Filiera
Grano duro news Periodico di informazione tecnico-economica a sostegno del Progetto Pilota “Grano duro di alta qualità” in Emilia Romagna
Sommario Il Progetto “grano duro di alta qualità”
pag. 1
I partecipanti al Progetto
pag. 2
Sicurezza alimentare
pag. 4
Andamento delle colture
pag. 5
La fusariosi della spiga e le strategie di difesa
pag. 6
Attività di ricerca
pag. 8
All’interno
del
Progetto,
sono stati stipulati contratti di coltivazione per una produzione prevista di oltre 32.000 tonnellate di Grano duro di alta qualità
Filiera Grano duronews Periodico di informazione tecnico - economica n. 3 - APRILE 2007 Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - info@prosementi.com Direttore responsabile: Dott. Marco Bon
Il Progetto “grano duro di alta qualità” Daniele Govi – Servizio Produzioni Vegetali - Regione Emilia-Romagna Il progetto pilota “Grano duro di alta migliori caratteristiche per la trasforqualità” ha visto la piena adesione di mazione con una avanzata impresa setutti i soggetti della filiera regionale mentiera (Società Produttori Sementi) che vi partecipano: dall’industria mo- che ha sede anch’essa in Emilia-Romalitoria a quella sementiera e al mondo gna. Questo settore della filiera ha troagricolo che, attraverso le organizza- vato nel mondo agricolo organizzato e zioni dei produttori ed alcune struttu- professionalmente preparato le condire di stoccaggio, può beneficiare delle zioni per assicurare il miglior risultato condizioni contrattuali concordate. produttivo. Tra gli aspetti da segnalare L’industria molitoria da parte sua ha anche l’estensione territoriale dell’inisottoscritto gli impegni previsti nel ziativa che, già in questa fase di avvio, contratto quadro siglato presso la interessa tutte le principali aree cereaRegione Emilia-Romagna, che ha rap- licole regionali. presentato il formale avvio del pro- Il progetto rappresenta dunque un getto. A loro volta le Organizzazioni positivo modello di integrazione tra dei produttori ed alcune strutture di Agricoltura, Industria e Istituzioni. Il stoccaggio hanno potuto mantenere progetto è stato supportato dalla Regli impegni assunti, sia verso l’impre- gione attraverso interventi di sostegno sa molitoria (Barilla) sia nei riguardi all’attività commerciale e contrattuale dei propri soci. Il “Contratto Quadro” realizzata dalle Organizzazioni dei proprevedeva infatti, a fronte degli impe- duttori e attività di assistenza tecnica gni del produttore agricolo a rispet- (L.R. 28/98). tare quanto previsto nel disciplinare Dal punto di vista tecnico si sta lavodi produzione, uno specifico premio rando ad un perfezionamento del didi adesione al progetto e premi dif- sciplinare di produzione per renderlo ferenziati in funzione della qualità pienamente integrato con quelli della raggiunta. Regione Emilia-Romagna. Se quest’anno sono previste oltre 30.000 La strada intrapresa è quella giusta e tonnellate di grano duro di alta quali- va mantenuta anche nel proseguimentà, che rappresentano circa un quarto to dell’iniziativa. Occorre infatti asdella produzione media regionale degli sicurare il mantenimento delle citate ultimi anni, vi è la prospettiva di un si- peculiarità, che possono consentire il gnificativo incremento già dalle prossi- corretto coinvolgimento di un numero me semine. In Emilia-Romagna vi sono sempre più ampio di produttori agricoinfatti condizioni peculiari che rendo- li del nostro territorio; questi così pono ottimale lo sviluppo di un progetto tranno essere accompagnati nel loro di filiera così come è stato avviato: vi impegno ad una specifica produzione è una importante industria molitoria di di alta qualità, richiesta ed apprezzata livello internazionale (Barilla) che ha dal mercato, e al contempo vedere preda tempo iniziato una stretta collabo- miati i propri sforzi e la propria profesrazione per lo sviluppo di varietà dalle sionalità.
Stampa: Bime Tipo-Litografia s.n.c. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO) Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006 Periodico realizzato con il contributo della Regione EmiliaRomagna ai sensi della L. R. 28/1998.
società PRODUTTORI SEMENTI S.p.A. BOLOGNA
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n. 3 - Aprile 2007
I partecipanti al Progetto si presentano Al Progetto Pilota “Grano duro di alta qualità” in Emilia-Romagna partecipano: • per l’industria molitoria Barilla G. e R. Fratelli Società per Azioni • per l’industria sementiera Società Produttori Sementi S.p.a.
• per le Organizzazioni di produttori e dei Consorzi Agrari
- O.P. Grandi Colture Emilia-Romagna Società Cooperativa Agricola; - Cereali Romagna s.r.l.; - Esperia soc.cons. a r.l.;
Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza Il Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza è una società cooperativa a responsabilità limitata. Fondato nel 1900 da 47 agricoltori piacentini, è cresciuto parallelamente allo sviluppo dell’agricoltura provinciale. Oggi conta circa 2500 soci. La struttura opera prevalentemente a livello provinciale con attività di commercializzazione e vendita di mezzi tecnici, macchinari e carbolubrificanti; fornisce inoltre servizi di consulenza assicurativa, agronomica e zootecnica ai produttori agricoli. Adiacenti alla sede centrale, si estendono, su una superficie di circa 120 mila metri quadrati, magazzini di stagionatura formaggio e magazzini generali di stoccaggio e deposito merci per conto terzi. Per il ricevimento e lo stoccaggio di cereali e leguminose, il Consorzio dispone di diversi centri satellitari ubicati nei comuni di Piacenza, S.Giorgio, Monticelli, Rottofreno, Fiorenzuola, Niviano, Bacedasco, S.Gabriele. Nella campagna di commercializzazione 2006/7 sono stati ritirate circa 50.000 ton di prodotti così specificati: Grano tenero Grano duro Orzo
25.000 ton 3.000 ton 5.000 ton
Mais in granella
20.000 ton
Soia in granella
2.000 ton
Dal 2001 sono stati realizzati i primi contratti di coltivazione del frumento tracciato; negli ultimi anni sono
stati aggiunti contratti per la coltivazione di varietà particolari richieste dall’industria molitoria. In entrambi i casi, oltre alla scelta di varietà specifiche, i produttori agricoli si impegnano a coltivare il frumento seguendo protocolli agronomici predisposti dal servizio tecnico agronomico. Il Consorzio ha indirizzato le scelte dei produttori agricoli verso varietà di frumento richieste dall’industria molitoria in modo da costruire una filiera grano che porti ad una valorizzazione dei prodotti ottenuti e nel contempo ad una massimizzazione dei redditi delle aziende agrarie. La sua funzione è quella di tramite tra i produttori e le organizzazioni interessate ad acquistare quantità omogenee di cereali. La Società piacentina inoltre sta conducendo, ogni anno, prove di coltivazione e di confronto varietale che costituiscono un valido riferimento per i cerealicoltori della zona.
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Progeo Società Cooperativa Agricola; Consorzio Agrario Parma; Consorzio Agrario di Piacenza; Capa Ferrara Soc. Coop.
Consorzio Agrario di Parma Fondato nel 1893, il Consorzio Agrario di Parma è una delle più significative realtà imprenditoriali dell’Emilia Romagna, con i suoi 115 milioni di fatturato, i circa 2.000 soci – parte integrante della filiera di produzione di burro e Parmigiano Reggiano – e 8.500 clienti, oltre a centinaia tra collaboratori, dipendenti, agenti e tecnici. La società, presieduta dall’avv. Fabio Massimo Cantarelli, dispone di una ramificata struttura produttiva, logistica e commerciale. Nei propri magazzini cura direttamente, grazie a personale qualificato e addestrato, la delicata fase di stagionatura e selezione delle forme di Parmigiano Reggiano. Risale ai primi anni 70 la costruzione del mangimificio, periodicamente soggetto ad adeguamenti tecnologici. E’ dello scorso anno l’implementazione di due moderne presse che si sono aggiunte all’expander di alcuni anni fa. A metà degli anni 70, si è aggiunto un nuovo impianto produttivo, questa volta nel settore alimentare: il burrificio. Gli ultimi aggiornamenti in ordine di tempo riguardano le nuove linee di confezionamento inserite nel corso del 2006. Infine, per quanto riguarda la filiera cerealicola, tra il 2000 e il 2006 è stata la volta degli impianti di stoccaggio e
lavorazione ad essere ammodernata con la costruzione del complesso di Soragna, al quale ha fatto seguito quello di Stradella di Collecchio completato nel dicembre 2006. Con queste due nuove strutture la capacità di stoccaggio si è ampliata fino a raggiungere le 55.000 t circa. Gli impianti principali sono dotati di strumentazioni NIR per la separazione dei cereali in base ai parametri qualitativi e di apparecchiature per la conservazione tramite refrigerazione. Questo ha consentito al Consorzio Agrario di Parma di sviluppare negli ultimi anni interessanti progetti di filiera volti ad elevare la qualità della produzione cerealicola locale e a valorizzarla al meglio sul mercato. In un territorio vocato alle produzioni alimentari di eccellenza e riconosciuto in tutto il mondo come sinonimo di cibo e di qualità (sede fra l’altro dell’Autority europea per la sicurezza alimentare) il Consorzio Agrario di Parma, grazie ai molti rami d’attività, si propone come partner ideale per le filiere del comparto agroalimentare, in particolare quelle del latte, grano tenero e grano duro, fino alle porte della distribuzione.
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Capa Ferrara Soc. Coop.
PROGEO Soc. Coop. Agr.
Nel 1976, anno di fondazione della Capa Ferrara Soc. Coop. va a Vigarano Pieve (Ferrara), in presenza di una forte competizione nazionale ed europea si pensò di concentrare in un’unica struttura di essiccazione e stoccaggio i raccolti cerealicoli di un consistente gruppo di produttori per ottenere significative economie di scala. In seguito il continuo ammodernamento degli impianti e la capacità di confrontarsi costantemente con il mercato hanno fatto si che la Capa Ferrara, con la soddisfazione dei propri 1900 Soci, provenienti dalla province di Ferrara, Modena, Bologna, potesse raggiungere una dimensione considerevole sia in termini di capacità di essiccazione (2.400 ton/giorno) che di stoccaggio (con oltre 65.000 ton). I principali prodotti ritirati sono grano tenero, commercializzato ai molini per la produzione di farine per pane, biscotti, pizze e prodotti di pasticceria e grano duro, per la produzione di semola per la trasformazione in pasta. Per quanto riguarda i grani, già da diversi anni, è iniziato lo stoccaggio separato in funzione del tenore proteico, rilevato in fase di conferimento, mediante l‘utilizzo di una apposita attrezzatura (Infratec 1241). Il granoturco ritirato è destinato sia al settore mangimistico zootecnico sia al consumo umano tramite prodotti quali amido e suoi derivati, ponendo particolare attenzione negli ultimi anni alle pratiche agronomiche in campagna e alla conservazione in fase di post raccolta con l’intento di contrastare le principali problematiche legate alle micotossine divenute un elemento qualitativo determinante in termini di commercializzazione. Altre colture importanti, inferiori solo come quantitativi, sono
Progeo Coop. Agr. è la Società Capofila del Gruppo Progeo una delle realtà imprenditoriali più importanti ed organiche a livello nazionale nel settore della produzione, raccolta, stoccaggio, commercializzazione, trasformazione molitoria e mangimistica dei cereali. Il fatturato consolidato del Gruppo è attorno ai 300.000 € costituito da commercializzazione di cereali (Progeo Soc. Coop. Agr.), produzione e vendita di mangimi per alimentazione animale (Progeo Mangimi Spa), produzione e vendita di farine e sottoprodotti di grano tenero (Pro-
le proteoleaginose quali soia e girasole, che sono vendute per l’estrazione e la produzione degli oli, e il sorgo ad uso zootecnico. In questo periodo, per ampliare le opportunità per i propri Soci, la cooperativa ha aderito anche ad un progetto per la prossima realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica a biogas che utilizza come materia prima esclusivamente prodotti di origine agricola (mais, girasole, sorgo, loietto e criticale). Oltre al ritiro dei cereali la Capa Ferrara, tramite un apposito servizio, svolge per i propri associati assistenza tecnica tramite personale specializzato che fornisce le indicazioni relative agli interventi da eseguire, ed ha la possibilità di fornire i mezzi stessi per tutto il ciclo lavorativo. La Capa Ferrara ha un organico di 12 dipendenti, tra impiegati, tecnici e operai a cui si aggiungono circa 10 stagionali nel periodo di raccolta. Anche oggi, come nel 1976, siamo probabilmente in una fase in cui tutto il comparto cerealicolo deve accrescere la propria competitività e qualificare le produzioni garantendo caratteristiche qualitative, standard di sicurezza e di origine degli alimenti che differenzino le proprie produzioni. Per questo la Capa Ferrara ha investito nella tracciabilità completa dei prodotti conferiti e nella qualità ad ogni livello aziendale dimostrando la più ampia disponibilità alla collaborazione con i propri clienti su qualsiasi progetto.
geo Molini Spa), produzione e vendita di fertilizzanti ed agrofarmaci (Scam Spa), commercializzazione mezzi tecnici per l’agricoltura (Intesia Srl), servizi di consulenza agronomica (Agrites Srl). Compito operativo primario di Progeo Soc Coop Agr. è valorizzare le produzioni cerealicole dei propri associati (circa 5000 aziende agricole ubicate principalmente sulle province emiliane di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza ma anche
in Lombardia, Veneto e Toscana). Il percorso di valorizzazione parte ovviamente dall’orientamento delle produzioni e delle tecniche di coltivazione (attraverso Disciplinari e Contratti di Coltivazione specifici per cereali e proteici da agricoltura convenzionale, integrata e biologica) per passare attraverso la raccolta, condizionamento, stoccaggio e commercializzazione di poco meno di 200.000 ton di prodotto (nell’ambito di un Sistema Qualità Certificato ISO 9000 e, per alcune produzioni, ISO 10939). Alla fine del 2004, in relazione ai programmi di ampliamento significativo delle attività previste dalla LR 24/00, è stato ottenuto il riconoscimento di Organizzazione di Produttori e l’iscrizione all’Elenco della Regione Emilia Romagna come SEZIONE OP di PROGEO Soc. Coop. Agr. La partecipazione al progetto “grano duro di alta qualità” rientra a pieno titolo nella vision di PROGEO oltre a rappresentare la naturale evoluzione di un rapporto di fornitura pluriennale già in essere con Barilla.
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n. 3 - Aprile 2007
SICUREZZA ALIMENTARE
Sicurezza alimentare della filiera del grano duro Marco Silvestri – Ricerca Materie Prime Strategiche - Barilla Nel quadro della normativa europea, la più avanzata a livello mondiale, le industrie di marca, in particolare, hanno il dovere e la responsabilità di capire le eventuali criticità lungo tutti i passaggi del processo produttivo per offrire le massime garanzie a tutti i cittadini. Barilla vanta una «visione» e una presenza attiva su tutta la filiera del grano duro e della produzione di pasta. Oltre al rispetto della normativa attraverso una più restrittiva progettazione ed implementazione dei relativi strumenti (HACCP - Analisi dei rischi e controllo dei punti critici- GMP - buone pratiche di produzione - rintracciabilità), per garantire la sicurezza alimentare dei suoi prodotti, Barilla adotta misure preventive volontaristiche come l’omologazione dei fornitori, la dichiarazione di garanzia e le certificazioni analitiche, il capitolato d’acquisto ed inoltre sviluppa progetti specifici di ricerca sulle tematiche di sicurezza alimentare. A livello comunitario la normativa quadro in tema di contaminati è riportata nel Regolamento CEE n. 315/93 dell’8 febbraio 1993, il quale all’articolo 1, paragrafo 1, indica: “Per contaminante si intende ogni sostanza non aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari, ma in essi presente quale residuo della produzione (compresi i trattamenti applicati alle colture e al bestiame e nella prassi della medicina veterinaria), della fabbricazione, della trasformazione, della preparazione, del trattamento, del condizionamento, dell’imballaggio, del trasporto o dello stoccaggio di tali pro-
dotti, o in seguito alla contaminazione dovuta all’ambiente”. Per quanto riguarda la filiera del grano duro, i possibili contaminanti sono raggruppabili in: fitofarmaci (normati dal DM 27/08/04 e aggiornamento), e micotossine e metalli pesanti, normati a livello comunitario dal 2001 (ultimo aggiornamento: Reg. CE n. 1881/2006 del 19 dicembre 2006). Fitofarmaci: sostanze che agevolano la coltivazione (diserbanti, anticrittogamici e insetticidi) e lo stoccaggio del grano duro (insetticidi). In questo contesto Barilla dal 1993 ha proposto e diffuso un disciplinare di coltivazione e di conservazione del grano duro con l’obiettivo di sensibilizzare gli operatori alla conoscenza dei principali contaminanti della filiera e al rispetto dei limiti. In quegli stessi anni anche la Regione Emilia Romagna ha proposto e diffuso i disciplinari di Produzione Integrata per la maggior parte delle specie regionali di interesse agricolo. Dalla sintesi di queste due esperienze nasce il Disciplinare di Coltivazione e Conservazione del progetto Grano Duro di Qualità della Regione Emilia Romagna. Particolare attenzione viene dedicata alla conservazione del cereale che prevede sia l’uso di trattamenti fisici come la refrigerazione che l’impiego di insetticidi nell’ottica di ridurre quanto più possibile il rischio di residui nella granella. Micotossine: prodotti secondari del metabolismo di alcuni funghi e muffe, con possibili effetti tossici nell’uomo e negli animali. Il Deossinivalenolo (DON),
Tab. 1: Tenori massimi di alcuni contaminanti per grano duro e derivati per alimentazione umana (Reg. CE 1881/2006). Cereali Semola/ Crusca per Grano duro per il consumo Farine NON il consumo trasformato umano diretto di cereali umano diretto
Pasta
Micotossine Deossinivalenolo
1750 ppb
750 ppb
750 ppb
750 ppb
750 ppb
Ocratossina A
5,0 ppb
3,0 ppb
3,0 ppb
3,0 ppb
3,0 ppb
Aflatossine B1 Aflatossine B1+B2+G1+G2 Zearalenone
2,0 ppb
2,0 ppb
2,0 ppb
2,0 ppb
2,0 ppb
4,0 ppb
4,0 ppb
4,0 ppb
4,0 ppb
4,0 ppb
100 ppb
75 ppb
75 ppb
75 ppb
Tossina T2 e HT2
Da definire entro il 2007
Metalli Pesanti Cadmio
0,2 ppm
Piombo
0,2 ppm
0,2 ppm
Dove non compare il valore numerico, perché non direttamente indicato dalla normativa, si fa riferimento al valore del prodotto (grano o sfarinato) a monte.
l’Ocratossina A (OTA), le Aflatossine B1, B2, G1 e G2 e lo Zearalenone sono le micotossine attualmente normate sui cereali e quindi anche sul grano duro. Il DON è un prodotto del metabolismo di alcune specie del genere Fusarium che possono affliggere le piante di grano durante il ciclo di crescita. L’OTA si origina dalle muffe che possono formarsi quando il grano viene raccolto ad umidità troppo elevata o quando non viene conservato correttamente. Metalli pesanti: sono metalli con numero atomico superiore a 20 come ad esempio Mercurio, Cadmio, Cromo e Rame. Tra le principali proprietà di questi elementi si segnalano la densità elevata e la tendenza al bioaccumulo (accumulo progressivo nei tessuti animali). Il Cadmio (Cd) e il Piombo (Pb) sono gli unici due metalli presi in considerazione dall’attuale normativa per il grano duro. La presenza di Cd è favorita dalla sua presenza nella roccia che origina il terreno e da alcuni concimi fosfatici, mentre il Pb può provenire esclusivamente per effetto dell’inquinamento atmosferico. In tabella vengono riportati i limiti di legge al di sotto dei quali devono trovarsi tutte le partite di grano duro e i suoi derivati. In conclusione, sulla base della nostra esperienza, le partite di grano duro provenienti dall’Emilia Romagna possono avvantaggiarsi di un’oculata gestione agronomica delle coltivazioni che previene totalmente la presenza di residui di fitofarmaci sulla granella. Fondamentale è la corretta applicazione e rispetto dei tempi di carenza per gli insetticidi utilizzati durante la conservazione del grano. Tra le micotossine, la più frequente su grano duro è il DON per il cui controllo occorre una specifica gestione agronomica atta a ridurre l’incidenza della fusariosi in campo. Per quanto riguarda i metalli pesanti Cd e Pd sono raramente presenti a livelli di rischio.
Filiera Grano duronews LE COLTURE
Andamento delle colture Franco Lipparini – Società Produttori Sementi Bologna Il periodo autunno-invernale 2006-2007 è stato caratterizzato da un andamento climatico alquanto anomalo. Le temperature minime nel periodo che va da ottobre 2006 a febbraio 2007 sono state ben superiori al valore medio registrato per lo stesso periodo negli ultimi 15 anni, e questo gap si fa ancora più sostanziale quando si raffrontano i dati relativi alle temperature massime e alle medie. Nel mese di ottobre scorso la sostanziale assenza di precipitazioni ha portato i produttori, memori di una campagna di semine 2005-06 assolutamente impegnativa e prolungata, caratterizzata da una abbondante e continua piovosità, ad iniziare le operazioni di semina già dai primi giorni del mese, spesso senza tenere conto anche delle caratteristiche e delle necessità specifiche delle diverse varietà (alternatività, fabbisogno in freddo e precocità di sviluppo).
Precipitazioni (mm) Valore Cumulato
Dati forniti da Arpa-Sim Reg. Emilia-Romagna
Valore cumulato delle precipitazioni rilevato nel periodo febbraio/marzo 2007 in Emilia-Romagna
Si sono quindi registrate emergenze rapide ed ottimali, abbondanti accestimenti e uno sviluppo rapido e continuo delle colture, dovuto al perdurare di condizioni temperate del clima anche per tutto il periodo invernale. Alla luce di quanto fin qui esposto,ci si trova al momento attuale ad avere, per i cereali autunno-vernini, colture generalmente in uno stato molto avanzato di sviluppo e con impianti caratterizzati da una elevata densità di culmi per metroquadrato. Questa situazione può diventare preoccupante considerando il fatto che ci veniamo a trovare con le piante in una fase del ciclo fenologico molto delicata, in un periodo in cui normalmente sono ancora possibili importanti ritorni di freddo. Situazione fitosanitaria Le condizioni atipiche del clima e dello sviluppo delle piante, hanno portato ad una problematica piuttosto complessa
anche dal punto di vista fitosanitario. Per quanto riguarda i fitofagi, si è registrata una costante e significativa presenza di afidi durante tutto il periodo da ottobre fino ad oggi. Questo ha destato notevole preoccupazione agli addetti al settore, non tanto per il danno diretto che il fitofago può provocare alla coltura, ma quanto per il fatto che gli afidi possono essere agenti vettori di alcuni virus quali quello del Nanismo giallo dell’orzo (BDYV) e del frumento (WDV). Da tempo infatti si segnala in diversi casi la comparsa dei caratteristici sintomi di queste virosi (aree delimitate con piante ingiallite, meno sviluppate e con internodi raccorciati), in alcune analisi di laboratorio effettuate su campioni di piante infette (di varietà non rientranti nel progetto) hanno confermato la presenza dell’agente virale. Per tali patologie l’unica forma di lotta possibile è quella preventiva mirata verso gli afidi vettori del virus. Sempre per quello che riguarda i fitofagi si devono registrare anche le prime comparse di cimici. Per quel che concerne le patologie fungine, la situazione si presenta molto complessa. Infatti le temperature elevate accompagnate ad una alta e costante umidità relativa dell’aria, hanno creato le condizioni ideali alla comparsa ed allo sviluppo delle prime patologie già dal mese di gennaio. In particolare si sono evidenziati in maniera piuttosto generalizzata manifestazioni di Oidio, Septoria e Mal del piede. In queste condizioni i vincoli imposti dal “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del Grano duro di alta qualità” del Progetto regionale pilota, di optare per una concia della semente a base di triticonazolo + guazatina, si è dimostrata, in maniera ancor più evidente, efficace. Infatti tale miscela di principi attivi garantisce un’ampia copertura nei confronti dei principali agenti fungini patogeni per il frumento durante tutta la prima fase del ciclo di sviluppo della coltura, dall’emergenza fino alla fase fenologica di fine levatabotticella. Dai diversi sopralluoghi effettuati in campo, infatti, le piante delle varietà di grano duro rientranti nel Progetto (Normanno, Levante, Saragolla e Svevo) e coltivate secondo le indicazioni contenute all’interno del disciplinare di
coltivazione, si presentano in un buon stadio di sviluppo e in ottimale stato fitosanitario dall’apice fino alla base del culmo. Nelle situazioni, invece, di colture provenienti da seme conciato con prodotti meno efficaci e persistenti, in caso di ristoppio ecc., si è dovuto intervenire con trattamenti fungicidi, eventualmente in miscela con i prodotti applicati per il diserbo delle colture.
Campi dimostrativi Distribuiti nelle diverse aree produttive della Regione Emilia-Romagna sono stati allestiti 7 campi dimostrativi con le varietà di grano duro Normanno, Levante, Saragolla e Svevo inserite nel Progetto “Grano duro di alta qualità” organizzati in parcelloni di grandi dimensioni e gestiti seguendo le normali tecniche produttive di campo. I campi sono stati allestiti in Provincia di Parma, Piacenza, Ravenna (Ravenna e Alfonsine), Ferrara (Poggio Renatico) e Bologna (Argelato e Ozzano dell’Emilia). Chiunque fosse interessato a visitare i campi dimostrativi, può contattare: • Dott. Franco Lipparini Società Produttori Sementi Bologna tel. 340.1818094 f.lipparini@prosementi.com • Dott. Marco Silvestri Società Barilla G. & R. Fratelli s.p.a. tel. 0521.262844 - m.silvestri@barilla.it
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n. 3 - Aprile 2007
La fusariosi della spiga e le strategie di difesa Bugiani Riccardo - Servizio Fitosanitario Regione Emilia-Romagna
La difesa dalle malattie fungine del frumento è una tecnica essenziale per garantire sia un aumento della produttività che della sanità complessiva della granella. La fusariosi della spiga è una malattia causata da funghi appartenenti al genere Fusarium (Fusarium graminearum, F.culmorum, F.avenaceum, F.poae, Microdochium nivale) che, oltre a provocare danni diretti alla produzione, sono in grado di contaminare la granella con tricoteceni (in particolare nei nostri areali di produzione il deossinivalenolo o DON) e zearalenoni, sostanze tossiche pericolose per l’uomo. La fusariosi della spiga, che generalmente viene riportata come una delle malattie più importanti su frumento tenero, si va estendendo ormai, negli areali di coltivazione del centro-italia, anche alla coltivazione del frumento duro. I danni diretti possono arrivare a decurtare fino al 60% della produzione, tuttavia sono i danni indiretti a destare oggi maggiore preoccupazione in quanto provocano una diminuzione del contenuto proteico della granella ma, soprattutto, una maggiore quantità di prodotto contaminato da micotossine. L’entrata in vigore a
luglio 2006 del Regolamento Comunitario n.865/2005 che determina i limiti massimi di DON e zearalenone tollerati nei cereali e in tutti gli alimenti derivati per l’alimentazione umana e a cui tutte le filiere di produzione devono attenersi, ha reso ancora più importante il controllo in campo di questa avversità fungina. I funghi che causano la malattia svernano sui residui colturali e rappresentano la principale fonte di inoculo, anche se sono noti casi di trasmissione del patogeno con la semente. Dalle sorgenti di inoculo, i conidi o, più raramente nei nostri areali le ascospore, in più fasi, vengono trasportati, dagli schizzi di pioggia e dalle correnti aeree, dalle foglie prossime al terreno fino alla spiga dove, in condizioni climatiche calde e umide, germinano invadendo i fiori, le glume e la spiga. I sintomi della malattia, caratterizzati da sbiancamenti vistosi della spiga dovuti all’invasione delle ife del fungo nei tessuti vegetali, compaiono in genere dopo una settimana, anche se in condizioni climatiche ottimali (temperatura di 25-30°C e bagnature prolungate) possono impiegare anche solo 3-4 giorni. In genere at-
Tab. 1: Fungicidi ammessi su frumento dal “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del Grano duro di alta qualità in Emilia Romagna”. Principi attivi
Attività verso altre avversità del frumento Ruggine Ruggine bruna gialla
Fusariosi
Oidio
Septoriosi
ciproconazolo +procloraz
**
***
***
***
***
tebuconazolo
**
***
**
***
***
propiconazolo
-
***
*
**
**
tetraconazolo
**
***
**
***
***
azoxystrobin
-
**
**
**
**
**
**
**
**
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procloraz* triadimenol
-
***
**
**
**
flutriafol
-
***
**
**
**
* : solo in formulazioni NC
tacchi precoci compromettono totalmente la formazione delle cariosside, mentre attacchi del fungo più tardivi o di gravità apparentemente inferiore possono far sembrare sana la granella che, al contrario, si presenta contaminata. A volte, in condizioni particolarmente umide, è facile notare sulle spighette gli sporodochi di colore arancione, rappresentanti le fruttificazioni agamiche del fungo (figura 1). Condizioni predisponenti la malattia Le condizioni predisponenti gli attacchi di fusariosi della spiga di cui bisogna tener conto per impostare una adeguata strategia di difesa possono essere di tipo agronomico e di tipo climatico. Le condizioni agronomiche favorevoli allo sviluppo della malattia sono in primo luogo la quantità di inoculo che è presente in campo sui residui vegetali della coltura precedente o che si produce precocemente alla base della pianta, gli elevati investimenti colturali, la precocità delle semine, l’eccessiva concimazione azotata, l’uso di varietà particolarmente suscettibili, l’assenza di rotazioni colturali e il tipo di precessione col-
Tab. 2: Siti internet dove poter consultare i Bollettini provinciali di Produzione Integrata per la scelta del momento più opportuno in cui effettuare il trattamento fungicida. Provincia
Indirizzo web
Piacenza
www.fitosanitariopiacenza.it
Parma
www.stuard.it
Reggio Emilia
www.provincia.re.it/page.asp?idcategoria= 701&idsezione=4625&id=92475
Modena
www.agrimodena.it
Ferrara
http://sd2.provincia.fe.it/intranet/Internet. nsf/G3AreaTematica?readForm&Area=Agric oltura&From=AreeTematiche
Bologna
www.provincia.bologna.it/agricoltura/ bollettini.html
Ravenna
www.racine.ra.it/agrisystem/index1.html
Forlì-Cesena
www.provincia.forli-cesena.it/agricoltura/ boll.htm
Rimini
www.provincia.rimini.it/progetti/economia/ bollettini/index.htm
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Fig. 1: Ciclo biologico di Fusarium spp. su frumento.
Fig. 2: Spiga fusariata.
turale. Fra le seconde, in parte meno gestibili dagli agricoltori, vi sono le caratteristiche climatiche di alcuni areali di coltivazione ma, soprattutto, la presenza di condizioni climatiche particolarmente calde e piovose durante le fasi di spigatura e fioritura, periodo di maggiore suscettibilità fisiologica della pianta alla malattia.
mente cercando di controllare nello stesso tempo anche le altre avversità eventualmente presenti sulla coltura. Per quanto riguarda la scelta dei principi attivi, particolarmente efficaci sono i fungicidi appartenenti alla famiglia degli IBE (tebuconazolo, tetraconazolo) e le loro miscele con procloraz (tabella 1). Per quanto riguarda la scelta del momento di intervento più opportuno, e per quanto detto prima, i trattamenti chimici esplicano la loro massima efficacia, sia in termini di riduzione della malattia che di contaminazione da micotossine, se applicati in funzione preventiva all’inizio della emissione delle antere, momento di maggiore suscettibilità del frumento alle infezioni da Fusarium sulla spiga. Normalmente in Emilia-Romagna questo avviene fra la prima e la seconda decade di maggio, in relazione alle diverse annate ed ai diversi areali provinciali di coltivazione. Per ottenere indicazioni sul momento più opportuno per eseguire il trattamento fungicida si può fare riferimento ai Bollettini di Produzione Integrata della Regione Emilia-Romagna che vengono settimanalmente redatti a livello provinciale e resi disponibili anche in internet all’interno dei siti web delle diverse province (tabella 2).
La difesa Da quanto detto, la difesa contro questa avversità deve partire innanzitutto da alcune scelte di tipo agronomico sulle quali gli agricoltori possono incidere maggiormente quali per esempio l’interramento dei residui vegetali infetti della coltura precedente e il tipo di precessione colturale. Più favorevoli alle infezioni infatti sono la monosuccessione, la semina su sodo o la minima lavorazione specialmente se al frumento sono preceduti altri cereali come sorgo o mais da granella. Particolarmente innovativo ed interessante a questo proposito è la messa a punto di un sistema di supporto alle decisioni per la fusariosi della spiga, denominato FHB – Dss (Fusarium Head Blight - Decision Support System), messo a punto dalla Università di Piacenza. L’applicazione di tale modello previsionale renderà in
grado ogni agricoltore di calcolare il proprio livello di rischio di infezione da Fusarium in base alle condizioni agronomiche di partenza, e di accumulo di micotossine nella granella in funzione dell’andamento meteorologico che si determina durante la fase che va dalla spigatura alla maturazione cerosa. Per quanto riguarda il controllo chimico della malattia, bisogna considerare che, le altre avversità del frumento come la ruggine gialla e bruna, l’oidio e la septoriosi vengono normalmente controllate efficacemente, alla germinazione e nella prima parte del ciclo di sviluppo della coltura, attraverso la concia preventiva del seme con trattamenti a base della miscela di guazatina+triticonazolo, mentre non si ha nessuna azione di protezione nei confronti del Fusarium nella fase più sensibile della coltura, cioè quella di spigatura. Alla luce di ciò il “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del Grano duro di alta qualità” prevede come elemento vincolante l’esecuzione di un trattamento fungicida al fine di prevenire l’insediamento del Fusarium sulla spiga (figura 2). Va da sé che il trattamento fungicida deve essere effettuato con i principi attivi più efficaci e nel momento di maggiore rischio, possibil-
Filiera Grano duronews
n. 3 - Aprile 2007
AttivitA’ di ricerca
Attività di Selezione per resistenza alla Fusariosi della spiga Gianluca Ferrazzano, Andrea Demontis – Divisione Ricerca - Società Produttori Sementi Bologna Tra le malattie del frumento, la fusariosi della spiga sta assumendo sempre maggiore rilevanza. Questa patologia è ormai diffusa in ampie aree della durogranicoltura mondiale. Tra le specie fungine responsabili della fusariosi della spiga, quelle maggiormente presenti in Italia sono risultate essere Fusarium graminearum e Fusarium culmorum. Questa patologia, oltre che causare perdite in produzione e caratteristiche tecnologiche, determina l’accumulo di metaboliti tossici, noti come micotossine. Le micotossine più importanti nel frumento sono il deossinivalenolo (DON), e le tossine T-2 e HT-2. Queste tossine possono causare intossicazioni alimentari sia negli animali che nell’uomo. La Comunità Europea ha fissato limiti di tolleranza per alcune tossine da Fusarium. I livelli massimi ammissibili per il deossinivalenolo (DON) in alimenti destinati al consumo umano sono: 1750 ng/g per la granella di frumento duro; 750 ng/g per la farina di cereali, semola, e per la pasta secca. La Divisione Ricerca della Società Produttori Sementi (PSB) è da anni impegnata in progetti volti ad ottenere varietà resistenti alla fusariosi della spiga anche grazie ai finanziamenti da parte della Regione Emilia-Romagna e dal MIUR - Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Proprio perché non esiste una vera re-
sistenza nelle varietà attualmente coltivate in Europa, la costituzione di nuove linee, dotate di elevata resistenza sarebbe di notevole interesse; questo porterebbe indubbi vantaggi per l’ambiente, la salute dei consumatori e per gli agricoltori che potrebbero ridurre i trattamenti fungicidi. Sono note varietà esotiche, di origine cinese e brasiliana, che sono dotate di livelli molto elevati di tolleranza alla fusariosi. D’altra parte queste varietà hanno caratteristiche negative che ne rendono improponibile la coltivazione in Europa. Queste varietà resistenti sono state inserite nei programmi di incrocio di PSB, combinandole con linee di grano duro aventi ottime caratteristiche agronomiche e qualitative. La successiva selezione è stata eseguita da PSB sia con inoculi artificiali in ambiente controllato sia mediante marcatori molecolari. Infatti, molta attività di ricerca è stata fatta a livello mondiale per individuare marcatori molecolari associati a geni/ QTL di resistenza, provenienti dalle varietà suddette, che potessero permettere la selezione assistita da marcatori (MAS). In pratica si tratta di selezionare i genotipi resistenti mediante analisi del DNA. La collaborazione con il DiSTA (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali) della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, ha portato alla messa a punto dei migliori
Campo di “Selezione Fusarium” irrigato al fine di mantenere condizioni di umidità favorevoli allo sviluppo del patogeno (Azienda Agricola Sperimentale PSB, Argelato - Bologna).
Inoculo artificiale di Fusarium in ambiente controllato (Centro Ricerche PSB, Argelato - Bologna).
marcatori ed alla esecuzione dell’elevato numero di analisi richiesto dalla attività di selezione. Sono state ottenute linee di frumento duro dotate di elevata resistenza e di buone caratteristiche qualitative ed agronomiche. Il livello di resistenza è stato validato anche in campo con inoculo artificiale ed è risultato nettamente superiore a quella delle varietà commerciali attualmente coltivate. L’inoculo in campo viene effettuato distribuendo in fase di botticella elevate quantità di residui colturali infetti da fusarium. L’instaurarsi della malattia viene favorito mantenendo elevati livelli di umidità con irrigazione a nebbia. Molto incoraggiante è stata anche l’informazione ottenuta dalle analisi, eseguite dall’ISPA (Istituto delle Produzioni Agroalimentari) del CNR di Bari, sul contenuto in DON del grano prodotto da linee selezionate e varietà commerciali inoculate artificialmente in serra. E’ risultato che il contenuto in DON delle linee selezionate è significativamente inferiore a quello delle varietà commerciali. Un esempio, quindi, di risultato concreto, raggiunto grazie anche all’ausilio della MAS (Markers Assisted Selection) che nell’ambito delle biotecnologie è una tecnica universalmente accettata in quanto i caratteri utili sono introdotti mediante incroci nell’ambito della stessa specie.