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Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO XlI - N. 8 Agosto 2016 - Costo singola copia € 10,00

PORTO diporto &

IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ

Canale di Panama quali prospettive?


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5 Shipyards with14 Dry Docks 5 Shipyards with14 Dry Docks Good maritime strategic locations 5 Shipyards with14 Dry Docks Good maritime strategic locations Up to maritime VLCC DDstrategic Size Good locations Up to VLCC DD Size Operating 24/7 Up to VLCC DD Size Operating 24/7 47 years of maritime experience Operating 24/7 47 years of maritime experience An Hub experience 47 Engineering years of maritime An Engineering Hub Over 2 Kms of repairing Berth An Engineering Hub Over 2 Kms of repairing Berth Adequate draft and easy Berth access from Over 2 Kms of repairing Adequate draft and easy access from open seasdraft and easy access from Adequate open seas Achieved open seasCredibility on Safety and on Achieved Credibility on Safety and on honouring deadlines on Safety and on Achieved Credibility honouring deadlines honouring deadlines Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean Specialist in Ship Repair since 1967 in the heart of the Mediterranean

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sommario

Anno XII - N° 8 - Agosto 2016 Direttore responsabile Antonio De Cesare Direttore editoriale Maurizio De Cesare Hanno collaborato a questo numero: Massimo Bernardo - Donato Caiulo Michele Conte - Cosimo Brudetti Giovanni Grande - Alberto Medina Italo Merciati - Stefano Meroggi Sandro Minardo - Riccardo Russo Francesco S. Salieri - Carolina Sinnopoli Stefania Vergani Amministrazione e abbonamenti amministrazione@portoediporto.it abbonamenti@portoediporto.it Costo abbonamento Italia € 110, estero € 220 CCP n. 81627671 - AM editori srl Via Diaz, 54 - 80055 Portici (Napoli) Pubblicità e marketing marketing@portoediporto.it Listini e specifiche tecniche www.portoediporto.it Progetto e realizzazione grafica Paola Martino Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&diporto è proprietà di AM editori srl info@ameditori.it redazione@portoediporto.it www.portoediporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 17 del 15 febbraio 2006 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.

IN ESCLUSIVA Interventi di: Massimo Bernardo, Michele Conte, Donato Caiulo SHIPPING 4 - I vantaggi di Panama nel confronto con Suez 6 - Nuovo servizio intermodale tra Venezia e Lubecca 7 - Salerno, dal Terminal Sct imbarcati i treni per Lima CROCIERE 8 - L’esclusiva spiaggia-oasi sull’isola di Sir Bani Yas CANTIERISTICA 10 - Palumbo Group: via libera per il cantiere Isa Yachts 12 - Cantiere Navale Vittoria sicurezza nel Mediterraneo 14 - Accordo tra Costa Crociere e San Giorgio del Porto 16 - Fincantieri consegna prime due navi OPV al Bangladesh INFRASTRUTTURE 17 - Napoli, si completa il piano opere del Grande Progetto 18 - Porto di Salerno apre il Varco Trapezio 20 - Gioia Tauro, via libera al Gateway ferroviario 22 - “Mutatis mutandis”? nuove nomine, vecchi problemi 24 - AP di Civitavecchia traffici 1° semestre 2016

25 - Trieste, tutti i traffici portuali in aumento TRASPORTI 26 - Trasporto merci in crescita nel primo semestre 2016 30 - Confetra Nord Est: sostegno al sistema offshore/onshore ECONOMIA 32 - Un terzo degli italiani ha rate mensili per 362 € PROPELLER 34 - Le vocazioni territoriali per la portualità pugliese AZIENDE 36 - Stoccaggio energia joint per sistemi ibridi 38 - Mobilità elettrica, Unit-E per guidare a emissioni zero 40 - A Roncadin il riconoscimento Cerved “Company to watch” RICERCHE 42 - Il Mezzogiorno ha potenziale di crescita enorme NAUTICA 45 - Les jeux sont faits? 47 - A Marina d’Arechi è l’estate dei grandi yacht 48 - Marina Cala de’ Medici fa il pieno di ospiti


shipping / porto&diporto

I vantaggi di Panama nel confronto con Suez

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mpatto diretto sulle economie di scala dei vettori navali, aumento globale dei volumi di merce trasportata del 15% al 2020, trasformazione di Panama da punto di transito in hub logistico. Sono solo alcune delle conseguenze messe in evidenza dall’ultimo paper realizzato dall’Osservatorio sulla Maritime Economy di SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno “Gli effetti dell’allargamento del Canale di Panama sui traffici marittimi”. Frutto di una missione scientifica condotta in loco lo scorso aprile, la ricerca punta a evidenziare le prospettive e le ricadute economiche che l’opera inaugurata il 26 giugno con il primo transito della portacontainer di Cosco “Andronikos” (9.400 Teu) avrà sul settore dei trasporti e della logistica a livello regionale e mondiale. “Dall’America settentrionale, all’America latina, all’Europa all’Asia difatti improvvisamente molte nazioni vedranno aprirsi rotte navali alternative per accedere ai mercati di sbocco”. Con 144 rotte che collegano 1.700 porti e 160 paesi il passaggio attraver-

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so il Canale di Panama ha visto transitare fino ad ora tra il 3% e il 4% del commercio mondiale di merci. Nel 2015 229,1 milioni di tonnellate complessive di cui 137,3 milioni (pari a circa il 60%) nella direzione Atlantico – Pacifico e 91,3 milioni (pari a circa il 40%) nella direzione inversa. “La costa Est degli Stati Uniti appare il principale bacino di riferimento dei traffici che si muovono attraverso Panama da cui originano il 60% del totale. Panama è quindi un importante punto di riferimento degli USA. Inoltre, la maggior parte del traffico che attraversa il Canale si muove tra l’Asia e la costa orientale dell’America del Nord. Appare dunque evidente dai dati il ruolo di crocevia dei traffici tra l’Est e l’Ovest del continente americano così come il crescente affermarsi del Sud e del Centro America”. Un ruolo che dovrebbe consolidarsi e differenziarsi con la possibilità di garantire il passaggio non solo a navi più grandi (entro il 2019 oltre il 95% delle portacontainer, con un limite fino a 14mila Teu) ma anche a nuove tipo-

logie di unità, in particolare LNG (Liquified Natural Gas) e LPG (Liquified Petroleum Gas). Secondo previsioni della Panama Canal Authority le esportazioni dal Perù che attualmente si dirigono in Europa via Capo Horn passeranno nel breve termine attraverso la rotta panamense, così come le spedizioni dal Golfo del Messico e Trinidad per il Cile. “Dal Messico attraverso il Canale di Panama verso l’America Centrale, il Sud America, e più recentemente verso l’Asia – sottolinea il paper – si stanno intensificando i traffici di prodotti petroliferi. Il traffico del GPL è più che raddoppiato nel Canale negli ultimi tre anni, e questo accade principalmente a causa della crescente domanda di nafta e prodotti chimici da parte della Cina. Se la stessa Cina continuerà a sviluppare domanda, come si stima, si assisterà ad un incremento di domanda di GNL, così come di GPL, e conseguentemente un aumento dei transiti delle navi che trasportano tali prodotti attraverso le nuove chiuse panamensi”.


Quattro sostanzialmente le macro aree maggiormente coinvolte dall’espansione del Canale: l’Asia (principalmente Cina, Taiwan, Giappone) con un incremento potenziale dei traffici del 4,3% all’anno; il Sud America (Cile, Colombia, Equador, Venezuela e Perù) con il 4%; l’America Centrale (Guatemala, Messico, Panama e Trinidad) con il 3,7% e il Nord America (Usa e Canada) con il 3,5%. Più a distanza l’Europa (Belgio, Olanda, Italia, Spagna e Regno Unito) con un incremento medio del 2,2%. Un potenziale di sviluppo che sta già sortendo conseguenze infrastrutturali a livello regionale. “Tra il 2009 ed il 2014 il governo federale Usa ha allocato risorse per 320 milioni di dollari per progetti infrastrutturali lungo le East & Gulf Coasts”. Le stesse autorità panamensi sono impegnate nella realizzazione di vari servizi a valore aggiunto (un nuovo porto di transhipment sul lato del Pacifico, un terminal ro-ro, parchi industriali) che, con l’adeguamento delle banchine dei terminal esistenti, candidano il pae-

se a parco logistico del Pacifico. Un obiettivo ambizioso su cui la missione scientifica di SRM si è confrontata con rappresentanti istituzionali e operatori. “Dagli incontri è emerso che tre dei maggiori terminal container della Repubblica centroamericana, Manzanillo (Manzanillo International Terminal), i terminal di Panama Ports Company a Balboa e Cristobal e il PSA a Balboa, sono già attrezzati per ricevere le navi da 13.000 Teu, in termini di skill, infrastrutture ed equipment, e continuano ad investire nel potenziamento portuale. In particolare il terminal PSA, in forza di una concessione quarantennale, sta effettuando un investimento di 451 milioni di dollari che porterà, entro il 2017, la capacità del terminal dagli attuali 450.000 ad 1 milione di Teu e la possibilità di ospitare in banchina navi fino a 20.000 Teu. Ciò proprio in previsione dell’incremento di attività che si aspetta sarà connessa all’ampliamento del Canale”. Al centro della strategia di valorizzazione dell’opera emergono anche gli

sforzi per l’adeguamento del personale (corsi di formazione per i piloti), il miglioramento del network complessivo di servizi per il cargo, l’utilizzazione dei collegamenti ferroviari che mettono in collegamento le due sponde oceaniche. Come pure le enormi prospettive di crescita per business come il bunkering che attualmente vale tra i 2 e i 2,5 miliardi di dollari l’anno e copre solo 1/3 delle navi che attraversano il Canale. “Il costo del bunkering è dato dalla somma delle tariffe per le chiatte e del costo del carburante. L’obiettivo da porsi è quello di cominciare a fare bunkering off shore, fuori dall’area di ancoraggio. Sul Pacifico sono stati realizzati investimenti di aziende private per la realizzazione di bunker facilities, di prossima apertura, finalizzate proprio ad offrire servizi alle grandi navi che attraverseranno il Canale”. Essenziale per attirare i grandi player mondiali anche la questione dei costi di attraversamento, uno dei fattori che potrebbero mettere in relativa competizione Panama e Suez. La PCA ha approvato recentemente un nuovo piano pedaggi che prevede un inedito programma di fidelizzazione per il segmento container. In pratica, tariffe agevolate una volta raggiunto un certo livello del volume trasportato. Insieme ad altri aspetti (free zone, possibilità di incrociare hub di attracco, valorizzazione delle economie di scala) determinerà la scelta delle rotte, indipendentemente dalla distanza. Su questi fattori il paper di SRM presenta un’interessante simulazione in termini di costo per una nave da 12mila Teu. “Panama presenta un vantaggio comparato rispetto a Suez sia sulla rotta Shanghai-New York dove il costo a transito per Teu è di 821,9 dollari contro gli 830,4 dollari di Suez, sia sulla rotta Hong Kong-New York dove il costo del viaggio per Teu è pari a 829,4 dollari contro gli 855,1 di Suez. Anche sulla rotta Rotterdam – Callao (Perù) Panama presenta un vantaggio competitivo considerevole con un costo di viaggio per Teu pari a 533,3 dollari; vantaggio competitivo che si conserva anche rispetto a Capo Horn (621,4 dollari) rispetto a cui mantiene una distanza di 9 giorni in termini di percorrenza”. In conclusione, “la possibilità di accogliere navi più grandi permetterà a Panama di inserirsi in una fascia di mercato che precedentemente le era impedita che è quella tra le 4.500 Teu e le navi più grandi (13.000/14.000). Di competere, cioè, in un mercato che prima le era impedito con un lieve vantaggio in termini di percorrenza e costi. Ne consegue che la competitività tra Panama e Suez continuerà e sarà relativa alle tariffe offerte ma anche ai servizi annessi”. Giovanni Grande

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shipping / porto&diporto

Nuovo servizio intermodale tra Venezia e Lubecca

Collega Italia e Grecia con Scandinavia, Paesi Baltici e Russia Siglato un accordo per rafforzare il Corridoio SCAN-MED

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Autorità Portuale di Venezia, il Lübecker Hafen - Gesellschaft (l’Autorità Portuale di Lubecca, Germania) ed il Gruppo Grimaldi hanno recentemente siglato un accordo per la creazione di un collegamento intermodale (nave + ferrovia + nave) tra i Porti di Venezia e Lubecca per collegare il Mar Adriatico e il Mar Baltico (Scandinavia, Finlandia e Russia) con Italia e Grecia. Obiettivo comune delle parti coinvolte nell’accordo è arrivare a un collegamento integrato che, attraverso partenze treno giornaliere in andata e ritorno, possa servire i numerosi traffici traghetto nei due porti. Le merci – che viaggiano lungo le Autostrade del Mare sulla rotta Patrasso (Grecia) - Venezia tramite il collegamento ro/ro trisettimanale messo in opera da Grimaldi – verranno infatti caricate su treno dirette – via Brennero – al porto di Lubecca per poi ripartire alla volta dei paesi scandinavi, baltici e della Russia. Il Porto di Lubecca, è infatti il 4° scalo europeo per i traffici ro/ro con 4 terminal, 18 accosti dedicati a questo particolare traffico e oltre 21milioni di tonnellate di merce movimentata da e per il Nord Europa (l’equivalente di 700.000 trailer) ogni anno. La sua posizione geografica – Lubecca è il Porto più a Sud-Ovest del Mar Baltico – assieme all’altissimo know how nel campo del traffico intermodale – rendono lo scalo tedesco uno fra i partner ideali nel Mar Baltico per questo tipo di traffici. La soluzione sfrutta anche il fatto che Venezia è il porto italiano più vicino e funzionale alle merci che passano via Brennero e che, unitamente ai collegamenti esistenti lungo tutto il Corridoio Scandinavo - Mediterraneo, consente alle merci europee di giungere velocemente in Scandinavia e Paesi Baltici, fino alla Russia. E fra tutti i vantaggi che ciascun partner dell’accordo può portare all’iniziativa, vi sono i collegamenti marittimi assicurati ad oggi dal Gruppo Grimaldi, che tramite la controllata Finnlines, leader nei trasporti ro/ro e ro/pax nel Mar Baltico e del Nord, prevedono 38 par-

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Da sinistra: Sebastian Jurgens (LHB), Eugenio Grimaldi (Gruppo Grimaldi), Martino Conticelli (Autorità Portuale di Venezia) alla sigla dell’accordo. tenze a settimana da/per Lubecca da/ per la Svezia, 17 da/per la Finlandia e due da/per la Russia. Il nuovo ponte ferroviario tra Venezia e Lubecca, operato tra gli altri dall’operatore ECL European Cargo Logistics, prevede dai 2 ai 6 treni a settimana ciascuno da 30 container o trailer che copriranno in sole 26/30 ore i 1.362 chilometri che separano Venezia dal porto tedesco. Un ulteriore servizio “green” e veloce che si aggiunge a quelli già attivati a novembre scorso tra Venezia e Francoforte (sempre via Brennero) e da giugno verso il porto di Rostock. Si tratta di servizi di successo che, in breve tempo sono già stati raddoppiati, e che consentono di portare sul mercato tedesco, e oltre, le merci provenienti via mare in soli tre giorni e viceversa. Il Porto di Venezia continua così la sua “cura del ferro” che fa segnare numeri da record, +39,7% nei primi 6 mesi del 2016, un risultato raggiunto grazie ai lavori di infrastrutturazione realizzati dall’Autorità Portuale in questi anni (ampliamento del terminal ferroviario di Marghera e raddoppio del binario via dell’Elettronica a sostegno del Terminal Autostrade del Mare). Ulteriori sviluppi del trasporto ferroviario conseguiranno dagli altri investimenti in corso di realizzazione e relativi

all’elettrificazione del secondo binario in entrata alla stazione di Venezia-Mestre; alla realizzazione di un nuovo collegamento diretto fra Fusina e la linea Venezia-Milano, per bypassare il nodo di Mestre e ad un parco ferroviario a servizio del nuovo terminal container e del Distripark che sorgeranno nell’area ex-Montefibre. A partire dagli oltre 200 km di rete ferroviaria interna di cui è dotato il Porto di Venezia oltre a un proprio scalo merci (Marghera Scalo), questi sviluppi ferroviari a supporto dei traffici portuali consentiranno allo scalo lagunare di espandere la propria “catchment area”, raggiungendo i mercati quindi più lontani, rispetto a quelli ricchi serviti già via camion nel raggio di 150 chilometri. Ma anche il Porto di Lubecca sta continuando a investire su servizi e infrastrutture volti a migliorare le opportunità di mercato sul versante del traffico intermodale e a supporto dello sviluppo del corridoio Scandinavo - Mediterraneo: l’alta qualità dei servizi e la certezza dei tempi, rappresentano asset lungo i quali si svilupperà la maggior parte dei traffici della catena logistica tra Nord e Sud Europa nell’interesse dei flussi di traffico trans-europei. Stefania Vergani


shipping / porto&diporto

Salerno, dal Terminal Sct imbarcati i treni per Lima

Effettuato con successo il primo imbarco inaugurale delle carrozze della linea 2 della metropolitana di Lima (Perù)

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anno preso il via nella mattinata di martedì 16 agosto scorso dal Terminal Sct SpA nel porto di Salerno le operazioni di imbarco dei treni della nuova metropolitana di Lima. La commessa - della durata di quattro anni - acquisita da Sct SpA è il frutto dell’accordo con “Ricolfi & C. SpA” (storica casa di spedizioni internazionali fondata nel 1972) - capofila dell’Ati vincitrice del bando di gara dell’azienda produttrice dei treni “Hitachi Rail Italy” - Reggio Calabria (ex Ansaldo Breda) - e con la compagnia di navigazione Hapag Lloyd, tra i big player mondiali nei trasporti marittimi e nella logistica internazionale. Con cadenza mensile saranno imbarcati presso il Terminal di Sct SpA nel porto di Salerno 42 nuovi treni completi, ciascuno composto da sei carrozze. La nuova linea della metropolitana si articola in 27 chilometri che collegano la zona costiera della capitale peruviana con il proprio hinterland all’interno. Ogni treno è composto da sei carrozze lunghe circa 18 metri ciascuna con un peso di 35 tonnellate: 252 carrozze,

4,5 chilometri lineari di carico, per circa 10.000 tonnellate di altissima tecnologia. Le gru di Sct SpA imbarcheranno i treni completi su tre navi full container di Hapag Lloyd (“Hansa Oldenburg”, Cerinthus” e “Cnp Paita”) che trasporteranno i convogli, lungo una rotta marittima particolarmente impegnativa, che prevede - da Salerno - la prima fase della navigazione nel Mediterraneo con il passaggio nello Stretto di Gibilterra; la traversata dell’intero Oceano Atlantico; l’attraversamento del nuovo Canale di Panama e la prosecuzione nell’Oceano Pacifico: dall’emisfero settentrionale all’emisfero meridionale, per giungere dopo 29 giorni nel porto di Callao, nei pressi di Lima; il ciclo completo del servizio durerà 70 giorni. La consegna dei treni terminerà a febbraio 2019, assicurando al porto di Salerno ed alla Sct SpA un lavoro della durata di quattro anni. La Linea rientra tra i 4 servizi marittimi settimanali che Hapag Lloyd offre alla sua clientela per i collegamenti – tramite il porto di Salerno - tra il Sud Italia ed i maggiori mercati del mondo: Canada, Estremo Oriente, Australia, India, Sud America,

USA e Centro America, Nord Europa, Mediterraneo Orientale ed Occidentale, Medio Oriente, Africa. Il presidente di Sct SpA Agostino Gallozzi ha così commentato: “La commessa acquisita dal nostro Gruppo non ha soltanto un importante valore commerciale, ma, soprattutto, configura un prestigioso riconoscimento per il porto di Salerno in termini di professionalità e competitività a livello internazionale. Un riconoscimento che ci stimola a fare sempre meglio e a continuare ad investire convintamente nello scalo della nostra città. Va sottolineata - aggiunge il Presidente Gallozzi – la soddisfazione per essere parte di un progetto che conferma la qualità delle produzioni Made in Italy nel mondo anche in comparti diversi da quelli tradizionali come la moda o l’agro-alimentare. La realizzazione dei treni destinati alla metropolitana di Lima rinsaldano l’immagine di un Paese manifatturiero che esprime le migliori competenze del saper fare ed è capace di continuare ad essere un riferimento di primissimo piano anche per i migliori competitor internazionali”. RedMar

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crociere / porto&diporto

L’esclusiva spiaggia-oasi sull’isola di Sir Bani Yas La nuova tappa arricchisce ulteriormente gli itinerari invernali di MSC Fantasia negli Emirati

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SC ha annunciato nei giorni scorsi i primi dettagli su una nuova esclusiva destinazione, la spiaggia-oasi sull’isola di Sir Bani Yas, che va ad arricchire ulteriormente gli itinerari della stagione invernale 2016/2017 negli Emirati. Si tratta di una lingua di terra lunga 2,4 chilometri sull’isola-riserva naturale che si trova poco al largo della costa sudoccidentale di Abu Dhabi, trasformata in spiaggia-oasi riservata ai crocieristi della Compagnia che vi troveranno quell’esclusività e ricchezza d’offerta che sono il tratto distintivo dell’esperienza di crociera MSC. Da dicembre 2016 i crocieristi a bordo di MSC Fantasia potranno vivere un’esperienza unica e trascorrere un’intera giornata durante la tappa in questo paradiso tropicale. “Lo scorso anno abbiamo annunciato la nuova Riserva Marina Ocean Cay di MSC alle Bahamas - ha commentato Gianni Onorato, Chief Executive Officer di MSC Cruises - Oggi diamo un’ulteriore dimostrazione del nostro impegno ad arricchire i nostri itinerari e offrire ai nostri crocieristi esperienze uniche di scoperta di nuove culture e bellezze. Questa nuova ed esclusiva esperienza di spiaggia-oasi riflette i nostri valori fondanti, cioè la volontà di offrire ai nostri crocieristi un servizio d’eccellenza, il meglio dell’intrattenimento e una scelta gastronomica sempre fresca

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e della massima qualità”. Da oltre due anni MSC Crociere lavora assieme all’Autorità Portuale di Abu Dhabi per predisporre in maniera perfetta questa nuova destinazione. La spiaggia-oasi tropicale si trova su un’isoletta collegata all’isola principale da una bella passerella di legno che riserva ai crocieristi MSC accesso esclusivo a una spiaggia incontaminata punteggiata da centinaia di palme, cabanas coperte e oltre 2.000 lettini prendisole su 36.000 metri quadrati di spiagge di sabbia fine e dorata. In perfetto stile MSC, sull’isola i crocieristi avranno a disposizione una scelta di cibi freschi e genuini, assaggi con le specialità sia locali che internazionali preparate sul posto. Gli ospiti potranno gustare tra gli altri anche snack e piatti leggeri preparati al barbecue a lato della spiaggia e assaporare cocktail esotici in uno dei sei bar sulla spiaggia. I servizi ristorazione e bevande disponibili a bordo, quali ad esempio il pacchetto bevande “Allegrissimo”, valgono anche sull’isola garantendo assoluta continuità fra la nave e l’isola nell’esperienza offerta ai crocieristi. Chi invece è più orientato all’avventura potrà prenotare escursioni in fuoristrada o su robuste mountain bike lungo le piste naturali dell’isola principale. L’isola è una delle maggiori riserve naturali della regione, frutto di decenni di investimenti e intense attività di tutela

del patrimonio naturale e dell’ecosistema per ripristinare e mantenere la biodiversità. Grazie a quest’opera di salvaguardia, il parco naturale Arabian Wildlife Park sull’isola principale oggi ospita oltre 13.000 esemplari di animali autoctoni e in pericolo di estinzione e milioni di alberi e piante. MSC Crociere ha lavorato in stretta collaborazione con le Autorità Portuali di Abu Dhabi e gli ecologisti per sviluppare un’isolaoasi per i propri crocieristi che fosse allineata al più ampio progetto che riguarda l’isola e all’opera continua di tutela dell’ambiente naturale. La spiaggia-oasi MSC Crociere darà accesso diretto alla riserva naturale con una proposta di escursioni riservata ai crocieristi per dar loro modo di godere della bellezza unica dell’ambiente naturale del luogo. L’offerta comprende un tour a cavallo, un safari naturale attraverso la riserva oltre a un tour attorno all’isola a bordo di un dhow, caratteristica barca a vela araba, che daranno l’opportunità ai crocieristi di ammirare giraffe, iene e ghepardi nel loro habitat naturale. Inoltre i crocieristi interessati alla storia e alla cultura possono anche partecipare al tour esclusivo degli scavi archeologici in corso sull’isola e ammirare le rovine di un monastero paleocristiano del VI secolo d.C. Cosimo Brudetti


Salerno

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cantieristica / porto&diporto

Palumbo Group: via libera per il cantiere Isa Yachts I

l Comitato Portuale di Ancona ha approvato la richiesta di concessione demaniale trentennale di Palumbo Group che subentra nella gestione del cantiere ISA Yachts. Palumbo Group S.p.A., dopo aver già ottenuto – il 30 giugno scorso – l’autorizzazione da parte del Tribunale di Ancona della cessione dell’azienda, vede anche approvata dal Comitato Portuale di Ancona la richiesta di concessione di 30 anni avanzata dalla Palumbo Group per l’area attualmente in concessione della Isa Group Srl. In particolare, lunedì 1 agosto alle ore 16.00, ha avuto luogo il passaggio effettivo in sede notarile da Isa Yachts – che resterà sempre attivo come brand di quel sito produttivo – a Palumbo Group. Si aprono quindi definitivamente le porte al trasferimento dell’azienda per dare inizio a tutte le attività produttive e collaterali del sito. La premessa sostanziale dell’acquisizione della Isa Yachts da parte di Palumbo Group S.p.A. è il mantenimento della produzione degli yachts, all’interno di un quadro che vede in Ancona e nelle Marche un polo di eccellenza nautica da sostenere ed espandere. Palumbo inizia la sua attività nel 1967 come piccola carpenteria di supporto al mercato locale di riparazione navale. Ora la società è un gruppo con quattro diverse divisioni e cinque sedi (a cui si aggiunge un

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ufficio commerciale affiliato a Monaco) e rappresenta il maggiore centro nel Mediterraneo per la manutenzione e refitting navale, con un sistema di infrastrutture in continua espansione. Il gruppo ha costruito e consolidato la sua reputazione negli ultimi 50 anni grazie a un team di professionisti che avevano un obiettivo comune molto preciso: supportare i clienti attraverso un’ampia gamma di servizi espletati con estrema puntualità: vendita e assistenza postvendita con una rete di infrastrutture – Palumbo Superyachts – nel cuore del Mar Mediterraneo (Napoli, Messina, Malta, Marsiglia). Attualmente PSY vanta un incredibile portafoglio clienti e collabora con i protagonisti del panorama nautico. In aggiunta a queste due divisioni, Palumbo Group S.p.A. opera nel settore della costruzione navi per trivellazioni off-shore nonché nel settore del noleggio di gru. Palumbo Group ha recentemente annunciato l’acquisizione del suo quinto cantiere con base a Tenerife (Isole Canarie, Spagna) che rappresenta un’importante mossa per rinforzare la presenza di Palumbo Superyachts al di fuori dal bacino del Mediterraneo. L’attività di Palumbo Messina e Palumbo Napoli è focalizzata sulla riparazione, costruzione, modifica, riconversione e manutenzione di tutti i tipi di navi e linee di crociera. In aggiunta alla Palumbo Super-

yachts, il gruppo costruisce anche la propria gamma di superyacht sotto il brand di Columbus Yachts, con produzione localizzata nel cantiere di Napoli. Le diverse linee, tutte personalizzabili secondo le esigenze della clientela, uniscono 50 anni di tradizione nella costruzione di navi con una produzione orientata all’utilizzo delle tecnologie più


avanzate, grazie al supporto del suo efficiente team interno di ingegneri e alle collaborazioni con le più importanti società internazionali di design come Hydrotech, Marco Casali e Vafiadis. Le unità in acciaio e alluminio sono disponibili in quattro diverse linee: Liberty (da 26 a 38m), Berlinetta (da 33 a 50m), Oceanic Classic&Explorer (da

50 a 80m) e – forse la più sorprendente e premiata – la Sport Hybrid. Columbus Yachts, che vanta già quattro yacht in acqua (un 40m nel 2014 e un 54m nel 2011), nel 2015 ha varato due nuove unità: il 40m Sport Hybrid – M/Y DIVINE – e il 57m Classic – M/Y TAIBA. Le società del gruppo sono certificate ISO 9001 dal 1998, ISO 14000 dal

2005 e sono state dichiarate conformi al modello organizzativo e di gestione OHSAS 18001. Nel Novembre 2014, la filiale maltese del gruppo, ha ottenuto dal GTT (Gaztransport & Technigaz), la certificazione per la manutenzione e riparazione di metaniere, specializzate nel trasporto di gas naturale liquefatto. Sandro Minardo


cantieristica / porto&diporto

Cantiere Navale Vittoria sicurezza nel Mediterraneo Consegnata alla Tunisia nave scuola per sommozzatori Presentato il nuovo Interceptor 43’

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l Cantiere Navale Vittoria ha consegnato al governo tunisino la nave scuola Zarzis A710, un’imbarcazione di supporto alle immersioni subacquee e alle operazioni di sicurezza negli spazi aeromarittimi commissionata dal Ministero della Difesa tunisino nell’ambito degli accordi di cooperazione internazionale tra l’Italia e la Tunisia siglati nella primavera del 2015. La nave, che rientra nella categoria Diving Support Vessel, verrà impiegata dalle autorità tunisine per concorrere alle operazioni di stabilizzazione e pacificazione dell’Africa settentrionale e dell’area mediterranea. In particolare, l’imbarcazione servirà alle attività di formazione e addestramento dei sommozzatori del centro di formazione subacquea di Zarzis. La cerimonia ufficiale di consegna si è svolta al porto di Albarella (Rovigo) alla presenza dell’ammiraglio Abderraouf Atallah, capo di Stato maggiore della Marina tunisina, e del contrammiraglio Marcello Bernard, in rappresentanza

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dello Stato maggiore della Marina italiana, e del contrammiraglio Giuseppe Abbamonte, capo del III Reparto Navarm-Ministero della Difesa. Ad accogliere le autorità Luigi Duò, presidente del Cantiere Navale Vittoria. Il Cantiere Navale Vittoria di Adria, tra i principali costruttori italiani di navi professionali di medio-grandi dimensioni, ha realizzato la nave scuola in soli sette mesi. La “Zarzis A710” è una monocarena lunga 36 metri, può ospitare un equipaggio di 12 persone, più 18 sommozzatori, e raggiungere una velocità massima di 17 nodi (32 km/h) e una velocità di crociera di 12 nodi. L’imbarcazione è dotata di una camera di compressione; di un sistema di produzione, depurazione e stoccaggio d’aria respirabile e di gas terapeutico; di una campana di immersione in grado di condurre i sommozzatori fino a 100 metri di profondità. La nave sarà inoltre dotata di un sofisticato sistema di posizionamento dinamico “DP2”, in grado di combinare la spinta delle eli-

che di propulsione principali e dei bow thruster per mantenere e garantire le esatte coordinate cartografiche. Tali attrezzature rispettano le principali norme internazionali e le regolamentazioni del RINA, il Registro Navale Italiano. La nave è dotata inoltre di un LARS (launch and recovery system), un sistema che consente la messa a mare e il recupero in sicurezza della campana di immersione. La campana è una struttura semi aperta in grado di condurre in immersione fino a 4 sommozzatori. Ogni sommozzatore ha a disposizione un ombelicale in grado di fornire una miscela di gas respirabile, un segnale audio/ video per le comunicazioni e dell’acqua calda per il controllo della temperatura corporea. La struttura può raggiungere la considerevole profondità operativa di 100 m. Presente a bordo anche un sistema di produzione di aria respirabile e di Nitrox, una particolare miscela respiratoria con una maggior percentuale di os-


sigeno. Questo composto gassoso è in grado di migliorare i tempi di immersione a medie profondità riducendo contestualmente l’azoto presente nell’aria respirata, principale gas responsabile di eventuali malattie da decompressione. “La consegna della Zarzis A710 – ha commentato Luigi Duò, presidente del Cantiere Navale Vittoria – consolida il rapporto di collaborazione e reciproca stima con le autorità tunisine. In passato, il cantiere ha costruito e consegnato per la marina militare e la guardia costiera tunisina 12 pattugliatori. Più in generale, stiamo consolidando la nostra presenza all’estero. Il recente accordo con SIMA Perù, società pubblica del settore navale, segna l’inizio di un nuovo percorso di internazionalizzazione, basato non solo sulla costruzione di navi ma anche sul trasferimento tecnologico e di know how, per il quale non ci poniamo limiti geografici”. Il Cantiere Navale Vittoria ha presentato inoltre l’Interceptor 43’, nuova unità che si ispira agli standard della US Customs and Border Protection del ministero della Sicurezza interna degli Stati Uniti d’America per svolgere operazioni di salvaguardia della vita umana in mare, di contrasto all’immigrazione clandestina, al contrabbando e alla pirateria. Concepito per un utilizzo militare, l’Interceptor 43’ dalla veste mimetica, in grado di camuffarsi tra le onde del mare, coniuga l’eccellenza italiana nella progettazione e costruzione degli scafi e l’elevate capacità di performance della motori-

stica americana grazie all’inserimento dei motori Mercury. Il prototipo, realizzato in resina vinilestere rinforzata con tessuti di vetro, carbonio e kevlar, ha un lunghezza fuori tutto di 14,04 metri, una larghezza complessiva di 2,81 metri e una profondità di 1,98 metri per 9,93 tonnellate di dislocamento a pieno carico. Dimensioni che consentono di ospitare a bordo un equipaggio di 6 persone. Gli studi sulla carena e la sua speciale conformazione “a step”, consentono all’imbarcazione di combinare le alte velocità a elevate performance in termini di tenute al mare, in totale sicurezza. La propulsione dell’imbarcazione è assicurata da 4 motori fuoribordo Mercury Verado di ultima generazione in grado di sviluppare complessivamente 1200 cavalli. La scelta di questo tipo di propulsione fuoribordo consente di unire semplicità e economicità di gestione e efficienza a elevate prestazioni sia in termini di velocità massima che di accelerazione. Il sistema di controllo SmartCraft® Digital Throttle Shift (DTS) consente inoltre cambiate ultra-fluide, con risposta istantanea dell’acceleratore. L’Interceptor può infatti raggiungere la velocità massima di 60 nodi e mantenere una velocità di crociera di 40 nodi. Cambiamenti di temperatura, umidità e altitudine non comportano variazioni significative delle prestazioni dell’imbarcazione garantendo coppia e accelerazione superiori sull’intera gamma di giri. Dall’accelerazione alla velocità massima con un ridotto consumo di carburante. Non solo imbarcazioni ma anche tec-

nologia marittima. Cantiere Navale Vittoria presenterà, in collaborazione con Engynya Srl, Vittoria Maintenance, un software in grado di gestire in maniera integrata tutti gli impianti di bordo delle imbarcazioni, la loro manutenzione e diagnostica, dimostrazione dell’attenzione che casa Vittoria da sempre rivolge all’aftermarket. Cantiere Navale Vittoria, fondata ad Adria (Rovigo) nel 1927 dalla famiglia Duò, progetta e realizza imbarcazioni militari, paramilitari da lavoro, commerciali e da trasporto rispettando i più elevati standard qualitativi comprovati dalle certificazioni ISO 9001 (Sistemi di gestione per la Qualità - Requisiti), ISO 14001 (Sistema di gestione Ambientale), OHSAS 18001 (Sistema di gestione della Sicurezza e della Salute dei Lavoratori) e ISO 3834-2 (Saldatura Automatica e Manuale). Dalla sua fondazione il Cantiere Navale Vittoria ha costruito più di 860 unità navali, aggiudicandosi nel tempo diverse forniture per imbarcazioni della Guardia Costiera italiana, dei Vigili del Fuoco, della Guardia di Finanza e della Marina Militare. L’azienda si è aggiudicata inoltre numerose commesse internazionali da Malta, Cipro, Libia, Croazia, Slovenia, Tunisia e Romania. Il cantiere ha costruito per la Guardia di Finanza i pattugliatori d’altura gemelli Monte Sperone e Monte Cimone, 58 metri di lunghezza, le più grandi navi mai costruite per le Fiamme Gialle e attuali ammiraglie del Corpo. Alberto Medina

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cantieristica / porto&diporto

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an Giorgio del Porto e Costa Crociere hanno siglato un accordo per lo sviluppo di un centro di eccellenza mondiale per le riparazioni e le trasformazioni navali. L’accordo, annunciato nei giorni scorsi, prevede l’ingresso di Costa Crociere con una quota del 33,3%, in Chantier Naval de Marseille, realtà specializzata nelle riparazioni e trasformazioni navali basata a Marsiglia e controllata dalla genovese San Giorgio del Porto. L’accordo tra San Giorgio del Porto e Costa Crociere per il rafforzamento di Chantier Naval de Marseille prevede un primo investimento di 10 milioni di euro finalizzati a incrementare l’efficienza del cantiere avvalendosi delle migliori tecnologie disponibili. L’investimento genererà volumi e sinergie tali da con-

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sentire di sfruttare le strutture per l’intero comparto armatoriale e per qualsiasi tipologia di nave e massimizzare le potenzialità del Bacino n. 10 che può ospitare le navi di grandi dimensioni. L’investimento, inoltre, comporterà benefici sia in termini occupazionali diretti che per lo sviluppo dell’indotto. San Giorgio del Porto, parte della holding Genova Industrie Navali, è una società leader in Europa e punto di riferimento a livello mondiale nelle riparazioni e trasformazioni navali e nello smaltimento - riciclo navi, così come in progetti di nuove costruzioni. Per Costa Crociere l’investimento rappresenta un ulteriore passo verso una più avanzata gestione tecnica della flotta del Gruppo per la quale è previsto un ampliamento considerevole basato

sulla consegna di 7 nuove navi (tre per il marchio tedesco Aida Cruises; due per quello italiano Costa Crociere; due per Costa Asia) che porteranno la flotta ad un totale di circa 110.000 letti. In particolare, 4 delle nuove navi saranno alimentate a LNG e saranno le prime al mondo a entrare in servizio sfruttando questa innovativa tecnologia di propulsione per il settore crocieristico che neutralizza gli effetti negativi delle emissioni nell’aria. Costa, che è stata pioniere nella riduzione delle emissioni con investimenti già realizzati e pianificati per dotare le navi esistenti di sistemi di abbattimento dei gas esausti, completa il suo impegno verso la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente. “La cantieristica italiana è un’eccellenza che San Giorgio del Porto ha


Accordo tra Costa Crociere e San Giorgio del Porto A Marsiglia un centro di eccellenza per riparazioni e trasformazioni navali Previsti investimenti e crescita competitiva

esportato anche a Marsiglia, dove le caratteristiche infrastrutturali del porto permettono di allargare il business a nuovi segmenti di mercato. Con la costituzione di Chantier Naval de Marseille, in questi anni abbiamo posto le basi per creare un centro specializzato nelle trasformazioni e riparazioni navali. L’ingresso in partnership di un player importante come Costa Crociere rafforza questo progetto e permette di costituire un vero e proprio centro di eccellenza mondiale per le riparazioni e le trasformazioni navali, un punto di riferimento internazionale aperto a tutti gli armatori e a tutti i segmenti di mercato”, ha detto Ferdinando Garrè, amministratore delegato di San Giorgio del Porto. “Il Gruppo Costa è leader nel mercato europeo e grazie ad una strate-

gia basata sull’innovazione dimostra di essere l’azienda del settore che più guarda al futuro. Questa partnership strategica, la prima di questo genere per il Gruppo Costa, rappresenta un passaggio fondamentale per le nostre operazioni future e assicurerà una gestione di eccellenza delle attività di manutenzione delle nostre navi, comprese quelle di nuova generazione di cui disporremo nei prossimi anni - ha affermato Michael Thamm, amministratore delegato di Costa Crociere - Sono certo che questa partnership porterà un grande valore aggiunto ad entrambe le aziende, nonché nuove opportunità per costruire un cantiere innovativo ed efficiente”. Il porto marsigliese, il più grande della Francia, si pone all’avanguardia del mercato cantieristico grazie alle sue caratteristiche infrastrutturali, che permettono di gestire navi di grandi dimensioni. Chantier Naval de Marseille opera con tre bacini di carenaggio, tra cui il bacino 10 che, con dimensioni pari a 465 per 85 metri, rappresenta il più grande bacino del Mediterraneo. Chantier Naval de Marseille è stata fondata da San Giorgio del Porto nel 2010 e impiega circa 120 dipendenti, tra cui architetti navali, ingegneri meccanici e tecnici specializzati. Il cantiere si trova in una posizione strategica perché posto al centro di una grande zona di traffico navale che si estende da Genova fino a Barcellona. Marsiglia rappresenta inoltre un’importante realtà per l’industria crocieristica e Costa è stata tra le prime a sceglierla come destinazione dei propri itinerari nel Mediterraneo. Grazie alla piena collaborazione con l’Autorità Portuale – Grand Port Maritime de Mar-

seille - è stato realizzato un terminal passeggeri che nel corso degli anni è cresciuto fino a puntare all’obiettivo di superare i 2 milioni di passeggeri. Fondata nel 1928, San Giorgio del Porto è una società leader in Europa e punto di riferimento a livello mondiale nelle riparazioni e trasformazioni navali e nello smaltimento/riciclo navi, così come in progetti di nuove costruzioni. Dal 2008, San Giorgio del Porto è parte della holding Genova Industrie Navali (GIN), costituita insieme ad un altro storico cantiere genovese, T. Mariotti. Nel 2010, ha costituito Chantier Naval de Marseille, realtà specializzata nelle riparazioni e trasformazioni navali. San Giorgio del Porto è oggi l’unica azienda italiana iscritta all’albo dei demolitori ed è in grado di portare avanti progetti di demolizione controllata: è infatti l’azienda che sta seguendo il progetto di smantellamento e riciclo della Concordia e partecipa al progetto di realizzazione di un polo delle demolizioni navali a Piombino. Genova Industrie Navali oggi è uno dei più importanti player del settore costruzioni e riparazioni navali nell’area del Mediterraneo ed è il secondo player della cantieristica in Italia. Il Gruppo vanta importanti asset nei porti di Genova (area delle riparazioni navali, dove si estende una superficie totale di circa 53 mila metri quadrati, con 5 bacini di carenaggio) e Marsiglia (3 Bacini di carenaggio tra cui il Bacino 10, il più grande del Mediterraneo) e sta concludendo l’iter per la concessione delle aree portuali di Piombino (circa 80 mila metri quadrati). RedMar

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cantieristica / porto&diporto

Fincantieri consegna prime due navi OPV al Bangladesh

Le prime corvette della classe “Minerva” dismesse dalla Marina Militare sono state convertite

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ell’ambito del contratto di fornitura di quattro pattugliatori, Offshore Patrol Vessels (OPV), alla Guardia Costiera del Bangladesh (BCG), derivati dall’ammodernamento e conversione delle corvette della Classe “Minerva” dismesse dalla Marina Militare Italiana, Fincantieri ha consegnato oggi le prime due unità presso il cantiere di Muggiano (La Spezia). Si tratta delle navi “Minerva” e “Sibilla”, rinominate “SYED NAZRUL” e “TAJUDDIN”, che erano state radiate dalla flotta nazionale nel maggio 2015 e giunte poco dopo nel bacino Fincantieri di Genova, dove hanno preso avvio i lavori di conversione, completati presso l’arsenale militare di La Spezia. Alla cerimonia sono intervenuti, tra gli altri, MD Mozammel Haque Khan, Senior Secretary al Ministero degli Affari Interni della Repubblica Popolare del Bangladesh e Rear Adm. AMMM Aurangzeb Chowdhury, Comandante Generale della Guardia Costiera della Repubblica Popolare del Bangladesh mentre per Fincantieri era presente l’ing. Alberto Maestrini, Vice Direttore

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Generale e Direttore Navi Militari. Per la Marina Militare italiana invece erano presenti il Comandante Logistico l’Ammiraglio di Squadra Donato Marzano e il Comandante MARINA NORD l’Ammiraglio di Divisione Roberto Camerini. Come da tradizione bengalese, la firma di consegna delle navi è stata preceduta dalla lettura di un brano del Corano. Insieme a “Urania” e “Danaide”, che verranno consegnate il prossimo anno al termine dei medesimi interventi, queste unità costituiranno l’ossatura portante della flotta della Guardia Costiera del Bangladesh, con un prolungamento della vita operativa superiore a vent’anni. Le unità saranno utilizzate con finalità di pattugliamento per il controllo dei traffici della Zona Economica Esclusiva e dei confini marittimi, con capacità anche di contenimento dell’inquinamento ambientale e di recupero e assistenza ai civili in caso di emergenze umanitarie. Questo contratto conferma quindi la capacità di Fincantieri di proporre, unica tra i fornitori di unità navali, soluzioni

su misura per ogni Marina e Guardia Costiera, in funzione delle loro necessità e caratteristiche, utilizzando di volta in volta nuovi progetti o in alternativa, grazie al prezioso supporto della Marina Militare Italiana, unità di seconda mano sottoposte ad un rigoroso e attento processo di refitting. Nell’ambito dello sviluppo del Business Fincantieri nel Far East, questo contratto riveste inoltre particolare importanza per le attività di fornitura di servizi post vendita su navi militari, in quanto consente di offrire tutta la gamma di servizi proponibili, sia per la piattaforma che per il sistema di combattimento: da quelli industriali di manutenzione, riparazione, revisione e conversione (“Maintenance, Repair, Overhaul and Conversions”) a quelli legati alla gestione del ciclo vita delle unità (“Life Cycle Management”), attraverso sia la fornitura di servizi logistici, “Integrated Logistic Support”, tipicamente sviluppati durante la costruzione o la conversione, sia quelli manutentivi di “In Service Support”, sviluppati in post consegna, durante l’esercizio della nave. Italo Merciati


infrastrutture / porto&diporto

Napoli, si completa il piano opere del Grande Progetto L’

assegnazione da parte della Regione Campania dei 149 milioni di euro sulla programmazione 2015-2020 dei Fondi Europei consente l’ulteriore avanzamento del piano delle opere previste dall’Autorità Portuale di Napoli. Il piano delle opere (comprensivo dei fondi riassegnati dalla Ue sulla programmazione 2015-2020) comprende: dragaggio dei fondali del porto; costruzione di nuovi collegamenti viari e ferroviari al Terminal di Levante; secondo lotto realizzazione del nuovo sistema fognario (il primo già concluso è stato finanziato con Fondi AP); bonifica dei fondali da ordigni bellici; rilevamento di reperti archeologici; restauro dell’edificio Immacolatella Vecchia. Del piano, dunque, delle opere facenti parte del Grande Progetto, sono terminati i lavori di bonifica di ordigni bellici presenti sui fondali (importo complessivo di 5 milioni di euro) e sono in corso i rilevamenti di relitti e reperti archeologici presenti sui fondali del porto (importo euro 1.280.905,00). Per il restauro dell’edificio dell’Immacolatella Vecchia è previsto che, entro il mese di settembre, sarà conclusa la gara

d’aggiudicazione dei lavori (importo 6 milioni di euro). Sempre a partire dal mese di settembre l’Ufficio Tecnico dell’Autorità Portuale sarà impegnato a predisporre la gara per il dragaggio dei fondali il cui importo complessivo è di 45 milioni di euro. Per quanto riguarda l’opera denominata “collegamenti viari e ferroviari” al servizio del Nuovo Terminal di Levante la gara è stata aggiudicata (importo complessivo 32 milioni di euro), ma si è in attesa del parere dell’Avvocatura dello Stato sull’opportunità di procedere alla stipula del contratto perché pende il ricorso alla Corte di Giustizia Europea da parte del secondo e terzo classificato. Per il secondo lotto dei lavori di rifacimento del sistema fognario, la gara è stata aggiudicata e i lavori partiranno nel giro di qualche mese (importo complessivo 22 milioni di euro). Con fondi dell’Autorità Portuale e del Ministero delle Infrastrutture è stato realizzato il primo lotto dei lavori per la costruzione del nuovo sistema fognario per un importo pari a 6 milioni e 652 mila euro. Sono in via di ultimazione, sempre con fondi Ap e Ministero, i lavo-

ri: consolidamento banchina di levante molo Carmine (euro 13 milioni e 200 mila), consolidamento banchina Immacolatella Vecchia (euro 5 milioni); inizieranno a breve i lavori per la costruzione del nuovo depuratore nel piazzale del Carmine del costo di euro 4 milioni e quelli per il consolidamento della banchina Cesareo Console del costo di euro 13 milioni. “In pochi mesi sono stati definiti lavori per 11 milioni di euro - precisa il Commissario Straordinario Antonio Basile - e assegnate gare per un importo complessivo di oltre 50 milioni di euro, mentre sono in corso di conclusione lavori per 18 milioni di euro e a breve ne partiranno altri per 17 milioni di euro. Una mole significativa di opere, gare, progetti che stiamo sviluppando grazie ad un lavoro costante da parte di tutti gli Uffici dell’Ente e che consente di affermare che lo scalo partenopeo è vivo. Con ciò intendo non solo sul piano della ridefinizione delle sue infrastrutture, ma anche della capacità di creare le condizioni per il suo ulteriore sviluppo in termini di traffici e di attività” Stefano Meroggi

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infrastrutture / porto&diporto

Porto di Salerno apre il Varco Trapezio

Al via la collaborazione tra Ap Salerno, Uniparthenope-Disaq, C.i.e.l.i. (Università di Genova) e Mar.te. Sea-land logistics

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l via l’apertura del Varco Trapezio. Grazie alla sinergia tra l’Autorità portuale di Salerno, Fai, Federazione italiana trasportatori, capitaneria di Porto, Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza e Polizia di frontiera, Compagnia Portuale, terminalisti e organizzazioni sindacali dall’8 agosto scorso, il Varco Trapezio è aperto dalle ore 7 alle ore 19, per tutti i giorni lavorativi della settimana. “E’ un grande risultato che abbiamo raggiunto grazie al dialogo costante con tutti gli operatori pubblici e privati interessati allo sviluppo, in sicurezza, dei traffici per e dal porto di Salerno - ha dichiarato il Segretario regionale Coordinamento F.A.I. Angelo Punzi - Avevamo chiesto che l’apertura avvenisse prima di Ferragosto e così è stato e per questo desidero ringraziare in particolare
l’Autorità portuale, nella persona

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del presidente Andrea Annunziata, che insieme ai suoi preziosi collaboratori ha dimostrato ancora una volta di lavorare alla stregua di un’azienda privata”. Il presidente Andrea Annunziata ha sottolineato i vantaggi immediati e futuri legati all’apertura del varco: “E’ un provvedimento che consentirà la crescita della fluidità commerciale del porto di Salerno, con un conseguente aumento dell’attrattività dello scalo salernitano rispetto ai propri clienti e, nel contempo, un maggiore rispetto dell’ambiente e della sicurezza di chi opera all’interno dell’area. E’ una rivoluzione del porto di Salerno, un ulteriore contributo per rendere più agevole lo scalo nell’ottica strategica della sua crescita, in linea con la riferma che chiede una maggiore attenzione all’ambiente. Si rende più fluida la mobilità nel porto sia per le attività legate alle merci sia per

i passeggeri, che godranno di una visita più accogliente, senza trascurare l’importanza dell’effetto domino che si avrà sulla scorrevolezza del traffico sul viadotto”. È stato siglato l’accordo quadro tra l’Autorità Portuale di Salerno, il Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi (DISAQ) dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, il Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica Integrata (C.I.E.L.I.) dell’Università degli Studi di Genova e il Consorzio MAR.TE. SeaLand Logistics. La collaborazione è finalizzata allo sviluppo comune di attività di ricerca scientifica e innovazione nei settori della portualità e della logistica integrata mare-terra. In particolare, l’accordo di programma stipulato consentirà di sviluppare progetti scientifici di ricerca industriale ed applicata, nazionali ed internazionali congiunti;


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conferenze e workshop congiunti sulle attività tecniche svolte, anche allo scopo di orientamento professionale; stage didattici e svolgimento di tesi di Laurea di primo e secondo livello volti all’approfondimento di aspetti tecnicoscientifici e infine corsi di formazione su tematiche di comune interesse. L’accordo valorizza appieno l’importanza, attribuita dalla recente riforma della portualità in Italia, della collaborazione tra Enti di ricerca, Università e Autorità di Sistema Portuali. Inoltre, esso rappresenta un’importante opportunità di scambio per tutti i partner, mediante la quale il Porto di Salerno - tra i più attivi ed efficienti Porti nel panorama del Mediterraneo - potrà rafforzare ancor più la sua capacità progettuale, strategica e gestionale, con l’obiettivo di affrontare e anticipare sfide di sostenibilità ambientale ed energetica e rafforzare il suo ruolo di mercato. E’ necessario evidenziare che l’efficientamento gestionale e organizzativo del nodo logistico, elemento cardine delle supply-chain, genera indubbi vantaggi non solo economici, con minori costi e minor richieste in termini energetici, ma soprattutto induce minori emissioni in atmosfera di elementi inquinanti, condizione necessaria in tema di sostenibilità ambientale. Ciò grazie alle competenze ed al know how e alla consolidata

esperienza di ricerca nel settore messe a disposizione dal DISAQ -UniParthenope, dal Consorzio MAR.TE. e dal C.I.E.L.I., che a loro volta potranno beneficiare della possibilità di analizzare un case study di successo, sperimentando soluzioni tecnologiche innovative e implementando modelli manageriali sull’area portuale di Salerno. I quattro soggetti firmatari - rispettivamente Andrea Annunziata (Presidente AP Salerno), Claudio Quintano (Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope), Enrico Musso (Direttore del C.I.E.L.I.) e Marco Ferretti (Presidente Consorzio MAR.TE. Sea-Land Logistics) - si sono dichiarati soddisfatti, sicuri che le attività di collaborazione tra i partner consentiranno di creare nuove opportunità di sviluppo di soluzioni tecnologiche e innovative nell’ambito delle attività di logistica portuale con importanti ricadute in ambito regionale, nazionale ed internazionale. “Si completa in tal modo un vasto programma per il migliore collegamento mare-terra – ha dichiarato il Presidente Annunziata – Collegamenti con le aree interne pronte al decollo economico in sinergia con il Porto e le altre infrastrutture dei trasporti; collegamenti e trasporti più sicuri e più rispettosi dell’ambiente”. Italo Merciati

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infrastrutture / porto&diporto

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ero su bianco, una giornata che sarà tra quelle che passeranno alla storia nel percorso programmato per garantire un maggiore sviluppo al porto di Gioia Tauro. L’ultimo tassello che sancisce il via libera al “Nuovo terminal intermodale del porto di Gioia Tauro” è stato posto nei locali dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, con la sottoscrizione del contratto tra il Commissario Straordinario, Andrea Agostinelli, e Sebastiano Grasso, amministratore delegato della ditta Sogemar Spa, che si è aggiudicata la gara internazionale di realizzazione e gestione del gateway ferroviario. L’appalto rientra tra le opere previste dal Piano Operativo Triennale dell’Ente e ha un finanziamento complessivo di 40 milioni di euro. Di questi, 20 milioni di euro, sotto forma di contributo pubblico, sono a carico dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, derivanti dal PON Reti e Mobilità 2007 - 2013, mentre gli altri 20milioni di euro saranno investiti dal privato. Organizzato in base alle modalità del project financing, l’iter di aggiudicazione gara ha visto l’individuazione della ditta Sogemar quale soggetto chiamato a costruire il “Nuovo terminal intermodale del porto di Gioia Tauro” e a gestirlo con una concessione di durata trentennale. Per lo sviluppo ulteriore del porto di

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Da sinistra Andrea Agostinelli e Sebastiano Grasso Gioia Tauro si tratta di un’infrastruttura strategica che sarà complementare al transhipment e che avrà il compito di intercettare parte dei traffici movimentati tra l’Estremo Oriente e l’Europa, attualmente gestiti dai porti di Rotterdam ed Anversa. Con la realizzazione del Terminal, Gioia Tauro punta, quindi, ad essere un gateway terrestre comunitario, inserendosi nell’asse transeuropeo del corridoio Helsinki - La Valletta, come nodo di rilevanza nazionale e crocevia europeo di diverse modalità

di trasporto. Grande soddisfazione è stata manifestata dal Commissario Straordinario dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, che si è soffermato sull’importanza strategica dell’opera che offrirà allo scalo un collegamento diretto più efficiente con la linea ferroviaria nazionale e, di conseguenza, servirà a dare un chiaro slancio all’aumento dei traffici portuali: “Naturalmente, è solo una coincidenza fortunata - ha affermato Agostinelli - ma mi piace pensare che il mio periodo di


Gioia Tauro, via libera al Gateway ferroviario

Sottoscritto il contratto tra Autorità portuale e Sogemar commissariamento si chiuda con la sottoscrizione di una concessione così importante ed attesa, che, a dire la verità, riporta alla volontà del precedente Presidente, Giovanni Grimaldi”. Dal canto suo, l’amministratore delegato di Sogemar, Sebastiano Grasso, nel sottolineare l’importanza del progetto ha evidenziato: “Gioia Tauro è deputato ad essere, anche, un nodo di logistica terrestre, inserito pienamente nel circuito del trasporto sostenibile. Un grazie sentito va al Ministro Graziano Delrio che si sta impegnando nella promozione della movimentazione delle merci che, nuovamente, passa su rotaia”. Con lo sguardo rivolto ai dati infrastrutturali, il gateway ferroviario si estenderà nel territorio compreso tra i Comuni di Gioia Tauro e di San Ferdinando. Si svilupperà, in parte, all’inter-

no del porto, nell’area doganale in concessione al terminalista “MedCenter Terminal Container” e nella zona dell’interporto. Occuperà una superficie pari a 325 mila metri quadrati e avrà una lunghezza complessiva di nuovi binari di 3.825 metri, dei quali 2.761 in area terminal contenitori e di 1064 nel terminal intermodale. E’ previsto il raccordo ferroviario ai capannoni per consentire il carico e scarico di vagoni al suo interno e l’inserimento nei tre binari esistenti di deviatori, in modo tale da rendere indipendente l’utilizzo dei singoli binari. Si tratta di caratteristiche importanti a livello internazionale perché evidenziano le specifiche peculiarità del Terminal che risulta essere in linea con i maggiori hub ferroviari europei. Del resto, alla base della sua ottimale funzionalità vi è “l’assenza di rotture di carico aggiuntive e le distanze del terminal sono

adeguate agli standard internazionali”. Tra gli elementi richiesti per la sua buona gestione è stata prevista la centralizzazione delle operazioni ferroviarie che sono, così, state affidate alla ditta Sogemar, che dovrà altresì coordinare il tratto di raccordo tra San Ferdinando e il porto con la rete ferroviaria nazionale. Ad animare il progetto, anche, il pieno rispetto delle recenti leggi in materia ambientale, richieste dalla normativa europea. A tale proposito, infatti, l’infrastruttura punta, ad “incrementare l’utilizzo di una mobilità ambientale sostenibile, a ridurre i tempi di percorrenza delle merci, a diminuire i costi di trasporto, l’inquinamento ambientale prodotto dal sistema di trasporto su gomma e, non ultimo, a massimizzare le ricadute economiche e territoriali legati alla logistica complessiva”.

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infrastrutture / porto&diporto

“Mutatis mutandis”?

nuove nomine, vecchi problemi L uci ed ombre sulla Legge Delrio impongono una più ampia visione d’insieme della portualità nazionale non dissociata da quel landscape europeo che richiede all’Adriatico e ai suoi porti nuove strategie di governance per traffici, terminals e banchine. Dai Propeller di Brindisi e Taranto una prima, concreta proposta per la portualità pugliese mentre restano i monologhi di Venezia, Trieste, Ravenna, Ancona e Bari nel “cul de sac” del Mediterraneo Orientale. Premettiamo, per coloro che non conoscessero il latino che, le “mutande”, parlando di portualità, al momento non c’entrano. “Mutatis mutandis” significa esattamente “fatti i debiti mutamenti, fatte le correzioni necessarie” si usa per indicare la sostanziale identità di due fatti, al di là delle differenze contingenti: ci troviamo, mutatis mutandis, in una situazione simile. Dunque, in attesa degli ipotizzati “benefici cambiamenti della grande rivoluzione” della portualità italiana annunciata dal Governo e che avrà i suoi primi vagiti con la nomina dei nuovi presidenti delle Autorità di Sistema Portuale (Adsp), figure di vertice di una struttura partecipata dai vari sindaci di competenza territoriale e alleggerita del Comitato Portuale voluto dall’84/94, una buona legge che aveva riformato e fissati, anche con la privatizzazione dei terminal, i punti cardine per il rilancio dei nostri porti, “mutatis mutandis” resta il grande interrogativo per pubblici amministratori e imprenditori. Ma la legge Delrio offre ancora una volta uno scenario fatto da una parte di consensi e, dall’altra, di critiche ed opposizioni o, più spesso, di nuove proposte di modifica come sono, per esempio, quelle suggerite con una lettera inviata ai Sindaci del Salento a firma dei due presidenti dei Propellers Club di Brindisi e di Taranto, Donato Caiulo e Michele Conte sul possibile accorpamento delle Autorità portuali delle due città, ipotesi che i due club salutano con favore e che sollecitano al presidente della Regione, Michele Emiliano. “Il governo del territorio e della portualità, cioè dei flussi di merci e persone che dal mare, “atterrando” sul territorio italiano nei nodi portuali, si incrociano con le reti infrastrutturali nazionali ed

22 - agosto 2016

europee, interessa diverse materie di competenza legislativa statale e regionale, con conseguenti molteplici intrecci di competenze, di Istituzioni, di Storie e di Territori – si legge nella lettera. In riferimento alla Riforma della Portualità va precisato che, originariamente, dopo una lunga serie di studi da parte del Ministero delle Infrastrutture, nonché della Commissione dei 15 “Saggi” nominata ad hoc, il Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica, approvato dal Consiglio dei Ministri nell’agosto 2015 prevedeva 14 Autorità di Sistema Portuale con un’unica Autorità di Sistema Portuale in Puglia, con sede a Taranto. Su tale ipotesi di Autorità Unica della Puglia si era espresso positivamente il Propeller e tutti gli operatori portuali brindisini nell’incontro con il consigliere del ministro Delrio, Ivano Russo, nel settembre 2015, ma anche i tarantini. Inoltre tale scelta di un’unica Autorità di Sistema Logistico e Portuale pugliese era stata condivisa e concordata anche dai quattro commissari delle attuali Autorità Portuali Pugliesi che il 2 dicembre 2015, alla presenza del ministro Delrio, a Taranto avevano sottoscritto un “Accordo di cui all’art. 15 della legge 7 agosto 1990 n. 241 e ss. mm. e ii. ai fini della realizzazione del Sistema Portuale e Logistico Pugliese”. Purtroppo, successivamente alla sottoscrizione di tale Accordo, alla vigilia del Natale 2015, il sindaco di Bari ha rivendicato, direttamente presso il governo, il ruolo della città metropolitana di Bari come sede di una propria Autorità di Sistema Portuale e comprendente i cinque porti di Bari, Manfredonia, Monopoli, Barletta e Brindisi. In conseguenza di ciò, alla ex Autorità di Sistema Unica della Puglia, composta da sei porti e con sede a Taranto, è rimasto il solo porto di Taranto. Questo “repentino cambiamento”, che non deriva dagli studi preliminari del Piano Strategico della Portualità e della Logistica del ministro Delrio e che ha portato da 14 a 15 le Autorità di Sistema Portuale in Italia, fu approvato in Consiglio dei Ministri nel gennaio 2016 e confermato nel Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016. Tale scelta, subìta dalla città di Brindisi in un periodo in cui la città è stata commissariata, appare in contraddizio-

ne sia con lo stesso Piano della portualità approvato nell’agosto 2015 (dove la “logica del mono-scalo” era stata ampiamente criticata e superata) sia perché non si è avviato alcun “concerto” o consultazione con i territori interessati e le loro istituzioni; pertanto si rileva


che l’aver lasciato l’Autorità di Sistema di Taranto mono-scalo, cioè con il solo porto di Taranto, appare una enorme contraddizione rispetto alla logica ed agli obiettivi del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica che aveva individuato proprio nella

dimensione “mono-scalo” uno dei punti di debolezza della portualità italiana. Va precisato, al riguardo, che nella riforma delle Camere di Commercio è prevista l’unione delle due Camere di Commercio di Brindisi e Taranto, ed analoga “fusione” sta avvenendo tra i sindacati delle due province (o ex-province, o futura unica provincia). Forse, ragionando complessivamente sul “governo del territorio” e sullo sviluppo della logistica territoriale si sarebbero potute interpretare al meglio le vocazioni dei territori regionali facendo emergere ambiti territoriali, attività e luoghi che corrispondono alle due aree sub-regionali, storicamente e geograficamente ben determinate ed individuate: 1) l’area barese con i porti di Bari, Manfredonia, Monopoli, Barletta e Molfetta; 2) l’area policentrica jonico-salentina, l’antica “Terra d’Otranto” con i porti di Taranto, Brindisi, Otranto e Gallipoli. Per quanto sopra descritto, si rappresenta l’opportunità di richiedere al presidente della Regione Puglia un intervento presso il Governo, nei tempi prescritti dalla Riforma della Portualità (15 giorni dalla pubblicazione), al fine di favorire le reali vocazioni dei luoghi coerentemente alla geografia storica del territorio salentino in occasione della stessa Riforma della Portualità di cui si prevede la pubblicazione nei prossimi giorni”. Su un altro fronte , quello della professionalità di chi dovrà gestire i porti, il presidente di Federagenti Gian Ezio Duci tra l’altro dichiara:” C’è la necessità di non disperdere le professionalità che in questi anni hanno fatto bene ai vertici dei principali scali del paese e che hanno trasformato in fatti concreti e acquisizioni di traffico, come accaduto a Civitavecchia, la loro governance” E ancora: ”C’è da considerare la strategicità di alcuni porti, primi fra tutti Napoli e Genova, che forse più di altri hanno bisogno di scelte lungimiranti e quindi di presidenti-manager in grado di far ripartire macchine in palese rallentamento o – come nel caso di Napoli – eufemisticamente “arrugginite”. In alto Adriatico intanto, a Venezia e a Trieste “mutatis mutandis” alla Venezia Terminal Passeggeri con la riconferma al vertice per un altro anno di Sandro Trevisanato con il cambio del CD già in fibrillazione per la nomina di Filippo Olivetti a.d. della Bassani di Venezia , mentre per la nuova Adsp, nella corsa alla poltrona, emergono i primi nomi: l’autotrasportatore Damaso Zanardo, il presidente di ASPO Chioggia e degli industriali di Rovigo Michele Gambato, quello di RAM Antonio Cancian oltre a politici locali. Di “tecnici” nella gestione

della portualità lagunare (i porti sono quelli di Venezia e Chioggia) neanche l’ombra malgrado i grandi cambiamenti che potrebbe imporre se fosse realizzato l’offshore-onshore di Paolo Costa, presidente uscente dell’APV e se finalmente si decidesse sui vari progetti per l’arrivo delle grandi navi a Venezia. Tutto però è ancora in alto mare in un contesto di piccole e grandi scintille che tuttavia non riescono a scatenare quel grande fuoco che potrebbe ridare corpo ed autorevolezza contrattuale ad un range adriatico ancora, di fatto, mai nato. Un “sistema portuale allargato” che dovrebbe, in ogni caso, essere raccordato al sistema pugliese auspicato dai due presidenti dei Propeller di Brindisi e Taranto così da rappresentare l’Adriatico come un “unicum“ attrezzato di porti ed infrastrutture. Una frontiera aperta ed attrattiva verso Oriente e verso Suez per tutti quei traffici che via mare dovranno raggiungere l’Italia e il Centro/Nord Europa. Dunque serve oggi una visione più ampia, una visione europea perché la portualità adriatica non sia declassata o peggio sorpassata dalle politiche aggressive di altri porti oggi oggetto di colossali investimenti a poche miglia dalle nostre coste. Allora, proprio perché non si riaffermi e si consolidi l’antico adagio “mutatis mutandis” e tutto resti ingessato come prima, riteniamo importante che le comunità portuali che si identificano nei Propellers adriatici (n.d.r. quindi un tavolo di concertazione tra imprenditori del comparto) avviino un tavolo comune per far sentire al Governo forte e decisa la propria voce alla luce della cosiddetta “grande riforma” che per ora, di grande, sembra avere innanzi tutto l’esclusione degli imprenditori da qualsiasi decisione che verrà presa dal vertice di ogni Adsp e che potrà così decidere – sentiti altri tavoli romani di coordinamento – se procedere col “mutatis mutandis” o tracciare nuove rotte per una portualità di livello europeo ridando ai porti adriatici, da Nord a Sud della Penisola, quel ruolo strategico già a loro riconosciuto dai grandi progetti delle reti TEN. Sull’esempio di Brindisi e Taranto si muovano ora anche i Club e le associazioni di categoria di Venezia e Trieste, Ravenna, Ancona e Bari. Tutti “primi inter pares” però, senza prevaricazioni di sorta, per raggiungere lo stesso obiettivo: l’Italia dei due mari ora deve riconsiderare l’Adriatico come rotta strategica nell’economia marittima del terzo millennio e non, come per anni è stato impropriamente chiamato, il “cul de sac” del Mediterraneo orientale. Massimo Bernardo

agosto 2016 - 23


infrastrutture / porto&diporto

AP di Civitavecchia traffici 1° semestre 2016

P

er il Sistema Portuale Laziale tutti positivi i dati di traffico del primo semestre 2016. Si è registrata, infatti, una crescita del 5%, pari ad oltre 360 mila tonnellate in più movimentate, rispetto al primo semestre 2015. Complessivamente, nei primi sei mesi dell’anno, risultano movimentati 8,168 milioni di tonnellate di merci, tra queste leggera flessione -2% (-45 mila ton.) delle merci liquide, pari a complessivi 2,630 milioni di tonnellate, a differenza delle merci secche il cui traffico si incrementa dell’8%, pari a 407 mila tonnellate in più movimentate, per complessivi 5,538 milioni di tonnellate. Tra le merci secche crescono sia le rinfuse +12%, pari a 2,994 milioni di tonnellate, sia le merci varie in colli +4%, pari a 2,544 milioni di tonnellate, tra queste crescono del 10% le merci trasportate in container e del 9% il numero di TEU imbarcati/sbarcati. Tra le rinfuse solide +6% il carbone (+145 mila ton.), +153% minerali grezzi cementi e calci (+118 mila ton.), +35% le altre rinfuse solide (+65 mila ton.), +24% i prodotti chimici (7 mila ton.).

24 - agosto 2016

In calo i fertilizzanti del 39% (-19 mila ton.) e i prodotti metallurgici -3% (-3 mila ton.). In crescita del 14% il numero degli accosti, del 18% i passeggeri di linea, del 28% gli automezzi in complesso, di cui +21% automezzi al seguito dei passeggeri e +80% le autovetture nuove, in leggero calo i mezzi pesanti, -3%. Stabile il traffico di crocieristi pari a 840.582 unità al 30 giugno 2016 (166 crocieristi in meno rispetto al 2015), anche se diminuiscono gli imbarchi/ sbarchi (-36.901) e crescono di ugual misura i transiti (+36.735). Tra i singoli scali bene Civitavecchia, +6% (+304 mila tonnellate), molto bene Gaeta, +35% (+297 mila tonnellate), in calo Fiumicino, che nel primo semestre fa registrare una flessione del 13%, pari a 238 mila tonnellate in meno movimentate. Al 30 giugno nel porto di Civitavecchia risultano movimentate 5,439 milioni di tonnellate di merci, di cui il 5% merci liquide, pari a complessive 288 mila tonnellate, in crescita del 21% rispetto al 2015. Si incrementa del 5% il traffico di

merci secche (+254 mila ton.) pari complessivamente a 5,151 milioni di tonnellate. Tra queste crescono del 5% le rinfuse solide (+121 mila ton.), pari in complesso a 2,645 milioni di tonnellate, e del 6% (+133 mila ton.) le merci varie in colli pari, complessivamente, a 2,506 milioni di tonnellate. Tra le rinfuse solide cresce del 4% il traffico di carbone ( +79 mila ton.) e del 36% la categoria “altre rinfuse solide” (+62 mila ton.), diminuisce del 44% il traffico di “minerali grezzi cementi e calci” (-11 mila ton.), del 7% il traffico di “prodotti metallurgici” (-6 mila ton.) e del 21% il traffico di “prodotti chimici” (-2 mila ton.). Tra le merci varie in colli crescono tutte le categorie: merci in contenitore +11% (+30 mila ton.), rotabili +5% (+94 mila ton.) e +29% la categoria “altro” (+8 mila ton.). Tra i rotabili in crescita dell’80% il numero di autovetture nuove su rotte commerciali pari a 138.063 contro le 76.849 del 2015. In crescita del 9% il numero in complesso di TEU movimentati pari, al termine del primo semestre, a 35.889 TEU, di cui +10% i pieni e +5% i vuoti.


Cresce del 15% il numero degli accosti con un incremento del 31% delle navi da carico e del 17% delle navi di linea, stabile il numero di navi da crociera. Per quanto concerne il traffico di passeggeri risulta in crescita del 6%, di cui +18% i passeggeri di linea e stabile il traffico di crocieristi, i primi risultano pari a 516.588 i secondi a 839.520 per complessivi 1.357.170 passeggeri imbarcati/sbarcati o transitati nei primi sei mesi dell’anno. Tra i crocieristi diminuiscono gli imbarchi/sbarchi e si incrementano di egual misura i transiti. Si incrementano del 21% gli automezzi al seguito dei passeggeri, in leggera flessione i mezzi pesanti -3%. Ottima performance per il porto di

B

Gaeta che nei primi sei mesi fa registrare un incremento del 35% del traffico, pari a quasi 300 mila tonnellate in più movimentate per complessive 1,145 milioni. Il traffico di rinfuse liquide cresce del 23% (+143 mila ton.) per complessive 758 mila tonnellate, mentre il traffico di merci secche si incrementa del 66% (+154 mila ton.) per complessive 387 mila tonnellate. Tra le rinfuse solide in crescita tutte le categorie merceologiche con l’eccezione dei fertilizzanti, che fanno registrare una flessione del 39% (-19 mila ton.). Per il resto tutto in positivo, si registra la ripresa dei traffici di carbone con 66 mila tonnellate in più movimentate, un incremento del 250% del traffico di minerali grezzi cementi e calci, pari a 130 mila tonnellate in più, +49% il traffico di

prodotti chimici (+10 mila ton.), +39% il traffico di prodotti metallurgici (+3 mila ton.) e +25% il traffico di altre rinfuse solide (+3,5 mila ton.). In crescita del 29 % il numero degli accosti con 105 navi contro le 85 del 2015. In flessione del 36% il traffico di crocieristi con 1.062 crocieristi contro i 1.670 dell’anno precedente. Infine si registra un calo del traffico nel porto di Fiumicino del 13%, con 1,583 milioni di tonnellate di prodotti raffinati contro 1,822 del 2015, pari a 238 mila tonnellate in meno movimentate. In flessione anche gli accosti pari a 33 contro i 43 del 2015. RedMar

Trieste, tutti i traffici portuali in aumento

uona la performance dei traffici commerciali del primo semestre 2016 nel porto di Trieste. La movimentazione complessiva segna un incremento del 4,71% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con 29.436.777 tonnellate di merce lavorata. Positivi tutti i comparti: rinfuse liquide (+4,14%), rinfuse solide (+13,45%), merci varie (+5,16%). Incoraggiante anche il risultato per i contenitori corrispondente a 243.326 teu (+ 2,84%), con il dato determinante dei container

pieni che porta a una variazione positiva a doppia cifra (+16,67%). Sostanziale tenuta per il settore ro-ro: 152.159 i mezzi movimentati (-0,80%). 1.192 le navi in arrivo e partenza dal porto giuliano, 43 in più rispetto ai primi sei mesi del 2015, con un aumento del +3,74%. Trend in continua crescita per il traffico ferroviario, che registra un amento del 17,64 %, con 3.334 treni movimentati. “I risultati dei primi sei mesi – ha commentato il Commissario D’Agostino

- confermano la validità delle strategie di valorizzazione del sistema portuale giuliano e dell’ottimo lavoro degli operatori. Dietro ai numeri, c’è una chiave di lettura ben precisa che parla dei nostri investimenti: la cura del ferro è il nostro core business. Un treno che parte da Trieste porta un container a Monaco di Baviera in 11 ore. Puntiamo a diventare il primo porto ferroviario internazionale d’Italia con collegamenti diretti e quotidiani verso tutte le destinazioni del Nord Italia e Centro-Est Europa.” RedMar

agosto 2016 - 25


trasporti / porto&diporto

RO-RO (tonn) - Variazion

Trasporto merci in crescita nel primo semestre 2016 +12,0%

+0,3%

-1,7%

4.500.000 4.000.000 3.500.000

Prosegue l’andamento positivo registrato 3.000.000 nello scorso anno 2.500.000

L’

rinfuse solide con +11,5%, seguito dal-

2.000.000 le rifuse liquide e dal ro-ro con +4,9%

e dai TEU con +4,5%. Il transhipment,

col solo porto di Gioia Tauro ha segna1.500.000 to +3,8%, mentre non è disponibile il Relativamente alle spedizioni internazionali si sono registrati incrementi in tutti i comparti: mare +2,9%, aereo +2,3% e terrestre (strada e ferrovia) +2,1%. L’aumento del traffico rilevato dal campione dell’indagine è confermato dai dati autostradali (+4,9%), da quelli aeroportuali (+5,8%), dai valichi stradali (+4,2%), da quelli portuali (+4,5% Teu; +4,9% rinfuse liquide; +11,5% rinfuse solide; +4,9% Ro-Ro). Nonostante i buoni risultati di traffico, la maggioranza delle imprese interpellate di tutti

dato di Cagliari. 1.000.000

500.000

Nereo Marcucci Presidente Confetra

Olbia

Andamento del traffico merci

2

Andamento del I° semestre 2016 rispetto al I° semestre 2015 (variazioni percentuali) Vettori - Cargo Carriers

Spedizionieri internazionali - Freight forwarders

Strada

Strada e Ferro

+3,1%

viaggi

+5,4% internaz.

nazionali

+2,5%

fatturato

nazionali

spedizioni spedizioni

+4,3%

-2,4%

internaz.

Aereo

Ferrovia

Aereo

spedizioni spedizioni

+3,8%

treni/km

Mare

+5,8%

Mare

teu teu rinfuse rinfuse ro-ro dest. +4,5% tranship- +3,8% liquide +4,9% solide +11,5% tonn +4,9% finale ment tonn. tonn

Corrieri Nazionali consegne

+2,5%

fatturato

+2,4%

dati di Augusta, Messina, Savona n.d.

-2,1%

fatturato

Tempi medi di incasso: 78,5 giorni

(81 giorni nel I° semestre 2015)

Insolvenze rispetto al fatturato: 1,2%

(1,0% nel I° semestre 2015)

Aspettative di traffico:

Express Courier

fatturato

+2,9%

spedizioni

dato riferito solo a Gioia Tauro

consegne

+2,3%

fatturato fatturato

-4,8%

(compreso il traffico courier)

tonnellate

+2,1%

fatturato fatturato

+7,2% +7,1%

Stabile: 59,6% In calo: 8,8%

(58% precedente rilevazione)

(8% precedente rilevazione)

In crescita: 31,6%

(34% precedente rilevazione)

NOTA CONGIUNTURALE SUL TRASPORTO MERCI - ANNO XIX - AGOSTO 2016

26 - agosto 2016

Livorno (gen-mar)

0

Salerno

andamento positivo del traffico delle merci registrato nello scorso anno è proseguito nel primo semestre del 2016, ma con alcune ombre che meritano un approfondimento. Lo rileva la Nota Congiunturale del primo semestre 2016, elaborata dal Centro Studi Confetra (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica) intervistando un panel di imprese tra le più rappresentative dei vari settori. Tutto il traffico aumenta: il trasporto su gomma ha segnato +3,1% in ambito nazionale e +5,4% nell’internazionale; il trasporto ferroviario è aumentato del 3,8%, mentre quello aereo del 5,8%. Relativamente al trasporto marittimo il risultato migliore è stato registrato dalle


Traffico marittimo

4

Variazione percentuale del I° semestre 2016 rispetto al I° semestre 2015

+1,3%

-4,0%

+11,6%

+20,8%

+16,9%

TEU - (Transhipment) +12,0% +3,8% 4.500.000

+4,9%

600.000

1.600.000

4.000.000

1.400.000

500.000

3.500.000

1.200.000

400.000

1.000.000 300.000

800.000

200.000

600.000

3.000.000 2.500.000 2.000.000

400.000 100.000

200.000

1.500.000

n.d.

Gioia Tauro

0

Trieste (gen-mar)

Livorno (gen-mar)

Salerno

Venezia

La Spezia (gen-mag)

Genova (gen-mar)

0

+0,3%

Cagliari

TEU (Destinazione finale) - Variazione nazionale +4,5%

RO-RO (tonn) - Variazi

1.000.000 500.000 0

I sem 2015

Olbia

i settori dichiara un aumento del fatturato inferiore all’aumento del traffico e il mondo spedizionieristico lamenta addirittura un calo del fatturato pur in presenza di un incremento del numero delle spedizioni. Per i vettori stradali il fatturato è aumentato del +2,5% nei

Fonte: autorità portuali

Salerno

I sem 2016

trasporti nazionali e NOTA del +4,3% nei tramente meno, coerentemente CONGIUNTURALE SUL TRASPORTO MERCI - ANNOdel XIXresto - AGOSTO 2016 sporti internazionali. Per gli spediziocon la linea piatta del PIL e con la situanieri il fatturato cala in tutti i comparti: zione dei prezzi che permane deflazio-2,4% nelle spedizioni terrestri, -4,8 nistica. In realtà è in atto nel settore già nelle spedizioni aeree e -2,1% in quelle da qualche anno un severo processo marittime. di selezione che espelle dal mercato le 6 Le aziende guadagnano percentualimprese più deboli e costringe le altre

+8,4%

+5,4%

-3,0%

n.d.

+3,1%

+8,3%

+7,6%

-2,1%

+0,4%

+26,0%

Ravenna

+10,9%

Ancona

-1,7%

Bari

+0,3%

Napoli (gen-mar)

+12,0%

Civitavecchia (gen-apr)

RO-RO (tonn) - Variazione nazionale +4,9% 4.500.000 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000

Brindisi

Genova (gen-mar)

Trieste (gen-mar)

Catania (gen-apr)

Palermo T. Imerese (gen-mag)

Livorno (gen-mar)

Olbia

Salerno

Savona

n.d.

0

I sem 2015 I sem 2016

Fonte: autorità portuali

NOTA CONGIUNTURALE SUL TRASPORTO MERCI - ANNO XIX - AGOSTO 2016

agosto 2016 - 27

-1,


Prezzo del gasolio

RO-RO (tonn) -11Varia

Andamento mensile del prezzo del gasolio per autotrazione (al netto e al lordo dell’accisa), nonché del +12,0% +0,3% prezzo del greggio (Brent e WTI).

4.500.000 Periodo gennaio 2013 – giugno 2016

Brent ( EUR x 1 lt )

GIU

APR

MAG

FEB

MAR

2016

Olbia

2015

Gasolio al netto accisa ( EUR x 1 lt )

DIC

OTT

NOV

SET

AGO

GIU

LUG

APR

MAG

FEB

MAR

DIC

GEN

NOV

SET

OTT

AGO

GIU

LUG

2014

Gasolio al lordo accisa ( EUR x 1 lt )

Salerno

2013

APR

0,0

MAG

0 FEB

0,2 MAR

500.000

DIC

0,4

GEN

1.000.000

NOV

0,6

SET

1.500.000

OTT

0,8

AGO

2.000.000

GIU

1,0

LUG

2.500.000

APR

1,2

MAG

3.000.000

FEB

1,4

MAR

3.500.000

GEN

1,6

GEN

4.000.000

WTI ( EUR x 1 lt )

Fonte: elaborazione Centro Studi Confetra su dati EIA, Ministero dello Sviluppo Economico

NOTA CONGIUNTURALE SUL TRASPORTO MERCI - ANNO XIX - AGOSTO 2016

Immatricolazioni veicoli pesanti

12

L’andamento cumulato delle immatricolazioni dei veicoli pesanti dei primi cinque mesi dell’anno (+30,6% rispetto al 2015) evidenzia un accentuarsi del trend di recupero iniziato nella seconda metà del 2013.

Valori assoluti cumulati gen-mag, dal 2009 al 2016 12.000

-22,7%

+21,9%

-31,9%

-13,9%

+6,0%

+10,1%

+30,6%

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

10.000

8.000

6.000

4.000

2.000

0 2009

Fonte: elaborazione Centro Studi Confetra su dati ANFIA

28 - agosto 2016

NOTA CONGIUNTURALE SUL TRASPORTO MERCI - ANNO XIX - AGOSTO 2016


Sofferenze bancarie

13

RO-RO (tonn) - Variazion

Dopo cinque anni di sostenuto incremento, il 2015 segna l’arresto della crescita delle sofferenze bancarie del settore “trasporto e

magazzinaggio”, e il primo trimestre dell’anno registra l’inversione del trend con una contrazione del -3,8% (I trimestre 2015/ I trimestre

+12,0%

2016).

+0,3%

-1,7%

Sofferenze bancarie, settore “Trasporto e magazzinaggio”, milioni di euro, I trim. 2010/I trim. 2016 4.500.000 4.300

4.000.000

3.800

3.500.000 3.000.000

3.300

2.500.000

2.800

2.000.000

2.300

1.500.000 1.800

1.000.000 500.000 II trim

III trim

IV trim

I trim

II trim

2010

III trim

IV trim

I trim

II trim

2011

III trim

IV trim

I trim

II trim

2012

III trim

IV trim

I trim

II trim

2013

III trim

IV trim

0

I trim

II trim

2014

Fonte: elaborazione Centro Studi Confetra su dati Banca d’Italia

a ridurre sensibilmente i margini operativi. È notorio come il settore dell’autotrasporto si sia assottigliato in meno di due anni di 15.000 unità (-15%). Per le imprese di spedizione internazionale la flessione del fatturato è stata influen-

III trim

IV trim

2015

I trim

2016

zata anche dalla forte dei SULrappresenta circa il 60%. NOTAdepressione CONGIUNTURALE TRASPORTOoggi MERCI - ANNO XIX - AGOSTO 2016 noli marittimi e aerei. Peggiorano, anche se di poco, le Da rimarcare l’espansione continua aspettative degli operatori per la sedel traffico dei courier (+7,2%) e la conda metà dell’anno. sensibile ripresa del traffico ferroviario (+3,8%) all’interno del quale Trenitalia Carolina Sinnopoli

Indice della produzione industriale

Livorno (gen-mar)

I trim

Salerno

800

Olbia

1.300

14

Da gennaio i tassi di crescita mensili rispetto allo stesso mese dell’anno precedente hanno tutti mostrato segno positivo, fatta eccezione per il mese di maggio (-0,6%). La crescita media dei primi cinque mesi dell’anno è stata del +1,3%.

Italia, andamento mensile tendenziale dell’indice della produzione industriale 2012/maggio 2016 e media mobile su tre mesi 6 4 2 0 -2 -4

2013

Fonte: elaborazione Centro Studi Confetra su dati ISTAT

2014

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Tasso tendenziale

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-8

GEN

-6

2016

Media mobile su tre mesi

agosto 2016 - 29

NOTA CONGIUNTURALE SUL TRASPORTO MERCI - ANNO XIX - AGOSTO 2016


trasporti / porto&diporto

Confetra Nord Est: sostegno al sistema offshore/onshore I

llustrare il totale e convinto appoggio delle categorie economiche rappresentate da Confetra Nord Est alla realizzazione della sistema off shore/on shore a Venezia e alla definizione di una via d’accesso chiara e definitiva per le navi da crociera in laguna. Questo l’obiettivo dell’incontro a Palazzo Balbi con l’assessore ai trasporti, lavori pubblici e infrastrutture della Regione Veneto Elisa De Berti. Confetra Nord Est rappresenta oltre 2400 imprese che operano nei settori del trasporto e della logistica, imprese che a loro volta assicurano un lavoro a decine di migliaia di persone. Il presidente di Confetra Nord Est Paolo Salvaro e il vicepresidente Andrea Cosentino, che ricopre anche la carica di presidente di Assosped Venezia, hanno illustrato all’assessore De Berti le ragioni economiche e tecniche che portano le imprese rappresentate, operanti nei settori della logistica, dei trasporti, delle spedizioni e dei servizi marittimi e doganali, ad essere convinte sostenitrici della realizzazione della sistema off shore/on shore per accogliere le grandi navi container. Parallelamente, hanno chiesto all’assessore che la Regione, a sua volta, prenda chiaramente posizione a favore dell’opera, che è fondamentale per dare un futuro all’unico porto di caratu-

30 - agosto 2016

ra nazionale ed internazionale del Veneto. Da parte sua l’assessore De Berti ha espresso la massima attenzione sua e del presidente Luca Zaia al tema, approfondendo anche gli aspetti tecnici della questione. Venezia con la realizzazione del Mose è l’unico porto d’Italia ad avere un accesso condizionato: anche con le barriere a riposo, la profondità del fondale è vincolata ai -14 metri dei cassoni posati sul fondale. Se 20 anni fa, quando si è progettato il Mose, questo pescaggio poteva sembrare più che sufficiente, oggi le dimensioni delle navi sono tali da renderlo inadeguato. Le grandi navi portacontainer che collegano le principali aree economiche dell’Europa con il Far East, se non avranno alternative valide, semplicemente salteranno Venezia, condannando il porto a un lento ma inevitabile declino. Altrove si può scavare, costruire nuove banchine, a Venezia senza un approdo “fuori” dalle barriere del Mose non ci sono alternative. E’ per questo che anche le imprese che operano nella logistica e nella portualità al di fuori dello specifico segmento container, sostengono il sistema off shore/on shore come l’unica possibilità per dare un futuro al porto. Inoltre è anche un’opportunità per tutti gli altri porti del Nord Adriatico, Trieste compreso, perché il sistema di distri-

buzione dei container con le speciali chiatte, in presenza di volumi significativi si potrebbe allargare anche a tutti gli altri terminal dell’Alto Adriatico, configurando un sistema integrato di peso europeo. Del resto anche Rotterdam ha risolto nello stesso modo (chiatte che distribuiscono i container su più terminal anche a parecchi chilometri di distanza) il problema dello scarico delle maxinavi e di migliaia di container in pochissimo tempo. L’obiezione sulla sostenibilità finanziaria dell’operazione è superata dalla dichiarata disponibilità di alcuni grandi gruppi cinesi, che attendono solo un via libera politico alla realizzazione dell’opera. E’ necessario decidere e decidere in fretta, ricordando anche il peso economico, diretto ed indiretto, delle imprese che lavorano con il porto e i posti di lavoro che assicurano. Analogamente Confetra Nord Est chiede che sia finalmente fatta chiarezza sulla soluzione da adottare per accogliere le grandi navi da crociera in laguna. La salvaguardia della città storica è sacrosanta, ma lo sono anche i diritti dei lavoratori e delle imprese del settore, da troppo tempo in una situazione di incertezza, che, se prolungata ancora nel tempo, porterà ad un ridimensionamento dell’impegno dei grandi gruppi crocieristici. Carolina Sinnopoli


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economia / porto&diporto

Un terzo degli italiani ha rate mensili per 362 € I

n un contesto di ripresa della domanda di prestiti e mutui da parte delle famiglie, Mister Credit - l’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori - ha realizzato uno studio strutturato e capillare sull’utilizzo del credito da parte degli italiani nei primi 5 mesi del 2016 partendo dall’analisi dei dati disponibili in EURISC – il sistema di informazioni creditizie gestito da CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 78 milioni di posizioni creditizie. Nello specifico, lo studio si propone di fornire periodicamente una fotografia dei principali indicatori relativi all’utilizzo del credito rateale da parte dei consumatori italiani, evidenziando le principali differenze a livello territoriale

relativamente all’indebitamento. I dati di dettaglio relativi alle singole province e la nota metodologica sono pubblicamente consultabili sulla Mappa del Credito, uno strumento interattivo raggiungibile alla paginahttp://www.mistercredit.it/informati/mappa-credito. A livello nazionale emerge che quasi un terzo degli italiani, più precisamente il 34,0% del totale della popolazione maggiorenne, ha almeno un contratto di credito rateale attivo e, a livello procapite, mensilmente rimborsa rate per un importo pari a 362 euro. Inoltre, mediamente i soggetti attivi nel credito hanno un indebitamento residuo – inteso come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare in futuro per estinguere i contratti in essere – pari a

SLC

34.253 euro. Ma quali sono le forme di finanziamento più diffuse? Dall’analisi condotta da Mister Credit risultano al primo posto i prestiti finalizzati, ossia quei prestiti destinati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento e viaggi, ecc. Tali operazioni di credito, hanno un peso in termini di numerosità pari al 43,4% sul totale. Al secondo posto troviamo i prestiti personali, che si legano alla rinnovata progettualità delle famiglie nel nuovo contesto di miglioramento del clima economico generale, con una incidenza pari al 34,5%. Infine, la componente dei mutui per acquisto di abitazioni, che si caratterizzano per una incidenza del 22,1% sul totale. Sandro Minardo

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agosto 2016 - 33


propeller / porto&diporto

Le vocazioni territoriali per la portualità pugliese I Propeller di Brindisi e Taranto: lettera aperta ai sindaci del Salento sulla riforma della portualità in Puglia

I

l governo del territorio e della portualità, cioè dei flussi di merci e persone che dal mare, “atterrando” sul territorio italiano nei nodi portuali, si incrociano con le reti infrastrutturali nazionali ed europee, interessa diverse materie di competenza legislativa statale e regionale, con conseguenti molteplici intrecci di competenze, di Istituzioni, di Storie e di Territori. In riferimento alla Riforma della Portualità va precisato che, originariamente, dopo una lunga serie di studi da parte del Ministero delle Infrastrutture, nonché della Commissione dei 15 “Saggi” nominata ad hoc, il Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica, approvato dal Consiglio dei Ministri nell’agosto 2015 prevedeva 14 Autorità di Sistema Portuale con un’unica Autorità di Sistema Portuale in Puglia, con sede a Taranto. Su tale ipotesi di Autorità Unica della Puglia si era espresso positivamente il Propeller e tutti gli operatori portuali brindisini nell’incontro con il consigliere del ministro Delrio, dott. Ivano Russo, nel settembre 2015, ma anche i tarantini. Inoltre tale scelta di un’unica Autorità di Sistema Logistico e Portuale pugliese era stata condivisa e concordata anche dai quattro commissari delle attuali Autorità Portuali Pugliesi che il 2 dicembre 2015, alla presenza del ministro Delrio, a Taranto avevano sottoscritto un: “Accordo di cui all’art. 15 della legge 7 agosto 1990 n. 241 e ss. mm. e ii. ai fini della realizzazione del Sistema Portuale e Logistico Pugliese”. Purtroppo, successivamente alla sot-

34 - agosto 2016

toscrizione di tale Accordo, alla vigilia del Natale 2015, il sindaco di Bari ha rivendicato, direttamente presso il governo, il ruolo della città metropolitana di Bari come sede di una propria Autorità di Sistema Portuale e comprendente i cinque porti di Bari, Manfredonia, Monopoli, Barletta e Brindisi. In conseguenza di ciò, alla ex Autorità di Sistema Unica della Puglia, composta da sei porti e con sede a Taranto, è rimasto il solo porto di Taranto. Questo “repentino cambiamento”, che non deriva dagli studi preliminari del Piano Strategico della Portualità e della Logistica del ministro Delrio e che ha portato da 14 a 15 le Autorità di Sistema Portuale in Italia, fu approvato in Consiglio dei Ministri nel gennaio 2016 e confermato nel Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016. Tale scelta, subita dalla città di Brindisi in un periodo in cui la città è stata commissariata, appare in contraddizione sia con lo stesso Piano della portualità approvato nell’agosto 2015 (dove la “logica del mono-scalo” era stata ampiamente criticata e superata) sia perché non si è avviato alcun “concerto” o consultazione con i territori interessati e le loro istituzioni; pertanto si rileva che l’aver lasciato l’Autorità di Sistema di Taranto mono-scalo, cioè con il solo porto di Taranto appare una enorme contraddizione rispetto alla logica ed agli obiettivi del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica che aveva individuato proprio nella dimensione “mono-scalo” uno dei punti di debolezza della portualità italiana. Va precisato, al riguardo, che nella

riforma delle Camere di Commercio è prevista l’unione delle due Camere di Commercio di Brindisi e Taranto, ed analoga “fusione” sta avvenendo tra i sindacati delle due province (o ex-province, o futura unica provincia). Forse, ragionando complessivamente sul “governo del territorio” e sullo sviluppo della logistica territoriale si sarebbero potute interpretare al meglio le vocazioni dei territori regionali facendo emergere ambiti territoriali, attività e luoghi che corrispondono alle due aree sub-regionali, storicamente e geograficamente ben determinate ed individuate: 1) l’area barese con i porti di Bari, Manfredonia, Monopoli, Barletta e Molfetta; 2) l’area policentrica jonico-salentina, l’antica “Terra d’Otranto” con i porti di Taranto, Brindisi, Otranto e Gallipoli. Per quanto sopra descritto, si rappresenta l’opportunità di richiedere al presidente della Regione Puglia un intervento presso il Governo, nei tempi prescritti dalla Riforma della Portualità, (15 giorni dalla pubblicazione) al fine di favorire le reali vocazioni dei luoghi coerentemente alla geografia storica del territorio salentino in occasione della stessa Riforma della Portualità di cui si prevede la pubblicazione nei prossimi giorni. Presidente Propeller Club Port of Brindisi Donato Caiulo Presidente Propeller Club Port of Taras Michele Conte


infrastrutture / porto&diporto

agosto 2016 - 35


aziende / porto&diporto

Stoccaggio energia joint per sistemi ibridi

W

ärtsilä ha annunciato di aver stipulato un accordo di cooperazione con la statunitense Greensmith Energy al fine di perfezionare ulteriormente le sue capacità di integrazione dei sistemi di produzione elettrica. Greensmith Energy, leader nella fornitura di software per lo stoccaggio dell’energia e di servizi per l’integrazione, fornirà il software necessario per una completa ottimizzazione dei sistemi di energia ibridi. Attraverso questa collaborazione, Wärtsilä amplia la sua offerta, fino a comprendere soluzioni per l’integrazione dei sistemi per qualsiasi fonte energetica. A livello globale, la piattaforma GEMS di Greensmith Energy è il software più largamente utilizzato e collaudato per l’integrazione dell’energia. Grazie alle sue caratteristiche funzionali, di solidità e flessibilità al tempo stesso, GEMS continua a rappresentare lo standard per il controllo dello stoccaggio su vasta scala, a livello dei contatori (behind-the-meter) e con sistema Microgrid. “Considerando le tendenze del mercato e il nostro obiettivo di essere il miglior fornitore di soluzioni energetiche in assoluto, questa collaborazione costituisce per noi una tappa naturale ma significativa per affermare la nostra posizione come figura di riferimento sul mercato”, ha dichiarato Javier Cavada, Presidente di Wärtsilä Energy Solutions. La soluzione combinata di Wärtsilä Smart Power Generation e solare foto-

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Javier Cavada Camino voltaico (PV), uniti alle capacità di integrazione di Greensmith, rappresenterà una fornitura energetica sostenibile, affidabile e dai costi contenuti – specialmente in Paesi e regioni dotati di reti elettriche limitate o su piccola scala. “Greensmith Energy è stata selezionata come partner tecnologico per il suo vasto know-how nel settore e la sua competenza nella fornitura di soluzioni sicure e affidabili per l’integrazione di sistemi su vasta scala”, ha ulteriormente spiegato Cavada. “Siamo onorati di instaurare questa collaborazione con un’organizzazione all’avanguardia come Wärtsilä mentre continuiamo a perseguire il nostro obiettivo di dislocare le soluzioni di stoccaggio di energia più avanzate in ogni angolo del mondo” ha commentato dal suo canto John Jung, Presidente e CEO di Greensmith Energy.

Wärtsilä Energy Solutions è specializzata nella fornitura di centrali elettriche ultraflessibili fino a 600 MW alimentate da combustibili liquidi e gassosi. L’offerta dell’azienda comprende soluzioni personalizzate per la generazione del carico di base e di picco, le riserve e l’inseguimento del carico, così come il bilanciamento della produzione rinnovabile intermittente. Wärtsilä Energy Solutions fornisce anche centrali elettriche solari PV pensate per una clientela industriale, oltre a impianti di distribuzione e terminali GNL. Ad oggi, la capacità totale realizzata dagli impianti Wärtsilä dislocati in 176 Paesi del mondo ha raggiunto i 60 GW. Leader nella fornitura di software per lo stoccaggio dell’energia e di servizi per l’integrazione, Greensmith mira a rendere lo stoccaggio dell’energia una componente fondamentale di un’infrastruttura energetica più pulita, intelligente e diffusa. Ad oggi, nella sua quinta generazione, la piattaforma software GEMS di Greensmith ottimizza le prestazioni di stoccaggio dell’energia riducendo i costi e massimizzando il ritorno sugli investimenti. Nel 2014, Greensmith ha fornito più di un terzo della capacità totale di stoccaggio di energia realizzata negli Stati Uniti, mentre nel 2015 è stata incoronata dalla rivista statunitense Inc 5000 come la compagnia di stoccaggio di energia in più rapida crescita. GEMS è attualmente utilizzata da più di 20 tra i principali utenti nel mondo. Sandro Minardo


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aziende / porto&diporto

Mobilità elettrica, Unit-E per guidare a emissioni zero

ABB partner del progetto europeo che prevede 38 nuove stazioni per viaggiare dall’Irlanda al Nord Italia con veicoli elettrici puri

A

BB fornirà quattro stazioni di ricarica veloce multistandard posizionate tra Genova e Beausoleil (Mentone). Le colonnine non saranno collocate lungo l’Autostrada dei Fiori, ma nelle immediate vicinanze di alcune sue uscite non ancora selezionate. Ciò consentirà loro di poter essere utilizzate in entrambi i sensi di marcia e servire i comuni vicini. Le installazioni rappresentano il contributo di ABB al progetto Unit-E, parte del più ampio programma della Commissione Europea Connecting Europe Facility (CEF), cui il Gruppo partecipa in consorzio con EDF Group (EDF SA, EDF Luminus e Sodetrel), BMW, Nissan, Renault, École des Ponts, Porto Antico di Genova e Istituto Internazionale delle Comunicazioni. Scopo del progetto, cofinanziato con fondi europei, è l’installazione di un totale di 38 stazioni di ricarica

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completamente interoperabili distribuite tra Regno Unito, Belgio, Francia e Italia. Grazie alle prese multi-standard e a una piattaforma di scambio dati comune tra gli operatori dei diversi Paesi, le infrastrutture Unit-E consentiranno a tutti i veicoli elettrici d’Europa di essere ricaricati liberamente, senza vincoli imposti dall’operatore nazionale di provenienza. Si tratta di un progetto ambizioso che, entro fine 2017, collegherà tutta l’Europa da Dublino a Genova con colonnine di ricarica veloce ogni 50 km circa. Serviranno meno di 30 minuti alle auto che transiteranno lungo i 180 km della tratta Genova-Mentone per ricaricarsi completamente: le 4 colonnine ABB a ricarica veloce, prodotte nel sito italiano di Terranuova Bracciolini (AR), abbatteranno infatti i tempi di attesa permettendo a coloro che intendono muoversi utilizzando

vetture elettriche sulle lunghe distanze di farlo senza ansia da ricarica. Le 4 stazioni di ricarica potranno servire oltre 20.000 veicoli elettrici all’anno i quali, percorrendo il tratto Genova – Mentone, comporteranno una riduzione delle spese sanitarie per danni alla salute dovuti all’inquinamento e di quelle relative alle spese per import di energia con evidenti benefici per la collettività. “Ancora una volta la tecnologia ABB si dimostra preziosa per accelerare il percorso del nostro Paese verso un modello più smart. Mi auguro che progetti come questo si moltiplichino in Italia, rendendo sempre più ampia e diffusa l’infrastruttura a sostegno della mobilità sostenibile.” Ha commentato Mario Corsi, Amministratore Delegato di ABB S.p.A. “Siamo fieri di contribuire a dimostrare le potenzialità di un approccio più sostenibile al tema della


mobilità: penso ai sistemi di ricarica per i veicoli elettrici privati oltre che a quelli nati per il trasporto pubblico. Ma non ci fermiamo qui: per noi mobilità sostenibile significa anche trasporto ferroviario, navale e porti verdi”. ABB è anche impegnata nel trasporto pubblico urbano come dimostra la recente fornitura di 13 stazioni di ricarica ultra rapida che verranno dislocate lungo una linea di autobus elettrici a Ginevra nell’ambito del progetto denominato TOSA. Si tratta della tecnologia di ricarica più veloce al mondo in quanto impiega meno di un secondo per collegare il bus al punto di ricarica mentre le batterie di bordo possono essere ricaricate in 15 secondi con un’immissione di 600 kilowatt di potenza durante la fermata dell’autobus. Un’ulteriore carica di 4-5 minuti consente una ricarica completa delle batterie presso i capolinea. La rete di stazioni di ricarica Unit-E si integra con le installazioni in fase di realizzazione del programma TEN-T (Trans-European Networks – Transport), di cui hanno fatto parte i progetti Corri-Door e RCN, e rende il viaggio su strada attraverso l’Europa con veicoli esclusivamente elettrici una realtà. Il punto di arrivo previsto

dal progetto Unit-E è il Porto Antico di Genova, città che rappresenta una delle più significative palestre di applicazione di soluzioni tecnologiche innovative. ABB è inoltre partner tecnologico del Comune di Genova nel progetto finalizzato a farne una delle prime smart city italiane ed europee, nonché dell’Università degli Studi del capoluogo ligure per realizzare tecnologie con benefici sempre maggiori in termini di prodotti e servizi per i cittadini. L’offerta di ABB per la mobilità elettrica comprende soluzioni per qualunque tipo di applicazione e dimensione di installazione, con stazioni di ricarica standard in corrente alternata e di ricarica veloce, sia in corrente alternata che in corrente continua. A questo si aggiungono realizzazioni innovative per infrastrutture private e pubbliche, compreso il trasporto urbano, realizzando un sistema di trasporto urbano a zero emissioni. Infine, la soluzione di ricarica si arricchisce di una piattaforma software per il monitoraggio e il controllo remoto via internet dalle apparecchiature in un’ottica di Internet of Things, Services and People (IoTSP). Francesco S. Salieri

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aziende / porto&diporto

A Roncadin il riconoscimento Cerved “Company to watch” All’azienda di Meduno che produce pizze surgelate il premio per il 2016 grazie a economie di scala e investimenti tecnologici

R

oncadin, azienda di Meduno (Pordenone) che produce pizze surgelate di alta qualità, ha ricevuto il riconoscimento “Company to watch” assegnato da Cerved, società leader in Italia nell’analisi del rischio di credito. Tradizione e specializzazione nella produzione di pizze surgelate, elevate e crescenti economie di scala grazie a continui investimenti tecnologici, importante vocazione internazionale e attitudine all’innovazione dell’offerta sono le motivazioni alla base del premio. Roncadin si è distinta nel settore degli alimenti surgelati, ambito in cui secondo la società di ricerca si è registrata nel 2015 una crescita della domanda dell’1% in termini reali e dell’1,7% a valore. L’analisi eseguita da Cerved – Databank - Cerved Group che ha preso in esame il settore degli alimenti surgelati, comprende 350 imprese rilevanti per un totale di 7mila addetti. Il settore degli alimenti surgelati risulta dominato da grandi gruppi multinazionali e nazionali, a cui si affiancano imprese medie e piccole i cui soci sono prevalentemente italiani, tra cui la friu-

40 - agosto 2016

lana Roncadin. Per il 2016, nel settore si attende un’ulteriore crescita della domanda sia in termini reali (+1,1%) che in valore (+1,3). Una tendenza che proseguirà anche nel 2017, con la domanda che si prevede in espansione dell’1,2 in quantità e dell’1,5% in valore. La tendenza positiva secondo Cerved è frutto di una maggiore consapevolezza da parte delle famiglie e degli operatori professionali della ristorazione: i prodotti surgelati, oltre a procurare risparmio di tempo in fase di preparazione, si caratterizzano per un crescente livello qualitativo ad un prezzo accessibile. In questo scenario positivo, le pizze nei banchi dei surgelati godono di particolare salute, con una crescita dell’1,5%: in un segmento costituito da consumatori evoluti e molto propensi a provare novità e varianti di prodotto, la pizza surgelata gode infatti di una attenzione particolare, spesso favorita anche dalla pressione promozionale. La Grande Distribuzione ha percepito il trend di crescita, tanto che l’assortimento medio delle pizze surgelate

cresce in tutti i canali (supermercati, ipermercati, superstore e libero servizio) con una media di 2-3 prodotti in più rispetto al 2014 (IRi – A.T. febbraio 2015). Le pizze Roncadin, vendute sia in Italia sia all’estero, si caratterizzano per l’uso di materie prime d’eccellenza, la lunga lievitazione, il metodo di pressatura a caldo dell’impasto, la farcitura a mano e la cottura a legna su pietra. Roncadin ha raggiunto nel 2015 un fatturato di 90 milioni di euro (+12,5%) e ha superato quota 450 lavoratori. Nel 2013 ha aperto una filiale commerciale negli Stati Uniti, mentre nel 2015 ha inaugurato la propria quinta linea produttiva a Meduno ed avviato uno stabilimento dedicato alle pizze senza glutine a Genova. In Roncadin si realizzano ogni anno 65 milioni di pizze e 8 milioni di snack, che l’azienda produce sia a marchio proprio, sia soprattutto per le private label della grande distribuzione organizzata, per la quale l’azienda ha sviluppato circa 370 ricette diverse. Italo Merciati


Quadricromia: C 86% M 72% Y 28% K 35%

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ricerche / porto&diporto

Il Mezzogiorno ha potenziale di crescita enorme Check up Mezzogiorno, il Sud riparte con vitalità, imprese ed export record ma pesano incertezze

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opo la piccola ripartenza del 2015, nella quale è cresciuta per la prima volta negli ultimi anni più del Centro-Nord, l’economia del Mezzogiorno è in cerca di conferme nei primi mesi del 2016, quando i segnali positivi devono tenere conto di elementi di incertezza interni ed internazionali che possono condizionarne le prospettive. Secondo il Check-up Mezzogiorno, curato da Confindustria e SRM i segnali sono contrastanti: le previsioni sulla crescita del PIL restano (di poco) positive (+0,3% nel 2016, secondo le ultime stime), ma le incognite rimangono elevate, sia per fattori interni, sia di instabilità internazionale. Il clima di fiducia delle imprese, pur restando più elevato della media degli ultimi anni, registra nella prima parte dell’anno un andamento più incerto proprio nel Meridione, cosi come la percezione dei consumatori sul clima

economico. Il numero delle imprese torna a crescere, e per la prima volta dal 2008, il saldo torna positivo al Sud (+0,6% con oltre 10mila imprese in più), con poco meno di 1 milione 700mila imprese in attività, anche grazie alla robusta riduzione dei fallimenti in quasi tutte le regioni. Soprattutto, continua la crescita delle imprese di capitali (16mila imprese in più, pari a +6%), più forte rispetto alle altre regioni, quella delle imprese giovanili (oltre 220 mila al Sud), così come delle Start up innovative (+39,2% rispetto allo scorso anno) e delle imprese “in rete” (più di 3.700 a giugno 2016): tutti segnali di grande vitalità imprenditoriale. In parte largamente prevalente, però, si tratta di imprese di piccola e piccolissima dimensione, rafforzando la caratteristica principale del tessuto produttivo meridionale, che resta composto nella quasi totalità di micro e piccole imprese (il 99% delle

imprese meridionali ha meno di 49 addetti). Le esportazioni fanno registrare un record, anche se non mancano delle ombre. Nel complesso, infatti, rispetto al primo trimestre del 2015, l’export meridionale cresce del 2,5% (a fronte di una sostanziale stazionarietà del dato nazionale). In particolare, l’andamento dell’export dei distretti meridionali si conferma positivo, con un aumento medio dell’8,3%, superiore a quello medio dei distretti del Centro Nord (compresi tra il 3 e il 5%). Ma all’interno della macro-area si rafforza la differenziazione dei risultati. Calano, infatti, le esportazioni in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, mentre crescono in Abruzzo, Molise e Basilicata: aumenta in maniera significativa l’export dell’automotive (+32,9%) e dell’elettronica (+22,2%) ma continua il calo dei prodotti della raffinazione (-27,4%), dei prodotti chimici e farmaceutici e, per la


prima volta subisce una piccola battuta d’arresto l’agroalimentare (-2,4%), settore cresciuto ininterrottamente anche negli anni della crisi. Anche la destinazione geografica delle esportazioni meridionali si modifica (e spiega in parte l’andamento dei valori esportati). Sale, infatti, l’export verso i Paesi dell’eurozona (in particolare verso Francia e Germania) e gli USA, sospinto dall’automotive, cala quello verso i BRICS e i Paesi dell’area Med, dove pesano il rallentamento della crescita globale e l’instabilità dell’area: fra questi ultimi, cala soprattutto l’export verso Turchia (-35%) e Libia (-20%). Migliora il tasso di occupazione, salito di 0,6 punti percentuali rispetto al I trimestre 2015, con oltre 50mila occupati in più, ma la crescita degli occupati a tempo indeterminato, che ha contribuito non poco a consolidare la fiducia nel corso del 2015, sembra frenare nei

primi mesi del 2016, anche a causa della riduzione dell’effetto degli sgravi contributivi. Le assunzioni agevolate

nei primi cinque mesi si sono ridotte, infatti, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di circa il 57%. Resta mol-

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to elevata la disoccupazione (superiore al 20%), soprattutto quella giovanile (53,9%) e femminile (22,2%). Il dato sulla Cassa Integrazione, però, si mantiene sui livelli pre-crisi, già raggiunti nel 2015, a conferma della stabilizzazione dell’economia meridionale. Si stabilizzano le dinamiche creditizie. Nel 2015, infatti, gli impieghi crescono al Sud in misura maggiore (+2,5%) rispetto alle altre ripartizioni (dove anzi calano, ad eccezione del Centro): si rafforza la domanda di credito, e scendono i tassi attivi sulle operazioni a breve, anche se rimane un differenziale di circa 1 punto e mezzo rispetto alla media italiana, che riflette la polarizzazione (più ampia al Sud rispetto al resto del Paese) tra le imprese che vedono migliorare il proprio rating rispetto ad un anno fa e quelle che lo peggiorano. Crescono, tuttavia, anche le sofferenze, che hanno ormai superato la soglia dei 42 miliardi di euro (pari al 15,1% del totale dei crediti concessi) su un totale di 144 sul piano nazionale. Segnali chiaramente positivi vengono dal turismo: attraverso un costante incremento degli arrivi nei porti (150 mila crocieristi in più nel solo porto di Napoli) e negli aeroporti (+3,4%), non si ferma infatti la crescita delle presenze e della spesa dei turisti stranieri, cresciuti nel 2015 di 500.000 unità. Cresce anche la loro spesa (di quasi mezzo miliardo di euro), con aumenti equamente distribuiti in tutte le regioni. La crescita del 13% degli introiti di musei, monumenti e aree archeologiche conferma che si tratta di un turismo di qualità, in

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grado di spingere la filiera della cultura, già oggi consistente (14 miliardi di euro di valore aggiunto al Sud e quasi 300 mila occupati) ma che potrebbe generare opportunità di ben altra natura, considerando dotazione e diffusione del patrimonio esistente. La fotografia del Mezzogiorno all’inizio del 2016 è dunque quella di una area che torna lentamente alla crescita, in cui i segnali positivi, peraltro ancora insufficienti a colmare in tempi brevi i divari apertisi con la crisi, si affiancano ad elementi di incertezza più o meno significativi. Il terreno perduto tra il 2007 ed il 2014 è davvero molto ampio, e la timida ripartenza del 2015 segna solo la rotta della possibile inversione di tendenza. Il Sud ha un potenziale di crescita enorme, ma è la ripresa degli investimenti privati e pubblici a poter fare la differenza tra la ripartenza e il ripiegamento delle prospettive di crescita. Il punto chiave è l’irrobustimento del tessuto produttivo. Tornano, infatti, positivi i margini, crescono, sia pure meno della media nazionale, fatturato, valore aggiunto ed investimenti (timidamente anche nelle costruzioni, in maniera più robusta nell’agricoltura). Tuttavia, tali miglioramenti sono concentrati nella componente più strutturata del tessuto produttivo ed imprenditoriale meridionale, quella cioè delle imprese di capitali con oltre 50 addetti, e devono ora estendersi alla parte restante del tessuto produttivo meridionale, che resta quella maggioritaria. Altrettanto cruciali gli investimenti

pubblici. Grazie all’accelerazione legata alla fase di chiusura dei fondi strutturali 2007-13, le prime stime segnalano un possibile ritorno alla crescita della spesa in conto capitale per il 2015. E’ ora decisivo che questa tendenza si consolidi nel 2016, secondo il profilo di crescita indicato dal DEF e sfruttando gli spazi di flessibilità concessi da Bruxelles con la clausola degli investimenti. Ancora una volta, è decisivo il ruolo che può essere svolto dai Fondi strutturali. Sfruttando con intelligenza e pienamente tali risorse e quelle nazionali per la coesione (oltre 85 miliardi di euro per i prossimi 8 anni), si possono concretamente declinare politiche più intense ma uguali a quelle necessarie al resto del Paese, capaci di irrobustire gli investimenti pubblici e privati e di ridurre divari storici e più recenti: selezionando con accortezza, grazie ai Patti attuativi del Masterplan, le infrastrutture prioritarie, gli interventi di rigenerazione urbana, quelli per lo sviluppo industriale, quelli per far incontrare i giovani e le imprese. E rendendo ancor più incisivi gli strumenti per la competitività del tessuto produttivo, come il credito d’imposta per gli investimenti, e per l’occupazione, come gli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato. Il tempo resta la variabile chiave. Sebbene velate di incertezza, le prospettive economiche restano timidamente positive: se il Sud ne sa approfittare, può trainare la ripartenza dell’intero Paese. CONFINDUSTRIA-SRM


nautica / porto&diporto

Les jeux sont faits?

Al via i grandi Saloni nautici europei: “Rien ne va plus”

A

lla vigilia dei grandi saloni nautici mediterranei di Cannes, Monaco, Genova e Barcellona il comparto nautico italiano è ancora in alto mare per quella, oramai evidente, spaccatura che contrappone UCINA Confindustria Nautica a Nautica Italiana. Atteggiamenti, quelli delle due entità imprenditoriali, che a prima vista potrebbero sembrare masochistici, autoreferenziali e assolutistici, per certi aspetti privi di senso logico se non fosse che da una più attenta, contestuale riflessione sui fatti, si potrebbe dedurre che quel che in questi anni è mancato al comparto è sostanzialmente una nuova strategia non solo di marketing ma, soprattutto, strutturale in modo tale da far risultare tale comparto un attrattivo “unicum” del sistema Paese coniugando col turismo nautico gli interessi e le potenzialità del territorio all’industria nautica in generale, cioè dai produttori di natanti fino a quelli dei

grandi yachts. Ma così, malgrado qualche sparuto tentativo, non è stato e mentre, ma solo per citare un esempio, le associazioni dei porti francesi promuovono insieme a quelle dei porti spagnoli le proprie coste per sviluppare il turismo nautico (n.d.r. accordo sottoscritto due anni orsono al Salonnautico di Barcellona), nel nostro Paese vanno autonomamente costituendosi in varie regioni reti di porti totalmente disconnesse ad ogni iniziativa che in qualche modo, a macchia di leopardo, potrebbe invece promuovere, a tutti i livelli ed in tutti i settori, l’industria nautica del Bel Paese. Oggi invece l’unico vero, grande problema, sembra essere la sopravvivenza del Salone di Genova con annessi e connessi sia di ordine politico che economico sia a livello locale che nazionale. L’innegabile impegno della presidente di UCINA Demaria in perfetta sintonia con gli annunci del presidente della Regione Toti, quelli dell’ex Sotto-

segretario Calenda e di altri autorevoli personaggi della politica locale per dare nuovo e potente impulso al Nautico, senza ovviamente dimenticare uno dei più importanti vertici de I Saloni Nautici Anton Albertoni, pur non nascondendo le grandi difficoltà, promette una grande rassegna…”Il Salone del rilancio della nautica nazionale ed internazionale” come si legge in un’intervista rilasciata dal governatore Toti durante una convention per parlare dell’IVA al 10% nei marina Resort. Il Governatore della regione Liguria in una recente intervista a Repubblica.it, ha parlato di una nuova società per gestire il salone nautico di Genova dei prossimi anni. Una società che vedrebbe la Regione, il comune di Genova e la Camera di Commercio come soci di maggioranza insieme a UCINA e Nautica Italiana come soci di minoranza. “Stiamo lavorando alla creazione di una newco di diritto privato ma a maggioranza pubblica - dice Giovanni Toti

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a Massimo Minella di Repubblica.it - in cui siano presenti Regione tramite Filse, Comune e Camera di Commercio, e in minoranza le due associazioni, Ucina e Nautica Italiana. Andrebbe creata dal ramo d’azienda Fiera in liquidazione proprio con la mission della gestione dello sviluppo nautico. Il resto dovrebbe transitare alla Porto Antico”. La newco assorbirebbe anche la Saloni Nautici Spa, la società controllata da UCINA che oggi gestisce il Salone Nautico di Genova. Secondo il governatore, le due associazioni concorrenti UCINA e Nautica Italiana dovrebbero ideare insieme un nuovo modo di fare salone per riportare questo ai fasti di una volta e soprattutto farlo tornare ad essere un salone internazionale. Nella stessa intervista Toti dice che il governo è pronto a mettere 4 milioni di euro nel salone nautico. Ma allora “le jeux sont faits” o siamo alle solite boutades per buttar acqua sul fuoco genovese e sul malcontento della nautica italica? A questo punto non si sa più a chi credere anche perché, oramai sembra cosa fatta, Nautica Italiana starebbe definendo il “suo” exploit con l’annuncio ufficiale del presidente Lamberto Tacoli, del segretario Lorenzo Pollicardo, Giovanna Vitelli ed altri rappresentanti dei big della nautica di ben tre importanti eventi fieristici: a Genova in primavera 2017 con gli yacht all’ormeggio a Porto Antico e nei più bei golfi della riviera, la seconda a Milano dedicata alla piccola nautica e sport acquatici, la terza ipotizzata o in Campania o in Sardegna mentre per l’ipotizzata a suo tempo alternativa viareggina, tutto tace. Certo è che, stando così le cose, sembra ben difficile la convivenza nel prossimo salone genovese di due “separati in casa”, l’un contro l’altro armati di sprezzanti reciproche esternazioni, più che di fatti, che certamente non concorrono a riconquistare il mercato domestico sia degli yacht che di quella “nautica sociale” vero motore per rilanciare l’economia turistica costiera e per acque interne. Dunque l’appuntamento per tutti è dal 20 al 25 settembre a Genova per capire se davvero la Città avrà fatto di tutto e di più per sostenere il Salone in termini di cultura dell’accoglienza, per capire se il cospicuo supporto finanziario del Governo promesso dal governatore Toti avrà o meno interessanti indici di redditività per tutta la comunità o se non sarà un altro buco nel pubblico bilancio dello Stato, per capire se quell’incremento del 21% di iscrizioni annunciate dalla presidente Demaria riuscirà a coprire il vuoto determinato dall’assenza di quanti tra i grandi big della nautica hanno scelto altre rotte,

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prime fra tutte - come quotidianamente leggiamo nei comunicati stampa delle varie aziende - Cannes e Montecarlo dove, più che dati statistici, si snocciolano nel glamour elitario della Costa Azzurra e del Principato, i numeri dei contatti e dei contratti. Allora Signori, a qualche settimana dall’annunciato grande exploit genovese oramai ufficialmente “Rien ne va

plus” ma attenzione… e se all’italiana, per mantenere la poltrona, si continuasse pericolosamente a giocare sul futuro del Salone e di tutto il comparto nautico? Gran finale di manzoniana memoria un po’ per tutti, organizzatori, politici, amministratori, espositori, visitatori e… curiosi: “Ai posteri l’ardua sentenza!” Massimo Bernardo


nautica / porto&diporto

A Marina d’Arechi è l’estate dei grandi yacht

E’

entrata nel vivo la stagione 2016 dei grandi yacht a Marina d’Arechi. Sono, infatti, ben 10 le imbarcazioni superiori ai 40 metri che hanno ormeggiato, alternandosi negli ultimi giorni di questo Ferragosto al nuovo pontile C, dedicato proprio ai maxi yachts. Si tratta di prestigiose navi da diporto battenti le bandiere più affermate in questo speciale segmento della navigazione internazionale: Regno Unito, Isole Cayman, Channel Islands, Malta e Italia. Tra queste, hanno spiccato per il design innovativo lo yacht CRAZY ME e per eleganza lo yacht ANNA G. Entrambe le imbarcazioni di 50 metri di lunghezza sono state realizzate dal famosissimo cantiere olandese Heesen Yacht, che ha varato nel 2013 la prima e nel 2015 la seconda, con una assoluta personalizzazione progettuale. Il palmares di più grande imbarcazione ormeggiata nella settimana di Ferragosto spetta al super yacht IRIMARI, di bandiera ingle-

se, con i suoi 63,1 metri di lunghezza per 11,45 di larghezza. “Il 70% dei superyacht mondiali in estate naviga nel Mediterraneo - ha commentato il Presidente Agostino Gallozzi - Marina d’Arechi si candida a diventare una meta privilegiata per quanti vogliano farsi conquistare dal fascino del Golfo di Salerno, a poche miglia di navigazione da luoghi conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. L’unico modo per conquistare questi armatori esigenti è coniugare un’offerta infrastrutturale eccellente, un elevato standard di qualità in termini di servizi, un contesto territoriale di assoluta eccellenza. La presenza in pochi giorni di ben 10 imbarcazioni di grandi dimensioni è la prova che Salerno, inserita in scenari naturali tra i più apprezzati d’Italia, molti dei quali “patrimonio dell’umanità” censiti dall’Unesco, può ben competere con gli altri marina del Mediterraneo e rappresentare un valore aggiunto importante per l’offerta ita-

liana di posti barca”. Con il completamento dei pontili, Marina d’Arechi offre complessivamente 90 posti barca tra i 30 e i 130 metri, diventando così uno dei maggiori approdi nel segmento delle navi da diporto. “Abbiamo immaginato Marina d’Arechi come un grande hub nel Mediterraneo – ha aggiunto Gallozzi - e le presenze di questa estate, in crescita del 30%, ne sono la prova. Noi continuiamo a lavorare per rispondere alle richieste di clienti provenienti dalla nostra Città, dalla nostra Regione e da ogni parte d’Italia e del Mondo, che posseggano imbarcazioni a vela o a motore, grandi o piccole. Perché è la grande flessibilità e professionalità del nostro staff la chiave del nostro successo, attestate dai riconoscimenti dei 5 timoni RINA e della Bandiera Blu. Insieme, ovviamente, allo splendido scenario che la Costiera ci offre ogni giorno”. Riccardo Russo

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nautica / porto&diporto

Marina Cala de’ Medici fa il pieno di ospiti

N

el biennio 2013-2015 ha raddoppiato il numero delle imbarcazioni - Attivato anche il servizio foresteria Marina Cala de’ Medici stringe accordi con importanti cantieri per il varo e la rifinitura di nuove imbarcazioni all’interno della struttura, suscitando un interesse sempre maggiore fra gli operatori del mondo della nautica; il Porto turistico Marina Cala de’ Medici, nel biennio 2013-2015, ha praticamente raddoppiato il numero delle imbarcazioni presenti in Porto, passando da 300 a 570. L’incremento è stato notevole ed ha attirato l’interesse di importanti cantieri navali i quali hanno stretto accordi con la struttura per il varo delle imbarcazioni appena prodotte proprio a Cala de’ Medici. Questi accordi, stretti con alcuni cantieri fra i più emergenti ed in piena espansione, implicano che, oltre alla messa in mare, questi cantieri effettuino le lavorazioni finali non presso le loro sedi, dislocate in tutta Italia, bensì presso il Marina. Nel momento in cui l’imbarcazione viene varata a Cala de’

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Medici, così, l’allestimento, le rifiniture, ecc., creano un notevole indotto di artigiani contattati in loco per compiere tali lavorazioni. Questa situazione ha inoltre portato una clientela importante a frequentare la struttura, con imbarcazioni importanti, che richiedono da parte della Direzione Portuale un’attenzione particolare. La Direzione Portuale, infatti, ha dovuto attivare una serie di procedure al fine di tutelare la propria utenza e le sue esigenze, come nel caso delle barriere alle dighe di sotto e sopraflutto, onde impedire ai minorenni di farne un luogo di ritrovo e bivacco, mettendo fra l’altro a rischio la loro incolumità, oppure come nel caso dei pescatori che praticano la loro attività in aree vietate, incagliando le loro lenze nelle trappe delle imbarcazioni, o come, ancora, la necessità di non ormeggiare le imbarcazioni da pesca, che hanno necessità specifiche, come a fianco di imbarcazioni importanti. Marina Cala de’ Medici quest’estate fa il pieno di ospiti, con una presenza record di imbarcazioni in Porto: su 650

posti barca disponibili, nel mese di giugno, ben 563 risultavano occupati da stanziali o imbarcazioni in transito. Per venire incontro alle esigenze della sua clientela, Cala de’ Medici ha attivato anche il servizio foresteria, prendendo in carico la gestione di 3 foresterie, a breve saranno 10, che si trovano al primo piano del Borgo Commerciale. Le foresterie sono state rimesse a nuovo e dotate di ogni comfort per accogliere tutti colori desiderosi di un soggiorno in completo relax nella splendida cornice del Porto turistico. Le foresterie, un loft con 5 posti letto denominato “Ammiragliato” e due monolocali da due posti letto ciascuno denominati “Fob” e “Grappino”, dai nomi delle ancore, posso essere affittati per soggiorni brevi o lunghi e permettono l’utilizzo, a pagamento, dei numerosi servizi offerti da Cala de’ Medici: lavanderia, palestra e Spa, negozi, bar, ristorante, pizzeria, gelateria, galleria d’arte, parrucchiera, ecc., nonché di vivere le serate dense di intrattenimenti organizzati per la stagione estiva. Riccardo Russo


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