2012_11_NOVEMBRE

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Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO VIII - N. 11 - Novembre 2012 - Costo singola copia € 2,50

PORTO diporto & IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ

Port&Shipping Tech 2012

also in english


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sommario / porto&diporto

Questa edizione sarà presente alla 4a edizione di Port&Shipping Tech 2012 - Genova 29/30 novembre 2012 Anno VIII - N°11 - Novembre 2012 Direttore responsabile Antonio De Cesare Direttore editoriale Maurizio De Cesare Hanno collaborato a questo numero: Cosimo Brudetti - Eduardo Cagnazzi Giacomo Canarsa - Fabrizio De Cesare Federica De Cesare - Michela Fanis Emma Fasciolo - Riccardo Fuochi Patrizia Lupi - Paola Martino Matteo Martinuzzi - Italo Merciati Sandro Minardo - Andrea Moizo Riccardo Russo - Stefania Vergani Traduzioni a cura di Angus Urquhart Amministrazione e abbonamenti Paola Martino amministrazione@portoediporto.it abbonamenti@portoediporto.it Costo abbonamento Italia € 30, estero € 90 esclusivamente con versamento su CCP n. 81627671 - AM editori srl Piazzale Immacolatella Vecchia 80133 Napoli Pubblicità e marketing marketing@portoediporto.it Listini e specifiche tecniche www.portoediporto.it Progetto e realizzazione grafica AM editori srl Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&diporto è proprietà di AM editori srl - Tel 081 6581974 Tel/Fax 081 5592332 redazione@portoediporto.it www.portoediporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 17 del 15 febbraio 2006 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

P&ST 4 - Port&ShippingTech 2012 6 - Green City Energy, il Circuito della Smart City ARMAMENTO 8 - Grimaldi lancia la linea Ravenna Brindisi - Catania 10 - Privatizzazione Tirrenia indagine infinita: ora tocca alle regionali 13 - Premuda una compagnia tricolore per la Sierra Leone SHIPPING 14 - Ambiente: nuovi sviluppi delle tecnologie Wärtsilä 16 - La ISS acquisisce la Palumbo Spa di Livorno CANTIERISTICA 18 - Network di eccellenza al centro del Mediterraneo CROCIERE 19 - Stagione crocieristica 2013 nel porto di Salerno 20 - MSC Crociere & Trieste uniti & vincenti INFRASTRUTTURE 22 - Trieste raddoppia le crociere nel 2013 23 - Senza progetti verificati le grandi opere non si fanno 24 - La rivoluzione verde dei porti 26 - Rilanciare la competitività del Sistema Paese 28 - Uir promuove i contatti tra le Pmi italiane e russe 30 - L’Interporto Vespucci si tinge di verde 32 - Civitavecchia grandi opere e politiche ambientali LOGISTICA 34 - Opportunità di sviluppo per la logistica in Cina DOSSIER 36 - Alta velocità, così muore il futuro ad Afragola TRASPORTI 39 - Volotea, in primavera low-cost da Napoli 40 - Tuvia in crescita, filiale a Trieste, ingresso in borsa elite

42 - Da Nord a Sud le imprese di bus privati uniscono l’Italia AZIENDE 43 - Eataly, sapori e saperi sui binari dell’alta velocità 44 - Pronto Mondo Imprese 45 - Diventare ambasciatrice del gusto italiano 46 - Certificazione di qualità per l’agroalimentare campano 47 - Ricerca e innovazione per l’eccellenza italiana SVILUPPO 49 - Come far conoscere il Porto alla Città NAUTICA 50 - Il Salone della discordia tra crisi e rilancio del settore 52 - Un gradito ritorno, l’America’s Cup a Napoli TURISMO 54 - Le potenzialità turistiche del Mezzogiorno 56 - Il patrimonio archeologico in mostra a Paestum 57 - Incoming di operatori economici dalla Bielorussia EUROPA 58 - Progetto ROSEE per aumentare la sicurezza sulle strade europee EVENTI 59 - NAVIgando LIBRI 60 - Atlante Archeologico dei mari italiani RICERCHE 62 - Gli avvistamenti di balene nel Tirreno centrale ENGLISH SUMMARY 63 - PORT&SHIPPING TECH 63 - GRIMALDI GROUP INTERNATIONAL JOURNALISM AWARD 63 - TIRRENIA PRIVATISATION MORE ENQUIRIES 64 - SALERNO’S CRUISE SEASON 2013 64 - LOGISTICS OPPORTUNITIES IN CHINA 64 - EATALY - A WAY OUT OF THE CRISIS


p&st / porto&diporto

Port&ShippingTech 2012

Innovazioni tecnologiche e sviluppo sostenibile in scena a Genova per la quarta edizione del forum

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E’

giunto ormai alla quarta edizione Port&ShippingTech, il forum internazionale dedicato all’innovazione tecnologica per lo sviluppo competitivo e sostenibile del sistema logistico portuale e dello shipping. In una veste che mantiene intatti i punti di forza del format e introduce elementi di novità, l’evento si svolgerà il 29 e 30 novembre prossimi a Genova, presso il Centro Congressi del Porto Antico. Dopo il positivo test del 2011, anche quest’anno il forum si svolgerà in concomitanza con Green City Energy Carlo Silva Presidente Click Utility ONtheSEA, appuntamento del circuito Green City Energy dedicato alla Smart City. Confermato inoltre l’efficace connubio di convegni, workshop e tavole rotonde, che vedranno protagonisti relatori qualificati provenienti dal mondo delle istituzioni, delle imprese e della ricerca, per offrire una visione a tutto tondo delle tematiche trattate. Ad arricchire la quarta edizione sarà inoltre presente un momento particolare dedicato alle aziende: il brokerage eventLEaN 2012, promosso da Unioncamere Liguria. Sarà un’occasione di incontro di profilo internazionale tra aziende preselezionate che lavorano nell’ambito della logistica sostenibile, dell’ICT applicato alla logistica, del Green Shipping e dei Green Ports, per promuovere e motivare relazioni commerciali, tecnologiche o collaborazioni. Per dare una visione complessiva delle ultime innovazioni e delle prospettive di crescita e sviluppo sostenibile del settore, si parlerà infatti di tecnologie ICT per lo sviluppo competitivo e sostenibile della logistica portuale, energie da fonti rinnovabili, modelli di gestione dei waterfront e utlizzo di gas naturale liquefatto per il trasporto marino. “Port&ShippingTech - spiega Carlo Silva, Presidente di ClickUtility e organizzatore dell’evento - è giunto ormai alla sua quarta edizione e va confermandosi come manifestazione di riferimento sul territorio nazionale per l’analisi e il confronto sulle tematiche più attuali riguardanti logistica e shipping. Anche quest’anno il forum offrirà quindi un punto di vista privilegiato sulle principali innovazioni e sfide del settore, grazie all’intervento di relatori qualificati e aziende all’avanguardia che consentiranno di analizzare e confrontare best practices e progetti innovativi”. Nello specifico il primo convegno, dal titolo Portiamo Sviluppo sarà dedicato ad analizzare i progetti, le tecnologie e le soluzioni ICT per lo sviluppo competitivo della logistica portuale. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con i Giovani Imprenditori di Confindustria Genova, si concentrerà quindi su esigenze e aspettative del settore, sia della domanda, sia delle compagnie di navigazione internazionale. Grande attenzione sarà inoltre rivolta al piano nazionale degli ITS e alle conseguenti possibili ricadute sullo sviluppo dei nuovi standard tecnologici e dei sistemi applicativi nel mondo della

portualità e della logistica. Si parlerà di sviluppo dello “sportello unico marittimo”, digitalizzazione e interoperabilità del sistema doganale portuale. Saranno inoltre messe a confronto le best practices nazionali ed internazionali. Occhi puntati anche sull’utilizzo di nuovi carburanti per aumentare l’efficienza energetica e ridurre l’inquinamento delle navi nel corso di Green Shipping Summit, appuntamento internazionale organizzato in collaborazione con Confitarma, Assoporti ed Ecba Project. Il convegno dedicherà un particolare focus alle opportunità offerte dal gas naturale liquefatto per il trasporto marino, per rispettare la normativa IMO. Il convegno affronterà quindi sia le questioni relative alla realizzazione della logistica necessaria per la distribuzione del GNL alle navi all’interno dei porti italiani, sia le opportunità e le problematiche riguardanti le nuove costruzioni navali. Green Shipping Summit sarà infatti anche l’occasione per fare il punto sulle principali innovazioni riguardanti l’efficienza energetica e ambientale delle navi, tematica alla quale sarà dedicata un’apposita sessione del convegno. Le energie intelligenti e rinnovabili saranno invece al centro del dibattito di Green Ports, convegno dedicato appunto alla tutela ambientale nei contesti marini e costieri, anche attraverso l’impiego di energie rinnovabili. Tra i temi affrontati dai relatori non mancheranno la fonte eolica nel rispetto del contesto urbano e storico e il ruolo degli operatori privati e delle Autorità Portuali nella promozione del fotovoltaico; verranno inoltre esaminate le fonti termiche innovative e rinnovabili a disposizione dei contesti portuali. Una particolare attenzione sarà infine dedicata alle leve finanziarie pubbliche e private utilizzabili per favorire lo sviluppo di queste fonti energetiche. Le principali case history nazionali ed internazionali e l’esperienza genovese saranno infine confrontate nel corso del convegno dedicato ai modelli di gestione dei waterfront urbano portuali, organizzato in collaborazione con l’Associazione RETE ela Porto Antico di Genova, in occasione del suo ventennale di attività. Dal confronto internazionale verranno delineati percorsi e obiettivi da raggiungere, anche attraverso l’analisi delle diverse funzioni che insistono sulle aree urbane, ex portuali e costiere e dei trend futuri di sviluppo del mercato di riferimento. Verranno inoltre analizzati sia il ruolo della Società di gestione d’area come attore partecipe del cambiamento urbano sia i piani e i programmi di sviluppo. Attenzione, infine, anche alle risorse reperibili, in termini di finanziamenti pubblici internazionali, nazionali e locali. Accanto a convegni, tavole rotonde e workshop specialistici, sarà inoltre allestita una speciale area espositiva. Come avvenuto nelle passate edizioni, in quest’ambito saranno presentati dalle aziende del settore vari progetti innovativi realizzati per lo sviluppo sia del sistema portuale sia dello shipping. Port&ShippingTech è organizzato da ClickUtility Network in collaborazione con Autorità Portuale di Genova, Regione Liguria, Provincia, Comune e Camera di Commercio di Genova. RedMar

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p&st / porto&diporto

Green City Energy il Circuito della Smart City

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reen City Energy ONtheSEA, in programma a Genova il 29 e 30 novembre prossimi, sarà l’evento conclusivo del Circuito Green City Energy 2012 che culminerà infatti con la due giorni in programma nel capoluogo ligure, dopo i successi di Pisa, Torino e Bari. Green City Energy nasce come percorso articolato in una serie di Forum nelle città italiane che si sono candidate all’obiettivo Smart City, ovvero che si mettono in gioco per raggiungere l’ambizioso traguardo della città intelligente, organizzando le proprie priorità e risorse nel rispetto degli obiettivi del 20-20-20. Carlo Silva, Presidente di ClickUtility

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e ideatore del circuito lo presenta così: “Green City Energy è un percorso costituito da quattro manifestazioni con sede a Pisa, Torino, Bari e Genova, città in prima linea sui nuovi progetti all’avanguardia nell’ambito dello sviluppo urbano sostenibile e competitivo, che si sono poste l’obiettivo di trasformarsi in vere e proprie smart cities. Ogni appuntamento del circuito si declina quindi secondo le specificità e gli interessi del territorio, ma mantiene il comune fil rouge dato dalle tematiche principali ovvero produzione di energia rinnovabile in ambito urbano e portuale, progetti di risparmio ed efficienza energetica, intelligent building, smart grid e sviluppo di green ports”.

Nel 2012 si sono rinnovati dunque gli appuntamenti con Green City Energy Pisa, giunta alla terza edizione e con il Forum ITN Conference and Expò a Torino. In attesa della seconda edizione dell’evento genovese, Green City Energy ONtheSEA, la new entry è stata intanto rappresentata da Bari. Il capoluogo pugliese ha ospitato infatti, il 12 e 13 novembre scorso, la prima edizione di Green City Energy MED. Come accade per ognuno degli appuntamenti del circuito, le tematiche forti che legano gli eventi, ovvero energie rinnovabili nella città e nel porto, edilizia intelligente e mobilità sostenibile, sono state declinate in modo da rispecchiare le sfide e gli obiettivi del-


la città ospitante il forum. Non a caso l’evento barese ha posto l’accento sulle sfide che attendono la Smart City in area mediterranea, diventando occasione ideale di confronto tra le principali case history. Accanto ad una prima sessione di confronto sulle politiche e i piani di sviluppo della Smart City in area mediterranea, la due giorni ha focalizzato poi l’attenzione su sviluppo dei green ports nel mediterraneo, sulla mobilità sostenibile e la green logistics, su intelligent building e produzione di energia rinnovabile. Smart City, Smart Mobility e Open Government sono stati invece i temi chiave di ITN Conference and Expò, svoltosi a Torino il 27 e 28 settembre scorso. In particolare, i due focus Infrastructura e Telemobility hanno approfondito, rispettivamente, i temi delle infrastrutture digitali e degli open data e le soluzioni per la smart mobility, tasselli fondamentali per la costruzione delle città intelligenti. Non solo, l’evento è stato infatti arricchito dal Brokerage event organizzato dalla Camera di commercio di Torino nell’ambito della rete Enterprise Europe Network – ALPS. La partecipazione ha confermato l’interesse delle aziende ad incontri tecnologici con imprese, università e centri di ricerca provenienti da tutta Europa ed impegnati nello sviluppo sia di tecnologie e soluzioni per la smart mobility, sia di nuove soluzioni per le infrastrutture digitali delle future smart city. Per Green City Energy Pisa si trattava invece del terzo appuntamento, dopo il debutto nel 2010 come prima tappa in assoluto del circuito. La città toscana ha colto l’opportunità rappresentata dal Forum per fare il punto sulle best practices nazionali in tema Smart City, con una particolare attenzione alle tematiche dell’energia rinnovabile e della mobilità sostenibile. Se, da un lato, la due giorni è stata l’occa-

sione per illustrare e far conoscere le ultime innovazioni in fatto di mobilità elettrica e a idrogeno, con un’esposizione ad hoc di veicoli di ultima generazione, Pisa ha scelto Green City Energy anche per aggiungere un nuovo tassello al campo fotovoltaico Sol Maggiore, di Toscana Energia Green a Navicelli. E’ stato inaugurato infatti, proprio nel corso del forum, il nuovo dispositivo da 1 MW da installare nel campo fotovoltaico per regolare la potenza di scambio tra la rete Enel e il campo stesso. Adesso l’attenzione è focalizzata sull’appuntamento conclusivo del circuito, ovvero l’evento genovese di Green City Energy ONtheSEA. Il Forum è in programma il 29 e 30 novembre prossimi e si svolgerà presso il Centro Congressi del Porto Antico di Genova, rinnovando, per il secondo anno, la concomitanza con Port&ShippingTech, forum internazionale dedicato alle innovazioni tecnologiche e allo sviluppo

sostenibile del sistema logistico portuale e dello shipping. Una città di mare e di porto come Genova non può infatti prescindere, nel raggiungimento dell’obiettivo Smart City, dall’adozione di tecnologie sostenibili ed energie rinnovabili nelle proprie aree portuali. Un apposito convegno sarà quindi dedicato ai Green Ports e all’energia prodotta da fonti rinnovabili, mentre, in collaborazione con l’Associazione RETE e la Porto Antico Spa, si svolgerà il convegno relativo ai modelli di sviluppo dei waterfront urbano - portuali. Occhi puntati, inoltre, su Intelligent Building ed Edilizia sostenibile e, peculiarità dell’edizione 2012, sul ruolo delle Regioni per il raggiungimento dell’obiettivo del 20-20-20. Il convegno di apertura sarà infatti dedicato proprio ai progetti e alle azioni messe in campo dalle regioni italiane per rispettare la direttiva europea di riduzione delle emissioni. Tutti gli appuntamenti del circuito Green City Energy si avvalgono di relatori esperti e qualificati, opinion leader ed addetti ai lavori che si confrontano per mantenere viva la circolazione di idee e lo scambio di buone pratiche, requisiti fondamentali per il processo di sviluppo verso l’obiettivo Smart City. Anche Green City Energy ONtheSEA, così come accaduto per i forum già svolti, vedrà quindi la partecipazione di esponenti delle istituzioni, delle principali aziende del settore, del mondo dell’Università e della ricerca. Riproponendo un format diventato ormai di successo i relatori si confronteranno sia nell’ambito di occasioni più istituzionali come le sessioni principali dei convegni, sia nel corso di tavole rotonde e workshop specialistici. Cosimo Brudetti

Green City Energy: una formula di successo

Quattro città italiane, altrettanti forum tematici dedicati allo sviluppo della città intelligente: il format proposto dal Circuito Green City Energy funziona e i numeri lo dimostrano. A pochi giorni dallo svolgimento di Green City Energy ONtheSEA, in programma a Genova il 29 e 30 novembre prossimi, le prime tre tappe del circuito si sono già affermate come appuntamenti leader del settore. Il 2012 ha visto infatti il debutto di Bari, con Green City Energy Med, tenutasi il 12 e 13 novembre nel capoluogo pugliese, e le attese riconferme di Torino e Pisa. Grande successo infatti per Green City Energy Pisa (5-6 luglio) e per il Forum ITN Conference and Expò (Torino, 27-28 settembre), primi due appuntamenti del circuito. Il Forum ITN Conference and Expò ha coinvolto quest’anno oltre 2.000 operatori professionali e più di 600 aziende del settore. 153 i relatori presenti per un evento che si è confermato di livello europeo e in grado di offrire una visione completa sul tema Smart City. Grande riconferma anche per la terza edizione di Green City Energy Pisa. Anche in questo caso le oltre 500 presenze a convegni e workshop e i 100 relatori coinvolti hanno portato ancora una volta la città toscana alla ribalta nazionale nel panorama delle nuove energie per lo sviluppo della Smart City.

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Porto di Ravenna

armamento / porto&diporto

Grimaldi lancia la linea Ravenna - Brindisi - Catania Quinta edizione del Premio Giornalistico Internazionale bandito dalla rivista Grimaldi Magazine Mare Nostrum

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l Gruppo armatoriale Grimaldi rafforza la propria presenza in Adriatico annunciando il lancio di un innovativo collegamento marittimo dedicato al trasporto di rotabili tra i porti di Ravenna, Brindisi e Catania. A servire la nuova linea saranno le due navi di ultima generazione “Eurocargo Catania” e “Eurocargo Brindisi”, recentemente entrate a far parte della flotta Grimaldi. Costruite nel cantiere danese Odense rispettivamente nel 2011 e 2012, sono tra le navi più altamente performanti impiegate nel Mediterraneo, perché combinano bassi consumi di carburante con elevata capacità di carico. Le due navi hanno, infatti, una capacità di carico di circa 240 semirimorchi ciascuna. La nuova autostrada del mare avrà frequenza trisettimanale: le partenze da Ravenna avverranno il martedì, il giovedì e il sabato alle ore 18.00 con

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arrivo a Brindisi il mercoledì alle 15.00, il venerdì alle 11.00 e la domenica alle 15.00. Da Brindisi le due navi partiranno verso Catania il mercoledì alle 17.00, il venerdì alle 13.00 e la domenica alle 17.00 con arrivo nello scalo siciliano il giovedì, il sabato ed il lunedì alle ore 09.00. “Questa autostrada del mare rappresenta una novità assoluta, introducendo il primo collegamento diretto tra la Sicilia e la Puglia, oltre che tra l’Alto ed il Basso Adriatico”, ha dichiarato Emanuele Grimaldi, Amministratore Delegato del Gruppo. “La qualità, la frequenza del servizio e il tonnellaggio impiegato sono la chiave di successo di questa autostrada del mare sulla dorsale adriatica, che contribuirà a ridurre la congestione stradale, l’inquinamento atmosferico e acustico, trasportando qualsiasi tipo di rotabile”, conclude Emanuele Grimaldi.

Attraverso Catania e Brindisi, inoltre, i trasportatori potranno usufruire in trasbordo degli altri servizi regolari del Gruppo Grimaldi verso la Grecia, i Balcani, Malta e la Libia. Infatti, attualmente il Gruppo partenopeo offre partenze giornaliere da Brindisi per Igoumenitsa e Patrasso nonché partenze quattro volte alla settimana da Catania per Malta e settimanali per la Libia (Tripoli, Al Khoms). Intanto si è conclusa la quinta edizione del Premio Giornalistico Internazionale bandito dalla rivista Grimaldi Magazine Mare Nostrum e i cinque vincitori sono stati premiati a Napoli lo scorso 18 novembre. La Giuria del Concorso, presieduta dal regista e scrittore Folco Quilici e composta da eminenti personalità del mondo della cultura e del giornalismo, si è riunita lo scorso 15 ottobre a Napoli presso la Fondazione Mediterraneo ed ha decre-


tato i cinque vincitori ai quali andrà il premio di 10.000 euro ciascuno, per un montepremi totale di 50.000 euro. Dopo un’attenta valutazione dei numerosi elaborati pervenuti, la Giuria internazionale ha assegnato i cinque premi a: Giovanni Russo per l’articolo “La rivoluzione delle autostrade del mare”, pubblicato sulla rivista “Costruttori romani”; a Domenico Barbati per l’articolo “Il business delle autostrade del mare”, pubblicato sul quotidiano “Il Mattino”, edizione della città di Salerno; a Carlos Solito per la mostra fotografica “SUD - Sguardi Uomini Donne” esposta presso il Museo Diocesano della città di Taranto in occasione della rassegna FOTOARTE 2012; a Spyridon Roussos per l’articolo “The Italian bet”, pubblicato sulla rivista greca “Efoplistis”; infine a Ridha Maamri per l’articolo “Passer à la vitesse de croisière”, pubblicato sul quotidiano tunisino «La presse de Tunisie ». I cinque vincitori sono stati premiati a Napoli durante la cerimonia di chiusura del Premio, organizzata presso l’Hotel Renaissance Mediterraneo. Il Premio Giornalistico Internazionale Mare Nostrum Awards, giunto quest’anno alla sua quinta edizione, si propone di valorizzare i vantaggi delle Autostrade del Mare, che costituiscono una valida

alternativa ad altre modalità di trasporto, in particolare quella terrestre. Le Autostrade del Mare per merci e passeggeri sono inoltre uno straordinario strumento di coesione sociale ed economica per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Al Concorso sono ammessi servizi giornalistici, documentari, servizi televisivi e radiofonici, reportage fotografici e inchieste presentate da autori residenti in Italia, Spagna, Grecia, Tunisia e Marocco. Gli elaborati, realizzati in lingua

italiana, francese, spagnola, catalana o greca, devono essere diffusi attraverso stampa quotidiana e periodica nazionale, stampa specializzata nel turismo o nell’autotrasporto, agenzie di stampa, emittenti radiofoniche e televisive nazionali e locali, riviste di fotografia e mostre fotografiche. La prossima edizione del Premio si svilupperà tra il 20 novembre 2012 e il 10 luglio 2013. Stefania Vergani

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armamento / porto&diporto

Privatizzazione Tirrenia indagine infinita: ora tocca alle regionali

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a Commissione Europea è tornata a testa bassa sulla privatizzazione del gruppo Tirrenia. A inizio novembre, infatti, la DG Competition ha notificato l’ampliamento dell’indagine avviata poco più di un anno fa, incentrata sulla proroga dei contratti di servizio pubblico oltre la fine del 2008 e sulla rispondenza della privatizzazione ai requisiti richiesti dalla normativa europea. La Commissione, “che dopo l’avvio dell’indagine ha ricevuto ulteriori denunce, si è soffermata finora sul periodo 2009-2011. Ora deve verificare se le compensazioni concesse dal gennaio 2012 fino al completamento della privatizzazione delle società siano conformi alle norme UE in materia di servizi di interesse economico generale”. Nel mirino anche la Convenzione firmata dal Ministero e CIN (e ad oggi mai resa pubblica, salvo per l’ammontare

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complessivo dei finanziamenti, circa 72 milioni di euro l’anno) per l’organizzazione e la sovvenzione dei servizi di continuità territoriale e le convenzioni riconosciute agli acquirenti delle ex compagnie regionali, due delle quali già passate di mano (Toremar a Moby e Siremar a Compagnia delle Isole): “La Commissione valuterà altresì se le nuove compensazioni per gli obblighi di servizio pubblico concesse dall’Italia agli acquirenti delle società siano conformi a tali norme”. Oltre che sulle proroghe degli aiuti di Stato, Bruxelles ha puntato il dito sui due casi particolari di Saremar e Siremar: “La Commissione indagherà anche sulle misure adottate dalle autorità regionali sarde a favore di Saremar dopo il trasferimento della partecipazione azionaria di Saremar da Tirrenia alla Regione Sardegna. La Commissione valuterà altresì se una controgaranzia

che sarebbe stata prestata dalla regione Sicilia abbia conferito un indebito vantaggio all’acquirente di Siremar”. Il riferimento, nel primo caso, è presumibilmente agli svariati milioni di euro (circa 7 solo per il 2011, come certificato dal bilancio da poco depositato) con cui la Sardegna, a vario titolo, ha finanziato l’attività di Saremar nei collegamenti col continente durante le estati 2011 e 2012, mentre nel secondo caso è alla battaglia giudiziario - amministrativa seguita all’assegnazione di Siremar a Compagnia delle Isole, società controllata peraltro dalla stessa Regione Siciliana. Contro questa assegnazione aveva presentato ricorso la SNS - Società Navigazione Siciliana (joint venture paritetica fra Ustica Lines e Caronte&Tourist), basandosi su una fideiussione di controgaranzia prestata dalla Regione a Unicredit, a sua volta garante di Com-


pagnia delle Isole. Dopo un verdetto del TAR favorevole al ricorso e il ribaltamento del Consiglio di Stato che ha validato l’assegnazione iniziale a Compagnia delle Isole, anche la Commissione Europea ha quindi deciso di esaminare il caso. Infine, sempre in tema di compagnie regionali, “La Commissione teme che determinate condizioni a cui le autorità regionali hanno assoggettato la privatizzazione delle imprese abbiano limitato il numero dei partecipanti alla gara d’appalto e appurerà inoltre se Tirrenia sia stata venduta a CIN ad un prezzo (380 milioni di euro, stabilito dall’advisor indipendente Banca Profilo, nda) inferiore al valore di mercato”. Ettore Morace, amministratore delegato di CIN, si è detto “non preoccupato, perché, riguardo al passaggio di Tirrenia a CIN l’iniziativa della Commissione non comporta novità rilevanti rispetto a quanto già si sapeva, mentre è importante che le autorità europee abbiano cominciato ad interessarsi all’affaire Saremar”.

Iniziate le dismissioni di CIN Nel frattempo è iniziato il programma di dismissione delle unità ‘ereditate’ dalla precedente gestione Tirrenia che CIN non ritiene utili per la propria attività. Dapprima è stata la volta del

traghetto Flaminia, uno degli 8 ro-pax che costituiscono l’ormai datata serie delle ‘strade romane’, che è stato venduto a demolitori indiani. La nave, costruita nel 1981 da Fincantieri, negli stabilimenti di Castellammare di Stabia, è (mentre scriviamo la demolizione non risulta ancora avvenuta) lunga 148 metri, ha una stazza di 12.500 tonnellate lorde ed è in grado di trasportare circa 2.000 passeggeri e 610 auto. In seguito è toccato al traghetto Toscana, costruito nel 1994, lunga 166 metri e capace di trasportare 600 passeggeri e 135 trailer (1.700 metri lineari di garage). Quest’unità però è stata comprata per essere ancora utilizzata, come confermato dall’acquirente, l’armatore anconetano Alberto Rossi, titolare della compagnia Adria Ferries: “Serviamo Durazzo già dal centro (Ancona) e dal Sud (Bari) Italia, ora vogliamo completare il network con una linea dal Nord Adriatico. L’idea è quella di scalare Trieste, ma potremmo anche scegliere un altro porto. Comunque abbiamo già scelto la nave e l’abbiamo già acquisita, sebbene non ancora ritirata. Dovremo effettuarvi alcuni lavori: a questo proposito abbiamo organizzato un tender fra diversi cantieri”. Ha appena effettuato invece una serie di lavori preliminari alla vendita presso i cantieri Palumbo di Messina la terza unità ceduta da CIN: “Nei giorni scorsi abbiamo perfezionato la cessione del Lazio ad una società facente capo all’armatore Giovanni Visentini. La ven-

Ettore Morace AD CIN Compagnia Italiana Navigazione dita, della quale non posso svelare gli estremi, era prevista, essendo la nave una delle cinque considerate in esubero e destinate ad essere sostituite dalle tre che abbiamo noleggiato (Amsicora, Bonaria e, pare, Moby Tommy, nda)” ha rivelato Morace. Il ro-pax fu commissionato da Tirrenia a Fincantieri, che lo consegnò nel 1994. La nave, lunga 150 metri, può trasportare un centinaio di passeggeri ed è dotata di oltre 1.800 metri lineari di garage. Visentini non ha per il momento chiarito quale sarà il nuovo impiego della nave. Andrea Moizo

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armamento / porto&diporto

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prodromi dello ‘sbarco’ di Premuda in Sierra Leone risalgono al maggio 2011, ma è all’inizio di novembre di quest’anno che si è concretizzata l’operazione che porterà la compagnia armatoriale genovese, controllata dalle famiglie Rosina e Jacorossi, da Generali e Duferco e quotata in Borsa a Milano, a giocare un ruolo da protagonista nello shipping del paese dell’Africa occidentale. La compagnia statale Sierra Leone National Shipping Company (SLNSC) e Four Handy (FHL), controllata del gruppo Premuda con sede a Londra, hanno infatti costituito insieme una nuova società, Sierra Leone National Carrier (SLNC). A latere il parlamento locale ha ratificato e trasformato in legge il Sierra Leone National Carrier Act, un provvedimento che assicura a SLNC il diritto di trasportare il 40% di tutti i carichi, siano essi merci unitizza-

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te, rinfuse solide o rinfuse liquide, che vengono esportati da o importati nella Repubblica della Sierra Leone. Inoltre SLNC avrà il diritto di partecipare a sua discrezione, con una quota del 40%, nella fornitura, gestione e proprietà di qualsiasi FPSO e FSO che venisse utilizzata per lo sfruttamento dei giacimenti del paese. Condizioni che permetteranno evidentemente alla newco di esercitare un peso determinante nell’ingente volume di merci alla rinfusa e commodities di ogni natura (minerali, petrolio, gas etc.) attesi in esportazione nei prossimi anni dal paese centro-africano, in fase di sviluppo dopo la guerra civile che lo ha insanguinato per anni. Secondo stime rilasciate dalla stessa Premuda, infatti, dalla Sierra Leone usciranno, entro il 2017, tra 50 e 60 milioni di tonnellate annue di minerali di ferro (estratti da grandi multinaziona-

li già attive nelle miniere di Tonkolili e Marampa, quali African Minerals, London Mining e Cape Lambert), tra 10 e 15 milioni di tonnellate annue di bauxite (movimentate da SLEMCO, Vimetco e Rusal) e circa 400 mila tonnellate annue di rutile e altri minerali rari. L’accordo, alla cui finalizzazione la società genovese ha, come detto, lavorato da inizio 2011, è stato sostenuto da tutte le parti interessate, tra cui il Ministero dei Trasporti e dell’Aviazione, l’Ufficio del Procuratore Generale, la National Commission for Privatisation (NCP) e da altri organismi del governo della Sierra Leone, mentre la società inglese Titron Channel Ltd di Mark Avery ha agito in qualità di consulente indipendente per garantire la positiva conclusione della transazione. SLNC, partecipata al 49% da FHL e al 51% da SLNSC, avrà il proprio quartier generale a Freetown, capitale


Premuda una compagnia tricolore per la Sierra Leone società. Il CEO di SLNC sarà Stefano Rosina, Amministratore Delegato del Gruppo Premuda, mentre il Presidente sarà un rappresentante del Governo, probabilmente l’attuale super-ministro Zainab Bangura, autentico braccio destro del Presidente della Repubblica, Ernest Bai Koroma. Grazie a questo importante contratto e ai suoi sviluppi naturali – la società dapprima prenderà a noleggio delle navi capesize per effettuare il trasporto del materiale arrivato dalle miniere alla baia portuale di Pepel, posta su un estuario fluviale dove viene effettuato il transhipment, mentre in futuro si è già prospettato di utilizzare proprie navi dedicate – la Sierra Leone, che fino ad ora non ha beneficiato del trasporto delle proprie vaste riserve di risorse naturali, ambisce a vederne i primi frutti. Nei giorni a cavallo dell’ufficializzazione dell’operazione il titolo della compagnia ha registrato movimentazioni record sul listino di Milano e un rialzo considerevole del titolo (arrivato da 0,23 euro a 0,32 euro per attestar-

Koroma Bai (presidente Sierra Leone) a bordo della Four Nabucco della Sierra Leone, dove si prevede di assumere una decina di addetti, e uffici commerciali presso la FHL a Londra, vera centralina strategica della nuova

si, mentre scriviamo, a 0,26), sebbene da inizio anno il calo fosse stato significativo (il 2011 si era chiuso a quota 0,56 euro). I primi sei mesi dell’anno,

Stefano Rosina del resto, non resteranno negli annali della compagnia, come spiega la Relazione Finanziaria Semestrale approvata a fine agosto. “In un contesto di mercato contrassegnato da una offerta di tonnellaggio largamente eccedente la domanda e quindi da rate di nolo conseguentemente depresse, che hanno fortemente penalizzato tutti gli operatori del settore marittimo, il risultato consolidato del primo semestre 2012 registra una perdita di 6,6 milioni di euro, a fronte del risultato negativo di 0,8 milioni realizzato nel primo semestre 2011”. Numeri che alla fine dei primi sei mesi dell’anno avevano comportato previsioni caute se non pessimistiche: “Il terzo trimestre è iniziato con valori dei noli in calo sia per i carichi liquidi che per i carichi secchi. In quest’ultimo comparto, peraltro, il calo risulta meno accentuato per le tipologie di naviglio di nostro diretto interesse. Per il prosieguo dell’esercizio non vi sono al momento elementi che possano far pensare ad una inversione di tendenza”. Chissà che questi elementi non siano già intravedibili nell’accordo in Sierra Leone? Andrea Moizo

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shipping / porto&diporto

Ambiente: nuovi sviluppi delle tecnologie Wärtsilä I

temi dell’apparato propulsivo della nave, della propulsione a gas e delle emissioni dei gas di scarico nell’atmosfera sono di attualità e vengono dibattuti tutti i giorni negli ambienti dello shipping mondiale. Anche Wartsila fornisce il suo contributo a questa evoluzione tecnologica ed ha dibattuto tutti e tre questi temi durante il seminario annuale che quest’anno si è tenuto a Napoli. Stefano de Marco, General Manager Sales, così ha spiegato a Porto&diporto l’impegno Wartsila: “Porteremo all’attenzione del mercato la presentazione di un nuovo motore a due tempi, mentre particolare aspettativa poniamo nei motori a doppia alimentazione e nelle possibili applicazioni della propulsione a gas. Durante il seminario di Napoli abbiamo anche discusso delle filosofie che applichiamo per l’abbattimento delle emissioni degli ossidi di zolfo e di azoto e del trattamento delle acque di zavorra con i sistemi a elettroclorinazione e Ultra Violetti. Wartsila si occupa sempre più ampiamente non solo di produzione di prime mover per il mercato navale ed industriale ma si propone come global solution provider partendo dal disegno nave fino a pacchetti completi dalla propulsione nave all’automazione passando per il controllo della navigazione e ovviamente all’assistenza post vendita con varie soluzioni. Wartsila – ha

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spiegato ancora de Marco - viene visto oggi come leader indiscusso per la produzione di motori dual fuel. La nostra produzione va da potenze di un megawatt fino a 18 megawatt e vanta la reference list più ampia sul mercato avendo a livello globale circa 180 istallazioni marine e una cinquantina di istallazioni terrestri: di queste circa 60 sono istallazioni su gas carrier e 20 istallazioni su piattaforme off shore. Per le istallazioni terrestri possiamo dire che tutte sono state effettuate dove l’impatto ambientale è visto come un fattore determinate per la scelta del tipo di prime mover per la produzione di energia elettrica”. Nel corso della manifestazione di Napoli sono intervenuti Rudolf Wettstein, Application Development, Director, che ha parlato del motore a due tempi di nuova generazione a corsa extra lunga (“X”), Petter Bodman, Application Development, Manager (motori a doppia alimentazione), Jan Fredrik Gulbrandsen, Sales Manager (abbattimento emissioni) e Lars Bo Kirkegaard, General Manager Sales (trattamento acque di zavorra).

Wärtsilä dual-fuel I motori dual-fuel Wärtsilä sono unici perché hanno due sistemi di iniezione diversi. Un sistema micro iniezione pilota inietta una piccola quantità di combustibile liquido quando il motore funziona in modalità gas. Il sistema micro

pilota è di tipo common rail, che consente quantità di iniezione molto piccole. Questo rende possibile soddisfare normative di emissione molto severe, che sarebbe impossibile su un sistema di iniezione normale. Un sistema di iniezione convenzionale è utilizzato quando il motore viene fatto girare con combustibile liquido come olio combustibile pesante o gasolio. Flessibilità combustibile ed alta efficienza sono i vantaggi principali della tecnologia dual-fuel. Due modelli di motore sono disponibili in questo momento, il Wärtsilä 34DF e il Wärtsilä 50DF. Quest’ultimo ha mostrato un rendimento superiore al 48%, che è probabilmente un record in questo momento, mentre per quanto riguarda l’affidabilità i primi motori sono ormai in funzione da quasi 70.000 h. Il concetto è stato inizialmente sviluppato per il mercato offshore, dove è stato applicato con successo in un gran numero di unità. Tuttavia, questi motori sono stati utilizzati in numerosi impianti grazie alla flessibilità del combustibile. Nel gas-diesel il gas viene iniettato secondo un processo diesel ad alta pressione. Una piccola quantità di combustibile liquido è iniettato quando il motore funziona in modalità gas. Un gas-diesel può funzionare con gas con iniezione pilota e anche combustibili liquidi quali gasolio, olio combustibile pesante o greggio. Le motorizzazioni


Wärtsilä a gas-diesel sono il Wärtsilä 32GD e Wärtsilä 46GD.

Nuovo motore a due tempi Wärtsilä, produttore leader del settore navale, ha testato con successo il suo nuovo motore lento con la tecnologia dei motori a dual fuel, in studi condotti presso le strutture della società a Trieste. Le prove sono state effettuate lo scorso settembre in concomitanza con la Conferenza Wärtsilä Licenziatari di Trieste. Wärtsilä ha dimostrato con successo che il funzionamento del motore è pienamente conforme alle prossime direttive IMO Tier III sui limiti di ossido di azoto (NOx), creando quindi un nuovo punto di riferimento per motori a bassa velocità alimentati a gas. Il nuovo motore RTX5 fa parte del programma Wärtsilä 2 tempi a doppia alimentazione per lo sviluppo della tecnologia del motore a gas. Si tratta di un impegno importante della strategia aziendale per ridurre le emissioni, aumentare l’efficienza e sviluppare il suo basso numero di giri per includere il motore nell’offerta di motori a gas a fianco dei suoi media velocità dual-fuel. “La decisione di avviare questo progetto è stata annunciata solo recentemente. Il fatto che abbiamo già condotto un test di successo dimostra che la nostra tecnologia del motore a gas è in prima linea per soddisfare le future esigenze di trasporto, un futuro che prevede più severe normative ambientali. Questo ulteriore passo avanti sta portando in casa nostra il know-how, la professionalità e la competenza complessive necessarie in questo settore “ ha affermato Lars Anderson, Vice Presidente Wärtsilä Merchant Ship Power. Le prove con il motore RTX5 sono continuate durante tutto il 2012. Maggiori dettagli sulla tecnologia del motore e le sue prestazioni saranno annunciati dopo il completamento del programma. Il funzionamento del test durante la Conferenza licenziatari della società è stato significativo in quanto i motori sono prodotti da aziende specializzate per la produzione su licenza. Il gruppo dei licenziatari produce e vende i motori secondo le prescrizioni concordate. Wärtsilä ha creato una rete mondiale di 19 licenziatari per la produzione di motori a 2 tempi che si trovano principalmente in Asia (Giappone, Corea, Cina, Vietnam), ma anche in Europa (Croazia, Polonia e Russia) e Sud America (Brasile).

Ridurre l’impatto ambientale di GNL

Come detto le norme in materia ambientale stanno diventando sempre più

severe. La normativa IMO (International Maritime Organization) Tier III, che entrerà in vigore nel 2016, prevede che il NOx (ossidi di azoto) deve essere ridotto dell’80 per cento rispetto ai livelli IMO Tier I. L’utilizzo di gas naturale liquefatto (GNL) come combustibile per uso marittimo è ampiamente visto come il mezzo più realistico per ridurre l’impatto ambientale nel settore marino. Quando si opera in modalità a gas, le emissioni delle navi di ossido di azoto (NOx), ossido di zolfo (SOx), anidride carbonica (CO2) sono fortemente ridotte. Allo stesso tempo, il carburante GNL si trova spesso ad essere più competitivo rispetto ai tradizionali combustibili liquidi, consentendo in tal modo agli armatori e agli operatori di ottenere importanti risparmi sui costi operativi.

Abbattimento emissioni Le emissioni di ossido di zolfo (SOx) dai motori marini diesel sono state sotto osservazione per molti anni fino ad arrivare alla conseguente introduzione di nuove regolamentazioni. Dall’inizio del 2010 tutte le navi all’ancora per più di due ore nei porti dell’Unione Europea devono utilizzare combustibile con contenuto di zolfo non superiore a 0,1%. Nelle aree SECA (SOx Emission Control Areas) come il Mar Baltico le restrizioni dovranno arrivare ugualmente allo 0,1% dell’inizio del 2015. Wärtsilä aveva già deciso di sviluppare le proprie tecnologie di “scrubbing” per rimuovere l’ossido di di zolfo dai gas di scarico nel 2005. La recente acquisizione di Hamworthy ha fornito un ulteriore contributo di prodotti disponibili come ha mostrato Jan Fredrik Gulbrandsen nella sua presentazione di Napoli, con una carrellata delle tecnologie scrub-

ber: da 1 a 25 MW, singolo o combinato, aperto, chiuso o ibrido.

Trattamenti acqua zavorra a mezzo electro clorazione e trattamento UV Wärtsilä AQUARIUS ® CE - sistema di gestione delle acque di zavorra (BWMS) - fornisce la tecnologia per il trattamento delle acque di zavorra in-situ. Il Wärtsilä AQUARIUS ® CE BWMS è un semplice ed efficace processo di filtro a due stadi che coinvolge elettroclorazione (CE). Durante il trattamento, l’acqua di mare viene prima fatta passare attraverso un filtro (un micron 40) per rimuovere il particolato, sedimenti, zooplancton e fitoplancton. La disinfezione dell’acqua di mare filtrata viene quindi effettuata utilizzando ipoclorito controllato dal sistema di controllo BWMS. Al momento della dismissione, l’acqua di zavorra bypassa il filtro e qualsiasi sostanza attiva residua viene neutralizzata con bisolfito di sodio, per garantire che l’acqua di zavorra si può scaricare in mare in piena conformità con i requisiti MARPOL. In virtù della sua modularità e flessibilità intrinseca il sistema permette l’applicazione in navi di tutti i tipi e dimensioni, sia per la nuova costruzione che per l’ammodernamento di scafi già in attività. Wärtsilä offre ai clienti una vasta gamma di opzioni di alimentazione flessibili, dalle sole attrezzature BWMS, al servizio completo ‘chiavi in ​​mano’ che copre tutte le fasi, dal primo esame e controllo tecnico delle navi, fino alla fornitura, installazione e messa in servizio di hardware, continuando poi con il supporto del servizio post-vendita per tutto il ciclo operativo della nave. Giacomo Canarsa

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shipping / porto&diporto

La ISS acquisisce la Palumbo Spa di Livorno Grazie a questa acquisizione la multinazionale britannica (detenuta da un Fondo sovrano di Dubai) investe e approda sul mercato italiano del trasporto marittimo per l’industria dell’oil & gas

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a Inchcape Shipping Services (ISS), leader mondiale nel campo dei servizi marittimi, ha completato il closing per l’acquisizione del 51% della Palumbo S.p.A. (società con sede a Livorno specializzata nella logistica offshore e nelle spedizioni) per creare una nuova joint venture strategica, la “ISS Palumbo Srl”. La nuova joint venture coniuga la vasta rete commerciale della ISS con le capacità del Gruppo Palumbo nel fornire soluzioni nel campo della logistica offshore e delle spedizioni. La nuova partnrship permetterà alla “ISS Palumbo” di porsi come operatore unico in grado di offrire a livello mondiale una combinazione integrata di servizi di agenzia e logistica nel settore project e nelle spedizioni agli operatori del settore “oil & gas offshore” (in forte espasione negli ultimi anni). Grazie a questa acquisizione la multinazionale, detenuta da un Fondo sovrano di Dubai, approda e investe per la prima volta sul mercato italiano. Il Gruppo Palumbo ha sede in Italia (a Livorno) e opera nella logistica dei progetti integrati nel settore marittimo, del cargo e delle spedizioni, con una specializzazione nel settore offshore e in quello energetico. L’azien-

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da è cresciuta sensibilmente dal 1974, anno della sua fondazione, e oggi presenta un fatturato di oltre 60 milioni di euro. La Inchcape Shipping Services, con i suoi oltre 293 uffici di proprietà in 67 differenti paesi e gli oltre 3.700 dipendenti, è oggi il leader mondiale nella fornitura dei servizi marittimi. L’azienda conta un fatturato pari a 500 milioni di dollari e un giro d’affari di circa 3 miliardi di dollari. Il Gruppo fornisce servizi di logistica merci, passeggeri a terra, transito, supporto offshore, trasmissione di informazioni e altri servizi marittimi correlati, oltre a una sempre più vasta gamma di servizi di outsourcing: equipaggi, logistica dei pezzi di ricambio marittimi, gestione dei servizi di agenzia presso i principali hub portuali e sofisticate soluzioni di programmazione di impiego delle risorse dell’impresa attraverso la sua controllata ShipNet. A seguito dell’operazione, Filippo Palumbo, attuale Amministratore Delegato della Palumbo S.p.A., assume il ruolo di vice Presidente Senior all’interno del Gruppo ISS e la guida della nuova azienda nata dalla joint venture. “Questo accordo - ha commentato Andrea Palumbo, Presidente della

Palumbo S.p.A. - ha per noi un’alta valenza strategica, in quanto combina la capillare rete commerciale della ISS con le nostre capacità e ci consente di offrire ai clienti tutti i vantaggi, le opportunità e il valore aggiunto che solo una rete internazionale come la ISS può assicurare. Questa partnership ci permette di offrire soluzioni logistiche offshore globali”. Claus Hyldager, CEO della ISS, ha aggiunto: “La partnership rappresenta una pietra miliare nel cammino della ISS verso la ledership assoluta sul mercato per la fornitura di servizi marittimi e cargo. L’operazione accresce le nostre potenzialità nell’ambito logistico e delle spedizioni, ma ci permette anche di offrire un unico servizio, ampio e integrato al settore energetico dell’oil & gas offshore, oggi in forte crescita”. Jesper Steenbuch, Vice Presidente Esecutivo della ISS, ha poi evidenziato come: “Entrambe le aziende sono ora al lavoro per integrare le due realtà e assicurare così che i clienti possano beneficiare al più presto di questa unica offerta globale e combinata di servizi di agenzia e logistica offshore”. Sandro Minardo


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cantieristica/ porto&diporto

Network di eccellenza al centro del Mediterraneo

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rocede sempre più spedito il processo di consolidamento di un’azienda napoletana che esprime eccellenza nel settore della cantieristica navale, sia riparazioni che costruzioni, la Palumbo Spa che con l’acquisizione dei cantieri di Messina e di Malta si è guadagnata una posizione di prestigio nello scenario dello shipping internazionale. L’azienda opera nel settore della cantieristica navale dal 1967, quando fu fondata da Salvatore Palumbo, padre di Antonio Palumbo, attuale Amministratore unico ed azionista di maggioranza, ora coadiuvato dai figli, Giuseppe e Raffaele, General manager dei cantieri di Napoli e Messina. Salvatore Palumbo iniziò la propria

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attività con una piccola azienda eseguendo lavori di carpenteria e saldatura; negli anni ‘80 cambiò la propria attività principale occupandosi della riparazione e manutenzione degli scafi. Oggi la Società è fortemente specializzata nella riparazione, costruzione, trasformazione, conversione e manutenzione di ogni tipologia di nave presso tre cantieri navali (Napoli - Messina - Malta) con l’obiettivo di offrire un più ampio e completo servizio ai propri clienti grazie alla creazione di una vero e proprio network del settore nel cuore del Mediterraneo. Dopo l’acquisizione negli anni 2010 e 2011 dei due storici e strategici cantieri navali a Malta, la Palumbo Spa dispone attualmente di dieci bacini che vanno

dagli 80 ad un massimo di 365 metri e una capacità di accogliere navi superiori alle 300.000 tonnellate: una capacità tecnica e tempistica tale da soddisfare ogni tipo di esigenza espressa dagli armatori. Infatti il Cantiere di Malta ha grandi potenzialità, in particolare per la sua posizione al centro del Mediterraneo, con l’accesso delle navi in rotta dall’Oriente verso l’Atlantico. Negli ultimi tempi la società si è ulteriormente specializzata nel settore del refitting di super yacht, acquisendo anche l’esperienza e la tradizione del Malta Super Yacht Service. A completamento di questa strategia non poteva mancare il successivo passo, entrare nel settore delle costruzioni di superyacht di lusso con il marchio “Columbus Yacht”. Attualmente il cantiere propone due diverse linee, Sport Hybrid, il cui primo esemplare di 40 metri è al momento in costruzione con consegna prevista nel settembre del prossimo anno, e Classic con due Yacht al momento in costruzione (un 55 metri ed un 65 metri) con consegna rispettivamente nel 2014 e 2015. Questo autunno vede due interessanti commesse per il cantiere napoletano. La prima riguarda il completamento della “Bella Desgagnès”, una nave passeggeri di 97,10 metri di lunghezza fuori tutto (LOA) e 19,15 di larghezza. E’ una nuova costruzione completa al 60% arrivata presso i cantieri per il completamento. I lavori da eseguirsi riguardano allestimenti cabine ed aree pubbliche, impianti elettrici, lavorazione di carpenteria interna ed esterna, impianti di navigazione e sicurezza, verniciatura dei ponti esterni e delle casse, completamento di tutti gli impianti in sala MM/PP con commissioning, ai fini delle garanzie, con i tecnici delle case madri. ICE class. La seconda commessa è per una unità Toremar, l“Aethalia” del Gruppo Onorato: si tratta di un totale refittig delle aree interne della nave e delle aree pubbliche tra cui: ristoranti, self service, bar, aree giochi bambini etc. Il refitting riguarderà in particolare il rifacimento di due ponti comprendendo: pavimentazioni, arredi, rivestimenti, soffitti, impianti elettrici, di emergenza, di sicurezza, di comunicazione, di rete dati di tutti i locali interessati dalle modifiche. Michela Fanis


crociere / porto&diporto

Stagione crocieristica 2013 nel porto di Salerno A

nche per il 2013, il Porto di Salerno si conferma polo di eccellenza per il traffico delle navi da crociera e passeggeri, che attraverso lo scalo salernitano interessa il territorio e l’economia regionale. Nella consueta seduta annuale del 30 ottobre scorso l’organo tecnico di programmazione degli scali delle navi da crociera, presieduto dall’Autorità Portuale, ha approvato il calendario degli scali per il prossimo anno che, con 79 arrivi di navi con lunghezze fino a 300 metri, assicurerà, dalla primavera e per la prima volta sino a dicembre, un flusso stimato in circa 150.000 passeggeri fra imbarco - sbarco e transito nel Porto Commerciale di Salerno. Le navi in questione appartengono, peraltro, a gruppi armatoriali di rilievo e respiro internazionale come ad esempio: MSC, Royal Caribbeann Int., Carnival int., Pulmantours cruises, Thomson cruises; con ciò confermando l’importanza che lo scalo salernitano rappresenta per gli operatori del turismo internazionale che hanno già avuto modo di apprezzare, negli anni passati, l’elevato livello dei servizi di accoglienza, sicurezza e mobilità che i crocieristi trovano in porto ed in città, nonché verso le principali mete turistiche presenti sul territorio. Numerose le richieste alle quali non è stato possibile dare autorizzazione di approdo, soprattutto a causa della forte ripresa del traffico commerciale e per i lavori di ammodernamento e potenziamento infrastrutturale in corso nello Scalo salernitano. Ciò nonostante, il movimento di passeggeri crocieristi presente a Salerno nel periodo compre-

so fra il mese di marzo e il mese di dicembre del 2013, avrà un incremento di circa il 20% rispetto al medesimo periodo del corrente anno. Inoltre, fermo restando il calendario approvato lo scorso 30 ottobre, se dovessero crearsi i presupposti, l’Autorità Portuale di Salerno sarà pronta a valutare l’autorizzazione di ulteriori scali; ciò al fine di contribuire anche sul piano del Turismo alla ripresa dell’economia salernitana, così come sta avvenendo nel settore delle merci. Fabrizio De Cesare

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crociere / porto&diporto

MSC Crociere & Trieste uniti & vincenti

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o scorso 8 novembre MSC Poesia (92.627 t.s.l.) ha lasciato definitivamente Trieste dopo una lunga permanenza in città durata oltre quaranta giorni che ha ulteriormente rinsaldato il rapporto tra MSC Crociere e il capoluogo giuliano. L’elegante nave della flotta di Aponte era giunta in città per essere ricoverata nel bacino di carenaggio dell’Arsenale Triestino San Marco dove è stata sottoposta da parte di Fincantieri sia a lavori di riparazione dello scafo che di manutenzione della parte alberghiera. Anche se la cosa non è molto nota, bisogna ricordare che negli ultimi anni MSC Crociere è diventata il maggior cliente dei bacini dell’azienda triestina nel campo delle manutenzioni ordinarie e straordinarie; infatti quasi tutte le unità della flotta dal fumaiolo blu sono state ospitate negli ultimi tre anni negli stabilimenti Fincantieri di Palermo e Trieste. La conclusione dei lavori nel pieno rispetto dei tempi previsti ha permesso di festeggiare degnamente quest’avvenimento; “Poesia” dopo una breve sessione di prove in mare nell’alto Adriatico ha ormeggiato alla stazione marittima di Trieste nella mattinata del 7 novembre. Ad accoglierla nel suggestivo scenario delle Rive di Trieste c’era uno splendido sole autunnale che faceva risplendere ancora di più il bianco scafo appena ridipinto. Nel tardo pomeriggio si è quindi svolta a bordo la tradizionale cerimonia di scambio dei crest tra il Comandante della nave Francesco Veniero e i rappresentanti delle autorità marittime e locali e dopo la cena ha avuto luogo il galà Uniti & Vincenti che viene organizzato ogni anno da MSC Crociere per premiare i migliori agenti di viaggio che collaborano con la compagnia svizzero-campana. L’occasione è stata propizia quindi per presentare i nuovi piani di sviluppo tra Trieste Terminal Passeggeri e MSC. Infatti dopo sporadiche toccate degli anni scorsi, il 2013 vedrà per la prima volta una nave passeggeri MSC fare scalo regolare a Trieste in regime di home port nel corso dell’estate. Questo prestigioso incarico toccherà alla piccola MSC Melody (35.143 t.s.l.), cenerentola della flotta. Questa nave è ormai utilizzata per scoprire ed aprire nuovi itinerari che cercano di offrire qualcosa di nuovo in un panorama crocieristico a volte ripetitivo. Dal 2 giugno al primo settembre dell’anno, quindi per circa tre mesi, “Melody” sarà nella città di San Giusto ogni domenica per salpare poi per il seguente itinerario: Trieste-Spalato-Cattaro-Gomenizza-Zante-Brindisi-Ravenna-Trieste. «Trieste è senza dubbio uno dei porti italiani che nel 2012 hanno fatto registrare una crescita maggiore in termini di crocieristi movimentati» ha dichiarato l’area manager Nord Est Italia di MSC Crociere Massimo Bertoldero. «Il prossimo anno MSC Crociere ha inserito Trieste, punto nevralgico per il raggiungimento dei crocieristi provenienti dai paesi dell’Est, come porto di imbarco di un ciclo di 15 itinerari estivi verso Croazia, Montenegro e Grecia, con una movimentazione prevista di 19.000 passeggeri». La presenza a bordo di circa 1.400 agenti di viaggio ha permesso alla città di Trieste di presentare la propria offer-

ta turistica ed a MSC Crociere di fare il punto sulle proprie prospettive di crescita. In quest’occasione Porto&diporto ha avuto anche l’occasione di approfondire questi temi con il Country Manager Mercato Italia di MSC Crociere Leonardo Massa. Quest’ultimo ha prima di tutto smentito le ricorrenti voci di una prossima uscita dalla flotta di “Meloy” e la presentazione dell’itinerario estivo 2013 è la prova principale di quanto conti ancora MSC su questa nave. Infatti a suo detto, questa unità può contare ancora su una sua clientela affezionata che non si sente rappresentata dalle mega-navi di ultima generazione e che cerca come scenario della propria vacanza una nave intima e raccolta. Nel frattempo “Melody” è sottoposta a lavori di manutenzione programmati da tempo nel porto di Napoli, mentre si sta valutando come impiegarla fino all’arrivo in Adriatico il prossimo giugno. Per quanto riguarda il servizio offerto a bordo delle navi MSC, Massa ci ha confermato che l’apertura del buffet sarà portata all’orario 6 del mattino-2 di notte progressivamente su tutte le unità della flotta. Questo importante “upgrade” del prodotto MSC è partito a bordo di MSC Splendida e vedrà il suo completamento entro l’estate del 2013 quando su tutte le 13 navi questo servizio sarà un “must” imperdibile per tutti gli amanti della nostra tradizione culinaria. Non potevamo che concludere questa breve chiacchierata con il country manager, chiedendogli qualche anticipazione su MSC Preziosa che è attualmente in allestimento nel cantiere di Saint Nazaire e che sarà battezzata ufficialmente il prossimo 23 marzo a Genova. «La principale novità di questa nave è che sarà dotata di un toboga lungo 140 metri, il più grande mai installato a bordo di una nave da crociera». Ricordiamo che “Preziosa”, quarta e ultima nave della fortunata classe “Fantasia”, con le sue circa 139.000 tonnellate si stazza lorda riproporrà tutte le novità di successo introdotte con MSC Divina a partire dalla piscina di tipo “infinity”. La nuova ammiraglia invece proporrà itinerari di 7 sette notti nel Mediterraneo Occidentale sulla tratta Genova-Napoli-Messina-Tunisi-Barcellona-Marsiglia-Genova a partire dal 24 marzo 2013. Si cementa quindi un binomio vincente nell’alto Adriatico e si può affermare che MSC Crociere e la città di Trieste hanno saputo in quest’occasione dare il meglio di se. Siamo certi che mentre “Poesia” viaggia ormai nel caldo mare dei Caraibi (infatti dopo essere partita per una minicrociera con destinazione Genova via Ragusa in Dalmazia, la nave ha proseguito con la traversata atlantica con approdo finale negli Stati Uniti), il suo equipaggio che ha vissuto queste settimane nella Venezia Giulia porterà con se un bellissimo ricordo dell’accoglienza riservata dalla città e dai sui abitanti: sicuramente è quello che troveranno anche i passeggeri e il personale della “Melody” nel corso delle loro toccate l’anno venturo. Matteo Martinuzzi

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infrastrutture / porto&diporto

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Trieste raddoppia le crociere nel 2013

a cerimonia di scambio dei crest a bordo di MSC Poesia è stata anche l’occasione per fare il punto dello sviluppo dell’industria crocieristica a Trieste. Porto&diporto ha avuto l’occasione di intervistare Antonio Paoletti e Franco Napp, rispettivamente Presidente ed Amministratore Delegato di Trieste Terminal Passeggeri, la società che gestisce gli approdi delle navi da crociera e dei “ferries” nel capoluogo giuliano. L’autunno ha portato ottime notizie per quel che riguarda questo traffico, infatti già entro la fine del 2012 verrà attivata una nuova linea traghetti da parte del gruppo Grimaldi che impiegherà i due grandi cruise ferries da 54.000 t.s.l. Cruise Europa e Cruise Olympia della controllata Minoan Lines sulla tratta Trieste – Ancona – Gomenizza - Patrasso. Questi giganti approderanno all’ormeggio 57 alla radice del molo Settimo dove la logistica è ideale per accogliere 3.000 passeggeri, 170 camion e 250 auto ad ogni toccata di questa linea che sarà trisettimanale con approdi a Trieste ogni lunedì, mercoledì e sabato. Ma ovviamente il fiore all’occhiello di TTP sono le crociere e dopo il grande successo degli approdi di Costa Classica (52.926 t.s.l.) tutti i sabati nel corso della stagione crocieristica 2012, come abbiamo visto, nel 2013 ci sarà anche MSC con la sua piccola “Melody” che approderà in città

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ogni domenica nel corso della prossima estate. Quindi l’anno prossimo Trieste sarà home port di entrambi i maggiori “players” del mercato crocieristico italiano, Costa Crociere e MSC Crociere. Per quel che riguarda la ristrutturazione del magazzino 42 che fungerà da sala arrivo, Paoletti ci conferma che ormai siamo alle battute finali dei lavori e che l’opera sarà presto consegnata in modo da essere pronta per l’inizio della prossima stagione. Sul campo degli investimenti il presidente di TTP ci tiene a ricordare che «come Camera di Commercio abbiamo investito un milione di euro per la promozione turistica della città negli ultimi sette/otto anni». Inoltre si lavorerà con i commercianti per tenere i negozi aperti di domenica in modo che i passeggeri di “Melody” possano sfruttare la permanenza in città anche per lo shopping. Napp ci ricorda invece che l’allungamento degli ormeggi 29 e 30 è «sempre in animo», ma nel frattempo l’utilizzo del “corpo morto” ci permette di ospitare navi di qualunque lunghezza. Per quel che riguarda il calendario degli accosti 2013 l’A.D. di TTP spiega che per il momento la nave di dimensioni maggiori che approderà in città è “Classica”, mentre novità recente è la prenotazione di una toccata di Grand Celebration (47.262 t.s.l.) di Iberocruceros. Di primaria importanza sarà inoltre consolidare il rapporto con MSC

Crociere perché TTP vuole partire con piccoli progetti ma solidi e, se la stagione di “Melody” sarà soddisfacente, MSC potrebbe pensare di portare in città stabilmente anche navi più grandi. Napp ricorda che la città ha dato grande prova non solo nell’accoglienza dei passeggeri ma anche degli equipaggi e per concludere ci tiene ad esprimere il proprio ringraziamento per l’indotto che ha seguito “Classica” nel corso delle sue tappe triestine quest’anno e quindi grazie all’apporto di tutti si è reso possibile garantire alla stazione marittima triestina questa forte crescita percentuale rispetto all’anno precedente per quel che riguarda i passeggeri movimentati. Il 2012 per l’industria crocieristica a Trieste è stato una anno di consolidamento e di crescita dei traffici dopo la parentesi della tre giorni (19-21 novembre 2011) in cui lo scalo giuliano aveva ospitato ben quattro navi (Costa Victoria, MSC Magnifica, Queen Victoria, Costa Favolosa) dirottate da Venezia a causa della nebbia che gravava su quel porto. Il 2013 sarà un anno molto importante dove il lavoro svolto in questi anni darà i suoi frutti e si potrà vedere un’ulteriore crescita con la speranza che anche altri armatori decidano di far scalare le proprie navi in questo porto con un approdo unico al mondo che è il suo miglior biglietto da visita. Matteo Martinuzzi


infrastrutture / porto&diporto

Senza progetti verificati le grandi opere non si fanno I

n un momento, in cui quello delle infrastrutture è diventato il tema centrale per lo sviluppo del sistema paese e il problema di tempi e costi di realizzazione delle opere nonché della credibilità stessa dei progetti diventa centrale per raggiungere questi obbiettivi, la trasformazione delle norme e specialmente la validazione dei progetti assumono la caratteristica di una vera e propria emergenza nazionale. E’ quanto emerso con forza dal convegno organizzato recentemente a Milano, presso la sede della Camera di Commercio, dal gruppo Rina. Convegno che ha focalizzato l’attenzione proprio sul tema della validazione e della verifica dei progetti infrastrutturali, in un mercato in cui anche la collaborazione pubblico/privato potrebbe infrangersi

su progetti che mancano di una seria verifica preliminare sui presupposti per la loro bancabilità. Obiettivo del gruppo Rina – è stato affermato – è quello di rendere i progetti “inattaccabili” partendo dalla verifica per arrivare al controllo tecnico nella fase esecutiva. Secondo quanto emerso dai lavori del convegno la rarefazione delle risorse finanziarie e l’incremento dei costi di realizzazione delle opere sono spesso dovuti all’emergere delle varianti in corso d’opera su progetti non “validati” da un soggetto terzo. Secondo il più recente rapporto del World Economic Forum, l’Italia è precipitata al 42esimo posto per quanto riguarda gli indici di competitività; e in Italia anche il PPI (la collaborazione pubblico - privati), risorsa fondamentale

Ugo Salerno AD Rina per realizzare opere in tempi di penuria economica, potrebbe essere vanificato dalla mancanza di progetti affidabili. Il gruppo Rina ha sottolineato l’importanza fondamentale di un coinvolgimento “responsabile” del validatore del progetto con l’obiettivo di realizzare una maggiore trasparenza nell’intera filiera dell’appalto. Paola Martino

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La rivoluzione verde dei porti Non è più un sogno quello dei porti verdi. Oggi per le navi è possibile spegnere i motori durante l’ormeggio diminuendo l’inquinamento acustico e riducendo le emissioni di CO2 del 98%.

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resce il numero dei porti che scelgono la strada più efficace e rapida verso la sostenibilità installando. E’ il caso del porto di Ystad, uno dei maggiori porti in espansione della Svezia con terminal merci e passeggeri che ha deciso di intraprendere questa strada verso la sostenibilità installando la connessione shore-toship di ABB. Ystad, situato sulla punta meridionale della Svezia sulla costa Baltica, è il quinto porto svedese e conta circa 3.500 partenze annuali, inclusi i giornalieri servizi passeggeri verso la Polonia e la Danimarca, le crociere estive e i trasporti merce durante tutto l’anno. In soli tre anni, nonostante il periodi di crisi, il porto ha registrato una notevole crescita ed ha l’ambizione di diventare il porto più verde d’Europa, equipaggiando tutti gli attracchi con un’alimentazione da terra. Il porto di Ystad è stato insignito del premio per il porto più eco-compatibile in Svezia dal Maritime Forum “per aver investito in una soluzione shore-to-ship flessibile

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a 50 e 60 Hz. La soluzione riduce la richiesta di investimento per le compagnie di spedizione migliorando al contempo le condizioni ambientali delle aree circostanti il porto”. La partnership fra Processkontroll Elektriska e ABB fornirà una soluzione di elettrificazione del porto chiavi in mano per tutti e cinque gli ormeggi. ABB si è occupata della progettazione, dell’ingegneria, dei materiali e dell’installazione di tutta la soluzione, che immette energia proveniente dalla rete locale in una speciale sottostazione ABB dotata di potenti convertitori di frequenza. Con una potenza di 6.25 MVA, i convertitori di frequenza sono i più potenti al mondo montati su un’installazione shoreto-ship e adattano l’energia da 50 Hz (hertz), la frequenza standard Europea, a 60 Hz, la frequenza di sistema della maggior parte delle imbarcazioni. Dalla sottostazione, l’energia è convogliata tramite cavi sotterranei in alta tensione a gru a terra che connettono i cavi direttamente alle imbarcazioni. ABB per

prima ha sviluppato la tecnologia shore-to-ship all’inizio del secolo, fornendo la prima connessione a terra al mondo per il porto di Gothenburg in Svezia nel 2000. Da allora, ABB ha fornito soluzioni di elettrificazione per porti in Asia ed Europa, il più recente dei quali, Hoek of Holland in Olanda, è stato inaugurato lo scorso luglio. La soluzione ABB si avvale di una flessibilità unica che si traduce nell’adattabilità dei livelli di tensione e frequenza a quelli dell’imbarcazione consentendo così l’elettrificazione simultanea di diverse navi attraccate a prescindere da qualsiasi tipo di differenza di tensione o frequenza di sistema. ABB fornisce anche soluzioni chiavi in mano per connessioni onshore e offshore ed ha fornito soluzioni per qualsiasi tipologia di imbarcazione in tutto il mondo, inclusi container, porta rinfuse, navi per il trasporto di LNG (liquefied natural gas), navi da crociera e imbarcazioni FSO (stoccaggio galleggiante e scarico). Sabrina Bertini


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infrastrutture / porto&diporto

Rilanciare la competitività del Sistema Paese I

relatori presenti al Forum Infrastrutture organizzato da Business International, divisione di Fiera Milano Media, non hanno dubbi: le infrastrutture rappresentano una leva chiave per il rilancio della crescita del nostro Paese, e per questo occorre che tutti i principali attori del mercato collaborino con l’obiettivo di promuoverne lo sviluppo. Questa l’opinione condivisa da esponenti politico-istituzionali e rappresentanti del mondo delle imprese e della finanza, che hanno fatto il punto sullo stato attuale del settore delle infrastrutture in Italia, confrontandosi sulle priorità e sulle azioni da intraprendere per favorirne la crescita. Tra gli interventi più rappresentativi della giornata, quello di Franco Bassanini, Presidente - Cassa Depositi e Prestiti, che ha evidenziato segnali incoraggianti del Governo Monti in relazione al tema delle infrastrutture, poste al centro dell’azione politica. Bassanini ha sottolineato gli importanti risultati conseguiti finora, tra cui provvedimenti legislativi con un orizzonte piuttosto ampio, che vanno dalla programmazione, alla realizzazione, dalla definizione dei rapporti concessori fino al finanziamento, così come la caduta di alcuni tabù, con riferimento al tema della defiscalizzazione e del regime fiscale dei project bond. Ma ha anche ribadito come resti an-

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cora molto da fare per far crescere il mercato, indicando cinque importanti direzioni di marcia. La prima riguarda il perfezionamento della cornice costituzionale, riaffidando allo Stato la potestà esclusiva in materia, direzione in cui va il ddl di revisione della Costituzione varato dal Governo qualche giorno fa. Fondamentale per Bassanini è inoltre la revisione della legislazione in materia di infrastrutture, perfezionando i provvedimenti già assunti e arricchendola con nuovi istituti, con particolare riferimento al tema della partecipazione delle collettività interessate o a quello dei poteri sostitutivi. In questo ambito, sottolinea il Presidente, il ddl appena varato dal Governo offre un utile traccia, riprendendo molte delle proposte già elaborate, e costituisce un veicolo che consente di tener conto anche dei risultati conseguiti e delle criticità registrate. La terza priorità è relativa al sistema di competenze, che va completato, definendo chiaramente ruoli e responsabilità, ambito in cui si colloca positivamente la decisione di riforma Anas, da cui è stato eliminato il conflitto di interesse insito nel fatto che lo stesso soggetto fosse chiamato a svolgere contemporaneamente funzioni di concedente, concessionario e vigilante. Affinare gli strumenti di finanziamento rappresenta per Bassanini un’ulte-

riore priorità, su cui - ha dichiarato – il Governo ha già compiuto enormi passi avanti. “E’ necessario perfezionare e completare la disciplina dei project bond, estendendone l’applicazione alle società impegnate nella realizzazione di reti Ngn e cancellare il limite temporale posto all’applicazione della disciplina fiscale, eliminare i limiti posti all’applicazione del nuovo strumento del credito di imposta, che riguardano opere superiori a 500 milioni e con progetti approvati entro il 2015, e trasformare la defiscalizzazione in uno strumento ordinario, poiché non riduce, ma aumenta le entrate, consentendo di realizzare opere che diversamente non si farebbero.” Ultima, ma non meno importante, indicazione fornita da Bassanini per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture e la crescita è quella di migliorare la capacità amministrativa e quindi la gestione di processi complessi, l’utilizzo di nuovi strumenti e l’applicazione concreta di norme, quali ad esempio quella defiscalizzazione, in vigore già da un anno ma mai ancora applicata. “Anche questa è una sfida, forse la più grande, perché, come ogni cosa, anche le infrastrutture camminano sulle gambe degli uomini che sono chiamati a realizzarle”. Sandro Minardo


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infrastrutture / porto&diporto

Uir promuove i contatti tra le Pmi italiane e russe

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ntensa e proficua attività durante l’autunno in corso per UIR, Unione Interporti Riuniti: tra le varie interessanti iniziative che hanno visto l’Unione coinvolta quella promossa dal Ministero dello Sviluppo economico, la XXI Task force Italia – Russia sui distretti e le PMI. Alessandro Ricci, Presidente di UIR, ha coordinato e presieduto recentemente i lavori di uno dei cinque tavoli tematici dedicato alla logistica e ai trasporti ospitato dall’Interporto Marche (Jesi) e organizzato nell’ambito della XXI Task force Italia-Russia, forum promosso dai Ministeri dello Sviluppo Economico dei due paesi per intensificare i rapporti di collaborazione tra le PMI italiane e russe estendendone la presenza sui reciproci mercati. L’obiettivo del tavolo era quello di presentare progetti inerenti la tematica di riferimento da sviluppare eventualmente in partnership: per la delegazione italiana la parola è stata data all’Agenzia delle Dogane, all’Aeroporto di Ancona Falconara, all’Università dell’Aquila, all’Interporto Marche e all’Interporto di Bologna, per la delegazione russa hanno, invece, relazionato rappresentanti delle regioni della Carelia e di Kaluga. L’iniziativa, che nel suo complesso ha visto una presenza importante, circa 50 operatori, ha previsto anche lo svolgi-

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mento di incontri bilaterali e di seminari di approfondimento. “L’Italia ha bisogno di questi tavoli di confronto su cui palesare opportunità di cooperazione o consolidare relazioni già esistenti – ha dichiarato Alessandro Ricci – soprattutto con un paese come la Russia con cui l’Italia ha un interscambio commerciale di circa 27 miliardi di € (fonte: MISE, dati 2011) e certamente la giornata odierna ha dato conferma di una dinamicità di idee e di una volontà costruttiva oggigiorno troppo offuscate appannaggio di pessimismi improduttivi”. La task force ha concluso i suoi lavori con una sessione plenaria nel corso della quale il Presidente Ricci ha condiviso una sintesi degli interventi coordinati dando risalto agli elementi su cui focalizzare successive strategie di sviluppo. Gli interporti sono stati protagonisti anche alla 7° edizione del Mobility Tech svoltasi a Milano dal 22 al 23 ottobre scorso, organizzata quest’anno con l’obiettivo di presentare le più recenti innovazioni tecnologiche relative ai sistemi di trasporto e alla mobilità proponendo ai partecipanti un momento di confronto e di approfondimento di livello e di spessore. La UIR è stata rappresentata nella sessione dedicata alla Smart Urban Logistics nell’ambito della quale si è evidenziato, tra l’altro,

il ruolo che gli Interporti possono e devono giocare nella mobilità sostenibile, “considerando - come ha sottolineato Ricci - che allo stato attuale diversi Interporti hanno già intrapreso iniziative a livello locale proprio a supporto di una mobilità sostenibile e al servizio del territorio di riferimento”. Il Mobility Tech è stata dunque per la UIR un’opportunità per evidenziare la poliedricità degli Interporti che vogliono candidarsi ad essere nodi logistici polifunzionali sensibili e attenti alle problematiche ambientali. La sessione della Smart Urban Logistics è stata condivisa, tra gli altri, con Barbara Bonino, Assessore ai Trasporti Regione Piemonte, Raffaele Cattaneo, Assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia, Andrea Colombo, Assessore alla Mobilità del Comune di Bologna, Claudio Lubatti, Assessore ai Trasporti e Viabilità del Comune di Torino. Inoltre l’Unione Interporti Riuniti ha ufficialmente aperto i tavoli della collaborazione con la UIC (International Union of Railways) facendosi promotrice dell’incontro che ha avuto luogo presso il CIM – Interporto di Novara, con una rappresentanza che proprio in seno alla UIC è dedicata ad approfondire gli aspetti più significativi del trasporto merci combinato (GTC – Groupment


Transport Combiné). Date le premesse un interporto non poteva che essere la scelta ottimale, a maggior ragione quello di Novara rinomato a livello internazionale proprio per le sue dotazioni ferroviarie/terminalistiche. “Logistica ferroviaria”, è stato uno dei più significativi lietmotiv dell’incontro il cui dibattito alimenterà in parte la collaborazione tra le due Unioni traendo beneficio dalla specificità degli Interporti italiani dotati di infrastrutture ferroviarie importanti che potrebbero rappresentare in tal senso un funzionale strumento di osservazione e di analisi. Presenti all’appuntamento Eric Lambert, Presidente del GTC e Sandra Géhénot, Se-

Da sinistra Roberto Pesaresi, Presidente Interporto Marche SpA - Alexey Chighirev Ministero dello Sviluppo Economico della Federazione Russa Alessandro Ricci Presidente UIR

gretaria Generale del GTC, entrambi sostenitori dell’approccio UIC di apertura al confronto e al dialogo con tutti gli attori chiave della catena logistica al fine di supportarne un maggiore livello di integrazione operativa. “E’ una collaborazione importante – ha dichiarato Alessandro Ricci,– che qualifica ancor di più il ruolo degli interporti nella compagine del trasporto ferroviario europeo e che noi porteremo avanti con l’obiettivo di contribuire sempre più ad un trasporto multimodale sostenibile da un punto di vista ambientale”. MDC


infrastrutture/ porto&diporto

L’Interporto Vespucci si tinge di verde

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n forte fase di espansione l’Interporto Vespucci di Guasticce, a poco più di dieci chilometri dal porto di Livorno, mette in campo progetti importanti per realizzare un’area logistica energeticamente autonoma, con l’obiettivo di contribuire alle politiche ambientali nel settore logistico. E’ prevista la realizzazione di strutture dotate di impianti che utilizzano energia da fonti rinnovabili (eolico e solare), primo fra tutte un grande Terminal Frigo per la conservazione e manipolazione della merce in celle dedicate, interamente coperta da pannelli solari. La struttura di copertura, una grande vela solare, si estende con un’unica superficie di oltre 24.000 mq. capace di produrre circa 2,5-3 MWP superiore all’attuale consumo delle strutture interportuali. Situato al centro della piattaforma costiera toscana l’Interporto è collegato alle principali reti viarie nazionali ed internazionali ed è un polo di enorme potenzialità per le merci in partenza ed in arrivo dall’Europa, dall’Asia, dall’America, un polo logistico unico per l’Italia, al servizio del principale porto del centro Italia, per unire i mercati di tutto il mondo L’Interporto A. Vespucci è una piattaforma logistica in grado di integrare, con strutture moderne e tecnologie all’avanguardia, tutte le modalità di trasporto: camion, nave, treno. “Siamo una realtà in continua evoluzione – spiega il nuovo

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Presidente, Federico Barbera espresso dalla Regione Toscana, coadiuvato da Dino Fulceri espresso dal principale azionista Monte dei Paschi, come amministratore delegato - per soddisfare le dinamiche del trasporto combinato delle merci, collegato direttamente alla rete ferroviaria ed autostradale nazionale, nonché ad un porto di valenza mondiale, quale il porto multipurpose di Livorno.” L’intera struttura si suddivide in più aree funzionali: l’area servizi che mette a disposizione una serie di servizi fruibili da tutti, l’area logistica, alla quale possono accedere solo gli operatori ed in cui si svolgono le attività collegate al trasporto della merce in vari settori, il centro direzionale destinato agli uffici a supporto delle aziende che operano all’interno dell’Interporto. L’area logistica occupa gran parte della superficie interportuale e rappresenta il cuore operativo dell’interporto in cui si svolgono le attività collegate al trasporto delle merci. Attraverso i due Gate - Est e Ovest - vi possono accedere gli operatori specializzati in diverse tipologie di merce: auto, cellulosa e forestali, prodotti chimici, containers, ortofrutta e vini. Il settore agroalimentare rappresenta un’area di sviluppo per i servizi aggiuntivi che l’Interporto può dare agli operatori nazionali ed esteri del settore agroalimentare, vista la crescente richiesta di spazi refrigerati legati alla movimentazione di


merci provenienti dai paesi di produzione dei vari continenti. Cold Storage Customs Vespucci S.r.l. offre magazzini doganali attrezzati con celle frigo a temperatura controllata con scaffalature portapallets a sistema drive-in. E’ dotato di uffici ed un laboratorio di analisi per i necessari controlli fitosanitari doganali. C.S.C. Vespucci rappresenta l’anello di contatto tra la produzione e il consumo offrendo un servizio completo che partendo dalle banchine portuali garantisce le operazioni doganali, i controlli sanitari di qualità e lo stoccaggio, permettendo così una più mirata pianificazione della distribuzione. E’ dotata di moderni magazzini specializzati nei vari settori merceologici; vaste aree per il parcheggio delle auto e lo stoccaggio dei containers, strutture all’avanguardia per garantire sicurezza e qualità del lavoro. Il tutto servito oltre che da una moderna rete stradale interna, da un razionale ed attrezzato Terminal ferroviario di ampie dimensioni. Possibilità di ulteriori insediamenti sono date dai trecentomila mq di superficie ancora da assegnare. “Il mio primo obiettivo come Presidente dell’Interporto – spiega Barbera – è quello di esaltare la funzione di “retroporto” più che di interporto della struttura. Con l’entrata nel board di Massimo Provinciali, Segretario Generale dell’Autorità Portuale, creeremo sinergie per trovare le soluzioni migliori

ai problemi “logistici” del comprensorio, a partire da quello degli insediamenti di nuove attività ed imprese. Sarà possibile studiare progetti di logistica, coerenti con le aspettative, coniugando l’esigenze di spazi operativi con la vicinanza al mare. Il futuro è nelle nuove infrastrutture – continua Barbera. Nell’interesse dei traffici di quest’area è fondamentale creare un collegamento diretto, in primis ferroviario, fra porto ed interporto ma anche servizi shuttle. Pensiamo al settore delle auto nuove. Oggi si muovono su bisarche quando i carri ferroviari ne potrebbero trasportare moltissime di più con notevoli risparmi, anche ambientali.” Ma l’asso nella manica sono le Autostrade del Mare ed i servizi che potrebbero essere erogati. “Trailer Service, uno dei nostri operatori – spiega Barbera - fornisce servizi accessori alle Autostrade del Mare, ricomposizione dei carichi, sosta dei trailer, assistenza agli autisti, magazzinaggio parziale, trasferimento su trailer tipo groupage. Inizialmente abbiamo dedicato a queste attività 15mila mq ma abbiamo intenzione di raddoppiare gli spazi nel brevissimo periodo.” Infine, fra i progetti di sviluppo, quello di trasferire il mercato ortofrutticolo, come prevede l’impegno sottoscritto con i comuni di Livorno, Colelsalvetti e Pisa e con la Regione. Patrizia Lupi

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infrastrutture/ porto&diporto

Civitavecchia

grandi opere e politiche ambientali S

e uno dei problemi che denunciano i porti è la carenza di finanziamenti capaci di renderli più competitivi e capaci di dotarsi di quelle infrastrutture di collegamento necessarie a potenziare l’intero sistema logistico nazionale, si rende necessario individuare nuovi strumenti finanziari che non possono essere limitati all’autonomia finanziaria, ma devono ricercare ogni forma di collaborazione fra soggetti pubblici e privati, e di finanziamento, inclusi i project bonds. E’ il caso del network dei porti del Lazio, che propone un nuovo modello di finanziamento delle grandi infrastrutture mettendo a regime una nuova formula che prevede il diretto cofinanziamento da parte dell’Autorità portuale delle opere in grado di produrre, sulla base di un piano finanziario ad hoc, un ritorno economico certo dell’investimento effettuato. Civitavecchia, insieme a Fiumicino e Gaeta sono oggi la più importante stazione appaltante

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nel campo della portualità in Italia con un progetto che costerà 300 milioni di euro. Per il futuro si prevedono ulteriori investimenti con un cospicuo intervento di capitali privati. La formula adottata è quella del cofinanziamento dove l’Autorità portuale affianca in modo decisivo i finanziamenti pubblici, attivando risorse che provengono dagli stessi nuovi traffici, un processo virtuoso dove le infrastrutture attraggono merci che finanziano la loro realizzazione. Sono previsti cinquanta milioni di euro dell’Autorità Portuale per il primo lotto delle opere strategiche del porto di Civitavecchia che comprende la nuova Darsena Traghetti con 9 accosti per ro-ro e crociere; la Darsena Servizi ed il prolungamento della grande diga Antemurale. I lavori termineranno entro il 2015. A Civitavecchia verrà anche completato il progetto di riqualificazione del waterfront con la realizzazione nel porto storico di una delle più suggestive marine del Mediterraneo. Set-

tanta milioni sono invece destinati alla costruzione del nuovo porto di Fiumicino. Per Gaeta, terzo porto del network, sono invece stanziati quasi trenta milioni di euro per i lavori di dragaggio che porteranno i fondali a - 12 metri mentre le superfici operative passeranno da 30mila mq a 160mila. Si tratta di nuove importanti infrastrutture con alcuni obiettivi prioritari per implementare non solo i traffici portuali ma anche favorire lo sviluppo dell’intera area di produzione e consumo del centro Italia, dal Lazio all’Umbria, alle Marche, un vero e proprio ponte fra il Tirreno e l’Adriatico. Il primo obiettivo riguarda il traffico crocieristico. Civitavecchia, primo porto del Mediterraneo per le crociere, potrebbe replicare questo successo anche nei settori delle merci e della logistica. Il cluster civitavecchiese prefigura un grande hub per container e altre tipologie di merce, anche in considerazione della disponibilità di aree retro portuali, su una su-


perfici di quasi mezza dozzina di milioni di mq. Sarebbero garantiti fondali ad oltre venti metri di profondità che consentirebbero l’accosto alle grandi portacontainer e alle navi di ultima generazione. Inoltre, la carenza di infrastrutture di collegamento sarebbe superata dalle nuove dotazioni infrastrutturali che non sono più un miraggio, a partire dal prolungamento della A12, l’Autostrada Tirrenica, sulla tratta Civitavecchia - Livorno. Anche il progetto della nuova autostrada “trasversale” Orte Mestre va in questa direzione. Costerà 9,5 miliardi di euro interamente coperti con finanza di progetto. L’opera dovrebbe essere realizzata entro il 2020. Approvato anche il progetto della Orte - Civitavecchia: è stata bandita la gara per i 6 km fra Vetralla e Monte Romano, interamente finanziabili, mentre per Anas resta aperto il problema del finanziamento della tratta finale Monte Romano - Aurelia i cui costi sono balzati

oltre i 600 milioni di euro. La soluzione potrebbe essere la connessione con la costruenda autostrada Orte – Ravenna - Mestre o il collegamento con la nuova autostrada Tirrenica per la quale il tratto Aurelia - Monte Romano sarebbe una naturale prosecuzione. Meno fortunato il progetto della riattivazione della vecchia linea ferroviaria Civitavecchia – Orte - Capranica giudicata da Ferrovie dello Stato non adeguata alle esigenze del traffico merci ed antieconomica. Trenitalia Cargo sembra invece disponibile ad una partnership per l’utilizzo del porto di Civitavecchia come hub per il trasporto container. Fiumicino rappresenta il secondo obiettivo. Fiumicino, ed il porto di Gaeta, fanno parte del network dei porti di Roma e del Lazio governato da Pasqualino Monti. Il nuovo porto, a pochissimi chilometri di distanza dalla Capitale, progettato ed in fase di realizzazione, prevede la costruzione di una darsena pescherecci, nuove infrastrutture dedicate alla nautica e tre nuovi accosti per un numero di crocieristi pari a circa 1,8 milioni che si aggiungerebbero ai 2,6 milioni che transitano da Civitavecchia. Settore importante quello delle crociere che fa parte del terzo obiettivo strategico, quello di fare del network un grande polo di progettazione del business nel settore crocieristico e delle autostra-

de del mare, quest’ultimo altrettanto importante per Civitavecchia per i collegamenti ormai radicati con Catania, Barcellona, Palermo, Malta, Tripoli, Tunisi, oltre che per la Sardegna. All’avanguardia anche da un punto di vista ambientale l’Autorità Portuale di Civitavecchia ha adottato una delle idee presentate dall’Associazione ItalCamp, il cui presidente onorario è Gianni Letta, per far ripartire l’Italia. Si tratta del progetto REWEC 3 che applica il brevetto per la produzione di energia elettrica dal mare della Wawenergy.it, spin-off dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e del suo laboratorio di ingegneria marittima Noel. Il Presidente Pasqualino Monti, alla ricerca dell’eccellenza anche nella ricerca di progetti innovativi nell’ energie rinnovabili, non solo farà realizzare e posizionare i cassoni REWEC3 sul molo di sottoflutto della nuova Darsena in costruzione, i cui lavori termineranno nel 2015, ma interverrà direttamente per acquistare le prime due turbine per la produzione di energia elettrica, con un investimento di un milione di euro. L’obiettivo è quello di arrivare a 10MW di potenza grazie ai cassoni cellulari in grado di sfruttare anche un contenuto moto ondoso. Patrizia Lupi

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logistica / porto&diporto

Opportunità di sviluppo per la logistica in Cina

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ra i temi che sono stati trattati all’Asian Logistic & Maritime Conference dello scorso 8 novembre vi è stato quello del mercato del lusso e delle potenzialità dell’Ecommerce. Secondo la “Chinese Luxury Consumer White Paper 2012”, pubblicata congiuntamente dalla Industrial Bank e da Hurun Report, in Cina vi sono ben 2.7 milioni di persone con patrimonio personale superiore ai 950mila

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dollari e circa 64,000 con un patrimonio di oltre 16 milioni di dollari. Il 73% di questi consumatori ad alta ed altissima capacità di spesa acquista beni di lusso a Hong Kong e solo il 27% di essi acquista tali beni di lusso in patria a causa dell’alto livello di tassazione e di conseguenza degli alti costi dei prodotti. Hong Kong è quindi la prima destinazione per lo shopping di lusso dei Cinesi ed un focus sulle modalità di acquisto ci indica che le caratteristiche

principali per raggiungere il successo sono “Alta qualità percepita” ed “elevata visibilità” del marchio, che trasformano i prodotti di lusso in veri e propri status symbol. Nello specifico, per chi acquista, al primo posto viene il prodotto, seguito dall’ambiente dove il bene viene venduto, mentre il prezzo è per questo tipo di consumatori un aspetto del tutto secondario. In questo contesto le multinazionali (internazionali ed italiane) combinano l’alta reputazione dei marchi di lusso in portafoglio ad un alto servizio e con un simile mix sono riuscite ad affermarsi prima ad Hong Kong e successivamente nei mercati cinesi e asiatici. Purtroppo tutto ciò non è altrettanto facile per le piccole e medie imprese del lusso, che pur vantando prodotti di consumo di altissima qualità non dispongono delle stesse risorse delle grandi case per costruire una forte immagine di prodotto sui mercati internazionali: ad esempio i costi degli affitti dei centri commerciali del lusso sono improponibili rendendo, per questo tipo di realtà, ripida e impervia la via per la Cina. Ma allora come affrontare questo mercato: una soluzione per le realtà più piccole può essere è la vendita E-COMMERCE. Con il web si possono infatti raggiungere non solo i 3 milioni di consumatori cinesi benestanti


ma numeri ben più alti: circa 500 milioni di nuovi consumatori, con un potere di acquisto medio che quotidianamente si affacciano sul mercato via internet in tutta la Cina e l’Asia. I consumatori medi non hanno infatti le disponibilità economiche per poter viaggiare a Hong Kong 3 volte l’anno per comprare beni di lusso, ma desiderano fortemente mostrare lo status acquisito grazie al miglioramento del loro tenore di vita e lo fanno comprando beni di lusso delle più importanti griffe internazionali. Nell’arco degli ultimi 10 anni, il mercato dell’E-commerce si è espanso in Cina rapidamente spinto dai portali locali, quali Taobao, e altri portali come Alipay, che hanno facilitato gli acquisti on line di utenti della rete o di possessori di cellulari. Attualmente vi sono circa 160 milioni di Cinesi che acquistano prodotti online e le cifre sono destinate a superare i 231 millioni entro il 2013. La rapida crescita del settore E-commerce rappresenta una grande opportunità per accedere rapidamente sui mercati Cinesi e Asiatici, permettendo di promuovere i propri prodotti in una vasta area geografica, a un costo relativamente basso. In soli 6 anni (dal 2004 al 2010), le vendite online sono cresciute in modo esponenziale passando da 4.5 miliardi di Yuan, (lo 0.15 % di tutte le vendite al dettaglio) a 495 miliardi di Yuan, (ovvero il 7.25%). In Cina, i volumi di affari hanno un tasso di crescita annuale rispettivamente del 121% e del 108%. Nel dettaglio, le vendite da consumatore a consumatore rappresentavano nel 2010 l’88% delle transazioni; le vendite Business to Consumer stanno oggi recuperando e sembrano destinate a coprire una fascia di mercato sempre più grande. Alcune statistiche di A.T. Kearney e Access Asia mostrano numeri differenti sulla dimensione del mercato Ecommerce, ma indicano che il settore beneficerà nei prossimi cinque anni di una crescita elevata, particolarmen-

te rapida nel mercato B2C. Secondo A.T. Kearney, il mercato B2C on line prevede una crescita annuale del 52%, dal 2010, per arrivare nel 2014 a 54 miliardi di EURO. La previsione di crescita del volume di affari totale del mercato B2C e C2C prevede di arrivare per il 2014 la cifra record di 133.8 miliardi di Euro con un tasso di crescita annuo del 33%. Access Asia prevede che il mercato online B2C crescerà 10 volte, a un tasso di crescita annuale del 79% del 2010, a 69.2 billioni di Euro del 2014. Nel 2015, le vendite via internet B2C rappresenteranno il 9% delle vendite retail rispetto allo 0.9% del 2010. Ma l’industria logistica è pronta a rispondere? L’industria logistica in Cina è ancora agli albori: consegne ritardate, pacchi persi o danneggiati, poca professionalità degli addetti alla consegna ed assenza di procedure sono all’ordine del giorno. La poco sviluppata infrastruttura logistica sarà il collo di bottiglia che minerà la crescita dell’industria Ecommerce in Cina. A causa della mancanza di professionalità e di know-how gran parte delle società ecommerce sono costrette a dare in outsourcing

OMLOG Asia Ltd., è un’azienda leader nella gestione di servizi logistici integrati e spedizioni internazionali specializzata nel settore moda. Omlog Asia è presente a Hong Kong , Shanghai , Beijing, Shenzhen e dispone di oltre 100,000 mq. di magazzini perfettamente attrezzati con sorters e automatismi, operando con personale altamente specializzato sotto la direzione di manager italiani. La società ha sviluppato internamente programmi di WMS e TMS particolarmente sofisticati ed interfacciabili con qualsiasi sistema. Oltre alla gestione fisica dei prodotti, Omlog è in grado di assistere i clienti nell’espletamento delle operazioni doganali di importazione, etichettatura, formalità Cites ed ogni servizio fino alla consegna a destino delle merci. Oltre alla logistica tradizionale Omlog è in grado di soddisfare ogni esigenza inerente la logistica dell’E-Commerce. I nostri clienti rappresentano alcuni dei più importanti brand del made in Italy. Omlog, inoltre, è certificata ISO-9001 e C-TPAT.

il servizio di consegna a società terze ed anche chi vende attraverso il portale Taobao si affida ad una di queste realtà. Ma le società cinesi di logistica come Shunfeng, Yuantong, Yunda, Shentong, Zhongtong, Zhaijisong, Tiantian Express and EMS soffrono nei servizi basilari che non comprendono ad esempio resi, cambi, magazzinaggio, pick and pack pagamento contrassegno, servizi che vengono offerti abitualmente in realtà quali Stati Uniti, Europa, Hong Kong. Questo scenario è una grande opportunità per le società del settore europee ed italiane e la chiave del successo è sviluppare nelle città cinesi interne, nell’arco dei prossimi anni, un network di servizi logistici altamente specializzati, a completamento – e non in sostituzione – agli attuali servizi di distribuzione espressa. In questo contesto Omlog continuerà, come abbiamo già fatto in passato, a offrire ai propri clienti soluzioni logistiche che li aiutino a raggiungere i loro obiettivi in breve tempo, con particolare attenzione agli investimenti. Come detto, la crescita del mercato E-commerce potrebbe infatti permettere con un investimento contenuto di promuovere i propri prodotti a un notevole bacino di utenza a patto di avere un servizio logistico di alta qualità, in linea con le aspettative del cliente. OMLOG è l’unica società al 100% italiana che gestisce la logistica dell’e-commerce in Cina. Con i suoi 100.000 mq di magazzini tra Hong Kong e Cina, 800 addetti 700,000,000 di HKd di fatturato è un partner strategico per le aziende del settore del lusso di ogni dimensione che decidono di utilizzare l’ecommerce per affrontare i mercati asiatici. Riccardo Fuochi Presidente Omlog Group

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dossier / porto&diporto

Alta velocità, così muore il futuro ad Afragola

Lavori sotto sequestro, 80 milioni in fumo, 32 imprese abbandonate. Il cantiere della stazione alle porte di Napoli è uno scheletro da un anno: aziende, fornitori e trecento operai denunciano crediti per 7 milioni

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l futuro l’aveva scritto Zaha Hadid, l’architetto di Baghdad che aveva disegnato tre km a Nord di Napoli un ponte sopra i binari. Doveva essere la stazione dell’Alta velocità di Afragola: quattro piani sospesi, di cui due commerciali, trecento treni al giorno e un traffico di 430 mila passeggeri, il doppio di Roma Termini. Un viaggio nel futuro e un nodo di scambio con le linee veloci verso Sud e i servizi ferroviari regionali. Fine lavori, agosto 2012. Soldi impegnati, quasi 80 milioni. Il futuro se l’è preso la solita mangiatoia per giunta inconcludente del sistema dei grandi appalti, che ha lasciato tra le campagne dell’hinterland napoletano uno scheletro di ferro e cemento. Uno dei tanti buchi neri dell’Italia incapace e sprecona. I lavori per la costruzione della stazione, commissionati da Rfi, Rete ferroviaria italiana, si sono bloccati un anno fa quando la Dec Costruzioni s p a , aziend a

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pugliese vincitrice della gara d’appalto per 74 milioni di euro, è stata travolta dal dissesto finanziario. Oggi l’azienda è stata “commissariata” dal tribunale di Bari, con l’apertura del concordato preventivo. E i suoi responsabili sono al centro di una presunta frode giudiziaria che ha coinvolto anche il sindaco di Bari. Ma quella è un’altra storia. D i

quei 74 milioni finanziati per realiz-


zare l’opera, l’impresa appaltatrice ne ha spesi per lavori 14, di cui la metà finanziati dalle Ferrovie dello Stato ma gli altri sette anticipati dalle imprese subappaltatrici e dai fornitori. La Dec ha dunque lasciato nelle casse di Rfi oltre 67 milioni, un importo maggiore delle opere fin qui realizzate. Pochi mesi dopo l’abbandono del cantiere da parte dell’impresa pugliese, la multinazionale tedesca che forniva importanti attrezzature e materiali, la Peri spa, preoccupata degli omessi controlli delle Ferrovie sul cantiere, ha chiesto e ottenuto il sequestro per proteggere i suoi materiali. Dal 9 febbraio 2012 si registra il fermo totale delle attività, due anni e mezzo dopo l’affidamento della progettazione e costruzione della stazione avvenuto nel luglio 2009. E si innesca un corto circuito che travolge trentadue imprese, subappaltatrici, fornitrici e dei servizi che oggi

vantano crediti per 7 milioni dall’azienda vincitrice dell’appalto. Trecento operai sono fermi, altrettanti sono gli addetti penalizzati dell’indotto. Disse-

questrare il cantiere appare l’unica strada percorribile per riavviare il progetto e contenere la rabbia delle imprese subappaltatrici, ormai sul piede di guerra. Mentre Rfi, il committente dei lavori, ha respinto le accuse di omesso controllo della Peri con una nota. “In relazione alla notizia del sequestro giudiziario di parte delle installazioni di cantiere disposto dal Tribunale di Milano – ha sottolineato nella nota la società Rfi Rete Ferroviaria Italiana conferma la piena correttezza del proprio operato

e precisa che il contratto dei lavori in oggetto è stato risolto in danno per inadempimento dell’ATI appaltatrice”. Ma delle imprese danneggiate, degli oltre 300 operai che aspettano di essere pagati, della stazione dei sogni che doveva essere consegnata a luglio 2012, su tutto questo le Ferrovie tacciono. Imprese e fornitori intanto non stanno a guardare e il 19 ottobre scorso hanno creato un “Comitato per la difesa dei diritti dei creditori di Dec spa”. Un’altra gara d’appalto è un ipotesi da incubo: almeno tre anni di attesa, controversie legali permettendo. Con il precedente che non incoraggia affatto. Già, perché il primo appalto di 60 milioni per l’esecuzione del progetto Alta velocità di Afragola andò in fumo per la rinuncia della cordata di imprese che se lo era aggiudicato. Correva l’anno 2005. Ci sono voluti 4 anni per la seconda gara e l’affidamento dei lavori alla Dec che si aggiudicò nel 2009 una commessa che intanto era salita a 80 milioni complessivi. Quasi il trenta per cento di costi in più rispetto al primo. Il Comitato, carte alla mano, pretende ora che si faccia chiarezza e si onorino i pagamenti. Molte di quelle imprese rischiano di chiudere. “I mancati pagamenti da parte di Dec spa hanno causato alle aziende fornitrici enormi difficoltà finanziarie costringendo le due imprese subappaltatrici, Nuova Tirrenia Costruzioni srl ed Ema srl, a porre in cassa integrazione circa cento persone - spiega Carmine Russo, presidente del Comitato e responsabile della Nuova Tirrenia Costruzioni, una delle due imprese subappaltatrici - Tutte le aziende in subappalto e fornitrici di beni e servizi ritengono che nella gestione della commessa ci sia stato da parte dell’ente appaltante, la società

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Rfi, uno scarso controllo dell’andamento dei lavori tanto da non adottare gli opportuni provvedimenti per il lentissimo procedere delle lavorazioni. Ulteriore conseguenza dello scarso controllo è l’aver proceduto ai pagamenti a Dec spa nonostante fossero ormai note da tempo le difficoltà finanziarie di questa azienda e i conseguenti ritardi dei pagamenti ai subappaltatori e fornitori”. Nel mirino delle 32 imprese creditrici c’è la rescissione del contratto tra l’impresa delle Ferrovie che ha commissionato i lavori e la Dec che li ha ricevuti in appalto. “In sostanza la società Rfi ha omesso di prendere atto della totale sospensione dei lavori dal 9 febbraio 2012 procedendo alla rescissione contrattuale solo il 18 luglio 2012, ben 5 mesi dopo. Stranamente il provvedimento di rescissione è stato poi emesso pochi giorni dopo che la Dec ha depositato una richiesta di procedura di concordato e pochi giorni dopo che la stessa Dec ha avviato un’attività giudiziaria nei confronti dell’ente appaltante (Rfi). Se la rescissione contrattuale fosse arrivata prima, la Dec non avrebbe potuto accedere al concordato né pro-

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muovere il giudizio nei confronti di Rfi”. Ma secondo il Comitato per la difesa dei diritti dei creditori, c’è di più. “Altra anomalia del rapporto tra l’ente appaltante e la Dec - sottolinea Carmine Russo - è che mentre quest’ultima è contestualmente considerata inidonea ad eseguire i lavori di Afragola, è considerata da Rfi idonea invece a eseguire

i lavori di Guidonia per oltre 46 milioni, lavori mai iniziati da oltre un anno. Non si spiega come un’azienda in così grave crisi finanziaria come la Dec possa affrontare un lavoro così impegnativo. Alla società delle Ferrovie dello Stato chiediamo di intervenire sulla situazione debitoria lasciata da Dec spa in relazione alle sue responsabilità di man-


trasporti / porto&diporto

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Volotea, in primavera low-cost da Napoli

l 500millesimo passeggero lo hanno “premiato” a metà ottobre. Ad appena sei mesi dall’avvio del primo volo sulle rotte italiane. Dopo aver investito su Venezia e Palermo, Volotea, nuova compagnia low-cost, punta la rotta su Napoli, avviando tre nuovi collegamenti verso Palermo a partire dal prossimo 28 marzo con tariffe da 19 euro a tratta, tasse aeroportuali incluse. Capodichino è il 18esimo aeroporto in Italia, mentre in Europa sono già 51 gli scali interessati dagli aeromobili della compagnia. Con la nuova rotta su Napoli (da cui si potrà raggiungere anche Mykonos e Santorini con due voli settimanali a partire da fine giugno) la società vuole toccare un milione di passeggeri al termine dei primi 18 mesi di attività, per effetto del coefficiente di riempimento stimato all’80% e dei bassi costi. In queste settimane, la promozione avviata dalla società iberica (la sede è a Barcellona) consentirà infatti di poter prenotare voli per Palermo a 19 euro, tasse aeroportuali comprese. Prenotando all’ultima ora, il costo del volo sulla tratta è invece di 60 euro. “È la campagna pubblicitaria, infatti, il nostro principale investimento su Napoli”, spiega Loredana Tramontano, responsabile Sviluppo Volotea. “Abbiamo l’obiettivo di raggiungere una utenza vasta, sia business che turistica”, replica la giovane manager. La compagnia è stata fondata da Carlos Munoz e Lazaro Ros, gli stessi fondatori di Vueling

e Spanair, che detengono il 26% della società; il 49% è della CCMP Capital, leader nel private equity e il 25% restante è dell’Axis Bank. “Noi, rispetto alle altre low-cost - aggiunge Tramontano - offriamo, oltre alle tariffe basse, anche un buon servizio. I posti, ad esempio, sono assegnati e la vendita dei biglietti viene effettuata su tutti i canali. Oltre che sul web, anche mediante call center con la telefonata a soli 0,01 centesimo al minuto, perché non abbiamo lo scopo di guadagnarci. Inoltre, nelle agenzie di viaggio, dove abbiamo toccato il 20% delle vendite”. Curiosi i colori della compagnia: un quadratino a quadretti bianchi e rossi che richiama alla mente la tradizionale tovaglia delle trattorie di campagna. “Raffigura la nostra missione - spiega la responsabile Sviluppo della compagnia - Vogliamo tornare alle tradizioni e infatti, il nostro slogan è “Volotea ti porta verso nuovi sapori: vuoi gustare Napoli?”. Questo simbolo è molto apprezzato in Francia dove i colori richiamano le marmellate (ma anche i fazzoletti che hanno reso celebre dal 1677 la città di Cholet). In Italia ricorda le trattorie e in Germania le bier garten... I biglietti sono già acquistabili sul sito www.volotea.com, nelle principali agenzie di viaggio o chiamando il call center Volotea all’199.208.717. Tariffe a partire da 19 euro, tasse incluse, ma l’obiettivo è attrarre clienti con servizi di qualità. I biglietti si potranno acquistare anche nelle agenzie di viag-

gio e tra 18 mesi mirano a toccare un milione di passeggeri. La flotta si compone di esclusivamente di Boeing 717, equipaggiati con motore Rolls-Royce e configurati con 5 posti per fila, per un totale di 125 posti per aeromobile. “L’avvio dell’attività presso lo scalo di Capodichino ci riempie di orgoglio, in quanto rafforza la presenza di Volotea nel Sud Italia dove la compagnia è operativa anche in Sicilia (Palermo, Catania e Lampedusa), Puglia (Bari e Brindisi) e Calabria (Lametia Terme, Crotone e Reggio Calabria)”, afferma Tramontano. La società ha anche sottoscritto un accordo con Meridiana per la manutenzione degli aeromobili: sarà effettuata a Venezia presso l’aeroporto Marco Polo. Eduardo Cagnazzi

Mission

La mission di Volotea è quella di collegare tra loro le città di medie e piccole dimensioni, italiane ed europee, con voli diretti, comodi e economici. Volotea vuole cambiare il modo di viaggiare low-cost, offrendo un’esperienza di volo piacevole pur mantenendo tariffe accessibili a tutti. Uno dei punti chiave di Volotea è quello di operare esclusivamente con tratte dirette, che evitano di fare scalo negli aeroporti delle città più importanti, facendo così risparmiare denaro e tempo ai propri passeggeri.

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trasporti / porto&diporto

Tuvia in crescita filiale a Trieste ingresso in borsa elite

28 sedi nel mondo, 8 in Italia, una previsione di fatturato aggregato per il 2012 che si attesta sui 60 milioni di euro. Sono questi i numeri di Tuvia, società internazionale di spedizioni, logistica e trasporti multimodali

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a piccola azienda, Tuvia è cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni, grazie all’acquisizione all’inizio del 2007 da parte della famiglia Oriolo, che le ha dato un volto e un’impostazione completamente nuovi, e grazie a una strategia che punta a forti investimenti diretti all’estero, joint venture con partner locali e a una progressiva integrazione verticale nella supply chain. Dopo aver aperto più di 20 filiali all’estero nel giro di 5 anni Tuvia continua ad investire anche in Italia. Già forte di 7 sedi tricolori - incluso l’headquarter milanese - l’azienda guidata da Marco Oriolo ha aperto a maggio una filiale a Varese, e proprio qualche giorno fa, il 5 novembre, un’altra a Trieste, presso il terminal intermodale di Fernetti, a Monrupino. La nuova sede, guidata dal triestino Marco Santosuosso, sarà dotata di dogana interna e magazzini e si occuperà di sviluppare le spedizioni marittime e i servizi camionistici general cargo verso l’Est Europa e i Paesi dell’area CIS/EX CIS, mercati di interesse strategico per Tuvia che negli ultimi anni ha consoli-

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dato anche la propria presenza diretta con aperture in Russia, Azerbaijan, Kazakhstan e Turkmenistan e investimenti in mezzi di proprietà destinati a operare proprio su questa tratta. L’azienda milanese, che nel 2011 ha fatturato circa 55 milioni di euro e che nonostante la crisi continua a crescere ad un ritmo del 20% annuo, punta ora sullo snodo strategico di Trieste per consolidare la propria strategia di crescita e sceglie l’interporto di Fernetti come sede per i propri uffici. Situato all’omonimo confine italo-sloveno, l’interporto triestino rappresenta la grande porta di transito del Centro Sud Europa (asse Nord/Sud) e la strada maestra per l’interscambio internazionale delle merci al centro del Corridoio 5, la direttrice europea che congiunge Barcellona a Kiev (asse Est/Ovest). Uno snodo strategico fondamentale che potrebbe aprire interessanti opportunità per Tuvia, sia per quanto riguarda lo sviluppo del trasporto intermodale, su cui l’azienda milanese vorrebbe puntare sempre di più in futuro, sia per quanto

riguarda una possibile espansione nei Balcani. Con questa operazione, Tuvia si conferma essere una delle aziende più dinamiche nel panorama dei trasporti e delle spedizioni internazionali, grazie a una strategia di investimenti che punta, da un lato, ad allargare il network globale dei propri uffici - senza dimenticare il territorio italiano - e dall’altra a integrarsi verticalmente nella catena della logistica, ampliando la gamma dei servizi offerti con l’obiettivo di proporsi sempre di più come un operatore logistico completo. E’ di ottobre invece la notizia che Tuvia è entrata a far parte del gruppo di aziende selezionate da Borsa Italiana per ELITE, il progetto rivolto alle PMI ad alto potenziale di crescita. La società milanese punta così a crescere ancora e magari a quotarsi in borsa nei prossimi anni. L’annuncio della scelta da parte di Borsa Italiana di inserire Tuvia tra le nuove 33 aziende che fa-


Marco Oriolo

ranno parte del progetto è arrivata ad agosto ed stata ufficializzata nel parterre di Palazzo Mezzanotte a Milano, nel corso della cerimonia di presentazione della seconda tranche del programma. “E’ un progetto a cui teniamo particolarmente” ha commentato Oriolo, che è anche vicepresidente nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria, con delega a Economia, Finanza e Internazionalizzazione d’Impresa. “In un futuro vorremmo puntare ad una apertura di capitali per una nuova strutturazione aziendale. Elite è il modo migliore per arrivarci preparati”. Tuvia si prepara al percorso, mettendo in programma per la fine del 2012, inizio 2013 un aumento del proprio capitale sociale. Il progetto Elite, lanciato questa primavera e a cui hanno aderito inizialmente 30 aziende è una piattaforma unica di servizi integrati che mette a disposizione delle PMI un percorso di

formazione e accompagnamento per rafforzare le competenze industriali, finanziarie e organizzative necessarie per vincere le sfide dei mercati internazionali. L’intero percorso si sviluppa in tre fasi, che possono durare dai 6 mesi ai 3 anni, in base alle esigenze dell’azienda. ELITE si rivolge espressamente alle migliori aziende italiane – i criteri per l’accesso sono rigidi in termini di fatturato, crescita, utili - e le aiuta a tracciare la rotta verso il successo. I tre step prevedono una prima fase in aula, un secondo periodo di implementazione delle strategie grazie anche ad un tutor dell’Elite team inserito in azienda, e un’ultima fase di networking durante la quale le società entrano in contatto con investitori, banche e fondi, in vista tra l’altro di una possibile quotazione. Nello specifico l’intento è quello di aiu-

tare le aziende ad attuare un processo unico di cambiamento culturale ed organizzativo, avvicinandole ai mercati di capitali, migliorando i rapporti col sistema bancario ed imprenditoriale oltre che sostenendole verso l’internazionalizzazione. Sono ventidue i fondi private equity collegati al programma Elite: oltre al Fondo Italiano d’Investimento sono partner anche i fondi più importanti, da Clessidra a Progressio Sgr, da Imi Fondi chiusi a Wise, da Idea Capital a Arca impresa. Tuvia è forte di un fatturato aggregato di 55 milioni di euro per il 2011 e stimato di 60 milioni per il 2012. Numeri più che positivi per chi opera in uno dei settori più colpiti dalla crisi. Stefania Vergani

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trasporti / porto&diporto

Da Nord a Sud le imprese di bus privati uniscono l’Italia T

remilasettecento aziende con un fatturato di 2 miliardi di euro, 24 mila dipendenti in tutta Italia, 30mila autobus che percorrono oltre un miliardo e 200mila chilometri all’anno: una girandola attorno al mondo, un dato che piazza ai primi posti il settore dei bus turistici (o, come recita la dizione ufficiale, del trasporto turistico e noleggio autobus con conducente) nella classifica delle grandi imprese nazionali. Lo rileva un’indagine commissionata da Anav/Confindustria (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori), in collaborazione con Caipet (Comitato Associazioni Imprese Private Esercenti il Trasporto di persone su strada), al centro Hermes di Torino (Facoltà di Economia del Piemonte Orientale). Lo studio colma una lacuna di conoscenza in un settore vitale per il Paese, come quello del turismo, soprattutto scolastico e religioso: dati essenziali per ragionare non solo dello sviluppo del trasporto turistico, ma di quello dell’intera filiera turistica nazionale. “Da anni ci battiamo contro i balzelli che rendono difficile la vita di queste aziende, a partire dai ticket alle città d’arte fino alle accise sul gasolio - dichiara Nicola Biscotti, presidente Anav e coordinatore Caipet - Ora più che mai, di fronte a questi dati che danno il segno della rilevanza sociale ed economica del settore, è necessario che si arrivi ad interventi di sviluppo e si contrasti una politica fatta di con-

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tinue tassazioni, che di fatto stanno strangolando le imprese”. L’indagine rileva che il Paese, da Nord all’estremo Sud, è unito dai bus privati: la maggior parte delle aziende è infatti al Sud (1.521 ditte), mentre solo il 20% degli autobus del noleggio turistico partono dal Centro Italia. Nella classifica delle regioni con il maggior numero di autobus turistici svetta la Campania, seguono Lombardia, Veneto, Lazio, Sicilia e Puglia. Questa suddivisione racconta il radicamento e la vicinanza delle aziende con i propri territori. Si tratta infatti molto spesso di aziende piccole o piccolissime (basti pensare che su 24mila addetti, 22mila sono autisti), spesso a carattere familiare, dove il rapporto con la clientela è fidelizzato, fiduciario: valori impensabili nelle grandi aziende. Tallone d’Achille, così come nel settore del trasporto pubblico locale, è la vetustà dei mezzi: oltre 13 anni al Sud, poco più di 10 al Nord. E’ una anzianità tra le più elevate d’Europa, causata anche o soprattutto dalla scarsa attenzione normativa verso il settore: con l’imposizione di imposte extra (come i ticket per le città d’arte, che incidono per il 3% sulla struttura di costo aziendale) e senza quegli sgravi concessi ad altri settori (come sulle accise del gasolio) che compromettono anche le possibilità di ammodernamento e adeguamento del parco vetture. E a farne le spese sono i vacanzieri, prima ancora delle imprese, sottolinea Biscotti. La ricerca evidenzia

Nicola Biscotti presidente ANAV anche un altro dato: si va in vacanza soprattutto in primavera. Oltre il 50% della domanda si concentra infatti nel periodo marzo-giugno (e coincide in buona misura anche con il turismo scolastico), mentre nel periodo estivo e quello invernale si ripartisce il resto dei vacanzieri. L’indagine mette a nudo anche l’identikit del turista in bus: si scopre così che in tempi di crisi diminuisce il trasporto congressuale, mentre tiene quello della vacanza. Ma mette in luce anche un altro aspetto del settore: se a fare la parte del leone è il trasporto turistico, il noleggio ha però anche un versante spiccatamente sociale, cioè quello dei trasporti regolari specializzati (operai, impiegati, studenti), che riguarda il 27% dell’attività complessiva. Ma, anche in questo caso, non ci sono volani per lo sviluppo. Eduardo Cagnazzi


aziende / porto&diporto

Eataly, sapori e saperi sui binari dell’alta velocità

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rocevia di sapori e saperi sui binari dell’alta velocità. E’ dal cuore della Stazione Ostiense che con Eataly è partito il viaggio alla scoperta della migliore enogastronomia italiana. La diciannovesima Disneyland del gusto, dopo Torino Lingotto, Torino Lagrange, Pinerolo, Asti, Monticello, Milano, Genova, Bologna, i nove store in Giappone e quello esclusivo di New York sulla Quinta Strada. È articolato su 17mila metri quadri in quattro piani, ha 23 luoghi di

ristoro, 40 aree didattiche, sale riunioni, aree expo e una sala congressi per i numerosi eventi in programma. Vi lavorano 500 persone, in prevalenza giovani, nelle cucine e nelle aree tematiche dove sono in vendita 14mila prodotti di alta qualità, di queste, un quarto di aziende dell’agroalimentare di cui Eataly ha acquisito partecipazioni. Il restante 75% proviene da altri 2mila produttori. Grandi spazi, cucine a vista, fabbriche del cibo in diretta, strumenti di conoscenza per capire i valori di ciò che mangiamo, 1.700 cartelli con informazioni, citazioni e aforismi, ma ci sono anche musica e opere d’arte. Difficile definire Eataly soltanto centro commerciale o bazar del gusto. Oscar Farinetti, il suo creatore, l’ha dedicato alla bellezza del cibo, della musica, dell’arte e dell’ironia. «Sono queste quattro bellezze -ha detto - che salveranno l’Italia facendola uscire dalla crisi». Ad Eataly c’è di tutto: dalla libreria con opere sul cibo allo spazio-lettura dove chiunque potrà sedersi per sfogliare la stampa straniera, dagli impianti per la tostatura del caffè, comprato direttamente dai campesinos senza intermediari, alla mozzarella fatta in diretta da un famoso casaro casertano, Roberto Battaglia, con la cagliata di bufala campana. La pasticceria è stata affidata a Luca Montersino che ha bandito i grassi idrogenati, i coloranti e lo zucchero in eccesso, mentre la Venchi offrirà cioccolato artigianale. Soprattutto produrrà una pseudo-nutella da spalmare, profumatissima, miscelando la nocciola Piemonte Igp con olio extravergine dolce di olive Taggiasche, colte in surmaturazione perché perdano il tannino. La frutta è tutta del territorio e

prosperano due piccoli orti di erbe aromatiche che in futuro - ma è ancora un progetto - dovrebbero coprire tutto il tetto dell’edificio. Non mancano spazi per la pizza, dalla classica napoletana a quella di Recco e un inedito spazio friggitoria dove Pasquale Torrente di Cetara, maestro del “cuoppo” servirà senza sosta mozzarelle in carrozza e crostini con alici. Un omaggio al Lazio, oltre alla grande zona vini, è il ristorante delle Osterie Romane affidato ad Anna Dente di San Cesareo, ai fratelli Cacciani di Frascati e a Massimo Pulicati, meglio conosciuto come l’Oste della Bon’ora. Pasta di Gragnano e pani fatti esclusivamente di farina macinata a pietra e lievito madre sono ben rappresentati, così pure la carne, fornita dalla Granda, l’associazione di allevatori di bovini piemontesi, primo presidio Slow Food fondato da Sergio Capaldo. Grande l’assortimento di pesci e molluschi, ovviamente freschissimi. C’è persino una vera fabbrica di birra artigianale, curata da tre mastri birrai che si alterneranno: Leonardo di Vincenzo, Teo Musso e l’americano Sam Calagione. Su tutto, all’ultimo piano domina il ristorante Italia, affidato allo chef Gianluca Esposito e arricchito da tre opere di Modigliani. Il perché della scelta di dedicare il ristorante a questo maestro del Novecento lo spiega Farinetti. «Nell’epoca dell’astratto e del cubismo lui faceva il figurativo, non cambiava la realtà. E questo è una metafora della nostra cucina, dove il pesce deve restare pesce, il risotto sembra proprio tale e la coscia di pollo è riconoscibile come coscia di pollo». In altre parole qui si rispetta il cibo e si seguono le tradizioni regionali. Non a caso un’area è dedicata a Pellegrino Artusi e sulle pareti del ristorante sono infisse simbolicamente pietre delle varie regioni italiane. Vasto è il target a cui si rivolge Eataly perché tutti, commenta Farinetti, “devono essere non solo consumatori ma protagonisti di un percorso di avvicinamento al cibo di qualità, devono conoscere le straordinarie biodiversità del nostro Paese, serviti con la stessa dignità sia che si spendano per mangiare 5 euro che 200”. Non è stata dimenticata l’attenzione al sociale: i pensionati avranno lo sconto su tutto e potranno iscriversi gratuitamente ad alcuni corsi. E c’è spazio anche per la solidarietà: molte forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano cadute durante il terremoto sono state acquistate a prezzo pieno e ogni mese dieci ospiti speciali ceneranno intorno ad un tavolo d’autore spendendo ciascuno 300 euro che andranno in beneficenza. Federica De Cesare

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aziende / porto&diporto

Pronto Mondo Imprese

Il numero verde di Pmi Campania per rispondere alle esigenze delle Imprese – Progetto per un Polo Aerospaziale

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ronto Mondo Imprese è il servizio attivato da Pmi Campania per rispondere alle emergenze che le piccole e medie imprese sono costrette ad affrontare quotidianamente. Il primo contatto, tramite il numero verde

Fulvio Campagniuolo 800 17 45 66, è con un consulente che ascolta le necessità dell’imprenditore e ne effettua una pre-valutazione. Un operatore è a disposizione, dal lunedì al venerdì (dalle ore 9:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 17:30) per assistere imprenditori e professionisti in materia di: Accesso al Credito; Rapporti con Istituti di Previdenza; Rapporti con il Fisco, Equitalia, Agenzia delle Entrate; Rapporti con la Pubblica Amministrazione; Inefficienze e/o Disservizi di varia natura. Dopo questo primo approccio, Pmi

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Campania metterà a disposizione dell’imprenditore un servizio di “prima emergenza” attivando, a seconda dei casi, consulenze specifiche in grado di offrire risposte rapide per fronteggiare la situazione di crisi e uscire dall’empasse. Il servizio Pronto Mondo Imprese è gratuito e garantisce totale riservatezza e anonimato. Inoltre, sul portale www.pmicampania.it è stato attivato un link riservato al recruitment, una iniziativa dalla duplice valenza: da un lato consentirà a tantissime persone di inviare il proprio curriculum che, una volta acconsentito al trattamento dei dati personali, sarà messo a disposizione di una platea di circa mille imprese; dall’altro lato Pmi Campania potrà offrire un ulteriore servizio agli associati in cerca di forza lavoro. “L’attivazione del numero verde Pronto Mondo Imprese – afferma Fulvio Campagnuolo, Presidente di Pmi Campania – è la testimonianza della nostra capacità di ascoltare gli imprenditori, nonché della nostra volontà di stare accanto alle imprese in maniera utile e concreta in un momento di grande difficoltà come quello che stiamo attraversando. Pmi Campania è pronta a recepire gli S.O.S. che arriveranno dalle aziende, consci di poter fornire loro risposte immediate ed adeguate alle loro emergenze”. Progetto Polo Aerospaziale Altra interessante iniziativa di Pmi Campania è stato il convegno tenuto a Caserta“Dalla fabbrica delle navi alla fabbrica degli aerei, innovazione ed in-

dustria da 170 anni in Campania”. Nel corso dell’evento è stato presentato il libro “Un secolo del settore aeronautico Campano. Una storia poco conosciuta” scritto da Sergio Mazzarella, Dirigente della Regione Campania. Fulvio Campagnolo, presidente Pmi Campania nella circostanza ha dichiarato: “La presenza del Cira sul territorio casertano rappresenta un punto di partenza ideale per la creazione di un Polo Aerospaziale altamente specializzato ricadente principalmente nel comune di Capua. E’ già stato avviato uno studio per far sì che in Terra di Lavoro possa nascere un vero e proprio Distretto Aerospaziale che contempli la creazione di centri altamente specializzati per l’effettuazione di interventi di manutenzione, la realizzazione di ulteriori prodotti completi a produzione integralmente campana e la creazione di un polo formativo specializzato. Avvieremo sin da subito un confronto aperto con le istituzioni, nel pieno rispetto delle reciproche competenze, per dotare il territorio casertano di un volano di sviluppo”. Federica De Cesare


aziende / porto&diporto

Diventare ambasciatrice del gusto italiano

I sapori di una terra sospesa tra il cielo e il mare

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a prima presentazione del suo libro non poteva che essere a Sorrento. Nella città del Tasso Imma Gargiulo è nata e vive. Capelli ricci, carattere esplosivo, da grande sognava di fare la psicologa. E in fondo ci era riuscita. Poi una telefonata inaspettata del padre, produttore di olio, le ha cambiato la vita. ‘’Tuo fratello deve partire per militare e io da solo non posso reggere il frantoio’’. Che fare? “Non ci ho pensato un istante, la mattina ero in treno destinazione Sorrento”. Ma il primo impatto in questo nuovo mondo dove gli uomini, fino ad allora, erano stati i protagonisti non è stato affatto semplice, ricorda con una punta di orgoglio. I contadini che lei incontrava nel periodo della raccolta delle olive alle sei del mattino, bandana in testa e jeans arrotolati, neanche la guardavano. ‘’Era come se io fossi trasparente’’. Allora iniziò l’Imma psicologa a darsi da fare. “‘Prendevo i raccolti di ognuno e i migliori li facevo analizzare al test di acidità”. Sei anni di duro lavoro, tra frantoio, fiere e appuntamenti con i buyer. Arrivano i risultati e l’olio Gargiulo viene premiato, tra 250 in Italia, come il miglior fruttato extravergine Dop al premio Sirena d’Oro. E con il successo arriva il matrimonio che la porta ad assistere il marito nella conduzione del suo piccolo albergo sulla strada principale di Sorrento. Nei ritagli di lavoro trova anche il tempo di partecipare ad uno show gastronomico dove mette in risalto l’amore per la cucina. Questa estate, l’ultima sua performance con “Celebrity Chef - Le Ricette di Imma”, edito da Melino Nerella Edizioni. Un libro che le somiglia: ricco di immagini solari, di ricette personali e della tradizione, che lei divide, con la levità che le appartiene, in tre originalissime categorie. “Veloci e velocissime”, “Facili e facilissime” e “Che sembrano difficili e difficilissime”. Ognuna delle 40 ricette che propone ha un forte legame con la sua terra, “sospesa tra il cielo e il mare” che le ha permesso di “vivere le materie prime alla fonte”, come ci confida nella prefazione. Così, “Gli spaghetti di Gragnano con colatura e alici di Cetara, con briciole all’olio al limone” nascono dopo una gita primaverile in una delle incantevoli baie sorrentine e ne suggeriscono gli odori e perfino i colori. Nel libro troviamo anche la ricetta “I tre porcellini.... stregati da una mela”, un maialino al burro di arachidi e bacche selvatiche, accompagnato da una purea di mele annurche, dedicato ai tre giudici di Master Chef. Ogni ricetta del libro è abbinata ad un vino, con la sua descrizione organolettica, e arricchita da una nota di “Cultura slow food”. “Cucinare - ama ripetere Imma - mi dà la possibilità di raccontare delle storie in una lingua senza barriere, che tutti possono comprendere”. E il suo, in effetti, è un libro di ricette che ha il sapore di un

racconto di una bambina di sette anni che rubava le zucchine nell’orto del nonno per cucinare la sua prima pasta e servirla, orgogliosa, su una foglia di fico, alla nonna. E della donna che ha saputo realizzare il suo sogno: “Inventare piatti e combinazioni di ingredienti da poter offrire agli altri”. Il sogno, infatti, è aprire un ristorante, magari collegato al piccolo albergo del marito. “Avremmo deciso anche il nome, Femmena, dal titolo del piatto cucinato per Tosca D’Aquino. “Nei ristoranti mi sono sempre intrufolata in cucina per conoscere personalmente lo chef e un domani quello chef potrei esser io. Del resto, ho già avuto a che fare con il mondo della ristorazione: mio padre ha un frantoio e ho viaggiato parecchio come direttrice commerciale dell’azienda di famiglia che ho lasciato tre anni fa, quando è nata mia figlia Luisa. Ora potrei far coincidere nuovamente la mia passione - il cibo - con il mio lavoro. Alcuni giapponesi in visita al frantoio di mio padre, dopo aver visto qualche spezzone di Master Chef, mi hanno persino chiesto di lavorare nella loro terra come ambasciatrice del gusto italiano”. Eduardo Cagnazzi

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aziende / porto&diporto

Certificazione di qualità per l’agroalimentare campano Protocollo d’intesa Cia Campania-Halal Italy per conquistare nuovi mercati

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alvatore Ciardiello, Presidente Cia Campania (Confederazione Italiana Agricoltori), e Sharif Lorenzini, Presidente di Halal Italy hanno presentato recentemente alla stampa, presso l’Hotel Europa di Napoli, il protocollo di intesa siglato tra Cia Campania e Halal Italy, la sezione italiana dell’Halal International Authority, autorità internazionale di Certificazione islamica, con l’obiettivo di promuovere e sostenere la produzione, la valorizzazione e la diffusione dei prodotti agro-alimentari realizzati in Campania verso i Paesi di religione islamica. “Lo scopo – ha dichiarato Salvatore Ciardiello Presidente Cia Campania - è favorire l’incremento del numero di imprese che possono entrare nel circuito di esportazione non solo dei Paesi dell’area Mediterranea, ma anche nel Sud-Est asiatico e l’Europa, dove la presenza di cittadini di religione islamica è molto consistente e il prodotto Halal ha maggiori opportunità di penetrazione commerciale. Un mercato mondiale di 2 miliardi di persone di religione islamica, per promuovere e sostenere la produzione, la valorizzazione e la diffusione dei prodotti agro-alimentari che sono realizzati in Campania”. Considerando che i principi della certificazione Halal sono in linea con i principi di tracciabilità, salubrità, sicurezza e legalità, l’adozione di modelli di comportamenti trasparenti da parte delle aziende orientate a tutelare i consumatori, non può che favorire l’export dei prodotti di qualità della Regione. La certificazione diviene, infatti, un’ulteriore garanzia per il consumatore perché deve essere garantita la tracciabilità: ciò significa che è

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indispensabile conoscere la provenienza di determinati prodotti, così come richiesto dalle direttive della comunità europea. Halal ( ‫ لالح‬, Halal, halaal) per i musulmani significa lecito e prende le mosse da alcuni principi e dogmi della

cultura musulmana che sono in linea con i principi di tracciabilità, salubrità, sicurezza e legalità. In Occidente si riferisce principalmente al cibo preparato in modo accettabile per la legge islamica. In arabo la parola intende tutto ciò che è permesso secondo l’Islam, in contrasto a ciò che è harām, proibito (Haram). “Il principio generale della religione islamica è quello di proteggersi dal male -dichiara Sharif Lorenzini, presidente di Halal

Italy- dal danno, quindi evitare cibi o bevande che possono essere prodotti in modo non idoneo per la salute e l’integrità. L’attenzione della certificazione si concentra sui cibi e sugli alimenti a base di proteine o grassi di origine animale come tutta la carne, (esclusa quella di maiale totalmente proibita) che va macellata secondo un preciso rituale, ma anche le bevande che non devono contenere alcool e la pasta perché potrebbe essere fatta con un grano contaminato o nocivo. Il prodotto deve essere identificato con il logo Halal international authority (Hia), che è l’autorità internazionale di certificazione, controllo e sviluppo del mercato Halal. Le aziende interessate ricevono le Guide Lines della Hia quality system (Hqs) nelle quali sono espresse tutte le linee guida per la certificazione Hia. In particolare i prodotti e i processi produttivi devono essere conformi alle norme e principi della Sharif Islamica nonché alle normative italiane ed europee in tema di igiene e sicurezza alimentare. In seguito all’ispezione e alle indicazioni scritte dell’ispettore, l’azienda è in grado di mettersi in regola apportando le necessarie modifiche nella produzione. Dal confronto diretto tra azienda e rappresentanza islamica ha inizio una seria collaborazione per ottenere un prodotto di qualità, tipico della tradizione italiana, ma certificato Halal. Non sono pochi i consumatori non musulmani che acquistano i prodotti Halal (certificati Hia) perché ritenuti sicuri e garantiti sotto l’aspetto qualitativo. Fabrizio De Cesare


aziende / porto&diporto

Ricerca e innovazione per l’eccellenza italiana

Presentate durante la visita del parlamentare UE della Commissione Industria, Ricerca ed Energia Lara Comi, la società ad hoc per l’innovazione e la ricerca e le novità del centro di eccellenza Food Preparation, Preservation & Processing di Cassinetta di Biandronno. Confronto sulle linee guida comunitarie per il sostegno ai progetti di ricerca e sviluppo

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hirlpool punta su ricerca e innovazione e crea Whirlpool Research & Development srl, una società ad hoc dove convogliare le eccellenze di ricerca e sviluppo. La società italiana,

nalità presenti nel sito Whirlpool di Cassinetta e che hanno dato vita al Centro di eccellenza Food Preparation, Preservation & Processing, ossia attività di ricerca applicata alle tecnologie in uso e da sviluppare sugli elettrodo-

le, che rientra in diversi cluster tecnologici nazionali ed europei». Nell’ambito dell’attività di accreditamento istituzionale in corso per Whirlpool R&D, coordinata da Fausto De Angelis, Senior Counsel del Legal

che conta già oltre 40 ricercatori e ha sede nel sito Whirlpool di Cassinetta di Biandronno (Varese), è anche strutturata per meglio accedere alle opportunità che le regioni, gli stati e l’Unione Europea mettono a disposizione per sostenere l’attività di ricerca a supporto dell’innovazione tecnologica, elemento chiave per la competitività sui mercati. La società italiana nasce dal riconoscimento da parte di Whirlpool Corporation delle competenze e delle professio-

mestici. «Cassinetta rappresenta un esempio importante di filiera produttiva - commenta il vice president Industrial Operations di Whirlpool EMEA Davide Castiglioni - accanto al centro di eccellenza ci sono le fabbriche. La nuova tecnologia di un prodotto si concepisce, si testa e si ingegnerizza qui in una sinergia di competenze che parte dalla ricerca e arriva al prodotto finito. Si tratta di un’eccellenza presente sul territorio di Varese ma di valore globa-

Department di Whirlpool EMEA, i vertici della società hanno incontrato a Cassinetta la scorsa settimana Lara Comi, europarlamentare membro della Commissione Industria, Ricerca ed Energia al fine di approfondire la conoscenza delle opportunità messe a disposizione dalla UE a sostegno della ricerca e dello sviluppo. Comi ha anche colto l’occasione per visitare, oltre alla fabbrica piani cottura, il Centro di eccellenza, recentemente oggetto di

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investimenti da parte di Whirlpool per la realizzazione di nuovi laboratori. Fra le nuove strutture, da citare il laboratorio microbiologico e quello di analisi sensoriale, un ambiente “neutro”, che in Italia è presente soltanto nelle grandi aziende alimentari, dove i consumatori testano nuove soluzioni di cottura degli alimenti confrontandole con quelle tradizionali dando risposte che chiamano in causa, appunto, i sensi. Le risposte sono poi analizzate attraverso modelli statistici. “Innovazione è parola chiave per la strategia industriale dell’azienda – commenta il presidente di Whirlpool R&D Mauro Piloni – la decisione di molti governi europei di sostenere la ricerca in campo industriale rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per la nostra attività di funding. Per questo è stato determinante confrontarsi con l’onorevole Comi, per avere indicazioni concrete sulle linee guida del nuovo programma europeo e quindi sapere come attivarci per reperire fondi nelle nostre aree strategiche di ricerca”. Whirlpool, per il funding finalizzato alla ricerca, è già attiva su altri fronti, il programma nazionale dei distretti tecnologici, il programma “Smart communities” per realizzare le smart grid e le comunità connesse, nei forum che stanno definendo a livello europeo e nazionale i filoni della ricerca, rispettivamente Horizon 2020 e Digital Agenda. Il Consiglio di Amministrazione di Whirlpool R&D è formato da Mauro Piloni (Global vice president Advanced development & Cross product categories, Fausto De Angelis (Senior Counsel), Bart Lorrez (director Financial services & Bp&A) e Francesca Morichini (director Human resources, industrial operations and industrial relations). Whirlpool EMEA e Whirlpool Corporation con circa 11mila 500 dipendenti, una presenza sui mercati di oltre 30 Paesi europei e siti produttivi in sette Paesi, Whirlpool Europe, Middle East & Africa (EMEA) è una società interamente controllata da Whirlpool Corporation, l’azienda leader a livello mondiale nella produzione e commercializzazione di grandi elettrodomestici. Nel 2011 Whirlpool Corporation ha avuto un fatturato annuale di circa 19 miliardi di dollari, 68.000 dipendenti e 65 centri di produzione e di ricerca tecnologica in tutto il mondo. L’azienda commercializza i marchi Whirlpool, Maytag, KitchenAid, Jenn-Air, Amana, Consul, Brastemp, Bauknecht e altri importanti brand quasi in ogni paese del mondo. Il Centro Operativo Europeo di Whirlpool si trova in Italia, a Comerio (VA).

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sviluppo / porto&diporto

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Come far conoscere il Porto alla Città

enova, come altre città inserite nei contesti urbani della nostra Penisola, sente l’urgenza di coniugare le attività produttive con la fruizione di un bene comune, l’area portuale, speso ricca di reperti storici e di archeologia industriale, che sorge nel cuore delle principali città marittime. Per far dialogare porto e città il cluster portuale si è dato l’obiettivo di far conoscere alla cittadinanza, a partire dalle scolaresche e dai giovani, il porto come occasione di occupazione e di benessere economico, una risorsa per le città ed i territori di riferimento. Nasce così Il Genoa Port Center allestito all’interno dei Magazzini del Cotone, nel Porto Antico, che fin dal suo nascere ha riscosso un enorme successo. Inaugurato nel novembre 2009 dall’ex Presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto, è la prima e unica esposizione pubblica in Italia e nel Mediterraneo in grado di far conoscere e sperimentare ai visitatori tutte le attività e le professioni di chi lavora nel porto e per il porto e di vivere in diretta le operazioni marittime e portuali. Molti i riconoscimenti all’iniziativa, ultimo l’ESPO Award 2012, il premio internazionale promosso ogni anno dall’European Sea Ports Organisation dedicato quest’anno al tema del giovani. Il Presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo lo ha ricevuto a Bruxelles

dal vice presidente della Commissione europea Siim Kallas. Il porto di Genova ha vinto grazie alle attività didattiche realizzate nel corso dell’anno scolastico 2011/2012 nell’ambito del progetto “Cittadini del porto conoscere e vivere il porto di Genova”, realizzate presso il Genoa Port Center da Fondazione Muvita e promosse da Provincia di Genova e “Progetto Giovani” di Fondazione Carige. Il progetto “Cittadini del porto”, giunto alla terza edizione, rappresenta un modo innovativo per promuovere la cultura e l’identità marittima tra i giovani, arricchire i contenuti didattici, rafforzare i rapporti tra scuola e impresa e sostenere gli orientamenti professionali rivolti al mare e alla logistica portuale. Il presidente della giuria, John Richardson, che ha selezionato il progetto presentato dal porto di Genova tra 23 progetti provenienti da tutta Europa, ha voluto sottolineato il carattere innovativo e creativo di “Cittadini del porto” ed ha invitato il porto di Genova a presentarlo come buona pratica alle autorità portuali e al mondo marittimo europeo nell’ambito di un seminario ad hoc, con l’obiettivo di replicare il progetto in altre realtà portuali. Due in particolare i progetti speciali che hanno catturato l’attenzione della giuria: “Let’s adopt a ship” e “Making Movies”.

“Let’s adopt a ship” è un progetto, unico in Italia, partito nel 2011 in via sperimentale, in collaborazione con Agenzia Marittima Le Navi e MSC Crociere, attraverso cui 530 studenti di 24 classi hanno “adottato” 8 navi seguendole nelle proprie rotte attraverso il web e conoscendone l’equipaggio al momento dello scalo nel porto di Genova. “Making Movies”, realizzato in collaborazione con Genova Liguria Film Commission, ha visto protagonisti 10 ragazze del liceo artistico “Barabino” e 13 studenti dell’Istituto “Calvino” di Genova, che hanno lavorato alla produzione di due videoclip per due gruppi musicali italiani che hanno avuto come sfondo il terminal SECH e l’area delle riparazioni navali. Solo nell’ultimo anno scolastico, grazie a “Cittadini del porto”, il Genoa Port Center ha coinvolto 4.446 studenti e 333 insegnanti, su un totale di 5.456 studenti che hanno visitato nello stesso periodo il centro espositivo del porto di Genova. Dal novembre 2009 hanno visitato il Genoa Port Center 17.800 studenti e oltre 1.400 insegnanti. Anche nell’ambito del Port Day, oltre un migliaio di classi delle scuole elementari hanno avuto modo di conoscere il porto grazie ad attività specifiche realizzate sotto la regia dell’Autorità portuale genovese. Patrizia Lupi

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nautica / porto&diporto

Il Salone della discordia tra crisi e rilancio del settore Moderato ottimismo e volontà di cambiamento segnano la chiusura del 52° Salone Nautico Internazionale

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i è chiusa a Genova la 52^ edizione del Salone Nautico. Un’edizione aperta nel segno della crisi che si conclude con moderati segnali di ottimismo e la volontà di intraprendere un percorso di cambiamento profondo che risponda con efficacia alle esigenze di un mercato radicalmente mutato nel giro di pochi anni. Il forte disagio del settore, espresso anche con l’assenza alla cerimonia inaugurale da parte degli imprenditori, ha trovato ascolto nel Governo con la presenza del ministro per lo sviluppo economico, per le infrastrutture e i trasporti Corrado Passera e in sede inaugurale del viceministro Mario Ciaccia, che si sono detti disponibili a intraprendere misure a supporto del settore. Novecento gli espositori presenti, millequattrocento le imbarcazioni esposte su 4 padiglioni, 2 marine e ampi spazi all’aperto. Numeri che testimoniamo come il Salone Nautico di Genova continui ad essere

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punto di riferimento della nautica internazionale. Un bilancio soddisfacente, dunque, aldilà dell’inevitabile contrazione dei numeri che si riflette anche sul totale delle presenze: 176.280 a cui si aggiungono 4.000 bambini fino a 10 anni. “Al Salone Nautico di quest’anno sono stati conclusi contratti e contatti importanti, soprattutto per quanto riguarda clienti esteri - ha dichiarato il presidente di Fiera di Genova Sara Armella - e registriamo segnali di soddisfazione da parte di molti espositori. Questo ci conferma la bontà delle scelte effettuate e ci incoraggia ad effettuare un vero cambio di passo. Non abbiamo pregiudizi nel riprogettare la manifestazione: dalla durata al periodo, dal lay out all’ampliamento ulteriore delle prove in mare, dai costi ai servizi da mettere a disposizione delle imprese. Siamo convinti di avere il know how necessario per gestire il cambiamento in modo razionale e intelligente, aven-

do presenti gli scenari di mercato e il momento storico ed economico che stiamo vivendo. Nel futuro ritengo ci debba essere ancora più spazio per internazionalizzazione, a fianco di Liguria International, per design e innovazione e per elementi legati alla passione per il mare. Già da domani ci metteremo a riprogettare l’edizione 2013 del Salone discutendone con Ucina e con tutti i soggetti istituzionali che sono coinvolti. Il registrato calo delle presenze era ampiamente atteso e sarebbe stato illogico e anacronistico pensare a numeri diversi alla luce dei dati del mercato italiano. La nostra esperienza ci ricorda però che quello sui visitatori è solo uno degli elementi di valutazione”. “L’evoluzione del mercato – ha sottolineato l’amministratore delegato di Fiera di Genova Beppe De Simone – ci porterà sempre di più verso un Salone di qualità e sempre meno verso un Sa-


lone di quantità. Si tratterà di lavorare per il futuro proponendo un Salone appetibile per una clientela sempre più attenta e competente”. “La presenza a Genova di 900 espositori testimonia che gli imprenditori della nautica non vogliono rinunciare a questo importante appuntamento. Il fatto che, nonostante il difficile momento in cui versa il comparto, abbiano voluto essere qui, se da un lato ci segnala la loro fiducia nella manifestazione, dall’altro ci impone di ripensare il prossimo Salone in una formula che sia più vicina alle loro esigenze - ha dichiarato il Presidente di UCINA Anton Francesco Albertoni, che conclude – Ho preso l’impegno di arrivare all’edizione 53 con soluzioni che invoglino gli espositori a confermare la loro presenza e intendo tener fede a questa promessa. Infine non posso che esprimere soddisfazione per il costruttivo confronto con l’Esecutivo, ottenuto in seguito all’appello rivolto al premier Monti e alle iniziative che UCINA ha condotto nella giornata inaugurale per esprimere lo stato di prostrazione del settore. Auspico ora che si possano avere presto riscontri concreti”. “Certamente nello studio della formu-

la del prossimo Salone, UCINA continuerà a garantire un profilo elevato per le iniziative a sostegno delle aziende che da anni caratterizzano questa manifestazione, aggiungendo valore all’attività di business – spiega Marina Stella, direttore generale dell’Associazione - internazionalizzazione, testimoniata quest’anno dagli oltre 1000 incontri B2B con operatori professionali proveniente da Brasile, Russia, Turchia, Middle East e Far East, oltre all’importante delegazione di Santa Catarina; un’attività convegnistica di elevato contenuto istituzionale che ha incluso importanti appuntamenti di profilo internazionale (International Boating Forum e Audizione CESE – Comitato Economico Sociale Europeo); promozione della cultura del mare con il progetto Navigar m’è dolce e il rafforzamento con la FIV e le altre Federazioni Nautiche. Infine la sempre maggiore integrazione con gli altri comparti del Made in Italy come dimostrato con il rinnovato successo del fuori salone GenovaInBlu”. Il 52° Salone Nautico si è confermato grande evento mediatico e interattivo: 1.670 i giornalisti accreditati, 260 mila i visitatori del sito web per un totale di 365mila visite. 1.200 gli studenti che

nell’ambito di Navigar m’è dolce e Progetto Giovani della Fondazione Carige hanno seguito una “giornata di scuola” tra sport e cultura del mare con 12 laboratori didattici, 1.000 i bambini che al di fuori dei circuiti scolastici hanno provato l’emozione di salire a bordo di una canoa o di una barca a vela, 500 i ragazzi che hanno partecipato alle attività della Federazione Italiana Motonautica. 11 i convegni organizzati da Ucina nel programma ForumUCINA, 70 gli eventi collaterali che si sono alternati tra la sala stampa e il teatro del Mare a cui si aggiungono gli incontri organizzati dall’Università di Genova e dall’Ordine degli ingegneri. Ottimo risultato delle iniziative rivolte a un target pregiato di clientela, grazie a strumenti innovativi come la Gold Card, utilizzata da oltre mille operatori italiani e stranieri. Grande successo di pubblico per l’edizione 2012 di GenovaInBlu, come testimoniamo le oltre 21mila presenze ai 26 eventi: mostre, spettacoli teatrali, aperture straordinarie di negozi, aperitivi, concerti, incontri e dibattiti che hanno animato la città durante i nove giorni di Salone. Riccardo Russo

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nautica / porto&diporto

Un gradito ritorno l’America’s Cup a Napoli

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migliori velisti al mondo torneranno a regatare a Napoli dal 16 al 21 aprile in occasione della prima tappa delle America’s Cup World Series in programma nel 2013. Napoli ha ospitato le AC World Series nell’aprile 2012, regalando a un pubblico di oltre 500,000 spettatori grandi emozioni con regate avvincenti e con il debutto straordinario del team italiano Luna Rossa Challenge che in quell’occasione ha vinto il campionato di flotta e concluso in seconda posizione quello riservato al match race. “Siamo molto felici di tornare a Napoli per l’unica tappa in programma in Europa nel 2013”, ha detto Stephen Barclay,

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il CEO della 34ma America’s Cup. “I Napoletani sono accorsi in gran numero per assistere alle regate e festeggiare Luna Rossa nel 2012; ci aspettiamo un altro grande evento per l’edizione 2013”. “Abbiamo lavorato molto a fianco dei nostri partner per assicurare nuovamente alla città lo svolgimento delle America’s Cup World Series,” ha dichiarato Mario Hubler, Amministratore Unico di ACN, la società di scopo costituita per la gestione dell’evento. “Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e, in collaborazione con ACEA, far sì che le regate del 2013 abbiano un successo ancor maggiore di quelle dell’aprile scorso”. Le America’s Cup World Series vedono

undici team tra i migliori al mondo darsi battaglia a bordo dei velocissimi AC45, catamarani di ultima generazione dotati di ala rigida. Le regate si svolgono su campi di regata brevi e stretti a pochi metri dalla costa, pensati per mettere alla prova gli equipaggi e per permettere al pubblico di vivere l’azione da vicino. Il team statunitense ORACLE TEAM USA, Defender dell’America’s Cup 2013, è attualmente al comando della classifica della stagione 2012-13. In seguito alla tappa italiana a Napoli, l’America’s Cup World Series si concluderà negli Stati Uniti a fine maggio. I dettagli delle tappe americane verranno presentati prossimamente. Ma non


tutti sono contenti della decisione degli organizzatori dell’evento velico: “Il sindaco Orsoni ha tutta la mia solidarietà e se deciderà di intraprendere delle azioni saremo al suo fianc”. Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, rivolgendosi al sindaco di Venezia e commentando la notizia che l’organizzazione dell’America’s Cup 2013 ha deciso di confermare la tappa di Napoli e cancellato quella prevista a Venezia. “È una scelta inspiegabile e inammissibile - ha aggiunto Zaia - per il Veneto questa manifestazione vale un indotto di 40 milioni di euro e per il dissesto finanziario Napoli ha avuto 2 miliardi. Non dico altro, è ora che ci si renda conto che il periodo delle vac-

che grasse è finito per tutti: immagino ci siano tutti gli elementi per azioni anche legali a vario livello - ha concluso - il sindaco di Venezia decida il da farsi e sappia che siamo al suo fianco”. A proposito di queste dichiarazioni è stato fatto notare che gli organizzatori sembra non avessero alcun obbligo; si sarebbe trattato di una contrattazione libera nel presentare l’offerta migliore.

Riguardo l’America’s Cup

Uno dei trofei più ambiti e competitivi nella storia dello sport, l’America’s Cup è stata disputata per la prima volta nel 1851, quarantacinque anni prima delle Olimpiadi moderne. A vincere fu loyacht statunitense America, che diede

all’evento il suo nome. La Louis Vuitton Cup (luglio-agosto 2013) e la finale della 34ma America’s Cup (settembre 2013) si disputeranno per la prima volta nella baia di San Francisco, un’arena naturale che potrà accogliere più di un milione di visitatori. L’America’s Cup World Series è un circuito di regate internazionale nell’ambito del quale si regata su base annuale a bordo degli AC45. Il titolo della stagione 2011-2012 è andato a ORACLE TEAM USA. La stagione 2012-2013 si è aperta con due eventi disputati a San Francisco in agosto e ottobre e continuerà con gli appuntamenti in programma a Napoli e negli USA nella primavera del 2013. Riccardo Russo

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turismo / porto&diporto

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a Rassegna Economica del Banco di Napoli dedica il primo numero del 2012 ad un’indagine di Srm (Studi e ricerche per il Mezzogiorno) sul turismo. Il settore è considerato una vera risorsa per il Paese, capace di garantire uno sviluppo sostenibile del territorio, con una ricaduta economica e sociale in loco. Di qui la necessità, secondo gli analisti di Srm, di puntare i riflettori su questo settore concentrandosi su come migliorare la competitività dei territori, sull’attrattività internazionale, sui processi e sulle politiche di governance, sulla qualità dei servizi, sulle nuove frontiere del sociale e sugli aspetti infrastrutturali. Tutti elementi che determinano il livello di attrattività turistica di un’area, e di conseguenza anche il livello di ricchezza generata, misurata quantitativamente in termini di Prodotto interno lordo. Del turismo e delle sue potenzialità inespresse nel Mezzogiorno ne parliamo con Massimo Deandreis, direttore

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generale di Srm. Come si posiziona il Paese rispetto agli altri competitor? Nel contesto turistico internazionale, l’Italia è ben posizionata, con un impatto significativo sul Prodotto interno lordo pari al 5,4%, non molto distante dalla Spagna (6,4) e dalla Francia (6,2), tra i suoi principali competitor, e con un valore aggiunto pari a 82,8 miliardi di euro, il 6% del valore aggiunto totale dell’economia; incidenza molto vicina, ad esempio, ad un settore rilevante dell’economia nazionale come quello delle costruzioni. Anche per quanto riguarda l’offerta ricettiva, l’Italia resta ben posizionata: infatti, presenta la più ampia offerta alberghiera a livello europeo in termini di posti letto (2.251.217) ed è al terzo posto per numerosità di esercizi alberghieri (33.890). E per quanto riguarda il Mezzogiorno? E’ un’area ricca di potenzialità legata alla vastità dell’offerta tematica e carica

di storia, luoghi ed esperienza. Ma è ancora poco domandata ed esplorata e con un nuova immagine da realizzare e proporre. Appare quindi in quest’area del Paese la necessità di puntare maggiormente sulle opportunità di sviluppo dell’industria turistica in senso ampio, non limitandosi a quella balneare soltanto, con il superamento dei gap infrastrutturali che limitano la capacità di generare flussi turistici e servirli con la qualità necessaria. Può fornirci dei numeri sul turismo nel Mezzogiorno, così come rileva la vostra indagine? Tra quelli più significativi, nel 2011, gli arrivi che sono stati oltre 18 milioni (18% dell’Italia), con un incremento del 3,5% rispetto al 2010. Le presenze turistiche hanno superato i 77 milioni (20% del Paese). Per quanto riguarda gli stranieri, l’indagine rileva il loro minor peso rispetto alla media nazionale: quasi 5,5 milioni, seppure in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente.


Le potenzialità turistiche del Mezzogiorno

E la spesa turistica straniera? E’ stata di 3.875 milioni di euro (circa il 13% dell’Italia) in crescita del 6% rispetto al 2010. Il peso della componente di spesa straniera sul totale della spesa turistica è pari al 17,8%. In poche parole, i turisti stranieri al Sud spendono in media 70,3 euro al giorno contro i 92,2 euro degli stranieri in Italia. Una differenza in meno che incide non poco sull’economia locale. Al Sud quanto incide il settore turistico? Il valore è minore della media nazionale (5,4% rispetto al 6%). Il valore aggiunto turistico rappresenta invece il 21,1% del dato nazionale. A testimonianza del ruolo di attivatore di ricchezza che il turismo riveste per l’economia nel suo complesso, Srm ha calcolato le stime dell’impatto sul Pil turistico per ogni presenza aggiuntiva, aggiornandole ai recenti dati disponibili dal Primo Conto Satellite del Turismo per l’Italia. Nel Mezzogiorno si stima che per ogni

presenza aggiuntiva (sia esso un nuovo arrivo o un prolungamento di presenza) si generano 70,8 euro di valore aggiunto, un valore che però risulta inferiore al dato medio italiano (103,4 €). Pertanto, nel Mezzogiorno il ruolo, il peso ed il valore economico del settore hanno evidenti margini di crescita. Dall’analisi della sensibilità del valore aggiunto turistico alla variazione delle presenze turistiche, si stima che un aumento nel medio termine del 20% delle presenze turistiche nel Mezzogiorno potrebbe generare una crescita del valore aggiunto turistico di circa 3,5 miliardi di euro portando il totale del valore aggiunto turistico a circa 21 miliardi. Qual è la ricetta per incrementare i flussi nel Mezzogiorno e per rilanciare il settore? Occorre attivare quelle azioni strategiche che ne incrementino il valore di impatto sul territorio. Va in tale direzio-

ne un ampliamento e una diversificazione dell’offerta in grado di favorire il rafforzamento dei flussi turistici internazionali, i processi di destagionalizzazione, l’attivazione di sinergie di filiera con i settori della cultura e dell’agroindustria, gli altri due comparti di eccellenza del territorio. In tal modo gli effetti non potranno che essere positivi. Si stima infatti che l’impatto economico di una singola presenza aggiuntiva in regioni dove è maggiore la sinergia tra turismo e cultura, cresce in media dai 103,4 euro ai 105,4 euro ed in quelle regioni in cui è forte anche la sinergia con la filiera agroindustriale si arriverebbe a ben 119,6 euro. Pertanto è ipotizzabile che, con lo sviluppo di tali sinergie (cultura ed enogastronomia), il moltiplicatore del valore aggiunto turistico nel Mezzogiorno avrebbe ancora ampi margini di sviluppo, nel medio periodo tra i 25 ed i 30 euro di valore aggiunto in più per presenza aggiuntiva. Eduardo Cagnazzi

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turismo / porto&diporto

Il patrimonio archeologico in mostra a Paestum Tutela e fruizione dei beni culturali alla XV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico

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aglio del nastro giovedì 15 novembre scorso per la XV edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. A Paestum, all’ombra dei templi, su 17mila metri quadrati nei padiglioni del Centro Espositivo Ariston, ss sono presentati siti e destinazioni turistiche archeologiche del mondo, attraverso istituzioni, organizzazioni, associazioni e privati. Settanta i buyers esteri selezionati dall’Enit che hanno partecipato sabato 17 all’incontro tra la domanda e l’offerta con gli operatori turistici, mentre nelle circa 40 conferenze si è dibattuto sull’offerta turistico culturale legata al settore e sulle tematiche relative a tutela, fruizione e conservazione dei beni culturali. Divulgatori scientifici, noti al grande pubblico, hanno portato la loro testimonianza, da Alberto Angela con il suo nuovo libro sui rapporti di coppia nell’antica Roma, alla coppia più pazza dei viaggi in televisione Syusy Blady e Patrizio Roversi che effettueranno uno slow tour archeologico nell’Italia minore; dal documentarista e viaggiatore Folco Quilici all’ideatore di Voyager Roberto Giacobbo o al conduttore di Atlantide Mario Tozzi. Anche la scrittrice Carmen Covito sarà a Paestum con il suo libro “Le ragazze di Pompei”, ambientato nel periodo neroniano. Paese ospite è stata l’Armenia, il cui ministro della cultura Hasmik Poghosyan parteciperà alla conferenza di apertura e all’incontro “Armenia, la terra di Noè”. Nei quattro giorni è stato possibile conoscere il patrimonio archeologico, ma anche usi, costumi e tradizioni di circa 30 Paesi che hanno partecipato a questa edizione della Borsa, dal Giappone all’Indonesia, dal Kenya alla Federazione Russa, dalla Bulgaria a Malta - tanto per citare quelli di recente acquisizione – all’interno degli stand, durante le conferenze stampa o i piccoli spettacoli che sono stati messi in scena per il pubblico che ogni anno numerosissimo visita la Borsa. Focus sull’innovazione e le nuove possibilità di entrare nei siti archeologici in maniera virtuale, con ArcheoVirtual, mostra e workshop che da qualche anno desta meraviglia e curiosità. Degustazioni doc, per esempio alla Borsa del Turismo della Nocciola italiana, una Borsa nella Borsa per celebrare le ricchezze dei territori della nocciola dal Piemonte alla Sicilia. La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, ideata e diretta da Ugo Picarelli della Leader, è promossa dalla Provincia di Salerno in collaborazione con la Regione Campania sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività culturali, del Ministero degli Affari Esteri, dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, dell’Unesco, dell’ICCROM Centro internazionale di studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni culturali e il patrocinio del Ministro del Turismo. Da giovedì a domenica ognuno degli organismi e delle istituzioni presenti ha illustrato al pubblico il proprio lavoro e lo stato dei progetti messi in campo attraverso dibattiti e conferenze. In effetti un vero e proprio summit mondiale dell’archeologia che ogni anno si tiene a Paestum grazie alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che premia chi si è distinto nel campo della ricerca, dell’informazione, della tutela, dell’innovazione. L’ambitissimo Premio Paestum Archeologia è stato consegnato quest’anno a Mario Tozzi, ma anche ad Andrea Carandini autore del libro: “Il nuovo dell’Italia è nel passato” e a Francesco Bandarin Vice Direttore Generale dell’Unesco per la Cultura. Italo Merciati

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turismo / porto&diporto

Incoming di operatori economici dalla Bielorussia

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a Camera di Commercio di Salerno, nell’ambito dei progetti di apertura internazionale di Intertrade, ha ricevuto nel pomeriggio di martedì 13 novembre 2012 presso il Centro Congressi Internazionale “Salerno Incontra” una delegazione di operatori economici provenienti dalla Bielorussia, interessati ad approfondire la conoscenza del territorio provinciale al fine di valutare la possibilità di inserire Salerno nel network commerciale dei nuovi Stati Indipendenti. Ricevuta dal Presidente di Intertrade Vincenzo Galiano e dal Vice Presidente della Camera di Commercio di Salerno Antonio Ilardi, la delegazione bielorussa era formata da 20 imprenditori del paese, guidati dal responsabile di un’associazione di categoria del settore turismo, Lioudmila Matchoulskaia, accompagnati dall’addetto consolare della Repubblica di Belarus in Campania Carmine Zaccaria. All’incontro ha preso parte anche il Presidente della Fondazione Carisal Alfonso Cantarella. La ratifica degli accordi tra Russia, Kazakistan, Bielorussia e Kirghizistan, base giuridica di un nuovo spazio economico comune nel cuore dell’Europa dell’Est, rende la Bielorussia un Paese particolarmente strategico. Nel periodo gennaio – settembre 2011, rispetto allo stesso periodo del 2010, la Bielorussia ha registrato una crescita del PIL pari al 7,9%, con la produzione industriale che ha segnato un +11% con le esportazioni salite del 60,7%, rispetto allo stesso periodo del 2010. Il turismo rappresenta uno dei settori più dinamici dell’economia nazionale Bielorussa. L’Italia è al 6° posto come meta turistica preferita dai bielorussi dopo Polonia, Lituania, Ucraina, Germania e Bulgaria. Le Regioni italiane più

visitate dai turisti bielorussi sono: Emilia Romagna, Veneto, Puglia, Lazio e Campania. Nel 2010 il turismo bielorusso verso l’estero ha raggiunto la cifra di 414.000 viaggiatori, facendo registrare un +30% rispetto all’anno precedente, con una durata media del viaggio di 9 giorni. Si tratta per la quasi totalità di viaggi organizzati da tour operators. Attualmente sul territorio bielorusso operano 738 compagnie turistiche di cui circa 50 sono operatori, che nei loro programmi dell’Europa occidentale includono viaggi in Italia. La tipologia di viaggio più richiesta è quella di gruppo tramite l’acquisto di un pacchetto turistico preconfezionato, di durata media pari a 15 o 10 giorni. La soluzione più frequente è la vacanza al mare o la vacanza combinata: una settimana alle “città d’arte” e una settimana al mare. “Durante una recente missione a Minsk - dichiara il Presidente di Intertrade Vincenzo Galiano - ho constatato con piacere che i nostri prodotti godono di notevole considerazione in Bielorussia

soprattutto quelli ad alta tecnologia, oltre alle tradizionali eccellenze del made in Italy: impressione confermata dai dati sull’export della nostra provincia verso la Bielorussia che al II trimestre 2012 fanno registrare una netta crescita, attestandosi a poco meno di 1,4 milioni di euro contro i circa 700 mila dello stesso periodo del 2011”. “Siamo estremamente soddisfatti dello sviluppo delle relazioni economiche con la Repubblica di Bielorussia - afferma il Vice Presidente della Camera di Commercio di Salerno Antonio Ilardi - Si tratta di un lavoro che vede impegnata la Camera di Commercio da più di un anno con risultati ormai visibili e misurabili. Siamo, inoltre, lieti di avere mostrato ai principali operatori turistici di quel Paese uno scorcio d’Italia della cui bellezza e dinamismo sono rimasti estremamente affascinati. Per questo già nelle prossime settimane svilupperemo ulteriori iniziative di collaborazione”. Emma Fasciolo

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europa / porto&diporto

Progetto ROSEE per aumentare la sicurezza sulle strade europee L

Il progetto ha il supporto del Programma dell’Unione Europea South East Europe

a Lombardia Orientale si conferma ancora una volta centro di eccellenza europeo nel settore della sicurezza stradale. Dopo il progetto SOL - Save Our Lives, Una strategia complessiva di sicurezza stradale per l’Europa centrale, che ha visto il capoluogo bresciano e Mantova oggetto di azioni pilota coordinate da ALOT, l’Agenzia della Lombardia Orientale per i Trasporti e la Logistica annuncia lo start-up di un nuovo progetto, sempre focalizzato ad aumentare la sicurezza sulle strade, questa volta però rivolto ai Paesi dell’Europa Sudorientale. ROSEE - Road safety in South East European regions, questo il nome del progetto che vedrà ALOT capofila per l’Italia, coinvolge in totale nove partner provenienti da Bulgaria, Grecia, Italia, Romania, Slovenia e Ungheria, oltre a una decina di organizzazioni nazionali ed internazionali in qualità di osservatori provenienti da molti altri paesi europei. A rendere possibile lo sviluppo di ROSEE il supporto con la formula del co-finanziamento da parte del Programma di Cooperazione Transnazionale dell’Unione europea South East Europe. Il kick-off meeting del progetto si è svolto nella sede del Centro Pastorale Paolo VI di Brescia nelle giornate di mercoledì 14 e giovedì 15 novembre. I due eventi sono stati l’occasione per annunciare a tutti i soggetti interessati l’inizio di ROSEE che, muovendo dall’esperienza del progetto SOL, vuole focalizzarsi soprattutto sugli aspetti infrastrutturali e comportamentali della sicurezza stradale nelle

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regioni del Sud Est Europa, andando ad analizzare la sicurezza sulle strade primarie e secondarie di queste regioni e rilevando le principali criticità all’interno di specifiche tratte di interesse locale. Il progetto si avvale delle comprovate competenze di ALOT per ciò che concerne la gestione progettuale e la comunicazione, l’esperienza della National Technical University of Athens per la gestione del pacchetto di lavoro sulle politiche e l’analisi dati e di due organizzazioni Slovene, l’Automobile Association of Slovenia (AMZS) e l’Università di Ljubljana per coordinare rispettivamente le azioni volte a migliorare i comportamenti dei conducenti e le ispezioni di sicurezza delle reti infrastrutturali, atte a migliorare l’accessibilità e a ridurre al contempo l’incidentalità. L’Ungherese KTI - Research Institute for Transport Sciences garantirà la valutazione e il monitoraggio delle azioni pilota poste in essere nelle aree dei partner; il Dipartimento DICATA dell’Università degli Studi di Brescia, l’Association EU CONCEPTS R&D, la Global Road Safety Partnership Hungary (GRSP HU), la Slovenian Traffic Safety Agency e l’associazione non profit Open Youth sono anch’esse parte attiva delle iniziative di ROSEE. Nel territorio della Lombardia Orientale, ROSEE fornirà l’opportunità di concreti interventi per il miglioramento della sicurezza dei pedoni e degli attraversamenti pedonali grazie ad ALOT, mentre il focus sui ciclomotori e i motocicli sarà garantito dal know-how in materia di DICATA”.

Guido Piccoli, direttore di ALOT, conclude: “Siamo felici di poter fornire all’Amministrazione Provinciale Bresciana nuovi strumenti e fondi per intervenire nel settore della sicurezza stradale. A seguito delle azioni poste in essere con il progetto SOL abbiamo ora l’opportunità di focalizzarci più compiutamente sul settore infrastrutturale, portando nel nostro territorio le esperienze delle più recenti buone pratiche internazionali e contribuendo, nel nostro piccolo, ad implementare gli strumenti prescritti dalla Direttiva 2008/96/ CE sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali ed estenderla anche ad alcuni tratti delle strade secondarie del nostro territorio”. Italo Merciasi


NAVIgando

eventi / porto&diporto

Il Concorso Artistico MARINART alla sua 3° Edizione - Cerimonia di premiazione il 30/11/2012

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Associazione Scapinav organizza anche quest’anno il concorso artistico MARINART sul tema NAVIgando. Quella del 2012 è la terza edizione di un evento che fin dall’inizio ha riscosso interesse e stimolato la partecipazione delle diverse categorie quali ad esempio gli studenti o i naviganti. Il concorso intende essere un contributo alla diffusione dell’arte e della sensibilità artistica nel mondo connesso alle attività marittime. Informazioni e dettagli sono state diffuse nel regolamento del concorso che ha avuto una vasta ed interessa eco nel settore. Naturalmente le opere e gli elaborati ammessi al concorso devono avere un chiaro riferimento alla nave ed alla navigazione. La cerimonia di premiazione è prevista il 30 Novembre 2012 alle ore 18,30 presso la Stazione Marittima di Napoli. La serata è allietata da un evento artistico ed è aperta a tutti. Sul sito web sono disponibili informazioni sullo svolgimento della manifestazione così come dettagli sulle precedenti edizioni del concorso. Paola Martino

Regolamento concorso SCAPINAV “MARINART” edizione 2012 Art.1 – Categorie artistiche: L’Associazione SCAPINAV organizza un concorso a premi amatoriale di arti varie denominato “MARINART” sul tema “NAVIgando” come di seguito specificato, nelle seguenti categorie artistiche: I Foto IV Prosa II Pittura V Grafica III Poesia VI Composizione artigianale alle condizioni previste nel seguente regolamento. Art. 2 – Classi di partecipazione: Possono partecipare tutti i soci, gli studenti delle Facoltà di Ingegneria Navale, gli studenti del Genio Navale dell’Accademia di Livorno, il personale navigante, gli allievi degli istituti nautici, gli allievi degli istituti superiori o chiunque altro soggetto previa presentazione da parte di un socio. La partecipazione potrà essere individuale o in gruppi. L’iscrizione avviene compilando apposito modulo. Art. 3 –Sottomissione opere- limiti: Ogni partecipante/gruppo può presentare non più di un elaborato - originale ed inedito, pena l’esclusione – per ogni categoria e per un massimo di 3 categorie. La partecipazione è gratuita. Art. 4 –Elaborati – Tema e presentazione: Gli elaborati devono avere un chiaro riferimento alla nave (intesa come nave mercantile, militare o imbarcazione in genere) ed alla navigazione. Gli elaborati devono essere inviati in formato digitale entro il 12 Novembre 2012 , previa iscrizione ed accettazione dell’adesione, con l’invio del modulo di iscrizione come all’art. 2, precisando la categoria concorsuale di partecipazione. E’ facoltà della commissione di valutazione richiedere l’elaborato in originale per un esame più approfondito. Ai candidati sarà richiesto impegno a rendere disponibile l’opera per esposizione in occasione dell’evento di premiazione. Le spese, la cura e la responsabilità del trasporto restano in capo all’autore. Art. 5- Responsabilità: L’invio di elaborati da parte del partecipante al concorso presuppone che lo stesso sia in possesso del copyright relativo alle stesse. Pertanto, l’Associazione Scapinav non può essere ritenuta responsabile di controversie relative alla paternità delle opere o di qualunque altra conseguenza legata alle stesse oggetto del concorso. Qualora le immagini pervenute possano in qualche modo aver danneggiato l’Associazione, o terzi si fa riserva di citare per danni l’autore o presunto tale. Le opere restano di proprietà dell’autore. Art. 6– Valutazione opere: Un’apposita commissione Scapinav ha il compito insindacabile di stabilire quali elaborati accedono alla valutazione finale che sarà comunicata in occasione della Giornata Evento, da parte di una giuria di Soci Scapinav. Il concorso ha validità solo in presenza di almeno tre elaborati nella singola categoria; qualora questa condizione non sia soddisfatta, gli elaborati presentati possono partecipare alla successiva edizione del concorso. Art. 7 – Graduatorie: L’associazione SCAPINAV mette in palio riconoscimenti per ogni categoria più un riconoscimento assoluto per tutte le opere partecipanti. Per ogni categoria artistica, oltre alla graduatoria generale, sarà redatta una graduatoria dedicata (e riconoscimenti) per la classe di partecipazione “allievi istituti nautici e superiori”. Il limite minimo per stilare la graduatoria e procedere all’assegnazione del riconoscimento è di tre opere per classe e categoria. L’assegnazione dei premi avverrà in occasione della Giornata Evento Scapinav che sarà tempestivamente comunicata ai partecipanti da tenersi orientativamente nel mese di novembre 2012. Art. 8- Comunicazioni: Informazioni, regolamento e modalità di partecipazione saranno comunicati attraverso il sito internet dell’Associazione.

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libri / porto&diporto

Atlante Archeologico dei mari italiani Dalla presentazione di Claudio Mocchegiani Carpano: “ ... una pubblicazione, unica nel suo genere, che raccoglie in modo unitario dati e informazioni note su siti e aree archeologiche che sono per la maggior parte il frutto del lavoro di segnalazione di decine di subacquei di buona volontĂ che hanno puntualmente relazionato su riviste e giornali i dati in loro possesso.â€?

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Atlante Archeologico dei mari d’Italia offre una prima ricostruzione del patrimonio archeologico sommerso lungo le coste italiane. La diffusione della conoscenza dei siti archeologici subacquei, dei relitti, dei rinvenimenti isolati di anfore o di altri reperti, costituisce un indispensabile strumento di difesa di tale patrimonio ed è la migliore arma contro i molti intenzionati a depredare relitti o trafugare frammenti di storia. Questa prima stesura sarà arricchita nelle successive edizioni dalle notizie e segnalazioni che perverranno dai lettori, dalle autorità, dai circoli e diving club o dai singoli sub, di luoghi, di rinvenimenti o di notizie comunque utili alla realizzazione di una mappa il più completa possibile del patrimonio archeologico italiano sommerso. Patrimonio che potrà essere valorizzato anche attraverso

la creazione di “musei sottomarini” ai quali poter accedere per esplorare un relitto così come si rinviene duemila anni dopo il naufragio. Tutte le notizie

dei siti, dei relitti ed anche dei semplici frammenti sono tratte dalle pubblicazioni scientifiche, dalle riviste, dai giornali attraverso un lungo e paziente lavoro

di appassionati che hanno schedato e vagliato documenti degli ultimi quaranta anni ripercorrendo la storia della archeologia subacquea in Italia. Stefano Gargiulo, docente universitario, fotografo subacqueo e scrittore, ha pubblicato numerosi articoli sulle principali riviste ed enciclopedie del mare. E’ coautore del libro “Guida alle conchiglie Mediterranee” e del volume “Pesci del Mediterraneo”. Ha ideato e realizzato la serie delle “Identicard” le prime schede in Europa per la identificazione degli organismi marini, realizzati a colori in plastica resistente all’acqua. Edoardo Okely, appassionato di storia, di archeologia, e di mare, si è dedicato ad una approfondita ricerca bibliografica costituendo una vasta banca dai specializzata in archeologia subacquea. Federica De Cesare

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ricerche / porto&diporto

Gli avvistamenti di balene nel Tirreno centrale Aumentano del 300% le balene nel Tirreno Centrale tra Civitavecchia e la Sardegna, pubblicato lo studio

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no studio dell’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale del Ministero dell’Ambiente) recentemente pubblicato sull’importante rivista scientifica Marine Ecology ha documentato come negli ultimi anni, rispetto a venti anni fa, gli avvistamenti della balenottera nel Tirreno Centrale sono notevolmente aumentati (+300%). L’ISPRA ha ripreso nel 2007 a monitorare un transetto marino lungo la rotta Civitavecchia - Golfo Aranci a bordo di traghetti di linea utilizzando la stessa medotologia di ricerca utilizzata dall’associazione Accademia del Leviatano alla fine degli anni ’80. Paragonando i risultati dei mesi estivi per tre anni consecutivi con oltre 700 avvistamenti di cetacei si è giunti alla conclusione che la balenottera è la specie con il maggiore numero di avvistamenti nella regione. Luca Marini, presidente dell’Associazione Accademia del Leviatano e coautore della ricerca, conferma come il Tirreno Centrale nell’ultimo decennio si sia trasformato da una regione di transito durante le migrazioni ad un’area di sosta per le balene. L’aumento di balenottere nel Tirreno centrale non significa un aumento generalizzato della popolazione mediterranea, ma solo che l’area del Tirreno Centrale viene più utilizzata. Le motivazioni, ci dice, potrebbero essere da ricercare sia nei cambiamenti climatici in atto che hanno reso la regione ricca di clorofilla sia nell’aumento del traffico marittimo della regione del Santuario Pelagos. Le balenottere, infatti, vengono avvistate sempre negli spot con i valori più alti di clorofilla ed il

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network di ricerca ha documentato come con l’aumentare del traffico marittimo siano minori gli avvistamenti di balene. Luca Marini ci dice inoltre come la ricerca si è avvalsa di diversi ricercatori che si sono alternati sui traghetti e di come è stato fondamentale il supporto della Fondazione CARICIV per lo studio realizzato. ISPRA dal 2007 coordina il network di ricerca che monitora cetacei utilizzando traghetti di linea della Corsica - Sardinia Ferries e della Grimaldi Lines. A questa rete di monitoraggio fanno parte, tra le altre, la Fondazione CIMA, l’Università di P i s a , Pelagos France, GIS3M e l’associazione siciliana Ketos. Questa metodologia di ricerca, utilizzata anche nell’Atlantico, permette di poter monitorare periodicamente i trend di distribuzione delle popolazioni di cetacei anche in zone di mare alto altrimenti difficilmente raggiungibili, il tutto a costi ridotti. Il network di ricerca ha individuato tra il mar Ligure ed il Mar Tirreno delle aree, lungo le rotte marittime, ad alta densità di cetacei. In queste zone sarebbe auspicabile una regolamentazione nella navigazione al fine di evitare potenziali collisioni tra navi e grandi cetacei, anche sfruttando il recente decreto, che ha istituito una zona di protezione ecologica, che ha allargato la giurisdizione italiana anche in acque internazionali. Fabrizio De Cesare


English summary PORT&SHIPPING TECH This year the International Port& Shipping Tech international forum held in Genoa will as last year encompass Green City Energy ONtheSEA. Unioncamere Liguria will also participate with a brokerage event LEAN2012. The forum is dedicated to logistics and shipping with attention to IT for port sustainable development, renewable energy, waterfront development and the use of natural gas for ships.

GRIMALDI GROUP INTERNATIONAL JOURNALISM AWARD Now in its 5th edition the Grimaldi Group awarded its 5 prizes of 10,000 euros each for International Journalism to Giovanni Russo for “The revolution of motorways of the sea”, Domenico Barbati for “The business of motorways of the sea”, Carlos Solito for his photographic exhibition “South – Looks of men and women”, Spyridon Roussos for “The Italian bet” and Ridha Maamri for “Passer à la vitesse de croisière”. Grimaldi Group also announced the start up of a new three times a week “motorways of the sea” service for vehicles from Ravenna to Brindisi and Catania with two vessels Eurocargo Catania and Eurocargo Brindisi each with a capacity of 240 trailers.

TIRRENIA PRIVATISATION MORE ENQUIRIES The EU continues its examination of the Tirrenia privatisation by looking into the amounts paid to the company from January 2012 up to its privatization date as well as the agreement between the Italian government and CIN (the new owners) which grants CIN a subsidy of 72 million euros a year and the arrangements made with the regional operator subsidiary companies especially Saremar and Siremar. The EU will also decide whether the price paid by CIN for Tirrenia of 380 million euros was a fair market value. CIN has begun the sale and or demolition of older vessels no longer required.

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English summary SALERNO’S CRUISE SEASON 2013

79 cruise ship calls have already been programmed from spring until December 2013 with an estimated 150,000 passengers, a 20% increase over 2012. Owners of these cruise ships will be MSC, Royal Caribbean, Carnival, Pulmantours and Thomson. The Port Authority will try to fit in more calls but availability is limited due to the needs of other commercial traffic.

LOGISTICS OPPORTUNITIES IN CHINA According to the Asian Logistic & Maritime Conference held last 8th November there are 2,7 million Chinese worth more than 950,000 US$ and 64,000 of them are worth more than 16 million. Tax reasons lead them to spend in Hong Kong rather than on the mainland and they favour status symbol high quality high visibility products. Price is not an influencing factor. Costs make it difficult for medium/ small exporters to enter the market. Their answer could be e-commerce to enter a market which is growing rapidly and is expected to amount to 133,800 million US$ by 2014 and e-commerce will account for 9% of the total. However lack of modern efficient logistics is a major problem with Omlog Group the only 100% Italian operator in the Chinese market with a 100,000 sq. meter facility in Hong Kong and 800 employees in China.

EATALY A WAY OUT OF THE CRISIS

Oscar Farinetti, Eataly founder believes that Italy’s food, music, art and irony are the ingredients for beating the crisis. The 19th Eataly show will take place at Rome’s Ostiense railway station in a space of 17,000 sq. meters occupying 4 floors and employing 500 people. The show includes 23 restaurants plus meetings and events. 14,000 high quality products will be on display of which 25% from Eataly’s own group companies plus the rest from 2,000 other participants. Eataly also runs 9 stores in Japan plus one in 5th avenue New York. The top floor consists of a restaurant under the direction of Gianluca Esposito.

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