Nei Canti dell’Innocenza, attraverso una serie di episodi icastici, il poeta ha cercato di rappresentare gli innocenti per antonomasia: pastori, agnellini, bimbi, fedeli, fiori, prati, genti dalle umili origini e degli umili impieghi. Com’è ben noto, Blake fu anche un incisore di straordinaria bravura, maestro nel colore, e arricchì con preziose incisioni ogni canto. Ecco perché si è deciso di far sì che questo fosse un volume illustrato: perché anche le incisioni potessero essere tradotte e riadattate, esattamente come i singoli versi. L’amarezza diventa molto più fitta con gli Oracoli degli Innocenti: Blake fa declamare a un’inquietante voce fuori campo, certamente dalla parte degli innocenti, una serie di oracoli e maledizioni per un mondo irrispettoso verso questi ultimi, e verso gli ultimi in genere. È come se, col mutare del secolo, le speranza dei lumi settecenteschi fossero spezzate dalla consapevolezza nera del secolo nuovo.