#politicanuova - 14

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#politicanuova Quadrimestrale Marxista della Svizzera Italiana

nr. 14 febbraio 2020

Editore Partito Comunista Direttore Amos Speranza amos.speranza@politicanuova.ch Indirizzo Partito Comunista c/o Massimiliano Ay Via Birreria 19 6503 Bellinzona CCP 69-3914-8 Partito Comunista 6500 Bellinzona Stampa Tipografia Cavalli Abbonamenti 25.- normale 50.- sostenitori

www.partitocomunista.ch


Editoriale 4

L’anno elettorale è quasi finito, l’impegno editoriale continua!

Amos Speranza

Famiglia e genere 5

Famiglia tradizionale e questione di genere

Amos Speranza

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La condizione femminile nella Corea Popolare

Luca Frei

Internazionale 11

L’autodeterminazione delle nazioni e il separatismo etnico

Massimiliano Ay

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Il “cretinismo” dell’ autodeterminazione nazionale: alcuni casi concreti

Massimiliano Ay

Idee 18

Ong: il razzismo del ventunesimo secolo

Stefano Zecchinelli

Istituzioni 20

Il lavoro parlamentare dei deputati comunisti

Lea Ferrari


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Famiglia e genere

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L’anno elettorale è quasi finito, l’impegno editoriale continua! Cari abbonati, cari lettori, il nostro ultimo numero sull’emergenza climatica ha di poco anticipato le elezioni federali e lo strepitoso successo della sinistra alternativa. L’alleanza con ForumAlternativo e Verdi ci ha permesso di far conoscere le nostre candidate e le nostre idee e ha dimostrato a tutti che uniti si vince! Con l’elezione di Greta Gysin al Consiglio Nazionale abbiamo contribuito a spostare un po’ più a sinistra gli equilibri della delegazione ticinese a Berna, nei prossimi anni auspichiamo di stabilire una buona sinergia con la deputata per difendere le rivendicazioni ecologiche e sociali d’area. Se lo scorso numero ha preceduto di poco le elezioni federali, questo arriva, sul finire dell’annata elettorale, ad anticipare le elezioni comunali. Se attualmente possiamo contare su una municipale e una decina di consiglieri comunali comunisti eletti, ad aprile schiereremo una dozzina di candidati al Municipio e poco meno di trenta candidati al Consiglio Comunale in tutto il Ticino. Agli uscenti e a tutti i nostri candidati la redazione fa ovviamente i migliori auguri. Questo numero non sarà però un numero di propaganda elettorale, che non compete alla nostra testata. In continuità con quanto fatto con l’edizione precedente, anche questa uscita ha una sua connotazione tematica: nelle pagine seguenti proponiamo difatti degli approfondimenti sulla questione dei diritti civili. Troverete in apertura un testo che ripercorre la genesi del concetto di “famiglia tradizionale” e la sua implicazione nella questione di genere e nell’attualità politica, seguito da un commento sulla condizione femminile nella Repubblica Popolare Democratica di Corea, e un’analisi della questione del separatismo etnico e dell’autodeterminazione compendiata da diversi esempi significativi. Abbiamo poi un contributo che denuncia il legame tra ONG e imperialismo, e da ultimo la rubrica annunciata lo scorso ottobre sul lavoro parlamentare della deputazione del Partito Comunista in Gran Consiglio. Questo numero regolarizza il nuovo calendario di uscita del nostro giornale, e con l’anno nuovo vi chiediamo di rinnovare il vostro supporto al progetto. Le quote di abbonamento si attestano a CHF 25.- oppure a CHF 50.- per un abbonamento sostenitori. Il vostro contributo è importante per garantire una voce critica nel panorama editoriale ticinese, vi ringraziamo fin d’ora per mantenere viva la stampa dell’opposizione propositiva. Amos Speranza

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Famiglia e genere

Famiglia tradizionale e questione di genere Amos Speranza ●

Alle radici del concetto di famiglia tradizionale

“La famiglia non è, contrariamente a ciò che pensano alcuni demografi e sociologi, l’unità di base, la cellula della società. E non è nemmeno, come postulava Julian Steward, antropologo evoluzionista, se non il primo passo dell’evoluzione della società umana quantomeno il primo “livello d’integrazione” della società prodotto da quest’evoluzione.” 1 Analogamente a questa riflessione di Maurice Godelier, Lewis Henry Morgan, pioniere dell’antropologia americana e ispiratore di Engels e del suo saggio L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato non manca di fornire spunti ancora attuali ed utili a una riflessione circa il concetto di “famiglia” e di “famiglia tradizionale” nella società contemporanea. Opera di riferimento nella produzione di Morgan è La società antica, in cui seguendo il paradigma evoluzionista e positivista in voga all’epoca (parliamo di fine Ottocento) egli procede a una descrizione delle differenti tappe d’evoluzione delle società umane. Il testo si propone di tracciare la parabola dell’organizzazione sociale umana dallo stato selvaggio (proprio delle popolazioni nomadi di cacciatori-raccoglitori) prossimo al comunismo primitivo, a quello di barbarie (che implica la domesticazione degli animali e l’emergere dell’agricoltura come della proprietà privata), ed infine alla modernità, o civilizzazione, caratterizzata dall’acquisizione di un sistema di scrittura, di definizione descrittiva della parentela e dal compimento di una rivoluzione industriale.2 Interessante notare come il sistema di determinazione descrittiva della parentela si sia affermato di pari passo con la proprietà privata: la necessità di tramandare la proprietà terriera rendeva obsoleto il vecchio sistema classificatorio. Risultava ormai alquanto inutile avere una “classe” di nipoti o figli a cui tramandare il terreno, quanto piuttosto occorreva poter contare su una individualizzazione e qualificazione precisa di un erede di riferimento: il figlio/il nipote appunto, sovente maschio e primogenito. Nell’ultimo capitolo de L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Engels riprende la teorizzazione di Morgan sull’evoluzione generale dell’umanità dalla barbarie verso

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la civilizzazione, o più precisamente, dall’organizzazione egalitaria della società primitiva allo Stato (alla società delle classi). Questa divisione in classi corrisponde alla divisione sociale del lavoro di cui Engels ripercorre le principali tappe: in una prima fase la separazione tra le tribù di pastori e le tribù non allevatrici, poi la separazione tra gruppi occupati nei “mestieri” e gruppi occupati nell’agricoltura, ed infine la separazione tra produttori e mercanti.3 Quest’ultima divisione marca il passaggio alla civilizzazione e l’apparizione della prima classe di “sfruttatori parassiti”, che non partecipano al processo di produzione, ma sono comunque proprietari (il che rappresenta una contraddizione, vedi sotto). La proprietà privata, prodotto degli scambi e della divisione sociale del lavoro, ingloba il suolo, gli schiavi, le merci, tutte le forme di ricchezza sociale. Engels giunge alla conclusione che lo Stato “è […] un prodotto della società umana giunta a un determinato stadio di sviluppo, è la confessione che questa società si è avvolta in una contraddizione insolubile con sé stessa, che si è scissa in antagonismi inconciliabili che è impotente ad eliminare. Ma perché questi antagonismi, queste classi con interessi economici in conflitto non distruggano sé stessi e la società in una sterile lotta, sorge la necessità di una potenza che sia in apparenza al di sopra della società, che attenui il conflitto, lo mantenga nei limiti dell’«ordine»”.4 Il concetto viene ripreso parola per parola da Lenin in Stato e rivoluzione 5, il rivoluzionario si permette però di andare oltre ed attribuire allo Stato un ruolo ancora più cruciale: “secondo Marx, lo Stato è un organismo di dominazione di classe, un organismo di oppressione di una classe da parte di un’altra; è la creazione di un «ordine» che legalizza e afferma questa oppressione moderando i conf litti di classe.” 6 Lo Stato quindi si presenta come una delle tappe di organizzazione della società umana, non tanto però come apice di uno sviluppo virtuoso durato millenni, ma come espressione della maniera più efficace di gestire gli inconciliabili conflitti di classe. Come dicevamo, è quindi procedendo all’identificazione di varie “tappe” che Morgan ed Engels arrivano a descrivere l’apparizione delle prime organizzazioni sociali e le differenti forme di definizione della parentela dal comunismo primitivo al più moderno stato di “civiltà”, o modernità. Interessante notare come nei sistemi di parentela, come abbiamo visto, la distinzione tra paradigma classificatorio (che definisce una “classe” di figli e nipoti) e paradigma descrittivo (che individualizza il destinatario dell’eredità) presenti un precedente rilevante nella confutazione del

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1 GODELIER Maurice, 1977. Horizon, trajets marxistes en anthropologie, Paris: Maspero, Tome 1, p.138 (traduzione dell’autore). 2 MORGAN Lewis Henry, 2013 [1877]. La società antica, Milano: Pgreco, 424p. 3 “IX. Barbarie e civiltà”, p.189-208, in ENGELS Friedrich, 1981 [1884]. Le origini della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Roma: Editori Riuniti, 224p. 4

ibid., p.200.

5 Vedi «Ch. 1: La société de classes et l’État» in LÉNINE Vladimir I., 1972 [1917]. L’État et la révolution, p.11. 6 ibid., p.12 (traduzione dell’autore).

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concetto di “famiglia tradizionale” così come una varietà nella trasmissione genetica e aumenviene impugnato ancora oggi. tare le probabilità di sopravvivenza della specie/ Spingendo oltre il ragionamento, potremmo comunità favorendo l’interazione con gruppi sorifarci ai vari sistemi di matrimonio descritti da ciali più estesi.10 Morgan presso popolazioni antiche o da altri an- La condanna dell’omosessualità andrebbe allo tropologi dell’era contemporanea presso società stesso modo letta in relazione alla violazione del 8 I titoli di parentela collocate al di fuori del paradigma capitalistico dogma della trasmissibilità della proprietà terriera erano attribuiti su base clanico-totemica e non occidentale. Si pensi agli studi riportati da Bod- e al feticcio della discendenza attestabile: manbiologico-individuale (vedi ley sul sistema di matrimonio degli aborigeni cando la possibilità di generare una prole, viene paradigma classificatorio): australiani.7 La prescrizione sociale in quel con- meno la funzione principale della famiglia nella “il termine madre può testo si attiene al principio del matrimonio incro- società divisa in classi, ossia produrre eredi.11 significare «donna della ciato tra cugini, tanto complesso da formulare Facciamo un passo indietro e torniamo su generazione della madre che appartiene […] al clan quanto immediato nei fatti: è data libertà d’u- quello che si ritiene essere il fondamento della della madre»” in BODLEY, nione purché, prendendo ad esempio un ego ma- società umana. Senza tuffarsi nella paleoantrop.53 (traduzione dell’autore). schile e parlando in termini contemporanei, que- pologia, è interessante notare come la lettura di Morgan non precluda l’interpretazione data dall’Istituto di economia dell’Accademia delle Scienze dell’URSS nell’introduzione al Manuale di economia politica edito nel 1951 e aggiornato nel 1955 (giunto a noi nella versione delle Éditions Sociales di Parigi del 1956). Il testo riporta come il fondamento della società non sia dato dalla famiglia come struttura di riproduzione sociale fine a sé stessa, ma dal lavoro e dalla divisione sociale dello stesso: “gli antenati dell’uomo vivevano in orde, in mandrie; i primi uomini pure. Ma tra gli uomini era apparso un legame, che non esisteva, e non poteva esistere nel regno animale; questo legame, era il lavoro. È in comune che gli uomini fabbricavano gli utensili, in comune che se ne servivano. Conseguentemente, l’apparizione dell’uomo ha anche segnato l’inizio della società umana, il passaggio dallo stato zoologico allo stato sociale.” 12 La prima socializzazione non nasce quindi dalla generalizzazione del concetto “famiglia” come nucleo di riferimento attorno a cui si è costruita la società, ma come attività di produzione, anzitutto di utensili, proiettata verso l’abbandono della vita di raccolta e caccia e il passaggio © Eneko; rivista El Salto; www.elsaltodiario.com alla coltivazione, all’allevamento. In seguito, a partire dall’affermazione della 9 In questo senso sono sti si sposi con una “cugina” 8 figlia del fratello proprietà privata, dei diversi modi di produzione documentate anche alle della propria madre oppure della sorella del pro- e della proprietà dei mezzi di produzione a loro nostre latitudini, almeno prio padre. Il sistema – in vigore ancora fino qual- associati, la famiglia si afferma come elemento fino a fine Settecento, che decennio fa, prima che la comunità aborigena sovrastrutturale utilizzato per riprodurre la sorichieste di matrimonio cominciasse a vedere ridotte e marginalizzate le cietà di classi e trasmettere proprietà e capitali. tra cugini (vedi Leggi e decreti Repubblica Elvetiproprie fila sulla falsariga di quanto successo ai Abbiamo insomma visto come il rapporto con il ca, vv. I-II, Archivio nativi americani – lasciava dunque anche aperte concetto di famiglia cambi nel corso della storia: di Stato di Bellinzona). le porte a unioni che nel nostro contesto sareb- la famiglia stessa e la sua composizione di genere bero definibili come “incestuose”.9 (pensando ai giorni nostri) hanno subito dei cam10 LÉVI-STRAUSS Clau Proprio in riferimento all’incesto si era biamenti sostanziali, e qualunque discorso di de, 1969 [1947]. espresso Claude Lévi-Strauss, antropologo e in- tipo “tradizionalista” perde qualunque valore se Le strutture elementari tellettuale francese. Nel suo saggio Le strutture confrontato con esempi presi da un differente della parentela, Milano: Feltrinelli, p. 613-631; elementari della parentela, infatti, Lévi-Strauss contesto spaziale o temporale. citato anche in BODLEY riconduce le origini della proibizione sociale La “famiglia tradizionale” si afferma progresp.52 per la spiegazione dell’incesto alla necessità biologica di garantirsi sivamente di pari passo con la proprietà privata 7 BODLEY John H., 2011 [1994]. Cultural Anthropology: Tribes, States, and the Global System, Lanham: AltaMira Press, p.50-55.

della società aborigena.

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(essendo funzionale alla sua trasmissione), sup- sessuale: “Mi sembra che quest’abbondanza di 11 Per un approfondimento portata dalle narrazioni dominanti nei diversi teorie sessuali, che sono per la maggior parte sulla storia dell’omosescontesti sociali in cui è emersa. Come ricorda delle ipotesi spesso arbitrarie, provino delle ne- sualità nella società preindustriale, rimando al Antonio Albanese, anche se nel mondo occiden- cessità puramente personali, cioè il bisogno di contributo di Giorgiomatale contemporaneo la narrazione cristiano-cat- giustificare agli occhi della morale borghese la ria Cornelio “Sodoma e tolica spinge ancora in una direzione ben precisa propria vita anormale o i propri istinti sessuali il Medioevo: Decostruire la per quel che riguarda la concezione della fami- eccessivi, e di farli tollerare. Questo velato ri- storia dell’omosessualità glia, la contestazione della stessa risulta al- spetto per la morale borghese mi ripugna tanto per comprendere il presente”, pubblicato da quanto immediata: “A proposito della famiglia quanto questa passione per le questioni sessuali. il Tascabile (https://www. tradizionale, un poco poco poco di precisazione. Pur cercando di fregiarsi di forme sovversive e iltascabile.com/societa/ Ricapitolando: la Madonna è una ragazza madre rivoluzionarie, questa occupazione non è altro sodoma-e-il-medioevo/). che ha avuto un figlio fuori dal matrimonio. Il che, in fin dei conti, puramente borghese. Ci si figlio è illegittimo e il compagno di lei non è il crogiolino preferibilmente gli intellettuali e le 12 ACADÉMIE DES padre del bambino. Il padre biologico non si è mai parti della società che gli sono vicine. Non c’è SCIENCES DE L’URSS presentato e risulta senza fissa dimora. Cionono- posto per questo genere di occupazioni nel Par- - Institut d’économie, 1956. Manuel d’économie politistante Giuseppe, brav’uomo, riconosce il figlio di tito, nelle fila del proletariato in lotta e cosciente que, Paris: Éditions SociaMaria come il suo e decide di allevarlo con la del suo spirito di classe.” 16 les, p.22 (traduzione donna che ama... Meh! E se questa è la famiglia Ora, chiaramente Lenin era figlio della sua dell’autore). tradizionale, scusate!” 13 epoca e sulla questione sessuale anche i rivoluzionari più accaniti avevano, all’inizio del Nove- 13 Antonio Albanese (Cet● Famiglia tradizionale cento, una postura ben più rigida della nostra. to Laqualunque) in Qua e questione di genere Ma le sue parole sono comunque utili per mante- lunquemente (regia Giulio Manfredonia, prod. Fannere ben saldo il principio della preminenza della dango/Rai Cinema, Italia, La questione della famiglia non può essere stori- questione di classe su quella sessuale. 2011). camente e politicamente disgiunta dalla que- Per la questione di genere il tutto si declina stione di genere, dato che quest’ultima è legata nella contrapposizione tra femminismo borghese, 14 Come vedremo, si tratta all’evoluzione dell’attribuzione dei ruoli asse- della libertà sessuale e della sottrazione al ma- di un femminismo che gnati all’interno della stessa unità famigliare. È trimonio borghese, e femminismo di classe (in esprime rivendicazioni nell’ambito dei diritti interessante notare come gli ultimi decenni ab- senso proletario), dei diritti sociali e delle pari civili, in ottica liberale, biano visto, di pari passo allo sfacelo ideologi- opportunità (parità salariale, maternità, …). e non dei diritti sociali. co-strutturale della sinistra storica in Europa Come abbiamo visto, non sottoporre la questione (vedi Domenico Losurdo, La sinistra assente) una di genere alla questione di classe è un errore ide- 15 AAVV, 1950. La femme presa progressiva del femminismo di matrice ologico di fondo, così come rifiutare la natura et le communisme, Paris: borghese su quello di matrice proletaria.14 sovrastrutturale delle rivendicazioni di genere Éditions Sociales, p.22 (traduzione dell’autore). Ricordava Jean Freville in introduzione a La rischia di contribuire all’asservimento della femme et le communisme: “Il femminismo bor- donna agli interessi del capitale in una società 16 Ibid., p.97-98 ghese, nel XIX secolo, ha fatto appello a George capitalistica17 e in generale in una società in cui (traduzione dell’autore). Sand. I suoi romanzi tematici – Indiana, Valen- persiste la lotta di classe. Quindi anche nel sotine, Lélia, Jacques – propugnano il diritto della cialismo, dove la lotta di classe continua, la que- 17 Per esempio: applicare donna ad amori multipli. George Sand si scaglia stione femminile sarebbe risolta in maniera pro- le quote rosa in un contecontro l’autorità maritale, combatte per la libertà gressiva, dialettica.18 Essa vedrebbe il corona- sto di disparità salariale significherebbe per assurpassionale. Protesta contro l’asservimento della mento definitivo delle sue prerogative, assieme do assicurare maggiori donna nel matrimonio, ma ignora l’asservimento alla questione sessuale, solamente nel comuni- margini di profitto (a causa sociale della donna del popolo. Non reclama che smo: “l’ordinamento comunistico della società della minore massa per lei stessa, per la donna superiore che si rifiuta farà del rapporto tra i due sessi un semplice rap- salariale erogata) alla di riconoscere un padrone in colui che sorpassa porto privato che riguarderà solo le persone che borghesia! intellettualmente. […] Il diritto all’amore libero, vi partecipano, e nel quale la società non ha da 18 Vedi i paragrafi «Votre la volontà di sottrarsi a certi obblighi sociali, il ingerirsi.” 19 constitution proclame desiderio di “vivere la propria vita”, e non di renl’égalité de la femme. dere migliore e più degna la vita dell’immensa ● L’approccio d’azione À quel point cette égalité maggioranza delle donne, ecco a cosa si riduce il del partito d’avanguardia est-elle réelle au sein de la famille et de la société?» femminismo borghese, condannato giustamente (p.52-53), «Pourquoi la da Louise Michel, perché, fisso sui suoi scopi, ri- Il Partito Comunista del nostro Paese può conplupart des femmes soschia di chiamare a sé le donne sfruttate distra- tare su appoggi istituzionali organici (eletti e viétiques travaillent-elles?» endole dalla lotta di classe.” 15 nominati nelle varie sedi parlamentari e com- (p.53-54), e «Qui est le Rincara la dose Lenin rispondendo alle pre- missionali) per far valere la voce e le rivendica- chef de famille chez vous?» occupazioni di Clara Zetkin circa la questione zioni di quelle componenti della società discrimi- (p. 104-105) in AAVV, 1977. 100 questions 100 réponses sur l’URSS, Moscou: APN, 106p.

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19 ENGELS Friedrich, 1998 [1848]. “Principi del comunismo”, in Manifesto del Partito Comunista (K. Marx, F. Engels), Torino: Einaudi, p.97. Nota: Engels, come Lenin, era figlio della sua epoca e parla perciò unicamente di “rapporto tra i due sessi”. 20 Vedi i capitoli “Il Partito Comunista nell’evolversi della società post-democratica” e “Sbocchi di lavoro” in Tesi politiche per il 23° Congresso del Partito Comunista (Svizzera), Lugano, 26-27 novembre 2016 [online], URL: http://partitocomunista.ch/?p=583. 21 Con l’inclusione del congedo paternità nel discorso (in direzione di un congedo parentale unificato), vedi il nostro lavoro nei Consigli comunali. 22 PARTITO COMUNISTA, Vietare le discriminazioni contro i lavoratori LGBT: Indicazioni di voto per le votazioni popolari del 9 febbraio 2020 [online], URL: http://www.partitocomunista.ch/?p=3362.

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nate per appartenenza di genere o orientamento si trattava di maschi! Anche qui si intravvede un sessuale. femminismo che riconosce nell’oppressore il ma Come Partito d’avanguardia si tratta di porsi schio e non il nemico comune degli sfruttati: la come catalizzatore e mutare in proposta politica classe borghese. Fortunatamente, al momento del le rivendicazioni dei vari ambiti sociali e delle voto che avrebbe sancito l’eventuale espulsione associazioni che vi si rifanno. Si tratta, ripren- dei delegati dalla sala (!), le sindacaliste che già dendo un concetto leninista, di essere “megafono si erano opposte alle critiche hanno votato perdelle rivendicazioni sociali” senza però scivolare mettendo ai rappresentanti comunisti di nel codismo. Seguire cioè una propria linea pro- rimanere. positiva e nel nostro caso coerente con le linee Più recentemente, il Partito Comunista ha generali espresse dal dibattito congressuale 20 , argomentato in maniera chiara ed approfondita tenendo ben saldo il dato di classe come priorita- la sua posizione in occasione dell’ultima votazione rio. Il rischio sarebbe inevitabilmente quello di sulla modifica del Codice penale per vietare la scivolare nelle rivendicazioni “gender” di matrice discriminazione e l’incitamento all’odio basati borghese e piccolo borghese espresse da molti sull’orientamento sessuale (9 febbraio 2020), movimenti del post-’68. esprimendosi a favore della stessa22 e schierando Per il Partito Comunista si possono già in- un suo esponente nel dibattito pubblico organiztravvedere degli assi di lavoro (in collaborazione zato il 23 gennaio all’USI. Tutelare i lavoratori e con i sindacati ad esempio) nella rivendicazione le lavoratrici che continuano a subire prevaricadella parità salariale tra donne e uomini a fianco zioni a causa del proprio orientamento sessuale è di un salario minimo garantito; nella tutela della importante, senza però dimenticare di proseguire maternità e della conciliazione della stessa con con la lotta per i diritti sociali spiegata sopra. le possibilità di carriera per le donne, che significa protezione dal licenziamento e congedi maternità prolungati per le lavoratrici che devono poter scegliere di essere anche genitrici21 (questo nell’ambito dei diritti sociali). Per quanto riguarda i diritti civili si tratterà di rivendicare (in collaborazione con le associazioni e le altre entità che operano su suolo cantonale) il riconoscimento equiparato al matrimonio delle unioni civili per le coppie di ogni orientamento; il riconoscimento del diritto all’adozione per le stesse, eccetera. Non appena individuate le buone piattaforme, le buone tempistiche e i buoni partner nell’emiciclo così come nella società civile, il Partito Comunista potrà impegnarsi nella maniera ritenuta più opportuna per la promozione e la difesa dei suddetti diritti. Questo nell’ottica, già citata in riferimento alle tesi congressuali, di dare continuità a un lavoro sul territorio strutturato e basato su una conoscenza delle problematiche reali a cui sono confrontati i cittadini. Si tratterebbe quindi di un lavoro di portata maggiore delle boutade rimbalzate tra vari ambiti della sinistra nostrana negli ultimi anni, quali la proposta di abolire il matrimonio, oppure di riformare la lingua italiana riconoscendo nell’abuso di asterischi (“siete tutt* invitat*” et similia) un’importante conquista sociale (!). Egualmente assurdo è che nel contesto dello sciopero delle donne dello scorso anno la presenza di alcuni nostri membri alle riunioni di organizzazione sia stata messa in discussione… perché


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La condizione femminile nella Corea Popolare

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La suddivisione dei ruoli

Nella Repubblica Popolare Democratica di Corea, come un po’ in tutto il resto dell’Asia, vige una suddivisone dei ruoli fra uomo e donna, anche se diversamente giustificata rispetto alla nostra Luca Frei realtà. Infatti, essa sembrerebbe avere una motivazione più di carattere utilitaristico e i compiti La situazione della donna in Svizzera è ancora attribuiti alla donna non vengono sminuiti nella lontana dall’essere rosea e paritaria. Ciò è par- loro importanza. Un esempio pratico in tal senso ticolarmente evidente se si considerano, ad esem- è l’educazione dei figli, per la quale il ruolo della pio, le differenze salariali che intercorrono fra madre e del padre sono differenti. uomini e donne: queste ultime, per un lavoro di Questa suddivisone non esclude però la donna ugual valore, guadagnano infatti in media il dal poter seguire la strada professionale che più 14.6% in meno rispetto ai primi. In una società le aggrada. L’educazione è aperta a tutti, indicapitalista il padronato approfitta di tutti i mezzi scriminatamente dal sesso, oltre che, ovviapossibili per sfruttare al massimo i lavoratori, e mente, dalle origini sociali, in quanto essa è piele differenze di genere permettono di accrescere namente pagata dallo Stato e gratuita per ogni ancora di più i profitti. Ma in una società sociali- cittadino. Stando alle parole di una rappresensta qual è la situazione della donna? tante dell’Unione delle Donne Socialiste di Corea, Questa domanda ha accompagnato me e gli un’organizzazione di massa che riunisce le corealtri compagni della Gioventù Comunista nel ane e difende i loro interessi, incontrata dalla nostro viaggio di delegazione nella Repubblica Gioventù Comunista a Pyongyang, vi sono anche Popolare Democratica di Corea, svoltosi nello molte donne a capo di diverse aziende di Stato. scorso mese di luglio. Evidentemente essa non Ciò starebbe a dimostrare una certa uguaglianza può avere un carattere assoluto, in quanto le nelle opportunità fra entrambi i sessi. differenze culturali di ciascuna società giocano un fondamentale ruolo nella percezione delle ● La donna nel mondo del lavoro differenze di genere, soprattutto in un paese come quello da noi visitato, dove l’influenza del Come già detto, la donna coreana può di fatto Confucianesimo, che spesso pone la donna in uno seguire la via professionale che preferisce. La stato di sottomissione nei confronti dell’uomo, è sicurezza del posto di lavoro viene inoltre rafforstata grande. zata da delle condizioni lavorative socialmente Un primo punto di confronto potrebbe essere avanzate. Ad esempio, ciascuna donna ha diritto quello giuridico. In Svizzera, l’Art. 8 della Costi- a un congedo di maternità pagato di 9 mesi e, una tuzione federale, in particolare al capoverso 3, volta terminato, ha il pieno diritto di continuare sancisce l’uguaglianza dei diritti per uomo e a lavorare, senza pericolo di perdere il posto di donna. Inoltre, vi è anche una Legge federale lavoro. In Svizzera, il congedo di maternità è arsull’uguaglianza dei sessi, approvata nel 1995. rivato molto tardi in confronto a molti altri Paesi Per quanto riguarda il diritto di voto femminile, ed è tutt’oggi ancora insufficiente. Esso non è per sappiamo che la Svizzera è stato il fanalino di nulla unitario in tutta la Svizzera e varia addicoda europeo. Esso infatti è stato introdotto nel rittura da comune a comune e da azienda ad 1971 a livello federale, ma soltanto nel 1990 an- azienda. Inoltre, per la donna Svizzera spesso che l’ultimo Cantone svizzero ha adottato tale non c’è alcuna sicurezza di poter continuare a revisione. La Costituzione coreana, invece, con- lavorare dopo una gravidanza: il padronato non tiene una legge che sancisce la completa ugua- esita a ricorrere al licenziamento, per punire la glianza fra uomini e donne e il diritto di voto è mancata produttività dell’impiegata. L’introduriconosciuto dal momento della fondazione della zione di un congedo parentale di 42 settimane è, Repubblica, avvenuta nel 1945. Vi sono poi una ci tengo a ricordare, una rivendicazione del Parserie di altri articoli di legge che specificano la tito Comunista. Questo infatti rappresenterebbe validità della sopracitata norma. Come ben sap- un importante passo in avanti nella parità dei piamo dal caso svizzero, la presenza di una pa- sessi e una grande vittoria dal punto di vista dei rità sancita a livello giuridico non assicura la diritti sociali in Svizzera. reale uguaglianza allo stato effettivo. Occorre Il congedo di maternità non è l’unica misura perciò cercare di analizzare la società coreana presente in Corea a difesa delle donne divenute sotto altri punti di vista. madri. Infatti, in ciascun luogo di lavoro è pre-

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sente un asilo nido totalmente offerto dallo Quel che è sicuro, è che nella Repubblica Popolare Stato presso il quale lasciare i propri figli che Democratica di Corea vige una società tutt’ora ancora non sono in età scolastica. In questo definibile patriarcale. Sono però riconoscibili demodo, le donne possono lavorare senza preoccu- gli evidenti miglioramenti delle condizioni delle pazione alcuna. donne rispetto al periodo di occupazione coloniale La sopracitata Costituzione coreana, inoltre, da parte giapponese, dove esse subivano violenze sancisce che la donna deve essere liberata dai di tutti i tipi (basta pensare che circa 200’000 lavori pesanti, ma se essa vuole assolverli ne ha donne sono state deportate) e non avevano alcun il pieno diritto. tipo di ruolo riconosciuto come importante nella società, mentre attualmente, come si può evin● Le donne nella costruzione cere da quanto indicato sopra, esse possiedono del socialismo molti diritti sociali. In ogni caso, dei viaggi come questo aiutano Di particolare rilevanza è l’importanza che vien a capire che anche per quanto riguarda le condidata alle donne nella costruzione del socialismo zioni della donna nella società coreana vi è fin e nello sviluppo del Paese, ruolo riconosciuto già troppa propaganda negativa qui in Occidente. Un al momento della liberazione dall’occupazione esempio molto pratico è il divieto per le donne di coloniale giapponese. Esse vengono infatti viste andare in bicicletta, che da noi spesso viene citato. come motore dello sviluppo della società. Questo Infatti, in Corea del Nord molte sono le donne che è dovuto al fatto che nella Repubblica Popolare si possono osservare pedalare in giro per le vie, Democratica di Corea la famiglia è vista come sia di Pyongyang che delle periferie. Per non paruna cellula che compone la società e, quindi, la lare del fatto che delle tali critiche da parte di un felicità della famiglia comporta la felicità della Paese come la Svizzera, dove, come già detto, la società. In Corea, alle donne è affidato un impor- parità fra uomo e donna è lontana dall’essere retante ruolo nell’educazione e nella cura dei bam- alizzata, evidenziano una palese ipocrisia, tipica bini e, quindi, nello sviluppo della famiglia. Di del mondo occidentale. Questo, infatti, attraverso conseguenza, esse giocano appunto un impor- calunnie di diverso tipo, cerca di delegittimare i tante ruolo nello sviluppo del Paese stesso. La Paesi non allineati all’imperialismo atlantico e, loro rilevanza nell’educazione dei bambini è fa- quindi, di difendere i propri interessi. cilmente osservabile all’interno del mondo delle Anche se le domande rimangono ancora tante, scuole. Infatti, in tutte le scuole visitate durante si può di sicuro affermare che, grazie al nostro il viaggio in Corea del Nord il corpo docenti era soggiorno nella Repubblica Popolare Democraformato da sole donne. Ciò non vale per le univer- tica di Corea, abbiamo potuto capire meglio e sità, dal momento in cui, per ovvi motivi anagra- vedere con i nostri occhi come vivono le donne in fici, esse non sono frequentate da bambini, ma una società socialista, sempre tenendo presente ormai da giovani adulti. che, come già sottolineato in precedenza, gli aspetti culturali incidono fortemente sulla que● La realtà coreana stione femminile. Noi, ora, dovremo continuare e la propaganda occidentale a lavorare nel nostro Paese, affinché la parità fra uomo e donna venga raggiunta in Svizzera. Un viaggio di soli 10 giorni, per quanto permetta di comprendere molte cose della società coreana, non è sicuramente sufficiente per riuscire a rispondere a tutte le domande che ci si può porre riguardo al tema femminile in quel Paese. Ad esempio, si può facilmente constatare che vi è una sorta di abbigliamento standard, sia per gli uomini che per le donne. Queste, infatti, spesso indossano le scarpe con il tacco e la gonna, anche se vi sono delle evidenti e comprensibili differenze nello stile dei cittadini di Pyongyang e degli abitanti delle periferie. Queste abitudini di vestiario sarebbero, stando alle parole di diversi abitanti coreani interpellati, riconducibili alla loro comodità.

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L’autodeterminazione delle nazioni e il separatismo etnico Massimiliano Ay È vero che i comunisti devono sostenere, sempre e comunque, l’autodeterminazione dei popoli? Quante volte, a sinistra, abbiamo sentito l’emotività umanitaria e idealistica, per non dire mielosa, prevalere su una seria analisi materialista (e dunque politica!) delle questioni internazionali? Sul piano teorico il socialismo scientifico non ha nulla a che vedere in realtà con il pensiero caritatevole e cosmopolita oggi prevalente nella sinistra occidentale. Il sostegno alle piccole patrie non è affatto elemento tipico del leninismo e già Marx e Engels non consideravano l’autodeterminazione nazionale quale diritto assoluto. ●

1. Che cosa è una nazione?

Più che semplicemente di popoli, in Lenin si parla soprattutto di autodeterminazione delle nazioni. È il primo caposaldo da avere assolutamente in chiaro del discorso che vogliamo sviluppare: confondere popoli con nazioni è, infatti, scientificamente scorretto. Il socialismo scientifico definisce la nazione come una comunità stabile, storicamente formatasi, che ha la sua origine nella comunità di lingua (la cui diffusione emerga pure in ambito letterario!), di territorio, di vita economica e di conformazione psicologica che si manifesta in una comune cultura.1 La nazione assume anche, stando alla più specifica letteratura dell’ex-DDR, un carattere dettagliatamente economico in quanto “comunità umana, storicamente formatasi che si sviluppa sulla base di uno specifico modo di produzione con il determinarsi di un mercato interno, di un’unitarietà economica su un territorio relativamente finito” 2 e il cui carattere è forgiato da specifici rapporti di classe e di potere. Opporsi a questa concezione moderna di nazione, ragionando unicamente in termini di cultura mono-etnica o mono-religiosa, significa di fatto cadere in una sorta di “neo-tribalismo” che in Occidente viene purtroppo alimentato dalla sinistra liberal dai romantici sentimenti, la quale (inconsapevolmente?) offre una legittimazione progressista del tutto ingiustificata a gruppi in realtà retrogradi e settari: dai monaci reazionari tibetani agli “ağa” feudali curdi, passando per gli islamisti ceceni, ecc.

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2. Il principio di autodeterminazione nel socialismo scientifico

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1 Gli elementi culturale e psicologico non esistevano invece nella precedente definizione di Kautsky.

Una visione molto meccanicistica della lotta di classe limita quest’ultima al movimento di operai 2 Koch, Gerhard; e contadini contro la borghesia di un dato paese, Ilse Krasemann, a cura rivendicante la rappresentanza politica e il mi- di (1970): “Politisches glioramento delle proprie condizioni materiali. Grundwissen”, ParteiIn realtà in Marx il discorso è molto più com- schule “Karl Marx” beim ZK der SED, Berlin: plesso e si distinguono altre forme di lotta di Dietz Verlag. classe: oltre a quella “classica” fra capitale e lavoro, vi è infatti quella di genere (analizzata in 3 Losurdo, Domenico modo particolare da Engels) e – soprattutto – (2013): “La lotta di classe”; quella che deriva dal sovrapporsi della questione Bari: Laterza. nazionale alla questione sociale: in sostanza la lotta anti-imperialista!3 Si tratta di un aspetto 4 In: “Principi fondamentale, ma che spesso viene dimenticato del leninismo”, cap. 6 dall’odierna sinistra occidentale. Ed è proprio ciò 5 Ibidem che ci interessa in questo testo. Prima di Lenin, la questione nazionale “ve- 6 Ibidem niva considerata, in modo riformista, come una questione a sé stante, indipendente, senza rap- 7 “Noi dobbiamo collaboporto con la questione generale del potere del rare alla liberazione capitale, dell’abbattimento dell’imperialismo, del proletariato dell’Europa della rivoluzione”.4 Da quando, però, il socialismo occidentale, e tutto deve scientifico si è arricchito del pensiero leninista, essere subordinato a quesi è iniziato ad analizzare la questione dell’auto- sto obiettivo. Per quanto determinazione delle nazioni come “una parte possano essere interessanti gli slavi dei Balcani, subordinata al tutto [che] va considerata da un ecc. possono andarsene punto di vista d’assieme”.5 Insomma: non è vero al diavolo, se il loro sforzo che i comunisti debbano per forza appoggiare di liberazione entra in qualsiasi movimento di “liberazione nazionale”, conflitto con l’interesse del sempre e dappertutto. Ben al contrario: “si tratta proletariato. Anche gli alsaziani sono oppressi di appoggiare [solo] quei movimenti nazionali che (…) ma se alla vigilia tendono a indebolire, ad abbattere l’imperialismo di una rivoluzione (...) e non a consolidarlo e a conservarlo”.6 cercassero di provocare È una considerazione di vitale importanza: una guerra fra Francia vi sono dunque movimenti di autodetermina- e Germania, eccitando di nuovo le passioni di zione che non liberano, ma addirittura consoli- questi due popoli, e in tal dano il dominio imperialista, assumendo così un modo ritardare la rivolucarattere di fatto reazionario 7 per quanto pos- zione, direi loro: Alt! Non sano usare una retorica e un simbolismo in ap- tollereremo che mettiate parenza rivoluzionario. Vi sono cioè delle situa- i bastoni fra le ruote del proletariato in lotta”. zioni “in cui i movimenti nazionali di singoli (Engels a Bernstein, 22-25 paesi oppressi cozzano con gli interessi dello febbraio 1882; citata in sviluppo del movimento proletario. Si capisce che “Nazione e nazionalità nei dibattiti del movimento in questi casi non si può parlare di appoggio”!8 operaio”. “Storia del MarInsomma: occorre che tale movimento sia posto xismo”, volume II, Einaudi, in una traiettoria storica e politica complessiva Torino 1979, pp. 794-795. e che su questa base venga analizzato, al fine di comprenderne gli enjeux di lungo corso, ovvero 8 In: “Principi se la conseguenza di tale movimento avrà effetti del leninismo”, cap. 6 progressivi o meno. Lenin è ancora più esplicito: “le singole rivendicazioni della democrazia, compresa l’autodecisione, non sono un assoluto, ma una particella dell’assieme del movimento democratico (e oggi: dell’assieme del movimento socia-

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“ Friedrich Engels

I popoli [Völker] che non hanno mai avuto il controllo della propria storia, che – nel momento stesso in cui essa arriva al primo rozzo scalino della civilizzazione – si ritrovano già sotto la dominazione straniera, o arrivano a questo primo grado di civilizzazione sotto l’effetto del giogo straniero, non hanno energia [Lebensfähigkeit] e non arriveranno mai a una qual-siasi forma di indipendenza. (…) Non esistono in Europa paesi che non possiedano, in un angolo o in un altro, uno o più frammenti di popoli [Völkerruinen], tracce di antiche popolazioni cancellate dalle carte e tenute in schiavitù dalla nazione che diventa più tardi il principale veicolo di sviluppo storico [Trägerin der geschichtlichen Entwicklung]. Tali reliquie di una nazione, calpestate senza pietà dal corso della storia, come Hegel qualificava questi residui di popoli [Völkerabfalle], diventano sempre i portabandiera fanatici della controrivoluzione e sopravvivono così fino alla loro estinzione completa o alla perdita del loro carattere nazionale [gänzlichen Vertilgung oder Entnationalisierung], così che la loro intera esistenza costituisce di per se stessa una sorta di oltraggio ad una grande rivoluzione storica”.

(Friedrich Engels, “Der magyarische Kampf”, MEGA, Vol. 6, Pag. 165-173, Berlino/DDR: Dietz, 1959)

lista) mondiale. È possibile che in singoli casi ratismo. Non è affatto così: Lenin distingue anzi determinati la particella sia in contraddizione in modo netto le nazioni capitaliste del centro col tutto, e allora bisogna respingerla”.9 imperialista (“nazioni dominanti”) e quelle della Il metodo del socialismo scientifico non conperiferia subalterna all’imperialismo (“nazioni 10 Si legga “Classe e naziosidera insomma i movimenti nazionali dal punto oppresse”) e, nella lotta delle seconde per libene”, in: “Voprosy filosofii”, di vista della democrazia formale, ma dal punto rarsi dal giogo coloniale delle prime, vi vede, nr. 3 (1949), URSS, in cui di vista dei risultati concreti nel bilancio generale come abbiamo detto sopra, una parte del consi afferma come “il marxismo-leninismo non nega della lotta anti-imperialista. Uno degli insegna- flitto di classe. affatto il valore dei movimenti del leninismo è proprio quello di non limi- Andiamo ancora a riprendere Lenin in un menti nazionali progressitarsi alla constatazione della necessità (o della passaggio poco ricordato, quando cioè egli affersti, non disdegna affatto legittimità) di determinati processi storici, bensì mava che il comunista di una piccola nazione può gli interessi nazionali, di chiarire “quale è propriamente la formazione “senza trasgredire i suoi doveri di internazionacome pure non predica il nichilismo nazionale”. socio-economica che dà il contenuto a questo pro- lista, essere e per l’indipendenza politica della cesso, e quale classe propriamente determina sua nazione e per l’inclusione di essa in un vicino 11 Contro il “cretinismo questa necessità”.10 Stato (…) ma in ogni caso egli deve lottare contro dell’autodeterminazione È questa, peraltro, una delle peculiarità del la grettezza delle piccole nazioni, il loro particonazionale” di quei militanmaterialismo dialettico come metodo di analisi larismo, lottare perché si tenga conto del tutto, ti di sinistra che “non che si oppone all’oggettivismo borghese e che la dell’assieme del movimento, perché l’interesse prendono neppure in consparte egemone della sinistra occidentale odierna particolare venga subordinato all’interesse iderazione la linea politica degli indipendentisti e a chi – moderata o massimalista che sia – ha del tutto generale”.13 essa giovi” si era schierata scordato, se non addirittura abiurato. E proprio Quello che il rivoluzionario russo spiegava Emanuela Caldera sulla da ciò che prendono origine tutti i madornali agli inizi del XX secolo, lo troviamo anche nelle rivista marxista-leninista errori di analisi con cui ci confrontiamo oggi: riflessioni di James Petras agli inizi del nuovo “Aginform” (04.01.2000). dal mitizzato separatismo curdo a quello koso- millennio. Il sociologo statunitense ammette inIn effetti “un movimento per l’autodeterminazione varo, senza scordare il sempreverde separati- fatti come “la maggiore mancanza delle ONG è un movimento politico, smo tibetano e quello ultimamente mediatizzato pseudo-progressiste e liberali nella loro difesa e come tale ha inevitabildegli uyguri.11 dell’autonomia, della decentralizzazione e dell’aumente una direzione politodeterminazione, consiste nel fatto che questi tica! Come si fa a dividere ● 3. “La grettezza delle piccole patrie” concetti astratti eludono la fondamentale doil ‘diritto del popolo’ kosovaro albanese o ceceno manda storica e la concreta questione politica: alla separazione (...) dalla Nelle opere di Lenin si può leggere l’affermazione verso quale classe, razza o blocco politico si sta linea, molto concreta, secondo cui i lavoratori “delle nazioni dominanti spostando il potere? (…) C’è una fondamentale dell’UCK e dei fondamendebbono rivendicare la libertà di separazione per necessità di demistificare la nozione di autonotalisti ceceni? Come si le nazioni oppresse”.12 Tale concetto risulta oggi mia, esaminando le classi che la richiedono, (…) fa a prescindere dai loro sponsor internazionali (...)?” del tutto oscuro, perlomeno agli occhi di una nonché guardando chi sono i benefattori esterni parte consistente della sinistra: molti infatti si di un cambiamento dallo stato nazionale alle 12 Lenin, “Il proletariato ostinano a leggervi un aperto sostegno al sepa- élite di potere locali e regionali. Invece il modo 9 Lenin: “Bilancio della discussione sull’autodecisione”

rivoluzionario e il diritto delle nazioni all’autodeterminazione”, 1915

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indiscriminato con cui alcuni libertari abbracciano ogni richiesta di autodeterminazione ha condotto ad alcuni dei più atroci crimini dei secoli XX e XXI. In molti casi i movimenti separatisti hanno fomentato o si sono prodotti in guerre imperialiste sanguinarie (...)”.14 Basterebbe il buon senso di chi dalla filosofia astratta si ponga il problema dal punto di vista politico, cioè dei rapporti di forza e della loro evoluzione dialettica, per capire che taluni movimenti di cosiddetta autodeterminazione sono totalmente funzionali a disegni di dominio imperiale di una ben determinata area geo-strategica. L’indipendenza nazionale è dunque un modo per ottenere maggiori diritti per il proprio popolo e, al suo interno, per la classe operaia? Oppure è un modo per rafforzare un settore della borghesia compradora collusa con i centri imperialisti? E, infine, la lotta di classe avrà maggiore successo nella situazione “unitaria” o nella situazione “divisa”? Si tratta di domande basilari che sono invece del tutto sparite nelle analisi di ampia parte dei dibattiti della sinistra liberal che ha fatto del buonismo la propria bandiera. D’altro canto – del tutto coerentemente con la dialettica materialista – “la questione nazionale in tempi diversi serve interessi diversi, e assume sfumature diverse in ragione di quale classe e quando la propone”.15 Marx e Engels, affrontando il problema della nazione, più che filosofiche dissertazioni assumono un forte senso politico mai idealistico: essi “parteggiano per questa o quella nazionalità, e perfino a favore o contro la sua stessa esistenza, ma si tratta sempre di prese di posizione di pratica politica”.16 Effettivamente possiamo ritrovare nei due fondatori del socialismo scientifico il sostegno al nazionalismo polacco (in quanto anti-zarista) e il disprezzo verso il separatismo boemo: mai il principio di autodeterminazione veniva eretto a diritto assoluto, estraneo alla realtà fattuale, concreta e materiale della politica.

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Il “cretinismo” dell’ autodeterminazione nazionale: alcuni casi concreti Massimiliano Ay

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Lenin: “Bilancio della discussione sull’autodecisione”

14 Petras, James (2008): “Separatismo e costruzione dell’impero nel secolo XXI”, Global Research. 15

Stalin (1904): “Come intende la socialdemocrazia la questione nazionale?”

Sul tema dell’autodeterminazione delle nazioni, come abbiamo capito, vi è una grande confusione: 16 Gallissot, René (1979): gli osservatori contemporanei tendono ad adot“Nazione e nazionalità tare una visione politica del problema che non nei dibattiti del movimenriconosce però la variabile storica. Samir Amin1 to operaio”. “Storia del spiega bene in tal senso come “il diritto dei popoli Marxismo”, Vol. II, Einauall’autodeterminazione è stato eretto a diritto di, Torino. Pag. 792 assoluto, di cui si vorrebbe venga considerato valido per tutti e in ogni epoca presente o futura, addirittura passata”.2 Esso non tiene conto peraltro che, per dirla con Domenico Losurdo, “l’autodeterminazione è la continuazione della politica imperiale con altri mezzi” 3: la sinistra atlantica rifiuta di vedere come l’accentuarsi della frantumazione culturale in un paese sia spesso conseguenza di una “politica di ingegneria etnica” alimentata dalle ex-potenze coloniali. Così facendo dimentica che “a partire dall’Ottobre [1917, ndr.], il movimento di emancipazione dei popoli in condizioni coloniali e semicoloniali ha conosciuto grandi vittorie: Stati di antica civiltà hanno conquistato un’indipendenza reale (…); nuovi Stati nazionali si sono costituiti scuotendosi di dosso il giogo delle grandi potenze imperiali. Queste continuano a manifestare la loro natura aggressiva e le ambizioni di dominio in condizioni nuove: costrette a riconoscere l’indipendenza dei paesi che si sono sottratti al loro controllo, cercano ora di disgregarli facendo appello alle rivalità etniche e tribali. È una manovra agevole. I paesi di nuova indipendenza, spesso con confini incerti, 1 Samir Amin (1931mal disegnati o arbitrari, non hanno una conso- 2018) era un economista lidata storia unitaria alle loro spalle. (…) Un ter- marxista franco-egiziano, dirigeva il Forum reno fertile per l’emergere di movimenti separa- del Terzo Mondo a Dakar. tisti e secessionisti, che sono facilmente egemonizzati dall’imperialismo”.4 Gli esempi concreti 2 Amin, Samir (2016): che potremmo prendere in considerazione a que- “La question kurde, hier et sto punto sarebbero numerosissimi: uyguri, ce- aujourd’hui”, in: “Etudes ceni, tamil, sahrawi, ecc. Limiti di spazio ci im- Marxistes”, Nr. 116, Pag. 61. pongono di sceglierne però solo i seguenti. 3 ●

a) Il separatismo forzato dalla Jugoslavia

Siamo nel 1989. Slobodan Milosevic è il leader della Lega dei Comunisti serbi e presto diverrà

Losurdo, Domenico (2000),”La sinistra italiana e i nuovi Hitler”, in: “Aginform”, Nr. 14, ottobre 2000. 4

Ibidem.

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presidente della Repubblica Federata di Serbia. Durante un discorso nell’allora regione autonoma del Kosovo,5 afferma: “l’unità in Serbia porterà la prosperità al popolo serbo e a ciascuno dei cittadini della Serbia, indipendentemente dalla sua nazionalità”. E ciò perché “in Serbia non hanno mai vissuto solamente i serbi. Oggi, più che nel passato, pure componenti di altri popoli e nazionalità ci vivono. Questo non è uno svantaggio per la Serbia. (...) Tutte le persone che in Serbia vivono del loro lavoro, onestamente, rispettando le altre persone e le altre nazionalità, vivono nella loro Repubblica”. Ma Milosevic sa bene che “da 6 Montes de Oca, Eduarquando esistono le comunità plurinazionali, il do (2008): “Kosovo: ¿nueva loro punto debole è sempre stato nei rapporti tra neocolonia?” in: http:// le varie nazionalità. (…) I nemici ne sono coscienti www.rebelion.org/noticia. php?id=61890 e perciò organizzano la loro attività soprattutto fomentando i conflitti nazionali”. Ed è proprio 7 “L’imperialismo truccaquello che sta per accadere… to da ‘autodeterminazione Il 5 novembre 1990 gli USA approvano la dei popoli’: il processo di legge 101/513, che sancisce la dissoluzione della nation building in KurdiJugoslavia attraverso il finanziamento diretto di stan su mandato di Obatutte le nuove formazioni secessioniste. Alla fine ma e Bernard-Henry Lévy” (http://materialidello stesso mese la CIA comunica ai media di smostorico.blogspot. aver deciso che la Jugoslavia avrà solamente poch/2016/11/limperialichi mesi di vita. Il 22 dicembre 1990 il parlasmo-truccato-da.html) mento croato, sotto controllo fascista e con la benedizione del Vaticano, emana la nuova Costi8 Lenin, “Il proletariato tuzione: la repubblica non solo non sarà più sorivoluzionario e il diritto delle nazioni all’autodetercialista, ma nemmeno più “patria dei popoli cominazione”, 1915 stituenti” bensì solo “patria dei croati”. Anche le altre repubbliche dichiarano l’indipendenza, con relative pulizie etniche: la Slovenia, ad esempio, espelle 25’000 serbi dal proprio territorio. Il 17 dicembre 1991 a Maastricht si ribadisce la necessità di squartare la Jugoslavia e il 6 novembre 1992 il documento UE1342 dichiara espressamente che l’Unione Europea nasce a scapito della Jugoslavia. Solo la Serbia tenta di resistere e di impedire la fine dell’unità jugoslava. Nello scenario di guerra civile che ormai esplode, il Kosovo gioca ancora un ruolo relativamente marginale. Nel 1997 due governi filo-americani come quello turco e albanese iniziano ad armare i separatisti (cosiddetti “marxisti-leninisti”) kosovari: l’UCK pubblica testi di questo tenore: “Quando la Germania invase la Jugoslavia nel 1941, il popolo kosovaro fu liberato dai tedeschi. Tutti i territori albanesi di questo Stato, come il Kosova, la Macedonia occidentale e le regioni di confine del Montenegro furono riunificate con l’Albania propriamente detta”. Eppure la sinistra europea, accecata dal dogma della cosiddetta “autodeterminazione”, non se ne accorge e si schiera con questa organizzazione. Il “Gandhi” del Kosovo, Ibrahim Rugova, espres-

5 Il Kosovo, dopo un periodo nell’Impero Bulgaro e nell’Impero bizantino, dal 1180 è parte integrante dello Stato serbo. A richiedere l’indipendenza del Kosovo – che Tito, peraltro generoso in fatto di autonomie, rifiutò! – furono i seguaci dell’espansionismo panalbanese egemonizzato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

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sione del separatismo presuntamente nonviolento e osannato anche dalla televisione svizzera, sostiene che le etnie non possono vivere una accanto all’altra, ma devono dividersi (!) nel nome – naturalmente – della ...autodeterminazione dei popoli. Fino ad allora però nessuno in Occidente sosteneva ancora che il Kosovo dovesse essere indipendente, ma il 9 marzo 1998 gli USA “inventano” la novità: il ministro degli esteri di Washington, Madeleine Albright annuncia che il Kosovo “non è un affare interno della RF di Jugoslavia”. Da allora è un continuo susseguirsi di false-flag per demonizzare come genocida il governo serbo, l’ultimo rimasto a difendere l’unità jugoslava. L’UCK, dal canto suo, invita la NATO ad occupare il Kosovo e a bombardare Belgrado. L’esempio del Kosovo è chiaro: quella regione dispone di grandi riserve di lignite e carbone, trasformabili in energia elettrica. Cosa non darebbero USA, UE e le multinazionali per le abbondanti riserve energetiche di un territorio che rappresenta il 15% della superficie della Serbia? La risposta è evidente! Le “autorità” kosovare hanno già dato avvio ad un progetto di privatizzazione del settore energetico, a favore di imprese nordamericane ed europee (lasciando naturalmente fuori la Russia, che assume oggi un carattere di freno all’imperialismo). Il Kosovo torna anche estremamente utile all’intenzione di Washington di costruire, attraverso i Balcani, un’enorme rete per il trasporto di petrolio e gas. Il Kosovo, quindi, è a tutti gli effetti una neo-colonia dell’imperialismo atlantico: da qui l’ostinazione per una politica dell’indipendenza, che, potrebbe addirittura portare ad una guerra con una nuova ondata di pulizia etnica di serbi e rom.6 ●

b) Il separatismo curdo in Turchia e in Siria7

Lenin spiega che Marx “non è mai stato fautore dei piccoli Stati, né del frazionamento statale in generale”: egli considerava insomma l’eventuale separazione della nazione oppressa come un passo “verso la federazione e, conseguentemente, (…) verso il centralismo politico ed economico, verso il centralismo sulla base della democrazia”.8 Nel caso curdo in Turchia occorre che tale centralismo avvenga nell’uguaglianza fra le etnie e non nella differenziazione delle stesse: “la questione curda è già stata risolta per quanto riguarda i diritti culturali, noi sapremo però abolire anche la struttura feudale nelle province orientali per completare la rivoluzione democratica e faremo sì che si realizzi l’uguaglianza sostanziale nella società”. (…) ‘I turchi siamo noi, i


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curdi siamo noi: tutti insieme siamo la Nazione Turca’. (…) La separazione porterebbe solo fratricidio ed indebolimento”.9 Sempre sulla Turchia occorre chiarire che essa ha una popolazione multietnica come spiega il marxista turco Yildirim Koç in un saggio di prossima pubblicazione destinato al pubblico cinese: “la nazione turca comprende numerose etnie, la maggioranza delle quali di origine turca. Durante il tardo periodo ottomano, l’intellighenzia tentò di unire tali etnie sotto il cappello dell’ottomanismo, del pan-islamismo o del pan-turchismo. Tutti tentativi fallimentari. Il progetto di nation-building diretto da Atatürk10 si focalizzava invece sull’unità culturale in un altrettanto unitaria struttura statuale. La ‘nazione turca’ venne definita come ‘il popolo della Turchia che ha costituito la Repubblica’ rinunciando a qualsiasi referenza di origine etnica, confessionale, razziale, ecc. Le potenze imperialiste nell’ultimo quarto del XIX secolo avevano incoraggiato e supportato il separatismo etnico per disintegrare l’Impero Ottomano, lo stesso gioco ebbe luogo pure dal 1965 in poi”11, nel 1974 fondarono il PKK 12 per dividere la sinistra e il movimento sindacale di Turchia su base etnica. Il giornalista marxista Fulvio Grimaldi, parlando dei separatisti curdi, questa volta però in Siria, li ha recentemente definiti: “massacratori da quasi sei anni della libera, laica e ben gover-

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nata Siria” che “hanno concesso sette basi (agli 9 Perinçek, Dogu (2013): USA, ndr) nel Nord della Siria da loro abitata, o “Questione curda: i problerecentemente occupata ed etnicamente pulita”. mi del separatismo etnico e un programma di fase L’arcivescovo siro-cattolico Jacques Hindo ha per i comunisti”, in: http:// denunciato l’esistenza di una “caccia all’uomo www.sinistra.ch/?p=2633 non curdo e non musulmano che l’YPG13 sta attuando in tutte le aree arabe invase, fino ad Ha- 10 Mustafa Kemal Atatürk sakah, ancora contesa tra curdi ed esercito di fu il Comandante in capo Damasco, ma dove da interi quartieri i cristiani della guerra partigiana turca contro l’imperialie non curdi vengono espulsi”. Continua di nuovo smo, fu il primo PresidenGrimaldi: “Questa pulizia etnica, garantita dalla te della Turchia repubcopertura militare degli USA (...) è l’altra faccia blicana e fondatore del dello squartamento della Siria perseguito in ter- Partito Comunista Turco mini militari dal terrorismo mercenario e, ora, (ufficiale) TKF. dal bombardamento USA diretto con strage di 11 Koç, Yildirm (2016): guarnigioni siriane. Grazie alle disponibilità di “The historical process of una comunità curda, a suo tempo cresciuta per Turkey’s (possible) ruptul’ospitalità data dagli Assad (...), gli americani re from the atlantic hanno ora ben sette basi nel Nord della Siria (...). system”, Istanbul. La prima è più importante è quella di Abu Hajar, vicino a Rmeilan, provincia di Hasaka, dove i 12 Il Partito dei Lavoratori curdi hanno lasciato che un vecchio campo d’a- del Kurdistan è un’orgaviazione per aerei usati in agricoltura venisse nizzazione armata separatista curda in Turchia trasformato, con una pista di 2,5 km, in possente base aerea dove ora è anche collocato il centro 13 Organizzazione paoperativo delle FFAA Usa in Siria. Violazione ra-militare curda (strettadella sovranità siriana, rottura del diritto inter- mente legata al PKK) nazionale, crimine di guerra. Grazie ai curdi. operante in Siria Presidi di Forze Speciali Usa e Nato, ormai mi-

Un possibile scenario in Medio Oriente secondo le ambizioni del Pentagono

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14 Amin, Samir (2016): “La question kurde, hier et aujourd’hui”, in: “Etudes Marxistes”, Nr. 116, Pag. 69. 15

Ibidem.

16 I più ferocemente anti-indipendentisti furono il Communist Party of Great Britain – Marxist-Leninst (CPGB-ML) e il Communist Party of Britain Marxist-Leninist (CPBML), entrambi di ispirazione maoista. Contrario fu però anche il Communist Party of Britain (CPB) di tradizione filosovietica e il partito della sinistra RESPECT del deputato George Galloway. Più possibilista, pur con moderazione, fu il Socialist Labour Party (SLP) dell’ex-sindacalista Arthur Scargill. 17 Harpal Brar, professore emerito di diritto è uno dei più autorevoli esponenti del marxismo-leninismo britannico ed è editore del bimensile “Lalkar” (http://www.lalkar.org/ article/624/the-nationalqu estion-in-scotland). 18 Neil Davidson, “The origins of scottish nationalism”, Pluto Press, 2000.

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gliaia, sono stati costituiti a Mabrouka, nel cen- il carattere di nazione e intravvedendo anzi i tro di produzione di cemento Lafarge tra Kobane rischi sia economici (in primis per i diritti sociali e Ain Issa (nord-est), ad Ain Issa stessa, a Kobane della classe operaia britannica) sia geopolitici (oltre 300 militari Usa), a Tel Byder, vicino ad (visti i legami che le élites locali scozzesi dimoHasaka, con un eliporto, a Tal Abyadh, dove sono stravano nei confronti dell’UE) nel caso del venir concentrate le truppe corazzate e i loro mezzi”. meno dell’unità nazionale britannica. La trattaSamir Amin conferma in effetti come la nuova zione marxista recente più approfondita a riquestione curda “est le produit du déploiement guardo, e a cui rimandiamo, è quella apparsa con de la stratégie des Etats-Unis qui se sont donné il titolo “The national question in Scotland” sulla l’objectif de détruire l’Etat et la société en Irak et rivista “Lalkar” edita dal prof. Harpal Brar.17 Il en Syrie, en attendant de s’attaquer à l’Iran. Le separatismo scozzese parte dall’assunto che la discours démagogique de Washington (…) donne Scozia sia una nazione almeno fin dall’Alto Mela priorité absolue à l’exercice du ‘droit des com- dioevo, motivandolo con la vittoria di Stirling munautés’. (...)”.14 Bridge del 1297 e la Dichiarazione di Arbroath L’inesistenza poi di una lingua curda (fra del 1320. Accadimenti tuttora molto dibattuti fra Badini, Kurmanci, Sorani, Gorani e altri dialetti gli storici e il cui significato nazionale viene apersi possono contare almeno quattro lingue diverse, tamente contestato18: la nobiltà dei regni di Scosenza contare lo Zazaki), l’inesistenza di una zia e Inghilterra era una struttura feudale, le cui cultura comune (curdi che vivono in Turchia, in lotte interne non avevano un legame con la conSiria, in Irak e in Iran hanno tradizioni diverse cezione moderna di nazione. Addirittura l’insurfra loro) e la mancanza di un territorio comune rezione giacobita della prima metà del ‘700, stru(il “Kurdistan” cambia confini a dipendenza di mentalizzata dalla narrativa separatista, viene quale organizzazione separatista ne disegna le dipinta quale espressione della resistenza scozcartine), rendono alquanto discutibile – stando zese contro l’oppressione inglese, quando si tratalla definizione che abbiamo visto sopra – la de- tava in realtà di una lotta dinastica per il potere finizione di nazione per il popolo curdo. Samir della Corona. I miti nazionalisti scozzesi sono Amin afferma giustamente che “il n’y a donc pas rifiutati da Davidson, il quale ammette come une langue kurde, mais des langues voisines bien prima del 1707 non vi fosse quasi una coesa ecoque toujours distinctes et sans doute pas encore nomia scozzese. Convinzione, questa, accentuata à la hauteur des exigences de leur usage dans le da Johnston, il quale afferma: “Scotland was not monde moderne”.15 a nation: it was a loose aggregation of small but practically self-supporting communities, and ● c) Il separatismo scozzese scanty supplies and high prices at Aberdeen may quite well have been coincident with plenty I marxisti in Gran Bretagna nelle loro varie di- and comparatively low prices in Dundee and ramazioni16 si sono opposti all’autodetermina- Glasgow”.19 Come abbiamo visto all’inizio del zione della Scozia, non riconoscendo alla stessa testo è da considerare pure il fattore linguistico:

“ Domenico Losurdo

Esemplare è la vicenda che si svolge nel Congo tra la fine degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60. Costretto a concedere l’indipendenza, il Belgio si impegna subito a promuovere la secessione del Katanga (...) ricca regione mineraria controllata dall’Union minière. Per l’occasione, si trova subito il “rivoluzionario” pronto ad agitare questa bandiera: è Moise Ciombe, “figlio del primo milionario negro” del Katanga. Secessionisti e forze coloniali catturano Lumumba, leader del Movimento nazionale congolese, che si ispira ‘a un programma unitario, progressista, intertribale’. E’ dunque colpevole di opporsi alla secessione e all’autodeterminazione della ricca regione cui i colonialisti non intendono rinunciare; viene pertanto massacrato. (…) Quando ha strappato Hong Kong alla Cina, la Gran Bretagna non ha certo pensato all’autodeterminazione, e di questo principio non è si è ricordata neppure nei lunghi anni in cui ha esercitato il suo dominio. Ma ecco che alla vigilia del ritorno di Hong Kong alla madrepatria, il governatore inviato da Londra, Chris Patten, un conservatore, ha una sorta di illuminazione e conversione improvvisa: fa appello agli abitanti di Hong Kong perché facciano valere il loro diritto all’”autodeterminazione”… contro la madrepatria, rimanendo così nell’orbita dell’Impero britannico”.

(Domenico Losurdo, “La sinistra italiana e i nuovi Hitler”, in: “Aginform”, Nr. 14, ottobre 2000)

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oltre alle reminiscenze scandinave nelle isole Orkney e Shetland, vi era una minoranza gaelica e una vasta maggioranza che “even in 1688, spoke what was originally the dialect of English spoken in Northumbria and brought from there to the Lothians and beyond by trade and conquest from the tenth century onwards, long before the border was established”.20 La letteratura scozzese del rinascimento era scritta in Lallans, parlato nella contea di Lothian e nel sud-est, “one among many Scottish dialects, and these in turn became merely several Scottish dialects of English”.21 Un altro ricercatore, Kenneth White, dichiarò più chiaramente: “Nobody in contemporary Scotland speaks consistent Lallans (…). What we speak is English with local accents and intonations, and sprinkled with elements of Lallans, and indeed of Gaelic, which have come down to us”.22 ●

d) Il separatismo camba in Bolivia

I movimenti separatisti che si manifestano in Bolivia sono corroborati delle amministrazioni locali legate all’oligarchia filo-atlantica e sono stati naturalmente in prima fila nelle ostilità ai danni del presidente Evo Morales e al suo progetto socialista recentemente rovesciato da un colpo di stato reazionario. “La secessione delle province orientali della Bolivia fa parte di un’operazione coperta direttamente dagli USA, coordinata dal dipartimento di Stato statunitense unitamente alle sue agenzie di intelligence”23 spiega Michel Chossudovsky in un suo articolo in cui analizza il “modello Kosovo” utilizzato regolarmente dall’imperialismo nordamericano nel promuovere processi di balcanizzazione in base ai propri piani geopolitici. Non è un caso se l ambasciatore statunitense a La Paz nominato un anno prima dell inizio delle campagne secessioniste in Bolivia, era lo stesso Philip Goldberg che in precedenza aveva rappresentato gli USA a Pristina per consolidare il processo di presunta autodeterminazione kosovara dalla Serbia. Tali movimenti separatisti mirano a destabilizzare il Paese, minacciando la secessione delle regioni più ricche dallo Stato unitario, di fatto mettendone a repentaglio la sovranità e l’integrità territoriale. Appare lapalissiana qui strategia del “dividi et impera” cui mira la Casa Bianca per riprendere il controllo dell’America latina fortemente inf luenzata dai disegni rivoluzionari “chàvisti”. La tesi separatista dell’oligarchia boliviana distingue fra zone di pianura e di montagna, al fine di ricavare delle nuove identità con cui dividere le popolazioni Quechuas e Aymara da quella Guarani, ecc. “per creare non tanto un nuovo Stato ma, e ciò è ancora peggio, una im-

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provvisata Nazione Camba”.24 Questa presunta identità nazionale serve naturalmente solo a giustificare un movimento separatista che nasconde una tipica logica neo-liberale: non a caso le regioni rivendicate da chi in Bolivia parla di “autodeterminazione dei popoli” rappresentano il 44% del PIL e in esse si trovano i latifondi con le terre più fertili e una riserva di idrocarburi con il secondo più grande giacimento di gas dell’emisfero di un valore approssimativo di 150’000 miliardi di dollari. ●

È concepibile il frazionismo etnico nei partiti comunisti?

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19

Johnston, Thomas (1946): “The History of the working classes in Scotland”, Unity Publishing, Glasgow, pag. 146 20

21

Ibidem, pag. 56

Ibidem, pag. 57

22 “Scotland, history and the writer” (1998) citato in: http://www.lalkar.org/ article/624/the-nationalque stion-in-scotland 23

Chossudovsky, Michel La scelta di creare partiti comunisti divisi per (2008): “The Destabilizagruppi etnici o per nazionalità nel contesto di uno tion of Bolivia and the Stato plurinazionale è incompatibile con il socia- ‘Kosovo Option’” (http:// lismo scientifico! Nel conflitto che vede scontrarsi www.globalresearch.ca/ Lenin e Stalin da un lato e i cosiddetti “austro- the-destabilization-of-boli marxisti” dall’altro, i primi giudicarono profon- via-and-the-kosovo-option/10284) damente errata la tesi favorevole alla formazione di singoli partiti marxisti per ogni nazionalità: 24 Pérez Pirela, M. Ángel il criterio, insomma, doveva essere classista e (2008): “La filosofía del non nazionalista. separatismo en Bolivia” La decisione del Partito Comunista Belga di scin- (http://www2.rebelion.org/ dersi in due partiti indipendenti relativi alle due noticia.php?id=67644) comunità, quella fiamminga e quella vallona, non 25 Denominazione provvia caso ha prodotto un tale indebolimento dell’orsoria adottata nel 2013 ganizzazione che il partito è praticamente quasi nell’ambito della struttura del tutto collassato, diversamente da quanto ac- federale del Partito Svizcaduto al Partito del Lavoro del Belgio (PTB) che zero del Lavoro dopo la ha fortemente insistito sul suo carattere unico decisione del Partito del come partito belga e che ha ottenuto notevoli Lavoro dei Grigioni di confluire nel Partito successi. Comunista ticinese. La divisione fra curdi e turchi – mai esistita storicamente nella sinistra in Turchia – è stata una delle deleterie rivendicazioni del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) sul fronte originariamente anti-revisionista e del Partito Comunista del Kurdistan (KKP) sul quello filo-sovietico, organizzazioni che hanno indebolito la sinistra di classe del Paese e che, nel giro di pochi anni, sono finiti di fatto alla mercé dell’imperialismo statunitense attivo in Medio Oriente. Una sorta di “via di mezzo” è il caso del Partito Comunista Spagnolo (PCE) che ha mantenuto una struttura unitaria, pur riconoscendo uno statuto federalistico ad esempio ai comunisti catalani riuniti ancora oggi nel Partito Socialista Unificato di Catalogna (PSUC-Viu). Era questo, peraltro, il compromesso proposto a suo tempo dal Partito Comunista della Svizzera Italiana 25 al Partito Svizzero del Lavoro (Partito Operaio Popolare) per tenere unito il Partito sul piano federale, ma la risposta in quel caso fu ...l’epurazione!

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Ong: il razzismo del ventunesimo secolo Recensione analitica di “Ong, il cavallo di Troia del capitalismo globale’’ di Sonia Savioli. Stefano Zecchinelli Il neoliberismo economico si basa sulla distruzione dello Stato di diritto quindi sull’eliminazione di due principi costituzionalmente garantiti: sovranità economica ed indipendenza nazionale. In questo modo, i settori più avanzati del padronato globale impongono ai paesi in via di sviluppo il “modello’’ capitalista anglo-statunitense, un regime ultra-borghese il quale non garantisce agibilità politica alla sinistra di classe. La sovrapposizione dell’ideologia post-modernista alla difesa (legittima) dei diritti umani, ha sistematizzato la nuova protesi ideologica dell’imperialismo del ventunesimo secolo: il diritto-umanesimo. Il capitalista moderno ha un’unica vocazione: l’affarismo. La penetrazione delle multinazionali implica un progressivo annichilimento della classe operaia, quindi la “classe sovrastante’’ (Gramsci) si serve dei suoi satelliti per garantirsi il controllo d’interi territori. Secondo la studiosa di formazione marxista, Sonia Savioli, tra questi satelliti troviamo una buona parte delle Organizzazioni Non Governative, le quali preparano il terreno all’interventismo imperialista prevalentemente statunitense. La rigorosa analisi della Savioli, ONG, il cavallo di Troia del capitalismo globale (Ed. Zambon, 2018), ha il merito d’abbattere il muro d’omertà alzato dalla “sinistra’’ imperiale, decostruendo la narrativa diritto-umanitaria: le ‘“ONG’’ sono un’arma della penetrazione imperialista anglo-statunitense e tedesca, la borghesia non investe mai contro se stessa. Nel 2011, il guerrafondaio Colin Powell dichiarava dinanzi alle “ONG’’ statunitensi: ‘“Ho intenzione di creare le condizioni per intrattenere le migliori relazioni possibili con le ONG, che sono un vero moltiplicatore di forze per noi, una parte importante delle nostre forze di combattimento’’ (p. 19). Seguendo la documentazione raccolta dalla Savioli, vediamo chi finanzia Amnesty International promotrice di gran parte delle “rivoluzioni colorate’’ antipopolari su scala globale: “Amnesty International è finanziata dalla Commissione Europea, dal governo britannico, dalla Oper Society Georgia Foundation del famigerato benefattore George Soros, solo per citarne

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alcuni. Irene Khan, direttrice di Amnesty, suscitò lo sdegno degli stessi attivisti andandosene con una liquidazione di 500.000 sterline nel 2009. Suzanne Nossel, altra direttrice di Amnesty nel 2012-2013, aveva lavorato per multinazionali USA della comunicazione, per il Wall Street Journal, per il Dipartimento e a favore dell’intervento militare in Afghanistan. L’attuale direttore di Amnesty, Salil Shetty, prende uno stipendio annuale di 210.000 sterline’’ (p. 19). I vertici di Amnesty sono una emanazione finanziaria, ma soprattutto politica, del complesso militar-industriale USA. Un’altra “ong’’, Save the Children, prende soldi da: “Chevron, Exxon Mobil, Merck Foundation, Bank of America e molti altri potentati economici citati sul suo sito ufficiale come sponsor, oltre che dall’immancabile Soros e dai due benefattori mondiali Bill e Melinda Gates, dall’Unione Europea e dal governo britannico (alla faccia delle organizzazioni non governative’’ (p. 19). Dopo aver visionato chi sono i finanziatori delle Organizzazioni Non Governative, posso definire (brevemente) tre aspetti caratterizzanti l’imperialismo umanitario: ●

L’imposizione del “modello’’ capitalista USA è una delle principali armi della borghesia transnazionale contro il mondo del lavoro.

Una netta supremazia dei capitali anglosassoni sugli investitori provenienti dall’Europa continentale. Stati Uniti e Gran Bretagna rimangono potenze imperialiste superiori alla Germania.

Il ruolo reazionario della Ue: l’Europa delle banche contro la sovranità popolare.

Chi finanzia Medici Senza Frontiere definiti, a torto, “salvatori di vite’’? Il curriculum non è rassicurante: “Tra i finanziatori di Medici Senza Frontiere ci sono Goldman Sachs, Citigroup, Bloomberg. Richard Rockfeller, padrone e dirigente di svariate multinazionali, è stata per ventuno anni presidente della filiale USA di questa organizzazione caritatevole, che si è trovata spesso in situazioni ambigue sui teatri di guerra, accusata di essere di parte e non necessariamente dalla parte giusta’’ (p. 20). Risalendo alla provenienza dei capitali, ho la certezza che MSF debba autodefinirsi un prolungamento della struttura economica USA. L’establishment globale ritiene il diritto-umanesimo un settore commercialmente propizio e la fascinazione di milioni d’anime belle conferma il loro fiuto per gli affari.


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Purtroppo, ciò che conviene alla borghesia intossica nazioni e popoli. Il termine esatto è proprio “intossica’’. La guerra neo-capitalista alla sovranità alimentare dei paesi africani è una delle pagine giornalistiche maggiormente occultate dai media di regime. Di che cosa si tratta? L’inchiesta della Savioli ci dà qualche risposta: “AfricaWorks dà i soldi a Novos Horizontes (una Ong finanzia una industria) che procura ai poveri contadini africani i pulcini, le incubatrici, il mangime, gli antibiotici (che non possono mancare nel quotidiano mangime degli allevamenti intensivi) ecc. Gli “allevatori’’ li nutrono per 35 giorni, poi Nh (Novos Horizontes) li riprende, li ammazza, li congela, li esporta’’ (p. 46). Il testo continua: I “poveri’’ contadini africani, che prima mangiavano i loro polli ruspanti e ne vendevano una parte nei mercati locali, ora prendono una miseria per polli tossici di Nh da loro allevati, ma non hanno scelta: perché la terra su cui vivono appartiene ora a Nh, il mercato dei polli in Africa è stato distrutto dai polli intensivi a prezzi stracciati di Nh. Che può essere competitiva perché: paga pochissimo i polli agli “allevatori’’, ottiene gratis dai governi corrotti i terreni su cui coltivare i mangimi, viene finanziata dalla cooperazione internazionale (cioè dai governi corrotti dei paesi ricchi) e anche dall’organizzazione umanitaria AfricaWorks, cioè sempre dai governi dei paesi ricchi (p. 46). L’immigrazione di massa è una conseguenza dello smembramento neocoloniale di interi territori. Sono almeno tre le ragioni che spingono i nuovi dannati della terra a migrare, con pochissime prospettive, verso il nord del mondo:

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Negli ultimi capitoli del libro, la nostra giornalista ha smascherato l’incapacità analitica d’una parte della sinistra riformista. Il sito Sinistra in Rete, intervistando l’autrice ci offre una sintesi efficace1: “Fuggono dalla povertà delle campagne” dicono i missionari italiani, ma non dicono quali sono le cause di tale povertà, che comunque li aspetta a piè fermo anche in città, o meglio nelle baraccopoli che la circondano, e in cui vivono decine di migliaia di abitanti. Lagos nel 1980 aveva due milioni e mezzo di abitanti, nel 2016 erano più di dodici milioni, Kinshasa ne aveva due milioni e nel 2016 erano più di undici milioni. Evidentemente la globalizzazione è il progresso delle baraccopoli e dei ghetti. In tali agglomerati (come altro chiamarli) non ci sono fogne né acqua corrente ma tutti indossano abiti occidentali. I nostri abiti usati. E perché li indossano? Forse che prima, in campagna, andavano nudi? In campagna indossavano i “loro” abiti, tessuti e cuciti in Africa con il cotone africano. Ma i nostri costano di meno e, dato che sono “fuggiti dalla povertà” che li ha inseguiti con successo in città, non possono più permettersi gli abiti tradizionali. Dopo una generazione, poi, non li vogliono nemmeno più, perché hanno capito che “bianco è meglio” dato che i bianchi sono ricchi e dominano il mondo, e quindi conviene imitarli’’.2 La globalizzazione, su basi ultra-borghesi, è mondializzazione della povertà. Una parte dell’élite capitalista mondiale ha pianificato la deindustrializzazione dei paesi sottosviluppati portando pezzi di “capitalismo delle baraccopoli’’ nella sottomessa Europa. L’unica soluzione sta nell’unità di classe fra il proletariato occidentale ed i movimenti patriottici delle “zone periferiche’’. Sradicamento (pianificato) ● Le nuove guerre imperialiste atlantiche ed unilateralismo colonialista sono, protetti da con la partecipazione, nemmeno tanto celata, diverse protesi ideologiche, il razzismo del vendell’imperialismo israeliano interessato tunesimo secolo. La sinistra “riformista’’ pro(anche per motivi religiosi) ad aumentare prio non vuole arrivarci. la sua presenza in Africa. ●

La distruzione degli Stati nazionali attraverso il regime usuraio imposto dalla Francia (con consenso di USA ed Israele) alle “antiche’’ colonie.

La penetrazione delle multinazionali anglosassoni spalleggiate dalle Organizzazioni Non Governative. Il giornalista francese Jean Bricmont, vicino al PCF, definisce questa falsa sinistra “estrema sinistra dell’estrema destra’’. La storia delle classi sovrastanti è storia di piani destabilizzatori.

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Per un maggiore approfondimento si legga il capitolo “Importare forza lavoro, facendosi pure da essa pagare. Ovvero, le ONG che soccorrono migranti in mare ma non in terra’’ (p. 84 - 93) 2 https://www.sinistra inrete.info/estero/13314sonia-savioli-ong-ilcavallo-di-troia-delcapitalismo-globale.html

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Il lavoro parlamentare dei deputati comunisti Lea Ferrari Il lavoro parlamentare della deputazione del Partito Comunista ha prodotto dall’inizio della legislatura più di 10 atti parlamentari e si è contraddistinto nell’emiciclo per l’approfondimento e lo sguardo critico necessario per affrontare i temi all’ordine del giorno. INTERPELLANZA “Nuova delocalizzazione nel settore della moda?”

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INTERROGAZIONE “Adeguamento dei regolamenti comunali sui rifiuti” Vi sono Comuni che non hanno ancora adeguato i loro regolamenti dopo l’introduzione della tassa sul sacco cantonale nonostante un termine prestabilito e ve ne sono altri che hanno redatto e approvato testi non conformi alle indicazioni espresse dall’Ufficio federale dell’ambiente soprattutto per quanto riguarda i principi di causalità, equivalenza e di parità di trattamento. Abbiamo interrogato il Consiglio di Stato sullo stato delle cose e sui provvedimenti previsti. MOZIONE

A cui ha risposto in aula il Ministro Vitta. Ricordiamo che il Gruppo Kering ha soppresso 400 “Edifici industriali e dismessi” posti di lavoro, è l’artefice dell’ecomostro di Sant’Antonino, generatore di traffico e inquina- L’esempio di Ginevra mostra una via alternativa mento ed è ancor più noto per aver celato i soldi applicabile anche alla realtà ticinese: grazie alle del fisco italiano attraverso «una stabile organiz- disposizioni previste dalla Legge generale sulle zazione occulta» costituita dalla società svizzera zone di sviluppo industriale (Loi générale sur les Lgi Luxury Goods International. Il governo si è zones de développement industriel del 13 dicembre detto ingenuamente e scandalosamente all’o- 1984, articoli 8 e 9), lo Stato ha diritto di procedere scuro delle intenzioni della multinazionale, per- all’esproprio dei terreni e degli edifici inutilizzati ciò abbiamo replicato che la Fashion Valley è per più di 5 anni. La gestione pubblica di questo fumo negli occhi della popolazione ticinese: non patrimonio immobiliare (che a Ginevra concerne genera né lavoro né benessere e men che meno la metà degli edifici legati alla manifattura) perprogresso. Questa sembra purtroppo essere solo metterebbe allo Stato di agire in prima persona la punta di un iceberg in pieno scioglimento e alla come promotore di un rilancio industriale di quederiva nel mare dei capannoni, del precariato e ste proprietà, attirando imprese ad alto valore della sudditanza al capitale f inanziario aggiunto e costruendo delle zone industriali coeinternazionale. renti e innovative. Depositata nel mese di settembre 2019, la mozione del Partito Comunista ha nel frattempo riMOZIONE cevuto l’avvallo della Commissione gestione e finanze che nel rapporto commissionale della depu“Fondo di ricerca per affrontare tata Anna Biscossa la evade proponendo di dare il cambiamento climatico in Ticino” mandato al Consiglio di Stato affinché aggiorni la legge per consentire al Cantone di far valere un Attraverso il Fondo di ricerca per mitigare gli diritto di prelazione o di esproprio per edifici di effetti del cambiamento climatico si dovranno particolare valore strategico ed economico. perseguire i seguenti obiettivi: elaborare strategie concrete per l’agricoltura ticinese, per la qualità di vita cittadina, per il risparmio idrico. Le soluzioni attese dalle ricerche così promosse possono ispirarsi all’esempio virtuoso del progetto Acclimatasion della città di Sion in collaborazione con l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale.

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MOZIONE “Per una maggiore programmazione economica e per evitare i licenziamenti presso AGIE” Ce ne eravamo occupati già nel 2009, avanzando una proposta di nazionalizzazione di AGIE, che rappresenta un settore strategico oltre a diversi posti di lavoro sul territorio. Ora proponiamo: ●

1) di intavolare una trattativa assieme alla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) – ad esempio attraverso il proprio Dipartimento Tecnologie Innovative (DTI) oppure il Dipartimento economia aziendale (DEASS) – e i vertici aziendali per programmare lo sviluppo del sito losonese mantenendo elevati standard occupazionali e salariali. Ciò permetterebbe di impiegare risorse formate in Ticino valorizzando la formazione professionale medio-superiore e universitaria. 2) di valutare nel contempo la possibilità da parte dell’ente pubblico di rilevare una maggiore partecipazione azionaria dell’aziende in questione.

Lea Ferrari e Massimiliano Ay in parlamento

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Abbiamo deposto interrogazioni anche sui seguenti temi: prevenzione e trattamento dei disturbi alimentari, spiaggette privatizzate e abusi edilizi, dichiarazione del Ministro Gobbi sull’annessione di Campione d’Italia, la nuova griglia oraria liceale. Abbiamo preso posizione anche sui temi all’ordine del giorno, tra cui il primanostrismo nell’EOC con un’applicazione à la carte a beneficio dei datori di lavoro e del settore privato rispetto al pubblico, che non risulterebbe in nessun modo decisiva nel risolvere il problema del dumping salariale. Quest’ultima modifica della legge, approvata dal Gran Consiglio nella seduta del 24 giugno, rende un favore alle cliniche private, che possono agire sul mercato del lavoro con strumenti più concorrenziali e speculativi nei confronti delle strutture pubbliche. Non da ultimo anche le competenze potranno essere un atout che le cliniche private, più agili nelle assunzioni, attireranno a sé. Un tema ricorrente sono i sussidi alle fondazioni private che operano nel terzo settore (socialità), dove è evidente la cessione di compiti fondamentali e fondanti dello Stato, quali l’integrazione e l’assistenza delle persone con disabilità. Da anni lo stato ha smobilitato e delegato questi compiti, limitandosi a utilizzare indicatori di efficienza gestionale (non certo di qualità del lavoro educativo/terapeutico/riabilitativo) per valutarne l’operato. Gli unici servizi statali sono il CPE di Gerra Piano, il Servizio Medico Psicologico, e pochi altri centri diurni. Pur essendo esclusi dal lavoro commissionale, tranne per un posto ceduto dal Partito Socialista, oltre ai diversi atti parlamentari, si cerca di ampliare e stimolare il dibattito con colleghi/e di Gran Consiglio ad esempio sulle tematiche della scheda V7 discariche che prevede di utilizzare il comparto della Buzza di Biasca come discarica d’inerti per 10 anni. Si tratta di un’area di pregio naturalistico ed agricolo, che è già stata sacrificata per più di un decennio al deposito degli scavi di AlpTransit. Ora è bonificata e alla popolazione locale risulta impensabile che possa ripresentarsi l’eventualità di altri 10 anni di traffico pesante, polveri e rumore. Con una delegazione di Granconsiglieri/e della Valle di Blenio e Riviera abbiamo incontrato i funzionari del DT e abbiamo preparato una presa di posizione nei confronti della Commissione della pianificazione.

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Il Partito Comunista ha deciso di dedicare la propria tessera per l’anno 2020 alla compagna Gaby Antognini (1910-1988). Nata nel Gambarogno in una famiglia contadina, Gaby fu tra le fondatrici nel 1944 del nostro Partito. Solidale con i volontari antifascisti in Spagna, durante la Seconda Guerra Mondiale aiutò gli internati politici del campo di Gordola e nascose nella sua casa di Solduno (oggi sede del Partito) i partigiani dell’Ossola. Militante sindacale della FLMO (oggi UNIA) fu molto attiva per il diritto di voto femminile e nel 1971 fu la prima comunista ad essere eletta consigliera comunale oltre in assoluto la prima ad assumere tale carica a Locarno, dove fu fautrice della complementare comunale AVS. Nel 1975, eletta deputata in Gran Consiglio, vi rinunciò per disciplina di Partito. Attiva nell’Associazione Inquilini e nella Società Samaritani, nel 1981 venne insignita della medaglia “Henri Dunant”.

Rafforzate anche voi il Partito! Per aderire basta scrivere un’e-mail a: info@partitocomunista.ch




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