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Scopo del lavoro

Dipendenza fisica e psichica dalle droghe

Le sostanze psicoattive hanno potenti effetti di rinforzo appetitivo, che inducono facilmente il consumatore ad abusarne e/o a sviluppare la dipendenza. Si definisce dipendenza il fenomeno per il quale si instaura il bisogno, da parte del consumatore di assumere frequentemente una sostanza sia per il benessere che essa induce (dipendenza psichica) che per una serie di disturbi a livello somatico determinati dalla brusca interruzione della sua assunzione dopo un periodo di uso continuativo (dipendenza fisica). La dipendenza fisica caratterizza la maggior parte delle sostanze d’abuso, con l’unica eccezione degli allucinogeni. Tale dipendenza dipende dallo sviluppo di uno stato di adattamento dell’organismo alle condizioni determinate dalla presenza di una specifica sostanza con conseguente produzione di sintomi di natura opposta rispetto ai suoi effetti immediati, quando si verifica la carenza di questa sostanza. Tale forma di dipendenza scompare dopo un periodo di interruzione dell’abuso della sostanza. La dipendenza psichica sembra essere attribuibile a tutte le sostanze d’abuso. Tale dipendenza si basa sull’insorgenza di una forte motivazione all’assunzione periodica o continuativa della sostanza allo scopo di ottenerne gli effetti piacevoli o di sfuggire, grazie alla loro azione, le sensazioni di malessere che hanno spinto all’uso della sostanza stessa. La dipendenza psichica è da riferirsi a condizionamenti che coinvolgono sia gli aspetti biologici che quelli a carattere psicosociale e in genere dura molto più a lungo della prima. Molte ricadute che possono verificarsi anche anni dopo una disintossicazione sono dovute alla persistenza della dipendenza psichica. la dipendenza è una modalità inappropriata di utilizzo di una sostanza, che comporta un malessere o un disturbo clinico significativo, con: desiderio compulsivo di utilizzare la sostanza; difficoltà a controllarne l’uso; consumo di considerevole tempo in funzione della sostanza; riduzione o abbandono di importanti attività lavorative, sociali, a causa della sostanza; sviluppo della tolleranza; comparsa di crisi di astinenza. Il rapporto patologico con la sostanza psicoattiva dipende dalla interazione di tre fattori:

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l’individuo - la sostanza - l’ambiente.

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Scopo del lavoro

Se si va a ripercorrere l’evoluzione della cinematografia al riguardo, la maggior parte dei primi film sulla droga non erano trattamenti seri di nessuno aspetto del soggetto. Infatti, non descrivevano accuratamente l'effetto delle droghe e non distinguevano tra i diversi livelli di dipendenza che ciascuna avrebbe potuto creare, ma in particolare, i vari registi, o chi per loro, non si sono preoccupati di far riflettere l’opinione pubblica sui veri motivi che spingevano i giovani verso l’uso di tali sostanze. In realtà hanno cercato di attirare il pubblico con promesse di attività scandalose "mai rappresentate prima in un film" in modo da suscitare nel pubblico una curiosità crescente fino al termine del film. In realtà il regista di turno, voleva: dapprima offrire la visione di materiale provocatorio, ma allo stesso tempo risultare predicatorio e moralista. Pertanto, i film erano solitamente preceduti da terribili avvertimenti sul "malvagio flagello della droga" che stava colpendo la società, la quale "va protetta a tutti i costi", ecc. I personaggi che sceglievano di attraversare il confine rappresentato dalle droghe venivano sempre considerati dei rinnegati. La società americana ha sempre avuto un atteggiamento conflittuale nei confronti delle “sostanze che alterano l'umore”, caratterizzato da paura da un lato e curiosità dall'altro. In tempi diversi, un atteggiamento o l'altro - paura o curiosità - sembra predominare. Periodi di tolleranza e prospettive benigne sono seguiti da periodi di intolleranza e determinazione per "reprimere" il consumo di droga. La seconda metà del XIX secolo, è stato un periodo di tolleranza verso l'uso di droghe, ma è stato seguito dall'opinione che le droghe psicoattive fossero pericolose e il loro utilizzo dovesse essere controllato. Questa era più repressiva iniziò poco dopo alla fine del secolo e durò fino agli anni '40. Nel dopoguerra, in particolare negli anni '60 e '70, l'umore del pubblico è cambiato nuovamente. Gli atteggiamenti iniziarono a rilassarsi e l'utilizzo di droghe aumentò, raggiungendo il picco alla fine degli anni '70. A questo periodo relativamente permissivo ne è seguito un altro molto più repressivo, a partire dagli anni '80. Durante questi periodi di attacchi sull'uso di droghe, denigrazione del periodo precedente e più comprensivo e un revival di miti e stereotipi sulle droghe e sulle persone, si sviluppa il mito moderno specialmente grazie alla cronaca popolare, il

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primo meccanismo, con la stampa e i media radiotelevisivi che combinano direttamente storie di cronaca con resoconti sensazionalistici destinati a

comandare l'attenzione del lettore o dello spettatore. Il secondo, e più interessante, meccanismo è il modo in cui queste storie sono intrecciate in narrazioni dai fornitori di cultura popolare. Le Droghe rappresentano uno di questi temi controversi e ricchi anche per i registi, proprio perché possono essere allettanti, nonostante considerate illegali e talvolta spaventose. Purtroppo, nella maggior parte casi, i registi si sono abbandonati agli stereotipi e hanno perpetuato imprecisioni sulle cause e sui meccanismi alla base dell'uso e abuso di droghe. In tal modo, i film sulle droghe circa il loro uso ed abuso hanno contribuito direttamente a creare un'atmosfera di confusione e disinformazione.

Il progetto riportato nella presente tesi si inserisce e prosegue un programma di incontri iniziato nel gennaio 2018 intitolato “la droga nella cinematografia” (Appendice A), da un’idea del Prof. Vincenzo Tumiatti a cura del Dott. Romeo Salvi e Dott. Paolo Montanari, volto a sensibilizzare i giovani verso il problema socio culturale sanitario delle tossicodipendenze. Nel novembre 2021 lo stesso si è ampliato andando a inserirsi in un progetto analogo dal titolo “Se le conosci le eviti - La chimica delle droghe” (Appendice B) a cura del Dott. Salvi Romeo, Dott. Di Luca Flavio, Dott. Curina Giuseppe e Dott. Robin Vanzolini, progetto che è maturato in una serie di incontri rivolti agli studenti delle scuole superiori ed in particolare all’istituto “Benelli” di Pesaro, dove è stato introdotto l’argomento utilizzando una serie di videoclip della presente raccolta che è il core di questo progetto di tesi. Da questa serie di incontri con gli studenti a cui veniva chiesto di rispondere ad un breve questionario, i cui dati della rilevazione sono in Appendice D (325 soggetti coinvolti), si è potuto incentrare lo sviluppo di ulteriori video clip relativo agli stessi interessi degli studenti ampliando la corte delle pellicole e relativi principi attivi coinvolti.

Per ogni Molecola o sostanza ad uso Farmaceutico o Ricreativo, vengono descritte le proprietà Farmacocinetiche e Farmacodinamiche, integrando un Trailer iniziale della pellicola che vede la stessa molecola protagonista, antagonista,

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coprotagonista, personaggio secondario o alcune volte solo comparsa dell’intreccio narrativo. Parallelamente sono state prodotte schede descrittive relative alle pellicole coinvolte corredate da note di Farmacodinamica, Farmacocinetica, S.A.R. delle molecole e dello spettro di massa che risulta funzionale ad un suo rapido riconoscimento.

Questo lavoro vuole essere una prima collezione pilota di schede informative da ampliare in futuro per portare avanti questo progetto di sensibilizzazione presso i giovani al fine di renderli consapevoli del fenomeno della dipendenza da molecole psicoattive. Il supporto digitale allegato (DVD / flash memory) fa parte integrante di questo progetto di Tesi e contiene le clip video prodotte (raggiungibili anche attraverso i link in appendice E) nonché i risultati della rilevazione statistica.

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Cap 01

Roypnol – Roofis (flunitrazepam)

“Una notte da leoni”

Rohypnol – una notte da leoni

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