Anno 11 Numero 49 Ottobre Novembre 2013 Redazione c/o Casa delle Culture piazza Medaglie d’oro 4 48122 Ravenna c.meticcia@racine.ra.it www.perglialtri.it/meticcia
Cupola e minareti sulle Bassette Conclusi dopo tre anni i lavori alla moschea, inaugurata con tre giorni di festa
A l l ’ i n t e r n o
¬ IL COMMENTO Quando per fare il ministro non conterà più il colore della pelle? a pagina 4 ¬ LO SCAMBIO Finlandia, dove l’integrazione passa per risorse concrete a pagina 9 ¬ MUSICA Intervista a Zohreh Jooya, tra Persia, Vienna e Afghanistan a pagina 10
¬ INFO:
Breve storia dell’Italia meticcia pagine 5-8 ¬ RUBRICHE Borderline, cronache dai confini siciliani: Prima puntata a pagina 9 Anime creole: L’interdipendneza tra stati e persone a pagina 11
È un onore per noi ospitare un intertervento di Mauro Valeri, autore di numerosi volumi sul tema del razzismo che affronta un tema mai abbastanza sviscerato: quanto siamo meticci noi italiani? La questione è da tempo di attualità, ma lo è diventata prepotentemente da quando al governo l’Italia ha il primo ministro nero. Con tutto ciò che ne è conseguito. Basti dire che durante l’estate fu proprio nel ravennate, e per la precisione a Cervia, che si consumarono nel giro di poche ore due gravissimi episodi di razzismo. La sera prima del suo arrivo alla festa del Pd locale furono recapitati manichini sporchi di sangue con cartelli contro la legge sullo ius soli, un gesto rivendicato da Forza Nuova. Nessuna rivendicazione si è mai avuto invece per il lancio di banane verificatosi in presenza della pagina 4 ministra stessa.
la statistica
Fotografia degli stranieri nella provincia di Ravenna
Hanno aspettato il 4 ottobre, giornata del dialogo interreligioso, per inaugurare la moschea delle Bassette, a Ravenna, costruita nell’arco di oltre tre anni con il lavoro e la fatica di tanti fedeli ravennati, ma non solo. Purtroppo la festa è stata in parte adombrata dall’immane tragedia di Lampedusa, ricordata anche dal sindaco nel suo discorso. Il primo cittadino Fabrizio Matteucci ha infatti partecipato all’inaugurazione. Del resto, citando a più riprese il diritto alla libertà religiosa sancito dalla Costituzione, in questi anni il primo cittadino ha sempre appoggiato e accompagnato i lavori di realizzazione della Moschea da parte del Centro di cultura e studi islamici, respingendo le accuse dell’opposizione e superando anche qualche perplessità all’interno della stessa maggioranza. Il percorso di realizzazione, in questi anni, è stato poi tutt’altro che in discesa: dall’inizio dei lavori infatti è scoppiata la crisi economica che ha inevitabilmente colpito anche la comunità islamica, si sono verificati espisodi di vandalismo a cui la comunità e la città hanno reagito con grande dignità e compostezza, si è consumata una dolorosa frattura in seno alla comunità stessa non ancora ricomposta. La moschea inaugurata è la seconda in Italia per dimensioni, la quinta del Belpaese che possa definirsi tale, con tanto di minareti e cupole. Quante persone possa contenere è oggetto di dibattito, visto che pare esista in Comune un’asseverazione per cui la capienza è di 200 persone, ma allo stesso tempo in quanto luogo di culto la moschea non è tenuta a rispettare le normali norme per le capienza dettate dalle norme antincendio. Insomma, l’ambiguità con cui era nato il permesso a costruire (che prevedeva appunto questa clausola delle 200 persone, per placare le polemiche politiche non certo per ragioni architettoniche viste le effettive dimensioni della struttura) non è stata mai definitivamente chiarita. Di certo è che l’assessore all’immigrazione e alla sicurezza Martina Monti ci ha assicurato che i controlli per la moschea non saranno diversi da quelli per qualsiasi altro luogo di culto. Dal punto di vista architettonico, la moschea prevede due ingressi separati e due ambienti separati per uomini e donne, un altro elemento su cui c’era chi aveva sollevato obiezioni all’interno della stessa comunità. Le donne hanno un ampio spazio al piano superiore e pregano contemporaneamente agli uomini, ma appunto in ambiente separato. Ampi anche gli spazi dedicati ad attività varie, per quanto, come fu annunciato mesi fa, all’indomani dello scontro con la Life, nessuna associazione vi avrà sede. Intanto, nei primi giorni, la moschea è stata visitata da tantissime persone, provenienti da vari luoghi d’Italia, giovani e meno giovani, mentre il sabato mattina in visita sono andati insegnanti di religione e gruppi organizzati. La moschea d’ora in poi sarà aperta grazie al lavoro dei volontari e l’auspicio del Centro studi che la possiede e gestisce è quello di farne un luogo aperto, visitato e vivo. Intanto, per capire un po’ meglio cosa possiamo aspettarci da questo luogo in città, siamo tornati a trovare Ahmed Basel, presidente del Centro di studi islamici. E abbiamo incontrato anche Marisa Iannucci, che dal Centro è stata querelata per le sue dichiarazioni, durante l’inagurazione della nuova sede di Life, in via Caorle. Ovvio che non si può chiedere ai musulmani un’unità che non si trova in nessun altro gruppo umano, che sia politico, religioso o sindacale, ma certo resta l’amaro in bocca nel vedere che la frattura, lungi dal risanarsi, sembra farsi ogni giorno più netta.
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Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P. - C.P.O. RAVENNA
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Città Meticcia
l’intervista
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«In moschea aspettiamo le scuole»
Il presidente del Ccsir: «La nostra esperienza sarà d’esempio per altre realtà» di Elena Starna
Basel, ci sentiamo un anno esatto dopo la nostra ultima chiacchierata. E la moschea è stata finalmente inaugurata. «Sì, abbiamo completato gli ultimi lavori strutturali, come la messa a punto delle zone esterne di abluzione. Siamo contenti perché arriviamo pronti all’Aid al Kabir [la cosiddetta “Festa del montone, ndr]. Pronti non solo dal punto di vista logistico, ma anche da quello organizzativo. Intanto l’inaugurazione è stata un evento molto importante, che ha visto la partecipazione di tutte le autorità politiche che ci hanno sostenuto in questi anni e anche dei volontari che hanno lavorato per la realizzazione di quest’opera». Com’è andata la prima festa di fine Ramadan in moschea? «Molto bene, so che è arrivata tanta gente anche da fuori, da Lugo, Fusignano, Cervia. Io purtroppo non ero presente perché mi trovavo all’estero». Qualcuno, però, è rimasto fuori: c’è una parte della comunità islamica ravennate che è tuttora in disaccordo con il Centro di studi islamici della Romagna, che gestisce la moschea… «Come dicevo, io non ero presente. La moschea, comunque, è aperta a tutti. Purtroppo la vicenda non si è ancora conclusa, si è intrapresa la via legale perché l’associazione è stata attaccata e ha deciso di difendersi. In ogni caso, adesso non possiamo più permetterci di considerare la moschea come un progetto, un ideale. Ora è una realtà e bisogna viverla». Chi si occuperà quindi di mantenere la moschea aperta? A chi saranno affidate le manutenzioni e la gestione quotidiana? «La moschea è ormai aperta e attiva da un paio di mesi. I musulmani che la frequentano si occupano dei lavori di manutenzione a livello di volontariato. Gli stessi che hanno partecipato alla costruzione continuano a mettere le loro competenze al servizio dell’edificio. La moschea, però, non è solo una costruzione, ma è un luogo che va vissuto quotidianamente. Siamo in grado di garantire la permanenza durante gli orari di preghiera, cinque volte al giorno, grazie ai volontari che la animano. Il venerdì, in occasione della preghiera comunitaria settimanale, molte persone arrivano in moschea, anche da fuori». A questo proposito, le Bassette non sono proprio un quartiere facilmente accessibile: c’è una sola linea di autobus e la strada è spesso affollata da veicoli pesanti. Avete pensato a un servizio di trasporto per i fedeli? «Certamente. Già dal 2007-2008, quando iniziammo a parlarne con gli amministratori locali, in particolare con il sindaco e con l’allora assessore all’urbanistica, avevamo proposto una navetta che collegasse la moschea con il centro storico della città. Al contempo, ci eravamo mossi per chiedere un incremento delle corse degli autobus, possibilmente istituendo anche una ferma-
ta apposita nei pressi della moschea. Le trattative in questo senso sono ancora in corso. Pensiamo anche che alcuni dei fedeli potrebbero investire personalmente per risolvere questo bisogno, istituendo una sorta di servizio di navetta privato, magari con l’acquisto di uno o più pulmini. In ogni caso, 7 km dal centro storico non sono una distanza proibitiva: nella bella stagione si possono utilizzare le bici, come fanno già molti fedeli, mentre in inverno ci si può organizzare per condividere l’automobile». Come abbiamo ricordato, la moschea è stata costruita grazie soprattutto al contributo di volontari che hanno prestato la loro manodopera per la realizzazione. A livello nazionale, si sta parlando della costruzione di una nuova grande moschea a
La Moschea alle Bassette in uno scatto di Fabrizio Zani
Le illustrazioni Tutte le illustrazioni di questo numero sono realizzate da Gianluca Costantini e tratte dal volume L’ammaestratore di Istambul realizzato insieme a Elettra Stamboulis e in mostra per il festival Komikazen (vedi pagina 10).
Milano: pensate che il vostro modello sia esportabile? «Siamo già stati contattati dai fratelli che vivono a Milano, che ci hanno chiesto supporto e consulenza per la realizzazione del nuovo edificio. Sicuramente si tratta di un’esperienza importante, che può fare da esempio anche per altre realtà. Ravenna adesso può vantarsi del suo edificio di culto, è l’unica moschea di queste dimensioni in tutta l’Emilia Romagna!» Stiamo entrando nei giorni caldi per la candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura nel 2019. La comunità islamica di Ravenna è stata coinvolta in questo processo? «Finora no, ma per nostra scelta. Ci siamo tenuti un po’ ai margini perché in questi anni tutti i nostri sforzi si sono concentrati sulla realizzazione della moschea. Ora che questa è una realtà, è tempo anche che entri a pieno titolo nel circuito delle attrazioni turistiche di Ravenna. Pochi giorni fa abbiamo ricevuto la visita di un gruppo di insegnanti di religione provenienti da Rovigo: alcuni di loro non avevano mai visto una moschea in vita loro. Si sono intrattenuti con noi per più di tre ore, abbiamo spiegato loro la storia della religione islamica, le caratteristiche della moschea e della preghiera. È stata una bellissima esperienza. Questo testimonia anche il fatto che la costruzione dell’edificio non è un traguardo ma un punto di partenza: essa deve diventare un luogo vivo, di pace, di culto e di cultura, di dialogo. Senza preclusioni». Un punto di riferimento per tutto il panorama culturale ravennate quindi. Non a caso, siete stati coinvolti anche nella celebrazione comunitaria che si è svolta il 07/09 in piazza San Francesco, in contemporanea con la grande veglia indetta dal Papa a Roma per la pace in Siria. «Esatto. Siamo stati invitati a partecipare assieme al vescovo, alle autorità cittadine e ad alcune associazioni laiche. Erano presenti il direttivo del centro studi ed il nostro Imam. Abbiamo preso la parola per ultimi, per ribadire che siamo contrari a ogni conflitto e a ogni guerra. È stato un momento molto importante perché ha fatto sì che la comunità islamica assumesse finalmente un ruolo riconosciuto dagli abitanti di Ravenna». Progetti per il futuro? Oltre all’“uscita pubblica” di piazza San Francesco ed alla festa di inaugurazione, come pensate di promuovere la conoscenza della religione islamica ed il dialogo fra culture? Magari coinvolgendo le scuole? «Magari. Ma piuttosto che essere noi ad entrare nelle classi, vorremmo che fossero gli insegnanti ad inserire nel loro programma la visita alla moschea. Così i ragazzi italiani scoprirebbero finalmente come pregano i loro compagni di banco Mohamed e Aicha, in quali momenti e con quale storia alle spalle. Vorremmo prevedere orari di visita organizzati in modo da non interferire con la preghiera. Davvero, il nostro desiderio è che questo luogo diventi patrimonio di tutti».
il vescovo
«Scoprite fino in fondo cosa è la libertà religiosa, noi vi possiamo aiutare» Pubblichiamo uno stralcio dell’intervento del vescovo di Ravenna Lorenzo Ghizzoni all’inaugurazione della moschea di Ravenna. «Ringrazio coloro che mi hanno invitato, in particolare l’imam e il responsabile del centro culturale. Ricordo che a Roma in piazza del Campidoglio, 400 leader religiosi hanno firmato 3 giorni fa l’Appello di pace - Roma 2013. Diversi cardinali, vescovi, patriarchi, beatitudini, rabbini e imam si sono abbracciati e hanno acceso le candele in segno di pace, poi hanno firmato l'appello. «Con la forza delle nostre religioni – si legge nell’appello – dichiariamo il nostro impegno per la pace. Diciamo a tutti: nessuno può utilizzare la religione per la violenza. Solennemente respingiamo il terrorismo religioso: utilizzare il nome di Dio per uccidere è blasfemo. Il terrorismo religioso nega in radice la religione». [...] Anche qui a Ravenna mi chiedo se non sia possibile aderire, noi cristiani e voi islamici, all’Appello di pace di Roma 2013, affinché soprattutto noi capi religiosi siamo i primi a togliere il nome santo di Dio dalla bocca dei violenti e di chi vuole la guerra. Non solo. Poiché la moschea e soprattutto il centro di cultura islamico di Ravenna non sono solo luogo di culto, ma luoghi di cultura, ci aspettiamo e chiediamo che anche voi, capi religiosi islamici e voi responsabili del centro culturale, educhiate i vostri giovani e le vostre famiglie, come noi educhiamo i nostri giovani e le nostre famiglie, a una cultura di pace, di convivenza, di dialogo con tutti i credenti delle diverse religioni e con i non credenti. Cerchiamo insieme ciò che unisce le tradizioni religiose e gli uomini di buona volontà, e non ciò che divide. Per esempio, anche molti capi religiosi islamici riflettono sul fatto che «Dio ama i poveri», che «Dio è misericordia», che nulla ci unisce più della famiglia; oppure che proprio adesso di fronte a tanti cambiamenti sociali e politici in Africa e in Medio Oriente, le religioni devono avere «il coraggio della speranza» contro i pessimisti e quelli che cedono alla logica della forza, come ha detto il Gran Muftì della Repubblica Araba d'Egitto, il 1 ottobre a Roma, in un intervento che invito a riprendere. Vi chiediamo inoltre, e vi possiamo aiutare in questo, di scoprire fino in fondo cosa è la libertà religiosa, che tutti noi chiediamo agli Stati di garantire e proteggere perché è un diritto umano fondamentale, a patto che le persone e le comunità rispettino l’ordine pubblico conforme a giustizia. Per noi cristiani vale il principio che essa non è solo un diritto soggettivo, individuale da esercitarsi nel privato, ma è fondato sulla dignità della persona umana e lo Stato lo deve riconoscere e promuovere. La libertà religiosa come la intende il cristianesimo, significa anche rispetto della coscienza della persona, di ogni persona, uomo o donna, giovane o anziano, straniero o concittadino - coscienza che conserva la sua dignità anche se, pur cercando la verità, sbaglia. Questo rispetto della coscienza altrui e dunque di ogni persona umana, vi chiediamo di insegnarlo anche voi, come facciamo noi, ai vostri giovani, ai vostri genitori che educano i figli, a tutti membri della famiglia che devono avere pari dignità, comprese le donne e i bambini. Non sarà un cammino facile, ma in noi troverete degli alleati. [...] Mi sembra giusto ricordare che ci sono altri campi sui quali vi chiediamo una disponibilità: la tutela e la salvaguardia del creato, l'affermazione del valore della vita umana in tutte le sue età e stagioni, la solidarietà verso i più poveri. Su questo aspetto pensiamo che anche voi potrete collaborare con la Caritas che sta facendo molto per accogliere i poveri soprattutto gli immigrati che hanno bisogno anche della vostra solidarietà e del vostro aiuto, e so che questo è un precetto importante per i fedeli islamici. [...]».
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il sindaco
«Da oggi Ravenna è diventata un posto migliore» Venerdì 4 ottobre il Sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha portato il suo saluto all’inaugurazione della nuova Moschea delle Bassette. «La coincidenza dell’inaugurazione con la giornata della pace – ha detto – faceva di questo appuntamento un giorno di festa. La festa è stata inghiottita dal naufragio di Lampedusa, la nostra umanità è stata inghiottita dal quel naufragio. Vorrei dare voce ai tantissimi ravennati che in queste ore mi hanno trasmesso il loro dolore. Ci sarà il tempo, non oggi, ma da domani, di parlare di cosa deve fare l’Europa, delle nuove leggi di cui l’Italia ha bisogno. Da questo nostro incontro va un abbraccio ai parenti, agli amici, ai cari delle persone che hanno perso la vita a poche centinaia di metri dalla “terra promessa”. Saluto tutte le autorità, ringrazio moltissimo il signor Prefetto che ci ha portato una voce autorevole dello Stato e ci ha detto cose importanti. Care cittadine, cari cittadini, cari sorelle e cari fratelli, credo che da oggi Ravenna sia un po’ migliore. Conosco bene i problemi della vita quotidiana di tanti ravennati. Me ne prendo cura ogni giorno, così come ho seguito la nascita della Moschea. In questi anni l’Amministrazione comunale ha avuto rispetto della nostra Costituzione che dice chiaramente che l’Italia è un paese dove c’è libertà religiosa. Vorrei che in tutti i paesi del mondo ci fosse questa libertà religiosa per tutti. Ma noi vogliamo vincere dando il buon esempio. Vorrei ricordare Giovanni Pozzi. Giovanni Pozzi è l’imprenditore ravennate che si fece avanti e disse: ‘Io ho un terreno dove si può realizzare la Moschea’. Voglio ringraziare i lavoratori, gli imprenditori e gli artigiani delle Bassette perché si sono comportati come persone per bene. Un po’ preoccupati all’inizio tanto che sono venuti a parlarmi, galantuomini ‘alla ravennate’ diciamo, della Ravenna migliore. Voi vi siete comprati il terreno, vi siete andati in tasca per realizzare la Moschea, so quanta fatica vi è costata. La civiltà della Romagna è fatta di tante radici, che mutano e nel tempo se ne aggiungono di nuove. La storia della nostra terra è fatta anche di tanti luoghi: le piazze, le chiese, le case del popolo, i centri sportivi, i Cre dei bambini, tutti quei luoghi dove la nostra comunità si ritrova. Oggi abbiamo aggiunto una tessera a questo bellissimo mosaico: da oggi davvero Ravenna è un po’ migliore. Per fare la guerra bisogna essere in due: il nostro compito oggi è quello di costruire dei ponti, mentre tanti, per istinto, per paura, per interesse costruirebbero dei muri. Noi dovremo costruire dei ponti. Sono le parole che disse Giovanni Paolo II durante la sua visita in Palestina. Sono molto contento che il luogo delle riunioni sarà un luogo aperto, io parteciperò volentieri da rappresentante della città. Sono sicuro che oggi facciamo un piccolo passo per migliorare la civiltà della nostra terra. Noi ravennati all’inizio siamo un po’ diffidenti, ma poi quando ci si conosce siamo persone generose. Sono molto felice che voi vi sentiate ravennati senza per questo perdere le vostre radici e l’amore per la storia che vi ha portato qui.
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L’altro lato dell’Islam in città: nuova sede per Life
Un momento della festa di inaugurazione della nuova sede dell’associazione Life, in via Caorle
La musica e la preghiera. La cucina e la cultura. Il tè alla menta, i dolci al cocco e, come in ogni festa che si rispetti, la torta finale. Sabato 21 settembre la sede dell’associazione Life ha spalancato le sue porte a chiunque volesse prendere parte alla festa di inaugurazione. Per l’occasione, nel cortile è stata allestita la grande tenda berbera, questa volta travestita da sala cinematografica. All’esterno, grandi tappeti stesi sull’erba per consentire ai fedeli di pregare al tram o n t o . Ovunque tantissime facce da ogni continente, u o m i n i , donne e bambini dai visi colorati e sorridenti, giovanissimi e signore attempate. Tutti insieme per una serata di incontri, racconti, musiche. «In realtà siamo già aperti da giugno spiega Marisa Iannucci, esponente di punta dell’associazione, - ma con gli impegni di tutti e poi con il Ramadhan è stato impossibile organizzarci prima di oggi. Siamo ospiti dei locali dell’Associazione di Mutuo Aiuto A.M.A. la vita, che esiste già dal 2005 e riunisce i genitori di persone con disturbi psichici. Può sembrare un connubio un po’ strano, ma è stato il Comune di Ravenna a proporcelo, nella persona dell’assessore Piaia. Abbiamo deciso di tentare, ci siamo incontrati ad aprile e, di fronte a una tavola imbandita, è nata l’amicizia che ci ha portati, oggi, a
«Spero che i nostri figli siano più intelligenti di noi e sapranno come gestire una comunità che nasce plurale»
condividere la sede. Condividere non solo logisticamente, ma anche in termini di partenariato: organizziamo attività in comune, ci confrontiamo su
moltissime tematiche. Ad esempio, Life gestisce uno sportello di ascolto aperto a tutte le persone che si sentono in difficoltà: in questo senso, poter attingere all’esperienza di Ama la vita è per noi una grande fortuna». Quindi non solamente un centro dove si approfondisce la religione islamica… «Assolutamente no. La sede di Life vuol diventare un centro di cultura a 360 gradi. Abbiamo instaurato un legame di amicizia e collaborazione con la chiesa valdese di Rimini, uno scambio molto proficuo e pieno di belle sorprese. Stasera presentiamo un documentario, Oltre le porte dell’Islam, di Fabrizio Fantini, che racconta l’evoluzione delle comunità islamiche di Bologna e di Ravenna. Organizziamo attività per i bambini e per gli adulti. Lo ripeto: siamo aperti a chiunque voglia venire a
trovarci, senza nessun tipo di pregiudizio». Proprio a chiunque? Come vanno i rapporti con l’“altra metà” della comunità islamica di Ravenna, quella che gravita attorno al Centro di studi islamici ed alla moschea delle Bassette? «Non ci considerano, e noi non li abbiamo cercati. Vanno così: sono stata querelata dal Centro studi islamici. Io, personalmente, non l’associazione. U n a querela penale e una causa civile. È evid e n t e che rappresento un problema per loro. Una d o n n a che si alza e parla, per giunta in nome non di un’associazione di genere, ma di un gruppo di cui fanno parte anche tantissimi uomini, per alcuni non è tollerabile. È impensabile che io possa rappresentare un gruppo unito e solidale, come invece si è rivelata l’associazione, al punto che tutti i membri si sono sentiti attaccati». Ma la frattura quindi non è sanabile? «Sai, penso che un giorno i nostri figli saranno molto più intelligenti di noi e capiranno. Sapranno come gestire una comunità che nasce plurale e che non può diventare unica e monolitica. A noi non interessa la moschea in quanto tale, come edificio. Noi il nostro luogo di preghiera ce l’avevamo già e continuiamo ad averlo. I soci di Life sono invece interessati alla costruzione di un discorso attorno alla moschea, di un vero dialogo. Qui vengono pakistani, bangla, maghrebini, ognuno con la sua storia e il suo modo di credere. Poco importa se non tutti i musulmani pregano nello stesso posto!». Cosa avete in programma nei prossimi mesi? «Il primo appuntamento è per il 26 di ottobre, organizzeremo una giornata sul dialogo interreligioso. Poi le nostre attività consuete: sportello di ascolto, mediazione, apertura della biblioteca. Più nell’immediato… uscire in cortile e gustarci il buffet e la torta!» (e. s.)
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Città Meticcia
Storia
Ma quanto (e da quando) è meticcia l’Italia?
Nasce nel fascismo l’idea dell’italiano bianco Mauro Valeri*
L’Italia è un paese meticcio. In genere, chi sostiene una simile affermazione fa riferimento ai radicali cambiamenti che si sono verificati nel nostro paese negli ultimi trent’anni a seguito dei processi migratori. Qualcuno potrebbe anche arrivare ad anticiparlo alla metà degli anni Settanta, cioè quando i primi migranti hanno iniziato a scegliere l’Italia come meta della loro emigrazione. Ma il meticciato non è soltanto una questione di numeri, perché non sempre le statistiche riescono a cogliere i cambiamenti in atto e soprattutto a farci comprendere le radici del razzismo. Anche senza l’ausilio dei grandi numeri, io penso che l’Italia sia sempre stato un paese meticcio. Ben prima degli ultimi decenni. Basta sfogliare le pagine della storia della nostra penisola. Se prendiamo il XVI secolo, ad esempio, troviamo personaggi neri o meticci, come il nobile fiorentino Alessandro de’ Medici, figlio di una “serva nera”, o san Benedetto il Moro, chiamato così perché figlio di una coppia di schiavi etiopi che vivevano in Sicilia (e forse pochi sanno del coinvolgimento della nostra penisola nella tratta negriera). O addirittura Leonardo da Vinci, figlio, sembrerebbe, di una serva araba. Certo, sono eccezioni. In realtà, per la loro condizione di emarginazione sociale ed economica (spesso erano semplici schiavi o figli di schiavi), per secoli i neri e meticci “italiani” sono stati emarginati anche dalla Storia ufficiale. Di quei pochi che abbiamo conoscenza, è perché sono stati protagonisti di qualche importante vicenda storica. Come l’afro-uruguaiano Andrea Aguyar, fedele compagno di Garibaldi, morto a Roma nella difesa della Repubblica romana nel 1849. Oppure il sudanese-piemontese Michele Amatore, glorioso capitano dei bersaglieri, che ha combattuto nella seconda e terza guerra d’indipendenza, contribuendo così a quell’Unità in cui lui credeva molto. Oppure i molti italo-eritrei che hanno combattuto nelle trincee della prima guerra mondiale. Tutti maschi, si dirà. Ed è vero, perché essere donna e nera è sempre stato il segno di un duplice “stigma” (e il caso Kyenge ne è un esempio attuale). Eppure, l’Italia è conosciuta all’estero anche per essere stato il paese della prima santa nera riconosciuta dalla Chiesa cattolica: la sudanese-veneta Giuseppina Bakhita, che ci ha lasciato anche una sorta di autobiografia che ben racconta le relazioni razziali che esistevano tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. E sono diverse le donne nere che, come Bakhita, sono diventate suore, e qualcuna anche badessa. Non c’è da stupirsi se, fino ai primi del Novecento, i neri e i meticci maschi finivano per fare i soldati e le donne le suore: erano queste praticamente le uniche possibilità di inserimento sociale, al quale possiamo aggiungere, per entrambi, anche quello di fare i servitori. Qualche eccezione, però, anche in quest’epoca, non manca. Il 24 giugno 1928, conquistava il prestigioso titolo di campione italiano e europeo dei pesi medi di pugilato, un certo Leone Jacovacci, nato in Congo nel 1902 da padre romano e madre congolese. Portato in Italia all’età di tre anni, dopo aver sperimentato i pregiudizi e le discrimina-
zioni, aveva preferito cambiare identità e paese, diventando Jack Walker, presentandosi prima come afro-inglese, poi come afro-americano. Quando aveva confessato di essere a tutti gli effetti cittadino italiano, nessuno gli aveva creduto. Solo a forza di strepitose vittorie sul ring, era riuscito ad essere riconosciuto per quello che era. Ma siamo già nel periodo fascista. Così, il giorno dopo la vittoria, La Gazzetta dello Sport gli dedica un editoriale in cui si sostiene che non può essere un nero a rappresentare l’Italia. Una sorta di “non ci sono neri italiani”, che fa di Jacovacci un Balotelli ante-litteram. Di sicuro, è stato il fascismo a imporre la convinzione che gli italiani fossero, e fossero stati, sempre e solo bianchi. E lo fa non solo ponendola tra i dieci punti del Manifesto della razza (in particolare l’ottavo), ma proibendo con leggi specifiche anche le relazioni e poi i matrimoni con neri e nere. Il culmine di questo delirio arriva nel 1940, con l’approvazione della legge sui meticci, ai quali veniva negata la possibilità di essere italiani. Ci sarebbe molto da scrivere sui motivi che hanno portato a eliminare questa legge solo nel 1947, e come mai anche i padri costituenti non abbiano inserito nell’art.3 della Costituzione il colore della pelle tra i fattori di discriminazione, preferendo il riferimento assai più ambiguo alla “razza”. E ciò nonostante alcuni meticci avessero combattuto e dato la loro vita per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Due nomi per tutti: Alessandro Sinigaglia, comandante partigiano, nato a Fiesole nel 1902, figlio di una serva afro-americana e di un meccanico italiano di fede ebraica (quindi “negro ebreo comunista”), e Giorgio Marincola, nato in Somalia da padre calabrese e madre somala, ma cresciuto in Italia, morto da combattente nell’ultimo eccidio nazista nel 1945. Anche dopo il fascismo, e prima delle migrazioni, l’Italia ha continuato a essere meticcia, per la presenza di centinaia di italo-eritrei e di italo-somali, figli di un colonialismo che sbrigativamente abbiamo voluto relegare nell’oblio per celare le violenze razziste che abbiamo perpetrato nelle colonie africane. Anche loro hanno conosciuto la discriminazione per il diverso colore della pelle nei primi anni della Repubblica. A questi possiamo aggiungere anche le centinaia di “meticci di guerra”, cioè i figli di donne italiane e soldati neri (in genere afro-americani), che qualcuno riteneva non opportuno inserire nella stessa scuola dei coetanei bianchi, perché questi ultimi si sarebbero potuti spaventare. E siamo negli anni Sessanta! Alcuni di questi meticci sono comunque riusciti ad affermarsi, come il sassofonista James Senese, lo scrittore e attore Antonio Campobasso, l’atleta Giacomo Puosi, il primo meticcio ita-
liano a partecipare alle Olimpiadi (quelle di Città del Messico nel 1968). In quegli stessi anni, si facevano conoscere anche alcune meticcie italiane nel mondo dello spettacolo (come Lara Saint Paul e Melissa). È un elenco che potrebbe essere molto più lungo, se il meticciato italiano fosse diventato materia di studi. Invece, almeno fino ad oggi non è stato così (basta pensare ai nostri libri di storia scolastici), mantenendo l’errata convinzione di aver scoperto il meticciato solo da qualche decennio, in modo da poter continuare ad avere quel falso stupore misto a paura che ha finito per giustificare discriminazioni più o meno esplicite. Di fatto, la storia del meticciato italiano, soprattutto quello dal dopoguerra ad oggi, non è stata ancora scritta. In questo modo, però, si perpetuano due gravi errori. Innanzitutto, quello di considerare il razzismo connesso solo alla tragica esperienza fascista, finita la quale si sarebbe passati, quasi automaticamente (perché l’idea è sempre che in fondo gli italiani sono “brava gente”) a una società post-razziale. L’altro errore è quello di negare il nostro essere da sempre meticci, perché questo ci imporrebbe di riscrivere la nostra storia e la nostra stessa identità. Ma il razzismo attuale lo si combatte anche attraverso questo ripensamento critico. P.S. per chi fosse interessato a contribuire a riscrivere questa storia può contattarmi su maurovaleri@tiscali.it *Mauro Valeri, sociologo e psiha diretto coterapeuta, l’Osservatorio nazionale sulla xenofobia dal 1992 al 1996, e dal 2005 è responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio.
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c o m m e n t o
La prima ministra nera in Italia, meglio tardi che mai Qualche anno fa quando Obama fu eletto presidente degli Usa ho trascorso momenti difficili perché alla solita domanda «ma tu di dove sei?» si aggiungeva «allora come ti senti adesso che c’è un presidente nero alla Casa Bianca?». Dovevo allora con calma spiegare quanto fosse normale e logica la situazione: Obama è un mulatto, avvocato di successo, senatore americano, un uomo cresciuto dai suoi nonni in una famiglia bianca, una stella nascente dei Democratici. Trovavo più strana l’elezione a governatore della California di Arnold Schwarzenegger, un immigrato austriaco arrivato in California con i suoi muscoli per realizzare il sogno americano. Ma siccome lui è bianco, la cosa appare forse più normale. Ci sono avvenimenti che misurano il grado di civiltà di una società. Da qualche mese, l’Italia ha la prima Ministra nera della sua storia, Cécile Kyenge. Donna e nera, Kyenge è un’oculista italiana di origine congolese. Questa nomina ha fatto versare fiumi di inchiostro e di saliva. Prima di tutto alcuni giornalisti che ne hanno fatto la notizia con la “N maiuscola”, andando addirittura a caccia di chi offendeva la Ministra. Per un giorno di gloria, chiunque poteva dire la sua e trovarsi in prima pagina di alcuni quotidiani. Non sono mancati esponenti politici che hanno fatto allusione alle origini africane della Ministra Kyenge per offenderla. Ed è inaccettabile che qualcuno titolare di un ruolo pubblico possa violare la Costituzione italiana, perché la discriminazione, ricordiamolo, in Italia è un reato. Voglio citare , i casi di Borghezio, deputato della Lega Nord cacciato dal gruppo parlamentare degli euroscettici di Europa della libertà e della democrazia e del caso Dolores Valandro (consigliera leghista a Padova) condannata per avere chiesto al suo pubblico di facebook di stuprare la Ministra. Nel frattempo cosa fa la sinistra? Si vanta di aver fatto la rivoluzione sociale del secolo. Io non credo che nominare Kyenge Cécile sia una promozione per tutti i neri d’Italia. È piuttosto un riconoscimento verso una militante meritevole del Partito per il suo impegno e verso gli immigrati che vedo impegnati a servire il Pd ogni anno alle feste di ogni paesino dell’Italia. La carriera politica o sindacale di un membro del partito non dovrebbe dipendere dal colore della pelle o dalla sua provenienza, ma dalle sue capacità e competenze. In giro per l’Europa i neri in politica non sono da tempo una novità. Oltre al Belgio, la Francia, l’Olanda, la Svizzera, paesi mi direte abituati agli immigrati, c’è per esempio la Polonia che ha un polacco di origine nigeriana in parlamento da ben prima che Touadi Jean Leonard entrasse in quello italiano. L’Italia è più nuova della Polonia in materia di immigrazione? Non credo. Quindi penso che sia giusto e normale quello che accade, è un’evoluzione normale, al massimo un po’ in ritardo, nella vita politica di un paese che ormai ha ricevuto la sua prima ondata di immigrati circa trent’anni fa. Sia chiaro che sono grato al Partito Democratico per questa nomina. Che siano mosse politiche o scelte normali, è una speranza per tanti giovani che non ce la fanno più ad aspettare che succeda qualcosa. Speriamo che il prossimo passo ora sia quello di una nomina più logica che magari metta, tanto per fare un esempio, un medico al ministero della salute. Franck Viderot
Città Meticcia Ottobre Novembre 2013
NEWS
Info: Contributi
Bonus per elettricità e gas per le famiglie in difficoltà Il “bonus sociale” sull'energia elettrica ha l’obiettivo di sostenere le famiglie in condizione di disagio economico, garantendo un risparmio sulla spesa annua per l’energia elettrica. Possono accedere al bonus, che dura dodici mesi, tutti gli intestatari di una fornitura elettrica nell’abitazione in cui risiedono con potenza impegnata fino a 3 kw, per un numero di persone residenti fino a 4, e fino a 4,5 kW per un numero di persone residenti superiori a 4, una certificazione Isee non superiore a 7.500 euro o fino a 20mila euro per famiglie con quattro e più figli. Hanno inoltre diritto al bonus i clienti elettrici che vivono con un soggetto affetto da grave malattia, costretto a utilizzare apparecchiature necessarie per il mantenimento in vita. È previsto inoltre un “bonus gas”, sempre per le famiglie a basso reddito e per le famiglie numerose, che vale solo per il gas metano distribuito a rete (e non per il gas in bombola o per il Gpl), per i consumi nell’abitazione di residenza. I due bonus sono cumulabili. Le domande da parte dei residenti nel Comune di Ravenna possono essere presentate allo sportello Unico Polifunzionale in viale Berlinguer, 68 dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 13.00, sabato dalle 8.30 alle 12.30, martedì e giovedì pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30. Chi intende fare richiesta dei bonus deve compilare i moduli (scaricabili anche dal sito www.comune.ra.it o disponibili all’Urp di via Berlinguer), unendo fotocopia di un documento di identità e copia di una fattura dell’energia elettrica e/o del gas.
Profughi
Tassa rifiuti
La rete di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati si allarga
Tares: restano gli sconti per chi conferisce alle isole ecologiche
Dal 2014 i posti a disposizione del progetto Sprar per i richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale passeranno da 3 a 16mila a livello nazionale, grazie a un decreto del 17 settembre. Soddisfazione è stata espressa dall’Anci, l’associazione di comuni che gestisce di fatto la rete e a cui le città possono aderire. «L’ampliamento dei posti di accoglienza – ha dichiarato Piero Fassino, presidente Anci - è un riconoscimento del lavoro svolto in questi anni dai territori e dall’Anci e che mette in evidenza la capacità di risposta del modello Sprar anche in condizioni difficili. Con l’occasione invito tutti i Comuni, compresi quelli che non fanno ancora parte della rete a cogliere a pieno questa opportunità, presentando domanda per entrare nel Sistema». Ravenna è stata tra i primi comuni a far parte della rete di accoglienza e attualmente vengono ospitate 68 persone.
Traffico
Stop ai mezzi più inquinanti, tornano i giovedì di blocco e le domeniche ecologiche
Il Comune rende noto che per la nuova tassa sui rifiuti, Tares, restano in vigore gli sconti che venivano applicati alla Tia (la precedente tassa ora sostituita) ai cittadini che differenziano i rifiuti e li portano alle isole ecologiche. Per quanto riguarda la modalità di pagamento: dopo i due acconti versati a luglio e a sette mbre Hera invierà l’ultima bolletta a conguaglio sulla quale verrà effettuata la scontistica, così come applicata per la Tia.
Casa
Un contributo per pagare l’affitto a chi rischia lo sfratto C’è tempo fino al 31 dicembre per presentare domanda e ottenere un aiuto economico per evitare lo sfratto. Lo ha deliberato la giunta comunale che ha sottoscritto un protocollo d’intesa con altri enti e i sindacati dei proprietari a sostegno delle famiglie colpite dalla crisi economica e che per questo non riescono a pagare l’affitto. Può essere erogato un contributo economico pari all’80% del canone d’affitto dovuto, per un periodo non superiore a sei mesi e per un importo massimo di 4mila euro. La domanda dovrà essere presentata utilizzando la modulistica messa a disposizione degli interessati sul sito www.comune.ra.it o all’urp di via Berlinguer. Da ricordare inoltre che non vi è più alcuna scadenza per presentare la richiesta di casa popolare a chiunque sia regolarmente residente nel Comune di Ravenna da almeno due anni.
Dal 1 ottobre a Ravenna non possono più circolare, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30, i veicoli particolarmente vecchi, in particolare i pre Euro 1 a benzina e i diesel pre Euro 2, moto a due tempi precedenti alla normativa Euro 1, i veicoli diesel di tipo M2, M3, N1, N2 o N3 pre Euro 3. Inoltre, da giovedì 3 ottobre e ogni giovedì fino al 28 novembre e da giovedì 9 gennaio a giovedì 27 marzo 2014, il divieto di transito riguarderà, sempre dalle 8.30 alle 18.30, tutti i mezzi pre Euro 4. Il perimetro dell’area interessata dai provvedimenti, lo stesso degli anni scorsi, e consultabile su www.comune.ra.it . Il 3 novembre 2013 e nel 2014 il 2 febbraio e il 2 marzo saranno invece domeniche ecologiche.
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Città Meticcia
News in seven languages/Nouvelles en sept langues
Traffic
Block of traffic on Thursday and green Sunday are back, stop to the more polluting cars
Refugees
Home
The reception network for asylum seekers
From 1 October in the city of Ravenna cannot longer circulate particularly older vehicles such as the pre Euro 1 petrol and diesel pre-Euro 2, the two-stroke motorcycles which are previous to the regulation Euro 1, vehicles type diesel M2, M3, N1, N2 or N3 pre Euro 3 from Monday to Friday from 8:30 to 18:30. In addition, on Thursday October 3 and every Thursday until November 28 and from Thursday January 9 to Thursday March 27 2014, the ban will concern, all means pre-Euro 4 always from 8.30 to 18.30. As in the previous years, the perimeter of the area involved by the measures, may be checked on www.comune.ra.it. On 3 November 2013, February 2 and March 2 2014 will be instead Green Sundays.
From 2014, thanks to a decree of 17 September, the places available for the project Sprar for asylum seekers and beneficiaries of international protection will be increased from 3 to 16 thousand at national level. ANCI, the association of municipalities that in fact manages the network and in which cities can join, expressed satisfaction. "The expansion of reception sites - said president of the ANCI Piero Fassino, - it is an acknowledgment of the work done in those years from the territories and the ANCI and it highlights the ability to respond of Sprar pattern even with difficult conditions. With this occasion, I invite all municipalities, including those that are not yet part of the network to fully seize this opportunity by submitting an application to enter the system". Ravenna was one of the first municipalities to be part of the reception network and are currently hosted 68 people.
Waste Taxes
Tares: The discounts for those using the recycling stations are stable
Grants
Bonus for electricity and gas for distressed families The "social bonus" on electricity has the aim to support families experiencing financial hardship, providing a saving on the annual expense for electricity. The bonus, which lasts twelve months, can be accessed by all holders of an electric supply in their residence with power of up to 3 kW, for a number of residents up to 4, and up to 4.5 kW for a number of residents greater than 4, a certification Isee not exceeding ? 7,500 or up to ? 20,000 for families with four or more dependent children. Consumers who live with a person suffering from serious illness, forced to use medical equipment necessary for sustaining life are also entitled to the bonus. It is also expected a "gas bonus", always for low-income families and for big families, which applies only for natural gas distributed through the network (and not for the cylinder gas or LPG) for consumption in the home of residence. The two bonuses are cumulative. Applications from residents in the Municipality of Ravenna may be submitted at the desk sportello Unico Polifunzionale, viale Berlinguer, 68 from Monday to Friday from 8.00 to 13.00, Saturday from 8.30 am to 12.30 am, Tuesday and Thursday afternoon from 14.30 to 16.30. Those wishing to apply for the social bonuses for economic hardship must fill out the form (downloadable from the web site www.comune.ra.it or available at the URP in via Berlinguer of URP), joining a photocopy of an identity document and a copy of a bill electricity and / or gas.
Maison
Une aide pour payer le loyer aux personnes qui risquent l’expulsion des lieux On a le temps jusqu’au 31 décembre pour présenter sa demande et obtenir une aide économique pour éviter l’expulsion. Le conseil municipal a délibéré et signé un protocole d’entente avec les organismes et les syndicats des propriétaires pour soutenir les familles touchées par la crise économique et qui n’arrivent pas à payer leur loyer. Une aide économique d’une valeur de 80% du loyer peut être accordée, pour une période inférieure à six mois et pour un montant maximum de 4000?. La demande devra être présentée en utilisant la documentation mise à disposition des intéressés sur le site www.comune.ra.it ou à l’Urp de via Berlinguer. De plus, n’oubliez pas qu’il n’existe plus de délais pour faire la demande HLM pour les personnes qui résident régulièrement dans la Ville de Ravenne depuis au moins deux ans.
The Municipality announces that, concerning the new waste tax "Tares", discounts previously applied to the tax "Tia" (now replaced) are still applicable to the citizens who differentiate the waste and bring them to the waste stations. Regarding the method of payment: after the two payments made in July and September Hera will send the last balanced bill where will be done the discount, as well as applied
Circulation
Stop aux véhicules polluants, reprise des jeudis d’interdiction de circulation et des dimanches écologiques A partir du 1er octobre à Ravenne, du lundi au vendredi de 8h00 à 18h30, les véhicules les plus anciens en particulier les Pré-Euro 1 à essence et les diésels Pré-Euro 2, les motos à deux temps avant la norme Euro 1, les véhicules diésels de type M2, M3, N1, N2 ou N3 Pré-Euro 3 ne pou rront plus circuler. De plus, à partir de jeudi 3 octobre et tous les jeudis jusqu’au 28 novembre et de jeudi 9 janvier à jeudi 27 mars 2014, l’interdiction de transit concernera, toujours de 8h30 à 18h30, tous les véhicules Pré-Euro 4. Le périmètre de la zone intéressée par ces arrêts est le même que celui des années passées, on le trouve sur www.comune.ra.it. Le 3 novembre 2013 et en 2014 le 2 février e t le 2 mars seront des dimanches écologiques.
A contribution to pay the rent to those who run the risk of evictionx There is time until December 31 to apply for and get financial help to avoid eviction. The decision has been taken by the city council that signed a memorandum of understanding with other bodies and the trade unions of owners in support of families affected by the economic crisis that cannot pay the rent. An economic contribution equivalent to 80% of the rent due for a period of up to six months and for a maximum amount of EUR 4 thousand may be provided. The application must be submitted using the forms made available to those concerned on the website www.comune.ra.it or to the URP of via Berlinguer. Should also be remembered that there is not a deadline anymore to apply for a council house for anyone who has been legally resident in the Municipality of Ravenna for at least two years.
Redevance des ordures ménagères
Tares: Les remises pour ceux qui utilisent les îlots écologiques sont toujours en vigueur La Ville informe que pour la nouvelle redevance sur les ordures ménagères, Tares, les remises, appliquées par la Tia (ancienne redevance) sont toujours en vigueur pour les habitants qui différencient leurs ordures et les amènent aux îlots écologiques. En ce qui concerne la modalité de paiement : après les deux acomptes versés en juillet et septembre Hera enverra la dernière facture de régularisation sur laquelle sera effectuée la remise comme elle était appliquée auparavant pour la Tia.
Aids
Bonus énergie électrique et gaz pour les familles dans le besoin Réfugiés
Le réseau d’accueil des demandeurs d’asile et réfugiés s’agrandit A partir de 2014, les places à disposition du projet Sprar pour les demandeurs d’asile et les titulaires de protection internationale passeront de 3000 à 16000 au niveau national, grâce à un décret du 17 septembre. L’Anci, l’association des villes qui gère le réseau et à laquelle les villes peuvent adhérer, a exprimé sa satisfac tion pour cette nouvelle. “L’augmentation des places d’accueil – a déclarer Piero Fassino, président Anci – est la reconnaissance du travail mené au cours de ces années par les territoires et par l’Anci et qui a mis en évidence la capacité de réponse du modèle Sprar même dans des conditions difficiles. A cette occasion, j’invite toutes les Villes, y compris celles qui ne font pas encore partie du résea u de profiter de cette opportunité, en présentant leur demande pour entrer dans le Système”. Ravenne a été une des premières villes à faire partie de ce réseau d’accueil et actuellement 68 personnes ont bénéficié de ce projet.
Le “bonus social” sur l’énergie électrique a pour objectif de soutenir les familles en difficulté économique, en garantissant une économie sur les dépenses annuelles en électricité. Les personnes pouvant bénéficier de ce bonus d’une durée de 12 mois, sont celles ayant une fourniture électrique dans l’habitation où elles résident avec une puissance utilisée allant jusqu’à 3 kW, pour un nombre de résidents allant jusqu’à 4 personnes, et jusqu’à 4,5 kW pour un nombre de personnes supérieur à 4, avec une certification Isee inférieure à 7500? ou jusqu’à 20000? pour les familles ayant 4 ou plus enfants à charge. De plus, le bonus est donné aux personnes vivant sous le même toit d’un sujet affecté de grave maladie, étant obligé d’utiliser des appareils électromédicaux vitaux. Il est également prévu un « bonus gaz » toujours pour les familles ayant un bas revenu et pour les familles nombreuses, qui est valable exclusivement pour le gaz méthane distribué par le réseau (mais pas pour le gaz en bouteille ou pour le GPL), pour les consommations dans les habitations où l’on réside. Les deux bonus sont cumulables. Les demandes de la part des résidents de la Ville de Ravenne peuvent être présentées au guichet Unique viale Berlinguer, 68 du lundi au vendredi de 8h00 à 13h00, samedi de 8h30 à 12h30, mardi et jeudi après-midi de 14h30 à 16h30. Pour ceux qui souhaiteraient faire une demande d’admission aux bonus sociaux pour problème économique ils doivent remplir les formulaires (téléchargeables du site www.comune.ra.it ou disponible à l’Urp via Berlinguer), joignant une photocopie d’un papier d’identité et copie d’une facture d’électricité et/ou de gaz.
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Ştirii in şapte limbi/Новости на семи языках
Refugiaţi
Reţeaua de primire şi ospitalitate a persoanelor refugiate sau care cer azil politic se lărgeşte Din 2014 locurile puse la dispoziţie de Proiectul intitulat "SPRAR" pentru persoanele care cer azil politic şi a celor care se află sub protecţie internaţonală vor creşte de la 3000 la 16000 la nivel naţional, î n baza decretului din data de 17 septembrie. Satisfacţia a fost exprimată de ANCI, asociaţia Primăriilor care gestionează de fapt reţeaua şi la care oraşele interesate se pot agrega. "Mărirea locurilor de primire şi ospitalitate a refugiaţilor - a declarat Piero Fassino, preşedintele ANCI reprezintă recunoaşterea muncii depuse î n toţi aceşti ani de oraşele noastre şi de ANCI care pun î n evidenţă capacitatea de a răspundere modelului SPRAR inclusiv î n condiţii extrem de dificile. Cu această ocazie invit toate Primăriile, inclusiv acelea care nu fac parte din reţea de a profita de această posibilitate, prezentâ nd cererea de aderare la acest Sistem". Ravenna a fost una dintre primele Primării care a intrat să facă parte din această reţea şi î n prezent oferă ospitalitate la 68 de persoane. Trafic
Stop autovehicolelor care poluează, se î ntorc "joile î n care traficul se blochează" şi duminicile ecologice Din 1 octombrie la Ravenna nu vor mai putea circula, de luni pâ nă vineri î ntre orele 8,30 şi 18,30 autovehicolele foarte vechi, î n special cele care sunt Euro 0 pe benzină şi Euro 1 pe motorină , motoarele precedente normativei Euro 1, autovehicolele pe motorină de tipul M2, M3, N1, N2 sau N3 şi cele Euro 2. Mai mult, de joi 3 octombrie pâ nă î n 28 noiembrie şi de joi 9 Беженцы
Расширяется сеть по приему соискателей убежища и беженцев С 2014 года количество мест в распоряжении системы Sprar для лиц, попросивших убежища и лиц с международной защитой увеличится с 3-х до 16 тысяч на государственном уровне, благодаря Указу от 17 сентября. Свое удовлетворение в связи с этим выразила Анчи, ассоциация коммун, которая фактически руководит этой сетью и к которой могут присоединиться другие города. “ Увеличение количества мест для приема-, заявил Пьеро Фассино, президент Анчи, - это признание деятельности, которой муниципалитеты и Анчи занимались в последние годы; она показывает со всей очевидностью, что даже в сложной ситуации система Sprar способна работать. Пользуясь случаем призываю все муниципалитеты, включая те, которые еще не входят в данную сеть, в полной мере использовать предоставленную возможность и подать заявление для вступления в Систему ” . Равенна стала одной из первых членом ассоциации сети по приему беженцев, и в настоящее время здесь пользуются этой сетью 68 беженцев.
Транспорт
Stop самому экологически вредному транспорту; вновь возвращаются четверги с ограничением движения и экологические воскресенья С 1 октября в Равенне с понедельника по пятницу с 8.30 до 18.30 запрещено движение самых старых автомобилей, в частности, пре-Евро 1 с бензиновым двигателем и дизельных автомашин пре-Евро 2, двухтактных мотоциклов, предшествующих нормативам Euro 1, дизельных автомобилей типа M2, M3, N1, N2 или N3 пре-Евро 3. Кроме этого, с четверга 3 октября и каждый четверг до 28 ноября и с четверга 9 января до четверга 27 марта 2014, запрет на движение коснется, также с 8.30 до 18.30, всех транспортных средств пре-Евро 4. Периметр, в рамках которого
ianuarie pâ nă joi 27 martie 2014, interzicerea va fi extinsă tot î ntre orele 8,30 şi 18,30 tuturor autovehicolelor Euro 3. Perimetrul interesat de acest procediment, la fel ca şi î n ceilalţi ani este consultabil pe site-ul www.comune.ra.it. Duminică 3 noiembrie 2013 şi î n 2014 î n duminicile 2 februarie şi 2 martie vor fi considerate duminici ecologice.
de colectare. O dată plătite cele două rate din iulie şi septembrie, Hera va trimite factura de ajustare î n care va fi aplicată reducerea, aşa cum se făcea şi î n cealaltă factură. Contribuţii
Bonus pentru energia electrică şi gaz pentru familiile aflate î n dificultate
Casai
Contribuţii pentru plata chiriei şi a celor care riscă evacuarea Mai este timp pâ nă î n data de 31 decembrie pentru a prezenta cererea şi pentru a obţine un ajutor economic pentru a evita evacuarea. Aceasta este decicizia Consiliului comunal care a semnat o î nţelegere cu alte autorităţi si sindicatele de proprietari pentru a oferi sprijin familiilor lovite de criza economică şi care nu reuşesc să plătească chiria. Va fi oferit un ajutor economic care poate ajunge pâ nă la 80 la sută din chirie timp de 6 luni şi nu va putea depăşi suma maximă de 4000 de euro. Cererea va trebui prezentată folosind modelul pus la dispoziţia celor interesaţi pe site-ul www.comune.ra.it sau biroului URP din str. Berlinguer. Amintim faptul că nu mai există limită de timp pentru a prezenta cererea pentru casele populare şi va putea fi făcută de orice persoană rezidentă î n Ravenna de cel puţin 2 ani. Taxa pentru deşeuri
Tares: rămâ n valabile reducerile pentru toţi aceia care folosesc punctele ecologice de colectare Primăria anunţă faptul că pentru noua taxă Tares rămâ n valabile reducerile aplicate taxei Tia (taxa care a fost î nlocuită) oferite cetăţenilor care sortează deşeurile şi le duc punctelor ecologice проводятся данные мероприятия, будет таким же, как и в прошлые годы; информацию можно получить на сайте www.comune.ra.it . 3 ноября 2013, 2 февраля и 2 марта в 2014 году будут объявлены экологическими воскресеньями.
Aşa numitul "bonus social" privind plata energiei electrice are obiectivul de a ajuta familiile care se confruntă cu dificultăţi economice, garantâ nd economii importante pentru energia electrică. Pot avea acces la acest bonus, care durează doisprezece luni, toate acele persoane care sunt titulare de contracte de furnizare a energiei electrică din locuinţa î n care locuiesc şi care folosesc pâ nă la 3 kw, pentru mai puţin de 4 persoane rezidente şi pâ nă la 4,5 kw pentru mai mult de 4 persoane, un certificat ISEE care nu depăşeşte 7.500 € sau pâ nă la 20.000 € pentru familiile cu patru sau mai mulţi copii. Au dreptul la bonus clienţii electrici care locuiesc cu o persoană afectată de vreo boală gravă şi obligată să folosească aparate electromedicale necesare pentru a fi menţinută î n viaţă. Este prevăzut un "bonus gaz" inclusiv pentru familiile cu venituri mici şi pentru familiile numeroase, valabil exclusiv pentru gazul metan distribuit î n reţea (nu pentru gaz de butelie sau GPL), pentru consumurile casnice. Cele două tipuri de "bonus" sunt cumulative. Cererile din partea rezidenţilor pot fi prezentate Biroului Unic Polifuncţional din viale Berlinguer, 68 de luni pâ nă vineri î ntre orele 8,00 şi 13,00, sâ mbata î ntre 8,30 şi 12,30, marţea şi joia î ntre 14,30 şi 16,30. Cine doreşte să prezinte cererea pentru bonus social sau bonus pentru dificultăţi economice va trebui să complecteze modelele de cerere disponibile pe site-ul www.comune.ra.it sau la Biroul URP di via Berlinguer, la care vor ataşa inclusiv o fotocopie a unui document de identitate şi o copie a facturii de energie electrică şi/sau gaz. направит последний сводный счет, в котором будет применена скидка, как это ранее происходило с налогом Tia.
Материальная помощь Жилье
Субсидия для оплаты аренды гражданам, рискующим быть выселенными До 31 декабря можно подать заявление и получить материальную помощь, чтобы не оказаться на улице. Постановление вынесено городской Думой, которая подписала договор о намерениях с другими организациями и профсоюзами собственников в поддержку семей, оказавшихся в тисках экономического кризиса и вследствие этого не в состоянии платить за аренду жилья. Может быть оказана материальная помощь в размере 80% от неоплаченной арендной платы, за период, не превышающий шести месяцев и на сумму, не превышающую 4 тысячи евро. Заявление должно подаваться по форме, представленной для заинтересованных лиц на сайте www.comune.ra.it либо в urp (отдел по работе с населением) на ул. Берлингуэр. Кроме этого напоминаем, что не имеется никаких ограничений по срокам для подачи заявления на получение съемного муниципального жилья гражданами, проживающими в Равенне на законной основе не менее двух лет. Налог на отходы
Tares: остаются скидки для тех, кто вносит свой вклад в экологические островки Мэрия доводит до сведения, что при новом налоге на отходы « Tares» остаются в силе скидки, распространявшиеся на налог Tia (существовавший ранее и замененный на новый) для граждан, которые сортируют мусор и относят его на экологические островки. Что касается процедуры оплаты: после двух частичных уплат в июле и сентябре Hera
Бонусы на оплату электроэнергии и газа для семей в сложной финансовой ситуации. “ Социальный бонус” на электроэнергию имеет своей целью оказать поддержку семьям, которые ограничены в средствах, обеспечивая экономию на годовых затратах на электроэнергию. Бонус, действующий двенадцать месяцев, могут получить все граждане, на имя которых поступают счета за электроэнергию в квартирах, в которых они проживают, с потреблением до 3 кВт, при количестве проживающих до 4-х человек, и до 4,5 кВт при количестве проживающих более 4-х, со справкой Isee, не превышающей 7.500 € и до 20.000 € для семей, имеющих на иждивении четырех и более детей. Кроме этого на бонус имеют право те потребители электроэнергии, которые живут вместе с тяжелобольным, вынужденными пользоваться электромедицинской аппаратурой, необходимой для поддержания жизни. Кроме этого, предусмотрен « бонус на газ», также для семей с низким доходом и больших семей; это распространяется исключительно на газ метан, подаваемый через сеть (а не на газ в газовых баллонах или Gpl), для потребления в месте проживания. Оба бонуса можно аккумулировать. Заявления от проживающих в коммуне Равенны могут подаваться в Единый Многофункциональный Офис, виале Берлингуэр 68, с понедельника по пятницу с 8.00 до 13.00, в субботу с 8.30 до 12.30, вторник и четверг во второй половине дня с 14.30 до 16.30. Тот, кто намерен сделать запрос на получение социальных бонусов в связи с экономическими проблемами, должен заполнить специальные бланки (которые можно также скачать с сайта www.comune.ra.it или получить в Urp на ул. Берлингуэр), приложив фотокопию документа, удостоверяющего личность, и копию счета на электроэнергию и/или газ.
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Città Meticcia
/Lajme ne shtate gjuhe
Refugjatet
Zgjerohet rrjeti i strukturave te mirepritjes per refugjatet dhe per personat qe kerkojne azil politik
Nga viti 2014 vendet e vena ne dispozicion nga projekti SPRAR per personat qe kerkojne azil politik dhe ata qe kane status mbrojtjeje nderkombetare, do te shtohen dhe do te kalojne nga 3000 ne 16000 vende ne nivel nacional, fale nje dekreti te dates 17 shtator. Shoqata e Komunave Anci qe menaxhon kete rrjet te cili mund te zgjerohet edhe ne qytete te tjera , shprehet e kenaqur per kete fakt. “Zgjerimi i stukturave qe presin refugjatet - ka deklaruar Piero Fassino, president i Anci - eshte mirenjohje e punes se bere ne keto vite nga territoret e ndryshme dhe Anci, dhe ve ne evidence kapacitetin per tu pergjigjur te rrjetit SPRAR ne keto kushte te veshtira. Me kete rast ftoj te gjitha Komunat, edhe ato qe deri tani nuk kane marre pjese ne kete rrjet, te marrin kete si oportunitet per te kerkuar te hyjne ne kete Sistem.” Ravenna eshte nje nga komunat e para qe ben pjese ne rrjetin e mirepritjes dhe aktualisht jane mirepritur 68 persona.
Trafiku
Stop mjeteve qe ndotin mjedisin, kthehen bllokime qarkullimi per ditet e enjte dhe te djelat ekollogjike Nga data 1 tetor ne Ravenna nuk mund te qarkullojne nga e hena deri te premten nga ora 8.30 deri ne 18.30, automjetet e vjetra, ne vecanti ato para Euro1 me benzine dhe ato me dizel pre Euro, motorat me dy kohe qe jane precedente normatives Euro 1, automjetet dizel te tipit M2, M3, N1, N2, ose N3 , te gjitha para normatives Euro 3. Gjithashtu duke filluar nga dita e enjte e dates 3 tetor deri ne daten 28 nentor, dhe nga dita e enjte e dates 9 janar deri ne 27 mars, do te hyje ne funksion ndalimi i qarkullimit per te gjitha automjetet pre Euro4. Perimetri i zones ne te cilen do te kete ndalime qarkullimi eshte i konsultueshem ne web-sitin e Comune: www.comune.ra.it. Datat e 3 nentorit 2013, 2 shkurtit 2014 dhe 2 marsit 2014 do jene te djelat ekollogjike. Taksa per plehrat
Tares: do te perfitojne nga ulja e cmimit ne shifren e fatures te gjithe ata qe perdorin isole ecologiche Komuna ben te ditur qe persa i perket takses se re per plehrat Tares, do te qendrojne ne fuqi zbritjet ne tariffe qe aplikoheshin nga Tia (taksa qe ishte me pare) per te gjithe ata qytetare qe bejne mbledhjen e diferencuar dhe cojne mbetjet ne isole ecologiche. Persa i perket menyres se pageses: pas parapageses ne muajt korrik dhe shtator Hera do te dergoje faturen e fundit (conguaglio) ne te cilen do te behet dhe sconto, sic behej me pare me Tia.
Kontribute
Bonus per energjine elektrike dhe gazin per familjet qe jane ne veshtiresi Bonusi social mbi energjine elektrike ka objektivin te mbeshtese familjet qe jane ne veshtiresi ekonomike, duke garantuar kursimin mbi shpenzimet vjetore per energjine elektrike. Mund te perfitojne nga bonusi i cili zgjat 12 muaj, te gjthe intestataret e furnizimit me energji elektrike ne banesat e tyre dhe kane potence energjie prej 3 kw per nje numer personash rezidente deri ne 4, nje certifikate Isee jo me teper se 7.500 Euro ose deri ne 20.000 Euro per familjet qe kane kater ose me shume femije ne ngarkim. Kane te drejte bonusi edhe klientet qe jetojne me persona qe kane probleme te renda shendetesore dhe jane te detyruar te perdorin aparatura elektromjekesore te nevojshme per jeten Eshte parashikuar gjithashtu nje „bonus gas“, per familjet me te ardhura te pakta dhe ato numerike, e vlefshme per ato qe perdorin gazin e rrjetit (dhe jo ate te furnizuar me bombola ose Gpl), per konsumet ne banesen e rezidences. Te dyja bonuset mund te mblidhen. Kerkesat nga ana e rezidenteve te Komunes se Ravenes mund te prezantohen ne Sportello Unico Polifunzionale ne viale Berlinguer, 68, nga e hena deri te premten, nga ora 8.00 deri ne 13.00, dhe te shtunen nga ora 8.30 deri ne 12.30, te marten dhe enjten nga ora 14.30 deri ne 16.30. Kush deshiron te beje kerkese per bonuset sociale duhet te plotesoje formularet perkates (mund ti shkarkoni ne web-sitin www.comune.ra.it ose ti merrni ne Urp te via Berlinguer), duke bashkangjitur nje fotokopie te nje dokumeti identiteti ose kopie te fatures se energjise elektrike ose te gazit. Banesat
Nje kontribut per pagesen e qerase per ata qe rrezikojne largimin nga banesa per mospagese Ka kohe deri ne daten 31 dhjetor per te prezantuar kerkesen per ndihme ekonomike per te evituar sfrato-n. E ka vendosur keshilli bashkiak me ane te nenshkrimit te nje protokolli bashkepunimi me sherbimet sociale , me sindikatat dhe pronaret e shtepive, per ti ardhur ne ndihme familjeve te prekura nga kriza ekonomike, qe nuk arrijne te paguajne qerane e baneses. Ndihma konsiston ne dhenien e nje kontributi ekonomik qe mbulon 80% te qerase , per nje periudhe jo me teper se 6 muaj, per nje shume maksimale prej 4000 euro. Kerkesa mund te behet duke perdorur formularet e posacem qe mund ti gjeni ne web-sitin e Komunes www.comune.ra.it ose ne Urp te via Berlinguer. Ju kujtojme gjithashtu se per te bere kerkesen per shtepite popullore nuk ka kohe skadence, mund te bejne kerkesen te gjithe ata qe jane rezidente ne Komunen e Ravenes qe prej te pakten dy vjetesh.
Città Meticcia Ottobre Novembre 2013
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Oltreconfine di Francesco Bernabini
Quali sono i principali fattori che ostacolano l’integrazione dei cittadini immigrati? Era una delle domande su cui si è lavorato ai primi di settembre durante il workshop conclusivo del meeting che si è tenuto in Finlandia, il penultimo evento internazionale del progetto europeo Diami, scambio di buone prassi in materia di immigrazione, di cui è partner anche il Comune di Ravenna. In una tecnologica sala conferenze del municipio di Kahuava, nella regione dell’Ostrobothnia del sud, eravamo circa una trentina di operatori dell’immigrazione provenienti da Spagna, Svezia, Finlandia e Italia, intenti a riempire dei cartelloni bianchi, ognuno con le proprie suggestioni. Un collega italiano ha scritto bello in grande “i bisogni materiali”. Di quale integrazione parliamo se una famiglia non ha i soldi per pagare il mutuo o l’affitto, se le file delle mense gratuite sono raddoppiate? La dimensione del bisogno materiale assume un rilievo primario nel definire l’inserimento di qualunque persona in una comunità. Non ha senso parlare di integrazione quando le persone non sono libere dai bisogni primari. Anche tutto il resto viene ostacolato: l’apprendimento della lingua del paese di origine, la partecipazione civile, l’associazionismo, le attività del tempo libero e più in generale il rapporto con il territorio. Se dobbiamo confrontare le politiche in tema di integrazione di paesi come quelli scandinavi, ad esempio la Finlandia, con quelle di stati dell’Europa mediterranea, Italia e Spagna, forse dobbiamo partire da qui. Non solo la situazione economica e occupazionale nostra, e ancora più quella spagnola, è molto peggiore di quella scandinava, ma a fronte di maggiori e crescenti bisogni i nostri servizi non sono paragonabili al ben noto welfare del nord. In Finlandia esiste un’offerta di alloggi sociali che soddisfa appieno il bisogno della popolazione più a basso reddito, e questo spinge anche gli affitti del libero mercato verso il basso. Praticamente nessuno si ritrova in mezzo alla strada, come da noi è sempre più frequente. Anche perché, al di là degli alloggi sociali, sono poche le persone che rimangono senza un reddito che permetta loro di pagare l’affitto. E qui si introduce il tema del reddito minimo garantito. In Finlandia chiunque sia senza lavoro, autoctono o straniero, percepisce un benefit che parte da 690 euro al mese per chi non abbia mai lavorato. Si investe molto in formazione e nei centri per l’impiego, che seguono i disoccupati uno a uno, con percorsi individuali che devono essere rispettati per non perdere il benefit. Poi arrivano le politiche per l’integrazione dei cittadini immigrati, che si concentrano sull’apprendimento della lingua e della cultura finlandese, sull’orientamento ai servizi, sulla partecipazione ad attività del tempo libero, sull’organizzazione di eventi interculturali. Esistono referenti per i cittadini immigrati, che seguono le persone individualmente attraverso progetti di integrazione che partono con una valutazioni iniziale, ovvero un bilancio di competenze finalizzato non al lavoro, ma all’integrazione intesa come presenza attiva nella società e nella cultura finlandese. Per chi non ha il lavoro questi progetti individuali vengono seguiti direttamente dai centri per l’impiego, con un’attenzione maggiore sulla formazione e la ricerca occupazionale. Per ogni resi-
Il buon esempio della Finlandia Quando l’integrazione è una scelta politica supportata da risorse e progetti dente straniero ogni comune finlandese riceve 700 euro all’anno da destinare a questi progetti individualizzati. Anche tenendo conto della minore presenza di immigrati in Finlandia sono investimenti che non hanno confronto in Italia. Se il Comune di Ravenna ricevesse anche solo la metà di queste risorse otterrebbe oltre 6 milioni di euro all’anno per svolgere attività per cui attualmente sono disponibili poche decine di migliaia di euro. E questo è un altro elemento cruciale su cui ragionare nel confrontare modelli diversi di integrazione: le scelte politiche nazionali e locali di come spendere i soldi pubblici. Il centro per l’educazione in età adulta Järvilakeus è stato fondato nel 2009 dai tre piccoli comuni di Evijärvi, Lappajärvi e Kauhava. È un istituzione pubblica extra scolastica e vi lavorano quasi un centinaio di insegnanti. I valori che vuole promuovere sono quelli del volontariato, dello sviluppo della persona e della formazione continua. Il centro propone una gamma di corsi molto ampia, tra cui la recitazione, diverse discipline sportive, musica, mosaico, ikebana, sartoria creativa, corsi di storia e organizza anche diverse escursioni naturalistiche. Si occupa anche dei corsi di cultura e lingua finlandese per stranieri. All’interno del proprio progetto di integrazione un immigrato in Borderline, cronache
dai
confini
Finlandia sa che nel tempo libero può frequentare uno o più corsi. Alcuni sono gratuiti altri hanno un costo che si aggira sui 25 euro all’anno. Non all’ora. È evidente che questo tipo di servizio pubblico favorisce l’integrazione, la partecipazione alla comunità, oltre che la crescita dell’individuo. In Italia non vengono fatti investimenti per far nascere esperienze simili a questa. Sono rare le opportunità formative per adulti gratuite. Se voglio frequentare un corso di yoga devo spendere 50 euro al mese, se voglio andare a lezione di chitarra dai 20 euro all’ora in su. Non è una differenza da poco. Il censo in Italia è determinante anche nella qualità del tempo libero delle persone, nelle opportunità formative e nelle sue modalità di rapportarsi con la comunità. È una questione di scelte politiche. In Italia la spesa pubblica raggiunge quasi il 50% del Pil, in Finlandia si aggira verso il 75%. In termini relativi si è parlato molto mesi fa di un recente rapporto Eurostat che poneva l’Italia agli ultimi posti in Europa per investimenti in cultura e istruzione: rispettivamente l’1,1% e 8,5% della spesa pubblica. In Finlandia le percentuali sono il 2,2 e l’11,6 per cento. Poi ci sarebbe da sviscerare anche tutta la questione di come sono spese le risorse pubbliche, dei costi della politiche, della corruzione, degli enti inutili, degli sprechi in generale. C’è tanto, tanto lavoro da fare, ma forse confrontarsi con i buoni esempi può aiutarci a uscire dall’ossessione del “non ci sono le risorse” o del “ce lo chiede l’Europa”.
siciliani
E fuori dal Cie, un accampamento di disperati di Giovanna Vaccaro
Scrivo nel giorno più nero di questa annata di tragici sbarchi. Scrivo dall’isola che rappresenta il primo approdo per le migliaia di esseri umani che, ogni anno, cercano la salvezza nella fortezza Europa. L'esodo dell’ennesimo naufragio accaduto il 2 ottobre, che conta 250 vittime, restituisce nitidamente la tragicità di questi arrivi. È ormai noto quanto il viaggio sia solo l’inizio di un arduo iter. Tuttavia, se è vero che i media continuano a dedicare (più o meno ipocritamente, più o meno faziosamente, più o meno ampiamente) spazio alle informazioni su questi arrivi è, invece, quasi nulla l’informazione sul difficile iter che ne segue. In Sicilia, l’associazione Borderline, impegnata nella difesa dei diritti dei migranti, conduce un progetto di monitoraggio delle realtà siciliane nell’ambito della migrazione e dell’accoglienza svolgendo attività di documentazione, informazione e ricerca tra grandi sforzi e ristrettezze economiche. La mia collaborazione con Borderline Sicilia mi vedrà impegnata principalmente nella zona di Caltanissetta. Si tratta del centro di contrada di Pian del Lago, a 3 km dal centro urbano. Nel perimetro di questa struttura, un’ex polveriera risalente al periodo dei Vespri siciliani, sono presenti le tre tipologie di centri: un Cda (centro di accoglienza) di 360 posti, un Cara (centro richiedenti asilo) che ospita 96 persone e un Cie (centro di identificazione ed espulsione) che ne detiene 96. Per non farsi mancare nulla, la Questura ha deciso di trasferire nella struttura anche il proprio Ufficio Immigrazione, per poter rendere meno visibile la presenza dei migranti ed isolarla dalla città. Così, anche chi ha la semplice necessità del rinnovo di un permesso è costretto a recarsi a Pian del Lago e a sottoporsi ai ferrei controlli della polizia che sorveglia costantemente il centro, soprattutto per la presenza del Cie che spesso è interessato da rivolte. Da qualche mese, fuori dalla struttura di Pian del Lago, si sono formati anche due “accampamenti disperati” costituiti da persone che sono lì per diverse ragioni: - chi è in lista d’attesa per entrare nel Cda o Cara e attende che si liberi un posto; - chi, essendone uscito perché decorso il termine, non ha un’idea di dove andare; - chi, avendo fatto la richiesta di asilo e, essendo in attesa di fare l’audizione davanti alla Commissione, non si allontana da Caltanissetta per il timore di risultare irreperibile; - chi ha tentato di cercare altrove quello che non può trovare in Italia, ma, essendo stato rispedito in Italia a causa del Regolamento Dublino e non sapendo dove andare, è tornato in questo luogo che gli è quanto meno familiare. E così, a 3 km dalla città esistono questi accampamenti di persone che vivono in condizioni igieniche pessime, senza luce, acqua, assistenza sanitaria, il tutto nella totale assenza delle istituzioni. L’unico sportello immigrazione a Caltanissetta è quello gestito da Giuliana, Santina e Giovanni. Nato nel 2004 grazie alla passione di Giuliana Geraci che, preso atto della situazione decise di mettersi in prima linea per fornire un servizio essenziale agli immigrati della sua città, rappresenta tutt’oggi l’unico punto di riferimento per gli stranieri che necessitano di assistenza legale e burocratica. Ma non solo. La stessa Questura e lo stesso Comune si rivolgono costantemente allo sportello, soprattutto da quando, per risolvere il problema delle residenze fittizie che venivano pagate a caro prezzo dagli immigrati, i tre operatori volontari hanno chiesto che fosse aperto presso la sede dello sportello il registro delle residenza per i senza fissa dimora. Ovviamente, è stata loro accordata la possibilità di farsi carico di questa responsabilità che nè l’amministrazione, nè i servizi sociali avevano intenzione di prendersi. Poco importa che lo sportello non esista sulla carta o che il suo operato non sia stato mai formalizzato da un incarico… Un buon motivo per non doverlo finanziare, potendo però appoggiarsi sul suo importante operato. E così, lo sportello continua a reggersi, tutt’oggi, unicamente sulle risorse volontarie dei suoi fondatori impegnati da quasi dieci anni a colmare le lacune incomprensibilmente irrisolte di un Comune interessato direttamente alle politiche d’accoglienza da più di 20 anni… da quando, nel 1998, con l’approvazione della legge Turco-Napolitano, l’antica polveriera di Pian del Lago riaprì i suoi battenti per ospitare uno dei primi Cpt.
10 Ottobre Novembre 2013
Città Meticcia
l’intervista
a p p u n t a m e n t i
Musiche tra la Persia e Vienna di Roberto Costa
Incontro Zohreh Jooya dopo il concerto alle Artificerie Almagià, durante l’ultima edizione del Festival delle culture. La sua esibizione è stata molto evocativa. Jooya e il suo ensemble, composto da Daud Khan Sadozai al rebab, Miriam Encinas al delroba e Rashmi Vibhu Bhatt alla tabla, hanno coinvolto i presenti con i sinuosi melismi e i ritmi contagiosi della musica afgana, mentre il pubblico restava incantanto anche dagli intermezzi di danza di Jooya. La piccola comunità afgana ravennate era lì riunita, riconoscibile dalla bandiera nazionale. I ragazzi, orgogliosi che finalmente venisse mostrata al pubblico la loro cultura, applaudivano e accompagnavano ogni brano, in preda a un incontenibile entusiasmo, alcuni di loro si sono persino lanciati sotto al palco in improvvisate coreografie che hanno divertito il pubblico. Jooya ora è in camerino, mi accoglie con un sorriso luminoso e cerca di mettermi a mio agio. Io, a mia volta, sento di metterla a proprio agio non appena le propongo di condurre l'intervista in tedesco, sua seconda lingua. Sa che lei è la prima leader femminile di un gruppo musicale che si sia mai esibita al Festival delle Culture? «Veramente? [ride divertita]. Che onore! Ma non avrei mai immaginato che ci fossero così poche donne musiciste!» È la sua prima volta a Ravenna? «Sì, la prima in assoluto. Ho fatto concerti in altre città italiane, ma mai qui prima d’ora». Lei ha studiato canto lirico al Conservatorio di Vienna e dopo il diploma ha iniziato una carriera nella liederistica. Come è si è avvicinata alla world music? «È vero, sono partita dall’Iran, il mio paese d’origine, alla volta di Vienna per studiare canto lirico. I primi passi professionali sono avvenuti nell’ambito della musica colta occidentale. Poi, durante una tournée di Zigeunerbaron [operetta di J. Strauss figlio, n.d.a.] ho conosciuto un orchestrale che mi invitò al piano a intonare delle canzoni persiane. Io accettai e rievocai le melodie che avevano fatto parte della mia infanzia. Fu una gioia incredibile. Subito mi fu proposto di esibirmi con un paio di brani persiani durante un concerto che avrebbe avuto luogo di lì a qualche giorno... Il concerto ebbe successo e vidi che il pubblico era rimasto molto colpito da quella musica. Così decisi di concentrarmi sulla musica persiana, la mia musica, e per approfondirne lo studio cercai l’aiuto di un musicista di musica classica persiana». Oggi ha proposto però brani di musica afgana, come è avvenuto questa ulteriore “virata”? «Capitò che in un concerto per un’associazione afgana, conobbi alcuni musicisti afgani che mi ascoltarono e mi proposero di lavorare insieme. Così, in
maniera del tutto naturale iniziammo a collaborare». Cosa rappresenta l’Afganistan per lei? «In verità non sono mai stata in Afganistan, ma mio padre ci è nato. È stato lui a farmi vivere e scoprire la cultura afgana e per interpretare la musica locale ho semplicemente rievocato quei sentimenti, quelle sensazioni. In questo
Intervista a Zohreh Jooya ospite al festival delle culture
momento della mia carriera, la musica afgana è quella a cui mi dedico di più, ma sono contenta di poter spaziare anche nella musica classica e jazz». Nel suo gruppo vi sono strumenti quali la tabla, il rebab, di chiare origini indiane. Quali influssi ha la musica indiana su quella afgana? La musica afgana è molto ricca e varia. Vi è la cosiddetta musica popolare ed esprime la quotidianità della gente, gli amori, così come i dolori. Vi è poi la musica classica, che risente degli influssi della parte settentrionale dell'India nell’utilizzo del raga, di scale pentatoniche, e di intervalli tipicamente indiani. Noi cerchiamo di promuovere entrambi i tipi di musica, eseguendo sia musica più antica sia moderna, quella delle nuove generazioni che risente di un forte influsso della musica occidentale». Contaminazione artistica: cosa ne pensa di amalgamare stili provenienti
da culture differenti? «Dalla commistione si crea comprensione reciproca. Sono molto contenta di avere un solido background che proviene dagli studi classici a Vienna. Mi permette di avere una visione critica e ampia. Ma allo stesso tempo, sono contenta delle mie origini. Creare il collegamento tra diversi stili, tra epoche differenti è assolutamente positivo. E oltre a essere possibile, è necessario. Un esempio su tutti è l'improvvisazione, che è un elemento ricorrente sia nella musica afgana che in quella jazz. Lavorare per creare l'incontro tra due epoche e due mondi diversi crea le condizioni per nuove relazioni, nuovi dialoghi». Il tema del Festival di quest'anno è la “cittadinanza”. Con radici afgane, Lei è nata e cresciuta in Iran, ma fin da giovane vive a Vienna. Di quale paese di sente più cittadina? «Mi sento cittadina del mondo! [ride] In verità, quando sono in Persia mi sento immediatamente a mio agio con le persone. Sentimento che provo allo stesso modo verso gli afgani. Credo che la cosa importante sia non solo conoscere le proprie radici, ma identificarle. E con le persone con cui si condividono le stesse radici, ci si può comprendere più facilmente. Ma questo non pregiudica l’obiettivo di cercare di comprendersi con tutti, a prescindere dalle proprie origini». Un desiderio per il futuro? «La world music è un mezzo molto utile per unire le persone, farle incontrare. I musicisti che lavorano in questo ambito sono persone di spessore, che cercano di diffondere pace. Il mio desiderio è quello che si sostengano di più i movimenti che provengono dalla world music perché è un mezzo efficace per scambiare conoscenze, come pure un ottimo veicolo per imparare a comprendersi».
Progetto editoriale:Associazione di Volontariato Città Meticcia, via Campania 14, 48121 Ravenna. Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1165 del 23 aprile 2003. Direttore responsabile: Federica Angelini. Coordinamento della redazione: Federica Angelini, Francesco Bernabini, Franck Viderot In redazione:Aftab Ahmed, Elisabetta Borda, Paolo Fasano, Marinella Gondolini, Tahar Lamri, Angelica Morales, Monika Poznanska, Elena Starna, Meho Sulemanski, Raffaella Sutter, Mustapha Toumi. Traduzioni:Angelica Malavolti (inglese), Valérie Sylvie Monnier (francese), Simona Ciobanu (rumeno), Anya Veresciaghina (russo), Linda Caka (albanese), Najat Kassi (arabo). Si ringraziano: José Aguayo, Gianluca Costantini, Elettra Stamboulis, Giovanna Vaccaro, Mauro Valeri. Il giornale è stato realizzato grazie al contributo di: Comune di Ravenna. Redazione: c/o Casa delle Culture, Piazza Medaglie d’Oro 4, 48122 Ravenna; Tel. 0544 591876; fax 0544 423869; e-mail c.meticcia@racine.ra.it; sito: www.perglialtri.it/meticcia. Progetto grafico: Habanerosrl.com Stampa: Galeati Industrie Grafiche, Imola (BO) Pubblicità: Reclam Edizioni & Comunicazione srl www.reclam.ra.it; tel. 0544 408312.
Ottobre giapponese
Film, ceramiche e sapori dal Sol Levante Fino al 29 ottobre è in corso, tra Ravenna, Faenza e Solarolo, l’undicesima edizione dell’ottobre giapponese con proiezione di film, performance di danze, mostre di ceramiche tra tradizione e attualità e anche uno spazione per la cucina del Sol Levante. Come sempre organizza l’associazione per Scambi culturali fra Italia e Giappone. Per informazioni dettagliate sul programma: www.ascig.it, tel. 329 025275.
Festival del fumetto
Komikazen: 99 artisti per un’azione collettiva Dall’11 al 13 ottobre si svolge a Ravenna la nona edizione di Komikazen, festival internazionale del fumetto di realtà, a cura di Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini dell’associazione Mirada. L’edizione 2013, ribattezzata “Komikazen 99%”, riprende indirettamente lo slogan di Occupy Wall Street, che – si legge nella nota degli organizzatori – insieme ad altri movimenti nel globo ha reso evidente la nudità internazionale del “re”, «le disparità crescenti tra chi lavora, produce, fatica, e il mondo malato della finanza, delle bolle immobiliari, di chi non solo ha, ma possiede sempre di più». Il festival si trasforma quest’anno in una azione collettiva, che si ispira indirettamente all’attivismo artistico dell’attivista cinese Ai Weiwei. Sono stati invitati 99 artisti, che parteciperanno con una loro opera inedita ispirata al tema del 99%. Le opere dei fumettisti andranno pian pian a comporre la grande azione/mostra collettiva che si terrà nelle sale del Mar di via di Roma (sabato 12 ottobre dalle 18, con la mostra che poi resterà aperta fino al 27 ottobre). Tra gli artisti Aleksandar Zograf (ospite di un incontro domenica 13 ottobre alle 18.30 al Dock 61), Helmut Kaplan, Edda Strobl, Giuseppe Palumbo, Sara Colaone, Andrea Bruno, Otto Gabos, Alberto Corradi, Alessandro Baronciani, Pietro Scarnera, Marina Girardi, Magda Guidi, Mara Cerri, David Vecchiato e molti altri. Ogni artista sarà presente all'inaugurazione e in una performance collettiva inserirà la propria tavola da solo nella cornice. Avrà poi a disposizione uno speaker corner all’interno del Mar da utilizzare per raccontare il proprio lavoro, le proprie difficoltà, quello che vorrebbe dall’1%. Il tutto sarà ripreso in streaming e trasmesso su Twitter in tempo reale. Una sezione speciale è quella dedicata, come di consueto, ai workshop, visite guidate e incontri con gli autori. Info: www.komikazenfestival.org e 0544 217359.
Città Meticcia Ottobre Novembre 2013
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L’nterconnessione tra popoli sulla stessa barca
Strage di Lampedusa: Avvocato di strada Ravenna aderisce al lutto nazionale Avvocato di strada Ravenna aderisce al lutto nazionale in memoria delle centinaia di vittime innocenti e ingiuste di Lampedusa e sottoscrive l’appello di Meltingpot Europa per l’apertura di un canale umanitario europeo affinché chi fugge dalla guerra e dalla povertà possa chiedere asilo, aiuto e protezione direttamente alle istituzioni europee nelle loro sedi in Libia, Egitto, Siria ecc.
di José Aguayo*
Poca importanza ha avuto per la cronaca, che non la identifica. Per i media, è stata soltanto un’altra migrante che “muore sulle coste siracusane”; è una storia che commuove soprattutto perché i suoi organi donati dal marito hanno salvato tre vite nel paese di approdo. Ecco il paradosso di un altro episodio drammatico vissuto nelle coste italiane, esso ci ricorda con crudezza a partire dall’impatto di questo bellissimo gesto di amore altruistico, il significato autentico dell’interdipendenza come realtà ineluttabile (nel bene e nel male). Era partita con la sua famiglia (per darle una dimensione umana la chiamerò Amina), insieme a tanti altri con i quali condividevano il barcone in cui facevano la temibile traversata del mare Ionio (dopo chissà quanto tempo, quante peripezie e quanti pericoli scampati da quando lasciarono la Siria prima di arrivare nelle coste siracusane). Erano spinti da quel coraggio comune a tutti quelli che come loro partono lasciando tutto, fuggendo dalla guerra in corso con la speranza di trovare sicurezza e pace. È questa la motivazione che accomuna a questi “passeggeri” forzati di quelle imbarcazioni di fortuna, senza tanti bagagli ma portando con sé un’ immensa quota di umanità (ferita ma viva). Le loro testimonianze, le loro presenze fisiche su un territorio come l’Italia che da quasi sette decadi vive un clima complessivamente sicuro, senza conflitti bellici, dovrebbe essere l’occasione non solo per consolidare il ripudio delle guerre (sotto qualsiasi modalità e tattica essa venga impostata), ma fondamentalmente per favorire un’accoglienza responsabile e solidale, quella che contribuisce a lenire le ferite morali e psicologiche con cui arrivano queste persone. L’Unione Europea deve cominciare a pensarsi differente, non più come fortezza da proteggere da invasioni ipotetiche ma come maturo baluardo di umanità e di civiltà, consapevole del proprio ruolo nei confronti degli altri popoli. Il fatto di cronaca accennato prima ci racconta una storia uguale a quella di milioni di persone che in questo momento patiscono le atrocità dei conflitti locali, di tutte le guerre in atto (di quelle note e di quelle meno note). Arrivano in Europa solo una minima percentuale, la maggioranza di loro preferisce restare nei campi profughi dei paesi limitrofi in attesa che la situazione di violenza nei loro paesi di origine finisca; iniziare un viaggio verso mete più distanti non è solo costoso ma principalmente rischioso e pieno di pericoli (mentre scrivo queste righe i media danno notizia dell’ennesimo dramma sul mare questa volta di dimensione spaventosamente enorme, un’imbarcazione nella quale vi erano tanti bambini, dove sono morte affogate oltre cento persone e altrettante non si trovano, tutte provenienti da un’altra area di conflitto del pianeta). Secondo uno sguardo ecosistemico, gli esseri umani come specie, siamo interconnessi attraverso una catena di eventi e di circostanze (direttamente o indirettamente) che possono contribuire o meno a stabilire un equilibrio in grado di favorire la convivenza umana su questo pianeta (siamo tutti sulla stessa barca!). In effetti, le guerre anche se a distanza di svariati chilometri di distanza dall’Europa, colpiscono tutti anche coloro che da una ipotetica distanza di sicurezza si dimostrano indifferenti di fronte a ciò che succede in altre parti del globo perché, “tanto non cambia la mia vita …”. Purtroppo il dato dell’interconnessione e dell’interdipendenza globale lo abbiamo bene registrato nelle nostre coscienze sul piano dell’economia e delle finanze, ma non ancora sul piano della convivenza umana tra i popoli.
I volontari dell'associazione condannano l’assenza in Italia di una legge organica sul diritto di asilo in applicazione dell’art. 10 della Costituzione. La responsabilità politica di quello che è successo ieri a Lampedusa è di chi ha partorito leggi per disciplinare il fenomeno migratorio ispirate all’inefficacia, al furore securitario, all’impraticabilità dei percorsi di migrazione regolare. Avvocato di strada è vicino moralmente e operativamente a tutti coloro che, colpiti direttamente o indirettamente da questa immane tragedia sul confine blu dell’Europa, intendano promuovere azioni di tutela dei diritti umani violati in ogni sede, istituzionale, politica e giudiziaria. Come nei mesi passati, da quando è iniziata la cosiddetta "Emergenza Nord Africa", i volontari dell'Associazione continueranno a sostenere tutte quelle persone in fuga da guerre e persecuzioni che avranno bisogno di un supporto legale per veder riconosciuti i propri di diritti all'asilo politico..
*psicologo psicoterapeuta Statistica
La popolazione straniera nel Ravennate La crescita degli stranieri residenti in provincia di Ravenna subisce un rallentamento. Lo si evince dall'Osservatorio sull'immigrazione pubblicato annualmente dalla Provincia. L’aumento del 2012, 1.897 unità pari al 4,1 percento, è il minore del decennio, sia in valore assoluto che percentuale. Al 1° gennaio 2013 gli stranieri erano 48.059, pari al 12,16% della popolazione totale, incidenza che continua a crescere, causa la riduzione della popolazione italiana. Nel 2001, primo anno considerato nella ricerca, gli stranieri erano il 3 percento della popolazione provinciale. Dopo il sorpasso avvenuto nel 2010, sale attorno al migliaio di unità il divario tra la popolazione straniera femminile (più numerosa) e quella maschile. Gli immigrati provengono per oltre il 64,3 % dall’Europa (ugualmente distribuiti tra comunitari e non) e per il 26,9% dall’Africa; molto inferiore la presenza asiatica, che pure aumenta sia in numero assoluto che come incidenza percentuale (6,2%), e americana, in riduzione (2,5%). Per nazionalità, la comunità più rappresentata è la rumena (11.311 residenti, pari al 23,5% degli stranieri), seguita da albanese (15,8%) e marocchina (11,9%). Tra i migranti europei prevale, fatta eccezione per l’Albania, la componente femminile (le ucraine in particolare sono il quadruplo dei loro connazionali, ma anche moldove e polacche sono molto più numerose rispetto ai connazionali maschi); tra gli africani sono di più gli uomini, con l’eccezione della comunità nigeriana, molto equilibrata; dall’Asia, equamente distribuiti tra i generi maschile e femminile, i cinesi e gli indiani; più uomini da Bangladesh e Pakistan, più donne dalle Filippine. Per quanto riguarda le fasce di età, la maggioranza relativa degli stranieri (27,8%) si colloca tra i 25 e i 29 anni; seguono la fascia 30/34 e quella 0/4; ed è proprio quest’ultima a crescere proporzionalmente più di tutte, raggiungendo ora il 22,4%. La popolazione straniera è concentrata per oltre i tre quarti nelle fasce di età fino a 44 anni; appena il 2,7% invece appartiene alle classi superiori ai 65 anni, quelle invece più “popolate” dai cittadini italiani (24%). La distribuzione sul territorio evidenzia una maggiore concentrazione nei contesti urbani, in particolare Ravenna (19.778); il rapporto più elevato rispetto alla popolazione totale si riscontra a Massalombarda (18% circa) e Conselice; all’estremo opposto, intorno all’8%, Casola Valsenio. Di particolare interesse le informazioni rilevabili sul rapporto degli immigrati coi servizi sanitari. L’indagine mostra che gli stranieri ricorrono meno degli italiani ai ricoveri ospedalieri: 12 stranieri su 100 hanno eseguito un ricovero nel 2012, rispetto a 18 italiani su 100. La presenza nelle scuole degli alunni stranieri si attesta intorno al 14% a livello di primaria e media, mentre scende all’11% nelle superiori, laddove si concentra negli Istituti professionali (20%) con una scarsa incidenza nei licei (sotto il 5%). La situazione occupazionale evidenzia la maggiore debolezza degli immigrati; i disoccupati stranieri sono 10.483, pari al 31,7% del totale (mentre gli stranieri costituiscono, si rammenta, circa il 12% della popolazione provinciale); il 21,8% degli stranieri residenti in provincia sono dunque iscritti alle liste di disoccupazione; in questa particolare statistica è interessante rilevare la situazione relativamente migliore della comunità albanese (13,6% di disoccupati), da mettere probabilmente in relazione con l’immigrazione di più lunga data.
Servizio civile
Undici posti in provincia per under 28 stranieri in provincia di Ravenna Torna il Servizio civile regionale rivolto ai cittadini stranieri e comunitari, un’opportunità unica in Italia considerato che il servizio civile nazionale è ancora riservato ai cittadini italiani. Il bando appena uscito è rivolto a giovani cittadini non italiani, in regola con le norme di soggiorno, dai 18 ai 28 anni, che per 11 mesi potranno prestare servizio in un progetto pubblico locale, per un part time di 20 o 25 ore alla settimana a fronte di un assegno di 288 o 360 euro lordi al mese. In provincia di Ravenna sono disponibili 11 posti: 8 suddivisi fra il Comune di Ravenna (Centro immigrati), il Comune di Cervia (Centro interculturale) e il Comune di Russi (Biblioteca), 3 alle Caritas di Ravenna e Faenza. Per partecipare alla selezione bisogna presentare domanda direttamente all’ente dove si vuole svolgere l’attività entro le ore 14 del 5 novembre, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, tramite pec o a mano. Le selezioni avverranno il 18 novembre. Per ogni informazione: Copresc Ravenna, via di Roma 69, 48121 Ravenna, tel. 0544 258616, fax 0544 258625, e-mail copresc@racine.ra.it. L’intero bando e i moduli di ammissione possono essere scaricati anche dal sito www.coprescravenna.vacau.com oppure www.comune.ra.it