FIliera Grano duro news - n. 1 - ott 06

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Filiera

Grano duro news Periodico di informazione tecnico-economica a sostegno del Progetto Pilota “Grano duro di alta qualità” in Emilia Romagna

Sommario Nasce in Emilia-Romagna il progetto pilota “Grano duro di alta qualità”

pag. 1

Intervista a Tiberio Rabboni

pag. 2

Intervista a Nicola Ghelfi

pag. 3

Il ruolo della Società Produttori Sementi

pag. 4

Il “Contratto Quadro”

pag. 5

I partecipanti al Progetto

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Norme agronomiche per la coltivazione del grano duro

pag. 7

Le varietà di qualità

pag. 8

Assessore regionale all’Agricoltura General Manager dei Prodotti Barilla Primo Piatto

il Grano Duro è, tra tutti i cereali coltivati in Italia e destinati alla alimentazione umana, il più importante in termini di produzione. Possiede inoltre un elemento distintivo: quello di essere quasi esclusivamente destinato al prodotto italiano per eccellenza, la pasta.

Filiera Grano duronews Periodico di informazione tecnico - economica n. 1 - NOVEMBRE 2006 Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - info@prosementi.com Direttore responsabile: Dott. Marco Bon

Nasce in Emilia-Romagna il progetto pilota “Grano duro di alta qualità” Le misure connesse alla riforma della Politica Agricola Comunitaria (PAC) ed in particolare la scelta che l’Italia ha adottato all’interno di questa (disaccoppiamento totale) hanno determinato, negli ultimi anni, una sensibile riduzione nelle superfici coltivate a grano duro. Anche la qualità, soprattutto per quanto riguarda il contenuto proteico, è stata penalizzata dal nuovo assetto. Di conseguenza è emersa, ancor di più, la necessità da parte dell’industria di trasformazione di ricorrere all’importazione di grano duro da altri Paesi. Nella regione Emilia-Romagna la duro-granicolcoltura è sempre stata di qualità significativamente superiore alla media ed ha sempre rappresentato un esempio di capacità e competenza che non ha nulla da invidiare ai sistemi agricoli comunemente considerati più evoluti. Il picco di produzione del grano duro è stato raggiunto nel 1991 con 490.000 tonnellate (fonte dati Barilla) quando funzionava appieno il sistema degli aiuti comunitari anche nelle zone non tradizionali. Con la riforma della PAC, che ha tolto l’aiuto alle zone non tradizionali (tra cui l’Emilia-Romagna), la coltivazione del grano duro ha subito gli eventi imposti dal regime di sussidi europeo e si è drasticamente ridotta, fin quasi a scomparire collocando il livello medio delle produzioni attorno alle 100.000 tonnellate anno. Nelle ultime due annate agrarie, a seguito dei complessi effetti che il meccanismo del disaccoppiamento ha prodotto sulle altre colture e grazie all’incremento delle rese, si è assistito ad una ripresa spontanea delle superfici investite. La coltivazione, infatti, è ritornata ad essere remunerativa per gli agricoltori anche in relazione alla diminuzione del numero delle specie alternative coltivabili (es. barbabietola da zucchero, mais, pomodoro ecc.). Nella prossima campagna, anche per effetto del progetto pilota “Grano duro di alta qualità” in Emilia-Romagna, le produzioni regionali dovrebbero raggiungere le 300.000 t circa (negli ultimi anni si era attestata attorno alle 150.000 t) e gli acquisti in regione da parte di Barilla aumenteranno considerevolmente.

Obiettivi • Far divenire la Regione Emilia-Romagna, un polo di eccellenza nella produzione del grano duro di qualità con l’applicazione di un modello innovativo ed esclusivo di integrazione tra Agricoltura, Industria ed Istituzioni. • Generare una disponibilità quantitativa di grani di alta qualità nel bacino regionale sufficiente al fabbisogno della Industria pastaria Barilla e tale comunque da garantire che il peso degli acquisti di Barilla non crei distorsioni sul mercato interessato. • Far si che il grano duro di Filiera Alta Qualità prodotto in Regione sia per Barilla un’alternativa competitiva ai grani di alta qualità di importazione. • Offrire alle aziende agricole una soluzione produttiva economicamente valida.

Circa 30.000 t deriveranno dall’attività del Progetto e tale quantitativo andrà così a sostituire una pari quantità di grano duro di importazione, prevalentemente di origine francese. Considerando che il progetto potrebbe avere un volano positivo, è auspicabile che per il prossimo futuro la regione Emilia-Romagna ritorni, già nel 2008, sui propri livelli massimi di produzione raggiunti prima della riforma della PAC (490.000 t), in coincidenza con l’avvio di un grande e modernissimo molino Barilla, attualmente in costruzione a Parma. Nella campagna 2008, infatti, lo scenario potrebbe cambiare radicalmente con l’avvio di questo nuovo molino ed il peso degli acquisti Barilla in regione potrà ulteriormente crescere: si ipotizza infatti che più di 50.000 tonnellate possano originarsi dallo sviluppo del Progetto “Grano duro di alta qualità”. In particolare, questo quantitativo, poiché derivante da grani di alta qualità, varietà selezionate adatte alla pastificazione come ad esempio Normanno, sarà competitivo con i grani di importazione.

Stampa: Bime Tipo-Litografia s.n.c. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO) Reg. Tribunale di Bologna Periodico realizzato con il contributo della Regione EmiliaRomagna ai sensi della L. R. 28/1998.

società PRODUTTORI SEMENTI S.p.A. BOLOGNA


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n. 1 - Novembre 2006

Intervista a Tiberio Rabboni Assessore regionale all’Agricoltura

Assessore Rabboni quali sono le novità di questo contratto? Si tratta di un “contratto quadro” per definire tutti gli aspetti della commercializzazione del grano duro di alta qualità per la prossima campagna 2006-2007. E’ un progetto pilota necessario per il rilancio di questo prodotto strategico nella filiera agroindustriale regionale. Dopo la situazione di crisi degli anni ’90 la produzione regionale di grano duro sembra in ripresa? Nelle ultime annate agrarie, a seguito degli effetti del “disaccoppiamento” le superfici investite sono leggermente aumentate ma, per un prodotto tra i più importanti di quelli destinati all’alimentazione umana, la straordinaria opportunità che oggi si presenta per tutta la filiera, deve essere considerata attentamente e sostenuta per evitare che possa svanire con la stessa rapidità con cui è apparsa. Quali i punti fondamentali del contratto? Occorre ricreare un bacino di produzione regionale di alta qualità, in modo da sostenere gli investimenti fatti dalla principale azienda nazionale e regionale, la Barilla, e promuovere un circuito virtuoso di produzione, stoccaggio, lavorazione e commercializzazione di grano duro di alta qualità in funzione degli obiettivi di mercato e come valida alternativa competitiva ai grani di alta qualità di importazione. In questo modo sarà possibile programmare qualificare la produzione con la realizzazione, in Emilia Romagna, di un polo di eccellenza nella produzione del grano duro di qualità. Ci sono in Emilia-Romagna capacità e potenzialità produttive capaci di sostenere un progetto così nuovo ed ambizioso? Lo sviluppo del contratto quadro è possibile solo se tutti gli attori che

partecipano al progetto sono di grande qualità; sulle capacità dell’industria non credo ci siano problemi ma non ve ne sono neanche sulle capacità delle ditte sementiere che sono dotate di settori di ricerca all’avanguardia, ne sulle Organizzazioni di Produttori e sui Consorzi Agrari, che rappresentano le maggiori realtà nel campo cerealicolo capaci di gestire sia lo stoccaggio sia la commercializzazione organizzata di quote rilevanti della produzione regionale, associando migliaia di produttori agricoli. Altra situazione di sicura eccellenza è poi quella della Borsa Merci di Bologna, una tra le più qualificate sul territorio nazionale per competenza e volumi di cereali scambiati; riferimento indispensabile per la definizione dei prezzi dei contratti di filiera; ma fondamentale è l’apporto delle nostre aziende agricole, dotate di una altissima professionalità che costituiscono la base indispensabile per ogni progetto di filiera. L’azione svolta dalla Regione non nasce adesso, ma esistono i presupposti per una così ampia produzione di qualità? In Emilia Romagna la coltivazione di grano duro ha sempre puntato sulla qualità, soprattutto per quanto riguarda il contenuto proteico, che è significativamente superiore alla me-

dia ed ha sempre rappresentato un esempio di capacità e competenza. La Regione ha da tempo sviluppato le politiche per realizzare sistemi di produzione di elevata qualità e per lo sviluppo di forme di aggregazione della produzione agricola. Tutto ciò per favorire, anche attraverso relazioni interprofessionali positive, la maggior competitività del sistema agroalimentare con la realizzazione di progetti pilota come questo, che potrebbero diventare un modello innovativo di integrazione tra: Agricoltura, Industria ed Istituzioni anche per altre produzioni regionali. Contratti quadro simili a quello ora firmato sul grano duro, possono poi trovare un efficace supporto nel nuovo Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013, attraverso lo strumento dei progetti di filiera, negli interventi di assistenza tecnica previsti dalla L.R. 28/98 e in quelli riconducibili allo sviluppo di attività commerciale e contrattuale afferenti alla L.R. 24/00. Non bisogna infatti dimenticare che tra ai presupposti tecnici per l’attuale contratto c’è la disponibilità di nuove varietà di alta qualità, selezionate e costituite con la Produttori Sementi Bologna, grazie anche ai finanziamenti assegnati dai fondi della ricerca e sperimentazione agricola regionale.


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Intervista a Nicola Ghelfi General Manager dei Prodotti Barilla Primo Piatto

Dottor Ghelfi, il mercato del grano duro, così come per gli altri cereali, sta diventando sempre più aperto e internazionale favorendo l’ingresso di materia prima sia dai paesi europei che extraeuropei. Per quale motivo quindi una società delle dimensioni di Barilla, decide di attivare un progetto sul grano duro in Italia? E’ vero, ci stiamo muovendo verso un mercato sempre più internazionale e sempre meno legato ai sussidi. Questo rende il grano proveniente da paesi esteri ed in particolare extraeuropei sempre più competitivo sul fronte dei prezzi. Il grano duro ricopre un ruolo strategico unico per Barilla: è “la materia prima” per eccellenza sia per i volumi utilizzati (in totale più di un quarto dell’intera produzione media italiana) che per l’impatto che ha sulla qualità del prodotto finito. La pasta infatti è fatta solo ed esclusivamente con semola di grano duro. Barilla, tuttavia, è e rimane un’azienda italiana con una forte vocazione al territorio e alla qualità della materia prima in tutte le sue accezioni ed è storicamente attenta alle produzioni nazionali. Disporre di grano duro di qualità ottenuto in prossimità dei siti produttivi costituisce un elemento di forza per la competitività dell’impresa. Gli effetti della Politica Agricola Comunitaria e gli andamenti dei prezzi delle colture tipiche della regione stanno spostando l’attenzione degli agricoltori emiliani verso specie alternative. Per quale motivo ritiene che il grano duro possa essere una valida scelta? L’industria italiana è la maggiore utilizzatrice di grano duro al mondo con circa 5,5 milioni di tonnellate annue trasformate. Siamo ampiamente deficitari con una produzione media annua che si sta assestando attorno ai 3,5 milioni di tonnellate anno in seguito all’effetto del disaccoppiamento che ha provoca-

to una sensibile riduzione delle superfici coltivate nelle aree più tradizionali del Sud Italia. Parallelamente abbiamo registrato anche un calo qualitativo della produzione che ha favorito sempre un maggior ricorso ad importazioni tecniche. Riteniamo che le aziende agricole della regione abbiano un livello imprenditoriale e potenzialità tecnico agronomiche in grado di competere con i paesi che tradizionalmente producono grano di qualità come ad esempio la Francia. Realizzare una filiera di produzione di grano duro di qualità in questa regione consentirebbe al sistema produttivo di essere competitivo con le filiere estere con indubbi vantaggi per tutti gli operatori. Quale dovrebbe essere, quindi, il ruolo di un’azienda di trasformazione come Barilla? Una filiera produttiva per poter funzionare ha la necessità di uno sbocco di mercato: occorrono quindi volumi di merce da comprare e sono necessari gli utilizzi. In questo sistema quindi Barilla garantisce l’acquisto e la valorizzazione del grano duro di qualità secondo un sistema ormai collaudato a livello nazionale: i contratti di coltivazione in cui si prevede il riconoscimento di una premialità per la parte agricola in funzione della qualità prodotta e della garanzia della purezza genetica. Barilla, infatti, è storicamente impegnata in progetti di qualità su una materia prima strategica come il grano duro. Negli ultimi 10 anni ha sviluppato un sistema grano duro che mette a disposizione delle aziende agricole italiane le varietà ottenute dall’attività di ricerca congiunta con la Società Produttori Sementi Bologna. Siamo arrivati a proporre le nostre varietà esclusive attraverso contratti di coltivazione su circa 5.000 aziende agricole per una produzione totale di 150.000 tonnellate anno. La costruzione del nuovo mulino a Parma con una ca-

pacità molitoria giornaliera superiore alle 800 tonnellate da un lato aumenterà la richiesta di grano duro in zona e dall’altro rappresenta un forte stimolo per la produzione agricola locale. Tra i diversi soggetti coinvolti nel progetto un ruolo importante è ricoperto dalla Regione EmiliaRomagna. E’ la prima volta che Barilla collabora direttamente con le istituzioni pubbliche? Questo è un progetto molto particolare e diverso da quelli normalmente sviluppati in questi anni, in quanto prevede il coinvolgimento diretto di un’istituzione quale la Regione alle attività del progetto stesso. Riteniamo che questo sia un segnale di grande attenzione da parte dell’ente pubblico che con la sua presenza garantisce che i benefici del progetto ricadano equamente su tutti i soggetti partecipanti, ed in particolare gli agricoltori. Si tratta di un progetto pilota, che risultati pensate di raggiungere nel breve periodo, e che prospettive potranno esserci invece nel medio-lungo? Nel breve periodo, il principale risultato atteso consiste nel creare una filiera grano duro integrata e informata in grado di competere sulla base della qualità con le produzioni ad esempio della vicina Francia. Nel medio-lungo, l’obiettivo invece è quello di creare un modello produttivo altamente competitivo, espandibile e riproducibile anche in altre realtà. Ciò dovrebbe contribuire a rafforzare il rapporto con il territorio sfruttandone al meglio le potenzialità.


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n. 1 - Novembre 2006

Il ruolo della Società Produttori Sementi Ne parliamo con l’ing. Mauro Checcoli, Presidente e il dott. Ercole Borasio, Direttore

Ing. Mauro Checcoli

Ing. Checcoli, una presenza importante quella della Produttori Sementi nel progetto pilota regionale “Grano duro di alta qualità”? Siamo molto compiaciuti di essere parte attiva in questo importante progetto per lo sviluppo della filiera regionale del grano duro. Essere tra i promotori insieme alla Società Barilla e alla Regione Emilia-Romagna di un progetto che vuole rilanciare la durogranicoltura emiliano-romagnola non può che renderci orgogliosi sia come società sementiera sia come impresa strumentale della Fondazione bancaria Cassa di Risparmio in Bologna, destinata alla ricerca scientifica in campo agricolo ed ambientale. D’altro canto, è proprio nel “DNA” della Società cercare di migliorare la produzione agricola diffondendo l’innovazione connessa all’uso di sementi di varietà migliorate. Un ruolo che la Società Produttori Sementi sta portando avanti sin dal 1911, anno della sua costituzione? E’ vero, la Produttori Sementi, fin dalla sua costituzione, è impegnata nella ricerca volta alla costituzione di varietà sempre più innovative e performanti sia dal punto di vista produttivo che qualitativo, e nel trasferimento al comparto agricolo dell’innovazione raggiunta. Innovazione che ancora oggi rappresenta l’unico strumento capace di determinare degli effetti aventi notevole impatto di natura economica, soCentro sementiero in Argelato (Bologna)

ciale e ambientale. Questo è l’impegno che la Società ribadisce ancora oggi, supportata anche dal sostegno della sua controllante la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Dott. Borasio, come è possibile fare innovazione con un prodotto così semplice come la pasta, ottenuto esclusivamente utilizzando acqua e semola di grano duro? Operando all’interno della filiera è possibile selezionare varietà di grano duro che posseggono caratteristiche tecnologiche, oltre che produttive, capaci di soddisfare le esigenze dell’industria di trasformazione, incrementando così la qualità del prodotto pasta. Cosa vuol dire “qualità” per il prodotto pasta? Il concetto di “qualità”, per la pasta, è strettamente correlato alla materia prima grano duro. Un concetto che è cambiato progressivamente negli anni, articolandosi ed arricchendosi progressivamente di nuovi significati ed aspetti. Inizialmente, anni ’60-’70, la “qualità” riguardava il solo uso di grano duro nella produzione della pasta, poi al suo interno sono ricaduti i parametri merceologici e molitori quali peso specifico, umidità, contenuto in ceneri, e negli anni Novanta anche quelli tecnologici come contenuto proteico, qualità del glutine, indice di giallo, puntatura. Dagli inizi degli anni 2000 i temi della sicurezza alimentare rappresentano un ulteriore tassello qualitativo indispensabile

alla materia prima grano duro che, nell’immediato futuro, deve arricchirsi anche delle caratteristiche nutrizionali. I prossimi traguardi che dovranno essere raggiunti, infatti, riguardano la salubrità del prodotto e le sue caratteristiche dietologiche; l’obiettivo è sempre quello di soddisfare le mutate esigenze del consumatore. Questa continua evoluzione, quindi, richiede da parte delle società sementiere un continuo impegno nel costituire varietà nel tempo rispondenti alle diverse esigenze dell’industria di pastificazione; come si comporta la Società Produttori Sementi? Sicuramente l’impegno nell’attività di ricerca deve essere costante nel tempo. D’altra parte però questa situazione rende il grano duro uno strumento competitivo fondamentale con cui agire sul prodotto pasta in modo da rispondere alle nuove richieste del mercato. Per riuscirci siamo convinti che sia necessario progettare per tempo la materia prima “grano duro”. E’ su queste basi che nasce, alla fine degli anni Ottanta, la collaborazione tra la Società Produttori Sementi e la Società Barilla che diventano partner per realizzare un “sistema di progettazione della qualità” basato sulla ricerca e lo sviluppo di varietà superiori e sulla loro gestione in condizioni di identity preserved, attraverso la coltivazione sotto contratto e lo stoccaggio differenziato. E’ da questi vent’anni di collaborazione che nascono le varietà di grano duro Svevo, Normanno ed altre varietà che possiedono una elevata attitudine alla trasformazione industriale, che Barilla utilizza per migliorare la qualità delle semole ottenute dalle altre varietà e, in questo modo, riesce a garantire gli standard qualitativi del proprio prodotto pasta.


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Il “Contratto Quadro” L’8 novembre scorso, presso la sede della Regione Emilia-Romagna, alla presenza dell’Assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, i rappresentanti di Barilla G. e R. Fratelli Società per Azioni, per l’industria molitoria, della Società Produttori Sementi S.p.a., per l’industria sementiera, e le Organizzazioni di Produttori: O.P. Grandi Colture Emilia-Romagna Società Cooperativa Agricola (Ferrara), Cereali Romagna s.r.l. (Forlì), Esperia soc. cons. a.r.l. (Bologna), Progeo Società Cooperativa Agricola (Reggio Emilia), il Consorzio Agrario di Parma e il Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza per la parte agricola, relativamente alle fasi sia di produzione agricola che di primo stoccaggio del prodotto, hanno sottoscritto il “Contratto Quadro nel settore del grano duro di alta qualità” Il “Contratto Quadro” sottoscritto definisce (art. 1) le condizioni per l’adesione al progetto pilota per la coltivazione di grano duro di alta qualità nel territorio dell’Emilia-Romagna per il periodo di riferimento della campagna cerealicola 2006-2007. Stabilisce (art. 2) che l’industria molitoria si impegna a sottoscrivere contratti con ciascuno stoccatore firmatario per un quantitativo complessivo di circa 30.000 tonnellate per questa annata, da ripartire in parti concordate tra i soggetti firmatari; che gli stoc-

catori/produttori si impegnano (art. 3), per la coltivazione del grano duro, ad utilizzare le varietà certificate di sementi concordate con l’industria molitoria, che acquista e ritira il prodotto, e ad adottare (art. 4) un disciplinare di coltivazione e conservazione concordato, condiviso dalla Regione EmiliaRomagna. Inoltre, il “Contratto Quadro” definisce (art. 5) che le parti adottano parametri-obiettivo qualitativi della granella e delle modalità di conservazione, coerenti col disciplinare, collegati al sistema di calcolo del prezzo (tali parametri devono essere indicati nei contratti e negli accordi), e stabilisce (art. 8) che fra le parti vengono definiti prezzi di compravendita del grano duro legati ad un mercato di riferimento (Borsa Merci di Bologna), e premi in funzione della qualità raggiunta e dei servizi prestati (per esempio pre-pulitura, conservazione con metodologie particolari ecc.) coerenti con i parametri-obiettivo stabiliti (tali valori sono esplicitati nei singoli contratti). A questi premi verrà sommato un ulteriore premio da parte di

Barilla, pari a 5,00 Euro/t di prodotto ritirato, per l’adesione agli impegni del contratto quadro. Gli stoccatori/produttori (art. 9), da parte loro, si impegnano a sottoscrivere accordi di coltivazione, integrativi del normale rapporto associativo, con le singole aziende agricole e si impegnano (art. 11) a trasferire a queste ultime gli eventuali premi/ penalizzazioni relativi alla qualità. Inoltre, gli stoccatori si impegnano ad attivare un sistema di assistenza tecnica e contrattuale che supporti l’applicazione del presente contratto quadro, in particolare del disciplinare di produzione e conservazione e dei contratti e accordi di coltivazione. Il “Contratto Quadro” precisa anche un modello contrattuale per il contratto industria molitoria/pastificio con lo stoccatore e definisce un disciplinare di coltivazione e conservazione da adottare. Il contratto prevede anche che tra le parti verrà effettuata una valutazione congiunta dei risultati per stabilire le condizioni per un eventuale rinnovo degli impegni in ambito regionale.


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n. 1 - Novembre 2006

I partecipanti al Progetto “Grano duro di alta qualità” Al progetto regionale pilota “Grano duro di alta qualità” partecipano: • per l’industria molitoria Barilla G. e R. Fratelli Società per Azioni Viale Riccardo e Pietro Barilla 3/A - Parma; • per l’industria sementiera Società Produttori Sementi S.p.a. Via Macero 1 - Argelato (Bo);

Piacenza

• per le Organizzazioni di produttori e dei Consorzi Agrari, che rappresentano in Emilia-Romagna le maggiori realtà nel campo cerealicolo gestendo sia quote rilevanti della produzione regionale, sia lo stoccaggio che la commercializzazione organizzata, associando migliaia di produttori agricoli - O.P. Grandi Colture Emilia-Romagna Società Cooperativa Agri-

cola, Viale Volano 195/A - Ferrara; - Cereali Romagna s.r.l., Via Macero Sauli 16 - Forlì; - Esperia soc.cons. a r.l.,Via E. Mattei 6 - Bologna; - Progeo Società Cooperativa Agricola, Via Asseverati 1 - Reggio Emilia; - Consorzio Agrario Parma, strada dei Mercati 17 - Parma; - Consorzio Agrario di Piacenza, via Colombo 35 - Piacenza.

Monticelli

S. Giorgio Piac.

Berra

S. Polo di Torrile Novi di Modena

Codigoro

S. Felice sul Panaro

Massa Fiscaglia Comacchio

Molinella Granarolo Mezzolara Emilia Medicina

Filo

Longastrino

Voltana

S. Alberto

Ponte Rizzoli

Ravenna

Imola

CAIP BO MO

Molinella, Ponte Rizzoli, Mezzolara, Medicina Imola, San Felice sul Panaro, Novi di Modena

COOP Terremerse

Ravenna , Sant’Alberto Comacchio, Massa Fiscaglia Filo

O.P. Cereali Romagna

CAP Ravenna Cons. Agr. Forlì/Cesena e Rimini

San Pietro in Campiano Voltana, Longastrino

O.P. Grandi Colture

CAPA Cologna

Berra

COOP Maiscoltori

Codigoro

O.P. Esperia

Localizzazione dei centri di stoccaggio

S. Pietro in Campiano

O.P. Progeo

Granarolo dell’Emilia

CAP Piacenza

Piacenza, Monticelli S. Giorgio Piac.

CAP Parma

S. Polo di Torrile


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Norme agronomiche per la coltivazione del grano duro Estratto del disciplinare di coltivazione e conservazione Le tecniche agronomiche indicate di seguito consentono di ottenere una materia prima di elevata qualità e salubrità, nel pieno rispetto dell’ambiente e dei principi della buona conduzione dell’azienda agricola.

Scelta varietale

Vincolante per la partecipazione al progetto è la coltivazione delle varietà di frumento duro quali Normanno, Levante, Saragolla e Svevo (descritte a pag. 8), che derivano dal programma di costituzione varietale condotto in collaborazione tra la Società Produttori Sementi e la Società Barilla e sono quindi, per caratteristiche qualitative ed agronomiche, le più rispondenti alle esigenze del progetto. Oltre a tenere conto delle caratteristiche qualitative della varietà da coltivare è indispensabile conoscerne le potenzialità produttive nei diversi comprensori e l’adattabilità agronomica (resistenza agli stress idrici, alle alte temperature, agli agenti patogeni ecc.). In quest’ottica si raccomanda, alla semina, una particolare attenzione alla scelta varietale, per individuare tra le varietà più idonee al proprio ambiente di coltivazione quelle che meglio esprimono sia le caratteristiche agronomiche (resa, stabilità, ecc.), che quelle qualitative richieste per la trasformazione (ceneri, colore, proteine, glutine, ecc.).

Operazioni di pre-semina

Per quanto riguarda l’epoca di semina e le lavorazioni di pre-semina si seguiranno quelle normalmente adottate negli specifici ambienti di coltura. La semente deve essere certificata e deve essere protetta con concia C5 – REAL GETA (Triticonazolo + Guazatina) alla dose di 500 ml/100 kg seme. Questo al fine di garantire protezione nei confronti dei patogeni presenti sulla e nella cariosside e nel terreno. La concia consente di ridurre significativamente il rischio di attacchi di patogeni alla germinazione e rappresenta un ottimo metodo di prevenzione degli agenti (ad esempio Fusarium spp.) responsabili dello sviluppo di micotossine. Una pratica agronomica particolarmente efficace nel controllo dei patogeni è la rotazione. E’ consigliata l’adozione di una successione colturale minima quadriennale, inserendo nella rotazione almeno tre colture diverse. Sulle superfici interessate alle rotazioni, la sequenza delle colture dovrà essere effet-

tuata escludendo la monosuccessione. Ai fini del ristoppio, i cereali autunnovernini (frumento tenero e duro, orzo, ecc.) sono considerati colture analoghe. Viceversa ai fini della rotazione (calcolo delle tre colture nei quattro anni) tali cereali autunno-vernini sono da considerare come colture diverse; è quindi ammissibile, ad esempio la rotazione: frumento duro – bietola – frumento duro – soia. E’ sconsigliata la successione di frumento a cereali estivi (mais e sorgo). Nel caso di adozione di questa successione è vincolante l’interramento dei residui colturali presenti in superficie al fine di ridurre l’inoculo di agenti fungini dannosi, Fusarium spp. in particolare.

Epoca e densità di semina

L’epoca normalmente adottata nella località di interesse è quella consigliata. E’ necessario integrare il tutto con le raccomandazioni del costitutore varietale che può suggerire, in base alla lunghezza del ciclo vegetativo della varietà, epoche leggermente diverse. La densità di semina, da adottare, intesa come numero di cariossidi germinabili/m2, tiene conto della disponibilità di acqua durante il ciclo vegetativo e della rigidità dell’inverno ed oscilla in Regione Emilia Romagna tra le 350 e le 450 cariossidi germinabili/m2. La dose di semina viene ottenuta conoscendo la densità di semina, il peso di

1000 cariossidi e la germinabilità della semente. Di seguito si riporta la semplice formula che permette di calcolarla: esempio = si vuole adottare una densità di semina di 375 cariossidi/m2 usando una semente con peso di 1000 cariossidi = 48 grammi ed una germinabilità del 95% quindi: Densità Semina x Peso 1000 cariossidi (gr) kg/ha di semente = Germinabilità (%) 375 x 48 95

= 189 kg/ha di semente da seminare

In Tabella si riporta il calcolo della dose di semina ipotizzando la frequente germinabilità della semente del 95%. Tale tabella è di consultazione immediata e permette di evitare l’impiego della formula sopradescritta quando le 3 variabili (germinabilità, peso 1000 cariossidi e densità di semina) rientrano nella casistica qui contemplata. Densità di semina 36

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Peso di 1000 cariossidi (g)

Calcolo della dose di semina (kg/ha) in funzione della densità di semina (n. cariossidi/m2), del peso di 1000 cariossidi (g) e con semente avente una germinabilità del 95%.

Che cosa è il Disciplinare di coltivazione e conservazione Nel “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del grano duro di alta qualità in Emilia Romagna” sono contenute le modalità e i criteri attraverso i quali deve essere prodotta e conservata la materia prima grano duro al fine di ottenere un prodotto di alta qualità per la produzione della pasta. Nella stesura del Disciplinare si è tenuto conto dei moderni concetti di agricoltura e di conservazione a ridotto impatto ambientale e nello stesso tempo ci si è preoccupati di promuovere il rafforzamento dei livelli qualitativi nel pieno rispetto di quelli produttivi. Il disciplinare è suddiviso in 2 parti: • Pacchetto di norme agronomiche per la coltivazione del grano duro da conferire alla Società Barilla . • Modalità generali per lo stoccaggio/conservazione del grano duro da conferire alla Società Barilla. La prima parte del disciplinare elenca una serie di buone pratiche agronomiche da attuarsi sul campo mentre la seconda parte provvede in modo analitico a dettare le necessarie modalità di conservazione/stoccaggio derivanti dalla decennale esperienza della Società Barilla in questo campo. Le indicazioni contenute nel disciplinare sono da ritenersi vincolanti per l’adesione al progetto pilota di produzione grano duro di elevata qualità in Emilia Romagna Per le concimazioni, i trattamenti, la conservazione e lo stoccaggio si rimanda alle prossime pubblicazioni del periodico.


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n. 1 - Novembre 2006

Le varietà di qualità

Normanno Frumento duro a ciclo medio-tardivo, di taglia mediobassa e spiga aristata, Normanno è una varietà dotata di una buona resistenza alle malattie fungine. Garantisce un potenziale

produttivo molto elevato e costante, con ottime caratteristiche qualitative della semola. Il contenuto proteico elevato, l’eccellente qualità del glutine e l’indice di giallo

particolarmente elevato (b = 24-26) consentono di ottenere un prodotto molto ricercato per la pastificazione, che risponde agli standard qualitativi attualmente richiesti dal mercato.

Levante La varietà di frumento duro Levante, di ciclo medio-tardivo e taglia medio-bassa, ha una elevata resistenza all’allettamento ed è dotata di elevate resistenze nei confronti delle principali patologie. Le prove condotte dalla Produttori Sementi Bologna hanno evidenzia-

to un elevatissimo potenziale produttivo di questa varietà che si esprime in particolare negli ambienti di coltivazione del CentroNord Italia. Levante ha ottime caratteristiche in termini di peso ettolitrico e peso dei mille semi con un contenuto pro-

teico elevato. Possiede un indice di giallo (b) molto elevato, che oscilla tra valori compresi tra 24.5-26.5, e una qualità del glutine molto buona; tali caratteristiche ne fanno una varietà molto apprezzata da parte dell’industria di trasformazione.

Saragolla Saragolla è una varietà di frumento duro, di ciclo precoce, taglia media, con un’ottima resistenza sia all’allettamento sia alle principali patologie. Le prove condotte dalla Produttori Sementi Bologna hanno evidenziato un elevatissimo potenziale produttivo sia in terreni fertili che in terreni

poveri, unito ad una elevata stabilità e adattabilità agli areali di coltivazione del frumento duro del Nord, Centro e Sud Italia. Saragolla ha ottime caratteristiche in termini di peso ettolitrico e peso dei mille semi. Il contenuto proteico è medio-alto ed elevato è l’indice di giallo (b) con

valori che oscillano tra 24 e 26. La qualità del glutine è eccellente come risulta dai valori dell’indice di glutine che sono sempre ai massimi degli indici di valutazione. Tali caratteristiche ne fanno una varietà molto apprezzata da parte dell’industria di trasformazione.

Svevo Il grano duro Svevo è una varietà selezionata per l’elevatissima attitudine all’accumulo di proteine e per l’elevato indice di giallo della semola. Si caratterizza per un portamento invernale semieretto, una buona capacità di accestimento e una buona tolleranza alle

principali fitopatie della foglia e della spiga. Il ciclo risulta particolarmente precoce e di notevole interesse è la capacità di riempimento della granella. Svevo è dotato di un buon potenziale produttivo, determinato dalle tre componenti della produzione, qua-

li fertilità della spiga, peso dei 1.000 semi e numero di spighe per metro quadrato, con una prevalenza di quest’ultimo parametro. Svevo si contraddistingue per l’ottimo indice di colore della semola (b= 24-26) e la straordinaria attitudine alla trasformazione industriale.


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