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BACO MAGAZZINO DI IMMAGINI. SKATE. SNOW. SURF. BMX. FMX. LIFESTYLE. MUSICA. ARTE. - WWW.BACO.IT - TRIMESTRALE - NUMERO 47








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PHOTOS: FRODE SANDBECH ©2011 VANS, INC.


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EDITORIALE 47 La cosa più banale che si possa fare di un garage è parcheggiarci la macchina. Sito segreto, fin dall’infanzia, è là che si stipano le decorazioni di Natale, vengono nascosti i regali, ammucchiati i ricordi, vecchi giocattoli, foto, è dove alloggiano i fantasmi, presenze, assenze, polvere e lettere. Poi da grandi l’abbiamo usato come “camera di decompressione” per infilarsi, uscendo o rientrando, il maglione usato o la minigonna che a casa non dovevano vedere; qualcuno ci nascondeva le sigarette e altre cose fumabili; ci abbiamo smontato via via, biciclette, motorini, tavole con e senza rotelle; costruito e purtroppo abbandonato manufatti di nostra invenzione; ci abbiamo portato i primi acchiappi; fallito il primo bacio o la prima pomiciata; a qualcuno gli è anche riuscita: quelli con i genitori più avanti ci mettevano l’impianto stereo e quello luci, candele, poster, dischi o cd e questo era garanzia di successo, tanto che i fortunati lo subaffittavano a caro prezzo. Foderato di cartone portauova, dava l’illusione di una sala prove seria, perfettamente insonorizzata. Ma, a quanto riportano leggende metropolitane, c’è chi ha proseguito la dentro la propria esistenza e vi ha costruito delle fortune, a cominciare dagli esempi di famigerati nerd che, dentro un garage, hanno studiato e poi hanno inventato computers, concepito programmi innovativi, inventato social network e tutto ciò che oggi costituisce la quotidianità. Di giorno al campus, di notte piegati sulle loro creazioni, al buio, scapigliati inventivi, così me li immagino, e così ce li riportano nei films sulle loro vite, i milionari già prima della laurea. BACO47

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Nei seminterrati si montano le scalette di future rock-band, si provano coreografie, si montano linee di moda, si concepiscono attrezzi, si inventano innovazioni. Sarà perché si è al riparo dai casini familiari, dalla confusione dei fratelli, dalle liti dei genitori, dove anche il telefono non prende, a quanto pare, ci si concentra, si crea, si lavora, si fa. Le invenzioni, le innovazioni non escono dagli studi di sviluppo delle grandi aziende, dove ingegneri ultracinquantenni si spaccano la testa per guadagnarsi il fisso. A quanto pare le cose che prima non esistevano nascono per caso, quando qualcuno, per caso o per volontà, riesce a materializzare le proprie idee. Per fare questo serve una zona franca, un territorio proprio e riservato che però sembra essere un privilegio che nella vita si ottiene troppo tardi, quando ormai la voglia di creare e fare è scemata, e qui, oggi, può anche essere un miraggio anche dopo i 30 anni. Chiedete un garage ai vostri genitori, o, visto che ai prezzi correnti ciò potrebbe costare quanto un appartamento, anche una cantina va bene, un sottotetto, un seminterrato, un sottoscala, uno sgabuzzino, comunque qualcosa di separato dallo spazio familiare. Non chiedete mille cazzate, chiedete un solo garage e trattatelo come se fosse casa vostra. Trasferitevici, portate tutto ciò che amate e amate tutto ciò che ci fate dentro. Inventate lì dentro la vostra vita futura, createla, costruitela. Calcolate, avvitate, levigate, smerigliate, martellate, scrivete, leggete, plasmate, sottraete, ma soprattutto non ci mettete una macchina o i vecchi giocattoli, perchè è veramente la cosa più banale che ci potreste fare. Anna Mariella



SOMMARIO47

IN QUESTO NUMERO : SI PARTE!, PAG 16 - UNA NOTTE, PAG 20 - ICELAND, PAG 26 - INCHIOSTRO E PELLE, PAG 36 - LUCA DONEDDU, PAG 40 - GALLERY, PAG 46 - THE CHOSEN, PAG 60 FILIPPO ESCHITI, PAG 62 - MASSIMIGLIANO SPOLVERINI, PAG 64 - IUTER FAMILY, PAG 66 ATTACK THE BLOK, PAG 78 - SANCHO, PAG 82 SIMPLESHOP, PAG 88

EDITOR IN CHIEF paolo testa - poldo@baco.it EDITOR/CREATIVE DIRECTOR luca pistono - luca.pistono@baco.it EDITORIAL COORDINATOR olaf pignataro - olaf@baco.it FOREIGN COORDINATOR erika guareschi - erika.guareschi@baco.it PHOTOGRAPHER mike pireddu. mirai pulvirenti. luca carta. andrea fazzolari. lorenz holder. murio. marcello cassano. ale simonetti. lorenzo belfrond. giorgio perottino. fizza. ale volpin. roberto bragotto. marcello goggio. kreator. eleonora raggi. hubbe ferroni. andrea borgarello. denis piccolo. COLLABORATORS fabio valente. cristina visentin. alessandra giovannini. davide pavanello. katia marinelli. anna mariella. mattia bonaguro BACO47

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PUBLISHER Presso s.r.l. Edizioni - www.presso.it SALES MANAGER - UFFICIO COMMERCIALE paolo testa poldo@baco.it Tel. e Fax +39 011 813 68 50 mob. +39 3386864081 PRINTED IN ITALY Grafiche Ambert s.r.l. -10038 - verolengo - to www.graficheambert.com FREE DISTRIBUTION www.baco.it/distribuzione.html INFO www.baco.it Testi, illustrazioni e fotografie non vengono restituiti, se non espressamente richiesti. Gli autori sono i soli responsabili delle opinioni espresse. La riproduzione anche parziale di testi fotografie disegni è vietata con qualsiasi mezzo e forma.


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Arturo Bernardi, in missione Pic Roberto Bragotto


Si riparte!

FIAT Freestyle Team Picture Awards 2012 Da Torino a Hossegor. Kilometri di panorami da scoprire, un carovana che unisce il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico attraversando le nevi delle Alte Alpi Francesi e dei Pirenei per il nuovo tour. L’utilizzo delle città, la conquista delle maestose montagne e la scoperta delle onde del Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico, attraverso snowboard, skate, surf e bmx, è la missione di Picture Awards 2012. La memoria collettiva accumulata anche nell’edizione passata attraverso gli scatti dei fotografi sarà la nostra nuova “mission”, a marzo riaccendiamo fari e motori.

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Marco Smolla Fs3 Indy - Etna pic Lorenz Holder


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Max Vieider - Sunset AlpeDSiusi11 > Bs5 melon


Una Notte al Kinglauring ad Alpe di Siusi PIC & TXT ELEONORA RAGGI

Esatto si tratta di un’intera nottata passata nel park, non perché avessi l’intenzione di continuare a scattare continuamente per l’intera notte...

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Hopper - Sunset AlpeDSiusi11 > David Mahlknecht Fs3 Mute


Molto più semplicemente ho occupato la piccola baita del prete di Siusi che si trova in fondo al park, con Giorgio de Vecchi ed il suo mitico assistente. Questo dopo aver trascorso l’intera giornata nella località altoatesina per lo Smith Subject Schlern. Un contest veramente singolare organizzato dai Panettone Bros ed F-Tech Snowpark Construction. Singolare per il suo format, il contest si divide in categorie di best trick, dal best 180 al best 900 spartendosi il montepremi a seconda della rotazione. Quest’anno sarà un appuntamento imperdibile, giunto alla de-

cima edizione aggiungerà anche il 1080, segnatevi sul calendario che dal 18 al 19 febbraio dovrete essere qui! Una volta finito il contest decido di shootare al tramonto, i rider rimasti non sono molti, ma fortunatamente validi. Io e Giorgio cominciamo a piazzare i flash all’imbrunire e riusciamo a portare a casa qualche immagine con i local Max ‘Punk’ Vieder e David Mahlknecht. Il tramonto di Siusi rimane in assoluto uno dei miei preferiti sulle Alpi italiane, ogni volta è sempre un piacere!

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Max Vieider - Sunset AlpeDSiusi11 > Bs180 melon


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Ian Battrick e Timmy Turner tornano verso il nostro campo base dopo una session ghiacciata su un reef nel nord dell’Islanda BACO47

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Buio, freddo e vento. Il contachilometri del viaggio che segna 9095,6 Km. Ian Battrick era seduto nel sedile vicino al mio, visibilmente provato dalla stanchezza. Timmy Turner invece era appena partito da Seattle con direzione L.A., ormai era a casa. La mia barba era di un colore misto tra il rossiccio

e il grigio, nata sia dall’impossibilità di trovare un rasoio, sia dalla mia pigrizia. Fuori c’erano cinque gradi sotto zero, e la luce sopra di noi scintillava di un colore che sembrava un misto tra il verde e il viola. Eravamo sulla via di casa, a tre settimane di distanza dall’inizio del viaggio.

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Giusto tre settimane fa eravamo arrivati freschi e motivati dall’avventura che ci aspettava. Il terreno sul quale avevamo piantato la nostra tenda la prima notte era davvero poco accogliente, pieno di pietre. Senza scordare di come la tenda stessa sotto il vento collassò su di noi: e così mi toccò correre fuori solamente con l’abbigliamento termico per cercare di rifissarla, ovviamente sotto la non clemenza degli elementi. La tenda superò la notte nonostante tutto, ma fu un chiaro monito di come le condizioni climatiche di questo viaggio sarebbero state tutt’altro che facili. Timmy era già all’aeroporto la mattina seguente, quando lo andammo a prendere. Portava con sé le tavole, l’apparecchiatura fotografica e un po’ di birre: caricate queste cose la nostra spaziosa auto aveva raggiunto il massimo della capacità. Caricammo tutto al meglio, prima di una sosta per risistemare tutto soltanto un’ora dopo, durante la quale ne approfittammo per un buon caffè. Solitamente vengo designato come il pilota in questi viaggi, ma per una volta la carta di credito che aveva noleggiato l’auto non era la mia, ma quella di Ian, e questo mi garantiva il comodo sedile del passeggiero mentre Timmy viaggiava dietro.

Timmy Turner in un carve deciso

Il point destro lavorò per due giorni di fila, e per tornare sul picco conveniva fare il giro a piedi BACO47

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Ian Battrick in manovra su una destra perfetta


Ian Battrick in aereal su questa fredda destra


Durante questo trip abbiamo dormito ovunque: da sotto l’aurora boreale fino a dentro a dei tunnel

Dopo parecchie ore di viaggio giungemmo ad un fiordo, dove il freddo pungeva davvero, le montagne si presentavano con un’incipriata di neve caduta soltanto due giorni prima. Anche nella cittadina c’erano mucchi di neve sui bordi della strada parzialmente pulita, a testimoniare la recente precipitazione. Sembrava una scena da paese dell’est Europa, con case squadrate, magazzini nel bel mezzo di tutto, dove nella maggior parte delle nazioni del mondo avremmo trovato un campo da calcio, qui si trovava un salto per gli sci. Non si trattava di un salto gigante, ma uno di piccole dimensioni posto vicino al parco giochi dei bambini e un laghetto delle papere. Noi scegliemmo un luogo vicino alla spiaggia, dove il terreno era ricoperto di neve ghiacciata che dovem-

mo ripulire. Un hot-dog alla stazione di servizio ed un freddo tramonto ci prepararono alla nostra prima notte sotto zero. Il vento non sembrava voler mai calare d’intensità nemmeno la mattina seguente, e decidemmo di andare a cercare le onde nelle baie vicine. La swell non era ancora arrivata, e le onde che ci si presentavano davanti eran solo create dal vento, senza ordine e poco surfabili, considerando anche la temperatura. La scelta fu di far rotta verso la vicina penisola, dove in teoria avremmo trovato maggior copertura dal vento. Tornammo dove avevamo piantato la tenda, chiamata The North Face, nostra compagna di mille avventure e la brutta sorpresa di non trovarla più non fu certo piacevole. Che cos’era successo? BACO47

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Il surfista locale Robert cerca il tubo

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La line-up non era certo veloce da raggiungere

Uno dei moltissimi vulcani Islandesi

Subito pensammo fosse stata rubata quando invece scorgemmo qualcosa sventolare e sbattere sul terreno a 200 metri di distanza. Era la nostra tenda! La forza del vento l’aveva sradicata dai suoi picchetti e fatta volar via. La recuperammo ed ora dovevamo capire come l’avremmo asciugata. Fu proprio quello il momento in cui decidemmo di spostarci e di guidare per altre dodici ore. La destinazione fu raggiunta circa alle 11 di sera di un sabato. Riuscivamo a scorgere delle onde frangersi con vento off-shore nella piccola baia dinanzi a noi, sempre con un’amichevole temperatura di meno quattro gradi. La mattina seguente la swell si era ingrossata e non di poco, andammo nuovamente in cerca di qualche spot maggiormente riparato. E per non farci mancare nulla, ecco cadere dal cielo la neve, e nonostante montassimo le gomme termiche questo non impedì alla nostra auto di slittare. Fortunatamente guidando verso sud la neve si trasformò in pioggia leggera: avevamo comunque deciso di tornare al fiordo dove il vento ci aveva portato via la tenda. Dopo ventiquattro ore di guida e 1000 km di spot check continui era-

vamo nuovamente al punto di partenza, ma con la consapevolezza di esser nell’unico posto dove avremmo potuto trovare buone onde. Infatti la mattina seguente, dopo aver bivaccato all’interno di un tunnel, il point-break che programmavamo di surfare il primo giorno di trip finalmente funzionava a modo. I ragazzi non aspettavano altro e si buttarono subito in acqua. Dopo un pasto veloce e un’altra session di surf, la nostra missione al volante ricominciava nuovamente. Ma questa volta fu davvero un lungo viaggio, e ci costò una notte all’addiaccio a pochi chilometri dalla nostra destinazione. Il nostro risveglio fu condito da una leggera nevicata, ma la visione di alcune onde ci rinfrancò. Il nostro viaggio continuava, e tra vento, neve e notti passate al freddo. La swell finalmente entrò, e decidemmo di guidare verso ovest. Perchè ad ovest? Perchè la avremmo trovato dei reef niente male ovviamente insieme al ormai costante brutto tempo. Il mare era davvero grande, e le condizioni non molto favorevoli.

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Ian Battrick in un carve sotto l’imponente montagna Islandese


Timmy Turner in azione in una spiaggia nel sud dell’Islanda

Ian alla scoperta di un altro beachbreak

La nuova rotta si chiamava Reykjavik, era la notte di Halloween, eravamo ormai da tempo in viaggio ed una doccia era più che doverosa prima di uscire. Scegliemmo come luogo l’aeroporto, dove riuscimmo a renderci presentabili. Così alle undici di sera eravamo seduti dentro un bar di Reykjavik, che ci sembrò, dopo un così lungo vagare, l’Hilton di una qualsiasi città. Lasciai il bar dopo un paio di birre, direzione la mia “camera di albergo”, il sedile anteriore della macchina. I ragazzi arrivarono a breve e dormimmo fino all’alba, prima di fare un surf check. Non era niente di che. Portammo Timmy all’aeroporto, mentre io e Ian ci concedemmo altri tre giorni di surf.

Le onde non eran male, surfammo un piccolo slab, dormendo nella nostra Skoda. Il ritorno verso la civiltà era vicino, ed il nostro viaggio sembrava quasi una novella. Come spesso accade, tutto sembrava esser passato troppo in fretta, come se non fosse mai successo, ma l’odore dei nostri indumenti non lavati per tre settimane mi faceva tornare immediatamente con i piedi per terra. Grazie a lunasurf.com per avermi aiutato in questo viaggio.

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INCHIOSTRO & PELLE Itw Mattia Bonaguro

Se non ricordo male l’idea di scriver un’articolo sul mondo dei tatuaggi è nata ad Hossegor davanti ad una bella grigliata di pesce, durante una delle nostre chiacchierate Poldo non faceva che dire che proprio non si sarebbe mai fatto un tatuaggio e con il suo senso cinico della vita continuava a ripeterci che non capiva del tutto il senso di farsi un veliero sul braccio quando non si possedeva una barca, piuttosto che avere delle rose che a lui ricordano dei carciofi oppure ancora visi di donne o scritte che alla lunga possono stancare o stufare. Morale, gli ho proposto di intervistare Gaia Pisani, una mia cara

amica e tatuatrice di Torino, per fare un pò di chiarezza su questo mondo immenso e colorato e svelarci qualcosa in più riguardo al suo mestiere. Personalmente amo i tatuaggi, indipendentemente se lo si faccia per moda, passione o necessità, trovo siano fantastici da portare sulla propria pelle o da guardare sulla pelle d’altri, suscitano curiosità ed interesse, il tatuaggio è una forma d’arte. Se ne sentono di tutti i colori a riguardo, proviamo a capirci qualcosa! ...Continuo a pensare che prima o poi Poldo cederà, anzi ne sono certo!

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CIAO GAIA, RACCONTACI CHI SEI E DA COSA NASCE LA TUA PASSIONE E IL PROGETTO HARDTIMES TATTOO SHOP. Ciao! Ho 25 anni, sono nata a Torino e come molti amo questa città, da “giovane” ho fatto il Liceo Artistico e in seguito mi sono laureata all’Accademia di Belle Arti di Torino. Sono sempre stata appassionata di tatuaggi e me li sono fatti fare negli anni da tatuatori diversi, fino a quando un giorno, ho iniziato anche io a tatuare. Come molti, ho incominciato in casa, usando gli amici come cavie e chiunque volesse mettermi alla prova, fino a quando sono stata accolta da Renato di Blast Wave a Moncalieri, dove ho lavorato per un certo periodo, e in seguito, ho dato vita, insieme al mio socio Fabrizio, all’ Hardtimes Tattoo Shop. PERCHE’ LA SCELTA DEL NOME “HARDTIMES” E COSA RAPPRESENTA QUESTO STUDIO PER TE? Dopo un susseguirsi di eventi che ci hanno portati con fatica ma anche con grande soddisfazione alla creazione di questo studio, non facevo che pensare al gioco di parole racchiuso in “hard-times” ovvero “tempi-duri”, riferito ai momenti difficili, alla fatica e al sudore nel realizzare tutto questo ma anche al dolore che si prova tatuandosi. La nostra intenzione, era quella di creare un vero e proprio laboratorio o bottega dove ci fosse un forte scambio artistico tra giovani, creando una miscela di stili e di diverse concezioni del tatuaggio e del disegno che andassero a formare un ambiente completo dal punto di vista artistico e aperto a varie influenze e correnti di pensiero, in modo tale da offrire al cliente un’ampia scelta stilistica. Personalmente credo che il confronto artistico sia fondamentale per la crescita di un tatuatore, per questo è importante per me avere sempre nuove fonti d’ispirazione. HAI GIA’ NOMINATO IL TUO SOCIO FABRIZIO, CHI ALTRI LAVORA CON TE? Con me e Fabrizio Farese, lavora William, in arte Billi Boi e saltuariamente anche Gabriele del Laboratorio dei Mutanti, soprattutto quando si tratta di eseguire lavori in stile realistico o horror; a mio parere Gabriele, oltre che a livello locale, anche a livello nazionale è uno dei più forti, vincitore del 1° premio categoria “bianco e nero” alla Convention di Torino 2011. Inoltre, spesso, siamo ben lieti di ospitare artisti di altre località, per poterci confrontare con altre realtà e dare la possibiltà a tatuatori affermati e non, di lasciare il proprio “segno” nella nostra città! TI SENTI UN ARTISTA O PIU’ UN’ OPERAIA DELL’ INCHIOSTRO? Sinceramente ancor prima che un artista o un’operaia, mi sento un’artigiana dell’inchiostro, sono una giovane leva di questo mondo, resto con i piedi per terra, sono ben consapevole di avere una grossa responsabilità nei confronti delle persone e di ciò che porteranno addosso per tutta la vita, detto questo, ci tengo a dire che amo tutto ciò che è arte visiva e cerco di trarre sempre ispirazione da coloro che reputo dei veri artisti, partendo da quelli più classici fino ai contemporanei e moderni. QUALI SONO LE TUE FONTI D’ ISPIRAZIONE? Mi piace molto l’iconografia religiosa, cristiana e ortodossa, pur non essendo credente o praticante, adoro anche l’arte popolare, soprattutto quella messicana piuttosto che russa, sono inoltre appassionata di immagini relative all’arte circense. Mi piace collezionare libri da cui trarre spunti per i miei lavori, il mio cuore rimane però fedele alla classica iconografia del tatuaggio tradizionale occidentale. IL MONDO DEI TATUAGGI E’ INCREDIBILMENTE VASTO, CI SONO INFATTI TANTI STILI, TECNICHE E CORRENTI DI PENSIERO DIFFERENTI TRA LORO, PUOI RACCONTARCI QUALCOSA A RIGUARDO? Si, ci sono tantissimi stili diversi, partendo da quelli più antichi con fondamenta radicate nelle culture popolari e sociali come il Maori, il Polinesiano, il Tribale e il Giapponese (che prende ispirazione da antiche litografie classiche dell’arte giapponese), fino ad arrivare a stili più “moderni” (anche se hanno già fatto la loro storia), come il “traditional”, quello carcerario in stile sovietico, quello cicano-latino, fatto di scritte e immagini soprattutto in bianco e nero, oppure ancora, nuove correnti come quella “new school” che consiste in una rivisatione dei soggetti “old school” rielaborati in chiave più fumettosa e colorata; ultimamente piacciono molto anche soggeti grafici e sintetici. PERCHE’ FARSI UN TATUAGGIO? Ci si tatua per mille ragioni, perché si ha qualcosa da raccontare, da ricordare o da esprimere. Si tratta, a mio parere, di una forte necessità di identificazione e di voglia di unicità, detto questo, non dimentichiamoci che l’aspetto estetico ha indubbiamente una grande importanza, un tatuaggio può essere oggettivamente bello oppure soggettivamente importante e significativo.

LA FRASE “UN DIAMANTE E’ PER SEMPRE” E’ FORSE PIU’ APPLICABILE AD UN TATUAGGIO? CHE NE PENSI? Sono assolutamente d’accordo, infatti reputo un tatuaggio ancora più importante di un semplice oggetto materiale, non è una questione di prezzo ma di attaccamento alla pelle, i tatuaggi sono a tutti gli effetti “oggetti” dell’anima! PARLACI DEI TUOI TATUAGGI. Credo di essere già arrivata ad un numero notevole, sebbene io non li conti, alcuni hanno un alto valore affettivo, altri più artistico. Sicuramente quelli a cui tengo di più, sono quelli dedicati alla mia famiglia ed in particolar modo a mio papà, come il veliero che ho sulla gamba con la scritta “il vento non cala” e a mia mamma, per lei una chiave antica, oppure ancora, una corona, per la mia tata che è stata la donna che mi ha cresciuta. Altri tatuaggi che porto addosso ricordano particolari momenti della mia vita e altri ancora portano la firma di artisti o amici a cui tengo particolarmente. A dirti la verità solitamente non amo molto parlare dei miei tatuaggi. QUALI SOGGETTI PREFERISCI? Amo le figure femminili, soprattutto quelle di tipo marinaresco e poi adoro le rose, le metterei ovunque! COME SONO I RAPPORTI TRA DI VOI ALL’INTERNO DELLO STUDIO? Siamo tre persone completamente diverse e abbiamo caratteri molto particolari, ma forse proprio per questo ci troviamo e lavoriamo bene insieme, seppure come in tutte le grandi famiglie non mancano le giornate no. William, come me, si avvicina di più allo stile “traditional” seppur in maniera più naif, surrealistica e colorata, mentre Fabrizio è un grande appassionato di “bianchi e neri” e soggetti tendenti al genere “horror”, in generale cerchiamo di essere completi. QUANDO TI CHIEDONO COME TI VEDI DA VECCHIA CON LA PELLE CHE CADE PIENA DI TATUAGGI, TU COME RISPONDI? Questa è la classica domanda che tutte le persone tatuate subiscono ed odiano, io personalmente mi limito a sorridere e a dire che sicuaramente sarò una vecchietta colorata e divertente con qualcosa sulla pelle da raccontare, i tatuaggi invecchiano insieme a me e poi ricordatevi, “tattoes are memories” BACO E’ UNA RIVISTA CHE PARLA DI SNOWBOARD, SKATE, SURF E ARTE, QUESTI MONDI SI LEGANO E SI FONDONO CON QUELLO DEI TATUAGGI, COME INTERPRETI QUEST’INCONTRO? Si certamente l’ambiente del freestyle è legato al mondo dei tatuaggi, mi è capitato spesso di vedere riders di ogni genre con tatuaggi, sicuramente entrambi i mondi sono un’espressione artistica di se stessi ed è normale che si incastrino alla perfezione! Mi fa molto piacere che una rivista di settore come Baco, dia spazio a forme di espressione come il tatuaggio. PROGETTI PER IL FUTURO? Spero di viaggiare il più possibile e tatuare in diverse Convention dove poter confrontarmi ed esprimere la mia arte, continuare a tatuarmi ed essere ospite in qualche studio importante, magari all’estero. Come Hardtimes vogliamo continuare ad invitare diversi artisti e sicuramente non smettere di crescere professionalmente. HAI CONSIGLI PER CHI VUOLE IMPRIMERE INCHIOSTRO SULLA PROPRIA PELLE? Consiglio banale ma efficace, non badate a spese e pretendete il meglio visto che sarà per tutta la vita, per il resto, libero spazio alla fantasia, il tatuaggio è una libertà di espressione. Assicuratevi sempre che lo studio dove vi tatuerete rispetti le norme igeniche e che a farvelo sia una persona qualificata. SALUTI, BACI E ABBRACCI. Prima di tutto ringrazio i miei genitori per avermi supportato e sostenuto in tutti questi anni, coloro che al tempo mi hanno prestato la pelle per farmi iniziare, Fabrizio e William che mi sopportano (ma anche io sopporto loro), Baco per quest’intervista ed ultimo ma non per importanza il nostro amico Jhonny Cat che considero un vero e proprio maestro.

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Conosco Luca ormai da anni, potrei definirlo un fratellino minore. Purtroppo un po’ per i miei impegni, un po’ per la distanza e un po’ perché lui non ama molto viaggiare; che per un sardo non è poco! Riusciamo a vederci con il conta gocce, soprattutto in questo ultimo anno. Questa sua itw sarebbe dovuta essere molto più lunga con molti più trick, perché Luca ha un bagaglio di manovre veBACO47

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ramente impressionante, ma stavamo tenendo ferme queste immagini da troppo tempo e quindi eccole qua. Luca oltre ad essere un bravo skatear è un ottimo amico, possiamo stare mesi senza sentirci, ma senza doverci dare alcuna spiegazione, in quelle occasioni, parliamo poco di skateboard e ci concentriamo sull’andamento delle nostre vite. In questi anni ho conosciuto molto bene anche la sua splen-


PIC &TXT LUCA CARTA

dida famiglia: suo fratello Gabriele e sua mamma Anna, che ogni volta mi accoglie come un terzo figlio e da buona sarda mi fa ingrassare. Il tempo trascorso con Luca mi ha fatto conoscere anche gli altri skatrs di Cagliari e la città stessa, che ormai potrei definire come una terza casa o una seconda in Sardegna, chissà forse ciò che ci lega molto oltre allo skateboard è che siamo entrambi sardi e amiamo l'iknusa!

L'unica pecca: è lento! Non sullo skateboard intendiamoci, nella vita! ...Ha i suoi tempi e si perde facilmente, non vi sto a raccontare le ore passate ad espettarlo, una volta finita la pazienza lo chiamo esclamando: Diobo Doneddu! Poche parole ed il sorriso ritorna, ma la sua puntualità continua a latitare. Ciao Alba

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David Vlug France


Gal ery eddu by Mike Pir

La ricerca continua porta al viaggio. Il mio 2011 è stato un viaggio continuo, sia fisico che mentale. Queste immagini raccontano alcuni momenti di questo viaggio, ritraendo persone che ne sono state parte integrante...

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William Allioti frontside air reverse Les Bourdaines - France


Mitch Coleborne

backside tube Graviere - France




David Vlug air frontside mute Cote Basque - France


Angelo Bonomelli blow tail Les Estagnots- France



Roberto D’Amico backside air revers Lanzarote - Canary Island



Il 2011 è stato un anno di profondi cambiamenti e quello che ci riserva il neonato 2012 credo che neanche i Maia lo possano sapere con precisione. L’impegno e la dedizione che ci hanno accompagnato fino a qua continueranno ad essere nostri compagni nel prossimo futuro e, se il nostro viaggio ci porterà dentro l’ignoto, un solo pensiero rimbalzerà nelle meningi: “Per ogni nuova tempesta ci sarà un nuovo tramonto a riscaldare le nostre ossa e a ricordarci che domani tutto può ancora accadere”.

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THE CHOSEN

NIKE PRESENTA “ THE CHOSEN” EDIZIONE INVERNALE Preparati a filmare, comincia Nike Chosen edizione invernale. The Chosen è il video-contest che Nike dedica alle crew di tutto il mondo, offrendo la possibilità di vincere un’esperienza da sogno capace di cambiare la vita di ogni rider.

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Dopo aver effettuato la registrazione su www. nike.com/chosen , ogni crew dovrà creare il proprio video di snow, montandolo con le grafiche e i brani musicali messi a disposizione da Nike. Una volta caricato il video sulla piattaforma, la crew dovrà condividere il video su Facebook e sul Web


il più possibile. Verranno infatti votati e premiati i video che dimostreranno originalità nel filming, creatività nel riding e popolarità sul Web. Il concorso si compone di quattro round: al secondo round accederanno 9 crew, delle quali solamente 3 arriveranno in finale. Ma soltanto una, il prossimo 7 Aprile, sarà proclamata vincitrice dal team Nike Snowboarding. I fortunati vincitori voleranno in British Columbia insieme ad una troupe video e ai riders del team Nike Snowboarding, ricevendo inoltre un

premio di ben 40.000$ (10.000$ per ogni membro della crew) e un'ingente quantità di materiale Nike Snowboarding. La deadline per inviarci i video della tua crew è il 15 febbraio 2012. Non c’è tempo da perdere, prendi il telefono, chiama i tuoi amici e inizia a filmare. Iscrivi ora la tua crew su: www.nike.com/chosen

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Filippo Eschiti pic Francesco Salvatori

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Nickname: Pippo Data di nascita: 30/09/1993 Luogo di Nascita: Livorno. Home: Livorno. Sponsors: Analog, Gravis, Blackmagic surfboards, Billabong wetsuits, Surf to live, Hoasy surf Livorno. Sport: surf. Favourite spot: il sale. Home spot: bagni Roma. Trips: 2 volte in Portogallo e più volte a Somo in Spagna. Altri interessi: ragazze, musica e allenamento.

Speranze nel surf: la speranza che ho, ma che credo sia comune alla maggior parte dei surfisti, sia quello di riuscire a mantenersi con i soldi derivati dal surf, ma è una strada di certo non molto facile, per adesso continuo a surfare divertendomi e cercando di migliorarmi il più possibile. Nel frattempo cercherò di avere buoni risultati nelle gare future, e di iniziare magari dal prossimo anno anche a partecipare a qualche pro junior in giro per l’Europa.


o n a i l i m i s Mas Spolverini pic Mike Pireddu

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Nickname: Max Data di nascita: 3/9/1994 Luogo di Nascita: Roma. Home: Ostia. Sponsors: Rip Curl, City Beach Sport: Vado in palestra, e ogni tanto nuoto in piscina… Favourite spot: Banzai. Home spot: Secret ostiense. Trips: Portogallo (Peniche, Ericeira), Francia (Hossegor), Spagna (Lanzarote, Tenerife, Santander). Altri interessi: Mi piace fare Snowboard però è tanto che non vado in montagna, dimenticavo mi piace moltissimo disegnare.

Speranze nel surf: La mia speranza è quella di diventare bravo sia in Italia che all’estero, il mio desiderio è quello di poter surfare tutta la vita.



Pic Olaf Jacopo Carozzi, Federico Peroni, Simone Chiolerio, Francesco Ferro, Devis Ficara, Piero Stuper, Enrico Carta e Alessandro Berti, capitanati dal team manager Enrico Cerovac, sono la IUTER Skate Family, una specie di skate team un po' allargato! Provenienti da un po' tutta Italia, molti di loro non si conoscevano prima di entrare nel tour, ma con il tempo, grazie ad aver viaggiato assieme durante i numerosi tour organizzati da Iuter, sono diventati amici. Per questo abbiamo deciso di lasciare che loro stessi parlassero dei propri compagni di team! Enrico Cerovac


Enrico Carta, FS board


PIERO STUPER SU ENRICO CARTA Due sono gli episodi che mi han colpito di Enrico. Eravamo ad una manata di festa a Berlino. Un posto pieno di fighe e proskater da tutto il mondo. Ma noi da bravi italiani ci siamo soffermati sul biliardino. C'era un tipo strano che giocava da solo contro altri due, si muoveva in modo strano, era palesemente sotto l'effetto di droghe di ogni tipo. Ad un certo punto Enrico gli si avvicina e gli chiede di giocare ma il fattone gli dice di no. Ci prova un altro piÚ di volte sentendosi sempre la stessa risposta. Ad un certo punto si incazza gli tira uno spintone e lo sposta di 5 metri. La rissa che doveva nascerne han deciso di giocarsela al biliardino e sono andati avanti per almeno 5 partite vinte tutte dal nostro rider che se n'è andato tronfio come se l'avesse steso con un destro. Il secondo episodio riguarda uno spot famoso di Berlino in cui eravamo a scheitare in una zona dove effettivamente lo standard di persone che la popolava sembrava il risultato di un sovraffollamento di un ospedale psichiatrico. Enrico era preso male perchÊ essendo la rincorsa cieca non riusciva a vedere se c'eran passanti o meno percui si ritrovava a 300 all'ora che doveva fermarsi per non investire nessuno. Dopo un bel piÚ di sudore versato ha cominciato ad incazzarsi con tutti quelli che gli tagliavano la strada imprecando in sardo e lanciando la tavola. Anche se lui non si stava divertendo io me la ridevo di brutto godendomi la scena da disteso su una panchina, grazie per questi bei momenti!

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Piero Stuper, 360kickflip to nollie BS bigspin

ENRICO CARTA SU FEDERICO PERONI Credo Fede Peroni sia la persona che meglio di identifica nell'aggettivo che spesso viene usato impropriamente di "tranquillone". È un ragazzo interessante, semplice e affidabile, a cui piace viaggiare in cerca di novità, e dalle sue esperienze ha sempre qualcosa da raccontarti per farti gasare, anche al di fuori dello skateboarding. Come skater è a un livello tecnico fuori dal comune, riesce a fare dei tricks che neanche riuscirei a pensare di provare; giocando a "S.K.A.T.E." è praticamente impossibile batterlo. Quest'anno è venuto a Berlino nonostante si stesse ancora riprendendo da un brutto intervento al ginocchio e, anche se non ha potuto skateare allo stesso ritmo degli altri, ha comunque tirato fuori qualche "perla" delle sue senza troppe esitazioni. Non posso che ammirare e invidiare la sua determinazione, e so che da lui avrò sempre da imparare...

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FEDERICO PERONI SU CESCO FERRO Conosco Cesco da più di 7 anni. Ricordo ancora tutte le estati trascorse a skateare tutto il giorno a Savona e dintorni dove trascorrevo un periodo delle mie vacanze. In queste occasioni mi è sempre stato di grande ispirazione e mi ha insegnato a fare molti trick. Mi ha sempre colpito la sua originalità e la sua innata attitudine nel fare ogni tipo di pressure flip (grazie ai quali riesce a battermi a S.K.A.T.E). Durante l'anno non ci vediamo spesso data la distanza, ma quelle poche volte mi hanno sempre lasciato dei bei ricordi. L'episodio più assurdo è stato l'anno scorso quando ero appena entrato in Iuter e sono andato con Cesco a Berlino per il Bright. Abbiamo skateato alla grande ma avevamo fatto male i calcoli con la prenotazione dell'aereo per il ritorno e ci siamo ritrovati l'ultimo giorno senza posto per dormire e la partenza dell'aereo alle 8 del mattino. Abbiamo così lasciato tavola e valige ai pezzi grossi di Iuter che tornavano col furgone a Milano e abbiamo iniziato a vagare per Berlino senza meta. Dopo un po' di indecisione sul come passare più di 12 ore in giro

per la città, la prima tappa è stata allo spot di Berlino più famoso, il Kulturforum. 2 ore di camminata. Abbiamo visto che erano solo due fermate di metro ma non ci eravamo resi conto che erano chilometri di distanza. Arrivati allo spot ci siamo imbattuti a sorpresa nel team Nike e abbiamo assistito in diretta a delle tecnicate di Shane o'neil e di Cory Kennedy. In seguito siamo andati a mangiare e visto la finale dei mondiali di calcio in un bar. Finita la partita siamo andati ad assistere ai festeggiamenti degli spagnoli ad Alexander Platz dove siamo stati cacciati dopo poco dalla polizia locale per il casino. Non sapendo più cosa fare abbiam provato a dormire su delle panchine in centro, ma senza risultati dato che eravamo imparanoiati dal passaggio costante di qualche scarafaggio. All'alba delle 2 allora abbiamo deciso di dirigerci a piedi verso la stazione da cui partiva il primo treno delle 6 per l'aeroporto. Ovviamente dalla parte opposta della città. Credo sia stata la volta in cui ho camminato di più di tutta la mia vita, ma alla fine è stato bello visitare la città di notte. Siamo arrivati giusti giusti per il treno e siam tornati a casa distrutti. BACO47

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Jacopo Carozzi, FS feeble


CESCO FERRO SU ALESSANDRO SANCHO BERTI Ho conosciuto dopo il mio ingresso nel team Iuter, ma mi ricordo di lui già dal 2001, quando avevo iniziato a comprare le prime riviste di skate. Si perchè Sancho di anni di skate dietro le spalle ne ha un bel po', e si vede: dategli un curb di qualsiasi genere e lui ve lo distruggerà! Mi dispiace solamente che quest'anno non abbia partecipato ai vari tour Iuter come gli anni scorsi e spero di beccarlo nei prossimi per poter skateare insieme! Vedi di esserci!

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ALESSANDRO SANCHO BERTI SU JACOPO CAROZZI Jacopo Carozzi‚ che dire, non lo conosco molto bene, o meglio, non ci siamo visti molto spesso, ma di lui ho diversi ricordi, ovviamente tutti positivi. In particolare mi piacerebbe ricordare Jacopo durante il tour Iuter della scorsa estate, quando il team è venuto a trovarmi in Romagna sotto un sole ed un caldo cocente. Ovviemtene Jacopo, essendo mezzo albino, era ustionato in faccia, aveva le guance completamente rosso fuoco e i capelli giallo bianchi bruciati dal sole... Una roba che faceva ridere solamente a guardarla (non credo a Jacopo)!!! È stato praticamente la mascotte del tour, preso in giro e preso a sberle da tutti. Inutile parlare delle doti e delle sua capacità da skater, sappiamo tutti che Jacopo spacca e spaccherà sempre di più; forse non tutti sanno che è anche un bravo bambino ed è pure simpatico. Ciao Jacopino... Salutaci tua sorella...


Devis Ficara, switch varial heelflip


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Simone Chiolerio, wallie 5050 blunt

JACOPO CAROZZI SU SIMONE CHIOLERIO Che c'è da dire su Chiole... È un matto, il mio matto preferito! Ha la sua creatività, che in pochi hanno secondo me uno dei migliori "ignorant" skater di sempre! SIMONE CHIOLERIO SU DEVIS FICARA Devis è un ragazzaccio: è venuto a casa mia con Kreator (fotografo di freestyler) e mi ci siamo massacrati di trick per tre giorni. Devis ha uno stile preciso, compatto e fluido, è sempre di buon umore e sa giocare a finger skate meglio di me.

DEVIS FICARA SU PIERO STUPER Ho avuto l'occasione di skateare con Piero un paio di volte, durante i micro tour di iuter: come persona spacca, è simpaticissimo. Scene particolari che abbiamo condiviso insieme non penso ce ne siano (apparte assistere alle mille follie di Chiole). Come skater invece posso dire che spacca: ha uno stile che mi piace, butta giù i trick dai gap senza pensarci. Aah si, dimenticavo: è perso per le vespe, ed è più innammorato di Megan Fox che della sua morosa ahahah!

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Ci accreditiamo al Torino Film Festival è la cosa ci da un po’ di tono, sedersi a fianco a Nanni Moretti con Gianni Amelio che ti presenta i film in sala non capita tutti i giorni. Attack The Block Sala 3. Coda all’ingresso sala piena! Amelio prende in microfono e presen-

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ta il regista Joe Cornish “My Name Is Joe” dice al microfono, e con poche parole presenta il film.... Racconta che i 5 ragazzi sono alla loro prima esperienza da attori. Poi domanda alla platea: Sapete cos’è un 8mm? Sapete cos’è 8 Mile? Attack The Block è un


ATTACK THE BLOCK TXT PAOLO TESTA

Super 8 Mile! Risata in sala, si spengono le luci e... ...In una notte di Londra tempestata di spari e petardi, fuochi d’artificio su un cielo nero acceso da lapilli e scintille, una ragazza al telefono sta tornando a casa dal lavoro quando viene aggre-

dita e derubata da una banda di cinque giovanissimi teppisti: Moses (John Boyega), Pest (Alex Esmail), Denis (Franz Drameh), Jerome (Leeon Jones) e Biggz (Simon Howard). La gang capeggiata da uno stilossimo Moses è un mix venuto fuori direttamente da un film ninja o

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western - (racconta Cornish). Guidano scooter e biciclette ma hanno anche un armamentario fatto di spade samurai, mazze da baseball e fuochi d’artificio. Davvero stilosi! Ma c’è un perchè. I cinque attori hanno avuto la possibilità di scegliere personalmente le scarpe, le bandane e gli abiti da indossare tra quelli messi loro a disposizione dalla costumista. Mai scelta più azzeccata! Comunque.. Torniamo alla scena... La ragazza viene aggredita, tolto anche il suo anello, come ovvio senza valore ma un ricordo. Buuummm! Un meteorite si schianta su una macchina parcheggiata lì vicino. Moses prende la palla al balzo e rovista nei cassetti ma d’un tratto vengono aggrediti da un piccolo alieno! Per nulla intimoriti inseguono l’alieno lo “pigliano a mazzate” e lo uccidono: nessuno può toccare il lo Block! Gran bel trofeo, lo trascinano in giro con sguardo fiero finchè decidono di nasconderlo in un appartamento di Ron Ron (NICK

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FROST), un pittoresco spacciatore che vive nel loro stesso palazzo e che ha creato una coltivazione di cannabis in un appartamento abbandonato agli ultimi piani del palazzo. Non stiamo a raccontarvi altro, il film uscirà nelle sale nel 2012 (il mese non è ancora deciso). Noi lo abbiamo visto in lingua originale con i sottotitoli, dialoghi esilaranti, battute di una contemporaneità imbarazzante! Speriamo che nel doppiaggio non perda. E che nessuno tocchi il Block!



Alessando Berti, meglio conosciuto come Sancho, è una persona "strana" , di quelle che piacciono però… Ha un sacco di passioni, e per ognuna ci mette anima e corpo: anche per questo a volte scompare per settimane senza dar notizie di dove sia o di cosa stia facendo. Però sai già che appena lo risenti ha da raccontarti un sacco di cose oltre che a lamentarsi. Nonostante sia fissato su quello che fa, non si può non apprezzare questa forza nelle sue passioni, in particolar modo quando riesce a trasmetterla agli altri.

Intw Enrico Cerovac - Pic Simone Muccioli


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Non è la tua prima intervista lo so però fai una piccola presentazione per chi tra i giovani non ti conosce. Beh allora, mi chiamo Alessandro Berti, ho 28 anni (di già?!) e vengo da Savio, un paesino di mare tra Milano Marittima e Cervia, in Romagna. Skato da quando avevo 15 anni e praticamente non ho mai smesso. La Romagna è famosa per la buona cucina le tradizioni e la “gnocca”… com’è che sei finito a sk8are e non in qualche balera a cuccare? Ahahah, bella domanda! A volte me ne meraviglio anch’io. Dunque, ho iniziato a skatare perché al contrario dei ragazzi del mio paese non sopportavo l’idea di chiudermi in un bar tutto il giorno a giocare a carte, non me ne fregava niente di andare in discoteca alla domenica pomeriggio ed odiavo il calcio, come lo odio tuttora. Così un giorno, per caso, ho scoperto che anche altri ragazzi che vivevano vicino casa mia skatavano, quindi me li sono fatti amici e da quel momento abbiamo sempre fatto skate assieme, anche adesso. Sono diventati i miei migliori amici: Rous, Daniele poi in seguito Thomas, Matteo e altri che purtroppo però con il passare degli anni hanno preso altre strade… li ammiro tutti. BACO47

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Com’è avere dei “vicini di casa” come Marco Morigi e i fratelli Zattoni? Quanto hanno influito nel tuo modo di sk8are e di rapportarti con la scena italiana? Con Morigi c’è un bel rapporto di amicizia anche oltre lo skateboarding, ci sentiamo spesso, e mi è capitato più di una volta di trovarmi a cena con lui, con Antonella (sua moglie) e il piccolo Nicola. Come skater è una persona molto stimolante, ci divertiamo un casino quando ci vediamo al park e spesso ci sentiamo anche per organizzare piccoli eventi locali oppure come negli anni passati mi trovavo con lui quasi ogni sera a Marina di Ravenna per aiutarlo nella preparazione dello skatepark per lo Slam Trick. Marchino lo ringrazierò sempre, mi ha sempre aiutato per qualsiasi cosa e spesso mi ha scarrozzato in giro per contest ed eventi in tutta Italia. È decisamente una delle migliori persone che io conosca. Con Gianni e Giorgio invece ci vediamo molto meno rispetto Morigi, in quanto loro abitano non proprio vicino a me, e spesso skatano dalle loro parti, specialmente fino a quest’estate prima che smantellassero il loro skatepark di Savarna, dove vivono. Comunque ogni mercoledì sera ci vedevamo allo skatepark di Ponte Nuovo per la solita session serale con tutti i local. Non mancavano quasi mai, e skatare con loro è una vera figata.

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In quelle zone ci sono sempre stati un sacco di parks, e negli anni ne sono spuntati di nuovi e in cemento, sicuramente questo avrà agevolato una crescita sia di livello che di sk8ers, vedi una differenza sostanziale con le nuove generazioni? Si, con l’arrivo di tutti questi nuovi parks ovviamente e’ aumentato a dismisura il numero di nuovi ragazzini che si avvicinano allo skateboarding. L’unica differenza rispetto a quando ho iniziato io è che hanno sempre meno rispetto per le persone più grandi. Voglio dire che se io quando avevo 15 o 16 anni e andavo allo skatepark di Milano Marittima dove ho iniziato a skatare e per qualche stupido motivo rispondevo male ad un local più grande di me anche di 10 anni mi beccavo uno schiaffone e mi mandavano via dal park. Oggi i ragazzini ti mandano a fanculo in scioltezza per qualsiasi minima stronzata, e non hanno veramente rispetto per niente e per nessuno. In realtà ti accorgi che ci sono sempre di più giovani skaters ma il livello è quasi sempre sotto la media, perché i ragazzini oggi danno importanza più che altro alla tavola sempre nuova, alla scarpa giusta con il pantalone e la t-shirt abbinata e se la menano un casino credendosi di essere già arrivati. Per fortuna tra questi c’è anche chi se ne sbatte e si impegna e migliora di giorno in giorno, e questo è il vero spirito che dovrebbero avere le nuove generazioni.

So che il tuo home spot è appunto il park di Ponte Nuovo (progettato da Morigi); vuoi raccontarci un po’ com’è la scena che ruota intorno a quel park e quanto ti è servito macinare quel muretto? Ponte per me è stata la svolta. Non avendo niente che assomigliasse ad un vero spot skatavo sempre allo skatepark di Milano Marittima, dove purtroppo gli skaters erano sempre gli stessi e tutti giovani; non avevo la patente e non potevo spostarmi di molto nonostante avessi bisogno di confrontarmi con altri skaters e iniziare ad abbandonare un po gli skateparks tradizionali. Ho preso la patente proprio a conclusione dei lavori del park di Ponte, e da quel momento ogni pomeriggio lo abbiamo passato lì. Per me era ed è tuttora una figata, cemento liscio, muretti ovunque e la bowl al centro. Mi sono fatto un sacco di nuovi amici e ho conosciuto bene tutti i local ravennati tra cui Morigi. Vi ho conosciuto un sacco di skaters nuovi che sono diventati poi i ragazzi con cui skato tutti i pomeriggi. Ci si diverte, ormai andare al park il sabato pomeriggio e sai già che li troverai tutti. Ovviamente la mia passione per i muretti, per i manual e i flat tricks è nata li, per chi ama quel tipo di skating è il park perfetto.

fs nosegrind


Negli anni hai partecipato a molti tour e oltre a questo ti sei fatto pure dei bei viaggi in solitaria in Spagna e Oltreoceano, insomma di cose ne hai viste… Vuoi raccontarci qualche aneddoto particolare? Negli ultimi quattro anni sono stato tantissime volte a Barcellona e tre volte negli Stati Uniti. Sempre da solo. Il motivo è semplice: se avessi dovuto aspettare che anche altri si dessero una mossa, a quest’ora starei ancora aspettando di partire, allora mi sono deciso e sono partito! Barcellona la conoscete tutti: è blunt pop out

sempre bella, gli spot sono perfetti e più o meno skati dove e quando ti pare. Ma gli USA ed in particolare la California sono una roba totalmente differente! E’ tutto molto più difficile, soprattutto riuscire a skatare gli spot senza essere cacciati. Infatti hanno un sacco di concrete park ovunque. Il livello medio è veramente alto e ci sono una quantità assurda di skaters. Sono stato poi in Florida a Miami, a New York e di aneddoti ne avrei a volontà, ma mi dilungherei troppo.


Sei una persona molto impegnata: lavori, sbattei, fai foto, collezioni vespe con tuo padre, vai in bici, sei appassionato di tatuaggi, disegni… Insomma come fai a conciliare il tutto, dove trovi il tempo necessario? Mi servirebbero le giornate da 36 ore per riuscire a fare tutto quello che vorrei. Di base sono una persona molto organizzata e regolare, forse troppo. Riesco bene ad organizzare le mie cose perché ho tutto diviso per giorni e per momenti. Al lunedì ho l’incontro con i ragazzi del corso di fotografia con il quale sto preparando una nuova mostra, al martedì di solito skato e alla sera magari dipingo o disegno. Mercoledì cerco di fare palestra o bicicletta, giovedì skate, venerdì skate, fotografie, disegni, palestra ancora, poi devo uscire in vespa con mio babbo e mio fratello, porta in giro il cane, vado a skatare, preparo un tatuaggio per un amico, esco a skatare ancora, torno al lavoro, skate, skate, foto, foto… Aiuto! A volte arrivo alle 9 di sera che non vedo l’ora di spegnere tutto e di andarmene a letto! Adesso poi come se non bastasse ho una nuova passione, quella per il legno, mi piace un sacco lavorare il legno e costruire piccoli oggetti, sedie, tavolini, mensole, quindi devo trovare il tempo per fare anche quello… Credi che tutto questo darsi da fare la tua sensibilità artistica arrivi dallo skate o questa tua attitudine è innata? No, lo skate è arrivato dopo. Ha influito tantissimo nei miei lavori ma sicuramente la mia è un’attitudine innata. Sin da bambino ho sempre avuto la passione per i colori, i disegni e tutto ciò che potevo plasmare con le mie mani. Lo skate mi ha aiutato sicuramente a prendere una direzione diciamo meno “classica” da quella che potrei aver avuto dalla scuola d’arte o dall’accademia.

Perché ti chiamano Sancho? Questa domanda potrei odiarla, a parte credo non interessi a nessuno; comunque se vuoi te lo dico. Sancho è nato perché chiamavano così mio fratello Enrico, molto più grande di me, soprattutto di stazza, quindi io diventai Sancho junior. Crescendo è rimasto il soprannome senza però lo junior finale. Bene siamo arrivati al dunque… Se vuoi aggiungere qualcosa o salutare qualcuno puoi farlo! Ok. Saluto e ringrazio Le persone che mi vogliono bene e che hanno condiviso con me qualsiasi cosa: la mia famiglia, gli amici, e gli sponsor. Un grazie quindi a Iuter, a Strange ed ‘Es che mi hanno sempre aiutato in tutto. Grazie a te Polly, ad Olaf e a Muccio per la sua pazienza nel realizzare quest’intervista.

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NITRO TEAM GULLWING

La Team è il fulcro della collezione Nitro, il punto di partenza da cui si sviluppa tutta la linea di tavole della company americana. La Team è una tavola allround con spiccate doti freestyle specialmente nella sua versione con camber gullwing ed una tra le tavole dal miglior rapporto qualità prezzo in circolazione. Nessun’altra sul mercato ha parità di prezzo da così tanto: stabile e dalla giusta reattività grazie all’affidabile anima Powercore, facile negli stacchi e negli atterraggi grazie alla sciancratura dual degressive, precisa in pista e fuori grazie allo shape twin direzionale, velocissima grazie alla sua nuova soletta sinterizzata Speed Formula. Se vuoi una tavola che ti aiuti a progredire su ogni terreno la Team è la tua scelta giusta. Ulteriori info: www.nitrousa.com - www.nitro.it

VANS

Vans, azienda leader nel mondo degli action sports, supporta la scena internazionale attraverso una linea completa di calzature e accessori per gli action sports. Per la prossima stagione invernale lancia OUTDOOR PACK, composto dai modelli Atwood Mid, Owens Hi 2 e La Cripta Dos, che unisce moda e funzionalità. I modelli di questa linea hanno la suola Waffle “reversed” per aumentare la trazione al terreno, tonalità neutre e la sidestripe tono su tono per mimetizzarsi meglio con la natura; le stringhe riprendono lo stile da trekking, mentre i lati hanno un rivestimento in nylon per aumentare la resistenza e avere un look più “rude”, infine la soletta in Megathane per dare maggior comfort e protezione al piede. Tra le innovazioni tecniche: la Vanslite con suola EVA, che offre comfort e leggerezza senza precedenti; la Vans blc, una struttura unica che permette di diminuire maggiormente il peso e lo spessore della scarpa, per un maggior controllo durante il riding; la suola Waffle Grip garantisce massima vischiosità della suola e durata nel tempo; la Megathane e l’ImpactSorb, conferiscono comodità e massimo assorbimento degli urti.

www.vans.it

VAPEN BOOT WARM UP, LOCK DOWN, DROP IN

Tanti rider del nostro team non fanno altro che girare con i nuovi scarponi Vapen ai piedi. Ma perché? Semplicemente perché ne vanno pazzi! Vapen è il nuovo scarpone da snowboard della collezione Nike: caratteristiche di design distintive si mescolano a tonnellate di caratteristiche tecniche, tra cui scarpetta interna ri-modellabile e riscaldamento Stroble, entrambi presi dai materiali delle tute spaziali della NASA per fornire il massimo delle prestazioni in termini di calore e isolamento. Tutto questo ad un prezzo abbordabile da tutti. CONTATTI Nike Italy Via Isonzo 55, 40033 Casalecchio di Reno (BO), Italy tel: +39 051 61155 www.nikesnowboarding.com/.com

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I/O

LOVE

La maschera I/O si distingue per l’esclusivo sistema di intercambiabilità della lente: in seguito a cambiamenti meteorologici o della luce, la lente può infatti essere sostituita con rapidità, semplicemente sollevando le due clip sul frontale. L’innovativa struttura rimless conferisce a questo modello un design all’avanguardia ed una leggerezza incomparabile, mentre le lenti sferiche “Carbonic-XTM” garantiscono una visione perfetta, eliminando ogni rischio di distorsione visiva e rendendo questa maschera ideale per ogni condizione atmosferica. Il rischio di appannamento delle lenti è scongiurato grazie al sistema “Vaporator™”, basato su doppie lenti, ed al filtro “Porex™”, ovvero un minuscolo foro su un angolo della lente esterna che permette l’uscita dell’aria, specialmente in condizioni di cambi repentini di pressione. La maschera è disponibile in colorazioni di impatto: oltre al nero, al bianco e al grigio “chrome max”, spiccano gli straordinari effetti grafici delle versioni “glacier gray legacy evolve”, “ember legacy evolve”, “black/red truetype”, “mint truetype”, “black/ white commodore”, “classic brown mill&union”, “olive huntsman”, “blaze team”, “cyan stereo”, “white jungle” e “clear need for speed”. www.smithoptics.com

Love è un brand austriaco nato qualche stagione fa dalla mente geniale di Seppi Scholler e da un collettivo di rider tra cui Marc Swoboda, Markus Keller, Thomas Feuerstein ed altri. Seppi da molti è definito come un degli ultimi hippie della scena snowboard europea... di sicuro è un personaggio multitalentuoso: pro snowboarder, fortissimo skater, videomaker, attore, etico uomo d’affari ( tutta la produzione Love è fatta in Polonia presso aziende che rispettano i diritti dei lavoratori). Il logo di Love forse lo avrete già visto in qualche video part ed è di per sé immediato e molto esplicativo. Da tre anni il collettivo Love sforna video veramente di alto livello, tutti scaricabili gratuitamente sui vari canali web del brand. Da alcuni mesi LOVE è disponibile in Italia, per informazioni date un’occhiata al sito www.lovedistribution.at o al FB Italiano: LOVESkateSnowboardClothingITALY. Against the hate support the LOVE !!!

SUPERBRAND

Tre modelli adatti alle onde italiane: 1 SHAPER : Nuno Matta MODEL: SUPERmadness2 SIZE : 5´10 x 19 3/4 x 2 7/16 SIZES : 5´4 – 6´2 TAIL: Diamond and Squash 2 SHAPER : Nuno Matta MODEL: SUPERcraft2 SIZE : 5´10 x 19 3/4 x 2 3/8 SIZES : 5´2 – 6´0 TAIL: Squash 3 SHAPER : Nuno Matta MODEL: SUPERmastablasta2 SIZE : 5´10 x 19 3/8 x 2 1/4 SIZES : 5´6 – 6´2 TAIL: Round Squash and Swallow WEB: www.superbranded.com MAIL: europe@superbranded.com FACEBOOK: http://www.facebook.com/SUPERbrandeurope

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FIAT QUBO NITRO

Fiat Qubo Trekking, con Kit Nitro, adatta a tutti i terreni, grazie anche al Traction+ di cui è dotato. La vettura propone di serie fari bruniti, nuove modanature laterali bicolore nero/alluminio e il nuovo scudo di protezione su paraurti posteriore. A queste novità si aggiungono le caratteristiche estetiche e tecniche della versione precedente, tra cui il sistema di controllo della trazione Traction+ e l’assetto rialzato unito ad uno scudo sottomotore, barre longitudinali sul tetto, cristalli posteriori di tipo privacy e ruote in lega con pneumatici specifici 185/65 R15 M+S. Una caratteristica fondamentale di questa nuova versione è la presenza del “Traction+“, l’innovativo sistema di controllo della trazione che da una parte incrementa la motricità del veicolo su terreni difficili ed a scarsa aderenza e, dall’altra parte, si conferma una soluzione meno costosa di una trazione 4×4, garantendo ottime performance di disimpegno in partenza. www.fiatqubo.it

VOLCOM

PRODUCT NAME : Crazy Dino V.Co logical SS ( short sleeve) NEI COLORI : Black ( come nella foto), Orange e White. CARATTERISTICHE: Stampa “ ECO-FRIENDLY” , slim fit. FABRICATION: 100% cotone organico. www.volcom.com

DC LANCIA EDEN,

IL MODELLO NATO DALLA COLLABORAZIONE CON SUBSONICA

Nera, come il colore preferito dalla band, graffiante come la loro musica, ma con riflessi multicolor, che ben rappresentano un carattere complesso e imprevedibile E’ nata la scarpa del momento, Eden, firmata Subsonica e DC. Musica e streetwear si fondono assieme in un gioco di contrasti e complicità. Sullo sfondo della metropoli suoni elettronici, drum’bass e strade che si lasciano percorrere velocemente. Un’inedita collaborazione tra uno dei marchi leader degli action sports, DC, fondata da Ken Block e Damon Way nel 1993, e la band torinese da anni sulla scena musicale e senza eguali in Italia nell’Olimpo della musica live, ha dato vita al lancio di un prodotto unico, originale e in perfetto stile street. In pelle premium, quindi adatta anche alla stagione estiva, rigorosamente nera, la sneaker Eden è ispirata da accenni neon multicolor (un particolare che caratterizza tutta la linea DC/Subsonica), dalle cuciture in contrasto e dai lacci in tessuto nero. La tomaia è stata personalizzata con marchio Eden a caldo sulla parte superiore e marchio laterale DC ricamato tono su tono. Molto particolare l’idea della fodera interna con le “mele”, ulteriore richiamo al concetto di Eden, per non parlare della soletta interna con il melo e il serpente, lo stesso disegno presente sulla copertina dell’album omonimo. Personalizzazioni create direttamente dai Subsonica in collaborazione con i Truly Design. Il modello é stato scelto personalmente da Samuel (voce dei Subsonica) e Vicio (basso) sia per l’aspetto estetico che per la comodità. Infatti i ragazzi hanno intenzione di usare davvero questa scarpa sul palco per cui hanno bisogno di qualcosa di davvero confortevole da tenere per le molte ore che passeranno in piedi a suonare, saltare e ballare durante le loro tournée. Uno dei punti forti della filosofia DC è stato da sempre il suo team internazionale che vanta talenti e pluricampioni del mondo dello skate, snowboard, surf, BMX e motocross. Ma più recentemente DC ha instaurato collaborazioni con artisti del calibro di Mike Shinoda, Travis Barker, Groove Armada e ora Subsonica, mettendo in luce la propria naturale sinergia con la scena musicale mondiale. Del resto i live dei Subsonica, esperienza unica per il pubblico italiano, stanno contagiando la scena internazionale. Dopo il recente acclamato tour negli Usa, la band torinese è pronta a ripartire nel 2012 in Italia e nelle capitali europee a seguito della ristampa di EDEN, che nella nuova versione contiene anche un cover incendiaria di “Up patriots to arm” del grande maestro Franco Battiato. DC Shoes è importata e distribuita in Italia da California Sport srl Via Brunetto 102 - 10070 - Ceretta di S. Maurizio (TO) - Italy tel. +39 011.92.77.943 info@californiasport.it www.californiasport.info www.facebook.com/californiasports BACO47

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