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EDITORIALE
spiagge
Quest’estate rischiamo di andare al mare e non trovare la spiaggia. O meglio, il lido. Benché l’apertura della stagione balneare sia imminente, c’è ancora molta incertezza sul futuro delle spiagge attrezzate. Il problema è quello delle concessioni. Il Governo, pressato dai gestori, le vorrebbe prorogare ancora di un anno, ma l’Europa preme affinché si attui, da subito, una sua direttiva vecchia ormai di 10 anni. La gestione delle spiagge, bene demaniale, dev’essere assegnata attraverso bandi pubblici. Il Consiglio di Stato, sollecitato dal Comune di Lecce, ha imposto al Governo di attuare la direttiva europea, e un’ulteriore sentenza, di appena una settimana fa, dello stesso Consiglio di Stato, ha dichiarato inapplicabile la proroga fino al 2024 che Salvini e Meloni vogliono concedere. Come se non bastasse, un’altra sentenza incombe. E’ quella della Corte Europea di Giustizia, pronta a condannare l’Italia per l’inadempienza alla legge europea. I balneari sono stretti tra due fuochi. Da una parte l’esigenza di aprire, con tutti i costi che comporta, e dall’altra il rischio di dover subito chiudere, mandando all’aria la stagione. Se il Governo continuerà a mantenere la linea della proroga, senza trovare un accordo con l’Europa, il rischio è che quest’anno tutte le spiagge siano libere. Rischio fino a un certo punto. I cittadini sarebbero sicuramente contenti. Ma che ne sarebbe del patrimonio naturalistico, paesaggistico e ambientale che rappresentano? Ci sono pochi giorni per decidere, magari rispolverando un provvedimento che Draghi aveva già pronto. Papeete permettendo. Vincenzo Magistà
Anno XXVIII n. 10 - 11 Marzo 2023 - Una copia euro 1,00 Poste Italiane S.p.a. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, CNS BA
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