"Pensare con le orecchie". A Portobeseno arriva un simposio internazionale (Tempo di lettura: 3 - 6 minuti)
Pubblicato: Giovedì, 04 December 2014 12:18 Scritto da Susanna_Caldonazzi
Davide Ondertoller, foto dal web di Filippo Bonadiman ilfatto24ore.it
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Davide è un appassionato. Non saprei come altro definirlo: è una persona di quelle che quando le senti parlare di ciò di cui si occupano, sono felici di raccontartelo, perché amano il loro progetto. Questa è l'impressione che provo ogni volta che mi trovo di fronte a Davide Ondertoller, ideatore di Portobeseno, un progetto “tra fonti sonore e sorgenti web”, che racchiude laboratori nelle scuole, animazione territoriale e un festival, nella splendida cornice di Castel Beseno. Il tema centrale di tutto questo è quel che viene definito il “paesaggio sonoro”, ossia tutto ciò che di acustico, di ascoltabile, ci circonda. Portobeseno è un progetto nato dalla creatività di Davide, ma condiviso con una professionista del multimediale: «Ho conosciuto Sara Maino nel 2005 e abbiamo iniziato da subito insieme un lavoro sulle fonti orali – mi racconta Davide quando gli chiedo un po' di storia –. Abbiamo fatto decine di interviste e da lì è iniziato un percorso di ascolto del territorio che poi, qualche anno fa, si è tramutato in registrazioni ambientali e poi in laboratori per le scuole». Per Davide, Portobeseno ha una sua propria identità e ne parla in terza persona, come se fosse altro da lui. E questo, a livello sonoro, per dirla come la direbbe Davide, mi sembra molto potente, perché se per chi conosce un po' questa realtà, Davide è Portobeseno o Davide ha Portobeseno, lui ci tiene molto a sottolinearne l'indipendenza, quasi come a parlare di un figlio, al quale si dà vita ma che non sarà mai una sovrapposizione dei genitori né tanto meno qualcosa che si possiede. «Portobeseno si interessa da anni di “paesaggio sonoro” – continua Davide –. Da subito abbiamo voluto raccogliere elementi dal territorio e farne rielaborazioni. E questo è anche quello che facciamo con i bambini...ci piace dire che insegniamo ai bimbi a pensare con le orecchie, a conoscere il territorio essenzialmente ascoltando». I laboratori con i bambini riempiono Davide e Sara di soddisfazione ma questa rappresenta solo una parte del lavoro di Portobeseno. A giugno, infatti, e nel 2015 per l'undicesima volta, va in scena il festival Portobeseno, un momento di incontro, una vetrina, e perchè no, una festa, a Castel Beseno, il castello che sorge sulla collina tra Besenello e Calliano e che nei giorni del festival viene vissuto appieno: «E' sempre un bel momento il festival – afferma Davide – mi sento un privilegiato a poter organizzare Portobeseno al castello e poterlo aprire alla comunità. Sono convinto che questo sia il modo giusto: Castel Beseno non va visto va vissuto». C'è tanto da scrivere, penso mentre lui parla, e mi rendo conto che di buone notizie in questa storia ne vedo molte. Quella per cui ho però contattato Davide inizialmente, lasciandomi poi appassionare dalla sua storia, ancora non l'ho citata ma è davvero una buona notizia: Portobeseno ospiterà, durante il festival del 2015, il settimo simposio internazionale del Forum Klanglandschaft, un incontro internazionale promosso dall'associazione europea FKL, che raccoglie studiosi, ricercatori, artisti di tutta Europa che si occupano appunto di paesaggio sonoro e spazi acustici: «Da un paio d'anni parlavamo di proporci per essere location del simposio – mi spiega Davide quando gli chiedo come è andata – alla fine ci abbiamo provato e siamo stati selezionati. Sono molto contento – continua – sarà un converted by Web2PDFConvert.com
bel momento di studio ma anche di intrattenimento: ci saranno conferenze ma anche concerti, installazioni, momenti d'ascolto con trekking nel paesaggio sonoro circostante al castello». Poi aggiunge: «Sono contento anche perché il tema che avevo proposto è stato accettato: si parlerà di identità, il titolo sarà proprio Soundscapes & Sound Identities. Il castello, nella sua storia, è sempre stato luogo di confine e questo territorio è luogo di confine. Parlare di identità, secondo me, è naturale. Ci sono anche identità sonore diverse, perché non ascoltarle?». Dal 22 al 24 maggio 2015 dunque Castel Beseno sarà abitato da ricercatori, artisti, musicisti da tutta Europa ma anche provenienti da oltre i confini continentali: «Sono esperienze preziose quelle di scambio con l'estero. Per noi non è la prima volta. Tempo fa, per esempio, abbiamo ospitato un'artista coreana ed era molto colpita dal fatto che da noi ogni paese, seppur piccolo, avesse un campanile e che ogni campana avesse un suo proprio suono: si è lasciata ispirare dai nostri campanili e ha realizzato un lavoro proprio sul suono delle campane...». Un mondo sensoriale diverso da quello quotidiano, quello che propone Portobeseno, abituati come siamo ad un bombardamento di immagini. Sono necessari un tempo più dilatato, una concentrazione forse più profonda: «Stiamo cercando di introdurre un altro tipo di cultura in luoghi come il castello – conclude Davide – E le persone si rendono conto di essere in un posto speciale. La vista è come pacificata e questo aiuta molto nell'ascolto. Siamo fortunati ad avere luoghi come Castel Beseno, dobbiamo viverli, non vederli». E provare a viverli in modo diverso, mi dico, forse significa proprio anche provare a “pensarli con le orecchie”. A Castel Beseno, la prossima volta, mi ricorderò più spesso di chiudere gli occhi e ascoltare. ilfatto24ore.it
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