20 anni di idee e lavori
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Foto in copertina: Centro ricreativo e ricettivo nell’area naturale “Podere Belvedere” sul lago di Corbara, Baschi (TR). È il primo intervento realizzato da Insula nel 2002.
EDITORE E PROGETTO EDITORIALE
Insula. 20 anni di idee e lavori
Prefazione di Francesco Cellini 8 20 anni di Insula 11 Chi siamo 15 I nostri progetti 22 Residenza 23 Riuso 36 Sostenibilità 48 Recupero 52 Concorsi 68 Il futuro è già qui 74 INDICE
Visione aperta e responsabile: la qualità di Insula
Scrivere di un gruppo di amici molto più giovani di me, con i quali si è lavorato gomito a gomito per trent’anni, non è facile: rischia di diventare troppo personale, e poi l’affetto non è un campo che si addica alla discussione sul progetto di architettura. Però, sul carattere del rapporto che si è stabilito nel tempo fra me, Paolo ed Eugenio, poi con Roberto (e infne con tutto il gruppo di Insula) due precisazioni vanno pur fatte. La prima è che esso non è, né è mai stato, paternalistico; perché, pur nella differenza di età, non mi sono mai sognato di impersonarmi quale loro maestro, né all’inizio, quando potevano essere scambiati per i ragazzi di bottega del mio microscopico studio, né poi quando, messa su la loro società, sono diventati con essa un sicuro riferimento e un partner di una gran parte della mia attività professionale. Una seconda precisazione riguarda la parola collaborazione, che nel caso deve essere intesa priva di ogni accento di subordinazione, dipendenza o esecutività; cioè come una prassi in cui si espone e confronta senza riserve tutto ciò che viene suggerito dalle singole sensibilità, capacità e fantasie
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DI
PREFAZIONE
FRANCESCO CELLINI
dei collaboranti. Ed appunto questo è avvenuto con me (o almeno spero sia stato così, seppur con qualche mia prepotenza) anche quando loro, ragazzini, lavoravano nei progetti umbri, in quelli romani per il Mattatoio, San Paolo ecc. (anni ‘90). Ed ancora è quello che è certamente avvenuto e tuttora avviene nei vent’anni di Insula, non soltanto nei miei confronti, ma, per quel che percepisco, in tutte le altre numerosissime occasioni della loro avventura professionale. Il che ci porta, direttamente da una questione che può sembrare di pura organizzazione del lavoro, ad una che invece riguarda l’essenza del progetto di architettura. Perché un approccio plurimo come quello descritto (più teste, più culture, più predilezioni che si concentrano su un problema e confrontano varie ipotesi di soluzione) potrà essere anche un modo faticoso e poco economico di gestire l’attività professionale, ma certamente caratterizza positivamente i suoi prodotti in un’essenziale direzione: la qualità, la ponderatezza, l’adeguatezza e l’effcacia.
Tutto questo va anche a scapito, talora, di altri requisiti,
come la velocità di produzione e, in particolare, l’omogeneità formale; cioè quella particolare caratterizzazione dell’opera che mira a garantire un’immediata identifcazione del suo autore. Il che è quotidianamente scambiato per un crisma di poeticità e di coerenza, quando invece è spesso un’operazione di promozione. Cosa che, in pieno accordo con Insula, penso possa essere tranquillamente omessa dalle preoccupazioni dei progettisti responsabili: la poeticità e la riconoscibilità non si programmano. Sono nelle cose: vengono dopo, semmai.
E ancora una forte coerenza col modo di affrontare il progetto si può ben leggere nella stessa organizzazione societaria di Insula, a partire dal suffsso ‘Architettura e Ingegneria’ del suo nome.
Infatti è una struttura molto piccola, in cui però l’insieme delle competenze dei fondatori con quelle, diversifcate e collaborative, di alcuni altri (Nicoletta, Manuela, Paolo, Andrea ecc.) garantisce la capacità di elaborazione interna insieme a quella di relazione coll’esterno, in una visione aperta e laica della professione contemporanea.
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20 anni di storia
Tra la fne degli anni ‘90 e l’inizio del nuovo millennio tre professionisti si incontrano e lavorano gomito a gomito nello studio di Francesco Cellini e Nicoletta Cosentino , partecipando allo sviluppo di progetti importanti, come il Sestrière a Torino, o Junghans a Venezia; e anche di conoscere il cantiere in vari lavori umbri (il centro di canottaggio sul lago di Corbara, i cimiteri e le piazze di Baschi e Civitella).
Con il passare del tempo cresce la stima reciproca e aumenta il desiderio di essere più autonomi, così quei tre giovani professionisti – due architetti, Eugenio Cipollone e Paolo Orsini , ed un ingegnere Roberto Lorenzotti – decidono di avviare lo studio Insula partendo dal quartiere romano di Ostiense, centro dinamico animato dall’Università Roma
Tre e da una vita sociale molto intensa, con una serie di strutture di archeologia industriale, che, adeguatamente rigenerate e riqualifcate, avrebbero potuto e potranno aiutare la ripresa della Capitale. Era il 2002, e sembrava quasi un sogno folle eppure oggi, 20 anni dopo, Insula è tra gli studi di progettazione ed architettura più attivi della città . Ben saldi nel quartiere che hanno contribuito a trasformare con interventi molto diversi tra loro, dall’Università all’ex Mattatoio, hanno poi realizzato interventi in tutta Roma, sono usciti dal Gra per lavorare ovunque in Italia fno ad arrivare ad ottenere committenze dalle autorità tedesche ed essere presenti ed attivi anche nel mercato turco. Quei tre professionisti ne hanno fatta di strada in questi 20 anni e ancora lunga è quella che si preparano a percorrere in futuro, senza porsi limiti di tempo o di spazio. Prova ne sono i recenti concorsi vinti per il restauro e la valorizzazione del parco archeologico dei Porti Imperiali di Ostia o per la riqualifcazione dell’ex carcere borbonico sull’isola di Santo Stefano. Fare architettura significa saperla immaginare. Con questo spirito Insula vuole disegnare il proprio futuro. All’inizio c’erano i tre soci, oggi lo studio è una squadra
che comprende altri 12 collaboratori a vario livello e con vario impegno.
Lo studio vive la progettazione a tutto tondo , lavorando contemporaneamente su interventi importanti e su commesse più piccole, ricercando con la stessa attenzione le risposte più adeguate ai diversi temi.
I tanti concorsi cui Insula ha partecipato, sono stati occasione per confrontarsi con i grandi temi dell’architettura, contribuendo ad accrescere le competenze del team e spingendo i tre soci a investire nella ricerca, ottenendo importanti riconoscimenti in Italia ed all’estero. La recentissima aggiudicazione del Concorso per il carcere di Santo Stefano a Ventotene offre una nuova opportunità per continuare questo percorso di crescita .
Molte persone sono passate per Insula e alcune sono entrate a far parte del gruppo stabilmente, dando il proprio contributo allo sviluppo dei progetti e delle realizzazioni.
Fanno parte di Insula a pieno titolo: Nicoletta Marzetti , architetto raffnato, che svolge un ruolo indispensabile nel collegare la dimensione progettuale e quella produttiva, garantendo il rispetto della qualità nei progetti e nei cantieri.
Paolo Diglio , architetto, che immagina e rappresenta praticamente tutto quello che Insula produce.
Manuela Piazzi , segretaria amministrativa esperta e responsabile, che conduce con mano sicura la navigazione attraverso i marosi della burocrazia.
Andrea Giuffrida , architetto generoso e caparbio, che segue con tenace professionalità ogni lavoro.
Stefanie Modé , indispensabile tramite con il teutonico mondo della costruzione.
Il gruppo ha avuto l’occasione di confrontarsi con maestri, professori, professionisti, amministratori, politici, imprese, associazioni della società civile, ricercatori. Da tutti ha saputo imparare qualcosa.
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SISTEMAZIONE DELL’AREA BASILICALE DI SAN PAOLO opera costruita (1998-2001)
PARCO URBANO DI SAN PAOLO FUORI LE MURA opera costruita (1998-2001)
PONTE DEGLI ANNIBALDI opera costruita (2001)
ACCADEMIA TEDESCA VILLA MASSIMO progettazione conclusa
ASILO TENUTA RUBBIA I premio
PARCO
LINEA METRO D progettazione conclusa
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA NELL’EX MATTATOIO – PAD. 2B opera costruita (2013) pad. 7 (1999) e pad 15a,b,c (2011)
PARCO URBANO FLAMINIO progettazione conclusa
PARCO URBANO MONTE CIOCCI opera costruita (2005-2006)
MERCATO RIONALE DI TORRE SPACCATA opera costruita (2001-2009)
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2001
2003
2004
2005
SCOLASTICO MARYMOUNT opera costruita (2002-2004) GIUSTINIANO IMPERATORE II premio
2008
CASA GENERALIZIA DELLE ANCELLE DEL SACRO CUORE progettazione conclusa
2009
2007
2006
INSULA A ROMA
AMBASCIATA TEDESCA opera costruita (2011-2013)
RISTRUTTURAZIONE DAI –ISTITUTO ARCHEOLOGICO GERMANICO opera costruita (2013-2022)
RESIDENZE IN VIA FLAVIA opera costruita (2016-2020)
RESIDENZE IN VIA ROCCA DI MEZZO opera costruita (2012-2018)
RESTAURO
UNAHOTELS TRASTEVERE opera costruita (2017-2022)
RIQUALIFICAZIONE PIAZZA BOTTEGO in cantiere
CASA VITTORIA NELL’EX SERBATOIO OLEA ROMANA in cantiere
PARCO ARCHEOLOGICO DI OSTIA I premio
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2018
EDIFICIO RESIDENZIALE IN VIA AURELIA in cantiere
PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE in cantiere
MUSEO DELLA ZECCA DI ROMA (CONCORSO INTERNAZIONALE) IV premio
2019 CONCORSO EX CAMPO TESTACCIO II premio CONCORSO PIAZZALE VERANO II premio 2021
CONVENTO SAN FRANCESCO A RIPA in cantiere
2022
RIQUALIFICAZIONE DELL’EX ARSENALE PONTIFICIO in cantiere
2013
Chi siamo
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Cipollone
Eugenio Cipollone, nato a Lanciano (Ch) nel 1964. È Presidente del Consiglio di amministrazione e Direttore tecnico di Insula architettura e ingegneria.
Tra il 1996 ed il 2003 è stato docente a contratto presso la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Roma Tre; in parallelo, dal 1992 a 2001 ha collaborato con lo studio Cellini e Cosentino, dove ha incontrato Paolo Orsini.
È il referente di tutti i rapporti con la Germania e la Turchia.
Roberto Lorenzotti è nato a Roma nel 1966. È socio fondatore e direttore tecnico di Insula architettura e ingegneria, dove si occupa principalmente di project management.
Dal 1995 è iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Terni in seguito alla laurea in Ingegneria civile edile conseguita presso l’Università La Sapienza di Roma.
Ha ottenuto l’abilitazione a Coordinatore per la progettazione e l’esecuzione dei lavori in materia di sicurezza dei cantieri e alla progettazione in materia di prevenzione incendi.
Orsini
Paolo Orsini, romano, classe 1965. Dal 2002 è socio di Insula architettura e ingegneria s.r.l., di cui è Direttore tecnico.
Ha conseguito la laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e dal 1995 è iscritto all’Ordine degli architetti della Capitale.
Successivamente, dal 1996 al 2005 è stato docente a contratto in Caratteri tipologici presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre.
Per quasi dieci anni, dal 1992 al 2001 ha collaborato presso lo studio di Francesco Cellini e Nicoletta Cosentino, dove ha conosciuto Eugenio Cipollone.
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EUGENIO
ROBERTO Lorenzotti
PAOLO
ROBERTO: Ho avuto modo di conoscere ed apprezzare Eugenio e Paolo quando operavamo nei cantieri umbri. Io curavo la Direzione dei lavori mentre loro erano agli esecutivi. Io all’epoca facevo base ad Orvieto ed ho capito che potevano essere le persone giuste per spiccare il volo, spostare il mio baricentro su Roma e dare il mio contributo al nuovo proflo urbano della Capitale.
EUGENIO: Con Paolo ci siamo conosciuti lavorando ad un plastico per Francesco Cellini, mentre con Roberto ci siamo incontrati per il centro di canottaggio sul lago di Corbara. Abbiamo continuato a scambiarci idee e suggerimenti in tutti i cantieri umbri di quel periodo: le piazze e i cimiteri di Baschi e Civitella. Dopo qualche anno, trovandoci sempre più in sintonia, ci siamo resi conto che era giunto il momento di fare un salto di qualità e dar vita ad Insula.
PAOLO: Con Eugenio ho condiviso il mio percorso universitario e subito dopo la laurea ci siamo ritrovati a lavorare fanco a fanco nello studio di Francesco Cellini e Nicoletta Cosentino per una decina di anni. In quel periodo ci siamo anche dedicati all’insegnamento presso l’Università Roma Tre ma volevamo misurarci a pieno con la professione. A quel punto abbiamo deciso di dar vita al nostro studio coinvolgendo Roberto, che avevamo conosciuto ed apprezzato sui cantieri in cui operavamo a quel tempo. Con lui ci siamo subito trovati in sintonia perché completava e arricchiva le nostre competenze.
ROBERTO: Senz’altro l’ex Mattatoio di Testaccio. Grazie a questo abbiamo avuto l’opportunità di lavorare con l’Università Roma Tre in tutte le fasi dell’insediamento dell’ateneo, a partire dalla prima ristrutturazione, quasi sperimentale, per il padiglione 7, per poi frmare il recupero del 2b e del 15 e dirigere i lavori che hanno permesso l’insediamento della facoltà di Architettura. Inutile dire che questo è stato un vero banco di prova per le competenze di Insula!
EUGENIO: Sceglierne uno fra tanti non è semplice. Personalmente non me la sento di indicarne solo uno, però se proprio devo dico tutti quelli fatti in o per la Germania. Lavori diversi che ci hanno permesso di dimostrare capacità varie, penso ad esempio all’intervento fatto all’accademia tedesca di Villa Massimo, a quello presso l’Ambasciata o quello recentissimo per il DAI.
PAOLO: Io sono legato a Bagnoli, perché quando abbiamo vinto il concorso in Ati con Cellini ed altri abbiamo veramente fatto un salto di qualità nella gestione di progetti complessi. Parliamo di interventi particolari dove i temi ambientali si intrecciano con quelli urbani, in una ricerca progettuale completa e approfondita all’interno di un’archeologia
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industriale. Come vi siete conosciuti e come è nata l’idea che ha portato ad Insula? In 20 anni siete diventati una realtà consolidata. Tra i tanti progetti che avete realizzato, qual è il più significativo per la vostra storia?
stima reciproca è
incontrandosi
Francesco Cellini. Essendo tre professionisti
una visione
La
nata
nei cantieri umbri, lavorando per
con
simile, l’intesa è venuta naturale.
ROBERTO: Senza ombra di dubbio il recupero. Mi piace rimettere in sesto gli edifici, riqualificarli e rigenerarli studiando soluzioni compatibili ed effcienti per rendere nuovamente funzionale il patrimonio edilizio che mi viene affdato. Costruire partendo da zero è una sfda affascinante, ma dover operare sul già costruito per dargli nuova vita lo ritengo ugualmente appagante.
Architettura, urbanistica e recupero paesaggistico. Tante le competenze e le aree di intervento di Insula. Qual è la sua prima scelta?
PAOLO: Personalmente direi il paesaggio, però in un’accezione culturale e comprensiva, che racchiude il nostro operare all’interno di un determinato contesto.
EUGENIO: Non posso che dire architettura. Quella dell’architetto non è solo la mia professione o la categoria professionale cui appartengo ma è soprattutto quella in cui mi riconosco.
Siamo una realtà capace di affrontare
sfide entusiasmanti.
ROBERTO: Può fare tanto, ma è fondamentale prima stabilire un rapporto di fiducia con le committenze pubbliche, al fne di camminare insieme verso la realizzazione degli interventi ponendosi gli stessi obiettivi da raggiungere.
PAOLO: Molto; non dobbiamo mai dimenticare che l’architettura gioca un ruolo fondamentale per soddisfare gli interessi pubblici. Troppo spesso si tende a non accorgersi o a minimizzare quanto sia importante, per una comunità, il senso di autorappresentazione che risiede nella qualità dell’ambiente costruito. Questo è il nostro obiettivo, e può nascere solo da un accordo profondo fra tutti i componenti del processo edilizio.
EUGENIO: Sicuramente una società come Insula può svolgere un ruolo importante nell’accompagnare le pp.aa. in ogni fase degli interventi. C’è da considerare che le committenze pubbliche si trovano a dover delegare all’esterno tutte le fasi della progettazione e, spesso, hanno bisogno di confrontarsi con professionisti capaci di mettere i procedimenti su binari di fattibilità. In quel caso spetta a chi assume l’incarico far sì che l’attenzione resti concentrata sul portare a termine l’opera pubblica, superando le tante incertezze che contraddistinguono la fase realizzativa.
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Cosa può fare l’architettura per un committente pubblico?
Oggi Insula è una società capace di offrire soluzioni attente ed efficienti ai complessi problemi che questa professione deve
affrontare.
ROBERTO: Chi lavora nel mondo delle costruzioni ha la necessità di fare affdamento su professionisti che siano capaci di individuare e risolvere i problemi, ma soprattutto che sappiano offrire rapidamente soluzioni utili. Quello dei tempi è un aspetto troppo spesso sottovalutato, mentre per un’impresa sono l’elemento che può fare la differenza. Dare risposte adeguate e offrire soluzioni mirate è fondamentale. Questo personalmente è il contributo che cerco di offrire in tutti i progetti che seguo.
PAOLO: Oggi la trasformazione del patrimonio costruito è un obiettivo condiviso nel mondo del real estate. Sostenibilità economica, ambientale e sociale sono tre aspetti che camminano in parallelo, non si può pensare di privilegiarne uno a scapito degli altri, ne risentirebbe il prodotto fnale. Tutti gli operatori del settore sono portati ad osservare tutte le dinamiche tecnologiche, sociali, ambientali e normative che possono andare ad infuire sul tessuto urbano e che possono orientare le esigenze della collettività ed i valori immobiliari. In questo senso il nostro compito, quando operiamo nel campo del real estate, è quello di mettere al servizio degli investitori la nostra conoscenza del territorio e delle sue trasformazioni, fornendo strumenti di analisi e di valutazione per mettere a punto le strategie immobiliari adeguate.
EUGENIO: È superfuo dirlo, ma un buon progetto è la condizione necessaria per qualsiasi operazione di successo. Fin dai primi passi, partendo dalla fattibilità dell’opera, passando per la verifca di tutte le condizioni al contorno, un progetto va mantenuto nei binari della sua sostenibilità. Questa è la prima cosa da fare, dopo di che tenendo ben salda l’idea che si ha in mente si deve camminare in quella direzione senza smarrire la bussola. Il progetto è il luogo, prima teorico poi reale, dove tutti gli attori convergono; ma bisogna farlo con la medesima comunione di intenti. Serve un confronto costante: tutti devono avere ben presente l’obiettivo fnale che la squadra deve andare a perseguire. E questa idea di progetto penso sia sempre apprezzata da chi lavora nel nostro campo.
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Cosa comporta lavorare per il real estate?
PAOLO: Roma è probabilmente la città più bella del mondo. Ma oggi tutta la bellezza che può offrire viene sprecata. Credo che paghi la mancanza di un’adeguata visione strategica. Qui ci sono enormi potenzialità, spazi che ogni metropoli vorrebbe per sé per poterli inserire in un qualche programma urbano, in un’offerta proattiva che sappia anticipare la domanda. Roma no, si accontenta di galleggiare quasi vivendo alla giornata. La Capitale non affonda solo grazie alla sua dimensione, ma ha problemi giganteschi che precedono qualsiasi visione. Ci sono gravi criticità sui trasporti, sui rifuti e per quanto concerne le politiche abitative. Ciò comporta un aumento degli squilibri e delle diseguaglianze. Tutti noi dobbiamo porci degli obiettivi concreti iniziando dal cogliere la vita che si esprime dal basso.
EUGENIO: Parlando di Roma è fn troppo facile lasciarsi andare alla deriva fatalista e definirla una città ingovernabile e condannata ad un inesorabile ed ineludibile destino di marginalità e degrado. Questa però è pura e semplice retorica che non serve a nulla e che deve essere superata. Per quanto ci riguarda noi quando interveniamo su Roma ci siamo riproposti di avere sempre lo sguardo fsso verso una prospettiva che punti a restituire alla Città un ruolo guida nelle politiche urbane. Lo facciamo perché crediamo che questo sia possibile; facendo leva sulla sostenibilità ambientale e sulla produzione creativoculturale Roma può e deve diventare il centro di un nuovo modello urbano.
ROBERTO: È opinione comune che a Roma ci sia veramente molto da fare e questo è innegabile. Si può ragionare se sia meglio partire dal basso, coinvolgendo le tante realtà territoriali che vivifcano i quartieri, o dall’alto, affrontando ad esempio la qualificazione dei nodi del trasporto pubblico cui è indispensabile che la città si appoggi in ogni intervento di rigenerazione. Si tratta, in entrambi i casi, di sfde dure ma avvincenti e noi siamo pronti a mettere le nostre competenze al servizio della città per migliorarla il più possibile.
PAOLO: Il mio ricordo non è legato ad un progetto o ad un lavoro. È qualcosa di più intimo ma legato a tutti noi: la festa per i nostri primi dieci anni. In quell’occasione io, ma credo che anche per gli altri sia stato lo stesso, mi sono reso conto che Insula aveva saputo creare un gruppo, una squadra. C’erano tantissime persone che ci testimoniavano fducia e ci spronavano ad andare avanti.
EUGENIO: Per me è legato al progetto di Bagnoli. Il giorno in cui abbiamo spedito a Napoli la cartacea del progetto è ben saldo nella memoria. Eravamo stanchi per il lavoro fatto e sbalorditi dalla montagna di carta che stavamo per spedire, raccolta in faldoni di colore blu. Nonostante tutto però si respirava un’aria di serenità ed anche di felicità per quello che eravamo riusciti a fare tutti insieme con uno sforzo collettivo.
ROBERTO: L’inaugurazione del complesso sul lago di Corbara. Quello relativo alla sistemazione della sede del parco fume Tevere sul lago, di fatto è stato il primo lavoro signifcativo per il nostro studio. A parte questo, oltre ad essere un bel progetto per un’area meravigliosa, era particolarmente importante per noi, che tornavamo dove tutto era cominciato, dove ci eravamo conosciuti per completare l’area intorno al centro di canottaggio di Cellini.
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Roma sta vivendo grandi trasformazioni. All’orizzonte c’è il Giubileo e si parla dell’Expo 2030. Cosa bisogna fare secondo voi per migliorare la situazione?
Venti anni sono un lasso di tempo relativamente lungo. Tante giornate vissute insieme e altrettanti ricordi. Qual è per voi quello indimenticabile?
Voi avete la fortuna di lavorare sia in Italia che all’estero. Similitudini e differenze?
ROBERTO: Credo sia importante a livello personale e soprattutto professionale sapersi confrontare con realtà varie, con logiche diverse: lo scambio arricchisce sempre. Inoltre, va detto che il nostro lavoro è spesso più apprezzato all’estero che in Italia; e questo ci porta a dare battaglia perché anche da noi si riconosca dignità alla fgura dei tecnici.
EUGENIO: Ci sono pro e contro nel lavorare in Italia e all’estero. Noi siamo riusciti a trovare quella che reputiamo essere la giusta via di mezzo: operiamo principalmente nel nostro paese ma per committenze straniere. Sicuramente si tratta di una condizione particolare che comporta fra l’altro una delicata mediazione fra approcci diversi; bisogna capire i vari punti di vista per proporre soluzioni realizzabili che soddisfno le committenze. Una sfda non semplice ma professionalmente appagante.
PAOLO: Abbiamo iniziato a lavorare in Turchia grazie al concorso per Yenikapi Transfer Point, un grande nodo infrastrutturale nel bel mezzo di uno scavo archeologico. Già in quell’occasione abbiamo avuto l’opportunità ed anche il piacere di proporre un know how tutto italiano, generato dalla capacità di pensare la città contemporanea all’interno di quella antica. Questo è un metodo di lavoro, un atteggiamento di attenzione e di rispetto per quanto abbiamo ereditato, una ricerca di sostenibilità di ogni azione presente. Senza scomodare Benjamin, camminiamo in avanti volgendo uno sguardo attento alle nostre spalle. E questo è un valore che si apprezza anche all’estero.
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Insula è uno spazio di ricerca per trovare le risposte progettuali più aggiornate.
21 3 PAESI 12 COLLABORATORI 3 SOCI 20 ANNI DI ATTIVITÀ 2 ARCHITETTI 1 INGEGNERE ETÀ MEDIA 33 ANNI IL 2022 DI INSULA 4 CANTIERI IN CORSO
I nostri progetti
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Residenza
La gente delle città belle è anche buona né più né meno come la gente delle città brutte è anche cattiva» fa dire a Rosario lo scrittore
Elio Vittorini ne “Le città del mondo”. Poco dopo, sempre osservando le luci di Scicli e parlando a suo padre, Rosario ribalta il pensiero, e sostiene che tutto dipende dal modo in cui la gente cresce. «Dove la gente vive come a Enna si ha Enna, e dove la gente si forma come a Licata si ha Licata».
Vittorini descrive la città come corpo vivo, frutto della dinamica corrispondenza fra la società ed il territorio, espressione del rapporto attivo fra aspetti materiali e culturali che sta alla base del fenomeno urbano e, più in generale, dell’architettura.
E proprio questo è il compito ed il dovere dei progettisti: rendere la città e l’ambiente circostante migliore. E questo è quello che Insula cerca di fare da 20 anni e vuole continuare a fare per molto tempo ancora.
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L’architettura come strumento per migliorare la qualità della vita
VIA ROCCA DI MEZZO
ROMA RESIDENZA
PERIODO 2016/2017
COMMITTENTE Di.Cos. spa
OGGETTO DELL’INCARICO
Progettazione definitiva ed esecutiva, direzione dei lavori
CONSISTENZA 1.495 mq
MODALITÀ DI AFFIDAMENTO Incarico diretto
STATO Opera costruita
FOTO: ©LUIGI FILETICI
La casa di via Rocca di Mezzo a Roma sorge a margine di un quartiere residenziale sviluppatosi sul fnire degli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso, affacciata verso una bella valle di spiccato valore naturalistico. In questo caso il progetto rifette la necessità di intervenire su uno stabile sito in una zona ad alto valore immobiliare in un’area centrale e residenziale di pregio.
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27 RESIDENZA
Partendo dalla tipologia tipica delle palazzine romane, il progetto ha scommesso sullo spazio comune, solitamente ridotto al minimo nei progetti speculativi. In questo caso invece il giardino, i percorsi per raggiungere le abitazioni e il corpo scala sono tutti ambienti intorno ai quali ruota il progetto, proponendo una sorta di immeuble villa, dove i volumi aggregati delle singole abitazioni generano la qualità dello spazio di relazione. Per garantire la qualità dell’alloggio lo studio ha dato la massima importanza agli spazi all’aperto, con la grande loggia che penetra negli spazi di soggiorno.
L’aspetto costruttivo è ugualmente curato. In contrasto con la tendenza attuale a realizzare cappotti isolanti che rendono l’edifcio gonfo e goffo, si è scelto di lavorare con una tecnologia che prevede lo strato isolante all’interno della parete in laterizio, consentendo così di mantenere in facciata superfci solide e materiche.
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RESIDENZA
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RESIDENZA
33 RESIDENZA
ECOVILLAGE
Fra i diversi temi che possono essere affrontati nella pratica professionale, dare forma ad un intervento di residenze collettive conduce dritto al cuore della progettazione: Insula è al servizio delle esigenze future degli abitanti, ma non ha modo di ascoltarne le specifche richieste. Ne deve interpretare, quasi in astratto, desideri e necessità, attivando un confronto serrato con i modelli abitativi consolidati. Da questo confronto devono scaturire le
soluzioni spaziali, tipologiche, estetiche più adatte per i futuri abitanti. Emblematico in questo senso è il progetto Ecovillage, quartiere per oltre 4.500 abitanti alle porte di Roma, in cui, già dal nome dato all’iniziativa, si volevano esaltare gli aspetti positivi del vivere con altri a diretto contatto con la natura, lontano dal caos e dagli alti costi delle zone più centrali della città. Questo ha richiesto, da una parte, un’attenzione particolare all’inserimento
degli edifici nel delicato contesto del paesaggio dell’agro romano e, dall’altra, una rifessione sulla dimensione sociale del villaggio, sugli spazi comuni, sui luoghi di incontro.
Un’analoga tensione progettuale ha riguardato gli sforzi per limitare la presenza delle macchine nel comparto abitativo a vantaggio degli spazi di socialità, il che è diffcile da realizzare in periferie dove senza automobile non si arriva in città.
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MARINO, RM
35 PERIODO 2013/2016 COMMITTENTE Parsitalia General Contractor OGGETTO DELL’INCARICO Progetto preliminare e definitivo con AM7 studio S.r.l. CONSISTENZA 40.625 mq STATO Non realizzato RESIDENZA
Riuso
Riqualificare gli edifici dandogli una seconda vita
Lavorare a Roma è un onore, ma anche una sfida. La Capitale è il frutto di continue stratificazioni e rielaborazioni, un laboratorio di rigenerazione ad alto potenziale. Da qui l’impegno necessario da parte del mondo della progettazione ad adattare gli spazi e gli edifici ad esigenze in continua evoluzione, in dialogo con il patrimonio urbano esistente, pur valorizzando al massimo le occasioni di riutilizzo delle strutture disponibili. Le città del ‘900 stanno lasciando in eredità spazi, edifici, contenitori, a volte interi quartieri, che hanno perso le loro originarie funzioni e reclamano un nuovo ruolo nella città contemporanea. All’architettura il compito di
guidare le trasformazioni, in modo tale da poter innescare processi di riqualificazione effettivi e condivisi, volti a raggiungere nuovi assetti e nuovi equilibri. A scala internazionale si sta diffondendo un approccio teso all’abbandono di modelli basati sul consumo di suolo, orientando tutte le politiche per la sostenibilità urbana verso la riqualificazione, il recupero e l’adattamento a nuovi usi per gli edifici esistenti; gran parte dei contenitori che si rendono disponibili sono stati concepiti per funzioni molto diverse da quelle che sono chiamate ad accogliere oggi: opifici che diventano spazi per la cultura, caserme da trasformare in residenze, fabbriche da utilizzare come spazi ricreativi.
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Ai progettisti si chiede di bilanciare il rispetto del carattere della preesistenza con il soddisfacimento delle esigenze legate ai nuovi utilizzi, riconoscendo i valori architettonici permanenti che trascendano l’urgenza del momento.
EX MATTATOIO TESTACCIO
ROMA
RIUSO
Uno degli interventi di riuso su cui Insula ha potuto misurarsi è quello relativo all’area di Testaccio che rappresenta, all’interno della città di Roma, un laboratorio di trasformazioni per lo sviluppo urbano. Quello per l’ex Mattatoio è un grande programma di iniziativa comunale, impostato ormai più di venti anni fa, che continua ad incidere sul quartiere Ostiense, a sud della città. Considerato uno dei più emblematici esempi di archeologia industriale romana e uno straordinario esempio di ingegneria civile
ottocentesca, negli anni ‘70 lo stabilimento viene dismesso, subendo da subito diverse ristrutturazioni e divenendo sede di funzioni non codifcate, e manifestazioni temporanee. Sul fnire degli anni ‘90 il Comune di Roma avvia il programma di riqualifcazione, affdando un ruolo da promotore all’Università degli Studi Roma Tre. In questo contesto, dalla sua nascita al 2013, Insula ha partecipato alla riqualificazione e riconversione del complesso in campus universitario, prendendo parte allo studio di
PERIODO 2001/2013
COMMITTENTE
Università degli Studi Roma 3 – DiPSA
OGGETTO DELL’INCARICO
Coordinamento del gruppo di progettazione del DiPSA, studio di fattibilità, progettazione preliminare per la riqualificazione di tutti i padiglioni concessi all’Università
Pad. 6 e 7: prog. preliminare, definitivo, esecutivo, direzione dei lavori Pad. 2B, 4, 8 e demolizione del padiglione 23: prog. architettonico definitivo per appalto integrato, direzione lavori Pad. 15A, 15B, 15C: prog. definitivo per appalto integrato
CONSISTENZA 12.000 mq
STATO pad. 6, 7, 2B, 4, 8, 23: realizzati pad. 15A, 15B, 15C: in corso realizzazione
fattibilità ed al progetto preliminare, curando ben sette padiglioni e seguendo la direzione lavori per il lotto più consistente fnora attuato. Situato in un contesto particolare, l’estrema delicatezza dell’intervento sulle preesistenze architettoniche e archeologiche ha indirizzato le soluzioni di trasformazione dei manufatti, con la conservazione e l’utilizzo delle attuali costruzioni, implementandone la superfcie. Ciò ha fatto sì che le operazioni effettuate si articolassero secondo varie categorie dal restauro e risanamento conservativo, con l’incremento delle superfci interne, fno alla demolizione senza ricostruzione dei padiglioni realizzati in modo incongruo in epoche recenti o di scarsa valenza architettonica.
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FOTO PAD. 2B ©STEFANO CERIO
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