Restauri da scoprire
La chiesa di Santa Chiara tra restauri e coabitazione
I
l luogo di cui parliamo questa settimana per la rubrica dedicata ai restauri d’arte racconta una storia di indubbio fascino religioso ed architettonico che da qualche anno intreccia un progetto di accoglienza e coabitazione portato avanti dai volontari del Gruppo Abele. Accompagnati dallo storico dell’architettura Edoardo Piccoli, ci siamo addentrati nella storia architettonica e non solo della chiesa di Santa Chiara, uno degli spazi più affascinanti del Settecento torinese. Anche se probabilmente meno grandioso e monumentale rispetto alle chiese juvarriane, si tratta di un piccolo edificio – opera realizzata tra il 1742 ed il 1745 dall’architetto Bernardo Antonio Vittone – che risponde perfettamente al suo compito: funzionare come una chiesa conventuale per il convento femminile di clausura delle Clarisse; proprio per questo non aveva la necessità di essere uno spazio particolarmente grande, poiché non doveva accogliere le folle delle chiese parrocchiali, bensì un pubblico più ristretto legato per motivi devozionali a Santa Chiara o per motivi familiari alle monache del convento. Si trattava però di uno spazio non semplice da progettare perché collocato in un angolo della città piuttosto buio e con strade molto strette. La conseguente soluzione adottata dall’architetto Vittone è stata quella di realizzare un edificio
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CRONACHE DA PALAZZO CISTERNA