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EDITORIALE
guerra
E’ passato un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina. Putin aveva deciso di annettersi il Donbass e iniziò l’occupazione con un’azione militare contro la quale si schierò quasi tutto il mondo. Sembrava dovesse essere una guerralampo, ma il soccorso Nato a Zelensky ha consentito all’Ucraina non solo di resistere, ma anche di riprendersi alcuni territori che i russi avevano conquistato. Ma un anno dopo, paure e preoccupazioni non sono svanite, anzi sono aumentate. Si teme che in primavera Putin rilanci l’attacco per l’assalto finale, e che in gioco entrino anche gli armamenti nucleari. Lo stallo diplomatico fa temere un’escalation incontrollabile. Fermare la guerra non sarà facile, né si potrà fare in tempi brevi. Restano irrisolte le questioni che l’hanno determinata, e il nuovo solco creatosi fra occidente e Russia allontana le prospettive pacifiste che pure tutti auspicano. La Russia, contrariamente alle previsioni, sta dimostrando di poter essere autosufficiente, mentre a occidente di Putin si registra qualche crepa, non solo ungherese. La Cina, arbitro della situazione, dialoga più con Putin che con la Nato, ma al momento non fa niente per creare un tavolo di trattativa. Se si aggiungono gli interessi economici che sottendono al conflitto è facile capire il perché la guerra sia destinata a proseguire senza soluzione di continuità. Ce ne accorgeremo fra un anno, quando staremo a ricordare il secondo anniversario. Vincenzo Magistà
Anno XXVIII n. 8 -25 Febbraio 2023 - Una copia euro 1,00 Poste Italiane S.p.a. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, CNS BA
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