III Festival delle Comunità del Cambiamento di RENA

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Approda a Milano il Festival delle Comunità del Cambiamento, l'evento promosso da RENA per mettere in rete le realtà italiane più innovative: organizzazioni, pubbliche amministrazioni, imprese e associazioni interessate a rigenerare il tessuto civico, sociale ed economico del Paese. Questa terza edizione è organizzata in collaborazione con BASE Milano, che ospiterà l’evento in programma dal 7 al 9 ottobre, con il contributo di Fondazione Cariplo e Synergie Italia, il patrocinio del Comune di Milano Esiste un pezzo d' Italia che sta già realizzando il futuro. Un Festival per raccontarlo e aumentare la forza delle azioni che mette in campo. Nel corso di questi anni, abbiamo raccontato un’Italia ricca di esperienze interessanti e generative di valore, di piccoli e grandi laboratori di ricerca e sviluppo di una società in costante e rapida evoluzione. Se queste esperienze ambiscono a non essere nicchie marginali, devono imporre a se stessi un ulteriore cambio di passo. Se vogliamo affrontare le sfide che ci attendono è arrivato il momento di essere consapevoli che non basta ripetersi che stiamo andando nella giusta direzione. Da avanguardie, le pratiche innovative possono e devono diventare attori di cambiamento del Paese. IL PROGRAMMA IN PILLOLE >> Venerdì 7 Ottobre | Stati generali dell’imprenditoria innovativa: un momento di confronto, organizzato in collaborazione con Linkiesta e Italia Startup, dedicato alle imprese italiane “a prova di futuro“, che sanno innovare restando orientate alla società e alle comunità di cui fanno parte. A guidarci in questo viaggio saranno Paolo Venturi, Stefano Micelli e Francesco Cancellato. >> Sabato 8 Ottobre mattina | Vedi alla voce “cambiamento”: una mattinata per declinare insieme il significato della parola cambiamento. Sul palco si alterneranno attivisti, professionisti e ricercatori, attraverso una serie di interventi ispirazioni. Obiettivo: preparare il terreno per il lavori del fine settimana. >> Sabato 8 Ottobre pomeriggio | Tavoli di lavoro sulle sfide Paese: per comprendere meglio lungo quali direttrici orientare le nostre energie nei prossimi anni. 7 gli argomenti selezionati: formazione, decisone e cambiamento; città, innovazione e periferie; il futuro del lavoro, l’innovazione culturale; una nuova idea di cittadinanza; Europa e gli ossimori delle migrazioni. >> Domenica 9 | Spazio alle comunità: momenti di confronto auto organizzati da una serie di comunità di pratiche. Al centro della nostra attenzione alcuni temi di frontiera: community hub, innovazione nella governance urbana, gestione dei casi di crisi, nuovo welfare, tecnologie civiche, sharing economy, comunicazione politica, manifattura digitale, openness e cura, modelli di business ad elevata capacità occupazionale.


Venerdì 7 Ottobre

Stati generali dell’imprenditoria innovativa Ore 17.00 - Saluti e introduzione Cristina Tajani, Comune di Milano Matteo Bartolomeo, BASE Milano Andrea Rebaglio, Fondazione Cariplo Francesco Russo, RENA Ore 17.45 - Le caratteristiche delle imprese “a prova di futuro” Stefano Micelli, Università Cà Foscari di Venezia Paolo Venturi, Aiccon Coordina: Francesco Cancellato, Linkiesta Ore 18.15 – La parola alle imprese Interventi delle imprese selezionate attraverso la call promossa da RENA, Linkiesta e Italia Startup Coordina: Francesca Mazzocchi, RENA Ore 19.00 – Organizzazioni di rappresentanza e policy alla prova del futuro Maria Letizia Gardoni, Coldiretti Mattia Affini, Confcooperative Stefania Milo, CNA Francesco Ferri, Confindustria Filippo Taddei, Partito Democratico* Federico Barilli, Italia Startup Coordina: Francesco Cancellato, Linkiesta Dalle ore 20.00 in poi – Aperitivo e DJ set


Sabato 8 Ottobre mattina

Vedi alla voce “cambiamento” Dalle 10.00 alle 13.30 si alterneranno sul palco centrale interventi ispirazionali di attivisti, professionisti e ricercatori per definire assieme il significato di “cambiamento” e indicare le sfide che ci attendono.

Introduzione e avvio dei lavori Francesco Russo, Presidente RENA Michele d’Alena, RENA

Gli interventi Marco Annoni, Fondazione Veronesi La rivoluzione dell’altruismo efficace Filippo Barbera, Professore Associato in sociologia dei processi economici e del lavoro Università di Torino Dissonanza e cambiamento: valori e valore nei processi di innovazione Stefana Broadbent, Cleanweb I segreti dell'intelligenza collettiva Ilda Curti, Coordinatrice nazionale rete città Interculturali del Consiglio d'Europa, Presidente Associazione IUR Innovazione Urbana e Rigenerazione Politiche per attivare comunità Annalisa Monfreda, Direttrice di Donna Moderna Senza leadership al femminile non ci può essere vero cambiamento Daniela Selloni, Service designer e ricercatrice POLIMI DESIS Lab, Politecnico di Milano Job Design: progettare i lavori del futuro Tommaso Vitale, Associate Professor of Sociology at Sciences Po Da Tangentopoli a oggi: l’Italia civile e la promozione del cambiamento istituzionale Fabio Zaffagnini, Dreamer and General Manager Rockin'1000 Rockin'1000: la più grande Rock Band al mondo. Un nuovo modello organizzativo Fabiana Zollo, CSSLab presso l'IMT - School for Advanced Studies di Lucca Dinamiche comunitarie nell’era della credulità

Modera Davide Agazzi, RENA


Sabato 8 Ottobre pomeriggio

Tavoli di lavoro sulle sfide Paese Una sessione organizzata in tavoli di lavoro per condividere e riflettere assieme su come affrontare le prossime sfide del Paese. Sono in programma 7 tavoli tematici, alcuni dei quali si terranno in contemporanea, con l’obiettivo di contribuire a definire meglio tali sfide e le principali tensioni che le animano, con l’obiettivo di indicare soluzioni per passare dalla pratiche alle politiche. Prima sessione: dalle 14.30 alle 16.45 Sala 1. Formazione, decisione e cambiamento. Coordinatori: Antonio Aloisi, Francesco Russo, Letizia Piangerelli Sala 2. Città, innovazione e periferie. Coordinatori: Matteo Brambilla, Davide Agazzi, Simona Colucci, Claudio Calvaresi Sala 3. Futuro del lavoro. Coordinatori: Francesco Luccisano, Stefano Zorzi Sala 4. Innovazione culturale. Coordinatori: Bertram Niessen, Roberta Franceschinelli, Valentina Montalto

Seconda sessione: dalle 16.45 alle 19.00 Sala 1. Una nuova idea di cittadinanza. Coordinatori: Damien Lanfrey, Michele d’Alena, Rosanna Prevete Sala 2. Europa. Coordinatore: Donatella Solda Sala 3. “Emergenza ordinaria”: oltre gli ossimori delle migrazioni. Coordinatori: Roberto Lucarella, Simona Colucci

Dalle 19.30 alle 20.15, spazio all’ironia “Il Cambiamento”. Discorso alla nazione di Renzo Mattei Lercio show, a cura di www.lercio.it

Dalle ore 21.00, visita e party con musica dal vivo e DJset al MLO, Mercato Lorenteggio A cura di: Dynamoscopio e I Distratti


Domenica 9 Ottobre

Spazio alle comunità Come nelle due edizioni precedenti, RENA si propone come piattaforma per facilitare momenti di confronto di frontiera a disposizione delle comunità di pratiche che si sono offerte di coorganizzare questa sessione del Festival Ore 9.45, introduzione dei lavori (sala 1) : Roberta Franceschinelli, RENA

Prima sessione: dalle 10.00 alle 12.00 Sala 1. Community Hub come spazi di rigenerazione delle energie urbane A cura di: Avanzi, Kilowatt, Dynamoscopio, Sumisura Sala 2 .Nuove famiglie. Welfare e pratiche dal basso A cura di: Casa Netural Sala3. Sta crollando tutto? Ripensare la politica, la comunicazione, l’imprenditoria nell’era della sfiducia globale A cura di: Dino Amenduni Seconda sessione: dalle ore 12.00 alle 14.00 Sala1. Innovazione nella governance urbana e processi partecipativi A cura di ANCI Sala 2. Tecnologie civiche per capire il potere A cura di: Scuola di Tecnologie civiche di RENA, Top-IX, Fondazione B. Kessler, MappiNA, Rural Hub Sala3. Manifattura è democrazia è autonomia. A cura di: Andrea Cattabriga e Stefano Maffei Terza sessione: dalle 14.00 alle 16.00 Sala 1. Il terremoto e la risposta delle comunità. Terremoto Centro Italia A cura di: Action Aid, progetto Terremoto Centro Italia Sala 2. Sharing Economy, a che punto siamo? Introduzione a Sharitaly A cura di: Sharitaly Sala 3. Openness e cura: quali sono gli agenti di cambiamento nell’ecosistema di cura? A cura di: WeMake

Accelerazione di comunità: dalle 10 alle 13 Sala 4. Accelerare modelli di business ad elevata capacità occupazionale: il laboratorio di servizi della comunità COOPUP A cura di Coopup e RENA)


Le sfide Paese: materiali preparatori di lavoro I lavori di sabato 8 ottobre pomeriggio sono organizzati attorno a 7 tavoli tematici, alcuni dei quali si terranno in contemporanea. L’obiettivo della sessione è quello di contribuire a definire alcune sfide Paese che già oggi stiamo affrontando. La sensazione è che, in alcuni casi, non si riescano bene ad identificare le leve su cui agire per generare cambiamenti ad una scala significativa. I tavoli di lavoro cercheranno quindi di contestualizzare al meglio i contorni delle sfide da affrontare, identificando le tensioni che le animano e proponendo possibili soluzioni per passare dalle pratiche alle politiche. Le discussioni dei gruppi di lavoro saranno orientate dalle linee guida che riportiamo qui di seguito.

Città, innovazione e periferie Coordinatori: Matteo Brambilla, Davide Agazzi, Simona Colucci, Claudio Calvaresi Se si vuole promuovere innovazione nelle città, la parola periferia andrebbe usata con grande cautela. Intorno a questo concetto coesistono posizioni diverse che rispondono, ognuna per il suo verso, ad una forma di stigma. Tanto quelli che rappresentano questi luoghi come associati al degrado e alla marginalità, tanto quelli che li vogliono serbatoi di innovazione e socialità a tutti i costi. Il punto di partenza, che ci consente di andare oltre queste posizioni, è riconoscere che nella città vi sono aree multiproblematiche, in termini di ineguaglianza, difficili condizioni di accessibilità, scarsa qualità ambientale, dello spazio urbano e degli edifici. Vi si manifestano antiche povertà e nuove esclusioni, gli effetti di processi globali e gli esiti del ritrarsi del welfare nel nostro Paese, i problemi che le politiche pubbliche non sono state capaci di trattare, quelli che hanno voluto tralasciare e quelli che hanno addirittura creato. Parliamo di periferie per parlare di città, dunque. Credendo che questi spazi del possibile costituiscano allo stesso tempo una sfida per le città, ma anche i luoghi in cui il coacervo di sfide che le città si trovano a fronteggiare si manifestano in maniera più evidente. Queste aree sono i posti dell’anomalia, quelle dove i conti non tornano: nei margini possono darsi pratiche non codificate, potenzialmente generative di innovazione, che rifiutano la norma, ma sono anche luoghi dove si sviluppano conflitti fra diversi gruppi sociali, che sono spesso in eguale posizione di svantaggio e marginalità, dove si esercitano chiusure nei confronti degli ultimi arrivati e dove, anche per questo, si creano nuovi ghetti.


Affrontare questi nodi, le sfide che questi luoghi ci pongono vuol dire interrogarsi sul modo di funzionare delle città, sugli esiti che le politiche pubbliche hanno prodotto, ma anche sugli strumenti che queste hanno a disposizione per “governare”, promuovere o supportare processi di sviluppo; sul rapporto tra pubblica amministrazione e city makers. Vuol dire discutere del nesso tra inclusione e innovazione, del trade-off e degli impatti positivi che la messa in moto di nuove economie genera. Ma anche di come fare emergere e rendere oggetto di policy le esperienze che sono nate intorno al riuso del patrimonio dismesso, e più in generale alla valorizzazione degli asset materiali e immateriali di cui spazi urbani più o meno periferici dispongono. Oltre la cospicua letteratura a disposizione, le estese rassegne di best practice e i tentativi più o meno riusciti – è chiaro che la caratteristica essenziale per costruire politiche più efficaci sia quella della sperimentazione: vorremmo, dunque, discutere gli orientamenti in campo; confrontarci con amministratori, practitioners e studiosi dei fenomeni urbani sulle condizioni (regolative, incentivanti, di competenze e cultura progettuale, di coalizioni a supporto) alle quali questo può avvenire. Interverranno tra gli altri: Gabriele Rabaiotti, Assessore ai Lavori Pubblici e Casa del Comune di Milano; Alessadro Balducci, Pro-rettore del Politecnico di Milano; Tommaso Vitale, Sciences Po; Daniela Lepore, Università degli Studi di Napoli; lda Curti, Rete Città Interculturali del Consiglio d’Europa, Associazione IUR (Innovazione Urbana e Rigenerazione); Angelo Foglio, Direzione Centrale Casa e Demanio del Comune di Milano; Alessandro Coppola, Docente in Sociologia urbana – Politecnico di Milano e GSSI – Gran Sasso Science Institute; Antonio Dell’Atti, Fondazione Brodolini; Andrea Perini, Terzo Paesaggio; Federica Verona, Festival delle Periferie Milano; Erika Lazzarino, Dynamoscopio.

Futuro del lavoro Coordinatori: Francesco Luccisano e Stefano Zorzi Si può essere “fondata sul lavoro” nell’era dei robot e del reddito di cittadinanza? Sempre più spesso si parla di una catartica “fine del lavoro” che a ben vedere nasconde, in realtà, il rischio di un “mercato senza lavoro”, in cui porzioni sempre più vaste della popolazione non creano più valore tramite il loro lavoro. Lo fanno, al massimo, come consumatori attivi, magari finanziati con un reddito di cittadinanza. Ma non è vero che il lavoro finirà. Il digitale sta creando nuovi posti di lavoro, anche se spesso, sono “peggiori” di quelli sostituiti. Ciò che sta succedendo, infatti, è che il lavoro vale sempre di meno e il valore si crea altrove: dalle rendite finanziarie, dagli algoritmi, dallo sfruttamento di grandi masse di dati. Ci sono già state epoche analoghe, in cui il valore si è creato dalle rendite fondiarie, dall’appartenenza a classi e corporazioni, dalla guerra, dagli schiavi. Sono state epoche di alte disuguaglianze, basso reddito medio e scarsissima mobilità sociale. Sintomi analoghi a quelli che stiamo vedendo oggi. In questo senso abbandonare il lavoro e abbracciare la jobless society significherebbe consegnare a pochissimi le chiavi della creazione del valore e lasciarsi alle spalle il più efficiente strumento di mobilità sociale che l’umanità ha avuto a disposizione.


Occorre, invece, pensare a come cambia il lavoro, e trovare il modo di restituirgli valore. Per farlo, l’intero set di policy che hanno caratterizzato il welfare state occidentale va ripensato: le politiche fiscali, quelle del welfare, quelle industriali. Ma anche la rappresentanza del lavoro e dell’impresa, così come il modo stesso in cui la politica parla del lavoro. É questa la sfida che RENA lancia, in questo panel, a esperti di welfare e politiche attive, imprenditori, sindacalisti, economisti, politici. Saranno presenti, tra gli altri: Cristina Tajani (Assessore Comune di Milano), Oscar Giannino, Francesco Seghezzi (ADAPT), Marco Leonardi (Consigliere Economico del Presidente del Consiglio), Oscar Pasquali (Capo della Segreteria Tecnica del MIUR), Andrea Garnero (OECD), Adriana Lancella (Synergie), Andrea Di Benedetto (Presidente di CNA Digitale), Davide Canavesio (Presidente di NexTO), Simona Malpezzi (Partito Democratico), Antonio Palmieri (Forza Italia).

Una nuova idea di cittadinanza Coordinatori: Damien Lanfrey, Michele d’Alena, Rosanna Prevete Ogni società ha bisogno di cittadini attivi e consapevoli non solo per essere più “democratica”, ma per funzionare meglio. Nonostante questa consapevolezza sia più matura che mai, stiamo fallendo nell’obiettivo: il numero di cittadini poco coinvolti e poco preparati è sempre più ampio. Una parte del problema risiede in un’idea sbagliata di cittadinanza, forgiata su una visione idealizzata di cittadino sempre attivo, informato, preparato ed educato al dialogo e alla collaborazione, che invece molto spesso non si realizza. Siamo invece di fronte a un problema di efficacia: occorre rendere l’idea di “buon cittadino” meno eterea e più tangibile. Un buon cittadino può partecipare ad una consultazione pubblica, testare la beta di un sito web della proprio comune, monitorare l’andamento dei finanziamenti pubblici, aiutare un vicino di casa, segnala una buca stradale, fa volontariato e tantissimo altro. Essere buoni cittadini è invece ancora troppo difficile, poco efficace e quindi ancora troppo poco desiderabile. Salvo rarissimi casi a livello locale, le politiche che promuovono una cittadinanza davvero “attiva” sono poche e ancora troppo legate alle “precondizioni” della cittadinanza, invece che agli obiettivi. Vogliamo identificare le migliori azioni in questa direzione, e sviluppare una proposta complessiva, che possa avere un impatto nel dibattito nazionale. Questa proposta potrà considerare incentivi economici, soluzioni organizzative, azioni regolatorie o combinazioni di questi e altri strumenti. Interverranno tra gli altri: Carlo Andorlini, Coop-working; Piero Errico, Ex Fadda; Matteo Brunati, civic hacker; Lorenzo Benussi -TOP-IX Consortium; Simone D’Antonio, responsabile Urbact Italia ANCI; Alessandro Delli Noci, Assessore Innovazione Tecnologica Comune di Lecce; Lorenzo Lipparini, Assessore Partecipazione Comune di Milano; Alessandro Masserdotti, opendot; Stefano Mirti, designer; Cristina Pasqualini, Osservatorio Social Street Università Cattolica Milano; Stefano Stortone, ricercatore Universitá degli Studi di Milano; Ilaria Vitellio, city planner.


Emergenza ordinaria: oltre gli ossimori delle migrazioni Coordinatori: Roberto Lucarella, Simona Colucci, Costanza Hermanin Che tipo di società immaginiamo? Una strategia condivisa fondata sulla corresponsabilità degli Stati o un sistema in cui ognuno agisce in autonomia? Le operazioni di ricerca e soccorso in mare coordinate con un dispositivo europeo o i muri costruiti ai bordi dei confini d’Europa? L’immigrazione come risorsa o un peso? Negli ultimi anni il tema delle migrazioni è tornato prepotentemente al centro del dibattito mondiale, sollevando questioni spesso non risolte. Ci troviamo a convivere con una “emergenza ordinaria” in cui a fronte di numeri e flussi ormai costanti verso il nostro continente, vi sono prassi e sistemi di accoglienza e integrazione caratterizzati da forte eterogeneità e un’assenza di strutturazione ad ogni livello. Inoltre, ci ostiniamo a trattare come emergenza un problema che non è unicamente tale, e quindi adottare politiche emergenziali invece di creare politiche che abbiano una dimensione di breve, medio e lungo periodo. Il dibattito sulle migrazioni può e deve essere capovolto, da sterile battaglia fondata su luoghi comuni “ci rubano il lavoro, sono tutti criminali, impongono le loro idee, cancellano le nostre tradizioni” può diventare occasione di crescita economica culturale e sociale in cui le persone riacquistano valore perdendo la connotazione numerica e statistica acquisita negli ultimi anni. Uno strumento, per esempio, attraverso cui far rinascere i quartieri o le città investite dallo spopolamento delle migrazioni interne o l’occasione per riscoprire lavori e professionalità verso i quali si è persa attrattiva. Il futuro dell’Europa è intimamente legato alla capacità di visione che essa sarà in grado di mettere in campo per dare una risposta coesa e lungimirante ai fenomeni migratori che la attraversano da anni con crescente intensità. Il nervo scoperto dell’Europa costituisce la sua più grande opportunità e speranza per il futuro. Un’accoglienza diversa è possibile, lo dimostrano le tante iniziative sviluppatesi in Italia e in Europa attuate da comuni o da realtà del terzo settore. Una reale integrazione può esserci, come testimonia l’esempio dei territori tedeschi in cui si investe sull’insegnamento della lingua ai rifugiati per dare la prima chiave d’accesso al “nuovo mondo”. Siamo a favore di una società aperta alle persone, ma per poter sostenere questa idea abbiamo bisogno di sviluppare “dimostratori” importanti. Occorre sviluppare politiche che facciano della migrazione un valore, e non un peso. Non è unicamente una questione sociale, nè unicamente una questione economica. A novembre 2015 RENA ha avviato un cantiere di lavoro sul tema con l’obiettivo di contribuire al dibattito, costruire una rete tra le esperienze che stanno sperimentando approcci innovativi a livello europeo, e impegnarsi in progettualità concrete insieme a partner di alto profilo e diversa natura. Scopo del tavolo è capire se e come singole iniziative possono essere inserite in un quadro sistemico, se possono essere compatibili in una realtà più complessa, se e come possono essere sostenibili dal punto di vista economico e politico. O se serve un ulteriore salto di paradigma. Ne discutono, tra gli altri: Seble Woldeghiorghis, esponente della comunità eritrea; Dijana Pavlovic, esponente della comunità Sinti; Ezio Manzini, designer; Antonella Napolitano, Open Migration; Beatrice Costa, Action Aid; Fabiana Musicco, Welcome Refugees; Stefano Catone, autore di “Nessun paese è un’isola”; Federico Tsucalas, Camelot.


Innovazione culturale Coordinatori: Bertram Niessen, Roberta Franceschinelli, Valentina Montalto Molti degli incontri "di base" del settore dell'innovazione culturale degli anni più recenti hanno mostrato come, nonostante l'aumento dell'attenzione sulla dimensione della sostenibilità economica del settore culturale, troppo spesso le organizzazioni che ne fanno parte non sono in grado di fornire ai propri lavoratori prospettive di reddito adeguato. L'incontro si focalizzerà su questa situazione, ponendosi alcune domande: 

in quali occasioni le imprese culturali sono in grado di dare una sostenibilità di vita a chi ci lavora?

cosa vuol dire, veramente, imprenditoria della cultura, e chi sostiene i costi reali di produzione del lavoro culturale nell'economia dell'immateriale?

se qualcuno sostiene i costi, chi ne beneficia, e a quale livello sistemico?

Discussant: Aura Bertoni, ASK Bocconi; Alberto Cossu, Università degli Studi di Milano; Donato Nubile, Smart; Federica Vittori, cheFare. Interverranno, tra gli altri: Roberta Capozucca, Business School Sole 24 Ore; Linda Di Pietro, Indisciplinarte; Sara Bertani, Terzo Paesaggio; Valentina La Terza, BASE Milano; Cecilia Manzo, Università di Firenze; Andrea Minetto, Staff Assessorato Cultura Comune di Milano; Francesco Panella, Kcity; Alessandro Ricci Riccini, Tavolo tecnico MiBACT Europa Creativa, Progetto Immaginario

Europa Coordinatori: Donatella Solda e Lorenzo Micheli Parlare di Europa troppo spesso significa parlare di istituzioni. Ė ora di ricordarci, prima che sia davvero troppo tardi, che l’Europa ė prima di ogni altra cosa una proposta valoriale, un’idea di comunità. Crediamo che le difficoltà dell’Europa non saranno risolte da una “soluzione istituzionale”, ma da un’azione di “movimento”. Crediamo, inoltre, che questa proposta non possa che essere trainata da “nativi europei”, Millennials in grado di dare concretezza e forza ad una vera idea di cittadinanza europea, a partire da quei diritti considerati ormai “naturali”. Per costruire il futuro dell’Europa occorre ripartire dal senso di comunità e dalla condivisione che caratterizzano le pratiche e le azioni delle generazioni più giovani. Un nuovo modello condiviso di Europa può partire dalla centralità delle comunità, dall’integrazione e dalla multiculturalità, dal lavoro che cambia, dalla qualità della vita, dalla creatività e dai nuovi saperi. Come possiamo rafforzare questa idea condivisa? Con quali soluzioni, e attraverso quali comunità?


Formazione, decisione e cambiamento Coordinatori: Antonio Aloisi, Francesco Russo, Letizia Piangerelli Produrre impatto sociale in un contesto in continuo cambiamento richiede di saper leggere la complessità, identificare le forze che determinano i grandi mutamenti in atto e saper scegliere le leve più adeguate per sviluppare una direzione auspicabile per il futuro della società in cui viviamo. Scopo centrale dei sistemi educativi e dell’istruzione formale è equipaggiare gli individui con le competenze adatte a muoversi in un mondo che cambia, per diventare buoni cittadini e professionisti. Ma la lettura della società e l’interpretazione delle sue sfide è un esercizio che, in misura crescente, si costruisce lungo tutto l’arco della la vita e necessita di presìdi ad un livello diverso della filiera dell’apprendimento. A questo scopo sono nate le scuole di formazione di RENA, scuole che non puntano unicamente al trasferimento di competenze tecniche, ma alla creazione di contenitori unici, in grado di promuovere una riflessione su dinamiche e sfide sociali di frontiera (es. buon governo, resilienza, modelli di sviluppo economico, tecnologie per l’ingaggio civico), allo scopo di produrre enzimi in grado di rigenerare la società in una direzione ritenuta auspicabile. In tal senso le scuole RENA sono anche scuole di “cittadinanza”, dove si alimenta il bisogno per la ricerca e il continuo apprendimento, dove esaminare criticamente gli obiettivi condivisi della società e dare loro vitalità e rilevanza L’obiettivo di queste scuole non è creare oasi chiuse e dedicate unicamente a formare classe dirigente, ma agire verso due direzioni: da una parte, intercettare chi può condurre il cambiamento, avvicinando quindi persone in diversi ruoli in società attorno a una rinnovata idea di bene comune; dall’altra, promuovere la learning society, un’idea di “formazione diffusa” che possa nutrire la fibra associativa, professionale, civica, sociale ed economica del Paese. Il tavolo intende raccogliere coloro che vogliono riflettere su come fare dei diversi modelli emergenti presìdi stabili di formazione diffusa nel Paese, per rendere l’Italia una vera società dell’apprendimento (“learning society”). Parteciperanno tra gli altri: Giorgia Bellentani; Fondazione Golinelli; Giacomo Giovannini, Junior Achievement Italia; Claudia Mandrile , Vice Direttore Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo; Rossella Macchione, Scuola ANCI per i Giovani Amministratori.


Spazio alle comunità: i programmi degli incontri Riportiamo qui di seguito i programmi degli incontri organizzati nella giornata di domenica 8 ottobre, grazie al contributo di decine di partner.

Community Hub come spazi di rigenerazione delle energie urbane A cura di: Avanzi, Kilowatt, Dynamoscopio, Sumisura Sollecitiamo la partecipazione di attivisti, abilitatori, amministrazioni pubbliche, proprietari di asset da riconvertire, reti di cittadinanza, esperti. Obiettivi: 

Intercettare la comunità di pratiche mobilitata e mobilitabile attorno ai Community Hub

Raccogliere le aspettative e le domande che esprimono rispetto alla prospettiva di associare rigenerazione urbana, sviluppo di comunità e innovazione sociale

Verificare la componibilità delle diverse risorse, bisogni e prospettive attorno ad uno scenario di consolidamento, strutturazione e moltiplicazione dei Community Hub

Avviare una prima mappatura delle esperienze italiane di Community Hub.

A questo link un concept esteso del workshop, organizzato a cura di Avanzi, Dynamoscopio, Kilowatt, SuMisura —> http://bit.ly/2cTF62f


Nuove famiglie. Welfare e pratiche dal basso A cura di: Casa Netural e il team di Netural Family (Claudia, Coppola, Francesca Mazzocchi e Mariella Stella) Un Paese che non cresce, che non fa figli: per mancanza di servizi, di politiche adeguate a sostegno della genitorialità, della conciliazione impossibile tra vita e lavoro. Così le politiche di welfare familiare si intrecciano con le questioni di genere, di una società che non ha ancora interiorizzato ruoli evoluti di madri che lavorano e uomini alle prese con una paternità partecipata. Ma qualcuno lo sta facendo – imprese che introducono congedi di paternità obbligatori, nidi aziendali, smart working, co-baby, partner “fifty-fifty” – mettendo in essere soluzioni innovative e condivise ai bisogni delle famiglie di oggi. Di tutto questo discuteremo insiem a Riccarda Zezza (Piano C, Maam, Voltaitalia), Cristina Tajani (Assessore alle politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca, Comune di Milano), Barbara De Micheli (Fondazione Brodolini), Rossana Scaricabarozzi (ActionAid) e alcune esperienze che realizzano iniziative di welfare dal basso selezionate con la call di #NeturalFamily

Sta crollando tutto? Ripensare la politica, la comunicazione, l’imprenditoria nell’era della sfiducia globale A cura di: Dino Amenduni La Brexit, il voto amministrativo in Italia, quello politico in Austria, l’avvento di Donald Trump e Bernie Sanders sono episodi che, pur nascendo in culture diverse e per motivi profondamente diversi da loro, testimoniano una comune tensione: oggi i cittadini preferiscono premiare le forze che si oppongono in modo chiaro e insindacabile all’establishment. E l’establishment non è solo ‘la politica’ e ‘il governo’: sono le associazioni di categoria, i media, i portatori di interessi, le grandi aziende. Chi oggi prende decisioni, in Italia e nel mondo, è chiamato a una sfida di portata storica: serve interpretare il malessere degli esclusi dalla vita democratica, dai processi decisionali, dall’accesso al benessere e alla ricchezza e soprattutto serve provare a ridurre concretamente quel malessere. Dopo anni di buoni propositi, il momento del cambiamento (radicale) sembra non essere più rinviabile. Servono soluzioni: esistono già o vanno create? E dove si trovano? Intervengono: Ilda Curti, Alex Giordano, Stefano Mirti, Michele d’Alena, Annibale d’Elia, Paola Bonini.


Innovazione nella governance urbana e processi partecipativi A cura di ANCI Le città italiane stanno favorendo, a partire dalla partecipazione a programmi europei come Urbact, una serie di esperienze di governance partecipata che ridefinisce il tradizionale rapporto tra amministrazioni locali e cittadini grazie al ruolo trainante di amministratori locali e urban practitioner. Il panel riunisce alcune delle esperienze più interessanti emerse nelle città partecipanti ad Urbact messe a confronto con quanto sta accadendo in altre realtà nazionali ed europee Introduce e coordina: Simone d’Antonio. Parteciperanno: Matteo Lepore (Assessore all’economia e all’immaginazione civica Comune di Bologna), Nicola Masella (Comune di Napoli), Fabrizio Barbiero (Comune di Torino), Gloria Cerliani (Comune di Piacenza); Daniele Terzariol (Comune di San Donà di Piave) Christian Iaione (LABGOV) e Claudio Calvaresi (Avanzi)

Tecnologie civiche per capire il potere A cura di: Scuola di Tecnologie civiche di RENA, Top-IX, Fondazione B. Kessler, MappiNA, Rural Hub Le tecnologie digitali introducono nuovi strumenti di controllo del potere da parte dei cittadini ma quali sono i vantaggi (trasparenza, partecipazione) e i rischi (controllo, violazione della privacy) e come bilanciarne gli effetti positivi e negativi? Durante l’incontro un panel di esperti lavorerà con i partecipanti alla realizzazione di un progetto di trasparenza e informazione (per esempio, sui contratti pubblici e sul comportamento delle lobby). Lo scopo è ragionare insieme sulle tecnologie, i processi e i modelli che ci possono realmente aiutare a migliorare il rapporto tra tecnologia e democrazia. Interverranno: Giovanni Arata, Lorenzo Benussi, Alberto Bitonti, Matteo Brunati, Federico Morando, Guido Boella, Ilaria Vitellio, Fabio Malagnino.


Manifattura è democrazia è autonomia. A cura di: Andrea Cattabriga e Stefano Maffei

Ore 10.00 - 11.00. Manifattura è democrazia: costruire uno scenario inclusivo nell’era della produzione smart, il fare come bene comune Intervengono: Andrea Cattabriga (moderatore, presidente Slow/d e direttore fab lab), Andrea Di Benedetto (Vicepresidente CNA, Presidente Polo Tecnologico Navacchio), Sergio Terzi (Politecnico di Milano), Paolo Manfredi (ConfArtigianato e autore di “L’economia del su misura”), in attesa di conferma Consorzio Fabbrica Intelligente, World Manufacturing Forum.

Ore 11.00-12.00 Manifattura è autonomia: Milano, Fab City e l’era della produzione urbana A cura di Stefano Maffei (Politecnico di Milano, Polifactory), con Andrea Cattabriga, Francesco Samorè (direttore scientifico Fondazione Bassetti), Sabina Barcucci (OpenDot, MUSE Trento)

Dalle ore 12.00, nella zona di coworking condiviso del festival, è prevista una sessione di prototipazione collettiva con metodo open space technology e design thinking.

Sharing Economy, a che punto siamo? Introduzione a Sharitaly A cura di: Sharitaly La sessione ha l’obiettivo di fare il punto sulla crescita dell’economia collaborativa e sulle sfide che lancia ai diversi mercati. Lo farà introducendo i lavori di Sharitaly, evento leader sulla sharing economy giunto alla sua 4 edizione (MiIano, 15-16 novembre). Saranno, infatti, presenti al panel i curatori dell’evento, ciascuno dei quali presenterà il tema di cui è responsabile, le domande che alimenteranno il dibattito a Sharitaly, e le questioni che verranno approfondite. Ampio spazio sarà lasciato al pubblico e alle sue curiosità. Intervengono: Christian Iaione, Daniela Selloni, Liat Rogel, Giorgio Baracco, Cecilia Manzo. Moderano: Marta Mainieri e Ivana Pais


Il terremoto e la risposta delle comunità. Terremoto Centro Italia A cura di: Action Aid, progetto Terremoto Centro Italia L’hacking civico può contribuire a garantire la resilienza delle comunità e la trasparenza della ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto? In seguito al devastante terremoto del 24 agosto che ha colpito le province di Rieti, Ascoli Piceno e Perugia, causando numerose vittime e notevoli danni, diverse comunità di cittadini si sono mobilitate on e offline per garantire informazione trasparente e facilitare lo scambio d’informazioni fra cittadini, associazioni e istituzioni direttamente sui luoghi della ricostruzione. Dalla piattaforma informativa Terremoto Centro-Italia (http://terremotocentroitalia.info/) alle assemblee cittadine nelle tendopoli, la tavola rotonda affronterà il tema di come l’hacking civico insieme alla risposta sul territorio può garantire la resilienza delle comunità e la trasparenza nel processo di ricostruzione post terremoto anche grazie al ruolo abilitante di una ONG come ActionAid che ha maturato esperienza nella risposta alle emergenze nel Sud (Haiti) come nel Nord del Mondo (L’Aquila, Emilia Romagna) Intervengono: 

Matteo Tempestini : come è nata la community che ha dato vita a Terremoto Centro-Italia

Matteo Fortini: il funzionamento della piattaforma Terremoto Centro-Italia

Andrea Ferretti e Federico Orsi, Ask the Dust: l’esperienza del giornalino curato da collettivo di giovani nato per monitorare la trasparenza nella ricostruzione di Arquata del Tronto

Beatrice Costa (Head of programmes, ActionAid Italia): il ruolo di ActionAid nella risposta al terremoto in Centro Italia

Modera: Edoardo Maturo (Campaign & Activism, ActionAid Italia)


Openness e cura: quali sono gli agenti di cambiamento nell’ecosistema di cura? A cura di: WeMake – Fablab makerspace Nell’ambito della comparto della cura è in atto un cambiamento che coinvolge differenti attori a vari livelli. Il panel apre la discussione a partire da esempi di azioni concrete che hanno l’obiettivo di impattare a livello di sistema. All’incontro interverranno una fondazione filantropica che ha deciso di sperimentare nuovi modelli di ricerca nell’ambito degli ausili o degli strumenti riabilitativi e del benessere dei cittadini; un’amministrazione pubblica che ha deciso di adottare delle politiche che favoriscano le condizioni nelle quali il cambiamento è facilitato. Il workshop è curato da WeMake, una società che ha nella sua mission uno sviluppo di progetti di impatto sociale attraverso azioni di capability e awareness verso i cittadini e operatori in ambito sociosanitario. Il panel parte dall’esperienza di Opencare, un progetto finanziato dalla Commissione Europea che coinvolge direttamente tutti i cittadini e nasce dalla volontà di sperimentare soluzioni pensate dai cittadini per altri cittadini. A 10 mesi dall’inizio del progetto Opencare, WeMake | Makerspace Fablab, partner del progetto, invita a riflettere su come l’ambito della cura inserendo pratiche di collaborazione e condivisione del mondo maker, stia cambiando la propria natura e forzando cambiamenti nei policy makers cittadini.

Accelerare modelli di business ad elevata capacità occupazionale: il laboratorio di servizi della comunità COOPUP A cura di: COOPUP e RENA Worskhop collaborativo di confronto e apprendimento sui modelli di business ad elevata capacità occupazionale. In uno scenario che vede la produzione di valore sempre più distaccata dalla creazione di posti di lavoro, emerge la necessità di dare visibilità a modelli imprenditoriali in grado di reinterpretare il tema dell’occupazione.


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