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PORTO diporto & IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ
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sommario / porto&diporto
IN ESCLUSIVA
Interviste a: Vincenzo Zottola, Luciano Serra, Giosuè Grimaldi, Luciano Guerrieri e Andrea Rea ----------Interventi di: Vincenzo Zottola, Alfredo Malcarne, Anton Francesco Albertoni, Bruno Castaldo, Aniello Cuomo Anno X - N°4 - aprile 2014 Direttore responsabile Antonio De Cesare Direttore editoriale Maurizio De Cesare Hanno collaborato a questo numero: Anton Francesco Albertoni Cosimo Brudetti - Eduardo Cagnazzi Bruno Castaldo - Aniello Cuomo Fabrizio De Cesare - Patrizia Lupi Alfredo Malcarne - Paola Martino Matteo Martinuzzi - Patrizia Marzini Italo Merciati - Stefano Meroggi Sandro Minardo - Andrea Moizo Tiziana Morgese - Riccardo Russo Francesco S. Saliero - Luciano Serra Carolina Sinnopoli - Alessandro Talini Franco Tanel - Stefania Vergani Vincenzo Zottola Amministrazione e abbonamenti Paola Martino amministrazione@portoediporto.it abbonamenti@portoediporto.it Costo abbonamento Italia € 30, estero € 90 esclusivamente con versamento su CCP n. 81627671 - AM editori srl Via Diaz, 54 - 80055 Portici (Napoli) Pubblicità e marketing marketing@portoediporto.it Listini e specifiche tecniche www.portoediporto.it Progetto e realizzazione grafica AM editori srl Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&diporto è proprietà di AM editori srl info@ameditori.it redazione@portoediporto.it www.portoediporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 17 del 15 febbraio 2006 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.
YMF 2014 4 - Gaeta, si rinnova il successo di Yacht Med Festival 5 - Regio Prima la capacità di aggregare 6 - Economia del Mare il motore del nostro futuro 7 - Stati Generali delle CCIAA sull’Economia del Mare 8 - La portualità turistica del Mediterraneo 8 - Blue Paper, lancio ufficiale durante la kermesse di Gaeta 9 - Evoluzione della formazione in ambito marittimo 10 - Assonautica Conferenza di Sistema 11 - ASSONAT reclama attenzione dalla politica 11 - La burocrazia ministeriale continua a frenare la nautica 12 - L’industria nautica italiana eccellenza del made in Italy 13 - Intensa attività UCINA a supporto della nautica 14 - Assonautica le nuove sfide ARMAMENTO 16 - Morace incassa sovvenzioni ma continua la lite con Lauro 18 - Armatori, a primavera fiorisce la compravendita 20 - Tirrenia aumenta l’efficienza energetica della sua flotta CROCIERE 22 - Costa Crociere e Trenitalia lanciano Rail&Cruise 23 - Quando Carnival parla tedesco RICERCHE 24 - Lo studio e lo sviluppo della navigazione 25 - La sicurezza dei traffici marittimi nel golfo di Napoli INFRASTRUTTURE 26 - Infrastrutture, competitività e confronti internazionali 28 - Progetto Duferco per Venezia le navi non entrano in laguna 30 - La Toscana investe nei porti
31 - Dragaggi nel porto di Napoli via libera dai Lavori Pubblici 31 - Piattaforma ferroviaria Trieste consolida traffico con la Turchia 32 - Il porto di Piombino tra turismo e siderurgia 34 - Youngship Italia inaugura il primo workshop formativo DIRITTO 37 - Autorità Portuali: la “prorogatio sine die” RISVEGLI 42 - La fine di un sogno impossibile? TRASPORTI 44 - easyJet inaugura la base di Napoli 46 - Il network dell’estate 2014 dell’Aeroporto di Napoli 47 - I trasporti dell’Expo 2015 all’insegna del rosso fiamma INTERVISTA 48 - La Mostra d’Oltremare apre al pubblico i suoi tesori PROPELLER 50 - La ricaduta di Expo 2015 sulla logistica lombarda AZIENDE 51 - Tecnologia ABB premiata al Red Dot Design Award 52 - Manifatturiero, come è cambiato negli ultimi 25 anni 53 - La “spesa” della legalità vale il 5% del Pil nazionale 54 - Pontili galleggianti anche nel deserto TURISMO 56 - Norme più flessibili in materia di visti 58 - Risposte Turismo: presentato “Speciale Crociere” 2014 EVENTI 60 - Harley-Davidson lancia la sfida “Discover More” 62 - A Verona la mostra della fotografia scientifica PORTO DI BACCO 64 - Arriva “Chapeau”, spumante Greco di Tufo senza solfiti
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Gaeta, si rinnova il successo di Yacht Med Festival
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i avvicina l’appuntamento con la settima edizione dello Yacht Med Festival, la Fiera Internazionale dell’Economia del Mare di Gaeta in programma dal 24 aprile al 1 maggio. La crescita costante in termini di partecipazione e qualità, ha ormai attestato la manifestazione come uno dei più importanti appuntamenti nazionali. Gli oltre 200.000 visitatori, i 28.000 operatori coinvolti e i 16 milioni di euro di indotto stimato della scorsa edizione, sono numeri da grande evento. Confermato il partenariato che vede, insieme alla Camera di Commercio di Latina, ente ideatore e organizzatore, la Regione Lazio, il Comune di Gaeta, l’Autorità portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, Unioncamere, Unioncamere Lazio, le Camere di Commercio di Roma, Napoli, Caserta, Salerno e Viterbo, Assonautica Italiana e Assonat. Una rete ormai consolidata di attori, il cui lavoro in favore dell’Economia del Mare trova sintesi proprio nel progetto Yacht Med Festival. Il lavoro finalizzato al sostegno e alla valorizzazione della filiera del mare e al riconoscimento della sua economia quale settore strategico di sviluppo per il Paese è costante e vede impegnate tutte le più importanti realtà associative, imprenditoriali e istituzionali. “Il 2014 - ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Lati-
na e della filiera della nautica di Unioncamere Vincenzo Zottola - segnerà un passo importante nel progetto in favore dell’Economia del Mare, grazie alla realizzazione di alcuni progetti specifici, dedicati al turismo nautico, alla semplificazione nella pesca e alla qualificazione della nautica. Il lavoro svolto nell’ambito del sistema camerale, avviato proprio durante la scorsa edizione dello Yacht Med Festival, sta dando i primi concreti risultati in favore delle imprese. Il percorso di riconoscimento dell’Economia del Mare quale settore trasversale e di filiera è ormai consolidato, ci auspichiamo soltanto che il prossimo Governo italiano finalmente possa farlo suo e iniziare realmente a lavorare per il suo sviluppo”. Grazie alle sue caratteristiche che ne fanno un modello fieristico unico e innovativo, all’evento di Gaeta trovano lo spazio e la platea adatti per presentare le proprie attività e le proprie iniziative molte tra le più importanti realtà italiane. Anche l’edizione del 2014, pertanto, ospiterà eventi e convegni di caratura nazionale. Ai secondi Stati Generali delle Camere di Commercio sull’Economia del Mare, la seconda Conferenza di Sistema delle Assonautiche d’Italia, il terzo Forum Nazionale sull’Economia del Mare, il quinto Convegno degli Istituti Nautici Italiani, si aggiungeranno quest’anno l’Assemblea Nazionale della Lega Navale Italiana e
convegni organizzati da Istituto Italiano di Navigazione, Fondazione Symbola, Touring Club Italiano, Borghi più Belli d’Italia. Confermato anche l’appuntamento con il Salone della Portualità Turistica Italiana di Assonat, che si arricchirà della Convention internazionale con le Federazioni dei porti di Francia, Corsica, Spagna e Inghilterra. Il Villaggio sarà costruito intorno ad aree tematiche, arricchite da specifici eventi e attrazioni: ci saranno la nautica con il suo Yacht Village, il Charter nello Yacht Charter Expo, i sapori mediterranei in Eat Med, la Cambusa nello spazio Assonautica, le tradizioni italiane in Piazza Italia, l’artigianato artistico nel Med Village, la portualità turistica, i trasporti marittimi, lo sport, l’ambiente, la pesca, l’editoria.
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Regio Prima la capacità di aggregare
Pochi punti programmatici, ma chiari e condivisi, per la più ampia rete possibile di imprese, associazioni, istituzioni: il momento è adesso
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n un momento in cui l’Italia discute di riforme strutturali e di una nuova prospettiva economica e a pochi mesi dall’avvio del semestre europeo, siamo ancora più convinti che l’Economia del Mare debba e possa assumere un ruolo strategico. I dati di cui disponiamo ci danno ragione. L’Italia è il 1° partner commerciale dell’area Med – precedendo Francia, Germania e Spagna - con 65,7 miliardi di euro di interscambio e di questi, oltre il 70% (pari a 47,4 miliardi di euro) è ascrivibile al trasporto marittimo. Il 64% del mercato del turismo nautico è rappresentato dal Mediterraneo, di cui l’area occidentale risulta la principale meta, con un valore pari al 46%. Il Mediterraneo fa registrare l’80% dei contratti di charter nautico con imbarcazioni superiori a 24 metri e ospita il 55% dei superyacht internazionali. Dobbiamo partire dalla consapevolezza che nel Mediterraneo l’Italia può giocarsi la sua partita della competitività internazionale.
E’quello che con lo Yacht Med Festival abbiamo già fatto: divenendo una manifestazione leader nel panorama nazionale ed euro-mediterraneo e dando così al nostro Paese una grande opportunità di rilancio. Questa è l’occasione prima di tutto per il Centro-Sud del nostro Paese, che secondo i dati Unioncamere esprime il 60% del valore aggiunto complessivo dell’Economia del Mare e il 64% in termini di occupati, grazie alla centralità che il settore assume in alcune regioni, come il Lazio, la Sicilia, la Campania e la Puglia, che insieme coprono circa il 40% del valore aggiunto dell’economia marina nazionale e il 43% degli occupati. E’per questo che il sistema delle imprese di Lazio e Campania, unite in Regio Prima, ha deciso prima di tutte di sostenere e lanciare l’iniziativa del Blue Paper, il manifesto dell’Economia del Mare. L’obiettivo è di aggregare intorno ad alcuni punti programmatici, chiari e condivisi, la più ampia rete possibile
di imprese, associazioni, istituzioni che vogliano affermare, insieme e con determinazione, che il momento è adesso. Vincenzo Zottola Presidente CCIAA Latina Presidente Unioncamere Lazio Coordinatore Regio Prima Latium et Campania
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Economia del Mare il motore del nostro futuro
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ivenire un modello innovativo per le Istituzioni, associazioni e imprese che scelgono la Fiera Internazionale dell’Economia del Mare di Gaeta come momento di confronto e di elaborazione delle proprie politiche di intervento: la mission dello Yacht Med Festival è ormai consolidata, in una realtà di anno in anno sempre più propositiva. Degli obiettivi raggiunti e di quelli prossimi ne parla Vincenzo Zottola in questa intervista a PORTO&diporto. Presidente Zottola, pochi giorni fa è stato eletto presidente Unioncamere Lazio. Quale sarà l’orientamento del suo mandato? Noi crediamo fortemente nel ruolo di rappresentanza diretta delle imprese che svolgono le Camere di Commercio. In un momento in cui si discute del ruolo delle Camere di Commercio e si è avviato un percorso interno di riorganizzazione, nel Lazio il sistema camerale ha già sviluppato un modello di partenariato con la Regione capace di mettere a fattor comune risorse e progettualità rispondenti alle esigenze delle imprese e dei territori. Solo così possiamo costruire un sistema economico che possa contribuire al processo di rinnovamento del Paese e di razionalizzazione della spesa. La Giunta guidata dal presidente Zingaretti è oggi positivamente impegnata su temi cruciali, come la semplificazione, la programmazione dei fondi comunitari, l’internazionalizzazione, il pagamento dei
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debiti della Pubblica Amministrazione. Siamo certi di poter instaurare dinamiche costruttive intorno a politiche di sviluppo comuni e utili alle imprese del Lazio, partendo ad esempio dalle opportunità di Expo 2015. Quali sono i principali risultati raggiunti dal progetto Yacht Med Festival? Il modello Yacht Med Festival, avviato sette anni fa, va oltre la manifestazione di Gaeta e aggrega istituzioni, associazioni e imprese intorno ad alcune progettualità concrete. Oggi possiamo presentare i primi risultati raggiunti. Durante gli Stati Generali delle Camere di Commercio sull’Economia del Mare del 30 aprile verranno presentati i primi 4 progetti avviati: la definizione di un modello di semplificazione delle procedure nella pesca in collaborazione con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, il supporto a un processo di qualificazione della filiera nautica, la definizione di un nuovo metodo di certificazione e di rete nella portualità turistica e la messa a punto di nuovi sistemi di partenariato pubblico privato nell’Economia del Mare. Ma il principale risultato raggiunto è stato quello di divenire un modello innovativo di confronto nazionale. Istituzioni, associazioni e imprese scelgono la Fiera Internazionale dell’Economia del Mare quale luogo privilegiato di elaborazione delle proprie politiche di intervento, re-
lative alle proprie specifiche attività, soprattutto perché vi trovano l’occasione per confrontarsi con tutti gli altri principali stakeholder del settore. Per la formazione questo evento è un vero e proprio laboratorio, chi sono i protagonisti? A Gaeta è nata la Rete Nazionale degli Istituti Nautici, in cui il MIUR ha riconosciuto il luogo in cui discutere le politiche formative legate al mare, anche in relazione alle nuove direttive europee. E’questo un risultato di fondamentale importanza, frutto del lavoro svolto dall’istituto Nautico “G. Caboto”, il cui Preside Salvatore Di Tucci guida la Rete e dalla Fondazione “G. Caboto” di Gaeta. Sono due fiori all’occhiello della formazione italiana legata all’Economia del Mare. Da cinque anni lo Yacht Med Festival ospita il Convegno Nazionale che riunisce tutti gli istituti nautici italiani. E sulla cultura del mare? Il nostro primo obiettivo è di diffondere la passione per il mare e la conoscenza dei problemi marittimi, già a partire dalle scuole. E’per questo che siamo davvero onorati di poter ospitare quest’anno l’Assemblea Generale dei Soci della Lega Navale Italiana, con la quale condividiamo l’azione di sensibilizzazione della cultura del mare. I delegati delle 245 sezioni distribuite lungo tutto il territorio nazionale parteciperanno attivamente alla vita del Villaggio e ai nostri numerosi eventi. Maurizio De Cesare
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Stati Generali delle CCIAA sull’Economia del Mare Saranno presentate le 4 progettualità avviate nel 2013 nei settori della pesca, della nautica, della portualità turistica e del partenariato pubblico-privato
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i terranno mercoledì 30 aprile alle ore 10.30 a Gaeta, nell’ambito dello Yacht Med Festival, i Secondi Stati Generali delle Camere di Commercio sull’Economia del Mare. L’appuntamento, organizzato da Unioncamere, in collaborazione con la Camera di Commercio di Latina, prosegue il percorso avviato durante la scorsa edizione della Fiera Internazionale di Gaeta, approfondito poi nella tappa intermedia di La Spezia nell’ottobre scorso. “Il mare è una risorsa che genera ricchezza - ha sottolineato il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello - occupazione e innovazione. Che unisce territori, settori e tradizioni in un tessuto che contribuisce a tenere insieme l’economia del nostro Paese e che può essere una leva straordinaria per il rilancio dell’Italia e la valorizzazione delle sue eccellenze produttive, anche all’estero. Le Camere di Commercio sono consapevoli di queste potenzialità e, in questi ultimi anni, hanno sviluppato una forte azione istituzionale per favorire la riqualificazione dei territori coinvolti dall’economia del mare e per semplificare le procedure burocratiche per gli operatori del settore. Anche quest’anno l’appuntamento degli Stati Generali delle Camere di commercio sull’economia del mare sarà una tappa importante di questo cammino, in cui racconteremo gli sviluppi di alcune iniziative concrete per fare dell’Italia un
paese sempre un po’più blu e più trasparente”. “Faremo prima di tutto il punto - ha aggiunto il Presidente del comitato di filiera nautica di Unioncamere Vincenzo Zottola - sulle progettualità avviate lo scorso anno, relazionando sui primi risultati concreti che abbiamo ottenuto. Il sistema delle Camere di Commercio si è mosso fondamentalmente in quattro direzioni: la definizione di un modello di semplificazione delle procedure nella pesca in collaborazione con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, il supporto a un processo di qualificazione della filiera nautica, la definizione di un nuovo metodo di certificazione e di rete nella portualità turistica e la messa a punto di nuovi sistemi di partenariato pubblico privato nell’Economia del Mare. Durante questo secondo appuntamento abbiamo, invece, individuato due principali filoni su cui concentrare le attività del sistema camerale nel prossimo anno: l’interoperabilità in rete per migliorare la logistica del nostro Paese e la valorizzazione delle
competenze”. L’appuntamento del 30 aprile, che sarà concluso dal Presidente Dardanello e introdotto dal Presidente Zottola, vedrà le due relazioni affidate a Rodolfo de Dominicis, Presidente e AD UIRNet Spa e a Cesare d’Amico, AD d’Amico Società di Navigazione Spa e Presidente Fondazione “G. Caboto” Scuola di tecnologia per il mare. Il primo tratterà il tema: “Dai porti ai territori, alle città: una rete di interoperabilità tra i nodi della logistica per garantire l’accesso e la mobilità efficiente delle merci e delle persone”. Il secondo invece: “Far crescere le competenze dell’Economia del Mare: dai fabbisogni alla formazione per coltivare i talenti e programmare i nuovi mestieri”. I Presidenti delle Camere di Commercio si confronteranno, dunque, con l’obiettivo di individuare progettualità condivise e innovative da mettere a punto nel corso del 2014 in merito alle tematiche discusse. RedMar
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La portualità turistica del Mediterraneo
a settima edizione dello Yacht Med Festival ospiterà il 2° Salone della Portualità Turistica Italiana, organizzato da Assonat che conferma il modello espositivo inaugurato lo scorso anno, con la partecipazione
tà dei fondi europei. “Siamo particolarmente onorati di aver organizzato in Italia - ha commentato il presidente Assonat e Port in Italy Luciano Serra - il primo forum della neonata Rete Internazionale dei porti turistici, che unisce le Federazioni
di Corsica, Francia, Inghilterra, Spagna e Italia. Al convegno parteciperanno i presidenti e imprenditori di assoluto rilievo, come il Direttore del porto di Montecarlo Gian Battista Borea d’Olmo e il Direttore del più grande porto del Mediterraneo, quello di Camargue, Michel Cavailles. Si tratta dell’avvio di un percorso volto a individuare forme di collaborazione anche nell’ottica del recepimento dei fondi comunitari 2014-2020”. RedMar
dei più importanti marina nazionali. Ciascun porto potrà comunicare la propria offerta, incontrare potenziali clienti e approfondire tematiche inerenti le proprie attività. Lo spazio, collocato nel cuore del Villaggio, al Molo Santa Maria, quest’anno riserverà diverse sorprese ai partecipanti, che si troveranno in una vera e propria esclusiva terrazza sul mare. L’Open Space Turismo Nautico quest’anno sarà condiviso con il 1° Salone delle Assonautiche di Italia organizzato da Assonautica Italiana. Nell’ambito del Salone si svolgeranno diversi momenti di incontro, come il seminario tecnico dedicato ai canoni demaniali marittimi che si terrà il 25 aprile alle ore 15.00. Ma è il Primo Forum della Rete Internazionale dei Porti Turistici a rappresentare il momento più importante. Sabato 26 aprile alle ore 11.00 infatti, presso l’antistante Area Forum, i presidenti delle Federazioni dei porti di Francia, Corsica, Spagna, Inghilterra e Italia si confronteranno per la prima volta dall’istituzione della rete intorno ai temi dell’integrazione e delle opportuni-
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Blue Paper, lancio ufficiale durante la kermesse di Gaeta
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vverrà a Gaeta, nell’ambito dello Yacht Med Festival, il lancio ufficiale del “Blue Paper, il manifesto dell’Economia del Mare”. L’iniziativa, promossa dall’omonima rivista, sarà infatti il cuore del 3° Forum Nazionale sull’Economia del Mare, che si terrà lunedì 28 aprile alle ore 10.00 presso l’Area Forum. Rappresentanti istituzionali, imprenditoriali e associativi dei diversi settori coinvolti, oltre a condividerne gli assun-
ti generali, proporranno alcune concrete priorità relative alla propria specifica attività da presentare al Governo nel prossimo autunno. Per chi crede e lavora per l’Economia del Mare è il momento di uscire con forza allo scoperto, cogliendo le occasioni imposte dal contesto nazionale ed europeo. E’questa la nostra scelta. Per maggiori informazioni: www.economiadelmare.org. RedMar
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Evoluzione della formazione in ambito marittimo Convegno nazionale degli Istituti Nautici, le risposte del sistema italiano alle direttive europee in materia di formazione marittima
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onfermato a Gaeta, nell’ambito della Fiera Internazionale dell’Economia del Mare Yacht Med Festival, l’appuntamento con il Convegno nazionale degli Istituti Nautici, oggi Istituti Tecnici per i Trasporti e la Logistica. L’appuntamento, giunto alla sua quinta edizione, ha assunto una rilevanza tale da divenire il luogo della nascita di importanti novità in materia di formazione legata all’Economia del Mare. Citiamo su tutte la Rete Nazionale degli Istituti nautici, che ha visto la luce in occasione dell’edizione 2013 dello Yacht Med Festival e che è guidata dal Preside dell’Istituto Nautico “G. Caboto” di Gaeta Salvatore Di Tucci. “Il 28, 29 e 30 aprile registreremo ha sottolineato Di Tucci - una presenza massiccia della quasi totalità degli Istituti Nautici italiani, oltre alla partecipazione ai lavori della Direzione Generale Istituti Tecnici del Ministero dell’istruzione. Per la formazione nautica è un momento importantissimo perché si sta discutendo dell’adeguamento alla Direttiva europea STCW sulla formazione dei marittimi. La Rete degli Istituti Nautici Italiani, nata proprio a Gaeta
due anni fa e che ho l’onore di presiede, sta lavorando congiuntamente per individuare soluzioni uniformi su tutto il territorio nazionale”. Secondo la Relazione Annuale di Confitarma del giugno scorso, in Italia si è potuto registrare “un incremento del 2% rispetto all’anno precedente” e i posti “coperti da marittimi italiani si stimano pari a 23.060. Su tali posti ruotano circa 54.000 marittimi”. Per questo la formazione e l’istruzione dei giovani che intendano intraprendere il loro percorso formativo in questo specifico settore assume rilevanza strategica. Il MIUR, con nota n° 11998 del 26/07/2004, facendo proprie le preoccupazioni dell’UE ha invitato il sistema scolastico italiano a dare particolare attenzione all’orientamento e al sostegno di questo speciale settore, sempre aperto alle innovazioni tecnologiche e sempre affamato di personale specia-
lizzato. Nell’ambito del Convegno Nazionale degli Istituti Tecnici dei Trasporti e Logistica del settore marittimo, tale invito ha trovato la sua attuazione. Quest’anno si discuterà dei percorsi da intraprendere per dare risposta alle sollecitazioni innovative che provenivano dagli organismi preposti a livello Europeo (European Maritime Safety Agency) e Mondiale (International Maritime Organization). In tale contesto si collocano, inoltre, le iniziative intraprese nell’ultimo anno dal Ministero dell’Istruzione per realizzare un sistema di qualità per la formazione della filiera del settore marittimo. Nel corso del 2013 e nella prima parte del 2014, sei Istituti, rappresentativi dell’intero territorio nazionale, si sono fatti carico di collaborare con il MIUR, Ufficio I della Direzione Generale per l’Istruzione e la Formazione Tecnica Superiore e per i Rapporti con i sistemi formativi regionali, per giungere alla realizzazione e all’impianto di un Sistema di Gestione di Qualità, alla sua applicazione nelle scuole ottenendo le conseguenti certificazioni. Si tratta nel-
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lo specifico degli Istituti: IISS “Euclide - Caracciolo” di Bari; IT T&L “Tommaso di Savoia Duca di Genova” di Trieste, IT T&L “Nino Bixio” di Piano di Sorrento, IISS “Artiglio” di Viareggio, IT T&L “Gioieni - Trabia” di Palermo e IISS “G. Caboto” di Gaeta. L’impianto adottato, e certificato da un Ente di Certificazione, è stato costruito in applicazione delle direttive UE 2008/106/CE e 2012/35/CE. I processi certificati non riguardano il solo sistema amministrativo o le attività extra organizzate dalle scuole (cosa, questa, alquanto diffusa sul territorio nazionale), ma per la prima volta viene realizzato un impianto che mira ad attuare un piano di qualità che tocchi il cuore della Scuola: i percorsi curriculari di Istruzione. MIUR ed Istituti hanno lavorato nella costruzione di un impianto nel quale viene applicata in modo completo l’orientamento internazionale e Comunitario in materia di Istruzione e Formazione della “Gente di Mare”, ed in particolare un sistema che “abbracci tutte le attività di formazione, di valutazione delle competenze … la gestione del sistema di abilitazione, tutti i corsi e i programmi di formazione, gli esami e le valutazioni … le qualifiche e l’esperienza di istruttori ed esaminatori … attraverso programmi scritti che indicano, tra l’altro, i metodi, i mezzi di insegnamento, le procedure e il materiale sco-
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lastico occorrenti per conseguire i livelli di competenza prescritti … “(2008/106/ CE Artt. 10 e 17). In questo percorso si inserisce anche l’esperienza dell’IISS “S. Giorgio” di Genova e gli Istituti Tecnici Superiori della filiera formativa: l’ITS- Fondazione “Accademia Italiana della Marina Mercantile” di Genova e l’ITS per la Mobilità Sostenibile – Fondazione “G. Caboto”di Gaeta. Obiettivo prioritario affidato dal MIUR al Seminario 2014 è quello di condividere le esperienze maturate in questi anni, valutare le attività già adottate dai sei Istituti che hanno avviato in via sperimentale i percorsi di sperimentazione e porre le basi per la realizzazione di
un sistema che, mantenendo l’autonomia delle singole scuole, si integri con la dimensione nazionale, comunitaria e internazionale, e si configuri come un Sistema certificato di Qualità che possa rappresentare una “best practice” da esportare negli altri sistemi di Istruzione del nostro Paese. In ultimo, il MIUR intende rafforzare il ruolo di questi Istituti anche in relazione alle reali prospettive economiche ed occupazionali che essi rappresentano per il Sistema Italia. Parteciperà al Convegno la Direzione Generale IFTS. Gaeta si riconferma quindi il cuore del percorso di evoluzione della formazione in ambito marittimo. RedMar
Assonautica Conferenza di Sistema
i terrà domenica 27 e lunedì 28 aprile la 2a Conferenza di Sistema delle Assonautiche d’Italia. L’appuntamento, organizzato da Assonautica Italiana, riunisce i rappresentanti delle 50 Assonautiche provinciali e regionali e delle Camere di Commercio aderenti, provenienti da tutta Italia. Assonautica italiana – dopo il successo della passata edizione – conferma e rinnova il suo format della “Conferenza di sistema delle Assonautiche d’Italia” affrontando e sviluppando i temi più attuali dell’economia del mare: internazionalizzazione, turismo nautico, sicurezza, formazione, promozione e comunicazione, acque interne, problematiche fiscali e demaniali, qualificazione e certificazione di porti e approdi. Quest’ultimo tema, in
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particolare, merita un momento di sensibilizzazione nazionale al fine di avviare e portare a termine il grande, innovativo progetto “Quality Marine®”. La grande novità di quest’anno sarà, invece, il 1° Salone delle Assonautiche d’Italia, collocato nel cuore del Villaggio, al Molo Santa Maria. Assonautica condividerà con il 2° Salone della Por-
tualità Turistica Italiana di Assonat, lo splendido Open Space Turismo Nautico, affacciato sul mare. L’area ospiterà convegni, seminari e presentazioni, oltre ad esporre le principali progettualità di Assonautica Italiana, al fianco dei principali porti turistici italiani. RedMar
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ASSONAT reclama attenzione dalla politica
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ocalizzare l’attività legislativa sul rilancio della nautica è la richiesta di ASSONAT- Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici, per poter cogliere i timidi segnali di ripresa del comparto e tramutarli in iniezione di fiducia in un settore duramente provato dalla crisi e dalle scelte politiche dei precedenti governi. Le attese degli associati sono state focalizzate dal presidente Assonat, Luciano Serra, a PORTO&diporto. Quali segnali dalle Marine per la stagione che sta iniziando? Segnali di ripresa guardano la piccola nautica con particolare riferimento alle imbarcazioni fino a 10 metri; tuttavia rimane il peso di non conoscere quale politica intende portare avanti il nuovo governo, se si vuole salvare questo comparto devono essere dati segnali forti di sostegno politico perché abbiamo bisogno di fiducia e non di contributi esclusivamente economici. Aumentare la competitività dell’offerta sui mercati è una priorità. Quali strategie sta mettendo in campo l’associazione? Aumentare la competitività della nostra offerta passa per una riforma organica delle concessioni demaniali che recepisca poche e chiare regole che siano applicabili su tutto il territorio nazionale: applicazione di canoni che non devono essere aumentati in spregio ai piani finanziari dei concessionari sui quali si basano la realizzazione delle opere portuali; possibilità di prorogare la durata delle concessioni, così come previsto dalla Comunità Europea, in base agli investimenti effettuati su richiesta delle autorità, per adeguarsi a norme nazionali e/o europee e infine perché diretti al miglioramento del marina. In questo momento l’Assonat siede ai tavoli ministeriali per portare avanti questo progetto, ha richie-
Luciano Serra sto di partecipare alle audizioni delle Commissioni parlamentari interessate e parallelamente intende attrarre un maggior numero di diportisti stranieri e nazionali garantendo un’offerta sempre più competitiva in termini di qualità dei servizi e di messa in rete dei nostri porti turistici. L’azione di Assonat a quali ambiti si riferisce?
In questa direzione si collocano il codice di comportamento approvato dal mistero della Giustizia in ossequio all’applicazione del dlgs 231/2001 che garantisce procedure dirette ad evitare incidenti sul lavoro, al rispetto delle norme ambientali e ad evitare qualsiasi forma di comportamento illegittimo in sede di appalti, commesse e di gestione. Poi la certificazione di qualità dei porti turistici che consente di ottenere significativi sgravi per esempio per quanto riguarda i premi INAIL, ma soprattutto garantisce ai clienti un elevato standard in termini di servizi e infrastrutture. Ancora la messa in funzione della rete dei porti turistici Portitaly e infine l’organizzazione del primo forum internazionale dei porti turistici. Certamente un percorso lungo, difficile ma che non possiamo più abbandonare se vogliamo restare sul mercato e fronteggiare la sempre più agguerrita concorrenza dei paesi costieri limitrofi. Maurizio De Cesare
La burocrazia ministeriale continua a frenare la nautica
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entre ci chiediamo come risponderà il settore della nautica nella prossima stagione estiva e lottiamo per vedere una politica che sia vicina a questo comparto alcuni burocrati ministeriali si impegnano nel tentativo di introdurre altri lacci al diportista. Un esempio: prevedere una cassetta del pronto soccorso in tutte le imbarcazioni dotata di medicinale e attrezzature per un valore di circa 1700 euro e un volume ingombrante; il tutto da sottoporre a revisione ogni due anni.
In Francia come negli atri paesi europei sono previste dotazioni nettamente più essenziali. Da noi si indica anche una cannula per adulti e bambini e rispetto alla quale sfido il semplice diportista ad avere le capacità professionali di utilizzarla. Non è un sogno ma un ulteriore esempio di come la burocrazia e le lobby possano condizionare ogni settore senza peraltro avere conoscenza del settore in cui vogliono intervenire. Luciano Serra Presidente Assonat
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L’industria nautica italiana eccellenza del made in Italy D
al 16 al 18 maggio si terrà a Santa Margherita Ligure la Convention UCINA Satec, tradizionale momento di incontro delle aziende della filiera della nautica italiana, seguito con grande attenzione dagli operatori, dagli amministratori, dai politici, dagli opinion leader e dai media. In questa occasione, il 17 maggio abbiamo deciso di incentrare la tavola rotonda dal titolo “ADESSO LA NAUTICA. I vantaggi di una svolta, i danni dell’immobilismo” sulle opportunità di sviluppo delle economie costiere a partire dallo sviluppo del comparto e della sua filiera turistica. La nautica da diporto ha attraversato e sta attraversando un periodo di forte difficoltà, alla pari di molti altri settori dell’economia italiana. Dal 2008 al 2012 il fatturato globale è passato dagli oltre 6 miliardi di euro a circa 2,5 miliardi di euro e gli addetti si sono ridotti di circa 16 mila unità, passando dai 35 mila ai circa 19 mila. A tenere a galla il settore è stato l’export che, nel caso particolare della cantieristica, è passato dal 53% a oltre l’85%. Export che ha rappresentato senza dubbio il punto di forza del settore, soprattutto per quelle aziende che hanno avuto la forza e la capacità di affacciarsi ai Paesi emergenti e che oggi consente al comparto di continuare a crescere nonostante la crisi del mercato interno. Non va dimenticato però che vi sono aziende che, per caratteristiche strutturali e dimensionali, non riescono a cogliere i benefici di un mercato globale e sulle quali questa propensione all’export si ripercuote negativamente. E’per questo che ritengo non possa esserci una concreta ripresa dell’industria nautica italiana senza una
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ripresa del mercato interno e, di conseguenza, dei consumi. La nautica, come del resto tutta l’economia italiana, ha bisogno di un sistema Paese efficiente che restituisca fiducia nel futuro. Fiducia che sembra provenire anche dai numeri de La Nautica in Cifre 2013 e che saranno pressoché confermati dalla nuova pubblicazione che sarà presentata in occasione della Convention UCINA Satec 2014 a Santa Margherita Ligure. Dalle stime del fatturato globale dell’industria nautica italiana per il 2013 emerge come, dopo un 2012 chiuso a – 27%, rispetto all’anno precedente la contrazione si starebbe riducendo, assestandosi su un dato compreso tra il – 4 e il -8%. Elementi di positività giungono dalla stima relativa al contributo della nautica al PIL, che nel 2014 potrebbe tornare nuovamente sopra ai 2 miliardi di Euro, con una potenziale crescita del 7%, e dal
segmento dei superyacht dove, secondo l’Order Book pubblicato dalla prestigiosa rivista internazionale Show Boats International, l’Italia mantiene una leadership indiscussa, con il 37% degli ordini mondiali. Nonostante la crisi, quindi, l’industria nautica italiana è ancora uno dei comparti simbolo dell’eccellenza del Made in Italy apprezzata e riconosciuta in tutto il mondo. Riconoscimento che, ahimè, talvolta ci è mancato proprio nel nostro Paese dove spesso si è guardato alla nautica con sospetto alimentando una cultura del dubbio che ha fortemente penalizzato il nostro settore. Quello di cui abbiamo bisogno è un cambiamento nell’approccio culturale nei confronti del “prodotto barca” e della nautica. Oggi serve un sistema Paese che creda nelle potenzialità offerte dal turismo e, in particolare dal turismo nautico. L’industria nautica è un settore a servizio del turismo nautico e, se quest’ultimo dovesse crescere, è naturale ipotizzare un incremento dei suoi volumi. Ma la ripresa del mercato domestico non passa esclusivamente attraverso un potenziamento del turismo nautico e della sua offerta sul territorio nazionale. In questa fase certamente non facile per il nostro comparto è importante anche un deciso cambiamento di mentalità, un salto culturale che porti a considerare il prodotto barca non più come esclusivo simbolo di ricchezza ma come elemento legato alle genuine passioni che si seguono nel tempo libero. Anton Francesco Albertoni Presidente UCINA Confindustria Nautica
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Intensa attività UCINA a supporto della nautica
a Convention UCINA SATEC, importante appuntamento della nautica italiana, seguito con grande attenzione dagli operatori, dagli amministratori, dai politici, dagli opinion leader e dai media si terrà quest’anno a Santa Margherita Ligure dal 16 al 18 maggio prossimi. Nell’ambito della Convention UCINA SATEC 2014, grazie al contributo di Agenzia ICE, è in programma inoltre un’edizione congiunta delle iniziative “Sea Test Days e “Navigar m’è dolce” con l’obiettivo di promuovere la produzione nautica italiana. Il format del “Sea Test Day” prevede l’esposizione e la prova - per i giornalisti, provenienti dai principali Paesi cui si rivolge l’attività di promozione all’estero di UCINA - di nuovi modelli e/o di imbarcazioni con particolari innovazioni tecnologiche adottate. Il “Navigar m’è dolce”, la campagna di promozione della piccola nautica, darà invece la possibilità a chiunque lo desideri di provare gratuitamente le imbarcazioni messe a disposizione dai Soci UCINA. Qui di seguito il programma della Convention UCINA Satec 2014 Santa Margherita Ligure - Grand Hotel Miramare - Venerdì 16 maggio ore 15.00 Assemblea dei Soci - Elezione Organi Direttivi 2014‐2018 - Approva-
zione Bilancio Consuntivo 2013. Venerdì 16 maggio ore 20.00 XXV Premiazione Pionieri della Nautica Villa Durazzo – Santa Margherita Ligure. Sabato 17 maggio ore 9.30 Tavola Rotonda “Adesso la nautica: i vantaggi di una svolta, i danni dell’immobilismo”. Sabato 17 dal pomeriggio e Domenica 18 maggio Sea Test Days e Navigar m’è dolce Venerdì 4 aprile, nel corso dell’ultima giornata dei lavori del comitato IMO – MEPC66, sono stati definitivamente adottati specifici emendamenti alle nuove regolamentazioni sulle emissioni di NOx previste dalla MARPOL Annex VI. Ma l’inizio del 2014 non ha visto l’UCINA impegnata solo nell’organizzazione della Convention di Santa Margherita Ligure: intensa infatti è stata anche l’attività a favore del settore nautico. Grazie a tre anni di complesso lavoro di lobbying internazionale da parte di ICOMIA e Sybass, con il forte appoggio a livello istituzionale, tecnico e finanziario da parte di UCINA e delle proprie aziende associate produttrici di superyacht, si è giunti a una soluzione di compromesso che prevede, per i soli “yacht for recreational purposes” fino a
500 GT, un rinvio di 5 anni nell’applicazione dello standard Tier III. I nuovi limiti di emissione saranno quindi in vigore, per il campo di interesse della nautica, a partire dal 1° gennaio 2021: tale rinvio permetterà all’industria di avere più tempo per mettere a punto e ottimizzare le soluzioni tecniche per rispondere ai requisiti regolamentari. UCINA, in rappresentanza dell’intero sistema industriale della nautica da diporto, ha partecipato all’Assemblea costitutiva dell’associazione “Cluster Trasporti Italia 2020”, che ha l’obiettivo di creare il collegamento fra le filiere della mobilità su acqua, gomma, rotaia e dell’intermodalità nell’ambito della ricerca e dell’innovazione. Il Cluster opererà in coerenza con la nuova programmazione comunitaria e in particolare seguendo la strategia Europa 2020 e il piano Horizon 2020. UCINA, dopo aver sondato gli altri Soci del Cluster afferenti alla filiera nautica, ha inoltre identificato l’ing. Vincenzo Poerio di Azimut-Benetti come membro del Comitato di Indirizzo Strategico e Gestionale in rappresentanza del comparto del diporto. Patrizia Marzini
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Assonautica e le nuove sfide
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e ci attendono nuove sfide, una di queste, anche per la SEA economy, è certamente l’internazionalizzazione. E’ diventata prassi consueta - per politici ed economisti, per giornalisti e uomini della strada, per cassintegrati e pensionati, per intellettuali e opinionisti - analizzare la situazione “difficile e complicata” come la crisi economica italiana attuale, individuando proprio nel tema dell’internazionalizzazione l’unica “via di fuga” e di crescita. Anche il presidente di Assocamerestero, Leonardo Simonelli Santi ama sottolineare che “… l’apertura internazionale dell’economia è l’unica leva di crescita oggi esistente, considerata la stagnazione del mercato interno…” Per noi l’internazionalizzazione passa necessariamente attraverso il circuito delle Camere di commercio e Assonautica, per il sistema camerale, rappresenta un “punto di ascolto” che raccoglie le varie testimonianze e allo stesso tempo, operando come “gate d’ ingresso”, agevola lo sviluppo della “SEA- economy” con una azione di raccordo tra tutte le Camere di Commercio italiane sia dell’interno che costiere. Fino ad oggi il sistema ha lavorato sul concetto di “Made in Italy” e proprio per questo abbiamo il dovere di continuare a lavorare, proteggere e sostenere questo “valore” nel settore multitasking della blue economy: Assonautica rappresenta una rete istituzionale nell’economia del mare con più di ottanta presidi che fanno capo al sistema camerale e per questo riteniamo che la nostra struttura debba utilizzata costantemente come raccordo di sviluppo del settore in chiave nazionale e internazionale. Siamo fermamente convinti che l’internazionalizzazione sia l’unica risposta possibile alle domande che la crisi pone sul tavolo. In pochi mesi di presidenza abbiamo dato impulso ad una manovra di coinvolgimento attraverso numerosi protocolli d’intesa come quello con Assonat, e con le Camere di commercio italiane all’estero: Melbourne, Nizza - Sophia Antipolis - Cote d’Azur, Italo Brasileira di San Paolo, Regno Unito, Sudafrica, per citare le più recenti e poi Acatmar (l’Assonautica brasiliana di Florianopolis), con le Camere di Commercio estere come AetoloAkarnania, Agri-
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Roma Unioncamere, firma del protocollo d’intesa Assonautica Italiana Camera di Commercio Melbourne. Nella foto da sinistra: seduti il presidente di Assonautica italiana. dr. Alfredo Malcarne e il dr. Luca Bottallo, Segretario generale della Camera di commercio di Melbourne. In piedi da sin il dr. Sandro Pettinato, Vice Segretario generale di Unioncamere, il dr. Amedeo Del Principe Vice Segretario generale di Unioncamere, il dr. Matteo Dusconi Segretario generale di Assonautica. nion e Salonicco, Lisbona, Istanbul e Casablanca. In pochi mesi abbiamo partecipato alle più importanti fiere e saloni nautici nazionali e internazionali come Londra (London Boat Show), MITT Mosca, Moscow Boat show, Bit Milano, Roma Big Blu, Nautic - Salon nautique international de Paris, il Festival de la Plaisance de Cannes, METS Amsterdam e abbiamo in corso un aprile / maggio veramente fitto di impegni: Salone Nautico internazionale di Venezia, Seacily di Palermo, Yacht Med Festival di GAETA, SNIM salone nautico della Puglia, Sottocosta salone nautico di Pescara, Regata internazionale Brindisi Corfù, etc. Nel 2013 abbiamo firmato il protocollo con la Camera di commercio di Melbourne, a Roma, in Unioncamere. E’ stato un evento importante: di qui ha preso concretezza la missione commerciale a Melbourne di diverse aziende del progetto Cambusa® in occasio-
ne del Winestate Magazine Tasting, di Vinitalia Down Under e del Carlton Italian Festival che hanno avuto luogo nella città australiana dal 25 al 29 ottobre 2013. In Australia Assonautica ha avuto occasione di incontrare le imprese e i players dei distretti nautici di Melbourne, di Sidney e di Perth. In tutti gli eventi portiamo con piacere la testimonianza del mondo Assonautica: 43 Camere di commercio, 2 Unioncamere regionali, 43 assonautiche provinciali e 2 regionali, più di dieci mila associati e soprattutto la partnership di Unioncamere italiana, il più esteso “distretto” della sea economy italiana distribuito su ottomila chilometri di coste della nostra penisola. Promozione, comunicazione, partecipazione, convenzioni e protocolli di intesa: queste le parole chiave che abbiamo posto alla base dell’intenso programma di attività dell’Assonautica italiana per il 2013 e 2014. Sono in preparazione percorsi formativi e se-
minariali – anche itineranti – riservati a presidenti e direttori delle Assonautiche territoriali al fine di approfondire le nuove tematiche, con il contributo delle professionalità e delle strutture proprie del sistema camerale e la necessaria collaborazione con le Università. In tema di sviluppo della filiera del mare, stiamo lavorando in sinergia con Unionfiliere Nautica per realizzare la rete della “sea economy” del sistema camerale, valorizzando il ruolo di Assonautica Italiana. Per realizzare una “rete mediterranea” abbiamo riattivato - con inserimento di nuovi soci - l’Assonautica Euromediterranea e promuoveremo l’internazionalizzazione dell’economia del mare fondando, sulla base dell’accordo con Assocamerestero una capillare presenza nella rete delle Camere di Commercio italiane all’estero. Prevediamo anche la costituzione di un “Osservatorio del turismo nautico” e sta partendo il grande progetto 2014-2015 della qualificazione e certificazione di qualità dei porti turistici: un progetto denominato “Quality Marine” che coinvolge 55 Camere di commercio ed altrettante assonautiche locali e regionali. Siamo certi che l’onda lunga della promozione della sea economy si allarghi a tutto il Mediterraneo e sia in grado di valorizzare - anche a livello internazionale - progetti pilota come la “Cambusa
di Assonautica®” vera ambasciatrice dei prodotti di eccellenza, Noi di Assonautica leggiamo il mare come un corridoio che unisce e determina sviluppo e non come elemento separatore e di ostacolo. Amiamo sostenere che i nostri porti sono le “porte di accesso” alle ricchezze del territorio. Sta solo a noi utilizzarli meglio e metterli “a sistema”. La creatività italiana Altro tema che mi piace ribadire è quello della “creatività” vera colonna portante della cultura economica italiana: le manifestazioni nautiche in Italia hanno varie motivazioni e caratteristiche ma tutte hanno la capacità di valorizzare le coste e promuovere lo sviluppo dei relativi territori, consentendo una crescita del turismo nautico e collegando quest’ultimo alla “economia della creatività”. Dobbiamo essere capaci di concentrarci sui processi della creatività, stimolando i partecipanti a vivere esperienze, attraverso una immersione nel territorio-destinazione non convenzionale, individuando idee ed emozioni vincenti che possano innescare nuovi processi di attivazione economica. Il mare trasporta le idee. Per dare concretezza a tutto ciò stiamo preparando appositi protocolli d’intesa con il Ministero del Turismo, con Unioncamere e le Regioni. Come è noto il mare non solo unisce le terre,
trasporta uomini e cose, fa qualcosa in più: “trasporta le idee”. Anche nell’economia del mare, infatti, occorre inoltre colmare il divario che ci separa dall’Europa in termini di capacità di fare sistema, di semplificare, diminuire gli oneri della burocrazia, anche attraverso la creazione di sportelli per il mare e la capacità di investire in innovazione tecnologica, capitale umano e creatività. Nuove regole e investimenti serviranno anche al settore della nautica da diporto per farla uscire dalla crisi e favorire la crescita di settori ad alto valore aggiunto. Nessuno di questi obiettivi sarà raggiungibile senza un forte ruolo di Assonautica, che solo dialogando con il sistema camerale può esprimere una rappresentativa di tutti i territori ed essere capace di portare le istanze dell’economia del mare all’attenzione del nuovo Governo. Nella consapevolezza che la forza di Assonautica è proprio quella di essere il centro di un sistema forte nel suo complesso, dopo 40 anni Assonautica chiede più spazio: riteniamo di avere buone idee , competenze ed autorevolezza da mettere al servizio del mare e della sua economia. Buon vento. Alfredo Malcarne Presidente Assonautica Italiana
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armamento / porto&diporto
Morace incassa sovvenzioni ma continua la lite con Lauro
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arà Ustica Lines ad occuparsi fino a fine 2015 dei servizi di collegamento marittimo convenzionati con la Regione Sicilia per Egadi ed Eolie. A rendere nota l’aggiudicazione provvisoria è stato il Dipartimento Regionale delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a quanto stabilito dal bando, la Regione metterà a disposizione di Ustica Lines per l’effettuazione di collegamenti fra la Sicilia e le isole minori dall’aprile di quest’anno a tutto il 2015 24,8 milioni di euro (oltre ad IVA) per quel che riguarda le Egadi e 39,5 (oltre ad IVA) per quanto concerne le Eolie. Nel primo caso si tratta di tre rotte da effettuarsi con frequenza plurigiornaliera, orari variabili a seconda della stagione e tariffe prestabilite. Ustica Lines
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Vittorio Morace
dovrà mettere a disposizione esclusiva di questi servizi quattro unità veloci costruite meno di 12 anni fa, che possano trasportare almeno 200 passeggeri e viaggiare a 30 nodi di velocità. Condizioni pressoché identiche per quel che riguarda le Eolie, ma in questo caso le rotte da servire sono cinque e sei le navi richieste ad uso esclusivo. Con ogni probabilità la compagnia di Vittorio Morace sarà in gara anche per il bando emanato dal Ministero dei Trasporti per il rifinanziamento del servizio Metromare di collegamento veloce fra Messina e i porti calabri di Reggio Calabria e Villa San Giovanni. La finanziaria approvata a dicembre aveva autorizzato una spesa di 8,4 milioni di euro per il 2014, ma il bando è più ricco, prevedendo una sovvenzione
di oltre 14 milioni per 18 mesi (la durata è semestrale e rinnovabile due volte). Intanto, a seguito del rilascio di un’ordinanza da parte della Capitaneria di Porto di Gela, Ustica Lines è stata autorizzata a svolgere rilievi batimetrici nello specchio acqueo antistante il cosiddetto pontile sbarcatoio dello scalo siciliano, “al fine di estrarre un piano quotato di maggiore dettaglio, finalizzato all’individuazione della rotta di avvicinamento in sicurezza per porre in essere le manovre di ormeggio dei mezzi navali della società, che verranno presumibilmente impiegati in un servizio di linea per trasporto passeggeri”. Il servizio menzionato dalla Capitaneria – Ustica Lines non ha commentato questa notizia né quella relativa all’aggiudicazione provvisoria del bando –
Salvatore Lauro
dovrebbe collegare Gela a Malta e/o alla Tunisia, un progetto abbozzato già qualche mese fa dalla compagnia, che aveva anche partecipato al restyling della struttura di imbarco/sbarco dei passeggeri. Tornando ai bandi della Regione Sicilia, l’ente non ha chiarito se anche altre imprese armatoriali abbiano partecipato alla gara, finita alcune settimane fa al centro della querelle giudiziaria e mediatica fra la società di Morace e la Compagnia delle Isole guidata da Salvatore Lauro. Quest’ultimo aveva accusato la Regione di aver emanato un bando pensato esattamente per la flotta e le caratteristiche di Ustica Lines e tale da escludere ogni altra compagnia. Al che Morace non aveva replicato a tono. La scintilla fra i due armatori napoletani (anche se Morace è ormai siciliano d’adozione) è scattata in particolare a valle della sentenza mediante cui il Consiglio di Stato a febbraio aveva di fatto ribaltato l’esito della gara con cui Siremar, l’ex ramo del Gruppo Tirrenia deputato ai collegamenti fra Sicilia e isole minori, fu nel 2012 aggiudicata (insieme alla sovvenzione annuale da 55 milioni di euro per gli obblighi di servizio pubblico) a Compagnia delle Isole, società controllata dalla Regione Siciliana e appunto dal Gruppo napoletano Lauro per il tramite di Mediterranea Holding. Alla gara partecipò anche la cordata SNS - Società Navigazione Siciliana (joint venture paritetica fra Ustica Lines e Caronte&Tourist), che, una volta sconfitta, adì le vie giudiziarie, eccependo che la controgaranzia fideiussoria prestata dalla Regione Sicilia ad Unicredit, a sua volta garante di CdI, fosse configurabile come illegittimo aiuto di Stato. Da qui uno scontro giuridico durato quasi due anni e non ancora conclusosi malgrado l’intervento del Consiglio di Stato: non solo non è chiaro se occorrerà ripetere o meno la gara, ma CdI ha anche annunciato ricorso in Cassazione. Per il momento l’unica certezza sono state le reciproche accuse fra Morace e Lauro. Andrea Moizo
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armamento / porto&diporto
Armatori, a primavera fiorisce la compravendita S
ono state settimane intense, quelle appena trascorse, per la compravendita di diverse società armatoriali italiane, specie nel settore cisterniero.
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La compagnia parmigianaAmorettiArmatori, supportata dalla consulenza del broker genovese Ferrando&Massone ha appena preso in consegna la nave cisterna Global Taurus, già ribattezzata Caroline A (unità del 2011 da 5.130 tonnellate di portata lorda). La nave è stata acquistata dalla società olandese Unifleet Tankers per circa 8 milioni di dollari e, dopo alcuni lavori in cantiere, entrerà in servizio nei mari del Nord Europa andando ad affiancare le altre piccole navi cisterna della flotta Wonsild.
Acquisizione che potrebbe preludere ad altri colpi di mercato, come spiega una nota della società guidata da Mariella Amoretti: “La società continuerà a considerare con attenzione eventuali altre interessanti opportunità d’acquisto che dovessero presentarsi sul mercato, in ragione di un naturale processo di rinnovamento della flotta”. Con questa operazione la flotta di Amoretti sale a quota 11 navi cisterna, tutte battenti bandiera italiana. Si tratta di mezzi diversificati per età – l’anno di
costruzione varia dal 1993 delle ‘piccole’Janne Wonsild e Mary Wonsild fino al 2012 della Odoardo Amoretti (15.000 dwt), presa in consegna due anni fa dal cantiere Noè di Augusta – e per dimensioni, con capacità di carico che vanno da 2.689 dwt ai 30.000 dwt della Alberta Amoretti (1999). Nel frattempo, sebbene la compagnia direttamente interessata abbia, come suo costume, negato, diverse fonti di mercato danno in dirittura d’arrivo la cessione da parte di Fratelli d’Amico Armatori ai greci di Pantheon Tankers della petroliera Mare Italicum per circa 34 milioni di dollari. Nello specifico si tratta di una Aframax da 100.300 tonnellate di portata lorda, costruita nel 2007 dal cantiere giapponese Mitsui Ichihara. Questa cessione (qualora confermata) giungerebbe a pochi mesi di distanza dalla vendita di un’altra petroliera Suezmax di nuova costruzione (era già stata ribattezzata Mare Ventum) passata per oltre 50 milioni di dollari alla statunitense Ridgebury Tankers prima della consegna da parte del cantiere sudcoreano Samsung Heavy Industries lo scorso agosto. Senza la Mare Italicum la flotta di Fratelli d’Amico Armatori rimarrà composta da 8 navi: 4 Aframax tanker (Mare Adria-
cum, Mare Aegeum, Mare Nostrum e Mare Tirrenum), 3 Suezmax (Mare Doricum, Mare Picenum e Mare Siculum) e 1 LR2 (Mare Oriens). Anche la genovese Premuda ha alleggerito la propria flotta, come reso noto dall’amministratore delegato della compagnia Stefano Rosina: “Nel giro di pochi giorni abbiamo portato a termine la negoziazione, ispezione e vendita della Four Bay, petroliera del 1995 da 94.200 tonnellate di portata, passata all’Icon Trading di Dubai per circa 8,5 milioni di dollari. Un prezzo che riconosce a questa nave, mantenuta in condizioni eccellenti, un significativo premio rispetto ai valori di mercato attuali”. Come è noto la società armatoriale è impegnata da diversi mesi in un piano di rinegoziazione dei debiti con le banche (310 milioni di euro): “Dovremmo essere vicini alla positiva conclusione delle negoziazioni” ha in proposito commentato Rosina. Novità anche sul fronte delle nuove commesse con d’Amico International Shipping che ha firmato un contratto per la costruzione di due navi cisterna Handysize da 50.000 tonnellate di portata lorda al prezzo unitario di 36,6 milioni di dollari. Si tratta di scafi “EcoDesign” di ultima generazione che si caratterizzano per una elevata economia dei consumi e per una grande flessibilità operativa (prevedono anche il trasporto contemporaneo di 9 carichi di prodotti diversi per viaggio). Le navi saranno costruite negli stabilimenti vietnamiti del gruppo navalmeccanico sudcoreano Hyundai Mipo Dockyard e la consegna è prevista alla fine del 2016. d’Amico Tankers Limited ha attualmente 9 navi cisterna EcoDesign (di cui 5 Medium Range e 4 Handysize) in costruzione presso il cantiere Hyundai Mipo Dockyard. È inoltre in corso, sempre presso la Hyundai Mipo Dockyard, la costruzione di un’ulteriore nave cisterna, in joint venture con Venice and Shipping Logistics. Alcuni movimenti sono stati registrati anche in altri comparti armatoriali. La genovese Messina, ad esempio, in attesa della seconda serie di quattro nuove navi con-ro in costruzione presso il cantiere sudcoreano STX (le consegne sono previste fra il prossimo mese di ottobre e marzo 2015), ha ceduto la nave ro-ro Jolly Bianco (costruita nel 1982): “La Jolly Bianco è stata venduta a un operatore degli Emirati Arabi Uniti. Il prezzo di vendita è intorno a 6 milioni di dollari” ha spiegato l’armatore Stefano Messina. La destinazione ultima della nave sarà probabilmente un cantiere di demolizione navale. Per una nave che lascia il Gruppo Messina, ce ne sono tre però in entrata. “La nostra flotta in questi mesi è
in continua evoluzione, in attesa delle nuove consegne. Abbiamo appena noleggiato la portacontenitori Columbia (che ha una portata di 4.713 TEUs) e altre due unità, sempre portacontainer, per l’area del Mar Rosso e quella del Medio Oriente (la Weserwolf da 2.732 TEUs e la Patricia Schulte da 2.824 TEUs di portata). Stiamo inoltre verificando l’inserimento in flotta di una ulteriore unità con dimensioni assimilabili al Columbia”. Da segnalare infine alcune variazioni societarie nell’armamento genovese. In casa MedStar, infatti, si è consumato il divorzio fra i quattro soci (30% Sidernavi, 30% Finsea di Luigi Negri, 30% Finservice di Enrico Scerni e 10% GSPB Srl, riconducibile a Giuseppe Scarrone e Paolo Brunelli). Nei giorni scorsi è stata formalizzata la cessione dell’unica nave in flotta, la Panamax bulk carrier African Star, a Sidernavi (famiglia Romeo) per poco meno di 5 milioni di dollari. Questa stessa nave era stata acquistata dalla joint venture genovese nei primi mesi del 2008, poco prima che il mercato dello shipping crollasse, per circa 42 milioni di dollari. Sidernavi ha proceduto all’acquisto dell’African Star rinegoziando con la Banca Popolare di Novara (che già aveva erogato una linea di credito 5 anni fa) un nuovo finanziamento. E un’altra compagnia del capoluogo ligure ha cambiato proprietà: Petrolmar Trasporti e Servizi Marittimi Spa è infatti passata in mani olandesi. L’annuncio (telegrafico) è stato dato in settimana dal Gruppo Vroon, che si è limitato a spiegare che “a passare di mano è il 100% del capitale e che al momento non sono previsti stravolgimenti né operativi né organizzativi nella società acquisita”. Le controparti coinvolte si sono strette nel massimo riserbo preferendo non rilasciare altri dettagli sull’operazione ma secondo rumor di mercato il valore dell’acquisizione dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 milioni di euro. Petrolmar, fondata a Genova nel 1961, ha il proprio core business nel servizio di bunkeraggio nei porti di Genova, Savona e La Spezia, cui si aggiunge il trasporto di prodotti petroliferi e bitume su navigazione a medio e lungo raggio. La società è proprietaria di cinque navi: le tre mini tanker Santa Rita (costruzione a doppio scafo del 2008), Santa Giulia (nave cisterna a singolo scafo del 1972) e San Francesco (nave cisterna doppio scafo del 2009), oltre alle due asphalt&bitumen tanker San Matteo (del 2004) e San Lorenzo (2009). La compagine azionaria di Petrolmar fino ad oggi faceva capo a tre nuclei delle famiglie Parodi e Baj. Andrea Moizo
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armamento / porto&diporto
Tirrenia aumenta l’efficienza energetica della sua flotta
L’AD Morace annuncia il varo del progetto “Saving energy and environmental” finalizzato a migliorare l’efficienza delle navi, il risparmio di carburante e la riduzione delle emissioni
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el corso del Convegno che si è tenuto a Roma “Autostrade del Mare 2.0” promosso da Fedarlinea e Confcommercio, Ettore Morace, l’AD e Presidente di Compagnia Italiana di Navigazione, ha annunciato il varo del progetto “SAVING ENERGY AND ENVIRONMENTAL” finalizzato ad aumentare sensibilmente l’efficienza energetica della flotta con ricadute importanti sia sul risparmio dei costi che sulla tutela ambientale, grazie alla riduzione delle emissioni. Da oltre un anno Tirrenia CIN ha istituito l’Ufficio per il Risparmio Energetico a cui ha affidato il compito di studiare e realizzare processi e progetti in grado di portare risultati tangibili. L’Ufficio ha iniziato la sua attività focalizzando risorse ed energie per rendere la flotta più efficiente; da qui è nato il progetto “SAVING ENERGY AND ENVIRONMENTAL” in collaborazione con Rolls Royce e altri importanti progettisti costruttori di eliche. Il progetto prevede la sostituzione delle eliche con altre di nuova generazione su 7 navi in meno di due anni, con un investimento di circa 10 milioni di euro, per una riduzione complessiva del 17% dei consumi di carburante e,
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Ettore Morace conseguentemente, una sensibile diminuzione delle emissioni e della manutenzione dei motori delle navi. A maggio 2014 inizieranno i lavori sulla prima unità, che dovrebbero durare presumibilmente una decina di giorni. Il calendario dei lavori prevede un secondo intervento su un’altra unità a ottobre e una terza a dicembre, mentre altre quattro navi saranno sottoposte al cambio delle eliche entro l’estate del
2015. “L’istituzione di un ufficio per il Risparmio Energetico ci offre la possibilità di effettuare una ricerca costante insieme a partner importanti e ai più prestigiosi progettisti e costruttori nel mondo dello shipping – ha dichiarato l’Ing. Vincenzo Leboffe, Direttore Operativo di Tirrenia CIN e Responsabile dell’Ufficio per il Risparmio Energetico – Questo progetto rappresenta solo l’inizio di molte altre attività che potremo realizzare in questa direzione e ribadisce l’interesse della nuova Tirrenia nei confronti delle tematiche di efficienza energetica e di tutela ambientale.” “Se è vero che le Autostrade del Mare nascono con l’intento di ottimizzare le catene di trasporto migliorandone l’efficienza economica, ambientale e sociale, - ha dichiarato nel corso del convegno Ettore Morace - siamo altresì convinti che ogni singolo attore protagonista di questa filiera, armatori, autotrasportatori, autorità portuali, associazioni di categoria, enti ed istituzioni, abbia innanzitutto il dovere di individuare azioni dirette e concrete che riguardano la propria attività per favorire l’efficienza e il risparmio energetico e la tutela ambientale, non già in un
mero processo di green washing a favore della propria immagine, ma quale strumento reale di sviluppo economico e sociale. Ringrazio il Gruppo Grimaldi per esserci stato di guida ed esempio in questo importante percorso”. E circa i presunti esuberi… In relazione a quanto erroneamente pubblicato su alcuni organi di stampa circa i presunti esuberi all’interno di Compagnia Italiana di Navigazione, a seguito della riunione tenutasi in sede Fedarlinea con i Sindacati, la Compagnia ha espresso la sua posizione ufficiale per chiarire che la questione non riguarda l’occupazione bensì la promozione ad un grado superiore di una parte del personale, finalizzata al funzionamento organizzativo dell’azienda e non già del numero complessivo dell’organico. In merito ai percorsi di confronto sindacale in atto in tema di promozioni, Tirrenia CIN specifica che nessuna problematica si presenta sul fronte occupazionale del proprio personale navigante (CRL e TP). Persistono criticitá in merito a distribuzione non uniforme del personale assunto rispetto al funzionamento organizzativo dell’azienda e non rispetto al numero complessivo dell’organico.
Tali criticitá non incideranno sui processi di valorizzazione del personale previsti e non avranno effetti negativi sull’occupazione. Fabrizio De Cesare
Tirrenia Compagnia Italiana di Navigazione S.p.A., con sede a Napoli, opera nel settore del cabotaggio marittimo come titolare del servizio pubblico di collegamento con le isole maggiori, le Isole Tremiti e come vettore per il traffico merci. Considerato uno dei principali operatori dello Shipping Europeo, Tirrenia CIN impiega attualmente 16 navi tra Cruise Ferry e Ro-Ro Pax, ed è una delle flotte più moderne del Mediterraneo in quanto tutte le unità per il trasporto passeggeri sono state costruite dopo il 2000. Le linee servite collegano nel Tirreno la Sardegna (da e per i porti di Porto Torres, Olbia, Arbatax e Cagliari) con Genova, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Palermo a cui si aggiungono Napoli e Palermo collegate tra loro. Sull’Adriatico oltre alla linea Ravenna – Catania, le isole Tremiti sono servite da un Fast Ferry che le collega con Termoli.
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UFFICI e MAGAZZINI: Interporto di Nola - Lotto D Mod. 103 / 106 80035 NOLA (NA) - Tel. 0039 081.5109403 RA - Fax 0039 081.5109434 RA FILIALE OROMARE SCPA - Strada Prov. 22 Km 1,750 - 81025 MARCIANISE (CE) - Tel. 0039 0823 1643888 - Fax 0039 0823 1643880 FILIALE POLO DELLA QUALITA’ MODULO 1080 BIS Zona ASI Sud - 81025 MARCIANISE (CE) - Tel. 0039 0823aprile 696552 2014 - 21 http://www.sticcosped.com - E-mail: info@sticcosped.com - sales@sticcosped.com
crociere / porto&diporto
Costa Crociere e Trenitalia lanciano Rail&Cruise
Dal 1° di luglio gli ospiti di Costa Crociere potranno usufruire dell’innovativo servizio e iniziare la propria vacanza comodamente nella stazione ferroviaria più vicina a casa affidandosi all’assistenza Costa.
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al primo di luglio Costa Crociere proporrà ai propri ospiti il servizio “Rail &Cruise”, sviluppato in partnership con Trenitalia. Novità assoluta sul mercato italiano, il nuovo servizio garantirà al cliente Costa la possibilità di vivere la propria vacanza in modo ancora più rilassato e sereno fin da casa propria. Il servizio prevede infatti che sulle Frecce Trenitalia la Compagnia riservi ai propri ospiti una carrozza, un servizio di trasporto bagagli “door to cabin” incluso nel prezzo, un servizio di transfer stazione/porto, l’assistenza Costa in stazione di origine e a bordo
(con minimo 15 passeggeri), nonché l’assicurazione del bagaglio. Rail&Cruise sarà attivo nelle stazioni di partenza delle Frecce Trenitalia (Frecciabianca, Frecciarossa, Frecciargento) sulle tratte che servono i porti di Napoli, Civitavecchia, Bari e Venezia, punti di imbarco delle crociere nel Mediterraneo di Costa Serena, Costa Favolosa, Costa Magica, Costa Fascinosa per la prossima estate e autunno 2014. “Con questo servizio Costa Crociere conferma il suo ruolo di innovatore con lo sviluppo di prodotti e servizi sempre all’avanguardia, nell’ottica di migliorare l’esperienza, il confort e la soddisfazione dei propri clienti - ha dichiarato Carlo Schiavon, Direttore Commerciale e Marketing Costa Crociere - A partire dall’oramai storico Fly&Cruise fino al recentissimo neoCollection, il nuovo modo di vivere la crociera “slow”, le innovazioni di Costa hanno rivoluzionato il mondo delle crociere”. “La partnership – commenta Gianfranco Battisti, Direttore Divisione Passeggeri di Trenitalia – conferma il ruolo fondamentale che il sistema delle Frecce Alta Velocità di Trenitalia ha nello sviluppo del turismo del nostro Pa-
ese, entrando anche nel mondo delle crociere. Costa Crociere, con questo accordo, dimostra di essere innovativa e molto attenta alle esigenze dei clienti”. Vacanze sempre più divertenti per tutti, specialmente per i bambini e i ragazzi: dopo il debutto, lo scorso Natale, dei giochi Spin Master su Costa Pacifica e Costa Serena, e visto il successo dell’iniziativa, da aprile 2014 l’offerta dei giochi Spin Master è stata estesa su tutta la flotta Costa, con l’arrivo di una nuova linea di giochi. In questa seconda fase di collaborazione tra Spin Master Italy (agente esclusivo per l’Italia di Spin Master) e Costa Crociere, il programma di intrattenimento per bambini e ragazzi è stato arricchito con i giochi di Meccano, storico sistema di costruzioni giocattolo, recentemente acquisito da Spin Master, che da più di 100 anni appassiona intere generazioni di baby ingegneri e non solo. Oltre alla novità di Meccano, saranno presenti sull’intera flotta anche tutte le attività di intrattenimento da svolgersi con uno o più giochi Spin Master: missioni impossibili con l’equipaggiamento per agenti segreti Spy Gear, laboratori di “pittura” per i più piccoli e le loro mamme con il tappetino magico Aquadoodle, sfide di giocoleria con la sfera volante AtmoSphere, gare di volo acrobatico con i radiocomandi Air Hogs, e corsi per diventare delle vere fate con Flying Fairy. Stefania Vergani
22 - aprile 2014
crociere / porto&diporto
Quando Carnival parla tedesco A
IDA Kreuzfahrten, è la compagnia crocieristica del gruppo Carnival Corporation & Plc. destinata al mercato tedesco. Operativamente parlando è inserita all’interno del gruppo Costa Crociere; infatti tutte le navi di questo “brand” battono bandiera italiana e sono immatricolate a Genova. Visto che il mercato crocieristico teutonico è il secondo in Europa per numero di passeggeri, questa compagnia ha avuto una grandissima crescita negli ultimi anni, inaugurando una nave ogni 12 mesi tra il 2007 e il 2013. Tutte queste sette navi sono state realizzate da Meyer Werft a Papenburg e fanno parte della classe “Sphinx”; le ultime quatto sono leggermente più grandi delle prime tre visto che hanno un mezzo ponte prodiero in più. Abbiamo avuto la possibilità di visitare AIDAmar (entrata in servizio nel 2012) nel porto di Livorno: essendo un marchio poco conosciuto in Italia è stata davvero una bella sorpresa poter scoprire una nave così ben strutturata e con un’offerta a bordo molto originale. Prima di tutto vediamo le sue “misure”: ha una stazza lorda di 71.304 tonnellate, è lunga “fuori tutto” 253,22 metri, larga al galleggiamento 32,20 metri e con un pescaggio di 7,20 metri. La generazione elettrica è garantita da 4 motori diesel per una potenza comples-
siva di 36 MW, mentre i motori elettrici di propulsione sono due “Siemens” da 12.500 kw ciascuno che le permettono di raggiungere una velocità massima di 21,8 nodi (circa 40 Km/h). E’in grado di ospitare a bordo 2.194 passeggeri in cabina doppia mentre l’equipaggio è di 611 persone. L’allestimento degli interni e delle cabine è stato curato dai tedeschi di Partner Ship Design (PSD) come per le altre navi della classe. L’originalità del loro lavoro che si è adattato perfettamente allo stile tedesco, ha permesso a PSD di ottenere altre commesse da parte del gruppo Carnival come l’allestimento di Carnival Breeze e il refitting di Carnival Destiny/Sunshine. Quindi la luminosità e la vivacità degli interni, senza mai cadere nel cattivo gusto, è una delle caratteristiche che più abbiamo apprezzato di questa nave. Ma vediamo quali sono le caratteristiche di AIDA e come è strutturata l’offerta a bordo di questa nave. Prima di tutto nel prezzo della crociera sono compresi quattro ristoranti a buffet che sono aperti ad orari alternati dalla mattina fino alla sera. Quindi su queste navi non esiste il concetto di cena con servizio al tavolo per tutti i passeggeri; se si desidera questa opzione c’è la possibilità di prenotare in uno dei tre ristoranti a pagamento dove la qualità del servizio è molto elevata. Le bibite
analcoliche, il vino e la birra, nei ristoranti a buffet sono gratuite, quindi sono comprese nel prezzo totale della crociera: una bella rarità nel mondo delle crociere che rende AIDA molto appetibile anche per questo motivo. Il cuore della nave invece è il “Theatrium”, una bellissima area disposta su tre ponti con enormi vetrate e lucernaio che funge sia da atrio che da teatro. Anche se a bordo tutti parlano l’inglese, la lingua ufficiale è il tedesco visto che gli ospiti provengono soprattutto da Germania, Austria e Svizzera tedesca: emblema della “germanità” di questa unità è la “Brauhaus”, un salone dove si mangia, si beve e si canta e che vuol ricordare l’atmosfera dell’Oktoberfest. Per concludere ricordiamo che AIDAmar è la prima di questa classe ad avere le cabine interne con gli oblò virtuali e che in tutti i porti vengono organizzate escursioni con le bici che si possono affittare a bordo e che vengono trasportate in un vano apposito. Ma la crescita di AIDA non si ferma qui; infatti è già in costruzione a Nagasaki la nuova ammiraglia della compagnia, AIDAprima: il suo debutto è previsto per il marzo del prossimo anno e già sappiamo che sarà una nave innovativa ricca di novità, non ci resta che aspettare! Matteo Martinuzzi
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ricerche / porto&diporto
L’
Lo studio e lo sviluppo della navigazione
Istituto Italiano di Navigazione, presieduto dal Prof. Ing. Giorgio Franceschetti, rappresenta per la sua natura un “ambiente di studio e di progettualità” dove per chi opera nel campo della Navigazione è possibile offrire il proprio contributo di competenza ed in occasioni di lavori e di convegni scambiarsi esperienze in un clima di professionale confronto. L’Istituto fondato nel 1959, così come previsto dallo Statuto, si interessa della Navigazione in tutti gli ambienti e quindi affronta temi di Navigazione spaziale, di Navigazione Aerea, di Navigazione Marittima e Fluviale e di Navigazione su terra. Va ricordato che l’Istituto Italiano di Navigazione, Ente senza scopo di lucro, non possiede una propria struttura operativa di ricerca e di sviluppo, ma la sua attività si poggia sulla competenza dei Soci che operano in vari e diversificati settori della navigazione e che rappresentano la fonte delle iniziative e dei progetti che vengono sviluppati. Il ruolo e la capacità dell’Istituto è pertanto quello di individuare temi innovativi e di concreto interesse per il comparto della Navigazione e di favorire la aggregazione delle adeguate professionalità per lo studio e per lo sviluppo dell’idea, fino a renderla idonea alla sua diffusione scientifica ed alle sue possibili applicazioni industriali. Dopo queste premesse vanno sottolineati i due aspetti che maggiormente connotano in maniera distintiva l’Istituto e le sue attività: la internazionalità e la multidisciplinarietà. La prima caratteristica deriva dalla appartenenza all’I.I.A.N. (Institute International of Association of Navigation) che riunisce gli Istituti di tutti i Continenti ed all’E.U.G.I.N. ( European Group of Institutes of Navigation) che associa gli Istituti Europei. Con frequenza periodica si effettuano Convegni che vengono ospitati da uno dei Paesi membri, durante i quali si svolgono sessioni di lavoro su vari argomenti riguardanti la Navigazione e si avviano programmi di studio. Questa appartenenza consente inoltre di poter cooptare per progetti di interesse del nostro Istituto, Organismi, Aziende, Centri di Ricerca di altri Paesi,
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portatori di specifiche competenze utili per i nostri obiettivi. La seconda caratteristica distintiva, la multidisciplinarietà, esprime la convinzione, richiamata in maniera chiara nello Statuto dell’Istituto, che ogni studio ed ogni attività che genera innovazione obbliga ad una visione allargata dove gli aspetti scientifici si intrecciano con quelli sociali, quelli economici con
Giorgio Franceschetti
riflessioni di diritto e di giurisprudenza. Il nostro Istituto è quindi “naturalmente” aperto ai contributi di Soci di varia estrazione culturale e professionale, i quali insieme possono offrire le migliori soluzioni a temi anche complessi che trattano di Navigazione. Istituto Italiano di Navigazione
Professor at University Federico II of Napoli, Italy; Adjunct Professor at the University of California at Los Angeles (UCLA) from 1992 to 2008; Distinguished Visiting Scientist at Jet Propulsion Laboratory (CALTECH-JPL, NASA); Lecturer at Space-Tech Master of Delft University, The Netherlands. Scientific background. Electrical Engineering degree (Università Federico II di Napoli); PhD (New York Polytechnic); Post-Doc Fellow (Physicalisches Institut der Universitat Gottingen, Germany, and California Institute of Technology, USA). Academic activity. Visiting Professor at the Universities of Illinois, CALTECH, UCLA, Somali National University, University of Santiago di Compostela (Spain). Invited Lecturer in Brazil, China, Sweden, UK. Professional activity. Past Member of the Italian Space Agency (ASI) Board; of the Scientific Committee of CSELT; and of the International Institute of Communications Board. Scientific Activity. Author of 10 books, over 180 scientific papers published on International Journals of recognized standard in the area of basic and applied electromagnetic theory (27 papers published IEEE Trans A&P): antennas, diffraction and propagation in complex media, including built-up areas (wireless propagation), remote sensing, Synthetic Aperture Radar (SAR), signal and image processing, timedomain pulse scattering, Homeland Security.
ricerche / porto&diporto
La sicurezza dei traffici marittimi nel golfo di Napoli
U
na delle recenti attività dell’Istituto Italiano di Navigazione è la realizzazione di un progetto dedicato allo studio delle criticità che si rilevano in tema di “sicurezza per la navigazione”. Quale migliore ambiente per questa analisi del Golfo di Napoli che, va ricordato, è tra i tratti di mare più trafficati al mondo ? PORTO&diporto ha incontrato nella Sede di Via Orazio l’ing. Giosuè Grimaldi Vice Presidente dell’Istituto nonché Coordinatore del progetto. Presidente Grimaldi come nasce l’idea di questo progetto? Le importanti potenzialità che l’economia del mare può apportare alle aree costiere della nostra Regione, suggeriscono di riesaminare periodicamente il livello di integrazione tra i Sistemi che governano e controllano le attività nel Cluster Marittimo e quindi dei traffici, al fine di migliorarne la efficacia complessiva. In coerenza con questa visione appare certamente utile approfondire i Sistemi di sicurezza (Safety and Emergency) sia per quanto riguarda gli aspetti prettamente tecnologici e sia per la necessaria attenzione alla compatibilità dei comportamenti operativi che regolano le diverse funzioni marittime. Insieme alla Camera di Commercio di Napoli, l’Istituto Italiano di Navigazione ha pertanto avviato, sul tema “sicurezza nel Golfo di Napoli“, un progetto con il quale si vuole dapprima approfondire con gli operatori del settore le maggiori criticità per poi individuare e proporre le risposte tecnologiche e procedurali più adeguate. Come è strutturato il percorso realizzativo del progetto? Il progetto si svolge in due fasi: la prima prevede l’analisi dello stato dell’arte che emerge durante gli incontri che vengono effettuati con coloro che operano nel Cluster marittimo del Porto di Napoli.Alla conclusione di questa prima fase avremo raccolto utili suggerimenti e qualificate indicazioni che ci consentiranno di affrontare temi concreti e di studiare soluzioni a specifiche esigenze. Con il Comitato di Validazione del Progetto - composto dall’Avv. Alessandro Limatola, Vice Presidente della CCIAA, dal Prof. Claudio Quintano, Rettore dell’Università Parthenope e dall’Ammiraglio Antonio Basile a capo della Capitaneria del Porto di Napoli -
verranno analizzati i risultati di questa prima fase. La seconda parte del lavoro sarà quindi dedicata alla valutazione del materiale raccolto durante le Audizioni , all’approfondimento delle criticità segnalate. Si cercheranno le possibili risposte – tecnologiche e procedurali – alle esigenze di miglioramento sollecitate, osservando anche le soluzioni adottate in altri Cluster Marittimi. E per questa verifica la rete scientifica internazionale a cui appartiene l’Istituto Italiano di Navigazione, sarà certamente fonte di utili comparazioni. A completamento di questa seconda fase, in un Convegno che sarà ospitato dalla Camera di Commercio di Napoli saranno illustrate le conclusioni di questo lavoro e naturalmente le proposte maturate. Prevediamo che questo Convegno sarà organizzato entro settembre 2014 come concordato con il Presidente della Camera di Commercio di Napoli, Dott. Maurizio Maddaloni,
che nell’interesse del Territorio è sempre molto attento ai possibili sviluppi dell’Economia del Mare e che vede nell’Istituto Italiano di Navigazione un affidabile organismo scientifico-industriale di riferimento. Chi sono gli attori che realizzeranno il lavoro? Il progetto sarà condotto dall’Istituto Italiano di Navigazione attraverso un Gruppo di Progetto che è costituito dal sottoscritto in qualità di Coordinatore e dal il Professore Ing. A. Scamardella Docente dell’Università Parthenope,, dal Com.te L. Del Prete rappresentante della Capitaneria , da un esperto in Technology Innovation Advisor, l’ing. G. Lieto, e dal Dott.U. Vestri responsabile della Sicurezza dell’Autorità Portuale di Napoli. Sono molti i soggetti che per le loro attività hanno ruolo nella gestione dei traffici marittimi nel Golfo; basti pensare che il porto di Napoli è un polo multi funzionale interessato dai traffici mercantili, petroliferi, crocieristici, ed ancora dal trasporto passeggeri , dalla navigazione dei diportisti in un contesto assolutamente complesso. Si intuisce la grande complessità di analisi, quali sono gli ambiti di osservazione? Compagnie di Navigazione, Servizi portuali, porti turistici e servizi al diporto nautico, cantieristica e riparazioni, ormeggiatori, rimorchiatori, Dogana, Regione. Naturalmente ci avvaliamo per questo Progetto della esperienza e della competenza di numerosi Enti che che operano nel mondo della navigazione e che possono offrirci importanti contributi. MDC
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infrastrutture / porto&diporto
Infrastrutture, competitività e confronti internazionali
L
e infrastrutture costituiscono uno dei 12 pilastri della competitività secondo il World Economic Forum, che elabora annualmente il Global Competitiveness Index. Nel 2013, la posizione dell’Italia è molto distante da quella di Paesi come Germania, Francia, ma anche Spagna quanto ad infrastrutture di ogni tipo: dalle strade alle ferrovie, passando per porti ed aeroporti. In termini di competitività generale l’Italia si trova al 49° posto su 148 paesi. Guardando all’estensione della sola rete autostradale, si osserva come l’Italia sia passata dalla seconda posizione in Europa detenuta nel 1970, con 3.913km di rete, alla quarta posizione del 2012, con 6.668 km. Il dato più significativo riguarda però l’incremento nella lunghezza della rete: a fronte di Paesi come Spagna, Francia e Germania che in quarant’anni hanno incrementato la loro rete autostradale rispettivamente di 13.100, 9.800 e 8.400 chilometri, per l’Italia l’incremento si ferma a quota 2.700 km. Da tutto questo discendono le modeste performance logistiche del nostro Paese, registrate dal Logistic Perfomance Index (World Bank) per il 2012. L’Italia è al 24esimo posto su 155 paesi, costantemente dietro a Paesi come Germania, Francia e Spagna per la maggior parte degli aspetti che compongono la performance logistica. L’importanza di una rete autostradale estesa è sottolineata dalla ripartizione modale del trasporto interno di merci: secondo i dati Eurostat, nel 2011 circa l’89% delle merci trasportate in Italia viaggiano su gomma, a fronte di una media europea del trasporto merci su strada sul totale pari al 75%. Conseguenza dei dati appena riportati è il notevole grado di congestione raggiunto
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dalle aree urbane del Paese: lo dimostra il Tom TomEuropeanTraffic Index, che vede nella top ten del 2013 ben 2 città italiane (Palermo e Roma). Grado di congestione che inevitabilmente ha ripercussioni anche sulla velocità commerciale media dei veicoli adibiti al trasporto merci su gomma: l’indagine comparativa 2011 condotta dall’Albo degli Autotrasportatori mostra come la velocità commerciale in Italia sia inferiore a quella degli altri Paesi considerati (Tab. 1). Interessante anche il confronto con la velocità commerciale media registrata nel 2008, più elevata di 5 km/h rispetto a quella del 2010 (53 km/h vs. 48 km/h). I dati presentati inducono una riflessione circa la perdita di competitività a livello internazionale che mancanza di investimenti nel settore autostradale, conseguente deficit infrastrutturale e conseguente congestione, concorrono a determinare per il nostro Paese. Le Autostrade del Mare possono costituire una concreta risposta ai problemi di mobilità delle merci in Italia, sia da un punto di vista di riduzione della congestione autostradale sia sotto il profilo della valorizzazione della dotazione portuale e costiera di cui il nostro Paese già dispone, sia, ancora, in un’ottica ambientale. E proprio su questo argomento si è espresso Paolo Uggè, vicepresidente Confcommercio: “Quello che ci è mancato in Italia è una vera politica dei trasporti, perché se finalmente si decide cosa si vuole fare in questo Paese e come si vogliano fare viaggiare le merci, poi sarebbe molto più semplice capire quali infrastrutture privilegiare. E una politica che impiega 20 anni per partorire una legge sui porti, evidentemente non si rende conto di
Paolo Uggè come per competere ci voglia velocità; 20 anni oggi equivale all’era glaciale: se si è su una lastra di ghiaccio per salvarsi bisogna essere veloci. In assenza della Consulta dei Trasporti che Confcommercio continua a chiedere venga ricostituita, abbiamo oggi riunito tutti gli attori della filiera, nella consapevolezza che la sfida per la competitività del sistema dei trasporti e della logistica del Paese, o la vinciamo tutti assieme, oppure ciascuno è condannato a perderla individualmente. Le Autostrade del Mare possono fare molto per incentivare la competitività commerciale sia nel nostro paese, ma anche a livello internazionale. Importante è infatti il loro ruolo per accrescere l’accessibilità dei territori, ridurre la congestione della rete stradale, accrescere la sicurezza della circolazione e non da ultimo rispettare l’ambiente. In tal senso va letta la richiesta dell’esenzione dal calendario dei divieti di circolazione per i tir aderenti al progetto: nel 2014, 78 giornate lavorative sprecate pari a 10 mila € spesi inutilmente per ciascun veicolo soltanto in costo del conducente, che moltiplicati per il parco circolante fanno salire a oltre 3 miliardi di euro i potenziali recuperi di competitività da conseguire. Vanno risolte però delle importanti contraddizioni. Una per tutte: l’Unione Europea mentre conferma il sostegno al trasporto via mare, stabilisce che dal 18 giugno di quest’anno l’Italia dovrà recepire la direttiva 2012/33/ UE che prevede l’utilizzo sulle navi di carburante con minori percentuali di zolfo facendone lievitare i costi. Quindi come pensare di dare un accelerazione alle AdM con già alla base un onere di questo tipo?” Sandro Minardo
FoRuM inTERnaZionalE innovazione e cooperazione per lo sviluppo del cluster marittimo del Mediterraneo
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infrastrutture / porto&diporto
Progetto Duferco per Venezia le navi non entrano in laguna G
randi navi al Lido ma salvando la Stazione Marittima. L’idea è dell’ex viceministro dei trasporti Cesare De Piccoli che ne parla da anni. Il progetto è invece elaborato da Duferco Engineering, una impresa che fa capo a Duferco Italia Holding al cui vertice siede Antonio Gozzi presidente di Federacciai. Che propone un nuovo Terminal Crociere da realizzare in appena 24-26 mesi e con un investimento di 128 milioni di euro di fronte alle paratoie del Mose (ma naturalmente lato mare) lato Treporti a 220 metri dalla diga Nord del Cavallino. Potrebbe essere la proposta che spariglia le carte e mette assieme l’esigenza di non penalizzare il comparto crocieristico salvaguardando posti di lavoro ed economia, e dall’altro protegge l’ambiente, visto che le grandi navi non entrerebbero nemmeno in laguna. Proprio nei giorni scorsi lo scontro tra favorevoli e contrari alle maxi navi da crociera si è riacceso dopo il piccolissimo incidente, una passerella danneggiata, che ha coinvolto la Msc Preziosa durante l’attracco alla Marittima. Che le navi siano grandi è un dato di fatto: 330 metri di lunghezza anche 50 di altezza, oggettivamente “fuori scala” rispetto al tessuto urbano di Venezia. Anche per
in Marittima, ma attraverso un nuovo percorso che necessita dello scavo di un canale in laguna, la proposta di Duferco Engineering sembra essere il proverbiale uovo di Colombo. Le navi non entrano più in laguna, quindi niente danni e niente pericoli, non servono costosi e lunghi scavi dei canali, e la Stazione Marittima continua a mantenere la sua funzione anche per le navi che materialmente attraccano al Lido perché il nuovo terminal si limita alle operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri. Aggiungiamo che gli spo-
tuita da un unico pontile lungo 940 metri e largo 34 collegato alla terraferma, per i servizi di emergenza, all’altezza del porto rifugio del Mose. Le opere del pontile sono completamente removibili e realizzate in moduli prefabbricati in calcestruzzo costruiti in cantiere, trasportati per galleggiamento e affondati nelle sedi previste. Due banchine offriranno l’ormeggio contemporaneo di cinque grandi navi da crociera e ospiteranno oltre gli edifici e le strutture necessarie per l’imbarco e lo sbarco dei passeggeri anche quelli per la gestione dei bagagli e dei rifornimenti. L’ingegner Ezio Palmisani amministratore delegato di Duferco Engineering spiega: «Il nostro progetto ha alcuni punti di forza: il primo è che le nostre due banchine possono ospitare contemporaneamente cinque grandi navi, mentre la Marittima ne può accogliere al massimo quattro; ma soprattutto il nostro terminal è in grado di accogliere anche le nuove navi, come la Oasis e quelle di ultimissima generazione, che non sono più lunghe delle attuali, ma più larghe. Ecco, queste, in Marittima non potranno mai arrivare a causa della larghezza. Poi il Terminal è all’esterno delle paratoie del Mose e
questo alla fine tutti concordano nel non farle transitare in Bacino San Marco, nonostante la vista della famosa piazza da bordo sia uno dei momenti clou delle crociere che toccano Venezia. Se il sindaco Giorgio Orsoni vorrebbe farle attraccare a Marghera (ma questo significa oltre alla costruzione di un nuovo terminal, una inaccettabile penalizzazione del traffico al porto commerciale) e l’Autorità Portuale con VTP pensano di farle giungere ancora
stamenti tra Nuovo Terminal e Stazione Marittima sono previsti con battelli di piccole dimensioni (al massimo 800 persone) che transiteranno in Bacino San Marco regalando quindi ai turisti la vista della Piazza dall’acqua. Nella pratica le cose sono naturalmente più complesse sia sul fronte autorizzazioni e finanziamenti sia per quanto riguarda la articolata organizzazione necessaria. Vediamo il progetto più nel dettaglio: la struttura del nuovo Terminal sarà costi-
quindi l’operatività è garantita sempre ed elimina del tutto dalla laguna le navi più grandi». Uno dei nodi fondamentali è naturalmente il collegamento con la Marittima: spostare oltre 20 mila persone in un giorno, garantire sbarco e imbarco dei bagagli e il rifornimento delle derrate è davvero una cosa complicata e, forse, la vera chiave delle possibilità di successo di questo progetto. «E’un punto fondamentale - spiega Palmisani - che abbiamo studiato a fondo. Il mo-
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dello a cui ci siamo ispirati è quello aeroportuale dove alcune funzioni sono concentrate in un solo luogo e altre si svolgono nei vari terminal. Partiamo dai passeggeri. I collegamenti saranno garantiti con motonavi di varie dimensioni che faranno la spola tra la Marittima e il Terminal al Lido. Abbiamo fatto una simulazione prendendo una giornata tipo di luglio con 4 navi homeport attraccate e una in transito per un totale tra sbarchi e imbarchi di 24 mila persone. E terremo conto anche delle diverse esigenze dei croceristi, ad esempio sbarcando per primi quelli che hanno un aereo da prendere al Marco Polo. Tutte le operazioni di check in e check out si svolgeranno alla Marittima mentre al Terminal di Lido avverrà solo l’imbarco/sbarco». Diversa la gestione dei bagagli e delle merci. «I bagagli saranno etichettati
come in aeroporto con il numero di cabina del passeggero e stivati in gabbie da 25 pezzi che a loro volta saranno messe in container – continua Palmisani - Questi ultimi, su una motozattera, raggiungeranno il terminal dove nella stazione bagagli saranno aperti e la gabbie imbarcate sulla nave per la distribuzione dei bagagli. Le motozattere trasporteranno anche in container frigo le derrate deperibili, mentre per quelle non deperibili abbiamo pensato ad un magazzino di stoccaggio da alimentare con calma nelle giornate di “morbida” direttamente al Terminal del Lido» Il progetto è stato studiato, dal punto di vista architettonico per essere il meno impattante possibile. Sul fronte della sostenibilità poi è prevista la possibilità di realizzare il “cold ironing” e parte dell’energia necessaria sarà assicurata da fonti rinnovabili. Rimangono ora
le questioni finanziare e autorizzative. «Noi possiamo sviluppare il progetto sotto l’aspetto tecnico, trasportistico, logistico, ma anche sotto quello economico e finanziario – spiega Palmisani - questo ultimo aspetto è in via di definizione e stiamo ragionando con vari possibili partner per arrivare alla soluzione finale. Non è nemmeno escluso che noi si possa partecipare alla gestione, ma ogni discorso in questo momento è prematuro». Per quanto riguarda la “soluzione finale” per le grandi navi Palmisani è diplomatico: «Il nostro approccio è molto semplice e chiaro. Noi proponiamo una soluzione che a nostro avviso supera le criticità di altre idee, ma non ci vogliamo mettere in contrapposizione con nessuno. La mettiamo sul tavolo pronti a ragionare con tutti, e ci aspettiamo che un soggetto super partes decida in maniera
chiara e definitiva». I primi commenti a caldo, dopo la presentazione sono cauti ma non negativi. Per il presidente dell’autorità portuale Paolo Costa “il progetto è interessante” al contrario di quello che vede le navi spostate a Marghera, nuovamente e duramente bocciato; anche Sandro Trevisanato presidente di VTP non chiude alla proposta di Duferco e De Piccoli. Secondo Trevisanato è un progetto ragionevole sul medio e lungo termine, visto che ai due anni necessari per la realizzazione bisogna aggiungere i tempi ancora non definiti per una scelta fra le varie soluzioni proposte, ma che forse sottostima il numero di passeggeri che possono arrivare in Marittima in una giornata di punta. Franco Tanel
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infrastrutture / porto&diporto
La Toscana investe nei porti S
e è vero che la Toscana è una delle regioni italiane più conosciute all’estero, la sua fama si deve soprattutto alle città d’arte come Pisa e Firenze ed al diffuso patrimonio storico culturale che stupisce i visitatori di tutto il mondo per la sua ricchezza e il suo splendore. Dagli Etruschi ai giorni nostri la Regione ha lasciato un segno ineguagliabile in tutto il Mediterraeo. E è proprio grazie a questo mare che è stato possibile per le popolazioni che l’hanno abitata per millenni sviluppare cultura, arte e industria. La Toscana, regione marittima, merita un’attenzione particolare e il governo regionale riconosce alle sue porte aperte sul mare un tangibile segno di riconoscimento. Oltre agli investimenti negli scali commerciali di Livorno, Piombino e Carrara, governati dalle Autorità Portuali, la Regione ha deciso di investire nel 2014 quattro milioni per i porti toscani minori, governati dall’Autorità portuale regionale. Al porto di Viareggio andranno 2,7 milioni di euro. Serviranno a finanziare i lavori di rifiorimento della diga foranea, l’escavo dell’avamporto nei pressi del molo di sottoflutto e l’intervento di escavo dell’imboccatura, un intervento parzialmente anticipato, in somma urgenza, nel novembre scorso. Il finanziamento è destinato alla realizzazione o all’ultimazione di alcuni lavori in
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economia per attrezzature portuali. Nel corso di quest’anno verrà redatto il progetto definitivo della banchina commerciale e si prevede che la progettazione esecutiva sarà effettuata in fase di appalto integrato. L’Autorità provvederà quindi a sviluppare le attività di studio e di progettazione del “Sistema continuo di dragaggio e trasferimento dei sedimenti” che può essere programmato in base alle risorse finanziarie disponibili. A Porto Santo Stefano sono destinati 300.000 euro. Oltre all’ultimazione delle procedure per l’approvazione del Piano regolatore portuale, nel corso del 2014 si prevedono interventi di manutenzione straordinaria da dedicare all’efficienza e alla riqualificazione di opere e servizi in ambito portuale. Per il porto di Marina di Campo dell’Isola d’Elba le principali attività previste, finanziate con 900.000 euro, sono studi, indagini e rilievi per il nuovo Piano regolatore portuale, lavori di adeguamento della diga di sopraflutto, monitoraggio e dragaggio dei fondali, mantenimento efficienza e riqualificazione di opere e servizi in ambito portuale. All’Isola del Giglio andranno 100.000 euro per studi, indagini e rilievi per l’aggiornamento del nuovo Piano regolatore portuale ed interventi per il mantenimento efficienza opere, fondali e servizi in ambito portuale.
Presentando il provvedimento l’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti ha osservato come si tratti di una decisione che permette di intervenire per risolvere alcune criticità o comunque per la qualificazione delle aree portuali, ma anche di un segnale preciso in direzione di una regolamentazione di queste infrastrutture e di una programmazione del loro futuro, attraverso una più puntuale definizione dei piani regolatori portuali. “La Toscana – sostiene l’Assessore ai trasporti Ceccarelli - ha nei porti una delle sue ricchezze con implicazioni importanti rispetto alla cantieristica, alla diportistica, alla pesca e al turismo: per questo il finanziamento delle attività per l’anno in corso riveste particolare importanza”. Investimenti anche nel porto di Portoferraio per favorire lo sviluppo del settore turistico, principale attività dell’Isola d’Elba. Si è infatti concluso l’iter del VIA - Valutazione di impatto ambientale – per il progetto del nuovo porto di Portoferraio, una infrastruttura da 100 milioni di euro di investimento. “Entro la prossima estate – ha precisato il presidente Rossi – contiamo di concludere la procedura di valutazione e i lavori potrebbero iniziare entro l’anno”. Patrizia Lupi
infrastrutture / porto&diporto
Dragaggi nel porto di Napoli via libera dai Lavori Pubblici L’
Autorità Portuale di Napoli, unitamente ai rappresentanti della Regione Campania e del Comune di Napoli, ha incassato il favorevole parere, con ordinarie prescrizioni, espresso dall’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sul progetto di escavo dei fondali dell’area portuale di Napoli con deposito dei materiali dragati nella cassa di colmata della Darsena di Levante. L’Ammiraglio Angrisano, commissario all’autorità portuale di Napoli, ha voluto esprimere all’Assemblea per il tramite del Presidente, ing. Sessa, e del relatore. ing. Ferrante, la gratitudine della portualità di Napoli per il contributo decisivo offerto, non solo nell’espressione del parere, ma anche nel fornire quel supporto tecnico‑scien-
tifico indispensabile per la ottimizzazione di un progetto che, per i suoi profili geotecnici e strutturali, risulta tecnologicamente complesso, oltre che rivolto alla salvaguardia ambientale, in una realtà che, Sito di Interesse Nazionale, condiziona ed aggrava i tempi ed i costi delle procedure e degli interventi. Questa è una prima tappa importante verso la soluzione dell’annoso problema del dragaggio del porto di Napoli che incide notevolmente sullo sviluppo dei traffici portuali e sulla possibilità di accogliere navi portacontenitori di maggior pescaggio. I tempi di attuazione non saranno comunque immediati in quanto sarà necessario acquisire il parere del Ministero dell’Ambiente. A tale riguardo il 9 aprile scorso lo stesso Ammiraglio Angrisano ha guidato una delegazione composta da tecnici
dell’Autorità Portuale di Napoli e della società progettista per confrontarsi con i dirigenti di quel Dicastero e dell’ISPRA per il prosieguo più rapido possibile dell’iter autorizzativo per completare la cassa di colmata, funzionale al recapito del materiale da dragare, opera che al momento risulta in avanzato stato di attuazione, e per effettuare le operazioni di dragaggio la cui durata è prevista in 14 mesi. I relativi finanziamenti sono previsti nel Grande Progetto POR FESR 2007-13 – Logistica e Porti. Sistema integrato portuale di Napoli, dichiarato eleggibile dalla Commissione Europea. L’importo complessivo dell’intervento è stimato in € 57.750.000,00 di cui circa € 44.525.000 per lavori a base d’appalto. Carolina Sinnopoli
Piattaforma ferroviaria Trieste consolida traffico con la Turchia
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l Comitato Portuale dell’Autorità Portuale di Trieste ha dato via libera a Green Bridge, il progetto della Samer Seaports & Terminals Srl relativo alla costruzione di una piattaforma ferroviaria di scambio intermodale mare/ferrovia che consentirà di trasferire il 100% dei veicoli pesanti provenienti dalla Turchia su rotaia. “Saranno 150 mila i camion che viaggeranno su ferrovia – commenta la presidente Apt, Marina Monassi – rendendo sempre più ecocompatibile l’impatto dei traffici del porto di Trieste, in perfetta sintonia con il percorso avviato dall’Apt per l’ottenimento della certificazione ambientale Emas. L’investimento del terminalista sarà di 8 milioni di euro con 40 nuove assunzioni dirette, ulteriori e numerosi posti di lavoro nell’indotto e consentirà il consolidamento definitivo dell’Autostrada del Mediterraneo su Trieste”. Intanto il porto di Trieste, dopo un biennio 2011-2012 di incredibile crescita ha ancora rafforzato la propria posizione in termini di volume complessivo di merci in transito, con circa 56 milioni
di tonnellate registrate nel 2013 rispetto ai 49,2 del 2012, registrando un incremento del 15,11%, che vale la prima posizione a livello nazionale e la decima tra i primi 20 grandi porti d’Europa. “Con 458.497 Teu pari a +11,49% sempre nel 2013 sul 2012 - commenta la presidente Marina Monassi - ab-
biamo raggiunto un record storico per questo scalo. Anche il 2014 è già con un ulteriore segno “+” e ha grandi prospettive di ulteriore crescita: al 31 marzo i Teu lavorati sono stati 110.678 con una aumento del +2,5% rispetto allo stesso periodo del 2013” Cosimo Brudetti
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infrastrutture / porto&diporto
Il porto di Piombino tra turismo e siderurgia S
i è parlato molto in questi mesi del porto di Piombino, in particolare per essere stato candidato come sede dei lavori di smaltimento della Costa Concordia. Moltissimi i sostenitori di questa ipotesi, a partire dal Governatore toscano, Enrico Rossi, che individua nello scalo il sito naturale, nonché il più vicino all’Isola del Giglio, per le operazioni che porteranno alla demolizione della grande loveboat. E proprio in questa direzione sta andando lo scalo, che tradizionalmente è il porto del polo della siderurgia toscana, con le ampie aree retroportuali dedicate a questo settore, che però denuncia un allarmante stato di crisi. Per sanare questa difficile situazione che rischia di lasciare a casa centinaia di lavoratori, in questi giorni si firmerà in Regione Toscana l’accordo di programma per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino che prevede un intervento integrato e complessivo sull’area, il rilancio della Lucchini e lo sviluppo dell’intera area industriale, agevolando l’ingresso di nuovi possibili investitori. La Regione chiede che, nell’accordo di programma, si preveda per i lavoratori della siderurgia la possibilità di essere impiegati per i lavori di bonifica ambientale necessari alla riconversione dell’alto forno ed il loro coinvolgimento in altri eventuali progetti, come ad esempio le
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attività di riqualifcazione del porto. “La Regione sta lavorando – dichiara l’assessore Gianfranco Simoncini - per riqualificare la siderurgia di Piombino nel suo complesso e, in particolare, punta ad un progetto per la realizzazione del forno elettrico, la tecnologia Corex, al mantenimento della qualità produttiva per fare di Piombino un polo nazionale per lo smantellamento delle grandi navi”. Ecco il sempre più stretto collegamento fra porto e insediamenti industriali. Ingenti le risorse stanziate: la Regione prevede una dotazione di 30 milioni di euro, nel programma operativo Fesr 2014-20, per gli interventi di miglioramento ambientale ed energetico, mentre altri 32,2 milioni di euro verranno dal programma di attuazione 2007-2013 del Fas e saranno destinati agli investimenti. Piombino potrà quindi diventare polo di rottamazione e smaltimento delle navi militari e sede di risistemazione delle grandi navi da crociera, a partire da quelle della Costa. Il presidente della Regione ha rivelato di essersi incontrato con i ministri all’Industria e all’Ambiente proprio per valutare il percorso di questo progetto. Sparse per vari porti nazionali, sono già circa trenta le navi militari in attesa di rottamazione. Per questo, a giudizio del presidente della Toscana, occorrerà giungere in tempi
brevi alla sottoscrizione di un accordo di programma che definisca il quadro nell’ambito delle norme europee che regolano questo specifico settore. Proprio per le caratteristiche che il porto di Piombino acquisterà a lavori ultimati, Costa potrebbe individuare proprio lì una sede di manutenzione per le sue navi da crociera. Il beneficio complessivo per l’occupazione il presidente prevede si possa quantificare in un migliaio di posti di lavoro sicuri. “Piombino sta lavorando senza soste per essere pronta – conferma Rossi nella sua qualità di commissario ai lavori per accogliere il relitto – e intendo controllare lo stato di avanzamento anche se la rimozione del relitto è soggetta alle autorizzazioni legate alla gestione di rifiuti da parte della Provincia di Grosseto, nonché al parere favorevole dell’Osservatorio sul recupero del relitto”. “Condivido l’idea del Governatore della Toscana Enrico Rossi – sostiene Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente - di proporre Piombino come polo di rottamazione delle navi militari e per la manutenzione delle navi da crociera Costa. Il progetto lanciato da Rossi – osserva la Velo – è senza dubbio una straordinaria occasione per il rilancio economico ed occupazionale di un’area strategica come quella del porto di Piombino. Grazie a ingenti inve-
Luciano Guerrieri stimenti e agli interventi infrastrutturali che sono in fase di completamento, nel giro di qualche mese il porto di Piombino sarà uno dei presidi più competitivi del Paese, nonché un’eccezionale risorsa per l’intero sistema portuale italiano”. Ma cosa ne pensa il Commissario dell’Autorità Portuale di Piombino, Luciano Guerrieri, che ha guidato da Presidente dell’Authority lo scalo in questi ultimi otto anni? “I nuovi grandi lavori in attuazione del nuovo PRP del porto di Piombino costituiscono un forte salto di qualità per l’offerta commerciale del porto. Si tratta di opere per ben 111 milioni di Euro – spiega Guerrieri - messe in campo ed attivate con una velocità amministrativa inconsueta per una Amministrazione pubblica. Basti pensare che non appena approvato il PRP (26 luglio 2013) e sottoscritto l’Accordo di Programma Quadro (12 agosto 2013) che stanziava le risorse, l’Autorità Portuale ha attivato la gara il 14 agosto 2013 ed in
sei mesi circa è arrivata alla consegna dei lavori, espletando una complessa procedura d’appalto ed acquisendo tutti i pareri e le autorizzazioni previste. I lavori ci consegneranno entro un anno 1,2 Km. di molo foraneo sottoflutto, una banchina 370 metri x 50 metri (- 20 metri di fondale), un piazzale operativo di 80.000 mq., un canale di accesso a – 20 metri. Opere, come noto, rispondenti ad una logica di incremento della competitività del porto e delle industrie presenti, in grado di garantire l’accessibilità alle grandi navi capesize (fino a 200.000 DWT: lunghezza fino a 325 metri e larghezza di 45 metri), quindi tali da determinare una importante riduzione dei costi logistici di approvvigionamento grazie alla maggiore capacità di trasporto. In questo modo Piombino è in grado di eguagliare ed in molti casi superare l’offerta logistica e di accessibilità riferita ai traffici industriali di rinfuse in particolare di altri porti concorrenti come Fos Sur Mer, Koper, Iskenderun, Taranto”. “E per quanto riguarda la Concordia?” chiediamo lumi al Commissario Guerrieri. “La Costa Concordia, una volta ultimati i lavori, potrà essere demolita ed i materiali riciclati nell’assoluto rispetto della sicurezza dell’ambiente e delle persone in linea con le recenti disposizioni del Regolamento (UE) n.1257/2013 relativo al riciclaggio delle navi. Nel rispetto di questa normativa – spiega Guerrieri - e con l’obiettivo del rafforzamento della vocazione siderurgica del territorio attraverso l’attivazione di importanti filiere si potrà sperimentare l’attuazione di un polo di demolizioni (e riparazioni) navali con requisiti di qualità europea certificati e con il riutilizzo di rottami a Km 0 ovvero
nei processi produttivi locali. Un simile progetto – continua Guerrieri - può porre il nostro porto all’avanguardia nell’applicazione dei processi di “reverse logistic” e di “inverse industries” nel settore della demolizione e riciclaggio navi”. Ma l’Autorità sta portando avanti anche altri progetti, ricorda Guerrieri, che sotto la sua gestione ha visto trasformate le banchine dello scalo. Fra questi il primo banchinamento della Variante II PRP del porto di Piombino (450 metri lineari di banchina x 40.000 mq) con annesso dragaggio (-13 metri di fondale) per un quadro economico di 38 milioni di Euro. “Per quanto riguarda la viabilità stiamo lavorando alla “strada Dalmine”, ovvero il collegamento interno al perimetro industriale tra il porto e lo stabilimento, per un quadro economico di 2,3 milioni di Euro. Stiamo realizzando lavori marittimi per il banchinamento della Darsena Lanini, per un quadro economico di 3,4 milioni di Euro, oltre ad opere accessorie al reflui mento dei sedimenti in cassa di colmata, per un quadro economico di 5,6 milioni di Euro”. “A quanto ammontano gli investimenti?” - chiediamo a Gurrieri. “Sono in corso opere per 160 milioni di Euro. Grazie a queste opere Piombino non solo potrà superare criticità e carenze storiche, ma migliorerà di molto l’operatività, la sicurezza portuale e l’offerta commerciale potrà contare su importanti spazi operativi finalmente alla pari con altre realtà mediterranee. Il porto di Piombino – conclude Guerrieri - potrà sfruttare pienamente le proprie vocazioni sviluppando un’offerta anche nel settore crocieristico e delle Autostrade del Mare.” Patrizia Lupi
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youngship / porto&diporto
Youngship Italia inaugura il primo workshop formativo I giovani associati si confrontano con Confitarma per fare il punto sulla competitività e l’evoluzione dell’industria navale.
“P
artiamo dalla formazione per dare ai giovani l’opportunità di scambiare le proprie esperienze mettendo a confronto le varie professioni dello shipping, grazie anche, e soprattutto, alle relazioni che la vita associativa offre. Questo primo evento del 2014 ha proprio questo scopo, connettere tra loro professionisti del settore, come in questo caso gli esponenti di Confitarma e i giovani interessati ad espandere le proprie vedute. Abbiamo puntato su Roma sia perchè centro nevralgico d’Italia sia per la collaborazione dei membri di Confitarma che sono intervenuti durante l’incontro.
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Youngship Italia è nata da meno di un anno e già si dimostra un gruppo molto unito. In brevissimo tempo è sensibilmente cresciuto il numero degli associati: questa è la dimostrazione che l’Italia del mare crede nell’associazionismo e che, coesa, si fa artefice del proprio destino” Così spiega Aldo Negri, vice presidente Youngship Centro Italia e coordinatore della fase preparatoria dell’evento tenutosi nei giorni scorsi a Roma presso la sede di Confitarma. L’associazione ha chiamato a raccolta i suoi associati che, con la collaborazione di importati armatori ed esponenti di Confitarma – fra questi Luca Sisto,
Andrea Garolla, Lorenzo Matacena, Valeria Novella e Giacomo Gavarone - hanno fatto il punto sul futuro dello shipping, sulla competitività della flotta e sull’evoluzione dei registri a livello nazionale e internazionale. Ha partecipato all’evento anche Birgit Liodden, segretaria generale di Youngship International, che ha presentato il tema “Key challenges for the maritime industry: how does our public image affect these?” “Dobbiamo far conoscere le professioni del mare - così Birgit Liodden incoraggia i giovani presenti all’evento – con una adeguata e capillare co-
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municazione, in modo che le persone credano nello shipping e nelle sue potenzialità. L’immagine e l’informazione sono elementi fondamentali nel mondo moderno e su questo deve intervenire il cluster marittimo. L’economia mondiale, ancor più per effetto della globalizzazione, e gli scambi commerciali dipendono per oltre l’80% dal trasporto marittimo. E’necessario inserire elementi giovani nel mondo marittimo e dare a quest’ultimi esempi da seguire, proponendo le molteplici carriere che il mondo dello shipping già offre: carriere che permettono di maturare esperienze in tutto il mondo e di conoscere da vicino l’economia internazionale, tutto questo ovviamente per coloro che intendono allargare i propri orizzonti e dare il proprio contributo al mondo dello shipping”. Dopo i saluti della Presidente Simona Coppola, ha introdotto il meeting Andrea Morandi, responsabile eventi e formazione di Youngship Italia. Ha tenuto la relazione introduttiva Luca Sisto, responsabile delle politiche dei trasporti di Confitarma. Dalle relazioni è emerso che la flotta italiana si posiziona al 12° posto a livello mondiale oltre a essere leader a livello europeo nei settori ro-ro e ro-pax, crociere e chemical tankers. La flotta italiana è inoltre
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una delle più giovani grazie soprattutto all’impegno degli stessi armatori che dal 1998, anno in cui si è ottenuto il registro internazionale già adottato in altri paesi, hanno investito la maggior parte delle loro risorse nel rinnovamento della flotta, portando il naviglio italiano ad essere uno dei più giovani a livello mondiale. Si è parlato anche dell’importanza del bareboat charter registration, che ha permesso agli armatori italiani di battere bandiere estere mantenendo comunque la proprietà delle navi, ma riuscendo a portarle ad operare su mercati internazionali, spesso riservati. Questo ha inoltre garantito una tassazione minore rispetto a quella italiana, con un risparmio negli anni 80-90 pari a quasi 1,5 miliardi di lire di costi annui tra una nave battente bandiera italiana e una di bandiera di convenienza. “In questo primo evento organizzato da Youngship Italia sono stati trattati argomenti che riguardano da vicino soprattutto l’armamento - spiega Andrea Poliseno, vice presidente Sud Italia dell’associazione - tutto questo grazie all’esperienza di esponenti di Confitarma come Luca Sisto e Lorenzo Matacena che sono intervenuti attivamente all’incontro. Siamo partiti da un’analisi del mondo dello shipping italiano negli
ultimi decenni, soffermandoci in particolare sugli sviluppi positivi del settore negli ultimi vent’anni. Ma questo è solo il punto di partenza, il nostro obiettivo è connettere tra loro i vari settori dell’economia marittima per farli dialogare”. “L’associazione sta portando avanti con impegno ed entusiasmo la propria mission - ricorda la Presidente Simona Coppola, chiudendo i lavori - quello di oggi è il primo di una lunga serie di eventi indipensabili per coinvolgere il maggior numero di associati e per stimolare la loro partecipazione alla vita associativa. Come già annunciato Youngship Italia ha confermato la sua partecipazione alla Naples Shipping Week che sarà sicuramente una vetrina importantissima per coinvolgere tutto il cluster marittimo nazionale e internazionale. Sono in programma anche altri due eventi rispettivamente in ottobre e dicembre in diverse regioni italiane, nel Nord e nel Centro Italia. Cerchiamo così di perseguire lo scopo di Youngship International: avvicinare i giovani al mondo dell’economia marittima facendo capire l’importanza e la diversità di ogni settore dello shipping”. Alessandro Talini
diritto / porto&diporto
Autorità Portuali: la “prorogatio sine die” Il procedimento di nomina del Presidente: obbligatorietà dell’intesa.
L’
art. 8, comma 1, dispone che «il Presidente è nominato, previa intesa con la Regione interessata, con decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione, nell’ambito di una terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale designati rispettivamente dalla provincia, dai comuni e dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, la cui competenza territoriale coincide, in tutto o in parte, con la circoscrizione di cui all’articolo 6, comma 7. La terna è comunicata al Ministro dei trasporti e della navigazione tre mesi prima della scadenza del mandato. Il Ministro, con atto motivato, può chiedere di comunicare entro trenta giorni dalla richiesta una seconda terna di candidati nell’ambito della quale effettuare la nomina. Qualora non pervenga nei termini alcuna designazione, il Ministro nomina il presidente, previa intesa con la Regione interessata, comunque tra personalità che risultano esperte e di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale». Con l’art. 6 del decreto-legge 28 maggio 2004, n 136, fu aggiunto il comma 1-bis, il cui testo era il seguente: “Esperite le procedure di cui al comma 1, qualora entro trenta giorni non si raggiunga l’intesa con la regione interessata, il Ministro può chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri di sottoporre la questione al Consiglio dei Ministri, che provvede con deliberazione motivata.” La legge che convertì il decreto, la n. 186 del 27 luglio 2004, modificò il testo del comma 1-bis nel modo seguente: “Esperite le procedure di cui al comma 1, qualora entro trenta giorni non si raggiunga l’intesa con la regione interessata, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti indica il prescelto nell’ambito di una terna formulata a tal fine dal Presidente della Giunta regionale, tenendo conto anche delle indicazioni degli enti locali e delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura interessati. Ove il Presidente della Giunta regionale non provveda alla indicazione della terna entro trenta giorni dalla richiesta allo scopo indirizzatagli dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, questi chiede al Presidente del Consiglio dei ministri di sottoporre la questione al Consiglio dei ministri, che provvede con deliberazione motivata La Corte Costituzionale, con sentenza 7 ottobre 2005, n.378 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle originarie disposizioni dell’art. 6 del decreto-legge 28 maggio 2004, n 136 e del comma 2 dell’art. 1 della legge 27 luglio 2004, n 186 (legge di conversione)1. La medesima Corte ha dichiarato invece non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 6 del decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136, come modificato dalla legge 27 luglio 2004, n. 186, sollevata in riferimento agli articoli 117, comma terzo, e 118 della Costituzione. Pertanto l’attuale disciplina di nomina del Presidente dell’Autorità portuale si rinviene nei commi 1 e 1-bis (come modificato dalla legge di conversione) dell’art. 8 della legge 84/94.2 1 ^ Il comma 2 dell’art. 1 della legge di conversione faceva salvi gli effetti degli atti emanati durante la vigenza delle norme (sostituite in sede di conversione) dell’art. 6 del decreto legge 28 maggio 2004, n 136. 2 ^ Nella banca dati “NORMATTIVA”, realizzata e gestita dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, nella nota a piè di pagina dell’art. 8 della legge 84/ 94, così come in numerosi altri testi riportati in siti istituzionali, viene riportato che “la Corte Costituzionale, con sentenza 28 settembre-7 ottobre 2005, n. 378 (in G.U. 1a s.s. 12/10/2005, n. 41) ha dichiarato l’illegittimita’costituzionale dell’articolo 6 del D.L. 28 maggio 2004, n. 136, convertito con modificazioni dalla L. 27 luglio 2004, n. 186 (che
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Come è evidente dalle norme in vigore, non vi è dubbio, quindi, che l’art. 8 della legge 84/94 esiga l’intesa tra il Ministro e la Regione in tutte le fasi del procedimento di nomina del Presidente. Intesa che, quale forma di attuazione del principio di leale cooperazione tra lo Stato e la Regione si connota come una paritaria codeterminazione del contenuto dell’atto di nomina e procedimento intermedio e strumentale all’adozione dell’atto deliberativo, il quale – proprio per le modalità attraverso le quali devono potersi esprimere le singole volontà che concorrono alla formazione del suo contenuto – rappresenta il frutto di una necessaria compartecipazione fra gli enti od organi tra i quali l’intesa stessa deve svilupparsi, anche – ove occorra – attraverso reiterate trattative volte a superare le divergenze che ostacolino il raggiungimento di un accordo.3 Il mancato raggiungimento dell’intesa, quale prevista dalla norma, costituisce un ostacolo insuperabile alla conclusione del procedimento, per cui essa non può essere declassata a mera attività consultiva non vincolante; nemmeno per effetto dell’art. 3 legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3, che ha sostituito integralmente l’art. 117 della Costituzione, il quale, al terzo comma, tra le materie oggetto di legislazione concorrente, comprende anche la materia dei porti e degli aeroporti civili, perché tale scelta legislativa non può essere intesa quale “declassamento” degli interessi dell’intera comunità nazionale connessi all’attività dei più importanti porti: interessi, anche questi, la cui cura è, con la vastità dei compiti assegnatigli ed il ruolo riconosciutogli, affidata in primo luogo al Presidente, la cui nomina resta ancora attribuita al Ministro nel rispetto di procedure che attraverso strumenti di leale collaborazione assicurano adeguatamente la partecipazione della Regione all’esercizio in concreto della funzione amministrativa allocata a livello centrale.4 Pertanto si può concludere che lo strumento dell’intesa tra Stato e Regioni costituisce una delle possibili forme di attuazione del principio di leale cooperazione tra lo Stato e la Regione e si sostanzia in una paritaria codeterminazione del contenuto dell’atto; intesa, da realizzare e ricercare, laddove occorra, attraverso reiterate trattative volte a superare le divergenze che ostacolino il raggiungimento di un accordo, senza alcuna possibilità di un declassamento dell’attività di codeterminazione connessa all’intesa in una mera attività consultiva non vincolante.5
Prorogatio degli organi amministrativi e potere di nomina del Commissario straordinario. La prorogatio degli organi amministrativi scaduti trova la sua ragione nell’esigenza di evitare dannose interruzioni nell’esercizio della funzione pubblica, allorquando sia venuto a scadenza il termine del mandato del titolare dell’organo e non sia stato ancora nominato il nuovo titolare. In tali casi, il titolare, benché sia scaduto il termine del proprio mandato, continua a svolgere le funzioni dell’ufficio a cui sia stato preposto, indipendentemente da un espresso atto di conferma o di proroga. In passato la prorogatio ha dato luogo a gravi abusi perché anziché durare pochi giorni si protraeva, a volte, per periodi lunghissimi. Su impulso e dichiarata adesione ai rilievi critici della Corte Costituzionale, il legislatore ha dettato una disciplina positiva dell’istituto con D.L. 16 maggio 1994, n. 293, convertito in legge 15 luglio 1994, n. 444, secondo la quale la durata massima della prorogatio non può superare i quarantacinque giorni, durante i quali gli organi scaduti possono adottare esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti ed indifferibili, con indicazione specifica dei motivi di urgenza e di indifferibilità. Decorso tale termine senza che si sia provveduto alla rinnovazione delle cariche, gli organi amministrativi ha introdotto il comma 1-bis al presente articolo)”. La nota non è precisa perché la Corte con la sentenza citata ha dichiarato l’incostituzionalità del testo del decreto legge prima della conversione e non il nuovo testo, giova al riguardo richiamare, per la parte che interessa, il dispositivo della richiamata sentenza “… 2) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 2, della legge 27 luglio 2004, n. 186 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136, recante disposizioni urgenti per garantire la funzionalità di taluni settori della pubblica amministrazione. Disposizioni per la rideterminazione delle deleghe legislative ed altre disposizioni connesse) e dell’art. 6 del decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136;… 5) dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 6 del decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136, come modificato dalla legge 27 luglio 2004, n. 186, sollevata, in riferimento agli articoli 117, comma terzo, e 118 della Costituzione, dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, con il ricorso n. 92 del 2004;…” Ovviamente la nota non rileva ai fini della vigenza del testo considerato che I testi presenti nella banca dati “Normattiva” non hanno carattere di ufficialità, l’unico testo ufficiale e definitivo è quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana a mezzo stampa. In ogni caso, al fine di dirimere ogni dubbio sulla costituzionalità del comma 1-bis dell’art. 8 della legge 84/94 si richiamano le seguente sentenze: Tar Toscana, Sez.I, 17 luglio 2007, n. 1322; 13 luglio 2006, n. 3106; 13 luglio 2006, n. 3104. 3 ^ Così si esprime la Corte Costituzionale: cfr Sentenze 7 ottobre 2005, n.378; 27 luglio 2005, n.339. 4 ^ Ibidem 5 ^ Corte Costituzionale, 20 gennaio 2004, n. 27; conformi: ex plurimis sentenze 12 maggio 2011, n. 165; 26 marzo 2010, n. 121; 7 ottobre 2005, n. 378; 27 luglio 2005, n. 339.
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decadono e gli atti da essi adottati sono nulli. La disciplina normativa sulla prorogatio si applica agli organi di amministrazione attiva, consultiva e di controllo dello Stato e degli enti pubblici, nonché delle persone giuridiche a prevalente partecipazione pubblica. La premessa sulla disciplina normativa della prorogatio ci introduce all’esame di una prassi sempre più dilagante: il surrettizio mantenimento in carica dei presidenti dal mandato scaduto mediante il conferimento dell’incarico di Commissario straordinario. E’ormai prassi corrente che, intervenuta la scadenza del mandato del Presidente in carica, non sia stato nominato il nuovo Presidente, vuoi per colpevole inerzia degli enti preposti, vuoi per il mancato raggiungimento dell’intesa tra lo Stato e la Regione, per cui si procede a nominare Commissario straordinario il Presidente decaduto e che questi rimanga in carica per lungo tempo grazie a reiterate proroghe. Questa prassi che suscita seri dubbi di legittimità merita la dovuta attenzione in quanto dà luogo surrettiziamente ad una “prorogatio sine die” di un mandato a termine a favore di determinati soggetti, in evidente elusione alla legge. Si procederà pertanto ad esaminare l’orientamento costituzionale in materia. A tal riguardo, proprio con riferimento alla nomina del Commissario straordinario di un’Autorità portuale, la Corte Costituzionale ha fissato dei chiari principi in materia. La Corte preliminarmente ha stabilito che non può essere revocato in dubbio che al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (cui compete la nomina del Presidente dell’Autorità portuale, all’esito del procedimento di intesa forte disciplinato dall’art. 8 della legge n. 84 del 1994) spetti il potere di nomina del relativo Commissario straordinario, onde assicurare “il soddisfacimento delle esigenze di continuità della azione amministrativa ed impedire stasi connesse alla decadenza degli organismi ordinari”; entrando poi nel merito del potere di nomina ha sottolineato come esso costituisca «attuazione del principio generale, applicabile a tutti gli enti pubblici, del superiore interesse pubblico al sopperimento, con tale rimedio, degli organi di ordinaria amministrazione, i cui titolari siano scaduti o mancanti». Secondo quanto stabilito dalla Corte l’attuale disciplina fu introdotta in dichiarata adesione ai propri rilievi critici a proposito dell’istituto della prorogatio sine die degli organi scaduti: un istituto che non soltanto non poteva ritenersi integrare un “principio generale”; ma che, ove privato di adeguate cautele, avrebbe presentato aspetti di contrasto con i valori della Costituzione. «Un’organizzazione caratterizzata da un abituale ricorso alla prorogatio sarebbe difatti ben lontana dal modello costituzionale. Se è previsto per legge che gli organi amministrativi abbiano una certa durata e che quindi la loro competenza sia temporalmente circoscritta, un’eventuale prorogatio di fatto sine die – demandando all’arbitrio di chi debba provvedere alla sostituzione di determinarne la durata pur prevista a termine dal legislatore ordinario – violerebbe il principio della riserva di legge in materia di organizzazione amministrativa, nonché quelli dell’imparzialità e del buon andamento». E fu proprio nel prendere atto di questo avvertimento che il Governo si indusse ad adottare il richiamato decreto, poi convertito in legge. Tra l’altro, quando alla nomina del Commissario si giunge in difetto di nomina del Presidente, per il mancato perfezionamento dell’intesa ed in attesa che ad essa si pervenga, la condizione di legittimità della nomina del Commissario è, quantomeno, l’avvio e la prosecuzione delle procedure per la nomina del Presidente Pertanto il mancato rispetto della necessaria procedimentalizzazione per la nomina del Presidente, rende illegittima la nomina del Commissario straordinario ed è irrilevante che la permanenza in carica del Commissario straordinario sia a termine, poiché la nomina risulta illegittima a prescindere da qualsiasi termine che fosse stato posto alla sua durata. La Corte, inoltre, nel prendere atto che proprio il citato art. 3 del decreto-legge n. 293 del 1994, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 444 del1994, ha provveduto a dettare la disciplina generale della prorogatio degli organi amministrativi, ha identificato i «principi generali» cui la stessa si ispira. Tali principi, in particolare, sono stati individuati nella «cessazione delle funzioni degli organi alla scadenza del loro termine di durata»; nella «indicazione di un ragionevole periodo di proroga, per consentirne la rinnovazione, durante il quale l’organo scaduto può compiere solo atti di ordinaria amministrazione»; nella «previsione di un regime sanzionatorio invalidante gli atti esorbitanti da tale limite»; nell’«obbligo della ricostituzione dell’organo entro una data anteriore alla scadenza del periodo di proroga»; nella «definitiva decadenza degli organi scaduti dal momento di questa cessazione» e nell’«assoggettamento ad un regime sanzionatorio di tutti gli atti emanati successivamente». In proposito osserva la Corte che, diversamente da quanto spesso si ritiene con opinione tralatizia, dal complesso normativo vigente non è possibile desumere che
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quella della c.d. prorogatio di fatto, incerta nella sua durata, costituisca regola valevole in generale per gli organi amministrativi.6 Alla luce di quanto innanzi esposto ancora più gravi perplessità sorgono dal contenuto dei decreti di nomina dei commissari, che conferiscono a questi ultimi gli stessi poteri del Presidente, in palese violazione delle norme e dei principi che ne regolano l’attività, limitata agli atti di ordinaria amministrazione, nonché agli atti urgenti ed indifferibili. Né si può ritenere che per il commissariamento delle Autorità portuali si applichi una diversa disciplina, perché la legge che le ha istituite, ne ha fissato le competenze e ne regola l’attività, si limita soltanto ad indicare i casi tassativi che ne impongono il commissariamento, senza null’altro aggiungere: le norme che indicano i casi i cui si debba procedere al commissariamento sono contenute nei commi 3 e 4 dell’art. 7 della legge 84/94 e dispongono che il Ministro decreta la revoca del mandato del presidente, lo scioglimento del comitato portuale e la contestuale nomina del commissario quando non sia approvato il piano operativo triennale ed il conto consuntivo evidenzi un disavanzo. Non contenendo, la citata legge, norme che disciplinano l’attività del commissario, si è portati a ritenere che anche in questi ben definiti casi, il commissario non possa eccedere i limiti dell’ordinaria amministrazione e dell’emanazione degli atti indifferibili ed urgenti fino a che non vengano ricostituiti gli organi decaduti. Non è escluso, comunque che il Ministro, nell’ambito dei suoi poteri di vigilanza possa legittimamente procedere alla rimozione d’imperio degli organi direttivi dell’Autorità portuale ed alla successiva nomina di organi straordinari anche al di fuori delle due ipotesi espressamente previste dall’art. 7, costituendo tale potere esplicazione dei cosiddetti “poteri impliciti” che l’ordinamento attribuisce alla Pubblica Amministrazione, pur in difetto di una esplicita previsione di legge.7 I cosiddetti “poteri impliciti” sono intimamente connessi alla funzione di vigilanza e sono strumentali ad assicurare la continuità di gestione ed il regolare funzionamento dell’ente vigilato, ivi compreso, dunque, il potere di revoca dell’organo di vertice ed il suo commissariamento, ogni qual volta tale estrema conclusione del mandato presidenziale si renda inevitabile al fine di assicurare il buon andamento dell’organismo portuale, crocevia di strategici interessi economici. Naturalmente, l’esercizio di tali poteri deve avvenire nell’ambito delle garanzie procedimentali proprie dei provvedimenti in cui culmina tale attività, e, pur sempre, nel rispetto dei principi costituzionali di sussidiarietà e leale collaborazione tra Stato e Regione.8
Commissariamento sine die: il caso Napoli. La vicenda riguardante il lungo commissariamento dell’Autorità portuale di Napoli, rappresenta un caso di studio dai risvolti particolarmente interessanti, che si ritiene quindi dover esaminare, non prima di aver riassunto brevemente i fatti. Scaduto il termine del mandato del Presidente (febbraio 2013), e non essendo stata effettuata la nuova nomina, benché gli enti interessati avessero espresso la terna, fu nominato Commissario dell’ente, per un termine di sei mesi, il Presidente il cui mandato era scaduto e ciò nonostante non fosse compreso nella terna. Il mandato del Commissario, alla scadenza, fu prorogato di altri sei mesi. Per alterne vicende, il Commissario si dimise nel dicembre 2013 e pertanto, non essendo stato ancora nominato il Presidente, fu necessario nominare un nuovo Commissario con mandato di tre mesi. Alla scadenza, anche quest’ultimo mandato è stato prorogato di ulteriori sei mesi. Il procedimento di nomina pare che si sia arenato, perché il Ministro, alla luce della recente sentenza del Consiglio di Stato, Sez. IV, 26/09/2013, n.47689, abbia 6 ^ Corte Costituzionale ex plurimis sentenze 27 luglio 2005, n. 339; 30 dicembre 1994, n. 464; 4 maggio 1992, n. 208; 20 gennaio 2004, n. 27. 7 ^ Consiglio di Stato, Sez. IV, 13 maggio2013, n. 2596; Tar Lazio, Roma, sez. Terza Ter, 23 giugno 2011, n. 5623; Tar Puglia, Bari, sez.I, 9 luglio 2009, n. 1803 8 ^ Tar Lazio, Roma, sez. Terza Ter, 23 giugno 2011, n. 5623. In questa sentenza e nelle altre due riportate nella precedente nota viene abbondantemente richiamata la giurisprudenza costituzionale che ha ispirato il presente lavoro, dalla quale non ci si può discostare per una corretto inquadramento dell’istituto del commissario straordinario. 9 ^ La sentenza, pronunciandosi in merito ai requisiti richiesti per poter ricoprire l’incarico di Presidente di un’autorità portuale così si è espressa: “… anche se l’art. 8, l. n. 84 del 28 gennaio 1994 non richiede né uno specifico titolo di studio e né uno specifico percorso professionale di carattere giuridico o tecnico, economico ecc. ecc. è di norma necessario il possesso di una laurea connessa, affine, collegata o collegabile con la materia portuale per potersi definire esperto del settore. Tale indispensabile requisito culturale appare un elemento assolutamente necessario per la dimostrazione di avere un percorso professionale tale da poter essere qualificato come “esperto” di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti portuali. Il possesso di un certo bagaglio culturale specifico del settore costituisce un elemento indispensabile per la dimostrazione dell’“expertise” richiesto. … La funzione parlamentare, in generale, di per sé non implica alcuna attività e responsabilità, di contenuto profes-
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avuto dei ripensamenti sui requisiti della persona da egli stesso indicata come Presidente dell’ente, sul nome del quale aveva concluso l’intesa con il Presidente della Regione. Pertanto ha ritenuto di dover richiedere una nuova terna. La singolarità del caso sta nel fatto che nonostante la terna fosse stata indicata prima della scadenza del mandato del Presidente, si è lasciato trascorrere circa un anno, prima di addivenire ad una determinazione che comunque riapre nuovamente il procedimento di nomina. Vero è che il caso è veramente singolare, perché si rimette tutto in discussione dopo che il Ministro ha operato la propria scelta all’interno della prima terna; abbia concluso l’intesa sul nome del prescelto con il Presidente della Regione ed abbia ottenuto i pareri delle competenti commissioni parlamentari (ancorché uno dei due sia stato sfavorevole). Questo perché il Ministro sembra che abbia avuto dei ripensamenti sui requisiti professionali del prescelto. Se dopo la riproposizione della nuova terna si perverrà alla nomina del Presidente senza contenzioso alcuno, allora sarà difficile comprendere se tale scelta procedimentale sia stata esente da vizi amministrativi, che non è peregrino paventare, considerata la tortuosità ed i periodi di totale inerzia che hanno finora contraddistinto il procedimento di nomina del presidente. Anche perché la richiesta di una nuova terna, conseguente ad una contraddittoria e postuma valutazione negativa dei requisiti del candidato prescelto, cade a procedimento ormai concluso. Questa vicenda offre lo spunto per ricordare quanto è già accaduto nella breve e recente storia della autorità portuali e richiamare un altro caso che per quanto differente potrebbe presentare delle significative analogie con quello in esame. Si fa riferimento al contenzioso insorto, circa dieci anni fa, tra lo Stato e la regione Toscana per la nomina del Presidente dell’Autorità portuale di Livorno. Si era ormai nella fase contemplata dall’art. 8, comma 1-bis, per cui il Ministro, ricevuta la terna dal Presidente della Regione, ritenendo che due dei nominativi costituenti la terna fossero incompatibili, richiese un parere al Consiglio di Stato per sapere se “a fronte della ritenuta sussistenza di elementi ostativi alla nomina dei candidati proposti dal Presidente della Giunta regionale” potesse richiedere una nuova terna al Presidente della Giunta regionale, ovvero procedere direttamente alla nomina del Presidente dell’Autorità portuale, o, ancora, investire direttamente della questione il Consiglio dei Ministri. Con parere n. 89/2005 del 16 gennaio 2005, il Consiglio di Stato si esprimeva nel senso che non è consentito al Ministro richiedere al Presidente della Giunta regionale la formulazione di una nuova terna, atteso che quella già indicata è da ritenersi vincolante, non essendo concesso al Ministro la possibilità di discostarsene. Il Consiglio di Stato aggiungeva inoltre che il potere di investire della questione il Consiglio dei Ministri presuppone solo l’ipotesi omissiva, ma non quella del dissenso fra il Ministro e la Regione. Anche la Regione Toscana rivolgeva al Consiglio di Stato richiesta di un parere che veniva reso in data 16 marzo 2005 (Sez. II, parere 302/2005).10 Il Consiglio di Stato chiariva, pertanto, che “in presenza di tale adempimento (comunicazione della terna da parte del Presidente della Giunta regionale) ben potrebbe il Ministro, ispirandosi al principio di leale collaborazione (nonché a quello della conservazione degli atti solo parzialmente invalidi), scegliere all’interno degli altri due nomi della terna che non presentino preclusioni ovvero richiedere egli stesso modificazioni della terna per motivate ragioni di evidente e non rimovibile incompatibilità” e che “in caso di assenza di richieste da parte del Ministro, ove l’irregolarità dovesse essere riscontrata dalla Regione proponente, l’attuazione del principio di leale collaborazione dovrebbe poter giustificare, dietro ampia motivazione e in presenza di circostanze oggettive, anche un intervento correttivo diretto da parte della Regione”. 11 Oggi, la presunta inidoneità (come allora la presunta incompatibilità) è stato il motivo della richiesta di una nuova terna; allora non fu possibile richiedere una nuova terna perché si era già nella fase contemplata dal comma 1-bis dell’art. 8 della legge 84/94; pertanto il Consiglio di Stato suggerì una soluzione che oltre ad essere rispettosa della legge aveva un’evidente finalità acceleratoria volta ad evitare eccessivi intralci e rimpalli nella definizione della nomina. Nell’attualità del caso, non sarebbe peregrino mutuare i principi insiti nel richiamato parere del Consiglio di Stato e procedere alla formazione della nuova terna, riproponendo coloro i quali non presentassero preclusioni di incompatibilità o di inidoneità. Aniello Cuomo sionale o gestionale. Pertanto deve escludersi la sua automatica utilizzabilità ai fini per cui è causa…” 10 ^ Tar Toscana, Sez. I, 13 luglio 2006, n. 3106. 11 ^ Consiglio di Stato, Sez. II, parere n. 302/2005.
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risvegli / porto&diporto
La fine di un sogno impossibile? U
na giornata primaverile nel porto di Napoli. Ho organizzato per gli alunni di una scuola media napoletana una visita guidata del porto. Siamo a bordo di uno shuttle messo a disposizione dall’Autorità Portuale ed un giovane ufficiale della Capitaneria di Porto ha iniziato ad illustrare ai ragazzini l’importanza economica ed occupazionale del porto per la città, le principali attività portuali e le ragioni per le quali il porto ha avuto un forte e costante sviluppo negli ultimi quattro anni. Inaspettatamente, vediamo salire a bordo Alvaro Siza ed Eduardo Souto de Moura, gli architetti che hanno progettato la stazione Municipio della metropolitana. Si presentano agli studenti invitandoli per una visita programmata a breve del metrò archeologico. Tutto il mondo ci invidia il ritrovamento del porto del IV secolo a.C., le strutture portuali di epoca romana, le tre navi che trafficavano tra Neapolis e le coste africane e la cittadella aragonese che circonda il Maschio Angioino. Ci parlano della ristrutturazione di Piazza Municipio, una seconda spaccanapoli che parte da Sant’Elmo, attraversa i quartieri spagnoli e si inoltra dolcemente nel porto. I ragazzini ascoltano in silenzio, il mio nipotino Brunetto prende appunti ed un suo compagno timidamente chiede un autografo agli architetti. Lasciamo questo mega piazzale, alberato e libero da parcheggi, ammirando le tre splendide navi ormeggiate alla stazione marittima e ci fermiamo ad osservare con un malcelato orgoglio le migliaia di crocieristi, di tutte le nazionalità, affascinati dalla irripetibile grandiosità e bellezza di questo magico luogo. Siamo ora nell’area della cantieristica e l’ufficiale illustra le caratteristiche del nuovo bacino la cui insperata realizzazione è avvenuta grazie alla determinazione degli operatori del settore i quali,
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abbandonando le vecchie logiche della contrapposizione e dei piccoli interessi di bottega, hanno vinto la loro battaglia costituendosi in un unico consorzio. Si prosegue verso l’area contenitori e poi verso la nuova Darsena di Levante. Il nostro cicerone spiega ai ragazzini come sono state eseguite le operazioni di dragaggio, fornisce i dati dei fondali necessari per l’ormeggio dell’ultima generazione di navi portacontenitori. Con la competenza di un chimico e la semplicità di linguaggio di un simpatico maestro, spiega il procedimento di riutilizzo dei fanghi di dragaggio all’interno di casse di colmata. Il progetto, complesso ed oneroso, è stato realizzato, dopo essere rimasto irrisolto per più di un decennio, con la condivisione delle istituzioni e degli operatori portuali. Il passaggio dal contesto normativo alla gestione operativa è stato il frutto di un confronto - anche aspro ma sempre mirato alla ricerca di soluzioni unitarie e rispettose dell’ambiente - tra l’Autorità Portuale ed il Ministero dell’Ambiente. Ancora una volta, il compattamento del variegato mondo imprenditoriale ha consentito la realizzazione di ciò che pochi anni prima sembrava impossibile. I ragazzini si mostrano molto sensibili al tema dell’ambiente e chiedono altre informazioni e spiegazioni. Si avvicina l’ora del rientro. Chiedo all’ufficiale di fare una sosta nella Base Navale non più inaccessibile per il cittadino e Brunetto mi chiede un po’di informazioni sugli edifici ora stupendamente ristrutturati. Era il 1602 quando l’architetto Fontana, incaricato della realizzazione della reggia vicereale, elaborò il primo progetto di una struttura portuale richiesta
per scopi militari. Sempre a Fontana va il merito per la costruzione del maestoso molo destinato ad unire l’isolotto di San Vincenzo con il lato mare della reggia. Nel 1666 il progetto Fontana fu rielaborato dall’architetto Bonaventura Presti e nel secolo successivo iniziò la costruzione della darsena sotto la guida di architetti ed ingegneri militari. Durante il regno di Ferdinando II di Borbone, nel 1836 fu deliberata la costruzione del porto militare e nel 1852 fu inaugurato il bacino di carenaggio ancora oggi utilizzabile. Nel frattempo, siamo arrivati nella Base Navale e lo shuttle si ferma innanzi la palazzina borbonica nella quale, ultimati i lavori di ristrutturazione, sarà a breve inaugurato il Museo del Mare. Prendo la parola e, con un pizzico di emozione, racconto ai ragazzini che, dopo quindici anni di battaglie, siste-
maticamente perse, ho finalmente visto la Marina Militare e l’Autorità Portuale, pressate dalle istituzioni e da tutta l’imprenditoria marittima, raggiungere la tanto auspicata intesa: la restituzione, sia pure parziale, degli edifici borbonici alla città e la realizzazione di un Museo del Mare dedicato alla marina mercantile ed a quella militare. Mi chiedono di svelare l’autore di questo miracolo. Certamente, è stato determinante il clima di partecipazione e condivisione diffusosi nel porto con la designazione di Umberto Masucci alla Presidenza dell’Autorità Portuale. Ma ciò non sarebbe stato sufficiente per un miracolo: il supporto convinto e dichiarato dell’imprenditoria napoletana e l’adesione unitaria delle istituzioni hanno costretto Umberto Masucci a sacrificare per alcuni anni i suoi legittimi interessi personali, familiari e professionali, accettando una rischiosa scommessa
sulla rinascita del porto e della città. Ma vi è di più. Umberto Masucci, era ed è ben consapevole che il Presidente di una Autorità Portuale deve avere, tra l’altro, un ruolo manageriale e promozionale e non più quello politico ed istituzionale che ha ingessato in passato molti presidenti e bloccato lo sviluppo del sistema portuale italiano e, in particolare, lo sviluppo del nostro porto. E, con questo ruolo, Umberto Masucci ha dato il suo decisivo contributo al piano dei porti campani che vede ora il polo di Napoli e Salerno gestito da una unica Autorità Portuale con il compito di regolamentare una rete logistica regionale, per merci e passeggeri, dove la competitività è valorizzata dalla specificità dei servizi offerti da ciascun porto e da una loro programmazione sinergica. I ragazzini sono stanchi ma felici di aver conosciuto una realtà portuale, prima sconosciuta, che con il suo svi-
luppo garantisce un futuro alla città ed alla loro generazione. E’il momento dei saluti. Brunetto si avvicina e mi dice sottovoce: nonno, non ti ho mai visto così felice. Mi sveglio e vivo la delusione di un sogno impossibile. Ma è davvero la fine di un sogno? Raccontando ora questo sogno, sono convinto che la rottamazione ha incominciato a dare i suoi risultati e che almeno una piccola parte del sogno si sta realizzando. Ognuno può scegliere la parte che preferisce. La mia scelta cade sul compattamento dell’imprenditoria napoletana e sulla sua partecipazione unitaria alla prossima designazione del Presidente dell’Autorità Portuale. E se ciò non sarà, sapremo chi sono i responsabili della fine di un sogno possibile. Almeno, lo spero. Bruno Castaldo
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trasporti / porto&diporto
easyJet inaugura la base di Napoli
La struttura, aperta con 2 aeromobili, offrirà alla città più grande del Sud Italia una scelta tra 21 destinazioni, con 6 nuove mete, e 2 milioni di passeggeri nel primo anno di operazioni
e
asyJet, primo network di trasporto aereo in Italia, ha aperto nei giorni scorsi la sua terza base italiana presso l’Aeroporto Internazionale di Napoli. Carolyn McCall, CEO di easyJet e Frances Ouseley, Direttore Italia di easyJet, hanno celebrato questo importante fase del proprio programma di espansione in Italia, durante una cerimonia alla presenza del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, dell’Assessore ai Trasporti e Viabilità della Regione Campania Sergio Vetrella e dell’Amministratore Delegato di Gesac Spa Armando Brunini. L’Italia è un mercato chiave per easyJet, Paese in cui la Compagnia ha trasportato 13,4 milioni di passeggeri nell’anno fiscale 2013 (+7,5% rispetto al 2012). Con Napoli, easyJet dispone ora di 3 basi in Italia - che fanno parte dei 17 aeroporti in cui opera – insieme a Milano Malpensa e Roma Fiumicino dove la Compagnia è il primo e il secondo operatore, con una flotta complessiva di 27 aeromobili. L’even-
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to rappresenta una pietra miliare nella strategia di sviluppo di easyJet in Italia, dove la Compagnia impiega circa 1000 persone, tutte assunte con contratti italiani, e di cui 90 sono state assunte negli ultimi 3 mesi. easyJet continua la sua espansione nel mercato italiano, per questo anno infatti è previsto un aumento di capacità del 6%, avendo recentemente annunciato l’incremento del 30% a Roma Fiumicino e del 35% a Catania. In totale, easyJet offrirà 154 destinazioni dall’Italia durante la stagione estiva 2014. easyJet continua a crescere anche a Napoli. Infatti, è stata la prima compagnia low cost a volare da Napoli nel 2000. In qualità di partner strategico e di lungo periodo, ha investito regolarmente nello scalo al fine di diventare la prima compagnia con una quota di mercato del 28% e 1,6 milioni di passeggeri trasportati lo scorso anno. Con l’apertura di questa base, la Compagnia stima di trasportare 2 milioni di passeggeri nel primo anno di operazioni, un aumento di 400,000
passeggeri rispetto lo scorso anno, con 2 Airbus A319, e di creare 30 posti di lavoro per assistenti di volo e piloti, oltre a 400 posti di lavoro addizionali nell’indotto che fanno parte dei 2000 creati come conseguenza dell’investimento complessivo su Napoli. La nuova base consentirà a easyJet di continuare a rendere i viaggi ancora più facili e accessibili per chi viaggia per affari e per piacere da Napoli. Durante l’estate 2014 easyJet offrirà 146 voli a settimana che collegheranno l’aeroporto a 21 destinazioni, di cui 6 nuove mete, a partire da € 29,50 a tratta, tasse incluse: Amburgo, Bruxelles, Catania, Mykonos, Corfù e Malta. Per facilitare i viaggi d’affari, che rappresentano un quinto del traffico in partenza dall’aeroporto di Napoli, easyJet aumenterà sia l’offerta dei viaggi in giornata, incrementando le frequenze giornaliere su destinazioni come Londra e Parigi, sia introducendo nuove destinazioni business come Amburgo e Bruxelles. Inoltre, per passeggeri che
Da sinistra Sergio Vetrella Assessore Regionale ai Trasporti, Carolyn McCall CEO easyJet e Pasquale Sommese Assessore Regionale al Turismo
acquistano le tariffe Flexi sono stati predisposti i varchi di sicurezza dedicati in aeroporto - servizio di Fast Track - per rendere rendere il viaggio ancora più semplice e risparmiare tempo in aeroporto. A margine della cerimonia Carolyn McCall, CEO di easyJet, ha commentato: “L’Italia è un mercato chiave per easyJet, abbiamo grandi ambizioni in questo Paese e siamo molto lieti di inaugurare oggi la base di Napoli. In Italia offriamo il miglior network europeo rispetto alle altre compagnie e oltre alla nuova base di Napoli, easyJet sta aumentando la sua capacità del 30% a Roma Fiumicino con nuove destinazioni e frequenze addizionali, e del 35% a Catania. Napoli - come terza più grande d’Italia e patrimonio dell’UNESCO - e la Campania non sono solo destinazioni a grande attrattività per il turismo incoming ma anche aree in cui servire il traffico d’affari, grazie a una rete composta da più di 260,000 aziende e 2,6 milioni di passeggeri business che
viaggiano da e per la città ogni anno.” Inoltre Frances Ouseley, Direttore Italia di easyJet, ha affermato: “easyJet vuole essere un partner strategico e di lungo periodo per Napoli, vuole supportarne il turismo e potenziare i collegamenti con l’Europa, un fattore chiave per l’economia locale. Stimiamo di trasportare 2 milioni di passeggeri nel primo anno di operazioni, di cui la metà sarà traffico incoming. Consideriamo l’Italia come un unico mercato e stiamo crescendo non solo al Nord dove siamo la prima compagnia a Malpensa, e al centro, dove siamo la seconda a Roma Fiumicino, ma anche al Sud grazie alla nostra recente espansione a Catania e all’apertura della base di Napoli, dove siamo il primo operatore. easyJet è una compagnia amata in Italia. Grazie al nostro obiettivo di rendere il viaggio facile e accessibile, e al nostro servizio ‘friendly’, siamo orgogliosi di essere la compagnia preferita da 1 Italiano su 4.” Luigi de Magistris, Sindaco di Napoli, ha aggiunto: “L’apertura della terza base italiana di easyJet a Napoli, presso l’Aeroporto Internazionale di Capodichino, dopo Milano Malpensa e Roma Fiumicino, conferma l’importanza strategica della nostra città per quanto riguarda il trasporto aereo turistico e d’affari. Un fattore che non solo rispec-
chia la dimensione che, progressivamente, Napoli sta acquisendo sullo scenario europeo, ma che contribuisce anche ad alimentare l’interesse e la presenza turistica ed economica nella capitale del Sud. Non solo, l’apertura di questa base produrrà una conseguente ricaduta positiva anche sul piano occupazionale, con la creazione di oltre 400 posti di lavoro nell’indotto, ma consentirà anche un investimento sullo scalo partenopeo”. Infine Armando Brunini, Amministratore Delegato di Gesac Spa - Società di gestione dell’Aeroporto Internazionale di Napoli - ha affermato: “L’apertura della base easyJet a Napoli è una tappa importante e un grande risultato, in quanto si tratta della prima base della compagnia nel Sud Italia. Tale investimento rappresenta un vero e proprio salto di qualità nella strategia di dare all’aeroporto di Napoli una vocazione sempre più internazionale, infatti l’80% delle rotte operate dalla compagnia da Napoli saranno appunto internazionali. easyJet è stato il primo vettore low cost a volare da Napoli nel 2000 e da allora ha continuato a puntare sul nostro scalo fino all’apertura della nuova base. Siamo dunque felici di consolidare ulteriormente una partnership che si è già dimostrata di successo”. Fabrizio De Cesare
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trasporti / porto&diporto
Il network dell’estate 2014 dell’Aeroporto di Napoli Capodichino punta sul traffico internazionale grazie all’attivazione di nuove rotte e al potenziamento di quelle esistenti
Il network dei collegamenti di linea diretti dell’aeroporto di Napoli per l’Estate 2014 punterà sull’incremento dei collegamenti internazionali con ben 48 destinazioni di linea internazionali, 11 nazionali e oltre 50 le destinazioni charter. Amburgo, Bordeaux, Bruxelles, Corfù, Copenaghen, Lvov, Londra Luton, Malta, Mosca, Nantes, Skiathos, Stoccolma e Tel Aviv saranno le principali novità. Si parte con Volotea - compagnia aerea low cost che collega città di medie e piccole dimensioni in Europa - che conferma anche per questo anno il suo grande interesse per Napoli, lanciando per la prossima estate 5 nuove rotte. Al tradizionale collegamento operato verso Palermo, si affiancheranno 2 nuovi voli per Genova e Olbia e ben 3 rotte internazionali per la Francia con Nantes e Bordeaux e Grecia con Skiathos che si aggiungerà ai collegamenti di linea estivi già attivi per Mykonos e Santorini. EasyJet ha inaugurato, a fine marzo, l’apertura della sua base operativa a Napoli con 2 aeromobili Airbus A319 basati presso lo scalo partenopeo. Napoli diventa così la prima base della compagnia nel Sud Italia e dopo Milano Malpensa e Roma Fiumicino, la terza base italiana. Grazie a tale importante investimento per la città e per l’intera Regione, la compagnia offrirà un’ampia scelta ai propri passeggeri in partenza da Napoli. Alle 15 rotte già operative easyJet affiancherà infatti altri 6 nuovi collegamenti: Amburgo, Bruxelles, Catania, Mykonos e Corfù, (per un portafoglio di 21 destinazioni complessive) aumentando inoltre gli investimenti sulle rotte a maggiore attrattività per la clientela stimando di raggiungere i 2 milioni di viaggiatori già per il primo anno di operazioni. L’ottimo andamento del traffico internazionale da Napoli viene confermato
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anche dalla compagnia Vueling, vettore di riferimento per la Spagna, che ha celebrato il mese scorso i 600mila passeggeri trasportati da Napoli dall’inizio delle sue operazioni nel maggio 2007. Armando Brunini – Amministratore Delegato Gesac Spa: “La nostra strategia è quella di pieno rilancio del traffico internazionale da Napoli grazie al potenziamento del network dei collegamenti di linea diretti che quest’anno per la prima volta saranno circa 50. Tante le compagnie aeree – tradizionali e low cost - che stanno puntando strategicamente su Napoli, ampliando l’offerta dei voli internazionali con ottimi risultati per quanto concerne i dati di traffico. Noi continueremo a lavorare per lo sviluppo dello scalo di Napoli ed il potenziamento dell’offerta di voli anche a beneficio del comparto turistico della nostra Regione”. Importanti novità anche per il network di Meridiana che quest’anno si amplia, puntando sull’internazionale e su Napoli con il lancio dei nuovi voli diretti per Atene, Mosca, Kiev, Londra e Tel Aviv: importanti destinazioni internazionali che si aggiungono a quelle nazionali.
Inoltre, l’apprezzatissimo volo di linea intercontinentale diretto per New York sarà operativo già dal mese di maggio e fino ad ottobre 2014. Quest’estate anche il Nord Europa sarà più vicino grazie ai nuovi voli SAS per Copenaghen e Stoccolma che saranno operativi nei mesi di giugno e luglio. Il vettore inglese Monarch attiverà invece nuovi voli diretti per Londra Luton e Manchester, destinazioni molto interessanti soprattutto per il traffico incoming verso la nostra Regione. Per quanto riguarda i collegamenti di linea intercontinentali, attraverso l’incremento delle frequenze per gli importanti Hub di Francoforte (Lufthansa), Parigi (Air France) e Londra Gatwick (British Airways) Napoli offrirà ottime connections per le principali destinazioni intercontinentali dell’Asia, del Nord e Sud America. Infine grazie all’ormai consolidato successo del volo di linea diretto giornaliero per Istanbul di Turkish Airlines che si potrà raggiungere, grazie all’importante network della compagnia (via Istanbul), tutte le destinazioni del Far East (Asia), dell’Africa e del Medio Oriente. Patrizia Marzini
trasporti / porto&diporto
I trasporti dell’Expo 2015 all’insegna del rosso fiamma I
l colore è rosso fiamma, una linea accattivante, confortevoli e innovativi. Parte la Milano del futuro con i nuovi treni della metropolitana realizzati negli stabilimenti di Napoli e di Reggio Calabria di AnsaldoBreda. I treni circoleranno durante l’Expò. Una commessa per trenta treni del valore di 220 milioni di euro a carico della locale Atm, l’azienda cittadina di trasporto, che per l’occasione si avvale di un mutuo con la Banca Europea degli Investimenti, coperto da una garanzia fideiussoria dell’amministrazione comunale meneghina. I primi 14 convogli saranno messi in esercizio sulla Linea 1 entro maggio 2015: venti saranno impiegati sulla linea M1 e dieci sulla M2. Ogni treno ha una capacità di 1.232 passeggeri ed è composto da sei carrozze, con due cabine alle estremità e può raggiungere una velocità massima di 90 chilometri orari. I vagoni, con sedili ergonomici, sono completamente comunicanti per offrire un unico grande spazio. Sono predisposti alla connessione wi-fi, il design è particolarmente curato e prevede due tipi di livree differenti tra esterni ed interni. La struttura, i carrelli e le porte sono inoltre studiati per garantire una marcia più silenziosa
e la trazione delle motrici consente il recupero dell’energia, rendendo i convogli a basso impatto ambientale. I nuovi convogli assicureranno infatti anche un forte risparmio energetico, circa il 30% in meno rispetto ai consumi elettrici dei treni in servizio, i Meneghino. “Non solo per la prima volta l’acquisto dei treni viene interamente sostenuto da Atm, quanto si tratta della più grande operazione di rinnovo di treni di una metro”, afferma il presidente dell’azienda di trasporti, Bruno Rota. Con questo massiccio intervento, Atm si prepara all’evento di Expò, mettendo tutta la propria capacità e competenza a rendere sempre più rispondente alle necessità di mobilità e di sostenibilità la città di Milano. E rosso fiamma saranno anche i nuovi Frecciarossa che, in occasione di Expò 2015, incrementeranno il servizio tra la Capitale e il capoluogo lombardo. Trenitalia prevede infatti di potenziare i convogli sulla linea; una decisione che deriva dalle stime sulle nuove quote di mercato provenienti dal trasporto aereo, come ha annunciato l’amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, nel corso della presentazione del piano industriale. E non è tutto. Per l’evento milanese arriveranno nuovi
treni ancora più veloci: sono i nuovi Frecciarossa Etr 1000 da 350 chilometri all’ora il cui ingresso progressivo è previsto tra il 2015 ed il 2017. Si tratta di una commessa da 50 treni, realizzati nella parte meccanica da Bombardier, mentre AnsaldoBreda si occupa delle scocche. I primi esemplari, che non potranno ancora sfruttare la velocità massima, verranno consegnati in tempo per l’Expo, ma la nuova flotta consentirà a Trenitalia di ”rideterminare i servizi nazionali”, ha spiegato Moretti, “e potenziare la parte più profittevole dei servizi internazionali”. Intanto la società napoletana-pistoiese di Finmeccanica si è aggiudicata una commessa per la fornitura dei treni a guida automatica per la metropolitana di Lima, in Perù. Valore della commessa, 500 milioni di dollari, circa 364 milioni di euro. AnsaldoBreda è parte del consorzio “Nuevo Metro de Lima” insieme a Salini-Impregilo, Ansaldo Sts, le spagnole Iridium e Vialia e una azienda locale, che si è aggiudicato la concessione per 35 anni della linea 2 e di un ramo della linea 4 della metropolitana della capitale peruviana, valore del contratto 6,6 miliardi di dollari. Eduardo Cagnazzi
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infrastrutture / porto&diporto
La Mostra d’Oltremare apre al pubblico i suoi tesori Prezzo simbolico di un euro per l’ingresso al parco. Il presidente Andrea Rea: “Cento posti di lavoro e rilancio delle fiere”
“L
’innovazione è l’unica via per creare valore. E’un processo articolato che si alimenta con la conoscenza e la curiosità verso l’evoluzione e si fertilizza con la capacità di favorire la contaminazione culturale”. Così scriveva Andrea Rea nel ‘95 nella sua prima monografia. E così parla oggi il professore di Marketing delle Università Bocconi di Milano e Sapienza di Roma che da circa un anno è presidente del Cda della Mostra d’Oltremare Spa: la società di gestione del grande polo fieristico e parco polifunzionale ambientale che, tra poco più di un mese, aprirà i suoi cancelli alla città di Napoli. Un evento atteso da anni. Presidente, qual è la data prevista? “E’ufficiale: il 10 maggio i cancelli della Mostra d’Oltremare saranno finalmente aperti al pubblico. Che, lungo i suoi viali, circondati da fontane zampillanti, potrà passeggiare, andare in bicicletta, correre o riposare in uno dei polmoni verdi più belli della città di Napoli. Tre saranno i punti di accesso: il primo da viale Marconi e gli altri due, rispettivamente da viale Kennedy e Via Uso di Mare, accanto allo zoo. Il parco sarà aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19 e nei weekend fino alle 24. Il prezzo sarà quello simbolico di un euro, che vuole soprattutto essere un segno di partecipazione e di rispetto per quella che i latini chiamavano la res publica (cosa pubblica). Un piccolissimo dazio da pagare, che assume un valore etico, per incentivare il rispetto del bene pubblico”. Per i visitatori che prolungheranno l’ingresso fino alle ore serali, ci sarà la possibilità di fermarsi a cena? A che punto è il ristorante della Piscina? “Proprio in questi giorni esce il bando di gara per il ristorante della piscina, che in breve tempo diventerà un punto di ristoro focale della mostra. Che rimane la più grande fiera monumentale del Centro Sud. L’estate del 2014 vedrà il ritorno di eventi, concerti e spettacoli
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Andrea Rea nonché il ripristino del cinema all’aperto. Innovare vuol dire anche aprirsi al nuovo, al bello e all’arte. Diventeremo così un incubatore di iniziative nuove, e meno nuove, tutte legate all’intrattenimento. Iniziative che fungeranno da volano per tutte quelle aziende che svilupperanno con noi la propria attività. Moltissime sono, in tal senso, le richieste che ci sono pervenute sul nostro sito”. Non si rischia così di far perdere valore alla parte fieristica? “Assolutamente no. Ma la componente fieristica rappresenta solo il 20 per cento dell’attività della Mostra d’Oltremare, che al suo interno nasconde veri e propri tesori monumentali che vanno assolutamente valorizzati e resi noti a tutti. Sto parlando di un patrimonio storico, che vede in primis il Cubo d’Oro, che a breve sarà inaugurato. Ma anche la Torre delle Nazioni, il cui restauro sarà completato entro l’anno, ed è previsto anche il recupero dei padiglioni Rodi e Libia e della Chiesa Cabrini. Sarà un restyling d’eccezione che restituirà alla città di Napoli esempi d’arte che pochi al mondo possono vantare”. E l’Arena Flegrea? Dopo la riapertura nel 2001 con Bob Dylan, le luci sembrano di nuovo spente. “Ripartirà anche quella. Abbiamo già
in programma, la prossima estate una decina di concerti, con un nome su tutti: quello di Pino Daniele. Ma tornerà all’Arena anche la musica lirica. A tal proposito, ci auguriamo una collaborazione con il Teatro San Carlo, che però ha costi molto elevati e non so se riusciremo a sostenerli”. Costi: qual’era la situazione economica della Mostra che ha trovato al suo arrivo? “E’stata dura. Davanti ai miei occhi non si apriva una semplice situazione di dissesto finanziario, diciamo pure che appariva una vera e propria voragine, che andava in qualche modo risanata. Ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo attinto, in parte, dai fondi europei 2013 -2015 e in parte abbiamo puntato su banche e fornitori, presentando loro un piano strategico di rilancio da cui partire per lo sviluppo del territorio. Posso dire sin d’ora che saremo
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un punto di riferimento anche per nuovi posti di lavoro: un centinaio, ritengo, tra tempo determinato e indeterminato perché puntiamo a trasformare ogni singolo evento in un’opportunità per la città”. Come la Fiera della Casa? “Esattamente. La fiera, in programma dal 13 al 22 giugno prossimo, giunta oramai alla sua 57esima edizione, tornerà ad essere la moderna festa di Piedigrotta. Non solo arredi, stili e design ma anche moda, innovazione e sperimentazione, nel rispetto costante della tradizione napoletana, che da anni vede aziende artigiane ed antiquarie di primissima qualità. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di una manifestazione storica che quando ero piccolo si aspettava con ansia durante l’anno ma che nel tempo ha perso, purtroppo, un po’del suo carattere”. Quali sono gli altri eventi in pro-
gramma? “Dopo la pausa estiva ci sarà Mediterranea: la Fiera del cibo e della dieta mediterranea, in programma nel ponte di San Gennaro, a metà settembre. E poi Oltremare in Mostra, il Salone Nautico in programma dal 29 ottobre al 2 novembre, che sarà molto più che una semplice fiera per diportisti. La cantieristica in Italia, purtroppo, negli ultimi anni ha subito una battuta d’arresto ma ci teniamo a dimostrare quanto sviluppo sia possibile creare intorno alla risorsa Mare Nostrum. Più che un salone nautico, mi piacerebbe definirlo Salone del Turismo del Mare. Vede, al di là degli eventi, quel che tengo a sottolineare è che sono alla guida di un patrimonio imprenditoriale e culturale unico nel Sud Italia che può e deve trasformarsi sul modello delle attrazioni delle altre città europee, che richiamano turisti e visitatori tutti i giorni dell’anno. Qui il la-
voro non è semplice ma la motivazione è davvero forte: di fronte ad un patrimonio così stimolante che comprende tre teatri, due piscine, un albergo, monumenti, padiglioni per le fiere ed uno spazio verde di rara bellezza non ci si poteva che rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. Mio padre, che era un infaticabile lavoratore, diceva “parlare poco e lavorare tanto”. Era una sua regola di vita. Ed io cerco, sempre, di mantenerla viva”. Tiziana Morgese Nella foto Il Cubo d’Oro, rivestito in mosaici veneziani, è un unico grande ambiente con pavimenti interni in marmo bianco. Una coppia di affreschi del pittore Giovanni Brancaccio decora due pareti contrapposte nello spazio interno.
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La ricaduta di Expo 2015 sulla logistica lombarda
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a ricaduta di Expo Milano 2015 sulla logistica: 9mila i posti di lavoro che saranno attivati, 6 mila solo in Lombardia e 1,8 miliardi di produzione aggiuntiva, di cui 1,2 miliardi in Lombardia. Già oggi il mercato della logistica e dei trasporti lombardo vale 12 miliardi di euro, circa un terzo del mercato italiano. La provincia di Milano genera da sola un fatturato stimabile nel 50% del totale lombardo, ossia 5 miliardi di euro. Sono quasi 2mila le imprese di logistica e trasporto con fatturato superiore ai 500mila euro in Lombardia e nelle province di Novara, Piacenza e Verona (che costituiscono la RLM, la Regione Logistica Milanese). Circa il 36% del totale si trova nella provincia di Milano (725 imprese), seguita da Bergamo (8%, 165 imprese), Verona (8%, 155 imprese) e Brescia (7%, 136 imprese). Il 15% (296 imprese) ha sede extra regione pur operando nell’area logistica milanese. Emerge dalle indagini della Camera di commercio di Milano presentate oggi ad un convegno sulla logistica promosso dalla Camera di commercio di Milano, da The International Propeller Club- Port of Milan e dall’Autorità Portuale di Genova. Expo e indotto per la logistica. La maggior parte delle opportunità si concretizzerà dopo la manifestazione (1,1 miliardi di produzione aggiuntiva e 5.300 unità di lavoro). Nel 2015 saranno 523 i milioni di euro di produzione aggiuntiva e 2.500 unità di lavoro. Prima di Expo si registra 213 milioni di produzione aggiuntiva e mille unità di lavoro. Sono i risultati della ricerca promossa dalla Camera di Commercio di Milano e dalla Società Expo 2015 e affidata a un team di analisti economici per il periodo 2012-2020. “Il settore della logistica – ha dichiarato Claudio De Albertis, membro di giunta della Camera di commercio di Milano – è centrale per Milano e la Lombardia, snodo economico e produttivo del Paese. In particolare può avere uno sviluppo significativo con Expo, con significative opportunità di fatturato e di lavoro che possono essere create nel settore”. “In Lombardia quasi 2.000 imprese di logistica producono un giro d’affari
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per 11 miliardi di euro annue, pari al 30% circa del mercato italiano, con un valore aggiunto superiore ai 2 miliardi di euro – ha aggiunto Riccardo Fuochi, Presidente del The International Propeller Port Club of Milan - ed il 50% di questo mercato, è prodotto da aziende
con sede nella provincia di Milano che numericamente rappresentano più di un terzo del totale regionale. E’necessario sempre di più fare squadra e far si che il settore venga percepito come una vera e propria industria e non solo
comunali e 573 km di autostrade. La Lombardia, con un traffico di 379 milioni di tonnellate, rappresenta da sola il 25% del traffico su strada italiano (1460 milioni di tonnellate), di cui circa il 34% movimentato in conto proprio e il resto (66%) in conto terzi. Nelle relazioni stradali con l’estero, la Lombardia pesa per il 25% circa, sia in uscita, sia in entrata, sul totale del traffico internazionale italiano. Il sistema portuale dell’alto Tirreno rappresenta il più immediato sbocco al mare della Lombardia che costituisce il 44% dei TEU movimentati a Genova e il 15% di quelli movimentati a La Spezia. A Genova si attestano i flussi diretti/provenienti dal Far East (37% del traffico totale in TEU), dalle Americhe (15%) e dall’Africa (15%). Il polo aeroportuale lombardo (Mal-
Andamento del mercato del settore del trasporto e della logistica nella RLM estesa 2007-2011 (valori in milioni di euro)
14.000 12.000
11.087
12.095
10.916
11.844
11.986
2010
2011
10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 0
2007
2008
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Fonte: elaborazioni C-log su dati AIDA e Centro Studi Fedespedi come un insieme di provider servizi”. Secondo Luigi Merlo, Presidente dell’Autorità Portuale di Genova “Il porto di Genova con i suoi progetti di sviluppo è in grado di garantire il nuovo disegno logistico che il governo si è dato e che mette insieme portualità e logistica valorizzando i territori. Expo 2015 sarà l’occasione per sperimentare questo nuovo modello operativo per il rilancio economico del Paese”. La Lombardia conta su una rete di 900 km di strade statali, 11.000 km di strade provinciali, 58.000 km di strade
pensa, Linate, Orio al Serio) ha movimentato circa 557mila tonnellate (il 78% delle quali transitate da Malpensa), rappresentando più del 60% del totale del cargo aereo italiano. La Lombardia da sola rappresenta per Malpensa quasi il 30% del traffico in uscita. La Lombardia pesa sul traffico totale ferroviario italiano (76 milioni di ton.) per il 16%. Sul traffico ferroviario totale internazionale arriva a un quinto del totale. Sandro Minardo
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Tecnologia ABB premiata al Red Dot Design Award L’interruttore aperto di bassa tensione di ABB, primo Power Manager sul mercato, ottiene il prestigioso premio internazionale
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BB si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento internazionale Red Dot Design Award 2014 con l’interruttore SACE Emax 2. Ogni anno il Red Dot Design Award premia l’innovazione in 29 ambiti progettuali, dagli equipaggiamenti industriali alle apparecchiature medicali fino alla comunicazione in mobilità; SACE Emax 2 è stato riconosciuto come migliore proposta nella categoria Product Design / Industrial Devices. SACE Emax 2 ha concorso “con i migliori della propria categoria dimostrando la propria eccellenza nell’ambito di una delle principali competizioni internazionali”, afferma Peter Zec, fondatore e CEO di Red Dot, nella lettera di conferimento del premio ad ABB. SACE Emax 2 è l’interruttore aperto di bassa tensione introdotto sul mercato internazionale nel 2013, il primo a prevedere le funzioni di protezione e di misura e controllo dell’energia integrate in un unico dispositivo. Vero e proprio Power Manager, SACE Emax 2 trova piena compatibilità di applicazione nelle smartgrids e nei programmi di demand response riducendo i consumi solo quando necessario. La sua intelligenza, data da un algoritmo brevettato, monitora i consumi negli impianti (industriali, commerciali, di datacenter e navi) e interviene gestendo i carichi al raggiungimento dei limiti impostati, prevenendo picchi, sovraccarichi e blackout e consentendo di ottenere fino al 15% di riduzione della quota potenza e fino al 4% del consumo di energia con i conseguenti risparmi sulla bolletta elettrica, mantenendo nel contempo la produttività dell’impianto. La sfida per aggiudicarsi il Red Dot
Design Award è ambiziosa e impegnativa così come è ardua la decisione della giuria, che per l’edizione 2014 ha esaminato le 4815 proposte dei 1816 candidati tra aziende, progettisti e architetti, provenienti da 53 nazioni. Il Red Dot Design Award 2014 è andato a SACE Emax 2 per la superiorità tecnologica, ergonomica e costruttiva, per la sicurezza di installazione e per la facilità d’uso, come spiega Pietro Esposto, Global Product Manager Air Circuit Breakers di ABB: “SACE Emax 2 nasce dall’incontro tra la progettazione più avanzata in tutte le fasi di sviluppo del prodotto e la sua accessibilità da parte di ogni tipo di utente: installatore, manutentore, utente finale. La centralità dell’utente rappresenta una nuova modalità di concezione del design rispetto a un prodotto industriale e questo si traduce prioritariamente nella cura della sicurezza per tutte le operazioni, dall’installazione al set-up e poi
alla manutenzione”. SACE Emax 2 si distingue anche nella semplicità di utilizzo, con la sola rimozione della copertura frontale per installare o sostituire gli accessori, sganciatore di protezione Ekip Touch incluso: questo poi prevede diversi benefit, tra cui l’interfaccia operatore touchscreen e la connessione all’interruttore da tablet o smartphoneiOS e Android”. ABB ha ricevuto il Red Dot Award Design in altre quattro precedenti edizioni; quella del 2013 per la leva di comando delle navi Azimut, nel 2011 per il robot Frida, nel 2010 per gli interruttori scatolati SACE Tmax XT e nel 1996 con gli interruttori scatolati SACE Isomax. La cerimonia ufficiale di assegnazione dei premi dell’edizione 2014 avverrà il 7 luglio nella sede di Red Dot a Essen, in Germania. Stefano Meroggi
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Manifatturiero, come è cambiato negli ultimi 25 anni S
chermi touch screen, sofisticate tecnologie digitali, centri di controllo intelligenti e software che consentono di pianificare e monitorare la produzione da qualsiasi parte del mondo. Entrare oggi in una fabbrica è un’esperienza molto più futuristica rispetto a qualche anno fa: la meccanica ha lasciato il posto all’elettronica, integrata con l’informatica, modificando lo scenario. Un cambiamento che non è solo esteriore, ma ben più profondo: “Le piccole e medie aziende, che costituiscono l’asse portante dell’economia italiana, sono sempre più proiettate verso l’estero, si affidano molto di più all’outsourcing e hanno la necessità di ottimizzare al massimo tempi e costi, senza potersi più permettere sbavature”. Parola di Tecnest, azienda che conta 50 dipendenti distribuiti tra le sedi di Udine e Milano, fondata nel 1987 e specializzata nella fornitura di soluzioni informatiche ed organizzative per la pianificazione, il controllo e la gestione dei processi di produzione e della supply chain. In questi 27 anni, Tecnest ha visto il mondo produttivo cambiare radicalmente e trasformarsi: «Una volta esistevano le fabbriche “monolitiche”, in cui si faceva quasi tutto internamente – afferma Fabio Pettarin, uno dei soci fondatori e presidente di Tecnest - Oggi la situazione è diventata più complessa, le piccole e medie aziende sono inserite in una catena più articolata: ogni nuovo ordine che arriva deve essere gestito tenendo conto dei fornitori che intervengono sempre di più a monte,
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Fabio Pettarin a valle e nel corso del processo produttivo, occupandosi non solo dell’approvvigionamento delle materie prime, ma anche di specifiche lavorazioni o dello stoccaggio in magazzino e della logistica». L’obiettivo è sempre servire il cliente finale al meglio e al minor costo possibile per il sistema, ma il modo per riuscirci, in questi ultimi anni, è radicalmente cambiato: “Oggi l’informatica nel settore manifatturiero non è più una scelta, ma un obbligo – prosegue Pettarin - È uno strumento di business essenziale che non è più possibile trascurare, pena l’esclusione dal gioco. La competitività è sempre più agguerrita, e non riguarda solo la varietà dell’offerta, ma anche la tempistica, la puntualità e la frequenza di consegna. Inoltre la supply chain si è estesa anche all’estero,
sia in termini di approvvigionamento e distribuzione, sia di sedi produttive delocalizzate. Tutto questo, unito alla crescente incertezza che coinvolge sia la domanda di mercato sia la fornitura, rende più difficile pianificare le attività e richiede investimenti sul piano dell’informatizzazione”. Per competere sul mercato è necessario un approccio sistemico nella gestione del flusso di informazioni, materiali e processi, tenendo conto della complessità data dall’intervento di numerosi fornitori e terzisti e dalla presenza di stabilimenti multipli in Italia e all’estero. Attraverso la sincronizzazione di tutti i nodi che costituiscono la supply chain si ottengono risultati positivi concreti: «Con una gestione unica di tutte le fasi è possibile prevedere in anticipo i processi, con risultati tangibili: l’affidabilità nelle date di consegna aumenta fino al 40%, l’efficienza di produzione cresce del 20%, mentre la percentuale di scarti e prodotti non conformi scende significativamente. I tempi decisionali a livello manageriale diminuiscono fino al 60% – dichiara il presidente di Tecnest - Il nostro lavoro consiste non solo nel fornire un software “preconfezionato”, ma anche consulenza e progetto. Accompagniamo per mano il cliente nella trasformazione, proponiamo soluzioni che si possono affiancare e integrare a quelle già esistenti e a cui magari l’azienda non è risposta a rinunciare. Il tutto senza stop alla produzione». Fabrizio De Cesare
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La “spesa” della legalità vale il 5% del Pil nazionale
Vale il 5% del Pil italiano lo “spreco” della legalità generato dalle infiltrazioni mafiose nel nostro tessuto produttivo. Parliamo della cifra più alta di qualsiasi spending review immaginata finora. Assicurare il pieno ritorno delle imprese sottratte dalla criminalità alle logiche di mercato e della buona economia è perciò un modo efficace quanto urgente per arginare questa falla virulenta nella nostra società e restituire risorse alla collettività. È quanto si propone di fare “Impresa e bene comune”, il programma rilanciato nei giorni scorsi a Latina da Unioncamere e la Camera di commercio locale nell’ambito del Forum itinerante Reti e progetti per la legalità nell’economia. L’iniziativa nazionale promossa dal Sistema camerale insieme al Dipartimento della coesione sociale e territoriale, alle associazioni giovani imprenditori, al progetto Policoro della CEI, alle Banche di credito cooperativo, a Banca Etica, a Trasparency International, a Libera, al Corpo Forestale dello Stato. Per favorire la “Re-start up” delle imprese sequestrate il piano presentato mira a selezionare aziende disposte ad affiancare e a fornire assistenza tecnica alle cooperative che sono subentrate nella gestione delle imprese e dei beni confiscati, con l’obiettivo primario di supportare la ricostruzione delle reti relazionali. Non di rado, infatti, le
imprese sequestrate precipitano in un isolamento che è spesso causa dell’insuccesso della ripresa delle attività produttive. Ripristinare perciò i rapporti di rete con fornitori, clienti, banche è quindi condizione indispensabile per riprendere il filo del discorso con il mercato e la legalità. Secondo i dati della Dia, presentati nella scorsa tappa di Palermo del Forum, sono 1.708 le aziende confiscate alla criminalità in Italia. Se infatti in passato terre e palazzi erano la testimonianza del potere delle mafie, oggi questo più di frequente si manifesta attraverso l’esercizio di attività imprenditoriali. Si tratta talvolta di meri involucri al servizio degli affari illegali, ma altre volte, e sempre più spesso, di vere e proprie imprese capaci di generare ricchezza e occupazione, anche se compromesse funzionalmente agli interessi della criminalità economica. Sono queste imprese a sottrarre ricchezza alle aziende sane e capitale sociale alle comunità. Per questo l’affermazione della legalità è senz’altro la priorità delle priorità per ridare fiducia a chi lavora e produce in Italia. Ne è convinto il Sistema camerale che tappa dopo tappa, attraverso il Forum itinerante, si impegna a misurare, informare, far riflettere insieme chi opera per la prevenzione e chi deve contrastare l’economia illegale partendo dalle basi dati per la trasparenza dei
mercati come il Registro Imprese. Ma non solo. Perché attraverso i 52 sportelli per la legalità, le Camere di commercio offrono oggi alle Pmi, che vivono situazioni di indebitamento patologico o che si trovano a subire situazioni di illegalità, anche un valido punto di ascolto sui territori e di assistenza tecnica. Certo il cammino per la diffusione della cultura della legalità è ancora lungo, ma il Sistema camerale, facendo rete, è già pronto ad accelerare il passo. Intanto, anche l’Unione degli industriali di Napoli scende in campo contro la corruzione in Italia, sollecitando l’attuazione della legge 190 del 2012. “La Corte dei Conti stima il costo della corruzione per l’Italia intorno ai 60 miliardi di euro annui. Una tassa sulla produttività del nostro Paese pari a circa il 4% del pil. Gli enti pubblici devono provvedere all’attuazione della legge 190 del 2012, uno strumento che può contrastare efficacemente questo gravissimo fenomeno distorsivo. Significherebbe assicurare una spinta determinante alla crescita dell’economia nazionale”, dichiara Mariano Bruno, presidente del Terziario avanzato dell’Unindustria, secondo cui la “lotta alla corruzione deve andare di pari passo con l’impegno per la sburocratizzazione e la semplificazione amministrativa”. Eduardo Cagnazzi
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Pontili galleggianti anche nel deserto
Il Gruppo Ingemar si aggiudica due importanti gare internazionali in Kuwait e Arabia Saudita, a testimonianza dell’alto profilo della produzione ‘Made in Italy’
U
na società di ingegneria marittima con 35 anni di brillante attività alle spalle dovrebbe essere preparata a fronteggiare anche le richieste più insolite e originali, ma questa volta la sorpresa é stata grande, poiché le coordinate Gps del progetto indicavano sulla mappa che pontili e strutture galleggianti avrebbero dovuto essere posizionati in una remota porzione del ….deserto kuwaitiano. Una nuova città dal deserto con darsene che si affacciano sul Golfo Persico La’ala Al-Kuwait Sabah Al-Ahmad Sea City, 85km a Sud di Kuwait City, è uno stupefacente progetto in 10 fasi iniziato nel 2003, che occupa un area di oltre 64 chilometri quadrati in prossimità del Golfo Persico e che, con una pianificazione 25ennale, sta facendo sorgere dal nulla una nuova città da 100.000 abitanti su più di 200 km di nuove coste affacciate su una rete di canali e lagune scavate nel deserto. Il progetto promosso dalla società La’ala Al-Kuwait Real Estate, che ad oggi vede ultimate le infrastrutture delle pri-
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me 3 fasi e i relativi lotti per le residenze (già tutti venduti), ha un valore stimato complessivo di circa 5 miliardi di dollari e comprende anche la realizzazione di due nuovi marina, per oltre 1200 posti barca. Nel 2013, dopo una severa selezione internazionale, Ingemar è stata chiamata a gestire la progettazione esecutiva e la supervisione della costruzione in loco di tutte le strutture galleggianti in cemento armato e acciaio, le opera accessorie e i sistemi di ancoraggio del primo marina. In relazione alle specificità del progetto Ingemar è stata incaricata della fornitura di tutte le strutture speciali, delle passerelle e dei componenti più critici degli elementi di serie. I ‘numeri’del progetto sono davvero impressionanti: 6 km di pontili galleggianti e finger ancorati con oltre 300 pali, per consentire l’ormeggio di più di 400 imbarcazioni lunghe fino a 40 mt. La costruzione delle strutture per il nuovo porto è in corso e proseguirà, senza soluzione di continuità, ancora per circa due anni. Ad oggi sono stati costruiti 50 elementi
su un totale di 450. Gli elementi sono del tipo “all concrete” a galleggiamento continuo, con struttura in calcestruzzo, armature in acciaio zincato e fibre di polipropilene e nucleo in polistirolo espanso che li rende inaffondabili. Il fondo è protetto con uno strato di materiale plastico per preservare l’integrità del polistirolo e prevenire l’attacco dei molluschi e della flora marina presenti in abbondanza nelle acque del Golfo. Il piano di calpestio, in calcestruzzo a vista con rigature antisdrucciolo, è solcato lateralmente da due ampie canalette dove troveranno posto i numerosi cavi e tubi di alimentazione dei servizi alle imbarcazioni; una serie di cavidotti, annegati centralmente nella struttura in calcestruzzo e interrotti ritmicamente da pozzetti di accesso e derivazione, ospiteranno invece le tubazioni per l’impianto antincendio. Più recentemente é stato assegnato ad Ingemar anche l’incarico per la progettazione del secondo marina, che vanta misure quasi doppie rispetto al primo: oltre 800 posti barca fino a 30m e 11 km di pontili galleggianti e finger. Le strutture dei due nuovi insediamenti portuali comprendono pontili e frangionde galleggianti monolitici in cemento armato con larghezza di 3 e 4 mt. e lunghezza fino a 20 mt. e finger con dimensioni fino a 30x3 mt. Un nuovo incarico di grande prestigio internazionale che premia l’impegno di Ingemar in Medioriente e le sue capacità di adattarsi alle specifiche esigenze dell’investitore, nella veste di vero partner tecnico oltre che di fornitore affidabile. Approdi speciali sul Mar Rosso e sul Golfo Persico Dopo i positivi riscontri ottenuti nella passata stagione con le forniture per gli insediamenti di Al-Demegha sul Mar Rosso e di Al-Quatif sul Golfo Persico, Ingemar è risultata vincente in un’altra importante gara internazionale in Arabia Saudita per la fornitura e la posa in opera di 6 nuovi approdi per la Guardia Costiera.
I nuovi approdi, tre sulle coste del Mar Rosso e tre su quelle del Golfo Persico, sono contraddistinti dalla modularità dei lay-out, per poter essere successivamente ampliati e replicati in altri siti, e dalla massima resistenza delle strutture, per impieghi anche in località non perfettamente protette e riparate. Tutti gli elementi prevedono un ancoraggio al fondo con pali e cursori di scorrimento e strutture in lega di alluminio del tipo Heavy-Duty, con galleggianti in polietilene per i pontili e per i finger; in un unico caso sono previste strutture in acciaio zincato e verniciato, in relazione alle maggiori sollecitazioni del sito. Ciascun nuovo approdo é dimensionato per l’ormeggio di 8 imbarcazioni veloci da ricognizione. Tutte le nuove strutture, progettate per essere agevolmente trasportate in container, saranno realizzate in Italia su espresso desiderio del committente: un ulteriore segnale di apprezzamento della qualità del ‘Made in Italy’Ingemar e un successo delle capacità di progettazione e di generalcontractor espresse dal Gruppo sul difficile ma promettente mercato Saudita Da 35 anni Ingemar produce e pone in opera in tutto il mondo pontili e frangionde galleggianti ed è oggi fra le pochissime aziende del settore con propria autonomia di produzione; ciò le consente di applicare al suo interno le attività di Ricerca & Sviluppo necessarie per anticipare le esigenze del mercato. La certificazione ISO 9001 per la progettazione, la costruzione e l’installazione dei manufatti testimonia la serietà e l’impegno costante dell’Azienda e si aggiunge alla certificazione SOA nel settore dei porti per commesse fino a 15,5 milioni di Euro. La direzione e l’amministrazione dell’azienda si trovano a Milano, mentre la produzione e l’assistenza tecnica e commerciale sono concentrate a Casale sul Sile, in provincia di Treviso. Francesco S. Saliero
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Norme più flessibili in materia di visti
Ridurre i costi e semplificare le procedure per stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro
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olti cittadini di paesi terzi che desiderano recarsi nell’UE devono spesso affrontare procedure complesse, lunghe e costose per ottenere il visto. Le proposte presentate recentemente semplificano notevolmente le procedure per richiedere i visti per soggiorni di breve durata e permetteranno di ridurre costi e burocrazia senza diminuire la sicurezza. Rendere più facile l’accesso allo spazio Schengen ai viaggiatori legittimi faciliterà i soggiorni per visite a familiari e i viaggi d’affari e stimolerà l’attività economica e la creazione di posti di lavoro, ad esempio nel settore del turismo oppure nella ristorazione e nei trasporti. Secondo uno studio recente, nel 2012 sono stati “persi” in totale 6,6 milioni di potenziali viaggiatori provenienti da sei dei paesi con il maggior numero di viaggiatori a causa della complessità delle procedure di rilascio dei visti: nello specifico si tratta di Cina, India, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica e Ucraina. Lo studio ha anche evidenziato che una normativa più flessibile e accessibile per il rilascio dei visti potrebbe portare a un incremento degli ingressi nello spazio Schengen calcolato tra il
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30% e il 60%, solo in provenienza da questi sei paesi. Tale incremento potrebbe significare introiti fino a 130 miliardi di euro di spesa diretta totale (per vitto, alloggio, trasporti, intrattenimento, acquisti, ecc.) nell’arco di cinque anni e potrebbe tradursi in circa 1,3 milioni di posti di lavoro nel settore del turismo e nei settori connessi. “L’Europa ha bisogno di una politica dei visti più intelligente. Dobbiamo attirare nel nostro territorio più turisti, gente d’affari, ricercatori, studenti, artisti e professionisti della cultura. Intendiamo rilanciare l’economia e creare nuovi posti di lavoro enfatizzando la dimensione economica della nostra politica in materia di visti, pur mantenendo un livello elevato di sicurezza alle frontiere esterne. Le proposte in oggetto faciliteranno notevolmente le procedure per i soggiornanti di breve durata. Ci aspettiamo che le nuove proposte portino a un considerevole incremento dei viaggiatori nei prossimi anni”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni. Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l’Industria e l’imprenditoria, ha aggiunto: “La nostra proposta favo-
rirà l’industria europea del turismo in un momento di crescente concorrenza internazionale in cui sempre più paesi dipendono dal turismo come fattore di crescita. La nuova normativa in materia di visti è la risposta a questa sfida. Le modifiche apportate aiuteranno l’industria del turismo a far fronte al previsto considerevole aumento dei flussi turistici in Europa. Il turismo è il motore di crescita dell’Europa ed è stato il principale baluardo dell’economia europea durante la recente crisi”. Per stimolare l’economia europea e facilitare la vita dei viaggiatori che si recano nell’UE, la Commissione europea propone importanti modifiche delle norme in materia di visti. Tra gli elementi principali del pacchetto, la riduzione del termine per l’espletamento della domanda, moduli semplificati e possibilità di presentare la richiesta di visto online, visti per ingressi multipli per i viaggiatori abituali, e così via. Semplificare le domande di visto per soggiorni di breve durata per soddisfare la domanda crescente. Per migliorare la mobilità dei viaggiatori legittimi sono già stati fatti molti passi avanti, che hanno contribuito a un aumento
del 68% delle domande di visto, da 10,2 milioni nel 2009 a 17,2 milioni nel 2013. Ma c’è ancora margine di miglioramento. Troppo spesso, i problemi di accesso legati ai visti hanno ridotto i potenziali benefici economici delle attrazioni turistiche. L’EXPO 2015 a Milano, ad esempio, potrebbe essere l’occasione per milioni di nuovi visitatori di recarsi in Europa. Concretamente, la Commissione propone: - norme procedurali più chiare e procedure più veloci - ad esempio, i termini per il trattamento e per la decisione su una domanda di visto sono ridotti da 15 a 10 giorni); - na maggiore cooperazione tra consolati degli Stati membri - se lo Stato membro competente per il trattamento della domanda di visto non è presente né rappresentato in un determinato paese terzo, il richiedente ha diritto di presentare la domanda di visto in qualsiasi consolato presente); - agevolazioni per le visite ripetute - grazie all’introduzione di criteri obbligatori per l’ottenimento di un visto per ingressi multipli valido per tre anni e successivamente per cinque anni per i “viaggiatori abituali registrati nel VIS”. I richiedenti i cui dati sono registrati nel sistema di informazione visti (VIS) e che abbiano precedentemente utilizzato legalmente almeno due visti negli ultimi 12 mesi possono beneficiare di queste agevolazioni, che sono
rese possibili anche grazie all’avvio del sistema d’informazione visti (VIS), che dovrebbe essere completato nel 2015 e che consente ai consolati degli Stati membri di accedere al dossier relativo a tutte le procedure di visto avviate precedentemente dal richiedente.); - l’introduzione di un visto di circolazione, che consentirà ai cittadini di paesi non UE autorizzati di entrare e di circolare nello spazio Schengen per un periodo massimo di 1 anno (con particolari modalità di applicazione). Il regime si applicherebbe, ad esempio, agli artisti che si esibiscono in spettacoli dal vivo nello spazio Schengen per un periodo di tempo prolungato, ma anche a singoli viaggiatori, ad esempio turisti, ricercatori e studenti che intendono soggiornare per periodi più lunghi in Europa. Prossime tappe Entrambe le proposte dovranno ora essere approvate dal Consiglio dell’Unione europea e dal Parlamento europeo, il che potrà avvenire al più presto nel 2015. Una volta che le proposte entreranno in vigore, le modifiche si applicheranno a tutti gli Stati membri dell’UE che applicano integralmente la politica comune dei visti Schengen e ai quattro Stati associati Schengen (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera). Giova osservare che Bulgaria, Croazia, Cipro, Irlanda, Romania e Regno Unito non partecipano alla politica comune in materia di visti. Paola Martino
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turismo / porto&diporto
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1,3 milioni il traffico crocieristico registrato nel 2013 negli scali nazionali (+4,1% sul 2012). Nella classifica regionale Lazio confermato al primo posto con oltre 2,5 milioni di passeggeri movimentati (+5,9%), seguito da Liguria (oltre 2,2 milioni di passeggeri, +33,1%) e Veneto (oltre 1,8 milioni di passeggeri, +3,2%). Confermate le previsioni per il 2014 annunciate durante Italian Cruise Day 2013: circa 10,5 milioni i passeggeri movimentati attesi (-7% rispetto al consuntivo 2013). 11,3 milioni di passeggeri movimentati (+4,1%) e 5.059 toccate nave (+3,2%) con Civitavecchia al primo posto grazie a oltre 2,5 milioni di crocieristi movimentati (+5,8%) e 959 toccate nave (+5,2%), seguita da Venezia con oltre 1,8 milioni di passeggeri (+3,3%) e 548 toccate nave (-3,7%) e da Napoli, con circa 1,2 milioni di passeggeri (-4,4%) e 440 toccate nave (-10,6%). Questi, in sintesi, i dati definitivi rela-
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tivi al traffico crocieristico 2013 in Italia rispetto al 2012 elaborati da Risposte Turismo – società di ricerca e consulenza a servizio della macroindustria turistica – e contenuti nello “Speciale Crociere 2014”, pubblicazione dedicata all’andamento del settore in Italia e curata per il terzo anno consecutivo per l’Osservatorio Nazionale del Turismo. Tali dati, frutto delle informazioni ottenute dai 45 porti crocieristici italiani che hanno registrato traffico nel 2013, mostrano una decisa ripresa del mercato crocieristico nazionale rispetto alla contrazione del 2012. A livello regionale lo “Speciale Crociere” realizzato da Risposte Turismo evidenzia, per il 2013, la leadership del Lazio, ottenuta in virtù di oltre 2,5 milioni di passeggeri movimentati (il 22,4% del traffico crocieristico complessivo nazionale) e 969 toccate nave (il 19,2% del totale toccate nave registrate nel nostro Paese). A seguire, per quanto riguarda il traf-
fico passeggeri, la Liguria (2,2 milioni movimentati, pari al 20,1% del totale nazionale) e il Veneto (1,8 milioni movimentati, il 16% del totale nazionale). Per quanto riguarda le toccate nave, dopo la Liguria ancora al secondo posto (827 nel 2013) la Campania e la Sicilia, con 778 accosti annuali ciascuna (entrambe in leggera flessione rispetto al 2012). Da segnalare come la Liguria sia risultata essere, nel 2013, la regione cresciuta maggiormente in valore assoluto rispetto al 2012, sia in termini di passeggeri movimentati (+33,1%), sia di toccate nave (+39,2%), risultati ottenuti grazie alle performance registrate dagli scali di Genova, La Spezia e Savona, dove la crescita dei crocieristi movimentati è stata, rispettivamente, del +32%, del +385% e del +16%. Nello studio emerge inoltre come nel 2013 siano state solamente tre le regioni italiane (Abruzzo, Basilicata e Molise) a non aver registrato traffico
Risposte Turismo: presentato “Speciale Crociere” 2014
La pubblicazione dedicata all’analisi del settore in Italia mette in risalto una nuova fase nella quale l’alternarsi di anno in anno di variazioni positive e negative potrebbe essere la regola crocieristico nel 2013 tra le quindici che si affacciano sul mare. Analizzando nel dettaglio i dati relativi ai singoli scali crocieristici, Venezia si conferma anche nel 2013 il porto crocieristico con il maggior numero di imbarchi e sbarchi grazie a oltre 1,5 milioni di crocieristi movimentati, seguito da Civitavecchia e Savona (rispettivamente con 990 mila e 670 mila). Per quanto riguarda invece i crocieristi in transito è Civitavecchia a condurre la classifica (1,5 milioni), seguita da Napoli e Livorno (rispettivamente circa 1 milione e 730 mila passeggeri movimentati). Dall’analisi dei dati emerge inoltre come i primi cinque porti italiani abbiano concentrato nel 2013 quote molto elevate di traffico, vale a dire il 73% dei passeggeri movimentati e il 57% delle toccate nave. Nel 2013, infine, sono stati quattro i porti nazionali ad aver superato il milione di passeggeri movimentati (Civitavecchia, Venezia, Napoli e Genova),
quindici quelli ad aver oltrepassato la soglia dei cento mila crocieristi. Oltre ai dati definitivi 2013, lo “Speciale Crociere” elaborato da Risposte Turismo comprende anche le previsioni aggiornate del traffico crocieristico atteso in Italia nel 2014. A livello di passeggeri movimentati, dall’analisi dei dati forniti da 30 scali crocieristici, realtà nel 2013 rappresentative dell’89% del traffico passeggeri e del 93% delle toccate nave, emerge una sostanziale conferma della contrazione annunciata a ottobre in occasione della terza edizione di Italian Cruise Day, l’evento di riferimento in Italia per il comparto crocieristico nazionale ideato e realizzato dalla stessa Risposte Turismo. Se tale previsione sarà rispettata, a fine 2014 il totale dei passeggeri movimentati si attesterà intorno ai 10,5 milioni (-7%), mentre le toccate nave saranno circa 4.500 (-11,3%), tornando a valori simili a quelli registrati nel 2009. “L’andamento del traffico crocieristico
in Italia sembra avviarsi verso una nuova fase nella quale l’alternarsi di anno in anno di variazioni positive e negative potrebbe essere la regola, evidenze tipiche di un prodotto e di un mercato giunti nella loro fase di maturità”, ha commentato Francesco di Cesare, Presidente di Risposte Turismo. “Vi sono però senz’altro le basi per andare alla ricerca di nuovi e costanti incrementi di traffico e risultati in generale – ha proseguito di Cesare. Serviranno un’attenta programmazione a livello nazionale, nuovi investimenti, un più forte impegno da parte del Governo e delle Amministrazioni Pubbliche, ed un più franco e costruttivo dialogo con le compagnie”. L’edizione 2014 dello Speciale Crociere realizzato da Risposte Turismo è disponibile integralmente sul sito dell’Osservatorio Nazionale del Turismo (www.ontit.it) a partire già dallo scorso marzo. Italo Merciati
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eventi / porto&diporto
Harley-Davidson lancia la sfida “Discover More”
Una moto Harley-Davidson si appresta a viaggiare per 20.000 chilometri attraverso le più belle strade di Europa, Medio Oriente e Nord Africa
E’
iniziato il countdown del progetto Harley-Davidson “Discover More”, un’iconica esperienza on the road che vedrà come protagonista il modello touring Harley-Davidson Street Glide, in viaggio tra le più belle e incredibili strade di tutta Europa, Medio Oriente e Nord Africa, un itinerario lungo più di 20.000 chilometri attraverso oltre 30 Paesi. In data 5 maggio 2014 la Street Glide “Dicover More” partirà dal Medio Oriente e darà il via al suo lungo percorso attraverso i due continenti, cavalcando alcune delle più belle strade e scopren-
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do vivaci culture, suoni e visioni che rappresentano la passione, l’espressione di sé e la vera esperienza turistica Harley-Davidson. Il viaggio, uno dei più significativi eventi itineranti mai
organizzati da Harley-Davidson, coinvolgerà oltre 50 rider appositamente selezionati e provenienti da tutta Europa, Medio Oriente e Nord Africa, che avranno
il compito di dar vita al tour e di condividere racconti ed esperienze online. I motociclisti che parteciperanno, saranno fan del social media, celebrità, giornalisti e volti noti nel panorama moto turistico internazionale. Dopo il lancio del Project Rushmore nell’agosto 2013, progetto nato dai suggerimenti dei clienti e finalizzato a migliorare sostanzialmente ogni aspetto del viaggio su due ruote, “Discover More” avrà il compito di dimostrare le incredibili esperienze che si possono vivere sulle strade di tutta Europa, Medio Oriente e Nord Africa, apprezzando contestualmente la superba maneggevolezza e il comfort di una moto Harley-Davidson. Per documentare il tour, Harley-Davidson ha per la prima volta attivato una partnership con le agenzie di produzione creativa KngLAD e itdrewitself per catturare i momenti più emozionanti, l’esperienza dell’avventura e il gusto della scoperta nascosta dietro ad ogni svolta e ad ogni curva. Un team composto da tre uomini della produzione filmerà ogni fase del percorso, registrerà le incredibili storie dei rider e creerà contenuti accattivanti in grado di comunicare e far vedere l’emozione e il brivido di un viaggio in Harley-Davidson. Fan di tutto il mondo potranno inoltre collegarsi ad aggiornamenti in tempo
reale, foto e video del tour attraverso i social media e il sito Discover More (www.hd.com / discovermore). La tappa finale di “Discover More” vedrà la Street Glide giungere all’evento European Bike Week, in Austria il 6 settembre 2014. I piloti di “Discover More” potranno celebrare il culmine del tour con migliaia di altri appassionati, in occasione del più grande festival motociclistico in Europa, aperto a tutti e gratuito. La moto, che verrà accompagnata in strada da centinaia di biker, sarà esposta in diverse mostre europee fino alla fine del 2014. Matthew Knott, Harley-Davidson EMEA Communications Manager, ha dichiarato: “Siamo davvero entusiasti al lancio di Discover More, che sarà il più grande viaggio on the road mai ospitato da Harley-Davidson in Europa, Medio Oriente e Africa. Dopo la presentazione del Project Rushmore nel mese di agosto dello scorso anno, Discover More accenderà i riflettori sulle incredibili avventure e le scoperte che si possono fare in sella a una moto touring Harley-Davidson”. Il percorso dettagliato, nazione per nazione, e i nomi dei piloti saranno annunciati a tempo debito. Riccardo Russo
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eventi / porto&diporto
A Verona la mostra della fotografia scientifica I
l Capitolo Italiano della Royal Photographic Society (CIRPS) promuove un’esposizione itinerante composta da cento fotografie che illustrano il ruolo dell’immagine nella ricerca scientifica. Dopo le tappe di Genova e Padova, la mostra, inserita nel cartellone della VI edizione del Festival di Scienza e Arti “Infinitamente”, e organizzata in collaborazione con UniCredit, si è tenuta dal 7 al 21 marzo 2014 presso l’UniCredit Art Gallery di Verona. Una “Mostra internazionale della fotografia scientifica” per mostrare la vasta gamma di applicazioni che la fotografia può avere nell’ambito della scienza moderna. L’esposizione itinerante realizzata dal-
la Royal Photographic Society (RPS), giunta alla seconda edizione, è stata installata per la sua terza tappa a Verona, nell’ambito del Festival della Scienza e Arti “Infinitamente” 2014. Il CIRPS ha scelto il Festival scaligero, quest’anno dedicato al “Viaggio nella vita, il cambiamento”, in quanto, con i suoi più di 100 eventi, che hanno visto la partecipazione di circa 200 tra scienziati e protagonisti di spicco del panorama culturale e artistico internazionale, rappresenta una delle manifestazioni culturali e scientifiche più seguite in Italia. Le prime due tappe dell’esposizione itinerante, installate a Genova dal 25 ottobre al 3 novembre scorsi, e a Padova dal 29 novem-
bre all’8 dicembre, hanno riscosso un successo di pubblico assolutamente soddisfacente per gli organizzatori, coinvolgendo in particolare gli studenti delle scuole superiori e delle università. La mostra - organizzata dalla RPS in collaborazione con il “Science and Technology Facilities Council” del Regno Unito – ha visto esposte cento straordinarie immagini realizzate da ricercatori – tra cui alcuni italiani - che lavorano in molti settori del mondo scientifico. La finalità degli autori è quella di illustrare il proprio
lavoro e renderlo più comprensibile al pubblico. Molte delle immagini fanno scoprire mondi visibili all’occhio umano solo grazie all’uso del microscopio e del telescopio, rivelando attraverso la luce polarizzata o fluorescente o grazie a tecniche speciali, quali la fotografia ad alta velocità, situazioni sconosciute e normalmente impercettibili. In questo modo, microrganismi e minerali, fenomeni naturali ed oggetti d’uso quotidiano possono essere osservati sotto una nuova prospettiva altrimenti invisibile. Mentre i contenuti
di alcune immagini possono essere totalmente nuovi e sorprendenti, tutte sono indiscutibilmente affascinanti e di incomparabile bellezza. Per la RPS “questa mostra, per la sua finalità educativa, è un’opportunità unica per migliorare la comprensione del ruolo che svolge l’immagine nella ricerca e nello sviluppo scientifici” soprattutto da parte dei giovani. Il CIRPS e l’Università di Verona hanno organizzato inoltre un laboratorio di fotografia generale per i giovani, in programma sabato 15 marzo all’UniCredit, al quale hanno partecipato 18 fotografi in erba dai 14 ai 25 anni, con incontri individuali di 20 minuti. Il laboratorio è stato curato dal Olivio Argenti FRPS - Presidente del CIRPS e membro delle Commissioni della RPS per le Distinctions “Contemporary” e “Multimedia” - che ha fornito suggerimenti e consigli ai giovani partecipanti. Le opere della Mostra resteranno in Italia fino alla fine del 2014 per essere ospitate da università, enti statali e privati, musei, gallerie nelle varie città italiane, dove saranno visitate da giovani, allievi e studenti, oltre che da un pubblico interessato alla fotografia. Fabrizio De Cesare
portodibacco / porto&diporto
Arriva “Chapeau”, spumante Greco di Tufo senza solfiti
Il vitienologo Sergio Pappalardo: “No SO 2, per me non è una moda ma una scelta etica”
S
iamo nell’era dei “senza”, nell’agroalimentare come nel mondo enologico. Oggi fare vino “senza solfiti” è un trend che si insegue, pur di non contrastarlo. Ma non è stato sempre così, lo racconta bene il vitienologo salernitano Sergio Pappalardo che dal 2010 porta avanti quella – che in verità – è una filosofia di vita ed una scelta etica, prima che una “buona pratica” professionale. “Non è stato sempre facile parlare di biologico e di senza solfiti, all’inizio alcuni miei clienti mi ascoltavano con diffidenza e lontananza. In teoria il discorso era affascinante e giusto per giunta, ma rischiare - togliendo al proprio prodotto la “protezione” dei signori solfiti - sembrava una scelta ardua che non valeva la pena percorrere. Il tempo e la crescente consapevolezza dei consumatori mi hanno dato ragione, con l’aiuto certo di grandi nomi e marchi che hanno abbracciato la stessa idea. Sono partito lavorando col Fiano ed a ruota con Aglianico, Primitivo ed Aglianicone. Oggi posso affermare che è pratica assodata per me lavorare i rossi senza solfiti ma l’impresa è più difficile con i bianchi. Così all’esperienza felice e di alta qualità senza solfiti della produzione di Tenute del Fasanella sita nel cuore degli Alburni, di Buranco nelle Cinque Terre, nel 2012 mi sono cimentato con il Greco di Tufo di Le Ormere per cui però, considerata la difficile varietà, una piccola aggiunta (30 mg/l) in fase di imbottigliamento è stata fatta. Ora mi appresto con orgoglio a presentare il mio primo spumante senza solfiti e 100% Greco 2013 e questo rende ancora più soddisfacente la sfida che mi ero posto”, continua Pappalardo. Il risultato è frutto dell’incontro del consulente con la Cooperativa irpina “Le Otto Terre”, una realtà che riunisce il 10% dei viticoltori dell’areale DOCG Greco di Tufo. Ovviamente lo spumante non poteva che essere un 100% Greco di Tufo, andando ad ampliare la vasta offerta autoctona aziendale. “Le bollicine vivono un momento felice, vanno incontro alle nuove esigenze del consumatore che cerca vini meno alcolici e più facili, ma forte dell’attenzione alla salute col senza solfiti e di
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un lavoro in campo – per me sempre fondamentale – che riduce al massimo l’utilizzo di prodotti di sintesi”, continua il vitienologo. All’imminente edizione del Vinitaly sarà possibile degustare lo spumante senza solfiti “Chapeau” de Le Otto Terre firmato col marchio CON(SENSO) wine SO2 free di Sergio Pappalardo. “Per non banalizzare quest’argomento, così sentito in questo periodo, ma ancora fortemente oscuro, ci tengo a sottolineare che il senza solfiti non è la pietra filosofale dei vini, anzi. E’necessario partire da pratiche agronomiche impeccabili, dal rispetto della terra e della pianta, per chiudere nel doveroso rigore in cantina. Solo così il senza solfiti diventa un valore aggiunto ed
una reale possibilità”, conclude il vitienologo. Ma perchè scegliere un vino senza solfiti? Nonostante l’argomento sia all’ordine del giorno, non sempre i consumatori hanno le idee chiare sulla loro vera natura e sulle loro controindicazioni. Tre ragioni in nome di SO2 free La salubrità: i vini senza solfiti aggiunti sono più sani, vista la riconosciuta tossicità degli stessi. I colori: si presentano generalmente più brillanti, in particolar modo sui rossi. I profumi: al naso i senza solfiti regalano spettri più interessanti e vari, gli aromi fruttati risultano più autentici. Stefania Vergani
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