Narrazioni di carta Paola Caravello
Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica
Accademia di Belle Arti di Catania Dipartimento di progettazione e arti applicate Diploma Accademico di Primo Livello in Progettazione Artistica per l’impresa corso di Design della comunicazione visiva a.a. 2017/2018 Candidata Paola Caravello Relatore Marco Lo Curzio Progetto grafico Paola Caravello Nessuna parte di questo elaborato può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’Istituzione. Le immagini utilizzate rispondono alla pratica del fair use (Copyright Act, 17 U.C.S., 107) essendo finalizzate a scopo divulgativo e didattico come da Articolo 70 Legge sulla protezione del diritto d’autore (L. 22 aprile 1941, n.633). Pubblicazione composta in Optima LT Std disegnato da Hermann Zapf nel 1958 © Copyright 2019 Accademia di Belle Arti di Catania Paola Caravello www.abacatania.it
INDICE 1. Cartotecnica 1.1 L’invenzione della carta 1.2 Componenti del legno 1.3 Paste legnose 1.4 Sviluppo della carta 1.5 Formatura del foglio 1.6 Classificazione merceologica 1.7 I formati standard 1.8 Le figure professionali nel mondo delle cartiere Glossario
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2. Filigrana 2.1 Carte filigranate 2.2 Banconote 2.3 Barbara BernĂ t 2.4 Fabriano
4. Cordonatura 43 47 50 53
3. Piegatura 3.1 Origami 3.2 Tracce e pieghe 3.3 Akira Yoshizawa 3.4 La gru
4.1 Cordonature standard 4.2 I libri pop up 4.3 Matthew Reinhart Dai mattoni giocattolo alla carta Star wars 4.4 Robert Sabuda Alice nel paese delle meraviglie
72 75 78
82
5. Fustellatura 59 62 64 66
5.1 Fustelle 5.2 Libri fustellati 5.3 Bruno Munari Libri illegibili 5.4 Peter Newell Libro sbilenco
86 88 90 92
PREMESSA Questa tesi si pone come obiettivo quello di analizzare i diversi modi di narrare attraverso la carta, collegandola ai vari comparti che si trovano all’interno del settore della cartotecnica. Attraverso un’analisi storica, farò presente come la carta ha contribuito molto al progresso sociale e culturale, dimostrando di essere un materiale versatile, che quindi non funge solo come supporto per la scrittura, ma è impiegata in varie forme e settori. La tesi è formata da 5 capitoli. Più accuratamente nel primo ho raccontato il percorso della carta dal punto di vista storico, partendo dalla scoperta da parte del ministro dell’imperatore, Ts’ai Lun per poi andare ad analizzare i singoli materiali che la compongono e che ne determinano la qualità. Ho descritto tutti i vari procedimenti per la realizzazione e le diverse tipologie di carta che si trovano sul mercato, fino ad esaminare alcune delle figure che si trovano all’interno delle cartiere dove ognuno ha un compito prestabilito. Mentre nei capitoli successivi, mi sono soffermata su alcune delle tante tecniche utilizzate nel settore della cartotecnica, che fondamentalmente è il settore che si occupa di creare dei manufatti attraverso la trasformazione della carta o del cartone. A sua volta, alle varie tecniche ho allegato diversi artisti ed illustratori che propongono esperienze didattiche, educative e ricreative attraverso l’impiego della carta, incentrandosi non solo al mondo dei più piccoli ma anche per quello degli adulti.
1 Cartotecnica
Con il termine Cartotecnica, ci riferiamo al settore che lavora principalmente con la carta o il cartone, avendo lo scopo di trasformarli, per poi creare dei manufatti capaci di comunicare e soddisfare le esigenze dei rispettivi consumatori. Leggerezza, riciclabilità, naturalità, manualità e trasformazione, sono solo alcune terminologie utilizzate per indicare le caratteristiche della carta, che grazie alla creatività di designer, artisti ed artigiani hanno cercato di perfezionarla sempre di più.
«L’arte è una ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta ad esperienze nuove, nella forma, nel contenuto, nella materia e nei mezzi» Bruno Munari, Munari 80, Scheiwiller, 1987
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1.1 L’INVENZIONE DELLA CARTA
Fin dalle epoche più remote, l’uomo ha sentito l’esigenza di trasmettere il proprio sapere alle generazioni future e la soluzione migliore era comunicare attraverso la parola scritta, ma contemporaneamente si trovava in difficoltà perchè bisognava creare un materiale idoneo per supportarla.¹ Prima dell’invenzione del supporto cartaceo, furono adottati molti materiali come supporto per la scrittura: tavolette d’argilla o pietra, legno, bambù, ma a causa delle loro dimensioni molto ingombranti, venivano considerati difficili da adoperare e da trasportare. Nel 3000 a.C., gli Egizi furono tra i primi a produrre un materiale adatto a supportare la scrittura, il Papiro, attraverso l’utilizzo della pianta Cyperus Papyrus, molto diffusa nella Valle del Nilo, potendo ricavare dei fogli, attraverso l’incollaggio di piccole strisce, posizionate l’una accanto all’altra per formare un primo foglio e sempre sullo stesso veniva posto un secondo strato di strisce, disposte in modo perpendicolare rispetto alle prime. Col passare del tempo, si diffuse un’ulteriore supporto, considerato molto più resistente e idoneo per la scrittura: la Pergamena, impiegata fino al XIV secolo adatta per scrivere documenti, codici e libri sacri, prodotta attraverso la lavorazione di pelli di animali.² La pelle utilizzata veniva sottoposta a procedure per la pu-
¹ Enrico Pedemonte, La carta: storia, produzione, degrado, restauro, 2012. Storia della produzione della carta di Enrico Pedemonte, Silvia Vicini, Elisabetta Princi. ² Storia della carta - Materiali testuali per la produzione di un ipertesto http://www.informaticaestoria.it/userfiles/file/Documenti/Materiali%20 testuali.doc.
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litura per pelo, per poi lasciarla essiccare completamente su degli appositi telai. Essa, che da una parte aveva il vantaggio di essere molto resistente nel tempo, dall’altra risultava molto costosa da utilizzare ed è questo il motivo principale per cui viene sostituita dalla carta. Sulla base di alcuni ritrovamenti archeologici, il primo utilizzo della carta risale ad alcuni secoli prima di Cristo, ma la scoperta vera e propria viene attribuita a colui che a quel tempo era il ministro dell’imperatore Cinese Ho-Ti, Ts’ai Lun nel 105 d.C. Tutto inizia nel momento in cui il ministro osservava uno stagno adibito come lavatoio, per azione dello strofinio e della sbattitura effettuata dalle lavandaie, si creò un sottile velo di materiale che Ts’ai Lun raccolse e lasciò ad essiccare. Da questo impasto, si formò un foglio di carta dal colore biancastro, capace di supportare la scrittura. Per oltre 700 anni, il processo per la fabbricazione della carta fu accuratamente salvaguardato nel Celeste Impero della Cina e solo dopo molti secoli si sviluppò in molti altri paesi apportandone delle modifiche. «[..] Un primo accenno in lingua italiana sul materiale utilizzato dai cinesi per la produzione della carta è fornito dal veneziano Marco Polo che, ne Il Milione [..] indica brevemente la materia prima con cui venivano prodotte le banconote e che senz’altro più pregiata rispetto a quella già in uso per la carta comune. [..]»³ Successivamente furono gli Arabi a migliorare le tecniche
³ Enrico Pedimonte: La carta: storia, produzione, degrado, restauro, 2012. Storia della produzione della carta: l’invenzione della carta
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cinesi sia per quanto riguarda la composizione del materiale sia per lo sviluppo di fabbricazione e grazie alle loro competenze idrauliche, impiegando mulini per effettuare lo sminuzzamento delle materie fibrose, mentre come collante introdussero l’amido vegetale, per poi essere sostituito dai paesi europei con una collatura a base di gelatina di animale che conferiva migliori caratteristiche meccaniche e di scrivibilità. I paesi europei che contribuirono molto al miglioramento qualitativo della carta furono soprattutto la Spagna e l’Italia, introducendo sostanziali innovazioni: telaio formato da vergelle metalliche e con una cornice che consentiva all’operaio di rimuovere il foglio subito dopo che si era formato e l’introduzione della filigrana, che aveva la capacità di farci risalire al luogo d’origine della sua fabbricazione. Nel XVII secolo, vi fu un miglioramento per la preparazione dell’impasto con l’introduzione del cilindro olandese, formato da lame metalliche che permettevano di ridurre gli stracci in modo più rapido, riducendo così i lunghi tempi di macerazione.⁵ Nel corso dei secoli, cambiò anche l’utilizzo delle materie prime: nel Medioevo, si utilizzavano stracci di origine vegetale, come lino, cotone o canapa; nell’800 per far fronte alle esigenze sempre più crescenti del mercato, è stato utilizzato come materiale principale il legno, molto più facile da recuperare e da lavorare.
⁵ http://www.cartaecartone.it/breve.php
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1.2 COMPONENTI DEL LEGNO
La crescente richiesta del supporto cartaceo ebbe come conseguenza, a partire dal 1825, lo sfruttamento del legno costituito dal 50% di cellulosa, materiale che compone la membrana esterna di tutti i vegetali e per il restante 50% da emicellulosa, lignina ed altre sostanze. I legnami utilizzati per la fabbricazione della carta sono principalmente il pioppo e l’abete, ma anche la betulla, l’acero, il faggio ed il pino, dove in base alla tipologia di carta che si vuole ottenere si riducono o inseriscono suddette sostanze. A seconda della destinazione d’uso si possono utilizzare anche altre fibre come cotone, lino e canapa, oltre che alla carta riciclata. Il primo intervento, relativo alla lavorazione del legname è compiuto nel luogo di origine della pianta e consiste nella scortecciatura di essa; il legno successivamente spezzato a tronchetti viene cotto in una soluzione acquosa detta “liscivio”, attraverso dei bollitori che raggiungono una temperatura molto elevata, in modo da disintegrarlo e far attaccare la lignina dalla soluzione per cercare di isolare le cellulose ancora grezze. Nella fase successiva, detta assortimento, la cellulosa viene sottomessa a una serie di filtri di lavaggio, estraendo così il liscivio per poi essere mescolata con il liscivio nuovo.⁶
⁶ https://digilander.libero.it/cirofruncillo/carta.htm
Terminata la sequenza di liscivi, la cellulosa viene sottoposta a lavaggi e raccolta in dei Tini con acqua, passando attraverso dei vagli che hanno lo scopo di bloccare le impurità, lasciando solo le fibre. Dopo questo procedimento, si può ritenere pronta cioè allo stato naturale caratterizzata da un colore brunastro che si può eliminare attraverso l’utilizzo del cloro o dei suoi derivati se si vogliono ottenere carta bianche.⁷ Al giorno d’oggi per produrre paste destinate alla fabbricazione della carta si impiega quasi esclusivamente legname di recupero o a basso costo, modificando così il supporto cartaceo in un prodotto di largo consumo, causando un conseguente crollo dei prezzi.
CELLULOSA
La cellulosa è un polimero, ossia una molecola di grandi dimensioni, costituita da gruppi chimici legati l’uno all’altro, in modo tale da formare una specie di catena. Essa, si può ricavare non solo dal legno, trasformato in base al processo di lavorazione in pasta chimica o in pasta meccanica, ma da tante altre materie prime come: stracci di cotone, paglia e dalla carta da macero. È proprio la cellulosa a determinare le proprietà della carta ed il problema principale consiste nel separarla dalla legnina, l’elemento principale della pianta, che conferisce ad essa una certa resistenza.
⁷ https://digilander.libero.it/cirofruncillo/carta.htm
EMICELLULOSE
Con il termine emicellulose, ci riferiamo ad un gruppo di polisaccaridi, formati da zuccheri diffe- renti, distribuiti in una struttura ramificata e non fibrosa, che si trova all’interno della cellulosa. Anch’esse fanno parte dei tessuti vegetali, ma si differenziano in particolar modo dalla cellulosa per la loro capacità di sciogliersi molto più facilmente in acidi, producendo glucosio, galattosio e mannosio, mentre la cellulosa è capace di produrre solamente il glucosio.⁸ Vengono definite come sostanze amorfe, indicando un gruppo di sostanze diverse e complesse, capaci di avere una facile idratabilità quando si trovano in stretto contatto con l’acqua.
LIGNINA
La lignina è una componente essenziale del legno; svolge in tutti i vegetali la funzione di collegare tra loro le fibre cellulose, in grado di conferire alla pianta un certo grado di resistenza. Diversamente dalla cellulosa, è una sostanza molto reattiva capace di ossidarsi facilmente, dando ai prodotti una colorazione giallastra dopo una lunga esposizione al sole. È per questo che tale sostanza non viene utilizzata per la stampa di alta qualità. Essa, infatti, viene eliminata preventivamente per evitare l’ingiallimento e l’imbrunimento della carta stessa.⁹
⁸ http://www.treccani.it/enciclopedia/emicellulose_%28Enciclopedia-Italia- na%29/ ⁹ Enrico Pedimonte: La carta: storia, produzione, degrado, restauro, 2012. La costituzione chimica e strutturale della carta.
1.3 PASTE LEGNOSE
PASTA MECCANICA
Il legno, come si è detto precedentemente, è stato privilegiato per la produzione del supporto cartaceo, poiché considerato molto più resistente e idoneo a supportare la scrittura. Dal legno si possono ricavare tre tipi di pasta, ognuna trattata con una tecnica specifica:
Introdotta nel 1844 dal tedesco Friedrich Gottlob Keller, la pasta meccanica si ottiene mediante una semplice sfibratura meccanica del legno, effettuando inizialmente una cottura su di esso, tagliandolo a pezzi e pressandolo. I tronchi, quindi, vengono pressati contro una pietra rotante direzionata in maniera trasversale alle fibre, per poi essere immersa in una vasca, in modo da non far alzare troppo la temperatura e non provocare un’incendio a contatto con il legno. Infine, la pasta ricavata, viene raffinata in modo tale da diminuire le dimensione delle fibre che la compongono.¹⁰
¹⁰ Enrico Pedimonte: La carta: storia, produzione, degrado, restauro, 2012. La preparazione della pasta.
PASTA CHIMICA
Questo tipo di pasta si ottiene mediante la cottura del legno, riducendolo in pezzi detti “chips”, che a loro volta vengono fatti bollire insieme ad agenti chimici, come la soda caustica, per dissolvere la lignina, in modo da eliminare le impurità e quindi ottenere la cellulosa quasi allo stato puro. Il risultato è un’impasto giallastro, che verrà poi lavato e sottoposto ad un processo di sbiancamento.
PASTA SEMICHIMICA
Per produrre questo tipo di pasta, vengono assemblate le caratteristiche e i vantaggi dei due trattamenti precedentemente discussi, ed in sostanza, il suo ciclo produttivo si avvicina molto a quello effettuato nella pasta chimica, si differenzia nel modo di trattare la lignina e le altre sostanze, che non vengono separate completamente, ma cotte solo in parte. Viene utilizzata principalmente per la fabbricazione del cartone, assumendo caratteristiche qualitative intermedie, trovandosi al centro tra le paste chimiche e quelle meccaniche.
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1.4 SVILUPPO DELLA CARTA
Le cartiere, che non sono fabbriche integrate, cioè che non appartengono a complessi industriali completi, non partono dall’abbattimento del legno per arrivare alla produzione del prodotto finito, ma il loro compito principale consiste nel trasformare la massa fibrosa in carta.¹¹ La lavorazione della pasta, avviene in un’apposita macchina, detta « MACCHINA CONTINUA», ideata nel 1799 dal francese Louis Robert che in seguito cedette il brevetto agli inglesi Fourdrinier i quali realizzarono in Inghilterra la prima macchina continua con prestazioni più semplici. La macchina continua moderna è suddivisa in due sezioni ben distinte: la prima è la cosiddetta “parte umida” nella quale si rimuove gran parte dell’acqua contenuta nell’impasto fibroso, prima per sgocciolamento, poi mediante aspirazione ed infine per pressione, mentre la seconda parte è letteralmente chiamata “seccheria”, formata da cilindri essiccatori riscaldati tramite il vapore, il cui scopo è quello di favorire l’evaporazione dell’acqua rimasta nel supporto fibroso.¹² Il macchinario più grande che si trova all’interno della cartiera, si chiama spappolatore o palper, e si occupa di un primo lavoro di sminuzzamento delle materie prime, quando queste sono ancora asciutte.
¹¹ Enrico Pedimonte: La carta: storia, produzione, degrado, restauro, 2012. La preparazione della pasta. ¹² http://www.sanzeno.org/modules/DownloadManager/download.php?alias=fabbricazione-evangelista-parte-umida.
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Esse vengono così trasformate in un impasto, formato da sole fibre elementari, alimentato di continuo da piccoli flussi d’acqua. Il composto è mosso dal movimento delle eliche che hanno la capacità di sminuzzarlo e sfaldarlo, riducendolo in fibre elementari. A sua volta, tramite un’aspiratore composto da un sistema di tubazione, viene posto all’interno di una Tina, cioè in delle vasche di deposito e compie un movimento rotatorio per cercare di unire le fibre. Dalla Tina di deposito si passa al depastigliatore dove, per mezzo delle pompe, preleva l’impasto dalla Tina di deposito e lavora piccole quantità di impasto per passarlo successivamente alla Tina di raffinazione, avendo lo scopo di aumentare i legami tra le fibre per ottenere un foglio solido e resistente.
3. Macchina continua
[3]
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1.5 FORMATURA DEL FOGLIO
L’impasto diluito, mescolato ed epurato è pronto per essere trasformato in foglio di carta. La sospensione fibrosa, diluita arriva in un contenitore metallico sagomato, chiamato cassa di afflusso, con lo scopo di distribuire con la massima uniformità e regolarità l’impasto. La tela, un nastro senza fine, avvolge due o più cilindri che lo fanno ruotare in continuo, per far perdere buona parte dell’acqua contenuta nell’impasto favorendo, allo stesso tempo, l’unione delle fibre di cellulosa. Alla fine del percorso, quando il foglio di carta inizia ad avere una certa consistenza potrà essere staccato dal supporto su cui è adagiato e tutta l’acqua che non è stata prelevata, viene riportata allo spappolatore.¹³
¹³ http://www.lucartgroup.com/index.php?id=104
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1.6 CLASSIFICAZIONE MERCEOLOGICA
Nel mercato vi sono diversi tipi di carta e la scelta funzionale al prodotto è uno dei fattori chiave per ottenere una stampa di ottima qualità. A seconda del prodotto che si desidera stampare, si dovrà selezionare con accuratezza la tipologia di carta più adatta per cercare di valorizzare sia i contenuti visivi che quelli testuali presenti all’interno di un progetto editoriale o grafico. Ogni tipologia di carta è differenziata da una grammatura, una lavorazione, un formato e una finitura che ne determinano l’aspetto visivo, il peso, lo spessore, il grado di opacità, l’effetto al tatto e la durata nel tempo.¹⁴ Il valore della densità della carta si riferisce allo spessore del supporto cartaceo e viene espressa con il termine grammatura, ossia il valore in grammi per metro quadro. ¹⁴ https://www.pixartprinting.it/blog/tipi-di-carta/
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Grammature
• 35/55 gr/m2: è la grammatura che in genere viene impiegata per la carta dei giornali. La sottigliezza della carta è adatta per prodotti che devono avere un costo basso e non hanno bisogno di una lunga durata nel tempo. • 90 gr/m2: è la grammatura utilizzata principalmente per le pagine interne delle riviste. • 130 g/m2: è utilizzata per riprodurre immagini a colori di alta qualità e può essere utilizzata per la stampa di riviste patinate, brochure, poster e pieghevoli. • 170/300 gr/m2: grammatura adatta per la maggior parte delle brochure aziendali, dove potrebbe essere necessario diminuire leggermente la grammatura nel caso di un numero elevato di pagine, dato che in caso contrario il volume potrebbe essere troppo ingombrante. • 350/400gr/m2: grammatura che viene spesso adottata per i biglietti da visita, soprattutto in ambiti professionali, richiedendo una presentazione più accurata.¹⁵
4. Bilancia antica per misurare la grammatura della carta
[4] ¹⁵ https://minimegaprint.com/blog/cose-la-grammatura-della-carta-piccola-guida-di-tipografia-online/
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CARTE PER SCRIVERE E DISEGNARE
Sono le carte per buste, quaderni per disegno o per scrivere, fotocopie, fax, carta carbone e autocopiante. Sono carte non assorbenti, accuratamente collate, con superficie liscia, in genere bianca, mostrando una buona opacità affinché lo scritto non traspassa dall’altro lato del foglio, respingendo così la cancellatura.
CARTE PER IMBALLAGGIO
Sono le carte kraft, alimentari, pergamenate, siliconate, cartoni e cartoncini a un getto, formati da più strati o ondulati. Vengono utilizzate per avvolgere, imballare, confezionare, alimenti, scatole, astucci e copertine. I prodotti finiti vengono solitamente allestiti dalle cartotecniche con: • Carte plasticate: offrono una superficie rivestita da una sottile pellicola di materiale plastico e sono diffuse per copertine, imballaggi e contenitori. • Carta per pacchi: massiccia e particolarmente resistente agli strappi. • Carta per regali: presenta una buona qualità ed in genere è vivacemente colorata. • Carta velina: di spessore molto sottile e quindi semitrasparente. • Carta kraft: è un tipo di carta molto robusta, resistente allo strappo, prodotta con cellulosa non sbianchita, caratterizzata dal colore marrone.¹⁶
¹⁶ https://www.graphic-business.it/materiali/4.pdf
CARTE DA STAMPA E USI GRAFICI
Sono le carte indirizzate principalmente per la stampa di quotidiani, periodici e libri, pieghevoli pubblicitari e commerciali, calendari, biglietti da visita e cartoline. Possono essere naturali o patinate, lisciate o calandrate, e sono le più prodotte, perchè possiedono una buona stampabilità, adatte a ricevere l’inchiostro da stampa, di bassa grammatura e di scarsa porosità.
CARTE SPECIALI E PER USI INDUSTRIALI
Sono le carte utilizzate per carte geografiche, carta moneta, per assegni, per fotografia, sigarette e filtri. • Carte per uso domestico: composte da una superficie crespata, morbida ed assorbente come le carte igieniche o la carta da cucina. • Carte metallizate: sono patinate con polvere di bronzo e pigmenti colorati. • Carte fotografiche: hanno una faccia sensibile alla luce, ricoperta attraverso emulsioni chimiche fotosensibili. • Carta carbone: utilizzata per ottenere più copie di uno stesso scritto. • Carta monolucida: lavorata in modo da essere lucida da un solo lato in cui viene stampata come avviene per i manifesti murali. • Carta pergamena: usatilizzata esclusivamente per documenti ed edizioni rare.¹⁷
¹⁷ https://www.graphic-business.it/materiali/4.pdf
A0
A1
A2
A3 A4 A5 A6
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1.7 I FORMATI STANDARD
Il sistema UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione), operante in Italia è di carattere internazionale, fondandosi su basi tecniche e scientifiche. I primi suggerimenti in tal senso si hanno dal fisico Christoph Lichtenberg che nel 1786, si rese conto che un foglio di carta con un’area pari a un metro quadro (A0), crea formati i cui multipli e sottomultipli mantengono lo stesso rapporto senza spreco di carta. In Germania dal 1922 il Deutsche Industrie Normenausschuss creò una tavola di formati standardizzati definiti DIN, che dal 1939 furono accolti anche dall’UNI basati sulla relazione 1:√2 tra base e altezza. Lo standard ISO 216 (l’organizzazione internazionale per la standardizzazione), regolamente i formati che oggi sono uno standard in molti paesi, specialmente in Europa per usi tipografici, basati su un rapporto costante tra altezza e larghezza, dove ogni formato differisce dal successivo o dal precedente, ottenendo così una gamma di formati complementari che corrispondono alle più comuni esigenze adottate alla stampa. A loro volta i formati, si suddividono in tre serie, A e B per gli stampati e C, definita dallo standard ISO 269, per le buste.¹⁸
¹⁸ Maria Nora Amone: editoria di progetto. https://issuu.com/marianoraarnone/docs/issuuuu
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FORMATI A A0 A1 A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A9 A10
841 × 1189 mm 594 × 841 mm 420 × 594 mm 297 × 420 mm 210 × 297 mm 148 × 210 mm 105 × 148 mm 74 × 105 mm 52 × 74 mm 37 × 52 mm 26 × 37 mm
FORMATI B B0 B1 B2 B3 B4 B5 B6 B7 B8 B9 B10
1000 × 1414 mm 707 × 1000 mm 500 × 707 mm 353 × 500 mm 250 × 353 mm 176 × 250 mm 125 × 176 mm 88 × 125 mm 62 × 88 mm 44 × 62 mm 31 × 44 mm
La prima nonchè la più famosa serie di carta, si utilizza per stampati di vario genere, dai manifesti ai disegni tecnici, dai bloc notes alle cartoline. I formati maggiori ( A0, A1, A2 ) sono usati specialmente nell’ambito tipografico e per riuscire a stampare su questi fogli è necessario utilizzare un plotter o una macchina da stampa che abbia delle specifiche caratteristiche, mentre per i formati più piccoli sono usate stampanti o fotocopiatrici più comuni. Come in ogni altro gruppo, anche qui esistono 10 sottogruppi, nominati da 0 a 10 in ordine inversamente proporzionale rispetto alle dimensioni.
I formati di carta appartenenti a questo gruppo risultano meno comuni nel mondo del lavoro, ma sicuramente più sfruttati per quanto riguarda la stampa di libri (B5), passaporti e poster (B2).¹⁹
¹⁹ https://www.staples.it/staples-informa/guida-all-acquisto/guida-allacquisto-carta-e-formati-di-carta.html
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FORMATI C C0 C1 C2 C3 C4 C5 C6 C7 C8 C9 C10
917 × 1297 mm 648 × 917 mm 458 × 648 mm 324 × 458 mm 229 × 324 mm 162 × 229 mm 114 × 162 mm 81 × 114 mm 57 × 81 mm 40 × 57 mm 28 × 40 mm
Questa serie è impiegata principalmente per le buste. La dimensione dei fogli che fanno parte di questo gruppo, scaturiscono da una media geometrica tra la serie A e B: se per una lettera si utilizza un formato A4, può essere a sua volta inserita in una busta con formato C4 e contenuta anche in una B4.²⁰
A1
A0 A3 A2 Serie A formati proporzionati
A4
A5 A7
A6 A8 A8
²⁰ https://www.staples.it/staples-informa/guida-all-acquisto/guida-allacquisto-carta-e-formati-di-carta.html
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1.8 LE FIGURE PROFESSIONALI NEL MONDO DELLE CARTIERE
La formazione di un foglio di carta è il frutto ricavato dalle conoscenze e dall’impegno di molteplici figure professionali che contribuiscono attivamente mettendo insieme le proprie energie. Entrando in una cartiera, infatti, si possono incontrare una varietà di professioni:
TECNICO CARTARIO È il vero intenditore del processo produttivo e del prodotto carta. La sua istruzione e la sua esperienza svolgono un punto di riferimento per risolvere qualsiasi problema di produzione e per mettere a punto nuovi tipi di carta.
INGEGNERE IMPIANTISTA È il tecnico specializzato sugli impianti impiegati per la produzione della carta e le sue conoscenze tecniche sono indispensabili per la manutenzione della macchina continua o eventualmente decide di effettuare modifiche su di essa.
CONDUTTORE DI MACCHINA È il tecnico che supervisiona la produzione della carta mentre esce dalla macchina continua, con occhi sempre attenti nel tenere sotto controllo tutti i parametri e le caratteristiche del prodotto finito.²¹
²¹ Giampaolo Bonaguro: alla scoperta del pianeta carta, fisionomia del settore. http://www.assocarta.it/it/component/phocadownload/ category/3-orientamento-e-formazione.html?download=3:alla-scoperta-del-pianeta-carta.
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TECNICO DI LABORATORIO È l’analista della cartiera, analizzando ogni tipo di carta prodotta, controllandone le principali caratteristiche, come: peso, colore e ruvidità, con strumenti adeguati che ha a sua disposizione.
GARANTE DELLA QUALITÀ Garantisce la qualità del prodotto finito, esaminando i dati derivati dal processo produttivo e i risultati delle analisi di laboratorio.
TECNICO DI ALLESTIMENTO È la figura che si occupa, con adeguati macchinari, a modificare i rotoli di carta provenienti dalla macchina continua in rotoli più piccoli e in pacchi di fogli pronti per la spedizione o per la commercializzazione.
TECNICO DI SICUREZZA È una nuova figura che in questi ultimi anni sta assumendo sempre più rivelanza in questo settore ed è il garante della salute e della sicurezza di tutti i lavoratori all’interno dell’azienda.²²
²² Giampaolo Bonaguro: alla scoperta del pianeta carta, fisionomia del settore. http://www.assocarta.it/it/component/phocadownload/ category/3-orientamento-e-formazione.html?download=3:alla-scoperta-del-pianeta-carta.
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GLOSSARIO
ACCOPPIATURA Prevede l’assemblaggio di uno o più fogli di carta tramite l’incollatura, con lo scopo di aumentare la grammatura del foglio e renderlo più resistente.²³ È utilizzata principalmente per il packaging.
FUSTELLATURA Fase di lavorazione cartotecnica che permette di sagomare o forare la carta secondo forme desiderate, attraverso una matrice chiamata appunto FUSTELLA. La maggior parte dei libri fustellati ha una foratura su ogni pagina, che crea un collegamento tra la pagina stessa e quella successiva, stimolando la curiosità da parte del lettore.
PIEGATURA La carta e il cartone durante la fase di piegatura vengono sottoposti a forti sollecitazioni meccaniche, attraverso le apposite piegatrici, che sono in grado di realizzare la forma necessaria per la successiva fase di lavorazione.
FILIGRANA Marca visibile, ottenuta tramite lo spessore del foglio, con un intreccio di fili metallici, che i fabbricanti di carta usano fin dai tempi più antichi per contraddistinguere i loro prodotti.
²³ http://www.simpac.it/blog/quali-le-lavorazioni-unazienda-cartotecnica-offre/
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GOFFRATURA La goffratura è una lavorazione di tipo meccanico che viene fatta su qualsiasi tipo di tessuto speciale, ed ha il compito di incidere la superficie tramite cilindri aventi dei disegni a rilievo.²⁴
CALANDRATURA Marcatura visibile in trasparenza su certi tipi di carta, dando alla superficie l’effetto di lucido desiderato, impiegata specialmente per banconote o francobolli, con lo scopo di impedirne la falsificazione.
CORDONATURA È un tipo di impressione a secco, mediante il quale si formano delle pieghe sul cartone o sulla carta per consentire al materiale di piegarsi in maniera lineare e uniforme secondo la direzione del solco creato. La carta si consiglia di piegarla nel verso opposto al solco, per evitare che tenda a riaprirsi e questo passaggio è essenziale in carte molto spesse.
PATINATURA Consiste sostanzialmente nell’attuazione di uno o più strati uniformi di patina sulla superficie del foglio di carta o cartone, con il fine di migliorne l’aspetto estetico (lisciatura, lucidità e uniformità), e la stampabilità.
²⁴ http://www.sicurfad.it/strumenti/documenti/sicurfad212.pdf
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2 Filigrana
Le filigrane, in inglese watermark, caratterizzano la produzione della carta medievale, in quanto appaiono in quasi tutti i testi e vengono riconosciute come marchi o segni, create durante la fabbricazione del supporto cartaceo. Le prime filigrane, sono riconducibili al 1293 quando, in modo del tutto casuale, una vergella, spezzatesi e spostatasi, diminuì lo spessore dello strato fibroso e impose la sua impronta nel punto in cui era localizzata. Le prime, piuttosto rudimentali, consistevano in fili metallici cuciti sulle forme “filigrane a filo”, e ciò che ne risultava era l’effetto più chiaro rispetto al foglio. Nel 1790, un ignoto cartaio, realizza la filigrana “in chiaro”, ragionando sul fatto che se un rilievo sul telaio comporta una riduzione del materiale fibroso su un determinato punto del foglio, allora praticando una cavità sulla tela tessuta sarà possibile raccogliere più fibre e quindi ottenere l’effetto opposto “in scuro”.¹ Dalla loro invenzione ad oggi, le filigrane, rappresentano la “firma” della cartiera o del committente e certificano la qualità oltre a permettere di conoscere il luogo e la data di produzione della carta, sono quindi un’importante strumento per la datazione dei documenti cartacei. Se la carta era già diffusa in area mediterranea durante il XII secolo, la carta filigranata cominciò a diffondersi in Europa a partire dal XIV secolo, riuscendo a soppiantare la costosissima pergamena durante il secolo successivo.²
¹ Enrico Pedimonte: La carta: storia, produzione, degrado, restauro, 2012. La preparazione della pasta. ² Testa di bue e sirena: la memoria della carta e delle filigrane dal medioevo al seicento http://www.bernstein.oeaw.ac.at/twiki/pub/Main/ ProjectExhibitions/bernstein_2007_exhibition_catalog_it.pdf
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[5]
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5. Filigrana a testa di bue
In un linguaggio più moderno, si potrebbe definire la filigrana come un “marchio di produzione”, avente lo scopo di differenziare un produttore dall’altro. Col tempo si andarono a creare diversi tipi di marchi, ognuno dei quali aveva un proprio significato e, fra i tanti, il più conosciuto ed usato quoditianamente è quello delle banconote, posto in entrambe i lati, la sua principale funzione è provarne l’autenticità e rendere più difficile la contraffazione. Una filigrana particolarmente ricorrente è la “testa di bue” (fig.5), rappresentata con decorazioni diverse in base al contesto e già nel 1320 venne utilizzata in Italia, per poi diffondersi anche in Francia e Germania, scomparve completamente 300 anni più tardi, agli inizi del XVII secolo. La filigrana raffigurante un serpente merita particolare attenzione, perchè il simbolo del serpente compare molto spesso anche negli stemmi araldici, principalmente in quello della dinastia milanese dei Visconti. Questa filigrana fu poi utilizzata soprattutto dai cartai svevi, che riuscirono a creare una carta particolarmente fine e di buona qualità, in cui il motivo del serpente era quasi come un “sigillo di garanzia”, come d’altronte tutte le filigrane applicate alla carta stessa.³
³ Testa di bue e sirena: la memoria della carta e delle filigrane dal medioevo al seicento http://www.bernstein.oeaw.ac.at/twiki/pub/Main/ ProjectExhibitions/bernstein_2007_exhibition_catalog_it.pdf
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2.1 CARTE FILIGRANATE
La carta filigranata è usata principalmente per la fabbricazione delle carte valori, tuttora richieste dopo 800 anni dalla loro invenzione, da organizzazioni, enti e istituti statali o privati per autenticare i documenti e gli attestati di cui sono garanti.
CARTE PER BANCONOTE
La banconota, a livello tecnologico è la più articolata e prestigiosa carta valore. Viene realizzata con carta in fibre di puro cotone, conferendole una particolare consistenza e una maggiore resistenza all’usura rispetto alla carta comune. Gli principi di sicurezza di cui può disporre sono: pigmenti, fibre, filigrane, fili di sicurezza, ologrammi, serigrafie e trattamenti superficiali che convivono contemporanemente in unico prodotto esteriormente semplice come la carta. (fig.7)
CARTE PER ASSEGNI
L’assegno bancario è il dignitoso sostituto della carta moneta e per questo sono impiegati molti gradi di sicurezza. Oltre alla filigrana possono essere allegati, fibre visibili e invisibili che impediscono la falsificazione del supporto. (fig.8) ⁴
⁴ http://www.fabrianosecurity.com/it/15/banconote_e_carte_valori
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CARTE PER VISTI
Il visto di ingresso è l’atto con il quale uno stato dà a un singolo individuo straniero il consenso ad accedere nel suo territorio per un periodo prestabilito. Esso viene rilasciato sotto forma cartacea come documento ufficiale e incollato al passaporto, adesivizzato per poter essere inserito in maniera irreversibile al passaporto. Qualsiasi forma di contraffazione o rimozione del documento lascia segni chiari e indelebili sulla pagina del passaporto. (fig.9)
MARCHE DA BOLLO
La marca da bollo è una carta valore, impiegata come pagamento che approva atti e documenti pubblici. In Italia al 2005, le marche da bollo tradizionali sono state rimpiazzate da contrassegni telematici di tipo autoadesivo per consentire l’incollatura diretta sui documenti. (fig.10)
CARTA PER FRANCOBOLLI
Il francobollo è una carta valore stampata su un lato e gommato sull’altro che bollato a un prodotto postale ritrae la prova di avvenuto pagamento anticipato per l’accesso ai servizi di corrispondenza. Solitamente sono applicate: filigrana, fibre visibili e invisibili, tramite una lavorazione superficiale fluorescente e infine la classica gommatura che consente al francobollo di aderire al prodotto postale. (fig.11) ⁵
⁵ http://www.fabrianosecurity.com/it/15/banconote_e_carte_valori
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CARTA PER PASSAPORTI
6. Pietro Miliani: le carte valori
Il passaporto è indubbiamente il più importante documento di identità personale, esso consente al portatore di essere identificato in tutto il mondo e di richiedere l’autorizzazione istantanea o duratura di passare o soggiornare in uno stato estero. È una delle carte valori con i più alti standard di sicurezza, oltre alle fibre visibili e invisibili, la filigrana e il filo di sicurezza, vengono sensibilizzate per far risaltare la contraffazione e trattate superficialmente per permettere agli organi di competenza la personalizzazione. (fig.12) ⁶
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⁶ http://www.fabrianosecurity.com/it/15/banconote_e_carte_valori
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2.2 BANCONOTE
7. Dettaglio banconote 50€ 8. Assegno bancario 9. Dettaglio carta per visti 10. Marche da bollo 11. Francobolli 12. Passaporto
Le prime banconote si diffusero in Cina, che vanta un’antica tradizione nell’emissione della carta moneta, utilizzata principalmente per riscuotere nelle banche dell’epoca, metalli preziosi come oro e argento. Il tutto risale già dall’ 812 d.C., quando l’impero cinese usò provvisoriamente qualcosa di simile alle banconote per far fronte alla carenza del rame e del metallo con cui venivano coniate le monete. Tutto ciò durò ben poco, fin quando gli stessi cinesi introdussero dei bigliettini di cambio, che si dimostravano più funzionali delle pesanti monete metalliche. La primissima banconota cinese è il 1000 cash, diffusa sotto la dinastia Ming durante la Grande Guerra (1368-1398) e daltronde fu anche la prima banconota che garantiva il corretto pagamento in qualsiasi momento.⁷ Al giorno d’oggi vengono considerate le più importanti carte valore, si sviluppano mediante l’utilizzo di una carta composta da fibre di puro cotone, in grado di conferirle una maggiore resistenza ed evitare di strapparsi facilmente. Gli elementi di sicurezza per evitare la contraffazione sono di gran numero, applicati e realizzati durante lo svolgimento produttivo.⁸
⁷ https://www.moruzzi.it/una_breve_storia_della_banconota.html ⁸ http://www.fabrianosecurity.com/it/15/banconote_e_carte_valori
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13. Filo di sicurezza banconote 50â‚Ź 14. Banconota con pigmenti speciali 15. Coriandoli applicati su banconote 16. Ologramma 17. Filigrana Mould Made Watermark
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COLOR SHIFTING
Filo di sicurezza, che cambia in base all’inclinazione della luce che viene riflessa su di esso. (fig.13)
PIGMENTI SPECIALI
Alla carta vengono inseriti dei pigmenti speciali, che posso essere rivelati attraverso raggi UV o IR, oppure elettronicamente, con degli appositi macchinari capaci di analizzare le informazioni presenti sul supporto cartaceo. (fig.14)
FIBRE E CORIANDOLI
Le fibre e i coriandoli, sono applicati anch’essi sul supporto cartaceo delle banconote, in maniera casuale, ma allo stesso tempo anche con una certa frequenza, variando da una carta all’altra di spessore o di altezza. (fig.15)
OLOGRAMMI
È una lavorazione molto difficile da riprodurre, quella degli ologrammi, avendo la capacità di creare un effetto fotografico tridimensionale, in modo da ottenere un clichè che permette alla luce di essere riflessa solo in determinate angolazioni, dipendendo così dalla posizione in cui si trova rispetto alla luce. (fig.16)
MOULD MADE WATERMARK
È un tipo di filigrana che si distingue dalle altre per la sua capacità di ricavare una ricca gamma multitonale di chiari e scuri e per questo risulta la più difficile da contraffare, rispetto ad altre. (fig.17) ⁹
⁹ http://www.fabrianosecurity.com/it/22/fili_sicurezza
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2.3
L’illustratrice e grafica Beatrice Bernàt, per il suo progetto finale di laurea, ha reimmaginato il design delle banconote ungheresi, cercando di sostituire i volti grigi e cupi di dignatari nazionali e le facciate degli edifici in degrado. Questa serie di banconote presero il nome “Hungarian Paper Money”, e ognuna di queste è formata da due parti: nella prima vengono raffigurati animali mentre nella seconda piante, cercando di garantire a tutti una moneta originale e bella da osservare.¹⁰
BARBARA BERNÀT 18. Banconota con topo, realizzata dall’illustratrice Barbara Bernàt
[18]
¹⁰ http://ossomagazine.com/filter/GRAFICA/GRAFICA-Immaginare-il-design-dell-euro-ungherese#.XEoMky2h3ow
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La natura è il suo pezzo forte, soprattutto quando si tratta di roditori, riproponendoli frequentemente nelle sue opere come in questo caso. Le stesse banconote situate sotto i raggi UV rimarcano i tratti caratteristici della carta filigranata e per di più, se si espongono al buio si assiste ad un mutamento del disegno, rivelando lo scheletro di ogni animale. Una sua caratteristica molto particolare è quella di impiegare inchiostri fluorescenti, con l’intento di svelare dettagli che altrimenti passerebbero inosservati.¹¹
19. Banconota con uccello, creata dall’illustratrice Barbara Bernàt
[19]
¹¹ http://printink.altervista.org/299-2/
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2.4 FABRIANO
Fabriano città di pittori, fabbri e mastri cartai è popolare nel mondo per la sua carta di qualità, la cui lunga storia contraddistingue la città. Tra il XIII ed il XVII secolo la lavorazione della carta giunge a Fabriano, portando ricchezza e splendore alla città, anche se già nel XVIII secolo conobbe un lungo periodo di decadenza, causato sia da fattori tecnici che dal punto di vista economico e solamente con l’aiuto di Pietro Miliani, all’epoca dipendente della cartiera Vallemani, riuscì a risollevarsi dalla grande crisi. Le prime notizie attendibili sulla lavorazione della carta, sono contenute in un documento in pergamena nell’Archivio Storico del Comune di Matelica, datato 1264, nel quale è registrata una fornitura di carta proveniente da Fabriano utilizzata dal notaio comunale. I fabrianesi con le loro abilità fecero svolgere alla carta un vero e proprio salto di qualità, creando delle vere e proprie innovazioni come l’utilizzo della sfibratura, la collatura a base di gelatina di animale e la filigrana. Con tutta probabilità questo è stato collegato alla vicinanza con Ancona, porto aperto principalmente a scambi commerciali con il mondo arabo. L’organizzazione del lavoro è incentrata principalmente su due figure: il maestro cartaio, addetto alla produzione del supporto e l’imprenditore, capace di gestire la commercializzazione del prodotto. Il simbolo adottato fu una croce avente quattro cerchi alle sue estremità e uno centrale, rappresenta uno dei primi esempi di filigrana.¹²
¹² Enrico Pedimonte: La carta: storia, produzione, degrado, restauro, 2012. La manifattura di Fabriano dal XIII al XVI secolo - La produzione della carta oggi in italia
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Questo “segno d’acqua” serviva a documentare l’origine fabrianese della carta, difendendola dai tentativi di contraffazione e riconoscere fra loro le diverse botteghe artigiane presenti a Fabriano.¹³ Adottarono un sistema di sfibratura, non più manuale ma meccanico, ottenuto mediante l’impiego di una macchina, nota come Pila idraulica, che sostituisce la complessa operazione del mortaio in pietra e del pestone in legno, per la prima volta azionato a mano dagli Arabi, cercando di alleggerire il faticoso lavoro svolto dall’uomo e nel contempo si cercò di migliorare le qualità dell’impasto finale, aumentando così anche la produttività. Una seconda differenza che caratterizzò la produzione fabrianese fu quella di applicare alla carta una collatura a base di gelatina di animale, formata da sostanze proteiche ottenute mediante la bollitura in acqua di carniccio di scarto, pelle, ossa e altri scarti di origine animale. Con questo tipo di collatura, molto amata dagli amanuensi, si perfezionò nettamente la scrivibilità della carta senza incidere sulla sua stabilità. Inoltre, a differenza delle precedenti sostanze impiegate, questa viene attaccata meno dai germi patogeni. Alle suddette innovazioni tecniche ne aggiunsero una terza, apparentemente poco visibile, ma commercialmente importantissima: la filigrana, utilizzata per la prima volta a Fabriano nel 1282, con cui veniva marchiato ogni singolo foglio, è principalmente per questo che le carte prodotte da Fabriano vengono riconosciute a livello mondiale,
¹³ https://fabriano.com/pdf/fabriano2014_it.pdf
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imponendosi non solo “segno” di proprietà, ma anche marchio di qualità e di garanzia.¹⁴ Fabriano fu anche una delle pochissime cartiere, ad essere autorizzata dalla Banca Centrale Europea, specializzandosi sulla produzione dell’euro e di molte altre carte valori, in grado di offrire una vasta gamma di carte, che abbiano degli elementi di sicurezza, evitandone la contraffazione.¹⁵ Oggi, all’interno dell’ex convento dei Domenicani, si trova il celebre museo della carta di Fabriano, laddove grazie alla presenza di alcuni maestri cartai, è possibile analizzare personalmente tutte le varie procedure per la fabbricazione e le varie filigrane prodotte col tempo sia antiche che moderne, facendoci così entrare nel vero mondo della carta.
20. Fabriano a Roma, carta artigianale.
[20]
¹⁴ Testa di bue e sirena: la memoria della carta e delle filigrane dal medioevo al seicento http://www.bernstein.oeaw.ac.at/twiki/pub/Main/ ProjectExhibitions/bernstein_2007_exhibition_catalog_it.pdf ¹⁵ http://www.fabrianosecurity.com/it/5/chi_siamo
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3 Piegatura
Il metodo di piegatura della carta è molto semplice. La qualità della piega che si ricava, non dipende solo dal macchinario utilizzato, la cosiddetta piegatrice, ma anche dalla fibra della carta, in quanto è consigliabile seguire la loro direzione per effettuare una giusta piegatura, mentre per evitare problemi è opportuno che la carta stampata sia completamente asciutta. La composizione della carta e il suo contenuto in fibre condiziona molto gli effetti della piega: maggiore è il contenuto delle fibre, migliore sarà la resistenza del foglio ed anche un basso grado di umidità della carta può essere il motivo di rottura delle fibre sulla linea di piega, generando così pessimi risultati. ¹
¹ https://www.primabind.com/cordonatura-piega-e-cucitura.html
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58
3.1
È piuttosto normale, far coincidere l’inizio della tradizione della piegatura della carta, con la diffusione della stessa. Un reperto che testimonia più di tutti l’esistenza di una pratica simile a quella degli origami, è stato ritrovato nel deserto della Nubia nell’antico Egitto, luogo in cui veniva utilizzato il Papiro: materiale non adatto alle piegature a causa della sua rigidezza e friabilità. Solo quando è appena confezionato, risulta abbastanza flessibile da poterlo piegare, facilitando così il trasporto e impiegato per la creazione di mappe. Originariamente venivano impiegati per indicare una forma di scrittura: l’origami era un foglio rettangolare, tategami, piegato a metà longitudinalmente, su cui si era soliti scrivere lettere o liste. Dal XVIII secolo la
ORIGAMI
21. Origami a polo usando un foglio di carta di quaderno 22. Origami a rana
[21]
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parola “origami” veniva utilizzata per occasioni cerimoniali, servendosi di strisce ricavate da vestiti, dette sheda e heiroku, unite ad un filo o ad una bacchetta di legno, utilizzate principalmente per delimitare gli spazi sacri.² Gli origami, un’arte antica del piegare la carta, nascono in Giappone, dove la parola stessa era scandita in: Ori (piegare) e Kami (carta), riferendosi alla tecnica che consente di produrre strutture tridimensionali, attraverso la piegatura di uno o più fogli di carta. Le varie tecniche di piegatura, inizialmente vennero tramandate solo oralmente di generazione in generazione, fino a quando dal XVIII secolo in poi, cominciarono ad uscire fuori i primi volumi con istruzioni sulle varie piegature da realizzare.³ Tra il XVI e il XVII secolo, si diffuse anche in Europa, usate anche da persone nobili, per cercare di stupire il pubblico di un tempo, considerandola una vera e propria arte. Le forme si ricavano solamente attraverso la piegatura, escludendo qualsiasi tipo di taglio, avendo anche l’opportunità di unire più origami tra loro, dopo averli realizzati singolarmente, così da poter ottenere delle vere e proprie sculture di carta, come sosteneva anche il grande maestro giapponese Arika Yoshisawa “l’origamista deve stabilire un dialogo con la carta”, realizzando così delle figure in grado di comunicare ad un maggior numero di persone possibili.⁴
² Origami: evoluzione e ispirazione https://issuu.com/mauriziosturt/docs/ tesi_origami_-_evoluzione_e_ispiraz ³ https://www.origami-cdo.it/articoli/files/BreveStoriadellOrigami.pdf ⁴ http://www.chiaraconsiglia.it/wp-content/uploads/2014/11/Libro-origami.pdf
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23. Carta “folded square” adatta per la creazione di origami
Esistono molti tipi di carta nel mercato e per la realizzazione degli origami, si sceglie un tipo dotata di determinate caratteristiche, tenendo presente che sarà soggetta a pieghe, si dovrà utilizzare una carta che non si rovini facilmente, come la velina, ma neanche troppo massiccia, come il cartoncino. La carta perfetta, deve possedere leggerezza e resistenza allo stesso tempo: carta per scrivere, da pacco, ma anche un normale foglio di quaderno.⁶
[23]
⁶ https://www.docsity.com/it/origami-l-arte-di-intrecciare-la-carta/2093932/
61
3.2
TRACCE
TRACCE E PIEGHE
La traccia, considerata la parte più importante per la costruzione degli origami, si divide in due settori: SECONDARIA e CENTRALE, ed in sostanza è un superficiale solco impresso sulla carto dopo averla piegata.
A
D
TRACCIA CENTRALE Nella progettazionedel disegno, la traccia centrale, viene indicata per mezzo del tratteggio continuo, non sviluppata per la costruzione di altre pieghe, ma di solito combacia con diagonali, mediane o con l’altezza della struttura stessa.
TRACCIA SECONDARIA B
C
Nella progettazione del disegno, viene contraddistinta da un tratteggio a punto e virgola ed è l’opposto di quella centrale, ossia è essenziale per la costruzione di altre pieghe.⁷
⁷ https://www.bricoliamo.com/bricolage/origami/le-tracce/
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PIEGHE La piegatura e la ripiegatura della carta per la creazione degli origami, sono utilizzate per creare una stratificazione geometrica che dà una certa resistenza alla struttura della carta. Inoltre, la direzione della piega è fondamentale, in quanto determina la forma dell’origami stesso.⁸
A
D
B
C
A
D
B
C
D
B
A
A VALLE C
A MONTE
D
B
C
È un tipo di piega, realizzata sempre verso la parte frontale del manufatto, cioè sul lato rivolto verso di noi.
A
È opposta alla piega a valle, dove l’angolo generato viene riportato sul retro del manufatto, quindi risulta invisibile.
CONTROPIEGA D
B
A
C
È un tipo di piega più complessa, ed è per questo che è necessario avere ben chiaro il concetto di traccia, infatti per essere realizzata abbiamo bisogno dell’aiuto delle giuste tracce.⁹
⁸ https://issuu.com/mauriziosturt/docs/tesi_origami_-_evoluzione_e_ispiraz ⁹ https://www.bricoliamo.com/bricolage/origami/le-pieghe/
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3.3
Come si è detto precedentemente, Akira Yoshizawa, fu considerato uno dei migliori ambasciatori di quest’arte in senso moderno. Nasce in Giappone, il 14 Marzo del 1911, applicandosi alla piegatura della carta a soli 13 anni, dedicando quindi la sua vita a quest’arte fin da giovanissimo, creando figure sempre nuove, fino ad arivare a creare in tutta la sua vita 50.000 modelli. Il mondo, incominciò a conoscerlo dal 1951 in poi, quando per la prima volta, in una rivista Giapponese pubblica una sua raccolta, trattandosi dei dodici segni zodiacali. A lui si deve la scoperta di un complesso di diagrammi « SISTEMA YOSHIZAWA-RANDLETT», che permettevano di rappresentare con più precisione la preparazione per la realizzazione di forme, diventando famoso a livello mondiale.¹⁰
AKIRA YOSHIZAWA
24. L’origamista Akira Yoshizawa
«Sono convinto che l’origami sia il segreto della pace nel mondo, perchè quando usiamo le nostre mani per piegare, non pensiamo alla distruzione.» -Akira Yoshizawa
[24]
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¹⁰ https://issuu.com/mauriziosturt/docs/tesi_origami_-_evoluzione_e_ispiraz
25. Copertina del libro dedicato ad Akira Yoshizawa 26. Dettaglio di una pagina del libro con l’origami elefante
[25]
È stato un’esploratore di diverse tecniche di piegature, ed uno dei principali contributi per cui viene ricordato è la tecnica del WET-FOLDING, che letteralmente significa «piegatura bagnata», dove la carta veniva inumidita prima di essere sottoposta a delle pieghe, avendo la capacità di ottenere forme arrotondate.¹¹ Ad Akira, gli fu stata dedicata un’opera di grande pregio «L’ARTE DELL’ORIGAMI», un volume che racchiude al suo interno 60 modelli da lui realizzati, dove alcuni hanno lo scopo di far conoscere ai bambini questa disciplina, tanto amata da lui.
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¹¹ https://issuu.com/mauriziosturt/docs/tesi_origami_-_evoluzione_e_ispiraz
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3.4 LA GRU
I Giapponesi, legati molto alla simbologia e all’arte degli origami, prediligono il “disegno” della Gru: simboleggia oltre alla lunga vita e la felicità matrimoniale, anche la pontra guarigione per i malati. Chiunque sarà capace di piegare 1000 gru, secondo la tradizione giapponse, potrà realizzare un desiderio. Tale leggenda, tratta dalla storia di Sadako Sasaki, una bambina di Hiroshima, che a causa delle radiazioni della bomba atomica, riscontrò una grave forma di leucemia. Trovandosi in ospedale a causa della malattia, Sadako iniziò a piegare 1000 gru di carta, con il desiderio che non solo lei, ma tutte le persone del mondo potessero guarire da qualsiasi malattia. Questa storia è stata considerata così tanto importante, a tal punto che alla morte della bambina, gli fu costruita una statua in suo onore nel Parco del Memoriale della Pace a Hiroshima.¹² Come costruirla:
1. Prendere un foglio di carta quadrato, per poi effettuare delle pieghe che si vedono nella figura, cioè l’angolo superiore verso l’inferiore e da sinistra verso destra, una volta effettuate le pieghe riaprite il foglio.
2. Girare il foglio dall’altro lato, effettuando le pieghe come descritte in figura, quindi prima a metà dall’alto al basso e poi da destra a sinistra. Fatte le pieghe si riapre il foglio.¹³
¹² https://gogonihon.com/it/blog/origine-e-simbologia-degli-origami-giapponesi/ ¹³ http://creareconlacarta.it/origami-gru/
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3. Restando sempre sul lato bianco e sfruttando le pieghe che avete appena fatto, bisogna portare i tre angoli segnati in figura verso l’angolo inferiore, il risultato dovrà essere la terza figura riportata qui accanto.
4. Occorre piegare le parti laterali verso il centro del foglio e dopo fatto ciò riapritelo.
5. Adesso bisogna piegare l’angolo superiore verso il centro del modello (la piega dovrà corrispondere alla linea tratteggiata in figura) fatto ciò riaprite il foglio.
6. Bene, ora dovrete aprire il lembo superiore del modello, portandolo verso l’altro e premendo i lati dello stesso modello verso l’interno nello stesso momento, ora appiattite il modello.
7. Ora si dovrebbe girare il modello dall’altro lato e ripetere i passaggi 4, 5 e 6.¹⁴
¹⁴ http://creareconlacarta.it/origami-gru/
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8. Piegare i lembi superiori laterali, verso il centro del modello.
9. Ripetere la stessa operazione del punto 8 anche sull’altro lato del foglio. Fatto il modello, dovrà presentarsi come nella figura riportata accanto.
10. Adesso si dovrebbero piegare le “gambe” della futura gru verso l’alto, per poi ritornare alla posizione centrale.
11. Adesso occorre piegare all’indietro le gambe, invertendo le pieghe appena fatte.
12. Infine bisogna piegare all’indietro un lato per ricavare la testa della gru e successivamente piegare le parti che formeranno le ali.¹⁵
¹⁵ http://creareconlacarta.it/origami-gru/
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Adesso il vostro origami gru è pronto a volare!
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4 Cordonatura
La cordonatura, è un tipo di impressione a secco, effettuata su progetti composti da una carta con una grammatura di almeno 160g in sù. È considerato un passaggio fondamentale per ricavare una piega pulita ed è anche un modo per evitare la rottura delle fibre durante il procedimento di piegatura. Essa ricava un incavo a forma di linea, in modo da poter curvare o piegare il materiale lungo il tratto della cordonatura, producendo così forme e funzioni desiderate per un determinato confezionamento. Questo procedimento è molto utilizzato nelle copertine dei libri, in modo da ridurre la rigidità nel momento di sfogliarlo, evitando inoltre di far vedere al “vivo” la colla presente nel dorso. Mentre, sul cartone per mezzo di un dispositivo avente solcatori e controsolcatori, le cordonature possiedono larghezza e profondità prefissate in base al tipo di cartone ed al suo spessore.¹ 27. Pieghevole realizzato con una cordonatrice meccanica
[27]
¹ https://issuu.com/mauriziosturt/docs/tesi_origami_-_evoluzione_e_ispiraz
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4.1
CORDONATURA PIENA
CORDONATURE STANDARD
Questo tipo di cordonatura, si effettua quando si vuole ridurre la resistenza della carta, in modo tale da facilitare la piegatura di questa tramite una leggera impressione sul materiale da stampare.
CORDONATURA CAVA Tale cordonatura è considerata molto più efficace rispetto a quella piena,sia perchè permette di ottenenere risultati migliori soprattutto nelle carte patinate, sia perchè riduce la resistenza durante il piegamento in modo tale da ottenere un solco più profondo.²
² https://macprints.files.wordpress.com/2012/01/piegatura-e-cordunatura. pdf
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Cordonatura con piegatura centrale a portafoglio.
Cordonatura con doppia piega a fisarmonica.
Cordonatura con doppia piega a portafoglio.
Cordonatura composta da tre pieghe a finestra.
Cordonatura a fisarmonica con 5 pieghe e 6 facciate.
Cordonatura a portafoglio formata da 3 pieghe e 4 facciate.Âł
Âł https://www.tiraventografica.eu/sosteniamo-il-tuo-progetto/177-formati-di-stampa-su-carta.html
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[28]
74
4.2 I LIBRI POP UP
28. Dettaglio del libro Cosmographia di Peter Apian
I libri POP UP, come li intendiamo al giorno d’oggi, sono principalmente indirizzati ai bambini, dove il supporto non svolge solo la funzione di accogliere immagini, ma diventa esso stesso uno strumento capace di comunicare. Il termine POP UP, che significa letteralmente « Saltare sù » è stato utilizzato per la prima volta intorno al 1930, dalla casa editrice Americana, la BLUE RIBBON INC, riferendosi, appunto, ai libri che assumono una certa tridimensionalità, per far vivere al lettore un’esperienza plurisensoriale, oltre al coinvolgimento intellettuale. Sicuramente tra i primi ad inserire parti mobili all’interno di un libro, fu il Monaco Benedettino Matthew Paris nel 1250, creando una narrazione storica, chronica majora, arricchendo personalmente le immagini. Le prime 7 pagine erano caratterizzate da mappe, con lo scopo di rappresentare i percorsi e le rotte da effettuare, collegando Londra con le mete più importanti del pellegrinaggio religioso, cioè Roma e Gerusalemme. La vera originalità a quell’epoca stava nell’aver inserito, sia nella parte superiore che laterale, pezzi di carta che aprendosi e chiudendosi trasformavano la mappa in uno spazio dinamico, dando la possibilità al lettore di intraprendere un viaggio meditativo e un’esperienza multisensiorale.⁴ I pop up che si ritrovano in commercio oggi, hanno origine nella maggior parte dei casi dalla Cina, Colombia o Singapore, dove si trovano sedi importanti di case editrici.
⁴
https://www.jlis.it/article/download/11611/10780
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29. Libro in versione pop up Pulcino Pino, Nick Denchfield e Ant Parker 30. I colori delle emozioni, libro versione pop up di Anna Llenas
Qui regna la pazienza, che è la più grande qualità dell’ingegnere della carta, perchè la loro creazione richiede molto tempo, ma bisogna avere anche grande abilità manuale per costruirli pezzo dopo pezzo.⁵ Prima di essi, vi erano i cosiddetti «LIBRI ANIMATI» o «MOVABLE BOOKS», dove l’utilizzo di meccanismi cartotecnici, che consentivano di animare le immagini attraverso linguette, tirandole verso l’esterno, trasformavano il libro in una struttura tridimensionale, sollecitando l’interazione da parte del fruitore. Tali libri si diffusero inizialmente per uso didattico, capaci di illustrare teorie e ricerche in campo scientifico spiegando attraverso le immagini concetti molto difficili da comprendere. I primi fruitori furono gli adulti, servendosi di questi libri come sussidiari per i propri studi. Un’esempio molto noto, fu quello dell’astronomo Tedesco Peter Apian in Cosmographia, che intagliò incisioni calcografiche e collegò le varie parti con fili sottili in modo che potessero ruotare liberamente. Con questo progetto, egli intendeva trasmettere le informazioni che aveva elaborato per i suoi studi sui corpi celesti.⁶
⁵ http://dailystorm.it/2015/01/07/libri-pop-up-cera-una-volta-lillustrazione-3d/ ⁶ http://www.pop-ups.net/popups/storia1.htm
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4.3
Nato il 21 Settembre del 1971, Matthew Reinhart, dopo aver studiato biologia e medicina, ha conseguito i suoi studi alla Pratt Institute, cercando di intraprendere dei corsi per diventare un Toy designer, per poi diventare un paper engineer ed essere considerato uno dei più grandi ingegneri della carta. Collaborò per molto tempo con Sabuda considerato anche lui un grande ingegnere della carta, su libri come Il meraviglioso mago di Oz , ABC Disney e Movable Mother Goose, facendo il suo primo ingresso nel campo del libro pop up con The Pop Up Book Of Phobias . Ha da sempre avuto la passione per l’arte, considerandola una parte fondamentale della sua vita, diventando col tempo uno dei massimi scrittori e illustratori di libri pop up, dedicati principalmente al mondo dei bambini.⁷
MATTHEW REINHART
31. Libro pop up creato da Robert Sabuda e Matthew Reinhart: L’enciclopedia preistorica dei dinosauri
[31]
⁷ https://librolandia.wordpress.com/2014/05/29/matthew-reinhart-e-michael-komarck-il-trono-di-spade-gui- da-a-westeros-pop-up/
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Il fantastico libro pop up sui mattoni Lego, pubblicato nel 2016 dall’editore Scholastic US, è stato tanto amato dai bambini, grazie al contributo del grande ingegnere della carta Matthew Reinhart, conducendoci all’interno dell’universo lego. Diviso in 5 parti, il volume, con spettacolari sculture di carta tridimensionali, è formato da 10 pagine complessive, dove ognuna è raccontata da un’esperto: il professor Von Brickhousen. La parte iniziale del volume, comprende la storia della marca e dei famosi mattoncini Lego e come il gioco, la versione cartacea si presenta inizialmente con le sembianze di un’automobile, trasformabile in un idrovolante e infine, tirando la linguetta verso il basso, esce fuori un dinosauro.⁸
DAI MATTONI GIOCATTOLO ALLA CARTA
32. Libro versione pop up di Matthew Reinhart sui mattoncini Lego
[32]
⁸ http://aboutpopupbooks.altervista.org/matthew-reinhart-lego-pop-up/
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Per il 30° anniversario della saga di Star Wars, Reinhart, dà vita ad un libro pop up straordinario, basato sui primi tre film della saga, esplicitandone diversi aspetti come la posizione della galassia o le varie creature che man mano entrano in gioco. Dopo il grande successo di questo primo libro, Reinhart decide di realizzarne un’altro, mantenendo inalterata la struttura, cambiando solamente le rispettive tematiche trattate. In entrambi i volumi, le immagini vengono approfondite da didascalie, dove vengono inserite anche luci Led, che illuminano le spade laser dei vari personaggi, avendo la capacità di poter essere ricaricate e a loro volta sono poste nell’apposito scomparto nel retro del libro.⁹
STAR WARS
33. Libro versione pop up di Matthew Reinhart, Star wars
[33]
⁹ http://aboutpopupbooks.altervista.org/matthew-reinhart-star-wars/
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4.4 ROBERT SABUDA
Robert Sabuda nato nel 1965 in una cittadina di Pinckney, manifestava sin da piccolo una grande passione per la lettura, grazie anche al contributo della madre che ogni sera a lui e a suo fratello maggiore le narrava una storia. Inizialmente sperimentò le capacità del collage e, piegando e incollando carta, giungeva infine a costruire libri illustrati di qualsiasi dimensione, fin quando una visita dal dentista da una svolta decisiva alla sua vita. Trovandosi nella sala d’attesa e osservando una cesta colma di libri, Sabuda notò un libro in pasticolare che, al momento di aprirlo qualcosa le balzò fuori dalla pagina: era il primo pop up che vedeva. Imparò presto a realizzarli, studiando quelli che gli erano stati donati, arrivando al giorno d’oggi ad essere riconosciuto come uno dei massimi ingegneri della carta. ¹⁰
¹⁰ https://librolandia.wordpress.com/2011/01/31/robert-sabuda-la-magiadel-pop-up/
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ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
Tra i tanti libri pop up realizzati da Robert Sabuda, vi è un capolavoro come quello di Alice nel Paese delle Meraviglie. Fu pubblicato per la prima volta nel 2006 dalla Mondatori, ed è formato complessivamente da 12 pagine che hanno la capacità di farci stupire attraverso una straordinaria sequenza di pop: dalla foresta si passa al profondo pozzo che condurrà Alice nel mondo di coniglio bianco e viè persino un ventaglio di carte che sbucano e restano sospese in aria.¹¹
34. Libro versione pop up di Robert Sabuda su Alice nel paese delle meraviglie
[34]
¹¹ https://www.libreriauniversitaria.it/alice-paese-meraviglie-libro-pop/ libro/9788804551058
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5 Fustellatura
DIAMO UN TAGLIO ALLE SOLITE IDEE
Una volta stampato il documento, il processo di fustellatura ha lo scopo principale di indebolire alcune parti che compongono il supporto cartaceo, permettendo di modellare e sagomare gli stampati secondo le proprie esigenze. Non si attua in tutta la superficie, ma solo nei punti desiderati, effettuando linee spezzate o curve per realizzare veri e propri elaborati creativi, anche con finalità tridimensionali. Grazie alla fustellatura si esegue un taglio preciso sulla superficie, considerata “tenera” come nel caso della carta, cartone o materie plastiche inviando al computer il disegno CAD con il tracciato della sagoma o della piega. Oltre a tagliare, è possibile utilizzare, nella stessa fustella, una lamina più bassa e non tagliente soprannominata “Cordone”, che permette di effettuare un solco di linee di piega, senza però tagliare la carta e né danneggiarla: si tratta, quindi, di uno schiacciamento o logoramento delle fibre che faciliterà l’apertura e chiusura del prodotto finito. Questa tecnica è particolarmente usata per dépliant, cartelline, biglietti o inviti, realizzati con carte di grammatura intermedia e pesante.¹ Non esiste un solo tipo di fustellatura, ma la differenza sostanziale fra i vari tipi dipende dal supporto su cui viene assemblato il profilo tagliente. In particolare, esistono:
¹ http://www.stampareblog.it/2013/02/01/la-fustellatura-tagli-completi-mezzi-tagli-e-cordonature/
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5.1 FUSTELLE
FUSTELLA PIANA La fustella piana, detta anche fustella americana, è la più comune e la più utilizzata in ambito tipografico, formata da un nastro tagliente montato su una base in legno in grado di tagliare e ottenere qualsiasi forma. (fig.35)²
FUSTELLA ROTATIVA La fustella rotativa è simile a quella piana, si differenzia per il supporto cilindrico. I taglienti, in questo caso, sono fissati sul cilindro in legno e dotati di un rullo trascinatore. A differenza della fustellatrice piana, che si serve di un sistema di apertura e chiusura, la fustellatrice rotativa riesce a lavorare anche su materiali composti da volumi maggiori in minor tempo. (fig.36)³
FUSTELLATRICE LASER
35. Sistemazione fustella piana piana 36. Fustellatura rotativa 37. Fustellatura laser su carta
La fustellatura a laser, considerata la più attuale, ha la capacità di fustellare anche parti piccolissime, ottenendo risultati di grande impatto visivo. Tuttavia si tratta di una lavorazione abbastanza delicata e richiede una particolare attenzione in quanto, bruciando lo stampato, si possono formare delle parti annerite.⁴ È adatta per le piccole tirature ed è molto più vantaggiosa anche dal punto di vista economico a differenza della fustellatura meccanica, dove non bisogna effettuare nessun costo per la realizzazione della matrice e consente di creare lavori servendosi di file sia raster che vettoriali. (fig.37)
² http://www.tipografiapriulla.it/tecniche/fustellatura-della-carta/ ³ https://www.gruppomaf.it/news/fustella/ ⁴ http://www.converting.packmedia.net/files/Capitolo_7_Fustellatura.pdf
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5.2 LIBRI FUSTELLATI
38. Mamma cucù di Raffaella Castagna e Gabriele Clima Editore: la coccinella Collana: bu-bu-settete!
39. Il libro col buco di Hervè Tullet, edizione illustrata
Nella maggior parte dei casi, i libri fustellati, in ogni singola pagina mostrano una foratura in un punto prestabilito, per cercare di creare una connessione tra la pagina precedente e quella successiva, creando una lettura continua del libro, mostrando fin dall’inizio un elemento che si troverà pagina dopo pagina. I libri, così predisposti, stimolano la curiosità da parte del bambino che mano a mano, voltando le pagine, scopre ciò che intravedeva sin dall’inizio.⁵ «[..] Tutti questi libri sono di dimensioni adatte alle manine, appaiono solidi fin dal primo sguardo, sono robusti e sicuri con i loro bordi arrotondati e il cartone spesso di cui è composta ogni pagina, presentano illustrazioni colorate, vivaci, accattivanti senza essere eccessive [..]»⁶ La coccinella è una delle più importanti case editrici a produrli ed è conosciuta soprattutto a livello mondiale per aver realizzato i primi libri gioco, come nel caso dei famosi libri col buco che risalgono agli anni 70 e che hanno rappresentato una svolta decisiva nel settore editoriale.⁷
⁵ https://crescereleggendo.wordpress.com/tag/libri-fustellati-libri-0-3-anni/ ⁶ https://issuu.com/elisagarisedeleonoragrimaldi/docs/issuu ⁷ https://issuu.com/elisagarisedeleonoragrimaldi/docs/issuu
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5.3
Bruno Munari, considerato uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del 20º secolo, nasce a Milano nel 1907 e grazie all’aiuto da parte dello zio ingegnere, a partire dal 1925, inizia a lavorare sotto la veste di grafico. Fin da giovane ha avuto una fantastica capacità di comunicare attraverso parole, oggetti e giocattoli, concentrandosi soprattutto sul mondo dell’infanzia e su libri per bambini, inaugurando così la serie dei Libri-gioco. Infatti, affermò che, non potendo cambiare gli adulti, decise di lavorare sui bambini, perchè ne crescano di migliori. Partendo da questa idea, Munari cercò di esaminare l’uomo, per farlo liberare da convenzioni e rigidità che gli venivano imposte, nella speranza di formare quell’uomo dalla mentalità più elastica che tanto sperava.
BRUNO MUNARI
40. Bruno Munari, I prelibri
«Forme, colori, spazi, accordi, ritmi, possonoessere usati come linguaggio per esprimere delle sensazioni, degli statid’animo, per “raccontare” qualcosa. (...) Colori allegri, colori tristi,drammatici, pesanti, vaporosi, forme lievi, fragili, decise o accennate,angolose o morbide, pagine sottilissime, pagine rigide, molli o dure,opache o trasparenti, intatte o strappate, possono diventare un linguaggiocomune ad ogni essere umano.»⁸
[40]
⁸ https://www.topipittori.it/it/topipittori/libro-illeggibile-ny-1
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LIBRI ILLEGIBILI
41. Libro illegibile Bruno Munari, per il Museum of Moder Art
[41]
A partire dal 1949, Bruno Munari, progetta per la prima volta una serie di libri illeggibili, sperimentando contemporaneamente sia la comunicazione visiva e quella tattile, senza inserire alcun testo. Tutto ciò nasce dal suo pensiero che la carta non ha solamente la funzione di supportare il testo, ma è capace di comunicare anche attraverso il colore, il formato e tagli, cercando di coivolgere tutti i sensi, ed è per questo che vengono definiti come dei libri plurisensoriali. All’interno non vi è alcun ordine, non esistono margini e tanto meno numeri di pagine, non è altro che un’oggetto da sfogliare, considerato come un contenitore, dove il lettore trova la propria storia visiva, lasciando libero spazio all’immaginazione. Questo libro fu uno dei tanti “libri illeggibili” creati da Bruno Munari, realizzato nel 1967, in occasione della mostra «TWO GRAPHIC DESIGNERS», trovandosi al Museum Of Modern Art di New York. Come protagonista vi è un filo rosso, che ha la capacità di guidarci pagina dopo pagina, attraversando l’intero libro, per poi sparire nell’ultima. Il libro, di carattere puramente plurisensoriale, è privo di una storia e di parole e a sua volta è composto da tre colori fondamentali: rosso, grigio e nero. Attraverso il tatto si possono percepire le diverse tipologie di carta, da ruvida a liscia e da leggera a pesante, mentre tramite l’olfatto si può avvertire una fragranza diversa per ogni foglio. Infine, con l’udito, scorrendo le pagine, si sente il filo mentre oltrepassa una carta sempre diversa, quindi non producendo sempre lo stesso rumore.⁹
⁹ http://pietrotripodiblogdesign.blogspot.com/2012/05/i-libri-oggetto-di-bruno-munari-libri.html
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5.4 PETER NEWELL
Nato il 5 Marzo del 1862, Peter Newell, fu cresciuto nella sua piccola cittadina dell’Illinois a Bushnell, iniziando fin da giovanissimo ad avere la passione per l’arte, lavorando in un piccolo studio fotografico.Trasferendosi a New York, nel 1883, iniziò a pubblicare le proprie illustrazioni, accompagnando centinaia di articoli nelle principali riviste americane dell’epoca, rendendolo uno dei più importanti illustratori del suo tempo, come per «Harper’s Bazar» e «New york graphic»¹⁰
42. Libro Sbilenco di Peter Newell
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¹⁰ https://www.orecchioacerbo.com/editore/index.php?option=com_oa&vista=autori&id=49
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LIBRO SBILENCO
Il libro sbilenco, realizzato per la prima volta nel 1910 in America da Peter Newell e pubblicato dall’editore Orecchio acerbo, in un certo senso anticipa quelli che poi furono definiti “giochi cartotecnici”, incantando il lettore per la sua forma romboidale. Tale forma, distaccandosi dal libro classico fa sì che il piatto destro, il recto del libro, sia in discesa e di conseguenza la lettura da l’impressione di scivolare pagina dopo pagina. Il libro, indirizzato al mondo dei bambini, racconta la storia di una carrozzina impazzita, che sfuggita di mano alla Tata, si ritrova ad attraversare tutta la città, facendo conoscere al piccolo Bobby i vari personaggi che popolano la città stessa. Passa dal poliziotto ai giocatori di tennis, fino a raggiungere una campagna, dove si imbatte in un morbido pagliaio, facendo finire la sua corsa.¹¹
¹¹ https://www.orecchioacerbo.com/editore/index.php?option=com_oa&vista=catalogo&id=73
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CONCLUSIONE La carta che fin da sempre è stata il supporto principale per la scrittura manuale, è stata presa in considerazione con gli anni da tanti autori, illustratori e designer, i quali attraverso abilità varie, hanno cercato di sfruttarla al massimo per esprimere idee, tecniche e stati d’animo. A tal proposito, questo è diventato possibile grazie anche allo sviluppo di tanti macchinari di alto livello utilizzati nell’ambito della cartotecnica, che ha principalmente il compito di creare dei veri e propri manufatti attraverso la trasformazione della carta e del cartone. Dunque, la carta in senso moderno è uno dei materiali perfetti per mille usi, ma specialmente per quelli che hanno a che fare con la creatività.
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BIBLIOGRAFIA Enrico Pedemonte, (2012), La carta: storia, produzione, degrado, restauro. Fedrigoni, 2018 Le forme della carta edizione ampliata
SITOGRAFIA http://www.informaticaestoria.it http://www.cartaecartone.it https://digilander.libero.it/cirofruncillo/carta.htm http://www.treccani.it/enciclopedia/emicellulose http://www.sanzeno.org http://www.lucartgroup.com https://www.pixartprinting.it https://minimegaprint.com https://www.graphic-business.it/materiali/4.pdf https://issuu.com/marianoraarnone/docs/issuuuu http://www.assocarta.it/ http://www.sicurfad.it http://www.simpac.it http://www.bernstein.oeaw.ac.at http://www.fabrianosecurity.com/it/15/banconote_e_carte_valori https://www.moruzzi.it/una_breve_storia_della_banconota.html https://www.staples.it http://ossomagazine.com http://printink.altervista.org
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https://fabriano.com https://www.primabind.com https://issuu.com/mauriziosturt/docs/tesi https://www.origami-cdo.it http://www.chiaraconsiglia.it https://www.docsity.com/it/origami-l-arte-di-intrecciare-la-carta https://www.bricoliamo.com https://gogonihon.com http://creareconlacarta.it https://macprints.files.wordpress.com https://www.tiraventografica.eu https://www.jlis.it http://dailystorm.it http://www.pop-ups.net/popups/storia1.htm https://librolandia.wordpress.com http://aboutpopupbooks.altervista.org https://www.libreriauniversitaria.it http://www.stampareblog.it http://www.tipografiapriulla.it https://www.gruppomaf.it http://www.converting.packmedia.net https://crescereleggendo.wordpress.com https://issuu.com/elisagarisedeleonoragrimaldi/docs https://www.topipittori.it http://pietrotripodiblogdesign.blogspot.com https://www.orecchioacerbo.com
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