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Settimo Rottaro, Val della Torre

Siamo poco distanti dal lago di Viverone. Qui i romani avevano scelto di fondare un borgo, a sette miglia da Ivrea sulla via consolare che

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portava ad Aosta. Ecco SETTIMO ROTTARO. Lun-

ghe le sue vicende storiche, dalla podestà della chiesa di Ivrea, ai Valperga e ai San Martino, fedeli ai Savoia, fino alle rivolte dei Turchini. E a proposito di chiese è d’obbligo visitare la parrocchiale di San Bonomio abate, eretta alla fine del Settecento dall’architetto Carlo Andrea Rana sulle rovine di un’antica cella. In posizione più centrale troviamo una cappella risalente a circa un secolo prima dedicata alla Santissima Trinità, costruzione dalle linee semplici ed eleganti. Abbandonata o ridotta con il passare degli anni l’attività vitivinicola, oggi il paese è famoso per un particolare prodotto tipico che ha dato vita ad una sagra a lui dedicata che si svolge nell’ultima settimana di gennaio. Parliamo del Salam ‘d Patata. Si tratta della piacevole riscoperta di un prodotto gastronomico che i contadini della zona iniziarono a produrre durante il periodo della seconda guerra mondiale. Un insaccato preparato con carne suina mescolata a patate bollite, dopo essere stato insaccato nel budello viene lasciato riposare per un giorno. La produzione avviene nei mesi più freddi, tra l’autunno e la primavera. Ottimo accompagnato con crostini di pane e un buon bicchiere di rosso.

Ben 49 borgate, di cui la principale è Brione, e una moltitudine di piloni votivi e chiese e cappelle (come quella di San Valeriano, che fa mostra di sé nella cartolina che vi mando oggi, cari lettori) nel bel mezzo del territorio della provincia di Torino: questa è VAL DELLA TORRE, Comune di

circa 3900 abitanti a una trentina di chilometri dal capoluogo. Proprio a Brione ebbe sede un monastero femminile cistercense, che raggiunse il massimo dello splendore nei secoli XIII e XIV e durò, in forma autonoma, sino al 1601. A testimonianza dell'antico monastero, resta la chiesa di Santa Maria della Spina, realizzata nel ‘200 nello stile romanico-lombardo, e dal 1903 classificata edificio monumentale. Ma il simbolo del paese, e non a caso visto il suo nome, è la torre ricostruita nel Novecento, in stile medievale, sulle mura del parco dell’ex villa dei conti Rossi di Montelera, nota famiglia di imprenditori che diede anche un sindaco a Torino, Teofilo, primo cittadino dal 1909 al 1917. La torre primigenia risale invece all’XI secolo: era posta a difesa dei colli che consentivano, con un percorso secondario più sicuro e meno frequentato, il preziosissimo collegamento della pianura torinese con la Valle di Susa e la Valle di Viù.

Testi di Cesare Bellocchio, Denise Di Gianni, Michele Fassinotti, Carlo Prandi

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