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EDITORIALE
violenza
Contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari, si mandi l’Esercito a presidiare i pronto soccorso. La proposta è del presidente degli ordini dei medici di tutt’Italia, il barese Filippo Anelli. Fa rabbrividire. Non c’è dubbio che si debba mettere un freno agli episodi di violenza che purtroppo giornalmente interessano i pronto soccorso. E nemmeno si può mettere in discussione la solidarietà a quegli operatori sanitari che ne restano vittime. Ma non è militarizzando le strutture dell’emergenza sanitaria che si risolve il problema. Che viene, purtroppo, da molto lontano, ed ha radici così profonde che sradicarle sarà un’impresa disumana. In Puglia va ridisegnata l’intera rete dell’emergenza. Va spiegato ai cittadini cos’è il pronto soccorso, quando ci si deve andare e quando no. E in quest’ultimo caso, vanno istituiti presidi alternativi adeguati. Una giornalista del TgNorba ha denunciato qualche giorno fa di aver portato sua madre al pronto soccorso del Perrino di Brindisi per un sospetto infarto, e di essere rimasta 24 ore con lei in attesa di un ricovero. Questa non è violenza della nostra sanità pubblica contro i cittadini? Quindi, se si deve combattere la violenza nei pronto soccorso, la si deve combattere sui due fronti, tutelando sì gli operatori sanitari, ma anche i cittadini. E con un pizzico di egoismo diciamo che i cittadini vengono prima di chiunque altro. La violenza contro i medici è, purtroppo, l’esito naturale di uno sfascio non più sostenibile. Una malattia che si vorrebbe curare con un analgesico, quando andrebbe estirpata con un intervento chirurgico. Vincenzo Magistà
Anno XXVIII n. 12 - 25 Marzo 2023 - Una copia euro 1,00 Poste Italiane S.p.a. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, CNS BA
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