Soak In Rosspach Valley

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SOAK IN

PORTOBESENO viaggio tra fonti storiche e sorgenti web

Rosspach Valley di Mirko Piffer

Diario giornaliero

SOAK IN significa immergersi, penetrare

26 – 30 agosto 2017 Esplorazioni visive e sonore nella Valle del Rosspach / rio Cavallo

Residenza e progetto espositivo di Mirko Piffer Nell’ambito del Festival Portobeseno 2017 Scheda progetto: http://tiny.cc/SOAK-in


GIORNO ZERO

SOAK IN Rosspach Valley

Sto per partire per un’eplorazione visiva e sonora nella mirabile e quasi sconosciuta Valle del Rosspach in Trentino. Il viaggio inizierà dalla foce del rio Cavallo sull’Adige che ha sede a Calliano con l’obiettivo di risalire il rio fino alla sorgente a Costa di Folgaria, fermandomi nella valle per quattro o cinque giorni, alternando il riposo notturno tra la sede dell’associazione culturale Valle del Rosspach agli Stelderi di Folgaria e l’amaca nei boschi. È un progetto che mette in relazione la mia ricerca artistica e la curiosità esplorativa che mi accompagna da sempre.


GIORNO UNO

SOAK IN Rosspach Valley

Il tritone che mi accompagna nel viaggio ha perso 2 corna. Credo sia l’immagine perfetta per raccontare in sintesi il primo giorno di viaggio. Ho camminato il rio Cavallo dalla foce fino al mulino di Dietrobeseno nell’acqua per quasi tutto il percorso, eccezion fatta per un piccolo tratto dopo il ponte di Calliano dove madre natura ne ha preso pienamente il possesso facendo spuntare ortiche, rami con spine e altre piante di cui non conosco il nome. Arrivato al mulino alle 18, data l’ora ormai tarda, ho intrapreso un’impervia strada a tratti asfaltata, a tratti no, che mi ha portato fino a Ondertol, per poi arrivare agli Stelderi nella fantastica sede dell’altrettanto fantastica associazione culturale Valle del Rosspach dove mi sono fermato per la prima notte di quest’avventura. Partito alle la mattina dalla foce sull’Adige, dove al momento non sfocia niente perché il torrente muore un centinaio di metri prima, arrivo alla prima cascata dopo un percorso pianeggiante e con un pò di sorpresa incontro una trentina di persone d’ogni età che si rilassano chiacchierando, scattando selfie e mettendo i piedi in ammollo nel laghetto formato dalla cascata. Saranno le prime e ultime persone che incontrerò prima di arrivare al mulino. L’avventura ha inizio. Il primo tratto di valle si rivela subito duro, con tratti difficili da percorrere a piedi, considerato anche l’altro mio compagno di viaggio, uno zaino militare pesante 15 kg all’incirca. Il torrente scende attraverso rocce e natura florida, formando una quantità incalcolabile di cascate, cascatine, cascatelle e zone d’acqua dove è possibile far tuffi e bagni. È caldo, mi ci butto dentro. L’acqua è un collante, un elemento che amalgama, l’elemento che più di tutti gli altri può farci sentire veramente parte fisica di un paesaggio. Entrando in acqua entriamo in contatto intimo con un luogo, possiamo conoscerne gli aspetti, capire se è calmo oppure agitato, se è duro o morbido, se è accogliente da subito o se si fa desiderare e vuole essere conquistato. Dopo il primo giorno potrei azzardare che il Rosspach è decisamente un torrente che si fa desiderare. A tratti però ti abbraccia e ti fa sentire protetto. È un pò come un papà.


Più cammino e più la valle si stringe, fino a far sparire i sentieri che inizialmente costeggiano il rio. L’unica possibilità è camminarci dentro. Arrivo al tratto più difficile, dove l’acqua è profonda poco più di un metro e l’unico modo per schivarla è un passaggio sulla roccia che costeggia il rio. Devo mettere un piede in acqua per passare un pezzo di roccia sporgente, c’è un solo appiglio che non è sicuramente il miglior appiglio che ho visto nella mia vita, per il piede in acqua stessa cosa, un appoggio poco affidabile, ma è l’unica strada, non posso manco tornare indietro per spostare la macchina fotografica dal collo allo zaino ma sono fiducioso, vado! E scivolo, e la macchina fotografica va sott’acqua assieme al culo del mio zaino. L’agitazione per le condizioni della macchina mi provoca una scarica di adrenalina che mi fa aggrappare a qualcosa e saltare fuori dal torrente. Esco l’asciugamano dallo zaino e cerco di eliminare l’acqua dall’interno della macchina mentre invoco tutti i santi e gli dei che conosco, poi prego, ma non serve a niente, la sera scoprirò che non si accende più. Accettato il fatto riparto e incontro posti spettacolari, sempre ardui da percorrere, ma assolutamente spettacolari. Li fotografo con lo smartphone. Incontro un airone, pesci, scoiattoli, uccelli, formiche, farfalle, bozzoli di farfalle, ragni architetti, piante e fiori, scopro micromondi formati da rocce e micromondi formati da piante. Il paesaggio muta in maniera impressionante, ogni curva è una sorpresa, ogni tratto chiede un’interpretazione diversa dal tratto precedente. Credo di essermi innamorato.

Valle del Rosspach, 26 agosto 2017


GIORNO DUE SOAK IN Rosspach Valley

Mi sveglio agli Stelderi nella tarda mattinata, tempo di scrivere le memorie del giorno precedente, sistemarmi, aspettare che un amico mi porti la mia vecchia Nikon D90 che sostituirà la D7200 annegata ieri nel rio e riparto in direzione Mulino Nuovo, frazioncina tra Mezzomonte di Sopra e Guardia di Folgaria dove troverò Susanne, Branca con il suo cane e i suoi amici, pronti per partire verso l’esplorazione della valle.

Branca è un conoscitore della zona, mi racconta che da bambino veniva spesso con il nonno a lanciare i sassi da sopra le cascate, mentre Susanne è una professoressa, enologa, quasi hippie tedesca che ho conosciuto il giorno precedente agli Stelderi nel corso di un concertino ska. Entrambi abitano a Mulino Nuovo. Alla partenza si intraprende subito un sentiero erto che scende nel mezzo del bosco e ci porta al Rio Maus che tramite una cascata forma una vasca naturale dove Susanne si lancia a corpo nudo senza star lì a rifletterci troppo. La camminata prosegue e ci imbattiamo in sentieri stretti e ripidi che ci mettono alla prova, ma noi siamo coraggiosi e andiamo avanti, trovando altre cascate, posti da romanzi fantasy e muschi


verdissimi che hanno la morbidezza di un cuscino. Il giro dura un paio d’ore e si ritorna a Mulino Nuovo dove sarò ospite di Susanne per la cena e per la notte. La riflessione del giorno riguarda l’incredibile svolgersi dei fatti quando si parte per un viaggio senza precludersi nulla. Sono partito si per conoscere meglio la valle, ma principalmente per cercare un punto di contatto con la natura del posto, un percorso individuale e introspettivo; ed ora mi ritrovo ad essere ospite di Susanne che mai avrei pensato di incontrare in questo posto, e proprio questa persona tanto aperta e interessante verrà con me domani a perlustrare parti della valle, diventando soggetto dei miei scatti fotografici. I protagonisti ora sono due. La casualità dei fatti non esiste.

Valle del Rosspach, 27 agosto 2017


GIORNO TRE

SOAK IN Rosspach Valley

Ci si sveglia da Susanne a metà mattinata con il cielo nuvoloso, riguardiamo le foto del giorno prima e me ne vado agli Stelderi a scrivere il diario del giorno precedente. Sono già le 13 e il cielo non si decide a schiarirsi, anzi, da li a un’ora inizia a piovere e la mia giornata lavorativa non s’ha da fare. Ho ancora residui di trauma da macchina fotografica caduta in acqua e non voglio rischiare di veder morire anche l’altra; causa troppo dolore e gravi danni alla mia già povera economia. All’improvviso arriva Florian, amico artista che abita a Guardia di Folgaria, con la sua apecar hardcore “che se no te tiri zo el finestrim entant che te vai, te ghe mori dentro asfissià” che mi vuol portare a conoscere il posto dove ogni anno in inverno ha luogo La Grande Brasa, festa organizzata dagli abitanti delle frazioni che accendono un enorme fuoco attorno al quale si suona e si danza e si beve birra e si mangia. Ma ormai piove a dirotto e tiriamo dritti verso Serrada dove si fa la spesa. Nel mentre sale Davide con l’altra metà della cena e ci si ritrova agli Stelderi per una mangiata alla quale si aggiungono anche Susanne e i suoi amici Teresa e Tommaso. Si passa una bella serata tra cibo e bicchieri di vino che alzano il livello filosofico e goliardico dei discorsi, Florian mi racconta dell’energia travolgente che si percepisce ai Molini e ci si organizza per andare a far foto il giorno dopo con Susanne e amici. Ora siamo in 4, sperando che la pioggia domani non ci faccia compagnia.

Valle del Rosspach, 28 agosto 2017


GIORNO QUATTRO SOAK IN Rosspach Valley

La serata di ieri è finita stamattina tra chiacchiere e colpi di djambè a casa di Susanne. Mi sveglio alle 7 per andare agli Stelderi a scrivere il consueto diario e torno dalla mia amica per incontrare lei, Tommaso e Teresa per andare verso il rio dove faremo fotografie. Tommaso è un climber festaiolo con un fisico da Bronzo di Riace e Teresa è una bellissima ragazza di 22 anni lanciata alla scoperta del mondo. Entriamo nel Rio Cavallo sotto Mulino Nuovo, dove scopriamo altri posti spettacolari in cui ci tuffiamo, nuotiamo e cerchiamo entrare in contatto con l’ambiente provando a trasmetterlo poi tramite la fotografia. Un corpo nudo è il mezzo perfetto per tentare di stabilire questo legame e Susanne e Tommaso si prestano a diventare protagonisti dei miei lavori. Anche Teresa, pur rimanendo in costume, trova il suo spazio fotografico. L’atmosfera è carica, si percepisce l’amalgama tra la potenza del luogo e la presenza di noi quattro. Ci fermiamo un paio d’ore, quanto basta per essere soddisfatti, e ci spostiamo verso un pranzo a base di trote e vino bianco da Susanne, che per me in questi giorni è stata il punto d’appoggio che mi ha permesso di continuare con il mio progetto. Senza di lei sarebbe stata molto più dura! Alle 18 ci salutiamo definitivamente, domani ripartirò nella scalata verso Costa di Folgaria.

Valle del Rosspach, 29 agosto 2017


GIORNO CINQUE SOAK IN Rosspach Valley

Mi sveglio presto agli Stelderi ma la stanchezza dei giorni precedenti si fa sentire e il corpo mi impone altre due ore di sonno, dopo le quali mi preparo e parto verso mezzogiorno sistemando la casa che mi ha ospitato in questa avventura e salutandola con un pò di malinconia. Ricomincio la salita dai Forreri, frazione tra Mezzomonte di Sopra e Guardia di Folgaria, intraprendendo di nuovo la via del rio, ma trovo un ambiente ostile con una vegetazione fittissima che mi impedisce di proseguire e sono costretto a prendere la strada che arriva a Molini, altra frazione che pur essendo vicina ad altre frazioni sembra essere un posto isolato dal mondo. Lì incontro le due sole persone presenti nel posto, l’unica abitante stabile e l’unica abitante temporanea, che sale da Milano per passare le vacanze. Entrambe mi invitano a visitare la cascata del rio Maus e mi ammoniscono sul continuare a seguire il rio Cavallo per la pericolosità del percorso. Io, come sempre, quando qualcuno mi suggerisce di lasciar perdere per la difficoltà non ascolto e vado a vedere con i miei occhi. Ahimè stavolta facevo meglio a dar retta alla gente, la tratta è impraticabile e mi vedo costretto a deviare il cammino imboccando un sentiero in mezzo al bosco, arrivo a Folgaria alle sette dove una donna del posto mi dice che il Rio non inizia a Costa, ma un pò prima verso Folgaria. Stavolta mi fido, vista l’ora tarda non rischio l’avventura e mi avvio verso Carpeneda dove verranno a prendermi per tornare verso casa. L’impossibilità di percorrere il Rio mi ha obbligato a intraprendere sentieri boschivi che mi hanno portato a questo traguardo non calcolato alla partenza di stamattina, il posto in cui ho trascorso le estati della mia adolescenza, il posto che mi ha legato a questa valle e probabilmente l’unico posto al quale sono indissolubilmente connesso.

Valle del Rosspach, 30 agosto 2017


THE END

SOAK IN Rosspach Valley

Sono partito per esplorare la Valle del Rosspach nei dettagli a livello naturalistico, per cercare un rapporto intimo con il posto raccontandolo con la fotografia, e mi sono ritrovato a creare un legame non solo con la natura della valle ma anche con i suoi abitanti, che mi hanno accolto, ospitato e aiutato per darmi la possibilità di concludere il mio tragitto. È proprio l’incantesimo del viaggio, il mood che crea che ti permette di interagire facilmente con ciò che ti circonda, tutto avviene spontaneamente se si è ben disposti e aperti a vivere quello che succede. Questo modo d’essere mia ha consentito di scoprire molte più cose di quelle che mi ero prefissato alla partenza, conoscendo nuove persone e approfondendo il rapporto con persone che già conoscevo. Ero curioso di provare un’esperienza del genere nella valle vicino a casa e ciò che ne è uscito mi ha stupito. Un viaggio a 2 km da casa… assurdo! Ringrazio Portobeseno e Davide Ondertoller in particolare per aver accettato la sfida che gli ho proposto con questo progetto, l’associazione Valle del Rosspach che mi ha accolto e ospitato nella sede degli Stelderi durante la residenza, Susanne che mi ha accolto come un figlio (se lo legge s’incazza) e mi ha lasciato caricare le varie batterie delle attrezzature, mi ha cibato e dormito, Branca e Florian che mi hanno fatto conoscere posti e persone della valle, Teresa, Tommaso e di nuovo Susanne per essersi improvvisati soggetti fotografici, Radio Palinka per la serata ska “da arti che si staccano” al mio arrivo in residenza e le varie persone che ho incontrato nel cammino tra le quali si trova una sessantenne francese abitante in una casa nel bosco che voleva farmi uno scherzetto alle otto di sera mandandomi verso un dirupo ma ogni tanto non fidarsi fa bene e ho preso la strada opposta.

Mirko Piffer SOAK IN Rosspach Valley

SOAK IN significa immergersi, penetrare.

Besenello, 31 agosto 2017


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