RUBRICA
Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”
In biblioteca il discorso di Grosso per i 100 anni del Traforo
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uando, per l’occasione del 150° anniversario del Traforo del Frejus, ci siamo rivolti alla Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte della Città metropolitana di Torino, che ha sede nelle auliche sale di Palazzo Cisterna, in cerca di testi che avessero attinenza con l’evento, ci siamo imbattuti in una delle innumerevoli belle sorprese a cui la nostra amata biblioteca ci ha abituato: il testo di una conferenza che Giuseppe Grosso, presidente della Provincia e sindaco di Torino negli anni ‘50 e ‘60, tenne al Rotary Club di Torino il 31 ottobre 1957, in occasione del centenario dell’inizio dei lavori della Galleria del Frejus. Testo che ora, dopo essere stato scansionato dai bibliotecari, figura tra le “curiosità digitalizzate” pubblicate su www e può essere letto integralmente da chi ne fosse interessato.
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È una lettura che ci sentiamo di consigliare: a 64 anni dalla stesura, il discorso di Grosso non perde un grammo della sua freschezza e, incredibilmente, dell’attualità dei temi trattati. Comincia con il dare il giusto significato a questo centenario: dobbiamo celebrarlo “con lo spirito e con la volontà di chi sa di voler tradurre questo passato in uno sforzo e in una tensione verso l’avvenire”. Un centenario che affonda le sue radici in un’epoca, gli anni dal 1848 al 1861, in cui “la storia scandisce le sue ore con un
LA MOSTRA CENTENARIA Dal 2 settembre al 10 novembre 1957 a Torino, nell’atrio della stazione di Porta Nuova, fu allestita la “Mostra centenaria del Traforo del Frejus”. La Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso” conserva una pubblicazione, consultabile in loco, che presenta l’elenco dei documenti e cimeli esposti, divisi per reparti e vetrine, e alcune foto dell’esposizione.
CRONACHE DA PALAZZO CISTERNA
ritmo intenso, suscitando dei grandi spiriti per delle grandi imprese; e il piccolo Piemonte in quell’epoca è stato uno dei centri vivi della storia”, capace di deliberare e iniziare un’opera gigantesca malgrado uscisse da tre guerre e stesse preparandosi per quella del ‘59. Dopo aver celebrato gli artefici dell’opera, da Cavour a Paleocapa, da Quintino Sella a Menabrea, da Carlo Ignazio Giulio a Des Ambrois, oltre ai tre realizzatori Sommeiller, Grattoni e Grandis, Giuseppe Grosso tesse un profondo elogio della politica: è lei quella che prende le grandi decisioni, sono i politici che fungono da stimolatori dei tecnici e degli scienziati; ma tecnici e scienziati “fanno anch’essi della politica, sono immersi nella politica”. Non esiste una politica pura né una tecnica pura, esistono problemi che richiedono una decisione complessa. “E la decisione è ve-