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ANNO 50 - 6/2019
PRESENZA
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Prima di tutto
Aperto il 99° anno accademico. La prolusione del cardinale Parolin: il dialogo come strumento di pace
L’editoriale di monsignor Claudio Giuliodori Bilancio di missione
Anche online il report dell’Ateneo con i risultati dell’attività didattica, della ricerca e della “terza missione”
Presenza
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In questo numero
Rivista bimestrale realizzata dal Servizio Stampa dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Master in Giornalismo, con la partecipazione del Servizio Pubbliche relazioni dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori © 2019 – Università Cattolica del Sacro Cuore
Sommario
DIRETTORE Franco Anelli RESPONSABILE Daniele Bellasio COORDINATORE Graziana Gabbianelli COMITATO REDAZIONALE Katia Biondi, Nicola Cerbino, Sabrina Cliti, Paolo Ferrari, Graziana Gabbianelli, Emanuela Gazzotti, Fausto Maconi, Antonella Olivari, Agostino Picicco
HANNO SCRITTO Pasquale Ancona, Luca Aprea, Sara Barboglio, Francesco Berlucchi, Katia Biondi, Cristina Bricchi, Sabrina Cliti, Graziana Gabbianelli, Emanuela Gazzotti, Velania La Mendola, Federica Mancinelli, Antonella Olivari, Agostino Picicco, Federica Vernò, Maria Villano, Martina Vodola
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE
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Università Cattolica del Sacro Cuore L.go Gemelli, 1 – 20123 – MILANO tel. 0272342216 – fax 0272342700 e-mail: presenza@unicatt.it www.unicatt.it
L’editoriale di monsignor Claudio Giuliodori Assistente Ecclesiastico Generale dell’Ateneo
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REDAZIONE ROMANA L.go Francesco Vito – 00168 – ROMA tel. 0630154295 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 94 del 5 marzo 1969
IMPAGINAZIONE Studio Editoriale EDUCatt
FOTO ARCHIVIO Università Cattolica, AP, Getty Image
99° anno accademico, inaugurazione con Parolin Il Segretario di Stato di sua Santità è intervenuto alla cerimonia che ha aperto il nuovo anno accademico
STAMPA Tiber spa – Brescia
www.unicatt.it La rivista è sfogliabile online su
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Questo periodico è associato all’USPI Unione stampa periodica italiana Il numero è stato chiuso in redazione il 14 il 1dicembre luglio 2019 2019
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Cento azioni per salvare il Garda Sono le soluzioni contro il cambiamento climatico della ricerca CLIC-PLAN for Future dell’ASAM
16 Università Cattolica del Sacro Cuore
Ridisegnare il sistema fiscale, una storia infinita Le proposte di riforma in una tavola rotonda con esponenti del mondo politico, sindacale, imprenditoriale
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In questo numero
25 Scuola di giornalismo, al via con Lawrence Wright Il giornalista, premio Pulitzer, apre le lezioni del master biennale in giornalismo
26 Nasce Prisma, l’ambulatorio per la salute dei migranti Inaugurato al Gemelli un ambulatorio per migranti e rifugiati che prevede anche la formazione del personale medico sui temi delle competenze intercultulturali
29 Piacenza, focus sui megaprogetti Studenti e ricercatori insieme per esaminare sei megastrutture che cambieranno il volto sociale ed economico dei territori
34 Martini, e il futuro dell’Europa Una mostra documentaria e audiovisuale sul pensiero e sull’opera del cardinale Martini nel contesto europeo
35 Alla Cattolica il premio “Istituto Confucio dell’anno” Nel decimo anniversario di fondazione, Il riconoscimento per la sua vasta attività per la diffusione della lingua cinese
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Quell’admirabile signum che non finisce di stupire e di educare
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4 di Claudio Giuliodori*
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ncora una volta Papa Francesco ci sorprende. Con una visita lampo nel pomeriggio della prima domenica di Avvento, si è recato a Greccio, nel luogo dove San Francesco nel 1223 realizzò la rappresentazione del presepe dando vita ad una tradizione tra le più importanti e diffuse della fede cristiana. Lo ha fatto per firmare e rendere pubblica una lettera dedicata al presepe. Una bella tradizione da conservare e riproporre, utile per alimentare la fede dei credenti e ricca di spunti sapienziali preziosi per tutta l’umanità. Riprendendo le parole iniziali del testo latino la lettera porta il titolo Admirabile Signum, dove il segno mirabile è soprattutto l’evento che il presepe vuole ricordare: il fatto sorprendente e straordinario di Dio che si fa uomo e si presenta umile e povero come bambi-
no accolto in una mangiatoia. Spiegando i significati dei vari elementi, che alla luce della narrazione evangelica e della ricca tradizione vanno a dare forma al presepe, il Papa vuole richiamare la centralità e il valore del mistero dell’Incarnazione. «Come sempre, Dio sconcerta, è imprevedibile, continuamente fuori dai nostri schemi. Dunque il presepe – afferma il Pontefice –, mentre ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso ultimo della vita» (n. 8). Cogliamo in questo passaggio il richiamo ad una speciale valenza educativa che nella parte conclusiva della lettera diventa ancora più esplicito, perché il Natale: «in ogni età della vita, ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi, a sen-
tire e credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui» (n. 10). Allestire il presepe negli spazi della nostra università assume pertanto un eminente valore pedagogico che, alla luce delle riflessioni del Santo Padre, ci aiuta a comprendere meglio anche il senso di alcune tappe significative per la missione educativa del nostro ateneo. Penso in particolare alle iniziative legate all’economia di Francesco, con l’evento che si terrà ad Assisi nel mese di marzo o all’appuntamento di maggio a Roma per dare vita ad un grande patto educativo, mentre ci prepariamo a celebrare con il nuovo anno accademico 2020-2021 i primi cento anni di vita dell’Ateneo. Accostarci a tutto questo nell’orizzonte del Natale può essere di grande aiuto. L’Incarnazione di Dio, infatti, sollecita e genera una modalità di coUniversità Cattolica del Sacro Cuore
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Prima di tutto
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Il presepe è stato realizzato dal gruppo Comunione e Liberazione
noscenza della realtà che va oltre le categorie classiche dell’epistemologia. Il Verbo che si fa carne introduce una nuova forma di episteme. Guardare le cose con gli occhi di Dio che si fa uomo significa mettere al centro non tanto l’approccio formale quanto piuttosto l’insondabile mistero di ogni esistenza umana, unica e irripetibile, a cui il Signore si fa prossimo. Si muove in questa direzione anche l’istanza di rinnovamento epistemologico sollecitata da Papa Francesco nel discorso rivolto alla Fiuc (Federazione Internazionale delle Università Cattoliche) lo scorso 4 novembre dove, oltre a ricordare l’impegno degli atenei cattolici nel campo della cultura e del dialogo tra la scienza e la fede, ha invitato a ripensare anche lo stesso approccio alla conoscenza, rielaborando i tradizionali paradigmi epistemologici. Università Cattolica del Sacro Cuore
Il Pontefice afferma che «per affrontare il tema dei perché – cioè della sfera etica – nel campo educativo» occorre andare oltre l’epistemologia tradizionale fondata sul «carattere impersonale di ogni conoscenza come condizione di oggettività». Da qui l’invito a sviluppare «una nuova episteme della vita» che sappia includere «la forma mentis, le convinzioni normative, le categorie, la creatività, le esperienze esistenziali del soggetto» perché esse «rappresentano una “dimensione tacita” della conoscenza ma sempre presente, un fattore indispensabile per l’accettazione del progresso scientifico». Il principio di questa nuova epistemologia, che potremmo definire esistenziale, ossia incarnata nella storia delle persone, possiamo comprenderla meglio nella singolare luce del Natale. Il fatto che l’onnipotente, l’eterno, il to-
talmente altro, si è fatto assolutamente prossimo e ha preso dimora nel tempo e nello spazio, ci dice che l’infinito può abitare nel frammento del cuore umano e dilatarlo nella misura stessa dell’amore immenso di Dio. È questa la scintilla che è in grado di trasformare la scienza in sapienza, la conoscenza in passione educativa. In questa prospettiva, secondo la Christus vivit (cfr. nn. 202-223), le università cattoliche costituiscono la frontiera avanzata per sperimentare nuovi percorsi educativi che sappiano coniugare i grandi valori della tradizione cristiana con la concretezza del vivere quotidiano e le istanze di un’umanità che attende risposte pertinenti e coraggiose ai grandi problemi del nostro tempo. * Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
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In primo piano
Aperto il 99° anno accademico dell’Ateneo a cura della redazione
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insegnamento di Papa Francesco invoca l’elaborazione di un approccio scientifico ed educativo che, attento al senso dell’agire e non soltanto al metodo, non può prescindere dalla persona. Richiamo prezioso e originale in un’epoca in cui la ricerca è concepita come fonte di innovazione tecnologica, prima che come tensione verso la conoscenza, e la formazione come addestramento piuttosto che educazione; un’epoca dominata dall’ansia della rapidità, non disposta ad ammettere che i tempi del sapere e dell’educazione sono diversi da quelli della produzione». È uno dei passaggi del discorso inaugurale del rettore Franco Anelli (nella foto al centro con a destra il cardinale Parolin e a sinistra l’arcivescovo Delpini) pronunciato, lo scorso 28 novembre in Aula Magna, in occasione dell’apertura del 99esimo anno accademico dell’Università Cattolica. «Siamo alla vigilia del centenario dalla fondazione dell’Ateneo – ha proseguito il professor Anelli – e la sollecitazione del Santo Padre ci impone di intendere l’anniversario come occasione forte per riflettere sui modi per riaffermare la nostra identità nel contesto attuale», tanto più, ha ricordato il Rettore, che la preparazio-
ne del centenario dell’Università Cattolica coincide con la riflessione, proposta proprio da Papa Francesco, a proposito del Patto educativo. Un particolare richiamo è stato fatto dal professor Anelli al discorso che Papa Francesco ha tenuto davanti ai rappresentanti della Federazione internazionale delle università cattoliche (Fiuc), il 4 novembre del 2019, quando ha evocato la ricerca di una “nuova episteme”. «Nuova episteme in che senso?», si è chiesto il Rettore: «Immaginare la stessa possibilità di una nuova episteme – ha detto Anelli – impone di collocarla in relazione a un determinato contesto culturale dinamico». «Un compito indubbiamente terribile – ha proseguito
il Rettore –. Che assume valenza radicale e ci affida un nuovo mandato non meno intenso e cogente di quello contenuto nella Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae, la Carta fondamentale delle università cattoliche». Nel suo discorso il Rettore ha ringraziato per primi gli studenti: «Sempre più numerosi scegliete la nostra Università e date significato all’impegno dell’Ateneo. Negli ultimi cinque anni la nostra popolazione studentesca è cresciuta del 16%. Oggi siete oltre 43.000, di cui quasi 14.000 nuovi iscritti». Per sei volte il professor Anelli ha utilizzato il verbo “accogliere” per sottolineare i modi con cui l’Ateneo fin dal suo atto fondativo si impegna per favorire l’esperienza universitaria a tutti i giovani che la scelgono, primo tra tutti il sostegno al diritto allo studio, l’apertura a una formazione internazionale e all’inserimento nel mondo del lavoro. Nel suo saluto come presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo, l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini ha consegnato all’Università Cattolica un augurio in tre parole: una visione condivisa, una coralità come metodo e una responsabilità Università Cattolica del Sacro Cuore
intesa come rendere conto agli studenti, alla ricerca e alla chiesa Italiana. All’università ha fatto riferimento all’inizio della sua prolusione Una diplomazia al lavoro per la pace anche il cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato di Sua Santità. «La Chiesa pone grande attenzione agli sforzi che quotidianamente si compiono nell’ambito della conoscenza e del sapere, non mancando però di valutarne di volta in volta il senso e la portata. Il futuro di un Paese, infatti, si potrà edificare solo attraverso l’impegno comune delle sue diverse componenti volto a favorire lo sviluppo, la crescita, la formazione, la competenza». «Un metodo che domanda un ruolo attivo dell’Università non pensata più come dispensatrice di un sapere teorico o come ambiente che si compiace dei traguardi conquistati dai suoi studenti o dai suoi docenti, ma Università come soggetto capace di aprirsi non solo alle sfide, ma di superare anguste barriere attraverso lo studio, la conoscenza e l’analisi di quanto la circonda». Passando a presentare il ruolo della diplomazia pontificia, il cardinal Parolin ha affermato che «la Santa Sede, e quindi la sua diplomazia, sono portatrici della convinzione che l’azione internazionale deve uscire dalla logica di agire solo di fronte alle emergenze, magari per tamponarle mo-
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mentaneamente. L’idea di sostenibilità che oggi tanto si proclama, deve diventare reale non solo nel fronteggiare in continuità i problemi e le sfide, ma nel programmare le soluzioni necessarie, Si potrà certamente sostenere che il traguardo è ambizioso, ma non negare che è quanto il diritto internazionale richiede alla diplomazia». Il segretario di Stato ha fatto poi cenno al ruolo delle Organizzazioni intergovernative. «Il percorso verso decisioni che coinvolgono tutti i Paesi è sempre faticoso e spesso comporta di sacrificare l’ego del nazionalismo o l’impellenza dell’interesse particolare. Si rischia, però, di negare l’essenza della diplomazia se non si ri-
conoscono i contesti multilaterali come l’unica possibilità per gli Stati di ritrovarsi simultaneamente per dialogare, elaborare strategie, assumere decisioni e trovare soluzioni a questioni, come la pace, che sono necessariamente comuni. Il pericolo di abbandonare la visione del bene comune per consentire ai Paesi di rifugiarsi nelle chiusure individuali e in localismi più o meno mascherati che colorano ormai lo scenario di un mondo post-globale, è palpabile». Tutti i testi e i video degli interventi della cerimonia d’inaugurazione dell’a.a.2019/2020 sono visibili all’indirizzo: www.cattolicanews.it/ aperto-il-99-anno-accademico-dell-ateneo.
La vocazione all’incontro dell’Università ome da tradizione, lo scorso 28 novembre, la celebrazione eucaristica nella Basilica di Sant’Ambrogio ha dato inizio alla cerimonia di inaugurazione del 99° anno accademico dell’Università Cattolica. Presieduta dall’Arcivescovo monsignor Mario Delpini (nella foto) nella Basilica di Sant’Ambrogio, è stata concelebrata dagli assistenti spirituali dell’Università, i docenti di Teologia, l’abate della Basilica, monsignor Carlo Faccendini, e dall’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo, monsignor Claudio Giuliodori che nel suo saluto introduttivo ha ricordato l’imminente centenario dell’Ateneo: «Una tappa importante che ci consente di esprimere la più sentita gratitudine al Signore per gli incommensurabili doni ricevuti, ai fondatori per l’intraprendenza e il coraggio che hanno avuto, a tutti coloro che in questo secolo di vita si sono spesi per far crescere un Ateneo che oggi è divenuto uno dei poli culturali e formativi più
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Università Cattolica del Sacro Cuore
importanti del Paese e non solo. Ricchi di un tale passato vogliamo però guardare soprattutto avanti, a quel futuro che è già nell’oggi e che ci chiede di non essere meno innovativi e intraprendenti di coloro che ci hanno preceduto». Commentando la Parola di Dio, l’Arcivescovo Delpini ha invece definito il senso di una guarigione dello sguardo, tanto spesso oggi, «deprimente, malizioso, invadente, indiscreto e possessivo». Alla luce di questa parola si definisce il ruolo dell’Ateneo: «L’Università porta nel suo nome una vocazione all’incontro e, dunque, occorre che contrasti quella specializzazione che crea separazioni, quelle rivalità che diventano spaccature, quella difesa della posizione che diventa impermeabilità, sapendo vedere la pertinenza di un impegno per il progetto comune... Lo sguardo guarisce quando si illumina di benevolenza e riconosce nella folla che percorre la terra, anche in quella che frequenta l’Università, una vocazione alla
fraternità. La competitività, quella sana, non è una condanna alla contrapposizione e alla concorrenza, ma uno stimolo all’emulazione; la consapevolezza delle proprie doti non è un piedestallo per l’orgoglio, il narcisismo e l’esibizionismo, ma una responsabilità per servire».
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Cartacea e online l’edizione 2019
Ecco il nuovo Bilancio di missione di Graziana Gabbianelli
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99esimo anno accademico è stata presentata e distribuita la nuova edizione del Bilancio di missione 2019 dell’Università Cattolica che riporta i risultati dell’Ateneo nei campi dell’attività didattica, della ricerca e della cosiddetta “Terza Missione”. Vale a dire il contributo offerto alla crescita economica e culturale della società. Il documento rappresenta per l’Università Cattolica un’occasione di riflessione e di trasparenza, in dialogo con i propri stakeholder e con l’opinione pubblica del Paese, fedele al particolare significato che il termine “missione” assume per l’Ateneo del Sacro Cuore, date le sue radici culturali. Il Bilancio riporta tutti gli ultimi dati consolidati relativi alle attività dell’Università Cattolica – un Ateneo dotato delle caratteristiche distintive di una organizzazione non statale e non profit – ed è stato redatto raccogliendo ed elaborando i dati provenienti dalle strutture dell’Ateneo sulle attività e i servizi offerti dalla Cattolica. «L’adozione di questo strumento, al
quale si intende dare continuità, costituisce infatti, per un’Istituzione come la nostra, la modalità di rendicontazione più significativa perché restituisce l’immagine di ciò che l’Ateneo ha fatto nel corso dell’anno per adempiere le proprie fondamentali ed essenziali funzioni: produrre scienza e cultura; educare le giovani generazioni, offrendo loro un’opportunità di ingresso nel mondo del lavoro e nella vita attiva» ha scritto il rettore Franco Anelli nella sua introduzione alla nuova edizione del Bilancio di Missione, dove in particolare ha sottolineato come la missione dell’Università Cattolica, pur mutata nel corso degli anni riguardo le sue modalità di attuazione, è rimasta inalterata «rendendosi anzi più urgente, nella sua fondamentale proiezione verso la sintesi tra conoscenza, perseguita attraverso l’indagine scientifica e trasmessa con la didattica, e ricerca di senso dell’esistenza e dell’agire umano».
Il Bilancio di missione 2019 è disponibile in versione cartacea ed è sfogliabile, in un formato realizzato ad hoc per l’online, all’indirizzo: https://www. unicatt.it/chi-siamo-bilancio-di-missione-e-annuario.
Bilancio
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“Colpito dall’odio che la circonda” PAROLIN INCONTRA LILIANA SEGRE
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Presentato il documento ufficiale che riporta attività e risultati dell’Università Cattolica n occasione dell’inaugurazione del nei campi dell’attività didattica, di ricerca e della “terza missione”
onclusa la cerimonia dell’inaugurazione del nuovo anno accademico, un tavolo nella Cripta dell’Aula Magna è stato apparecchiato per degli ospiti speciali: il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, la senatrice Liliana Segre, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini e il rettore della Cattolica Franco Anelli, che non a caso, poco prima nel suo discorso aveva spiegato come il ruolo delle università sia «rendere possibile il dialogo con le identità altre», per superare la reciproca accusa di “barbarie”. Il cardinale Parolin ha dialogato a tu per tu per un’ora abbondante con Liliana Segre, dopo aver fatto sapere che la presenza della Senatrice gli era molto gradita. È il primo,
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discreto ma significativo, gesto di ascolto da parte di una personalità importante del Vaticano. Parolin ha ascoltato il racconto che Segre fa
della sua vita, dalla deportazione agli ultimi avvenimenti, e si detto molto colpito perché sa che «è circondata da molto odio».
Università Cattolica del Sacro Cuore
La cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico vista e raccontata con gli occhi, le parole e le emozioni di una matricola e di una laureanda dell’Università Cattolica
Inaugurazione, la mia “prima” in Aula Magna di Martina Moraschinelli*
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entottto novembre 2019, ore 11.30, partecipo alla mia prima inaugurazione dell’anno accademico. L’Aula Magna, spazio in cui spesso seguo le lezioni, oggi è avvolta da un profumo di fiori freschi e l’aria sembra quasi fremere, impaziente che la cerimonia inizi. Seduti in platea e galleria non ci sono solo studenti, non risuonano soltanto le tastiere dei pc sotto i colpi degli appunti presi: c’è invece un leggero fruscio di toghe nere, un mormorio di educati saluti e gli sguardi incantati dei presenti. Vivace, spontaneo, diretto è l’intervento dell’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che augura agli studenti e a tutti coloro che lavorano in Università «una visione condivisa, una coralità e l’esercizio della responsabilità».
Segue la prolusione Una diplomazia al lavoro per la pace del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, che richiama l’attenzione sul ruolo dell’Università nel fornire gli strumenti, attraverso lo studio e la conoscenza, per superare le barriere che troppo spesso caratterizzano la contemporaneità. Ma è il discorso inaugurale del rettore Franco Anelli che maggiormente mi ha colpito e fatto riflettere. In particolare quando ha sottolineato come l’Università abbia il compito di «partecipare all’elaborazione di un pensiero nuovo, che ci permetta di comprendere e affrontare un contesto altrettanto nuovo», una vera e propria dimostrazione di attenzione e impegno nei confronti del futuro degli studenti che, iscrivendosi all’Università Cattolica,
hanno deciso di intraprendere non solo un percorso di studi ma anche e soprattutto di crescita personale. Il futuro emerge così come obiettivo, come speranza e promessa e io mi ritrovo pienamente nelle parole del Rettore quando afferma: «Investire sull’intelligenza e il talento dei giovani è edificare la società di domani». Ho ascoltato un discorso importante, autorevole ma al tempo stesso vicino e affine alla “dimensione personale di ogni studente” e che a tratti, quasi commuove, per la sua capacità di tratteggiare l’Università come una comunità di cui poter far parte, in cui sentirsi accolti e costruire il proprio domani. * 19 anni, iscritta al primo anno del corso di laurea in Linguaggi dei Media, facoltà di Lettere e Filosofia
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Una “tesi” all’altezza dei valori della Cattolica di Miriam Maio*
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ettendo piede in Università ci si sente avvolti dall’abbraccio dell’Ateneo, vivo di natura e di scienza, certi di poter trovare un rifugio sicuro mentre cerchiamo di costruire ali solide di cultura ed esperienza che ci permettano di «spiccare il volo» e realizzare tutti i nostri obiettivi professionali. Sono questi i miei pensieri mentre entro in Università Cattolica per assistere alla cerimonia di inaugurazione del 99° anno accademico. L’evento si tiene nella splendida cornice dell’Aula Magna dove il rettore Franco Anelli ha pronunciato un discorso inaugurale denso di importanti significati. Egli ha incoraggiato tutti a riflettere perché il pensiero critico, positivo e propositivo è un fattore indispensabile per permettere il progresso: ricercare la verità è perseguire il rigore del metodo scientifico che richiede un preciso impegno poiché tutti abbiamo il dovere di pensare. Anch’io a ogni esame Università Cattolica del Sacro Cuore
superato, a ogni piccolo traguardo raggiunto, ho sempre creduto nell’importanza di lasciare un’impronta: il mondo non dev’essere indifferente al mio passaggio. Nel suo saluto monsignor Mario Delpini, Arcivescovo della diocesi di Milano, ha posto invece l’accento su come gli anni universitari siano decisivi per creare una visione, che sia una modalità di intendere l’esito di un percorso condiviso coralmente e che si sostanzi, quindi, nella collaborazione, elemento essenziale per far parte di un coro e per creare armoniose melodie, nei modi di vivere, di costruire la società e l’economia. Ha raccomandato inoltre che ogni nostro passo sia costantemente guidato dall’esercizio della responsabilitàà nei confronti della ricerca: produrre contenuti in termini di risultati, procedure e competenze che rendano attraente la verifica critica del mondo. Attualmente sto svolgendo uno stage in una realtà aziendale dove, facendo parte di un team di lavoro, sto
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sperimentando l’importanza della collaborazione: è risaputo che il lavoro di squadra divida i compiti e moltiplichi il successo, ma, senza una visione comune improntata alla qualità, nessuna responsabilità mi sarebbe mai affidata. Il ruolo svolto dall’Università non solo come dispensatrice di sapere teorico, ma come entità capace di aprirsi alle sfide e di stimolare nei suoi studenti l’interrogarsi sul fine per il quale si agisce sono stati invece i concetti evidenziati dal cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, nella sua prolusione intitolata Una diplomazia al lavoro per la pace. E questo mi porta a riflettere sul fatto che oggi, la mia sfida quotidiana, è scrivere una tesi di laurea all’altezza del nome di questo Ateneo: niente mi renderebbe più orgogliosa che riuscire a svolgere un elaborato concretamente utile. * 25 anni, laureanda in Economia dei Mercati e Intermediari Finanziari, facoltà di Scienze Bancarie Finanziarie e Assicurative (LM)
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In carriera/ALUMNI
Una vita sempre sull’onda tra comunicazione e marketing di Angela Buscaino
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a quando ha lasciato i banchi universitari dell’Università Cattolica di Milano, Camilla Calza ne ha fatta veramente tanta di strada. Oggi, a 37 anni è responsabile Comunicazione, Marketing ed Eventi dell’azienda Perini Navi e alle spalle ha un percorso lavorativo degno di lode. È stata Head of Business Department in FeelRouge Worldwide Shows, Business Manager per Balich Worlwide Shows, e ha lavorato anche nel mondo della moda con marchi di prestigio mondiale quali Dolce&Gabbana e Burberry. Studentessa di Economia e Commercio dell’Ateneo di Largo Gemelli, ha iniziato a lavorare giovanissima, già prima della laurea. Un vantaggio che è stato molto importante per la sua carriera: «Quando mi sono laureata ho ricevuto subito una proposta di lavoro da Burberry per uno stage nel settore immagine ed eventi. Lo stage si è in breve tempo trasformato in una proposta di lavoro e dopo qualche mese a New York, mi sono trasferita a Londra dove sono rimasta sette anni, occupandomi delle parte dedicata agli eventi degli store per il lancio delle nuove collezioni». Dopo questa esperienza, Camilla passa ad un altro brand molto noto nel mondo della moda e del fashion, Dolce&Gabbana: «È stata la mia prima esperienza con un marchio italiano. La casa di moda aveva aperto degli store a Londra e cercava qualcuno che si occupasse della gestione dell’immagine e degli eventi per il lancio. Così sono entrata a far parte del team nel quale dovevo occuparmi anche del reclutamento e for-
mazione delle persone con le quali avrei dovuto lavorare». Dopo sette anni trascorsi a Londra, Camilla sentiva la mancanza dell’Italia e il desiderio di reinventarsi a livello professionale. Sebbene la capitale inglese abbia rappresentato per lei un luogo di importanti opportunità di crescita, non ha avuto esitazioni ad accettare il posto di lavoro offertole da un’emergente agenzia romana: «Ho iniziato a lavorare nel vero e proprio settore degli eventi seguendo prestigiosi clienti come consulente: Eni, Generali Assicurazioni, Peroni e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, un’esperienza che difficilmente potrei dimenticare. Il mio lavoro con il Coni mi ha consentito infatti di gestire interamente l’evento londinese Casa Italia per le Olimpiadi. Forse per la mia passione per lo sport o per la dimensione dell’evento in sé, le Olimpiadi hanno sempre rappresentato per me un punto d’arrivo e la gestione di eventi legati ai giochi olimpici un obiettivo al quale ambire. Sogno che sono riuscita a realizzare grazie al lavoro successivo di Business Manager per Balich Worldwide shows. Nel 2016, infatti, mi è stata offerta la possibilità di seguire da vicino le Olimpiadi di Rio e di vivere il dietro le quinte di una cerimonia olimpica. Così ho avuto modo di conoscere tutta la parte creativa e organizzativa. Nessun altro evento al quale ho preso parte nella mia vita è stato in grado di emozionarmi allo stesso modo». Dopo l’esperienza presso la Balich Worldwide Show, che ha rappresentato una parentesi differente per modelli di business nella sua lunga carriera, Camilla Calza è ritornata a tipi di business cor-
porate legati direttamente alle aziende, con il suo lavoro per la FeelRouge Worldwide Shows: «Si tratta di una società satellite del gruppo Ws Corp e lì sono ritornata a fare il mio lavoro iniziale, mi sono occupata per esempio dell’organizzazione dell’evento celebrativo dei 70 anni della Ferrari e poi, proprio grazie ad un altro progetto molto importante attuato con questa società, sono arrivata al mio attuale lavoro. Con la FeelRouge abbiamo realizzato un progetto sulla sostenibilità ambientale: One Ocean Forum, un forum che si è avvalso della partnership della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco e che ha portato a creare una fondazione per la salvaguardia dei mari e sensibilizzazione sull’inquinamento dei nostri mari. Il primo cantiere che ha aderito a questa iniziativa è stato proprio il Perini Navi». Ho avuto modo così di conoscere l’amministratore delegato e il management dell’azienda, da cui sono stata in seguito contattata quando cercavano una nuova risorsa per gestire e sviluppare l’area marketing e comunicazione. Calza spiega che la società si trovava in un importante momento di cambiamento. Fabio Perini aveva ceduto il 25% dell’azienda, e dopo l’arrivo del nuovo amministratore delegato, bisognava trovare una nuova squadra di lavoro per la gestione del Dipartimento Marketing e Comunicazione. Un lavoro che sembrava essere cucito addosso all’ex studentessa di Economia che, oltre alla sua esperienza nel settore, condivideva con la nuova azienda la passione per le barche, soprattutto a vela, e il mare. Camilla Calza lavora lì dall’aprile del 2018 e nonostante il suo lavoro e la voUniversità Cattolica del Sacro Cuore
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In carriera/ALUMNI
glia di mettersi in gioco l’abbiano portata in giro per il mondo facendo diverse esperienze lavorative, attualmente, soddisfatta del ruolo ricoperto in azienda, non pensa di considerare nuove opportunità lavorative: «Sto molto bene dove sono oggi, soprattutto perché c’è molto da fare ed è anche una mia sfida personale riuscire a gestire al meglio un intero dipartimento. Quello della nautica è un settore che sto imparando a conoscere e per quanto riguarda il futuro – come sempre sono solita a pensare e fare – non mi precludo nulla». La sua preparazione e il suo percorso universitario sono stati sicuramente fondamentali per raggiungere cariche di prestigio in breve tempo, oltre alla sua determinazione e all’essere entrata molto giovane nel mondo del lavoro: «Nonostante sia nata nell’82, l’aver fatto la primina mi ha consentito di seguire il percorso universitario dei nati nell’81, quindi l’ultimo ciclo del Vecchio Ordinamento. Mi sono laureata con la vecchia divisione quadriennale dove il primo biennio era uguale per tutti, mentre nel secondo potevamo scegliere alcuni esami e quindi indirizzi differenti. Io ho Università Cattolica del Sacro Cuore
scelto il percorso su Marketing e Comunicazione perché era proprio quello di cui mi sarei voluta occupare nella mia vita professionale. Dopo aver sostenuto tre esami di Marketing con il professore Edoardo Teodoro Brioschi, ho scelto di fare anche la tesi di laurea sullo stesso argomento. Oltre a lui, sono molto grata al professore Duccio Regoli, docente di Diritto commerciale, e al professore Luigi Filippini di Microeconomia. I loro insegnamenti sono stati molto utili quando sono entrata nel mondo del lavoro e anche il Diritto, una materia per la quale non nutrivo particolare entusiasmo, è diventato interessante grazie all’approccio didattico del professor Regoli. Oggi mi trovo spesso ad avere a che fare con i contratti dei partner e non avrei mai pensato che il Diritto sarebbe stato così importante per il mio lavoro». Preparazione a parte, il valore aggiunto dell’Università Cattolica è stato per Camilla la creazione di team di studio che lo stesso Ateneo incoraggiava. Questo le ha consentito di lavorare insieme ad alcuni colleghi universitari con i quali ancora adesso, a distanza di molti anni, collabora nel suo lavoro. Agli studenti
della Cattolica di oggi – oltre al monito che «l’Università rende più forti e abitua all’idea di porsi degli obiettivi da raggiungere» – consiglia di implementare la parte pratica, la teoria è importante ma è necessario anche imparare ad applicarla. Preparazione, dedizione e passione per il lavoro svolto sono gli elementi imprescindibili per svolgere al meglio il proprio compito, ma iniziare a lavorare il prima possibile è il consiglio che Camilla Calza sente di dare a tutti coloro i quali ambiscono a percorrere una carriera come la sua: «in qualsiasi momento è possibile ritagliarsi del tempo per cercare di coniugare al meglio lavoro e studio. Oltre a ciò, consiglio anche di non specializzarsi troppo in un unico settore. Se per esempio io mi fossi dedicata solo alla Comunicazione, oggi non avrei la competenza per svolgere il mio lavoro incentrato principalmente sul Marketing e l’organizzazione di eventi. Infine, non deve mancare una buona dose di fortuna che, ovviamente non dipende da noi, ma a volte trovarsi al posto giusto, nel momento giusto può fare la differenza».
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Nel mondo
Gerusalemme: tolleranza, amicizia e condivisione a Terra Santa è una terra di tutti e di nessuno, nel significato più profondo che possono sottintendere queste parole. La complessità della sua storia pervade ogni singolo vicolo del centro storico, dove si intrecciano e convivono quattro culture così diverse, eppure accumunate da un forte senso di appartenenza per questo luogo. Queste dinamiche si riflettono, al contempo, sulla società e sul modo di vivere delle persone che abitano questa regione. Ed è proprio questa combinazione di culture e tradizioni che si vive al Centro Santa Rachele. Qui, bambini di varie etnie, da quella filippina a quella etiope, giocano insieme e si relazionano, andando oltre e, quasi, sfidando le barriere sociali tradizionali. Ogni giorno si sta a contatto con loro e, nonostante le difficoltà che emergono per le differenze linguistiche, i bambini riescono a comunicare tutte le loro emozioni, entrando in perfetta sinergia con te. Il risultato è estremamente gratificante: vivere questa esperienza attraverso gli occhi dei bambini ti permette di vedere nel modo più trasparente e neutro possibile l’essenza di questo luogo.
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A Shanghai per studiare con i manager onostante la durata relativamente breve, il Summer Program Comau Shanghai è molto concentrato e si svolgono numerosissime attività, quindi al termine delle due settimane posso dire di aver appreso molto. Il punto di forza di questo programma è, a mio parere, il fatto che si tratta di un’esperienza a 360 gradi: non è la classica vacanza-studio, si fanno moltissime attività pratiche a stretto contatto con la realtà aziendale e con i manager, cosa che permette sia un primo approccio al mondo del lavoro, sia un’esperienza ravvicinata in un contesto multiculturale. È molto interessante il fatto di poter conoscere i manager da un punto di vista lavorativo e personale, potendosi immergere pienamente in un’altra cultura. Inoltre, si tratta di un corso molto interattivo, in cui le attività di team working e di public speaking sono il pane quotidiano. Ho appreso gli strumenti e le tecniche base di project & people management e, a ogni spiegazione teorica, seguiva sempre la messa in pratica in prima persona tramite attività di team work, così da interiorizzare queste nozioni al meglio nel breve tempo. Quasi ogni attività veniva poi presentata all’aula, e questo ci ha permesso grandissimi miglioramenti nel public speaking anche solo da una settimana all’altra.
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Il momento finale del corso dedicato ai feedback personali è stato veramente utile: è un ottimo momento per tirare le somme del proprio percorso, parlare apertamente, prendere consapevolezza di sé e di ciò che si può fare per migliorarsi. L’esperienza in Comau è stata un’occasione per mettermi alla prova e superare i miei limiti, cosa che si riesce a fare solo se ci si mette pienamente in gioco. I ritmi sono serrati, ma una volta che ci si abitua a mantenere alto il livello di concentrazione, si viene travolti dal ritmo incalzante delle giornate, e tutto diventa più facile e immediato. Il contesto frenetico di Shanghai e la sua unicità rendono l’esperienza ancor più emozionante. Il gruppo composto da studenti e lavoratori provenienti da tutto il mondo lo rendeva eterogeneo e con molte esperienze da condividere e da cui imparare. È un programma molto intenso, che mette a dura prova, ma che tanto toglie, in termini di sonno e di energia, quanto dà a livello di autoconsapevolezza e autoefficacia. Si torna a casa veramente molto soddisfatti, consapevoli dei miglioramenti ottenuti e arricchiti dalle conoscenze e amicizie createsi all’interno del gruppo. * di Elisa Crivelli, 24 anni, di Busto Arsizio (Va), primo anno del corso di laurea magistrale in Management per l’impresa, facoltà di Economia, campus di Milano
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PRESENZA
Nel mondo
L’esperienza di volontariato gioca tutta intorno alle attività ludiche per i bambini: ballare, cantare, correre, giocare, cucinare, dipingere sono solo alcune delle azioni che riempiono la giornata. Molto spesso si organizzano attività extra, come laboratori, visite al museo e gite al parco, così da stimolare sempre la creatività e la vivacità dei bimbi. La parte più formativa dell’esperienza sta, a mio parere, nella relazione con gli altri volontari, provenienti da background diversi, e con i gestori del Centro, prima tra tutti Suor Claudia. I rapporti che si creano in queste situazioni sono molto spesso amplificati e riescono a costruire amicizie profonde anche in un breve tempo. Penso i non poter chiedere di più di quello che questa esperienza mi ha dato e trasmesso: dall’affetto dei bambini alla soddisfazione per il lavoro, dall’incontro con diverse culture allo scambio di idee. Tolleranza, amicizia e condivisione sono le tre parole che riescono un po’ a riassumere quello che è stato un viaggio in questa terra da cui sono tornata con un bagaglio che porterò sempre nel cuore. * di Victoria Tokatzian, 24 anni, studentessa del secondo anno del corso d laurea magistrale in Politiche per la cooperazione internazionale allo sviluppo, facoltà di Scienze politiche e sociali, campus di Milano
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Un Erasmus al profumo di Bordeaux es chèrs parents, je pars. Je ne m’enfuis pas, je vole!” “Cari genitori, io parto! Non scappo via, volo!” – La famiglia Bélier Con queste parole nel cuore è iniziata la mia avventura per l’Erasmus a Bordeaux, in Francia. Come per ogni partenza, serve essere preparati. E la preparazione è iniziata mesi prima con iscrizione, test linguistici, accettazione, assegnazione della destinazione, scartoffie burocratiche, piano di studi, prenotazione del volo, peripezie per trovare l’alloggio, saluti di arrivederci... e finalmente il giorno della partenza! Sono partita sicura che questa esperienza mi avrebbe donato tanto, sicura che sarei cresciuta come ragazza, studentessa, cittadina e persona. E così è stato. Non posso negare che ci siano state alcune difficoltà, ma è parte dell’adattamento! E, passo dopo passo, ho potuto vedere come ogni paura e ogni momento difficile diventava più chiaro e lucido e si trasformava in un’opportunità da cogliere al volo! Ho creato una rete di amicizie meravigliose con altri studenti internazionali, sono riuscita a visitare molti luoghi mozzafiato intorno alla città in cui mi trovavo, sono riuscita a organizzarmi come studentessa fuori sede tra le lezioni che finivano alle 21 e gli esami ravvicinati (anche due o tre al giorno), a livello accademico non ho perso tempo e sono riuscita a migliorare il mio livello di conoscenza della lingua francese. Mi sono totalmente innamorata della città in cui mi trovavo. Parte di Bordeaux è patrimonio dell’Unesco, si sente il profumo di storia ovunque, e l’atmosfera francese è ben presente in ogni vicoletto, in ogni bistrot e in ogni boulangerie o crêperie a tutti gli angoli della strada!
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La zona circostante e la regione dell’Aquitania è ricca di bellezze che meritano di essere visitate. A un’ora dalla città si trova un paesino di nome St. Emilion caratterizzato dai vigneti che in autunno mostrano colori e fanno assaporare uva, vini e profumi indimenticabili. Poco più lontano, in direzione dell’oceano, c’è lo stupendo e assurdo panorama della Dune du Pilat; una duna desertica alta 100 metri da scalare e alla cui sommità ci si trova davanti l’oceano e dietro una foresta verde! Inoltre, prendendo il TGV in poco tempo si può arrivare a cittadine bellissime come Toulouse e Lyon, o, più a nord, nella meravigliosa capitale, Paris. Credo che ci siano molteplici chiavi per il successo in questo tipo di esperienza: adattarsi, essere aperti mentalmente, tenere gli occhi spalancati in qualsiasi momento e situazione, informarsi bene e non aver mai paura di chiedere chiarimenti, buttarsi, organizzarsi, scegliere i corsi da frequentare in maniera coerente con il proprio piano di studi per sfruttare al meglio l’offerta formativa di un’università estera, essere costanti nello studio e impegnarsi seriamente. Una volta conclusa l’esperienza, guardando indietro ai passi fatti con impegno, ognuno potrà riconoscere di aver camminato un bel pezzo di strada tirando fuori una forza che non si immaginava neanche di avere. Trascorrere un periodo della propria vita all’estero è un’avventura che consiglio a chiunque, dà una grande energia, arricchisce sotto ogni punto di vista e proietta verso un futuro più stimolante. Nella vita non ci viene chiesto di essere perfetti, ma di non sprecare le occasioni; l’Erasmus è una di queste! * di Benedetta Campelli, 21 anni, di Castelvetro Piacentino (PC), terzo anno della laurea triennale in Scienze Linguistiche e Relazioni Internazionali, facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere, campus di Brescia
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Nella ricerca
Prevenzione e alimentazione sana
Nasce l’Italian Institute for Planetary Health di Federica Mancinelli
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ggi si muore più di cattiva alimentazione che di droga, fumo, alcol e rapporti sessuali a rischio insieme. Siamo in 7 miliardi sulla Terra, compresi i 3 miliardi che non si nutrono adeguatamente (troppo, troppo poco o male) e produrre cibo per così tante persone aumenta la temperatura globale, compromette la biodiversità, inquina e consuma suolo e acqua più di quanto la terra e i mari possano sopportare. Da questo nasce un grande progetto: l’Italian Institute for Planetary Health – IIPH, frutto dell’unione tra l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e l’Università Cattolica del Sacro Cuore con la partecipazione di Vihtali, spin off dell’Ateneo. A presiederlo è Carlo Salvatori, presidente di Lazard Italia e Aviva Italia, i vice presidenti sono Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri e Walter Ricciardi (nella foto), professore di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica, che hanno illustrato, nella conferenza stampa dello scorso 18 novembre presso la sede milanese dell’Istituto Mario Negri le caratteristiche dell’IIPH, un istituto dal respiro internazionale, che promuoverà la ricerca scientifica con l’obiettivo di identificare i nutrienti che hanno maggiore impatto sulla longevità e sulla salute della popolazione e dei singoli individui. I primi progetti vedono i ricercatori impegnati nello studio dei fattori che incidono sull’invecchiamento in salute della popolazione partendo dalla mappatura dell’Italia. Le analisi si focalizzano sulle differenze dei determinanti dal punto di vista, genetico, biologico, molecolare, epidemiologico e ambientale. Questa analisi verrà ampliata a livello internazionale, in particolare in Giappone, Paese che vanta un’ele-
Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” e Università Cattolica insieme per la salute dell’uomo e del pianeta, partendo da una corretta alimentazione vata longevità come l’Italia, ma che presenta abitudini alimentari molto diverse. Nella rosa dei progetti anche la ricerca di modelli alimentari, anche personalizzati, con l’impiego delle migliori tecnologie a disposizione (genomica, big data, intelligenza artificiale) con l’obiettivo di stabilire il rapporto tra diversi componenti alimentari nell’influenzare la salute dell’uomo e lo sviluppo di modelli di predizione e valutazione dell’impatto di sistemi alimentari sostenibili sul cambiamento climatico, sulla preservazione dell’ambiente e sulla biodiversità in attività di ricerca sulle tradizioni e abitudini alimentari su scala globale. «Diversi aspetti contribuiscono a rendere l’Italia un laboratorio ideale per sviluppare un progetto che dovrà avere un impatto globale – commenta Giuseppe Remuzzi –. Perché proprio Milano e l’Italia? Milano è stata sede dell’Expo, la manifestazione universale sul tema Nutrire il pianeta, energia per la vita’. L’Italia, secondo l’Istat, è il primo Paese più longevo in Europa. Questo è senz’altro il risultato della presenza di un Servizio Sanitario (SSN) che rende accessibile il diritto alla salute a tutti gli italiani, senza discriminazioni di reddito, di genere o di età. Senza dimenticare che il nostro Paese ha una tradizione alimentare nella dieta mediterranea che contribuisce a una sensibile riduzione di diverse malattie come quelle cardiovascolari e i tumori». «L’Istituto – aggiunge Walter Ricciardi – si avvale delle competenze presenti all’interno dell’Università Cattolica e dell’Istituto Mario Negri, ma intende aprirsi a collaborazioni nazionali e internazionali per promuovere un’alimentazione sana e sostenibile e per approfondire le correlazioni tra cambiamento climatico e salute, anche al fine di prevenire o mitigare gli effetti del
riscaldamento globale e favorire un’agricoltura all’altezza delle sfide demografiche ed epidemiologiche del Pianeta. Sarà poi importante raccordarsi a istituzioni come Human Technopole, l’European Food Safety Authority, che ha sede in Italia, e con tutti gli istituti di ricerca che operano nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale». IIPH sarà guidato da un consiglio di amministrazione snello di cui fanno parte il presidente, Carlo Salvatori, i vicepresidenti, Walter Ricciardi e Giuseppe Remuzzi, l’amministratore delegato, Angelo Del Favero, e il consigliere Raffaele Ianuario, in rappresentanza di Vihtali – Value in Health Technology and Academy for Leadership and Innovation. Per la progettazione e lo svolgimento di progetti, il Consorzio si avvarrà del supporto delle strutture in capo ai Soci consorziati, peraltro già attive su filoni di ricerca riguardanti il rapporto tra alimentazione e salute.
Università Cattolica del Sacro Cuore
Innovazione e salute
Medicina, le ricerche più significative di Federica Mancinelli
PRESENZA
Nella ricerca
Gli studi e le scoperte dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCSS, pubblicate sulle più prestigiose riviste scientifiche
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danni del diabete in gravidanza – Ricercatori dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS hanno scoperto un’altra possibile complicanza del diabete gestazionale: esso potrebbe compromettere le funzioni cognitive, per esempio la capacità di apprendimento e memoria, non solo del nascituro, ma anche delle generazioni successive. È quanto emerso da uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Nature Communications, condotto da un gruppo di ricercatori del Diparimento di Neuroscienze della Cattolica, diretto dal professore Claudio Grassi e finanziato dal Ministero dell’Istruzione, della Università e della Ricerca e dal Ministero della Salute. Lavorando su modelli animali di diabete gestazionale i ricercatori hanno osservato che i cuccioli delle femmine con diabete in gravidanza avevano ridotte capacità di apprendimento e memoria, come pure i “nipoti” e i “pronipoti”, insomma il diabete in gravidanza incide sulle capacità cognitive di tre generazioni. Trapianto di microbiota, scoperta eccezionale – Uno studio condotto presso l’Università Cattolica e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS attesta l’efficacia del trapianto di microbiota intestinale (FMT) da donatori sani contro un’infezione molto pericolosa, quella da Clostridium difficile. Il trapianto di microbiota intestinale aumenta la sopravvivenza di oltre un terzo rispetto alla terapia antibiotica e dimezza i giorni di degenza necessari al paziente, riducendo il rischio di gravi complicanze come la sepsi. Il verdetto finale favorevole alla nuova terapia è stato reso noto sulla rivista Annals of Internal Medicine e si deve al gruppo del professor Antonio Gasbarrini, Direttore del Dipartimento di Scienze Gastroentorologiche, Endocrino-metaboliche e Nefro-urologiche. Retinopatia nei prematuri, un’iniezione per fermarla – Grazie a uno stuUniversità Cattolica del Sacro Cuore
dio internazionale coordinato da medici dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, la cura della retinopatia dei prematuri ha un nuovo alleato: una iniezione locale di un farmaco (Ranibizumab) nel neonato blocca praticamente nella quasi totalità dei casi la malattia, evitando il distacco di retina. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista The Lancet ed è stato ideato e coordinato da Domenico Lepore, ricercatore in Oftalmologia in Cattolica e specialista dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica del Policlinico Gemelli, insieme a Neal Marlow, neonatologo della University College London, Alistair Fielder della University of London, e Andreas Stahl, della University Medical Center, Greifswald in Germania e Brian Fleck, dell’Università di Edimburgo. I bimbi nati pretermine vanno incontro a retinopatia a causa di un’immaturità del sistema vascolare retinico: l’incidenza tra i prematuri gravi (nati sotto le 28 settimane di gestazione e 750 grammi di peso) è del 100%. «Il farmaco – dice Lepore – evita la progressione verso il distacco di retina praticamente nel 100% dei casi. La terapia richiede comunque che i bambini siano seguiti da centri specializzati per alcuni anni».
Lo zafferano fa bene alla vista – Un importante studio clinico condotto da esperti dell’Università Cattolica e dalla Fondazione Policlinico Gemelli IRCSS mostra l’efficacia dello zafferano, per la prima volta su pazienti, come cura per una grave e rara malattia genetica degenerativa della vista, la sindrome di Stargardt. È quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Nutrients, coordinato da Benedetto Falsini, professore del Dipartimento Testa-collo e organi di senso e specialista presso l’UOC di Oculistica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, insieme alla professoressa Silvia Bisti dell’Università degli Studi dell’Aquila. La malattia di Stargardt è una degenerazione ereditaria della ‘macula’, il centro della retina. La progressione della malattia è legata a fenomeni neuroinfiammatori indotti dal crescente stress ossidativo (i radicali liberi). In questo trial clinico, il primo in assoluto, sono stati coinvolti 31 pazienti con Stargardt trattati con 20 milligrammi al giorno di zafferano (Repron, brevetto internazionale) in compresse. La funzione visiva si è mantenuta stabile durante i sei mesi di trattamento mentre tendeva a deteriorarsi durante l’assunzione del placebo.
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Nella ricerca
Turismo, ambiente e territorio
Cento azioni per salvare il Garda di Antonella Olivari
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ento soluzioni condivise per un piano di adattamento climatico sul Lago di Garda. Sono quelle prodotte dalla ricerca CLIC-PLAN for Future, condotta dal 2017 al 2019 da un’équipe di ricerca interdisciplinare dell’Alta scuola per l’ambiente (ASA), diretta dal professor Pierluigi Malavasi (nella foto). Entrare nei territori, affiancare la cittadinanza, analizzare insieme i problemi tangibili e valorizzare le competenze e le sensibilità locali sono stati gli obiettivi del progetto realizzato dall’Università Cattolica, che ha delineato un prototipo di piano di adattamento partecipato. Per tre anni l’ASA ha indagato gli impatti fisici e socio-ambientali del global warming osservati localmente nei comuni di Desenzano, Manerba, Tremosine e Tignale: ad
Sono le soluzioni condivise e partecipative contro il cambiamento climatico emerse dalla ricerca CLIC-PLAN for Future, condotta dall’Alta Scuola per l’Ambiente
esempio le “lagheggiate”, i problemi sanitari, gli incendi e la scarsità idrica. Coinvolgendo oltre mille persone, la ricerca ha analizzato la percezione del rischio riguardo ai cambiamenti climatici e la disponibilità dei cittadini a un impegno economico per un utilizzo consapevole del suolo. Sono state individuate cento soluzioni condivise per affrontare la sfida dell’adattamento climatico sul bacino bresciano del Lago di Garda. Si tratta di proposte per rendere anche l’attività turistica resiliente: irrigazioni efficienti, più aree verdi, raccolta dell’acqua piovana, corridoi ecologici, indoor turistico e turismo rurale. «Se, come evidenzia l’indagine, il problema del cambiamento climatico è riconosciuto nella sua influenza antropica ed esiste una
preoccupazione per le sue conseguenze, la chiave di volta per costruire un piano di adattamento verso il futuro è scriverlo insieme – sottolinea Malavasi –, facendo leva sulla conoscenza, sulla formazione e sul senso di appartenenza della comunità al proprio ambiente di vita». Sono stati attivati vari processi partecipativi nei Comuni coinvolti per analizzare la questione dell’adattamento al cambiamento climatico e per individuare soluzioni applicabili a vantaggio di approcci localmente fondati. Fra i rischi percepiti ci sono quelli dell’abbassamento del livello del lago con conseguenti limiti per la navigazione, scarsità idrica, esondazioni di torrenti, danni al porto per lagheggiate, rischi sanitari, aumento di alghe orticarie e perdita della biodiversità, danni in agricoltura e allevamento, variazione stagione turistica.
Un progetto europeo di ricerca
Stranieri, studenti più bravi se la famiglia è coinvolta
È quanto dimostra lo studio Families and Schools nell’ambito del progetto Erasmus + Project KA2 Parental Involvement of Foreign Families in School
di Antonella Olivari
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li studenti stranieri più bravi se le famiglie sono coinvolte. È da questa convinzione che si è sviluppato il progetto Erasmus + Project KA2 Parental Involvement of Foreign Families in School che ha come obiettivo l’analisi delle relazioni scuola-famiglie straniere e l’individuazione di strategie mirate a un maggiore coinvolgimento delle famiglie immigrate nei percorsi educativi dei figli. Sono coinvolte nel gruppo, insieme alla sede di Brescia dell’Università Cattolica, l’Università di Lleida e l’Université de Luxembourg, l’IC di Adro e l’Ufficio scolastico territoriale di Brescia. L’intento del progetto è di analizzare l’integrazione, la comunicazione e il coinvolgimento delle famiglie di origine
straniera nelle scuole, in modo da poter individuare e realizzare proposte di trasformazione per neutralizzare lo svantaggio che spesso colpisce le famiglie con questo profilo (inclusione sociale delle famiglie). Considerando che un maggiore coinvolgimento delle famiglie influenza anche il rendimento scolastico, il progetto è strutturato anche per aiutare a prevenire l’abbandono prematuro della scuola, oltre a consentire la riduzione degli svantaggi socioculturali che colpiscono una percentuale significativa di alunni di origine straniera. Per raggiungere questo obiettivo si tenta di migliorare la formazione dei professionisti per aiutarli ad affrontare questa situazione e fornire loro le conoscenze e le strategie per favorire la comunicazione e il coinvolgimento delle famiglie nell’educazione dei loro figli.
Si parte dall’idea che l’integrazione e il coinvolgimento di tutti gli attori nel sistema formativo generino benefici per le famiglie, gli alunni, il personale e l’Istituzione scolastica in generale. Perciò, le priorità selezionate mirano all’empowerment di tre attori educativi: i professionisti (per aiutarli a sviluppare le loro competenze sociali e interculturali, essenziali negli attuali contesti educativi), le famiglie (che quando sono maggiormente coinvolte si sentono più vicine alla scuola, il che può anche migliorare la loro cittadinanza attiva e la loro inclusione nelle diverse sfere della società) e gli alunni (che hanno il potere indiretto e visualizzano l’importanza di essere coinvolti nella scuola e nella società attraverso gli insegnanti e le loro famiglie). Università Cattolica del Sacro Cuore
Nuovi materiali biobased per il packaging alimentare
Nuove Bioplastiche: i primi risultati sono promettenti
PRESENZA
Nella ricerca
Tutto può essere utile: dagli scarti di lavorazione per realizzare imballaggi “bio” ai residui degli alimenti. Presentati i primi risultati della sperimentazione relativa al progetto rimi risultati per il progetto di ri- triennale Newpack
di Sabrina Cliti
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cerca Horizon2020 NEWPACK – Sviluppo di nuove bioplastiche competitive e sostenibili per il settore alimentare seguito per la facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica dal team della professoressa Giorgia Spigno. Uno studio che coinvolge 13 partner europei, tra centri di ricerca e aziende, che ha l’obiettivo di confermare la percorribilità industriale della produzione di almeno due nuove bioplastiche, in grado di esprimere migliori prestazioni di sostenibilità grazie all’aggiunta di estratti naturali con proprietà antiossidanti e antibatteriche e di nano-additivi a partire da cellulosa e chitina. Dei primi esiti dello studio se ne è parlato lo scorso 19 novembre nella sede piacentina dell’Università Cattolica, nell’ambito
di un incontro che ha registrato un ampio interesse da parte del mondo dell’impresa. Con un occhio attento alla catena del valore dell’economia circolare, il gruppo di K sta cercando modi efricerca NEWPACK ficaci per superare l’utilizzo di materiali plastici derivanti da fonti fossili, che sono ancora oggi i più impiegati per il confezionamento alimentare: «In questo settore la produzione di bioplastiche a partire da scarti alimentari quali la buccia di patata e gli scarti di lavorazione del mais, potrà rappresentare una valida alternativa, ma solo se si affronteranno efficacemente i problemi legati sia ai costi di produzione che alle ancora basse proprietà barriera e meccaniche dei packaging sostenibili attualmente disponibili» ha sottolineato la professoressa
Spigno, che ha precisato come sarà possibile a breve prolungare la data di scadenza del cibo attraverso lo sviluppo di un packaging intelligente e sostenibile (riciclabile, biodegradabile, di materiali compostabili): «siamo sulla buona strada: in questo anno di ricerca i progressi fatti sono stati numerosi e hanno dimostrato che un’alternativa possibile esiste».
Educare i giovani a tutelare la biodiversità
From seed to spoon a scuola di biodiversità di Paolo Ferrari
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i nastri di partenza From seeds to spoon, un progetto scientifico di ricerca finalizzato a educare i giovani alla tutela della biodiversità. Finanziata dall’Unione Europea attraverso Erasmus Plus 2019, la ricerca è coordinata da Ilaria Negri, ricercatrice in Entomologia del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili della Cattolica di Piacenza. È un piano scientifico educativo di formazione sulla filiera alimentare che ha come target studenti europei di scuola secondaria superio-
Università Cattolica del Sacro Cuore
La sede di Piacenza è capofila di un progetto europeo finalizzato a monitorare e promuovere i servizi di approvvigionamento e di regolazione naturalmente presenti in tutti gli ecosistemi. Con l’obiettivo di rendere più rigogliose le nostre città
re e durerà 3 anni. From seeds to spoonn punta a monitorare e promuovere i servizi di approvvigionamento e di regolazione naturalmente presenti in tutti gli ecosistemi come la produzione di frutta e verdura, l’impollinazione e il controllo biologico degli infestanti. «Anche solo con piccole azioni – spiega Ilaria Negri – innescheremo a ruota la promozione di tutti i servizi eco-sistemici: acqua e aria saranno più pulite, il suolo sarà più fertile, migliorerà l’estetica delle nostre città, perché quelle dove la qualità della vita è migliore sono
ricche non solo di persone, ma anche di biodiversità di piante, animali, colori, profumi. La natura in città non è solo una decorazione, ma una vera e propria infrastruttura (vivente) di cui prenderci cura». Le attività saranno estese anche presso i partner di progetto europei (Grecia, Romania e Svezia). Dati alla mano, sarà possibile fare un confronto con zone bio-geografiche e climatiche diverse, sempre nell’ottica di educare alla tutela della biodiversità, non solo quella ambientale, ma anche culturale.
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In Ateneo Il centenario di fondazione dell’Università Cattolica è ormai alle soglie. In vista di questo importante anniversario abbiamo chiesto a tutti i Presidi di raccontarci i traguardi raggiunti, i progetti in atto, le nuove sfide e prospettive di sviluppo delle Facoltà dell’Ateneo. Su questo numero le interviste a Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia, e a Stefano Solimano, preside della facoltà di Giurisprudenza
Economia, un investimento sul futuro a cura della redazione
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Professor Bodega, cosa significa essere oggi la facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore? Essere oggi una facoltà di Economia significa essere prima di tutto un luogo di confronto, di dialogo, che pone al centro la ricerca, la conoscenza, le responsabilità della persona, sia a livello individuale che sociale, responsabilità che comportano la capacità di agire, di creare valore, innovazione e soprattutto di assumere decisioni. Essere una tra le più grandi facoltà di Economia nazionali – 3.200 matricole al primo anno di triennali e magistrali, 8 corsi di laurea triennale, 11 corsi magistrali, 42 corsi Master di I e II livello, due programmi internazionali di dottorato – significa confrontarsi con l’evoluzione dei contesti economico, sociale, tecnologico e culturale in atto e attivare progetti che considerano e affrontano la gravità della situazione occupazionale, il freno dell’istruzione superiore e i rischi competitivi per il tessuto economico e imprenditoriale, il ritardo di scolarizzazione, la ridotta formazione della classe dirigenziale, le maggiori possibilità occupazionali con titoli di studio superiori. Rispetto alle nuove esigenze e alle richieste dal mondo professionale come si pone la sua Facoltà? Essere oggi una facoltà di Economia significa anche conoscere e disegnare i profili professionali e culturali emergenti, comprendere le caratteristiche del “mercato del lavoro”, puntare ad essere protagonisti del confronto internazionale, anticipare i fabbisogni di nuove competenze. L’impegno nella ricerca e nella didattica porta a reinterpretare e rafforzare il ruolo della Facoltà in termini di generazione di
conoscenza e di formazione di competenze professionali per chi deve e dovrà assumersi la responsabilità di processi, strutture e decisioni complesse, all’interno di contesti politici, sociali ed economici caratterizzati da una forte imprenditorialità e competitività, sia a livello nazionale che internazionale. Contesti dove comprensione approfondita della complessità degli ambiti esterni, visione sistemica, capacità decisionali e conoscenze specialistiche assumono una rilevanza crescente.
ne possibile l’affermazione personale e sociale, valorizzarne la sua unicità nella sua pienezza e integralità. Quali sono i criteri intorno ai quali ruota l’impegno formativo e i progetti della Facoltà? La facoltà di Economia ha definito le priorità d’azione in coerenza con le finalità dell’Ateneo. Come “la formazione della persona nella sua integralità” su competenze che
Essere una tra le più grandi facoltà di Economia nazionali significa attivare progetti che affrontano la gravità della situazione occupazionale, il freno dell’istruzione superiore e i rischi competitivi per il tessuto economico Come si declina l’identità cattolica nella sua Facoltà? Essere parte dell’Università Cattolica comporta la responsabilità per la Facoltà di operare come generatori e operatori culturali, nonché di diventare una forza di trasformazione sociale, potenziando la connessione e la vicinanza ai fabbisogni sociali. Avere un’identità cattolica significa per la Facoltà condurre una ricerca ispirata ad avere un impatto e un’applicabilità a livello sociale, ne sono testimonianza i temi riguardanti la sostenibilità, l’imprenditorialità sociale ed economica, l’economia del lavoro e le conseguenze individuali, sociali e giuridiche dell’evoluzione tecnologica, l’economia dello sviluppo e l’analisi delle scelte per diminuire povertà e diseguaglianze. E poi concentrare l’attenzione sullo studente, come persona, come relazione, render-
ne sviluppino biografie significative e di valore, capacità, attitudini, cogliendo tutte le potenzialità educative presenti in Università Cattolica, in Italia e in contesti internazionali, nel campo dell’impresa, delle professioni, della ricerca e del terzo settore. Vogliamo contribuire alla formazione di uno studente, che sia soprattutto una persona curiosa, con una vasta cultura, desiderosa di conoscere e approfondire. E per quanto riguarda i progetti... Due sono le parole di riferimento per lo sviluppo dei progetti promossi dalla facoltà di Economia. La pluridisciplinarità culturale: i progetti che la Facoltà sviluppa intendono rafforzare competenze analitiche e critiche per la soluzione di problemi a complessità crescente. Questi progetti valorizzano la compresenza di più saperi all’interno della Facoltà Università Cattolica del Sacro Cuore
nelle modalità con cui si conduce l’attività didattica, nella possibilità per gli studenti di partecipare a programmi di scambio e internship in tutto il mondo.
stessa – dove partecipano le aree economica, manageriale, giuridica, quantitativa, storica, psico-sociologica, filologica, logica e ingegneristica –, e promuovono la collaborazione tra le Facoltà dell’Ateneo per integrare le reciproche esperienze di processi di apprendimento e di ricerca. È questo un elemento distintivo e unico a livello nazionale. Ne sono testimonianza, per esempio, i corsi magistrali in gestione dei Beni culturali (insieme alla facoltà di Lettere), in Health Care Management (la facoltà di Medicina
e Chirurgia), in Innovation e Technology Management (insieme alla facoltà di Matematica e Fisica di Brescia), in Statistic and Actuarial Sciences (con la facoltà di Scienze bancarie) e in Data Analytics for Business (insieme alla Facoltà di Matematica e Fisica di Brescia). C’è poi la componente della internazionalizzazione da considerare per la destinazione dei progetti formativi, nella composizione della Faculty, nella costruzione di contenuti di apprendimento, nelle partnership con altre istituzioni,
Come si concretizza il legame con il mondo del lavoro e delle professioni? La facoltà di Economia investe e si adopera per formare competenze evolute e sempre in linea con l’attuale orientamento del contesto economico, sociale, professionale. Questo mediante una continua osmosi con enti, aziende, imprese, ordini professionali, agenzie del lavoro. L’efficacia di questo investimento è testimoniata dai positivi indicatori di occupazione dei laureati – tra i più alti a livello nazionale – dall’elevata reputazione presso gli employers (sia di grandi che di medie imprese), anche a livello internazionale, ed è confermata dagli ultimi rapporti delle indagini QS Graduate Employability Rankings 2017-2019. Infine voglio ricordare anche l’attenzione rivolta dalla Facoltà nella sperimentazione e nello sviluppo di percorsi di apprendimento originali, di didattica digitale e blended come la realizzazione del primo corso magistrale in Direzione e consulenza aziendale attraverso tecnologie di e-learning dedicato a studenti lavoratori.
Parola d’ordine: internazionalizzazione a cura della redazione Professor Solimano, alle soglie del centenario di fondazione dell’Università Cattolica, qual è oggi l’impostazione didattica della facoltà di Giurisprudenza? Negli ultimi anni la Facoltà ha realizzato un impegnativo progetto di rafforzamento del corso triennale in Servizi giuridici, attraverso l’attivazione di insegnamenti “dedicati” a tale corso e la configurazione di profili specialistici corrispondenti ad ambiti riconoscibili nel mondo delle professioni. La revisione del Corso di laurea in Scienze dei servizi giuridici ha previsto la specificazione dello stesso come Servizi giuridici per le imprese, il lavoro e la pubblica amministrazione, attivando quattro perUniversità Cattolica del Sacro Cuore
corsi vocazionali: Assistente legale (assistente giudiziario e “Paralegal”); Esperto in scienze giuridiche per la Pubblica Amministrazione; Consulente del lavoro e delle relazioni sindacali; Responsabile della privacy. Dal punto di vista didattico la Facoltà ha inoltre compiuto una razionalizzazione del calendario accademico per agevolare la frequenza delle lezioni da parte degli studenti. Quali saranno dunque le novità per gli studenti? È in fase di progettazione la semestralizzazione dell’ultimo anno del corso di studi, al fine di consentire agli studenti di svolgere un periodo di studi all’estero per la preparazione della tesi di laurea o per il
completamento della formazione giuridica in una prospettiva internazionale. Nel contempo l’erogazione di corsi semestrali favorirà gli scambi con studenti provenienti da università straniere. È stata razionalizzata e incrementata, inoltre, l’offerta degli insegnamenti opzionali istituendo i corsi di Diritto ambientale, di Diritto dei contratti pubblici, Processo civile telematico, Diritto della privacy e Diritto della sicurezza dell’informazione. Seguendo il canone accademico anglosassone del learning by doingg la facoltà di Giurisprudenza ha istituito e valorizzato le cosiddette Cliniche legali: “Esperienze di pratica legale” in Diritto amministrativo, Diritto civile e commerciale, Diritto internazionale e Diritto penale e ha reclutato
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nuovi professori incaricati di svolgere le attività didattiche, anche con la collaborazione e la presenza in aula di professionisti esterni. È stato anche istituito un corso semestrale di Diritto notarile con due docenti di ruolo della Facoltà, che svolgono tale professione. E per migliorare il rapporto numerico docenti-studenti è stato pensato e fatto qualcosa? A tal fine è stato avviato – e si conta di concludere il entro il 2020 – lo sdoppiamento degli insegnamenti fondamentali di primo anno. Sono state intraprese varie iniziative dei docenti della Facoltà e del Centro Studi “Federico Stella” sulla Giustizia penale e la Politica criminale inquadrate nella forma didattica innovativa di seminari integrativi, che attribuiscono 1 CFU su temi di grande rilevanza (business law in China, giustizia e letteratura, diritto della privacy, diritto romano e common law, il general counsel di società, il processo matrimoniale canonico, la tutela del design, contrattualistica internazionale, ecc.) e che coinvolgono figure esterne soddisfando interessi professionali e culturali specifici degli studenti. Dal punto di vista più “ideale”, quali sono i principi a cui la Facoltà si ispira? La Facoltà ispira i propri percorsi didattici, scientifici e organizzativi a una concezione del ruolo del giurista nella società, quale figura chiamata a esprimere, proporre e
applicare soluzioni non meramente funzionali alle esigenze dettate dall’evoluzione tecnica, ma accordate con i tempi e gli orizzonti propri di un umanesimo attento alla formazione integrale della persona, al rispetto della dignità e libertà di ogni individuo. Iscrivendo le proprie attività entro un tale orizzonte etico e culturale, la Facoltà è impegnata a mantenere un equilibrio tra apertura all’innovazione e preservazione di un’elevata qualità delle conoscenze trasmesse; tra capacità di valorizzare le esperienze più significative provenienti da istituzioni e imprese, e necessità di assicurare una solida preparazione di base
A proposito di tali competenze trasversali, quali sono i percorsi e i contatti che la Facoltà sta avviando? Diverse sono le linee di azione: dal progettare nuovi percorsi vocazionali in collaborazione con le Facoltà economiche all’impegno per sviluppare negli studenti capacità di comunicare e lavorare in gruppo, creatività, disponibilità alla negoziazione. Da ciò l’incentivazione di stages, tirocini e forme di didattica innovativa, quali le esperienze di pratica legale (legal clinics), già operanti, al fine di consentire allo studente di verificare anche il proprio orientamento professionale.
È impegno fondamentale della facoltà di Giurisprudenza quello di sviluppare nei suoi studenti, accanto alle competenze tecnico-giuridiche, le cosiddette “competenze trasversali” sempre più necessarie in ogni ambito lavorativo sui fondamenti metodologici del diritto. È impegno fondamentale pertanto della Facoltà quello di sviluppare nei suoi studenti, accanto alle competenze strettamente tecnico-giuridiche, le cosiddette “competenze trasversali” sempre più necessarie in ogni ambito lavorativo.
Quali sono quindi le nuove sfide e gli obiettivi futuri della Facoltà? Il primo obiettivo da conseguire nel prossimo triennio riguarda il potenziamento degli elementi di internazionalizzazione, nei quali tradizionalmente le facoltà di Giurisprudenza italiane si trovano in posizione assai meno avanzata rispetto ad altre. A tal proposito è stato avviato uno studio con l’Università di Boston per permettere agli studenti di frequentare tutti gli insegnamenti del quinto anno presso l’università americana e di riconoscere i relativi CFU conseguiti nonché – dopo la laurea magistrale italiana – la LLM dell’Università di Boston che consente di sostenere l’esame di abilitazione alla professione. Inoltre con la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Lucerna si vuole istituire uno specifico percorso “italo-svizzero” negli ultimi due anni della laurea a ciclo unico, per formare figure professionali come imprenditori, consulenti d’azienda e naturalmente avvocati, che operano con imprese e enti svizzeri, con particolare attenzione a quelli del Canton Ticino. Università Cattolica del Sacro Cuore
La nomina ufficiale dal 1° gennaio 2020
Paolo Nusiner nuovo direttore amministrativo dell’Università Cattolica
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Dopo 17 anni come direttore generale di Avvenire, Nusiner assume l’importante impegno di direttore amministrativo dell’Ateneo del Sacro Cuore. Incarico che si affianca a quello di direttore per gli Affari Generali del Dicastero per la l Consiglio di Amministrazione dell’Università Cattolica nell’adunanza del Comunicazione in Vaticano
a cura della redazione
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23 ottobre scorso ha nominato all’unanimità Paolo Nusinerr direttore amministrativo. Il dottor Nusiner avrà la responsabilità della gestione generale dell’Ateneo con decorrenza dal 1° gennaio 2020. Nato a Bergamo, coniugato con due figli e laureato in Economia all’Università Cattolica, Paolo Nusiner dopo una decennale esperienza presso il gruppo multinazionale Italcementi, dal 30 ottobre 2002 ha assunto la carica di direttore generale del quotidiano Avvenire. È componente del Consiglio Generale della Federazione Italiana Editori Giorna-
li (FIEG). Il 19 dicembre 2018 è stato nominato presidente di ADS, la società che certifica le diffusioni dei quotidiani e dei periodici italiani. Dal 27 giugno 2015 è stato nominato da Papa Francesco, direttore per gli Affari Generali del nuovo Dicastero per la Comunicazione creato dalla Santa Sede per gestire la riorganizzazione del sistema comunicativo del Vaticano. Il 1° gennaio 2018 è entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione dell’Università Cattolica.
Nusiner succederà al professor Marco Elefanti, che concentra il proprio impegno quale direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Al professor Elefanti il Consiglio di Amministrazione dell’Università Cattolica ha rinnovato il proprio sentito ringraziamento per il lungo e appassionato lavoro svolto a servizio dell’Ateneo dei cattolici italiani. 6/2019
Il futuro del Policlinico nelle parole del Direttore
Un piano di investimenti per il Gemelli a cura della redazione
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opo otto anni alla guida della direzione amministrativa dell’Università Cattolica e due anni contemporaneamente a capo anche del Policlinico, è venuto il momento di concentrarmi esclusivamente sul Gemelli» sono parole del professor Marco Elefanti (a sinistra nella foto con il rettore Anelli r che dirige la Fondazione e Paolo Nusiner) Policlinico Gemelli IRCCS e che giudica la nomina del dottor Paolo Nusiner come suo successore «una scelta di continuità dato che già siede nel Consiglio di Amministrazione dell’Università Cattolica». «Dopo i primi cinque anni di vita della Fondazione, il Gemelli si prepara ad affrontare nuove sfide con importanti investimenti tecnologici che permettono di offrire a tutti sempre le migliori cure» ha detto Elefanti, spiegando che Università Cattolica del Sacro Cuore
Con l’anno nuovo il professor Marco Elefanti concentra a tempo pieno la sua attività nel Policlinico a breve sarà presentato il nuovo piano industriale 2020-2024 e aggiungendo come «dobbiamo essere sempre pronti a cercare nuovi spazi e opportunità che ci vengono chiesti sia dal servizio sanitario nazionale, sia dai pazienti che scelgono il Gemelli nella sua attività privata». Nel suo discorso inaugurale, pronunciato in occasione dell’apertura del 99esimo anno accademico dell’Università Cattolica, il rettore Franco Anellii ha ringraziato il professor Elefanti per la lealtà, la competenza, la dedizione e le capacità messe al servizio dell’Ateneo, in particolare ha sottolineato come con il suo operato «ha concorso in modo determinante al risanamento del Policlinico Gemelli e alla realizzazione della complessa operazione dell’ospedale
della nuova Fondazione; ha favorito la crescita dell’Ateneo, non interrotta neppure nella fase difficile della crisi globale; ha promosso e attuato un sostanziale riordino organizzativo e ha ottenuto importanti risultati gestionali in termini di espansione delle attività e delle strutture dell’Ateneo e di consolidamento dell’assetto economico».
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Europa e ricerca
Così le università europee fanno rete La Cattolica alla guida di Unilion, che riunisce più di 40 liaison offices in rappresentanza di oltre 150 atenei in tutta Europa ma anche in Giappone e Russia. Alexandru nilionn – Universities Informal Marchis, dottore di ricerca dell’Università Cattolica, segretario generale del network
di Graziana Gabbianelli
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Liaison Offices Network – è un network tra più di 40 liaison offices in rappresentanza di più di 150 università in tutta Europa, ma anche in Giappone e in Russia. È stato creato tre anni fa e l’Università Cattolica è tra i suoi membri fondatori. In questo triennio, grazie alla collaborazione con altre università facenti parte del network, la Cattolica ha stabilito importanti relazioni con alcune tra le più importanti istituzioni dell’Unione Europea, come la Commissione europea e il Parlamento europeo». Sono parole di Alexandru Marchis – dottore di ricerca dell’Università Cattolica e neo segretario generale di Unilion dallo scorso 22 ottobre – che sottolinea l’importanza dell’esistenza e di fare parte di questo network internazionale spiegando come «in partnership con altri atenei si sta creando una controparte “critica e di confronto” per le consultazioni in tema di sviluppo delle politiche di ricerca e innovazione; così come si è aperto un dialogo con le autorità competenti delle istituzioni Ue riguardo il futuro Programma Quadro Europeo per la Ricerca e l’Innovazione: Horizon Europe». Il lavoro di coordinamento della Funzione Ricerca in questi anni si è dimostrato particolarmente efficace e prezioso in quanto essere rappresentati a Bruxelles consen-
te non solo di accedere a informazioni di prima mano sulle politiche di ricerca e innovazione dell’UE, ma anche di promuovere a livello europeo i risultati dell’attività di ricerca promossa dall’Ateneo del Sacro Cuore. «Permette di prendere parte attiva a un numero maggiore di progetti – spiega sempre Marchis – e di espandere le nostre reti di conoscenza nonché intavolare un confronto con gli stakeholder di varie discipline, sviluppando dialoghi e partnership con associazioni di settore e piattaforme tecnologiche». Alla luce delle ultime sfide scientifiche, ambientali, educative, lavorative che sono al centro del dibattito europeo la collaborazione con altre università si è evoluta divenendo fondamentale e sempre più proattiva. Il neo segretario generale di Unilion sottolinea infatti come «attraverso il dialogo con gli altri atenei, enti ed istituzioni si è in grado di comprendere quali siano le aree di interesse comune e in che direzione si possano sviluppare ulteriormente i progetti. Allo stesso tempo è anche molto utile la collaborazione e il confronto nella selezione delle aree strategiche di ricerca e specializzazione». Infine Marchis ricorda che per quanto riguarda i progetti di ricerca e innovazione finanziati in Horizon Europe, la Commis-
sione europea richiede, in molti casi, di collaborare con l’industria, le Ong e le organizzazioni di cittadini. Pertanto lo sforzo non è solo quello di creare partnership con le università, ma con tutti gli enti e le parti coinvolte nel programma, generando così nuove e interessanti opportunità.
Aperto il primo University Charity Shop er le festività natalizie è stato inaugurato il primo University Charity Shop dell’Ateneo, in collaborazione con Educatt. Nel negozio, con sede in via Lanzone 24, sono stati messi in vendita una selezione dei prodotti di Casa Fogliani® per sostenere borse di studio per giovani in condizioni di estremo bisogno ed è stato possibile sottoscrivere donazioni per la campagna solidale #SHAREYOURFUTURE, che dà la possibilità a tutti coloro che partecipano alla vita dell’Ateneo di costruire e condividere il proprio futuro, sostenendo anche quello di chi ha meno opportunità. All’interno dell’University Charity Shop si alterneranno, nei vari periodi dell’anno in cui il negozio sarà aperto (come prima di Pasqua), anche prodotti solidali realizzati da varie associazioni del no profit che collaborano da tempo con l’Ateneo, per dare visibilità alla molteplicità di iniziative di solidarietà in cui e con cui l’Università Cattolica quotidianamente opera. Il primo partner per le festività natalizie è stata l’Associazione Francesco Realmonte con i prodotti sartoriali della Linea Adele, progetto realizzato in collaborazione con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, che dà la possibilità a giovani rifugiati di svolgere un’attività professionale attraverso la produzione e la commercializzazione di biancheria e accessori per la casa. Contatti: charityshop@casafogliani.it www.casafogliani.it; shareyourfuture@ unicatt.it | www.unicatt/shareyourfuture.it |
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Novembre 2020, appuntamento con la visita ANVUR
Un salto di qualità: dai requisiti AVA alle procedure di accreditamento a cura della redazione
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Introdotta dalla riforma Gelmini, l’assicurazione della qualità si consolida anche in Cattolica. Ora la sfida è la consapevolezza per tutta la comunità universitaria qualità per i corsi di studio, la ricerca, e la terza missione, sia la capacità di saper individuare e superare le criticità attraverso l’applicazione di un efficace modello di “Assicurazione della Qualità”. A partire dal 2012, con la costituzione del Presidio della Qualità di Ateneo (PQA), l’Università Cattolica sta progressivamente consolidando il proprio sistema di AQ, e nelle scorse settimane è stata anche completamente aggiornata l’area del sito unicatt.itt dedicata alla qualità (unicatt.it/ assicurazione-qualità): in quel contesto è ora possibile consultare documenti di riferimento, linee guida e molte altre informazioni che mirano a rendere ancora più trasparente e accessibile l’intera materia. In vista della visita di accreditamento dell’Anvur in Cattolica, prevista per la terza settimana di novembre 2020, la sfida è quella di far crescere ulteriormente la consapevolezza della “qualità” in tutta la comunità universitaria, valorizzando i luoghi, le occasioni, i canali e le procedure che già oggi consentono a tutti – studenti, docenti, personale tecnico amministrativo – di dare il proprio contributo al miglioramento continuo dell’Ateneo. I docenti, ad
Anche gli studenti possono dire la loro attraverso i questionari e negli organismi del sistema AQ a qualità riguarda tutti, non solo i docenti o il personale. L’Anvur considera infatti essenziale valutare anche le modalità della partecipazione studentesca al miglioramento dell’università. Un primo sostanziale contributo da parte degli studenti si realizza attraverso una consapevole compilazione dei questionari di valutazione che vengono proposti in diversi momenti della vita universitaria. Ma non è l’unico: oltre a garantire la presenza attiva delle organizzazioni studentesche e la rappresentanza nei Consigli di facoltà, l’Ateneo prevede una forma di consultazione dell’intera comunità universitaria, attraverso la Consulta, che comprende anche gli studenti. A ciò si aggiungono gli organismi previsti dal sistema AQ, in particolare le Commissioni paritetiche di Facoltà e i gruppi di Riesame. Recentemente, infine, gli organi direttivi dell’Università hanno rafforzato il ruolo della componente studentesca con la partecipazione di uno studente alla commissione del Presidio Qualità che si occupa di didattica (Michele Brusa, indicato dalla Consulta).
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esempio, possono dare un contributo significativo attraverso una attenta considerazione di quanto emerge nelle Paritetiche e nei Gruppi di Riesame relativamente agli aspetti didattici; il personale amministrativo, dal canto suo, può darlo offrendo un adeguato supporto alle azioni correttive che annualmente vengono identificate e pianificate (S.Nv).
Che cosa succederà a novembre 2020 VISITA DI ACCREDITAMENTO
Agenzia Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca, più comunemente Anvur, è stata istituita nel 2006 al fine di sovraintendere al sistema pubblico nazionale di valutazione della qualità delle Università. Tra le sue prerogative c’è anche quella di effettuare verifiche periodiche volte a garantire l’accreditamento delle sedi universitarie, esprimendo un giudizio fondato su analisi documentali e visite dirette alle istituzioni. Tale accreditamento periodico riguarda gli atenei nel loro complesso ma anche i singoli corsi di studio. La procedura di “certificazione” coinvolge tutte le componenti universitarie, dal momento che l’Ateneo nella sua interezza deve garantire sia il possesso dei requisiti di
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a visita di accreditamento da parte dell’ANVUR è programmata dal 23 al 27 novembre 2020. Essa prevede, nella prima giornata, una serie di incontri con i principali organismi di governo dell’Ateneo (Rettore, Senato, Consiglio di amministrazione) e con le strutture centrali del sistema di assicurazione della qualità (Presidio e Nucleo e di valutazione). Nei giorni successivi la Commissione di esperti valutatori (CEV) si dividerà in sottogruppi che valuteranno – incontrando docenti, studenti e servizi amministrativi – 9 corsi di studio (scelti a campione fra tutti i Cds), e 2 Facoltà (fra le 12 dell’Ateneo) per quanto riguarda le attività di ricerca e terza missione. A seguito degli incontri, la CEV presenterà al Rettore un primo sintetico parere sull’accreditamento dell’Ateneo; nei mesi successivi, il giudizio preliminare diventerà una relazione dettagliata che, integrando i diversi giudizi, attribuirà una valutazione finale sulla base di una scala definita dall’Anvur a livello nazionale. Per approfondimenti: https://www.anvur.it/ attivita/ava/accreditamento-periodico/descrizione-procedure-visite-di-accreditamento-e-calendario-visite.
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Due università cattoliche che condividono finalità profonde nella ricerca e nella formazione
Cattolica, “gemellaggio” con Varsavia di Agostino Picicco
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nche l’Università Cattolica ha partecipato alla celebrazione dei vent’anni di fondazione dell’Ateneo intitolato al cardinal Stefan Wyszynski di Varsavia, nato nel 1999 dalla trasformazione dell’Accademia teologica di Varsavia. Ed esattamente ottant’anni prima a Milano l’Università Cattolica compiva i suoi primi passi, considerato che proprio nel 1919 fu costituito l’Istituto di Studi superiori Giuseppe Toniolo, ente promotore e fondatore dell’ateneo cattolico. In virtù di questa coincidenza e, soprattutto, dello stretto rapporto costruito negli anni tra i due atenei, l’Università Cattolica ha preso parte alla cerimonia che il 14 ottobre scorso si è tenuta a Varsavia per celebrare l’importante compleanno dell’Università cardinal Stefan Wyszynski. A rappresentare l’Ateneo e il rettore Franco Anelli ai festeggiamenti è stato Pietro Cafaro, direttore del Dipartimento di Storia moderna e contemporanea e docente di Storia economica.
L’Ateneo ha partecipato ai festeggiamenti per i vent’anni dell’Università intitolata al cardinal Stefan Wyszynski. Un rapporto stretto rafforzato negli anni All’evento erano presenti insieme al presidente della Repubblica di Polonia Andrzej Duda, altri rappresentanti del governo polacco, tra i quali il ministro della Sanità Łukasz Szumowski, il corpo diplomatico guidato dal nunzio apostolico arcivescovo Salvatore Pennacchio, i rappresentanti della Conferenza episcopale polacca con il Gran Cancelliere dell’Università, cardinal Kazimierz Nycz, gli esponenti delle autorità locali, delle università e delle istituzioni di scienza e cultura di Varsavia. È stato il professor Cafaro, durante il suo intervento, a mettere in relazione le figure di riferimento dei due Atenei: il cardinal Stefan Wyszynski, che tra breve sarà proclamato beato, tra le maggiori figure del cattolicesimo polacco, e il beato Giuseppe Toniolo figura eminente del cattolicesimo italiano e ispiratore dell’idea di Università Cattolica. Il professor Cafaro ha inoltre evidenziato la condivisione tra le due università cattoliche delle
finalità profonde sia nell’ambito della ricerca, sia in quello della formazione. Circa cento anni fa, la stessa logica dava ragione dell’intitolazione al Sacro Cuore di Gesù «fonte di ogni sapienza, una sapienza non limitata a una pur indispensabile razionalità scientifica, ma aperta alla concreta e complessa essenza di ogni persona, in una logica atta a favorire la relazione, il servizio agli altri, nella tensione verso un progetto d’amore».
Ventennale della legge 17/1999
Università, disabilità, inclusione a cura della redazione
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l Presidente della Repubblica Sergio Mattarellaa ha desiderato celebrare il ventennale della Legge n. 17 del 28 gennaio 1999 che, integrando e modificando la Legge n. 104 del 1992, per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità, ha stabilito una serie di misure a supporto della frequenza degli studenti con difficoltà ai corsi universitari. Il Presidente Mattarella ha presenziato, infatti, lo scorso 6 dicembre a Roma al convegno Università, Disabilità, Inclusione. Vent’anni dalla Legge 17/1999: tra passato e futuro. Con questa legge ogni ateneo è tenuto a erogare servizi specifici, tra i quali l’utilizzo di sussidi tecnici e didattici, l’istituzione
di appositi servizi di tutorato specializzato (che in Università Cattolica ha assunto la denominazione di Servizi per l’integrazione degli studenti con disabilità e DSA) nonché il trattamento individualizzato per il supe-
ramento degli esami. Di fatto, con questa norma si è inteso garantire il diritto allo studio mediante l’accesso ai livelli più elevati di istruzione. La Legge ha inoltre previsto l’istituzione del ruolo del docente Delegato dal Rettore con funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di tutte le iniziative concernenti l’integrazione degli studenti con disabilità nell’ambito degli Atenei: tale ruolo è svolto in Cattolica da Luigi d’Alonzo, docente di Pedagogia speciale. L’Università Cattolica, grazie all’impegno del Rettore, del Delegato, dei docenti, dei dirigenti e del personale tecnico amministrativo, è da sempre particolarmente sensibile e attenta alla tematica e i circa 1600 studenti con disabilità e DSA iscritti nelle varie sedi ne sono la dimostrazione. Università Cattolica del Sacro Cuore
Quali tasse per il futuro?
OSSERVATORIO MONETARIO
e lavoro, Ridisegnare il sistema fiscale, Banca la rivoluzione è partita una storia infinita T Da quarant’anni l’architettura del fisco non viene toccata. Le proposte di riforma in tre sessioni di studio e una tavola rotonda con esponenti del mondo politico, sindacale, imprenditoriale
di Katia Biondi
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n sistema tributario che penalizza i redditi da lavoro dipendente e un alto tasso di evasione fiscale. Sono le due maggiori criticità che secondo il docente di Political and Public Economics, esponente dell’European Fiscal Board Massimo Bordignon (nella foto), caratterizzano il fisco del nostro Paese, che da quasi quarant’anni non viene rivisto nella sua complessità e nella sua generalità. Il professor Bordignon ha introdotto i lavori del convegno che si è tenuto, a Milano, lunedì 2 dicembre all’Università Cattolica intitolato Redesigning the Italian Tax System. Il sistema fiscale italiano: verso una nuova architetturaa e promosso dall’Associazione per lo Sviluppo degli Studi di Banca e Borsa e dal Laboratorio di Analisi Monetaria (Lam). «Negli ultimi anni sono stati fatti tanti interventi marginali e spesso solo per accontentare qualche clientela, qualche gruppo di elettori con il risultato che il sistema ha perso sostanzialmente razionalità», ha continuato il professor Bordignon. «A fronte degli accadimenti che si sono succeduti in questi ultimi decenni, ci è sembrato doveroso affrontare il tema cercando di convocare esperti non solo italiani ma anche stranieri provenienti da università europee per dibattere i principali aspetti riguardanti la possibile revisione del sistema fiscale italiano», ha osservato Marco Lossani, direttore del Lam. Il convegno si è articolato in tre sessioni: fiscalità d’impresa, fiscal competition e web tax; riforma della tassazione delle persone fisiche; evasione ed elusione fiscale: come contrastarle. I lavori si sono chiusi con la tavola rotonda Quale fisco per il futuro? dove si sono confrontati esponenti del mondo
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politico, imprenditoriale, sindacale. Tra loro Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef ) che nel suo intervento ha messo in evidenza la necessità di fare una riforma fiscale «per ridare ordine a un sistema che ha perso ogni caratteristica per quanto riguarda l’equità: abbiamo redditi diversi tassati in modo assolutamente diverso e senza alcuna logica». Al convegno, tra gli altri, hanno partecipato Tommaso Di Tanno, Fondazione Bruno Visentini, Nicola Rossi, Università di Roma Tor Vergata, Michael Devereux, Oxford University, Russo Raffaele, Centre for Tax Policy and Administration, OECD, Domenico Siniscalco, Morgan Stanley, Vincenzo Visco, Nens, Guerino Ardizzi, Banca d’Italia, Vincenzo Atella, Sose, Università di Roma Tor Vergata, Andrea Manzitti, Università Bocconi, Ernesto Ruffini, Studio VEF& Associati, Fabrizia La Pecorella, Mef, Rony Hamaui, Università Cattolica.
ra il 2008 e il 2018 il sistema bancario europeo è “dimagrito” di circa un quarto; le filiali si sono ridotte del 27% (65mila in meno). L’Italia non ha fatto eccezione: in un decennio il numero di sportelli bancari è diminuito di circa il 20%. È quanto emerge dal nuovo numero dell’Osservatorio monetario (3/2019), il rapporto quadrimestrale, a cura del Laboratorio di Analisi Monetaria, presentato lo scorso 12 novembre in Cattolica, nell’ambito dell’incontro dedicato al tema Lavorare in banca. Un mondo in evoluzione. Dopo i saluti di Rony Hamaui, segretario generale dell’Associazione per lo Sviluppo degli Studi Banca e Borsa (Assbb), si sono alternate le relazioni di alcuni autori dell’Osservatorio monetario: Lorenzo Cappellari, Michele Faioli, Claudio Lucifora, tutti docenti all’Università Cattolica. A conclusione del convegno – introdotto e coordinato dal professore Angelo Baglioni, direttore Osservatorio Monetario – si è svolta una tavola rotonda che ha coinvolto Salvatore Poloni, Associazione Bancaria Italiana (Abi), e Lando Sileoni, Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi). Tale “cura dimagrante” nel comparto bancario non poteva non avere effetti sull’occupazione, per quel che riguarda il sistema finanziario nel suo complesso (che comprende banche, assicurazioni e attività ausiliarie) il numero di addetti si è ridotto del 5.2% in Europa e del 6.7% in Italia. E il fenomeno va ricondotto, per quanto riguarda gli ultimi anni, ai mutamenti tecnologici che rendono obsoleta la rete di filiali tradizionali. L’accesso ai servizi finanziari avviene sempre più tramite i canali digitali, rendendo meno necessaria la rete di sportelli. Muta anche la tipologia del lavoratore «Ci saranno sempre meno bancari tradizionali come gli operatori allo sportello mentre aumenteranno i consulenti, i promotori finanziari e persone specializzate nelle nuove tecnologie» – ha spiegato il professor Baglioni osservando inoltre come «anche i contratti diventeranno sempre più flessibili con meno lavoratori dipendenti e più autonomi e liberi professionisti».
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ELOGIO DEL DIRITTO
Il Pulitzer Wright: «God save the news» Il giornalista americano della rivista New Yorker, premiato col prestigioso premio nel 2007 per il libro Le altissime torri, ha inaugurato le lezioni del master biennale in Giornalismo dell’Università Cattolica
di Pasquale Ancona
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iacca marrone, capello corvino, e un piacevole accento texano. Si presenta così Lawrence Wright, premio Pulitzer 2007, all’inaugurazione dell’anno accademico del master in Giornalismo dell’Università Cattolica. E fin da subito, quasi a voler provocare la determinazione dei 30 nuovi iscritti e aspiranti giornalisti, afferma: «Questo è il periodo peggiore per essere giornalisti: dovrete condurre una battaglia per la verità». Una lectio interessante, tenuta da una delle firme di punta del settimanale americano New Yorker, il cui titolo pone quella che potrebbe essere allo stesso tempo una domanda e un’invocazione: God save the news. Questa sorta di preghiera laica rappresenta un esplicito riferimento all’ultimo libro pubblicato dall’autore, God save the Texas. In un’epoca in cui fare informazione spesso non coincide più col raccontare la verità propriamente detta, l’esperienza di Wright
diviene quasi un mantra necessario per capire da dove è necessario ripartire. Il suo racconto, il suo metodo, restituiscono agli ascoltatori lo spessore di una professione che sempre più necessita di essere rinvigorita, per fare i conti con il mare grosso della comunicazione digitale. Wright, che dopo l’attentato alle Torri Gemelle del 2001 ha deciso di spostarsi a vivere in Medio Oriente per toccare con mano il mostro di cui nulla si sapeva ma tutto si ipotizzava, col suo lavoro ha cercato di approfondire più da vicino le ragioni che si celano dietro a un evento storicamente cruciale per la storia del mondo come l’11 settembre, definendo così un vero e proprio metodo di lavoro. Intervistato da Paola Peduzzi, ex allieva del master della Cattolica e oggi responsabile per le pagine estere del Foglio, Wright ha parlato dei suoi Donkeys, le sue fonti, cercando di spiegarne l’essenzialità: «Parlate con tutti – afferma – ascoltate tutti, perché tutti hanno una storia da raccontare».
La legge che incarna la giustizia ike, la Giustizia, figlia degli dei, dovrà coincidere con Nomos, la legge che regola i casi umani? Su questo eterno interrogativo e sul rapporto tra giustizia e legge il 4 dicembre si sono confrontati Massimo Cacciari e Natalino Irti, intervenuti a commentare il saggio Elogio del diritto del classicista tedesco Werner Jaeger (ora ripubblicato per i tipi de La nave di Teseo) il quale ricostruisce la nascita dell’idea di diritto nell’antica Grecia. I due studiosi hanno portato il loro vissuto esperienziale e accademico nell’impostare un dibattito dai caratteri filosofici e giuridici. Massimo Cacciari, infatti, insieme all’esperienza di filosofo e di docente universitario, è stato uomo politico e sindaco di Venezia. Natalino Irti, all’esperienza accademica di professore di diritto civile e socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, ha unito l’attività pratica svolta nelle vesti di avvocato, di presidente del Credito Italiano e di altri incarichi ricoperti in imprese di stato. Nell’introdurre il dibattito, il rettore Franco Anelli ha richiamato l’attenzione sul diritto come tecnica guidata dalla logica, che con i principi di fede e di ragione dà un senso alle regole. I valori culturali, in pratica, offrono chances ai fenomeni giuridici, consentendo di recuperare il ruolo dell’individuo. A queste considerazioni ha fatto eco l’intervento del professor Michele Lenoci, secondo il quale la legge rappresenta una trascendenza che rischia di avere difficoltà a fare i conti con la quotidianità, presentando la convivenza civile «tra contesa nella giustizia o giustizia nella contesa». Nel suo intervento Cacciari ha ripreso il concetto della politica come arte e della giustizia che se non si incarna in una norma è come un fantasma, non produce effetto o soluzioni. Da parte sua, Natalino Irti ha passato in rassegna i temi del diritto: «La giustizia deve trovare il modo di tradursi nella concretezza di misure effettive. La legge non può reggersi esclusivamente su un’imperatività priva di passioni». Di qui l’importanza di un rapporto sinergico tra giustizia e legge, principi e norme chiare e di pratica attuazione per non perdere di vista la contingenza della quotidianità e delle soluzioni alle questioni ordinarie del vivere comune.
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Cardinale Turkson: «Presto un documento sulla gestione delle finanze nella Chiesa»
Etica e finanza, un percorso in otto tappe di Katia Biondi
La presentazione del documento Oeconomicae et pecuniariae quaestiones ha inaugurato un itinerario di confronto con i vertici delle principali banche milanesi
Turkson infine si è soffermato su alcuni aspetti dell’Oeconomicae et pecuniariae quaestiones: «la crisi economica ha dimostrato che i mercati liberi non riescono a gestirsi da soli. Un decennio dopo la crisi, la finanziarizzazione rappresenta ancora un ostacolo al progresso dello sviluppo integrale dell’uomo e le prassi finanziarie sono diventate più opache». Al convegno sono intervenuti l’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo monsignor Claudio Giuliodorii e l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini che ha sottolineato come «i seminari che seguiranno questo incontro sono intesi a promuovere la libertà delle persone; si tratta di un’iniziativa che vuole formare uomini e donne competenti e autorizzati a pensare».
Carlo Castronovo, un maestro delle parole del diritto celebrare il 15 novembre il professor Carlo Castronovo, c’erano gli allievi e tanti colleghi giunti anche dall’estero. È stato il rettore Franco Anelli, anche in veste di giurista, a ribadire nel convegno La scienza del diritto civile e la sua dimensione internazionale la solennità e l’importanza dell’evento: «Carlo Castronovo ha dato continuità a una scuola e ha raccolto un metodo tenendolo vivo. Ha fatto emergere la nobiltà delle scienze giuridiche come fenomeno di cultura e di pensiero, e di scelta di metodo». Il preside della facoltà di Giurisprudenza Stefano Solimano si è associato ai festeggiamenti per «un riconosciuto maestro del diritto che ha professato per quarant’anni e si è formato qui in Cattolica, è stato ospite del collegio Augustinianum, e ha introdotto generazioni di studenti nel santuario del diritto». L’omaggio dell’accademia e del mondo scientifico e la gratitudine per la linfa che ha dato al dibattito giuridico sono stati espressi dal professor Antonio Albanese, direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche, e dal professor Andrea Nicolussi, a nome degli allievi. Nell’intervento conclusivo il festeggiato ha proposto una profonda riflessione sul tema Divagazioni su parola e diritto, arricchita da un cordiale ringraziamento agli allievi e agli intervenuti, con un ricordo particolare per i suoi maestri Luigi Mengoni e Guido Calabresi, e per maestri come don Italo Mancini, Giorgio Berti e Francesco Realmonte, amici che hanno rappresentato “la compagnia di una vita”.
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iamo orgogliosi di aver interpretato questo documento non come un testo compiuto ma come uno stimolo» ha detto il rettore Franco Anelli – a proposito del documento della Congregazione per la Dottrina della Fede e del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale Oeconomicae et pecuniariae quaestiones – introducendo i lavori di un convegno internazionale che ha visto seduti allo stesso tavolo: il cardinal Peter Kodwo Appiah Turkson (nella foto con il Rettore), prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, che si è occupato della redazione del documento, Nien-Hê Hsieh, docente di Etica alla Harvard Business School, e J. Christopher Giancarlo, presidente emerito della US Commodity Futures Trading Commission. «L’economia ha bisogno di etica per poter funzionare in maniera adeguata ed è necessaria una concezione del denaro che non domini ma serva la persona umana» ha rilevato il cardinale Tukson, annunciando inoltre un prossimo documento che raccoglierà i criteri per la gestione dei beni economici della Chiesa.
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Lezione di Cahuc in ricordo di Dell’Aringa na lezione per ricordare Carlo Dell’Aringa. Il salario minimo in Europa è stato il tema al centro della Lectio cathedrae magistraliss di Pierre Cahucc (nella foto o), docente di Economia a Sciences Po di Parigi. Cahuc ha presieduto il Conseil d’Analyse Economique, una commissione che in Francia si è occupata di salari minimi e ha pubblicato best seller di successo tradotti in molte lingue. Lo scorso 18 novembre, nella gremita aula Pio XI dell’Ateneo di Largo Gemelli, dopo i saluti del rettore Franco Anelli e l’introduzione di Claudio Lucifora, docente di Economia politica, Cahuc ha pronunciato la sua relazione intitolata Minimum Wages in Europe. Il professor Cahuc ha indicato, alla luce dell’esperienza francese dove il salario minimo legale è presente da diversi decenni, quali sono le cautele da adottare per gestire uno strumento così importante e delicato per il benessere dei lavoratori, le disuguaglianze e l’occupazione. La lectio magistraliss è stata intitolata alla memoria di Carlo Dell’Aringa l’economista e professore emerito dell’Università Cattolica scomparso un anno fa. Fondatore, e direttore per molti anni, del Centro di Ricerche Economiche per i problemi del Lavoro e dell’Industria (Creli), Dell’Aringa è stato anche tra i fondatori dell’Associazione Italiana degli Economisti del Lavoro, membro della Commissione Carniti promossa dal Ministero del Lavoro sulle “Differenze retributive nell’impiego pubblico e privato” e con Marco Biagi ha lavorato alla stesura del “Libro bianco sul mercato del lavoro in Italia” che ha dettato le linee guida per la riforma dei contratti di lavoro poi recepiti nella legge n. 30 del 2003.
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Le iniziative metropolitane per accorciare le distanze e ricreare tessuto sociale
Bene comune, Milano si rigenera di Paolo Ferrari
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ed esterne suggerita dall’assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune di Milano Gabriele Rabaiotti: alleanze interne alle istituzioni «una organizzazione molto verticale e chiusa di azione pubblica difficilmente riesce a parlare alla città» e alleanze esterne «trovare percorsi con cui per il bene comune si creano alleanze istituzionali ma anche minute, in grana fine, altrimenti la città si spacca». Solo così, come ha detto l’assessore regionale alle politiche sociali, abitative e disabilità della Regione Lombardia Stefano Bolognini «Milano è una comunità, una rete in cui tanti hanno e tanti restituiscono». Quello che conta è che il bene comune non è un tema astratto, come ha spiegato la professoressa Marisa Musaio, docente di Pedagogia all’Università Cattolica e coordinatrice dell’evento. Lo ha dimostrato l’architetto Stefano Boeri ((nella foto), richiamando la grande lezione di papa Montini che a fine anni ’50 valorizzò le periferie con la costruzione di nuove chiese, parrocchie, spazi aggregativi. Secondo Boeri tre sono le possibilità per riprendere quell’immaginazione creativa oggi: le scuole aperte a tutte le ore del giorno, facendone veri luoghi d’incontro; il gioco, per valorizzare le pratiche del tempo libero, soprattutto per i gio-
Giornate di studio Rosa del Conte, convegno italo-romeno in Cattolica n occasione delle giornate di studio Rosa Del Conte promosse dall’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori sul tema Tradizioni e Istituzioni religiose nello spazio culturale italo-romeno tra Medioevo e prima età moderna nello scorso mese di ottobre, sono intervenute alte personalità istituzionali: George Gabriel Bologan, ambasciatore îrtan, di Romania nella Repubblica Italiana, Liviu-Petru Zap ambasciatore di Romania presso la Santa Sede e il Sovrano Ordine di Malta, Ioan Aurel Pop, rettore dell’Università Babes-Bolyai di Cluj-Napoca e presidente dell’Accademia romena. Le facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere e di Lettere e filosofia dell’Università Cattolica di Milano, in collaborazione con l’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, hanno promosso il convegno dove si sono indagati, in una prospettiva comparata e transnazionale, i legami e i parallelismi tra la storia religiosa e culturale italiana e quella romena, in memoria della pioniera e decana degli studi di romenistica in Italia, Rosa Del Conte, che insegnò in Cattolica nei primi anni Cinquanta del Novecento. La pubblicazione degli Atti è in programma per l’a. a. 2020/21.
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vani; la forestazione, perché prendersi cura dell’ambiente è un bene comune. Molte altre iniziative di rigenerazione umana e sociale illustrate durante il convegno – come il progetto La citta intorno, promosso dalla Fondazione Cariplo, e quello del “ristorante Ruben” a cura della Fondazione Ernesto Pellegrini – dimostrano che “bene comune”, oltre che una categoria politica che richiede programmazione, è molto più di una parola. È la strada per costruire a Milano, così come ovunque, “valore sociale e prossimità educativa”.
PREMIO DI PADRE IN FIGLIO
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n grande progetto corale declinato a diversi livelli per costruire concretamente Il bene comune a Milano. Come ha sottolineato nell’introduzione il prorettore Antonella Sciarrone Alibrandi, è questo il senso del convegno che ha raccolto nell’Ateneo di largo Gemelli vari soggetti coinvolti nell’impegno sotteso all’iniziativa promossa dalle facoltà di Scienze della formazione, di Economia e di Scienze politiche e sociali e dal dipartimento di Pedagogia. Il carattere interdisciplinare del tema ha trovato una prima declinazione nella capacità di costruire alleanze. La promessa di alleanza di Dio all’uomo, come ha detto l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpinii nel suo saluto «Non siamo soli ad affrontare le sfide», ma anche la costruzione di alleanze interne
L’Ateneo, la Diocesi e le istituzioni territoriali protagonisti di un incontro che ha messo al centro i temi del valore sociale e della prossimità educativa
Il passaggio generazionale nelle family business italiane azienda Antonio Carraro s.p.a., nata nel 1919 in provincia di Padova e leader dei trattori per agricoltura specializzata, è la vincitrice della nona edizione del premio Di padre in figlio. Durante la cerimonia di premiazione dello scorso 29 novembre, Claudio Devecchi direttore scientifico di CERIF, Centro di Ricerca sulle imprese di Famiglia ha presentato una ricerca sulle varie modalità del passaggio generazionale delle aziende. In particolare l’indagine ha dato atto del raddoppio del passaggio generazionale “in rosa”, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale. In generale i risultati dimostrano come le imprese familiari europee sono ottimiste circa il loro futuro anche in periodi di incertezze economiche e geopolitiche. Conservano, infatti, un equilibrio dinamico tra tradizione da un lato e conservazione dei valori e innovazione dall’altro, con un potenziamento dei processi di internazionalizzazione grazie alle maggiori conoscenze anche linguistiche degli eredi.
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Diagnosi e cura per migranti con disturbi post traumatici
Nasce Prisma, l’ambulatorio per la salute dei migranti Inaugurato al Gemelli un ambulatorio per migranti e rifugiati che prevede anche la formazione del personale medico sui temi della salute e delle competenze interculturali
di Federica Mancinelli
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n ambulatorio dedicato ai migranti e, più in particolare, ai richiedenti asilo e ai detentori di protezione internazionale, che fornisca servizi dedicati alla diagnosi, cura e alla riabilitazione, con un focus anche sulla prevenzione oncologica: è questo il progetto PRiSMA - Prevenzione e Salute per i MigrAnti, presentato il 4 ottobre nella Hall del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, promosso dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, in collaborazione con l’Università Cattolica e la Comunità di Sant’Egidio e co-finanziato da Ministero dell’Interno e Unione Europea. Il progetto prevede inoltre la formazione del personale medico e sanitario sui temi delle migrazioni, della salute dei migranti e delle competenze interculturali e la realizzazione di una ricerca, attraverso le “storie di salute” dei migranti, allo scopo di verificare e personalizzare l’attività medica e definire linee guida. I destinatari del nuovo ambulatorio sono donne, uomini e bambini migranti, soprattutto quelli più vulnerabili con disturbi post traumatici e psichiatrici, presenti sul territorio del Lazio. Alla presentazione, moderata da Stefano
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Ziantoni, vice direttore di Rai Vaticano, sono intervenuti Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica, Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, padre Fabio Baggio, sottosegretario della sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede, Daniela Parisii (Ministero dell’Interno), Daniela Pompei, responsabile della Comunità di Sant’Egidio per i Servizi Immigrazione e integrazione, Sergio Alfieri, docente di Chirurgia generale in Cattolica e responsabile del progetto, Rita Bichi, docente di Sociologia Generale all’Università Cattolica e coordinatrice del progetto di ricerca, e monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale della Cattolica. «Si vuole rispondere – ha detto il rettore Anelli – all’esigenza di facilitare la fruizione delle cure sanitarie da parte dei migranti anche attraverso attività complementari. Oltre ad avvalersi infatti di un’equipe di medici specialisti, l’ambulatorio si avvale dei servizi di mediazione linguistico-culturale assicurati dalla Comunità di Sant’Egidio e di un percorso di formazione specifico sui temi delle migrazioni, della salute dei migranti e delle competenze interculturali, che l’Università Cattolica offre ai medici e al personale infermieristico coinvolto».
FORMAZIONE
La cura è una relazione na nuova proposta per continuare a camminare insieme» così ha detto monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, nel saluto introduttivo dell’incontro La relazione di cura tra domanda di salute e desiderio di salvezza. Riflessione educativa e narrazione per il medico in formazione specialistica, presentando il nuovo itinerario di formazione degli Specializzandi della facoltà di Medicina e chirurgia, promosso dal Centro Pastorale dell’Ateneo, che si è tenuto il 26 novembre al Policlinico Agostino Gemelli IRCCS. Il percorso è iniziato due anni fa con la sperimentazione di diverse forme di incontro e lavoro attraverso strumenti di narrazione e proiezione poetica. Nel 2018 gli Specializzandi della Facoltà hanno incontrato lo scrittore Pablo d’Ors e approfondito la storia della dottoressa Africa Sendino. Nello scorso anno hanno analizzato il testo Oscar e la dama Rosa di Éric-Emmanuel Schmitt, scrittore e drammaturgo, che affronta nella forma del romanzo breve il percorso relazionale di un giovane paziente oncologico. Dopo aver letto il testo, si sono confrontati all’interno delle Scuole anche in vista della condivisione, avvenuta nel mese di maggio, arricchita dalla testimonianza di Corrado Augias, Paolo Graldi e Rosanna Lambertucci. Nell’anno accademico 2019/2020 la riflessione proseguirà su alcuni temi sollevati dalla lettura del testo con un lavoro più sistematico e scientifico, in collaborazione con un gruppo di lavoro costituito insieme con la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica. Si è pensato di offrire agli Specializzandi un agile strumento, “un diario di bordo”, che, tramite una modalità di scrittura formativa, aiuti ad acquisire consapevolezza dei vissuti legati alla comunicazione del medico con il paziente, con gli altri medici, con i familiari del paziente, con il personale sanitario non medico e con i volontari.
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Studenti e manager a confronto
OPERATING ROOM MANAGEMENT
Business game, un gioco da grandi Più di 40 studenti della facoltà di Economia, selezionati da Deloitte, in gara per uno stage in azienda
di Federica Mancinelli
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rano 43 quest’anno gli studenti del corso in Sistemi di pianificazione, programmazione e controllo del corso di laurea magistrale in Management dei Servizi della facoltà di Economia, selezionati da Deloitte & Touche SpA, che hanno partecipato al business game di Management consulting che si è svolto in novembre nel campus di Roma. Il meeting, giunto alla terza edizione, è finalizzato allo sviluppo di un percorso di recruitingg grazie alla collaborazione con Deloitte & Touche SpA, società leader mondiale nei servizi professionali di revisione e consulenza contabile. Dopo il saluto di Manuela Macinati, coordinatore inter-sede della facoltà di Economia, e la presentazione dei percorsi di carriera della divisione Audit & Assurance di Deloitte SpA si è aperto il business game con gli studenti
divisi in gruppi di lavoro, ciascuno dei quali ha ricevuto un bilancio d’esercizio senza l’indicazione dell’impresa e il relativo settore di appartenenza. Ai diversi gruppi è stato quindi chiesto di analizzare le informazioni e i documenti contabili per identificare il settore di operatività e poi rispondere ad una serie di domande sullo stato di salute dell’impresa per proporre un giudizio conclusivo attendibile sulla liquidità, solvibilità e redditività dell’azienda oggetto del caso di studio. I gruppi di lavoro hanno infine discusso i risultati con i manager di Deloitte.
Giornata Mondiale del Diabete, studenti per la prevenzione nche gli studenti della facoltà di Medicina e chirurgia in prima linea per la prevenzione in occasione della Giornata mondiale del Diabete, dello scorso 14 novembre presso il Policlinico Gemelli IRCCS nell’Open Day dedicato alla prevenzione della diffusa patologia metabolica. I medici specialisti hanno effettuato screening senza prenotazione per la misurazione della glicemia capillare e per la valutazione del rischio e fornito informazioni utili alla prevenzione
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e all’educazione di un corretto stile di vita, nonché indicazioni sul Percorso Diagnostico-Terapeutico Assistenziale per le persone con diabete
attivo presso il Gemelli. Il supporto della famiglia nella cura gioca un ruolo sostanziale per il raggiungimento del successo terapeutico.
Disegnando la sala operatoria del futuro esign the operating room of the future è il tema del percorso dei gruppi di lavoro in cui sono stati coinvolti nelle scorse settimane gli studenti del corso Quality and operations management nell’ambito del Corso di laurea magistrale in Management dei servizi (profilo Healthcare Management) della facoltà di Economia presso il campus di Roma dell’Università Cattolica, in collaborazione con i partecipanti al master in Operating Room Management. La presentazione dei nove lavori di gruppo, coordinata da Stefano Villa, docente di Economia Aziendale e coordinatore del corso di laurea triennale in Economia e gestione dei servizi, si è svolta il 12 dicembre alla presenza di membri della Workflow Technology Solutions (WTS), società di consulenza per soluzioni e servizi al fine dell’ottimizzazione dei processi logistico-operativi delle strutture sanitarie, che ha offerto agli studenti del miglior gruppo un’opportunità di stage presso l’azienda che già annovera tra i dipendenti giovani laureati della Facoltà di Economia nel campus di Roma. Al termine delle presentazioni, alla presenza dell’amministratore delegato della WTS Riccardo Di Lorenzo, sono stati premiati ex aequo i due progetti Operating Room scheduling and Separated pathway for emergency cases presso l’ospedale di Lugano e Centralization of Operating Room block: costs and benefits presso l’Azienda Sanitaria Locale dell’Alto Adige. Il tutor aziendale del gruppo vincente, partecipante al master in Operating Room Management, ha ricevuto in premio la partecipazione gratuita ad un modulo del master in Operations Management nelle aziende sanitarie promosso dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (ALTEMS) della facoltà di Economia dell’Università Cattolica.
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I dati Cirmib 2018-19
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più forte Cittadinanze e generazioni, Ladellamemoria rabbia focus immigrazione I Presentato il nuovo MigraREport 2019, una fotografia sulle migrazioni, che monitora la situazione sul territorio bresciano
di Antonella Olivari
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l quadro statistico vede un’inversione di tendenza: con 157.463 residenti stranieri (pari ad una incidenza del 12,4%), per la prima volta dopo 6 anni la provincia di Brescia assiste ad un incremento, seppur modesto, di popolazione non autoctona. È solo uno dei numerosi dati analizzati dal Centro di iniziative e ricerche sulle Migrazioni (Cirmib), diretto dalla professoressa Maddalena Colombo (nella foto), e ora pubblicati su Migrareport. Fra i motivi emergono la maggiore stabilità occupazionale, le molteplici azioni pro-immigrati, svolte negli anni, e la capacità del territorio di farsi carico di bisogni, tutto questo ha permesso alla popolazione immigrata di radicarsi maggiormente e di superare i momenti più difficili. A Brescia l’incidenza degli stranieri sulla popolazione complessiva (rimasta invariata dallo scorso anno) supera quella lombarda (11,7%) e italiana (8,7%) e in Lombardia la provincia di Brescia è scivolata di una posizione: da seconda è diventata terza, dopo Milano (14,5%) e Mantova (12,9%). Le cittadinanze più rappresentate nel bresciano sono Romania (con il 16,2% del totale), Albania (11,6%) e India (8,8%), seguite da: Marocco, Pakistan e Ucraina. Rispetto all’andamento nazionale, Brescia continua a caratterizzarsi per la forte presenza di cittadini di India e Pakistan. Rispetto al genere, la componente femminile rappresenta il 51% del totale degli stranieri residenti (valore stabile); disequilibri di genere sono sempre presenti all’interno di alcune nazionalità, come Ucraina e Moldova (per due terzi Università Cattolica del Sacro Cuore
donne) e Senegal ed Egitto (per due terzi uomini). Anche il Pakistan continua ad avere una maggioranza di uomini residenti a Brescia (42%). Le altre nazionalità invece registrano un equilibrio tra i generi. Nel 2018 i permessi di soggiorno rilasciati si sono mantenuti pressoché stabili (+0,1%). Restano ai primi posti i motivi famigliari (58% del totale) ed i motivi di lavoro (38%), mentre i permessi per motivi umanitari (asilo e protezione umanitaria) sono solo il 2% del totale Le effettive acquisizioni di cittadinanza nel 2018 hanno avuto un incremento del 32% rispetto al 2017. I dati della Camera di Commercio, ISTAT e Banca d’Italia continuano a registrare un miglioramento della situazione complessiva: gli occupati della provincia di Brescia a fine 2018 erano circa 7.000 in più rispetto al 2017.
n Cattolica la parola a Manlio Milani e Carlo Arnoldi, testimoni d’eccezione degli attentati terroristici. Il messaggio: la memoria deve prevalere sulla rabbia. A 50 anni dall’attentato terroristico avvenuto nella sede della Banca Nazionale dell’agricoltura di Milano, e a 45 dalla strage di Piazza della Loggia a Brescia, la facoltà di Psicologia ha organizzato un incontro con il Presidente dell’Associazione Familiari di Piazza Fontana a Milano e on quello della Casa della Memoria di Brescia, che hanno ripercorso alcuni episodi della triste stagione, nota come Anni di Piombo, di fronte agli studenti riuniti nell’Aula Magna dell’Ateneo. La sfida attuale è quella di raccontare, a chi in quegli anni non era nato, i fatti terribili che coinvolsero cittadini innocenti in una stagione complessa e inquieta della Repubblica italiana, e usare la memoria come punto di partenza per un processo costruttivo. Esperienze che oggi, dopo un percorso lungo mezzo secolo, i testimoni di quegli eventi sono stati capaci di rendere generative, per ribadire con fermezza la necessità di una convivenza sociale e democratica che sia da monito per le generazioni future. Ma come si fa a fare in modo che la rabbia non prevalga, reagendo agli atti terroristici con una risposta che sia democratica? Introdotti dalle docenti Livia Cadei e Caterina Gozzoli, lo hanno spiegato Arnoldi e Milani. «Fare memoria, tramandare la verità storica delle stragi è indiscutibilmente un peso. Spesso ragazzi e studenti ci hanno chiesto se avessimo ancora fiducia nella giustizia, ammetto che all’inizio non è stato semplice. La risposta è nel fatto che noi non vogliamo vendetta, noi pretendiamo la verità» confessa Arnoldi. Ma la memoria di un fatto pubblico deve andare oltre il mero e semplice ricordo personale, ed essere perpetuata pubblicamente e nel tempo proprio «perché questa coinvolge l’insieme della società e il nostro modo di stare insieme. In quelle piazze potevano esserci noi, potevano esserci i parenti di chiunque» ha precisato infatti Milani.
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Cinema e scuola
L’educazione visiva come sguardo sulla realtà
Un corso di formazione ha spiegato il valore del cinema d’animazione all’interno del percorso formativo nelle scuole primarie
di Bianca Martinelli
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la consulta provinciale Cinema e Scuola e il DAMS. Esso intende evidenziare il ruolo fondamentale che l’insegnamento del cinema può assumere nella didattica del docente e nella formazione dei giovani spettatori, rilevando i contatti che l’arte cinematografica ha con diverse materie e l’evoluzione che tutto questo ha avuto negli ultimi anni. Il cinema d’animazione è stata una delle proposte didattiche del corso di laurea in Discipline dello spettacolo, che ha visto la partecipazione di Chiara Boffelli, general coordinator di Bergamo Film meeting. Un secondo incontro è stato tenuto da Roberto Pisoni, direttore di Sky Arte, in dialogo con il professore Ruggero Eugeni (nella foto), che ha messo in luce aspetti rilevanti della nostra epoca: a partire dall’ibridazione dei mezzi di comunicazione che creano contenuti destinati a più piattaforme, per poi volgere su come la cultura debba investire su queste contaminazioni. In questo senso, il successo riscosso da SkyArte HD ne è l’esempio. SkyArte vede la luce in un periodo in cui l’arte in tutte le sue forme più classiche è percepita come noiosa, mentre la cultura pop acclamava un altro tipo di prodotto televisivo, leggero e frizzante. L’aper-
Brescia e i bresciani nei libri antichi a scrittura, la stampa ed il collezionismo di preziosi manoscritti realizzati tra Medioevo ed età moderna sono stati protagonisti della giornata di studi Libri e lettori a Brescia tra Medioevo ed Età moderna, promossa dal Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (C.R.E.L.E.B.) della Cattolica, in collaborazione con la Fondazione Ugo da Como. Durante la giornata studenti, docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze Storiche e Filologiche hanno fatto il punto riguardo le ricerche in corso, illustrando i risultati emersi dalle indagini condotte. All’incontro sono intervenuti studiosi di varie realtà accademiche italiane che, nel corso delle loro ricerche, si sono imbattuti in vicende e protagonisti bresciani. Ne è un esempio il contributo di Federica Rossetti, dottore di ricerca in Filologia classica e umanistica all’Università di Napoli Federico II, che analizzando la ricezione dei classici tra XV e XVI secolo, ha trovato un commento alle Satire di Persio del bresciano Giovanni Britannico, maestro di scuola e grammatico. Da qui la volontà di Rossetti di indagare uno dei manuali redatto dal Britannico per gli studenti alle prese con l’apprendimento della lingua latina.
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tura di un canale basato unicamente su contenuti culturali, era una scommessa: analisi di mercato alla mano, tutto era contro la riuscita di un progetto del genere. Per questo motivo, Pisoni ha capito che l’unico modo per poter avere un discreto successo era investire su contenuti che avessero una forte identità.
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estimonianze preziose tra cinema e realtà, da Luca Miniero a Marco Bellocchio passando per Gianfranco Angelucci e Alessio Boni. Per dotare gli insegnanti e le istituzioni scolastiche di strumenti e sensibilità che li rendano in grado di sostenere l’educazione visiva a scuola. E per avviare con gli studenti attività didattiche che, attraverso il cinema, l’audiovisivo e le sue evoluzioni, orientino alla conoscenza diretta di quest’arte e del suo prezioso sguardo sulla realtà. È stato questo l’obiettivo del corso di formazione che si è tenuto in Cattolica per docenti, organizzato dall’Istituto Comprensivo di Castegnato con
Don Cinquetti, nuovo assistente pastorale on Mauro Cinquetti è il nuovo assistente pastorale della sede bresciana dell’Università Cattolica, nominato dalla Presidenza della CEI lo scorso 30 ottobre. Don Mauro subentra a don Roberto Lombardi, che ha ricoperto quest’incarico dal 2011.
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Don Cinquetti è nato a Orzinuovi nel 1978, ha ottenuto la licenza ecclesiastica in filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma, una laurea magistrale e dottorato in Filosofia e antropologia presso l’Università degli Studi di Parma. Diverse le pubblicazioni e gli studi su Paul Ricoeur e Karl Barth. Dal 2013 è docente del corso di Storia della filosofia al Seminario di Brescia ed è stato assistente ecclesiastico gruppo FUCI Brescia e Direttore della Scuola di Teologia per Laici del Seminario diocesano di Brescia. Dal 2017 è Direttore della Biblioteca Diocesana “Luciano Monari” di Brescia.
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#Liberi di scegliere
I diritti dei bambini e degli adolescenti a 30 anni dalla Convenzione ONU
di Cristina Bricchi
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ducare? Significa favorire lo sviluppo delle singole, specifiche ed intrinseche capacità dell’individuo, i talenti, le vocazioni, insomma ciò che in potenza ciascuno nasconde dentro di sé. Per favorire tali inclinazioni, il ruolo della scuola e della famiglia sono fondamentali, ma senza costrizioni, senza eccessivi controlli, favorendo il gioco libero e spontaneo tra coetanei, senza il quale i bambini non crescono. Anche la scuola non deve affidare compiti a casa se non quelli del libero gioco». Lo ha detto il pedagista Francesco Tonucci, artefice del progetto Città dei bambini, intervenendo, lo scorso 7 no-
vembre, al convegno #Liberi di scegliere, organizzato dalla facoltà di Scienze della Formazione, con il patrocinio dalla Fondazione Robert Kennedy Human Rights e il supporto della Donazione Ferracuti. L’incontro ha coinvolto oltre 500 studenti del IV° e V° anno delle scuole secondarie superiori, operatori di settore e circa 100 fra studenti e docenti della Facoltà di Scienze della Formazione. «Ogni anno – ha commentato Pierpaolo Triani, docente di Pedagogia generale – organizziamo un convegno in prospettiva multidisciplinare, una didattica operativa che possa aiutare i docenti nel loro lavoro come la crescita dei ragazzi. Sono stati compiuti significativi
My Mentor, studenti e manager esplorano il mondo del lavoro ancora My Mentor alla Cattolica di Piacenza: sono 76 i ragazzi coinvolti quest’anno nel format di orientamento professionale proposto agli studenti di laurea magistrale del campus piacentino, che sono stati abbinati, nella giornata di avvio dello scorso 29 ottobre, a professionisti e manager provenienti da varie funzioni aziendali. Un progetto in costante crescita, un percorso di avvicinamento al mondo del lavoro attraverso l’affiancamento di un pool di Mentor, che diventa per gli studenti una fondamentale occasione di crescita personale. Nato grazie alle docenti Elena Zuffada e Franca Cantoni nell’ambito del corso di laurea magistrale in Gestione d’azienda – profilo General Management – il percorso di avvicinamento al mondo del lavoro si è ampliato dallo scorso anno ai corsi di laurea magistrale delle facoltà di Economia e Giurisprudenza e Scienze agrarie alimentari e ambientali. «Il contatto con il mentor consente allo studente di conoscere ancora prima della laurea le caratteristiche di una professione e, a differenza del tutor, lo guida nell’apprendimento delle dinamiche, anche comportamentali, della professione e del ruolo che andrà a ricoprire» ha spiegato il direttore della funzione stage e placement Mauro Balordi.
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LAVORO
Il gioco libero per crescere bene
Career Day, il successo continua on perde smalto la formula del Career Day, che a Piacenza, anche per questa edizione quasi ventennale, registra il tutto esaurito di aziende e di partecipanti. Una giornata per far incontrare studenti e laureati con le aziende e i loro manager, per presentare la propria candidatura, ma non solo: «Oltre a consegnare il proprio curriculum e partecipare agli incontri sulle professioni più richieste dalle imprese, qui i ragazzi hanno avuto l’opportunità di sottoporsi, attraverso il Training Point, ad una simulazione di colloquio di lavoro, anche in lingua inglese» spiega Mauro Balordi, direttore del campus piacentino, che ribadisce come – nonostante le novità introdotte ogni anno – «la formula vincente è proprio quella di offrire ai laureati e laureandi l’opportunità di incontrare e conoscere aziende e società a caccia di talenti. La presenza di un centinaio di stand dimostra che il successo continua, anche grazie all’elevato livello di formazione che la Cattolica fornisce ai propri studenti».
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passi in avanti per una corretta cultura della crescita che deve svincolarsi da un iperprotezionismo ed “adultismo”, per aiutare gli adolescenti ad ascoltarsi e ad ascoltare». I miglioramenti sociali ci sono ma la strada da percorrere è ancora lunga, ha fatto presente Triani sottolineando come «il numero dei minori decresce costantemente ed oggi ci avviamo verso una società multiculturale, che è già realtà. In questo senso, i genitori devono comprendere che l’eterogeneità è una ricchezza da coltivare». A 30 anni dalla firma della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, la giornata del convegno è stata un’importante occasione per prendere coscienza del lungo itinerario che ha permesso ai minori di diventare soggetti di diritto e per riflettere sulla condizione attuale dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e nel mondo.
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Nelle sedi
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PRESENZA
Nelle sedi
Piacenza, focus sui megaprogetti
Studenti e ricercatori insieme per studiare sei infrastrutture S MeRIT, il gruppo di studi multidisciplinare sui megaprogetti fondato l’anno scorso da Università Cattolica e Politecnico, esplora con approccio multidisciplinare i Large Engineering Projects
di Sabrina Cliti
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Beni storico-artistici della diocesi piacentina: un patrimonio poco conosciuto
ue giornate di studio – rispettivamente il 14 novembre nel campus piacentino e il 15 al Politecnico – gli studenti della Cattolica hanno aperto sei finestre sul mondo: quasi cento giovani dell’Ateneo piacentino hanno preso in esame i casi di mega-infrastrutture che potrebbero cambiare il volto sociale ed economico dei territori. Grandi opere che tuttavia risultano ferme o insostenibili: per quale motivo? In seguito a quali errori? Gli allievi, affiancati da alcuni ricercatori, hanno provato a dare una risposta a queste domande, soffermandosi in particolare sulla Tav, l’aeroporto di Atlanta, la Città dello sport di Tor Vergata, il centro finanziario di Gujarat, lo smantellamento di Expo e il grattacielo di Burj Khalifa. Il focus è stato reso possibile da MeRIT, il gruppo di studi multidisciplinare sui
megaprogetti fondato l’anno scorso da Università Cattolica e Politecnico. I megaprogetti coinvolgono partner pubblici e privati, modificano radicalmente l’ambiente in cui vengono insediati e hanno un imponente impatto su una molteplicità di persone. «Parliamo – rileva Franca Cantoni (nella foto), docente di Organizzazione aziendale della facoltà di Economia e Giurisprudenza – di alta velocità ferroviaria, linee metropolitane, autostradali. Ma anche di attività legate all’organizzazione di eventi come le Olimpiadi. Sono progetti – chiarisce la Cantoni – che contribuiscono a modellare la società, affrontando le sue esigenze e potenzialmente facilitando le condizioni pubbliche in questioni specifiche. Abbiamo indagato i Large Engineering Projects-LEP, da diversi punti di vista e con il contributo di diverse discipline: ingegneria, economia, organizzazione aziendale, gestione delle risorse umane, giurisprudenza, sociologia con un occhio vigile e attento alla gestione dei temi relativi alla sostenibilità». La prima giornata, più accademica, si è aperta con la lectio magistralis di uno dei massimi esperti mondiali di megaprogetti, Donald Roy Lessard del MIT Sloan School of Management di Boston, cui hanno fatto seguito affondi su tematiche specifiche legate ai LEP. Nella seconda mattinata, dopo la presentazione al pubblico dei risultati di ricerca, i lavori si sono chiusi con una tavola rotonda tra relatori di vari settori: un punto di incontro dei soggetti attivamente coinvolti nei megaprogetti.
otto la supervisione dei professori Barbara Barabaschi e Paolo Rizzi, nonché del responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Piacenza-Bobbio, gli studenti dei corsi di Sociologia economica ed Economia applicata, lo scorso 5 ottobre, hanno presentato l’esito dell’indagine focalizzata sul tema Il patrimonio e le attività culturali della Diocesi di Piacenza-Bobbio. Delle 683 chiese, dei quasi 90 mila fra i beni storici e artistici, 12 mila libri e cinque istituti culturali, i piacentini poco sanno: questo è emerso dai dati illustrati dagli studenti che hanno analizzato le attività che la Diocesi promuove in ambito culturale. Tra i suggerimenti più interessanti sicuramente quello di creare percorsi che mettano insieme promozione del patrimonio e cibo tipico, al fine di consentirne la fruizione al più ampio numero di persone possibile, dentro e fuori dai confini della Diocesi stessa.
Convegno Alumni, la sostenibilità a 360 gradi li aspetti economici, agronomici, quelli legati alla nutrizione umana e alla sostenibilità delle iniziative italiane di cooperazione allo sviluppo sono stati al centro del convegno La facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali: ruolo per una produzione di cibo sostenibile organizzato dall’associazione Ludovico Necchi – Alumni Cattolica, in collaborazione con il dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti (DiANA) e la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi. L’incontro costituisce un momento di formazione permanente, ma soprattutto un appuntamento per coltivare le relazioni culturali e professionali fra ex studenti e tutti coloro che hanno fatto parte della comunità universitaria.
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Presepi in mostra tra i chiostri e la Cappella a tradizione del presepe incontra l’arte. Per il quinto anno consecutivo i Chiostri del Bramante e la Cappella del Sacro Cuore hanno ospitato opere firmate da grandi artisti e dedicate alla Natività. Marcello Aversa, scultore di Sorrento e originale erede della tradizione napoletana, ha proposto sette opere: dall’Annunciazione alla Natività (nella foto), dall’Ultima Cena all’Orto degli ulivi. Nel modellare la terra, Aversa sorprende e affascina grazie alla miriade di personaggi e di situazioni che parlano del più grande dei misteri. Il microcosmo di Aversa è invito alla ricerca, a soffermarsi su quei particolari che richiedono tempo e che altrimenti sfuggono. I suoi personaggi hanno dimensioni che variano da otto millimetri a dieci centimetri di altezza, e abitano uno scenario modellato in un unico blocco di creta. Il presepe di Giovanni Sinno, esposto invece nella Cappella del Sacro Cuore, ha proseguito la grande tradizione napoletana del Settecento. Dagli anni Ottanta l’artista modella i personaggi con una particolare attenzione al realismo dei volti, alla ricchezza delle vesti e alla vivacità delle espressioni. La mostra, promossa da Fondazione Crocevia, è stata curata da Giovanni Gazzaneo.
PRESENZA
Nella cultura
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Didone, Enea: il dovere e il desiderio l mito di Enea, come lo racconta Virgilio, è la storia di un profugo che è fuggito da Troia in fiamme ed è arrivato sulle coste del Lazio per fondare una nuova città, Roma. Emigrante è anche Didone, via da Tiro per fuggire alla violenza, diventata regina di Cartagine. La loro storia, governata dai capricci degli dei, è un conflitto fra dovere e desiderio, e di speranze infrante fra le onde del Mediterraneo. Antonio Palazzo e Alessandro Chiaf sono i registi di Didone ed Enea, uno spettacolo prodotto da Cut La Stanza e Fabulae Inversae, un gruppo di universitari dell’Università Cattolica di Brescia che si cimenta nella drammaturgia latina. Allo spettacolo è seguita una conferenza di Massimo Rivoltella, docente di Letteratura latina, dedicata al tema Quando il corpo parla.
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Carlo Maria Martini e il futuro dell’Europa o scorso dicembre il Cortile d’onore dell’Ateneo di Largo Gemelli ha ospitato la mostra Per un’Europa unita. Il futuro dell’Europa nel pensiero e nell’opera di Carlo Maria Martini, realizzata con il contributo della Fondazione Carlo Maria Martini che ha messo a disposizione il ricco archivio per l’analisi dei documenti che sono stati esposti. L’idea è nata dall’incontro di due ricorrenze: da un lato i cinquant’anni del dipartimento di Scienze Religiose dell’Università Cattolica, fondato nel 1969 da Giuseppe Lazzati, allora Rettore dell’Ateneo, e da Padre Raniero Cantalamessa, oggi Predicatore della casa Apostolica; dall’altro lato, i trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989. L’esposizione è stata inaugurata il 4 dicembre dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, alla presenza del rettore Franco Anelli, dell’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori, del preside della facoltà di Lettere e filosofia Angelo Bianchi, del direttore del dipartimento di Scienze religiose Marco Rizzi e del presidente della Fondazione Carlo Maria Martini padre Carlo Casalone. L’evento è stata un’occasione preziosa offerta agli studenti per fare memoria di un avvenimento decisivo nella storia dell’Europa e di una figura che ne è stata protagonista, attraverso una breve, ma ricca, esposizione documentaria e audiovisuale. Nel lavoro condotto dalla dottoranda Francesca Perugi (nella foto con il rettore Anelli e l’arcivescovo Delpini), sotto la guida del professor Gian Luca Potestà, presso vari archivi, tra cui quello della Fondazione Carlo Maria Martini sono emersi molti documenti, e alcuni inediti, che testimoniano la ricchezza e l’ampiezza della riflessione condotta in quegli anni dall’Arcivescovo di Milano, nel contesto del dibattito sul futuro dell’Europa che attraversò tanto la Chiesa Cattolica, quanto la società civile e politica europea.
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Sul podio
SLA, premiata Camilla Bernardini Camilla Bernardini, ricercatrice della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, nella sezione di Anatomia umana del Dipartimento di Neuroscienze diretta dal professor Claudio Sette, una dei sei vincitori del Bando 2019, promosso dalla Fondazione italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica (AriSLA). Il Bando è stato aperto la scorsa primavera per selezionare la migliore ricerca scientifica in Italia sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica, gravissima malattia neurodegenerativa che nel nostro Paese colpisce circa 6000 persone e per la quale ad oggi non esiste una cura efficace. Il grant, del valore di 60.000 euro, è stato conferito alla dottoressa Bernardini per il progetto PotentiALS, della durata di 12 mesi, che ha come scopo principale quello di sviluppare una strategia mirata a neutralizzare l’effetto dannoso della proteina SOD1, attraverso la modulazione di un RNA “non codificante” che ne regola l’espressione.
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Alla Cattolica il riconoscimento Istituto Confucio dell’anno stituto Confucio dell’anno, nel decimo anniversario della sua fondazione l’Istituto dell’Università Cattolica riceve questo prestigioso riconoscimento in considerazione della sua vasta attività per la diffusione della lingua, con circa 300 iscritti ai corsi di lingua e 1.000 esami di certificazione linguistica all’anno. La premiazione si è svolta lo scorso 10 dicembre a Changsha, una città della Cina meridionale, nell’ambito della conferenza internazionale che vede riuniti tutti i rappresentanti delle 550 università del mondo che hanno un Istituto Confucio. La delegazione della Cattolica era composta da professor Pier Sandro Cocconcelli, in rappresentanza del Rettore, e dalla professoressa Elisa Giunipero, direttrice dell’Istituto Confucio. Il premio è stato conferito ogni anno dallo Hanban (l’ufficio per la diffusione della lingua cinese, preposto alla gestione degli Istituti Confucio nel mondo) a quegli Istituti che si sono distinti per l’ampiezza e la qualità dei risultati raggiunti. Quest’anno è stato proprio un allievo della Cattolica a classificarsi come miglior studente di lingua cinese in Italia alla Chinese Bridge competition degli studenti universitari. Ma il premio viene conferito anche per l’originalità delle pubblicazioni realizzate sulla Cina nella storia globale, e per gli innovativi corsi di formazione per insegnanti delle scuole secondarie sulla storia e la cultura cinese.
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Peris, nuovo Presidente dei dermatologi italiani etty Peris è il nuovo presidente della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e di malattie sessualmente trasmesse (SIDeMaST), una società scientifica prestigiosa e in enorme sviluppo, che presiederà per i prossimi tre anni. «Intendo lavorare per la valorizzazione della figura del dermatologo all’interno del Sistema sanitario nazionale e nei confronti della popolazione in generale promuovere la ricerca medica e migliorare la formazione degli specializzandi – afferma la neo eletta Ketty Peris, sottolineando come sia essenziale che «una società scientifica continui a offrire formazione di alto livello per gli specialisti, con lo scopo di garantire anche un continuo scambio di conoscenze, opinioni e progettualità. Ci impegneremo a favorire un dialogo costruttivo con le istituzioni e con tutte le associazioni dei pazienti».
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Premio di laurea in ricordo del professor Fusconi o scorso 12 dicembre in Cattolica – nell’ambito di una lezione di Economia del mercato mobiliare tenuta dai professori Paola Fandella (nella foto con il premiato) e Massimiliano Dell’Acqua, dove sono intervenuti anche il professor Marco Oriani e il preside Domenico Bodega della facoltà di Economia – è stato conferito a Francesco Dastoli il premio di laurea in memoria del professor Agostino Fusconi. Dastoli ha conseguito la laurea magistrale in Economia per l’impresa (facoltà di Economia) discutendo una tesi sul tema Impatti della normativa MIFID II nelle scelte di investimenti: evidenze di un’analisi comparata su due portafogli bilanciati, relatore il professore Theo Pietro Delia Russell. Il premio di laurea in memoria del professor Fusconi è stato istituito per mantenere vivo fra gli studenti l’interesse nella ricerca dei processi informativi che determinano il comportamento dei mercati, in particolari finanziari, nonché vuole essere un tributo all’attenzione rivolta da Agostino Fusconi alle problematiche del mondo dei giovani e alla loro possibilità di apprendere con l’aiuto di sostegni concreti allo studio.
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PRESENZA
Sul podio
Onorificenza per il professore Alberto Quadrio Curzio l Presidente della Repubblica gli ha conferito il titolo di «Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana» Una nuova prestigiosa onorificenza è stata conferita al professor Alberto Quadrio Curzio per i suoi meriti accademici. Il titolo di Cavaliere di Gran Croce è una onorificenza cavalleresca di altissimo rango. Nella scala dei gradi degli ordini cavallereschi e di merito il grado di Cavaliere di Gran Croce è il grado più elevato della classe dei “cavalieri”. Alberto Quadrio Curzio è professore emerito di Economia politica all’Università Cattolica di Milano, dove è stato ordinario di Economia politica dal 1976 al 2010 e preside della facoltà di Scienze Politiche dal 1989 al 2010. Presso la stessa Università è fondatore e attualmente Presidente del Consiglio scientifico del Cranec (Centro di ricerche in Analisi economica), essendone stato Direttore dal 1977 al 2010. È presidente emerito dell’Accademia Nazionale dei Lincei di cui è socio dal 1996 e dove è stato presidente della Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche della stessa Accademia dal 2009 e presidente dal 2015 al 2018. È stato rappresentante degli Economisti italiani al CNR, presidente dell’Istituto Lombardo, presidente della Società Italiana degli Economisti. È membro della Royal Economic Society (UK) e della Academia Europaea.
I Zanfrini nel Horizon Europe Mission Board aura Zanfrini (nella foto), docente di Organizzazioni, Ambiente e Innovazione sociale presso la facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica, è stata nominata come rappresentante italiano nel Horizon Europe Mission Board Subgroup: Adaptation to climate change and societal transformations. Nei mesi scorsi la professoressa Zanfrini ha gestito il tavolo di lavoro per la stesura della bozza del prossimo Piano Nazionale della Ricerca, per l’area tematica relativa all’area Societal Transformation (Smart, Secure and Inclusive Communities), coordinando un corposo gruppo di docenti universitari e stakeholder del mondo delle aziende e della società civile. L’apprezzamento per questo lavoro non è certo estraneo alla sua recente nomina, che la vedrà impegnata, a breve, nel coinvolgimento della comunità scientifica sui temi della mission e nella sensibilizzazione e mobilitazione dei cittadini rispetto ai suoi obiettivi strategici. L’incarico coniuga in maniera virtuosa l’attivazione scientifica con l’impegno di terza missione, giacché l’impatto dell’agenda Europea per la ricerca del prossimo settennato si misura proprio con la capacità di attivare non solo gli “addetti ai lavori”, ma la società civile in tutta la sua articolazione e ricchezza. Per l’Università Cattolica si profila un’occasione preziosa per qualificarsi ancora di più nel suo ruolo di “mediatore” tra il mondo della ricerca scientifica, l’area del decision-making e delle politiche pubbliche, nonché le esperienze e i bisogni dei territori.
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Mario Sabatelli direttore della Biobanca Nazionale sulla SLA ono stati nominati nel mese di novembre i vertici della prima Biobanca Nazionale sulla SLA creata da AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Xbiogem, per conservare tessuti biologici necessari alla ricerca dedicata alla SLA e aperta a tutti gli scienziati nel mondo: il direttore è Mario Sabatelli, docente di neurologia all’Università responsabile dell’area adulti del Centro Clinico NeMO presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS; il responsabile del comitato scientifico è Paolo Annunziato, economista, persona con SLA, già direttore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR e presidente del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, CIRA. Grazie alla Biobanca Nazionale sulla SLA, inaugurata nel giugno del 2019 al Policlinico Gemelli, i ricercatori impegnati nella lotta alla SLA, per la prima volta in Italia, possono oggi contare su questa struttura che consente di conservare tessuti biologici necessari alla ricerca.
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Due Alumni premiati con l’Ambrogino Milano il giorno di Sant’Ambrogio è, come da tradizione, anche quello dell’Ambrogino d’Oro. E infatti lo scorso sabato 7 dicembre, presso il Teatro Dal Verme si è svolta la cerimonia di consegna delle onorificenze con cui il Comune di Milano esprime la sua gratitudine a coloro che si sono particolarmente distinti nei loro settori di attività per il bene della città. Quest’anno ha visto tra i premiati dal sindaco Giuseppe Sala anche due alumni dell’Università Cattolica: Claudio Luti (al centro nella foto in basso) e Agostino Picicco (al centro nella foto a lato). Claudio Luti, laureato in Economia e Commercio, imprenditore della moda e del design, già socio fondatore della Gianni Versace spa, dove ha operato a stretto contatto con il celebre stilista, è ora presidente di Kartell spa, azienda leader nel settore del design. Qui si è distinto per la creatività e l’innovazione. È anche presidente del Salone del Mobile, kermesse milanese che ha reso Milano polo mondiale della cultura dell’arredo.
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Agostino Picicco, laureato in Giurisprudenza, lavora presso la Direzione Comunicazione, relazioni pubbliche e attività promozionali dell’Università Cattolica, ed opera nel mondo dell’associazionismo, della cultura e del volontariato. Nell’attività di giornalista e scrittore si è distinto per testi su personaggi del nostro tempo e per volumi di saggistica sulle tematiche della comunicazione per uno stile di vita responsabile e solidale.
Quattro studenti sul podio digitale gidio de Mattia, Paola Argiolas, Mario Cesare Nurchis e Riccardo Ricci, studenti della facoltà di Economia presso il Campus di Roma dell’Università Cattolica – iscritti al Corso di laurea magistrale in Management dei Servizi nel profilo Healthcare Management – sono i vincitori, insieme ai colleghi dell’Università Milano-Bicocca, del primo concorso Health-a-thon, nella quarta edizione del Digital Health Summit, che si è svolta a Milano dal 9 all’11 ottobre. Sul palco del Digital Summit sono stati premiati i progetti Smart Triage Data Management per l’Istituto Clinico Humanitas e PER.DI.FI.A.TO 2.0 per il Centro Cardiologico Monzino. Entrambi sono stati sviluppati da due gruppi di studenti delle facoltà di Economia e di Informatica e Data Science dell’Università Cattolica e dell’Università Milano-Bicocca che si sono cimentati in attività di sperimentazione basate sull’uso dell’Intelligenza Artificiale, la conoscenza dei processi clinici e le competenze informatiche ed economico-statistiche.
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Charity Work Program, online il bando 2020!
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nche per la prossima estate il Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (CeSI) promuove il programma di volontariato internazionale in strutture situate in Paesi Emergenti e in via di sviluppo rivolto agli studenti dell’Università Cattolica. Il progetto, supportato dall’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, offre 65 scholarship della durata di 3-8 settimane. Il nuovo bando è consultabile sul sito del CeSI. Quest’anno nuove destinazioni in Africa, Asia e Sud America. Scopri su CattolicaNews le storie di chi è già partito... Gerusalemme: tolleranza, amicizia e condivisione Sono le tre parole che riassumono l’esperienza in Terrasanta per Victoria, studentessa di Scienze politiche e sociali Madagascar, il valore della semplicità Mila dopo essere stata a contatto con i bambini di un orfanotrofio è ancora più convinta del suo percorso di cooperazione internazionale Uganda, tutto l’amore che puoi Per Sara, di Scienze della formazione, il Charity è stato un turbinio di emozioni in mezzo a persone che fanno capire l’importanza della tua presenza Nepal, lezioni di vita vissuta L’incontro con la povertà, il dare il giusto peso alle cose, l’importanza di riscoprirsi umani. L’esperienza di Alberto L’Albania che ti sorprende Camillo, laureando in Economia, che ha collaborato con il Vis, sì è innamorato del Paese delle Aquile e ha deciso che tornerà per fare la sua tesi di laurea magistrale
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Nello sport
Campioni e universitari, in Cattolica si può
Cristina Chirichella, alle Olimpiadi 2020 per puntare in alto di Francesco Berlucchi
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lunedì mattina. La lezione è appena finita e Cristina Chirichella è puntuale all’appuntamento in Largo Gemelli. Troviamo un angolo nel secondo chiostro. Cristina appoggia lo zaino con i libri ai piedi di una colonna. Il trucco non riesce a nascondere le occhiaie. La sera prima, la capitana dell’Agil Volley Novara e della Nazionale femminile di pallavolo ha vinto lo scontro al vertice, nella classifica della Serie A1. Il suo club è al comando. La mattina dopo, Cristina è regolarmente a lezione. Studia Scienze motorie e dello sport in Cattolica, al secondo anno. Il Percorso di Dual Career la sostiene attraverso il servizio di tutoraggio dedicato agli studenti-atleti. Ma da solo non basterebbe. «Lo studio è una scelta che parte dall’individuo, per costruirsi il proprio futuro – dice –. A me piace quello che sto studiando. Dual Careerr è un progetto davvero molto interessante, essere seguiti da un tutor è importantissimo perché ci aiuta a vivere l’Università in modo sereno e più tranquillo. Lo sport aiuta a crescere, ti fa conoscere delle difficoltà maggiori. Ma qualunque atleta venga messo di fronte alla scelta tra sport e studio, sceglierà sempre il primo. Per questo, un programma che aiuta a conciliare sport e studio è fantastico». Cristina ha iniziato a giocare a pallavolo a 12 anni, abbastanza tardi. «All’inizio era solo un gioco. Non è stato amore a prima vista: ho fatto nuoto, danza, karate, salto in alto. Poi mi sono innamorata della pallavolo, perché intravedevo i primi risultati. Il mio professore di educazione fisica voleva che io facessi basket. Per fortuna non l’ho ascoltato...». Così, inizia a giocare a Napoli, nella squadra del suo quartiere. A 14 anni si trasferisce a Roma, e vive uno dei momenti più difficili della sua vita: «All’ini-
La capitana della Nazionale femminile di volley studia Scienze motorie e dello sport supportata dal Percorso di Dual Career. Ma non chiamatela Principessa
zio è stato complicato allontanarsi dalla mia famiglia, soprattutto da mio fratello, con il quale ho un legame fortissimo. Lui è il cervello, fa l’architetto in Olanda. Io sono l’atleta, eppure ho sentito il bisogno di frequentare l’università. Da piccola, lo studio non è stato uno degli elementi più importanti della mia vita. Ma l’era della pallavolo finirà, e io devo costruire una strada per il futuro». L’impegno extrasportivo diventa dunque un ulteriore stimolo, e i libri per gli esami fungono da calmante: «Ai Mondiali lo studio mi ha aiutato a distrarmi dallo stress e dalla tensione. C’è anche una buona dose di scaramanzia, ovviamente. Perché quando vedi che funziona, ripeti la buona pratica». Se il trasferimento da Napoli a Roma le ha insegnato ad approcciarsi alla pallavolo in senso agonistico, non più ludico, la lontananza dai parenti l’ha fatta crescere. Ma è stato il Club Italia a formarla tecnicamente e caratterialmente: «A Marco Mencarelli, l’allenatore che
mi ha selezionato, devo molto. Mi ha insegnato il rispetto dei compagni, mi ha fatto capire come si sta al mondo. Da lì sono passata in altre due squadre prima di approdare a Novara. Il primo anno non dovevo giocare, ma mi hanno scaraventato in campo. Io non so come si sta in panchina». È successo così anche a Novara, «un club ambizioso, che vuole vincere e cerca di aiutare le sue atlete a 360 gradi. Per questo sono sei anni che sono lì e sto bene, è una seconda casa”. E poi, c’è la Nazionale e i Giochi olimpici di Tokio 2020 alle porte: «È un bel periodo, abbiamo avuto visibilità e notorietà grazie all’argento ai Mondiali e al bronzo agli Europei. Siamo una squadra giovane, possiamo puntare in alto. Credo che abbiano scelto me come capitano per il carisma e la capacità di tenere unita la squadra, dentro e fuori dal campo. Anche per questo, il soprannome Principessa non mi piace, non mi ci sento proprio. Preferisco combattere».
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Allenare l’intelligenza motoria
Eugenio e Simona, preparatori atletici 4.0 di Francesco Berlucchi
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Nello sport
ll presidente e il componente del settore tecnico della Figc ospiti del graduation day della terza edizione del master Teoria e metodologia della preparazione atletica nel calcio
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ugenio Sena ha 27 anni, è nato ad Ispica e adora viaggiare e sperimentare il mondo che lo circonda. Simona Lucarno di anni ne ha 32, è di Tortona ed era una pugile. Forse è per questo che è così combattiva, tenace. Lo è anche sul lavoro, unica donna nello staff tecnico della prima squadra femminile del Milan. Simona ed Eugenio sono due dei cento giovani che hanno frequentato le prime tre edizioni del master Teoria e metodologia della preparazione atletica nel calcio. Un corso che l’Ateneo, in collaborazione con la Federazione italiana giuoco calcio (Figc), promuove attraverso Cattolicaper lo Sport, la piattaforma a servizio di atleti, club e istituzioni sportive. «II punto di forza è proprio il mio essere donna in un mondo maschile, a cui porto un valore aggiunto alle mie competenze professionali: le capacità relazionali e la gentilezza femminile», confessa Simona, che lavora in campo al mattino e al pomeriggio si occupa dello screening valutativo dei giocatori delle giovanili attraverso i test posturali. «Il mio sogno è poter fare parte di uno staff tecnico professionista come collaboratore o match analyst, oppure allenare in settori giovanili professionistici», commenta invece Eugenio, che si è diplomato allo stesso Master nel 2017 e ha lavorato in Australia, Cina, Inghilterra. E poi in Russia, alla Juventus Academy, fino ad arrivare in Montenegro dove è responsabile del settore giovanile e ha da poco ha superato le selezioni per il corso di Uefa A. Come per Simona ed Eugenio, anche quest’anno il graduation day ha sancito la conclusione di un percorso che rappresenta piuttosto l’alba della carriera di molti giovani. Al Centro accademico sportivo Rino Fenaroli sono intervenuti il presidente del Settore tecnico della Figc, Demetrio Albertini e Filippo Galli, che nel Settore tecnico è membro della sezione per lo sviluppo del calcio
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giovanile e scolastico. «Due consigli ai futuri preparatori: fate sempre un lavoro di squadra e allenate la sensibilità dei rapporti» ha detto Albertini, mentre
Galli ha aggiunto «non bisogna cercare giocatori sempre più atletici e resistenti, ma sviluppare soprattutto l’intelligenza motoria».
La Cattolica al Festival dello Sport 6/2019
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l successo della prima edizione sembrava insuperabile. E invece Il Festival dello Sport organizzato a Trento dalla Gazzetta dello Sport e dal Trentino è riuscito a conquistare ancora una volta il cuore degli sportivi. Università Cattolica era presente, non solo attraverso lo stand curato da Cattolicaper lo Sport, ma anche con tanti studenti che hanno scelto Trento dal 10 al 13 ottobre. Tra questi, cinque studenti del Master Comunicare lo sport: Mattia Cavalleri, Matteo Zavattoni, Davi Mazzoni, Rebecca Broomfield e Luca Pellegrini. I numeri della manifestazione parlano da soli: 350 ospiti illustri, cioè campioni del presente e del passato, allenatori, dirigenti sportivi, e oltre 140 eventi nelle piazze e nei teatri del capoluogo trentino presi d’assalto da 65mila visitatori. «Sono stati quattro giorni magici, nei quali ho vissuto lo sport, ho parlato di sport, ho respirato sport dalla mattina alla sera – commenta Luca Pellegrini –. Da bambini tutti hanno sognato di diventare un grande numero dieci. Uno di quei fenomeni che con i suoi gol e le sue giocate è in grado di decidere le partite, di incantare. Io ero uno dei quei bimbi, e il mio dieci aveva il codino. Il mio dieci era Roberto Baggio. Potevo sperare in qualcosa di meglio che incontrare il mio idolo?». Probabilmente no. Anzi, forse sì: perché Luca ha anche potuto assistere da una posizione privilegiata ai racconti di altri “fenomeni” dello sport e della comunicazione sportiva: «Ho apprezzato moltissimo Beppe Bergomi, storico capitano della mia Inter, Nicola Roggero, vera e propria enciclopedia vivente della Premier League, Paolo Condò, Andrea Dovizioso, Danilo Petrucci e Massimo Gramellini. Per quattro giorni, sono tornato bambino e ho ascoltato storie di uomini incredibili».
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Di EDUCatt
Non solo numeri, ma risultati concreti misurabili nel tempo
Generare, misurare e rendicontare l’impatto sociale di Sara Barboglio
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l termine valutazione non è riducibile al mero calcolo, conteggio o stima, ma è soprattutto un “dare valore”: nell’operazione di valutazione degli impatti, infatti, si verificano il valore generato dalle attività di un’impresa e l’efficacia dei progetti in cui essa si impegna in vista di un miglioramento dell’accountability e di una distribuzione efficace delle risorse. Per le organizzazioni non profit, in particolare, la rendicontazione è un’attività strategica che permette una comunicazione trasparente con i propri stakeholders e con i propri finanziatori, nonché un mezzo per raccontare il proprio operato a futuri investitori e beneficiari. A dieci anni dalla propria fondazione EDUCatt, con il supporto scientifico di ALTIS – Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica, ha scelto di rendicontare gli impatti generati dai pro-
A dieci anni dalla sua fondazione EDUCatt pubblica il primo Report d’impatto, per comunicare ai propri stakeholders il valore del lavoro fin qui svolto pri servizi durante il periodo di attività sui principali stakeholders: gli studenti. Il Report di impatto 2018 è stato presentato lo scorso ottobre in occasione dell’evento Generare impatto sociale: nuovi modelli di finanziamento e impact investing tra pubblico e privato. Il modello shift. Sebbene, come ha illustrato il Direttore della Fondazione Angelo Giornelli nella tavola rotonda moderata dalla giornalista Elisabetta Soglio (Corriere della Sera), la mission data a EDUCatt – contribuire al progetto formativo dell’Università Cattolica – renda più complessa la misurazione degli esiti, la valutazione degli effetti generati ha permesso di evidenziare non solo i punti d’interesse, ma anche gli ambiti di miglioramento possibili. La misurazione d’impatto non opera in prospettiva quantitativa quanto piuttosto qualitativa e conside-
ra il cambiamento sostenibile di lungo periodo nelle condizioni delle persone o nell’ambiente che l’intervento ha contribuito a realizzare: l’obiettivo non è più, per esempio, rendicontare il numero di posti letto o il numero di pasti erogati, ma l’effetto di questi servizi sul benessere, sul rendimento e sulla vita degli studenti beneficiari. La pubblicazione del Report d’impatto si affianca ad altri strumenti che EDUCatt mette in campo per dare ascolto alle opinioni della comunità universitaria in merito ai suoi servizi, come per esempio i Focus Group condotti dallo staff di psicologi di EDUCatt all’interno del Progetto LIFE (Lightening Innovations For Empowerment) per raccogliere le opinioni e i suggerimenti degli studenti e valutarne la soddisfazione a partire dalla loro esperienza.
Università Cattolica del Sacro Cuore
Un’offerta di qualità a prezzi competitivi
Il servizio di ristorazione in università: dall’America a EDUCatt
PRESENZA
Di EDUCatt
Il diritto allo studio passa anche attraverso un servizio di ristorazione in grado di andare incontro alle esigenze degli studenti. Un confronto tra EDUCatt e un campus nche per la University of Mary d’oltreoceano
di Martina Vodola
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Washington (a Fredericksburg, in Virginia) la mensa è un servizio importante che accompagna la quotidianità degli studenti: l’università mette a disposizione un servizio di ristorazione aperto tutto il giorno, un grande spazio organizzato in isole free flow, con un’ampia offerta di piatti. L’idea è simile ai servizi di ristorazione della sede romana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in particolare della nuova Mensa.23, ma l’impatto economico che questo servizio ha su studenti e personale è in America molto più rilevante. Un singolo pasto presso la UMW ha un costo di circa 13 dollari, poco più del pasto completo previsto nel ticket mo-
nouso di EDUCatt, che mette a disposizione anche una formula lunch ridotta. Gli studenti all’inizio del semestre scelgono il proprio meal plan, senza calcolarlo in base al reddito. La Fondazione invece ha tra i suoi primi obiettivi proprio l’accesso alla ristorazione a prezzi ridotti, basati sul reddito e coniugati tramite Educheff all’attenzione alla corretta alimentazione. Tramite sms e una community online gli studenti americani possono inviare commenti, accedere alle informazioni sui menu e ricevere sconti e aggiornamenti in tempo reale su chiusure e cambi di orario. Anche EDUCatt, tramite la nuova applicazione adottata nella sede
di Roma Elior Joyfood, dà la possibilità di accedere alle informazioni relative al servizio di ristorazione in campus, permettendo un’esperienza intuitiva in base alle esigenze di chi vuole mangiare in mensa.
EDUCatt e il CSI insieme per una nuova cultura dello sport
Sport InCampus raddoppia di Giada Meloni
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razie alla preziosa collaborazione del CSI (Comitato Sportivo Italiano) il progetto Sport InCampus ha maturato negli anni – dopo l’avvio sperimentale nel 2016 su Roma – una forza intrinseca e ha risvegliato l’interes-
Università Cattolica del Sacro Cuore
Dopo il successo riscosso sulla sede di Roma, anche a Piacenza inaugurato il servizio sportivo
se della comunità universitaria nei confronti dell’attività fisica. In virtù di questo interesse e per rispondere al bisogno degli studenti di avere un’area attrezzata per praticare diverse discipline sportive, anche in Campus, EDUCatt inaugura a Piacenza il servizio sportivo. La zona sportiva, collocata tra il Collegio S. Isidoro e la Residenza Gasparini, comprende due macroaree, una indoor e una outdoor; all’aperto due campi da calcio a 5 (che all’occorrenza possono diventare set di partite di tennis) e una parete di roccia attrezzata, con torretta, per il climbing sportivo. Al coperto invece, una tensostruttura rinnovata e in linea con le più moderne palestre ospita
la pratica sportiva di diverse discipline, perlopiù a squadre: calcio a 5, pallavolo, basket e tennis. Inoltre non manca la sala per la pratica sportiva a corpo libero, irrinunciabile per gli amanti del fitness. Sport InCampus vuole promuovere la diff usione di una cultura dello sport non competitivo visto come momento di educazione, crescita personale e aggregazione sociale. Il dialogo tra EDUCatt e il CSI continua all’insegna della condivisione dei valori cristiani, favorendo il sostegno e l’inclusione, per uno sport non competitivo in cui al centro c’è l’essere umano e la sua esperienza e non solo il risultato fine a se stesso.
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Di Vita e Pensiero
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na raccolta di testi che svelano la parte più intima e umana del grande narratore R.L. Stevenson (Edimburgo 1850-Samoa 1894): Sermone di Natale e altri scritti religiosi è un libretto speciale, da leggere non solo durante le feste ma da tenere nella propria collezione di “felici” letture. Per capire il perché abbiamo pensato di utilizzare questo spazio per un piccolo e serio divertissementt di fine anno, un’intervista impossibile allo scrittore scozzese.
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Autobiografie di una generazione Su.Per.
Intervista impossibile a Robert Louis Stevenson di Velania La Mendola
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EBOOK OPEN ACCESS
Quando ha scritto il Sermone di Natale che apre la raccolta? Era il 1887, l’ho composto per la mia famiglia. Allora mi trovavo sul lago Saranac, tra i Monti Adirondack americani, dove mi ero rifugiato dopo la morte di mio padre. Inizia infatti come una riflessione sulla fine, ma è un inno alla sobria arte del vivere bene. Il Natale è stato lo spunto per un esame di coscienza condiviso, libero da moralismi. Debbo rendere buono il prossimo? No, devo rendere buono me stesso. Scrive infatti in una delle Preghiere di Vailima, dal nome del villaggio delle Isole Samoa, dove si è trasferito con la sua famiglia nel 1889: «Signore, illuminaci affinché vediamo la trave nel nostro occhio e rendici ciechi davanti alla pagliuzza nell’occhio del fratello». Con chi ha condiviso le sue preghiere? Come ha spiegato bene Fanny, mia moglie, in ogni casa di Samoa il giorno si chiudeva con la preghiera e il canto di inni. Per me la preghiera è un appello, una necessità: quando sono felice per ringraziare, quando soffro per invocare
la forza per sopportare. Terminati il lavoro e i pasti si suonava il pu, una sorta di conchiglia per richiamare tutti, la famiglia e i samoani, attorno alla Bibbia. Dopo una lettura, io, Tusitala, come mi chiamavano, leggevo o improvvisavo una delle mie preghiere. Si è mai pentito di non aver seguito il percorso di vita indicato da suo padre? Studiare ingegneria, prendere in carico l’azienda di famiglia, da generazioni costruttrici di fari... Sono uno scrittore, signora, non me ne lamento. Come ho scritto nella Lettera al reverendo Hyde, ammesso che io abbia appreso il mestiere di impiegare le parole per comunicare verità e suscitare emozioni, credo che la letteratura mi abbia fatto viaggiare più di quanto abbia fatto in vita, e viaggiare è più bello che arrivare. Alberto Manguel nella prefazione del libro scrive che nelle sue storie e nei suoi scritti rifulge una piena corrispondenza con la sua biografia. Insomma secondo il grande bibliofilo argentino, suo estimatore, la sua vita ispira a una filosofia felice, «grata per le piccole e grandi benedizioni della vita». Mi pare un complimento lusinghiero. I libri a loro modo non sono male, ma restano un esangue surrogato della vita. Tutto quello che ho scritto, che spero non sarà tutto invano, deve molto a mia moglie, sia lode a lei.
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Mariagrazia Santagati
Arte lombarda rte Lombarda, fondata nel 1955 da Maria Luisa Gatti Perer e oggi diretta da Alessandro Rovetta, è punto di incontro e dibattito per tutti coloro che in Italia e all’estero svolgono ricerche sul patrimonio artistico lombardo. Pubblicato con scadenza quadrimestrale, ogni fascicolo è accompagnato da un ricco e curato corredo iconografico. L’ultimo numero della rivista, è dedicato alla Pace di Chiavenna, manufatto summa delle più raffinate tecniche orafe in uso nell’alto Medioevo utilizzato come custodia. La storia della Pace, per la prima volta racchiusa in una trattazione monografica, è relativamente recente perché il prezioso manufatto comincia a essere conosciuto solo alla fine dell’Ottocento: una dimenticanza che ha significato la sua salvezza e che spiega lo stato di conservazione pressoché perfetto dell’opera. Il fascicolo, intitolato La Pace di Chiavenna svelata presenta i risultati delle ultime ricerche storico-artistiche e archeometriche che hanno portato in luce molte informazioni circa la produzione orafa altomedioevale e i suoi protagonisti committenti, artisti specializzati nelle diverse tecniche orafe, approvvigionatori e mercanti delle preziose materie prime. All’esame diretto e sistematico della Pace che rende conto della complessità dell’opera da un punto di vista artistico – focalizzando l’attenzione ora sulle iscrizioni presenti sulla Pace, ora sulle gemme preziose incastonate nell’opera – si affiancano articoli che pongono attenzione anche al contesto e alla destinazione d’uso del manufatto – era infatti la custodia di quel libro liturgico particolare che è l’evangelario – offrendoci in un quadro completo l’affascinante storia di quel capolavoro orafo medievale che è la Pace di Chiavenna.
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Università Cattolica del Sacro Cuore
Max Picard La fuga davanti a Dio Prefazione di Jean-Luc Egger Vita e Pensiero, Milano 2019 – pp. 172, €15,00 (Grani di senape)
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ubblicato nel 1934, in piena epoca nazista, La fuga davanti a Dio descrive con toni quasi apocalittici una modernità in perenne fuga dal divino, dal fondamento dell’essere, dal paradigma stesso dell’esistenza. La sua diagnosi è netta: «Nel mondo della fuga l’uomo non esiste come singolo essere delimitato, ma come coacervo di sensazioni, volontà e azioni continuamente mutevoli». Una lezione che assume un significato particolare per questo nostro tempo: ricentrare l’essere umano intorno ad alcuni nuclei essenziali e imprescindibili, per riconoscere il mondo come donazione, ma anche per riaffermare le ragioni di un principio di umanità da opporre alle forze omologanti che oggi sembrano dominare su scala planetaria. Come scrive Hermann Hesse nel testo che accompagna il saggio di Picard: «Molte sono le ragioni che rendono importante questo libro. È un’opera spaventosa e confortante allo stesso tempo».
José Tolentino Mendonça Il piccolo libro delle grandi domande Prefazione di Chiara Giaccardi Vita e Pensiero, Milano 2019 – pp. 144, €13,00 (Pagine Prime)
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è un momento in cui ci rendiamo conto che sono le domande, non le risposte, ad avvicinarci al punto vero delle questioni. Sappiamo che le risposte sono utili, sì, e ne abbiamo sempre bisogno – ma la vita trasforma le risposte stesse in domande ancora più grandi. Forse abbiamo organizzato la religione troppo rapidamente dal lato della risposta – e dimenticato le grandi domande che la fede non ha mai mancato di affrontare: «Chi sono io? Da dove vengo? Dove sto andando? A chi appartengo? Da chi o perché posso essere salvato?». Guidati da uno dei più importanti saggisti cristiani di oggi – un poeta, un pensatore, con una grande esperienza di ascolto degli altri – in questo sapidissimo libro si è come invitati a un viaggio di reinvenzione di noi stessi. Sulla scia delle sue fortunate opere precedenti, il portoghese José Tolentino Mendonça apre qui le pagine di un libro singolare e coraggioso: una piccola via, quasi un percorso, delle grandi domande sulla nostra vita.
Eleonora Recalcati Dostoevskij sullo schermo. La polifonia dei Fratelli Karamazov tra cinema e TV Vita e Pensiero, Milano 2019 – pp. 240, € 22,00 (Strumenti. Media spettacolo e processi culturali)
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l filosofo russo Michail Bachtin riconosce ai romanzi di Dostoevskij la qualità elusiva e rara della polifonia. La polifonia è un elemento con cui si sono confrontati gli sceneggiatori e i registi che hanno portato i romanzi di Dostoevskij sullo schermo. Ma è possibile tradurre la polifonia letteraria in un racconto audiovisivo? Quali sono le risorse del linguaggio cinematografico per mettere in scena le voci e le visioni del mondo dei personaggi? Il volume confronta tre adattamenti dei Fratelli Karamazov nati in contesti storico-culturali diversi: il film hollywoodiano Brothers Karamazov di R. Brooks (1958), lo sceneggiato italiano I fratelli Karamazov di S. Bolchi (1969) e il sovietico Brat’ja Karamazovy di I. Pyr’ev (1969). Le scelte, i criteri e le intenzioni degli autori sono valutate sul terreno della fedeltà alla natura polifonica dell’opera dostoevskiana in cui ogni personaggio, ogni capitolo, persino ogni parola è in perenne dialogo con tutto il resto.
Università Cattolica del Sacro Cuore
Libro EDUCatt
I Pray in the Sign Language of South Sudan
PRESENZA
Nei NeiLibri libri
A cura di Marisa Bonomi Illustrazioni di Cristina Pietta 40 p. | free copy
a tutela della dignità umana, al cuore dell’insegnamento cristiano, si concretizza con azioni che muovono alla ricerca di uguali possibilità di accesso in ogni ambito della vita, compreso l’aspetto spirituale. Per condividere la preghiera oltre ogni diversità nasce il nuovo volume dal titolo I Pray In the Sign Language of South Sudan (EDUCatt 2019), a cura di Marisa Bonomi e dedicato a tutti i bambini del Sudan del Sud affinché possano crescere «nella pace e nella fede». Il volume, nato dalla collaborazione tra le Arcidiocesi di Juba e di Milano e il Pio Istituto dei Sordi, con il supporto del CeSI (Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale), illustra nella lingua dei segni del Sudan del Sud le preghiere più classiche della tradizione cristiana che, attraverso i disegni di Cristina Pietta, si animano in una narrazione per immagini inclusiva non solo per i bambini sordomuti, ma anche per quelli all’inizio del percorso di scolarizzazione.
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Ebook
Analisi Linguistica e Letteraria www.analisilinguisticaeletteraria.eu/ g | download gratuito
ono disponibili i nuovi fascicoli di Analisi Linguistica e Letteraria, la rivista internazionale di linguistica e letteratura peer reviewed della Facoltà di scienze linguistiche e letterature straniere dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, edita da EDUCatt e riconosciuta dall’ANVUR come rivista scientifica di fascia A per l’intero settore concorsuale dell’area 10. I nuovi numeri del 2019 confermano l’approccio interdisciplinare che si propone di approfondire la comprensione dei processi di analisi testuale sia in ambito letterario che linguistico.
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Il Novecento e il lascito dell’ordine liberale
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46 di Vittorio Emanuele Parsi*
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l Novecento è spesso evocato come il secolo delle due guerre mondiali, dell’Olocausto e dei totalitarismi: eventi sicuramente tragici e devastanti, che vorremmo irripetibili e che devono spingerci a grande cautela rispetto alle minacce che sempre incombono sull’umanità. Tutto questo però non dovrebbe portarci a dimenticare che il Novecento è stato anche il secolo nel quale è stato compiuto il massimo sforzo per far sì che la forza fosse affiancata dalla “legge” come principio regolatore del sistema internazionale. Con tutti i drammatici limiti che la sua implementazione concreta ha potuto trovare, l’idea che la rule of law, la supremazia della legge, dovesse e potesse progressivamente imporsi anche in un mondo popolato di Stati sovrani costituisce la più importante eredità positiva del secolo scorso. È un’acquisizione parziale quanto si
vuole, costantemente a rischio di reversibilità ma per nulla scontata, considerato che l’anarchia internazionale con la sempre incombente possibilità del confl itto è una diretta conseguenza del pluralismo delle sovranità. È una vera e propria esternalità negativa della sovranità degli Stati. D’altronde la giustificazione teorica dello Stato stesso, la sua necessità, resta collegata alla capacità di imporre la pace interna, di impedire la guerra civile, di “addomesticare i lupi” che convivono fianco a fianco dentro la medesima società. Il Leviatano rimane innanzitutto un defensor pacis della e nella comunità politica che governa ed è il suo progressivo successo nella monopolizzazione della violenza che lo ha trasformato anche in una straordinaria macchina da guerra. Proprio il ’900 ha messo in mostra con la massima magnitudine l’intrinseca
contraddittorietà della relazione tra sovranità e pace, e dunque ha mostrato anche come una pace affidata esclusivamente all’equilibrio di potenza tra gli Stati (come nella tradizione europea da Vestfalia 1648 in poi) sia eccessivamente precaria. L’esperienza “dell’equilibrio del terrore”, garantito dalle due superpotenze nucleari durante la Guerra Fredda ha poi aggiunto alla precarietà un incremento spaventoso del costo del suo eventuale fallimento. Dovrebbe essere osservato che la profonda competizione sovietico-americana non interruppe però mai la tensione verso un sistema di regole universalmente accettato. Nonostante l’irriducibile conflitto ideologico tra Usa e Urss, questo è continuato ad esiUniversità Cattolica del Sacro Cuore
stere, ad aumentare la sua consistenza e la sua influenza. Il tessuto delle istituzioni internazionali, d’altronde, non è mai stato così fitto come nella seconda parte del Novecento e ha contemporaneamente funzionato come fattore di moderazione della stessa egemonia statunitense nella parte di mondo – di gran lunga maggioritaria – che accettava la leadership di Washington, come il “male minore”, condividendone l’interesse a non veder prevalere il modello sovietico. La fuoriuscita da una logica di puri rapporti di forza e l’affermazione dell’egemonia americana sono cioè progredite congiuntamente, la prima temperando e connotando la qualità della seconda e la seconda rendendo concretamente possibile l’avanzamento della prima. Non per caso il Novecento è il secolo in cui l’arena internazionale si istituzionalizza maggiormente ed è anche il “secolo americano”. Il progetto di un ordine liberale internazionale, fondato
sulla capacità di costruire un mercato mondiale per tenere a bada le sovranità, sulla democratizzazione delle sovranità per controllare gli eccessi del mercato, e regolato da istituzioni internazionali di natura innovativa in grado di ridurre il “dilemma della sicurezza” (l’impossibilità di fidarsi reciprocamente) vede in Woodrow Wilson e Franklin Delano Roosevelt (i presidenti americani ai tempi delle due guerre mondiali) i suoi artefici. Con il crollo del Muro di Berlino e l’implosione dell’Unione Sovietica non stupisce allora che proprio nel lungo “momento unipolare” degli Stati Uniti il disegno di un’effettiva mondializzazione dell’ordine liberale si sia proposto insieme a quello dell’egemonia americana. E con esso si siano determinate anche le tensioni tra l’uno e l’altra, con il risultato paradossale di un effetto opposto a quel reciproco rinforzo che aveva invece contrassegnato i decenni della Guerra Fredda.
Il rischio attuale è che proprio quando se ne avverte maggiormente la necessità, sia per la tendenza verso un nuovo multipolarismo del sistema internazionale sia per l’emergere di sfide per loro natura affrontabili solo in maniera multilaterale e regolata (da quelle ambientali a quelle migratorie, solo per citare le due più note e complesse), la grande novità della politica internazionale del Novecento finisca con l’essere più difficilmente disponibile, ostaggio della concorrente logica di potenza. Ecco che allora, ribadire con determinazione la rilevanza di quel lascito, la sua straordinaria attualità e l’importanza di non abbandonare gli sforzi per mantenerne la vitalità delle sue prospettive non costituisca soltanto un temerario omaggio ai suoi elevati contenuti ideali, ma rappresenti piuttosto un esercizio di serio e prudente realismo: il solo realismo utile e possibile oggi.
PRESENZA
Dopo tutto
*Professore di Relazioni internazionali alla facoltà di Scienze politiche e sociali e direttore di Aseri dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
100 ANNI DI RELAZIONI INTERNAZIONALI
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Per un nuovo ordine liberale mondiale
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a prima cattedra di Relazioni internazionali fu intitolata cento anni fa ad Aberystwyth, Università del Galles, al presidente degli Stati uniti Woodrow Wilson per onorare il suo impegno per un ordine internazionale di pace. L’Alta Scuola in Economia e relazioni internazionali (Aseri) dell’Università Cattolica ha celebrato i cento anni delle relazioni internazionali lo scorso 15 novembre focalizzandosi sulla loro rilevanza nell’ordine mondiale del sistema liberale. In particolare sulla crisi dell’ordine liberale internazionale si sono confrontati alcuni politologi, tra cui John Ikenberry della Princeton University, Michael Cox della London School of Economics, Matthew Evangelista della Cornell University, Marina Calculli della Leiden University, Vittorio Emanuele Parsi, direttore di Aseri. «Siamo passati dall’ordine costituito dal “triangolo liberale” (utilizzo del mercato per tenere a bada gli eccessi della sovranità, utilizzo della sovranità degli stati per tenere a bada gli eccessi del mercato e istituzioni internazionali per costringere queste due forze a cooperare) al “trilemma di Rodrick” in cui i tre vertici sono stati sostituiti da democrazia, mercato aperto e sovranità – spiega Parsi, promotore del convegno intitolato International Relations at 100: The Liberal World Order and Beyond che è stato aperto dal saluto del rettore Franco Anelli –. Al contrario del triangolo liberale che cercava di gestire i tre vertici per realizzare l’obiettivo del benessere, dell’uguaglianza, dell’equità del sistema, dell’opportunità per tutti di avere uguali diritti, Rodrik ci dice che nell’attuale fase di iperglobalizzazione è possibile avere solo due vertici. Per esempio se c’è apertura economica ci può essere sovranità o democrazia ma non le tre cose insieme. Questo è il grande cambiamento che ha provocato il calo di fiducia nei confronti dell’ordine liberale che era capace di coniugare insieme la dimensione economica e quella politica ma anche quella domestica e quella internazionale, la dimensione dei valori e quella degli interessi. Di fronte alle scarse ragioni di affidarsi ancora a un sistema che riduce sempre più i diritti di tutti, rischiamo che le persone votino per i cosiddetti partiti antisistema, affascinati dall’autoritarismo liberale. Ecco perché è importante riflettere sul futuro possibile dell’ordine liberale».
L
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