto di Ipertensione Arteriosa
Casa di Cura “San Domenico” Piazza Sassari, 5 Roma Tel. 06 44230851
LA TERAPIA CONSERVATIVA PRE-DIALITICA DEFINIZIONI - L’insufficienza renale cronica consiste in una lenta e persistente riduzione della funzione renale a causa di una progressiva distruzione dei nefroni (il nefrone, composto dal glomerulo e dal tubulo, è l’unità morfo-funzionale del rene). La perdita irreversibile della funzione renale comporta in un primo tempo una ritenzione di metaboliti tossici, con importanti segni e sintomi nell’organismo. Quando la funzionalità renale è molto ridotta diventa imperativo per la sopravvivenza il rimedio sostitutivo (dialisi e/o trapianto). CAUSE - Il danno renale è determinato per l’80% circa soltanto dall’ipertensione arteriosa e/o dal diabete mellito non opportunamente trattati. Nella rimanente percentuale sono comprese tutte le altre forme morbose. TERAPIA ED OBIETTIVI - La terapia dell’insufficienza renale cronica è centrata su provvedimenti dietetici e farmacologici, che agiscono sulle cause e sui meccanismi che ne aggravano gli effetti lesivi. L’obiettivo principale è quello di ottenere una significativa riduzione della perdita della funzione renale e di mantenere il più possibile il paziente con i provvedimenti medici (fase pre-dialitica o conservativa). Quindi, energiche azioni terapeutiche verso la causa del danno e verso i mecca-
nismi che lo potenziano. Il ruolo dell’alimentazione è essenzialmente, ma non in modo esclusivo, quello della riduzione delle proteine. Infatti, il carico proteico (carni, formaggi, pane, pasta, legumi ecc.) determina un aumento di lavoro per il rene (specie a livello glomerulare con un incremento cronico del flusso renale e della pressione trans-capillare di filtrazione). Questo accresciuto lavoro del glomerulo (iperfiltrazione) è responsabile dell’ulteriore progressiva distruzione dei nefroni con diminuzione della massa nefronica. Con la sola riduzione dell’apporto proteico è stato rilevato che l’effetto lesivo dell’iperfiltrazione si rallentava con miglioramento della funzione renale. I farmaci dovrebbero essere assunti in sinergia con la dieta per attenuare ulteriormente la progressione del danno renale. In particolare, le sostanze antiipertensive (l’ipertensione arteriosa direttamente o indirettamente è sempre coinvolta), specie quelle che riducono l’attività dell’angiotensina II (antagonisti della renina, ACE-inibitori e sartani), ottengono un eccellente risultato riducendo la pressione dentro il glomerulo. La presenza del diabete, che altera profondamente la funzione renale, è un ulteriore fattore di danno che induce un maggior lavoro glomerulare e quindi deve essere valutato e trattato vigorosamente, pure con l’insulina. Principali espressioni del danno glomerulare sono la perdita proteica con le urine e la creatininemia. Anche altri fattori (iperuricemia, alterazioni dei lipidi e del metabolismo calcio-fosforo ecc.) devono essere corretti perché danneggiano il rene, rendendo ancora più veloce la progressione verso l’insufficienza renale terminale. Prof. Claudio Di Veroli Responsabile del “Centro dell’Ipertensione Arteriosa e delle Malattie Metaboliche e Renali” Casa di Cura “San Domenico” - Roma
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scienze cardiovascolari Prof. Francesco Fedele
Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie, Nefrologiche e Geriatriche
“Sapienza” Università di Roma Policlinico “Umberto I” Tel. 06 49979021 Conto corrente bancario INTESA SAN PAOLO intestato a “Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus – Raccolta Fondi Prevenzione Morte Improvvisa” IBAN IT31B0306905065100000000119
PREVENZIONE DELLA MORTE IMPROVVISA NEI GIOVANI La morte improvvisa colpisce anche soggetti giovani e apparentemente sani ed è per questo un evento tragico, devastante dal punto di vista familiare e sociale: si può prevenire? La Fondazione Italiana Cuore e Circolazione – Onlus e la Società Italiana di Cardiologia (SIC), con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - MIUR e degli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali, lanciano una campagna di screening cardiovascolare rivolta a tutti i giovani delle Scuole secondarie di II grado, di età compresa fra i 16 e 18 anni, al fine di identificare i soggetti a rischio e attuare misure preventive. Studi condotti nell’ultimo ventennio hanno dimostrato che lo sforzo o l’emozione triplicano il rischio di morte improvvisa nei soggetti con cardiopatie occulte: si tratta di difetti congeniti o malattie genetiche che spesso possono essere facilmente identificate sottoponendosi ad un semplice esame strumentale quale l’elettrocardiogramma. D’altro canto, parecchie cardiopatie silenti possono portare ad arresto cardiaco anche in assenza di sforzo o emozioni, per cui anche soggetti giovani, con vita sedentaria, sono esposti al rischio. Il progetto mira ad identificare i soggetti affetti da cardiopatie occulte, a spronare i soggetti sani allo
svolgimento di un’attività sportiva senza rischio, competitiva o ludica e a scoprire, in caso di malattie genetiche ereditarie, il difetto genetico sottoponendo anche i parenti di primo grado al protocollo di visita e allo screening genetico, affinché la protezione terapeutica e la prevenzione siano estese anche ai familiari e abbraccino pertanto una più vasta popolazione. Il progetto viene sviluppato in quattro fasi: storia familiare/ personale ed esame obiettivo, esecuzione di un ECG trasmesso per via telematica ai centri di lettura, ulteriori approfondimenti diagnostici nei casi non chiariti e, in ultimo, esame genetico con screening dei familiari, nei casi di malattia eredofamiliare geneticamente trasmissibile. È perciò fondamentale ribadire che il solo certificato di “sana e robusta costituzione”, con visita medica senza l’impiego di esami strumentali, non è sufficiente a garantire un’accurata prevenzione. In quest’ottica, il sottoscritto nella sua doppia veste di coordinatore della sezione di Cardiologia del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie, Nefrologiche e Geriatriche dell’Università “Sapienza” di Roma e di past-president della SIC sta profondendo il suo impegno per le sinergie istituzionali e per il coinvolgimento attivo del Policlinico “Umberto I” in queste iniziative. Aiutaci a prevenire la morte improvvisa nei giovani donando il tuo contributo sul conto corrente bancario INTESA SAN PAOLO intestato a “Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus – Raccolta Fondi Prevenzione Morte Improvvisa” IBAN IT31B0306905065100000000119
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a cura della redazione
Roberta Armentano
Niente carne di clone sulle tavole degli europei
Il modo di mangiare degli italiani è cambiato. Accanto alla tradizionale dieta mediterranea le nostre scelte a colazione, pranzo e cena possono cambiare dai the aromatizzati dell’oriente, ai sapori speziati dell’Africa alla salsa guacamole (salsa di avocado) sudamericana. La sicurezza degli alimenti che dagli altri Paesi del mondo arrivano sulle nostre tavole è garantita in Italia, come nel resto d’Europa, da un regolamento della Comunità Europea del gennaio 1997 con norme dettagliate per l’autorizzazione dei nuovi prodotti e nuovi ingredienti alimentari. Da quella data, la legislazione europea sulla circolazione di alimenti sicuri e sani è stata ampliata per rispondere alle esigenze di tutela per i cittadini in merito a quei “nuovi” prodotti destinati all’alimentazione umana o animale. Solo i prodotti inclusi nella lista approvata dall’Unione europea (in seguito alle valutazioni dell’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare) possono essere commercializzati. Non entreranno in commercio carne e latte provenienti da animali clonati, lo ha ribadito il Parlamento europeo lo scorso luglio, in una bozza di legge sui nuovi alimenti. Gli eurodeputati hanno rinnovato la propria posizione sul divieto di clonazione di animali, allevamento di animali clonati o della loro progenie a scopi alimentari e l’immissione in commercio
della loro carne o di prodotti lattieri. Attualmente, non esiste una normativa europea che autorizzi o vieti carne e latte provenienti da animali clonati, i deputati insistono sul fatto che la nuova legislazione europea dovrebbe espressamente vietare tutti il cibi derivati da questi animali e dalla loro progenie e chiedono una moratoria sulla vendita, in attesa che tale normativa entri in vigore. Nella stessa Risoluzione il Parlamento europeo è intervenuto ex novo in materia di prodotti alimentari. Per gli eurodeputati i “nuovi alimenti” (o “novel food”) dovrebbero comprendere quelli derivati da piante e animali, prodotti mediante tecniche di riproduzione non tradizionali o modificati mediante nuovi processi produttivi (nano-tecnologie e la nano-scienze) che potrebbero avere un impatto sugli alimenti. Sono esclusi, invece, gli alimenti derivati da nuove varietà di piante, (o da razze animali) prodotte mediante tecniche di riproduzione tradizionali e anche i prodotti ottenuti a partire da ingredienti alimentari già esistenti sul mercato dell’Unione. I deputati hanno posto un divieto alla commercializzazione dei “novel food” fino a che una specifica valutazione dei rischi dimostri la sicurezza dei processi nano-tecnologici o dei nano-ingredienti. Qualsiasi nano-ingrediente approvato dovrà essere indicato in etichetta.
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dialisi peritoneale Prof. Gaspare Elios Russo Specialista in Nefrologia
A.N.Di.P. “Enzo Siciliano” Onlus Segreteria: Tel. 06 49974293 Cell. 334 1883466 Sito web: www.andip.org
LA DIALISI PERITONEALE: QUANTI NE HANNO CONOSCENZA? Il 18 dicembre 2006 viene costituita a Roma l’A.N.Di.P., Associazione Nazionale Dialisi Peritoneale “onlus Enzo Siciliano” nata da un’idea dello scrittore Enzo Siciliano (costretto alla dialisi peritoneale effettuata a domicilio) e condivisa da un gruppo di pazienti nefropatici e familiari, da alcuni nefrologi e soci ideatori/fondatori (Gaspare Elios Russo, Roberto Dell’Aquila e Vittorio Barone), per promuovere la conoscenza ed il ricorso alla Dialisi Peritoneale nel trattamento dell’Uremia e per unificare i percorsi attuativi ed i diritti dei pazienti stessi. Germana L.: La mia esperienza in dialisi peritoneale. Sono una persona disabile che si sposta con una carrozzina elettrica; da 4 mesi è iniziata la mia esperienza con il trattamento dialitico. La scelta della dialisi, per un paziente affetto da I.R.C. (insufficienza renale cronica) rappresenta una tappa fondamentale. L’emodialisi, una grande conquista della medicina, permette di salvare milioni di persone altrimenti condannate a morte certa. Io stessa sono stata salvata grazie all’emodialisi, a cui sono stata sottoposta per l’aggravarsi delle mie condizioni. Il peggioramento mi era stato ampiamente rappresentato dai nefrologi, ma non volevo assolutamente sentire la parola dialisi, pensavo che mai mi sarei sottoposta ad una simile “tortura”. Non mangiavo, avevo
la nausea, ero sempre stanca, ma rifiutavo l’unica cura possibile. Tanti preconcetti erano dovuti ad una cattiva informazione, il famoso passaparola che non ci permette di prendere decisioni ponderate. Essendovi i presupposti clinici, ho optato per la dialisi peritoneale che si esegue quotidianamente presso il proprio domicilio, non è dolorosa e da nessun tipo di problema. Il paziente che sceglie la dialisi peritoneale fa una SCELTA di vita: sceglie di non avere orari da rispettare per iniziare la terapia; sceglie di curarsi presso il proprio domicilio; sceglie di dare un senso di continuità alla sua quotidianità. Ma per converso assume PRECISI impegni: si assume la responsabilità della propria salute; si impegna ad essere collaborativo nei confronti di se stesso dell’equipe che lo segue; si responsabilizza nel controllare che tutto sia a posto: dalle strumentazioni tecniche utilizzate al materiale necessario per la terapia. Ho conosciuto l’esistenza della dialisi peritoneale attraverso una paziente, ho quindi scoperto l’A.N.Di.P., Associazione Nazionale Dialisi Peritoneale, “Enzo Siciliano”. I fini dell’associazione possono essere descritti attraverso le parole del suo Presidente, il Prof. Gaspare Elios Russo, che in una lettera pubblicata sul sito scrive: “l’Associazione nata…,con lo scopo di promuovere la conoscenza ed il ricorso alla Dialisi Peritoneale nel trattamento dell’Uremia vuole soprattutto un diritto alla salute uguale per tutti! Risulta infatti, spesso discriminante “il posto in cui ci si ammala“ e non è accettabile che una stessa patologia, l’uremia, a secondo della Regione o Città di residenza, non sia trattata con le stesse opportunità terapeutiche”. Ad oggi la dialisi peritoneale rappresenta una terapia troppo spesso trascurata e poco conosciuta dagli stessi pazienti. Faccio parte anche io dell’A.N.Di.P perchè spero che tutti i pazienti siano liberi di scegliere le cure per loro più indicate. La dialisi peritoneale ha cambiato la mia vita: IN MEGLIO.
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Giovanna Filoso, fonte: www.poslazio.it
a cura della redazione
Helicobacter Pylori: un batterio nello stomaco
L’Helicobacter pylori è un batterio che provoca, nell’uomo, un’infezione cronica dello stomaco. In molti casi, comunque, la sola infezione non è sufficiente a provocare la formazione di un’ulcera. I motivi di questa disparità tra individuo e individuo non sono ancora noti, anche se si pensa che siano importanti da una parte le caratteristiche del soggetto infettato e dall’altra il tipo di Helicobacter pylori, oltre ad altri fattori ancora da identificare. Dubbi esistono anche a proposito delle vie di diffusione di questa infezione. Sembra siano coinvolti sia il cibo che l’acqua e recentemente il batterio è stato isolato dalla saliva, per cui non se ne può escludere una diffusione per contatto orale. Queste incertezze circa le vie di diffusione rendono impossibile l’attuazione di un’efficace prevenzione. In diversi centri di ricerca si sta cercando di realizzare un vaccino. L’Helicobacter pylori indebolisce lo strato di muco posto a protezione delle cellule che compongono la mucosa dello stomaco, estremamente sensibili ai succhi gastrici acidi. L’azione combinata dell’acido e del batterio su queste cellule è responsabile prima dell’irritazione e dell’infiammazione della mucosa e poi della formazione dell’ulcera. L’Helicobacter pylori
riesce a sopravvivere nell’ambiente acido dello stomaco perché secerne degli enzimi che neutralizzano l’acido nelle sue immediate vicinanze. L’Helicobacter pylori non causa sintomi gastrointestinali specifici, ma solo quelli legati alla presenza di un’ulcera. La diagnosi dell’infezione da Helicobacter pylori viene fatta ricorrendo all’esecuzione di diversi test sul sangue, sull’aria espirata, sulle feci e su frammenti di mucosa gastrica o duodenale. L’esame del sangue non è in grado di dirci se l’infezione è in atto o pregressa, in quanto gli anticorpi, una volta formatisi, rimangono nel sangue per tutta la vita. Il test sull’aria espirata, detto urea breath test, viene invece utilizzato soprattutto dopo il trattamento per verificare l’eradicazione dell’Helicobacter pilori. Il test eseguito sulle feci identifica la presenza del batterio. E’ un esame non invasivo, che può essere eseguito a qualunque età e non richiede la collaborazione del paziente. Infine, i test tissutali vengono eseguiti su frammenti di mucosa prelevati durante l’esame endoscopico e sono di tre tipi Non è stato dimostrato un aumento dell’incidenza del cancro dello stomaco correlato alla presenza di un’infezione da Helicobacter pilori.
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Fonte: www.operazionenasorosso.it
a cura della redazione
AIUTIAMO I bimbi AFFETTI DA OSTEOGENESI IMPERFETTA L’Osteogenesi Imperfetta è una malattia rara (Decreto Ministeriale del 18 maggio 2001, n.279, pubblicato sul supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale n.160 del 12 luglio 2001, “OSTEODISTROFIE CONGENITE-OSTEOGENESI IMPERFETTA cod. sanzione RNG060”), con eredità autosomica dominante che colpisce indifferentemente i due sessi con una incidenza di 1 a 20.000, caratterizzata da fragilità ossea ed altri segni di alterazioni connettivali. Gli individui affetti sono particolarmente predisposti alle fratture anche a seguito di traumi molto lievi e la malattia è per questo anche detta “malattia delle ossa fragili” o “malattia delle ossa di vetro”. Altri sintomi e segni clinici sono: sclere blu, osteopenia, vari gradi di bassa statura, deformità ossee progressive, dentinogenesi imperfetta, lassità ligamentosa e cutanea, sordità ad esordio prevalentemente in età adulta. Manifestazioni minori sono tendenza ad ecchimosi, lividi, cheloidi, ipertermia, iperidrosi, ipotonia e ipotrofia muscolare, alterazioni valvolari cardiache, anomalie oculari e alterazioni dell’emostasi. Nei pazienti affetti da tale patologia è di vitale importanza la terapia medica effettuata con bisfosfonati a quella fisioterapica e ortopedica. Proprio una corretta valutazione dello schema corporeo e degli eventuali deficit motori e staturali ai quali purtroppo frequentemente vanno incontro i nostri pazienti è fondamentale per impostare un’efficace protocollo terapeutico fisioterapico, che deve mirare non solo ad evitare ulteriori peggioramenti delle deformità ma deve favorire un completo recupero delle attività vitali (deambulazione, respirazione etc) dei pazienti. Sul recupero della deambulazione e respirazione grande ruolo riveste la colonna vertebrale che in questa patologia è frequentemente contrassegnata da “fratture vertebrali” che favoriscono la comparsa di cifosi o scoliosi che nel tempo limitano le attività quotidiane e lavorative dei pazienti adulti e un’isolamento
e depressione dei pazienti in età pediatrica. Fino ad oggi la valutazione statica, le deformità, la cifosi e scoliosi viene effettuata, nel Presidio per le Osteodistrofie Congenite del Policlinico Umberto I di Roma, mediante l’esame radiologico tradizionale sottoponendo il paziente all’assunzione di eccessive quantità di radiazioni e con significativo aumento del rischio oncogeno. Al fine di evitare che i nostri pazienti continuino ad essere sottoposti ad esami radiografici seriati, con conseguente assunzione di eccessive dosi di radiazioni, per la corretta valutazione della cifosi e scoliosi è necessario che il Presidio venga dotato di un apparecchio quale il FORMETRIC SPINOMETRIA 4D. Questo sistema di analisi effettua una dettagliata ed estesa rilevazione ottica tridimensionale non invasiva (senza raggi X e senza alcun effetto collaterale), statica e dinamica dell’intera colonna vertebrale e del bacino fornendo dati quantitativi precisi e ripetibili con rappresentazioni grafiche di numerose problematiche posturali. Tale sistema presenta diversi campi di applicazione quali: - diagnosi precoce e monitoraggio degli atteggiamenti scoliotici e scoliosi, iperlordosi, dorso piatto, eterometria e dismetria degli arti inferiori in età evolutiva; - diagnostica e follow-up di deformazioni del rachide quali scoliosi, ipercifosi dorsale, iperlordosi lombare; - valutazione posturale nelle problematiche muscolo-scheletriche. Il costo della macchina è di € 35.000 e per questo chiediamo a tutti l’impegno, con una donazione anche piccola, per il suo acquisto. Nella pagina accanto tutte le informazioni.
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Fonte: www.campagnadelmillennio.it
a cura della redazione
La Campagna del Millennio per sconfiggere la povertà
Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) sono stati adottati dall’ONU 10 anni fa e sono obiettivi di lotta a fame, povertà e malattie. 1. Eliminare la povertà estrema e la fame. Il traguardo: dimezzare, entro il 2015, la percentuale di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e di persone che soffrono la fame. 2. Raggiungere l’istruzione primaria universale. Il traguardo: assicurare, entro il 2015, che in ogni luogo i bambini e le bambine siano in grado di portare a termine un ciclo completo di istruzione primaria. 3. Promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne. Il traguardo: eliminare la disuguaglianza di genere nell’istruzione primaria e secondaria preferibilmente entro il 2005 e a tutti i livelli di istruzione entro il 2015. 4. Diminuire la mortalità infantile. Il traguardo: ridurre di due terzi, entro il 2015, il tasso di mortalità infantile al di sotto dei cinque anni d’età. 5. Migliorare la salute materna. Il traguardo: ridurre di tre quarti, entro il 2015, il tasso di mortalità materna. 6. Combattere l’HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie. Il traguardo: arrestare, entro il 2015, e in-
vertire la tendenza alla diffusione dell’HIV/AIDS, della malaria e di altre malattie, quali la tubercolosi. 7. Assicurare la sostenibilità ambientale. Il traguardo: integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi dei paesi, arrestare la perdita delle risorse ambientali, dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile. 8. Sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo sostenibile. I 189 stati membri delle Nazioni Unite che nel 2000 hanno sottoscritto la Dichiarazione del Millennio si sono impegnati a costruire un partenariato per lo sviluppo sostenibile, attraverso politiche e azioni concrete volte ad eliminare la povertà: la cooperazione allo sviluppo, un commercio internazionale che risponda ai bisogni dei paesi poveri, la riduzione e la cancellazione del debito dei paesi più poveri, il trasferimento di tecnologie. A sostegno degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, le Nazioni Unite hanno lanciato la Campagna del Millennio che mira a giocare un ruolo essenziale nel cambiamento delle politiche di lotta alla povertà e collabora con paesi di tutto il mondo per aiutare individui e società civili a chiedere conto ai propri governanti degli impegni presi verso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e a lottare per ottenere il rispetto dei diritti umani per ogni individuo.
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chirurgia plastica Dott. Marco Massarelli
Medico Chirurgo–Chirurgia Plastica
Medeia Medica Via Laura Mantegazza 82 Roma N.Verde 800 910281 prima visita gratuita
tutto quello che c’e’ da sapere sulla mastoplastica additiva Molte donne non si sentono totalmente a proprio agio a causa delle dimensioni del loro seno, condizione che le rende insicure e vulnerabili… Fortunatamente oggi questo non è più un problema grazie alla mastoplastica additiva, l’importante, però, è rivolgersi sempre a specialisti qualificati. Di seguito le risposte alle domande più frequenti poste dalle pazienti al Dott. Massarelli circa l’aumento del seno mediante inserimento di protesi. 1)Chi esegue l’intervento? L’intervento di aumento del seno viene eseguito interamente da me: opero personalmente tutti i miei pazienti. 2)Perché sono importanti le fotografie pre e postoperatorie? Le fotografie permettono di valutare attentamente ogni dettaglio delle mammelle e di programmare l’intervento in base alle varianti anatomiche. Grazie ad esse è possibile inoltre registrare scrupolosamente ogni immagine prima dell’intervento per poterla rivedere in qualunque momento durante l’esecuzione dello stesso, anche quando la posizione del paziente sul tavolo operatorio altera temporaneamente la forma e
la posizione di determinate parti del corpo. Non bisogna mai mostrare le foto pre e postoperatorie ad altri pazienti poiché rappresentano un documento privato e confidenziale, senza contare che potrebbero essere mal interpretate: non esistono al mondo due individui che abbiano mammelle identiche. 3)Che tipo di anestesia viene utilizzato durante l’intervento? Sebbene si possano utilizzare farmaci che agiscono per via locale, io preferisco usare l’anestesia generale per la tranquillità che garantisce sia al paziente che all’operatore, vista l’assoluta sicurezza raggiunta in questi ultimi anni dall’anestesiologia: la paura di non risvegliarsi non poggia su alcuna base scientifica. 4) Quanto dura l’intervento? La sua lunghezza ha una durata media di circa due ore. 5) Rimangono cicatrici esterne? Le incisioni normalmente vengono eseguite nel terzo inferiore dell’areola: la loro posizione, unita ad una scrupolosa attenzione durante la sutura e ad un cauto periodo postoperatorio, permette di avere delle cicatrici che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono di ottima qualità e, a distanza di qualche mese, diventano davvero poco visibili.
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Fonte: www.operazionenasorosso.it Tuttavia, quando la dimensione delle areole è troppo piccola, è necessario effettuare una incisione di circa 4 cm. esattamente nel solco sottomammario: questa via di accesso, inserita all’interno di una piega cutanea già esistente, offre risultati estetici di eccellente qualità. 6) Che sensazione offrono le protesi al tatto? Quando l’intervento è eseguito in maniera corretta non è possibile percepire la presenza delle protesi: le mammelle restano morbide, mobili e calde. Diventano poco mobili e dure solo quando avviene una complicanza, oggi molto rara, chiamata contrattura capsulare. 7) Quanto durano le protesi? Durano per tutta la vita e non c’è alcuna necessità di cambiarle. 8) Vengono applicate delle medicazioni? Alla fine dell’intervento sono posti sulle incisioni dei cerotti di carta e le mammelle vengono coperte da una medicazione morbida e circondate da una benda elastica moderatamente compressiva. Il dolore postoperatorio è molto raro e sebbene possa procurare sconforto, è piuttosto lieve e ben tollerato, essendo comunque ben controllabile con blandi antidolorifici. 9) Quanto dura la degenza in clinica? Un giorno, si entra in clinica la mattina dell’intervento e si viene dimessi la mattina del giorno successivo. 10) E’ necessario che qualcuno mi assista la notte in cui io resterò in clinica? Non è necessaria la presenza di una persona durante la notte dell’intervento. Alcuni pazienti tuttavia si sentono maggiormente al sicuro con la presenza di membro della famiglia o di una infermiera privata. 11) Possono esserci delle complicazioni? Si, naturalmente. Tuttavia questo tipo di chirurgia raramente produce serie complicazioni. La più comune è
speciale del mese la presenza di edemi nelle parti declivi della mammella che si risolvono spontaneamente nel giro di una decina di giorni. L’infezione è molto rara e comunque può essere controllata con gli antibiotici. 12) Quando vengono rimossi i punti? I punti vengono rimossi dopo 7 giorni. 13) Chi si occuperà del mio periodo postoperatorio? Mi occuperò personalmente di ogni problema che eventualmente possa verificarsi dopo l’intervento. 14) Cosa avviene nel periodo postoperatorio? Bisogna tenere presente che prima di vedere dei risultati definitivi bisogna aspettare un certo periodo di tempo, variabile per ogni paziente, tuttavia in linea di massima ci sarà un periodo iniziale, normalmente di circa 1 settimana, in cui le mammelle sono lievemente gonfie e edematose, seguito da un altro durante il quale si assisterà ad un netto miglioramento ed alla scomparsa di ogni segno visibile. Dopo circa una settimana al massimo, la maggior parte dei pazienti ha riacquistato la propria forma fisica in modo tale da permettere loro di andare a scuola oppure al lavoro. In alcune pazienti è richiesto un periodo di tempo più lungo. E’ importante, dopo circa una settimana dall’intervento, cominciare a massaggiare le protesi per almeno 6 mesi, allo scopo di ridurre al minimo il rischio di contrattura capsulare. Per avere il risultato finale con definizione dettagliata dei particolari possono occorrere all’incirca da un minimo di 2 ad un massimo di 4 mesi. Attività sportive piuttosto violente devono essere sospese per un certo periodo di tempo, soprattutto quelle in cui esiste un contatto fisico con l’avversario. E’ importante non assumere prodotti contenenti acido acetilsalicilico (aspirina) nelle 2 settimane che precedono o seguono l’intervento e limitare l’esposizione ai raggi solari e comunque affidarsi sempre al buon senso. Qualunque altro dubbio dovesse sorgere è sempre buona norma prendere contatto con lo specialista per discuterne.
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Giovanna Filoso, fonte: www. salute.gov.it
a cura della redazione
Sicurezza alimentare: i risultati dell’attività di controllo
Il Sottosegretario alla Salute On. Francesca Martini ha presentato i risultati dell’attività di controllo svolta dal Ministero e dai Nas per garantire la sicurezza degli alimenti e la salute del cittadino-consumatore. Controlli effettuati nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Nel 2009 i servizi sanitari delle ASL (Servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione, S.I.A.N.) e Servizi Veterinari hanno sottoposto a controllo 470.612 unità di stoccaggio e distribuzione di alimenti, corrispondenti al 33,1% del numero di unità totali segnalate sul territorio (1.422.377). Di queste l’11,7% ha manifestato infrazioni. La percentuale più elevata di irregolarità è stata riscontrata nella categoria dei produttori e confezionatori che non vendono al dettaglio (28,4%), seguita dal settore della ristorazione (19,9%). Le tipologie di infrazioni che si sono riscontrate con più frequenza riguardano l’igiene generale (44,4%) e igiene del personale, delle strutture e dell’autocontrollo (41,2%). Rapporto 2009 Fitofarmaci. Nel 2009 sono stati analizzati complessivamente 5573 campioni (tra frutta, ortaggi, cereali, olio, vino e baby food). Di essi soltanto 40 hanno riportato valori dei residui di fito-
farmaci superiori al limite di legge (LMR), percentuale d’irregolarità estremamente contenuta pari all’0.7%. Il trend decrescente di questi ultimi anni è obiettivo strategico dei programmi comunitari sulla sicurezza alimentare: la media europea delle irregolarità è in calo costante, attestandosi sul 3,5%. Il numero di campioni di frutta e ortaggi regolari sono risultati in percentuale molto elevata, pari al 99.2%. Relativamente a cereali, olio e vino i risultati nazionali mostrano che sono risultati regolari il 99.8%. Per la prima volta sono stati compresi in questo piano gli alimenti per l’infanzia risultati tutti regolamentari. I controlli dei Carabinieri dei Nas: operazione cibo sicuro. Sono state sequestrate complessivamente oltre 1.000 tonnellate di alimenti di varia natura (prodotti ittici, prodotti lattiero caseari, carne, prodotti da forno e cereali, bibite e bevande) che per le pessime modalità di conservazione e per la presenza di evidenti segni di alterazione o scaduti rappresentavano una minaccia per la salute del cittadino. tra queste 237 tonnellate e 170 mila confezioni di formaggio irregolare. Il valore degli alimenti sottratti alla rete distributiva ammonta complessivamente ad oltre 3 milioni e 500 mila euro.
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a cura della redazione
Fonte: www.salute.gov.it
le esenzioni dal ticket per reddito: domande frequenti Il basso reddito rileva ai fini del riconoscimento del diritto all’esenzione? Il fatto di appartenere ad un nucleo familiare con un reddito inferiore al limite previsto dalla normativa vigente rileva solo se associato a determinate condizioni personali (età minore dei 6 anni o maggiore dei 65) o sociali (stato di disoccupazione, titolarità di una pensione la minimo o sociale). Cosa si intende per reddito complessivo del nucleo familiare? Il reddito del nucleo familiare è dato dalla somma dei singoli redditi complessivi prodotti dai componenti il nucleo. Per reddito “complessivo” si intende il reddito riportato nella dichiarazione dei redditi, al lordo degli oneri deducibili. Il nucleo familiare è costituito dall’interessato, dal coniuge non legalmente separato e dagli altri familiari fiscalmente a carico. E’ assolutamente irrilevante il fatto che i diversi componenti convivano. Il limite di reddito cui si fa riferimento per il riconoscimento del diritto all’esenzione viene periodicamente aggiornato? No, è fissato dalla legge e può essere aggiornato solo con una modifica legislativa. Cosa si intende per disoccupato? Ai fini del riconoscimento del diritto all’esenzione, si considera disoccupato il cittadino che abbia cessato per qualunque motivo un’attività di lavoro dipendente e sia iscritto all’Ufficio dell’ impiego in attesa di nuova occupazione. Non può considerarsi disoccupato il soggetto che non ha mai svolto attività lavorativa, né il soggetto che abbia cessato una attività di lavoro autonoma. Chi sono i pensionati al minimo? Si considerano pensionati al minimo quei soggetti titolari di una pensione minima. La pensione minima viene riconosciuta dall’ INPS al pensionato il cui trattamento pensionistico, sulla base del calcolo dei contributi
versati, risulti inferiore ad un livello fissato dalla legge, considerato il “minimo vitale” (l’importo mensile, che per il 2009 è di 458,20 euro, varia ogni anno). Il reddito e l’ ISEE sono la stessa cosa? No. L’ ISEE è un indicatore che tiene conto di reddito, patrimonio e delle caratteristiche di un nucleo familiare. Esso, tranne che in alcune realtà regionali, non viene preso in considerazione ai fini del riconoscimento del diritto all’esenzione. Come si esercita il diritto all’esenzione per reddito? Quando l’assistito ha diritto all’esenzione in relazione al reddito, appone la propria firma nell’apposito spazio e la struttura sanitaria che eroga la prestazione provvede a marcare la casella contrassegnata dalla lettera “R” e a riportare lo specifico codice nelle apposite caselle. Alcune Regioni hanno previsto l’utilizzazione di un attestato di esenzione, rilasciato annualmente dalle aziende sanitarie locali. A quali prestazioni si ha diritto in esenzione? A tutte le prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio ed altre prestazioni specialistiche garantite dal Servizio sanitario nazionale. Quali sono i diritti degli esenti per reddito in materia di assistenza farmaceutica? L’esenzione per reddito da diritto a ricevere gratuitamente le prestazioni specialistiche garantite dal Ssn, ma non comporta benefici particolari per quanto riguarda l’assistenza farmaceutica. In base alle norme dello Stato, infatti, i medicinali sono classificati in fascia A (gratuiti per tutti gli assistiti), in fascia A con Nota AIFA (gratuiti solo per le persone che si trovano nelle particolari condizioni indicate nella Nota) o in fascia C (a pagamento per tutti gli assistiti, compresi gli assistiti esenti per malattia cronica). Alcune Regioni hanno introdotto un ticket sui farmaci di fascia A individuando le categorie di soggetti esenti.
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a cura della redazione
Fonte: www.salute.gov.it
pronto soccorso: I codici colore gravità (triage)
Il termine triage deriva dal verbo francese “trier” e significa scegliere, classificare e indica quindi il metodo di valutazione e selezione immediata usato per assegnare il grado di priorità per il trattamento quando si è in presenza di molti pazienti. L’applicazione del triage nel Pronto Soccorso è motivata dall’aumento progressivo degli utenti che vi afferiscono, soprattutto di casi non urgenti. Tale metodo consente di razionalizzare i tempi di attesa in funzione delle necessità dei pazienti, utilizzando quale criterio di scelta le condizioni cliniche degli stessi e non il criterio dell’ordine di arrivo. A livello ospedaliero, la funzione di triage è attivata nelle unità operative di pronto soccorsoaccettazione con oltre 25.000 accessi per anno e nei presidi che, pur essendo al di sotto dei 25.000 accessi, si trovano ad operare in condizioni di flussi periodicamente elevati ed irregolari (turismo stagionale, fiere, manifestazioni, ecc.). Il triage è svolto da personale infermieristico esperto e specificatamente formato che, valutando i segni ed i sintomi del paziente, identifica le condizioni potenzialmente pericolose per la vita ed attribuisce un codice di gravità al fine di stabilire le priorità di accesso alla visita medica. L’infermiere, presente nella zona di accoglimento del pronto soccorso, opera sotto la supervisione del medico in
servizio e secondo protocolli predefiniti e approvati dal responsabile del pronto soccorso o del dipartimento di emergenza-urgenza (D.E.A.). L’attivita’ del triage si articola in: accoglienza: raccolta di dati, di eventuale documentazione medica, di informazioni da parte di familiari e/o soccorritori, rilevamento parametri vitali e registrazione; assegnazione codice di gravità: tali codici, in analogia con i criteri definiti dal decreto del Ministero della Sanità del 15 maggio 1992, articolati in quattro categorie ed identificati con colore sono: codice rosso: molto critico, pericolo di vita, priorità massima, accesso immediato alle cure; codice giallo: mediamente critico, presenza di rischio evolutivo, possibile pericolo di vita; codice verde: poco critico, assenza di rischi evolutivi, prestazioni differibili; codice bianco: non critico, pazienti non urgenti; gestione dell’attesa: i pazienti in attesa della visita medica possono variare (migliorare o peggiorare) le proprie condizioni cliniche, è quindi parte integrante dell’intero processo di triage la rivalutazione periodica della congruità dei codici colore assegnati. È bene utilizzare i servizi del Pronto Soccorso per problemi urgenti e non risolvibili dal medico di famiglia, dal pediatra di libera scelta o dai medici della continuità assistenziale (guardia medica).
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a cura della redazione
Fonte: www.provincia.roma.it
“Prendere il Volo”: contro lo sfruttamento sessuale
Per le persone vittime di tratta la Provincia di Roma realizza il progetto “Prendere il Volo” che prevede di fornire assistenza alle persone vittime di sfruttamento e di tratta a scopo sessuale. Attraverso l’unità mobile, vengono svolte iniziative di ricerca e contatto delle persone che si prostituiscono in strada e si cura l’accoglienza delle persone presso uno sportello di ascolto e orientamento, nonché presso residenze protette, per le persone che richiedono protezione sociale. Il progetto prevede anche l’inserimento in percorsi di inclusione sociale e lavorativa, tramite tirocini di formazione e lavoro. Per raggiungere questo scopo vengono svolte azioni di: - Ricerca e contatto delle persone che si prostituiscono, attraverso l’unità mobile - Accoglienza, ascolto, orientamento presso sportello - Accoglienza presso residenze protette - Inserimento in percorsi di inclusione sociale e lavorativa, tramite tirocini di formazione e lavoro - Azioni di informazione e sensibilizzazione degli operatori e dei cittadini del territorio provinciale Il progetto si avvale di una rete di servizi che riguardano: - L’area sanitaria, attraverso la collaborazione con la ASL RMH
- L’area legale ed i percorsi di regolarizzazione, in collaborazione con la Questura di Roma – Ufficio Stranieri - L’area dei progetti che - nel territorio provinciale - si occupano di sfruttamento lavorativo e di protezione delle persone ridotte in schiavitù. I PARTNER: Cooperativa Magliana ‘80, Cooperativa sociale BEFree, Cooperativa Il CamminoAssociazione Differenza Donna, ATS Associazione Tuscolana di Solidarietà, Regione Lazio, Provincia di Latina, Provincia di Viterbo, Distretto socio sanitario RMF4, Comune Monte Porzio Catone, Comune Rocca di Papa, Comune di Frascati, Comune di Sora, Comunità montana castelli romani e prenestini, UILazio, Prefettura di Roma, Regione Carabinieri Lazio, ASL RMH, Comunità Accoglienza Arcidiocesi RC, On the Road Associazione, OASI 2 “San Francesco”, Capitale Lavoro, Centro Giustizia Minorile, Impegno per la promozione, Fiore del deserto, Casa diritti sociali, LULE, CISL Roma, CIGL, Procura Repubblica di Teramo, Ente IOM Organizzazione Internazionale per l’emigrazione, Arcobaleno, PARSEC, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, CNCA, Comunità S. Egidio, Cora, Procura Repubblica presso Tribunale Minori di Roma, 1ª Corte di Assise di Roma, Questura di Roma Squadra Mobile, Procura Repubblica di Roma, Università del Sacro Cuore, Aurelia Hospital
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Giovanna Filoso, fonte: www.ordinemediciroma.it
a cura della redazione
TELETHON, 12,3 MLN EURO PER STUDI SU MALATTIE GENETICHE
Nuova linfa per la ricerca sulle malattie genetiche: a sette mesi dalla consueta maratona televisiva sono stati assegnati i finanziamenti ai migliori progetti selezionati dalla Commissione medico scientifica di Telethon. In totale i fondi stanziati quest’anno dalla Fondazione ammontano a 2,3 milioni in più rispetto al 2009. Con questi soldi, saranno finanziati 40 progetti incentrati su patologie di origine genetica. A conferma della tendenza registrata negli ultimi anni, sono sempre di più gli studi che prevedono lo sviluppo di approcci terapeutici: la metà degli ultimi programmi finanziati si propone infatti di mettere a punto possibili strategie di cura su modelli di laboratorio o da testare sull’uomo. È il caso per esempio della terapia genica per l’amaurosi congenita di Leber, una rara forma di cecità ereditaria. I nuovi progetti riguarderanno sia malattie già studiate dalla ricerca Telethon, come distrofia muscolare, fibrosi cistica, talassemia; sia ‘new entry’ come l’alcaptonuria o la sindrome di Angelman. Non mancano, inoltre, studi su forme genetiche di malattie ad ampia diffusione, come l’epilessia, il morbo di Parkinson o di Alzheimer: lavorando sulle varianti ereditarie più rare i ricercatori possono scoprire numerosi aspetti in comune con
quelle più diffuse che riguardano milioni di persone nel mondo. Ma non è tutto: la novità di quest’anno sono infatti i ‘Program Project’: l’obiettivo di questo nuovo tipo di finanziamento è favorire la sinergia tra gruppi di ricerca eccellenti che possano mettere insieme le proprie competenze su determinate patologie genetiche e avvicinarsi al traguardo finale della cura molto più velocemente che se lavorassero da soli. Altra novità è l’adesione di Telethon al movimento dell’open access: se la missione di Telethon è sostenere e promuovere la ricerca scientifica volta alla cura delle malattie genetiche, ottimizzare la diffusione dei propri risultati attraverso un accesso on line gratuito è il modo migliore per far sì che la ricerca finanziata sia a disposizione del resto della comunità scientifica, ma anche dei pazienti e dei donatori. D’ora in avanti, infatti, tutti i ricercatori saranno invitati a depositare una copia delle pubblicazioni scientifiche in un archivio ad accesso gratuito chiamato UK PubMed Central che contiene già quasi 2 milioni di articoli scientifici e aspira a diventare la principale fonte di informazione per la comunità medico-scientifica dell’intera Europa.
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Fonte: www.educazioneacquatica.it
a cura della redazione
Acquaticità, dai primi bagnetti alla scoperta del mare
Il Ministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio ha presentato in conferenza stampa, con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport On. Rocco Crimi, la campagna sociale di sensibilizzazione “Acquaticità e sicurezza 0-12 anni. Dai primi bagnetti alla prima scoperta del mare” promossa dall’associazione Acquatic Education e patrocinata dal Ministero. L’iniziativa, ideata da Nicola Brischigiaro, pluricampione mondiale di immersione in apnea e tra i massimi esperti in educazione acquatica familiare, tocca una tematica molto importante: gli annegamenti e i semi-annegamenti. Purtroppo ogni anno in Europa sono circa 5.000 i bambini tra 1 e 4 anni che perdono la vita per annegamento e nel mondo sono circa 175.000 le vittime tra 0 e 17 anni. L’Italia con il suo clima mite, i suoi 8.000 km di coste, laghi e fiumi balneabili è uno dei paesi potenzialmente più esposti a questo fenomeno. E’ quindi prioritario, sensibilizzare, istruire ed educare, nel modo più consono, più dinamico e duraturo, coloro che per primi devono sovrintendere alla sicurezza
acquatica dei bambini: i genitori. Con lo slogan: “Con Tuo figlio in acqua devi sempre sapere cosa fare” la campagna si rivolge proprio ai genitori, sottolineando il ruolo importante che sono chiamati a svolgere per la sicurezza in acqua dei loro bambini, dai primi bagnetti alla prima scoperta del mare. In particolare l’iniziativa prevede una specifica sensibilizzazione sui mezzi di informazione nazionali (carta stampata, tv, radio, web), la diffusione di uno spot TV e radio di 30” e la creazione di una “Guida” in dvd e in documento formato pdf, suddivisi per fasce di età e location (casa, piscina, mare, lago e fiume) dove i genitori possono trovare tutte le procedure teoriche e pratiche per la fruizione dell’ambiente acquatico. La guida sarà distribuita gratuitamente in tutti i reparti di maternità alle neo mamme, la regione che per prima inizierà a distribuire i dvd sarà la Valle d’Aosta. Consultando il sito internet www.educazioneacquatica. it è possibile vedere lo spot, scaricare gli mp3 con i consigli generali, richiedere il dvd e la guida in formato pdf.
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a cura della redazione
Fonte: www.salute.gov.it
Campagna 2010 contro il tabagismo - “Io non fumerò mai!” I dati più recenti a disposizione (Indagine DOXA-ISSOFAD 2010), indicano che negli ultimi anni, l’età di avvicinamento al fumo si è andata pericolosamente abbassando. Tra i 15 e i 24 anni d’età i fumatori rappresentano il 21,9%. I maschi sono il 25,3% e le femmine il 18, 4%. In questa fascia d’età, l’indagine ha rilevato che il 34,5% dei baby-fumatori inizia a fumare prima dei 15 anni e il 50,8% tra i 15 e i 17 anni: quindi l’85,3% dei ragazzi inizia a fumare prima del 18° anno d’età, quando frequenta ancora la scuola.Secondo i dati, il 73,4% dei giovani fumatori prende il vizio sotto l’influenza degli amici: si fuma perché “lo fanno tutti”. Il fumo è, dunque, ancora un abitudine molto diffusa fra i giovani, che cominciano a fumare per curiosità, per sentirsi più grandi, per inserirsi in un gruppo, per imitazione, per noia, per insicurezza. Secondo i dati dell’OMS i fumatori che iniziano a fumare in giovane età e che continuano a farlo regolarmente, hanno il 50% di probabilità di morire a causa del tabacco. E’ dunque particolarmente importante prevenire l’iniziazione al fumo attraverso strategie combinate che comprendano sia interventi di promozione della salute, anche attraverso la realizzazione di campagne di sensibilizzazione, sia politiche per la riduzione dell’offerta. In questo ambito, il Ministero della Salute è impegnato, anche con l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato - competente per gli aspetti fiscali e dei prezzi, per il controllo del settore distributivo e per i controlli di legge sui prodotti – a definire azioni per limitare l’accesso dei giovani ai prodotti del tabacco. Accanto alla graduale costante diminuzione delle vendite di sigarette (pari a circa il 9,8% in meno rispetto al 2004) il Ministero ha segnalato il costante aumento delle vendite del tabacco trinciato (per le sigarette “fai da te”: RYO – Roll Your Own), più che raddoppiate (+139%) dal 2004, ed aumentate ulteriormente nel 2009 (+26%). Questo tipo di tabacco, che rappresenta attualmente l’1,7 % del mercato, ha
un costo inferiore rispetto alle sigarette ed è, quindi, particolarmente “appetibile” per i giovani consumatori. Obiettivi. La nuova campagna 2010 del Ministero si rivolge quindi ai giovanissimi e si pone l’obiettivo di prevenire l’iniziazione al fumo favorendo, fin dalla prima età scolare, un atteggiamento di netto rifiuto nei confronti di questo vizio. La campagna non trascura anche gli altri due obiettivi che contraddistinguono le politiche antifumo del Ministero della Salute: la cessazione dall’abitudine al fumo e la tutela della salute dei non fumatori. Tono e messaggio. Per quanto riguarda lo stile comunicativo, si è deciso di evitare il ricorso ad un approccio drammatico. I messaggi proposti in modo positivo, infatti, risultano essere quelli che sono accolti più favorevolmente dal pubblico e che vengono più seguiti. E’ stata, pertanto confermata la scelta di comunicazione intrapresa con la campagna 2009, cioè quella di provare ad instaurare con lo spettatore una relazione di empatica complicità attraverso il ricorso ad un linguaggio espressivo e ad un trattamento del messaggio diretto e leggero, ma comunque sempre attento ad una corretta funzione informativa. Strumenti e mezzi. E’ stato, pertanto, realizzato uno spot televisivo della durata di 35 secondi interpretato dall’attore Renato Pozzetto. Il ricorso allo stesso testimonial della campagna 2009 permette di capitalizzare, in termini di riconoscibilità della fonte e di immediatezza di comprensione dei messaggi veicolati, l’efficacia della comunicazione. La riuscita della precedente campagna è stata anche testimoniata dal primo premio ottenuto nella categoria Comunicazione pubblica del Concorso nazionale “Aretè” - rassegna annuale che attribuisce riconoscimenti ad aziende, enti e istituzioni che si sono distinte per un’attività di “comunicazione responsabile” per “aver lanciato un messaggio importante ed efficace grazie anche alla scelta simpatica del linguaggio”.
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Addominoplastica L’eccesso di pelle e grasso a livello addominale rappresenta un problema in costante aumento che riguarda non solo le donne, tradizionali clienti delle Chirurgia Estetica, ma anche gli uomini. Mentre è possibile diminuire la quantità di grasso presente attraverso una dieta appropriata, la pelle in eccesso, avendo perduto la sua iniziale elasticità, può essere eliminata solo per mezzo di un intervento chirurgico. L’Addominoplastica è un intervento che spesso preoccupa ingiustificatamente i pazienti, infatti: •non è una chirurgia pericolosa: non è possibile danneggiare gli organi interni poiché gli stessi si trovano al di sotto del piano muscolare, mentre questo intervento viene eseguito ad un livello più superficiale rispetto ad esso; •non è in grado di far perdere peso poiché consiste nell’asportazione di un lembo che, oltre alla cute, comprende anche grasso sottocutaneo, mentre quello interstiziale, collocato fra gli organi interni, non può essere eliminato; •è un intervento a cui si può sottoporre praticamente chiunque ed a qualunque età. Gli unici pazienti che devono essere attentamente selezionati sono i grandi fumatori, coloro che hanno un peso eccessivo
•è un intervento che non va confuso con la Lipoaspirazione, il cui scopo è quello di eliminare solo l’eccesso di grasso localizzato in assenza di eccesso di pelle. In alcuni casi, quando c’è l’indicazione, l’Addominoplastica e la Lipoaspirazione possono essere eseguite nello stesso tempo operatorio; •a seconda della quantità di cute da asportare si possono utilizzare tecniche leggermente differenti: l’Addominoplastica Classica nel caso in cui la quantità di pelle sia elevata, Mini o Midi Addome quando sia rispettivamente piccola o media. Si tratta di uno degli interventi più semplici tra quelli che si eseguono nell’ambito della Chirurgia Estetica. Si asporta l’eccesso di cute e grasso mentre la muscolatura addominale viene rafforzata per mezzo di alcuni punti di sutura (plicatura) allo scopo di migliorarne l’apparenza estetica. Nel periodo postoperatorio il dolore è praticamente inesistente, contrariamente a quanto generalmente ritenuto, e richiede solo in pochissimi casi blandi antidolorifici. L’unica componente fastidiosa è rappresentata dalla necessità di mantenere il busto lievemente flesso in avanti per circa 10 giorni allo scopo di evitare tensioni lungo le linee di incisione. Le cicatrici guariscono generalmente molto bene e con una elevata qualità estetica. I risultati di questa chirurgia sono eccellenti sia nel caso di una Addominoplastica Classica che di un Mini o un Midi Addome, di conseguenza i pazienti ottengono un assottigliamento, esteticamente molto gradevole, della parete addominale insieme ad un restringimento del giro vita, con un importante e significativo impatto sulla qualità della propria immagine corporea.
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Giovanna Filoso, fonte: www.comune.roma.it
a cura della redazione
provvedimenti del Comune di Roma contro la zanzara tigre
Il Comune di Roma ha emesso, in data 23 giugno 2010, una ordinanza avente per oggetto i provvedimenti per la prevenzione e il controllo dell’infestazione da zanzara tigre nel territorio cittadino. Nell’ordinanza sono indicati anche i comportamenti corretti che ognuno deve mettere in atto per limitare al massimo i rischi. Fondamentale per la riuscita della campagna è infatti la collaborazione di tutti i cittadini che devono intervenire sulle aree di proprietà privata, contribuendo così in maniera determinante al controllo dell’infestazione: la zanzara tigre depone le sue uova in qualsiasi piccola raccolta di acqua stagnante, pertanto occorre evitare che si creino le condizioni per il suo sviluppo. Ad esempio, per un giardino o terrazzo senza zanzare, occorre eliminare i sottovasi o svuotarli almeno una volta a settimana ed anche conservare capovolti tutti i recipienti in uso ed evitare l’abbandono all’aperto di tutto ciò che possa raccogliere acqua. Quest’anno la campagna è iniziata più tardi rispetto agli anni passati perché le condizioni climatiche non sono state favorevoli allo sviluppo della specie, poiché
durante i periodi piovosi e perturbati non si attuano trattamenti antilarvali. Per i trattamenti vengono utilizzati dei prodotti definiti inibitori della crescita (IGR) che rappresentano una scelta innovativa sul fronte della disinfestazione civile poiché presentano bassissima tossicità, non inquinano l’ambiente, provocano la morte delle larve senza che queste raggiungano lo stadio di zanzare adulte. Poter disporre di un prodotto efficace e dotato di una lunga persistenza (3 settimane) permette di ridurre i cicli di intervento e di conseguenza abbassare i costi, al tempo stesso aumentando il numero dei tombini trattati salvaguardando l’ambiente. Considerato che la specie è ormai saldamente radicata sul territorio, tanto da dover essere considerata come parte integrante della nostra entomofauna, il solo modo di effettuare azione preventiva è quella controllare la densità della specie al fine di evitare l’emergenza sanitaria. Infatti, la zanzara tigre, oltre ad essere una zanzara fastidiosa ed aggressiva per l’elevato grado di molestia procurato all’uomo, è in grado di trasmettere virus patogeni contro i quali sarà quindi effettuato un monitoraggio virologico.
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a cura della redazione
Fonte: www.salute.gov.it
Alleanza contro le malattie respiratorie croniche - GARD-I Le malattie respiratorie croniche, malattie croniche delle vie aeree e delle altre strutture polmonari, rappresentano una vasta gamma di gravi condizioni patologiche. Sono tra le principali cause di morbilità e mortalità e si prevede un trend in crescita per i prossimi anni. I dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stimano che attualmente centinaia di milioni di persone soffrono di malattie respiratorie croniche: circa 300 milioni per l’asma, 80 milioni con broncopatia cronico ostruttiva (BPCO) di grado moderato o grave, altri milioni soffrono le conseguenze di BPCO lievi, riniti allergiche e altre patologie respiratorie croniche. Secondo l’OMS, le 5 più importanti malattie respiratorie non solo causano il 17% di tutte le morti, ma sono alla base di ben il 13% di tutti gli anni di vita in buona salute persi (per invalidità o morte). L’unico modo per conciliare una ottimale assistenza sanitaria ai malati e una spesa pubblica sostenibile è prevenire le malattie respiratorie nei limiti del possibile, assicurare una diagnosi il più possibile precoce, con strumenti standardizzati cui seguano terapie tempestive e appropriate, in grado di prevenire o ritardare l’invalidità, trattare i malati cronici il più possibile sul territorio. L’impatto delle malattie respiratorie croniche, oltre a causare morti premature, ha importanti effetti negativi sulla qualità della vita e sulla disabilità dei pazienti. In Italia le malattie respiratorie, dopo le malattie cardiovascolari e neoplastiche, rappresentano la terza causa di morte e si prevede che, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, la prevalenza di tali patologie sia destinata ad aumentare. Le patologie respiratorie insorgono a causa dell’azione di un insieme di fattori di rischio che possiamo classificare in due capitoli: fattori di rischio individuali (genetici e legati alla familiarità), fattori di rischio ambientali, fumo di sigaretta, esposizione professionale, inquinamento atmosferico outdoor e indoor, condizioni sociali, dieta, infezioni.
Tra le patologie prevenibili vi sono l’asma, le allergie respiratorie, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), le malattie professionali polmonari, la “sleep apnea sindrome” e l’ipertensione polmonare. Benché esistano efficaci misure preventive, tuttavia le malattie respiratorie croniche sono sottovalutate, sottodiagnosticate, sottotrattate ed insufficientemente prevenute. Nel 2006, in Italia, sono avvenuti 35.751 decessi per malattie dell’apparato respiratorio (57% maschi), che rappresentano il 6.4% di tutte le morti. Il quoziente di mortalità sale marcatamente dopo i 64 anni d’età. Le malattie respiratorie si confermano quale terza grande causa di mortalità, dopo le malattie dell’apparato cardio-circolatorio e le neoplasie (ISTAT 2009). Più del 50% dei decessi per cause respiratorie e’ attribuibile a broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). L’asma, assieme all’obesità, è la patologia cronica più diffusa nell’infanzia ed è una causa importante di ospedalizzazione. Malattie respiratorie ostruttive ASMA. Malattia infiammatoria cronica delle vie aeree, associata ad aumento della responsività bronchiale, a broncocostrizione reversibile ed alla presenza di sintomi respiratori. BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA (BPCO). Attualmente definita come malattia prevenibile e trattabile, caratterizzata da ostruzione non completamente reversibile, al flusso aereo, generalmente progressiva ed associata ad un’abnorme risposta infiammatoria del polmone all’inalazione di particelle di gas nocivi, primariamente quelle causate dal fumo di sigaretta. SINDROME DA APNEE OSTRUTTIVE DEL SONNO (OSAS). Caratterizzata da episodi ricorrenti di interruzione del flusso aereo respiratorio durante il sonno determinata dal collasso delle vie aeree superiori a livello del faringe. BRONCHIECTASIE. Dilatazioni anormali (sacculari o cilindriche) croniche di uno o più bronchi.
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Fonte: www.operazionenasorosso.it
a cura della redazione
Che cos’è uno stupefacente Fin dai primordi della storia, ogni società ha usato farmaci capaci di provocare effetti sull’umore, sul pensiero e sui sentimenti. Perciò, sia l’uso non terapeutico di alcuni farmaci, sia il problema del loro abuso sono tanto antichi quanto la civiltà stessa. Il termine abuso di farmaci indica l’uso, di solito per autosomministrazione, di qualsiasi farmaco in un modo che si discosta dalle norme mediche o sociali in una determinata cultura. Questo termine trasmette l’idea di disapprovazione sociale e non descrive necessariamente una qualsiasi modalità d’uso del farmaco o le sue potenziali conseguenze svantaggiose. Il termine uso di farmaci per scopi non terapeutici abbraccia comportamenti che vanno dall’assunzione sporadica di alcool all’uso compulsivo di oppiacei e comprende comportamenti che possono essere accompagnati o non da effetti svantaggiosi. L’uso di farmaci per scopi non terapeutici può consistere nell’uso sperimentale di un farmaco in una o più occasioni, per la curiosità di conoscere i suoi effetti o per il desiderio di conformarsi alle aspettative dei gruppi di pari. Può implicare l’uso saltuario o ricreativo di modeste quantità di un farmaco per i suoi effetti piacevoli, oppure l’uso circostanziale in specifici casi, come ad esempio l’uso delle amfetamine da parte degli studenti per alleviare la fatica ed aumentare la concentrazione. Le varie forme di uso di farmaci per scopi non terapeutici possono condurre ad un uso più intensivo per quanto concerne la frequenza di assunzione o la quantità assunta e, in alcuni casi, a forme di dipendenza o di uso compulsivo di farmaci. Uno dei rischi insiti nell’uso di farmaci per modificare l’umore o i sentimenti è il fatto che alcuni individui finiscono con lo sviluppare una dipendenza dal farmaco: continuano ad assumerlo anche in assenza di indicazioni terapeutiche, spesso malgrado le svantaggiose conseguenze sociali e mediche, e si comportano come se fossero necessari gli effetti dei farmaci per mantenere uno stato di benes-
sere. L’intensità di questo bisogno o dipendenza può variare da un blando desiderio ad una bramosia (craving) o compulsione ad usare il farmaco. Il craving, in particolare, è l’intenso desiderio che spinge l’individuo a riprovare gli effetti estremamente piacevoli derivati dall’assunzione del farmaco e la ripetizione dell’esperienza diventa un fine primario dell’esistenza stessa, al pari di stimoli naturali come il cibo, l’acqua, ecc. Quando si raggiunge un grado molto elevato di dipendenza dai farmaci (drug dependance) si parla di tossicodipendenza: il termine si riferisce all’uso del farmaco in senso quantitativo, piuttosto che qualitativo e quindi non è strettamente correlato all’abuso degli stupefacenti classici e più noti come gli oppiacei. Tutte le sostanze d’abuso, dall’alcool all’eroina, dalla cocaina all’amfetamina, dalla fenciclidina alla nicotina, metilendiossiamfetamina (Ecstasy), ai barbiturici e alle benzodiazepine, sono in grado di produrre sensazioni piacevoli o di ridurre quelle spiacevoli, di alleviare la tensione e l’ansia, di migliorare l’interazione sociale e il tono dell’umore. Gli effetti piacevoli ottenuti immediatamente dopo l’assunzione del farmaco sono tuttavia vanificati dai danni, talvolta irreversibili, provocati nell’organismo nel corso di ripetute somministrazioni. Ciò che è stato detto per i farmaci abusati al di fuori della normale pratica medica, vale ancor di più per quelle sostanze stupefacenti che non trovano alcuna indicazione terapeutica, come l’ecstasy, le amfetamine di sintesi o l’LSD e che sono presenti solo nel mercato illegale. Gli stupefacenti e le sostanze psicotrope possiedono spiccata attività a livello del sistema nervoso centrale (SNC) ed hanno forti potenzialità nel determinare gli effetti descritti in precedenza (ovvero hanno elevato potere “tossicomanigeno”). Tra gli stupefacenti si annoverano, ad esempio, la morfina, l’eroina, il metadone, la cocaina, la cannabis. Tra le sostanze psicotrope si ricordano le amfetamine, l’ecstasy, l’LSD, la ketamina, l’acido gamma-idrossibutirrico (GHB), le benzodiazepine, i barbiturici.
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a cura della redazione
Fonte: www.salute.gov.it
donne e salute: l’importanza del Periodo preconcezionale Prima di fare un figlio è importante che i futuri genitori pensino un poco alla propria salute e a quella del bambino che desiderano. Oggi è possibile conoscere in anticipo, e quindi prevenire, molti dei fattori di rischio che potrebbero poi complicare la gravidanza o rappresentare un rischio per la salute del bambino. Prima di tutto occorre rendersi conto che una gravidanza desiderata e programmata ha meno problemi per la futura mamma e per il futuro bambino. Quindi rendersi conto che lo sviluppo del futuro bambino comincia con il concepimento, che il giorno del concepimento è imprevedibile e che il periodo più critico per la salute dell’embrione e il benessere del futuro bambino è proprio quando la futura mamma non sa ancora di essere incinta. Ne deriva che l’atteggiamento di chi desidera una gravidanza deve essere del tutto identico a quello di una donna che è già in gravidanza, in particolare per gli stili di vita. Convincersi che uno stile di vita corretto, basato su: non fumare, non bere bevande alcoliche, non usare sostanze stupefacenti, non assumere farmaci se non strettamente necessari, seguire un’alimentazione ricca di frutta e verdura e povera di grassi, fare un adeguato esercizio fisico, sono tutti elementi importanti per mantenere ognuno di noi in buona salute, ma … in previsione di una gravidanza diventano assolutamente basilari e imprescindibili per prevenire alcuni possibili problemi alla futura mamma e al suo bambino. Recarsi dal proprio medico di fiducia e con lui valutare: se sia opportuno effettuare una consulenza genetica con uno specialista, nel caso in cui i futuri genitori o i parenti più stretti soffrano o abbiano sofferto di certe malattie genetiche o di certe malformazioni che possono essere trasmesse al futuro bambino; se sia opportuno effettuare una visita medica con uno specialista, nel caso in cui la futura mamma abbia sofferto o soffra di certe malattie croniche come ad esempio il diabete, l’epilessia, le malattie della tiroi-
de, la pressione alta, le malattie del cuore oppure abbia comunque bisogno di prendere delle medicine; se, nel caso in cui la futura mamma sia una fumatrice, sia opportuno recarsi presso un centro di aiuto a smettere di fumare o è sufficiente la propria volontà; se sia opportuno seguire una particolare alimentazione, nel caso la futura mamma abbia un peso corporeo elevato per la propria statura.Quindi è opportuno affrontare con il proprio medico di fiducia alcuni argomenti che riguardano indistintamente tutte le donne: farsi prescrivere un preparato a base di acido folico (il SSN ne ha inseriti alcuni tra i farmaci essenziali e gratuiti proprio per ridurre il rischio che certe malformazioni congenite possano verificarsi nel futuro bambino); valutare con il medico se sia necessario eseguire alcuni esami di laboratorio (quelli sottoelencati sono gratuiti e a carico del SSN). Per la futura mamma - esami del sangue e delle urine - gruppo sanguigno e fattore Rh - test per la rosolia (se negativo è necessario vaccinarsi) - test per la varicella (se negativo è necessario vaccinarsi) - test per la toxoplasmosi (se negativo andranno evitati certi alimenti come la carne poco cotta e gli insaccati) - esame del sangue per la microcitemia (se positivo è necessaria una consulenza genetica) - test per la sifilide (se positivo la terapia adeguata debella la malattia) - test per l’HIV/AIDS (se positivo una terapia adeguata riduce il rischio di trasmettere l’infezione al futuro bambino) - test per l’epatite B. Per il futuro papà - esami del sangue e delle urine - gruppo sanguigno e fattore Rh - esame del sangue per la microcitemia (se positivo è necessaria una consulenza genetica) - test per la sifilide e l’AIDS (se positivi vanno messe in atto precauzioni per evitare il contagio)
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ginecologia Dott.ssa Federica Brosio
Specialista in ginecologia ed ostetricia
Medeia Medica Via Laura Mantegazza 82 Roma N. Verde 800 910281
LA Sindrome Premestruale La sindrome premestruale (SPM), indotta da squilibri ormonali tra gli estrogeni e il progesterone, condiziona la vita del 60-70% delle donne fertili in alcuni periodi del mese. L’eccesso di estrogeni durante il periodo premestruale è tangibile: gonfiore diffuso, edemi, stato di tensione, di ansia, aumento del volume del seno, del senso di fame e del peso. Lo squilibrio tra estrogeni e progesterone induce ad una maggiore sintesi da parte dei surreni di aldosterone, che provoca nell’organismo ritenzione idrica e una maggiore secrezione di insulina, da cui la necessità di mangiare costantemente zuccheri. Il contenimento di questi processi tramite utili consigli alimentari integrativi e, talvolta anche tramite terapie endofarmacologiche (progestinici), è compito del ginecologo. Durante la fase premestruale è importante fare attenzione all’alimentazione per rendere lo stato psicofisico femminile meno vulnerabile: la struttura alimentare deve contenere cibi ricchi di magnesio, vitamina B6, acidi grassi Omega 3-6-9, acido gamma linoleico, zinco, etc. Vitamina B6 (piridoxina). Ha funzioni molteplici: assorbimento e sintesi degli aminoacidi e delle catene proteiche, metabolismo degli zuccheri, assorbimento e conversione del magnesio in niacina, sintesi della dopamina. Le carenze sono dovute alla cattiva alimentazione. Anemia e alterazioni nervose possono esserne i sintomi. Zinco. Protegge il DNA e l’RNA. Partecipa al metabolismo di molte pro-
teine e alla formazione delle membrane cellulari con la vitamina A. Stimola il sistema immunitario e incide sulla stabilità degli zuccheri nel sangue. Una carenza di zinco può essere provocata da diversi fattori: fumo, bevande alcoliche e superalcoliche, pillola anticoncezionale, eccesso di calcio e di rame con carenza di fosforo, invecchiamento precoce che riduce l’assorbimento di questa sostanza e diete sbilanciate. Tali mancanze sono espresse mediante alterazioni nel rapporto con il cibo, malfunzionamento ovarico, difficoltà di cicatrizzazione delle piccole ferite e maggiore vulnerabilità verso le infezioni e le affezioni in genere. Presente in: uova, pesce, latte, formaggi e carni bianche.Magnesio. Partecipa in molti processi vitali: metabolismo degli zuccheri, delle proteine, degli acidi nucleici, produzione di energia a livello dei mitocondri cellulari. È in stretta relazione con calcio e potassio. Carenze di magnesio possono causare uno stato depressivo, ma spesso i disturbi sono di natura funzionale (iperattività motoria ed emozionale, anomalie del battito cardiaco, insonnia, etc.). Presente in: legumi, frutta e verdura fresca. Acidi Grassi Essenziali. L’estratto oleoso della Primula (Oenotherae biennis) ha una particolare efficacia: contiene una sostanza che contrasta la condizione infiammatoria di vari tessuti durante la fase premestruale.
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a cura della redazione
Fonte: www.salute.gov.it
menopausa: l’Età post fertile nelle donne La menopausa è l’evento fisiologico che nella donna corrisponde al termine del ciclo mestruale e dell’età fertile. Il termine menopausa deriva infatti dal greco men (mese) e pausis (fine). Con la parola climaterio (dal greco klimactèr= passaggio/scalino) si indica, invece, un periodo più lungo che comprende i mesi che precedono e seguono la menopausa. In genere la menopausa si verifica tra i 45 ed 55 anni di età, ma non sono rare menopause precoci e tardive. Già alcuni mesi prima della cessazione delle mestruazioni si osservano alterazioni del ciclo mestruale (mestruazioni ravvicinate ed abbondanti oppure più distanziate tra di loro). Questo è principalmente dovuto al fatto che le ovaie cessano la loro attività e, di conseguenza diminuisce nel sangue la quantità degli estrogeni, cioè di quegli ormoni prodotti fino allora dalle ovaie. La diminuzione degli estrogeni può provocare alcuni fenomeni fastidiosi come vampate di calore, sudorazioni profuse, palpitazioni, sbalzi della pressione arteriosa, alterazioni del ritmo sonno-veglia e variazioni dell’umore che peraltro scompaiono abbastanza rapidamente; diminuisce inoltre l’elasticità della pelle (è per questo che compaiono le prime rughe) e la mucosa che riveste le vie urinarie e la vagina diventa più irritabile (sintomi da secchezza urogenitale, vaginiti, cistiti ricorrenti, dispareunia ovvero dolore al rapporto sessuale). Due però sono le conseguenze più importanti in termini di salute: l’aumento del rischio cardiovascolare (infarto cardiaco, ictus cerebrale, ipertensione) e, in età più avanzata, i problemi connessi all’osteoporosi. Fino alla menopausa, infatti, le donne hanno un rischio cardiovascolare inferiore a quello degli uomini perché gli estrogeni prodotti dalle ovaie garantiscono una minore quantità di colesterolo nel sangue.
Le malattie cardiovascolari rappresentano, invece, la principale causa di morte per la donna in menopausa, superando di gran lunga tutte le forme di neoplasie, compreso il cancro della mammella. Anche l’osteoporosi ha un notevole impatto sia sulla salute pubblica sia sul bilancio economico del Paese. Il medico dovrebbe sempre valutare il rapporto rischio/beneficio quando prescrive una terapia alla donna in menopausa che lamenta disturbi, in modo da aiutare la donna stessa ad operare una scelta informata. Dal punto di vista sanitario, dunque, risulta importante l’attuazione del Piano Nazionale di Prevenzione 2005-2007 elaborato dal Ministero della Salute, con il quale sono stati previsti, ambiti specifici di intervento a tutela della salute delle donne: prevenzione delle patologie cardiovascolari, prevenzione delle complicanze del diabete, diagnosi precoce dei tumori. Tra le varie terapie sintomatiche utili a risolvere i sintomi connessi alla menopausa, la terapia ormonale sostitutiva, attualmente fonte di dibattito tra medici, potrebbe ridurre i sintomi della menopausa e contemporaneamente proteggere nei confronti dell’osteoporosi e delle malattie cardiovascolari, se somministrata correttamente dopo un accurato esame clinico della paziente. La paura del cancro induce molte donne a non prendere in considerazione la terapia ormonale sostitutiva come una valida opzione da poter scegliere per ottenere sollievo dai sintomi causati dalla menopausa. Per molte donne, una appropriata terapia ormonale, pianificata e monitorata con cura, può aumentare la vita media e migliorare in modo significativo la qualità di vita degli anni postmenopausali, cosicché le patologie cronico-degenerative, le loro complicanze oltrechè i tumori potrebbero essere tutti di gran lunga prevenibili.
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Il servizio è attivo nei seguenti orari: notti feriali e festive dalle 20.00 alle 08.00; giorni prefestivi dalle 10.00 alle 20.00; giorni festivi dalle 08.00 alle 20.00. La Guardia Medica garantisce l’assistenza sanitaria per situazioni che rivestano carattere di urgenza a tutti gli utenti (residenti e non) negli orari in cui non sono disponibili i medici di assistenza primaria ed i pediatri di libera scelta.
In questa sezione trovate le principali farmacie notturne di Roma città. Per ulteriori informazioni su tutte le farmacie di turno potete contattare il n° 06 228941 TRASTEVERE - TESTACCIO - GIANICOLENSE - MONTEVERDE Internazionale D.ssa Teresa Cervini P.za Barberini 49 - tel. 064825456 Criserà Guglielmo Corso Rinascimento 44/50 - tel. 0668803760 Arenula D.ssa Lippi Tullia Via Arenula 73 - tel. 0668803278 Cristo Re dei Ferrovieri Dr. Pellegrini Claudio Stazione Termini - Gall. Testa - tel. 064880776 Allo Statuto Pucci Pierluciano Via dello Statuto 33/35B - tel. 064465788 Jucci Maria Clotilde P.za dei Cinquecento 49/50/51 - tel. 064880019 Piram Alberto Via Nazionale 228 - tel. 064880754 Lucchetti Marcello Vicolo Sciarra 61 (ang. via del Corso) - tel. 066794589 Panocchi Roberta Piazza S.Lorenzo in Lucina 27 - tel. 066871525 Francone Luciana Viale Trastevere 80/H - tel. 065810259 TRIESTE - SALARIO - PARIOLI - FLAMINIO Carnovale Domenico Via Libia 225/227 - tel. 068601720 Gellini D.ssa De Angelis Rachele Corso Italia 100 - tel. 0644249750 Tre Madonne Dr. Recchi Rinaldo Via Bertoloni 5 - tel. 068073423 Istria D.ssa Macchiati Manoela P.za Istria 8 - tel. 0685353323 TRIONFALE - CAMILLUCCIA Farmacia Igea Dott.sse M.Catena Ingria e Lupoi Chiara Largo Cervinia, 23 00135 Roma Tel. 06.35343691
In qualsiasi giorno dell’anno, in qualsiasi momento del giorno, telefonando al numero 06 228941 potrete conoscere l’indirizzo della farmacia di turno più vicina. Servizio a cura della Assiprofar Federfarma Roma. Per informazioni sugli orari di apertura, le farmacie di turno e le farmacie notturne consultate il sito: http://www.federfarmaroma.com Per informazioni e consigli su farmaci, prodotti da banco, ticket e tutto ciò che riguarda il mondo delle farmacie consultate il sito: http://www.federfarma.it