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Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO XlII - N. 8 - 9 Agosto/Settembre 2017 - Costo singola copia € 10,00

PORTO diporto IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ

&

Connettività: dalla distanza alla prossimità funzionale


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5 Shipyards with14 Dry Docks 5 Shipyards with14 Dry Docks Good maritime strategic locations 5 Shipyards with14 Dry Docks Good maritime strategic locations Up to maritime VLCC DDstrategic Size Good locations Up to VLCC DD Size Operating 24/7 Up to VLCC DD Size Operating 24/7 47 years of maritime experience Operating 24/7 47 years of maritime experience An Engineering Hub experience 47 years of maritime An Engineering Hub Over 2 Kms of repairing Berth An Engineering Hub Over 2 Kms of repairing Berth Adequate draft and easy access from Over 2 Kms of repairing Berth Adequate draft and easy access from open seasdraft and easy access from Adequate open seas Achieved open seasCredibility on Safety and on Achieved Credibility on Safety and on honouring deadlines on Safety and on Achieved Credibility honouring deadlines honouring deadlines Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean

Certifications: ISO 9001, ISO 14001, ISPS Certifications: ISO 9001, ISO 14001, ISPS Certifications: ISO 9001, ISO 14001, ISPS




sommario IN ESCLUSIVA Interventi di: Michol Donativi Barretta, Alfonso Mignone, Marco Mastropasqua, Mario Rondinella, Bruno Castaldo, Pasqualino Monti, Umberto Masucci ------Interviste a: Agostino Gallozzi, Franceco Saverio Lauro, Umberto Masucci, Marcello Di Caterina

Anno XIII - N° 8 - 9 Agosto/ Settembre 2017 Direttore responsabile Antonio De Cesare Direttore editoriale Maurizio De Cesare Hanno collaborato a questo numero: Cosimo Brudetti - Eduardo Cagnazzi Bruno Castaldo - Fabrizio De Cesare Michol Donativi Barretta Giovanni Grande - Paola Martino Marco Mastropasqua - Umberto Masucci Alfonso Mignone - Sandro Minardo Pasqualino Monti - Mario Rondinella Riccardo Russo - Francesco S. Salieri Gerardo Senioli - Stefania Vergani Amministrazione e abbonamenti amministrazione@portoediporto.it abbonamenti@portoediporto.it Costo abbonamento Italia € 110, estero € 220 CCP n. 81627671 - AM editori srl Via Diaz, 54 - 80055 Portici (Napoli) Pubblicità e marketing marketing@portoediporto.it Listini e specifiche tecniche www.portoediporto.it Progetto e realizzazione grafica Paola Martino Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&diporto è proprietà di AM editori srl info@ameditori.it redazione@portoediporto.it www.portoediporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 17 del 15 agosto 2006 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

ARMAMENTO 4 - Fate presto ragazzi, per favore, fate presto! 6 - Trasporto merci in Italia debolezza dei vettori italiani SHIPPING 8 - Avvisatore Marittimo, il servizio attende una normativa 11 - Progetto SAND, avviata la produzione di droni marini 12 - Salerno, SCT spinge al rialzo il traffico contenitori SHIPPING AND LAW 14 - Shipping and law, a Napoli i grandi temi del mare 16 - BWM: istruzioni operative dalle Capitanerie di Porto 18 - Costa Concordia, la sentenza (non del tutto condivisibile) della Suprema Corte CANTIERISTICA 23 - Fincantieri Oil & Gas partner nel progetto “Sidran” ITALIAN CRUISE DAY 24 - L’industria crocieristica si incontra a Palermo 26 - Palermo da città sul mare diventerà città di mare REGISTRI 28 - RINA Consulting primeggia nel settore delle rinnovabili CROCIERE 30 - NCL rivela le attrazioni della nuova Norwegian Bliss PROPELLER 32 - I Propeller Clubs guardano al futuro 33 - Le iniziative del Propeller negli ultimi tre anni SICUREZZA 36 - Marina Militare, protezione dei motopesca nazionali LOGISTICA 38 - Alis, mettere a sistema tutti i settori

della logistica 40 - Connettività: dalla distanza alla prossimità funzionale TRASPORTI 42 - FS pronta alla sfida del trasporto collettivo 44 - Ryanair lancia a Napoli nuovi voli per l’estate 2018 45 - Yanfeng Automotive Interiors presenta il ‘salotto del futuro’ 46 - Gefco, trasporto multimodale in Kazakistan per Tenaris INFRASTRUTTURE 48 - Cipe: via libera al contratto di programma Anas 2016-20 49 - Porto Livorno, nuovo sistema di rifornimento idrico 50 - AdSP del Mar Tirreno centrale traffico primo semestre 2017 ECONOMIA 51 - Al via la riorganizzazione delle Camere di Commercio AZIENDE 52 - Cyber security, Italia fanalino di coda in un settore vitale 54 - Auto: in aumento la domanda di veicoli personalizzabili 56 - Edilizia: approfondire gli strumenti offerti dall’UE NAUTICA 57 - Isa Yachts, nuovo 43 metri interamente in alluminio 58 - Presentazione ufficiale 57° Salone Nautico Genova 60 - Stabia Main Port, la scelta dei reali mediorientali 61 - Analisi di Nautica Italiana sulla ripresa del mercato TURISMO 62 - Un portale per la vocazione turistica della Campania 63 - Turismo: consuntivo estate boom di italiani e stranieri


armamento / porto&diporto

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Fate presto ragazzi, per favore, fate presto!

ate presto ragazzi, per favore, fate presto: abbiamo il fuoco a 5 metri”. Questa voce rotta dall’emozione, questa comunicazione che ha più il sapore di una invocazione, di una preghiera, echeggia sinistramente nel canale di Otranto ed appartiene ad Argilio Giacomazzi, comandante del traghetto Norman Atlantic, il quale, facendo trapelare per un solo impercettibile attimo tutta la sua disperazione, sta comunicando via radio con gli equipaggi presenti a bordo dei rimorchiatori della impresa Barretta che, nonostante il mare in tempesta, stanno tentando di raggiungere il prima possibile il punto in cui si trova il traghetto da dove il comandante cerca di comunicare. Gli equipaggi della impresa Barretta: diciotto uomini che hanno frapposto la loro professionalità, il loro spirito di sacrificio, il loro senso del dovere e, perché no anche e soprattutto i loro cannoni anti incendio, tra una delle più gravi tragedie della storia del Mediterraneo e la speranza di sopravvivenza di centinaia di passeggeri presenti a bordo del traghetto Norman Atlantic.

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Canale d’Otranto: notte tra il 27 e il 28 dicembre 2014. E’ buio pesto, il mare è in tempesta, con forza 6/7 con onde alte almeno cinque metri, il vento soffia con raffiche a tratti di cinquanta nodi. Il traghetto Norman Atlantic, partito dal porto di Igoumenitsa qualche ora prima, sfida le condizioni meteo marine a dir poco proibitive cercando di seguire la rotta designata verso il porto di Ancona. Alle ore 05:30 del mattino un mayday irrompe nel Mediterraneo: nella enorme stiva della nave, adibita a garage, si è sviluppato un incendio che il personale non è riuscito a circoscrivere con la dotazione presente a bordo, che è divampato oltre misura e che rischia seriamente di avvolgere tutta la nave facendola diventare una trappola mortale per le quasi cinquecento persone presenti a bordo. Gli equipaggi dei rimorchiatori Marietta Barretta, Asmara e Tenax, dopo essere salpati da Brindisi e aver raggiunto il punto nave, in centotrenta ore ininterrotte di lavoro ai limiti dello sfinimento, hanno combattuto contro

un incendio che sembrava indomabile, mettendo e mantenendo la prua della nave al vento e, con una inarrestabile azione antincendio, hanno reso realmente possibili le operazioni di soccorso costituite dal verricellamento delle persone a bordo degli elicotteri della Marina Militare. Questo intervento è stato realizzato con un mare che non è mai sceso sotto forza 5 ed è stato più volte, invece rilevato a forza 9, con un vento con picchi di 55 nodi e con un grave incendio a bordo. In tali condizioni estreme i membri di questi equipaggi, lavorando nel gelo di fine dicembre, con una visibilità pari quasi allo zero a causa del fumo e delle onde, hanno reso una prova di enorme qualità marinaresca oltre che di grandissimo senso di solidarietà umana dimostrando di avere nella testa solo il destino di tutte quelle lucette provenienti dai giubbotti salvagenti indossate dalle persone abbarbicate sulla plancia della nave. Il 29 dicembre 2014 anche il comandante Giacomazzi viene portato in salvo. E’ l’abbandono nave: a questo pun-


to, lo step obbligato per i soccorritori è tentare di agganciare il Norman Atlantic per evitare il disastro ambientale. I militari della Marina Militare comunicano chiaramente via radio che nessuno del loro personale sarebbe salito a bordo, e che i volontari sarebbero dovuti essere cinque membri scelti a bordo degli equipaggi dei rimorchiatori dei Barretta. Ed è a questo punto che si consuma l’ennesimo atto di eroismo da parte di questi coraggiosissimi uomini: del tutto spontaneamente si fanno avanti in cinque e tra questi Roberto Fedele, direttore di macchina, il quale in seguito, ricorderà che l’unico pensiero di tutti era portare a perfetto compimento quella

operazione, per la loro professionalità, in nome della loro azienda e soprattutto perché quella nave abbandonata e priva di governo costituiva una vera e propria bomba ecologica in mezzo al mare adriatico. Già. Portare a compimento quella operazione: anche se si è trattato di calarsi da un elicottero su una nave ancora rovente, e anche se si è trattato di issare a forza di braccia un cavo d’acciaio per tutta la altezza della nave, vale a dire oltre 15 metri, braccia a braccia. Sicuramente il cavo d’acciaio più desiderato della loro carriera, che una volta preso, fa esplodere un urlo liberatorio. La nave è salva, l’ambiente è salvo, il mare e la navigazione sono salvi. Risulta difficile esprimere tutta la soddisfazione per una impresa cosi memorabile la cui portata è stata ben recepita anche in seguito, a tal punto che il 20 luglio 2017, a Roma, nell’ambito

del 152° anniversario del Corpo delle Capitanerie di porto, i membri degli equipaggi della impresa Barretta sono stati insigniti della medaglia d’argento e di bronzo al valor di Marina. Durante la cerimonia sono state consegnate dai vertici del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, dallo Stato Maggiore della Marina Militare e dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Del Rio 5 medaglie d’argento ai marittimi Roberto Fedele, direttore di macchina, Stefano Scevola, marinaio, Antonio Mondelli, marinaio, Giovanni Diana, marinaio, Francesco Scarafile, marinaio, con la seguente motivazione: “omissis, impiegato in una complessa operazione di soccorso prestato alla M/N Norman Atlantic, colpita da violento incendio, con altruismo e sprezzo del pericolo contribuiva al salvataggio delle quasi 500 persone imbarcate. Trasbordato sull’unità ancora avvolta dalle fiamme mettendo al repentaglio la propria incolumità e con

eccezionale perizia, consentiva con il suo operato l’effettuazione delle operazioni di rimorchio nel porto di Brindisi, evitando inoltre il quasi certo disastro ambientale e naufragio dell’unità”. Nella stessa circostanza altre 13 medaglie di bronzo sono state consegnate ad altri marittimi sempre dipendenti della Impresa Barretta: Niccolò Maringelli, comandante, Quintino Reho, comandante, Pietro dell’Aquila, comandante, Giacomo Pepe, comandante, Luca Zizzi, comandante, Luigi Manesi, comandante, Tommaso Fiore, direttore di macchina, Vincenzo Allegretta, direttore di macchina, Pietro Altomare, direttore di macchina, Raffaele Guerrera, direttore di macchina, Cosimo Spaccavento, direttore di macchina, Francesco Spedicato, marinaio, Antonio Pennetta, marinaio con la motivazione “omissis nel corso di una complessa operazione di soccorso prestato alla M/N Norman Atlantic colpita da un violento incendio a bordo, nonostante le avverse condizioni metereologi e marine riusciva a raggiungere l’unita e a prestare assistenza ai mezzi impegnati nell’area delle operazioni. Con eccezionale perizia, altruismo e sprezzo del pericolo, contribuiva al salvataggio delle quasi 500 persone imbarcate, evitando inoltre il quasi certo disastro ambientale ed il naufragio dell’unità”. Negli occhi di tutti i medagliati, grandissima emozione, orgoglio, soddisfazione anche perché, per una volta, è diventato visibile il lavoro, talvolta troppo invisibile, di queste fascinose, tozze e muscolose imbarcazioni, che hanno dimostrato con il loro operato quanto la sicurezza dei nostri mari sia affidata a mezzi all’avanguardia e a professionisti eccellenti. Michol Donativi Barretta

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armamento / porto&diporto

Trasporto merci in Italia debolezza dei vettori italiani L’

Italia soffre di un disavanzo sistematico nella bilancia dei pagamenti dei trasporti mercantili. Un deficit che nel 2016 ha sfiorato quota 6 miliardi di euro, legato principalmente alle basse quote dei mercati dei vettori italiani nel trasporto internazionale delle merci. È la tendenza, comune a quasi tutti i comparti, registrata dall’ultima “Indagine sui trasporti internazionali di merci” realizzata dalla Banca d’Italia. Uniche eccezioni, il settore aereo e quello marittimo general cargo che confermano l’orientamento positivo del mini ciclo di rialzo generalizzato del biennio 2014-15. I costi di trasporto per l’anno scorso hanno inciso complessivamente per il 3,6% del valore delle merci esportate e per il 4,7% per quelle importate. “I noli aerei – spiega Bankitalia – si sono ridotti rispetto al 2015, risentendo dei prezzi bassi del carburante e della debolezza del commercio mondiale. Tali fattori hanno influenzato anche il settore marittimo, su cui ha inciso una situazione di mercato caratterizzata da un eccesso di offerta, almeno per il trasporto di container e di materie prime liquide, comparti nei quali il calo dei noli è stato pronunciato; il prolungamento di tale fase acuisce i problemi di profittabilità, con relative crisi aziendali di imprese estere nel settore dello shipping. Per contro, i noli ferroviari e quelli stradali sono aumentati, beneficiando dell’andamento favorevole dei volumi movimentati in Europa”. Condotta fin dal 1999 l’indagine campionaria della Banca d’Italia ha coinvolto circa 200 imprese di trasporto operanti in Italia con lo scopo di stimare i costi unitari di trasporto in import ed export per modalità di carico della merce e le quote di mercato distinte per nazionalità. Per la prima volta sono stati raccolti anche i dati sui costi del trasporto gas via condotte (in prevalenza importazioni). Nel complesso il trasporto marittimo risulta primo per volumi – 54%, contro il 26 della strada e l’11 della ferrovia – ma dal punto di vista del valore scende al 29% rispetto al 44% della strada e al 16% della ferrovia. Significativa l’incidenza dell’aereo solo sul valore dell’interscambio (9%) mentre per le condotte il risultato è invertito (2% sui valori e 9% sulle quantità).

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Noli navali Sensibile il calo registrato nel settore container negli ultimi due anni dopo la ripresa del triennio precedente. “Nel 2016, pur in presenza di volumi movimentati crescenti dal lato delle importazioni, i noli in euro/ton sono diminuiti più del 10%. Le tariffe di mercato hanno registrato cali molto più pronunciati, in media dell’ordine del 35-40%”. Arresto delle tendenza decrescente iniziata nel 2008 per i noli medi navali bulk (inclusi i servizi ausiliari) per i carichi solidi. “Il mercato potrebbe aver raggiunto un equilibrio tra domanda e offerta di carico, diminuita con la dismissione accelerata del naviglio. In termini relativi rispetto ai PPI (indice prezzi alla produzione, ndr), il livello è tornato ai valori registrati all’inizio dello scorso decennio, prima della prolungata fase di rincari legata all’aumento della domanda dalla Cina e dagli altri paesi emergenti”. Meno accentuata la ripresa per il bulk liquido alle prese con una situazione di mercato non ancora ben equilibrata. “Nel 2016, in presenza di volumi stabili di commercio in petrolio e prodotti petroliferi e chimici, i noli sono calati sia in dollari sia in euro, in particolare per il trasporto di petrolio e derivati. La riduzione è legata a quella dei costi operativi (prezzo del carburante) e non sembra aver intaccato i livelli di redditività degli armatori; continuano però a ridursi gli accordi di medio-lungo periodo (noli a tempo di 2-3 anni), con un conseguente aumento della volatilità delle quotazioni”. In crescita i noli per il trasporto di carbone e minerali (+4,9%), mentre sono scesi per le materie prime agricole (-6,1%). Sostanziale stabilità per il settore general cargo con particolare riferimento alla tipologia mercantile di maggior interesse (trasporto di impianti, macchinari e mezzi di trasporto). A fronte di un equilibrio complessivo dei volumi movimentati sono cresciuti invece i noli di mercato relativi al Ro-Ro con andamenti abbastanza differenziati per aree geografiche: in sensibile calo nelle tratte con la Grecia e la Spagna (rispettivamente -10,9% e -6,7%), in forte aumento nelle rotte verso i paesi balcanici (+19%) e stabili nei confronti delle altre zone interessate da questa tipologia di trasporto. Noli stradali In un contesto di crescita dei volu-

mi, soprattutto in importazione, il 2016 ha registrato un lieve aumento dei noli complessivi medi con una divaricazione degli andamenti tra i carichi completi (+4,7%) e quelli groupage (-8,4%). I trasporti a carico completo hanno registrato noli in aumento per quasi tutte le aree geografiche di destinazione/origine delle merci, incluse Francia (+7,6%) e Germania (+9,3%), i principali partner commerciali dell’Italia; accentuato proprio in questi due Paesi un calo delle tariffe groupage (-24,5% e -23,7%), tale da ripercuotersi sulla media complessiva. Per le altre zone geografiche, con l’eccezione dei paesi balcanici (-15,6% e -16,1%), si registra una crescita delle tariffe medie complessive, sia all’importazione sia all’esportazione. Noli ferroviari Crescita sul lato importazioni (+2,9%) con dinamiche differenziate a livello geografico: a fronte dei cali rilevanti nei traffici con l’Europa Orientale (-18,7%


in export e -12,9% in import) si registrano incrementi significativi per i principali partner commerciali (Francia: +7,3% e +10,0%; Germania: +10,6% e +8,7%; Benelux: +8,3% e +13,5%). “Il settore – rileva in rapporto – si caratterizza per una crescente contendibilità, con la quota di mercato dell’ex monopolista in costante diminuzione a fronte di una domanda di trasporto che risulta frenata sia dalla competizione modale con la strada sia da carenze infrastrutturali sul versante dell’interoperabilità tra la ferrovia e le altre modalità”. Noli aerei Nel 2016 i noli aerei, comprensivi dei servizi ausiliari, sono molto diminuiti rispetto all’anno precedente sia per le esportazioni sia, in misura maggiore, per le importazioni (rispettivamente – 12,4% e – 21,4%). “La riduzione è stata abbastanza generalizzata dal punto di vista geografico; si è concentrata nel primo semestre, in relazione alla disce-

sa dei prezzi dei carburanti e alla fase di debolezza del commercio mondiale; nella seconda parte dell’anno i noli sono rimasti stabili”. Le quote di mercato dei vettori Persiste anche nel 2016 la diminuzione della quota media dei vettori nazionali nel settore marittimo che si assesta sopra il 9% (dal 20,6% del 2003). Con appena un 1% gli armatori italiani sono praticamente scomparsi dal settore container (nel 2008 la quota raggiungeva il 10,6%). “Nei settori bulk gli armatori greci occupano stabilmente il primo posto (con una quota molto elevata nel liquido), mentre quelli italiani il secondo (bulk liquido) o il quarto posto (bulk solido). Nei trasporti general cargo prevalgono i vettori turchi (gli italiani occupano il quarto posto) e nel Ro-Ro gli armatori residenti si collocano al secondo posto, superati per la prima volta da quelli turchi”. Nel trasporto stradale la quota dei vettori italiani è scesa al

22,2 per cento, riprendendo una tendenza decrescente che si era interrotta nel 2015; nel comparto aereo vi è stata una lieve ripresa, al 17,3 per cento. Bilancia dei trasporti Proprio i bassi livelli delle quote di vettori italiani concorrono a un deficit strutturale nella bilancia dei trasporti mercantili che ha oscillato nell’ultimo decennio tra i 5 e i 6 miliardi di euro. Nel 2016 il disavanzo si è ampliato per effetto di un significativo peggioramento del saldo dei trasporti stradali che ha compensato il leggero recupero del deficit in tutti gli altri comparti. “La flessione della maggior parte dei noli marittimi – conclude la ricerca – ha ridotto sia i pagamenti effettuati a vettori esteri sia gli incassi realizzati dai vettori italiani, inclusi quelli derivanti dall’attività di trasporto di merci al di fuori dell’interscambio commerciale italiano (estero su estero)”. Giovanni Grande

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shipping / porto&diporto

Avvisatore Marittimo, il servizio attende una normativa U

n articolo apparso il 23 agosto scorso sulla Gazzetta Marittima dal titolo “Gli Avvisatori dei porti italiani un servizio da salvaguardare” ci offre interessanti spunti di riflessione su un’attività che estende la sua operatività attuale in 19 realtà portuali italiane ma è regolamentato solo localmente da apposite ordinanze dell’Autorità Marittima. L’Avvisatore Marittimo svolge un servizio di informazione, coordinamento e promozione delle attività esercitate nell’ambito portuale, ponendosi in qualità di esercizio privato di funzioni e di servizi pubblici, quale punto di riferimento utile alla collettività, attivo ventiquattro ore per tutti i giorni dell’anno. Attualmente il servizio è presente a Genova, Savona e Vado Ligure, La Spezia, Livorno, Napoli, Siracusa, Milazzo, Augusta e Santa Panagia, Taranto, Brindisi, Bari Barletta e Monopoli, Ravenna e Venezia e con-

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siste nell’avvistamento, riconoscimento e segnalazione dell’ora di arrivo, partenza e movimento navi mercantili, aggiornamento della situazione in rada e all’ormeggio, assistenza delle comunicazioni tra navi ed agenzie, registrazione dei tempi di pioggia e intensità del vento ai fini del lavoro portuale e computo di stallie e controstallie, ascolto radio continuo sulle frequenze stabilite dall’Autorità Marittima ed in genere nella collaborazione con la stessa, con l’Autorità di Sistema Portuale e con altre autorità pubbliche civili e militari per la raccolta e fornitura di dati utili alla sicurezza e polizia dei porti e della navigazione marittima nonché con gli operatori interessati. Nonostante il servizio sia stato istituito a Genova sin dal 1911 non esiste attualmente disciplina nazionale uniforme nè nel Codice della Navigazione e relativo Regolamento di Esecuzione, nè nella Legge n. 84/94 poi riformata

dal D.Lgs n. 169/2016, ma una regolamentazione delle menzionate ordinanze locali dell’Autorità Marittima e della Circolare MARICOGECAP n. 2.01.52077 del 30.5.2008. Lo Stato italiano non ha ancora adottato una normativa di recepimento della Direttiva 2010/65/UE relativa alle formalità di dichiarazione delle navi in arrivo o in partenza da porti degli Stati membri dalla pertinente normativa dell’Unione. Con D.Lgs. n. 4/2016 si è dato solo attuazione alla direttiva 2014/100/UE modificativa della direttiva 2002/59/ CE, relativa all’istituzione di un sistema comunitario di monitoraggio del traffico navale e dell’informazione. Con la predetta Circolare il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, avendo raccolto l’esigenza di dare direttive volte ad una più uniforme regolamentazione dell’attività, ha ritenuto che la stessa ricada sotto il regime autorizzativo di cui all’art. 68 Cod. Nav.


ADV Paola Martino

rubricato Vigilanza sull’esercizio di attività nei porti. La citata regolamentazione generale del servizio individua l’attività privatistica dell’avvisatore marittimo / portinformer come: a) finalizzata all’avvistamento di navi, alla registrazione dei dati rilevanti, inoltre provvede alle comunicazioni di natura commerciale non operativa a richiesta degli operatori interessati; b) rivolta all’acquisizione di notizie ed informazioni tecniche dirette a migliorare la prontezza commerciale dei vettori marittimi, garantendo un raccordo funzionale con tutti i soggetti che, a vario titolo, sono interessati, sia per finalità commerciali che per altri aspetti a queste connesse. L’allegato n. 1 alla citata regolamentazione generale del servizio contiene una descrizione esemplificativa dell’attività, mentre l’allegato n. 2 detta i requisiti per lo svolgimento dell’attività di avvisatore marittimo port-informer. Si statuisce altresì che “L’avvisatore marittimo port informer assicura la piena collaborazione all’Autorità Marittima e alle altre istituzioni pubbliche anche attraverso la comunicazione di notizie utili ai fini della sicurezza in generale e di altre attività, svolte da dette Autorità, nell’esercizio dei compiti di istituto. In

relazione a quanto precede, le risorse umane materiali che costituiscono l’organizzazione dell’avvisatore marittimo port informer, caratterizzandone l’attività e le finalità, possono, altresì, essere considerate utili elementi da inserire, ricorrendone i presupposti, quale segmento degli strumenti di pianificazione per tutte le attività tecnico-nauticheoperative che, in materia di sicurezza della navigazione, salvaguardia della vita umana in mare e protezione dell’ecosistema marino e costiero, la legge affida alla cura delle Autorità marittime”. Ecco perché si prevede negli allegati nn. 1 e 2 della citata regolamentazione generale del servizio che gli avvisatori marittimi abbiano una sede ubicata in posizione idonea per un miglior e sicuro avvistamento, siano dotati di tutta una serie di strumentazioni (tra le quali l’AIS) e di adeguate professionalità, siano dotati di sistemi informatici interfacciati con l’Autorità marittima alla quale devono essere comunicati tutti i dati raccolti aggiornando in tempo reale gli stessi sistemi informatici delle Capitanerie di Porto e curando i contatti tra Autorità marittima e navi in porto su richiesta della stessa Autorità marittima. Appare evidente il ruolo di ausilio,

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Registro Navale Panamense - Per informazioni: Consolato di Panama - Via Duomo 319 - 80133 Napoli (NA) - tel: 081 6028540


ai fini della sicurezza della navigazione, svolto dagli avvisatori marittimi. Allora, possiamo dire che l’attuale assetto prevede un regime autorizzativo e regolamentare dell’Autorità Marittima di un servizio che ha natura prettamente commerciale con connotazioni pubblicistiche ai fini della sicurezza. Con molte lacune e alcune incertezze, il risultato sino a qui raggiunto è solo in parte soddisfacente. Possiamo affermare che l’attività de qua possiede, a nostro avviso, tutti i requisiti per essere collocata nei servizi tecnico – nautici, ma non trova ancora definizione e inquadramento normativo nel Codice della Navigazione. Infatti, nell’articolo 179 rubricato Nota di informazioni all’autorità marittima il Legislatore potrebbe inserire un comma che ne preveda l’utilizzo nei porti in cui tale prestazione professionale è richiesta. Un inquadramento nei servizi di interesse generale ex art. 6, comma I, lett. C) D.M. 14.11.1994 porterebbe l’attività ad essere svolta in regime di concessione da parte dell’Autorità di Sistema Portuale a seguito di gara pubblica ma questa soluzione creerebbe forti disparità con gli altri servizi tecnico – nau-

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tici. Da un’attenta analisi delle ordinanze che ne disciplinano il servizio si legge che l’Avvisatore svolge funzione di “ausilio e coordinamento dell’Autorità Marittima ex artt. 62 cod. nav., 59 reg. nav. mar. mediante creazione di turni di accostamento per espletare i seguenti servizi: a) Servizio avvistamento navi e registrazione dei dati rilevanti di natura commerciale e di carattere non autonomamente tecnico/operativo; b) Gestione di comunicazioni di natura commerciale e di carattere non autonomamente tecnico/operativo; c) Registrazione movimento navi; d) Diffusione Bollettino Meteomar a richiesta dell’Autorità Marittima; e) Ricezione dati VTS, AIS, PMIS, MASM con sistema informatico SafeSeaNet e P.M.L.S.(PMIS2)”. Tali servizi sono effettati H24 a mezzo stazione radio. E’ stato costituito nel 2010 il Consorzio SNAM (Servizi Nazionali Avvistamento Marittimo) che raccoglie i vari Avvisatori Marittimi. I requisiti per lo svolgimento dell’attività sono: a) Iscrizione Camera di Commercio; b) Formale riconoscimento dell’Autorità Marittima; c) Eventuale concessione demaniale marittima; d) Numero suffi-

ciente di operatori H24 abilitati alle comunicazioni VHF e conoscenza dell’inglese tecnico-nautico; e) Stazione strategicamente posizionata; f) Dotazione di strumentazione tecnica (per avvistamento ottico, apparecchiature radio e antenne, server e sistema informatico, strumentazione elettronica, stazione meteo, cronometro marino); g) non può essere partecipato (socio/interessi) in nessuna altra tipologia di attività svolta in questo stesso ambito marittimoportuale. Le prestazione sono stabilite dall’Autorità Marittima su base di istruttoria che coinvolga il prestatore di servizi, l’Autorità di Sistema Portuale sentite le Associazioni di categoria e l’utenza. Per quanto concerne gli utenti essi possono essere pubblici (Capitanerie di Porto, Agenzia delle Dogane, Polizia di Frontiera, Servizi Antincendio, Guardia di Finanza, Autorità civili e militari, Enti Meteo, Sanità Marittima, Battellieri, Ormeggiatori, Piloti, Rimorchiatori) o privati (Terminalisti, Vettori, Agenti, Spedizionieri). I servizi sono, di norma, regolati da apposita convenzione con l’Autorità di Sistema Portuale. Alfonso Mignone


shipping/ porto&diporto

Progetto SAND, avviata la produzione di droni marini P

rimi risultati e immagini di rendering del progetto di drone marino ipertecnologico dedicato al controllo ambientale e soccorso in mare realizzato per il programma SAND dalla capofila EFFEBI Spa (gruppo Balducci), insieme ai partner Meccano Engineering SRL e IDS Ingegneria dei Sistemi Spa e con il cofinanziamento della Regione Toscana. Per quanto riguarda la piattaforma del natante, le operazioni di realizzazione dello scafo sono attualmente in corso nello stabilimento EFFEBI di Carrara sulla base del progetto sviluppato ed elaborato da Meccano; contemporaneamente IDS ha presentato l’avanzamento per la parte di navigazione autonoma, mostrando l’embrione di quella che sarà la stazione di controllo remoto dedicata agli operatori del drone. “In questi mesi, siamo passati dai progetti alla realtà e stiamo procedendo a ritmi serrati per la produzione e l’uscita del prototipo. Registriamo un grande entusiasmo sia da parte di chi opera nel progetto sia di un notevole interesse del mercato che, alle prime notizie di questa iniziativa, dimostra curiosità e interesse - spiega Katia Balducci, Amministratore Delegato di Effebi, capofila del raggruppamento di imprese - Per questo siamo certi che la fabbrica di Carrara potrà nell’arco di qualche anno sviluppare una produzione importante”. In effetti, le novità non saranno poche a partire dalla modularità del progetto per finire con le avanzate tecnologie di navigazione e gestione autonoma della missione (inclusa la possibilità di controllo via satellite); in mancanza di norme che regolano la nautica dei mezzi “unmanned”, SAND si pone l’ambizioso obiettivo di poter essere preso a riferimento per lo sviluppo di regole, regolamenti e disposizioni da parte del legislatore. “Le prime linee dello scafo che si vedono già nei primi stampi - dice

Edoardo Cossutta di Meccano, società che si occupa della progettazione e del design del drone - fanno trasparire la fluido dinamicità di questo mezzo che lo renderanno solido e veloce”. La progettazione del drone marino non si ferma alle linee strutturali e sta proseguendo nello studio e analisti delle tecnologie di remotizzazione. “Per la guida autonoma di questo tipo di barca – spiega Fabrizio Orsini di IDS Ingegneria Dei Sistemi, società specializzata nello studio degli aspetti di guida remota e comunicazioni - stiamo integrando tecnologie e algoritmi estremamente innovativi ed efficienti che consentiranno la gestione di un oggetto simile da qualsiasi parte del globo e in completa sicurezza”. “E’ un progetto ricco di innovazioni sia strutturali, sia legate alle caratteristiche di autonomia. Anche nei dettagli di questo primo scafo e nelle sue linee si colgono azioni innovative che vanno nella direzione di miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza di questo mezzo, sia del prodotto in sé che del processo produttivo” sottolinea Pietro Angelini, Direttore di Navigo, Centro di inno-

vazione e sviluppo della nautica (che ha accompagnato e segue le imprese nel progetto) e amministratore delegato di Rete Penta, soggetto gestore del Distretto Tecnologico della Nautica e Portualità toscana di cui Navigo è capofila. Il progetto SAND è partito a maggio dello scorso anno, dopo che le tre imprese toscane hanno ottenuto il primo posto nella gara aperta sui fondi PRSE 2012-2015 messi a disposizione dalla Regione Toscana per il sostegno di programmi di investimento in processi di industrializzazione di rilevanza regionale, di dimensione significativa e in grado di produrre occupazione aggiuntiva. Le aziende hanno ottenuto un finanziamento regionale pari a 2.478.825 euro degli oltre cinque milioni complessivi di cui 3.029.675,00 a carico delle tre imprese. Cosimo Brudetti

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Salerno, SCT spinge al rialzo il traffico contenitori I

l Terminal Sct nel porto di Salerno vive una fase di forte crescita delle dinamiche di movimentazione delle merci. Il secondo trimestre 2017 si è rivelato particolarmente positivo in considerazione dell’avvio dei due servizi settimanali per gli USA attivati dai maggiori conglomerati di linee di navigazione al mondo (Ocean Alliance e The Alliance) entrambi in rapporti di collaborazione operativa con il Terminal del Gruppo Gallozzi. Ad essi si è aggiunto un altro gigante globale come Cosco che ha implementato le rotte da East Med per il Regno Unito ed il Nord Europa. In questo modo si sono registrati significativi volumi di traffico che hanno consentito al Terminal Sct di raggiungere la quota di circa 90mila teus tra aprile e giugno 2017 (+27%) rispetto all’analogo periodo del 2016 (70.255 teus). A queste dinamiche vanno sommate le perfomance molto positive di altri servizi che già scalavano il Terminal SCT. Il collegamento con il Sud America-West Coast di Hamburg Sud, Hapag Lloyd e CMA-CGM è passato a cadenza settimanale (questo servizio è, tra l’altro, impegnato nelle operazioni di imbarco a Salerno dei treni della metropolitana di Lima). Si è registrato l’incremento della capacità delle navi del servizio settimanale da East Med a UK/Nord Europa di Seago Line ed Hamburg Sud, con l’entrata sempre di CMA-CGM nell’Alleanza. Ed ancora Messina Line, che ha inserito lo scalo North Bound (in aggiunta allo scalo South Bound), mentre il colosso tedesco Hapag Lloyd ha concentrato in esclusiva a Salerno i propri scali nel Mezzogiorno d’Italia, con ben quattro servizi settimanali. Sono quattro anche gli approdi settimanali della Borchard Line, cui spetta il palmares dell’Armatore che scala in assoluto da più tempo il porto di Salerno, con le prime navi giunte alla fine degli anni cinquanta. La stima dell’intero traffico del porto relativo al secondo trimestre 2017 risulta pari a 113.300 teus rispetto a 94.250 del 2016, con un incremento di circa il 20%. Se allarghiamo lo sguardo alle stime del I semestre 2017, è possibile dedurre che il porto di Salerno – nel suo insieme – ha aumentato i volumi di

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movimentazione di circa il 13 per cento, passando dai 190mila teus del I Semestre 2016 ai 215mila del I Semestre 2017 (dato che risulta composto per circa l’80% dai flussi della Sct). Si tratta di proiezioni che, comunque, andranno ulteriormente affinate ed elaborate sulla base delle statistiche ufficiali della Autorità Portuale. “La scelta dei maggiori operatori mondiali presenti sul mercato dei traffici marittimi internazionali di puntare sul Terminal SCT e sul porto di Salerno - ha dichiarato il Presidente di SCT SpA Agostino Gallozzi - conferma i livelli di affidabilità e di competitività dei servizi offerti, nell’ambito di una visione strategica che configura l’Italia prima di tutto come una grande piattaforma delle produzioni industriali export oriented resa competitiva da un’efficiente rete di regional port territoriali. E’ evidente – conclude Gallozzi – che è possibile raggiungere questi risultati solo quando c’è unità d’intenti e visione comune tra la componente pubblica e la componente privata. Va detto che l’Autorità di Sistema Portuale, presieduta da Pietro Spirito, ha saputo mettere in campo in questa fase iniziale della sua attività un’eccellente qualità delle relazioni con la comunità salernitana e che il processo di realizzazione del sistema portuale tirrenico centrale procede nel pieno rispetto delle singole vocazioni, con lo scopo condiviso di esaltarle e migliorarle. Di fronte a scenari di crescita così rilevanti resta, però, il serio problema della pesantezza burocratica, che penalizza fortemente lo sviluppo infrastrutturale del porto di Salerno: escavi prima di tutto, ma anche ampliamento dell’imboccatura e gallerie di accesso agli svincoli autostradali. Senza alcun dubbio il disallineamento temporale tra la componente pubblica e la componente privata rappresenta un elemento di forte e grave criticità rispetto allo sviluppo economico non solo della portualità, ma


Da sinistra Francesco Messineo, Pietro Spirito, Agostino Gallozzi e Massimiliano Riccardi dell’intero sistema/Paese”. SCT schiera tutti suoi nuovi mezzi Ripresa… con il turbo per il Salerno Container Terminal che ha completato il montaggio dei nuovi mezzi meccanici sbarcati agli inizi di agosto. Grazie all’entrata in servizio della nuova gru, Liebherr modello LHM 600 versione speciale HR (High Rise, con torre cioè più alta di 12 metri), il terminal del gruppo Gallozzi amplia in modo significativo la dimensione delle navi che è in grado di accogliere. Il corpo principale della gru è alto circa 51 metri; il braccio, lungo 60 metri, è incernierato a 31 metri da terra e garan-

tisce una altezza di sollevamento di 45 metri. La cabina dell’operatore è collocata a 37 metri per assicurare la massima visibilità a bordo nave. La speciale versione “High Rise”, per la particolare altezza della torre, è dotata di un carro con 104 ruote, più largo di due metri e con due assi in più, rispetto alla versione standard. La gru è equipaggiata con spreader twin-lift da 2 x 32.5 tons, per la movimentazione simultanea di due contenitori, in linea con l’esperienza operativa di SCT. Una seconda gru è prevista entrare in funzione a fine anno e una terza nel 2018. E’ stato anche completato il mon-

taggio dei due reach stackers di nuova generazione, sempre prodotti dalla Liebherr, mod. LRL 545, consegnati con la stessa nave che ha sbarcato la gru. Grazie a questi mezzi il Salerno Container Terminal è in grado di incrementare ulteriormente le capacità operative dello yard-export, in fase di ricezione dei contenitori in arrivo ai gate-in. Le due nuove macchine sono, sebbene in fase di start-up, già attive presso i piazzali del terminal. Con l’entrata in esercizio dei nuovi mezzi, obiettivo prioritario è ora per SCT un incremento ulteriore dei livelli di produttività e quindi una riduzione nei tempi di sosta delle navi in porto. La nuova macchina - Liebherr LHM 600 HR - costruita in Germania e trasportata semi-assemblata fino a Salerno, è in grado di lavorare navi full container di portata più che doppia rispetto alle attuali. Il Terminal SCT innalzerà, infatti, il limite operativo delle navi che potranno approdare a Salerno da 5/6.000 a 13/15.000 teus. “La nuova gru – evidenzia Agostino Gallozzi – è il primo ed importante tassello del piano di potenziamento operativo del nostro Terminal nel porto di Salerno. E’ la nostra risposta proattiva alla scelta di servirsi di SCT non solo delle due maggiori alleanze mondiali dello shipping - Ocean Alliance e The Alliance - ma anche di tante altre prestigiose compagnie di navigazione che da anni contano sull’efficienza e sulla competitività delle nostre performances”. “Con questa gru – continua Gallozzi – SCT entra a pieno titolo nel circuito di una classe dimensionale ancora maggiore del grande shipping internazionale. In questo modo potremo servire altre nuove rotte per i traffici d’oltre Oceano, verso Oriente e verso Occidente. Il nostro obiettivo strategico è continuare a sviluppare il concetto di multi-connettività portuale, in modo da mettere a disposizione delle aziende esportatrici del nostro Mezzogiorno collegamenti marittimi frequenti e competitivi verso ogni mercato del mondo. Va detto che questi macchinari, dotati di un potenziale di altissimo livello, rivolgono lo sguardo al porto di Salerno come sarà dopo la ristrutturazione: dragaggi, nuova e più ampia imboccatura, gallerie di Porta Ovest. La parte privata risponde alla sfida dei mercati tempestivamente. E’ indispensabile che la parte pubblica riesca a recuperare molto velocemente il tempo perduto, per non compromettere le positive e brillanti dinamiche di crescita dei traffici che si sono registrate per Sct e per l’intero scalo di Salerno nel primo semestre del 2017”. REDMAR

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Shipping and law, a Napoli i grandi temi del mare

A

nche quest’anno l’avvocato Francesco Saverio Lauro focalizzerà su Napoli l’interesse del mondo marittimo. Giunta all’ottava edizione, Shipping and Law 2017 non rinuncia alla sua impostazione originaria – la discussione a tutto tondo sullo stato dell’arte del settore. E conferma il respiro internazionale di un appuntamento in grado di riunire allo stesso tavolo rappresentanti prestigiosi e realtà

senza di giornalisti internazionali. Qual è il calendario dei lavori? Shipping and Law 2017 si terrà il 12 e 13 ottobre nell’arco di un giorno e mezzo di lavori. L’inaugurazione sarà preceduta la sera dell’11 da una cena di gala negli appartamenti di Palazzo Reale. Nella mattinata del 13 parte della delegazione farà rotta per Ischia, meta scelta anche per portare più attenzione mediatica sul momento particolare che

Francesco Saverio Lauro

produttive appartenenti ad un universo estremamente variegato quanto a competenze ed esperienza sul campo. “Con qualche novità e la scelta di fondo di valorizzare attraverso location sempre suggestive la storia, la tradizione, la cultura di una capitale del Mediterraneo quale è Napoli”. Dove si terrà la prossima edizione della conferenza? Dopo Villa Pigantelli, Santa Chiara, Donnaregina, Pio Monte della Misericordia e la Certosa toccherà al Teatrino di corte di Palazzo Reale. Un luogo che per peculiarità e funzione ci ha suggerito un aggiustamento del format. Punteremo, infatti, su una maggiore spettacolarità con effetti scenografici e una vera e propria regia nel coordinamento degli interventi. Questi ultimi saranno in numero minore rispetto alle scorse edizioni e improntati su una dialettica più accentuata: non più discorsi alla platea ma tavole rotonde animate dalla pre-

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sta vivendo l’isola. I temi della discussione? Grande spazio alle questioni ambientali, all’evoluzione normativa e agli impatti delle nuove tecnologie. Sul fronte digitalizzazione e sicurezza saranno presentate interessanti iniziative. Tra queste un rilevante lavoro della Tefin di Luigi Minieri per la prevenzione degli incendi sulle navi Ro-ro. La questione, di per sé delicata, è balzata agli onori delle cronache anche non specialistiche con l’incidente del North Atlantic: in particolare, saranno illustrati un programma di prevenzione e tutti i dispositivi adatti per evitare incidenti nelle zone garage, tra le più delicate per questa tipologia di navi. Ma il dibattito sarà orientato anche su problematiche di carattere più generale: la situazione geopolitica nel Mediterraneo, la questione migranti, il panorama energetico. Senza tralasciare gli aspetti legati al mondo bancario e finanziario, sempre attuali, con un giro

esaustivo su temi come la ristrutturazione del debito e le forme alternative di finanziamento. Quale messaggio arriverà da questa edizione per il futuro dello shipping? Mi sta chiedendo di anticipare gli esiti della discussione: è una facoltà di previsione che non ho ancora sviluppato. Di certo si parlerà, e molto, del ruolo dell’Ue nella risoluzione delle maggiori criticità sistemiche. Non a caso il programma prevede un dibattito sulla Brexit, sia per le conseguenze sui futuri equilibri continentali sia in chiave di rilancio del progetto comunitario. Personalmente, rispetto all’emergere degli interessi nazionali, credo che ci sia bisogno di più Europa, anche e soprattutto per garantire lo sviluppo dello shipping, settore vitale per un paese come l’Italia. Un anno dall’applicazione della riforma portuale. Cosa ne pensa? In realtà non ho molto seguito l’evoluzione della vicenda a livello nazionale. Ma per l’AdSP del Mar Tirreno Centrale apprezzo la scelta di due personalità competenti come Pietro Spirito e Francesco Messineo. Il porto di Napoli ha bisogno di figure di questo tipo, operose e in gamba, per riallacciare i nodi di uno sviluppo che è stato negato per quasi un decennio. Spero che anche Shipping and Law possa contribuire a questo processo. Giovanni Grande


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BWM: istruzioni operative dalle Capitanerie di Porto L

a Ballast Water Management Convention (BWM Convention), convenzione internazionale IMO per il controllo della gestione delle acque di zavorra e dei sedimenti, è entrata in vigore l’8 settembre u.s. La Convenzione, che prescrive l’installazione a bordo delle navi di nuova costruzione (costruite dopo l’entrata in vigore della BWM) di appositi sistemi per la gestione dell’acqua di zavorra (ballast water management systems), si applica ad ogni tipo di nave, inclusi sommergibili, piattaforme galleggianti, FSUs e FPOs, battenti bandiera degli Stati contraenti od operanti all’interno della giurisdizione dei medesimi, fatta eccezione per le: • Navi non progettate o costruite per trasportare acqua di zavorra; • Navi impegnate unicamente in viaggi nazionali, a meno che lo Stato in questione stabilisca con un proprio autonomo atto normativo che lo scarico dell’acqua di zavorra dalla nave potrebbe danneggiare l’ambiente (same location clause); • Navi da guerra, navi ausiliarie o altre navi di proprietà o operate dallo Stato contraente; • Navi con acqua di zavorra permanente non soggetta a scarico. • Ai sensi della presente Convenzione, le navi dovranno avere a bordo i seguenti documenti: • “Ballast Water Management Plan” approvato dall’Amministrazione di bandiera, con l’indicazione delle procedure di sicurezza ed azioni necessarie per rispettare gli standards imposti dalla Convenzione; • “Ballast Water Record Book” per registrare ogni operazione di gestione dell’acqua di zavorra; • “International Ballast Water Management Certificate” per navi dai 400 GT in poi, escluse piattaforme galleggianti, FSUs (Floating Storage Units) e FPSOs (Floating Production Storage and Offloading Units), certificato con 5 anni di validità e soggetto a visite di rinnovo annuali e periodiche oppure “statement of compliance” rilasciato dagli enti di classica per le navi battenti bandiera di stati che non hanno ancora ratificato la Convenzione. Mentre le navi di nuova costruzione dovranno rispondere ai requisiti di

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cui sopra sin dalla consegna, quelle già esistenti avranno la possibilità di installare i nuovi sistemi in occasione della prima visita di rinnovo del certificato IOPP (International Oil Pollution Prevention Certificate) successiva alla data di entrata in vigore della BWM. Permane notevole incertezza in merito all’affidabilità ed alla disponibilità di impianti approvati dall’IMO ed al numero di cantieri navali dotati del necessario expertise, nonché la preoccupazione per la discrepanza tra sistema BWM IMO e la più severa normativa statunitense applicata dalla USCG. La BWM Convention non è stata ancora ratificata dall’Italia. In previsione di una futura ratifica, Confitarma ha recentemente richiesto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’autorizzazione per gli Organismi Riconosciuti dell’Amministrazione di Bandiera RINA, BV, DNV e GL - al rilascio del certificato IOPP prima dell’8 settembre 2017. Il Ministero, con un provvedimento datato 12 maggio 2017, ha espressamente autorizzato la possibilità di rinnovo del Certificato IOPP antecedentemente alla finestra di tre mesi dalla data di scadenza. A tale facoltà già riconosciuta agli armatori ai sensi dalla Convenzione internazionale MARPOL 73/78 è stata tuttavia posto un limite temporale. Infatti onde evitare una dilazione della data di applicazione degli standard richiesti dalla BWM Convention (Regulation D-2), il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha imposto di limitare la validità di un eventuale rinnovo del Certificato IOPP ad una data non successiva al 28 ottobre 2020. In ogni caso “tenuto conto delle discussioni in atto in ambito internazionale” è lo stesso Comando Generale che si riserva di fornire, ove necessario, ulteriori istruzioni. E’ da segnalare inoltre che recenti proposte dibattute nel corso della MEPC 71 in sede IMO potrebbero, se definitivamente approvate, consentire un ulteriore rinvio dei termini di istallazione di impianto per le navi esistenti. Un tema senz’altro di momento, che richiederà ulteriore attenzione e studio da parte degli operatori di settore. Marco Mastropasqua Mario Rondinella


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Costa Concordia, la sentenza (non del tutto condivisibile) della Suprema Corte E’

opportuno delineare preliminarmente e in estrema sintesi il tema in questione. L’art. 43 del codice penale, nella valutazione dell’elemento psicologico del reato, chiarisce che il delitto è colposo, o contro l’intenzione, quando l’evento, anche se preveduto, non è voluto dall’agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia….Il delitto è doloso, o secondo l’intenzione, quando l’evento dannoso o pericoloso, che è il risultato dell’azione o omissione e da cui la legge fa dipendere l’esistenza del delitto, è dall’agente preveduto e voluto come conseguenza della propria azione od omissione. Vi è dolo se l’atto è compiuto con la coscienza e la volontà dell’evento dannoso. Vi è la colpa quando l’atto è compiuto senza la volontà di causare l’evento dannoso. Volendo ulteriormente semplificare, possiamo dire che vi è dolo quando l’evento è previsto e voluto mentre vi è colpa quando l’evento, necessariamente prevedibile, in alcuni casi può essere previsto ma in nessun caso è voluto. Ma il tema si complica in presenza di comportamenti illeciti rispetto ai quali la linea di confine tra il dolo e la colpa è più o meno incerta. Premesso che l’art. 61 c.p. prevede come circostanza aggravante del reato l’avere nei delitti colposi, agito nonostante la previsione dell’evento, io posso prevedere l’evento e decido di agire accettando non l’evento bensì il rischio del suo verificarsi. Ma posso anche prevedere l’evento ma non anche il rischio del suo verificarsi e quindi agire nella convinzione che l’evento non si verificherà. Penalisticamente parlando, nella prima ipotesi si configura il dolo eventuale e nella seconda ipotesi la colpa cosciente. Le due fattispecie hanno in comune la previsione dell’evento: la linea di confine è determinata dall’elemento volitivo in quanto nel primo caso si agisce prevedendo l’evento ed accettando il rischio di causare l’evento con la propria condotta. Nel secondo caso, il soggetto prevede l’evento ma esclude che vi sia il rischio di causare l’evento.

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L’automobilista che percorre una strada con segnale di pericolo per attraversamento pedonale e con limite di velocità, avendo un forte interesse a raggiungere l’amica nell’orario concordato, decide di procedere superando il limite di velocità. Prevede l’astratta possibilità dell’investimento di un pedone ma è convinto che con la sua Maserati è in grado di evitare l’investimento facendo affidamento sulla sua abilità e sull’efficacia dei freni dell’auto. Ha previsto l’evento ma ha escluso il rischio di causare l’evento. Lo stesso automobilista, essendo in ritardo per l’incontro, può decidere di procedere e di non rallentare nonostante gli scrosci di pioggia e la scarsa visibilità. In questo caso, la verificazione dell’evento dannoso si presenta come una concreta possibilità e l’automobilista ne accetta il rischio. In altre parole, nella prima ipotesi l’automobilista esclude il verificarsi dell’evento e, dunque, non ne accetta il rischio. Nella seconda la verificabilità dell’evento si presenta come una concreta possibilità e l’automobilista agisce accettando il rischio di cagionare l’evento dannoso quale conseguenza della propria azione ed, insomma, per-

siste nella sua condotta antidoverosa a costo di determinare l’evento dannoso. Fatta questa doverosa premessa, possiamo ora esaminare come la previsione dell’evento è stata configurata dalla Suprema Corte. La Corte, con la sentenza n. 991/2017 pubblicata il 12 maggio 2017, rigettati il ricorso del Procuratore Generale della Repubblica e quello di Schettino Francesco, ha sostanzialmente confermato la sentenza del Tribunale di Grosseto e quella della Corte di Appello di Firenze con le quali il comandante Schettino era stato condannato alla pena complessiva di anni sedici di reclusione per il delitto di naufragio colposo con l’aggravante della previsione dell’evento e per il delitto di omicidio plurimo con esclusione della aggravante della previsione dell’evento. La Suprema Corte, prima di procedere all’esame dei motivi dei ricorsi, prende posizione sul tema della colpa cosciente ai fini della sua distinzione dal dolo eventuale e sul discrimine tra colpa semplice e colpa aggravata o cosciente. La colpa cosciente o colpa con previsione costituisce il contenuto della


circostanza aggravante comune disciplinata dall’art. 63 n. 3 cod. pen., che prevede un aumento di pena per chi, nei delitti colposi, abbia agito nonostante la previsione dell’evento. L’esplicazione contenutistica dell’aggravante in esame è frutto, come è noto, dell’elaborazione dottrinaria e giurisprudenziale, che si è interrogata ed ha fornito risposta soprattutto in ordine alla linea di confine tra tale elemento soggettivo di reato ed il dolo eventuale…..Può quindi affermarsi e concludere, in questa sede di esame speculativo della questione, che, sebbene accomunati dalla previsione dell’evento, il dolo eventuale e la colpa cosciente sono figure che si pongono su piani ben distinti della soggettività giuridica: nel dolo eventuale l’agente pone in essere la condotta antidoverosa voluta, non solo nella consapevolezza del rischio della realizzazione di un evento concretamente rientrante nella prevedibilità, ma accetta l’evento medesimo quale ulteriore esito della sua azione od omissione; nella colpa cosciente invece l’autore si rappresenta solo l’astratta previsione di un evento, tra gli esiti possibili della sua condotta attiva od omissiva, ma ne sottostima fino ad escluderle le probabilità di verificazione. Tutto ciò premesso, la Corte fa un passo indietro precisando: la questio-

ne che interessa questo processo è in realtà diversa, si controverte infatti sul discrimine tra colpa semplice e colpa aggravata. E sotto questo profilo, nella valutazione del ricorso dello Schettino, va ad affrontare i motivi per i quali la colpa cosciente trova conferma soltanto per il delitto di naufragio colposo: La Corte di merito pone in evidenza elementi dirimenti sulla sicura rappresentazione e consapevolezza del rischio di impatto con i fondali del Giglio da parte dell’imputato, il quale evidentemente confidava nelle proprie capacità marinaresche e riteneva perciò che sarebbe stato in grado di evitare il concretizzarsi del detto rischio, pur non deflettendo fino all’ultimo dalla propria decisione di transitare a distanza assai ravvicinata dall’isola e seguendo, a tal fine, una rotta diversa da quella convenuta con l’ufficiale cartografo. La Corte pertanto rigetta il ricorso dello Schettino e conferma la sua condanna per il delitto di naufragio colposo con l’aggravante della previsione dell’evento che configura la fattispecie della colpa cosciente. Vediamo ora come e perché la Corte, rigettando il ricorso del Procuratore Generale presso la Corte di appello di Firenze, ha ritenuto che non vi sia la colpa cosciente nel delitto di omicidio colposo plurimo. Premette il P.G. ricorrente che

il Procuratore della Repubblica di Grosseto, a fronte della esclusione della circostanza aggravante della colpa cosciente da parte del Tribunale in relazione ai reati in oggetto, aveva proposto appello sul punto, rilevando che la descrizione di quanto avvenuto il 13 gennaio 2012 successivamente all’impatto della Concordia con il basso fondale delle Scole rendeva palese la sussistenza di detta aggravante. Significativa al riguardo era la conversazione telefonica intervenuta alla ore 21:53:34 tra il comandante Schettino ed il direttore di macchina Pilon, il quale aveva rappresentato una situazione di fatto talmente drammatica e catastrofica da aver indotto il comandante ad esclamare la frase “Cioè, stamm jenn a ffunn, praticamente“. La consapevolezza esplicitata con queste parole dal comandante circa l’affondamento repentino della nave in conseguenza delle (primissime) parole del direttore di macchina Pilon, a pochissimi minuti dall’impatto con le Scole, comportava, ipso facto, la rappresentazione del rischio concreto di perdita di vite umane…. Con l’odierno ricorso, il P.G. evidenzia che, nonostante lo specifico rilievo del P.M. appellante, la Corte fiorentina aveva ignorato la specifica conversazione intercorsa tra il comandante Schettino ed il direttore di macchina

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Le prime operazioni dei sommozzatori sul relitto della Costa Concordia per gentile concessione Guardia Costiera

Pilon, dimostrativa che in quel momento l’imputato si era certamente rappresentato non soltanto il rischio, bensì la concreta e certa morte di persone che si trovavano a bordo, ed aveva il tempo di emanare quell’efficace ordine di emergenza generale e di abbandono della nave che avrebbe comportato il non verificarsi delle morti e delle lesioni….. La Suprema Corte ha ritenuto priva di fondamento la censura del P.G. in quanto aderendo alla giurisprudenza di questa Corte di legittimità, prima richiamata, secondo la quale nella colpa cosciente non è sufficiente la prevedibilità, ma è necessaria la previsione dell’evento – ossia la prova che l’agente si sia in concreto rappresentato l’evento quale possibile/probabile conseguenza della sua condotta, pur nel convincimento di evitarlo – i giudici fiorentini non hanno ravvisato nella condotta dell’imputato elementi di natura sintomatica da cui dedurre in maniera certa che l’evento fosse stato da lui effettivamente previsto. Ritiene questo Collegio che alla frase estrapolata dal menzionato colloquio “allora stiamo andando a fondo” non poteva essere riconosciuta una valenza probatoria della previsione dell’evento, e perciò la Corte di Firenze ha ritenuto implicitamente l’elemento non decisivo e ne ha omesso l’esame. Oggettivamente è una frase che non dimostra che nel momento in cui l’ha pronunciata il Comandante avesse già la rappresentazione degli eventi mortali e lesivi che sarebbero conseguenti al naufragio, naufragio che in quel momento non era stato ancora percepito in tutta la sua drammaticità, poiché erano trascorsi solo pochi minuti dall’impatto

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contro gli scogli delle Scole. Mi sia consentita una critica sotto voce alla sentenza della Corte di Cassazione nella parte in cui conferma la condanna dello Schettino per il delitto di omicidio colposo plurimo con esclusione dell’aggravante della previsione dell’evento. Nella sentenza si legge che vi è colpa aggravata (cosciente) quando l’agente ha la consapevolezza del rischio dell’evento ma ne sottostima fino ad escluderle le possibilità di verificazione. La Corte non ha dubbi sulla sicura rappresentazione e consapevolezza del rischio di impatto con i fondali del Giglio da parte dell’imputato, il quale evidentemente confidava nelle proprie capacità marinaresche e riteneva perciò che sarebbe stato in grado di evitare il concretizzarsi del detto rischio, pur non deflettendo fino all’ultimo dalla propria decisione di transitare a distanza assai ravvicinata dall’isola e seguendo, a tal fine, una rotta diversa da quella convenuta con l’ufficiale cartografo. Fin qui, la condivisione è totale. Le perplessità sorgono quando la Corte passa ad esaminare il ricorso con il quale il P.G. chiede che lo Schettino sia condannato per il delitto di omicidio colposo con l’aggravante della colpa cosciente. Nella sintetica ricostruzione dei fatti e, in particolare, del naufragio, si legge: Alle ore 21:45:07, la nave, nonostante la manovra disperata, urta con il basso fondale a pochi metri (circa 60 metri) dallo scoglio emerso, facente parte del gruppo di scogli conosciuto come Le Scole…La nave, fin da subito, rimane priva di propulsione e quindi ingover-

nabile, a causa dell’entrata di acqua talmente ingente da mandare in avaria istantaneamente i motori elettrici principali, nonché, subito dopo, il quadro elettrico principale….La nave comincia ad inclinarsi sul lato dritto….. Alle ore 21.49, vi è un colloquio telefonico tra Schettino ed il direttore di macchina Pilon il quale informa il comandante sulla gravità della situazione, dicendogli che entra molta acqua….che non può essere acceso nessun motore e che il quadro elettrico è allagato….che non è possibile entrare in macchina dal lato dritto e che l’acqua è arrivata fino all’officina….Schettino gli chiede: cioè, stamm jenn a ffunn, praticamente (allora stiamo andando a fondo, non ho capito?) ottenendone una conferma da Pilon. In un ulteriore colloquio telefonico con il direttore di macchina Pilon, alle ore 22.10,…Schettino è messo al corrente che la riserva di galleggiabilità indicata nella documentazione di bordo è già stata superata…Nel frattempo, viene segnalato che la nave presenta uno sbandamento di 10 gradi. Schettino era responsabile della sicurezza di oltre 4.000 persone a bordo della nave e non poteva ignorare che l’ulteriore progressivo sbandamento, senza il fortuito scoglio sommerso, avrebbe causato il capovolgimento della la nave con la sicura morte di una buona parte delle 4000 persone presenti a bordo. Ebbene, nonostante la sicura rappresentazione e consapevolezza del rischio di capovolgimento / naufragio della nave, con conseguente perdita di vite umane, la Corte ha ritenuto che la frase stamm jenn a ffunn non dimostra che nel momento in cui l’ha pronunciata il Comandante


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Le prime operazioni dei sommozzatori sul relitto della Costa Concordia per gentile concessione Guardia Costiera

avesse già la rappresentazione degli eventi mortali e lesivi che sarebbero conseguiti al naufragio, naufragio che in quel momento non era stato ancora percepito in tutta la sua drammaticità. Il capovolgimento non si è verificato per un puro caso ma l’improvvido ritardo nell’ordinare l’emergenza generale e l’abbandono nave ha, comunque, causato la morte di decine di persone. Sorge spontanea la domanda: se per il naufragio è stata riconosciuta la colpa cosciente, come ha potuto la Corte affermare che lo Schettino aveva la sicura rappresentazione e consapevolezza del rischio di naufragio e non anche la rappresentazione degli eventi mortali e lesivi che sarebbero conseguiti al naufragio? E’ ragionevole ritenere che lo Schettino, alle ore 21.49, avrebbe già dovuto quanto meno prendere in considerazione la predisposizione dei provvedimenti relativi ad un ordine di emergenza generale e di abbandono della nave. La Corte ha invece ritenuto che in quel momento non era stato ancora percepito (dallo Schettino) in tutta la sua drammaticità (il rischio degli eventi mortali e lesivi che sarebbero conseguiti al naufragio) poiché erano trascorsi solo pochi minuti dall’impatto contro gli scogli delle Scole. La Corte, pur avendo dettagliatamente riportato le fasi dei successivi eventi, non ha dato alcuna rilevanza alle seguenti circostanze : -alle 21.54, i passeggeri sono informati di un semplice problema elettrico ai generatori, in corso di soluzione; -alle 22.00, Schettino riceve via radio la comunicazione Locali PEM allagati e DG1, DG2 e DG3 allagati. Subito dopo ordina di informare la Capitaneria di

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Civitavecchia che c’è stato un black out e che si sta valutando la situazione… ed omette di comunicare l’esistenza della falla e l’allagamento del quadro elettrico principale. -alle 22.05 circa, in un concitato colloquio fra Schettino ed il suo vice Bosio, quest’ultimo gli descrive la drammatica situazione, segnalandogli che i passeggeri stanno recandosi sulle lance; dopo aver inizialmente acconsentito a decretare l’emergenza generale e a ordinare l’abbandono nave, Schettino dice di aspettare, perché intende prima mettersi di nuovo in contatto con Ferrarini. Nel frattempo, viene segnalato che la nave presenta uno sbandamento di 10 gradi. Schettino, quanto meno alle 22.05, aveva la sicura consapevolezza e rappresentazione degli eventi mortali e lesivi che sarebbero conseguiti al naufragio. -trascorrono altri 28 minuti durante i quali lo Schettino resta inerte dinanzi alla tragedia che si sta consumando. Soltanto alle ore 22.33 viene schiacciato il pulsante dell’emergenza generale, mentre non viene ancora disposto l’abbandono nave. Ebbene, nonostante queste pacifiche e drammatiche circostanze, la Corte resta silente facendo intendere che lo Schettino, anche alle ore 22.33, non avendo la sicura consapevolezza e rappresentazione degli eventi mortali e lesivi conseguenti al naufragio, non era tenuto ad ordinare l’abbandono nave. -l’abbandono nave viene ordinato soltanto alle 22.54. L’ordine è inequivocabilmente tardivo ed inefficace per la sicurezza delle 4000 persone che sono a bordo: la nave è già inclinata di 20 gradi sul lato dritto; ciò …fa sì che i passeggeri sul lato sinistro rimangono

bloccati sul ponte 4, perché l’inclinazione della nave sul lato opposto non permette che le scialuppe di salvataggio presenti sul lato sinistro possano essere ammainate. In conclusione, la Corte avrebbe dovuto accogliere il ricorso del P.G e condannare lo Schettino per il delitto di omicidio colposo plurimo con l’aggravante della previsione dell’evento. La Suprema Corte ha descritto compiutamente il discrimine tra colpa aggravata e dolo eventuale ma poi precisa che la questione che interessa questo processo è in realtà diversa: si controverte sul discrimine tra colpa semplice e colpa aggravata. A mio avviso, la Corte avrebbe dovuto verificare se la condotta dello Schettino non fosse andata ben oltre la colpa aggravata al punto di rientrare nella fattispecie del dolo eventuale descritto nella premessa. Lo Schettino, infatti, pone in essere la condotta antidoverosa voluta, non solo nella consapevolezza del rischio della realizzazione dell’evento, ma accetta l’evento medesimo quale ulteriore esito della sua azione od omissione; nella colpa cosciente, invece, l’autore si rappresenta solo l’astratta previsione di un evento, tra gli esiti possibili della sua condotta attiva od omissiva, ma ne sottostima fino ad escluderle le possibilità di verificazione. Ovviamente, non essendo stata appellata sul punto la sentenza della Corte di merito, alla Suprema Corte era preclusa una tale verifica. Resta invece confermata la critica, sempre sotto voce, con riferimento alla condanna dello Schettino per il delitto di omicidio plurimo con esclusione dell’aggravante della previsione. Bruno Castaldo


cantieristica / porto&diporto

Fincantieri Oil & Gas partner nel progetto “Sidran” F

incantieri, attraverso la controllata Fincantieri Oil & Gas, è partner insieme ad Arsenal e Università degli Studi di Trieste, del progetto SIDRAN (Sistema Immersivo di Design Review in Ambito Navale), un’iniziativa di ricerca e sviluppo nell’ambito delle Tecnologie Marittime cofinanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale. Il progetto, avviato nei mesi scorsi, vuole realizzare un sistema integrato altamente interattivo che, utilizzando tecnologie di realtà virtuale immersiva per implementare la visualizzazione di disegni tecnici tridimensionali sviluppati in CAD, renderà più efficace ed efficiente il processo di Design Review navale introducendo nuove funzionalità, e consentirà così di ridurre durata e costi del processo di progettazione e di produzione. Lo sviluppo del sistema è fondamentale per facilitare l’inserimento in maniera attiva degli stakeholder, consentendo di utilizzare un prototipo virtuale per raccogliere informazioni e riscontri già durante la fase di progettazione. SIDRAN permetterà l’integrazione di moduli hardware e software innovativi capaci di recepire una molteplicità di formati CAD in uso nella progettazione navale e meccanica e di fornire in uscita Mock-Up Digitali (DMU) esaminabili anche in modalità multiutente remota. Questi saranno poi fruibili mediante in-

novativi strumenti di Design Review immersivi quali: annotazione di proprietà 3D e informazioni scambiate fra utenti, logging, manipolazione e sistemi di misurazione e selezione di proprietà 3D, puntatori 3D, sistemi di annotazione di commenti e registrazione sessioni di DR e altre operazioni fondamentali per la progettazione navale. Oltre alle funzionalità del sistema saranno testati usabilità e comfort, al fine di garantire l’inserimento di SIDRAN nei processi di progettazione industriale come effettivo strumento di lavoro. Le attività del progetto rientrano in una delle priorità del Programma Operativo Regionale, Obiettivo «Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione» 2014-2020 ovvero l’Asse 1 – “Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione”, Azione 1.3 – “Sostegno alle attività collaborative di R&S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi”. Fincantieri E’ uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo e il primo per diversificazione e innovazione. È leader nella progettazione e costruzione di navi da crociera e operatore di riferimento in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia, dalle navi militari all’offshore, dalle navi speciali e traghetti a elevata complessità ai mega-yacht, nonché nelle riparazioni

e trasformazioni navali, produzione di sistemi e componenti e nell’offerta di servizi post vendita. Il Gruppo, che ha sede a Trieste, in oltre 230 anni di storia della marineria ha costruito più di 7.000 navi. Con più di 19.400 dipendenti, di cui oltre 8.200 in Italia, 20 stabilimenti in 4 continenti, Fincantieri è oggi il principale costruttore navale occidentale e ha nel suo portafoglio clienti i maggiori operatori crocieristici al mondo, la Marina Militare e la US Navy, oltre a numerose Marine estere, ed è partner di alcune tra le principali aziende europee della difesa nell’ambito di programmi sovranazionali. Arsenal Opera dal 1998 nella ricerca e lo sviluppo di propri strumenti per la Realtà Virtuale, con le attività più popolari basate sulla computer grafica, come multimedia e web. Questa strada, per quanto faticosa ma perseguita con tenacia, ha consentito alla società di concretizzare una serie di progetti di Realtà Virtuale che permettono ora di distinguere nitidamente il profilo di Arsenal, cioè il suo carattere tecnologico e scientifico. Fondamentale, in questo processo, è stata la realizzazione di una piattaforma di sviluppo e di altri strumenti software che ci consentono ora il pieno controllo delle tecnologie impiegate. Stefania Vergani

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icd / porto&diporto

L’industria crocieristica si incontra a Palermo

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arà tappa a Palermo venerdì 6 ottobre Italian Cruise Day, l’appuntamento di riferimento in Italia dedicato al comparto crocieristico ideato e organizzato da Risposte Turismo, società di ricerca e consulenza a servizio della macroindustria turistica presieduta da Francesco di Cesare. Il forum, giunto alla settima edizione, è organizzato quest’anno in partnership con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale e con il supporto di CLIA Europe e si svolgerà a Palermo presso il Grand Hotel Villa Igiea. Oltre 250 i delegati attesi da tutta Italia in rappresentanza di tutte le categoria che operano nel comparto (dalle compagnie di crociera alla realtà portuali, dai tour operator alle agenzie di viaggio fino agli agenti marittimi, alle associazioni di categoria e molti altri ancora), per un’intensa giornata di confronto, networking e dibattito sulle ultime tendenze, le dinamiche, i processi produttivi e le prospettive future di uno dei settori che, negli ultimi anni, ha dato un crescente contributo all’economia e all’occupazione del nostro Paese. Dopo i saluti istituzionali e gli interventi introduttivi il forum entrerà nel vivo con la presentazione della nuova edizione di Italian Cruise Watch, il rapporto annuale di ricerca sul settore crocieristico in Italia curato da Risposte Turismo contenente i dati più aggiornati sul comparto e le prime previsioni per la stagione 2018. La mattinata di lavori continuerà con i keynote speech e la prima sessione dedicata, come da tradizione, allo stato dell’arte e alle prospettive future della crocieristica nel nostro Paese, a cui parteciperanno esponenti di vertice

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Francesco di Cesare delle compagnie di crociera più attive in Italia e di alcuni dei principali terminal passeggeri nazionali. L’edizione 2017 di Italian Cruise Day ospiterà nuovamente le conferenze stampa di alcune realtà portuali aderenti a la Casa dei Porti Crocieristici Italiani, lo spazio informativo dedicato ai terminal nazionali che potranno presentare in anteprima agli operatori del comparto e alla stampa le loro ultime novità, i risultati ottenuti, i lavori in corso di svolgimento e i progetti per il futuro. Dopo il lunch break & networking i lavori riprenderanno nel pomeriggio con due tavole rotonde parallele dedicate, rispettivamente, alle iniziative realizzabili per tornare a far crescere la domanda italiana del prodotto crociera e alla portualità crocieristica italiana secondo i punti di vista degli agenti marittimi. Il forum si concluderà con una sessione finale all’interno della quale si succederanno dialoghi e keynote spe-

ech dedicati ad altri temi di particolare interesse per il comparto, tra i quali la programmazione degli itinerari e la gestione del fly&cruise a livello territoriale. Nell’ambito di Italian Cruise Day 2017 si terranno inoltre le consegne del Premio di Laurea ICD (valore: 1.000 euro), dedicato alla migliore tesi di laurea dedicata alla produzione e/o al turismo crocieristici, e del Premio di Laurea Assoporti (valore: 500 euro), conferito all’autore della miglior tesi dedicata alla portualità crocieristica. La giornata terminerà con la nuova edizione di Carriere@ICD, l’unico career day in Italia dedicato al settore crocieristico che darà la possibilità a 50 giovani desiderosi di intraprendere un percorso professionale in questo comparto di ascoltare presentazioni aziendali e svolgere una serie di incontri e di colloqui one to one con alcune delle più importanti aziende del comparto. Già confermata la partecipazione al career day di Ant Bellettieri & Co., Cagliari Cruise Port e Catania Cruise Terminal, CIMA Viaggi, Costa Crociere, MDT Servizi Turistici, MSC Crociere, Navigare Travel, Naviservice, Royal Caribbean International, De Stefano Speciale & Co., Meli Maritime e Sailing Race Service. Carriere@ICD si inserisce all’interno di Spazio Giovani, l’insieme delle iniziative e delle attività che Risposte Turismo, nell’ambito di Italian Cruise Day, dedica a giovani e studenti e di cui fanno parte anche il Premio di Laurea ICD e il Premio di Laurea Assoporti. I main sponsor dell’edizione 2017 di Italian Cruise Day sono Generali, SIAT Assicurazioni e Dosanta Group. REDMAR


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icd / porto&diporto

Palermo da città sul mare diventerà città di mare O

spitare a Palermo un appuntamento consolidato come “Italian Cruise day”, che da anni sottolinea l’importanza di un settore, quello dell’industria crocieristica, rilevante per numeri e prodotto interno lordo per ciò che genera in termini di occupazione nell’intero Paese, è per me un onore e un modo per avviare simbolicamente il mio lavoro di presidente della nuova Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale che ingloba, oltre a Palermo e Termini Imerese, anche Trapani e Porto Empedocle, in un unico grande sistema di gestione. E’ anche l’occasione per evidenziare, assieme a tutto il cluster marittimo, gli aspetti e le potenzialità più rilevanti dello scenario attuale e delle prospettive del settore crocieristico italiano, prendendo coscienza della opportunità che esso riveste. Inoltre sono felice di accogliere i partecipanti in una città come Palermo, che ha sorpreso anche me, e che gli ospiti potranno visitare scoprendo quanta bellezza contiene. Consigliare un itinerario? No,

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significherebbe andare contro lo spirito di Palermo che è innanzitutto un’atmosfera. Suggerisco di andare alla ventura, di affidarsi al caso. Infilarsi nei vicoli o percorrere i viali, intrufolarsi nel cortile di un palazzo: ecco alcuni modi per afferrarne l’essenza. La sfida che mi attende in Sicilia è difficile ma rigenera in me quello spirito del fare che ha caratterizzato tutta la mia carriera di manager pubblico. Il porto è l’infrastruttura che più direttamente si avvale della felice posizione geografica della Sicilia, piattaforma logistica al centro del Mediterraneo, dove i porti sono naturali soluzioni di accesso a un entroterra ricco di elementi di attrattiva per turisti con qualsiasi genere di motivazione e provenienza. Qui il crocierista deve diventare il primo promoter del territorio, il primo protagonista della diffusione della conoscenza delle bellezze culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche. I porti del lato ovest hanno potenzialità straordinarie di sviluppo nel settore delle crociere come in quello delle autostrade del mare,

della cantieristica, dei marina yachting e, più in generale, della Blue economy: in questo scenario complesso ma affascinante, sono chiamati a recitare la loro parte, facendo decollare in modo adeguato l’offerta turistica, ambientale, paesaggistica e culturale dell’Isola, attraverso una crescita migliore, basata su nuovi elementi e concetti. Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle partono da storie differenti e si preparano a scrivere altre pagine di una narrazione che non può che essere ancora differente, ma assolutamente complementare. Il modello Sicilia occidentale è sintetizzato da tanti progetti – grandi e piccoli – da portare avanti, insieme, disegnando una mappa industriale dei quattro scali per una proposta unica. Dare attenzione e pari dignità a tutti gli scali è il mio impegno, sempre seguendo le esigenze del mercato. In Italia le navi da crociera hanno la possibilità di scalare una ampia varietà di porti, alcuni di essi hanno limiti operativi che riducono il numero degli attracchi possibili ma tale “diversità” -


di presupposti, organizzazione, problematiche e risultati - non significa che si tratti di una sorta di serie B degli scali, piuttosto di opportunità per un nuovo slancio e ulteriore efficienza. Palermo da anni s’interroga sul suo sviluppo urbanistico, impegnandosi a coniugare un fantastico tessuto preesistente di importanza monumentale con le esigenze determinate dallo sviluppo metropolitano. Il waterfront è oggi il punto più avanzato di queste riflessioni, perché è proprio attraverso interventi sulla fascia costiera che la città propone il suo volto nuovo e antico al tempo stesso. Il centro storico di Palermo, tra i più belli e vasti d’Europa, è stato lontano dal mare, pur essendo a esso vicinissimo, in una negazione fatta di schemi di ogni tipo: muri, macerie, edifici. Eppure, Palermo deve al mare e al porto il suo immenso patrimonio culturale e storico, dal mare sono arrivate le invasioni ma anche i grandi apporti culturali: le dominazioni che si sono succedute nei secoli hanno fatto di Palermo lo scrigno che è oggi, plasmandone la fisionomia architettonica e urbana. Ora occorre dare al porto un’anima nuova, legata al cuore antico della città, alla sua storia, alla sua cultura. Il piano di riqualificazione avviato in passato, ha riconnesso l’area portuale al resto della città, ha prodotto una rigenerazione della qualità e delle economie del waterfront urbano, permettendo di raggiungere significativi risultati economico-produttivi. Uno dei miei obiettivi è quello di far diventare Palermo un homeport per le maggiori compagnie crocieristiche, in modo da beneficiare di maggiori ricadute economiche. Non mancheremo di sostenere lo sviluppo di Fincantieri per farne il centro di riferimento del sud Italia, realizzando il bacino di carenaggio da 150 mila tpl.

A Termini Imerese, fondamentale nodo viario, interverremo migliorando l’operatività dello scalo con nuovi dragaggi e il completamento del molo sopraflutto e sottoflutto: passaggi essenziali per accogliere il traffico ro-ro. Di Trapani e Porto Empedocle – che già incuriosiscono molte compagnie, alcune di nicchia, attratte da territori zeppi di archeologia, arte, paesaggi, enogastronomia di qualità - faremo conoscere potenzialità inespresse. Insomma, si lavora a un progetto credibile in grado di far arrivare le risorse necessarie. Il mare e il porto, a Palermo come a Trapani, a Termini Imerese come a Porto Empedocle, devono trovare nuovi sviluppi, suscitare consensi senza essere più nicchia di disordinate economie. Se poi ragioniamo sugli investimenti prioritari da realizzare, tra le prime necessità individuerei i dragaggi che riguardano sia il porto di Palermo che quelli di Termini Imerese e Trapani. Per far fronte al gigantismo navale dovremo creare infrastrutture adeguate che, nel caso di Palermo, significa risolvere i problemi che bloccano la stazione marittima e il molo Vittorio Veneto. Ecco credo che “raccordo” sia il sostantivo da declinare sempre, con le politiche nazionali del governo, certo, come impone la nuova legge, ma anche con le istituzioni locali. Componente decisiva per realizzare i progetti - concreti, e non libro dei sogni - è, infatti, il rapporto con la Regione siciliana, con i comuni coinvolti e con la Città metropolitana, con l’Autorità Marittima, istituzioni con le quali abbiamo un dialogo costante per sintonizzare i programmi di sviluppo del porto con i programmi di sviluppo dei territori. Il tema è quello di capire – e lo fa anche l’Italian Cruise day - cosa accadrà nei prossimi anni. Il fatto che alcune

SLC

rotte importanti del Mediterraneo siano sospese per questioni di sicurezza deve spingere i porti, in raccordo – eccolo ancora qui – con le compagnie, a ripensare strategicamente il prodotto della crociera nel Mediterraneo. Che la mobilità costituisca oggi il più grande settore dell’economia con il più elevato potenziale di crescita, lo sanno tutti. E che l’impegno alla mobilità sostenibile, cioè alla salvaguardia ambientale, con l’uso dei carburanti alternativi, sia sentito quanto la necessità di velocizzare i tempi per la realizzazione delle indispensabili infrastrutture, è altrettanto vero. Perché è da qui, dai waterfront, che muovono i cambiamenti urbanistici delle città che hanno la fortuna di nascere sul bordo dell’acqua, e la modernizzazione del loro assetto urbano. Devono essere le città a stabilire cosa vogliono essere, a trovare – o ritrovare – una loro identità. Contemporanea. Perché nelle moderne città dei flussi, il porto è l’elemento che fa di una città sul mare una città di mare. Pasqualino Monti Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale

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RINA Consulting primeggia nel settore delle rinnovabili N

el primo semestre del 2017, RINA Consulting è balzata, per la prima volta, in testa alla classifica globale dei technical advisor per numero di transazioni completate nel settore delle infrastrutture, che include rinnovabili, power, oil & gas e trasporti. La società di consulenza ingegneristica ha ottenuto il vertice della classifica con undici transazioni. IJGlobal - Infrastructure Journal and Project Finance Magazine, è una delle principali e più accreditate pubblicazioni e fonti di notizie, dati, analisi ed eventi nel mercato delle infrastrutture e della finanza di progetto. Ogni sei mesi la rivista pubblica le classifiche dei vari soggetti coinvolti nel settore tra cui i mandated lead arranger, i consulenti tecnici, legali e finanziari. Tali graduatorie sono solitamente presentate in base al numero di transazioni completate e al valore delle operazioni, divise geograficamente e in settori. Roberto Carpaneto, CEO di RINA Consulting, ha dichiarato “Abbiamo raggiunto questo risultato grazie al forte investimento di competenze nel settore delle rinnovabili e a OST Energy, società di consulenza molto nota nel settore, acquisita da RINA nel 2016 e già presente in classifica negli anni precedenti.” Nella classifica di IJGlobal sono pre-

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senti tutte le principali e più conosciute società globali di consulenza ingegneristica, le cui dimensioni sono spesso molto superiori a RINA. La presenza di RINA Consulting al vertice della classifica è, quindi, non solo una conferma della crescente importanza del settore delle rinnovabili per RINA, ma anche la dimostrazione che l’investimento del gruppo sulle competenze di questo settore è apprezzato dal mercato. Le undici transazioni completate nel primo semestre 2017 e considerate nella classifica IJGlobal sono relative a impianti in varie aree geografiche, sia nel maturo mercato europeo sia in aree in cui la generazione di energia da fonti rinnovabili è in rapida crescita come Australia, Stati Uniti e Africa SubSahariana. La transazione dal valore più elevato è stata il finanziamento, pari a 355 milioni di dollari, del più grande portafoglio di progetti fotovoltaici in corso di realizzazione in Australia: i parchi solari di Whitsunday e Hamilton nel Queensland e quello di Gannawarra nello stato di Victoria. Insieme saranno in grado di fornire complessivamente 198 MW di potenza rinnovabile. Nell’ambito di questo progetto, RINA Consulting ha svolto, durante la fase precedente alla chiusura della transazione, il ruolo di consulente tecnico indipendente per l’investitore tede-

sco Wirsol e per lo sviluppatore Edify Energy. La società di consulenza ingegneristica del Gruppo RINA sta oggi lavorando alla fase di costruzione del progetto e continuerà anche nei primi due anni di operazioni, fino al 2020, monitorando in maniera indipendente che la costruzione e il funzionamento dei parchi solari siano allineati con i parametri tecnici dichiarati al momento del completamento della transazione. Come parte del Gruppo, RINA Consulting S.p.A. fornisce servizi integrati di consulenza ingegneristica al mercato pubblico e privato. Il RINA è un Gruppo multinazionale che fornisce servizi di verifica, certificazione, valutazione di conformità, classificazione navale, valorizzazione ambientale, test di prodotto, supervisione in loco e dei fornitori, formazione e consulenza ingegneristica attraverso una vasta gamma di industrie e servizi. Con un fatturato 2016 di 448 milioni di euro, oltre 3.700 risorse, 170 uffici in 65 Paesi nel mondo, il Gruppo è oggi in grado di rispondere alle esigenze dei propri clienti ed è allo stesso tempo riconosciuto quale interlocutore autorevole presso le principali Organizzazioni internazionali, contribuendo da sempre allo sviluppo di nuovi standard normativi. Sandro Minardo


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crociere / porto&diporto

NCL rivela le attrazioni della nuova Norwegian Bliss

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orwegian Cruise Line ha annunciato nuovi traguardi nel programma di intrattenimento della Norwegian Bliss, la sedicesima nave della linea che navigherà alla volta dell’Alaska e dei Caraibi, offrendo anche alcuni itinerari selezionati nella riviera messicana, a partire da giugno 2018. La Norwegian Bliss sarà la prima a offrire esperienze eccezionali mai viste prima dai viaggiatori, come la più grande pista da corsa competitiva in mare e un percorso di laser tag all’aperto. Le nuove ed eccitanti attrazioni della nave andranno ad aggiungersi alla libertà e flessibilità che già contraddistinguono il brand Norwegian. Non mancheranno una miriade di opzioni di ristorazione e una vibrante atmosfera a bordo, alimentata da una grande varietà di bar e lounge, programmi pluripremiati per i giovani ospiti e molte altre opzioni. Molti dei servizi della nave erano già stati annunciati da Andy Stuart, President e Chief Executive Officer di Norwegian Cruise Line, in occasione di un esclusivo evento tenutosi alla Virtuoso Travel Week presso l’hotel Bellagio di Las

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Vegas, durante il quale operatori di settore e rappresentanti della stampa hanno sperimentato in anteprima la Norwegian Bliss attraverso esperienze interattive, in realtà virtuale 3D, della pista da corsa della nave, della lounge panoramica, del The Waterfront, del ponte della piscina e di uno scivolo d’acqua. “Ad oggi, la Norwegian Bliss è senza ombra di dubbio la più incredibile delle nostre navi - ha dichiarato Stuart - Abbiamo elevato l’esperienza a bordo della nave a un nuovo livello, combinando le migliori attrazioni della nostra flotta con nuove attività da vivere in mare per la prima volta, come la più grande pista da corsa e nuovi concetti di ristorazione, per creare un’esperienza di crociera senza eguali”. Con un peso di circa 167.800 tonnellate lorde e una capienza di 4.000 persone, la Norwegian Bliss è attualmente in fase di realizzazione nello stabilimento Meyer Werft di Papenburg, in Germania, e la sua consegna è prevista per la primavera 2018. Sulla scia della popolarità della nave sorella cinese della Norwegian Bliss, la Norwegian

Joy, gli ospiti potranno premere l’acceleratore su una pista da corsa per auto elettriche su due livelli. La pista, lunga circa 305 metri, sarà la più grande mai realizzata su una nave da crociera e manderà su di giri i cuori di tutti coloro che sfrecceranno tra le sue numerose curve e chicane con quattro impostazioni di velocità: principiante, intermedio, avanzato e lo speciale turbo boost, disponibile ad ogni giro, che consentirà di raggiungere circa 50 km/h. Le auto elettriche sfrecceranno silenziose per non disturbare coloro che vogliono godersi l’atmosfera tranquilla della crociera. Gli ospiti potranno anche testare la loro agilità con il laser tag all’aperto. Il percorso, allestito per replicare una stazione spaziale abbandonata, prenderà vita sia di giorno sia di notte: gli ospiti entreranno in modalità “invisibile” e gareggeranno contro familiari e amici con pistole laser all’avanguardia. L’Aqua Park comprenderà due scivoli d’acqua multilivello. Gli Ocean Loops saranno composti da due scivoli a caduta libera ad alta velocità, di cui uno che sporgerà da un lato della nave e l’altro, trasparente, che arriverà fino


al ponte sottostante. Il doppio scivolo Aqua Racer permetterà agli ospiti di scendere fianco a fianco lungo tubi interni per oltre 110 metri, attraversando una sezione trasparente che offrirà viste mozzafiato sull’oceano. Design moderno e straordinari ingredienti incontrano i sapori del Sud degli Stati Uniti nella Q Texas Smokehouse, un nuovo ristorante con specialità à la carte e carne alla griglia in perfetto stile BBQ texano. A bordo della Norwegian Bliss, il gusto si spingerà oltre i confini meridionali con il Los Lobos, un avamposto della celebre catena di ristoranti messicani che ha già debuttato a bordo della Norwegian Dawn, nel 2016, offrendo un’esclusiva e moderna rivisitazione dei sapori tradizionali. Tra il Los Lobos e la Cagney’s Steakhouse, The A-list Bar, dal nome di Andy stuart, President e CEO di Norwegian che vanta un’esperienza trentennale nel settore delle crociere, servirà cocktail artigianali, vini ed eccellenti liquori. Dolci e golosità saranno serviti giorno e notte al Coco’s, un locale completamente nuovo e riconoscibile dall’enorme fontana di cioccolato fuso all’ingresso che propone dessert à la carte. Gli ospiti potranno fare il pieno di energia con caffè, tè e spuntini à la carte da Starbucks®, caffetteria che in comune con la nave ha Seattle, porto di origine degli itinerari in Alaska. Arricchiscono l’offerta gli esclusivi ristoranti à la carte che offrono cucina francese a Le Bistro, i sapori toscani al La Cucina, i freschissimi e ricercati frutti di mare all’Ocean Blue, la

cucina fusion con sushi, ravioli, palmari e molto altro al Food Republic, Cheeseburgers in Paradise® al Jimmy Buffet’s Margaritaville® at Sea, cupcake e macaron fatti a mano al The Bake Shop, e le specialità giapponesi scenograficamente cotte sulla piastra hibachi al Teppanyaki. Per quanto riguarda i ristoranti inclusi nel prezzo di crociera, la Norwegian Bliss offrirà una cucina di elevata qualità realizzata con ingredienti freschi e curata dal celebre staff di cucina della compagnia. In una nuova ottica di ristorazione gratuita, The Local regalerà agli ospiti i grandi classici della cucina americana, serviti 24 ore su 24 in una rilassante atmosfera da pub. Ad accompagnare l’offerta culinaria, gli ospiti troveranno originali opzioni di bevande firmate Norwegian. Alla The District Brew House sarà possibile ordinare 24 tipi di birra alla spina ed oltre 50 birre in bottiglia, accompagnati dagli stuzzichini del limitrofo ristorante Food Republic. Il The Cellars, A Michael Mondavi Family Wine Bar proporrà una lista di vini con 35 varietà d’uva. Il vino sarà protagonista al The Cellars grazie a interattivi seminari educativi e degustazioni giornaliere. Durante la stagione inaugurale estiva, ogni sabato la Norwegian Bliss salperà dal molo d’imbarco Pier 66 di Seattle per crociere in Alaska di sette giorni; sarà la nave più grande e innovativa ad attraccare stagionalmente sulla West Coast. A differenza di altre navi che navigano su questa costa, la Norwegian Bliss offrirà spazi comuni che permettono di usufruire della mas-

sima libertà e flessibilità in mare, elementi che da sempre caratterizzano le crociere Norwegian Cruise Line. Il 678 Ocean Place, un fulcro centrale con tre ponti, ricco di ristoranti, negozi, offrirà intrattenimento e servizi per gli ospiti, mentre The Waterfront, la celebre passerella all’aria aperta lanciata per la prima volta sulla Norwegian Breakaway nel 2013, valorizzerà il contatto tra ospiti e oceano offrendo l’opportunità di cenare all’aria aperta o bere un drink nei bar e spazi lounge osservando al contempo i panorami dell’Alaska e la fauna marina delle turchesi acque caraibiche. La Norwegian Bliss sarà la prima nave ad offrire questa incredibile opportunità sulla West Coast. Ancora una volta, Norwegian Cruise Line ha scelto di impreziosire gli scafi della nave con un’originale opera d’arte. Il compito di decorare lo scavo della Norwegian Bliss spetta a Wyland, uno dei più importanti artisti a livello internazionale nella rappresentazione della fauna marina. La Norwegian Bliss inizierà a navigare a giugno 2018, offrendo itinerari in Alaska che includeranno scali a Ketchikan, Juneau, Skagway e Victoria (Columbia Britannica), oltre alla navigazione tra pittoreschi ghiacciai. Da novembre 2018, la Norwegian Bliss salperà ogni sabato dal porto di Miami per una calda stagione invernale. La nave offrirà crociere nei Caraibi orientali di sette giorni con scali a St. Thomas (Isole Vergini Americane), Tortola (Isole Vergini Britanniche) e Nassau (Bahamas). Stefano Meroggi

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propeller / porto&diporto

I Propeller Clubs guardano al futuro L

a XV Convention nazionale dell’International Propeller Club prevista per il 29 settembre tirerà le fila di un intenso biennio di attività associativa. L’appuntamento di Taranto restituirà la fotografia di un’organizzazione in buona salute, impegnata nella promozione del cluster marittimo italiano a tutti i livelli e alle prese con il cambio di contesto rappresentato dall’introduzione della nuova legge sui porti. Non a caso il primo anno di applicazione della riforma sarà il tema centrale di un dibattito pubblico che il Presidente nazionale, Umberto Masucci, annuncia “franco, schietto: senza buonismi di sorta, come da nostra tradizione”. Cominciamo, allora, dalla riforma. Cosa ne pensa il Propeller? Credo che dalla discussione emergerà un giudizio con molte luci e qualche ombra. Di certo da parte nostra abbiamo apprezzato la maggior parte delle previsioni, a partire dall’integrazione con il piano nazionale strategico sulla portualità, la nuova governance, la scelta della semplificazione. Riguardo all’implementazione della riforma apriremo un dialogo sulle cose da accelerare, nella consapevolezza che cambiare in Italia è difficile. Un’indicazione sulle ombre da fugare? Va rivisto, ad esempio, l’assetto dei sistemi portuali che insistono su regioni differenti. La competenza concorrente, le difficoltà a trovare i giusti equilibri politici e territoriali, una certa mancanza di collaborazione stanno frenando una

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realtà fondamentale per la portualità nazionale come Gioia Tauro. Il risultato è il commissariamento, a poco più di un anno dall’entrata in vigore della riforma, di uno scalo strategico sia per il suo ruolo nel transhipment sia per lo sviluppo, peraltro già programmato da alcuni anni, della ZES. Come giudica le recenti scelte del governo in materia? È stato giusto individuare il Meridione come luogo di sviluppo delle ZES: non avrebbe avuto senso pensare a una ventina di zone distribuite per la penisola, come pure è stato paventato. Sarebbe stata una scelta in controtendenza rispetto a quella necessità di specializzazione verso cui deve guardare anche il futuro della nostra portualità. Volendo semplificare: non un Paese dirigista ma un Paese che compie delle scelte. Da questo punto di vista trovo estremamente positivo anche la decisione di affidare ai presidenti delle AdSP competenti il ruolo di coordinamento del comitato per lo sviluppo delle ZES. Un modello che il Propeller ha avuto modo di osservare anche nel corso delle sue missioni internazionali? Tanger Med, dove il ruolo del porto è stato funzionale alla crescita della zona franca, è senza dubbio un esempio da approfondire. A questo riguardo posso annunciare che la prossima missione internazionale del Propeller, prevista per la fine di novembre, avrà come meta Hong Kong e la special economic zone di Shenzhen. Su un’idea condivisa con Riccardo Fuochi abbiamo convenuto di realizzare una sorta di road show della nuova portualità italiana: la nostra delegazione parteciperà all’Asian Logistic

Umberto Masucci Forum e alla Hong Kong Maritime Week cercando di dare un piccolo contributo anche al rilancio dell’immagine del cluster. Allo stesso modo incontreremo i vertici della ZES di Shenzhen per confrontarci con un “case study” di sicuro successo. Quando visitai la città nel 1992 era solo una città di pescatori da 50-60mila abitanti: oggi conta una popolazione di 16 milioni di persone, è il terzo porto mondiale, produce un quarto del Pil italiano. Il futuro dell’International Propeller Club? Arriviamo alla Convention in uno stato di buona salute con altri tre club che si aggiungeranno a breve ai 22 esistenti. In questi anni siamo riusciti ad accreditarci come interlocutori indipendenti e competenti, promuovendo iniziative sempre più importanti. Un successo il cui segreto sta nella capacità di collaborare e unire le forze: lo testimoniano gli sforzi congiunti dei club pugliesi per l’organizzazione della Convention di quest’anno. Per il futuro la sfida sarà rappresentata da un adeguato ricambio generazionale. La costituzione di tante sezioni junior è un segnale importante. Va fatto qualcosa per coinvolgere di più i giovani sul livello nazionale. Giovanni Grande


propeller / porto&diporto

Le iniziative del Propeller negli ultimi tre anni A

Napoli l’attività del Propeller è stata sempre molto importante per iniziative e per partecipazione alla vita del porto e della città. L’attuale consiglio direttivo è ampiamente rappresentativo delle categorie del cluster marittimo napoletano. Ne fanno parte armatori, agenti marittimi, imprenditori ed operatori portuali, spedizionieri, professionisti del settore, presidenti di categorie del cluster partenopeo, senior e giovani. Questo consente al Club di avere competenze ed interessi variegati nelle diverse realtà marittimo-portuali e di rappresentare quindi al meglio il comune sentire del settore dell’economia del mare. Il Propeller, che svolge molteplici attività, interne con riunioni e discussioni su tematiche specifiche del settore ma anche esterne, si è conquistato un ruolo di interlocutore affidabile ed indipendente nei confronti delle principali autorità del settore (Autorità Portuale, Capitaneria di Porto, Dogana, etc)e degli enti locali (in primis Comune e Regione) che gli riconoscono un ruolo importante nell’economia del mare cittadina. Provo a riepilogare le principali iniziative dell’ultimo triennio, dopo la prima Naples Shipping Week che nel giugno 2014 aveva concluso molto bene il mandato precedente. Nel 2015, prendendo spunto dalla Convention nazionale tenuta a Napoli nel 2013 e dagli importanti contatti stabiliti con il Marocco (anche attraverso l’ambasciatore a Roma e grande amico del Propeller, Hassan Abouyoub) il nostro club è tra i protagonisti della prima missione internazionale del Propeller italiano in Marocco, dove si organizzano importanti incontri con le controparti locali, si vistano i porti di Casablanca e soprattutto di TangerMed e si consolidano i rapporti con il cluster locale. Nello stesso anno siamo presenti con una nostra delegazione alla Settimana dello Shipping di Genova, e molti di noi partecipano come relatori alle confe-

renze. Organizziamo anche una bella serata napoletana da Eataly portando sempre con noi le eccellenze della cucina campana, Enzo Coccia con le sue pizze e le mozzarelle di Mimmo del Casolare. Nel 2016, come riconoscimento dell’importanza raggiunta dalla Naples Shipping Week, il Comando Generale delle Capitanerie di Porto decide di organizzare a Napoli nella stessa settimana il Forum delle funzioni delle Guardie Costiere del Mediterraneo, una due giorni in cui vengono discusse tematiche di grande rilevanza in considerazione anche dell’attuale e drammatica situazione dei migranti nel Mediterraneo. Vi partecipano più di venti Guardie Costiere dei vari Paesi rivieraschi più le agenzie delle Nazioni Unite ed europee del settore con un centinaio di delegati di altissimo livello. Grazie al Comando Logistico della nostra Marina Militare diretta dall’amico Ammiraglio Marzano è presente anche la nave scuola “Amerigo Vespucci” che nella settimana ospita eventi e visite di oltre 20 mila napoletani e turisti.

Ma la prima visita al Vespucci tocca al Cluster marittimo ed una ottantina di Propellerini il lunedì pomeriggio danno inizio alla Naples Shipping Week in rada con un Vin d’Honneur in una atmosfera suggestiva,al tramonto, tra il Vespucci, il Castel dell’Ovo e la collina di Napoli. La Shipping Week conta oltre tremila partecipanti, una cinquantina di manifestazioni ed eventi che vedono il coinvolgimento non solo di tutto il cluster partenopeo ma di altri settori pubblici e privati di Napoli . Tre giorni intensi di conferenze internazionali in cui vengono dibattute tematiche di grande rilevanza: in particolare è al centro della discussione la riforma dei porti in corso di approvazione in Parlamento e che tante ricadute positive dovrà avere per la portualità italiana ed in particolare per quella partenopea ferma da dieci anni. L’evento si conclude con una grande partecipazione di pubblico e di autorità con un concerto della banda della Marina Militare. Gli ospiti poi, quasi un migliaio, sono accolti per una cena nei

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giardini del Palazzo Reale, preceduta da visite guidate agli splendidi e restaurati appartamenti reali: anche qui si afferma una collaborazione vincente tra il Propeller e la Direzione del palazzo Reale. A testimonianza dell’importanza della settimana napoletana intervengono ai lavori quattro sottosegretari di stato e, nella giornata conclusiva, il Ministro delle Infrastrutture e Traporti Graziano Del Rio che sottolinea l’importanza del cluster marittimo: è anche una occasione per noi per sensibilizzarlo sull’urgenza indifferibile di approvare la nuova legge di riforma portuale e di dare una governance stabile ed autorevole al porto di Napoli. Il Propeller anche nella seconda edizione ha guidato un gruppo di oltre 50 persone private (tutto il Cluster marittimo partenopeo) e pubbliche (Autorità Portuale, Capitaneria, Marina Militare, Comune, Regione, etc) che ha coinvolto anche il mondo delle università, delle scienze e della cultura (Federico II, Parthenope, Ateneo di Salerno, Stazione Zoologica, Consiglio Nazionale delle Ricerche, etc.). Questa squadra, sotto la guida autorevole di Peppino D’Amato, decano degli armatori, ha lavorato con entusiasmo per oltre un anno riunendosi periodicamente, dividendosi i compiti con il comune intento ed orgoglio di fare qualcosa di importante per Napoli ed il suo mare. Il Propeller ha in questi anni proseguito una sua vecchia “battaglia”, quella per la ”liberazione” del molo San Vincenzo per consentirne l’accesso alla città, che si è trasformata in una “alleanza” tra Propeller e Marina Militare. A dicembre 2016 il Propeller ha organizzato, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, la terza “maratonina” di Santa Barbara cioè una corsa non competitiva lungo gli spettaco-

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Da sinistra Marco Paifelman, Umberto Masucci e Gian Enzo Duci lari percorsi del molo San Vincenzo, il cui accesso in quella occasione è stato concesso dalla Marina Militare. Alla manifestazione sportiva, ripetuta più volte negli ultimi anni, si sono uniti al Propeller enti, associazioni, università, dalla Lega Navale alla Federico II, dall’ANIAI al CNR ai Friends of Molo San Vincenzo. Il primo gennaio 2017 poi si brinda all’anno nuovo sul Molo San Vincenzo, sempre su iniziativa del Propeller e di altre associazioni. Il Comune mette a disposizione tre mezzi pubblici che portano centinaia di napoletani e turisti entusiasti in uno dei luoghi più belli della nostra Città: ad accoglierli il sindaco ed il neo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito, a suggellare simbolicamente la tanto attesa svolta nella gestione del porto. Altra grande iniziativa di cui il Propeller è stato protagonista è il già progettato Museo del Mare e delle Migrazioni. Ne abbiamo iniziato a di-

scutere nel 2011, quando il Propeller invitò a Napoli per una conferenza la presidente del Museo del Mare di Genova, Maria Paola Profumo. Nel gennaio successivo il Propeller invitò a Napoli il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Ammiraglio Branciforte e si ipotizzò con il Sindaco De Magistris una collocazione del Museo nella base Acton della Marina al Molosiglio. I tempi del dibattito però si allungano e la successiva decisione della Marina Militare di ubicare il Comando Logistico nella nostra Città (2013) ha reso difficile questa soluzione. Il Propeller non si è arreso e le esperienze positive della squadra nella organizzazione della Settimana dello Shipping hanno dato luogo tre anni fa alla costituzione di una nuova Associazione, quella dei Promotori del Museo del Mare di Napoli con la partecipazione di una quarantina di soggetti (associazioni, enti, armatori, privati tra cui ovviamente il Propeller). Viene anzitutto individuato il “contenitore” del Museo nell’edificio exMagazzini Generali ormai da anni abbandonato. Progettato dall’architetto Marcello Canino e vincolato dalla Sovrintendenza, ubicato nel piazzale Angioino del porto, ad appena un centinaio di metri dalla nuova stazione Porto della metropolitana, si trova nel crocevia del traffico passeggeri (quasi sette milioni di passeggeri di cui oltre un milione di crocieristi). Il progetto preliminare dell’architetto Matacena e dell’Ingegnere Cavuoto ottengono l’apprezzamento delle istituzioni e viene condivisa da tutti l’ubicazione del Museo nell’edifico Canino. Questa collocazione fa nascere l’idea, subito condivisa dal soprintendente Luciano Garella, di una sistemazione delle navi romane, rinvenute durante i lavori della


metropolitana, all’interno del museo. Anche in questo caso il cluster marittimo consegna alla nuova Autorità del Porto il lavoro svolto negli anni candidandosi ad accompagnare in futuro la creazione e soprattutto la vita del museo, secondo lo schema di governance adottato con successo a Genova, dove ancora oggi i promotori dell’iniziativa svolgono un ruolo fondamentale di supporto. Tante altre le iniziative del Propeller in questi tre anni, nel settore dello shipping a favore delle professioni legate al mare, alla logistica e ad altre tematiche portuali in un’opera quasi di supplenza rispetto ad una Autorità Portuale prima debole e poi commissariata per lungo tempo. Altre missioni internazionali del Propeller nazionale hanno luogo in Spagna nel 2016 ed in Grecia nel 2017 e sono caratterizzate da una forte presenza del Cluster napoletano. Partner organizzativo del Propeller nazionale si afferma una eccellenza internazionale napoletana, il prestigioso Centro Studi del gruppo Intesa/Banco Napoli (SRM) che assicura la parte scientifica delle missioni. E così la collaborazione del Propeller si estende ad altri enti di ricerca, come l’IPE, che da molti anni organizza tra gli altri un master in Shipping e Logistica, cui collaborano Consiglieri e Soci del Propeller, al CNR, alle Università. Prendendo poi spunto da una esperienza già avviata dal Propeller di Ravenna abbiamo proposto anni fa ad altri partners napoletani il progetto “La Scuola va a bordo”: a Napoli con l’appassionato coordinamento della ex Preside dell’Istituto Nautico di Bagnoli, Angela Procaccini che ora collabora con il Comune di Napoli siamo ormai alla quinta edizione. Ogni anno insieme ad altre Istituzioni (Comune di Napoli, Provveditorato agli Studi, Capitaneria, Autorità Portuale, Guardia di Finanza, Stazione Zoologica, etc.), organizziamo un corso di “lezioni” agli studenti di una quindicina di scuole medie napoletane, corso che si conclude con visite degli studenti al porto, alla Stazione Zoologica e ad altre istallazioni legate al porto ed al mare: cerchiamo di trasmettere ai giovani studenti, nel momento del loro sviluppo, la passione per il mare

e per la sua economia. Il corso si conclude simbolicamente il 20 maggio di ogni anno con una assemblea comune in occasione della Giornata Marittima Europea e con una festa in Stazione Marittima cui partecipano un migliaio di studenti e professori. Il 2 luglio del 2017 la nuova Autorità del Porto ha organizzato a Napoli il primo Port Day, una giornata di apertura e di conoscenza del porto per i napoletani, ed anche qui il Propeller ha offerto il suo contributo e sostegno. In questi ultimi anni abbiamo intensificato anche le riunioni Conviviali con Tavole Rotonde e Convegni su varie tematiche anche bilaterali, come quella con il Propeller di Trieste sull’waterfront e quella recente con il Propeller di Salerno: con questo Club stiamo ora organizzando un bilaterale sulle ZES, tema di attualità e di grande interesse per i porti di Napoli e Salerno. Stiamo ora organizzando come Propeller nazionale dal 20 al 25 novem-

bre 2017 una nuova missione internazionale ad Hong Kong e Shenzhen ed anche in questa occasione i napoletani saranno presenti numerosi con la partecipazione anche del Presidente Spirito e di SRM: una occasione anche per visitare la Special economic Area di Shenzhen in previsione della ZES napoletana. Nel 2018 ci aspetta un’altra grande sfida, la terza edizione della Naples Shipping Week (dal 24 al 28 settembre) e contiamo già allora di poter fare un primo check positivo delle attività avviate della nuova Autorità di Sistema. Sono certo che la nuova squadra che sarà nominata dall’Assemblea di settembre continuerà a mettere il proprio impegno ed entusiasmo e nuove idee a sostegno delle attività del comparto marittimo, del porto e della Città di Napoli. Umberto Masucci Presidente Propeller Club Napoli

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sicurezza / porto&diporto

Marina Militare, protezione dei motopesca nazionali D

opo l’evento dello scorso agosto, ancora il pronto intervento di una Unità della Marina Militare, il Cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne, in coordinamento con la Marina Tunisina ha portato a rapida soluzione senza conseguenze una situazione di potenziale rischio per un motopesca di Mazara del Vallo intento in attività di pesca. Il motopesca ALISEO, nella serata di sabato 19 agosto, aveva infatti segnalato alla unità della Marina Militare, impegnata nella Campagna d’Istruzione della 2^ classe dell’Accademia Navale di Livorno e in collaborazione con il dispositivo “Mare Sicuro”, l’avvicinamento di una motovedetta non identificata alla propria posizione. Nave Luigi Durand de la Penne attivava l’intervento di un suo elicottero ed iniziava l’avvicinamento alla posizione del motopesca alla massima velocità. Contemporaneamente venivano avviate le comunicazioni con le autorità diplomatiche italiane a Tunisi e la Centrale Operativa della Marina

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Militare tunisina. Queste azioni hanno permesso di chiarire la situazione e come conseguenza la motovedetta si è allontanata dalla zona. L’evento conferma l’efficacia del dispositivo navale della Marina militare nel Mediterraneo centrale quale strumento per la tutela degli interessi e delle attività produttive nazionali in piena collaborazione con le autorità dei Paesi rivieraschi. Al termine dell’attività, Nave Luigi Durand de la Penne ha ripreso la Campagna d’istruzione degli allievi Ufficiali 2^ classe che terminerà a Livorno il prossimo 23 settembre, insieme a Nave Amerigo Vespucci, Nave Palinuro e alle unità a vela minori della Marina Militare tutte impegnate nell’addestramento del personale della Forza Armata Nave Durand de La Penne Varata il 20 ottobre 1989 e consegnata alla Marina Militare il 18 marzo 1993, il suo motto è: “Utique vince”

(“Dovunque vince”). Nata inizialmente con il nome Animoso, nel 1992 il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare decise di intitolare l’Unità all’Eroe della seconda guerra mondiale Luigi Durand de la Penne, scomparso il 17 gennaio dello stesso anno, diventando la prima Unità con questo nome. Luigi Durand de la Penne è stato decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare per l’eroica azione compiuta nel 18-19 dicembre 1941. La missione consisteva nel forzare la base inglese di Alessandria d’Egitto con dei mezzi d’assalto (maiali) e nell’affondare il maggior numero possibile di unità presenti in rada. I mezzi d’assalto furono rilasciati a brevissima distanza dalle ostruzioni dal sommergibile Scirè, al comando del Tenente di Vascello Junio Valerio Borghese. Dal 12 luglio 1996 al 4 aprile 1997 l’Unità ha partecipato alla campagna denominata “Periplo del mondo – Distant Oceans” visitando 34 porti esteri e percorrendo in totale 51.027 miglia.


Accademia Navale di Livorno L’Accademia Navale sorse a Livorno il 6 novembre 1881 dalla fusione delle Scuole della Marina di Genova e di Napoli, ereditate con l’Unità d’Italia, per volontà dell’allora Ministro della Marina Ammiraglio Benedetto Brin. Questi raccogliendo l’auspicio del Conte Camillo Benso di Cavour propugnò la creazione di un’unica scuola per l’istruzione e l’educazione dei giovani Ufficiali, a Livorno - sede ideale per la sua posizione geografica - presso gli ex lazzaretti di San Jacopo e San Leopoldo. Il primo Comandante dell’Accademia Navale fu il Contrammiraglio Andrea del Santo. Durante l’ultima Guerra, nel luglio del 1943, l’Accademia Navale dovette abbandonare, a causa dei bombardamenti, la sede di Livorno decentrandosi a Venezia. Due mesi dopo, nei giorni immediatamente seguenti all’armistizio, si trasferì a Brindisi nella sede del Collegio Navale fino al 5 luglio 1946 data in cui l’Accademia Navale rientrava a Livorno. La prima Bandiera con emblema repubblicano, fu consegnata formalmente il 4 dicembre 1948 dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. L’Accademia Navale, ricevette la bandiera d’Istituto nel 1906 nelle

mani del Comandante dell’Istituto, incarico ricoperto dall’allora Capitano di Vascello Thaon di Revel, colui che sarebbe stato l’artefice della vittoria sul mare durante il successivo primo conflitto mondiale. Operazione Mare Sicuro Varata dal Governo a seguito dell’aggravarsi della crisi libica. Dal 12 marzo 2015 è stato quindi schierato, in un’area di circa 80.000 km2 collocata nel Mediterraneo centrale, un dispositivo aeronavale con il compito di rafforzare quanto già in atto da parte delle navi della Marina Militare che operano nell’area al fine di assicurare la tutela degli interessi nazionali mediante la protezione delle linee di comunicazione, delle navi commerciali, della flotta peschereccia italiana e delle fonti energetiche strategiche d’interesse nazionale e la sorveglianza delle formazioni jihadiste in applicazione della legislazione nazionale ed accordi internazionali vigenti. Tale attività riveste una importanza fondamentale in un contesto come quello italiano fortemente dipendente dai traffici marittimi e dalla sicurezza sul mare. Il dispositivo Mare Sicuro consente, al contempo, l’intervento in sicurezza dei mezzi impegnati in even-

ti di ricerca e soccorso mentre, su richiesta del centro di coordinamento del Comando Generale della Capitanerei di Porto – Guardia Costiera (IMRCC), le Unità della Marina Militare possono essere chiamate anche a svolgere attività di soccorso, in ottemperanza agli obblighi previsti dalla normativa internazionale. Vigilanza Pesca (Vi.Pe.) Dal 1959 la Marina Militare assicura la presenza navale continua (365 giorni l’anno) nelle acque internazionali dello Stretto di Sicilia interessate maggiormente alle attività di pesca delle flotte pescherecce siciliane. La Vigilanza Pesca (Vi.Pe.) ha il compito di assicurare il libero esercizio dell’attività di pesca dai pescherecci nazionali, in acque internazionali, nel pieno rispetto delle leggi nazionali vigenti. Le aree di gravitazione dei pescherecci, in relazione alla loro pescosità, sono mediamente porzioni di alto mare prospicienti alle coste tunisine e libiche. Alla ViPe partecipa una nave, pattugliatore d’altura o corvetta, continuativamente in mare, che assicura la sorveglianza dell’intera area di operazioni posta nello Stretto di Sicilia, tra le Isole Pelagie e la Tunisia. REDMAR

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logistica / porto&diporto

Alis, mettere a sistema tutti i settori della logistica

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Da sinistra Emanuele Grimaldi, Pietro Spirito e Guido Grimaldi

meno di un anno dalla sua costituzione ALIS – Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile è alle prese con un processo di crescita che vede nella presenza capillare sul territorio uno dei suoi obiettivi prioritari. Va in questa direzione l’apertura a Napoli, nella centralissima Via De Pretis, della prima sede territoriale dell’organizzazione, passo inaugurale di un piano che prevede l’insediamento di centri operativi nelle principali città della penisola. “Un puzzle che completeremo tessera dopo tessera – spiega il Direttore Generale, Marcello di Caterina – per garantire la massima assistenza ai nostri associati”. Quale funzione ricoprirà la sede territoriale di Napoli? Assicurerà, innanzitutto, la rappresentanza presso le istituzioni locali. Inoltre, si occuperà dell’erogazione degli altri servizi offerti agli associati. Tra questi un ufficio per l’assistenza legale e quello commerciale della sezione Alis Service con le proposte inerenti pedaggi autostradali, carburante, ricambi. Da qui partirà anche il coordinamento su base regionale con cui vogliamo articolare ulteriormente la nostra presenza sul territorio. Dopo Napoli?

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A stretto giro l’inaugurazione della sede di Catania. L’obiettivo, in generale, sono le principali città italiane che rientrano direttamente o indirettamente nel circuito della logistica integrata. L’apertura dei centri operativi va nella direzione del progetto ambizioso che ci siamo posti: mettere a sistema più mondi – dall’autotrasporto all’intermodalità nel senso più ampio – sotto lo stesso tetto. Farsi strumento di un dialogo che vada al di là della mera rappresentatività associativa per far crescere sinergie e opportunità di business. Non si tratta più di un spostare semplicemente un camion da un punto all’altro ma di sfruttare appieno le occasioni derivanti dall’utilizzo di depositi, navi e treni. Come sta rispondendo il settore dei trasporti? I numeri sono confortanti. Ad oggi contiamo 1.223 associati. Per allargare ulteriormente la platea abbiamo costituito Confalis, confederazione nata dalla partnership con Federazione delle imprese: un bacino d’utenza di oltre 300mila aziende e 200 sedi dislocate su tutto il territorio nazionale. Consensi sono arrivati anche dall’estero con adesioni da Spagna, Grecia e Malta. E non manca l’attenzione delle istituzioni. L’AdSP del Mar Tirreno Centrale ha fin da subito mostrato interesse per la

nostra iniziativa aderendo secondo le modalità previste dal suo statuto. E quello associativo? Alis non nasce per rompere le dinamiche di rappresentanza ma per fare da pungolo a un sistema che deve uscire da una lunga fase di intorpidimento. Ci poniamo come un’organizzazione orizzontale che non vuole rincorrere la politica ma interloquire con essa, mettendo in evidenza interessi progettuali e non di parte. Sotto questo punto di vista intendiamo rafforzare il dialogo con porti e interporti, condividendo fortemente l’indirizzo della riforma che non valorizza il singolo scalo ma il sistema logistico nel suo complesso. Ci impegneremo senza remore affinché l’intermodalità navale non guardi alla ferrovia come a un concorrente ma a una risorsa da sfruttare. Gli appuntamenti del prossimo futuro? Da fine settembre saremo impegnati in un’importante iniziativa di formazione a Barcellona dedicata ai giovani interessati al settore della logistica. A Roma, a metà novembre, in occasione della prima assemblea nazionale di Alis e Confalis, organizzeremo un evento dai contenuti comunicativi forti. Tenetevi pronti. Giovanni Grande


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logistica / porto&diporto

Connettività: dalla distanza alla prossimità funzionale G

rande tre volte il teatro dell’opera di Sidney, cinque volte più pesante della maggiore portaerei americana la nave-piattaforma Prelude della Shell può estrarre, liquefare, stoccare, trasportare e scaricare gas naturale. Impiegata nello sfruttamento del bacino di Browse, nell’Australia occidentale, è caratterizzata, come le sue gemelle in fase di realizzazione negli stabilimenti coreani di Geoje, da una tecnologia innovativa: getti idraulici orientati attraverso un sistema di posizionamento GPS assicurano la stabilità della struttura renden-

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do superfluo l’ormeggio. Questo tipo di unità, in pratica, non tocca mai il suolo di una nazione sovrana, sottraendo l’impresa ai pantani di eventuali contenziosi di natura politica ed evitando i costi legati a pipeline, raffinerie, assunzione di personale locale e tutto quanto è normalmente previsto nella stipula dei contratti. Un aggiramento dei vincoli geografici che ridefinisce su un altro livello il tradizionale rapporto con le prerogative statali e il significato stesso di frontiera politica. Fotografia di un mutamento strutturale in atto che Parag Khanna, stratega geopolitico di origine

indiana, scatta nell’ultimo volume della sua trilogia dedicata al cambiamento degli scenari e degli equilibri globali (Connectography, Fazi Editore). Viaggiatore instancabile, Khanna, definito “tra i personaggi più influenti del XXI secolo”, ci aggiorna su un mondo che si fa sempre più piccolo ribaltando la tradizionale massima secondo cui “la geografia è destino”. Attraverso una miriade di altri casi dimostra come i flussi di merci e di persone che quotidianamente attraversano il globo rendano ormai necessario un cambio di paradigma nella percezione dello


spazio, delle distanze, dei confini. A favore di una categoria, la “connettività”, definita, al pari di concetti come libertà o capitalismo, come “meta-schema” di interpretazione della contemporaneità, “un’idea che abbraccia la storia del mondo, che si forma, si diffonde e si trasforma in tempi lunghi, portando con sé cambiamenti epocali”. Cronista di una “riprogettazione del pianeta” in cui all’attrito della geopolitica vanno sostituendosi i flussi di una “geografia funzionale” fatta di linee di trasporto, reti energetiche, network finanziari, server internet, rivela il carattere obsoleto delle vecchie mappe politiche che testimoniano di separazioni sempre più porose quando non arbitrarie. “Dalla divisione si va alla connessione, e dalla nazione si va al nodo”. L’infrastruttura in questo contesto diventa “un sistema nervoso che connette tutte le parti dell’organismo planetario; il capitale e i codici sono gli impulsi che vi scorrono attraverso”. “L’espansione della connettività dà vita a un mondo oltre gli Stati, una società globale che è maggiore della somma delle sue parti”. Non mancano gli esempi di questo nuovo “spazio funzionale” dove le “megainfrastrutture superano gli ostacoli della geografia naturale e di quella politica” spazzando via la finzione delle “linee stesse che vediamo sulle mappe”. Il ponte autostradale e ferroviario di Oresund sta già unendo intimamente le economie di Copenaghen e Malmo, prefigurazione di quell’unione baltica ostacolata dopo la prima guerra mondiale dall’espansionismo sovietico; un altro ponte, a forma di Y, sul delta del Fiume delle Perle collegherà entro

Via della Seta: “la maggiore iniziativa di coordinamento tra infrastrutture nella storia del mondo”. È su questo terreno specifico che secondo Khanna si misura la capacità cinese di interpretare le virtù della connessione rispetto alle vecchie concezioni territorialiste. Le enormi risorse finanziarie riversate in progetti dalla combinazione “win-win” candidano l’ex Celeste impero ad un ruolo egemonico nella cornice di un sistema di rapporti internazionali dove l’importanza strategica di un attore statale sarà determinata dai collegamenti fisici, economici e digitali con i grandi flussi di risorse, capitali, dati, intelligenze. “Ogni strada, ponte, tunnel, ferrovia e tubatura riscrive il codice funzionale delle nazioni che attraversa (…) la strategia della Cina non consiste nell’occuparle ma nel rendere più semplici le comunicazioni dall’una all’altra”. Si tratti della costruzione di linee ferroviarie e di porti in Africa o della trasformazione della regione centro asiatica in una successione di nodi urbani da cui far passare i trasporti e i corridoi energetici, le scelte di Pechino sono improntate da tempo sul calcolo costi-benefici piuttosto che sulla rigidità dei principi ideologici: “il commercio è il mezzo con cui la Cina genera complementarità, gli investimenti quelli con cui esercita la sua influenza”. Motore di questo processo di “remapping inclusivo” in cui “diverse nazioni fanno uso di infrastrutture condivise, accordi doganali, network bancari e reti energetiche” è il sistema delle supply chain, definite, in senso ampio, come “l’ecosistema completo di produttori, distributori e venditori che trasformano materiale grezzo (dalle risorse natu-

mercati, reti di città, authorities e sistemi normativi. Per loro natura soggetti ibridi pubblico-privati, le supply chain saranno così al centro di un “tiro alla fune globale” in cui la modalità d’interazione “non è la conquista del territorio ma la ricerca dell’accesso alle sue risorse e ai suoi mercati”. Strumento principe e simbolo di questa nuova contesa sul controllo dei flussi, di cui non vengono sottaciuti i rischi (dallo sfruttamento eccessivo delle risorse al rischio corruzione al proliferare dei traffici illeciti), è l’istituzione delle Zone Economiche Speciali, “formidabili catalizzatori di connettività e crescita” non più solo nei paesi in via di sviluppo. In illuminanti pagine dedicate all’argomento Khanna rintraccia nelle modalità di insediamento di queste “città pop-up del supply chian world” conferme palesi del processo di “disaggregazione della territorialità”. “Quello che gli investitori cercano nelle ZES è lavoro a basso costo e protezione dagli impacci normativi, quello che vi cercano gli Stati sono investimenti esteri per la creazione di occupazione e la formazione di lavoratori”. Una sorta di contrattazione sulla sovranità in cui “il governo centrale, riconosciuta la propria incapacità di varare riforme, subappalta all’esterno le proprie responsabilità a un secondo soggetto”. Definizione che sembra inquadrare appieno anche la recente scelta del governo italiano di puntare sul loro insediamento nel Mezzogiorno per farne motore ausiliario della ripresa economica. Sotto questo aspetto per i decisori futuri potrebbe risultare utile la lettura del test di verifica proposto per capire se un Paese sa mettere a frutto

la fine di quest’anno le città di Hong Kong, Macao e Zhuhai, ognuna legata da accordi legali differenti con Pechino, dando vita al più grande arcipelago urbano del pianeta con una popolazione stimata di 50-60 milione di persone. Realizzazioni ambiziose cui potrebbe seguire un’ondata di progetti ancora più ambiziosi: un’autostrada interoceanica da San Paolo al porto peruviano di San Juan de Marcona, ponti tra la Penisola Araba e l’Africa, un tunnel dalla Siberia all’Alaska, un canale di collegamento tra il Caspio e il Mar Nero. Fino alla cintura economica promossa dalla nuova

rali alle idee) in beni e servizi erogati alla gente in qualsiasi parte del mondo”. Trasversali ai confini statuali, avviluppano il mondo come un gomitolo, adattando incessantemente il sistema di transazioni in cui sostanzialmente consistono alle condizioni più convenienti. “Mentre le istituzioni pubbliche si disarticolano e privatizzano i loro servizi, sono le supply chain a prenderne il posto come nuovi service provider”. Ne emerge un ordine mondiale non più basato sul classico confronto tra statinazione ma su un sistema multi-attoriale dove giocheranno un ruolo rilevante

le ZES. Il discrimine, in poche parole, sta nel constatare “se esse si siano trasformate in aree di sviluppo economico nazionale o siano restate exclave separate”. “E’ solo quando l’investimento estero viene impiegato come leva per migliorare le infrastrutture, l’educazione e il sistema sociale che il libero commercio diventa davvero una strada a doppio senso. In questo caso le ZES cessano di essere isole indipendenti e diventano motori del dinamismo delle economie locali”. Giovanni Grande

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trasporto / porto&diporto

FS pronta alla sfida del trasporto collettivo

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ossibili risparmi complessivi fino a 12 miliardi di euro all’anno, quasi un punto in percentuale del Prodotto interno lordo, con trasporti urbani più efficienti. Questi gli impatti potenziali di una organizzazione ottimale della mobilità nelle quattordici città metropolitane del Paese in termini di risparmio di tempo, decongestionamento, miglioramento dell’ambiente e della sicurezza. Solo dimezzando i tempi di spostamento, in linea con quelli dei principali Paesi europei, gli italiani potrebbero risparmiare tra i 5,5 e i 7 miliardi di euro all’anno, ovvero tra lo 0,34 e lo 0,44 per cento del Pil. I dati emergono dallo studio condotto da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Fs Italiane, presentato a Cernobbio dall’amministratore delegato, nonchè direttore generale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Renato Mazzoncini. Secondo l’indagine, chi utilizza il mezzo pubblico nelle quattordici aree metropolitane d’Italia (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova,

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Renato Mazzoncini Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) impiega in media il doppio del tempo che a Parigi, Madrid, Berlino o Londra. Ovvero, 61 minuti per coprire solo 5 chilometri e mezzo. Lo studio evidenzia però un margine di miglioramento che potrebbe portare a un’inversione di tendenza nell’arco di tre-cinque anni. Soprattutto se fondata su tre pilastri: la creazione di un solido sistema di infrastrutture di trasporto urbano su rete fissa e la forte integra-

zione modale correlata a un’efficace pianificazione urbanistica; lo sviluppo di un modello di gestione del servizio collettivo che sia sostenibile a livello ambientale ed efficiente in termini economici; l’aumento degli investimenti in innovazione tecnologica che, anche attraverso lo sviluppo di piattaforme di servizi integrati, rendano il sistema capace di offrire una migliore esperienza di viaggio. Significativo innanzitutto il deficit infrastrutturale degli impianti a rete fissa che vede l’Italia con 3,8 chilometri di rete metropolitana per milione di abitanti. Oggi lo split modale è fortemente sbilanciato verso la mobilità individuale, autovetture e motocicli (610 autovetture ogni 1.000 abitanti) con il 48,3 per cento a Milano, il 45 per cento a Torino, il 65,5 per cento a Roma e il 78 per cento a Palermo contro il 41,1 per cento di Madrid, il 39,2 per cento di Berlino, il 33,1 per cento di Londra e il 16,6 per cento di Parigi. Complessivamente, rileva lo studio, in Italia l’86,4% degli spostamenti motorizzati nell’ambito cit-


tadino avviene con auto propria e solo il 13,6% viaggia in bus, treno o altro mezzo collettivo, con un costo del trasporto individuale pari ad oltre 140 miliardi di euro l’anno. L’indagine elabora in modo del tutto originale anche l’Indice di Mobilità Urbana che consente di comparare la mobilità delle quattordici città metropolitane italiane, calcolandone la qualità: ai primi posti Milano con un valore di 8,07, Torino (7,12) e Venezia (6,41). Seguono Roma con 5,60 e Napoli con 5,07 per il CentroSud. In coda alla stessa graduatoria si trovano Messina con 4,28, Reggio Calabria (4,26) e Palermo (3,90). Ed ancora, evidenzia come il Paese sconti inoltre una forte frammentazione in fatto di pianificazione e competenze, con una carente integrazione tra scelte urbanistiche e governance della mobilità. Per gli analisti di Fs ed Ambrosetti, il futuro della mobilità urbana italiana dipende insomma dalla capacità di realizzare un riequilibrio modale verso soluzioni di trasporto collettivo, shift in cui il Gruppo Fs si candida per essere protagonista, player polivalente come pochi altri operatori di trasporto al mondo che può contare sul contributo differenziato delle sue molte partecipate: progettando e realizzando nuove infrastrutture, partecipando a gare per la gestione dei servizi e, laddove possibile, acquisendo operatori strategici. “Occorre affrontare un cambiamento strutturale della mobilità in quanto il tasso di spostamento della popolazione, cioè le persone che si spostano giornalmente, tra il 2012 e il 2016 è cresciuto dal 75,1% all’83,6% e aumenta la mobilità non sistematica, come quella occasionale, per svago, per servizi e per lavoro non su sedi fisse - ha affermato Mazzoncini - Fattori di cambia-

mento esogeni ed endogeni al sistema della mobilità stanno modificando in modo strutturale la domanda e l’offerta di sistemi di trasporto. Pertanto - ha sottolineato - le città metropolitane sono chiamate a programmare e raggiungere obiettivi specifici in termini di trasporto. Esse infatti contano circa 22 milioni di abitanti, circa il 36% del totale, 670 miliardi di euro di valore aggiunto (40% del totale nazionale), 8,2 milioni di occupati (36% del totale), 1,8 milioni di aziende (35% del numero complessivo), 2.300 start-up innovative (48% del totale). E crescono più del Paese (+0,73% della popolazione (media Italia, 25%) tra il 2012 e il 2016, registrando un +1,53% del valore aggiunto per abitante”. I pilastri per una visione di sviluppo della mobilità, per Mazzoncini, dovrebbero dunque fondarsi sulla creazione di un solido sistema di trasporti su sede fissa con una forte integrazione modale correlata ad un’efficacia pianificazione urbanistica; sullo sviluppo di un modello gestionale del servizio collettivo, sostenibile sia a livello ambientale che in termini economici; sulla ripresa degli investimenti infrastrutturali ed innovativi in ottica industriale anche per la creazione di veri e propri hub multimodali; sull’aggregazione tra le stesse imprese di trasporto al fine di razionalizzare i servizi. Soprattutto in quanto in gran parte del Paese si accavallano linee sullo stesso percorso gestite da più imprese, senza alcun coordinamento o pianificazione delle corse. “La ricerca di The European HouseAmbrosetti ci dà pertanto una fotografia dei motivi per cui in Italia il trasporto collettivo non è il cardine della mobilità urbana come avviene nelle realtà più virtuose di molti paesi europei. Ci rap-

De Nigris

presenta una situazione nella quale, utilizzando ancora il paragone con il web, improvvisamente, dopo aver navigato in 4G, il pacchetto di dati entra una rete in 2G e sostanzialmente si ferma. Consapevoli di questo, le Ferrovie dello Stato Italiane sono impegnate in un profondo processo di rinnovamento del proprio modello di business, nella convinzione che l’approccio alla mobilità da parte delle persone è drasticamente cambiato nei bisogni come nelle aspettative. Il Piano Industriale delle Ferrovie dello Stato Italiane sta lavorando per affrontare costruttivamente i nodi che creano discontinuità nel trasporto; non per sostituirsi necessariamente ai singoli player, ma per ottenere un’esperienza di viaggio seamless, senza soluzione di continuità e pienamente soddisfacente per il viaggiatore. Per questo, concentrarsi sul solo tratto in treno non può bastare, se è vero che nei prossimi anni la struttura delle città e delle aree metropolitane, si evolverà in modo importante e che per essere competitivi il Tpl gioca e giocherà un ruolo chiave. Grazie all’innovazione introdotta nell’Alta velocità ferroviaria, stiamo assistendo ad un cambiamento così profondo da modificare lo stesso concetto di area metropolitana. Oggi Roma e Napoli sono infatti in pratica aree urbane contigue, dato che distano soltanto circa un’ora di treno. Milano è collegata in 45 minuti con Torino, un’ora con Bologna, 36 minuti con Brescia e col Terzo Valico diventeranno vicine anche Genova e Torino oltre che Genova e Milano: cinque città fortemente industriali. La necessità di aumentare i servizi e le infrastrutture metropolitane è pertanto evidente”, ha commentato il numero uno di Fs. Eduardo Cagnazzi

Partners

Studio Legale Salerno

STUDIO LEGALE DE NIGRIS & PARTNERS fornisce alle imprese che operano a livello italiano ed europeo, in ambito portuale ma non solo, un’assistenza legale adeguata alle esigenze di un mercato sempre più globale. Lo studio opera su tutto il territorio nazionale italiano, direttamente e con l’ausilio di avvocati collegati, nei settori del diritto civile, del diritto della navigazione, del diritto societario e commerciale, del lavoro d’impresa e della responsabilità in genere. Avv. Orazio De Nigris - Patrocinante in cassazione agosto/settembre 2017 - 43 Corso Vittorio Emanuele, P.tta Barracano, 6 - 84123 - Salerno Tel. +39 089234376 - info@studiolegaledenigris.it - www.studiolegaledenigris


trasporto / porto&diporto

Ryanair lancia a Napoli nuovi voli per l’estate 2018

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yanair, la compagnia aerea n.1 in Italia, ha lanciato il 6 settembre scorso la programmazione estiva 2018 da Napoli che prevede 9 nuove rotte per Bologna, Budapest, Bruxelles (Charleroi), Dublino, Cracovia, Malta, Porto, Salonicco e Breslavia, per un totale di 28 rotte che faranno viaggiare 2 milioni di clienti p.a da e per l’aeroporto di Napoli l’anno prossimo. La programmazione estiva di Ryanair a Napoli offrirà 9 nuove rotte: Bologna (voli giornalieri), Budapest (3 voli a settimana), Bruxelles Charleroi (4 voli a settimana), Dublino (5 voli a settimana), Cracovia (2 voli a settimana), Malta (2 voli a settimana), Porto (2 voli a settimana), Salonicco (2 voli a settimana) e Breslavia (2 voli a settimana). Le rotte passeranno così ad un totale di 28 generando una crescita del traffico del 34% e una domanda di nuovi posti lavoro stimati in 750 assunzioni per ogni milione di passeggeri in loco negli aeroporti internazionali, quindi per Capodichino si tratterebbe di 1.500 addetti. I clienti italiani possono ora prenotare le proprie vacanze fino a ottobre 2018 a tariffe ancora più basse e usufruire delle più recenti innovazioni del programma “Always Getting Better” tra cui: Riduzione delle tariffe per il bagaglio da stiva: 25€ per un bagaglio di 20kg; 20 rotte a lungo raggio operate da Madrid da Air Europa e in vendita su Ryanair. com; Voli in coincidenza da Roma Fiumicino e Milano Bergamo e a breve anche da altri aeroporti; Nuova partnership con Erasmus Student Network che offre agli studenti sconti e una piattaforma dedicata per effettuare le prenotazioni; Riconoscimento vocale Alexa per cercare

Da destra Michael O’Leary CEO Ryanair ed Armando Brunini, CEO Gesac voli e alberghi e per verificare lo status dei voli sul sito Ryanair.com. Ryanair continua a crescere e trasporterà 37 milioni di clienti negli aeroporti italiani l’anno prossimo. Un’offerta di voli ad alta frequenza e prezzi imbattibili collegherà Napoli alle principali mete leisure e business tra cui Barcellona (volo giornaliero), Milano Bergamo (4 voli al giorno) Londra (volo giornaliero) e Venezia Treviso (2 voli al giorno), rendendo Ryanair la scelta ideale per i clienti italiani che viaggiano per affari o per svago. A Napoli, Michael O’Leary, CEO di Ryanair ha affermato: “Siamo lieti di lanciare la programmazione per l’estate 2018 da Napoli che include 9 nuove rotte per un totale di 28 rotte, che faranno viaggiare 2 milioni di clienti da e per l’aeroporto di Napoli

l’anno prossimo. I clienti italiani stanno già effettuando un numero record di prenotazioni sulle nostre rotte estive e invernali 2017 grazie al continuo calo delle tariffe. Motivo per cui questo è senza dubbio il momento migliore per prenotare un volo low cost con Ryanair”. Armando Brunini, Amministratore Delegato Gesac spa, società di gestione aeroporto di Napoli ha affermato: “Dall’inizio dell’anno il traffico passeggeri dell’Aeroporto di Napoli è cresciuto di un impressionante 23%, più di tre volte la media nazionale, e senz’altro l’ingresso di Ryanair con una loro base è stato determinante per raggiungere questo risultato. Per noi è altrettanto importante, però, che anche la maggior parte delle altre compagnie operanti sullo scalo siano notevolmente cresciute e stiano contribuendo a determinare un altro anno da record. Nei mesi di luglio ed agosto è stato infatti raggiunto il record storico di traffico dell’aeroporto con oltre un milione di passeggeri registrati per mese. Il fatto, poi, che Ryanair decida di continuare ad investire sullo scalo è per noi motivo di soddisfazione e dimostra che il mercato di Napoli e della Campania ha ancora del potenziale da poter esprimere”. Francesco S. Salieri

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trasporti / porto&diporto

Yanfeng Automotive Interiors presenta il ‘salotto del futuro’ Y

anfeng Automotive Interiors (YFAI), leader globale in ambito di interni automobilistici, presenterà il suo nuovo concept di interni automobilistici denominato eXperience in motion (XiM18) in occasione del prossimo Salone dell’Automobile IAA che si terrà dal 12 al 24 settembre 2017 a Francoforte, Germania. Il nuovo concept che comprende oltre 30 innovativi prodotti e processi per la prossima generazione di auto elettriche e con guida autonoma è un esempio di come si usufruirà in futuro degli interni automobilistici. Con diverse modalità di guida dell’auto, la società presenterà il nuovo “salotto” automobilistico dove estetica, sensazioni e funzionalità formano un sistema senza soluzioni di continuità. La sempre maggiore importanza data alla connettività e a nuove forme di guida e mobilità, come ad esempio le auto elettriche, la guida autonoma o il car-sharing, sta cambiando rapidamente la percezione relativa ai trasporti e alla mobilità. Tenendo conto di tutti questi megatrend globali, oltre che dei costruttori automobilistici non tradizionali che stanno radicalmente cambiando la concezione della mobilità, YFAI presenterà nuove soluzioni che consentono una visione completamente nuova di soluzioni in-vehicle. “Grazie al nostro XiM18, diamo una risposta alla domanda di quello che si

farà in futuro nella propria auto, una volta che non sarà più necessario guidarla - ha affermato Han Hendriks, Chief Technology Officer YFAI Responsabile Tecnologico YFAI - In futuro, l’auto, poiché il conducente non dovrà più guidare, diventerà un vero e proprio “salotto”. XiM18 esemplifica il modo in cui pensiamo che si potrà rilassarsi, lavorare e giocare nella macchina odierna e futura. Il nostro concept di nuova generazione mostra come stiamo adattando gli interni e i sistemi automobilistici ai futuri requisiti di auto elettriche e con guida autonoma.” Il concept mostra, in varie modalità di guida, come le funzioni degli interni cambieranno fondamentalmente, fornendo tutta una gamma di scelte che vanno incontro alle esigenze di lifestyle, mettendo a disposizione un maggior spazio personale e maggior tempo di qualità per rilassarsi, lavorare o semplicemente guardare un film. Il concept dimostra inoltre l’abilità di YFAI di una totale integrazione degli interni. Il concept di interni, futuristico, e le numerose altre innovazioni, come le superfici funzionali o un center stack in vero vetro, dimostrano che la società è all’avanguardia per quanto riguarda l’interazione uomo-auto. Dalle strutture lightweight alle funzioni smart e adattive Tra i prodotti di punta presentati da

YFAI alla presente edizione dell’IAA si contano le superfici intelligenti e funzionali. Queste ultime includono una consolle da pavimento basata su un center stack 3D in vero vetro con sistemi HMI integrati o superfici in pelle intelligente che creano una sensazione di tessuto morbido. Per quanto riguarda gli interni adattivi, YFAI presenterà pannelli di strumenti con focus sul consumatore, gestione elettronica personale, griglie di ventilazione sottili e consolle da terra che creano le condizioni per vivere l’auto come un salotto di casa. Grazie a tutte queste tecnologie, la società offre soluzioni atte a ridurre il peso e a incrementare l’efficienza di veicoli con sistemi di propulsione standard o alternativa. Yanfeng Automotive Interiors (YFAI) è leader globale in ambito di interni automobilistici. La società con sede legale a Shanghai, dispone di circa 110 centri produttivi e tecnici in 20 paesi e ha al suo servizio oltre 33.000 addetti in tutto il mondo. Essa opera nella progettazione, sviluppo e produzione di componenti per interni per tutti i produttori automobilistici. Fondata nel 2015, Yanfeng Automotive Interiors è una joint venture tra Yanfeng, uno dei più grandi fornitori in ambito automobilistico della Cina e Adient, il leader mondiale nei sedili per auto. Paola Martino


trasporti / porto&diporto

Gefco, trasporto multimodale in Kazakistan per Tenaris Il carico, trasportato via camion dall’Italia alla Polonia e successivamente via treno fino a destinazione, è stato consegnato in Kazakistan

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efco, attore globale della logistica industriale e leader europeo della logistica automotive, ha realizzato il trasporto di 1.100 tonnellate di tubi di acciaio per conto di Tenaris, produttore e fornitore leader nella realizzazione di tubi in acciaio e di servizi destinati all’industria energetica mondiale, dall’Italia fino al sito di Aktau (Mangyshlak station) in Kazakistan. I tubi, lunghi 13 metri, sono stati raccolti nell’arco di due settimane con una capacità di carico di 4 camion al giorno per un totale di 48 tir, direttamente presso la sede produttiva Tenaris di Dalmine (BG) e sono stati trasportati fino al terminal ferroviario di Elblag, in Polonia. Successivamente, i tubi sono stati trasferiti su 16 vagoni ferroviari – in quanto ogni convoglio contiene il carico di 3 camion - che hanno raggiunto il sito di Aktau (Mangyshlak station) in Kazakistan, dove è presente un impianto produttivo Tenaris. Il transit time d’arrivo è avvenuto nell’arco di sole 3 settimane. Queste operazioni si sono svolte con la regolarità prevista, grazie alla cooperazione tra le sedi Gefco coinvolte: Gefco Italia, Gefco Polonia, Gefco Baltics.

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La soluzione multimodale gommarotaia è stata scelta con l’obiettivo di ottimizzare il costo di trasporto che, per questa tipologia di carico particolare per peso e dimensione, sarebbe stato decisamente più elevato (quasi il doppio) scegliendo la formula «tutto strada». Inoltre il trasporto combinato rappresenta una soluzione maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale. “Gefco conosce molto bene il settore della logistica per il settore industriale e rappresenta un partner in grado di rispondere con soluzioni su misura efficienti e ottimizzate alle aziende del settore, a prescindere dalla tipologia di prodotto realizzato” sottolinea Fernando Pinto, Country Manager Gefco Italia. “Per Tenaris abbiamo scelto una soluzione multimodale che permettesse al carico di raggiungere il luogo di destino nel modo più veloce ed efficiente possibile. Siamo felici di aver avuto l’opportunità di misurarci su questo interessante progetto”. “Abbiamo contattato Gefco all’interno di un progetto di ampliamento della nostra vendor list per il trasporto ferroviario, utilizzato specialmente

per il trasporto di prodotti tubolari in paesi dell’area ex-CSI. Gefco, la cui specializzazione e network globale sono sembrati tali da poter garantire un servizio affidabile e sostenibile, è stata in grado di fornirci una proposta multimodale che si è poi rivelata la più adatta per il trasporto dei nostri tubi dall’Italia al Kazakistan” aggiunge Riccardo Donzelli, Transportation & Logistics Buyer Exiros.IT (ufficio acquisti Dalmine SpA). Gefco progetta e implementa schemi logistici ottimizzati per le aziende manifatturiere, offrendo loro soluzioni ad alto valore aggiunto per rafforzare la loro competitività. I servizi che Gefco offre ai suoi clienti sono frutto dell’esperienza acquisita negli ultimi 65 anni di attività, svolta in particolare nell’industria automobilistica, uno dei settori più esigenti e complessi. Presente in 150 paesi, Gefco è uno dei primi 10 gruppi europei con un fatturato di 4,2 miliardi di euro nel 2016 e 12.000 dipendenti. Con oltre 300 filiali nel mondo, Gefco sta sviluppando la sua presenza nei cinque continenti. Stefania Vergani


trasporti / porto&diporto

Terminal intermodale

Adv Paola Martino

ISE dispone di un proprio terminal intermodale di circa 200.000 mq, direttamente collegato al più grande scalo ferroviario del Sud Italia, lo scalo merci Marcianise/Maddaloni attraverso un impianto di presa/consegna di proprietà. Il terminal dispone di 11 binari lavorabili, di un’area doganale di Temporanea Custodia A3 di circa 20.000 mq, servita da un binario di 450 mt e di un’area doganale di circa 1.000 mq di magazzino doganale di tipo “C“, mentre per l’impianto di presa e consegna, che dispone attualmente di tre binari di manovra, sarà presto potenziato da lavori di raddoppio. La gestione del terminal intermodale è affidata alla SERV.ISE che con personale e mezzi propri offre agli utenti dell’Interporto Sud Europa e a clienti esterni i seguenti servizi : Manovre ferroviarie IN/OUT e distribuzione carri ferroviari nei vari magazzini raccordati dell’Interporto. Carico / scarico di carri ferroviari. Movimentazione UTI. Stuffing / Unstuffing UTI. Riparazione UTI. Gestione diretta delle aree doganali del terminal, tramite collegamento telematico con l’Ufficio delle Dogane di Caserta.

Interporto Sud Europa S.p.A. presso Interporto Marcianise Maddaloni - edificio lotto 1C 81024 Maddaloni (Caserta) Recapiti: +39 0823-204015; +39 0823-200747 E-mail: comunicazione@interportosudeuropa.com


infrastrutture/ porto&diporto

Cipe: via libera al contratto di programma Anas 2016-20 V

ia libera del Cipe al contratto di programma 2016-2020, che presenta rilevanti elementi di novità a partire dall’orizzonte pluriennale (da diversi esercizi il contratto si era limitato alla previsione finanziaria di un solo anno), consentendo una maggiore efficacia nella pianificazione rispetto al passato. Il contratto di programma Anas approvato dal Cipe “E’ una vera e propria rivoluzione culturale con importanti ricadute negli investimenti che fornisce una certezza di risorse in grado di permettere una grande programmazione - ha affermato il Ministro delle infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio - L’approvazione del contratto è un punto essenziale perché determina la certezza di risorse: oltre 21 miliardi di risorse disponibili per i tanti progetti già pronti e dal 2019 i finanziamenti saranno un corrispettivo commisurato ai servizi. Un a vera e propria rivoluzione culturale”. Sul fronte degli investimenti, il nuovo contratto di programma prevede un piano complessivo di 23,4 miliardi di euro, in gran parte finanziati: 6,4 miliardi sono stati messi a disposizione con la Legge di Stabilità 2016; la parte residuale consiste nelle risorse già dispo-

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nibili e nei nuovi Fondi per lo Sviluppo e la Coesione, anche essi oggetto di pianificazione nel contratto. Risorse aggiuntive, per una ulteriore copertura degli interventi pianificati, sono previste - anche se non ricomprese nel contratto di programma - a valere sulla Legge di Stabilità 2017. Si evidenzia inoltre che ci sono circa 6,1 miliardi di interventi in fase di attivazione ed in corso di esecuzione, ciò porta il valore totale degli investimenti previsti a circa 29,5 miliardi di euro. Il respiro pluriennale e la disponibilità della maggior parte dei fondi permettono, quindi, di programmare gli investimenti in modo più efficiente e produttivo rispetto al passato. Tra le novità introdotte dal documento è anche previsto il passaggio graduale dalla logica del ‘contributo’ alla logica del ‘corrispettivo’ sia per gli investimenti che per i servizi di gestione della rete. L’introduzione del corrispettivo prevede l’applicazione di penali relative sia alla qualità del servizio offerto da Anas sia alla realizzazione degli investimenti (esecuzione, progettazione definitiva ed esecutiva) nonché l’assunzione di rischi, da parte della società, a decorrere dal progetto definitivo. Il piano investimenti è così ripartito:

8,4 miliardi di euro per completamento di itinerari; 10,4 miliardi per interventi di manutenzione straordinaria, comprese opere di messa in sicurezza; 4 miliardi per nuove opere; 0,4 miliardi per interventi di ripristino della viabilità statale e locale danneggiata dal sisma del 2016; 0,2 miliardi per altri investimenti. Le priorità di intervento, sia sul fronte della manutenzione straordinaria, sia su quello delle nuove opere, sono state individuate sulla base di criteri quali l’analisi della rete e dei relativi fabbisogni infrastrutturali, l’analisi del traffico e dell’incidentalità, i benefici trasportistici. Per quanto riguarda la distribuzione per area geografica, il 56% degli investimenti previsti nel piano interesserà le regioni del Sud Italia e le Isole per un totale di circa 12,9 miliardi, il 24% riguarderà il Centro Italia per un totale di circa 5,7 miliardi, il 19% sarà destinato al Nord per un totale di circa 4,4 miliardi e l’1% sarà destinato alla copertura di danni ed emergenze. Fin dal 2015 la Società è stata indirizzata dal MIT, concedente, verso una nuova priorità, che ha segnato un punto di svolta rispetto al passato: dare precedenza alla manutenzione del proprio patrimonio stradale, con l’obiettivo


di recuperare il rilevante deficit manutentivo accumulato negli anni e migliorarne la sicurezza. Contratto di Programma Anas: corrispettivo e autonomia finanziaria Nell’ambito del nuovo corso intrapreso, tra le proposte di rilievo si trova l’autonomia finanziaria di Anas. L’obiettivo principale è di consentire all’azienda di programmare investimenti sulla base di meccanismi remunerativi certi che, trasferendo i principali rischi industriali ad Anas, portino a deconsolidare l’azienda dalla PA e dal debito pubblico. Anas ha lavorato - con il governo e nell’ambito del tavolo tecnico che ha verificato il progetto di integrazione FS/ Anas - su un modello di retribuzione del servizio offerto, come analogamente avviene per i concessionari autostradali e per altri sistemi di rete regolamentati, quali elettricità, gas, acqua, telecomu-

nicazioni e aeroporti. Con la legge di stabilità 2015 è stato sancito il principio del corrispettivo per Anas quale remunerazione delle attività di investimento e dei servizi prestati. Le modalità e lo strumento operativo sono stabilite all’interno del Contratto di Programma approvato dal Cipe. Le modalità e lo strumento operativo per l’autonomia finanziaria Il corrispettivo regolato nel Contratto di Programma prevede che Anas riceva dallo Stato non più un contributo a rimborso dei costi sostenuti, ma un corrispettivo per il servizio prestato. Il corrispettivo si basa: - rispetto degli investimenti programmati (costi e tempi); - indicatori di performance (già introdotti nel Contratto di Programma 2015) che misurano la qualità dei servizi offerti da Anas ai propri clienti, prevedendo anche penali specifiche. La qualità dei

servizi offerti riguarda la pavimentazione, la segnaletica verticale, l’illuminazione, etc. Si tratta di servizi misurabili, dunque, gli indicatori permetteranno di monitorare le performance di Anas; - sul traffico effettivo monitorato da sensori posti sulla rete Anas, che risponde al principio di remunerare la rete stradale in funzione al suo utilizzo/ domanda. Queste modalità e strumenti hanno l’obiettivo di attribuire ad Anas precise responsabilità in ordine alle proprie attività di investimento e di gestione della rete in concessione. Inoltre, a fronte di un sistema di remunerazione ben definito, Anas potrebbe ulteriormente finanziarsi rivolgendosi al mercato dei capitali tramite istituti bancari e obbligazioni, al fine di potenziare ulteriormente le capacità di investimento. Fabrizio De Cesare

Porto Livorno, nuovo sistema di rifornimento idrico M

olo Italia – lato nord: è stato inaugurato alla presenza del presidente dell’Autorità di Sistema dell’Alto Tirreno, Stefano Corsini, e dei vertici di Asa, il nuovo sistema di rifornimento idrico in porto. Si tratta di una nuova condotta di 350 metri realizzata direttamente in banchina: sei idranti sono già funzionanti e possono essere usati per rifornire le navi che attraccano. La prova inaugurale è stata fatta con la Disney Magic, nave da crociera della compagnia di navigazione Disney Cruise Line, da 2400 passeggeri. Grazie a questi idranti, la nave ha potuto rifornirsi di acqua potabile da terra senza dover ricorrere alle bettoline, servizio, quest’ultimo, che ha per gli operatori costi più alti rispetto al rifornimento da terra e genera emissioni in atmosfera. “L’impianto – ha dichiarato Stefano Corsini - è il frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto Port Authority e ASA. Il sistema è stato realizzato in tempi brevi anche per rispondere ai picchi della stagione estiva e presto entrerà a pieno regime. Si tratta di un importante risultato che migliora ulteriormente la qualità del servizio di fornitura di acqua potabile e che contribuisce a mitigare le preoccupazioni degli operatori”. “Gli idranti garantiscono 8 litri al secondo di acqua potabile, pari a quasi 30 Mc all’ora - ha detto il dirigente

Acquedotto di Asa, Mirco Brilli - ma questo risultato già di per sé soddisfacente è ulteriormente migliorabile”. Per aumentare la pressione sulla rete portuale nel suo complesso, e per soddisfare, quindi, nel minor tempo possibile più navi, Asa ha reso indipendente la frazione di Villaggio Emilio, storicamente collegata al sistema idrico portuale, tramite una propria distrettualizzazione idrica.

“Proprio grazie a questa separazione – ha aggiunto Brilli - siamo da oggi in grado di aumentare o ridurre tramite il nostro telecontrollo, presidiato 24h, la pressione della rete portuale in funzione delle richieste delle navi senza creare danni alle tubazioni e alle utenze poste a monte del porto”. REDMAR

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infrastrutture/ porto&diporto

AdSP del Mar Tirreno centrale traffico primo semestre 2017 I

l traffico container dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale registra, nel primo semestre del 2017 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, un aumento del 10,52%, suddiviso tra un incremento del porto di Napoli pari allo 10,71% e del porto di Salerno pari allo 10,30%. Nel secondo trimestre del 2017, rispetto all’analogo trimestre del 2016, si rileva un aumento complessivo pari al 13,22%, in accelerazione rispetto al primo trimestre. Questi dati testimoniano una ripresa dell’economia campana nel quadro di una crescita del tessuto produttivo nazionale, che stavolta coglie i segni di una economia mondiale non ristagnante. L’indice del volume del commercio internazionale è cresciuto del 5,9% su base annua a maggio. Il ritmo di espansione della produzione industriale mondiale si è rafforzato ulteriormente a maggio, mostrando un tasso di crescita pari al 3,6% annuo, con una frenata registrata dalla Germania nel mese di giugno. L’inflazione continua ad essere in calo, così come l’indice dei prezzi delle materie prime. La competitività campana e nazionale è rafforzata dal deprezzamento del dollaro e della sterlina, unita a tassi di interesse ancora negativi. In questa prima parte del 2017 a trainare la domanda non s’è solo l’export (+5,1% annuo nel primo trimestre), ma anche l’import, che registra una crescita ancora maggiore (+7,3% annuo) Il segmento delle autostrade del mare, che delinea una intensificazione delle soluzioni intermodali nel nostro Paese, vede la Campania, ed in particolare il Porto di Salerno, svolgere un ruolo da protagonista. La crescita

50 - agosto/settembre 2017

Pietro Spirito

Francesco Messineo

del numero di unità Ro-Ro nel porto di Salerno segna, nei primi sei mesi dell’anno in corso, un aumento pari al 32,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il traffico delle rinfuse liquide, che si concentra nel solo porto di Napoli, aumenta complessivamente nel primo semestre del 2,07%, con un andamento differenziato tra i diversi prodotti: +13,44% per i prodotti petroliferi gassosi, -0,18% per i prodotti petroliferi raffinati, -6,02% per le altre rinfuse liquide. Per i prodotti gassosi, l’incremento è determinato dalla forte crescita registrata nel mese di maggio (+60,1%), ed ulteriormente confermata nel mese di giugno dall’aumento pari al 108,5%. Nel traffico crocieristico si conferma l’andamento decrescente dei volumi. I primi sei mesi del 2017 si chiudono per l’AdSP con una flessione del 28,45%. Il porto di Napoli, in termini di passeggeri, per il traffico crociere, cala nei pri-

mi sei mesi del 2017 del 28,94%, ed anche Salerno subisce una flessione dell’21,70%. Nel traffico passeggeri, i primi sei mesi del 2017 registrano rispetto all’anno precedente un aumento del 10,06%. Nel secondo trimestre del 2017, rispetto all’analogo trimestre del 2016, si rileva un aumento del 13,72%: anche in questo caso si segnala una accelerazione della crescita rispetto all’andamento del primo trimestre. Per il porto di Napoli, nel segmento del traffico locale da e per il Golfo, si segnala che nei primi sei mesi è il traffico degli aliscafi a fare registrare la migliore performance, (+14,72%) rispetto ai traghetti che presentano una lieve flessione (-0,33%). Nel porto di Salerno il traffico passeggeri cresce nei primi sei mesi del 2017 del 35,21% rispetto all’analogo periodo del 2016, soprattutto nel traffico locale (+44,26%). REDMAR


economia/ porto&diporto

Al via la riorganizzazione delle Camere di Commercio E’ giunta al traguardo finale la nuova mappa geografica delle Camere di commercio d’Italia. Il decreto del ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda definisce l’assetto territoriale delle Camere

Ivan Lo Bello che passano da 105 a 60 portando a compimento il processo di riorganizzazione partito due anni fa con la riforma Madia. Il riordino realizza un sistema camerale più snello e efficiente in grado di rispondere con maggiore efficacia alle nuove sfide di modernizzazione del Paese. Si apre ora una nuova fase di pro-

gettazione che permetterà alle Camere di Commercio di assolvere alle nuove funzioni strategiche in tema di digitalizzazione, orientamento e formazione, valorizzazione del turismo e del patrimonio culturale che sono state loro attribuite d a l decreto legislativo 219 del 2016. Il piano riorganizza profondamente il sistema, ne razionalizza le strutture producendo contemporaneamente risparmi significativi stimati in 50milioni di euro annui a regime. Il processo di razionalizzazione coinvolge, infatti, anche le aziende speciali che vengono ridotte da 96 a 58, mentre le sedi secondarie scendono del 20% con una riduzione complessiva di un quarto dei metri quadrati utilizzati e la messa a reddito degli uffici non utilizzati. Vengono così “liberati” circa 400mila metri quadrati di immobili. Rivista anche la dotazione organica delle Camere Commercio che nel 2019 sarà di 6.700 unità contro le 8.800 unità del 2016 . “E’ questo un passaggio storico che consente di dare alla luce un nuovo sistema camerale in grado di supportare il processo di ammodernamento in corso nel nostro tessuto produttivo.

Dopo questa nalizzazione, è to di guardare nuove Camere

fase di razioora il momenal futuro. Le di commercio

sono pronte ad impegnarsi sui nuovi temi che riguardano le nuove frontiere dello sviluppo per le imprese ed il Paese”. E’ il commento del presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, che aggiunge “Abbiamo già aperto nuovi cantieri per permettere agli imprenditori di cavalcare le sfide dell’economia 4.0 attraverso la digitalizzazione, per avvicinare i giovani al mercato del lavoro, per dare valore alla cultura e al turismo che sono la ‘grande ricchezza’ dei nostri territori”. Cosimo Brudetti

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aziende / porto&diporto

Cyber security, Italia fanalino di coda in un settore vitale I consigli degli esperti per la sicurezza informatica: fare il backup dei dati, cambiare password, non aprire le mail sconosciute e non cedere ai ricatti online

E

seguire backup abbastanza frequenti salvando i propri dati su hard disk esterni che non devono essere tenuti collegati alla rete; utilizzare password non troppo semplici, modificandole spesso e non salvandole mai online; dotarsi di antivirus aggiornati; non aprire e-mail e file dei quali non si conosce la provenienza o che destino anche un minimo sospetto; non cedere ad eventuali richieste di riscatto per riavere indietro dati rubati perché solo nel 2,5% dei casi i cyber criminali dopo il pagamento restituiscono realmente il maltolto. Sono le mosse suggerite, a chiunque voglia limitare la possibilità

52 - agosto/settembre 2017

di incorrere in attacchi informatici, dagli esperti intervenuti al secondo incontro di Economia sotto l’Ombrellone organizzato durante lo scorso mese di agosto da Eo Ipso per parlare di “Cyber Macumba - l’importanza di sapersi difendere”. Moderati dal giornalista Carlo Tomaso Parmegiani, Nicola Bosello, amministratore delegato della società informatica Nordest Servizi e Manuel Cacitti consulente di cybersicurezza a livello internazionale hanno sottolineato l’importanza di investire nella cyber security senza aspettare di scoprire di essere vulnerabili quando è troppo tardi. “Possono essere suggerimenti anche banali, ma sono necessari visto che, purtroppo - ha spiegato Bosello la cui azienda presente in tutto il Nord Est vede un aumento esponenziale nelle richieste di aiuto per riparare i danni causati da attacchi informatici - l’Italia è

entrata nella poco invidiabile top ten mondiale per numero e gravità degli attacchi informatici subiti. Ciò è una diretta conseguenza sia della poca disponibilità di persone qualificate in ambito ICT dato che da noi solo il 2,5% degli impiegati delle aziende (pubbliche e private) sono esperti nel settore, contro il 3,7% della media europea, sia degli scarsi investimenti nell’ambito della sicurezza informatica dimostrati dal fatto che in Italia solo un euro su 66 spesi nel campo dell’ICT è dedicato alla cyber security con un impatto sul Pil dello 0,05%, mentre in Germania gli investimenti sulla sicurezza informatica sono 30 volte superiori e impattano sul Pil tedesco per l’1,6%”. Ha rincarato Cacitti che opera a livello europeo nel campo della cyber security: “Il 2016 è stato per l’Italia l’annus horribilis per la vulnerabilità agli attacchi informatici. Secondo l’ultimo rapporto Clusit (la principale associazione italiana per la sicurezza informatica) dopo 8 anni consecutivi di miglioramenti nella cyber security delle aziende italiane, nel 2016 siamo ripiombati in


una situazione pessima e il 2017 è iniziato ancora peggio. Si tratta - ha aggiunto - di problemi ampiamente sottostimati sia per i danni personali e psicologici, sia per quelli economici. Si stima che solo in Italia siano stati pagati ricatti informatici (quasi sempre inutilmente) per una somma che oscilla fra i 23 e 26 milioni di euro. Occorre - ha continuato - aumentare la cultura della sicurezza informatica e la consapevolezza dei rischi che si corrono, comprendendo che l’anello debole in questo campo rimane l’uomo con i suoi comportamenti errati. La prima cosa da fare per combattere i

cyber criminali è essere più attenti”. Nella seconda parte dell’incontro, stimolati anche dalle domande dell’attento pubblico presente, i due relatori si sono concentrati sulla carenza di figure professionali in un settore in continua espansione. Sia Bosello, sia Cacitti, infatti, hanno sottolineato come, nonostante il continuo aumento di iscritti ai vari corsi proposti dalle università, i laureati in informatica siano assolutamente insufficienti a coprire le richieste delle aziende. “I futuri laureati in informatica - ha chiarito Bosello - nella gran parte dei casi sono già “prenotati” dalle aziende due anni prima della laurea. Noi, ad esempio, avendo un trend in continua crescita, prevediamo assunzioni quasi continuamente, ma abbiamo grosse difficoltà a trovare personale

sufficientemente qualificato soprattutto nel campo della sicurezza informatica”. Ha concluso Cacitti: “Il problema è che i normali corsi di laurea in Italia non prevedono, se non molto raramente, focus specifici sulla sicurezza informatica e che solo da poco sono partiti quattro o cinque master di primo o secondo livello per esperti in sicurezza informatica. Il settore offre molte opportunità anche per chi proviene da percorsi formativi diversi, basti dire che le grandi aziende statunitensi assumono nel settore della cyber security anche laureati in filosofia perché dimostrano grande apertura mentale e capacità di problem solving che, unitamente a un’etica professionale molto elevata, sono fondamentali per il nostro lavoro”. Del resto, l’IoT e l’industria 4.0 rappresentano una grande opportunità, ma anche un potenziale aumento dei rischi di attacchi informatici. Sandro Minardo

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aziende / porto&diporto

Auto: in aumento la domanda di veicoli personalizzabili L

a costruzione di veicoli con elevate possibilità di personalizzazione e caratteristiche che aumentano la convenienza rafforzeranno le opportunità di crescita delle case automobilistiche. I consumatori facoltosi disposti a pagare per veicoli innovativi, personalizzabili, ad alte prestazioni e tecnologicamente avanzati guidano il mercato dei veicoli di super lusso. La crescita è aumentata dall’elevata domanda di SUV e crossover che siano sia pratici sia di lusso. Poiché i veicoli di super lusso sono più redditizi delle corrispondenti versioni popolari, le case automobilistiche stanno massimizzando l’utilizzo di piattaforme di veicoli top di gamma offrendo le più avanzate caratteristiche di lusso, infotainment, sicurezza e tecnologie di guida a prezzi competitivi. “Trends in Global Super Luxury Vehicles Market, 2016 – 2025”, un recente studio del programma Automotive & Transportation Growth Partnership Subscription di Frost & Sullivan, esamina l’influenza di connettività, elettrificazione e tecnologia autonoma sul futuro dei veicoli di super lusso a livello globale. Lo studio rileva che il 2016 è stato un anno di successo per i marchi di super lusso, con un aumento delle vendite dell’8% rispetto al 2015, portando le vendite di automobili a quota 6,85 milioni di unità. Valuta inoltre gli operatori chiave del mercato, come Acura, Audi, Bentley, BMW, Ferrari, Fisker, Ford,

Jaguar, Karma, Lamborghini, Land Rover, Lexus, Lucid Motors, Maserati, McLaren Automotive, Mercedes-AMG, Mercedes-Benz, Mercedes-Maybach, Nissan, Porsche, Rolls-Royce Cars e Tesla, e le loro strategie. “Per ottenere un vantaggio competitivo, le case automobilistiche dovrebbero focalizzarsi sulla costruzione di veicoli con notevoli funzionalità convenienti, oltre a opzioni per la massima personalizzazione - afferma Venkata Balakrishnan, analista di Frost & Sullivan - Si prevede che i veicoli di super lusso saranno tra i primi a offrire tecnologie autonome di livello 4 entro la fine del 2018 e di livello 5 entro il 2020, poiché i clienti sono desiderosi di pagare per caratteristiche avanzate uniche e lussuose”. Dal punto di vista regionale, Stati Uniti, Medio Oriente e Cina vendono la maggior parte dei veicoli di super lusso; i produttori statunitensi si focalizzano sulla tecnologia dei veicoli elettrici e i produttori europei guardano al miglioramento del confort dei passeggeri e all’adozione della tecnologia autonoma. Alcuni degli sviluppi e tendenze relativi ai veicoli di super lusso che trainano la crescita sono: • Vendite elevate di SUV e crossover di fascia alta • Introduzione di berline e SUV di punta per arricchire i segmenti delle berline e auto sportive di ultra lusso

• Lancio del segmento dei veicoli elettrici di super lusso con Lucid, Fisker e Faraday Motion che introdurranno i propri veicoli entro il 2019 • Elevati profitti per i veicoli con un prezzo superiore a 15.000 dollari grazie alle opzioni personalizzate per i clienti • Investimenti delle case produttrici nei veicoli di super lusso attraverso l’ingresso in nuovi segmenti di mercato, come nel caso di BMW con X7, Audi con Q8 e Porsche con Mission E • Sviluppo della tecnologia autonoma fino al livello 5 entro il 2020 per proporre automobili prive di volante e pedali • Elevata diffusione dei motori elettrici entro il 2020, con oltre il 50% dei marchi di super lusso che venderanno veicoli ibridi ed elettrici. “I produttori di automobili di super lusso si stanno focalizzando sull’interazione uomo-macchina all’interno dei veicoli e sull’intelligenza artificiale perché fungano da cervello nel sistema della connettività - osserva Balakrishnan - Gli abitacoli virtuali e gli interni in stile lounge saranno possibili con la tecnologia di automazione di livello 5, che dipenderà dalla tecnologia di intelligenza artificiale per personalizzare i dati dei passeggeri.” Amazon ed eBay e il mercato vendite delle auto I nuovi modelli di business e l’innovazione dei canali di vendita nel settore delle vendite online di componenti automobilistici accelerano le opportunità di

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crescita per gli operatori del mercato. I rivenditori online di parti automobilistiche nelle Americhe stanno ridisegnando i confini del servizio di aftermarket attraverso modelli di business innovativi che prevedono la collaborazione dei fornitori, lo sviluppo di reti di installatori, l’aggregazione dei servizi, l’espansione business-to-business, l’impegno basato su abbonamenti, l’accesso ai tecnici e le vendite all’interno dei veicoli. Queste attività stanno creando un valore unico per i clienti e trasformando i venditori di prodotti automobilistici in fornitori di soluzioni endto-end. L’analisi “Competitive Profiling of Automotive eRetailers in Americas Region”, parte del programma in abbonamento Automotive & Transportation Growth Partnership Subscription di Frost & Sullivan, rileva che le entrate relative alle vendite online dell’aftermarket automobilistico negli USA, secondo le previsioni, aumenteranno ad

un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 12% tra il 2015 e il 2023. Lo studio fornisce un’analisi approfondita delle tendenze chiave, le sfide, gli sviluppi e le opportunità future per le vendite online in ambito automobilistico nella regione delle Americhe. “In questo ecosistema fortemente competitivo e in rapida evoluzione, i rivenditori online dovrebbero cercare di differenziarsi offrendo nuovi modelli di business e fornendo un valore e una convenienza unici ai propri clienti - afferma Vasanth Raj, analista di Frost & Sullivan - Stabilire una rete sicura di adempimento, aumentare la presenza sul mercato, attirare i clienti DIFM (“doit-for-me”) e offrire programmi di fedeltà sono strategie che garantiranno il successo.” Gli sviluppi e le tendenze del settore delle vendite online al dettaglio nella regione delle Americhe che incoraggiano la trasformazione si possono focalizzare sulla logistica intelligente e opzioni

di consegna di ultimo miglio per fornire metodi innovativi di trasporto e un migliore servizio clienti, sulle reti di servizi online-to-offline (O2O) con officine indipendenti per creare un’impronta fisica aggregata e attirare i clienti DIFM e sulla espansione aggressiva del canale online attraverso gli operatori di mobilità tradizionali. “I rivenditori online di massa come Amazon e eBay hanno il portafoglio di vendite al dettaglio online complessivamente più forte nelle Americhe - rivela Raj - La maggior parte degli operatori del mercato ha una copertura di prodotti completa ma una copertura geografica limitata. Amazon continua costantemente ad innovare le opzioni di consegna di ultimo miglio per tutti i prodotti. L’evasione rapida degli ordini è fondamentale per la crescita del mercato delle componenti automobilistiche, poiché consentirà alle aziende di essere più competitive rispetto ai rivenditori tradizionali dell’aftermarket.” Frost & Sullivan, la Growth Partnership Company, collabora con i propri clienti per potenziare una visione innovativa che risponda alle sfide globali e alle opportunità di crescita correlate che faranno la differenza per gli operatori del mercato di oggi. Per oltre 50 anni sono state sviluppate strategie di crescita per le 1000 aziende più importanti a livello globale, le realtà emergenti, il settore pubblico e la comunità degli investitori.


aziende / porto&diporto

Edilizia: approfondire gli strumenti offerti dall’UE G

erardo Biancofiore (Presidente Comitato estero Pmi Ance) propone approfondimenti per essere al fianco delle imprese italiane del settore costruzioni in relazione alle opportunità offerte dall’Unione europea e dalle sue istituzioni. Una missione strategica per approfondirne ulteriormente la conoscenza e per veicolare idee e richieste delle aziende è infatti in programma dal 20 al 22 settembre. Tre le tappe previste: Lussemburgo, Bruxelles, Londra. Nel Lussemburgo la delegazione Ance, guidata dal Presidente Comitato estero Pmi dell’Ance, incontrerà esponenti della Bei, la Banca europea per gli investimenti, con in testa il Vice Presidente Dario Scannapieco. Seguirà, a Bruxelles, un confronto aperto con i rappresentanti della Commissione europea su temi diversi, dalla politica di vicinato dell’Unione con focus su Marocco, Israele, Libano e Georgia – alle potenzialità di aree come i Balcani e l’Europa orientale, alla politica di cooperazione allo sviluppo, alle opportunità di investimento infrastrutturale, fino alle prossime gare d’appalto in ambito Ue. Di grande interesse anche la tappa

Gerardo Biancofiore conclusiva. A Londra la delegazione dell’Associazione costruttori s’incontrerà con i rappresentanti della Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Trasporti, energia e ambiente, turismo, edilizia residenziale e commerciale, saranno i settori prioritari sotto i riflettori, esaminati alla luce delle opportunità di finanziamento. Si coglierà l’occasione londinese anche per discutere l’andamento del mercato locale delle costruzioni con contractors

del luogo e architetti italiani. “La nostra iniziativa – spiega il Presidente Comitato estero Pmi dell’Ance – avrà un taglio istituzionale e al tempo stesso pragmatico. Abbiamo da tempo messo in atto una strategia finalizzata alla crescita della presenza internazionale delle nostre pmi, con missioni in diversi paesi, particolarmente in un’area dalle grandi prospettive di sviluppo per il comparto, come l’Est Europa. Con la prossima missione vogliamo consentire alle nostre imprese di affinare gli strumenti a loro disposizione, con una migliore comprensione delle diverse modalità di finanziamento assicurate dall’Ue e delle molteplici forme di partnership realizzabili per dare concretezza ai progetti delle pmi. Come sempre, agiamo in un’ottica di sistema. Crediamo che favorire le aggregazioni tra le imprese e il consolidamento di relazioni proficue con realtà istituzionali e intermediari creditizi, a ogni livello, possa permettere al grande patrimonio di creatività e di spirito imprenditoriale dei nostri iscritti di continuare a manifestarsi con successo, proseguendo una crescita estera già in atto, anche per gli effetti della nostra azione”. Gerardo Semioli

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nautica / porto&diporto

Isa Yachts, nuovo 43 metri interamente in alluminio

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SA Yachts ha annunciato la vendita di un nuovo superyacht di 43 metri, la cui costruzione è appena iniziata nel cantiere di Ancona. Il progetto “ISA ALLOY 43”, disegnato da Luca Dini sia per quanto riguarda gli esterni sia per gli interni, è la prima unità di una nuova gamma semi-dislocante in alluminio, votata al lusso e al massimo comfort in crociera e garantirà, al contempo, un assoluto livello di efficienza. Il layout prevede cinque cabine con la suite armatoriale sul ponte principale, mentre un beach club di grandi dimensioni permetterà agli ospiti di stare a stretto contatto con il mare, anche grazie allo specchio di poppa in grado di ruotare all’indietro fino a toccare la superficie dell’acqua. Il progetto “ISA ALLOY 43” sarà motorizzato con due MTU da 2.000 cv, in grado di spingere il superyacht fino

a 20 nodi di massima e garantire una confortevole andatura di crociera a 18 nodi. Riducendo il passo a 12 nodi l’autonomia calcolata supererà facilmente le 3.500 miglia nautiche. La lunghezza di 43 metri e il baglio di 8,10 metri si accompagnano ad un altro dato saliente che è il pescaggio, ridotto a soli 2,3 metri, che permetterà di raggiungere baie marine con fondali di bassa profondità. Giuseppe Palumbo, CEO di ISA Yachts, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di aver iniziato la costruzione di questa nuova unità, la capostipite di una nuova linea ISA che amplia la nostra offerta pur mantenendo gli elementi caratteristici che hanno contraddistinto tutti i 33 modelli consegnati da ISA Yachts fino ad oggi”. “Siamo estremamente soddisfatti di

aver venduto questo nuovo yacht ad un armatore davvero appassionato che ha posseduto già diverse altre barche. Non vediamo l’ora di ammirarlo presto in acqua”, ha aggiunto Francesco Carbone, General Manager di ISA Yachts. Anche Gianpaolo Lapenna, Project & Product Executive Director di ISA Yachts, ha espresso la sua soddisfazione per questo ulteriore successo: “Questo superyacht a carena semidislocante mira al miglior mix tra performance e comfort con un focus particolare sulla riduzione dei rumori e delle vibrazioni richiesta dall’armatore sin dal primo momento”. Attualmente in costruzione presso il Cantiere ISA Yachts di Ancona, il Progetto “ALLOY 43” sarà consegnato al suo armatore nel 2019. Riccardo Russo

agosto/settembre 2017 - 57


nautica / porto&diporto

Presentazione ufficiale 57° Salone Nautico Genova Espositori +8%, imbarcazioni +8% con 80 nuove barche in acqua e 70 brand tra nuovi e importanti ritorni.

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a 57° edizione del Salone Nautico, organizzata a Genova dal 21 al 26 settembre prossimi da UCINA Confindustria Nautica, è stata presentata nei giorni scorsi a Palazzo Tursi alla presenza del Sindaco di Genova, Marco Bucci, del Presidente di UCINA Confindustria Nautica, Carla Demaria, del Presidente di Camera di Commercio, Paolo Odone e del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: un’edizione che promette un grande Salone Nautico e che sarà inaugurato alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, del Vice Ministro dell’Economia e Finanza, Luigi Casero e del Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Il Sindaco di Genova, Marco Bucci, ha dichiarato ad apertura della conferenza stampa ”Per noi di Genova il Salone Nautico è sempre stata la manifestazione più bella dell’anno. Noi vogliamo che che chi viene al Salone abbia anche l’opportunità di vedere una bella città. La ricca offerta di eventi in città vuole dire che Genova ama il

58 - agosto/settembre 2017

Carla Demaria Salone Nautico. Il vento è cambiato, il Salone è un’occasione per far conoscere la città all’esterno e crescere tutti insieme”. In occasione della 57° edizione del Salone, grazie al programma di ‘Genovainblu’, il fuori salone tutto genovese, la città si animerà con aperture straordinarie ed eventi dedicati. Tra le tante iniziative, “Musei a 1 euro”, l’an-

teprima dei Rolli Days e le Giornate Europee del Patrimonio che apriranno le porte delle più sontuose dimore storiche genovesi, mentre il teatro Carlo Felice proporrà uno spettacolo dedicato a Paolo Villaggio e un concerto per violino del Maestro Spivakov. Il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti ha proseguito sottolineando come sia “cresciuta immensamente la fiducia per il futuro della città e della nautica. Sarà un Salone di svolta per Genova che vuol essere capitale del Mediterraneo. Vogliamo che intorno al Salone Nautico si crei un modello di sviluppo economico che viva tutto l’anno”. Paolo Odone, Presidente di Camera di Commercio di Genova ha quindi dichiarato: “L’entusiasmo delle istituzione fa ben sperare. Sarà il Salone della ripartenza.” Il Presidente di UCINA Confindustria Nautica, Carla Demaria, dando il via alla presentazione ufficiale ha sottolineato la novità vera della prossima edizione del Nautico: la sinergia con le Istituzioni: “Le autorità locali hanno


riconosciuto il valore di UCINA come organizzatore del Salone. Questo è il Salone di Confindustria sul quale UCINA lavora tutto l’anno per offrire uno strumento non solo ai soci ma a tutte le aziende del settore. Stiamo vivendo un momento diverso e positivo rispetto agli anni passati e questo anche grazie al mercato la cui ripresa è solida”. Carla Demaria ha quindi dato la parola all’architetto Paolo Brescia, autore, insieme al team dello studio OBR, del progetto “La Piazza del Vento”, nato da una ispirazione di Renzo Piano, come contributo ideale al 57° Salone Nautico e alla città di Genova. “L’intervento, fortemente voluto da Ucina Confindustria Nautica con il supporto delle istituzioni - ha spiegato Paolo Brescia - rappresenta la legacy del Salone alla città: un’installazione nata per un evento temporaneo che diventa un’opera permanente, capace di creare uno spazio pubblico in cui celebrare il rito dell’urbanità sul mare, sancendo in questo modo il legame indissolubile tra il Salone Nautico e Genova”. L’installazione, che i visitatori del Salone Nautico potranno ammirare dal 21 settembre, sarà composta da 57 alberi in legno a rappresentare le edizioni del Salone. La Presidente Demaria ha proseguito il suo intervento sottolineando il grande lavoro di UCINA Confindustria Nautica per la realizzazione della prossima edizione del Salone Nautico i cui numeri confermano senza tema di smentita l’importanza della manifestazione: Gli espositori saranno l’8% in più rispetto allo scorso anno, aumentano del 10% quelli provenienti dall’estero. Le imbarcazioni esposte saranno +8 % e 80 le unità in più esposte in acqua. Motivo di grande soddisfazione, il ritorno o l’esor-

dio di 70 brand. Il Direttore Commerciale del Salone Nautico, Alessandro Campagna, ha ripercorso le principali novità e caratteristiche della 57° edizione del Salone Nautico di Genova. Importanti i numeri che testimoniano dell’entusiasmo e dinamismo del mercato: la vela registra un +3,5%, gli entrobordo un +14% e le imbarcazioni pneumatiche – di cui l’Italia è primo produttore al mondo – un +9%. Rilevante anche l’aumento nel settore degli accessori e componenti che quest’anno saranno l’11,8% in più rispetto al 2016. “Devo ringraziare - ha continuato Campagna - tutti i partner che saranno accanto a noi in questa 57° edizione del Salone Nautico. Ad iniziare da Honda, auto ufficiale della manifestazione, per proseguire con Banca Carige, DHL, Fastweb, Capoferri, Isdin, Subito, Vision Ottica e i partner tecnici Eataly, Compagnia dei Caraibi, Go Pro, GiPlanet”. Grande l’attenzione per lo sport che caratterizzerà tutte le sei giornate di manifestazione. A tal proposito, il Salone rinsalda la sua veste Experience con un format dedicato al mondo degli sport nautici, di grande interesse per gli appassionati del mare. Tra gli eventi che saranno presentati al Salone, la Millevele organizzata dallo Yacht Club Italiano, le regate dei catamarani volanti M32, la Barcolana di Trieste, gli incontri con i protagonisti dell’America’s Cup e delle imprese oceaniche, la premiazione della Barca dell’Anno. UCINA e il Salone Nautico hanno scelto, inoltre, di farsi sostenitori e partner, di alcune iniziative per il sociale tra cui l’evento Underwater realizzato dal WWF, la partenza di Adriatica dal Salone per supportare la Sindrome di Williams, e One Ocean Forum, l’evento dedicato alla sostenibilità

dell’ambiente marino voluto e promosso dallo Yacht Club Costa Smeralda. Si rinnova, inoltre, il sostegno del Salone alla Fondazione Giannina Gaslini. In conclusione, Carla Demaria ha invitato tutti i cittadini genovesi ad accogliere con un sorriso le decine di migliaia di visitatori della 57° edizione del Salone Nautico dedicata all’ing. Carlo Riva. Nel 2016 i visitatori sono stati 127.190, gli espositori oltre 800 e 1.000 le imbarcazioni esposte tra terra e mare con oltre 2.416 prove in mare. Ucina Confindustria Nautica E’ l’Associazione di settore aderente a Confindustria che dal 1967 ha la rappresentanza istituzionale di tutta la filiera della nautica, dalla cantieristica alla componentistica, dai servizi fino al turismo. Con 312 aziende associate rappresenta oltre l’80% delle industria nautica nazionale e il 65% del fatturato totale e opera per la crescita del settore nautico, anche attraverso la proposta legislativa, la raccolta e la diffusione dei dati di settore, la diffusione della cultura del mare e lo sviluppo del turismo nautico. UCINA opera a livello istituzionale come soggetto di confronto con le forze politiche, sociali e di governo e aderisce a Confindustria, Federturismo, Federazione del Mare, Comitato Fiere Industria, Fondazione Edison, Fondazione Sviluppo Sostenibile, condividendone principi e azioni. A livello internazionale, UCINA è presente negli Organi di Governo della Federazione mondiale ed europea, ICOMIA e EBI. In linea con i propri scopi di promozione del settore nautico, UCINA organizza, attraverso la società I Saloni Nautici, il Salone Nautico di Genova, evento leader a livello internazionale e vetrina del Made in Italy. Riccardo Russo

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nautica / porto&diporto

Stabia Main Port, la scelta dei reali mediorientali I

l mega yacht Montkaj di Al Saud della famiglia reale Saudita, il primo ministro Libanese Hariri a bordo del 92 metri Indian Empress, la lunga sosta dello yacht Stargate con la famiglia reale del Qatar tra cui il Primo Ministro Althani. Sono alcuni degli ospiti prestigiosi che hanno caratterizzato l’estate 2017 dello Stabia Main Port, che ha lavorato senza sosta da aprile trasformando la città di Castellammare di Stabia in una passerella di nababbi ai livelli di Montecarlo. “Emozionante è stato l’arrivo del 95 metri Faith - commenta Raffaele Esposito, presidente dello Stabia Main Port - un nuovo gioiello del cantiere Faidship, che ci accompagna dal primo giorno della nostra apertura nel 2015 con la lunga sosta del 101 metri Symphony dell’imprenditore Arnault. Tutto ciò grazie all’agenzia Marittima Luise, che si riconosce leader nel mondo dello yachting per numero di unità e per la clientela prestigiosa che cura da 170 anni”. A rendere vincente dal punto di vista tecnico l’approdo è il grande ingresso e gli spazi ampi di manovra dell’antico Bacino Borbonico, la collocazione al centro della città ma allo stesso tempo la privacy garantita dalle ampie aree di

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passeggiata interne con security h24. “L’obiettivo è stato creare un approdo con spazi interi funzionali - continua Esposito - creando sinergia con gli altri operatori del porto, dal lounge bar all’area parcheggio. Il porto inteso dunque come villaggio custodito e fuori la città, a pochi passi, con i propri servizi”. A dare il benvenuto appena si accede da mare è in effetti un paradiso di montagne con il castello medioevale e edifici colorati, tra cui spicca la sede della Capitaneria di Porto colore rosso porpora. “Ringraziamo il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Pietro Spirito, il Comandante Guglielmo Cassone della Capitaneria di Porto, il dirigente della dogana Antonino Gargiulo, la polizia di frontiera e le varie autorità per averci indirizzato in questo percorso di trasformazione del porto - continua il Presidente di Stabia Main Port - soprattutto dal punto di vista tecnico e per le normative vigenti. E ringraziamo i cittadini di Castellammare che stanno contribuendo e partecipando a questa fase di sviluppo. Ora puntiamo a completare Stabia Main Port, con la creazione di nuovi servizi a terra, per accogliere sempre al meglio la nostra

clientela di lusso”. Intanto la stagione continua nel Golfo di Napoli e grazie agli itinerari e i servizi della Luise Group la Campania si è arricchita si ospiti prestigiosi, turisti abituati al lusso e al massimo del confort, con yacht di proprietà ma soprattutto in charter navigando tra Capri, Napoli, Castellammare di Stabia e la costiera amalfitana. “I dati sono ogni anno sempre più in crescita - illustra Francesco Luise, manager della Luise Group - noi ci impegniamo al massimo come famiglia, da 170 anni e con le nostre 22 sedi nei porti principali di Italia ad offrire un altissimo standard per quanto concerne i servizi concierge e l’accoglienza, dando il massimo per i piccoli yacht e per i gigayacht, perchè per noi le esigenze del cliente hanno sempre la priorità aldilà delle dimensioni dello yacht. E naturalmente investiamo ogni giorno in marketing territoriale, coinvolgendo operatori del settore, società che offrono servizi, ristoratori, albergatori. Una squadra selezionata di professionisti presenti nei luoghi turistici più importanti d’Italia, aree di crociera di questi stupendi panfili”. REDMAR


nautica / porto&diporto

Analisi di Nautica Italiana sulla ripresa del mercato Il bilancio positivo del presidente Tacoli sul futuro del settore. Nel 2017 si può prevedere una crescita del settore del 15%.

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lle soglie del traguardo centrale della stagione estiva, NAUTICA ITALIANA, Associazione affiliata a Fondazione Altagamma, analizza positivamente l’andamento del mercato nautico italiano, prevedendo per il 2017 risultati molto soddisfacenti in termini di esportazione, rapporto domanda-offerta e crescita di charter e grandi yacht lungo le coste nazionali. “La voglia di nautica sta tornando sempre più nel nostro Paese e lungo le nostre coste – dichiara Lamberto Tacoli, presidente di NAUTICA ITALIANA – Dal punto di vista dei dati, per il terzo anno consecutivo si sta vivendo una ripresa del settore, che secondo le nostre stime potrebbe concretizzarsi in una crescita del 15%, un importante segnale dopo la crisi finanziaria iniziata nel 2008 che causò la perdita del 50% di fatturato per il comparto. Anche il mercato interno sta vivendo un buon momento. Le aziende italiane hanno ricominciato a vendere in Italia e continuano a crescere all’estero grazie soprattutto alla qualità del prodotto, che si conferma leader mondiale nel settore dei grandi yacht, degli accessori e in quello della “gommo-nautica”. Un dato rilevante, se si considera che la nostra industria esporta più del 75% della produzione, valore che sale al 90% se si parla di imbarcazioni superiori ai 24 metri di lunghezza.” Il fenomeno del “ripopolamento”

Lamberto Tacoli delle coste italiane, molto frequentate questa estate anche da diportisti stranieri, è sicuramente dovuto a un mix di fattori, tra i quali certamente giocano un ruolo la ripresa del mercato, ma anche i servizi e la portualità turistica. Secondo le stime ogni anno sono circa 7000 le soste solo da parte di Superyacht per una permanenza di media di tre giorni (fonte Federagenti). “Saranno sicuramente i Saloni di settembre e ottobre a dover confermare le tendenze, ma la numerosa e qualificata partecipazione delle aziende nostre associate alle kermesse di Cannes, Genova e Montecarlo, sono un segnale importante per tutto il comparto. In par-

ticolare interpreto l’interesse di grandi marchi a essere presenti a Genova come un buon momento per il mercato interno Italiano” sottolinea Tacoli. “I nostri progetti si sviluppano su diversi piani con l’obiettivo di arrivare a un risultato concreto a vantaggio di tutto il settore. A questo proposito è già partita la macchina organizzativa per l’edizione 2018 del Versilia Yachting Rendezvous che si terrà a Viareggio dal 10 al 13 maggio. Nella scorsa settimana si è costituito un Tavolo di lavoro al quale partecipiamo a fianco dei Fiera Milano, il Distretto Nautico Toscano e i comuni della Versilia, coordinati dal Sindaco di Viareggio” aggiunge il presidente. I segnali che la politica e anche l’opinione pubblica stanno cambiando atteggiamento nei confronti della nautica ci sono, c’è più consapevolezza del valore dell’industria, ma la strada è ancora lunga e c’è ancora tanto margine di miglioramento. “Dal punto di vista legislativo siamo pronti portare il nostro contributo ai Tavoli di concertazione del Ministero Infrastrutture e Trasporti per la revisione del Codice della Nautica, mentre sul fronte della cultura, abbiamo aderito al progetto One Ocean Forum, promosso dallo Yacht Club Costa Smeralda, che mira a sensibilizzare le persone sull’importanza della sostenibilità per salvaguardare il mare e quindi la vita”. conclude infine Lamberto Tacoli. Sandro Minardo

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turismo / porto&diporto

Un portale per la vocazione turistica della Campania L

a vocazione turistica della Campania si legge anche in alcune iniziative di singoli. Una fotografia della crescita in un recente rapporto di Bankitalia, secondo il quale, con un incremento del 12,1 per cento, rispetto al 2016, è aumentata anche la spesa dei turisti, mentre la performance dell’aeroporto di Capodichino ha fatto registrare più dieci per cento rispetto al 2015. Di questi giorni la notizia che una delle maggiori compagnie aeree al mondo ha attivato nuove linee, nove, per tutto l’inverno, tra cui Dublino, Porto, Malta e Cracovia. Turisti in arrivo ma anche turisti in partenza. Tutti numeri e trend confortanti, da cui talvolta, trapela una carenza di servizi. A questo devono avere pensato quando hanno progettato un’applicazione che, già dalle prime ore dal lancio, ha fatto saltare i server gestionali, dal nome facile facile: Itinerari di Napoli. Con centosessantamila utenti unici e oltre 87.000 che si sono registrati fornendo il loro indirizzo mail o il numero di telefono, l’app che spazia dalla cultura al turismo ha fatto registrare numeri impressionanti. Attraverso il portale Itineraridinapoli si ricevono informazioni e assistenza fornita a tutti i turisti, non solo stranieri, che si trovano a Napoli e nella regione. Il sito web e la app sono cresciuti in maniera esponenziale anche grazie a numerosi partenariati stipulati con numerose istituzioni e grazie anche all’appoggio di personaggi particolarmente rappresentativi e prestigiosi. Tra le istituzioni l’Università degli Studi Suor

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Orsola Benincasa, Città della Scienza, Teatro di San Carlo, Teatro Stabile, i musei della città di Napoli e il comune di Napoli che ha offerto il proprio patrocinio. Sostegno e simpatia sono invece arrivati da Carlo Croccolo, Biagio Izzo, Enzo Gragnaniello, Peppino di Capri, Monica Sarnelli. Da non dimenticare poi le ricette, come quella di Michele Placido, che ha voluto dare la “sua” versione della salsa genovese. Personaggi pubblici che hanno espresso il loro gradimento ed entusiasmo per l’iniziativa. Il successo decretato dai numeri, in questo primo anno di attività sfocia così anche in alcune novità, tra le quali l’inaugurazione di altri due portali “itineraridellacampania.it” ed “alberghidinapoli.com” che saranno realizzati per erogare da un lato ulteriori servizi, del tutto gratuiti, a un pubblico più ampio e dall’altro, potenziare un’informazione sempre più orientata a soddisfare le molteplici esigenze manifestate in questi mesi dall’utenza, di cui è stato tracciato un profilo. Il 46% degli utilizzatori è straniero, “anche se rispetto all’inizio delle attività – spiegano dall’agenzia massimilianosacchetto.com - quando l’utente russo ricopriva una percentuale rilevante, oggi quest’ultimo è sceso al 9%, mentre sono aumentati i lettori americani saliti al 42%. Gli italiani seguono Itineraridinapoli prevalentemen-

te dalla Campania con una quota del 45% seguiti dal Lazio con il 16% e dal Veneto con il 14%”. E da settembre 2017 ai contenuti di informazione e all’assistenza virtuale, si affiancano anche servizi reali “on site”. Guide turistiche, in carne e ossa e certificate, accompagneranno gli utenti direttamente nei loro percorsi, alla scoperta della Napoli storica, ma anche dell’arte, del teatro e della musica e del folklore. E a proposito di turismo innovativo a seguito del successo dell’esperienza sviluppata nel mese di luglio, quando abbiamo proposto i nostri tour con la conclusione a teatro, è allo studio una serie di offerte specifiche che vedranno il miglioramento di questo pacchetto. E ancora da settembre non solo Napoli, ma anche il territorio della Campania iniziando dai Campi Flegrei e da Capua, con i contenuti, per questa ultima tradotti anche in lingua russa, grazie alla collaborazione con l’organizzazione Capua Sacra. Una serie di iniziative di ItineraridiNapoli, che si attesta così come uno dei più graditi e utili portali di informazione e orientamento per il turismo, sempre più in crescita a Napoli e in Campania.


turismo / porto&diporto

Turismo: consuntivo estate boom di italiani e stranieri Crescita sopra le attese per arrivi (+4,1%) e presenze (+3,7%). Bene domanda italiana, ma a trainare sono i turisti stranieri

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ra giugno e agosto complessivamente quasi 2 milioni di arrivi e 7,6 milioni di presenze in più, il 16% delle imprese ha assunto per gestire i flussi. Laghi, mare e città d’arte le mete più gettonate. Previsioni positive anche per il prossimo autunno: sarà una ‘piccola estate’ Boom confermato. L’estate 2017 sarà ricordata come una delle più felici, da dieci anni a questa parte, per il turismo italiano. La dimostrazione arriva dai risultati dell’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici, per conto di Confesercenti - Assoturismo, su un campione di 2.350 strutture ricettive: complessivamente, questa estate si è registrato un aumento di oltre 7,6 milioni di pernottamenti (+3,7%) e di oltre 1,9 milioni di arrivi (+4,1%), risultati al di sopra delle nostre stesse attese. Una performance che ha spinto ad assumere: il 15,8% delle imprese intervistate ha infatti dichiarato di aver avuto la necessità di aumentare il numero di addetti e collaboratori, soprattutto nel Nord Est e nel Sud. “Tutti gli indicatori – spiega Vittorio

Messina, Presidente Assoturismo Confesercenti - confermano che il turismo in Italia sta vivendo un momento favorevole: da una parte per l’indiscutibile interesse che la nostra offerta esercita sui mercati internazionali, dall’altra perché continuiamo ad essere agevolati dalle diffuse tensioni geo-politiche che penalizzano la sponda Sud del Mediterraneo. Le previsioni restano positive anche per i prossimi anni, con prospettive di espansione nel medio termine: considerando il valore aggiunto che il turismo già genera per tutta l’economia, è evidente che sia sempre di più il settore su cui puntare per confermare la ripresa dell’Italia. La politica deve dare attenzione al comparto, massimizzando i risultati ottenuti dagli imprenditori e cercando di renderli strutturali. Da questo punto di vista è fondamentale sostenere le imprese del turismo che investono, in primo luogo nella tecnologia ma non solo, con sgravi specifici per il settore. Ma anche favorendo la modernizzazione delle infrastrutture di trasporto nazionali”.

Italiani e stranieri Durante l’estate si è registrato un ritorno alla crescita della domanda italiana, che con 24 milioni di arrivi (+2,4%) e 112 milioni di presenze (+2,2%) sembra per la prima volta segnare una netta ripresa dopo anni di difficoltà. Ma a trainare l’estate del boom è stata soprattutto l’impennata di arrivi di turisti dall’estero: nel corso del trimestre estivo si stimano 23,7 milioni di arrivi internazionali (+5,8% sul 2016), per un totale di 95,5 milioni di pernottamenti (+5,5%). Rispetto all’estate 2016 si registra una forte crescita dei flussi stranieri, non solo nelle principali città d’arte e sulle aree costiere, ma in tutto il bel Paese. Nel trimestre la componente estera ha rappresentato il 46% del mercato turistico. Tra i mercati in sensibile aumento si segnala soprattutto quello tedesco, seguito da quello svizzero, olandese, belga, francese e dei Paesi dell’Est. Solo in leggero aumento le provenienze dall’Austria, Spagna, Gran Bretagna, Cina e Brasile, mentre sostanzialmente stabili i mercati scandinavi, statunitensi, russi, canadesi e

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indiani. Sistemazioni e mete Complessivamente, dai risultati dell’indagine emerge un trend di aumento per tutte le diverse tipologie di imprese ricettive. In particolare, nel trimestre estivo il comparto alberghiero ha segnato il +3,5% (+2,3% di italiani e +4,9% di stranieri). L’aumento registrato nelle strutture dell’extralberghiero è del +3,9% (+2,5% di italiani e +5,6% di stranieri). Con riferimento alle macro aree regionali, il Nord Est segna il risultato migliore (+4,7%) grazie all’aumento considerevole della domanda straniera (+6,6%) e alla crescita di quella italiana (+2,8%). L’incremento delle presenze nel Nord Ovest è stimato al +3,9% (+5,6 gli stranieri e +2% gli italiani). +4% di pernottamenti nelle aree del Sud e delle Isole, con il +5,7% di stranieri e +3,3% di italiani. Andamenti differenziati sono stati registrati nelle regioni del Centro Italia (+1,2%), dove continuano le difficolta per molte aree dell’Abruzzo, dell’Umbria e del Lazio. Risultati positivi, ma abbastanza differenziati anche per le diverse tipologie di prodotti. Località marine: i primi segnali di ri-

presa sono stati registrati già nel mese di giugno e sono proseguiti fino alla fine del mese di agosto. L’offerta balneare nel complesso segna il +3,5%, con il +2,2% di italiani e una crescita significativa del mercato straniero (+5,9%). Località lacuali: si stima un aumento dei pernottamenti pari al +4,4%, con il +4,8% di stranieri e +2,4% di italiani. Località termali: la stima del trimestre si attesta al -0,8%, con un calo significativo degli stranieri (-1,1%) e una lieve flessione degli italiani (-0,6%). Certo i risultati non sono soddisfacenti, ma contrariamente alle previsioni molte imprese del settore sono riuscite a contenere la flessione del periodo. Località montane: sicuramente favorita dalle condizioni meteo, in termini di presenze si stima un aumento del +3,6%, grazie al buon andamento della domanda italiana (+2,2%) e straniera (+6,7%). Località campagna/collina: +2,6% l’incremento stimato, con una leggera flessione degli italiani (-0,3%) e una sensibile crescita del mercato estero (+4,2%). Località di interesse storico e artistico: aumento stimato delle presenze al

+3,5%, con un ulteriore rafforzamento degli stranieri (+4,7%) e un incremento degli italiani (+1,2%). Previsioni per settembre Considerando le prenotazioni già pervenute, le previsioni per il mese di settembre da parte degli operatori risultano più prudenti, tuttavia sempre orientate verso un ulteriore incremento delle presenze. Sensazioni positive sono state espresse dal 22,2% degli operatori, contro il 21,3% di indicazioni negative e il 44,6% di stabilità; l’11,9% non ha risposto o non è stato in grado di fornire una valutazione. La stima delle variazioni attese per il mese di settembre indica una crescita dei flussi dell’1,0%: una piccola estate. La domanda è stimata in crescita in tutte le aree, con la sola eccezione del Nord Est (-0,2%). Le previsioni sono positive sia per le strutture alberghiere (+1,2%) sia per quelle complementari (+0,6%). I prodotti attesi in crescita riguardano soprattutto le località d’arte, lacuali e soprattutto di “altro interesse”, al contrario si prevede un ulteriore calo per le località montane e ancora una volta per quelle termali. Stefania Vergani

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