Tariffa R.O.C. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Napoli - ANNO IX - N. 1 - Gennaio 2013 - Costo singola copia € 2,50
PORTO diporto & IL MAGAZINE CHE APRE IL PORTO ALLA CITTÁ
Seatec 2013
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seatec
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COMPOTEC
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06/08 FEBBRAIO 2013 CARRARA
seatec
compotec
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RASSEGNA INTERNAZIONALE TECNOLOGIE, SUBFORNITURA E DESIGN PER IMBARCAZIONI, YACHT E NAVI
RASSEGNA INTERNAZIONALE COMPOSITI E TECNOLOGIE CORRELATE
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2 - maggio 2012 PR O M OZ I ON E
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sommario / porto&diporto
Questa edizione sarà presente all’undicesima edizione di Seatec - Carrara 6/8 febbraio 2013 Anno IX - N°1 - Gennaio 2013 Direttore responsabile Antonio De Cesare Direttore editoriale Maurizio De Cesare Hanno collaborato a questo numero: Massimo Bernardo - Sabrina Bertini Cosimo Brudetti - Eduardo Cagnazzi Giacomo Canarsa - Francesco D’Episcopo Fabrizio De Cesare - Michela Fanis Patrizia Lupi - Paola Martino Alberto Medina - Italo Merciati Stefano Meroggi - Sandro Minardo Lorenzo Policardo - Riccardo Russo Alessandra Schettino - Stefania Vergani Traduzioni a cura di Angus Urquhart Amministrazione e abbonamenti Paola Martino amministrazione@portoediporto.it abbonamenti@portoediporto.it Costo abbonamento Italia € 30, estero € 90 esclusivamente con versamento su CCP n. 81627671 - AM editori srl Piazzale Immacolatella Vecchia 80133 Napoli Pubblicità e marketing marketing@portoediporto.it Listini e specifiche tecniche www.portoediporto.it Progetto e realizzazione grafica AM editori srl Stampa Morconia Print Morcone (BN) Il magazine Porto&diporto è proprietà di AM editori srl - Tel 081 6581974 Tel/Fax 081 5592332 redazione@portoediporto.it www.portoediporto.it Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 17 del 15 febbraio 2006 Periodico associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana E’ vietata la riproduzione totale e/o parziale di testi, fotografie e di qualsiasi altro contenuto o allegato. Tutti i diritti sono riservati.
SEATEC 4 - Seatec total business oriented 6 - La nautica guarda al futuro 8 - MYDA premia i progetti più innovativi 10 - YARE 2013 esalta la leadership della cantieristica italiana ARMAMENTO 12 - Grimaldi, prima pietra del nuovo terminal nel Porto di Barcellona 14 - COECLERICI S.p.A. nuova acquisizione in USA SHIPPING 15 - Il Gruppo Rina si afferma nel settore dello shipping arabo 16 - Riforma dei porti: sogno o realtà? 18 - Soddisfacenti risultati per Contship Italia INFRASTRUTTURE 20 - Porto di Venezia, volano per l’economia del Veneto 22 - Taranto costruisce un “ponte” fra Asia ed Europa 24 - Lo shipping triestino punta allo sviluppo dei traffici 26 - Containers e gateway ferroviario il successo di Gioia Tauro 28 - Rivalta Scrivia investe nel freddo RICERCHE 30 - Check-up Mezzogiorno, con la crisi persi 24 mld di pil TRASPORTI 32 - Port Package in arrivo dall’Europa 34 - Il mercato dell’autotrasporto sceglie Transpotec Logitec 35 - Con “Jamme card” ricarichi da casa e viaggi con UnicoCampania 36 - Trasporto urbano green il made in Italy per Vienna FORMAZIONE 38 - L’imprenditore alato PROPELLER 40 - La primavera araba e le strategie
diplomatiche e commerciali italiane FORUM 42 - Aspettando il Forum (e non Godot) NAUTICA 43 - ASSOMARINAS “Friendly Relations” 44 - Al prossimo Salone Nautico “Sapore di Mare” per evitare la deriva 46 - Trofeo Campobasso la vela a Napoli cresce e supera ogni aspettativa 48 - Il Nord Adriatico punta sul turismo marittimo 50 - Certificare il refitting per rilanciare l’usato AZIENDE 51 - Tradizione artigianale per un “must” del ben vestire 52 - 2013: ottime prospettive per la moda italiana 55 - Cerreto Sannita un suggestivo borgo fucina di giovani imprese TURISMO 56 - Il turismo in Germania da gennaio a ottobre 2012 58 - Lavoro: nuove opportunità come consulenti di viaggio EVENTI 60 - “Motor Gallery” in mostra auto e moto d’epoca LIBRI 62 - La forza dell’amore ENGLISH SUMMARY 63 - GRIMALDI GROUP NAPLES NEW BARCELONA TERMINAL 63 - RINA IN ABU DHABI 63 - TRIESTE DISAPPROVES OF GASIFYING PLANT 64 - GIOIA TAURO CONTAINERS AND RAIL GATEWAY 64 - RIVALTA SCRIVIA INTERPORT INVESTS IN COLD STORAGE 64 - INTERNATIONAL CULTURE FORUM FOR NAPLES THIS SPRING
seatec / porto&diporto
Seatec total business oriented
L’edizione 2013 della rassegna di tecnologie, subforniture, design per imbarcazioni, yacht e navi mette al centro i rapporti commerciali fra specialisti e organizza incoming di operatori stranieri
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eatec prosegue il suo impegno per favorire l’incontro commerciale fra operatori stranieri e aziende italiane che partecipano al salone che si svolge a CarraraFiere dal 6 all’8 febbraio. La formula utilizzata per fare si che il salone si confermi ulteriormente come momento di stimolo per un settore che in questa fase fatica a individuare nuovi partner nel segmento dell’alta qualità è quella Business-to-Business, dell’incontro diretto fra domanda e offerta nel contesto commerciale per definizione che è quello del salone specializzato. “Proseguiamo un percorso che ha sempre caratterizzato la nostra attività - sottolinea il direttore di CarraraFiere Paris Mazzanti anticipando i dettagli organizzativi - perché siamo convinti che
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attraverso l’incontro diretto possono nascere nuove opportunità e scambi interessanti. Abbiamo lavorato per selezionare operatori stranieri che presentano un profilo di estremo interesse per i nostri espositori che avranno la possibilità di incontrarli in fiera in un contesto creato per favorire questo tipo di interazione che richiede aziende in grado di esprimere un livello di offerta adeguato alla domanda di qualità”. Gli incontri B2B si svolgeranno in un’area allestita appositamente fra gli espositori e gli operatori invitati secondo specifici profili aziendali. Fra gli espositori di Seatec sono stati coinvolti cantieri nautici, cantieri navali, importatori/distributori di accessori, designer, installatori mentre per gli interlocutori stranieri sono stati individuati profili
aziendali che hanno ruoli decisionali diretti come Direttore/Responsabile tecnico, Direttore/Responsabile acquisti, Ingegnere, Designer, Amministratore delegato. Si tratta di figure in grado di assumere direttamente decisioni anche nel corso di una trattativa complessa e, proprio per questo interlocutori privilegiati. Sono stati invitati Decision Makers europei che provengono da Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Germania, Turchia, Malta, Spagna, Paesi dell’ex Jugoslavia, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Polonia. Un’altra quota di operatori provengono da un mercato importantissimo come quello degli Emirati Arabi. Anche fra gli espositori di Compotec sono stati invitati a partecipare agli incontri B2B operatori del settore
Con YARE eventi ad altissima specializzazione guardando al Green
dell’Edilizia, Automotive, Aeronautica, Nautico, Trasporto di massa (ferrovia e bus), Energia eolica, Design, Attrezzature Sportive che avranno come interlocutori decision makers nei ruoli di Direttore/Responsabile tecnico, Direttore/Responsabile acquisti, Ingegnere, Designer, Amministratore Delegato. Con l’organizzazione di Navigo sono stati invitati comandanti italiani e stranieri che avranno incontri diretti con gli espositori di YARE. Agli operatori selezionati per gli incontri B2B si aggiungono ulteriori gruppi di operatori stranieri coordinati dalla Camera di Commercio di Lucca, Camera di Commercio Tunisino-Italiana, CCIAA del Marocco in Italia e CCIAA dell’Egitto in Italia. REDMAR
Nel solco di una visione moderna delle attività e dei comparti interessati Seatec - Compotec esprimono anche nel 2013 un’attenzione particolare alla sostenibilità con GREENTEC, un processo di comunicazione e valorizzazione delle aziende che possono segnalare i propri prodotti “verdi” progettati e realizzati all’insegna dei criteri più evoluti dell’ecosostenibilità. Con GREENTEC si realizza un processo di comunicazione, anche visiva, creando un percorso virtuoso all’interno della rassegna dove gli Espositori che si caratterizzeranno per la “fogliolina verde” ben visibile nello stand, consentiranno di individuare i prodotti rispondenti a criteri di sostenibilità: biodegradabili, prodotti con materiali riciclabili, con forte riduzione delle sostanze pericolose per la salute e l’ambiente o presentati con packaging in materiali riciclati. Anche le fasi della produzione realizzata in condizioni di basso consumo energetico, con l’impiego di energie rinnovabili, a basso livello di emissioni e con minore uso di acqua potranno fregiarsi di un simbolo che è già diventato elemento caratterizzante delle produzioni più evolute. La risposta delle Aziende, oggi più che mai attente e interessate a coniugare sviluppo e qualità del prodotto con il rispetto ambientale è stata molto interessante e sono in molti ad avere segnalato prodotti innovativi e rispettosi dell’ambiente. Nel mondo della nautica i produttori più interessati si sono di-
mostrati quelli che operano nel campo della propulsione e della dissalazione segnalando prodotti e sistemi innovativi innovativi. Per avere informazioni e dettagli gli interessati possono consultare il sito ufficiale del salone www.sea-tec.it che viene aggiornato in tempo reale con le segnalazioni che gli espositori inoltrano alla segreteria organizzativa. Proprio per le loro caratteristiche sono molti gli espositori di Compotec che segnalano le loro innovazioni Greentec che sono visibili nella nuova dislocazione di Compotec all’interno del padiglione D, insieme all’area riservata ai Materiali & Applicazioni del Seatec, una sinergia che farà dell’intero padiglione un punto di eccellenza per ciò che riguarda i materiali, le lavorazioni, la costruzione e l’innovazione. Per coinvolgere maggiormente gli operatori dei vari settori saranno realizzati i Compotec Days, giornate di approfondimento appositamente dedicate ai settori Edilizia, Automotive, Technology, Technology Transfer, Marine, Green Solutions. Il calendario è pubblicato, con aggiornamenti in tempo reale, sul sito di Compotec (http://www.compotec.it). Per rendere la manifestazione più dinamica, saranno attivate le LIVE DEMO: le aziende espositrici potranno disporre, a titolo gratuito, di uno spazio per una dimostrazione teorica o pratica dei loro prodotti e delle loro tecnologie durante la rassegna.
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seatec / porto&diporto
La nautica guarda al futuro Innovazione, approfondimenti tecnici e design per la Rassegna Internazionale di Tecnologie per la Subfornitura e il Design per Imbarcazioni, Yacht e Navi
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arà un’edizione dinamica e innovativa quella che Seatec celebrerà a CarraraFiere con tante nuove iniziative di carattere tecnico e commerciale oltre che con l’approfondimento di temi che da ormai undici edizioni sono una caratteristica della rassegna. Prima di tutto gli elementi che caratterizzeranno Seatec che si tiene in contemporanea con e YARE, salone del refitting e Compotec, che ospita aziende, produttori istituti di ricerca impegnati nel vastissimo comparto dei materiali compositi ormai elemento essenziale non solo per la nautica. CarraraFiere è impegnata a sostenere lo sviluppo commerciale degli espositori organizzando iniziative di incoming di selezionatissimi
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operatori stranieri che parteciperanno a incontri B2B con gli espositori durante le giornate di fiera. Anche i convegni e le iniziative di approfondimento che sono da sempre un elemento caratterizzante di SeatecCompotec, si ispireranno alle scelte di attenzione verso il nuovo all’insegna del risparmio e della riduzione dei costi e dei consumi. Così nell’ambito di Abitare il Mare (promosso da CarraraFiere e curato da Decio G.R. Carugati), nel pomeriggio del 6 febbraio, si svolgerà il convegno “Design: la barca come progetto di riqualificazione della piccola dimensione”.
Flessibilità dell’approccio per un’effettiva riduzione dei costi, tecnologie, materiali, sistemi, i più consoni al processo di produzione seriale, basso impatto, risparmio energetico, riciclo o smaltimento a fine uso saranno gli argomenti affrontati da autorevoli esponenti del mondo accademico, della nautica, dell’industria e del design. Seguirà la presentazione dei progetti vincitori della decima edizione del concorso MYDA – Millennium Yacht Design Award che consacra i migliori progettisti a livello internazionale. I progetti vincitori saranno esposti in una mostra allestita nell’area design (padiglione E) in parallelo all’area Qualitec dove saranno esposti i prodotti/servizi presentati ai concorsi Qualitec Technology (decima edizione) e Qualitec Design, alla quinta edizione, premi riservati alle aziende espositrici. Entrambi i premi hanno lo scopo di valorizzare quelle aziende che, all’insegna della creatività, funzionalità e sicurezza, forniscono un contributo sostanziale allo sviluppo e all’innovazione del settore sia con nuovi prodotti o servizi sia oggetti, componentistica e arredo che meglio concorrono, nell’eccellenza del design, alla qualità della vita a bordo. La partnership consolidata ATENA - Ascomac Unimot proporrà (nella giornata di apertura) un Workshop di grande interesse tecnico” Utilizzo del LNG in impianti navali: prospettive, problematiche, opportunità” durante il quale sarà affrontato un tema di grande interesse e attualità legato all’utilizzo del LNG in campo navale, nei diversi aspetti che riguardano la progettazione di nuove unità, la realizzazione di motori ed impianti che utilizzano questo tipo di combustibile, la realizzazione di depositi portuali. Sa-
ranno affrontati temi di carattere tecnico/progettuale assieme alle opportunità economico/ambientali che possono nascere dallo sviluppo di questa nuova tecnologia. I temi trattati riguarderanno in particolare la progettazione e realizzazione di unità navali con impianti di propulsione a gas, i motori marini ibridi, il risparmio energetico e contenimento delle emissioni gas oltre che la sicurezza e l’impatto ambientale delle unità a navali Fra le Associazioni di categoria l’Istituto Italiano della Saldatura, partner storico, propone il convegno “Evoluzione delle tecnologie di saldatura e di giunzione” mentre Asso.N.A.T. organizza un’iniziativa legata ai porti turistici, Assonautica con “Dopo la crisi, il domani del comparto mare nella provincia di Massa Carrara”, AIAS con “Sistema di gestione sicurezza delle marine da diporto”. La Federazione Italiana Motonautica punta al coinvolgimento di nuove utenze con il convegno “Rilancio e valorizzazione dell’immagine della moto d’acqua...partendo dalla formazione giovanile” mentre nell’area Unimot dedicata al mondo della propulsione e dei motori si terranno workshop e dibattiti con gli operatori.
Nell’Area Vela sono in programma l’attesa conferenza curata da Navimeteo, con le ultime novità in tema di meteorologia marina, e il convegno “Design, Ricerca, Formazione, Innovazione” realizzato nell’ambito di Mille e Una Vela Cup. Compotec, la rassegna Internazionale dei Compositi e Tecnologie correlate, si svolgerà ancora in contemporanea con Seatec mantenendo il focus non soltanto sulla nautica, ma anche sui numerosi settori verso cui è indirizzata: aeronautico, automobilistico, nautico, edile, medicale, design e sport. La duttilità del materiale permette infatti di dare forma e realtà a progetti complessi e audaci e la ricerca ha permesso, nel corso degli anni, di mutuare esperienze da un settore all’altro trasferendo modalità e soluzioni così applicabili in ambiti diversi. L’edizione 2013 si caratterizzerà per la dislocazione di Compotec nel padiglione D, insieme all’area riservata ai Materiali & Applicazioni del Seatec creando una sinergia che farà dell’intero padiglione un punto di eccellenza sia per i materiali e le lavorazioni sia per la costruzione tout court. Per coinvolgere maggiormente gli operatori dei vari settori sono state pro-
grammati i Compotec Days, giornate di approfondimento dedicate ai settori Edilizia, Automotive, Technology, Technology Transfer, Marine, Green Solutions. Le aziende espositrici avranno a disposizione gratuitamente uno spazio LIVE DEMO per una dimostrazione teorica o pratica dei prodotti e delle tecnologie. Di grande interesse le iniziative già programmate a Compotec: il 7 febbraio si svolgerà “Design e Materiali Compositi: lo stato dell’arte” a cura di Decio Carugati e CarraraFiere che affronterà i temi della progettazione e produzione nell’ambito dei compositi con il contributo di autorevoli esponenti del design di differenti ambiti operativi, nautica, aeronautica, automotive. Assomotoracing proporrà un convegno e un’area espositiva sui compositi mentre POLITO propone “Progetto di Strutture sottili in materiale composito avanzato: aspetti teorici, sperimentali e della produzione”, AICO terrà una serie di appuntamenti sui Compositi per l’edilizia, CETMA “Soluzioni out of autoclave per il settore dei compositi”, Università di Perugia Cosimo Brudetti
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seatec / porto&diporto
MYDA premia i progetti più innovativi
Sostenibilità e innovazione per i progetti presentati da studi prestigiosi e giovani designer per aggiudicarsi il Millennium Yacht Design Award 2013
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nche per l’edizione 2013 la giuria che assegna il Millennium Yacht Design Award, premio che viene assegnato a progettisti che hanno firmato imbarcazioni già realizzate o che siano autori di progetti, si è riunita per valutare gli elaborati emettendo un verdetto raggiunto dopo un’attentissima valutazione dei progetti in concorso. Il bando del MIDA 2013 prevedeva la partecipazione in due categorie distinte, quella dei professionisti e quella degli esordienti; entrambe le categorie potevano presentare progetti in tre diverse sezioni: “Nuovi progetti”, “Dream
autori – ha commentato Decio Carugati al termine dei lavori – perché abbiamo tenuto conto oltre che del materiale visivo e delle schede tecniche anche di una valutazione dei lavori alla luce delle tendenze progettuali, dei contenuti innovativi rispetto al mercato al quale si rivolgono oltre che delle caratteristiche del layout esterno e dell‘innovazione tecnologica e produttiva dell’imbarcazione presentata in concorso”.
Boat” e “La Barca a misura d’uomo” . Il lavoro di scelta è stato affidato a un gruppo di “giurati” che vantano specifiche competenze nel campo della nautica: Valerio Cometti, Roberto Franzoni, Mario Ivan Zignego, Christian Grande e Simon Mastrangelo che hanno individuato come presidente Decio Carugati. “É stato un lavoro impegnativo perché la commissione, dopo una prima visione generale, ha esaminato e discusso le caratteristiche dei progetti anche nei dettagli formali oltre che nelle motivazioni progettuali fornite dagli
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A conclusione dei lavori la giuria ha emesso il suo verdetto proclamando vincitore Alessandro Comuzzi nella sezione “Professionisti” per la categoria Nuovi progetti l’imbarcazione a vela per crociera e regata in quanto “Proposta con interessanti spunti per la manifattura e la soluzione progettuale e apprezzando la scelta del legno come materiale”. Molto più ricchi ed articolati i risultati della categoria esordienti che nella sezione “A” ha avuto come vincitore Camillo De Gaspari con il progetto Fast Day Commuter, concept di imbarcazione a motore con carena a triciclo rovescio scelto perché considerato una “stimolante rilettura di imbarcazione ad alte prestazioni che coniuga il comportamento sportivo con la vivibilità degli spazi durante la sosta”. La giuria ha assegnato anche una menzione speciale a Ferrari Yacht Design - ABDesign di Andrea Bocchin per il progetto di “Haus Boot”, considerato come “interessante sperimentazione nel settore delle house boat con pregevoli spunti nel layout e nella distribuzione interna, nonché nel trattamento delle superfici e nel decor”. Nella sezione Dream Boat il primo premio è andato alla coppia di progettisti Domenico Musilli - Emanuela Gallerani, che hanno firmato il Concept di imbarcazione con ruota a pale perché
“interpretazione audace e formalmente interessante di un elemento propulsivo del passato in contrasto con le linee filanti e futuribili dell’insieme”. Menzione speciale nella sezione è andata a Diego Amadei per il progetto IED 40’, un Fast cruiser ecocompatibile con armo a profilo alare semirigido ritenuto dai giurati “Non sogno impossibile ma una futuribile visione con pregevoli spunti progettuali.” Nella sezione “C”, La barca a misura d’uomo, il primo premio è andato ai finlandesi Toni Sokura - Aslak Siimes per il progetto Aukea 32 per la “pregevole e personale distribuzione degli spazi, con l’esaltazione del concetto abitativo in rada, rispetto alla dinamicità, al mero spostamento dell’unità navigante. Si esprime apprezzamento per il riuscito equilibrio tra volume di poppa e la prua attraverso l’elemento orizzontale che include il tendalino”. Fra i progetti in concorso nella sezione riservata alla “barca a misura d’uomo” sono state attribuite anche due menzione speciali: la prima a Edoardo Pitton per il progetto “Sloop 999” per “l’apprezzabile stile e la caratterizzazione delle linee esterne arricchiti da alcuni elementi funzionali come il bompresso e la timoneria basculante. Ben risolto – secondo la Giuria - il posizionamento della zattera di salvataggio all’estrema poppa”.
La seconda menzione è andata a Studio Landini Micelli per il progetto HABIT 32 con uno Scow Cat “convincente interpretazione di una nuova tipologia di carena: scow. Ricerca apprezzabile mirata allo sfruttamento della volumetria interna attraverso soluzioni flessibili all’uso. Economicità e semplicità della costruzione. Ben risolto il posizionamento della zattera di salvataggio all’estrema poppa.” “Come ogni anno ci siamo trovati a valutare tanti progetti che, per numero e qualità testimoniano una grande creatività ma anche la chiara volontà di proporre imbarcazioni oggettivamente cantierabili e con una forte propensione all’innovazione – è la considerazione finale di Roberto Franzoni, architetto e ben conosciuto per la sua attività di critico e giornalista del settore – ma con questa edizione sono emersi con evidenza alcune tendenze importanti: una forte attenzione verso la vela e un grande impegno nell’individuare soluzioni che favoriscono la riduzione dei costi di esercizio e l’impatto ambientale. Avremo modo di approfondire questi aspetti nel corso di SEATEC quando, nel corso della premiazione (prevista per il 6 febbraio) avremo modo di ascoltare direttamente dai vincitori le caratteristiche e le motivazioni progettuali dei lavori che abbiamo scelto”. Stefania Vergani
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seatec / porto&diporto
YARE 2013 esalta la leadership della cantieristica italiana Un nuovo modo di comunicare e promuovere business per l’aftermarket della Yachting Industry
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ià alla fine dell’edizione 2012 era nata l’esigenza di configurare YARE come uno strumento utile alle imprese per analizzare la domanda dei mercati esteri, inquadrare le specializzazioni imprenditoriali e porre a confronto le aziende con la domanda dei principali operatori internazionali. Obiettivo, connotare l’evento come modello internazionale della realtà produttiva e del refit dei grandi yacht forte della leadership mondiale del nostro Paese. In tale senso Viareggio e la Toscana in genere, con YARE interpretano le nuove opportunità grazie alla connotazione molto mirata verso il grande yacht che questo territorio mostra ormai a livello genetico. La strategia che questa forma innovativa di evento per il settore si è posto, si può sintetizzare lungo le seguenti linee: • Coinvolgere operativamente i principali stakeholders nazionali del settore. • Interessare anche i più importanti attori internazionali del mondo del grande yacht, con una presenza convegnistica o di visita all’evento • Interpretare pariteticamente i quattro macro settori del comparto dei grandi yacht: cantieristica, sub-fornitura, portualità, servizi operativi allo yacht. Settori che trovano nel nostro Paese l’eccellenza mondiale • Essere partecipato attivamente dai media di settore ed economici per assicurare la più ampia promozione del settore. L’organizzazione che fa capo a Penta, polo per l’eccellenza nautica toscana, ed in particolare a Navigo, centro servizi
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viareggino per l’innovazione e lo sviluppo della nautica toscana, si è posta l’obiettivo di far incontrare i comandanti dei grandi yacht, i broker, i managers e surveyor, i registri di classe, con i cantieri e le aziende della filiera e le aziende accessoristiche.
Questi gli appuntamenti di Yare 2013: YARE Exhibition Pavilion Route al Seatec, che giunto alla sua 11° edizione, per la prima volta ospiterà un’area interamente dedicata al mondo del refit e all’aftermarket dei grandi yachts. Le aziende partecipanti avranno l’occasione di prendere parte agli incontri B2B con la delegazione di Comandanti che anche quest’anno Yare inviterà numerosi a partecipare all’evento e che organizzerà in tavoli dedicati nel corso delle tre giornate. Di grande interesse per i suoi contenuti, sarà inoltre il convegno di apertura promosso da Penta, il polo dell’eccellenza nautica .To-
scana, mentre sono previsti anche piacevoli eventi “social” collaterali. YARE Crystal Factory Tour - La toscana è un distretto unico al mondo nella nautica da diporto, che si configura come una fabbrica trasparente, di cui Viareggio è il suo cuore operativo. Visitare il distretto, darà l’opportunità di vedere concretamente il processo di costruzione di uno yacht, le novità produttive e di design, le tendenze del mercato. Imprese e laboratori aperti, daranno la possibilità di ricevere visite di una seconda delegazione, dopo quella prevista per il Seatec, di comandanti internazionali, accompagnati in visita o che sceglieranno specifici incontri B2C in un’apposita area dedicata.
La concomitanza con l’Italian Superyacht Forum organizzato dal Superyacht Group darà inoltre, alle imprese partecipanti, la possibilità di discutere del futuro del settore ed esplorare i modi migliori di fare business. Anche durante queste tre giornate sono previsti piacevoli momenti di svago e di networking informale. YARE Italian Superyacht Forum è un evento che pone la sua attenzione sugli aspetti salienti e pertinenti che hanno influenzato e continueranno ad influenzare la crescita e la stabilità dell’ industria degli yachts di grandi dimensioni in Italia. Panels misti aperti a tutti gli operatori, che includeranno i principali attori del Settore, parteciperanno nel corso di questa edizione a intensi dibattiti, discussioni e avranno occasione di scambiare esperienze e contatti direttamente, senza alcun costo di registrazione. La situazione contingente focalizzerà, in particolare, argomenti quali: la panoramica sul settore, le prospettive del comparto dell’aftermarket e del refit e le ricadute economiche sull’industria del turismo costiero nazionale, la ricetta per sviluppare ancor più qualitativamente il turismo nautico d’eccellenza lungo le nostre coste. YARE 365 All Year Round - Obiettivo di Yare sarà quello di dare continuità alla propria attività anche al di fuori dei due eventi espositivi pianificati. Sotto il marchio Yare si susseguiranno nel corso dell’anno dibattiti, workshop e convegni di varia natura che coinvolgeranno operatori del settore e non, cui Yare fornirà un percorso coordinato strategico. In realtà l’interscambio di informazioni, di contenuti e di opinioni nel mondo moderno ed internazionale avviene sempre più tramite la rete, i social network (Facebook - Twitter - Linkedin) e blog dedicati particolarmente ai comandanti. Yare intende proporre un approccio coordinato, grazie ad un opportuno ed approfondito scouting, di tutte le fonti più autorevoli ed utili in materia di normative, informazioni tecniche, aggiornamenti e scambio di opinioni fra stakeholders, oggi reperibili soltanto in maniera frammentata e non facilmente accessibile. Un progetto ambizioso di carattere estremamente innovativo e di grande utilità per tutti gli operatori. Lorenzo Pollicardo
Le motivazioni di un evento legato al business del refit e dell’aftermarket del grande yacht La rinnovata leadership della nostra cantieristica a livello mondiale, la flotta globale che si attesta su numeri di grande interesse e che conferma una forte presenza lungo le nostre coste, l’eccellenza qualitativa della filiera della subfornitura e dell’accessoristica italiana, costituiscono le principali motivazioni di una sempre maggior attenzione a questo business, capace di creare enormi ricadute economiche ed occupazionali lungo le nostre coste.
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armamento / porto&diporto
Grimaldi, prima pietra del nuovo terminal nel porto di Barcellona
Grimaldi Terminal Barcelona sarà la nuova sede del Gruppo partenopeo nel capoluogo catalano Previsti investimenti di circa 20 milioni di euro
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i è tenuto14 gennaio scorso al Muelle Costa nel porto di Barcellona la cerimonia per la posa della prima pietra del nuovo terminal del Gruppo Grimaldi nel capoluogo catalano. Grazie a questo investimento, la compagnia di navigazione italiana consolida il suo forte impegno nel rendere Barcellona epicentro delle proprie attività di trasporto marittimo a corto raggio nel Mediterraneo Occidentale. Alla cerimonia hanno partecipato varie autorità tra cui Santi Vila, Consigliere per il Territorio e la Sostenibilità della Generalitat de Catalunya, Guido Grimaldi, Corporate Truck & Trailer Commercial Director del Gruppo Grimaldi, nonché Mario Massarotti, amministratore delegato di Grimaldi Logistica España. Il Gruppo Grimaldi si è aggiudicato la concessione di 15 anni rinnovabili per altri sette per la gestione del nuovo terminal Muelle Costa nel porto di Barcellona. Guido Grimaldi ha affermato che questo investimento “dimostra la volontà di offrire livelli di servizio sempre più alti in base alle esigenze dei nostri clienti. Il nostro obiettivo è quello di migliorare ulteriormente la vasta rete di autostrade del mare, rafforzando il ruolo di Barcellona come scalo strategico per i servizi dedicati ai passeggeri e alle merci offerti dal Gruppo Grimaldi.” La nuova struttura, che si chiamerà Grimaldi Terminal Barcellona, sarà composta da un edificio di tre piani per un totale di 3.750 metri quadrati, un piazzale pavimentato e una passerella con tre finger per l’accesso dei passeggeri ai traghetti direttamente dal terminal. Il tutto su una superficie totale di 63.000 metri quadrati. Il terminal passeggeri potrà ospitare contemporaneamente 1.800 passeggeri all’imbarco e 1.800 allo sbarco, 1.000 metri quadrati di uffici, circa 350 metri quadrati di spa-
12 - gennaio 2013
Nella foto, a sinistra Guido Grimaldi, Corporate Truck and Trailer Commercial Director del Gruppo Grimaldi, e a destra Santi Vila, Consigliere per il Territorio e la Sostenibilità della Generalitat de Catalunya. zi commerciali, un ristorante e una sala conferenze. Il nuovo terminal ospiterà i vari collegamenti per passeggeri e merci offerti dal Gruppo Grimaldi da e per Barcellona nonché di altri operatori marittimi. Attualmente il Gruppo Grimaldi collega ogni giorno Barcellona con Civitavecchia con l’impiego dei cruise-ferry Cruise Roma e Cruise Barcelona (nel periodo estivo il servizio viene esteso anche a Porto Torres). Il Gruppo offre inoltre un collegamento settimanale per passeggeri e merci per i porti di Livorno e di Tangeri nonché un collegamento trisettimanale per sole merci per i porti di Livorno e Savona. Fabrizio De Cesare
Il Gruppo Grimaldi ha sede a Napoli, controlla una flotta di oltre 100 navi e ha circa 10 mila dipendenti. Facente capo alla famiglia Grimaldi, il Gruppo è uno dei più grandi operatori di navi Ro/Ro nel mondo. Nel 2011 ha trasportato oltre 3 milioni di automobili, circa 1,52 milioni di trailer e TEU e oltre 2,8 milioni di passeggeri. Nel settore passeggeri, oltre a Grimaldi Lines, il Gruppo controlla Finnlines, leader nel Mar Baltico, e la greca Minoan Lines, leader in Adriatico tra Italia e Grecia nonché tra il Pireo (il porto di Atene) e l’Isola di Creta.
gennaio 2013 - 13
armamento / porto&diporto
COECLERICI S.p.A. nuova acquisizione in USA I
Il Gruppo genovese entra nel mercato americano del trading di carbone nella regione dei fiumi Ohio e Mississippi acquisendo la Coal Network Inc.
l Gruppo Coeclerici - uno dei principali operatori nella fornitura di servizi integrati per l’approvvigionamento delle materie prime per il mondo dell’industria siderurgica ed energetica - diventa azionista di controllo al 51% di Coeclerici Coal Network LLC, attraverso l’acquisizione nel mercato statunitense delle attività di Coal Network Inc. Coal Network Inc., con un fatturato annuo di circa 90 milioni di USD e un organico di 16 persone, è una società del gruppo Coal Equity Inc., ha sede a Mason, Ohio, e opera nel mercato del trading di carbone negli USA nella regione dei fiumi Ohio e Mississippi. Il Gruppo Coeclerici entra quindi in un nuovo importante mercato sia dal lato della domanda sia in quanto i bacini carboniferi americani rappresentano una delle fonti più consistenti dell’offerta mondiale, mettendo a frutto e arricchendo la propria consolidata esperienza nella movimentazione via mare di materie prime, e in particolare di carbone, dove opera a livello internazionale da oltre un secolo. L’operazione, conclusa attraverso la società americana del Gruppo, Coeclerici Americas LLC, prevede inoltre la possibilità per
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Coeclerici di acquisire entro cinque anni un ulteriore 35%, portando la propria partecipazione all’86%. A seguito dell’operazione, il fondatore di Coal Network Inc., Ramesh Malhotra, resterà Chairman e azionista di minoranza della nuova società, così come l’attuale Presidente Jerry Quitter e Bill Graybeal, Deputy Chairman di Coeclerici Americas LLC. “E’ con grande soddisfazione che annunciamo questa operazione - ha affermato Paolo Clerici, Presidente del Gruppo Coeclerici - che rappresenta un ulteriore conferma della capacità del nostro Gruppo di muoversi nel contesto competitivo internazionale e di individuare nuovi spazi di crescita. Il rafforzamento della nostra presenza negli Stati Uniti - ha continuato Paolo Clerici – conferma il rapporto solido e di lunga data che vantiamo su quel mercato, consolidatosi durante un secolo di importazioni di carbone americano in Italia, quali agenti esclusivi di Consol Energy. Attraverso questa acquisizione, che rafforza la sede di Miami di Coeclerici Americas LLC, il Gruppo Coeclerici diventa un attore di ancor maggior rilievo in un mercato importante come quello americano”.
Questo nuovo rafforzamento nel settore del trasporto e commercializzazione del carbone fornirà un’ulteriore spinta al programma di ritorno nel settore armatoriale, anche se insieme ad un importante gruppo armatoriale italiano: si prevede di investire nell’acquisto di due nuove navi per il trasporto di carico secco, intorno alle 80mila tonnellate, da ordinare ad un cantiere asiatico con consegna tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015. Michela Fanis L’attività del Gruppo Coeclerici, fondato a Genova nel 1895, con un fatturato 2012 di 600 milioni di Euro e 1.000 dipendenti, si svolge attraverso la divisione Mining che si occupa dell’estrazione di carbone energetico da miniere di proprietà, la divisione Trading operante principalmente nella commercializzazione di materie prime quali carbone, antracite, coke, minerale di ferro; la divisione Logistica che opera nel settore della logistica integrata, dall’attività di cabotaggio a quella di trasporto e trasbordo, la divisione Armatoriale che opera a servizio della divisione trading attraverso navi in contratto di time-charter.
shipping / porto&diporto
Il Gruppo Rina si afferma
nel settore dello shipping arabo Al via la partnership per far nascere “Tasneef”, il primo registro di classificazione navale del mondo arabo.
I
l Gruppo RINA - società privata di classificazione internazionale e membro dell’International Association of Classification Society (IACS) - si è aggiudicato il prestigioso incarico per l’attività di consulenza volta alla creazione di Tasneef, il primo ente pubblico di classificazione navale del mondo arabo che avrà sede ad Abu Dhabi (UAE). Il Registro navale degli Emirati sarà partecipato da società governative degli Emirati e, per intraprendere la propria attività, ha scelto di avvalersi del supporto del RINA che lo seguirà nella fase di sviluppo dei servizi e dei settori di attività in cui andrà a operare. Tra gli obiettivi di Tasneef quello di arrivare a fornire servizi di classificazione a livello internazionale, grazie al rispetto dei requisiti richiesti dall’industria nazionale marittima, dalla bandiera UAE e dallo Shipping mondiale. La partnership tra il Gruppo RINA e Tasneef avrà una durata minima di tre anni e il valore dell’accordo stipulato in questi giorni è
di circa 3,5 milioni di USD. Andrea Di Bella, General Manager per il Medio Oriente del Gruppo RINA, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di essere stati scelti per affiancare Tasneef lungo il proprio percorso di crescita, in seguito ad una gara che ha visto coinvolte le principali società di certificazione internazionali. Il ruolo del Gruppo RINA sarà quello di supportare tecnicamente la neonata società di classificazione permettendole di sviluppare servizi e competenze adatte alle richieste del mercato interno e internazionale, mettendo a disposizione la propria esperienza e lavorando fianco a fianco su nuovi progetti oltre che su navi già in attività”. Rashed Alhebsi, Presidente del Comitato Esecutivo di Tasneef, ha dichiarato: “Abbiamo scelto il Gruppo RINA come partner per questa importante avventura poichè conosciamo bene il valore delle competenze tecniche che è in grado di offrire. Il processo di sviluppo di Tasneef non è la prima
occasione di confronto con il RINA: in passato sono state finalizzate alcune collaborazioni di successo per la definizione del programma di costruzione di alcune unità (classe corvette) per gli Emirati”. “Confidiamo che l’alleanza con il Gruppo RINA si riveli sempre più strategica e di lungo termine, portando entrambe le società a soddisfare la domanda di servizi di classificazione in settori diversi in questa area geografica, nota per le sue risorse” ha concluso Rashed Alhebsi. A sostengno della decisione di puntare sugli Emirati da parte del Gruppo RINA e di Tasneef il fatto che oltre il 60% dei trasporti via mare mondiali passano per questa regione, sopratutto in seguito all’inaugurazione nel 2012 del nuovo porto Khalifa di Abu Dhabi. Nel 2013 saranno oltre 44 i progetti di classificazione seguiti dalle due società che andranno dalle nuove costruzioni alle navi già in servizio. Paola Martino
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shipping / porto&diporto
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utostrade del Mare, ma non solo. Il trasporto marittimo va assumendo una rilevanza sempre maggiore sia in termini di costi che di salvaguardia ambientale. Anche la Commissione Europea sta preparando una nuova direttiva per le politiche marittime del Vecchio Continente in un’ottica di “filiera” dove i trasporti terrestri sono sinergici a quelli via mare o su ferro e dove i porti diventano solo un anello della catena del trasporto. In questi mutati scenari la portualità italiana viene a svolgere un ruolo determinante anche nel disegnare lo sviluppo logistico del Paese. E servono nuove regole. Finalmente è stato approvato al Senato, il 12 settembre scorso, il disegno di legge di riforma della legge 84/94 ma con un testo non ampiamente condiviso. Accanto ad alcune significative innovazioni, permangono forti criticità e carenze di soluzione rispetto a questioni nodali emerse nella ormai quasi ventennale esperienza applicativa della legge 84. Ne parliamo con Tommaso Affinita, attualmente presidente di Ram - Rete Autostrade Mediterranee che è stato anche Presidente del Porto di Bari e di Assoporti. Quali sono gli elementi positivi della nuova normativa che saltano agli occhi? Il primo è lo snellimento delle procedure e delle tempistiche per l’approvazione dei Piani regolatori portuali:
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sarà finalmente rimosso un fattore di pesante ritardo nella pianificazione, ma la vera rivoluzione è nel ruolo delle Autorità portuali che diventano veri e propri players della logistica integrata, in grado cioè di operare fuori dalla cinta doganale dei porti giocando un ruolo importante di coordinamento dei diversi attori presenti sul territorio. Un nuovo articolo inserito nel corpo della legge 84 prevede infatti che le Autorità portuali, d’intesa con le Regioni e gli enti locali, possano promuovere la costituzione di sistemi logistico - portuali, ai fini del coordinamento delle attività di più porti e retroporti appartenenti ad un medesimo bacino geografico o al servizio di uno stesso corridoio transeuropeo. Finalmente si pianifica seguendo logiche di sistema, ma rimane il problema dell’ultimo miglio. La nuova Legge affronta anche il nodo dell’ultimo miglio cioè della più agevole connettività tra gli scali portuali e le reti stradali e ferroviarie che è rimasto finora un fattore di congestione e di imbottigliamento dei flussi di traffico, condizionando negativamente lo stesso sviluppo delle Autostrade del mare. L’autotrasporto ha infatti bisogno di tempi operativi assolutamente certi e quindi di una piena fluidità nell’accesso e nella uscita dai porti. È stata dunque prevista l’istituzione di un apposito Fondo per il finanziamento delle connessioni ferroviarie e stradali con
gli scali portuali, alimentato da un accantonamento nella misura del 5 per cento delle risorse statali che verranno conferite per gli investimenti all’ANAS ed a Rfi spa. E per quanto riguarda la tanto richiesta autonomia finanziaria delle Autorità portuali? Mancando la certezza della copertura il disegno di legge evita la questione. Rimane perciò soltanto la timida novità, introdotta dal recente Decreto “Sviluppo” del giugno scorso, che ha previsto un’autonomia finanziaria limitata all’1% del gettito delle entrate erariali prodotte nei porti e comunque entro il tetto annuale di 70mln di Euro che - come potete immaginare - può servire al massimo a finanziare una nuova banchina in qualche nostro scalo. Come fare, allora, per trovare risorse per i porti? Si deve auspicare un circuito virtuoso che consenta alle Autorità portuali un adeguato volume di investimenti infrastrutturali, alimentando la crescita dei traffici, che a loro volta alimentano il gettito erariale e conseguenti maggiori investimenti. Ci vuole un approccio innovativo che superi vecchie impostazioni legate al solo investimento pubblico per gli interventi di infrastrutturazione e metta in campo strumenti nuovi, dai project-bond al partenariato pubblico - privato attraverso il quale il capitale privato – avvalendosi anche del
Riforma dei porti: sogno o realtà?
Intervista al Presidente Ram, Tommaso Affinita
sostegno di grandi istituzioni finanziarie internazionali come la BEI - investa nei porti, trovando le sue convenienze nella gestione a lungo termine delle infrastrutture realizzate, meglio ancora se si tratta di vere e proprie piattaforme logistiche integrate. E per quanto riguarda le concessioni? Ci sono novità rispetto al regime ed alla durata delle concessioni nel tentativo di coinvolgere i terminalisti nella effettuazione di nuovi investimenti. Non va dimenticato tuttavia che l’interesse degli operatori portuali è prevalentemente orientato verso investimenti operativi (le grandi gru di banchina, attrezzature, magazzini) piuttosto che verso impegnativi interventi infrastrutturali (banchine, ante-murali, dragaggio dei fondali), per cui rimarrà sempre importante l’iniziativa delle Autorità portuali che devono essere perciò finanziariamente irrobustite. Vi sono altri punti di debolezza nella Legge? Vi sono altre criticità, come il mancato “dimagrimento” dei Comitati portuali, la cui composizione rimane invariata. Li definirei pletorici “parlamentini” portuali, vere e proprie camere di compensazione e di mediazione tra i diversi interessi corporativi presenti in ambito portuale, sicuramente una zavorra verso quella evoluzione della gestione in senso manageriale che era stata da più parti sollecitata. Rimane anche irrisol-
ta la questione di una nuova disciplina dei servizi tecnico-nautici che pesano, a loro volta, sulla economicità e quindi sulla competitività dei nostri scali; su questo punto non si può non condividere le preoccupazioni e le proposte espresse, in un recente documento, dagli armatori che operano nel settore delle “Autostrade del mare”. Cosa lamentano? Le autostrade del Mare toccano gli stessi porti per centinaia di volte. La normativa, pur ispirata a motivi di sicurezza della navigazione, ha finito con il garantire forme striscianti di monopolio e di protezionismo all’interno dei porti determinando un aggravio di costi quantificato in circa 100 milioni di Euro all’anno, una “tassa” che – bisogna dirlo – finisce con il ribaltarsi sulle tariffe e quindi, in definitiva, sugli operatori dell’autotrasporto che usufruiscono delle “Autostrade del mare”. Occorrerà allora affrontare questo nodo - che riguarda come sappiamo le operazioni di rizzaggio degli automezzi, il pilotaggio, l’ormeggio - aprendo finalmente a forme di auto-produzione e comunque di attenuazione delle regole stringenti per cui un comandante, che pure conosce a menadito un porto per il fatto di scalarlo centinaia di volte all’anno, non può tuttavia essere dotato di un certificato di esonero dall’assistenza del pilota, come accade invece all’estero. E per quanto riguarda il ruolo dei Presidenti delle Autorità Portuali?
Se da una parte, nel nuovo testo dell’articolo 8 del disegno di legge, si cerca il modo di rafforzare i poteri di iniziativa e coordinamento del Presidente, cercando di emanciparlo dai condizionamenti del Comitato portuale, non si registra quel salto di qualità che pure era stato auspicato, cioè la trasformazione in senso manageriale del ruolo del Presidente per farne davvero una sorta di Amministratore delegato dell’Azienda-porto, sulla falsariga delle migliori esperienze europee. A questo scopo andava incisivamente rivista la procedura di nomina dei Presidenti, liberandola dagli impacci del campanilismo e delle beghe politiche del territorio, per cui la scelta del candidato, invece di orientarsi verso il meglio esistente sul mercato della managerialità, finisce con il rispondere a logiche meramente spartitorie; la soluzione adottata, a mio avviso, acuisce questo rischio giacché conduce ad una sorta di “regionalizzazione” della figura del Presidente, non più scelto in una terna di designati ma indicato dal Presidente della Regione, sia pure a seguito di una preventiva concertazione con gli enti locali. Rimane inoltre quel meccanismo dell’intesa, questa volta a parti rovesciate, con il Ministro delle Infrastrutture che, come ben sappiamo, ha fin qui alimentato non pochi contenziosi e conseguenti lunghi commissariamenti di varie Autorità portuali. Patrizia Lupi
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l Gruppo Contship Italia ha chiuso il 2012 con risultati operativi soddisfacenti rispetto al contesto macroeconomico, grazie ad un’accelerazione che ha caratterizzato il secondo semestre dell’anno; migliorano i porti specializzati nel trashipment a Gioia Tauro e Cagliari mentre calano i volumi nei gateway di La Spezia, Ravenna, e Salerno. Nel business del trasporto intermodale, Oceangate Italia, la società di trazione ferroviaria per il trasporto dei container (presentata lo scorso 28 Marzo) ha operato un totale di 817.000 treni – km. Si consolidano inoltre i volumi trasportati dalla Sogemar e dalla Hannibal, gli operatori multimodali del Gruppo. I risultati del 2012 sottolineano le performance di Medenter Container Terminal (MCT) a Gioia Tauro, che chiude l’esercizio con un incremento del 18% ottenuto nella seconda parte dell’anno. In aumento anche i volumi movimentati da Cagliari International Container Terminal (CICT) che crescono del 4%. CICT non solo conferma il proprio ruolo strategico di hub per il network dei servizi dei propri clienti ma incrementa i traffici in import ed export sardi. In linea con il contesto macroeconomico i risultati dei porti Gateway di destinazione finale. La Spezia Container Terminal (LSCT) e Terminal Container Ravenna (TCR) in particolare registrano una flessione del 9% e del 4% rispettivamente a causa di una generale diminuzione dei volumi in importazione. Al 31 dicembre 2012 i volumi trasportati dal network intermodale nazionale ed internazionale della Sogemar e della Hannibal rimangono sostanzialmente stabili rispetto al 2011 con oltre 3900 treni blocco operati. Oceanogate Italia la nuova società di trazione ferroviaria per il trasporto dei container (presentata lo socrso 28 Marzo) chiude il suo primo anno di attività con oltre 817.000 treni – km. “Il 2013 sarà un anno ancora più complesso di quanto visto negli anni precedenti quando gli effetti della crisi hanno iniziato a manifestarsi – ha dichiarato Cecilia Eckermann Battistello presidente del Gruppo Contship Italia – in Italia il Gruppo prosegue il proprio piano di sviluppo in tutti i terminal marittimi e nel settore del trasporto intermodale e auspichiamo una maggiore attenzione da parte delle istituzioni verso un settore che genera lavoro e sviluppo da molti anni. Un settore che sostiene la competitività del tessuto economico nazionale con ingenti investimenti”. Dopo cinque anni di assenza tornano sulle banchine del La Spezia Container Terminal le navi operate direttamente dalla “K” LINE nell’ambito del servizio MD1 dall’Estremo Oriente verso il Mediterraneo. Nel corso di questi anni, “K” LINE ha comunque mantenuto i propri traffici nel terminal ligure attraverso diversi accordi di partnership. Per sottolineare l’importanza del primo arrivo della portacontainer M/V Helsinki Bridge, Carlo Besozzi, Presidente e Amministratore Delegato di “K” LINE ITALIA, ed alcuni dei suoi principali clienti italiani hanno visitato il La Spezia Container Terminal. In occasione della consegna ufficiale della targa ricordo al capitano della portacontainer da 8.500 TEUS, Lorenzo Forcieri, Presidente dell’Autorità Portuale di La Spezia e Michele Giromini, General Manager di LSCT hanno presentato il piano di sviluppo del porto container spezzino a seguito del rinnovato accordo di concessione siglato il 29 ottobre 2012. Risale, infatti, al 1° agosto 2007 la data in cui l’ultima nave, la M/V Akashi Bridge (220 mt. di lunghezza e 32 mt. di larghezza) del-
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Cecilia Battistello
shipping / porto&diporto
Soddisfacenti risultati per Contship Italia
Risultati operativi 2012 del Gruppo Contship Italia Le navi “K” LINE tornano al terminal Contship di La Spezia la “K” LINE aveva attraccato a La Spezia. Attualmente la portacontainer Helsinki Bridge (335 mt. di lunghezza e 46 mt. di larghezza) riflette il cambiamento che ha visto il Mar Mediterraneo “ospitare” navi di sempre maggior tonnellaggio. L’attracco di quest’ultima ed il ritorno delle navi “K” LINE nel terminal spezzino LSCT conferma la capacità delle sue infrastrutture in grado di ospitare le navi di ultimissima generazione. I dati indicati qui di seguito evidenziano la tendenza alla crescita dimensionale (lunghezza) registrata a La Spezia in questi ultimi anni: 2008 2010 2012
Inferiore a 200 12% 13% 13%
200-250 32% 19% 8%
Lunghezza Nave (m) 250-300 300-350 40% 16% 54% 14% 47% 20%
Superiore a 350 0% 0% 12%
“Due anni fa abbiamo iniziato un programma di ammodernamento delle gru di banchina - ha commentato Michele Giromini - e oggi siamo l’unico terminal contenitori nel Nord del Mar Tirreno in grado di lavorare contemporaneamente su due navi da 14.000 TEUs e da oltre 9.500 TEUs grazie alla presenza di 5 gru per 20 file localizzate sulla parte Est del Molo Fornelli e 4 gru per 18 file più 1 per 6 file sulla parte Ovest del Fornelli, dove continuerà il piano di ammodernamento delle gru nel corso del 2013 con l’obiettivo di poter soddisfare sempre di più le necessità dei nostri clienti. La dimensione delle navi “K” LINE è cresciuta in breve tempo e questa nuova opportunità ci permette di sottolineare a questo importante cliente che il nostro terminal è già oggi in grado di ospitare il futuro. Se “K” LINE dovesse impiegare navi di ulteriore maggiore stazza allora La Spezia potrà divenire una scelta naturale”. “Nell’ultimo anno, considerando le navi operate all’interno dell’alleanza CKYH, abbiamo incrementato i nostri volumi a La Spezia di oltre il 30%. - ha commentato Carlo Besozzi, Presidente e Amministratore Delegato di “K” LINE ITALIA - L’elevata qualità ed affidabilità dei servizi offerti fanno di La Spezia la scelta obbligata per soddisfare i nostri clienti che ci conoscono e ci apprezzano per la cura dei servizi che dedichiamo loro in Italia. I nostri clienti possono, infatti, beneficiare delle numerose connessioni ferroviarie che rendono il terminal di La Spezia il porto a minor impatto ambientale tra i principali gateway nel Sud Europa” “Già nell’ultima parte del 2012 avevamo avvertito i segnali di una ripresa di vivacità e di interesse per il nostro porto e per il terminal LSCT, in particolare. Nel dicembre scorso, infatti, la movimentazione ha segnato una inversione di tendenza con una crescita del 4,1% rispetto allo stesso mese del 2011 – ha dichiarato infine il presidente dell’Autorità Portuale della Spezia, Lorenzo Forcieri - Confidiamo che il 2013 segni l’avvio di una progressiva ripresa economica così come testimoniato da questo nuovo importante servizio K LINE”. Il servizio MD1 scalerà i seguenti porti: Quingdao, Shanghai, Ningbo, Yantian, Hong Kong, Shekou, Singapore, Suez, Piraeus, La Spezia, Genoa, Barcellona, Valencia, Piraeus, Suez, Singapore, Hong Kong. Sandro Minardo
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infrastrutture / porto&diporto
Porto di Venezia, volano per l’economia del Veneto Ne parliamo con Claudia Marcolin, Segretario Generale dell’Autorità Portuale e socia Wista
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porti dell’Alto Adriatico, fino ad oggi penalizzati rispetto ai “cugini” dell’area tirrenica, vanno assumendo un ruolo sempre più determinante negli equilibri mediterranei. Venezia ne è un esempio, con alcuni numeri che fanno riflettere. Non solo nel settore crociere e passeggeri dove si conferma al secondo posto in Italia. Nel 2012 sono stati quasi 430 mila i container movimentati posizionando la città lagunare al secondo posto tra i porti NAPA, dopo Capodistria. Un risultato positivo soprattutto se letto all’interno di uno scenario critico per i traffici a livello mondiale. L’alleanza adriatica di Venezia, Trieste, Ravenna, Capodistria e Fiume sembra funzionare e i teus raggiunti complessivamente sfiorano 1.8 milioni mentre le merci arrivano a ben 118.7 milioni di tonnellate. Una ottima performance che ha quadruplicato la movimentazione rispetto al 2004 e che sottolinea ancora una volta come il “fare sistema” sia la strategia vincente per mantenere e attirare nuovi traffici. Quello che favorisce una regione fortemente export-oriented come quella nordestina, spiega Silvia Oliva, economista e segretario alla ricerca della Fondazione Nord Est, è la presenza e la qualità delle infrastrutture, fattore di competitività in gradodi agire come volano per la crescita dellaricchezza e del benessere del territorio,permettendo alle imprese di intraprenderele proprie strategie di sviluppo fuoridai confini nazionali, pur mantenendo saldamente la loro presenza locale con inevitabili benefici anche per l’occupazione. Inoltre la possibilità di avere nel Nord Est un sistema (già) ricco e (non) integrato di infrastrutture – aeroporti, interporti, porti, ferrovie – permetterebbe di sfruttare appieno le potenzialità della collocazione geografica di questo territorio posto come cerniera naturale tra l’Europa e un Est che sta mostrando grandi capacità di crescita e che rappresenta un bacino dimercato e di internazionalizzazione straordinario e imperdibile. Infatti, a fronte di una Europa Occidentale che procede con ritmi di crescita molto differenziati (Germania +1,5%, Francia +1%, Regno Unito +2%, Svezia +2,3%, Spagna 0,1%, Italia -0,3%), nei mercati dell’Europa Orientale la crescita per il 2013 si prospetta pari al 3,2%, in Turchia al 3%, in Romania e nei mercati Extra Europei al 4%, in Corea all’8,8%, in Cina al 7,3%, in India al 6,2%, nei paesi Asean -5%. L’essere snodo dei movimenti di merci e saper gestire flussi di beni, servizi, persone tra Est e Ovest e tra Nord e Sud, non solo favorisce il commercio delle imprese locali, ma permette anche di mantenere sul territorio la ricchezza proveniente dall’insieme di catene internazionali del valore che nel Nord Est si incrociano e si ramificano verso i diversi contesti internazionali. Ne parliamo con Claudia Marcolin, Segretario Generale dell’Autorità Portuale. Come si è chiuso il 2012 per il porto? Se guardiamo ai numeri complessivi si registra un leggero calo (-3.6%) nel tonnellaggio complessivo – in linea con i principali scali mondiali - e un sostanziale mantenimento dei traffici di rinfuse liquide e solide con picchi positivi nella movimentazione di petrolio grezzo (+4.6%), carbone (+50%) e minerali (+3.1%). La gestione dei prodotti siderurgici e dei project cargo (carichi eccezionali) di cui il porto di Venezia – grazie alla particolare configurazione delle banchine e alle professionalità esistenti - detiene l’esclusività del trasporto nell’alto Adriatico fanno segnare un +1.5%. Nel settore passeggeri la crisi greca ha causato un forte calo per quella destinazione mentre si mantengono più stabili le Crociere. Quali sono le prospettive per il 2013? I segnali sono positivi. Da ottobre dello scorso hanno abbiamo registrato una crescita del +10,4% del tonnellaggio complessivo delle merci, +18.6% per le rinfuse liquide e +26.6% le rinfuse solide, bene le rinfuse siderurgiche (+32,7%),
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+88% il petrolio grezzo, +55% il carbone, +130% i cereali. Segnali positivi anche in attesa della certificazione dei nuovi pescaggi prevista per inizio marzo e alcune disposizioni in merito alla navigazione notturna. Quali prospettive per il terminal Offshore? Cosa ne pensano gli operatori? Il Presidente Paolo Costa ha incontrato a Ginevra a fine anno, Gianluigi Aponte, presidente del gruppo MSC, per condividere con lui le strategie di sviluppo e presentargli il progetto del terminal offshore. Un incontro proficuo al quale ha partecipato anche Payam Foroudi, Amministratore delegato di Halcrow, la società inglese di Claudia Marcolin ingegneria che ha curato lo sviluppo tecnico dello scalo. Il progetto del terminal d’altura è avanzato tecnologicamente ed è un progetto competitivo – in termini di resa – rispetto ai principali porti mondiali e in grado di rispondere – grazie a 20 metri di fondale e banchine da almeno 1 chilometro – al trend dello shipping mondiale. Ma la novità è rappresentata dall’integrazione fra offshore, sistema di chiatte e terminali a terra, che consentirà di sfruttare le vie fluviali, come già avviene in altri casi, come ad esempio ad Anversa. Quali sono le ricadute occupazionali delle attività portuali? Secondo una recente ricerca condotta dall’Autorità Portuale insieme al Comune sono 1.178 le imprese e 16.886 gli occupati per attività connesse al porto. La rilevazione dei dati, che si basa su due criteri: uno geografico ed uno funzionale, misura la dimensione del porto all’interno del sistema economico locale, attraverso la definizione del parametro occupazionale. Sono state individuate tutte le imprese che si situano in ambito portuale – Marghera e Marittima – e sono state classificate in base alle attività svolte e al loro rapporto con la funzione portuale. Dai dati risulta evidente l’evoluzione occupazionale che ha interessato l’area di Porto Marghera dove si assiste ad una progressiva diminuzione delle lavorazioni industriali, compensata in parte da un aumento dei traffici commerciale. A porto Marghera infatti ci sono 4.298 occupati in attività portuali, 1.654 in attività industriali che fanno uso delle banchine, 1.736 occupati in attività industriali senza uso di banchine e 1.348 occupati in attività non esclusivamente collegate alla portualità. A questi si aggiungono 1.468 occupati in attività portuali che lavorano in sedi al di fuori dell’ambito portuale (Comune e Provincia di Venezia, Regione Veneto ed Italia). In Marittima si contano 1.618 occupati in attività portuali, frutto della specializzazione funzionale dei traffici che ha eliminato da quest’area tutte le attività industriali. Stiamo conducendo uno studio per la valutazione dell’impatto economico delle attività portuali nell’economia veneziana. Con l’aiuto di Veneto Lavoro infine contiamo di realizzare anche il censimento dell’indotto connesso alle attività portuali. Patrizia Lupi Claudia Marcolin, 36 anni, padovana, laureata in Giurisprudenza all’Università di Padova ha conseguito un Master in Diritto ed Economia dell’Integrazione europea. Parla correntemente inglese e spagnolo, per il passato ha lavorato presso il Gruppo Autostrade Brescia-Padova Spa per cui curava le attività tecnico-legali per la realizzazione di nuove autostrade secondo le procedure di finanza di progetto. Tra il 2005 e il 2008 ha ricoperto il ruolo di policy advisor presso la Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo dedicandosi a numerosi dossier tra cui: sicurezza marittima e delle infrastrutture stradali, direttiva “Eurovignette”, regolamento finanziario delle reti TEN-T, affrontando tutte le fasi legislative previste a livello comunitario. Dal settembre 2008 dirige lo Staff del Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia occupandosi del coordinamento delle direzioni dell’ente nelle attività strategiche. E’ membro di WISTA Italia (Women’s Iternational Shipping & Trading Association), l’associazione delle donne attive nel settore marittimo.
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infrastrutture / porto&diporto
Taranto costruisce un “ponte” fra Asia ed Europa F
urono gettate la scorsa estate le fondamenta del “ponte”ideale fra Taranto e l’Oriente quanto il porto ionico si presentò alla fiera “Transport Logistic China 2012” dove incontrò la Port Authority di Shanghai ed operatori di rilevanza internazionale nel settore dello shipping come China Shipping (CSCL). Una occasione ghiotta per presentare le potenzialità dello scalo ad operatori cinesi ed internazionali, resa ancora più appetibile dal precedente accordo di cooperazione avviato da Taranto con il porto di Rotterdam. Proprio per favorire le relazioni tra Taranto e l’area di Shanghai furono stabiliti accordi con SMTPA – Shanghai Municipal Transport and Port Authority, l’ente pubblico di governo del porto e il SIPG – Shanghai International Port Group, l’operatore privato, di rilevanza internazionale, che gestisce terminal in tutto il mondo ed investe nei settori in via di espansione. In quella occasione fu firmato un Protocollo di Intesa con il SISI – Shanghai International Shipping Institute. L’obiettivo dell’accordo era quello di sviluppare progetti comuni nel campo accademico, industriale e commerciale. In particolare, il protocollo prevedeva il miglioramento delle relazioni con i rispettivi Governi e con gli operatori
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commerciali e le industrie per accrescere il ruolo del SISI e dell’Autorità Portuale di Taranto nello shipping internazionale. Prevista anche la realizzazione di ricerche e momenti formativi a favore del management, nonché l’organizzazione di eventi quali occasione di confronto tra docenti universitari di assoluto livello ed esperti delle istituzioni, del commercio e dell’industria. Il Protocollo d’Intesa mirava, infine, alla realizzazione, sia in Cina che in Italia, di un network nel settore del trasporto marittimo e in quello dei porti che promuova lo scambio di informazioni e la condivisione di risorse. Il SISI è il più importante istituto di ricerca ed indirizzo specializzato nel trasporto marittimo e nella portualità, una diretta emanazione della Shanghai Maritime University (Università Marittima di Shanghai) che contempla tra gli affiliati enti pubblici e privati come China Shipping, COSCO, Shanghai International Port Group (SIPG), China Port Association, Shanghai Municipal Transport and Port Authority, eccetera. La caratteristica peculiare di questa istituzione pubblica cinese è il rapporto osmotico con gli operatori e con le istituzioni portuali e logistiche: di fatto presentarsi al SISI significa promuoversi presso tutto il mondo imprenditoriale e istituzionale marittimo e portuale
di Shanghai, la città più popolosa del mondo. Importantissimo quindi il fatto che il SISI abbia inserito lo scalo jonico e l’AP nel proprio network al fine di costruire un solido asse Cina-Italia che potesse costituire il ponte per tutti i traffici commerciali sulla rotta AsiaEuropa. Il SISI, interessato all’attività di docenza universitaria del Presidente dell’Authority pugliese, Sergio Prete, avvocato specializzato in diritto della navigazione, in virtù di un gemellaggio fra le Università, gli propose di partecipare direttamente all’attività di ricerca scientifica dell’Istituto. La proposta non è rimasta sulla carta e Sergio Prete, in occasione di una sua recente visita su invito del SISI in Cina, ha tenuto una serie di workshop, lezioni e conferenze durante i quali ha presentato al SISI, nonché ai rappresentanti imprenditoriali ed istituzionali di Shanghai, il Porto di Taranto e il suo Piano Operativo triennale 2012-2014, evidenziando come il suo utilizzo, rispetto ai porti di Anversa e Amburgo, già oggi possa consentire agli operatori cinesi un notevole risparmio di tempo e di denaro per far arrivare le loro merci a Monaco in Germania. E’ stato, inoltre, presentato al SISI un suo approfondito studio comparativo sulle normative che regolano, in modo eterogeneo, la proprietà e l’impiego
Sergio Prete delle aree portuali nel mondo, con particolare riferimento al confronto tra la normativa italiana e quella cinese. Infine, il Logistics and Maritime Transport Working Group, della Camera di Commercio Europea di Shanghai, unitamente alla Camera di Commercio Italiana in Cina, ha organizzato un meeting riservato agli operatori del settore all’interno del quale è stato presentato il Porto di Taranto e le sue potenzialità quale hub europeo per lo shipping e la logistica. Al termine della sua visita in Cina Ser-
gio Prete è stato nominato membro del “Comitato degli Esperti” del Shanghai International Shipping Institute, primo europeo a ricevere questo importante riconoscimento. Gli esperti del SISI, nell’ambito dell’International Cooperation Department, hanno individuato l’Autorità Portuale di Taranto, quale partner occidentale, dell’area mediterranea con il quale instaurare rapporti di collaborazione finalizzati anche ad individuare le opportunità di investimento di capitali cinesi in Europa nel settore dello shipping. Tali relazioni potranno generare opportunità di investimenti e incrementare i traffici marittimi tra i porti cinesi e lo scalo ionico. Nel prossimo mese di marzo alcuni membri del SISI faranno parte della delegazione cinese che sarà in visita in Puglia, ed in particolare presso il porto di Taranto, nell’ambito del programma di promozione dell’internazionalizzazione dei sistemi produttivi locali, settore logistica, organizzato dalla Regione Puglia. L’invito alla missione di incoming in Puglia sarà esteso anche ad alcuni componenti del SIPG (Shanghai International Port Group) nonché alle Autorità Portuali di Shanghai e Shenzhen. Sabrina Bertini
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infrastrutture / porto&diporto
Lo shipping triestino punta allo sviluppo dei traffici Il rigassificatore di Zaule non compatibile con le previsioni di sviluppo del porto di Trieste
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n record senza precedenti per il Porto di Trieste: 411.247 i Teu movimentati nel 2012 con un +4,6% sul 2011 e un aumento che supera il raddoppio rispetto ai 201.290 Teu del 2005. Con questa comunicazione del presidente Marina Monassi è iniziato il recente Comitato Portuale tenuto agli inizi di Gennaio, particolarmente importante in cui i traffici navali, le movimentazioni delle merci e dei passeggeri in continua crescita e con un esponenziale sviluppo previsionale, sono stati alla base dell’adozione della deliberazione sul Terminale di rigassificazione di GNL localizzato nel Porto di Trieste, località Zaule della società Gas Natural Rigassificazione Italia Spa. Il Comitato Portuale ha approvato con 14 sì (tra i quali quelli di Provincia, Comuni di Trieste e Muggia, Camera di Commercio, Spedizionieri, Autotrasportatori, Terminalisti, rappresentanti dei lavoratori delle Imprese portuali e il rappresentante del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti-Opere marittime per il Fvg), due astenuti e un voto contratrio la delibera che adotta le osservazioni contenute nello studio “Porto
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di Trieste – Compatibilità della domanda di trasporto al 2020” di dicembre 2012; in particolare ritiene il progetto del terminale di rigassificazione presentato dalla società Gas Natural nel comprensorio di Zaule non compatibile con le previsioni di sviluppo del Porto di Trieste, così come delineate nel Piano Regolatore Portuale già adottato dal Comitato Portuale nel mese di maggio 2009. Si è deliberato quindi di dare mandato al presidente dell’Autorità Portuale o a un suo delegato di esprimere parere non favorevole al progetto del terminale di rigassificazione presentato dalla società Gas Natural in sede di conferenza dei servizi presso il ministero dello Sviluppo economico e in tutte le ulteriori sedi competenti e di avviare le azioni di tutela delle aree demaniali marittime e patrimoniali dell’Autorità Portuale contro il procedimento di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio delle stesse. Si è stabilito infine di rendere presupposto della delibera la lettera del “Ministero delle Infrastrutture e Trasporti - Ufficio tecnico per la regione Friuli Venezia Giulia e Opere marittime
per il Fvg” a firma del dirigente, ing. Giorgio Lillini. La lettera dell’ing. Giorgio Lillini rileva, tra le altre considerazioni di merito espresse, come “La fattibilità tecnica del rigassificatore è inscindibilmente connessa a quella del metanodotto da Trieste, Grado e Villesse”. Interventi considerati “inseparabili da un punto di vista tecnico e amministrativo”. Per quanto concerne il procedimento relativo al metanodotto, l’ing. Lillini ha rilevato come “il tracciato del metanodotto attraversa un canale marittimo e tutti gli specchi acquei dal canale navigabile alle dighe foranee, con una sicura interferenza con la navigazione portuale e con la sicurezza delle aree a terra limitrofe”. In conseguenza di queste decisioni sono state inviate al ministero dell’Ambiente le integrazioni richieste per la riapertura della procedura di VIA e il 21 gennaio prossimo il ministro Corrado Clini incontrerà in Prefettura le amministrazioni locali per verificare quanto da loro predisposto nell’ambito della riapertura del procedimento. FDC
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infrastrutture / porto&diporto
Containers e gateway ferroviario il successo di Gioia Tauro
A
Gioia Tauro, si chiude l’anno con un importante traguardo che va oltre le aspettative. I dati sono chiari e registrano una crescita pari al 18,5%, con una movimentazione che supera i 2 milioni e 700 mila teus. Si tratta di un dato rilevante che conferma Gioia Tauro il primo porto italiano nel settore dei container e attesta, soprattutto, che lo scalo calabrese ha avuto la maggiore crescita tra tutti i grandi scali italiani di settore. Proiettandosi, così, in una posizione centrale nel circuito del Mediterraneo. Contrariamente, quindi, ai dati mondiali diffusi da “Container Trades Statistics” (CTS), sull’andamento globale del traffico containerizzato via mare, che ha regi-
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strato un generale calo, a Gioia Tauro si chiude l’anno in positivo. Il traffico container ha, infatti, chiuso il 2012 con circa 2.720.000 teus, rispetto all’anno precedente concluso con una movimentazione pari a 2.300.000. E una differenza in positivo di circa 420 mila teus. Stesso andamento al rialzo è stato registrato nel settore delle auto che ha chiuso l’anno con 145.121 vetture movimentate, rispetto al 2011 fermo a 108.367 autovetture, e con un conseguente aumento percentuale del 33,92% che, in termini assoluti, ammonta a 36.754 movimenti in più. L’immagine dei traffici internazionali, invece, a livello com-
plessivo, è offerta dallo studio del Cts che analizza il calo del traffico merci a livello mondiale, relativo al secondo semestre del 2012. In base al report, “il mese di ottobre si è rivelato essere un mese negativo (il quinto consecutivo) per le compagnie di navigazione che operano servizi di linea. Il commercio italiano via mare di merci containerizzate, avendo totalizzato un volume complessivo pari a 10.466.000 teus, ha infatti registrato un deterioramento del 1,5% rispetto allo scorso settembre e una contrazione pari al 6,5% rispetto al picco di 11.193.600 teus dello scorso maggio, nonché una diminuzione
del 5,5% rispetto al volume dell’ottobre 2011”. Si tratta di uno scenario di crisi che però a Gioia Tauro non trova riscontro, vista la sua decisa ripresa. Nel primo porto italiano di transhipment, infatti, l’asticella dell’andamento del traffico merci ha ripreso a proiettarsi verso l’alto. E si tratta di una tendenza consolidata ormai da diversi mesi. Un ottimo risultato che pone fine al periodo buio che ha segnato, negli ultimi anni, la vita della scalo calabrese. A contribuire a risalire la china sono stati gli ottimi dati registrati sia nel settore container che in quello delle auto. Si tratta di dati importanti che fanno recuperare al porto di Gioia Tauro la centralità nel trasporto delle merci nel Mediterraneo. Alla base della ripresa vi è senz’altro l’entrata della Msc di Aponte (tramite la sua associata Til) che ha messo radici a Gioia Tauro, dopo aver acquisito il 33% delle azioni della Medcenter Container Terminal (Mct). Da quel giorno, la presenza, in banchina, della Mediterranean Shipping Company s’è fatta notare, con un aumento costante e mensile delle sue navi.
Non è un caso, quindi, se l’accordo, a ben presagire, fu salutato con interesse dal presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi. “Da oggi - disse in quell’occasione Grimaldi - si potrà guardare con spirito positivo agli sviluppi dei traffici e, quindi, alla crescita del nostro scalo portuale che, infrastrutturalmente, ha tutte le carte in regola per ritornare a guidare la leadership del circuito internazionale del transhipment nel Mediterraneo”. A dare man forte al clima positivo sono stati gli addetti allo scalo, grazie alla loro riconosciuta professionalità, che hanno recuperato con caparbietà la necessaria produttività. A testimoniare l’alto livello di infrastrutturazione del porto di Gioia Tauro, a luglio scorso, la presenza in banchina, contemporaneamente, di tre mega portacontainer del gruppo armatoriale Mediterranean Shipping Company (MSC) che sono state caricate e scaricate, anche in questo caso contemporaneamente, dalle gru del terminal. Si tratta delle Ultra Large Container Carrier (ULCC) “MSC Kalina”, che è lunga 366 metri e ha una capacità di carico pari a 13.798 container teu, “MSC Katrina”, lunga 365,8 metri e della capacità di 12.967 teu e “MSC Teresa”, che può caricare 14.0364 teu ed è lunga 365,5 metri. Ma non finisce qui. Oltre
ad intensificare i traffici via mare, e quindi il settore del transhipment, l’Autorità portuale ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. La sua nuova scommessa è passata attraverso la pubblicazione del bando di gara internazionale per la realizzazione del gateway ferroviario. Gioia Tauro punta ad essere così un corridoio intermodale comunitario che andrebbe ad inserirsi nell’asse transeuropeo Helsinki - La Valletta. L’obiettivo è quello di intercettare i traffici tra l’Estremo Oriente e l’Europa. “Grazie allo sviluppo dell’intermodalità, - ha spiegato con soddisfazione il presidente dell’Autorità portuale ing. Giovanni Grimaldi - che è il naturale completamento del servizio di transhipment del nostro scalo, e vista la sua centralità nel Mediterraneo, Gioia Tauro potrebbe, così, essere uno strategico corridoio intermodale europeo ed, altresì, un nodo di rilevanza nazionale, in quanto assume il ruolo di crocevia di diverse modalità di trasporto”. La realizzazione dell’infrastruttura parte, al momento, da un finanziamento di 20 milioni di euro che giungono dall’Unione Europea. Gli altri 20 dovranno essere garantiti dal promotore privato. Del resto, le specifiche peculiarità del gateway ferroviario risultano essere in linea con i maggiori terminal europei. Il suo buon biglietto da visita è dato dalla centralizzazione delle operazioni ferroviarie che saranno affidate ad un unico gestore, appunto quello privato che vincerà la gara internazionale, e che poi potrebbe anche gestire il tratto di raccordo con la rete ferroviaria nazionale. Alla base della sua funzionalità vi è l’assenza di rotture di carico aggiuntive e le distanze del terminal adeguate agli standard. Italo Merciati
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infrastrutture / porto&diporto
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Rivalta Scrivia investe nel freddo
ato nel 1963 con l’obiettivo di realizzare il “porto secco” di Genova per velocizzare le procedure di smistamento delle merci e aumentare la produttività del porto del capoluogo ligure, l’Interporto di Rivalta Scrivia è oggi una realtà consolidata, una struttura operante non solo come retroporto di Genova ma anche come snodo a vocazione internazionale. La costante evoluzione della struttura e dei servizi offerti lo pongono costantemente all’attenzione degli operatori del settore da tutta Europa. In particolare, sullo sviluppo dei servizi offerti al settore alimentare Porto&diporto ha intervistato l’AD della struttura, Roberto Arghenini. “Strategicamente abbiamo creato per il settore dell’alimentare e dei prodotti a temperatura controllata una specifica business unity: oltre al settore delle commodities, dove eravamo già presenti, al settore dell’alimentare a secco, a temperatura ambiente, e al settore di largo consumo, abbiamo creato anche quest’ultimo settore, che è quello in cui abbiamo investito maggiormente in questi anni perché
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riteniamo ci sia ancora spazio per una sua riorganizzazione e perché c’è della domanda importante. Riteniamo che nel settore delle merci a temperatura controllata si avrà una crescita nei prossimi anni; infatti i prodotti freschi, come anche i prodotti surgelati e la loro conservazione nel rispetto delle procedure e normative sempre più vincolanti per la gestione dei prodotti alimentari, avranno una sempre maggiore diffusione sui mercati di consumo”. Quale è stata la risposta della domanda? Devo dire che siamo stati anche premiati, sia dai clienti dalla grande distribuzione sia dai clienti dell’industria perché effettivamente il tema della materia prima alimentare e del prodotto fresco è abbastanza acerbo, c’è ancora spazio a far crescere l’offerta. Il vostro mercato da quali flussi è caratterizzato? Siamo storicamente presenti su tutti i prodotti e merci dell’interscambio internazionale quindi sulle materie prime in importazione e sul prodotto finito in esportazione perché evidentemente il mantenimento del prodotto fresco in
import è vincolato a tematiche di servizio rivolto alla materia prima e vuole una gestione di quest’ultima a supporto delle attività di produzione e distribuzione. La produzione avviene durante picchi dell’anno a seconda della maturazione dei diversi prodotti, ma poi la distribuzione avviene durante tutto l’anno e quindi c’è la necessità di mantenere inalterate le caratteristiche qualitative per tutta la durata di un ciclo produttivo. Possiamo dimensionare l’attività? Noi oggi siamo sulla materia prima alimentare con una quota di trecentomila tonnellate l’anno e di queste quasi un terzo si muovono a temperatura controllata, ovvero hanno l’esigenza di dover essere gestite e mantenute a un livello qualitativo elevato fino al loro ingresso in una catena produttiva. E su che area operate? Oggi la materia prima elementare impegna quasi 80mila mq di magazzino e la parte a temperatura controllata impegna circa 60mila metri cubi che si sviluppano su circa 8mila mq di magazzino.
Numeri importanti, che investimenti vedono? In termini di investimento dobbiamo dire che quelli più importanti fatti in questi anni sono stati rivolti alla grande distribuzione, alle piattaforme ortofrutta, salumi, latticini, carne e pesce surgelato che hanno impegnato molte risorse. Consideri che noi oggi complessivamente su una superficie di 450mila mq di magazzino dedichiamo il 20 percento alla temperatura controllata che va da + 8 a – 25 gradi. Un grande sforzo, ha riscontro? Riteniamo che sul mercato nazionale ci sia lo spazio per creare una rete logistica e distributiva per le merci che devono viaggiare e temperatura controllata: è una tipologia di merce dove c’è un’offerta inferiore alla domanda di mercato al contrario di quello che si registra per le merci tradizionali dove in alcune aree geografiche si registra un eccesso di offerta. Quante strutture offrono questa tipologia di servizio? Di infrastrutture generaliste come la nostra non ce ne sono tantissime perché è un mercato abbastanza nuovo, mentre molte aziende della grande distribuzione si sono organizzate in house per avere dei centri propri per gestire questi prodotti. A livello di operatori logistici non sono tanti, ma soprattutto non sono tanti ad aver queste dimensioni. Ci sono altri interporti che hanno
investito nel settore offrendo strutture significative, però nell’ambito di una offerta di servizi logistici questa è quella che ha vissuto una crescita della domanda abbastanza significativa negli ultimi anni. Potrebbe essere un modello da esportare? Credo che il modello organizzativo di Rivalta sia un modello organizzativo esportabile tant’è che i belgi che hanno appena comprato il pacchetto di maggioranza lo hanno fatto in funzione del fatto che esiste un modello organizzativo di loro gradimento: hanno apprezzato soprattutto il fatto che ci sia questa prevalenza di offerta nei settori in cui loro credono, che sono appunto le materie prime alimentari, le commodities, i prodotti alimentari in genere sui quali loro vorrebbero crescere. Come è composta la proprietà dell’interporto di Rivalta? La società è oggi controllata per il 90 percento dalla Katoen Natie multinazionale che opera nel settore della logistica con un modello organizzativo simile al nostro, proprietaria di grandi infrastrutture e che offre servizi avendo la proprietà dell’infrastruttura come sua caratteristica peculiare; il secondo socio, che ha una parte del 10 percento residuale, è il gruppo Gavio, poi altri piccoli soci storici che sono rimasti nella compagine. Maurizio De Cesare
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ricerche / porto&diporto
Check-up Mezzogiorno con la crisi persi 24 mld di pil Confindustria - SRM: necessario concentrare risorse su impresa, lavoro e condizioni di vita
L
’economia del Mezzogiorno è ancora nel mezzo della “tempesta perfetta” e i principali indicatori sono ancora ben al di sotto dei livelli pre-crisi. Secondo i dati del Check-up Mezzogiorno pubblicato da Confindustria e SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, tra il 2007 e il 2011 il PIL del Mezzogiorno, in termini reali, ha subito una riduzione di quasi 24 miliardi di euro (-6,8%); più di 16 mila imprese hanno cessato di esistere (0,9 % del totale imprese del Sud) sebbene siano aumentate le società di capitali (+7.400 solo nell’ultimo anno). Il numero di occupati si è ridotto di circa 330 mila unità (quasi la metà della riduzione ha interessato la sola Campania) e il tasso medio di disoccupazione dei primi due trimestri nel 2012 è salito al 17,4% rispetto al 13,6% registrato nel-
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lo stesso periodo del 2011, anche per effetto dell’aumento delle persone in cerca di lavoro. Il principale segnale positivo viene dall’export, l’unica variabile che è tornata al di sopra dei valori pre-crisi: dal primo semestre 2011 al secondo semestre 2012 le esportazioni nel Mezzogiorno sono aumentate del 7%, il doppio del Centro-Nord. Il persistere della crisi è causa e effetto del forte calo degli investimenti pubblici e privati. La spesa in conto capitale si è ridotta, dal 2007 al 2011 di circa 7 miliardi di euro. Nello stesso periodo, gli Investimenti Fissi Lordi nel 2011 sono diminuti di 8 miliardi di euro (-11,5%) e particolarmente rilevante è stata la caduta degli investimenti nelle costruzioni (-42,5%) e nell’industria in senso stretto (-27,8%). La quota di imprese mani-
fatturiere che hanno investito è andata progressivamente calando, dal 37,4% nel 2008 al 23,6% nel 2011. Il calo dell’occupazione e le crescenti difficoltà economiche delle famiglie stanno determinando una vera “emorragia di capitale umano”. Sono sempre di più, infatti, quelli che decidono di lasciare il Mezzogiorno per andare a vivere nel Centro-Nord o all’estero (110 mila nel solo 2010). Peraltro il Mezzogiorno non utilizza gran parte del capitale umano che resta sul territorio: i giovani con età compresa tra 15 e 24 anni che non studiano o non lavorano nel Mezzogiorno rappresentano il 33% del totale, contro il 25% registrato in Italia. Questi dati indicano che è necessario non disperdere risorse e concentrare gli interventi per il Sud su tre direttrici: in primo luogo l’impresa, per
favorire la ripresa degli investimenti, il superamento del limite dimensionale, l’export, e l’innovazione; in secondo luogo il lavoro, con l’adozione di misure urgenti per frenare l’emorragia di capitale umano; e in terzo luogo, le condizioni di vita dei cittadini del Mezzogiorno. La ripresa passa necessariamente dalla costruzione delle condizioni affinché nel Mezzogiorno si possa restare e vivere bene. In quest’ottica il pieno utilizzo delle risorse europee è decisivo. Con il Piano d’Azione Coesione è stata posta una base importante per migliorare l’efficacia degli interventi, ed è fondamentale che tali risorse entrino al più presto nel circuito economico per sostenere investimenti e occupazione. La ripresa dell’intero Paese è legata a doppio filo alla capacità di reazione del Sud.
Europa – segnali di ripresa? SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) presenta il nuovo numero della rivista “Dossier Unione Europea”, dedicato all’analisi dei settori e dei territori che stanno mostrando dinamismo e voglia di uscire dalla crisi economica, ma che soprattutto si caratterizzano per spiccata capacità innovativa e di internazionalizzazione. Riflessioni e testimonianze sono state
infatti raccolte nell’ambito del turismo, comparto che SRM segue con attenzione, e del settore high-tech dell’aeronautica, con un’intervista ad un big player internazionale quale Alenia. Al trasporto marittimo, settore strategico per il nostro Paese e per l’intera Europa, è poi dedicata un’intera rubrica con analisi sugli scenari internazionali e interviste agli operatori: dai rappresentanti dei porti adriatici di Trieste e Koper ai vertici di Maersk Line e MSC, carrier leader mondiali del trasporto marittimo. Tra i partner europei e competitor dell’Italia, il Dossier guarda alla Slovacchia, Paese in crescita nonostante la crisi in termini di PIL, export e molto dinamico in termini di attrazione di investimenti esteri. Questi i temi dell’intervista con l’Ambasciatrice in Italia, Maria Krasnohorska.
Ad arricchire poi gli approfondimenti di questo numero: le collaborazioni con l’EPEC-European Public-Private Partnership (PPP) Expertise Centre (emanazione della Banca Europea per gli Investimenti e della Commissione Europea), il Ministero degli Affari Esteri e Confindustria con un saggio sulla programmazione comunitaria 2014-2020. «Dossier Unione Europea – spiega Massimo Deandreis Direttore Generale di SRM e responsabile della rivista – intende guardare alle migliori esperienze e testimonianze europee, offrendo un valido supporto agli operatori economici e uno stimolo al confronto con la dimensione europea, per ricordare che lo sviluppo dell’Italia e del Mezzogiorno non può prescindere dal contesto comunitario e mediterraneo del quale siamo parte integrante». Alberto Medina
Il Dossier Unione Europea è una rivista semestrale di carattere tecnico-operativo, realizzata da SRM per il monitoraggio delle politiche europee a favore dello sviluppo e della competitività di imprese e infrastrutture. Nato nel 1993 come veicolo interno di informazione e autoformazione aziendale, ha riscosso nel tempo larghi consensi tra gli operatori pubblici e privati, trasformandosi nel 1999 in una rivista registrata. Il Dossier U.E. propone articoli, analisi, dati e interviste che approfondiscono le tematiche del mondo delle imprese, quello delle infrastrutture e delle politiche pubbliche, dal punto di vista comunitario e dell’impatto sullo sviluppo locale, con un’attenzione particolare ai fondi europei. Proprio su questo tema, offre un servizio online, realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo Eurodesk, e dedicato ai bandi europei: uno “scadenziario” costantemente aggiornato, e disponibile sul nostro sito web, per fornire in modo semplice e concreto un aiuto alle imprese e agli operatori che desiderano accedere ai finanziamenti offerti dall’UE.
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trasporti / porto&diporto
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Port Package in arrivo dall’Europa
trasporti, si sa, sono al centro dell’attenzione della Comunità Europea che fonda la sua ragion d’essere sul libero scambio di merci e persone. Sono dell’ottobre 2011 le nuove linee guida per lo sviluppo delle reti di trasporto trans-europee Ten-t, definite dalla Commissione Europea nella proposta al Consiglio e al Parlamento Ue. La rete centrale, il core network, dovrà essere conclusa entro il 2030 sulla base di dieci principali corridoi di trasporto. Quali i nodi che la costituiscono? Sono state individuatele infrastrutture che movimentano il maggior volume di merce cercando di creare un ambiente favorevole per la competitività, progettando la realizzazione di adeguate infrastrutture materiali e implementando i sistemi di interconnessione con le reti ditrasporto. Sono stati individuati 80 porti europei che sono le principali porte di accesso per oltre il 70% della merce in entratae in uscita dal continente Europeo. Il comprensive network, che sarà realizzato entro il 2050, coprirà quasi interamente il territorio comunitario soddisfacendo l’esigenza di una totale coesione tra gli Stati Membri. Da tempo si parla del port package ma il momento è critico per la storia dell’Unione Europea. Non ci sono certezze di ripresa e sembra inverosimile riuscire ad uniformare sotto una direttiva comunitaria tutte
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le specificità di ogni porto. La paura della recessione pesa sulle prospettive di crescita degli Stati Membri ed ogni Paese intende garantirsi uno spazio di autonomia all’interno del libero mercato. Molte sono le domande che si pongono gli addetti ai lavori. Il Finanziamento pubblico è da considerarsi un aiuto di Stato? Cosa significa liberalizzazione del lavoro portuale? Vanno liberalizzati anche i servizi tecnico nautici? Come considerare il self handling? Accade che l’esigenza di apertura al mercato portata avanti dalla Commissione si scontri con le specificità nazionali delle realtà portuali: i pool di manodopera variano, nella composizione e nella natura, come è diversa la natura delle Autorità Portuali. C’è come un gap normativo tra l’Europa e gli Stati Membri, per cui non tutte le questioni possono essere risolte richiamandosi al Trattato istitutivo della Comunità Europea. A Bruxelles si sostiene che esistono delle pratiche restrittive che condizionano negativamente la capacità operativa di molti porti e che le regole devono essere uniformate. Ma la settima legislatura è in scaden-
za, c’è tempo fino a febbraio 2014. Ci prova Dimitrios Theologitis, il dirigente dell’unità Porti e Navigazione fluviale della Direzione Mobilità e Trasporti (DG Move) della Commissione Europea. In una recente intervista alla newsletter dell’Autorità Portuale di Livorno, PortNews, Theologitis ha riassunto quanto fatto nell’attuale legislatura: «Abbiamo individuato un percorso chiaro e definito, inquadrato i problemi che affliggono la portualità europea e compreso quali siano i fattori che li hanno influenzati. Ora ci siamo finalmente dati degli obiettivi e li abbiamo analizzati assieme agli stakeholder durante la recente conferenza sulla revisione della politica portuale. I risultati raggiunti – confessa Theologitis – sono ancora parziali e c’è pericolo di scontro all’interno dell’Unione Europea. ”La Germania insiste perché l’Ue imponga ai paesi in difficoltà impegni di natura contrattuale che li spingano a varare le riforme strutturali necessarie e l’ennesimo richiamo all’austerity da parte dei paesi rigoristi (Finlandia, Svezia, Olanda) potrebbe avere delle conseguenze sulla po-
litica Ten-T e sul Connecting Europe Facility, il nuovo piano di investimenti di 50 miliardi di euro destinato a infrastrutture, energia e digitale. Insomma, il rischio è che le politiche sui trasporti siano penalizzate a favore di altri settori, come agricoltura e coesione. Espo, l’associazione dei porti europei, ha chiesto di non toccare i 32 miliardidi euro destinato all’infrastrutturazione della Comunità, essendo le uniche risorse per rendere più competitivo il Sistema Europa grazie anche alle reti Ten-T. Fra l’altro sono solo una parte delle risorse necesarie che dovrebbero essere recuperate attraverso forme come il project financing o altri strumenti di finanza innovativa La Commissione, nel frattempo, ha aperto una seconda consultazione fra operatori, armatori, terminalisti, autorità portuali. Theologitis sa bene, come gli operatori del settore, che esiste un secondo aspetto rilevantissimo per il funzionamento delle connessioni ed è la “semplificazione”. La Port Policy, sostengono a Bruxelles, non si esaurisce con le TenT. E’ necessario promuovere iniziative tese alla semplificazione delle procedure di controllo, favorendo lo short sea shipping e le Autostrade del Mare. Quali gli strumenti? Ad
esempio il Blue Belt project, che dà alle autorità doganali la garanzia che una nave che dichiari di trasportare merci intra comunitari e abbia effettivamente visitato solo iporti dell’Ue. In questo modo il carico amministrativo viene ridotto notevolmente. «Nel 2015 – sostiene Theologitis su PortNews – le comunicazioni tra i porti e le navi saranno esclusivamente elettroniche. Anche per questo motivo il nostro prossimo obiettivo è quello di adottare in tutta Europa un modello comune di single window. I benefici sarebbero immediati, a cominciare dalla eliminazione della documentazione cartacea. Non dimentichiamo, inoltre, che la decisione E-customs del 2008 prevede che i paesi membri si adoperino per rendere operativa una struttura di servizi a interfaccia unica: sarebbe bello che il sistema di controllo della merce fosse lo stesso per tutte le modalità di trasporto». Infine la questione dell’accesso al libero mercato che riguarda gli aiuti di stato, servizi Tecnico nautici e mercato del lavoro. Le risorse statali, secondo Bruxelles, dovrebbero servire per rea-
lizzare interventi di infrastrutturazione generale, per garantire accessibilità a tutti e affidata tramite gara d’appalto. Di solito la Commissione approva opere che servono al raggiungimento di obiettivi di comune interesse come la sicurezza o la protezione ambientale. Negli altri casi si deve valutare se il fondo pubblico non costituisca un indebito vantaggio per un solo soggetto o se alteri la concorrenza all’interno di un porto. Per quanto riguarda la liberalizzazione dei servizi tecnico-nautici si fanno dei distinguo sui diversi servizi. Il pilotaggio, per esempio, può considerarsi indispensabile e considerarsi un servizio pubblico, per le esigenze di sicurezza della navigazione. Il rimorchio ha caratteristiche economiche e tecniche diverse e potrebbe prefigurarsi una sana competizione tra più operatori all’interno di un singolo porto. La questione è delicata, come quella del mercato del lavoro. Molte le divergenze tra gli Stati Membri e c’è il rischio di ripetere gli errori commessi nella precedente legislatura dalla De Palacio con i due tentativi falliti di riforma della politica portuale. Rimane ancora un anno per vedere i risultati concreti della Port Policy europea. Patrizia Lupi
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trasporti / porto&diporto
Il mercato dell’autotrasporto sceglie Transpotec Logitec Nuove occasioni di incontro ed opportunità di business Confermata la presenza delle case costruttrici
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ranspotec Logitec, il salone organizzato da Fiera Milano dedicato ai trasporti e alla logistica che si terrà a Veronafiere dal 28 febbraio al 3 marzo 2013, continua ad arricchirsi di occasioni di interesse ed opportunità esclusive per tutti gli operatori. Il mercato italiano dell’autotrasporto sceglie di investire e supportare la filiera, nonostante la fase di crisi che sta attraversando. A conferma di ciò la presenza diretta in manifestazione delle case costruttrici, tra cui IVECO e MAN, che presenteranno al Salone i loro modelli di ultima generazione. Iveco avrà a Transpotec un’importante area espositiva interna ed una esterna adibita alle prove veicoli dell’intera offerta prodotto. Dopo il significativo investimento che ha portato alla nascita del Nuovo Stralis Hi-Way, già apprezzato dal mercato e premiato International Truck of the Year 2013, questa sarà per Iveco un’occasione importante per incontrare i propri clienti e partner. La casa tedesca MAN presenterà, invece, i nuovi mezzi Euro 6 e i servizi studiati per rendere più competitiva l’attività degli autotrasportatori in una grande area espositiva, con l’obiettivo di sostenere con la sua presenza lo sviluppo del settore a livello europeo. Oltre alle case produttrici, anche le componenti della filiera offriranno in mostra numerose occasioni di incontro e business, dando la possibilità agli autotrasportatori di informarsi valutare strumenti e servizi innovativi e vantaggiosi. Alla manifestazione saranno presenti anche i maggiori rimorchisti, con la loro ampia gamma di prodotti, quali rimorchi, semirimorchi, bighe, porta-container, cisterne alimentari, per carburanti e materiale chimico/infiammabile e molto altro. Non mancherà l’offerta di furgoni isotermici,
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centinati e soluzioni innovative per trasportare ogni genere di materiale. Grande spazio verrà dato anche a tecnologie e componentistica con assalisti e produttori di ralle, oltre ad una vasta scelta in ambito di aftermarket, grazie a importanti produttori di ricambi, componenti ed allestimenti per motrici e trailer. Molti mezzi e tecnologie, a Transpotec, ma anche prodotti indispensabili quali carburanti e additivi, offerti dai maggiori player del mercato. Numerosi sono anche i servizi dedicati agli autotrasportatori, le cui esigenze sono al centro del progetto espositivo: carte carburante, carte pedaggio e le opportunità dalle borse di carico. Inoltre, uno spazio di 3000 mq ospiterà Tracky Village, una “fiera nella fiera” organizzata da FAI Service, importante cooperativa di servizi per l’autotrasporto e partner strategico della manifestazione, che attraverso i suoi associati proporrà assistenza fiscale, servizi finanziari ed assicurativi, servizi dedicati all’attività dell’autotrasportatore su autostrade, valichi italiani ed europei, navi, treni navetta e traghetti, oltre al pronto intervento ambientale e molto altro. A Transpotec, inoltre, i visitatori avranno l’opportunità di scoprire live e provare direttamente gli ultimi modelli dei veicoli di tutte le principali case costruttrici in aree esterne appositamente attrezzate grazie alla collaborazione siglata con tuttoTrasporti, main, media partner della manifestazione. Inoltre, per risparmiare sul biglietto di ingresso, sarà presto possibile per tutti registrarsi on line. A partire da metà gennaio sul sito www.transpotec.com si potrà infatti richiedere il proprio biglietto a soli 4 euro, invece di 12. Stefano Meroggi
trasporti / porto&diporto
Con “Jamme card” ricarichi da casa e viaggi con UnicoCampania
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asta file agli sportelli e perdite di tempo per acquistare un abbonamento di bus e treni. Adesso c’è Ticket@home e consente di ricaricare l’abbonamento mensile per bus e treni con Jamme card, stando seduto comodamente in poltrona a casa o in ufficio ed evitare lunghe file agli sportelli. E’ il rivoluzionario progetto messo a punto da UnicoCampania, il primo in Italia di ricarica del titolo di viaggio in tempo reale. L’iniziativa è resa concreta grazie alla collaborazione con la società Neural engineering spa. La procedura è semplicissima: l’utente Jamme card inserisce nel proprio computer il dispositivo Usb che il Consorzio mette a disposizione in comodato d’uso gratuito, segue le istruzioni per procedere alla ricarica dell’abbonamento e, in maniera del tutto sicura, acquista on line il titolo di viaggio, utilizzando la propria carta di credito. Il presidente del Consorzio, Claudio Cicatiello, assicura che nessun’altra operazione è richiesta: l’utente potrà servirsi, da subito, della card che avrà proceduto, lui stesso, a ricaricare. Per i promotori dell’iniziativa i vantaggi sono diversi: nessuna coda agli sportelli, nessun orario di apertura
o di chiusura degli esercizi commerciali da rispettare, nessun bisogno di avere a disposizione danaro contante. Il progetto è realizzato in collaborazione con la veneziana Neural engineering, società di alta tecnologia, che si occupa della progettazione e produzione di sistemi elettronici ed informatici e che ha implementato un proprio sistema hardware – firmware - software che consente la scrittura da remoto delle card elettroniche. “L’innovazione tecnologica è supporto imprescindibile per la tariffazione integrata. Ecco perché -spiega il direttore del Consorzio, Antonietta Sannino- già nel 2011 l’ente è stato tra le prime realtà italiane ad introdurre le smart card contactless per gli abbonamenti annuali sviluppando, nello stesso tempo, un sistema sicuro e aperto ai diversi fornitori di apparati di bigliettazione: validatrici, terminali di ricarica e di controllo. Il servizio Ticket@ home è pertanto un ulteriore tassello che si va ad aggiungere in questa direzione, nell’ottica di ampliare le possibilità di scelta dell’utente e, in ultima analisi, di semplificargli la vita”. La Neural engineering è stata creata nel 2002 da Oreste Venier, esperto in elettronica ed informatica, con laurea in
Fisica conseguita presso l’università di Pisa. Attualmente la società sta avviando un processo di fusione con un’azienda di famiglia più grande, la Eraclit Venier, attiva dal 1925 nel settore industriale. L’obiettivo è sviluppare i campi di ricerca applicativa dell’azienda verso l’integrazione on-board di funzioni di calcolo ed elaborazione prima appannaggio esclusivo di sistemi esterni alle schede stesse per la grande potenza di calcolo richiesta. Fanno parte oggi del Consorzio UnicoCampania l’Air (area servita Napoli, Avellino e provincia), Amts (servizio urbano di Benevento), Anm (Napoli e provincia), Circumvesuviana (provincia di Napoli e di Avellino), Clp (area casertana), Cti/Ati (servizio urbano di Avellino), Cstp (area di Salerno), Ctp (area metropolitana di Napoli e di Caserta), Eavbus (area napoletana e casertana), MetroCampaniaNordest (provincia di Napoli, Benevento e Caserta), Metronapoli (rete metropolitana di Napoli), Sepsa (area Flegrea, con le due linee Cumana e Circumflegrea), Sita (province di Napoli, Avellino e Salerno) e Trenitalia con la rete ferroviaria regionale fino a Salerno e a Capua. Eduardo Cagnazzi
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trasporti / porto&diporto
Trasporto urbano green il made in Italy per Vienna
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a Passignano sul Trasimeno, la tecnologia italiana del trasporto green arriva a Vienna, città per tradizione attenta alla mobilità sostenibile. Tanto da essere votata per la quarta volta come città più vivibile al mondo. Dall’autunno scorso, infatti, sono in dotazione alla Wiener Linien, l’azienda che ha in gestione il servizio tramviario e su gomma locale, i primi bus elettrici con pantografo realizzati dalla società umbra Rampini. I bus correranno lungo i viali del centro storico dove una volta circolavano le carrozze della principessa Sissi e di suo marito, l’imperatore Francesco Giuseppe. Si tratta dei primi veicoli di una commessa di dodici, realizzati da Rampini, da oltre 65 anni leader nella progettazione e realizzazione di mezzi speciali e bus urbani. Muniti di pantografo, i veicoli sono tra i primi autobus di serie di medie dimensioni (Midibus) completamente elettrici prodotti in Europa per un’intera linea del centro città. Prodotti in serie, dispongono di un impianto di batterie di bordo in grado di coprire l’intero fabbisogno energetico compreso aria condizionata e riscaldamento. Tra i principali vantaggi, rispetto ai tradizionali bus alimentati a carburante diesel o a gas, si annoverano un fabbisogno energetico
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che si riduce di circa il 25%, costi di manutenzione minimi ed un funzionamento ad emissioni zero. Nella città viennese saranno impiegati sulle linee 2A e 3A. Il veicolo è dotato di pianale ribassato, con due porte provviste di sistema antischiacciamento ed è conforme agli elevati standard dell’intera flotta viennese. Al suo interno il midibus è in grado di ospitare 26 passeggeri in piedi e altri 13 a sedere. E’ inoltre dotato di spazio sufficiente ad accogliere una sedie a rotelle. Altra novità è lo chassis: di concezione moderna, si compone di un telaio costituito da una struttura autoportante in tubolari elettro-saldati, sabbiati, verniciati e sigillati; mentre la carrozzeria esterna è realizzata con materiali altamente resistenti alla corrosione. “Con queste soluzioni - commenta Giuseppe Lepore, amministratore delegato Marketing dell’azienda - si è raggiunto questo significativo obiettivo: disporre di un autobus totalmente elettrico, compreso l’impianto di riscaldamento e condizionamento per il conducente ed i passeggeri”. La trazione del bus è assicurata da un motore Siemens in grado di erogare la potenza continua di 85 kW. Ma, mentre i tradizionali motori diesel sono in grado di offrire un’efficienza pari a circa il 25%, l’efficienza di
questo motore trifase si innalza fino a circa il 90%. L’impianto frenante è inoltre concepito di tipo rigenerativo: non appena il conducente solleva il piede dall’acceleratore si attiva il primo stadio di recupero dell’energia e il motore agisce da generatore. Azionando il pedale del freno, il recupero di energia subisce un incremento nel corso del primo terzo della corsa del pedale; i successivi due terzi della corsa hanno la funzione di attivare il sistema pneumatico. Le batterie installate a bordo hanno una capacità di 96 kWh e la ricarica avviene presso le fermate capolinea: il pantografo, montato sul tetto del bus, assorbe corrente elettrica dalla linea aerea e la convoglia al caricabatterie. ”Grazie ai nuovi autobus elettrici -afferma il vice sindaco di Vienna, Renate Brauner- la nostra città ha compiuto un importante passo avanti diventando così una delle poche al mondo ad utilizzare questo tipo di mezzi per il normale servizio di linea. I nuovi autobus diventano quindi anche per i nostri ospiti stranieri una dimostrazione del fatto che Vienna dispone di una delle linee di trasporto più moderne nell’ottica dell’ecocompatibilità ambientale”. Eduardo Cagnazzi
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formazione / porto&diporto
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L’imprenditore alato
el 2006 a seguito di un decreto ministeriale e dall’intuizione di Danilo Iervolino, classe 1978, nasce l’Università Telematica Pegaso; sei anni fa non poteva sapere che quel suo cavallo di strada ne avrebbe fatta davvero tanta: cinquantamila studenti laureati, oltre duecento dipendenti, cinque splendide sedi sul territorio nazionale (Napoli, San Giorgio a Cremano, Roma, Torino, Palermo), una sede nuova di zecca a Palazzo Zapata, nel cuore di quella Napoli borbonica, stella del Mediterraneo, di cui re Carlo III di Borbone si innamorò, quando incontrando con lo sguardo il mare che si culla nel golfo più bello del mondo, esclamò: “un pezzo di cielo caduto sulla terra”. Soffermiamoci su questo patrimonio di bellezza, in particolare sulle sedi d’esame che quest’imprenditore ha scelto in Campania: il Chiostro della Basilica di Santa Chiara, primo monumento partenopeo per numero di visitatori, il Chiostro di Santa Maria la Nova e Villa Vannucchi a San Giorgio a Cremano. La categoria della bellezza utile permea la filosofia del giovane Presidente, anche perché ci troviamo in una delle regioni italiane con la maggiore concentrazione di beni culturali, eppure una delle più martoriate sotto il profilo dell’illegalità e della recessione economica. E allora la sfida ad un certo punto per lui deve essersi prefigurata con chiarezza: fare qualcosa per questa regione, per i suoi abitanti, partendo da un’idea che un decreto ministeriale rese attuabile: studiare, abbattendo i vincoli imposti dalle università tradizionali – vincoli spaziali e temporali. Dal 2006 studiare con un’università telematica significa formarsi in un’università senza barriere, apprendere, sviluppare competenze dovunque e a qualsiasi ora del giorno e della notte. Una rivoluzione copernicana che ovviamente in prima battuta ha interessato i lavoratori desiderosi di completare gli studi o approfondire la conoscenza di alcuni settori e che oggi comincia a registrare l’interesse anche dei giovanissimi che hanno grande dimestichezza con la tecnologia, i cosiddetti nativi digitali, che dunque sono portati con naturalezza a scegliere l’apprendimento via web. Va sottolineato che l’offerta formativa dell’Università Telematica Pegaso, pur essendo realizzata a distanza, è continuamente integrata da incontri in presenza, come testimonia la vivacissima attività convegnistica del recente periodo, senza contare che lo stesso Ateneo è in attesa di
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autorizzazione da parte del Ministero per altri sette corsi di laurea con relativi seminari in presenza, oltre i due corsi di laurea già attivi, giurisprudenza e scienze umanistiche. Un impegno professionale forte, sorretto dalla convinzione che si può lavorare con successo, anche laddove le altre istituzioni sono attraversate da dissesti di ogni tipo e le risorse umane sono disperse e invisibili a causa di un sistema per nulla meritocratico. L’attività della Pegaso recepisce con lucidità le istanze socioeconomiche del territorio, talvolta ancora inespresse: ad esempio, l’iniziativa relativa all’Accademia Forense, corsi post laurea destinati agli avvocati, che di fatto ha anticipato la norma introdotta dal legislatore, che obbliga gli avvocati a specializzarsi ulteriormente per poter continuare ad operare. Una progettualità universitaria che guarda con favore alla correlazione economia-territorio, inteso come spazio fisico e bacino economico di produttori e consumatori, elemento moltiplicatore delle potenzialità di un’area e fattore di promozione di una comunità nel suo complesso. Danilo Iervolino e la sua squadra hanno saputo testimoniare con l’operato quotidiano che si può fare impresa anche in assenza di finanziamenti statali, partendo da una buona idea, realizzandola con un lavoro tenace, tenendo sempre un comportamento etico che è un prerequisito per la fidelizzazione a lungo termine, poiché beni immateriali come reputazione, fiducia, creatività, attenzione, partecipazione di mente e cuore sono i pilastri che materiano la vera e
sana competitività. Beni che concorrono sì alla redditività di un’azienda ma rinsaldano anche alleanze di lunga durata, promuovendo un pensiero sistemico che presup-
pone innumerevoli attori, coinvolti in un processo di costruzione di una cultura aziendale improntata alla reciprocità, allo sviluppo di un autentico sentimento di appartenenza. Gli imprenditori visionari, e grazie a loro ve ne sono di eccellenze aziendali all’ombra del Vesuvio, possiedono antenne ben orientate verso l’esterno: il fattore prossimità che promuove la cooperazione tra soggetti eterogenei si rivela cruciale nella messa a punto di interventi sinergici, tesi alla costruzione di reti formative ed economiche, che le trasformano in una sorta di learning area. Zygmunt Bauman, che il Presidente di quest’ateneo ama spesso citare, ha scritto di recente: “Se il dibattito sul modello di una società giusta ha perso gran parte del suo fervore e del suo slancio, è soprattutto per la mancanza di un soggetto credibile in grado di agire con la volontà e la capacità di portare avanti un tale progetto”. L’Università Telematica Pegaso rappresenta una minuscola
parte di società ma sta lì a testimoniare ogni giorno di più che gli imprenditori coraggiosi possono concepire e realizzare ponti verso l’immortalità, che hanno il pregio di non cedere al tempo che passa, ma soprattutto riescono a ricucire lo strappo tra il nucleo dolente degli atteggiamenti illegali, conniventi, disperanti e i modelli di civiltà e di cittadinanza attiva. E d’altronde, dove se non nei luoghi eminenti dell’istruzione e della formazione può trovare posto migliore una fucina che concorra al futuro di un paese? Con i piedi ben saldi nel presente per trasformare gli studenti in gestori anziché gestiti, soggetti attivi e creativi, anche a partire da micro realtà che sappiano dar voce e far emergere chi ha davvero qualcosa da dire, micro realtà con una valenza territoriale superiore perché specifica, distanti anni luce dallo scorante scenario contemporaneo di crisi, da cui si può uscire solo mediante consistenti cambiamenti culturali che non possono che precedere sempre e comunque quelli strutturali. Abbiamo un bisogno pressante di reti virtuose, di filiere formative e produttive all’insegna della distintività culturale, anche nell’ottica dell’internazionalizzazione, reti in grado di ampliare la dimensione del mercato del lavoro locale, che non siano incompatibili per insufficienze strutturali, con il mercato europeo e globale. Non è facile moltiplicare gli interlocutori e, di pari passo, non snaturarsi. Lo sforzo di Danilo Iervolino va infatti costantemente in una direzione: costruire una precisa fisionomia in linea con la propria mission, promuovendo l’identità dell’ateneo ben oltre i confini nazionali - tanti sono gli accordi anche con università estere. La comunicazione social che il Ministero dell’Istruzione, Ricerca e Università incoraggia sembra dirci “esprimetevi, fateci conoscere le vostre idee, dateci uno spunto di riflessione”. Il paese si aspetta che i giovani si facciano avanti per reiventarlo. Beh, qui in Campania uno che è giovane e che ha liberato le sue energie creative, lo abbiamo. Uno che è convinto che un’impresa sana possa restituire qualcosa non solo agli azionisti, bensì anche al territorio sul quale opera e alla comunità che in quel luogo è radicata. Alessandra Schettino
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propeller / porto&diporto
La primavera araba e le strategie diplomatiche e commerciali italiane “L
a primavera araba e i problemi del Medio Oriente. Quale futuro per i traffici commerciali e crocieristici per i porti adriatici associati al NAPA”: questo il tema del meeting organizzato presso la Venezia terminal Passeggeri dall’International Propeller Club Port of Venice al quale, oltre a numerosi operatori e imprenditori, hanno partecipato i rappresentanti dei Clubs di Ravenna, Monfalcone e Trieste mentre brillava l’assenza dei responsabili degli enti portuali impegnati nel far decollare il “Sistema portuale dell’Alto adriatico” con i porti di Ravenna, Venezia, Trieste, Capodistria e Fiume associati nel NAPA. I paesi delle sponde Sud ed Est del Mediterraneo hanno mantenuto, in media, nel 2011, un tasso di crescita superiore al 4% con punte fino al 7,6% come è stato per la Turchia. Un trend questo che dovrebbe continuare anche nell’anno in corso. Si tratta di un mercato di oltre 600 milioni di consumatori che ha registrato un incremento del 12% per un valore di circa 320 miliardi di euro nell’interscambio con i paesi dell’Unione europea nel 2011. La quota dell’Italia è di 60 miliardi di euro e rispetto al 2010 si è registrato nel 2011 un incremento di quasi l’8%. Tra le regioni italiane la sola Lombardia con oltre 14 miliardi di euro nel 2011 rappresenta un quarto dell’intero interscambio nazionale. “Se da una parte siamo di fronte ad uno scenario in costante evoluzione, dall’altra in Europa - ha esordito aprendo i lavori il presidente del Port of Venice Massimo Bernardo - siamo impegnati in progetti comunitari, come le reti TEN ed in particolare il corridoio n. 1, il n. 5 e quello balcanico progettati per riequilibrare quel flusso di traffici che
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sempre più interessa l’area mediterranea, quella occidentale ma, ancor più, quella orientale di questo mare nell’ormai necessaria razionalizzazione dei flussi tra il Nord ed il Sud Europa”. E’ in questo contesto che si inserisce anche l’iniziativa transnazionale deno-
minata NAPA che mira alla realizzazione di un vero e proprio range portuale del Sud Europa nel quale si inserisce anche il progetto di porto offshsore voluto non solo dal presidente dell’Autorità Portuale di Venezia che con grande lungimiranza l’ha proposto, ma dalla
A sinistra Massimo Bernardo e Arduino Paniccia
stessa Unione europea che in parte ne ha finanziato lo studio. “Allora - ha continuato Bernardo viene subito da chiedersi quale sarà la nuova geografia dell’economia e, in particolare quella del trasporto nel Mediterraneo tenendo anche conto della globalizzazione dei mercati, tradizionali ed emergenti che ne condizioneranno lo sviluppo senza dimenticare che, per esempio, la Cina ha acquistato terminal importanti come Pireo e Salonicco, quest’ultimo per gestire i suoi commerci da e per l’Europa balcanica o, per fare un altro esempio la nascita di altri grandi hub nei porti del Nord Africa? Viene da chiedersi se i nostri porti, ed in particolare quelli adriatici, saranno destinati a ruoli di mero cabotaggio e feederaggio oppure, se, in questo nuovo contesto economico, potranno competere ospitando anche navi commerciali o crocieristiche di ultima generazione? Conseguentemente, visto quanto oramai sta già succedendo nel campo delle cosiddette “economie di scala” sempre più necessarie ed applicate per la crisi economica in atto, quale sarà il futuro di tutti quei “transitari” come spedizionieri e agenti marittimi sempre meno coinvolti per il sempre più stretto rapporto tra compagnie di navigazione e terminalisti? Come poi superare la guerra tra poveri, quella che, come si è recentemente visto in Assoporti, contraddistingue i rapporti tra Autorità portuali dei due nostri mari agevolando intese trasversali come avvenuto tra Genova e Ravenna e in tempi passati tra Genova e Trieste sempre a scapito di Venezia? Quale poi sarà il ruolo dei porti cosiddetti minori nel sistema alto adriatico, quelli di Monfalcone, Portonogaro, Chioggia e Portolevante? Quale sarà, infine, il ruolo dell’Interna-
tional Propeller Club che rappresenta proprio per le diverse appartenenze imprenditoriali, il vero catalizzatore del mondo dell’impresa nel vasto cluster dell’economia del trasporto? Proprio da qui – ha concluso Bernardo - dovrebbe partire lo “start up culturale”, frutto dell’esperienza di chi vive questa economia ponendosi ogni giorno a confronto diretto su questa nobile, quanto complessa frontiera, per dare indicazioni e strategie credibili e possibili per costruire un sempre più stretto dialogo tra politica e mondo dell’impresa superando sterili campanilismi, esternazioni autoreferenziali o traguardi irraggiungibili, comportamenti questi non in linea con quanto la nuova globalizzazione impone a cominciare dalla conoscenza della cultura e degli indelebili postulati di vita dei nostri interlocutori siano essi libici, egiziani, libanesi, siriani, cinesi o indiani, solo per citarne alcuni”. Questa dovrebbe essere la vera primavera italiana: da una parte un nuovo modo di fare impresa dall’altra l’apertura di una nuova armoniosa percorribile “rotta” per ridare credibilità e successo internazionale al cosiddetto “Sistema Paese” probabilmente ancora ignaro di quale possa essere il ruolo dell’Italia e forse della stessa Europa rispetto a questo grande cambiamento epocale che sta interessando le sponde del Mediterraneo. “Il cambio di direzione nella politica estera della Francia dopo la caduta di Sarkozy, la contrazione delle risorse pubbliche in Europa ed in Italia destinate alle attività di supporto all’internazionalizzazione per le imprese e le cosiddette primavere arabe, con il relativo cambio di interlocutori istituzionali nei Paesi della sponda Sud e le guerre in Medio Oriente – ha replicato il prof.
Arduino Paniccia dell’Istituto Italiano di Studi Strategici e docente all’Università di Trieste – hanno creato, come conseguenza, la fuga dell’Europa dal Mediterraneo. Il nostro Paese con le sue imprese di media dimensione, flessibili e altamente specializzate, i suoi porti e la sua importante posizione logistica, ha le potenzialità e la capacità di coprire tutte le necessità e gli aspetti tecnici, industriali di forniture e di formazione necessari per un corretto sviluppo dell’area mediterranea. Ma a fronte di un export italiano verso l’U.E. pari nel 2011 al 60% dell’intero commercio estero nazionale, che diventa con gli altri Paesi europei non U.E. oltre il 70%, le esportazioni in Africa settentrionale oggi rappresentano un misero 2,9% del totale e quelle verso l’intero continente africano un modestissimo 1,5% . E’ chiaro - ha concluso il relatore - che vi è un’assoluta necessità da parte dell’Italia di invertire questa tendenza. Il dialogo Euro Mediterraneo e l’Unione del Mediterraneo – tutti tesi all’obiettivo di creare un’area comune di libero scambio – sono regrediti o scomparsi. Ma proprio qui deve entrare in scena l’Italia con una nuova strategia diplomatica di supporto e commerciale”. “Certamente la Primavera araba comporta nel breve periodo una instabilità che crea problemi sia al traffico delle merci che, ancor più, al traffico crocieristico – ha affermato con una sua nota il presidente dell’International Propeller Club Umberto Masucci - ma, a medio termine, sono certo che i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo saranno (ma già lo sono) partners importantissimi dell’Italia e i traffici marittimi si svilupperanno con effetti molto positivi anche sui nostri porti”. Italo Marciati
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forumculture / porto&diporto
S
Aspettando il Forum (e non Godot)
i avvia a compimento il tormentato iter che porterà il Forum Universale delle Culture a Napoli nella primavera/estate del 2013. Dopo innumerevoli lanci e altrettanti tonfi, la manifestazione finalmente vedrà la luce. Quando l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) decise nel lontano 1997 di dare vita a questo evento, nacque un progetto che intendeva andare a risvegliare il genius loci delle sedi prescelte per celebrarvi l’identità degli abitanti e le diversità dei popoli. A Napoli si parlerà di pace, solidarietà, sviluppo sostenibile e soprattutto del grande patrimonio culturale di questa città, crocevia del Mediterraneo. La candidatura partenopea verte sul tema della riqualificazione di Napoli, e si propone di esportare idealmente i vertici culturali toccati in questa città, dato che gli aspetti negativi sono già noti e spesso demagogicamente propagandati. Il Forum dunque in un luogo tramato da un passato che a volte a noi, autoctoni contemporanei, sembra imprigionato in un fermo immagine di una delle tante splendide tele di Hackert. La prima edizione del Forum si tenne a Barcellona nel 2004,
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durò 141 giorni, dal 9 marzo al 26 settembre: dialoghi, mostre, concerti e le più disparate forme di espressione culturale e artistica costituirono l’ossatura di quella manifestazione nel suo complesso. La rivista che ci ospita e l’Università Telematica Pegaso hanno l’ambizione di elaborare un tassello della imminente kermesse partenopea, una tessera seppur piccola di un mosaico molto più vasto che rappresenterà la città. Gli eventi saranno ospitati nei suggestivi spazi della Basilica di Santa Chiara e di Palazzo Zapata e coinvolgeranno protagonisti eterogenei per far emergere piacevolmente il tipico e l’essenziale del loro contributo e per dimostrare agli scettici che con la cultura si può mangiare. Andiamo nell’ordine e partiamo dalla rivista Porto&diporto che si occuperà di preparare e diffondere un numero speciale dedicato al Forum, registrando gli interventi calendarizzati nell’ambito della rete tenuta insieme dalla Università Telematica Pegaso, che ha affidato a chi scrive il coordinamento della stessa e il ruolo di moderatore durante gli incontri; il professor Jean Noel Schifano, che non ha certo bisogno di presentazioni, con la sua eloquenza travolgente ci parlerà della
storia scuntraffatta della sua amata Napoli; il professor Franco Rendano, stimato chirurgo e convinto assertore delle potenzialità di una parte della città esclusa dai circuiti turistici tradizionali, su Porta Capuana - il suo sarà un intervento di archeologia industriale poiché al di sotto del complesso del lanificio borbonico sito proprio a Porta Capuana, è stata ritrovata la fonte del mitico fiume Sebeto; due case editrici, Intra Moenia di Attilio Wanderlingh, imprenditore illuminato che in questo momento si trova in Kenia a lavorare per i bambini ed ancora la casa editrice La Conchiglia di Capri, animata dagli indimenticabili Ausilia e Riccardo Veneruso. Tutti stanno già da mesi lavorando alacremente per l’occasione; il professor Mico Capasso, ideatore e direttore del Festival Grand Tour – viaggio in Italia (Scala, Costa d’Amalfi), tra gli autori del Museo Archeologico Virtuale (MAV). Infine, non possiamo dimenticare che gli eventi saranno introdotti dai consoli onorari dell’Albania e del Belgio, dai dottori Claudio Panarella e Giuseppe Genovese. Vi aspettiamo numerosi per il primo appuntamento a metà febbraio. Seguiteci! Alessandra Schettino
nautica / porto&diporto
ASSOMARINAS “Friendly Relations”
Le imprese che aderiscono all’Associazione fanno squadra perché i prossimi Saloni Nautici di Duesseldorf e Mosca rappresenteranno il palcoscenico privilegiato per rafforzare la fiducia e la scelta dell’offerta turistico-nautica italiana.
I
nternazionalizzazione e fidelizzazione. Sono questi gli obiettivi perseguiti da Assomarinas (L’Associazione Italiana dei Porti Turistici - aderente a UCINA Confindustria Nautica e a Federturismo - che associa circa un centinaio di imprese turistico-nautiche dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia passando per la Sicilia) che lancia il suo programma fieristico per il 2013, anno che, per l’economia del nostro Paese e di quella nautica in particolare, si presenta ancora come complesso per porti e diportisti anche se, grazie alla revisione del Redditometro e ad altri incentivi, si annunciano deboli segnali di ripresa per quanti hanno puntato, industria nautica e turistica di settore, su ricerca, innovazione e riqualificazione dei servizi. In questo contesto la strategia promozionale di Assomarinas punta a recuperare, senza ovviamente dimenticare quello italiano che vedrà l’Associazione presente al prossimo Big Blu di Roma, quei mercati esteri tradizionalmente legati all’offerta nautica del “bel Paese” ricca di eccellenze non solo culturali ma anche di opportunità imprenditoriali e ludiche dall’enogastronomia alla ristorazione. Da qui la presenza ai due grandi eventi internazionali con stand collettivo e imprenditori della portualità turistica italiana: il Boot di Duesseldorf e il M.I.B.S. di Mosca per rispondere ad una domanda che, se dal centro Europa mira a consolidare la presenza stanziale nei nostri porti e nell’immobiliare ad essi collegato, dal mondo balcanico ha invece il sapore di una nuova conquista di quanto, in termini di eccellenze, sa ancora offrire il nostro Paese, porti turistici compresi. Prima a Duesseldorf, poi a Mosca, dunque, dove in “ami-
chevoli riunioni conviviali” saranno “ospiti d’onore” di Assomarinas i giornalisti delle più qualificate testate di settore per renderli consapevoli “che in Italia si sta fortunatamente rilevando da parte delle forze politiche impegnate nella prossima campagna elettorale una particolare attenzione, fino ad oggi poco evidente, per il comparto nautico, oggi finalmente in linea con i programmi europei di sviluppo del turismo costiero e per l’incentivazione al rilascio dei visti per i cittadini di paesi emergenti che, secondo le valutazioni comunitarie - spiega il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio - potrebbero determinare un incremento fino a 60 miliardi di Euro del PIL dell’eurozona”. Da Assomarinas, “Welcome on board”, dunque, nella portualità turistica italiana oggi impegnata nella realizzazione di nuovi 23.500 posti barca e nella riqualificazione dei molti già realizzati ora pronti ad offrire una migliore ricettività grazie anche agli incentivi sui servizi già introdotti a tutto vantaggio di quel diporto internazionale che sceglierà le coste italiane sia per il transito che per trovare un sicuro ed attrezzato ormeggio stanziale. Perfettamente in linea con UCINA e FEDERTURISMO Assomarinas porterà oltralpe questo importante messaggio, quello dei tanti imprenditori italiani che, nonostante la crisi in atto, hanno saputo rimboccarsi le maniche e investire credendo nell’ormai certa ripresa del dopo crisi. Internazionalizzazione e fidelizzazione restano, dunque, i “must” di questa importante missione all’estero alla quale hanno già aderito i rappresentanti dei più qualificati “motori del turismo nautico italiano”. Massimo Bernardo
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nautica / porto&diporto
Al prossimo Salone Nautico “Sapore di Mare” per evitare la deriva
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a crisi brucia le speranze delle nostre aziende. Bisogna fare squadra per fronteggiare l’emergenza sviluppando l’Associazione anche con l’allargamento della base associativa peraltro già avviato”. Anton Albertoni presidente di UCINA Confindustria Nautica all’Assemblea generale convocata presso la prestigiosa Fondazione del Corriere della Sera a Milano non va per il sottile: “Lo scenario sullo stato del comparto è drammatico e non ha precedenti nella sua storia. Dobbiamo fare squadra e tracciare le linee guida del nostro futuro associativo trovando numeri adeguati”. Già 34 aziende si sono dissociate, vuoi per ristrutturazioni, vuoi per cessata attività mentre la situazione ricalca quella di 12 anni fa. Lievi incrementi nell’export e costante contrazione del mercato interno con un fatturato globale che segna un -57% (-82% per il mercato domestico) con -42% degli addetti. Bastano questi numeri, dunque, per capire l’entità della crisi che ha colpito il comparto. Una crisi alla quale bisogna poter e saper rispondere con terapie adeguate, con nuove strategie ma soprattutto con l’impegno di tutti: non solo quelli del mondo imprenditoriale ma, soprattutto quel-
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di una politica non sufficientemente presente per rilanciare il comparto. Altro “busillis” è il Salone Nautico Internazionale di Genova che per l’UCINA rappresentava circa il 60% delle sue entrate ma nella scorsa edizione si è registrata una perdita di circa il 40%. Quali sono, dunque, le strade da battere per ridare slancio e più forte visibilità alla nautica italiana? Si procede per gradi: da una parte avvicendando nella giunta esecutiva di UCINA Giovanna Vitelli (AzimutBenetti) e Francesca Radice (Sessa Marine) che restano nel direttivo, con Massimo Perotti (San Lorenzo) e Andrea Razeto (F.lli Razeto-Casareto) e Andrea Pirro (SNO Yachts) quale delegato regionale per la Sardegna mentre si allarga il direttivo con altri due membri Barbara Amerio (Permare) per il gruppo Unità rigide a motore e Maurizio Selva (Selva Marine) per il gruppo Produzione di motori marini,
dall’altra presentando a grandi linee le strategie per il nuovo Salone supportate da attente analisi e studi di Cermes Bocconi, dell’Osservatorio Nautico nazionale e dell’Università di Genova che sarà “ristrutturato” in linea con le mutate condizioni di mercato sia riguardo alla durata che agli spazi espositivi privilegiando il lato mare. Ed in questo senso il rendering progettato dallo studio Caliari e Associati di Milano profuma già di mare e, se realizzato, rivoluzionerebbe gran parte dell’attuale waterfront fieristico lanciando così una vera e propria sfida mirata al rilancio internazionale della nautica italiana che a Genova, non fosse altro che per tradizione, ha la sua migliore vetrina. Il progetto prevede la valorizzazione del lato mare con l’ampliamento di
Fuori dagli schemi e con pochi sorrisi l’Assemblea Generale dell’UCINA affronta i grandi temi della crisi: si rinforza il Consiglio, si avvicenda la Giunta esecutiva, si progetta il nuovo Salone genovese, ma per gli imprenditori restano pesanti gli interrogativi sul futuro del mercato.
superfici espositive e preallestite per circa 15.000 mq., lo spostamento verso ponente del flusso principale dei visitatori con la creazione di un nuovo percorso fronte mare attraverso pontili galleggianti, la collocazione dei motoryacht nell’area della nuova Marina, dove saranno disponibili soluzioni allestitive anche a due livelli su banchina e un corrispondente spazio su pontile galleggiante. Ma il vero obiettivo di UCINA è la riduzione dei costi di partecipazione per gli espositori, sia diretti che indiretti e l’adozione di soluzioni tecniche infrastrutturali per rendere le aree espositive sempre più accessibili. Un’assemblea “fiume” nella re-
gione più affollata di imprenditori nautici nel paese contraddistintasi dal “sapore di mare per evitare la deriva”. Relazioni e interventi e votazioni a raffica senza soste dalle 10 del mattino fino al tardo pomeriggio per cercare da una parte la giusta terapia per risanare le ferite (n.d.r. anche finanziarie dell’Associazione), dall’altra per adottare nel complesso bilancio preventivo nuove “economie di scala” tentando di salvaguardare i posti di lavoro, ma con tanti pesanti segni meno nelle varie voci di spesa. Prioritario su tutto, però, per UCINA che, malgrado tutto ha chiuso il bilancio in pareggio, resta il problema di far “cassa” e qui il discorso si fa complicato a fronte della pesante crisi che ha colpito le aziende associate e non. Un problema ancor più grave nel clima natalizio che però non è riuscito a rasserenare gli animi dei
tanti imprenditori presenti probabilmente, come tanti altri “colleghi” di altri comparti, vessati da una pesantissima pressione fiscale, dall’eccessivo costo della manodopera ma, soprattutto, dalla stagnazione del mercato. Da qui si spegne l’euforia delle tante gioiose assemblee degli anni passati lasciando il passo a meno sorrisi e ai tanti, troppi interrogativi ai quali oggi l’industria nautica italiana dovrà saper rispondere per restare a galla quando il Salone nautico internazionale di Genova, rinnovato nelle strutture e nella ospitale gestione di espositori e pubblico, potrebbe rappresentare l’unico “salvagente” in un mare sempre più tempestoso dove a tracciare la rotta della ripresa non può essere certamente il solo “Comandante” Albertoni con il suo bravissimo team, ma il “mercato”, oggi incorrompibile “giudice” che è in grado di sancire, senza fare sconti, la fine o la rinascita della nautica italiana. Massimo Bernardo
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nautica / porto&diporto
Trofeo Campobasso la vela a Napoli cresce e supera ogni aspettativa Dopo la terza e decisiva giornata di regate vince un austriaco nella categoria under 16 e un polacco nella categoria cadetti. Il concorrente più lontano arriva dalla Russia
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n vento di tramontana di intensità pari a 6 – 7 nodi ha permesso lo svolgersi di tre prove per la categoria Juniores e due per i Cadetti nella terza ed ultima gior-
la categoria Cadetti hanno decretato infine i vincitori 2013 premiati nella tradizionale Cerimonia del Circolo Savoia svoltasi alle 17 nella Sala delle Colonne del Reale Yacht Club Canottieri Sa-
nata del Trofeo Marcello Campobasso. La classica regata internazionale ad invito del Circolo Savoia organizzata nel Golfo di Napoli, riservata alla Classe Optimist, ha visto coinvolto, in questa straordinaria edizione, oltre trecento tra le più forti giovani promesse della scena sportiva della vela italiana ed estera provenienti da 28 nazioni. Non ci sono stati sostanziali capovolgimenti in testa alle classifiche delineate nei primi due giorni di gara. Le quattro prove per la categoria Juniores e le tre per
voia alla presenza dell’Assessore allo Sport del comune di Napoli Giuseppina Tommasielli. L’Assessore ha ribadito l’importanza della vela, in una città come Napoli: “La vela è uno sport puro, portatore di valori sani; uno strumento importante per questa città, lo sport è unione, caduta delle barriere e arricchimento. Per questo motivo il Comune di Napoli punta su questo sport ed è stato felice di patrocinare questa manifestazione”. Soddisfatto e orgoglioso il Presidente del Circolo Savoia Pippo Dalla
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Vecchia sia per il successo della manifestazione, decretata dall’incredibile partecipazione di concorrenti, sia per l’ottimo lavoro svolto da tutto il personale del Circolo a partire dai marinai che hanno prestato una impeccabile assistenza a mare sino al personale di sala che ogni giorno si è preso cura delle centinaia di ospiti. “La ventesima edizione del Trofeo Marcello Campobasso si è svolta nel migliore dei modi, con un vento - nell’ultima giornata - finalmente presente sulla rada di Santa Lucia. Sia il numero di partecipanti che quello di nazioni iscritte hanno battuto tutti i record delle precedenti edizioni e questo risultato ci ha dato un’enorme soddisfazione. Come sempre un grazie ai nostri sponsor: Banco di Napoli S.p.A., Berna, Ferrarelle, MN Metropolitana di Napoli S.p.A. e Original Marines senza i quali tutto questo non sarebbe mai stato possibile”. Ecco dunque il podio per la categoria Under 16: a portarsi a casa il Trofeo Marcello Campobasso è David Lucan (AUT 1080) dell’Union Yacht Club Breitenbrunn. Balzo in classifica per la Svizzera. Si posiziona inaspettatamente al secondo posto Damian Suri (SUI 1618) dello Swisse Sailing Team e al terzo Athanasopoulos-Yogo Telis (GRE 202) del N.A.O.V. Podio tutto al maschile dunque e duello “in rosa” tra Mara Turin (SLO 228) e Paula Igual (ESP 1919) per la conquista della Targa d’argento Irene Campobasso. A spuntarla è la Campionessa europea che si posiziona al quarto posto. Al quinto la spagnola. Bisogna arrivare all’ottavo posto per leggere il primo nome italiano, quello di Arianna Passamonti del Tibi Sail. Non bene per i portacolori del Circolo Savoia: tutti concludono purtroppo lontano dai primi posti. Questo invece il podio per la categoria Cadetti: primo posto per Abramowicz Pawel (Mos Ssw Ila-
wa), piccola promessa della vela polacca che si era posizionato al quarto posto in classifica provvisoria. Al suo debutto al Campobasso il concorrente austriaco ha sconfitto i 44 concorrenti balzando al primo posto dopo le due ottime prestazioni dell’ultimo giorno di regate. Secondo posto tutto italiano con Gabriele Centrone (Centro Velico 3V); lo segue sul terzo gradino del podio Laszlofy Levente (Sve) che conferma la posizione delle gare precedenti. Premiati anche i due concorrenti più giovani tra i Cadetti: Cengizhan Ozcan (Bodrum Spor Kulbu) della Turchia per gli uomini e Giorgia Cingolani (Club Nautico Senigallia), “baby velista” tra le donne. Vince il premio intitolato alla memoria del giudice internazionale Branko Stancic, per il concorrente proveniente dal club più lontano, il russo Konstantin Neiman di Chelyabinsk (Russia), un paesino a confine con il Kazakistan. Neiman per presenziare al Trofeo Marcello Campobasso ha percorso 3.763 km. Il Presidente Dalla Vecchia ha poi chiuso con un monito per la prossima edizione: “Questa manifestazione cresce di edizione in edizione; ci ritroviamo a superare ogni anno le nostre aspettative ma, alla luce delle difficoltà affrontate per ospitare gli oltre 300 concorrenti, è evidente che nel 2014 è necessario per l’organizzazione trovare una soluzione alternativa al porticciolo di Santa
Lucia e la sua struttura, Circolo Savoia compreso, per questo Trofeo, ad oggi uno degli eventi di punta del calendario internazionale della vela napoletana. Abbiamo un lasso di tempo considerevole davanti a noi per prendere una
decisione a riguardo”. Cosi saluta i 308 partecipanti il Presidente Dalla Vecchia fissando l’appuntamento per la prossima edizione del Trofeo Campobasso. Riccardo Russo
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nautica / porto&diporto
Il Nord Adriatico punta sul turismo marittimo
Al via il 21 e 22 marzo 2013 a Trieste la prima edizione di Adriatic Sea Forum, evento annuale internazionale dedicato al turismo via mare nell’Adriatico
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ffrire agli operatori legati ai comparti crociere, traghetti e nautica (vela e motore) che hanno nell’Adriatico la sola o una delle proprie aree di attività un’occasione di incontro, dibattito e approfondimento sul turismo via mare dell’area dando un contributo concreto allo sviluppo delle loro attività. E ancora, contribuire ad assegnare all’Adriatico quel ruolo di protagonista tra le zone geografiche a forte vocazione turistica in Europa che esso merita in virtù della presenza di oltre 150 destinazioni costiere interessate da movimenti turistici. Questi, in sintesi, gli obiettivi principali di Adriatic Sea Forum, il nuovo evento annuale internazionale dedicato al turismo via mare nell’Adriatico legato
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ai settori crociere, traghetti e nautica (vela e motore) ideato da Risposte Turismo - società di ricerca e consulenza a servizio della macroindustria turistica fondata e presieduta da Francesco di Cesare - in programma giovedì 21 e venerdì 22 marzo 2013 presso il Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima di Trieste. Francesco di Cesare ha illustrato a Porto&diporto rispondendo ad alcune domande. Un format innovativo per un evento internazionale dedicato ad una macro regione, come nasce l’idea dell’Adriatic Sea Forum? “L’Adriatico è uno straordinario tesoro di eccellenze paesaggistiche, naturali, storico-artistiche. Un comprensorio che dovrebbe essere in testa nelle
classifiche mondiali per destinazione dei flussi turistici, ma che ancora non riesce ad esprimere completamente il suo potenziale a causa di una lunga serie di disattenzioni. Nell’Adriatico sono presenti numerose forme di turismo via mare: barche a vela e a motore, crociere, traghetti e aliscafi. Tuttavia non esistono occasioni di approfondimento e di incontro a disposizione degli operatori – pubblici e privati – impegnati nell’organizzazione e gestione di attività legate alla domanda turistica in tale spazio: porti, società di navigazione, amministrazioni pubbliche, cantieri, società di charter, agenzie marittime, tour operator e agenzie viaggi, consorzi di promozione turistica. Adriatic Sea Forum vuole pertanto colmare questo
vuoto ed essere un’occasione di aggiornamento, di crescita professionale, di confronto tra colleghi ed operatori di ciascun comparto oggetto del Forum. L’obiettivo è quello di offrire una lettura internazionale della destinazione turistica adriatica che possa individuare le chiavi giuste per promuovere tale area nell’interesse collettivo di operatori e Governi di tutti i Paesi bagnati da questo mare”. Ritiene che dalla due giorni di Trieste possano scaturire indicazioni per una promozione più incisiva sui mercati internazionali? “È senz’altro uno degli obiettivi del Forum, peraltro al centro della sessione plenaria di apertura. Ragionare, cioè, su quale sia l’approccio migliore per promuovere l’area e puntare ad ottenere risultati alla portata e migliori di quanto finora acquisito: da un lato lasciando a ciascun Paese e singola località una totale autonomia nell’ambito di un gioco competitivo, dall’altro definendo fin dove possibile linee comuni d’azione che, nel rispetto delle linee d’azione di ciascuno nonché di una sana competizione, possano consentire di attirare in Adriatico una nuova domanda, nuovi investimenti, nuove opportunità. La scelta di mettere al centro del Forum le diverse forme di fruizione turistica via mare apre ad un numero considerevole di temi da affrontare, ad alcuni dei quali è stata data priorità per
questa prima edizione, lasciandone per le prossime molti altri. La presenza di relatori internazionali con diversa esperienza contribuirà ad arricchire il valore della discussione che speriamo animerà la due giorni di lavori, e proprio sui temi della promozione, della concorrenza, della fiscalità, degli investimenti, dell’attenzione dell’Europa a quanto avviene e potrà avvenire in Adriatico siamo certi potranno prodursi riflessioni e ragionamenti particolarmente utili e in grado di ripagare i presenti della scelta di seguire i lavori del Forum”. Adriatic Sea Forum è organizzato quest’anno in partnership con TurismoFVG, l’agenzia regionale preposta allo sviluppo turistico del Friuli Venezia Giulia, che sta portando avanti un progetto legato alle Stazioni nautiche della regione, forma di accoglienza ulteriore per i turisti che arrivano dal mare, e con la collaborazione di Trieste Terminal Passeggeri. Adriatic Sea Forum sarà il primo appuntamento a riunire in un’unica occasione tutte le forme di turismo via mare dell’Adriatico, affrontando tematiche trasversali a sette nazioni (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro, Italia e Slovenia), per un totale di 25 regioni che insistono sulle due sponde dell’Adriatico. Nel corso della due giorni di lavoro verranno affrontati temi quali le politiche di promozione turistica legate al
mare attuate da ciascun territorio coinvolto, l’andamento dei traffici passeggeri generati dal passaggio di navi da crociera e traghetti nei principali scali dell’area, così come dal turismo nautico, gli investimenti in corso in ciascuno dei comparti analizzati e le dinamiche e le ricadute economiche e occupazionali sui rispettivi territori. L’evento consentirà inoltre a tutti i partecipanti di aggiornare le proprie conoscenze ed informazioni sui fondi e i progetti europei a supporto dell’economia turistica in Adriatico e di rafforzare la propria azione di networking entrando in contatto con nuovi operatori in un contesto internazionale. Il programma del forum prevede due giorni di studio e confronto con sessioni plenarie dedicate ad alcuni dei grandi temi legati al turismo via mare nell’Adriatico e sessioni parallele di approfondimento su specifiche tematiche di interesse. All’interno di Adriatic Sea Forum verrà inoltre presentato e consegnato a tutti i partecipanti Adriatic Sea Tourism Report, il primo report di ricerca trasversale ai settori crociere, traghetti e nautica da diporto dedicato al turismo via mare dell’Adriatico e verrà presentato il nuovo portale nautico del Friuli Venezia Giulia ideato dall’Agenzia TurismoFVG. FDC
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nautica / porto&diporto
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Certificare il refitting per rilanciare l’usato
a forte e perdurante crisi del mercato nautico non vede schiarite all’orizzonte e di riflesso è entrato in crisi anche quello dei posti barca. Quando sono stati progettati i porti marina che oggi compongono l’offerta nazionale dei posti barca vi era una richiesta di gran lunga superiore all’offerta. Oggi che sono realizzate le infrastrutture, ed altre ancora sono in fase di realizzazione, esempi significativi in Campania sono Marina di Vigliena a Napoli e Marina d’Arechi a Salerno, non solo manca il flusso di nuove immatricolazioni ma non si riesce ad intercettare la clientela delle altre marine in quanto cresce la tendenza di tenere le barche a secco per lunghi periodi. Ma per invertire la tendenza e rimettere in moto l’economia nautica il jolly potrebbe essere il parco usato parte del quale passerebbe dai rimessaggi terrestri al mare con beneficio per tutto il settore. Porto&diporto ne parla con Salvatore De Angelis, AD di Sorrento Yachting Services. Secondo lei il mercato è fermo anche per la questione fiscale? Assolutamente si. Si potrebbero auspicare dei miglioramenti della normativa o quantomeno degli alleggerimenti per quanto riguarda le barche di una certa età, la vetustà del bene attualmente viene considerato fattore che determina il lusso, discorso ugualmente delicato è quello dei posti barca. Tornando al mercato: quasi calma piatta. Ma è fermo, anche quello dell’usato? La crisi investe tutto il settore. Ma si potrebbero pensare nuove strategie per rimettere in moto le cose. Prima di tutto dare il giusto valore alle barche usate. Ogni barca dovrebbe essere periziata in modo opportuno per darle un valore reale e concreto in relazione agli anni trascorsi, alla tipologia e di come è stata usata l’attrezzatura, solo da un’attenta analisi completa si può dire il reale valore di una barca. Quanto più ci si avvicina al valore reale della barca tanto più si può trovare una fascia di persone disposta ad investire su una imbarcazione datata, logicamente non parliamo delle barche storiche. Attualmente esiste un meccanismo di certificazione per i lavori di refitting? No. In realtà ci si è sempre basati sul concetto che nel-
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la vita dell’imbarcazione e quindi anche dopo operazioni di ricondizionamento, l’imbarcazione subisce i soliti controlli di routine, ma ciò non basta ovviamente ad evitare sorprese ad un possibile acquirente. Qui entra in azione la vostra attività di controllo e certificazione? Vede uno delle più diffuse opinioni è quella secondo la quale i soldi spesi per una barca usata non si riprenderanno mai più. Niente di più sbagliato. In presenza di un meccanismo di certificazione del valore non solo si “calmierebbe” il mercato ma il prezzo rimarrebbe un punto di riferimento per valutazioni future. Ovviamente l’operazione diventa interessante se considerata nel suo complesso. Con una squadra di giovani ingegneri formati ad hoc seguiamo le operazioni di refit con molta attenzione in modo da poter certificare anche la qualità dei lavori effettuati. Ci occupiamo scrupolosamente di tutte le fasi. Iniziando dal cantiere che dovrà effettuare i lavori, questo dovrà avere precisi requisiti in quanto con noi operano solo strutture certificate e che hanno particolare attenzione all’ambiente. Poi per tutta la durata del refit garantiamo la supervisione dei nostri ingegneri nel cantiere. Infine tutto viene certificato da un Ente accreditato. In questo modo i soldi spesi in cantiere diventano patrimonio della barca! Quindi qualità e sicurezza della barca sono garantite da un Ente di Certificazione? Esatto. La certificazione sia dei soldi spesi sia dell’attenta analisi del percorso fatto per il refit, può essere di garanzia e tutela di chi compra. Ma i benefici della certificazione sono più immediati dell’ipotesi di vendita. Fare un’assicurazione su una barca che è stata ricondizionata ma controllata durante il refit chiaramente può avere il vantaggio di determinare l’esatto valore da assicurare e perché no, semmai spuntare condizioni vantaggiose. Quale Ente emette le certificazioni? L’Ente che effettua il controllo sulla qualità dei lavori effettuati e sulla nostra supervisione certificando il tutto è il Quality & Security, il secondo ente per numero di certificazioni dopo il RINA. mdc
aziende / porto&diporto
Tradizione artigianale per un “must” del ben vestire E
spressiva, coerente, scaramantica. Dal taglio alla cucitura ogni passaggio tiene conto della curata e meticolosa tradizione sartoriale partenopea. Tanto da essere riconosciuta nel 2009 da Class come migliore cravatta al mondo. E adesso Ulturale, con i tre, sette, dieci e dodici pieghe, si prepara a sbarcare sui mercati emergenti, come la Corea del Sud ed i paesi iberici, grazie a El Corte Inglés, la più importante catena di grandi magazzini in Spagna, presente anche in Portogallo. Porto&diporto ne parla con Giancarlo Auriemma, presidente e responsabile commerciale di Ulturale. “Il raggiungimento di questa intesa con una delle più importanti catene al mondo rafforza la nostra presenza all’estero e premia la politica di internazionalizzazione del brand. Oggi siamo presenti in diversi Paesi tra l’Europa e l’Asia, in punti vendita esclusivi che già ci stanno dando grandi soddisfazioni da un punto di vista commerciale. Visto il gradimento riscontrato dalle nostre produzioni dalla clientela estera, proseguiremo con la nostra strategia certi di entrare in nuovi e importanti mercati esteri”. Quale è la chiave del vostro successo? Il nostro brand è il frutto di oltre mezzo secolo di esperienza nel settore della moda maschile e della volontà fare di una cravatta “oggetto del desiderio” da parte di cinque amici: io, Enzo Ulturale, Sergio Crispino, Ciro Esposito e Massimo Massaccesi. Come nascono le vostre produzioni? Creare cravatte che si fanno notare, apprezzare, senza mai eccedere, ben consapevoli di rappresentare il primo biglietto da visita dell’uomo, rimanendo fedeli ai principi di uno stile italiano
che però non vuole chiudere gli occhi di fronte alle mutazioni del gusto di una clientela internazionale. Quali tecniche adottate? Le cravatte Ulturale sono tagliate e confezionate a mano con la cura e la meticolosa precisione proprie dell’antica, quanto attuale, scuola sartoriale napoletana. La qualità dei tessuti insieme all’accurata manifattura rigorosamente realizzata nei quattro, talvolta cinque o anche sei passaggi a mano, ne fanno oggetti esclusivi, di altissimo prestigio e valore, prodotti in numero limitato anche su misura, con la scelta diretta delle stoffe, sia per il tradizionale modello tre pieghe che per le raffinate sette, dieci e dodici pieghe. Perché le cravatte Ulturale sono diventate un “must”? L’alta qualità dei tessuti in seta jacquard, garza di seta, seta stampata e kashmire, vengono selezionati tra le più antiche e prestigiose tessiture e stamperie italiane ed inglesi. Dal ricamo in oro alle soluzioni più discrete, dal tessuto speciale ai dettagli nascosti. Per eventi, club, aziende, Ulturale è la
cravatta giusta per esprimere uno stile, una tradizione. Astucci, scatole raffinate, pratici ed eleganti shoppers, completano un’attenzione particolarmente curata e sobria, nonché adeguata allo stile del target di riferimento. Quanto incide la “napoletanità” sulla vostra filosofia? La “Tiè!”, una delle nostre collezioni più apprezzate in assoluto, è frutto proprio della nostra attenzione alla tradizione partenopea. Si tratta di una cravatta settepieghe in pura seta, realizzata da esperti artigiani che al suo interno cela un amuleto portafortuna in prezioso corallo. Questo accessorio ha saputo sin dal suo lancio conquistare consensi anche tra i più scettici, ma sempre patiti dell’eleganza. Ad ottobre, invece, abbiamo lanciato la “TriKorno”, di altissimo profilo artigianale che, mediante un preziosissimo cornetto tricolore in materiali pregiati, intende richiamare ai valori della coesione e dell’unità nazionale in un momento particolarmente delicato come quello che stiamo attraversando. Eduardo Cagnazzi
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aziende / porto&diporto
2013: ottime prospettive per la moda italiana Analisi sull’andamento della moda in Borsa 2012: l’Asia e il lusso italiano dominano i listini
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all’analisi dei risultati di borsa delle Aziende della Moda e del Lusso quotate a livello mondiale nel 2012 e dall’analisi degli indici Pambianco Fashion in Europa, USA e Asia, emergono alcuni risultati scontati ed altri sorprendenti. Scontato è che l’indice che è cresciuto di più è il Pambianco Fashion Asia, con uno scoppiettante +98,6%. Sorprendente è che il secondo indice per crescita sia il Pambianco Fashion Europe, nonostante la crisi perdurante in Europa, con un +13,1%. L’indice Pambianco Fashion USA, infine avanza del 4,3%. In termini comparativi, rispetto agli indici generali, il lusso nel 2012 ha sovraperformato in Asia, con un +98,6% rispetto al +22,9% dell’indice Hang Seng. Anche in Europa l’indice fashion ha fatto meglio rispetto all’Eurostoxx 50: +13,1% contro +11,2%. Solo negli USA ha fatto peggio, con un +4,3% rispetto al +7,3% del Dow Jones. Sorprendente è anche che due delle prime quattro azioni che hanno fatto registrare la migliore performance nel 2012 siano italiane. Prada è prima
con un +112,7%, Michael Kors è seconda con un +88%, Movado è terza con +72,9% e subito a ruota Brunello Cucinelli con un +72,4%.
Migliori e peggiori in Europa Miglior titolo in Europa è proprio Brunello Cucinelli dall’alto del suo +72,4%. Segue a ruota Inditex (+66,9%) e Salvatore Ferragamo con un +60,5%. Fa un po’ specie vedere che dei primi tre titoli in Europa in termini di performance due siano aziende italiane ed una spagnola, i paesi che probabilmente hanno maggiormente sofferto la crisi nell’ultimo anno. La verità è che in termini di business queste aziende sono ormai globali e poco baricentrate sui mercati domestici che stanno soffrendo. Peggiori titoli in Europa Mulberry, con un -20,2% e Antichi Pellettieri (-14,3%).
Migliori e peggiori in USA Miglior titolo americano è Michael Kors (+88%) che nel 2012 ha messo a segno risultati davvero clamorosi in termini di crescita e utili. Per il 2012 l’Azienda si aspetta ricavi tra 1,86 e
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Interno Negozio Monobrand Salvatore Ferragamo Abu Dhabi
1,96 miliardi di $, rispetto ai 1,3 miliardi del 2011 e un utile per azione compreso tra 1,48 e 1,50$ rispetto agli 0,79$ di un anno fa. Medaglia d’argento per Movado (+72,9%). L’Azienda con sede a Paramos, New Jersey, è cresciuta nel 2012 trainata dalle collezioni a marchio proprio Movado Bold, Sport Chronograph e Series 800 e dai marchi in licenza Coach, Hugo Boss, Tommy Hilfiger e Lacoste. L’utile per azione si è attestato a 1,40$ contro gli 1,15$ di un anno fa e gli 1,27$ stimati dagli analisti. Podio per GAP (+69,5%) che beneficia del lavoro del nuovo Ceo Glen Murphy, che ha tagliato i negozi poco performanti, si è focalizzato sul prodotto puntando sul “dna Gap” e ha beneficiato della limitata esposizione in Europa (solo il 6% dei ricavi) a fronte di una forte crescita in Cina. Tutto ciò condito anche da un aumento dei dividendi per gli azionisti. Menzione speciale per PVH Corp. (+56,1%) che possiamo ormai considerare a tutti gli effetti un nuovo polo del fashion globale. Dopo le acquisizioni di Calvin Klein e Tommy Hilfiger, infatti, nel 2012 il gruppo ha acquisito anche Warnaco, candidandosi a diventare uno dei gruppi leader nel fashion oltreoceano. La performance del titolo dimostra come anche gli investitori ap-
prezzino la strategia di crescita di questo nuovo polo. Peggiori titoli in America Guess (-12,8%) e Tiffany (-12,4%). Su Guess pesa la forte presenza nel mercato europeo mentre su Tiffany le stime al ribasso per il 2012, guidate da un mercato americano ancora in convalescenza.
L’Asia trascina il Mondo Star del 2012, come visto, è Prada, con una performance straordinaria (+112,7%). L’Azienda guidata da Patrizio Bertelli, d’altronde, continua a inanellare risultati strabilianti: nel terzo trimestre 2012 ha ancora una volta stracciato le stime degli analisti con una crescita del fatturato del 33% a 792 milioni di € e un utile in aumento del 57%. Molto bene anche Fast Retailing (+59,2%). Il colosso giapponese continua nello shopping oltre confine. A fine anno ha rilevato dal fondo Star Avenue Capital l’Azienda di jeans wear americana J Brand. Oggi il portafoglio del gruppo annovera, oltre a Uniqlo, anche i marchi Helmut Lang, Theory, Comptoire de Cotonniers, Princesse TamTam ed appunto J Brands.
Prospettive Il 2012 è stato dominato da due driver fondamentali: l’Asia con i suoi consumatori che fungono da motore dei consumi e i Marchi del Lusso Europei, con gli italiani Prada, Cucinelli e Ferragamo sugli scudi. Anche per il 2013 il binomio Asia – Marchi del Lusso europei dovrebbe continuare. I consumatori asiatici continueranno a trainare i consumi, sempre più anche attraverso il turismo. I Marchi del Lusso dal canto loro dovranno avere sempre più una geografia delle vendite bilanciata, in modo da non essere violentemente esposte alle oscillazioni di questo o quel mercato, ma dovranno anche dotarsi delle opportune risorse finanziarie per cogliere le opportunità di un mercato globale. In questo senso gli esempi dei neo-quotati Prada, Cucinelli, Ferragamo, Michael Kors, che sono state le star della Borsa nel 2012 sono esempi più che significativi. In rampa di lancio ci sono Moncler e Pianforte Holding (Yamamay e Carpisa) con Borsa Italiana che si appresta a diventare fulcro per la Moda e Lusso a livello mondiale. Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
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turismo / porto&diporto
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aziende / porto&diporto
Cerreto Sannita un suggestivo borgo fucina di giovani imprese
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ittà d’arte con le sue dimore storiche e le sue botteghe ceramiche. Città legata all’enogastronomia e all’olivicoltura di qualità. Una meta per gli amanti della cultura e delle arti, ma allo stesso tempo aperta città aperta alle nuove tendenze ed a quelle emozioni che scaturiscono dai cinque sensi quando ci si lascia attraversare dalle sensazioni e dagli stimoli che la Valle del Titerno offre. Unica città, Cerreto Sannita, dove hanno sede un museo della ceramica tradizionale, quella dell’arte contemporanea, dell’arte sacra, dell’arte contadina e prossimamente perfino dell’archeologia. Una città medioevale rasa al suolo dal terremoto del 1688 e ricostruita con strade a maglia a scacchiera che la fanno somigliare al centro storico di Torino; una peculiarità, coniugata all’accoglienza turistica e alle sue radici storiche, che ha reso possibile l’assegnazione della Bandiera Arancione rilasciata dal Touring Club che l’ha inserita tra i borghi più suggestivi d’Italia. Un territorio dove la gastronomia è l’espressione della ricca tradizione culinaria che per secoli hanno costituito il cibo di pastori e contadini e gli oliveti, ricorda Caterina Meglio, responsabile della Camera di commercio italiana in Canada e delegata al Marketing territoriale del comune di Cerreto, trovano l’habitat ideale per una produzione di qualità. E per tale motivo, un paesaggio olivicolo da tutelare come patrimonio dell’Umanità, sottolinea Pasquale Santagata, sindaco della città che ha ospitato il mese scorso l’unica tappa campana di Girolio, la manifestazione ideata dall’Associazione nazionale città dell’olio non solo per promuovere e valorizzare i territori olivetati di qualità del Paese e ad avvicinare l’extravergine al grande pubblico ma, soprattutto, per sensibilizzare gli organi na-
zionali ed europei, deputati a definire le politiche economiche del comparto, a salvaguardare un patrimonio di assoluta eccellenza e un alimento che rappresenta il principale protagonista della cucina italiana. “Il nostro olio è il frutto prezioso della passione e del lavoro, seguendo tradizioni che si tramandano da secoli”, afferma Antonio Parente, presidente dell’Olivicola Titerno ed imprenditore alberghiero. “Noi scegliamo il meglio che la terra ci dona, gocce d’oro che profumano di campagna, che si sposano agli svariati piatti tipici del territorio e che formano un connubio di sapori insuperabili”. Anche per questo negli ultimi anni - affermano Antonio Bello e Giuseppe Borzano, rispettivamente amministratore e socio del Frantoio Oleario Sannita - si moltiplicano gli sforzi per promuovere una migliore conoscenza dell’autentico extravergine, un “prodotto che, purtroppo, trova difficoltà ad imporsi su un mercato saturo contrassegnato da prezzi alla portata delle tasche dei consumatori e pertanto di qualità inferiore”. Qual è dunque la strada da seguire per non disperdere questo immenso patrimonio che produce reddito anche per l’indotto che vi sta attorno? “Certamente l’innovazione dei processi per una produzione certificata e l’internazionalizzazione, oggi indispensabile per competere e dare valore alla qualità della vita” aggiunge Pasquale Giordano, giovane amministratore dell’Oleificio Sant’Anna, che nell’azienda di famiglia porta anche il valore aggiunto del risultato cui perviene la sua tesi di laurea sulle tecnologie dei cicli produttivi dell’olio. E’ proprio la qualità della vita dei cittadini che sta spingendo l’amministrazione comunale ad investire sulla promozione del territorio: arte, tradizioni, gastronomia e cultura, un unico filo per un turismo di qualità tutto l’anno. Eduardo Cagnazzi
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turismo / porto&diporto
Il turismo in Germania da gennaio a ottobre 2012 Forte aumento dell’incoming dall’Italia nei primi dieci mesi del 2012
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nche nel 2012 l’Italia ha continuato a essere per la Germania un mercato incoming dagli sviluppi molto positivi. Secondo le statistiche governative ufficiali, nei primi dieci mesi dell’anno appena terminato i pernottamenti degli italiani in Germania hanno fatto registrare un nuovo record, con un aumento del 6,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011. Considerando che i viaggi all’estero degli italiani, come segnala IPK International, sono purtroppo calati globalmente del 5 per cento e aumentati invece del 4 per cento verso la Germania, si può dedurre che la destinazione Germania nel 2012 si è ulteriormente consolidata sul mercato italiano. La crescita è stata generata principalmente dai viaggi per vacanze. Come indicano i dati relativi ai singoli Länder tedeschi, soprattutto le mete statisticamente più frequentate dai viaggiatori italiani hanno potuto registrare aumenti consistenti. La sola capitale Berlino tra gennaio e ottobre 2012 ha visto aumentare del 12,3 per cento i pernottamenti degli ospiti italiani. Anche la Baviera, il Land tedesco percentualmente più visitato dagli italiani, archivia una crescita nei pernottamenti del 5,7 per cento. Nel Baden-Württemberg, cui appartengono la Foresta Nera e città intensamente frequentate come Stoccarda, Friburgo o Baden-Baden, nel periodo considerato si è registrato un aumento degli italiani nella misura del 5,5 per cento, mentre l’Assia con Francoforte, metropoli sempre più popolare tra i viaggiato-
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ri, ha generato una crescita dei pernottamenti italiani pari al 7,8 per cento. Ottimi i risultati complessivi per il turismo verso la Germania. In generale, il turismo verso la Germania sta conoscendo uno sviluppo positivo come non mai. I dati statistici ufficiali indicano che nei primi dieci mesi del 2012 le strutture ricettive con più di 10 letti hanno registrato un totale di 59,8 milioni di pernottamenti di ospiti stranieri, equivalenti a una crescita del 8,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo significa che la Germania anche nel 2012 si conferma come una destinazione molto apprezzata dai visitatori di tutto il mondo. Già a ottobre i pernottamenti degli ospiti stranieri avevano quasi raggiunto la soglia dei 60 milioni, un successo mai registrato fino ad oggi. Trend dinamico dall’Europa I dati più recenti diffusi da IPK International indicano che la destinazione Germania sta conoscendo uno sviluppo particolarmente positivo rispetto ad altre mete di viaggio. Nel quadro europeo, l’evoluzione dell’incoming tedesco rivela una crescita fortemente dinamica. Infatti il numero dei viaggi degli europei in Germania, secondo le stime
di IPK International, nei primi otto mesi del 2012 risulta incrementato del 7 per cento, mentre globalmente i viaggi all’estero degli europei sono aumentati soltanto del 2 per cento. Crescita costante dai Paesi confinanti Dopo i record registrati dall’incoming tedesco nel 2010 e 2011, anche i primi dieci mesi del 2012 hanno conosciuto un ottimo sviluppo, tanto che per la destinazione Germania si profila un nuovo primato di pernottamenti per l’intero 2012. Circa il 75 per cento dell’incoming tedesco è generato dal forte mercato europeo, al quale da gennaio a ottobre 2012 vanno ascritti quasi 45,3 milioni di pernottamenti. Gli aumenti più consistenti derivano dai Paesi confinanti, primo tra tutti l’Olanda. Il mercato più importante per l’incoming tedesco fa registrare un aumento costante del 2,5 per cento rispetto all’anno precedente e nei primi dieci mesi del 2012 ha generato poco meno di 9,9 milioni di pernottamenti. Sulla base dei trend attuali, IPK International ha riscontrato che i viaggi in Germania degli olandesi sono aumentati del 4 per cento, mentre complessivamente i loro viaggi con destinazione estero hanno fatto registrare una
crescita del 2 per cento. Ciò significa che la Germania nel 2012 ha ulteriormente consolidato il suo primato come meta estera più amata dagli olandesi, attestandosi per la sesta volta come destinazione principale per il mercato outgoing dell’Olanda. Anche la Svizzera, secondo mercato
cento nei primi dieci mesi del 2012; in tale periodo i pernottamenti danesi in Germania sono stati circa 2,5 milioni. Ancora crescite sovraproporzionali dai Paesi BRIC e dagli Stati del Golfo Gli aumenti più significativi sono stati quelli fatti registrare dalla Russia e dalla Cina. Per entrambi i mercati si parla di una crescita superiore al 20
spiccato potere d’acquisto. Secondo il World Travel Monitor di PK International, nel 2011 ciascuno di loro ha speso per il viaggio in Germania una media di 3.850 Euro, a fronte dei 511 Euro spesi mediamente dai viaggiatori europei. Per il 2013 le prospettive appaiono positive a livello mondiale e prevedono un’ulteriore crescita della propensione ai viaggi. Un sondaggio svolto da IPK indica che il 28 per cento delle persone interpellate intende compiere almeno un viaggio all’estero nel corso dell’anno, possibilmente anche più di uno. Ciò equivale a un aumento del 5 per cento circa rispetto ai dati del 2012. Chi siamo La DZT (Deutsche Zentrale für Tourismus) è l’Ente Nazionale Germanico per il Turismo (ENGT). La sua sede principale è a Francoforte sul Meno. Su incarico del Ministero dell’Economia e della Tecnologia (BMWi) si occupa di rappresentare la Germania in quanto meta turistica, e a questo scopo il Parlamento tedesco ne ha decretato il finanziamento da parte del Ministero. L’ENGT sviluppa e diffonde strategie e prodotti per estendere ulteriormente l’immagine positiva delle destinazioni turistiche tedesche all’estero e per promuovere i flussi turistici verso la Germania, avvalendosi anche delle sue 30 sedi di rappresentanza a livello mondiale. Fabrizio De Cesare
in ord i n e d’importanza per l’incoming tedesco, continua a svilupparsi molto bene e contribuisce all’aumento del volume dei pernottamenti in Germania con un significativo 9,6 per cento. Cospicui aumenti dall’Europa settentrionale Ai successi dell’incoming tedesco ha contribuito anche la Gran Bretagna, alla quale va attribuita una crescita dei pernottamenti in misura del 5,1 per cento. Secondo i dati di IPK International, i viaggi degli inglesi con destinazione Germania sono aumentati del 5 per cento, assai più della crescita generica dei viaggi all’estero compiuti dai cittadini britannici che rispetto all’anno precedente non supera +1 per cento. Notevole anche l’apporto della Danimarca, che si conferma un mercato dai volumi consistenti con un aumento del 10 per
per cento. Cina e Russia sono anche al primo posto per i viaggi motivati dallo shopping nella destinazione Germania. Da gennaio a settembre 2012 i viaggiatori provenienti da questi due Paesi hanno contribuito per il 54 per cento circa al totale del fatturato di vendite duty-free. Per la prima volta, anche i visitatori provenienti dagli Stati arabi del Golfo sono aumentati sensibilmente, facendo registrare una crescita del 29,4 per cento con oltre un milione di pernottamenti nei primi dieci mesi del 2012. I viaggiatori provenienti da questa regione del mondo si distinguono per lo
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turismo / porto&diporto
Lavoro: nuove opportunità come consulenti di viaggio Da Cartorange - Viaggi su Misura, una proposta inconsueta per dare nuovo slancio al turismo culturale
U
no sbocco nuovo e inusuale per i laureati in materie umanistiche, in particolare per gli archeologi. È il settore dei viaggi, o meglio dei Viaggi nel Tempo, la nuova linea di itinerari tematici dedicati al turismo culturale promossa da CartOrange – Viaggi su Misura, azienda della vendita diretta che cerca candidati con un curriculum incentrato in materie storiche, che abbiano tanta passione per i viaggi. «Conoscere bene la storia e i suoi segreti è per noi un elemento preferenziale, anche se non l’unico, per diventare consulente di viaggio – afferma Gianpaolo Romano, ad di CartOrange - Compito dei consulenti CartOrange
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è proporre itinerari cuciti su misura in base alle esigenze dei clienti, per scoprire luoghi insoliti o per rivederne altri già noti con occhi diversi». Si tratta, insomma, di un’opportunità professionale interessante per i laureati in materie umanistiche: una strada di certo poco battuta per chi sceglie questo percorso di studi, ma che sembra essere una risposta alla crescente difficoltà nel trovare un impiego. Il quadro lavorativo in Italia, come fotografato anche nell’ultimo rapporto Censis di dicembre 2012, è tutt’altro che roseo, soprattutto per i neo-laureati in materie umanistiche. Nei primi sei mesi dell’anno il numero degli occupati ha registrato una flessione dello 0,3%. E a risentirne sem-
brano essere soprattutto i giovani: tra il 2010 e il 2011, mentre l’occupazione in Italia cresceva, anche se di poco, il numero dei lavoratori con meno di 35 anni diminuiva del 3,2%, segnando una contrazione di 200mila unità. Per il 2012 il quadro peggiora, visto che solo nel primo semestre sono stati bruciati più di 240mila posti di lavoro destinati a giovani (-4% rispetto all’anno precedente). Le situazioni più critiche, secondo l’Istat, sono proprio quelle dei laureati nei corsi triennali e biennali di lettere e filosofia, con tassi di disoccupazione superiori al 40%. CartOrange vende viaggi su misura e il suo bilancio è in attivo, in controtendenza rispetto al settore, grazie a proposte di qua-
lità. Dopo aver chiuso il 2012 con un aumento del giro d’affari del 5%, riparte con slancio nel 2013 per migliorarsi ancora. «La figura del consulente di viaggio, che CartOrange ha portato in Italia nel 1999, è la naturale evoluzione del tradizionale agente – spiega Romano- Grazie alla formazione della Travel Academy, scuola interna a CartOrange, i nostri Consulenti sono costantemente informati ed aggiornati su tutti gli aspetti dell’attività, affinché possano avere una preparazione completa, un’ottima conoscenza del settore viaggi, delle destinazioni e delle ultime normative in materia turistica». Da quest’anno è stata attivata, all’interno della Travel Academy, la nuova qualifica “Specialist Viaggi del Tempo”, con corsi dedicati ad approfondire la conoscenza degli itinerari culturali, che prevedono non solo viaggi accompagnati da un archeologo, ma anche lezioni preparatorie via web da casa. Un passo ulteriore per i laureati in materie umanistiche che diventano consulenti di viaggio è l’opportunità di progettare, a loro volta, nuovi Viaggi del Tempo, magari per gli argomenti o le zone che conoscono meglio. «Ma prima è importante conoscere la nostra filosofia e il nostro modus operandi,
poi si diventa autori e accompagnatori di nuovi itinerari alla scoperta di luoghi poco conosciuti o per vedere quelli già noti sotto una luce diversa» aggiunge Romano. CartOrange - Viaggi su misura. CartOrange (www.cartorange.com) è la più grande azienda di Consulenti per Viaggiare®, attiva in Italia da oltre dieci anni con più di 400 professionisti e svariate
filiali sul territorio nazionale. Conoscenza approfondita del viaggiatore, studio minuzioso di ogni destinazione, visite periodiche presso le strutture alberghiere e formazione costante sono alcuni degli ingredienti che permettono ai Consulenti per Viaggiare® di CartOrange di proporre ai viaggiatori esperienze uniche e su misura. Stefania Vergani
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eventi / porto&diporto
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ue e quattro ruote rigorosamente dal passato e tutte italiane al 100%. Ferrari, Maserati, Lamborghini, moto Morini, Bugatti, De Tomaso, Ducati, oltre a collezioni di auto e moto d’epoca come quelle di Mario Righini, Panini, Stanguellini, Best Auto: sono solo alcuni degli espositori che saranno presenti alla prima edizione di “Motor Gallery”, a ModenaFiere il 25 e 26 maggio, per presentare il meglio di un grande patrimonio, tutto made in Italy. Non poteva essere che Modena, la Capitale dei motori, con il suo contesto
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motoristico unico al mondo a ospitare un’iniziativa come “Motor Gallery”: una mostra mercato di auto e moto esclusivamente italiane, con circa 350 espositori, su 25.000 mq espositivi. Musei storici e musei ufficiali di case automobilistiche, oltre alle più importanti collezioni di privati saranno a ModenaFiere per dare sfoggio della storia e della bellezza di decine di auto e moto di prestigio. Club privati e scuderie, oggettistica, stampe, quadri, modellismo e cimeli, registri d’auto, ricambisti di auto e moto, e ancora spazi dedicati ai singoli per vendita ed esposizione: questo e
tanto altro a “Motor Gallery” 2013. In contemporanea, sempre a ModenaFiere, si svolgerà il “Mercatino vendoscambio”, dove collezionisti e compratori potranno fare affari su oltre 15.000 mq di spazio open. Fino al 2 giugno, all’interno di Motor Gallery, sarà poi possibile ammirare la grande mostra “SS9, Via Emilia, la strada dei motori” dedicata alla Motor Valley dell’Emilia Romagna. In un padiglione di 1500 mq verranno esposte per la prima volta le migliori auto e moto realizzate in Emilia Romagna, da Piacenza a Misano Adriatico, fino ai giorni nostri: Ferrari, Maserati, Lambor-
ghini, moto Morini, Bugatti, De Tomaso, Pagani, Dallara, Ducati e altre ancora. Sono inoltre previste diverse mostre collaterali, tra cui una di auto Barchetta che hanno fatto la storia dell’automobilismo italiano. “Motor Gallery” si svolge grazie all’importante sostegno di Promo e della Camera di Commercio di Modena, mentre la collaborazione con l’APT Emilia Romagna è volta a promuovere l’evento all’estero. La mostra scambio si colloca poi nell’ambito della quattordicesima edizione di “Modena Terra di Motori”, la più importante manifestazione automobilistica italiana “en plein air”, a Modena
dal 23 marzo al 2 giugno: una serie di esposizioni e iniziative nelle piazze del centro storico e il Memorial Banca Popolare dell’Emilia Romagna, con gare di regolarità su parte del percorso che fu il circuito storico cittadino di Modena. Inoltre il Museo Casa Natale Enzo Ferrari sarà location di una sezione della mostra e favorirà la promozione dell’evento. “Motor Gallery” mette in mostra la produzione italiana, fatta di aziende, di tecnici, designer e imprenditori che hanno costruito l’immagine del nostro paese nel mondo e continuano a farlo. La mostra scambio ha scelto Modena come sede in quanto capitale mon-
diale dei motori, città che ha dato i natali a uomini come Vittorio Stanguellini, Scaglietti, Enzo Ferrari - alla cui Casa Natale è stato dedicato il Museo inaugurato lo scorso anno - oltre al Museo Ferrari di Maranello. Un patrimonio protagonista di uno scenario internazionale, in grado di richiamare la presenza di collezionisti e compratori stranieri, perché l’interesse del mercato estero nei confronti delle auto e delle moto italiane rimane molto forte anche in questo periodo di recessione. Modena con Motor Gallery vuole diventare il salotto buono del motorismo storico italiano. Giacomo Canarsa
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libri / porto&diporto
La forza dell’amore N
on c’è nulla di più bello della vita e nulla di più sacro quando essa è fecondata dall’amore, l’unico, vero sentimento che ancora può salvare e santificare il
mondo. Ne sono prova, avida ed avvolgente, questi racconti, ora rapidi e folgoranti, ora lenti e decantanti, che assecondano i ritmi delle stagioni, dei sogni, dei desideri, racchiusi nello scrigno segreto del proprio cuore. Non c’è nessuno spazio, nessun tempo, che non possa essere illuminato dall’amore, anche se questo sentimento richiede continuamente di essere alimentato, di essere messo alla prova, perché non è mai definitivamente acquisito. Allora intervengono gli anni, che potrebbero dirsi di prima linea nella vita, che aiutano, insegnano a capire. E questo è, nella sua sostanza più profonda, un libro che vuole aiutare a vivere, senza però alcuna condizionante pretesa pedagogica: la scuola è quella che s’impara vivendo, magari con l’aiuto e il sostegno di chi quella vita continua a provarla e riprovarla con la passione e la meraviglia che essa sempre richiede a chi voglia davvero coglierla per intero. Questi racconti si propongono, allora, come compagni di viaggio e di avventura di un’esperienza, da condividere nel nome di un comune destino, che merita di essere assecondato sempre, per il bene di tutti quei valori positivi che rendono la vita davvero degna di essere vissuta. Molti di questi racconti sono esplicitamente dedicati all’amore, all’incontro di due persone che sentono nascere dentro di loro questo sentimento così ineffabile ed intenso da non poter essere controllato dalla lucida freddezza della ragione. L’autrice ama raccontare la scoperta dell’amore, quel momento straordinariamente poetico in cui tutto si annulla e si esalta nella felicità dello stare insieme. Allo stesso tempo, tuttavia, ella non rinuncia a rappresentare il risvolto, si direbbe, talvolta prosastico che la passione assume, quando rischia di essere ingabbiata in una struttura che non le appartiene, perché la sovrasta senza senso, facendole perdere intensità e profondità. E sono, invece, soprattutto questi due elementi che si ricercano in una vita in due, di cui la Coccia si sofferma, con accattivante penetrazione, a cogliere le pause, le riprese nel respiro restituito del proprio uomo. Si tratta, in fondo, di quella quotidianità, che non va respinta bensì vissuta in ogni minimo momento, nella preziosità di un attimo, che può divenire miracolosamente eterno.
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Un contrappunto centrale di questo libro è rappresentato da un epistolario, che l’autrice sente di dover dedicare al dio della sua vita: quell’amore vissuto, perduto; quell’amore di altri tempi; quell’amore ancora da vivere fino in fondo; ma
anche quell’amore, che ha nome amicizia, sentimento vivo e durevole che la nostra scrittrice prova e condivide e al quale dedica alcune delle pagine più intime del suo epistolario, nel segno di una complicità, che non riguarda solo le creature femminili viventi ma si estende naturalmente alle donne baciate dal sacro fuoco dell’arte e della poesia: Elisabeth Barret Browning, Emily Dickinson, Alda Merini. Gli ultimi racconti sono dedicati alla Scuola, passione di una donna, che le ha dedicato tutta l’attenzione e tutto l’amore possibili, soprattutto nello scambio di quell’energia vitale che solo i giovani, gli studenti, sanno regalare a chi sa veramente capirli e istruirli per la vita. Riaffiorano così momenti indimenticabili, legati a personaggi, a situazioni, talvolta difficili, talvolta amabili, che rinviano a un vissuto che non potrà mai essere rimosso ma che continuerà invece a far parte di un’esperienza irripetibile e carica di significati insospettabili. A volte, noi professori, oltre che insegnare, impariamo e ci nutriamo di quella forza che i giovani sanno trasmettere, sempre ricordando che anche noi siamo stati un po’ come loro. Ed è, alla fine, una primavera del corpo e della mente che questi racconti intendono soprattutto custodire e trasmettere a una umanità, che rischia spesso di sprofondare in una prematura vecchiezza dello spirito. La Coccia riesce così a raggiungere il suo scopo grazie alla forza di quella parola, che, se fosse più ascoltata e letta, potrebbe davvero aiutare il mondo a vivere, risarcendolo di quella parte di esistenza che talvolta manca. Francesco D’Episcopo
English summary GRIMALDI GROUP NAPLES NEW BARCELONA TERMINAL The foundation stone of Grimaldi Naples new terminal was laid at Muelle Costa in the port of Barcelona on January 14. The terminal will have a 15 year concession with the possibility of a further 7 year extension. The 63,000 sq. meter terminal will consist of a 3 floor 3,750 sq. meter building, a pavemented open area and three fingers for disembarking passengers from ship to terminal. The terminal will be able to handle 3,600 passengers at the same time. Offices, shops and a restaurant are included. The terminal will support Grimaldi’s services to and from Barcelona and especially those of “motorways of the sea”.
RINA IN ABU DHABI RINA has won the contract to set up and advise Tasneef the first public classification entity in the Arab world which will be based in Abu Dhabi. The three contract has a value of 3,5 million US$ although it is expected to be the first step in a long term cooperation. 60% of the world’s sea transport passes through the region. RINA and Tasneef will carry out 44 classifications for new builds and existing vessels.
TRIESTE DISAPPROVES OF GASIFYING PLANT Port traffic continued to grow in all sectors in 2012 with 411,247 teu handled, 4,60% more than in 2011. The Trieste Port Authority has not approved the construction of a gasifying plant to be built in the port. Government institutions, unions, other authorities and port operators members of the authority also disapproved. The Minister for the Environment will now decide if the necessary connecting gas pipeline will interfere with shipping.
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English summary GIOIA TAURO CONTAINERS AND RAIL GATEWAY
make the port part of the Helsinki/Valetta European corridor.
Gioia Tauro is once again Italy’s most important container port handling 2,720,000 teu in 2012, an 18,5% increase over 2011. The port also handled 145,121 vehicles, 33,92% more than 2011. The port’s increased business results mainly from further MSC calls with ULCCs. Gioia Tauro has now asked for tenders for building a rail gateway at a cost of 40 million euros financed 50/50 by the private sector and EU which will
RIVALTA SCRIVIA INTERPORT INVESTS IN COLD STORAGE The Interport at Rivalta Scrivia has invested in a cold storage food facility to complement the already existing storage of dry goods, room temperature storage and products destined for supermarkets. The Interport believes that the food sector including frozen food will expand over the next few years. Currently the Interport handles 300,000 tons of food products and occupies 80,000 square meters of stores of which 60,000 meters is dedicated to maintained temperatures which occupy 20% of the stores and maintain temperatures which vary from +8° to -25°.
INTERNATIONAL CULTURE FORUM FOR NAPLES THIS SPRING Finally after many years Naples, is to stage its UNESCO forum dedicated to the city’s cultural heritage and patrimony in addition to peace, solidarity and environmental friendliness. The events will be held at Santa Chiara and at the Zapata palace. Our own Porto&diporto in collaboration with Università Telematica Pegaso will produce and distribute a special publication.
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