PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN #28

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Numero 28 - Anno VI - 2020 - Publicomm Srl - Milano - Italy 10 € - A 16 € - B 15 € - D 19 € - F 16 € - UK 12 £ - P 14 € - E 14 € - CH 15 Chf - ISSN 2420-9090

HASHIM SARKIS

TOGETHER

SELGASCANO | TRAVERSO - VIGHY ARCHITETTI | QARTA ARCHITEKTURA WITHERFORD WATSON - MANN ARCHITECTS | BAROZZI / VEIGA | GIUSEPPE TORTATO MODULAR ARQUITECTURA | VUDAFIERI - SAVERINO PARTNERS |VIRGIL ABLOH WITH AMO DUCCIO GRASSI ARCHITECTS | LAI STUDIO | DIDOMENICOARCHITETTI


Wall and Floor: CURTON

RAKCERAMICS.COM


3

TOGHETER EDITORIAL

Luca Molinari

PROJECT

4

S E LGASC ANO

HOLLA CALIFORNIA COCKTAIL 12 21

TR AV E RSO -VI GH Y ARCH IT E T TI

CORTE BERTESINA Q A R TA A R C H I T E K T U R A

VŠPJ NEW LECTURE CENTER WITHERFORD WATSON MANN ARCHITECTS

28

GRADE-II STABLE INTO A THEATRE FOR OPERA 36 44

BAROZZI / VE IGA

TANZHAUS ZÜRICH G I U S E P P E TO R TATO

SANDVIK HEADQUARTER COVER

48

HASHIM SARKIS Luca Molinari

KEYWORD

54

COOPERARE

Marco Filoni

INTERIOR MODULAR ARQUITECTURA

56 ROKUSEKI RESTAURANT V U DA F I E R I - SAV E R I N O PA R T N E R S

62 ARCHITECTURES FOR CHILDREN: THE DESIGN OF E DUCATION V I R G I L A B L O H I N C O L L A B O R AT I O N W I T H A M O

68 OFF -WHITE FL AGSHIP STORE DUCCIO GRASSI ARCHITEC TS

74 MAX&CO. CONCEPTS LAI STUDIO - MAURIZIO LAI ARCHITECTS

80 SUSHI CLUB

D I DOM E N ICOARCH IT E T TI CORR ADO D I DOM E N ICO AN D DONAT E LL A MARGARITA

86 AN ABSTRACT AND MODERN PIZZERIA TEMPORARY KOGA A STU DIO

90 NEXT GEN PARK 94 97

PRINTED Luca Galofaro COMPASSO D’ORO AWARD

TAKING ROOT DESIGN: DEVELOPMENT, SUSTAINABILITY AND RESPONSIBILITY Luciano Galimberti BACKSTAGE

104

DEFINING SPACES

Cristina Bigliatti DESIGN

108 114 116 118 120 122

THE SKY IN A ROOM

Cristina Bigliatti HIGHLIGHTS

DESIGNING SPACES TO COLLABORATE AND INNOVATE RECYCLED GREY COLLECTION GLIFO HIGH PERFORMANCES TECHNICAL PRODUCTS VANITY CORNER BEAUTY ART

124

ART EXHIBITION REVIEW

Cristina Bigliatti


2

12

4 28 36

21

66 44 56

48 68

74 62

80


Ph. ©Gökhan Pola

"How will we live together?" has never been a more prophetic title for an International Architecture Exhibition for the Venice Biennale that experienced, first in the long history of the Venetian institution, a pandemic and the traumatic shift of a calendar year. The intuition of Hashim Sarkis, the creator and curator of this nomadic edition, is most precious and universal. How will we live together overcoming the fears that distance us from each other and that make us abandon public places to take refuge in our homes/cells? How will we rethink the city and our responsibility as citizens and designers? What form will places take for increasingly fluid, frightened and fragile communities? Yet, just a few days ago and despite the current epidemic, thousands of people took to the streets to celebrate the victory of Biden/ Harris and the end of a political nightmare, testifying that the squares where we all instinctively gather are still necessary to celebrate our secular and collective rituals. For this reason we decided to dedicate the new issue of Platform to the word "together", because there is no civilization, city and architecture without community and the possibility to meet, exchange, touch, clash and live together. In this issue we have thus collected a series of collective buildings between Italy and Europe, especially theatres and spaces for contemporary art and performance, perhaps because we miss being able to go see a show or feel our eyes focused on the stage in the dark of the room. Then a series of restaurants, fashion showrooms and high quality venues to which it will be nice to return soon, because the design of beauty and that of our senses live in perfect symbiosis, so that they generate those emotions that get stuck in our memory. Starting again from "us" will be decisive to rebuild after all this will be behind us, as Marco Filoni advises us by rereading the word "cooperate", to avoid being locked in our homes, safe (who knows), but certainly alone.

TOGETHER

#INSIEME “How will we live together?” mai titolo è stato più profetico per una Mostra Internazionale di Architettura per la Biennale di Venezia che ha vissuto, primo nella lunga storia dell’istituzione veneziana, una pandemia e lo spostamento traumatico di un anno solare. L’intuizione di Hashim Sarkis, ideatore e curatore di questa edizione nomade, è quanto mai pregante e universale. Come vivremo insieme superando le paure che distanziano uno dall’altro e che ci fanno abbandonare i luoghi pubblici per tornare a rifugiarci nelle nostre case/celle? Come ripensare la città e la nostra responsabilità in quanto cittadini e progettisti? Che forma prenderanno i luoghi per comunità sempre più fluide, impaurite e fragili? Eppure, solo pochi giorni fa e malgrado l’epidemia in corso, migliaia di persone sono scese per strada a festeggiare la vittoria di Biden/Harris e la fine di un incubo politico, a testimoniare che le piazze in cui noi tutti istintivamente ci raccogliamo sono ancora necessarie per celebrare i nostri riti laici e collettivi. Per questa ragione abbiamo deciso di dedicare il nuovo numero di Platform alla parola “together”, perché non esistono civiltà, città e architettura senza comunità e la possibilità d’incontrarsi, scambiare, toccare, scontrare e vivere insieme. In questo numero abbiamo così raccolto una serie di edifici collettivi tra Italia ed Europa, soprattutto teatri e spazi per l’arte contemporanea e le performances, forse perché ci manca poter andare a vedere uno spettacolo o sentire nel buio della sala gli occhi concentrati sul palco. Poi una serie di ristoranti, showroom per la moda e locali di grande qualità in cui sarà bello tornare presto, perché progetto della bellezza e quello dei nostri sensi vivono di una perfetta simbiosi, perché generino quelle emozioni che s’incagliano poi nella nostra memoria. Ripartire dal “noi” sarà decisivo per ricostruire dopo che tutto questo sarà alle nostre spalle, come ci consiglia Marco Filoni rileggendo la parola “cooperare”, per evitare di rimanere chiusi nelle nostre case, al sicuro (chissà), ma sicuramente soli.

Luca M O L I N A R I

|E D I TO R I A L


4

PROJECT


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holLA CALIFORNIA COCKTAIL

PROJECT HolLA Second Home Offices in Hollywood ARCHITECT Selgascano LOCATION Los Angeles, California, Usa YEAR 2019 PHOTO Iwan Baan

PROJECT


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The new Second Home in Hollywood, holLA, is a collection of several recipes and ingredients of a California Cocktail. HolLA lays in East Hollywood on a 90,800 square feet site with two existing buildings, of which Selgascano had to maintain one with two floors, designed in 1964 by Paul Williams, the first recognized African-American architect working in Los Angeles. This building has a classical Neocolonialism Los Angeles look and is used as a core and main entrance for the whole Campus. In this existing building 320 roaming places are located in the ground floor and additional offices with 200 workspaces are in the first floor, with common facilities such as café, bar, restaurant, events and conference hall, resting areas and open terraces, all around the building. The other one is demolished and, on top of the existing underground

parking, a 60 new oval-shaped individual offices and meeting rooms are placed surrounded by a garden that will be the Second Home for almost 700 people. Four different oval shapes create the 60 bungalow offices of 4 different sizes, that are scattered around the garden built with 4 feet of soil on top of the parking slab, burying the bungalows down to the table height. The transparent curved walls allow 360º horizontal views of the plants, giving the feeling to be working among nature. In Second Home Hollywood, instead of bringing the garden inside the office, Selgascano has brought the office out to the garden. Over 10,000 plants and trees, many butterflies, ants, bees, squirrels… and humans inhabit these pots. The wooden and concrete paths break through the garden with plants in both sides, as a stroll through yearlong flowers.

Patio Paul Williams building

La nuova Second Home a Hollywood, holLA, è una collezione di diverse ricette e gli ingredienti di un Cocktail californiano. HolLA si trova a East Hollywood, su una superficie di 90.800 metri quadrati con due edifici esistenti, di cui Selgascano ha dovuto mantenere uno a due piani, progettato nel 1964 da Paul Williams, il primo architetto afroamericano riconosciuto che lavora a Los Angeles. L'edificio ha l’aspetto classico neocoloniale di Los Angeles ed è utilizzato come nucleo e ingresso principale per tutto il Campus. In questo edificio, al piano terra si trovano 320 postazioni di lavoro e altri uffici con 200 posti di lavoro al primo piano, con servizi comuni come caffè, bar, ristorante, sala per eventi e conferenze, aree di riposo e terrazze aperte, tutto intorno all'edificio. L'altro è stato demolito e, oltre al parcheggio sotterraneo esistente,

sono stati collocati 60 uffici individuali e sale riunioni a di forma ovale, circondati da un giardino che sarà la Second Home per quasi 700 persone. Quattro diverse forme ovali creano i 60 bungalow uffici di 4 diverse dimensioni, che sono sparsi intorno al giardino costruito con 4 piedi di terra sopra la soletta del parcheggio, interrando i bungalow fino all'altezza del tavolo. Le pareti trasparenti e curve permettono una vista orizzontale a 360º delle piante, dando la sensazione di lavorare in mezzo alla natura. In Second Home Hollywood, invece di portare il giardino all'interno dell'ufficio, Selgascano ha portato l'ufficio in giardino. Oltre 10.000 piante e alberi, molte farfalle, formiche, api, scoiattoli... e l'uomo abita questi vasi. I sentieri di legno e cemento si snodano attraverso il giardino con le piante su entrambi i lati, come una passeggiata tra i fiori durante tutto l'anno.


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Outdoor corridors between Pods (bungalows)

PROJECT


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"Oval Room" Paul Williams building

Bookstore


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Reception area

Interior of one of the Pods

PROJECT


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SELGASCANO IS A SMALL ATELIER ESTABLISHED IN MADRID IN 1998. THEY HAVE WORKED WITH A WIDE VARIETY OF PROJECTS KEEPING ALWAYS NATURE AT THE CORE OF THE PROGRAM. ITS WORK IS FOCUSED ON RESEARCH INTO THE CONSTRUCTION PROCESS, WHICH IS TREATED AS AN ONGOING PROCESS OF LISTENING TO THE LARGEST POSSIBLE NUMBER OF ELEMENTS INVOLVED, FROM MANUFACTURE TO INSTALLATION. SELGASCANO STRIVES TO SEEK BEAUTY THAT IS COMPREHENSIBLE TO ANY HUMAN BEING. SELGASCANO È UN PICCOLO ATELIER FONDATO A MADRID NEL 1998. LO STUDIO HA REALIZZATO UNA GRANDE VARIETÀ DI PROGETTI MANTENENDO SEMPRE LA NATURA AL CENTRO DEL PROGRAMMA. IL LORO LAVORO SI CONCENTRA SULLA RICERCA NEL PROCESSO DI COSTRUZIONE, CHE VIENE TRATTATO ATTRAVERSO L’ASCOLTO DEL PIÙ GRANDE NUMERO POSSIBILE DI ELEMENTI COINVOLTI, DALLA PRODUZIONE ALL'INSTALLAZIONE. SELGASCANO SI IMPEGNA A CERCARE UNA BELLEZZA CHE SIA COMPRENSIBILE A QUALSIASI ESSERE UMANO.

368' 4"

355'

SECTION AA'

32'

0' 6' 12'

64'

N

GROUND LEVEL PLAN

MAIN PROJECTS Plasencia Auditorium and Congress Center, Plasencia, Spain, 2014 Cartagena Auditorium and Congress Center, Cartagena, Spain, 2011 Yought Factory, Merida, Spain, 2011 Badajoz Auditorium and Congress Center, Badajoz, Spain, 2006

bb'

368' 4"

desk 29"

grade level 358.5'

356' 6" finished floor Level 356.5'

pathway

355'

SECTION AA'

added soil 3'-6"

SCHEMATIC BUNGALOW

BUNGALOW TY

381' 7"

R8' L10'

368' 4"

R20' L5'

368' 4" 366'

358' 6" 356' 6" 355'

356' 6" 355'

351'

R6' L6'

SECTION AA'

344'6"

R8' L10'

R6' L6'

path

R20' L4'

R20' L4'


11

0' 6' 12'

32'

64'

N

GROUND LEVEL PLAN

Aerial view

PROJECT


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The historical courtyard and the new South addition


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PROJECT Corte Bertesina ARCHITECT Traverso-Vighy Architetti LOCATION Vicenza, Italy YEAR 2017 PHOTO Alessandra Chemollo

CORTE

Bertesina PROJECT


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Traditional materials and CNC techniques in the interiors’ production


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The private space of the family studio

Located on the outskirts of Vicenza and only 3 km from Piazza dei Signori, Corte Bertesina is a typical, rural, nineteenth century Venetian courtyard connected to a 17-hectare country estate with certified organic gardens of vegetables, grains and fodder. The gardens are protected inside a vast area planted in 2001 with trees native to the Po Valley. The objective of the project has been to regenerate and complete the existing building core with the intention of developing new functional relationships: cultural and educational activities for the enhancement of the forest landscape, social farming activities through the involvement of young people with Down Syndrome, preparation and sale of agricultural products, residences, bed and breakfast. The concept of sustainability was a driving force behind

the social intentions of the project, encompassing the wellbeing of its users, the choice of building materials and construction techniques, and energy production and use. From a construction standpoint, the intervention was approached through the development of light, prefabricated construction methods which allowed the project to be concluded in a limited time frame. The materials, produced by numerical control systems, are traditional and chosen to easily blend into the surrounding environment. The techniques involved in the prefabrication of light construction elements were carried through the renovation of the historic buildings of the courtyard, linking the intervention to a concept of reversibility and respect of the existing structures.

PROJECT


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The water spring and the visitors’ centre

Corte Bertesina si trova nella prima periferia di Vicenza a 3 km da Piazza dei Signori ed è una tipica corte rurale veneta ottocentesca, collegata a un fondo rustico di 17 ettari con coltivazioni certificate biologiche di ortaggi, cereali e foraggio, protette all’interno di un’ampia area piantumata nel 2001 con essenze arboree autoctone tipiche della pianura padana. Obiettivo del progetto è stato quello di rigenerare e completare il nucleo edilizio esistente per sviluppare nuove relazioni funzionali: attività culturali e didattiche per la valorizzazione del paesaggio boschivo, attività di fattoria sociale tramite il coinvolgimento di giovani Down e la collaborazione con cooperative sociali locali, attività di trasformazione e vendita dei

prodotti agricoli, residenze e attività di ospitalità agrituristica. Il concetto di sostenibilità ha guidato l’intero progetto sul piano sociale, del benessere dei fruitori, della scelta dei materiali e delle tecniche costruttive, e dell’uso e della produzione dell’energia. Dal punto di vista costruttivo l’intervento è stato affrontato con lo sviluppo di sistemi costruttivi leggeri e prefabbricati consentendo alti livelli qualitativi e contenendo i tempi di realizzazione. I materiali, lavorati con tecnologie a controllo numerico, sono tradizionali, scelti per poter essere facilmente assimilati alla natura circostante. Le tecniche di prefabbricazione leggera sono state estese anche alla ristrutturazione degli edifici storici legando così l’intervento ad un concetto di reversibilità e di rispetto del costruito esistente.

Courtyard west side view

PROJECT


17 The inside-outside space in main residential unit

The concept of sustainability was a driving force behind the social intentions of the project, encompassing the wellbeing of its users, the choice of building materials and construction techniques, and energy production and use. PROJECT


D

C

B

18 BASED IN VICENZA IN 1996, THE STUDIO-WORKSHOP HAS GROWN FROM THE INTERDISCIPLINARY EXPERIENCE OF GIOVANNI TRAVERSO AND PAOLA A VIGHY, GRADUATED IN ARCHITECTURE FROM IUAV AND SPECIALIZED IN NATURAL LIGHT IN UK, AT THE BARTLETT, UNIVERSITY COLLEGE OF LONDON. THE STUDIOE COMBINES HANDSON EXPERIENCE AND RESEARCH-LED APPROACH FOR ARCHITECTURE AND LIGHTING DESIGNER PROJECTS.

SEZIONE AA

A E

SEZIONE CC

D

C

D

B

SEZIONE BB

C

B

FONDATO A VICENZA NEL 1996, LO STUDIO-LABORATORIO SI BASA SULL’ESPERIENZA INTERDISCIPLINARE DI GIOVANNI TRAVERSO E PAOLA VIGHY, LAUREATI IN ARCHITETTURA PRESSO LO IUAV E SPECIALIZZATI IN LUCE NATURALE IN UK, PRESSO THE BARTLETT, UNIVERSITY COLLEGE OF LONDON. LO STUDIO È DA SEMPRE SPAZIO DI SPERIMENTAZIONE E RICERCA SULL’ARCHITETTURA E SUL LIGHTING DESIGN.

A A

A

E

E

SEZIONE EE 0 2

5

BERTESINA

CORTE BERTESINA

VICENZA

D

B

B

C

CORTE BERTESINA

SEZIONE DD

10m

02 01

C

CARCERI

PRATO

KM BOSCO

EDERLE CAMP

SEMINATIVI

0 20 50

8 ha impianto alberi 5 ha prati CORTE BERTESINA 2 ha seminativi 2 ha tare

D

E 10m

100m

CORTE BERTESINA

MAIN PROJECTS Tvzeb, Vicenza, Italy, 2012 Ave Maria Boat, 2011 Casa Ceschi, Vicenza, Italy, 2011 Palermo Airport Retail, Cinisi (PA), Italy, 2009 Spidi Showroom, Meledo (VI), Italy, 2006

PRATO

BOSCO

PRATO

BOSCO

Salvagnini Technical Centre, Izumi, Japan, 2004 Designer’s Studio, Vicenza, Italy, 2000

SEMINATIVI

SEMINATIVI

0 20 50

8 ha impianto alberi 8 ha impianto alberi 5 ha prati 5 ha prati 2 ha seminativi 2 ha seminativi 2 ha tare 2 ha tare

100m

0 20 50

100m


19 APPARTENENZA

SCAMBIO

B agricolo did

att ic

PAESAGGIO

trasformazione

A sociale

ali

pit

os

a

VALORE

C famiglia

ECOLOGIE __ STATO STATO DI DI FATTO FATTO ECOLOGIE

seminativi seminativi

FRUIZIONE

A

B

C

sociale

agricolo

famiglia

ECOLOGIE __ PROGETTO PROGETTO ZEB ZEB ECOLOGIE

prato stabile stabile prato

bosco bosco

seminativi seminativi

bosco bosco

orti orti orti orti

ortaggi ortaggi

cereali cereali

prato stabile stabile prato

bosco bosco bosco bosco

orti orti orti orti

legna legna

ortaggi ortaggi

serre serre

cereali cereali

legna legna sonde sonde geotermiche geotermiche

HEAT HEAT

ENERGY ENERGY ospitalità ospitalità

SODDISFAZIONE SODDISFAZIONE

laboratori laboratori

conserve conserve

farine farine

PROJECT



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VŠPJ NEW LECTURE CENTER PROJECT New lecture center VŠPJ ARCHITECT Qarta architektura LOCATION Jihlava, Czech Republic YEAR 2019 PHOTO BoysPlayNice

PROJECT


22 The wing reconstruction area and the new lecture room VŠPJ (College of Polytechnics) is a modern concept of rapidly developing education center located in northeastern corner of the lot, which was originally perceived as a farmyard. The place of the new building is strictly symmetrical, markedly triangular, thus for a construction seemingly disadvantageous. The authors from the studio Qarta architektura changed the disadvantage to an advantage by using the shape and by a link up to the existing block they gained compact space for a large span construction. Roundness of the corner contributes to integration of a mass into a complex context; the offset façade is another trace of a new shape, creating a transition space. Inside a super elevated hall is amphitheatrical seating for 333 students. Thanks to the steepness of the stands the arena offers excellent visibility as well as pure acoustics. Tribunes have underpass, the space under them will be used for social events. Connecting presentation hall leads to a classical element of higher education “alchemistic workshop”, represented today by multimedia laboratory “virtual factory”. In contrast to the auditorium is a reconstruction of the original part of the historical pentagon, which was formally a court with a prison. The motto became a colorful, inspiring and nonconforming environment, preserving the historical footprint. The traditional materials are in a visible, original form; the industrial character is fully linked to the auditorium. A sole chapter was the discovery and the engagement of historical footprints, return of the original ceramic floor or stone sills with traces of bars, which make for a great experience in the interior.

L’area oggetto di ricostruzione di un’ala del VŠPJ (Collegio dei Politecnici) e la nuova sala lettura esprimono una concezione progettuale moderna applicata ad un centro educativo in rapido sviluppo. Situato nell'angolo nord-est del lotto, che in origine era percepito come un’aia, il luogo del nuovo edificio è rigorosamente simmetrico, marcatamente triangolare, quindi per una costruzione apparentemente svantaggioso. Gli autori dello studio Qarta architektura hanno ribaltato la condizione svantaggiosa in una vantaggiosa, sfruttando la forma del lotto e collegandosi al blocco esistente hanno ottenuto uno spazio compatto per una costruzione a grande scala. La rotondità dell'angolo contribuisce all'integrazione della massa in un contesto complesso; la facciata sfalsata è un’altro segnale di una nuova forma che crea uno spazio di transizione. All'interno di una sala sopraelevata si trovano posti a sedere in un anfiteatro per 333 studenti. Grazie alla ripidezza delle tribune, l'arena offre un'ottima visibilità e un'acustica pura. Le tribune hanno un sottopassaggio, lo spazio sotto di esse verrà utilizzato per ospitare eventi collettivi. Nel collegamento verso la sala di presentazione si accede a un classico luogo per la formazione superiore, il ”laboratorio alchemico", rappresentato oggi dal laboratorio multimediale detto "fabbrica virtuale". In contrasto con l’impianto dell'auditorium si pone la ricostruzione della parte originale del pentagono storico, che era formalmente costituito da un tribunale con una prigione. Il motto per l’intervento è diventato realizzare un ambiente colorato, stimolante e non conforme, conservando l'impronta storica. I materiali tradizionali sono espressi in una forma visibile e originale; il carattere industriale è pienamente legato all'auditorium. Un capitolo a parte è stata la scoperta e l'impegno delle impronte storiche, il ritorno del pavimento originale in ceramica o dei davanzali in pietra con tracce di barre, che contribuiscono ad una grande esperienza nello spazio interno.

Auditorium, amphitheatrical seating for 333 students


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PROJECT


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Auditorium, entrance area


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Auditorium, respirium under the stands

PROJECT


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Space for new food court in a renovated building

MAIN PROJECTS RADOST house, Prague, Czech Republic, ongoing FRAGMENT, Prague, Czech Republic, actual ongoing

QARTA ARCHITEKTURA IS A CREATIVE STUDIO WITH A NUMBER OF SUCCESSFUL EXECUTED PROJECTS. THIS WIDE RANGE OF WORKS IS BASED ON COMPANY’S INNER PHILOSOPHY TO SEEK VARIETY AND TO DESIGN WITH A THINK-OUT-OF-THE-BOX APPROACH. THE STUDIO WON NUMEROUS AWARDS SUCH AS THE ARCHITECTURE GRAND PRIX, BEST OF REALTY OR BUILDING OF THE YEAR.

DOCK, Prague, Czech Republic, 2020 Five, Prague, Czech Republic, 2017 La Bottega Linka, Prague, Czech Republic, 2017 Tyršův stadion, Opava, Czech Republic, 2011 Machine House, Prague, Czech Republic, 2010

QARTA ARCHITEKTURA È UNO STUDIO CREATIVO CON ALL’ATTIVO UNA SERIE DI PROGETTI REALIZZATI CON SUCCESSO. QUESTA VASTA GAMMA DI OPERE SI BASA SULLA FILOSOFIA INTERNA DELL'AZIENDA DI CERCARE LA VARIETÀ E DI PROGETTARE CON UN APPROCCIO THINK OUT-OF-THE-BOX. LO STUDIO HA VINTO NUMEROSI PREMI TRA CUI IL GRAND PRIX DI ARCHITETTURA, IL BEST OF REALTY O L'EDIFICIO DELL'ANNO.


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PROJECT


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A blind closes off the rooflight for performances - Ph. Hélène Binet


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GRADE-II STABLE INTO A THEATRE FOR OPERA

PROJECT Transformation of a Grade-II stable into a theatre for opera ARCHITECT Witherford Watson Mann Architects LOCATION Nevill Holt, Leicestershire, UK YEAR 2018 PHOTO Manuela Barczewski, Hélène Binet, Massimo Curzi

PROJECT


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As the audience enter, the soft evening light illuminates the walls - Ph. Manuela Barczewski

At the south-eastern corner of the cluster of buildings around Nevill Holt Hall, the long ironstone block, crenellated and pedimented, is quite grand for a stable. For a theatre, on the other hand, it is compact and intimate. The challenge of this project was that few of the conventional configurations of a theatre were possible - but this was also precisely its charm. No fly-tower, no foyer with a grand stair. The plan dimensions were promising, at 16 x 24 metres, and the temporary theatre demonstrated that performers and audience could be shoehorned in. Every addition or adjustment had to be judged on its merits, to work in relation to the ironstone walls, and the doors and windows that pepper them: bending to these constraints gave direction to the many fine judgements that make up a theatre. Therefore, although in no sense experimental, many aspects of the design are quietly unorthodox. The restrained material palette is brought to life by the daylight from the large central rooflight - as it rakes across the rough stone walls, the light is a reminder that this is still a courtyard, even if it is no longer a stable yard. For performances, a blackout blind darkens the room as the stage lights power on, and the walls and doorways recede into the background. The in-between quality of this stable-theatre, neither fully interior nor exterior, is entirely fitting for the imaginative space of opera.

All’angolo sud-est di un insieme di edifici che si sviluppa intorno a Nevill Holt Hall, il lungo blocco di pietra grazza, merlato sul coronamento, è abbastanza grande come stalla, ma per un teatro è uno spazio compatto e intimo. La sfida di questo progetto è stata data dal fatto che poche delle configurazioni convenzionali per un teatro fossero realizzabili - ma questo era anche l’aspetto affascinante. Nessuna torre scenica o foyer con grande scala. Le dimensioni della pianta erano promettenti, 16 x 24 metri e il teatro temporaneo ha dimostrato che gli artisti e il pubblico potevano essere ospitati all’interno. Ogni addizione o modifica doveva essere valutata nel merito, perché funzionasse in rapporto ai muri di pietra grezza, oltre che essere in linea con le porte e finestre che li punteggiavano: seguire questi vincoli ha dato la direzione per prendere le decisioni necessarie alla realizzazione del teatro. Quindi, anche se in alcun modo sperimentali, molti aspetti del progetto sono decisamente poco ortodossi. La sobria tavolozza dei materiali è resa viva dalla luce del grande lucernario centrale, che rasentando i muri di pietra grezza, ricorda che questo è ancora un cortile, anche se non è più il cortile di una stalla. Per gli spettacoli, una tenda oscura la stanza mentre le luci del palcoscenico si accendono, e le pareti e le porte rimangono sullo sfondo. La qualità di questo teatro-stalla, a cavallo tra spazio interno e esterno, si adatta perfettamente allo spazio immaginifico dell'opera lirica.

THE CHALLENGE OF THIS PROJECT WAS THAT FEW OF THE CONVENTIONAL CONFIGURATIONS OF A THEATRE WERE POSSIBLE - BUT THIS WAS ALSO PRECISELY ITS CHARM


31 The rooflight bathes the theatre in soft light - Ph. Hélène Binet

PROJECT


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Cruciform steel columns - Ph. Massimo Curzi

Hinged proscenium screen - Ph. Massimo Curzi


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NHO_Helene Binet_006 The stone volume is extended upwards and enclosed by grit-blasted douglas fir boards - Ph. Hélène Binet

PROJECT


34 MAIN PROJECTS The Courtauld Institute of Art, London, UK, 2020 Cremer Street, Hoxton, London, UK, 2019 Walthamstow Wetlands, Walthamstow, London, UK, 2017 Gistel, Western Flanders, Belgium, 2015 Astley Castle, Warwickshire, UK, 2012 Whitechapel Art Gallery, London, UK, 2009 Amnesty International UK, London, UK, 2005

NHO_Helene Binet_007 The volume of the new theatre sits within that formed by the stone roof - Ph. Hélène Binet

WITHERFORD WATSON MANN ARCHITECTS STARTED OFF THEIR COLLABORATION, NEARLY TWENTY YEARS AGO, WITH A SERIES OF WALKS THROUGH THE EDGES OF LONDON; SINCE THEN, THEY HAVE APPROACHED EVERY PROJECT AS AN OPEN-ENDED ENQUIRY. THEY WORK WITH WHAT THEY FIND, TURNING THE CONSTRAINTS OF INHERITED SITUATIONS INTO SURPRISING OPPORTUNITIES. WITHERFORD WATSON MANN ARCHITECTS HA INIZIATO LA SUA COLLABORAZIONE, QUASI VENT'ANNI FA, CON UNA SERIE DI PASSEGGIATE AI MARGINI DI LONDRA; DA ALLORA, HA AFFRONTATO OGNI PROGETTO COME UN'INDAGINE A TEMPO INDETERMINATO. LO STUDIO LAVORA CON CIÒ CHE TROVA, TRASFORMANDO I VINCOLI DELLE SITUAZIONI EREDITATE IN OPPORTUNITÀ SORPRENDENTI.


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PROJECT


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View from the river Limmat


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PROJECT Tanzhaus Zürich ARCHITECT Barozzi / Veiga LOCATION Zürich, Switzerland YEAR 2019 PHOTO Simon Menges

PROJECT


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Main hall


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PROJECT


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In 2012, the previous-existing municipal building at Wasserwerkstrasse 127ain Zürich-Wipkingen, accommodating the Tanzhaus and the Swiss Textile School, was destroyed by a fire. In 2014 Barozzi Veiga won the international competition carried out by the Amt für Hochbauten Zürich, for the construction of a new Tanzhaus and the transformation of the entire bank of the river Limmat. The project aimed to reactivate the promenade along the river, transforming and redefining the previous residential conditions of the location. In this way, the building is defined as a simple and tiered volume of space, integrated into the slope and barely noticeable from the outside. An element that enables a new public space to

be generated on its roof and that connects the existing itineraries at different levels that intertwine along its bank. The transformation had sensitively addressed the listed building ensemble. By precisely incorporating the replacement new building into its environment, the project skilfully combines old and new. The building resolves the relationship with its surroundings through the definition of its main elevation. This consists in a sort of infrastructure, a continuous façade that can be read as a reinterpretation of existing surrounding elements, which are evidences of the industrial past of this area (i.e. the overpassing passages, the continuous modular metal structures of the bridge, the baths’ longitudinal piers).

L'edificio viene definito come un volume di spazio semplice e a più livelli, integrato nel pendio e appena percettibile dall'esterno


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PROJECT


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Nel 2012, l’esistente edificio comunale che sorgeva in Wasserwerkstrasse 127a a Zurigo, sede del Tanzhaus e della scuola tessile svizzera, è stato distrutto da un incendio. Nel 2014 Barozzi Veiga ha vinto il concorso internazionale indetto dall'Amt für Hochbauten Zürich, per la costruzione di una nuova Tanzhaus e la trasformazione dell'intero argine del fiume Limmat. Il progetto si poneva l'obiettivo di riattivare la passeggiata lungo il fiume, trasformando e ridefinendo le precedenti condizioni abitative del luogo. In questo senso, l'edificio viene definito attraverso un volume di spazio semplice e a più livelli, integrato nel pendio e appena percettibile dall’esterno, caratteristica che permette di generare un nuovo spazio pubblico sul suo tetto e di connettere i collegamenti

View from the river Limmat

esistenti a diversi livelli che si intrecciano lungo la sua sponda. La trasformazione si è occupata in modo sensibile del complesso edilizio tutelato, incorporando con precisione il nuovo edificio nel suo ambiente, il progetto combina abilmente la preesistenza con il nuovo intervento. L'edificio risolve il rapporto con l'ambiente circostante attraverso la definizione del suo prospetto principale. Si tratta di una sorta di infrastruttura, una facciata continua che può essere letta come una reinterpretazione degli elementi circostanti esistenti, che sono testimonianze del passato industriale di quest'area (i passaggi sopraelevati, le strutture metalliche modulari continue del ponte, i piloni longitudinali delle terme).


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MAIN PROJECTS Design District Artist Ateliers, London, UK, ongoing Musée cantonal des Beaux-Arts, Lausanne, Switzerland, 2019 Ragenhaus Musikschule in Bruneck, Italy, 2018 Bündner Kunstmuseum in Chur, Switzerland, 2016 Szczecon Philharmonic Hall, Szczecin, Polland, 2014 Auditorio Infanta Elena in Águilas, Spain, 2011

BAROZZI VEIGA WAS FOUNDED IN BARCELONA BY FABRIZIO BAROZZI AND ALBERTO VEIGA IN 2004. THE PRACTICE HAS SINCE WORKED INTERNATIONALLY IN PUBLIC AND PRIVATE PROJECTS AND HAS RECEIVED SEVERAL PRESTIGIOUS DISTINCTIONS. ITS BODY OF WORK INCLUDES CULTURAL, EDUC ATIONAL AND RESIDENTIAL BUILDINGS AS WELL AS CIVIC PROJECTS. BAROZZI VEIGA È STATA FONDATA A BARCELLONA DA FABRIZIO BAROZZI E ALBERTO VEIGA NEL 2004. DA ALLORA LO STUDIO HA LAVORATO A LIVELLO INTERNAZIONALE IN PROGETTI PUBBLICI E PRIVATI E HA RICEVUTO DIVERSI PRESTIGIOSI RICONOSCIMENTI. TRA I LAVORI REALIZZATI EDIFICI CULTURALI, EDUC ATIVI E RESIDENZIALI, NONCHÉ PROGETTI CIVICI.

Ribera del Duero, Roa, Spain, 2011

PROJECT


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SANDVIK HEADQUARTER PROJECT Sandvik Headquarter ARCHITECT Giuseppe Tortato LOCATION Milan, Italy YEAR 2020 PHOTO Carola Merello

The new Sandvik headquarters fits harmoniously into La Forgiatura, taking up the colors and finishes

PROJECT


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Chosen by Sandvik as its new Headquarters, the building is emblematic of the design approach of Studio Tortato, meaning to realize buildings which are developed geometrically, in relation to the sun, with often surprising results and that do not arise from arbitrary choices. In addition to the architectural project, Studio Tortato also took care of the interior design project, the so called "fit out", making the most of the building's characteristics. Each floor host different company brands, which required developing specific concepts for each of them but devoloping a common thread in the articulated offices planimetry. The new building, compact and elegant, fits harmoniously into the "Forging" context, taking up the colours and finishes and making the most of the lot orientation in a totally unpredictable way, thus giving a personal character to the intervention. Its angular shapes, also enhanced by the stringcourses and sunshades, amplify the views and perspective views. The large central patio and the green terrace, designed as a "pocket" between buildings, allow to better capture the natural light and bring it inside the office areas. In this way it has been possible to create areas suitable for greenery, recreating the pre-existing tree mass.

Scelto da Sandvik come nuovo Headquarter, l’edificio si inserisce nel solco progettuale che da anni caratterizza l’attività dello Studio Tortato: realizzare edifici che non nascano da una forma a priori ma si sviluppino geometricamente, in rapporto con il sole arrivando a risultati spesso sorprendenti. Oltre che del progetto architettonico lo Studio Tortato si è occupato anche del progetto di interior design, del “fit out” come si usa dire, potendo così sfruttare al meglio le caratteristiche dell’edificio. Ogni piano accoglie differenti Brand aziendali peculiarità che, ha richiesto lo sviluppo di concept specifici ma che hanno trovato un fil rouge nell’articolato sviluppo planimetrico degli uffici. Il nuovo edificio, compatto ed elegante, si inserisce armoniosamente nel contesto della “Forgiatura” riprendendone i colori e le finiture e sfruttando al massimo gli orientamenti del lotto in modo del tutto imprevedibile e conferendo così un carattere personale all’intervento. Le sue forme spigolose, esaltate anche dalle fasce marcapiano e dai frangisole, amplificano gli affacci e gli scorci prospettici: un grande patio centrale ed una terrazza sistemata a verde, pensata come una “tasca” ricavata tra gli edifici, consentono di catturare al meglio la luce naturale e di portarla all’interno degli ambienti di lavoro. In questo modo è stato possibile ricavare aree adatte all’inserimento del verde, ricreando la massa arborea preesistente.

The new building, compact and elegant, fits harmoniously into the "Forging" context, taking up the colours and finishes and making the most of the lot orientation in a totally unpredictable way.

Top view of the new building designed by architect Giuseppe Tortato

PROJECT


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The skylight, a large porthole over three meters in diameter, brings natural light into the building

MAIN PROJECTS Arcadia Center, Milan, Italy, 2020 Residential complex, Riva San Vitale, Switzerland, 2017 Residential complex, Barcola (TS), Italy, 2016 Campus Spark, Bereguardo (PV), Italy, 2016 Residential complex Verdemare, Trieste, Italy, 2015 AB medica, Cerro Maggiore (MI), Italy, 2014 La Forgiatura, Milan, Italy, 2013

BORN IN VENICE IN 1967, GIUSEPPE TORTATO GRADUATED FROM MILAN POLYTECHNIC AND THEN MOVED TO AMHERST IN MASSACHUSETTS WHERE HE WORKED WITH A STUDENT OF PAOLO SOLERI ON THE CONSTRUCTION OF PUBLIC AND PRIVATE BUILDINGS ACCORDING TO THE PRINCIPLES OF BIOCLIMATIC ARCHITECTURE. IN 2012 HE FOUNDED POLISFLUXA SRL AND GIUSEPPE TORTATO ARCHITETTI, "NEW HUBS" TO CONTINUE HIS PROFESSIONAL ACTIVITY, DEDICATING HIMSELF TO A MULTIDISCIPLINARY AND EQUALLY "SARTORIAL" APPROACH TO ARCHITECTURE AND INTERIOR DESIGN PROJECTS, FOR BOTH ITALIAN AND FOREIGN CORPORATE AND PRIVATE CLIENTS. NATO A VENEZIA NEL 1967, GIUSEPPE TORTATO CONSEGUE LA LAUREA PRESSO IL POLITECNICO DI MILANO PER POI TRASFERIRSI AD AMHERST NEL MASSACHUSETTS DOVE COLLABORA CON UN ALLIEVO DI PAOLO SOLERI ALLA REALIZZAZIONE DI EDIFICI PUBBLICI E PRIVATI SECONDO I PRINCIPI DELL’ARCHITETTURA BIOCLIMATICA. NEL 2012 FONDA POLISFLUXA SRL E GIUSEPPE TORTATO ARCHITETTI, “NUOVI CONTENITORI” CON CUI PROSEGUIRE LA PROPRIA ATTIVITÀ PROFESSIONALE, DEDICANDOSI CON UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE E UGUALMENTE “SARTORIALE” A PROGETTI DI ARCHITETTURA ED INTERIOR DESIGN, PER UNA COMMITTENZA ITALIANA E STRANIERA SIA CORPORATE CHE PRIVATA.


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The building and the work spaces have been developed according to principles of sustainability and wellbeing that put man and his well-being at the center of the built environment

PROJECT


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H A S H I M S A R K I S | TO G E T H E R

| Luca Molinari


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La Biennale di Venezia @la_Biennale @labiennale BiennaleChannel

Within the framework of the project "Biennale Architettura Sneak Peek" promoted by La Biennale di Venezia, Luca Molinari interviews the curator of the next edition Hashim Sarkis, trying to discover with him “How will we live together?”, revealing some coordinates along the research path that will lead to the 2021 event.

All’interno della cornice del progetto “Biennale Architettura Sneak Peek” organizzato dalla Biennale di Venezia, Luca Molinari intervista il curatore della prossima edizione Hashim Sarkis, cercando di scoprire con lui “How will we live together?”, svelando alcune coordinate lungo il percorso di ricerca che porterà alla Mostra del 2021.

Hashim Sarkis Luca Molinari | So we are living in a very special moment, because a few months ago you launched the question How will we live together?, and then nobody has the possibility to live together since then and we have been locked down for six months, which is a completely exceptional situation, it's been the first time for everybody. The title is perfectly fitting with the situation, so how can you link the concept of the exhibition with what we are now living and with the fact that we are scared of living together?

Hashim Sarkis | Maybe it helps us that it's an open question, rather than a proposition. It keeps it open, indeed the title could be seen as a coincidence, as an irony, I'm not sure. At the same time, when we started thinking about whether we have to adjust the exhibition to the present circumstance, we looked at the reasons we came up with the theme and I thought that the reasons I ask this question is because we are facing climate change, which would require us that we think completely how we live together, if we were to live at all. It requires that we rethink our relationships across borders, the refugee questions, political versus geographic relationships, to deal also with ecological issues.

Photo by Jacopo Salvi, Courtesy La Biennale di Venezia

Luca Molinari | Viviamo in un momento molto particolare, solo qualche mese fa avete lanciato la domanda How will we live together? (titolo della prossima Biennale Architettura 2021, ndr.) e poi nessuno ha più avuto la possibilità di vivere insieme, visto che siamo stati rinchiusi per sei mesi, in una condizione del tutto eccezionale, unica per tutti. Il titolo si adatta perfettamente alla situazione, come si può mettere in relazione l’idea della Mostra con la situazione che stiamo vivendo ora, e con il fatto che abbiamo paura di vivere insieme? Hashim Sarkis | Forse ci aiuta il fatto che sia una questione aperta, più che una affermazione. Questo titolo potrebbe anche essere una coincidenza ed essere visto come un paradosso, non ne sono sicuro… Contemporaneamente, quando abbiamo cominciato a capire che avremmo dovuto adattare la mostra alla situazione attuale, abbiamo esaminato anche le ragioni per cui avevamo proposto il tema e ho riflettuto sul fatto che mi ero posto questa domanda perché stiamo comunque affrontando il cambiamento climatico, che ci richiede di pensare radicalmente al modo in cui viviamo insieme. Ci viene richiesto anche di ripensare alle questioni che riguardano i confini, i rifugiati, i rapporti politici e geografici e di conseguenza le questioni ecologiche.


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SOM, “Moon Village Earth Rise,” Life Beyond Earth, 2020. Courtesy SOM | Slashcube GmbH

Sneak Peek November 12th 2020 has been the starting date on www.labiennale.org for the Biennale Architettura Sneak Peek, the new digital project leading up to the 17th International Architecture Exhibition (22 May – 21 November 2021). This is a unique opportunity to “peek” at the exhibition, with a daily schedule on the website of La Biennale di Venezia and its digital platforms that will alternate between the contributions of the invited participants and those of the National Pavilions at the 17th International Architecture Exhibition. The videos and images will answer five questions posed by Sarkis to all the participants: 1. How can we answer the question How will we live together? today, and how do we also involve an audience that is not specialized in the issues of architecture? 2. How did your team collaborate in the project and how can the role of the architect be defined as that of a convener? 3. Every architectural space inspires new social arrangements and relationships: how do you represent that relationship in your project? 4. How does your project relate to the scales (Among Diverse Beings? As New Households, As Emerging Communities, Across Borders, As One Planet) identified in the Exhibition theme? 5. What do we expect from the Biennale Architettura 2021, given the many challenges that Venice has faced in recent years at the global level? In a programme of five Podcasts, Sarkis will share his thoughts and reflections on the five scales of the Exhibition as seen through the city of Venice, its history and the way it exemplifies these five scales of living together. The virtual journey towards the 17th Architecture Exhibition can also be experienced in the Biennale’s new Spotify profile. The official soundtrack of the Biennale Architettura 2021 will consist of a playlist with pieces chosen by the participants. It will then be possible to visit the exhibition accompanied by this special soundtrack.

È partito il 12 novembre sul sito www.labiennale.org, Biennale Architettura Sneak Peek, il progetto digitale di avvicinamento alla 17. Mostra Internazionale di Architettura (22 maggio – 21 novembre 2021). Si tratta di un’occasione unica per dare una “sbirciatina” (Sneak Peek) alla mostra, secondo una programmazione giornaliera sul sito internet della Biennale di Venezia e le sue piattaforme digitali, che alternerà i contributi degli architetti invitati a quelli dei Paesi partecipanti alla 17. Mostra Internazionale di Architettura. Video e immagini rispondono a 5 domande che Sarkis stesso ha posto a tutti i partecipanti: 1. C ome replicare oggi alla domanda How will we live together? e come coinvolgere anche un pubblico “non specializzato” nei temi dell’architettura? 2. I n che modo il team ha collaborato al progetto di Mostra e come si può definire la figura dell’architetto come convener? 3. O gni spazio architettonico dà vita a nuovi assetti e relazioni sociali: come si rappresentano queste relazioni nel progetto? 4. C ome si relaziona il progetto alle cinque scale identificate dal tema della Mostra: Among Diverse Beings? As New Households, As Emerging Communities, Across Borders, As One Planet 5. C osa ci si aspetta dalla Biennale Architettura 2021, viste anche le tante sfide che Venezia ha dovuto affrontare negli ultimi anni a livello globale? Sarkis condividerà pensieri e riflessioni sulle cinque scale della Mostra anche in un programma di Podcast. Gli episodi saranno disponibili in lingua inglese e avranno come filo conduttore uno sguardo particolare alla città di Venezia, alla sua storia e al modo in cui si relaziona a queste scale di convivenza. Il viaggio virtuale verso la 17. Mostra di Architettura vivrà anche sul nuovo profilo Spotify della Biennale. La colonna sonora ufficiale della Biennale Architettura 2021 consisterà in una playlist con i brani scelti dai partecipanti. Sarà poi possibile visitare la mostra accompagnati da questa speciale colonna sonora.


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L.M. | It requires us to rethink our political polarization that is increasing, dividing us more and more. And it requires us to rethink our relationship with ourselves, but also with other beings. In many ways, if you think about these different dimensions of the reason we ask the question, why or how we will live together, these are the very underlying reasons that led us to the pandemic. So it makes the question maybe very direct, but at the deeper level, still very relevant. H.S. | It's for that that we believe strongly that the title and the reasons behind the title maintain their validity despite the pandemic, and maybe acquire a different meaning because of the pandemic. People will experience the projects differently. As a result of that, I think some of the participants are adjusting, some are maintaining the course, but I would say in general, people still feel the relevance of their projects and an increasing relevance and are at some point welcoming of the conditions we're living in because it gives their projects more value. But in some cases they are worried that it would give it too much of a narrow dimension, that they want to make sure that it is accommodated but not consumed by the present condition. L.M. | I think the title is so powerful in this moment because I remember when you launched it, it was a kind of how to bring the architecture in a larger political agenda, in addition to the fact that architecture is not separated by the world but is inside the world. And is also dealing with the idea of a social agreement, which is very important, which brings this contract not only in this society, but with all the living being, then environment we are living, so a kind of responsibility is given… H.S. | … to architecture and to space. This is right on in relationship to the present condition because what I was proposing through the title and the theme is a new spatial contract, because I feel like we are unable to come up with a new social contract with all of those problems that we're facing, we're still unable to bring society together. So why not rely on architecture and its ways of defining space? Special possibilities of interaction to rehearse the social contract at different scales? When the pandemic happened, we resorted to the spatial contracts first to measure distances, to think about degrees of isolation, degrees of contact. And these right now are the ones that are defining our social engagement. So in a way there's another dimension of the pandemic that is related to the exhibition that the spatial is informing the social. L.M. | This is even more crucial because of what we are living today, that the pandemic have increased the social difference. So this idea of the distance is not only physical, it's mainly social and economical. So the idea is obviously of a spatial contact that is even more relevant and urgent in this moment. H.S. | You hear people talking about physical distancing, but also social connectedness through other means than the physical. I think the possibility is that we have rehearsed during the pandemic and continue to lay out when we measured the chairs apart here, and how we can sit so that we can have a conversation while still maintaining our old ways in which architecture helps us define our interactions socially and takes on, I'm not going to say the lead, but at least the prominence and the imaginary inspiration for society in terms of thinking of possibilities of interaction.

L.M. | Bisognerebbe quindi ragionare sulla nostra polarizzazione politica che sta aumentando, dividendoci sempre di più, e sul rapporto con noi stessi e con gli altri esseri viventi. Per molti versi, se si pensa a tutte le diverse sfaccettature delle motivazioni per cui ci poniamo la domanda, perché o come vivremo insieme, queste sono le ragioni stesse che ci hanno portato alla pandemia. Ciò rende la domanda forse molto diretta, ma a livello più profondo, ancora molto rilevante. H.S. | È per questo che crediamo fermamente che il titolo e le sue ragioni mantengono la loro validità nonostante la pandemia, e forse acquisiscono un significato diverso a causa della pandemia. I visitatori guarderanno diversamente ai progetti in mostra. Penso che alcuni dei partecipanti stiano facendo delle modifiche mentre altri stanno mantenendo il corso prestabilito. In generale i partecipanti sentono ancora la validità dei loro progetti e pensano anzi che oggi lo siano ancora di più; ritengo che abbiano anche accettato la condizione in cui viviamo perché valorizza i loro progetti. Coloro che si sono preoccupati di dover ridimensionare il proprio progetto si sono sincerati che questo fosse solo adattato e non consumato dalla condizione attuale. L.M. | Penso che il titolo sia così potente in questo momento perché ricordo che quando l’hai lanciato era un modo di portare l’architettura all’interno di un’agenda politica più ampia, oltre al fatto che l’architettura non è separata dal mondo ma è dentro il mondo. Ha a che fare anche con l’idea di un patto sociale molto importante, che porta questo patto non solo all’interno della società, ma lo estende a tutti gli esseri viventi e, di conseguenza, all’ambiente in cui viviamo: una sorta di responsabilità viene assegnata… H.S. | … all’architettura e allo spazio. Questo è giusto in relazione alla condizione attuale perché quello che proponevo attraverso il titolo e il tema era un nuovo contratto spaziale, perché sento che non siamo in grado di trovare un nuovo contratto sociale con tutti i problemi che stiamo affrontando, non siamo ancora in grado di riunire la società. Allora perché non affidarsi all’architettura e ai suoi modi di definire lo spazio, perché non affidarsi a speciali possibilità di interazione per provare il contratto sociale a diverse scale? Quando è scoppiata la pandemia abbiamo fatto ricorso prima di tutto a contratti spaziali per misurare le distanze, per pensare ai gradi di isolamento, ai gradi di contatto, tutti comportamenti che in questo momento definiscono il nostro impegno sociale. Quindi in un certo senso esiste un’altra dimensione della pandemia legata alla Mostra ovvero che lo spazio informa il sociale. L.M. | Ciò è ancora più cruciale per quello che stiamo vivendo oggi, visto che la pandemia ha aumentato le differenze sociali. Questa idea della distanza non è solo fisica, ma è soprattutto sociale ed economica. Quindi l’idea di un contratto spaziale è in questo momento ancora più rilevante e urgente. H.S. | Si sente parlare di distanza fisica, ma anche di connessione sociale attraverso mezzi diversi da quella fisica. Penso che lo strumento che abbiamo testato durante la pandemia e continuiamo a utilizzare sia quello, per esempio, di misurare la distanza tra le sedie in modo da poter avere una conversazione mantenendo le nostre consuetudini. L’architettura diventa uno strumento che ci aiuta a definire le nostre interazioni sociali e assume non tanto un ruolo di guida quanto un ruolo di spicco perché fornisce gli strumenti per concepire un immaginario per la società e per pensare alle sue possibili interazioni.


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Cave_bureau “Mbai Cave Steam + Struggle,” The Anthropocene Museum: Exhibit 3.0 “Obsidian Rain,” 2017. Courtesy Cave_bureau

Olalekan Jeyifous and Mpho Matsipa, Liquid Geographies, Liquid Borders, 2020. Courtesy Olalekan Jeyifous


53 L.M. | E pensi che questo sia uno dei modi possibili per riportare l’architettura alla vita reale e alla società? Perché negli ultimi decenni abbiamo assistito a uno scollamento tra l’architettura “alta” e la vita quotidiana. Quindi questo potrebbe essere un modo per portare l’architettura a una responsabilità diretta all’interno di una realtà sociale che ci chiede soluzioni e visioni diverse. H.S. | Sì. Voglio anche aggiungere che in fin dei conti capire come riorganizzare lo spazio per vivere insieme in sicurezza, prevede che ci sia sempre un architetto al tavolo di discussione. Ecco, credo che questo sia molto importante e rassicurante. Infatti non è che l’agenda sociale trova delle soluzioni e poi arriva l’architetto a realizzarle; al contrario l’architetto deve fa parte del processo di creazione dello spazio sociale… L.M. |… considerando anche il fatto che durante il secolo scorso abbiamo consumato così tanto spazio e risorse che oggi il contatto sociale assume il significato di trasformare senza consumare. Si tratta quindi di un rapporto totalmente diverso rispetto alla visione modernista di costruire il mondo. H.S. | C’è molto in questa Biennale che riguarda come ripensare le risorse che abbiamo: la grande sezione dei Giardini è dedicata proprio ai beni comuni globali, a come preservarli, proteggerli e valorizzarli. Ma molti dei progetti si occupano della densità e concentrazione, cercando un migliore uso dello spazio, un riutilizzo flessibile, cercano nuovi rimedi e materiali che possano essere più rispettosi delle nostre limitate risorse. L’agenda ambientale pervade tutta la Mostra. L.M. | Possiamo dire che oggi la speranza è una delle parole chiave dell’agenda?

Osbourne Macharia, “GIKOSH Example of Photographic art projects involving the creative Millenial within the informal settlements in Nairobi,” Keja,” 2019. Courtesy Osbourne Macharia

L.M. | And do you think this is one of the possible ways to bring back architecture to the real life and to society? Because in the last decades we are living a distance between the high architecture and everyday living. So this could be a way to bring architecture to a direct responsibility within a social reality, which is asking for visual to us and for different solution.

H.S. | Credo di si. Se si guarda alla mostra dell’Archivio Storico della Biennale al Padiglione Centrale dei Giardini (Le muse inquiete, 29 agosto – 4 novembre 2020), si vede che l’architettura, rispetto alle altre arti, ha un tono molto diverso nel modo in cui presenta il suo progetto al mondo. Le altre arti possono essere critiche su questo tema, possono essere in opposizione. L’architettura in generale è stata ottimista, proponendo opportunità, visioni, mondi nuovi, a volte critici, ma non in maniera così estrema. Credo che possiamo andare più lontano nella nostra osservazione critica se siamo consapevoli di ciò che non funziona nel mondo, ma non possiamo farlo senza presentare alternative. Questa è in un certo senso la nostra vocazione, questa è la nostra disposizione come architetti, in un certo senso siamo condannati all’ottimismo. E questa è la mostra, si spera.

H.S. | Yes. I also want to add that as a result of us trying to figure out how we're going to rearrange space in order to live together safely, there's always been an architect at the table, and that's very important. That's very refreshing. Because it's not that the social agenda has worked out and then the architect comes in to express it, but the architect is now part of the shaping of the social space… L.M. | also considering the fact that during the last century we have been consuming so much space and resources that today the social contract is meaning transforming without consuming. So it's a totally different agenda in relation to the modernist vision of building the world. H.S. | There's a lot in this Biennale that is about reconceiving the resources we have, and the big section in the Giardini is dedicated to the global commons, how to preserve them, protect them, and enhance them. But many of the projects are about densification, meaning compacting and try to make more use out of space, adaptive reuse, new resources and materials that can be more accommodating of the limited resource of our conditions. The environmental agenda pervades the whole exhibition. L.M. | So can we say that today, the hope is one of the key words is the agenda? H.S. | I think so. If you look at the exhibition by the Historical Archives of La Biennale at the Central Pavilion at the Giardini (The Disquieted Muses, 29 August – 4 November 2020), you see architecture having a very different tone in terms of how it presents its project to the world, compared to the other arts. The other arts can be critical, can be distopic, can be antagonistic. Architecture in general has been optimistic, proposing opportunities, visions, new worlds, sometimes critical, but it doesn't go that extreme. I believe that we can go farther in our critical making us aware of what's going wrong in the world, but we cannot do that without presenting alternatives. That's in a way our vocation, that's our disposition as architects in a way we are condemned to optimism. And that's the exhibition, hopefully.

Studio Ossidiana, Variation on a Bird Cage, 2019-20. Courtesy Studio Ossidiana


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There is an anecdote that has become quite well-known over the years. It concerns the great anthropologist Margaret Mead (and was reported by Ira Byock in her book The Best Care Possible). While she was giving a lecture at university, a student asked Mead what she thought was the first sign of civilization in a culture. Of course there were those who expected answers like the first forms of writing or even the appearance of religious beliefs. Still others expected answers such as: the use of hooks; the invention of terracotta pots; stone grinders and things like that. Mead, on the other hand, replied with a simple sentence that no one in that room expected. In fact, he said that "the first sign of civilisation in an ancient culture was a broken femur and then healed". To the puzzled and confused looks of his students, Mead explained: in the animal kingdom if you break a limb, if you cannot use a paw, then you are dead. Or rather you are destined to die because if you meet a predator you cannot escape; you cannot go looking for food; you cannot go to the river to quench your thirst. In other words, an animal with a broken femur has a fate already sealed: it will die. It is only a matter of time. On the other hand, a broken femur that has healed means something else: it is proof that someone searched for food for you and then brought it to you; it quenched your thirst; it hid you from the beasts; it protected you. Someone took care of you. So, concluded Margaret Mead, civilization begins when someone helps someone else in trouble. Without cooperation there is no civilisation. And there is no culture either. The father of genetic epistemology Jean Piaget argued that "only cooperation is a reason-generating process". And decades later, even today the research of the most eminent scientists on the subject tends to validate these hypotheses. For example, Michael Tomasello, in his hypothesis of a "shared intentionality" to explain the difference between human thought and other forms, has no doubt that what "makes human thought unique is the fact that it is fundamentally cooperative". That is why we are who we are because our ancestors learned to coordinate with each other to pursue shared goals, to help each other, to care for each other. And it was this that made language, complex forms of thought and, in a word, culture possible.

Cooperare C’è un aneddoto che negli anni è diventato piuttosto noto. Riguarda la grande antropologa Margaret Mead (ed è stato riportato da Ira Byock nel suo libro The Best Care Possible). Mentre stava tenendo una lezione all’università, una studentessa chiese a Mead quale fosse secondo lei il primo segno di civiltà di una cultura. Naturalmente c’era chi si aspettava risposte come le prime forme di scrittura o anche la comparsa di credenze religiose. Altri ancora attendevano risposte del tipo: l’uso degli ami; l’invenzione delle pentole di terracotta; macine di pietra e cose del genere. Invece Mead rispose con una frase semplice ma che nessuno, in quell’aula, si aspettava. Disse infatti che «il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito». Agli sguardi un po’ perplessi e spaesati dei suoi studenti, Mead spiegò: nel regno animale se ti rompi un arto, se non puoi usare una zampa, allora sei morto. O meglio sei destinato a morire perché se incontri un predatore non puoi scappare; non puoi andare a cercare il cibo; non puoi andare a dissetarti al fiume. In parola povere, un animale con un femore rotto ha un destino già segnato: morirà. È soltanto una questione di tempo. Invece un femore rotto che è guarito significa altro: è la prova che qualcuno ha cercato il cibo per te e poi te lo ha portato; ti ha dissetato; ti ha nascosto dalle bestie; ti ha protetto. Qualcuno si è preso cura di te. Ecco, concluse Margaret Mead, la civiltà inizia quando qualcuno aiuta qualcun altro in difficoltà. Senza cooperazione non c’è civiltà. E nemmeno cultura. Il padre dell’epistemologia genetica Jean Piaget sosteneva che «solo la cooperazione costituisce un processo generatore di ragione». E a distanza di decenni ancora oggi le ricerche dei più eminenti scienziati sul tema tendono a validare queste ipotesi. Per esempio Michael Tomasello nella sua ipotesi di un’«intenzionalità condivisa» per spiegare la differenza fra il pensiero umano e altre forme, non ha dubbi nell’affermare che ciò che «rende unico il pensiero umano è il fatto che questo è fondamentalmente cooperativo». Ecco che noi siamo ciò che siamo perché i nostri antenati impararono a coordinarsi fra loro per perseguire obiettivi condivisi, per aiutarsi, per prendersi cura gli uni degli altri. Ed è stato questo che ha reso possibile il linguaggio, le forme di pensiero complesse e, in una parola, la cultura.

KEY WORD

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Marco F I LO N I

/co·o·pe·rà·re/ verbo intransitivo Operare insieme con altri, contribuire attivamente al conseguimento di un fine (spec. + a, con ). "c. alla riuscita di una manifestazione" Origine Dal lat. tardo cooperari, der. di operari ‘operare’, col pref. co- 1 •sec. XIII.


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FORM

Porcelain tiles with exposed concrete effect

THE ART OF COMBINING THE STRENGTH OF CONCRETE FORMWORK WITH THE ELEGANCE OF THE BEST PORCELAIN STONEWARE Inspired by concrete formwork, FORM is a porcelain stoneware surface capable of giving temporary architecture the charm and solidity of an industrial context. Imprinted in the concrete, the texture of the wooden formwork evokes a universal style, celebrated by the masters of modern architecture. The large formats, 60x180 and 60x120 cm are able to maximise the textured beauty and the graphic and chromatic richness of this original collection.

www.ceramicasantagostino.it

#AgostinoLover

PROJECT


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PROJECT Rokuseki restaurant ARCHITECT Modular Arquitectura LOCATION Vigo, Spain YEAR 2019 PHOTO Error People - studio

ROKUSEKI

Interior general view


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RESTAURANT

INTERIOR


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Interior general view


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When we think about Japanese cuisine, it is almost inevitable that our first thoughts are of sushi, sashimi and tempura, feeding into that sense of cultural limitation that clichés create. However, the Rokuseki restaurant in Vigo, in the province of Pontevedra in Galicia (Spain), is no typical Asian restaurant: it specialises in yakiniku, a Japanese cooking technique in which you grill your own meat and vegetables directly at your table, rather like a barbecue. Rokuseki is a small restaurant, a microcosm of hospitality with a limited number of seats. The restaurant, designed by the Spanish architectural practice Modular Arquitectura, is a distinctive, industrial-style structure with

dark-grey walls, light-wood furniture and polished-steel ventilation ducts. The chairs where people sit to eat are all arranged along a wooden counter, above which hang extractor hoods over the terracotta grills used by the diners to cook their meat. Every diner has their own grill on which to prepare their food. There is a single counter down the centre of the restaurant: sharing is fundamental to Asian cooking. The architects’ idea to have just the one was inspired by the classic Japanese izakaya, informal bars that offer their customers a more intimate ambience. This atmosphere of conviviality and integration was the inspiration for the lighting project made by L&L Luce&Light, whose se aim is to create an intimate, relaxed ambience in the restaurant.

Detail of the wooden counter

Quando si pensa alla cucina giapponese, l'associazione sushi/sashimi/tempura è praticamente inevitabile e alimenta quella sensazione di limitazione culturale che i luoghi comuni impongono. Il ristorante Rokuseki di Vigo a Pontevedra, in Galizia (Spagna), non è il classico ristorante di cucina orientale, bensì è specializzato nello yakiniku, una tecnica culinaria giapponese che prevede l’utilizzo di una griglia per cucinare carne e verdure direttamente sul braciere, in pieno stile barbecue. Il Rokuseki è un piccolo ristorante, un microcosmo di ospitalità dai posti contati. Il locale, progettato dallo studio spagnolo Modular Arquitectura, presenta una struttura particolare dall’aspetto industriale caratterizzato da pareti grigio scuro, arredi in legno chiaro e condotti d’aerazione in acciaio lucido. Gli unici posti a sedere

destinati alla consumazione delle pietanze sono disposti lungo un bancone in legno sopra al quale sono posizionate le cappe di aspirazione che sovrastano i bracieri in terracotta utilizzati dai commensali per grigliare la carne. Ogni commensale, avendo a disposizione un braciere dedicato, si impegna a cucinare il proprio cibo. Il bancone è unico e centrale, la condivisione è un momento fondamentale nella cucina asiatica: l’idea progettuale di utilizzare un solo ripiano è ispirata ai tipici izakaya giapponesi, luoghi di ristorazione meno formali e più vicini all’intimità dei clienti. Il clima di convivialità e di unione ha ispirato il progetto illuminotecnico di L&L Luce&Light, che ha avuto come obbiettivo quello di creare la giusta atmosfera del ristorante, intima e rilassata, giocando sul contrasto tra le luci centrate e le ombre delle zone circostanti.

INTERIOR


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MAIN PROJECTS Casa D+F, Baiona, Spain, 2020 Casa Mavai, Baiona, Spain, 2019 Albergue Peregrinos Estela Do Mar, Baiona, Spain, 2018 Reforma De Local A Florería, Baiona, Spain, 2017 Momo Café Bar Baiona, Spain, 2015 Proyecto De Rehabilitación A Escola, Baiona, Spain, 2011

MODULAR ARQUITECTURA OFFERS DESIGN SERVICES RELATED TO RESIDENTIAL ARCHITECTURE AND THE DESIGN OF COMMERCIAL PREMISES. THE STUDIO IS CHARACTERIZED BY CONTEMPORARY DESIGN IN WHICH SPACE, LIGHT AND MATERIALS DOMINATE. THEY PROPOSE PROJECTS WITH A WELL-DEFINED LANGUAGE, CREATING PRACTICAL, FUNCTIONAL AND LIVABLE SPACES WHERE YOU CAN FEEL, SEE, FEEL AND BREATHE. MODULAR ARQUITECTURA OFFRE SERVIZI DI PROGETTAZIONE RELATIVI ALL'ARCHITETTURA RESIDENZIALE E ALLA PROGETTAZIONE DI LOCALI COMMERCIALI. LO STUDIO SI CARATTERIZZA PER IL DESIGN CONTEMPORANEO IN CUI LO SPAZIO, LA LUCE E I MATERIALI DOMINANO. PROPONE PROGETTI CON UN LINGUAGGIO BEN DEFINITO, CREANDO SPAZI PRATICI, FUNZIONALI E VIVIBILI DOVE SI PUÒ SENTIRE, VEDERE, SENTIRE E RESPIRARE.

Symmetry in the interior elements


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Detail of the wooden counter

P RT O C RT IN E RJ IE O


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ARCHITECTURES FOR CHILDREN:

THE DESIGN OF EDUCATION

Main faรงade of the kindergarten in Suzhou


63 PROJECT Gymboree kindergartens ARCHITECT Vudafieri-Saverino Partners LOCATION Shenzen and Suzhou, China YEAR 2019 PHOTO Dirk Weiblen

INTERIOR


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The highlighted circles of the main façade in Suzhou

An ever closer relationship links architecture and pedagogy: school spaces play today a decisive role in the education of children, fostering their wellbeing and accompanying their learning process. This is the principle behind the project by Vudafieri-Saverino Partners for Gymboree Play & Music. The American brand – with 700 centres in more than 40 countries around world offers courses for infants and children up to the age of 6, with the aim of developing their cognitive and relational skills in early childhood, through play activities based on listening to music, art classes, group activities and problem solving games. To translate Gymboree’s educational philosophy into architectural language, the architects have come up with the concept of the four schools - two in Shenzhen and two in Suzhou - designing places capable of arousing

children's curiosity and also encouraging them to learn. The spaces are designed to interpret the theme of "travel" through shapes, colours and materials, with different areas recreating different environments: the ocean, the forest, the desert, the Arctic, the canyon and space. A magical, dreamlike context stimulates the children to use their imagination to live unique experiences and visit unknown worlds. Without leaving their classrooms they are able to rest in the shade of a tree in the middle of the forest; immerse themselves underwater with inhabitants of the ocean, run up and down dunes until they reach an oasis in the desert. The protagonists of this adventure are not only the children, but also their parents, who are able to relive the fun of childhood and develop their creative potential along with their children.


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Una relazione sempre più stretta collega architettura e pedagogia: gli spazi scolastici hanno oggi un ruolo attivo nel determinare l’educazione dei bambini, favorendone il benessere e accompagnandone il processo di apprendimento. Proprio a questo principio si è rifatto il progetto di Vudafieri-Saverino Partners per Gymboree Play & Music. Il marchio americano - diffuso in 40 paesi del mondo con oltre 700 centri - propone corsi per neonati, genitori e bambini fino a 6 anni, con l’obiettivo di svilupparne le capacità cognitive e relazionali già nella prima infanzia, attraverso attività ludiche basate sull’ascolto di musica, lezioni d’arte e momenti di gioco. Per tradurre nel linguaggio dell’architettura la filosofia che caratterizza il metodo educativo Gymboree, lo studio di architettura ha ideato il concept delle quattro scuole – due nelle città di Shenzhen

e due a Suzhou – progettando ambienti capaci di risvegliare la curiosità dei bambini e favorirne anche l’apprendimento. Gli spazi sono pensati per interpretare, attraverso forme, colori e materiali, il tema del “viaggio” con le diverse aree che ricreano ambienti differenti: l’oceano, la foresta, il deserto, l’artico, il canyon e lo spazio. Un contesto magico e onirico stimola i bambini a utilizzare la fantasia per vivere esperienze uniche e visitare mondi sconosciuti. Senza uscire dalle loro aule potranno riposarsi all’ombra di un albero nel mezzo della foresta; immergersi sott'acqua insieme agli abitanti dell’oceano, correre su e giù per le dune fino a raggiungere un’oasi nel deserto. Protagonisti di questa avventura non sono solo i più piccoli, ma anche i genitori, che potranno rivivere il divertimento dell'infanzia e sviluppare il loro potenziale creativo con i propri figli.

The reading area “protected” by the anchanted tree

INTERIOR


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One dedicated entrance for the adults, two special entrances for kids

VUDAFIERI SAVERINO PARTNERS IS A DESIGN FIRM SPECIALIZED IN ARCHITECTURAL AND CORPORATE DESIGN PROJECTS BASED IN MILAN AND SHANGHAI. THE FIRM IS RUN BY PARTNERS CLAUDIO SAVERINO AND TIZIANO VUDAFIERI AND ITS APPROACH IS BASED ON BOTH ARCHITECTURAL CULTURE AND SENSITIVITY TO CURRENT TRENDS IN DESIGN, FASHION, AND ART, DIALECTICALLY AND TRANSVERSALLY LEVERAGING OUR EXPERIENCE AND KNOWLEDGE IN THESE SECTORS. FEDELE ALLA TRADIZIONE MILANESE DELL’ATELIER CREATIVO, IL LAVORO DELLO STUDIO GUIDATO DA TIZIANO VUDAFIERI E CLAUDIO SAVERINO SPAZIA TRA L’ARCHITETTURA, IL DESIGN D’INTERNI, IL RETAIL MODA, L’HOTELLERIE E IL FOOD DESIGN, AFFRONTANDO SIA I GRANDI TEMI DELLA CITTÀ, DEL PAESAGGIO E DELLA SOCIETÀ, SIA L’ARCHITETTURA DEI LUOGHI RESIDENZIALI, COMMERCIALI E INDUSTRIALI. VUDAFIERISAVERINO PARTNERS HA SEDE A MILANO E SHANGHAI ED HA NEL TEMPO SVILUPPATO PROGETTI PRESSOCHÉ IN OGNI PAESE E CONTINENTE.

MAIN PROJECTS Delvaux, general concept and stores, 2012 – ongoing Milano Verticale hotel | UNA Esperienze, Milan, Italy, ongoing Røst, Milan, Italy, 2019 Il Luogo di Aimo e Nadia, Milan, Italy, 2018 China City Pavilion, Milan, Italy, 2015 Mountain Stone House, Crana, Italy, 2015 Volturno33, Milan, Italy, 2012


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Themed corridors and rooms inside Suzhou kindergarten

INTERIOR


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PROJECT Off-White flagship store ARCHITECT Virgil Abloh in collaboration with AMO LOCATION Miami, Florida (Usa) YEAR 2020

OFF-WHITE FLAGSHIP STORE

PHOTO Kris Tamburello


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Corrugated metal walls, mesh ceiling panels and tubular ceiling lights amplify Off-White’s industrial-blank canvas impression, referencing ‘fulfillment center’ esthetics

INTERIOR


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A centerpiece staircase - finished in an electric blue - pays an unexpected, striking nod to the Magic City’s famed history of neon color

PROJECT


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Located at 127 NE 41 Street, in the heart of Miami’s dynamic and expanding Design District, the new Off-White flagship bi-floor store has been designed by Off-White’s founder and creative director, Virgil Abloh together with AMO—the boundary-pushing research and design branch of the renowned architecture firm OMA led by Samir Bantal. The property holds a number of distinct aesthetic markers, including an opaque polycarbonate facade. Through this exterior layer, OffWhite’s new visual marker—a pair of hands extended upward—is visible above a bright orange “X,” another of the brand’s signatures. The ‘X’ overlays the word ‘SHOP’ indicating that this is not simply a shop. Instead Abloh and AMO developed a platform for OffWhite’s diverse identity, driven by Abloh’s multidisciplinary engagement. The ‘X’ results from the ongoing endeavor of

Abloh and AMO to redefine the world of Off-White retail, which is driven by questions such as: What is the role of a shop in today’s tech driven, social media focused society? The flagship store explores the idea of the modern fulfillment center, by offering visitors a physical community space for interaction and brand engagement. The multiplicity of activities and experiences to be explored, is facilitated by the flexibility of the space. A floor to ceiling movable wall, serves as a secondary façade, that can be pushed back inviting the public street into the brand’s perimeter. As such, a public space is created to host a variety of functions, such as public art display, mini catwalks and musical performance. The first floor’s flexible floorplan creates moments for more intimate and exclusive engagement with the world of Off-White.

The Miami flagship features customizable elements in its layout and framework, with transformative fixtures that can rapidly change a retail floor into a multi-use event platform. All of the store’s furniture - custom made in Italy for Off-White™ - features wheels, for easier rearrangement. Flexibility is key

Situato al 127 NE 41 Street, nel cuore del dinamico e in espansione Design District di Miami, il nuovo flagship store su due piani di Off-White è stato progettato dal fondatore e direttore creativo del brand, Virgil Abloh, insieme ad AMO, il ramo che si occupa di ricerca e design dello studio di architettura OMA, guidato da Samir Bantal. L’immobile presenta una serie di elementi estetici distintivi, tra cui la facciata in policarbonato opaco. Attraverso questo strato esterno, il nuovo segno visivo di Off-White - un paio di mani allungate verso l'alto - è visibile al di sopra di una "X" color arancione brillante, un'altra delle caratteristiche identitarie del marchio. La "X" si sovrappone alla parola "SHOP", a indicare che non si tratta di un semplice negozio. Abloh e AMO hanno invece sviluppato una piattaforma per diversificare l’identità di Off-White, guidata dall'ingegno multidisciplinare di Abloh. La 'X' è il risultato dell'impegno continuo di Abloh e AMO per ridefinire il mondo della vendita

al dettaglio di Off-White, il progetto è guidato da domande come: Qual è il ruolo di un negozio nell'odierna società basata sulla tecnologia e sui social media? Il flagship store esplora l'idea di un luogo in cui intrattenere i visitatori in forma moderna, offrendo loro uno spazio fisico comunitario per l'interazione e lo scambio con il marchio. La molteplicità di attività ed esperienze da esplorare è facilitata dalla flessibilità dello spazio. Una parete mobile, che corre da pavimento a soffitto, funge da facciata secondaria, che può essere ripiegata convogliando la strada pubblica all’interno del perimetro del marchio. In questo modo, uno spazio pubblico viene creato per ospitare una varietà di funzioni, come l'esposizione di arte pubblica, mini passerelle e performance musicali. La planimetria flessibile del primo piano crea momenti di maggiore intimità e coinvolgimento esclusivo con il mondo di Off-White.

INTERIOR


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Abloh has included a 1 square meter (441 square feet) stock room in his store, that will be visible to passersby and shoppers through a completely transparent glass wall that is recessed within the building


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MAIN PROJECTS Taipei Performing Arts Centre, Taipei, Taiwan, ongoing Renovation of Kaufhaus des Westens (KaDeWe), Berlin, Germany, ongoing The Factory, Manchester, UK, ongoing Axel Springer Campus, Berlin, Germany, 2020 Prince Plaza, Shenzhen, China, 2020 RAI NHow Hotel, Amsterdam, The Netherlands, 2020 New building for Brighton College, Brighton, UK, 2020

OMA IS AN INTERNATIONAL PRACTICE OPERATING WITHIN THE TRADITIONAL BOUNDARIES OF ARCHITECTURE AND URBANISM. AMO, A RESEARCH AND DESIGN STUDIO, APPLIES ARCHITECTURAL THINKING TO DOMAINS BEYOND. OMA IS LED BY EIGHT PARTNERS – REM KOOLHAAS, ELLEN VAN LOON, REINIER DE GRAAF, SHOHEI SHIGEMATSU, IYAD ALSAKA, CHRIS VAN DUIJN, JASON LONG, AND MANAGING PARTNER-ARCHITECT DAVID GIANOTTEN – AND MAINTAINS OFFICES IN ROTTERDAM, NEW YORK, HONG KONG, BEIJING, DOHA, DUBAI AND SYDNEY. OMA È UNO STUDIO INTERNAZIONALE CHE OPERA ALL'INTERNO DEI CONFINI TRADIZIONALI DELL'ARCHITETTURA E DELL'URBANISTICA. AMO, STUDIO DI RICERCA E PROGETTAZIONE, APPLICA IL PENSIERO ARCHITETTONICO A DOMINI CHE VANNO OLTRE. OMA È GUIDATA DA OTTO PARTNER - REM KOOLHAAS, ELLEN VAN LOON, REINIER DE GRAAF, SHOHEI SHIGEMATSU, IYAD ALSAKA, CHRIS VAN DUIJN, JASON LONG, E IL MANAGING PARTNER - L'ARCHITETTO DAVID GIANOTTEN - E HA UFFICI A ROTTERDAM, NEW YORK, HONG KONG, BEIJING, DOHA, DUBAI E SYDNEY.

INTERIOR


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MAX&CO.

CONCEPTS PROJECT MAX&Co. Concept S INTERIOR DESIGN Duccio Grassi Architects LOCATION Reggio Emilia, Italy YEAR 2019 PHOTO Giulio Boem

The floor is darker than the one below, to highlight its identity of "external" portico

INTERIOR


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The court has been equipped to allow quick and easy changes of scenery

The Max&Co Concept Store is a boutique designed by Duccio Grassi Architects, in cooperation with the Max&Co team, within a historic building in the heart of Reggio Emilia, home of the brand. The shop, over 400 square meters, occupies the ground floor of the thirteenth-century “Palazzo delle Notarie� which overlooks the main square of the city, and boasts a spectacular glass portico, with six meters high vaults in constant dialogue with the context. The exhibition area is developed under the banner of flexible spaces, which are transformed from sales areas into the place of workshops, themed exhibitions and exclusive pop-ups on themes related to lifestyle. The environment is soft, light, characterized by eco-friendly materials with a strong personality. The renovation

project has rediscovered and preserved precious traces of past eras. The chest and the cylindrical dressing rooms are sculptural volumes that fit into the historical context without compromising the interpretation of the space. The internal courtyard, illuminated by a large skylight, houses a winter garden with plants that live in harmony with the space. The flooring is made with handmade terracotta and, in the internal courtyard, of concrete tiles made in Italy, giving a modern reinterpretation to a classic of the 30s and 50s. The furnishings offer the greatest possible flexibility within the exhibition area. The suspended lights highlight the vaulted spaces and were designed by Duccio Grassi Architects in collaboration with Viabizzuno to reduce their visual impact.


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The play of the curtains in the fitting rooms allows you to modify the internal width

Max&Co Concept Store è una boutique progettata da Duccio Grassi Architects, in collaborazione con il team di Max&Co, all’interno di un palazzo storico nel cuore di Reggio Emilia, sede del brand. Il negozio, di oltre 400 mq, occupa il piano terra del duecentesco “Palazzo delle Notarie” che si affaccia sulla piazza principale della città, e vanta uno spettacolare portico vetrato, con volte alte sei metri in costante dialogo con il contesto. L’area espositiva si sviluppa all’insegna di spazi flessibili, che si trasformano da aree di vendita in luogo di workshop, mostre a tema e pop-up esclusivi su temi legati al lifestyle. L’ambiente è morbido, leggero, caratterizzato da materiali eco friendly dalla forte personalità. Il progetto di ristrutturazione ha

riscoperto e conservato preziose tracce di epoche passate. La cassa e i camerini cilindrici, sono volumi scultorei che si inseriscono nel contesto storico senza compromettere la lettura dello spazio. La corte interna, illuminata da un ampio lucernario, ospita un giardino d’inverno con piante che vivono in armonia con lo spazio. La pavimentazione è realizzata in cotto fatto a mano e, nella corte interna, in marmette di cemento realizzate in Italia ad hoc, dando una rivisitazione moderna a un classico degli anni ’30 e ’50. Gli arredi offrono la massima flessibilità possibile all’interno dell’area espositiva. Le luci sospese evidenziano gli spazi voltati e sono state studiate da Duccio Grassi Architects in collaborazione con Viabizzuno per

INTERIOR


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On the back of the counter, an existing passage was covered in terracotta, creating a chicane going to the warehouse

MAIN PROJECTS Sofitel The Obelisk - Dubai, United Arab Emirates, 2020 Modern Avenue Building – Guangzhou, China, 2017 Al Hamra Luxury Complex – Kuwait City, Kuwait, 2013 Zara Building – Rome, Italy, 2010 Al Yasra Headquartes – Kuwait City, Kuwait, 2008 Max Mara Building – Soho NYC, USA, 2001 Max Mara Building – Tokyo, Japan, 2000


SY 03

SX 04

SY 04

SY 02

SY 01

79

SX 04

R = 255

SX 03

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SY 06

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SX 02

SX 02

SX 01

ducciograssi a r chitects

SX 01

www.ducciograssiarchitects.com www.ducciograssiarchitects.com Jodi B/C 42121 Reggio Emilia Italia ViaVia Jodi 1414 B/C 42121 Reggio Emilia Italia

TORS AND WORK COORDINATOR. developed through the interpretation of the measurements and the geometry of the premises l be verified and probably adjusted when the project is put into operation. ject for some minor alterations. lements and hooks in the shop and the shop-window, included in this design, must be firmly y shall support a minimum load of 65 kg/linear meter, and shall be implemented and put in ty of the supplying company furniture, that shall verify the sustainability of the maximum load completing its job. the national regulations and requirements. shall be tempered and marked with the word “tempered” on it. all meet with the national regulations and requirements and to be antireflected. AL WHO PRESENTS PERMITS. e compliance of the project to local and national regulations. ough in advance for DGA to make corrections. e any discrepancy rules and proceeds with permit applications, it is understood that he onsibility.

SY 07

SY 07

SY 0606

SY 05

SY 04

SY 03

SY 02

SY 01

/C system is approximative, and shall be verified by a qualified technician; possible changes ORS, THE WORK COORDINATOR AND THE DESIGNER OF THE ELECTRIC SYSTEM. e drawing, place the cabinet and counters outside the selling area. ncy lighting to the national standards. mps and exterior lighting. unicating intercom. anti-theft system and alarm system. customer. lighting, shop windows and signs. in facade and on the floor. be directed.

4, 42100 Reggio Emilia, Italy Project Project

MAX&Co MAX&Co Piazza PrampoliniReggio Emilia Piazza Prampolini - Reggio Emilia

0

50

250

500

FURNISHING AND FLOORING PLAN FURNISHING AND FLOORING PLAN

The use of this drawing is permitted only to the personnel assigned to the work construction. Any form of reproduction is strictly forbidden GSPublisherVersion 0.0.100.100

DUCCIO GRASSI ARCHITECTS IS A MULTI-DISCIPLINARY ARCHITECTURE AND INTERIOR DESIGN FOUNDED IN 1986 AND WIDELY REGARDED FOR RETAIL, RESIDENTIAL, HOSPITALITY AND CORPORATE PROJECTS. INDICATIVE OF THE FIRM’S GLOBAL RECOGNITION IS THE THREEDECADE PARTNERSHIP WITH THE MAX MARA GROUP, WHICH CONTINUES TODAY. ADDITIONAL RETAIL CLIENTS INCLUDE ZARA, RAY-BAN, CANALI, MAX&CO, GUESS BY MARCIANO, PENNY BLACK, STREET ONE. DGA'S PORTFOLIO INCLUDES PRESTIGIOUS VILLAS IN DUBAI, DUBROVNIK, PORTO CERVO AND KUWAIT, 5* HOTELS IN DUBAI, CORPORATE AND MULTI-USE PROJECTS IN KUWAIT AND CHINA.

SY 01

DUCCIO GRASSI ARCHITECTS È UNO STUDIO MULTIDISCIPLINARE DI'ARCHITETTURA E INTERIOR DESIGN FONDATO NEL 1986 E MOLTO APPREZZATO PER PROGETTI RETAIL, RESIDENZIALI, DI OSPITALITÀ E AZIENDALI. INDICATIVA DEL RICONOSCIMENTO GLOBALE DELLO STUDIO È LA PARTNERSHIP CON IL GRUPPO MAXMARA, CHE CONTINUA DA TRE DECENNI. ALTRI CLIENTI RETAIL INCLUDONO ZARA, RAY-BAN,CANALI, MAX&CO, GUESS BY MARCIANO, PENNY BLACK, STREET ONE. IL PORTAFOGLIO DI DGA COMPRENDE VILLE DI PRESTIGIO A DUBAI, DUBROVNIK, PORTO CERVO E KUWAIT, HOTEL 5* A DUBAI, PROGETTI AZIENDALI E MULTIUSO IN KUWAIT E CINA.

SY 02

ducciogras a r chitect

SY 03

www.ducciograssiarchitects.com Via Jodi 14 B/C 42121 Reggio Emilia It

Project

MAX&Co Piazza Prampolini- Reggio Emilia

SX 01 Sheet Description:

SECTION

SY 04

The use of this drawing is permitted only to the personnel assigned to the work construction. Any form of reproduction is strictly forbidde GSPublisherVersion 0.0.100.100

363,0 342,0

334,0 314,0

342,0

298,0

0,0

ducciograssi a r chitects

SX 02

642,0

www.ducciograssiarchitects.com Via Jodi 14 B/C 42121 Reggio Emilia Italia

389,0

323,0 297,0 280,0

280,0

0,0

0,0

SX 04

SX 03

Project

MAX&Co Piazza Prampolini- Reggio Emilia 0

50

250

500

Sheet Description:

SECTION

The use of this drawing is permitted only to the personnel assigned to the work construction. Any form of reproduction is strictly forbidden GSPublisherVersion 0.0.100.100

INTERIOR


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Counters are covered in oxidised black sheet metal, interspersed with irregular light carvings


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SUSHI

CLUB PROJECT Sushi Club

ARCHITECT Lai Studio Maurizio Lai Architects LOCATION Cesano Maderno (MI), Italy YEAR 2017 PHOTO Andrea Martiradonna

INTERIOR


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Wall coverings and floating lamps add to the geometric lighting design concept


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Sushi Club is the successful format that offers Japanese-inspired cuisine to a varied audience, through a series of exclusively designed venues, combining quality products with an open mode. Space, divided into two floors, is strongly marked by the presence of a prominent light installation which extends for the almost total height of the room. Maurizio Lai signs the innovative project with the uniqueness of widespread lighting design creations, intended to give dynamism to the ambiance and to the fit-out solutions, as well. On the ground floor, the flexible distribution of the seats easily allows different space configurations. Up the stairs, the scenery is manifold. On one side, the elegant round tables with tablecloths, and the luxury of materials, offer the public a decidedly sophisticated solution; on the other, a large communal counter contributes to communicating the inclusive philosophy of the project. All furnishings and fittings are designed exclusively for the specific brand and made to measure in high-end workshops.

Staircaise with vulcanised wood and concrete stoneware

Sushi Club è la formula che propone la cucina di ispirazione giapponese ad un pubblico ampio, attraverso una serie di locali dal design esclusivo, che offrono un prodotto di qualità con modalità open. L'ambiente, diviso su due piani, è fortemente caratterizzato dalla presenza di un'installazione luminosa centrale che si estende per la quasi totale altezza del locale. Maurizio Lai firma il progetto con l'unicità di un Lighting Design originale diffuso, progettato e realizzato su misura, inteso a dare dinamicità alle soluzioni di arredo. Al pian terreno la distribuzione flessibile dei tavoli e delle sedute si presta facilmente a diverse configurazioni dello spazio. Al piano superiore lo scenario è molteplice: da un lato i grandi tavoli rotondi e tovagliati, insieme alla ricchezza dei dettagli di stile e ai materiali, impreziositi dal gioco dell'illuminazione, offrono al pubblico una soluzione decisamente sofisticata, mentre un lungo tavolo comune contribuisce a sottolineare la filosofia inclusiva del progetto. La totalità degli arredi e degli allestimenti è disegnata in studio e realizzata in laboratori di alto artigianato, ad eccezione di qualche corpo illuminante e delle poltroncine.

Double-height crystal chandelier

INTERIOR


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More private dining areas are defined by a backlit modular metal mesh divider. Custom designed floor lamps bring spot lighting on the tables.


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The dining room on the upper floor seats 76, balancing tables of different sizes and capacities

MAIN PROJECTS Sushi Club, Castellanza (VA), Italy, 2020 Aalto, Part of Iyo, Milan, Italy, 2019 Sushi Club, Corbetta (MI), Italy, 2019 Moya - Mariano Comense (CO), Italy, 2019 Sanshi, Brescia, Italy, 2019 Scuola Futuro Lavoro. Un Futuro per l'Asperger, Milan, Italy, 2019 AJI, Luxury Takeaway&Delivery, Milan, Italy, 2018 GROUND FLOOR ARCHITECT AND DESIGNER, MAURIZIO LAI IS AN ORIGINAL INTERPRETER OF A CONTEMPORARY AESTHETIC, IN WHICH LIGHT PERFORMS A FUNDAMENTAL ROLE. HE STUDIED IN VENICE AND MILAN, WHERE HE GRADUATED. HE STARTED HIS CAREER DESIGNING FOR TELEVISION AND FASHION, TO RAPIDLY EXTEND THE BUSINESS TO THE COMMERCIAL AND HOSPITALITY INDUSTRY. HIS STUDIO OPERATES WITH EASE IN THE CONTRACT SECTOR, PROVIDING EXCLUSIVE AND CUSTOMIZED DESIGN SOLUTIONS, ON AN INTERNATIONAL SCALE, WITH A GROUP OF VERSATILE DESIGNERS AND THE COLLABORATION OF A NETWORK OF PROVEN MANUFACTURERS, ACCORDING TO THE PRINCIPLES OF DESIGN EXCELLENCE. ARCHITETTO, SCENOGRAFO E DESIGNER, MAURIZIO LAI È INTERPRETE ORIGINALE DI UN’ESTETICA CONTEMPORANEA, IN CUI LA LUCE GIOCA UN RUOLO FONDAMENTALE. STUDIA A VENEZIA E A MILANO, DOVE SI LAUREA. PROGETTA INIZIALMENTE PER LA TELEVISIONE E LA MODA, PER ESTENDERE RAPIDAMENTE L’ATTIVITÀ AL SETTORE COMMERCIALE E TURISTICO. IL SUO STUDIO OPERA AGEVOLMENTE IN AMBITO CONTRACT, FORNENDO SOLUZIONI DI DESIGN ESCLUSIVE E PERSONALIZZATE, SU SCALA INTERNAZIONALE, AVVALENDOSI DI UN GRUPPO DI PROGETTISTI VERSATILI E DELLA COLLABORAZIONE DI UNA RETE DI PRODUTTORI COLLAUDATI, SECONDO I PRINCIPI DI DESIGN EXCELLENCE.

FIRST FLOOR

INTERIOR


86 Night Exterior with “R� window. Moving curtains as a communication system. The name of the restaurant becomes a game of letters that are recomposed on the street facades. An alternating and 'musical' sequence on the six windows. In the evening, the curtains cover the luminous letters that are rearprojected as in a 'night effect' on the canvas. The name of the place becomes a 'refrain'


PROJECT “Vurria” Pizzeria

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INTERIOR DESIGN DiDomenicoArchitetti Corrado Di Domenico e Donatella Margarita LOCATION Milano, Italy YEAR 2020 PHOTO Alessandro Cimmino

AN ABSTRACT AND MODERN PIZZERIA This is the project for a 'second generation' pizza restaurant in Milan, in the middle of these difficult times, and perhaps in tune with the period. The production time for a pizza is about one minute. The cooking time, two. A Zen moment. In three minutes, with the help of the four hundred and fifty degrees of the two-tonne brick oven, the pizza is ready. Very focused on the functional machine and the distribution node, the space is also enriched to welcome customers in a room free of tables or in the short time of preparation. A perfect pizza restaurant for a 'Modern' as in "Fahrenheit 451". A project of this kind, deliberately dystopian, is in tune with new and unexpected social rules. The research is on pure space, not only on lockdown; then, together, they will find each other again. From the floor, made of natural rubber (the color embodied in the mix) to the transformations that the ceiling undergoes as a result of the glances, the main room is shaped as if it were moldable material. The technical furnishings, covered with light grey metal shells (like those of industrial machinery) define the functional areas (bar corner, reception area, pizza preparation area) in the unitary space of the room, building an internal landscape of objects. The red lines of the floor, with some geometric spots, visually detach themselves from the beige background, creating an additional rhythm drawn on the floor on the one hand, and the distribution circuit between the tables on the other.

È il progetto di una pizzeria di ‘seconda generazione’ a Milano, nel pieno di questi tempi difficili, e forse in sintonia con il periodo. Il tempo di produzione di una pizza è di circa un minuto. La cottura, due. Un tempo Zen. In tre minuti, con l’aiuto dei quattrocentocinquanta gradi del forno in mattoni da due tonnellate, la pizza è pronta. Molto incentrato sulla macchina funzionale e il nodo di distribuzione, lo spazio si arricchisce anche per accogliere i clienti in una sala libera da tavoli o nel breve tempo della preparazione. Una pizzeria perfetta per un ‘Moderno’ alla "Fahrenheit 451". Un progetto siffatto, già in partenza volutamente distopico, è in sintonia con nuove e inaspettate regole sociali. Ma la ricerca è sullo spazio puro, non solo quello del lockdown; poi, insieme, si ritroveranno. Dal pavimento, in gomma naturale (color incarnato dell’impasto) alle trasformazioni che il soffitto subisce a opera degli sguardi, la sala principale viene modellata come fosse materia plasmabile. Gli arredi tecnici, rivestiti di scocche di metallo grigio chiaro (come quello dei macchinari industriali) definiscono le zone funzionali (angolo bar, zona accoglienza, area preparazione pizze) presenti nello spazio unitario della sala, costruendo un paesaggio interno di oggetti. Le linee rosse del pavimento, con alcune macchie geometriche, si staccano visivamente dal fondo beige, creando da un lato un’ulteriore partitura disegnata a terra, dall’altro scandendo il circuito di distribuzione tra i tavoli.

INTERIOR


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Project sketch for the pizza preparation area with the furniture diptych of the room - cash desk. The functional distinction is diversified and interpreted in its formal possibilities.

CORRADO DI DOMENICO (NAPOLI 1972), IS A DESIGNER AND PROFESSOR OF ARCHITECTURAL COMPOSITION. HE IS A FIRM BELIEVER IN THE BROADER, COGNITIVE NATURE OF ARCHITECTURE AND HE CARRIES OUT RESEARCH ACTIVITIES - NOT SEPARATED FROM THE TEACHING - ABOVE ALL THROUGH COMPETITIONS, EXHIBITIONS AND OBTAINING NUMEROUS PRIZES AND AWARDS. HIS PROJECTS WERE EXHIBITED AT THE VENICE BIENNALE OF ARCHITECTURE (SEVERAL EDITIONS FROM 1996 TO 2008) AND AT THE MEDITERRANEAN LANDSCAPE BIENNALE IN 2005. HE EDITED SEVERAL BOOKS ON PROJECT AND THEORY. WITH DONATELLA MARGARITA (ROMA 1975), HE SETS UP, IN 2007, DIDOMENICOARCHITETTI. CORRADO DI DOMENICO (NAPOLI 1972), È PROGETTISTA E PROFESSORE DI COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA. CONVINTO DELLA NATURA CONOSCITIVA, IN SENSO AMPIO, DELL’ARCHITETTURA, SVOLGE ATTIVITÀ DI RICERCA - NON DISGIUNTA DALL’ATTIVITÀ DIDATTICA - SOPRATTUTTO ATTRAVERSO CONCORSI DI PROGETTAZIONE, PARTECIPANDO A MOSTRE E OTTENENDO NUMEROSI PREMI E RICONOSCIMENTI. SUOI PROGETTI SONO STATI ESPOSTI ALLA BIENNALE DI VENEZIA (DIVERSE EDIZIONI DAL 1996 AL 2008) E ALLA BIENNALE DEL PAESAGGIO MEDITERRANEO NEL 2005. HA PUBBLICATO DIVERSI LIBRI TRA TEORIA E PROGETTO; CON DONATELLA MARGARITA (ROMA 1975), FONDA NEL 2007, DIDOMENICOARCHITETTI.

Project plan with the elements of the technical furnishings (in beige) made like the metal boxes of industrial machinery. The natural rubber flooring is inlaid with red geometric elements that generate a virtual service circuit. Team project: Prof.Arch. Corrado Di Domenico, Arch. Donatella Margarita, Arch. Dario Di Tella

MAIN PROJECTS Regional Library of Puglia in old military barracks “Rossani”, Bari, Italy, ongoing Restoration of the Church of “Spirito Santo”, Aversa (NA), Italy, ongoing “House B”, Naples, Italy, 2018 Competition for the Church of S. Maria la Carità, Castellammare di Stabia (NA), Italy, 2014 “Piazza Cirillo” and pedestrian - bike sharing circuit, Aversa (NA), Italy, 2012 “House A”, Aversa (CE), Italy, 2012 “House R”, Aversa (CE), Italy, 2009


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Perspective of the hall. View of the functional core with the window on the kitchen

INTERIOR


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NEXT GEN PARK PROJECT Next Gen Park | ARCHITECT KOGAA Studio | LOCATION Brno, Czech Republic | YEAR 2019 | PHOTO BoysPlayNice

View from the bottom


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View from the top, audience sitting in a circle towards the central point

Depicting the equivalent in size of 1 ton of CO2, the inflatable balloon is a friendly visual reminder to citizens, on the consumption of our Cities. Informed by research on urban problematics related to climate change, the architects from KOGAA studio actively challenge the functions of public spaces, transforming them into educational, interactive, and conscious catalysts. Similarly to the architect’ s previous urban project ‘City Cell Prototype’, a fully self-sufficient public installation tackling the problem of water shortages and heat waves, their latest Next Gen Park is addressing the issue of CO2 production in our cities, by visually representing the amount of 1 ton in the size of the air balloon. In average, the yearly emission of CO2 per person per year in the Czech Republic is 9,8 tons. The iconic landmark raises the environmental awareness in the public

realm and becomes, throughout the day, a center for the discussions on various topics such as the use of public spaces, the implementation of nature in the city, the revitalization of brownfields, waste as a resource, and energy and water management. At night, the inflatable turns into a canvas projecting interactive animations leading the visitors through the indexes of CO2 production and the measures to be taken in order to lower their footprint, giving citizens the opportunity to reflect on their current way of living. Strategically installed on a neglected back alley in the city center of Brno, Next Gen Park occupies and mutates its new urban space, generating a hybrid environment that attracts people to it. The new intervention generates a sense of care and belonging to the space, leading to daily cleaning and improved security on the location.

TEMPORARY


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Next gen park in action during a public lecture

Con una dimensione equivalente a 1 tonnellata di CO2, il pallone gonfiabile è un ironico promemoria visivo per i cittadini sul consumo delle risorse nelle nostre città. Sensibilizzati dalla ricerca sulle problematiche urbane relazionate al cambiamento climatico, gli architetti dello studio KOGAA attivamente stressano l’uso degli spazi pubblici, trasformandoli in catalizzatori di azioni educative, interattive e consapevoli. Analogamente al precedente progetto 'City Cell Prototype', un'installazione pubblica completamente autosufficiente che affronta il problema della scarsità d'acqua e delle ondate di calore, Next Gen Park affronta il problema della produzione di CO2 nelle nostre città, rappresentando visivamente la quantità di 1 tonnellata nella dimensione del pallone aerostatico. In media, l'emissione annua di CO2 per persona all'anno nella Repubblica Ceca è di 9,8 tonnellate. L'emblematico punto di riferimento visivo aumenta

Evening view with ù projection on the inflatable

la consapevolezza ambientale diffusa, imponendosi sulla sfera pubblica e diventando, nel corso della giornata, centro di discussione su vari argomenti di interesse come l'uso degli spazi pubblici, la realizzazione della natura in città, la rivitalizzazione delle aree dismesse, i rifiuti come risorsa e la gestione dell'energiaedell'acqua.Dinotte,ilgonfiabilesitrasformainunatelacheproietta animazioni interattive che guidano i visitatori attraverso gli indici di produzione di CO2 e le misure da adottare per abbassare la loro impronta energetica, dando ai cittadini la possibilità di riflettere sul loro attuale modo di vivere. Installato strategicamente in un vicolo trascurato del centro di Brno, Next Gen Park occupa e trasforma lo spazio urbano in cui si trova, generando uno spazio ibrido che attrae la gente. Il nuovo intervento genera un senso di cura e di appartenenza allo spazio, che sviluppa come conseguenza una pulizia quotidiana e a una maggiore sicurezza.


93 The installation is situated in-between buildings, giving a new sense of care to the otherwise nonfunctioning location

KOGAA CREATES SUBSTANCE FOR THE BUILT ENVIRONMENT, COMMITTING TO PROJECTS WITH A POSITIVE IMPACT ON USERS, COMMUNITIES, AND THE ENVIRONMENT. THROUGH THEIR SELF-STARTED SLOW DEVELOPMENT LAB, THEY TACKLE THE ISSUE OF INACTIVE STRUCTURES AND THEIR ADAPTATION INTO SUBSTITUTE FUNCTIONS. THEY DEVELOP PROJECTS FROM THE STRATEGY AND BUSINESS PLAN, DESIGN, BUILD, RUN, AND GENERATE INTEREST. KOGAA CREA SOSTANZA PER L'AMBIENTE COSTRUITO, IMPEGNANDOSI IN PROGETTI CON UN IMPATTO POSITIVO SUGLI UTENTI, SULLE COMUNITÀ E SULL'AMBIENTE. ATTRAVERSO IL LORO LABORATORIO DI SVILUPPO AUTOAVVIATO, AFFRONTANO IL PROBLEMA DELLE STRUTTURE INATTIVE E IL LORO ADATTAMENTO A FUNZIONI SOSTITUTIVE. SVILUPPANO PROGETTI A PARTIRE DALLA STRATEGIA E DAL BUSINESS PLAN, PROGETTANO, COSTRUISCONO, GESTISCONO E GENERANO INTERESSE.

The construction is made of a simple scaffolding system, a wooden base, and the inflatable ring sitting on it

The installation creates a new iconic location in the city

TEMPORARY


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Nicola Russi

BACKGROUND

Il progetto del vuoto, Quodilibet 2019 The background is not always something that opposes the figure to define it. It is a figure itself, a void capable of defining the space of the city more than the built space.Imagining the void is a complex challenge of modernity because the tools codified by the classical to give shape to our cities are no longer valid, at the same time absolute tools for its realization cannot be identified. This book presents the fruits of research that attempts to subtract the urban project from the immediacy of its final result and, at the same time, to place it within the complex phenomena of urban growth. The void, for the author, is an open field that must be ready to welcome free forms of appropriation of space. The void project is an instrument through which to mediate between history and culture, between action and transformation.To demonstrate his thesis, the author uses a number of canonical projects aimed at identifying attitudes of intervention and ready to be transformed in the hands of designers into useful models for transforming our cities. Assemble in Liverpool finds new project spaces on the boundaries between public and private, Atelier Bow-Wow in Tokyo opens a reflection on the resulting spaces, Raumlabor in Berlin colonizes the void through new forms of common life based on self-construction. This contemporary history of the project is a global history that goes beyond the limits of the national dimension and projects urban issues into a field of action that does not necessarily have to deal with history. A useful book that with its eight lessons opens the reader's eyes and teaches him to read architecture open to free interpretation.

PRINTED

| Luca GA LO FA RO

Lo sfondo non è sempre qualcosa che si oppone alla figura per definirla. E’ figura esso stesso, un vuoto capace di definire lo spazio della città più dello spazio costruito.Immaginare il vuoto è una sfida complessa della modernità perché gli strumenti codificati dal classico per dare forma alle nostre città non sono più validi, allo stesso tempo non possono essere individuati strumenti assoluti per la sua realizzazione. Questo libro presenta i frutti di una ricerca che tenta di sottrarre il progetto urbano dall’immediatezza del suo risultato finale e, al contempo, di collocarlo entro i fenomeni complessi della crescita urbana. Il vuoto, per l’autore è un campo aperto che deve essere pronto ad accogliere libere forme di appropriazione dello spazio. Il progetto del vuoto è uno strumento attraverso il quale mediare tra storia e cultura, tra azione e trasformazione. Per dimostrare la sua tesi l’autore utilizza alcuni progetti canonici atti ad individuare delle attitudini di intervento e pronti ad essere trasformati nelle mani dei progettisti in modelli utili a trasformare le nostre città. Assemble a Liverpool trova nuovi spazi di progetto sui confini tra pubblico e privato, Atelier Bow-Wow a Tokyo apre una riflessione sugli spazi di risulta, Raumlabor a Berlino colonizza il vuoto attraverso nuove forme di vita comune basate sull’autocostruzione. Questa storia contemporanea del progetto è una storia globale che supera i limiti della dimensione nazionale e proietta le problematiche urbane in un campo d’azione che non deve confrontarsi necessariamente con la storia. Un libro utile che con le sue otto lezioni apre lo sguardo del lettore e gli insegna a leggere architetture aperte alla libera interpretazione.


95 Orizzontale

VUOTO 1/ VERTIGO

Printed in Risograph June 2020 (numbered edition) Another look at the void, a completely different book from the previous one put together by the Horizontal group during lockdown. An exercise in style, but also an experiment that compares different sensations. Some elaborated before being forced to observe the forced emptiness of our cities. An observation useful to the project as it gives shape to new reflections on the spaces to be imagined according to new rules of behavior and use. But it is also the mirror of that inner void that being at home has produced within us, that sense of disorientation that dilated time produces. For fifty-six days life has been sucked into the cities in which we live. The empty streets. The squares, empty. The stations, empty. The parks, empty... By means of digital periscopes, we have admired our absence... From the window, we have obsessively observed the space around the house, ending up seeing new things. This is how the current limits produce a new objectivity, a capacity to transfer the collective function of urban spaces within spaces we had never considered as such. These reflections refer to the Urban Protocols that Aristide Antonas tried to codify for the city of Athens devastated by the economic crisis that encouraged the temporary and diversified use of semi-private spaces. Of course this collection of writings, is only the beginning of a new project that creates a vertigo capable of questioning many of the rules of composing open spaces. Something has changed and this change will produce in time a different city, maybe more human or maybe not. A magazine is the best place to find out. Un altro sguardo sul vuoto, un libro completamente diverso dal precedente messo assieme dal gruppo Orizzontale durante il lockdown. Un esercizio di stile, ma anche un esperimento che mette a confronto sensazioni diverse. Alcune elaborate prima dell’essere costretti ad osservare il vuoto forzato delle nostre città. Un’osservazione utile al progetto nella misura in cui da forma a nuove riflessioni sugli spazi da immaginare secondo nuove regole di comportamento e di utilizzo. Ma è anche lo specchio di quel vuoto interiore che lo stare a casa ha prodotto dentro di noi, quel senso di spaesamento che il tempo dilatato produce. Per cinquantasei giorni la vita è stata risucchiata dalle città nelle quali abitiamo. Le strade vuote. Le piazze, vuote. Le stazioni, vuote. I parchi, vuoti… per mezzo di periscopi digitali abbiamo ammirato la nostra assenza… dalla finestra abbiamo osservato ossessivamente lo spazio attorno a casa, finendo per vedere cose nuove. Ecco come i limiti attuali producono una nuova oggettività, una capacità di travasare la funzione collettiva degli spazi urbani all’interno di spazi che non avevamo mai considerato tali. Queste riflessioni rimandano ai Protocolli Urbani che Aristide Antonas ha provato a codificare per la città di Atene devastata dalla crisi economica che incoraggiavano all’ uso temporaneo e diversificato degli spazi semi privati. Naturalmente questa raccolta di scritti, è solo l’inizio di un nuovo progetto che crea una vertigine capace di rimettere in discussione molte delle regole del comporre gli spazi aperti. Qualcosa è cambiato e questo cambiamento produrrà nel tempo una città diversa, forse più umana o forse no. Una rivista è il luogo più adatto per scoprirlo.

THE ERA OF COLLAGE VOL. 3

Contemporary collage in modern Art Gestalten 2020 Thomas Hirschhorn writes that making a collage is a very simple operation, a collage can be done quickly, it's fun and affordable, all you need is a pair of scissors and some glue. Making collages you come back as a child. But a collage has its own form of autonomous resistance, and very often it escapes from the control of its author and it is precisely this escapes from the control that gives it explosive power. The juxtaposition of images, no matter how different they are, always produces a modification, an opening of our gaze. This book is the last chapter of a research linked to collage as an expressive form in art. Francesca Gavin's introduction retraces the history of this art form and opens a communication between past and present showing how through repetitions artists are able to invent the world. Each image contained in this volume must be understood as a montage of different places and times, even contradictory ones, and from this montage always different meanings, ideas and memories emerge. Scrive Thomas Hirschhorn che fare un collage è un operazione molto semplice, un collage può essere fatto velocemente, è divertente e alla portata di tutti, bastano un paio di forbici e della colla. Facendo i collage si ritorna bambini. Ma un collage ha una sua forma di resistenza autonoma, e molto spesso scappa dal controllo del suo autore e proprio questo sfuggire al controllo che gli da un potere esplosivo. L'accostamento delle immagini, per quanto differenti siano, produce sempre una modificazione, un'apertura del nostro sguardo.Questo libro è l’ultimo capitolo di una ricerca legata al collage come forma espressiva nell’arte. L’introduzione di Francesca Gavin ripercorre la storia di questa forma d’arte ed apre una comunicazione tra passato e presente mostrando come attraverso le ripetizioni gli artisti sono capaci di re inventare il mondo. Ogni immagine contenuta in questo volume, deve essere intesa come un montaggio di luoghi e di tempi differenti, anche contraddittori e da questo montaggio affiorano significati, idee, memorie sempre diverse.

Luca GA LO FA RO

|P R I N T E D


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The wallpaper R-evolution

www.evestyle.it

www.matteobosi.it

EVE STYLE s.r.l. Via Golfarelli, 90/2 - 47122 ForlĂŹ - Italia Tel. 0543 1991300


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TAKING ROOT DESIGN DEVELOPMENT, SUSTAINABILITY AND RESPONSIBILITY Luciano GALIMBERTI

The first half of the twentieth century in the West was witness to a range of significant motivational issues, including national identity, independence from imperial aggregations and the idea of a homeland complete with all its post-romantic rhetoric. The second half of the last century instead saw questions related to collective identity, civil rights and trade union issues take centre stage. If we try to summarize, the main and leading theme of the first half of the 2000s in the West is quite clearly that of safeguarding human beings and their planet, with all the implications linked to collective and personal responsibilities. To Western eyes these priorities are perhaps consolidated stages of an evolutionary path but when viewed through a globalized prism, they remain open and interconnected questions, with the aggravating circumstance of a by now well-known environmental emergency that the West has neglected for the whole of the last century. The recent viral health emergency has highlighted how this world of ours is deeply interconnected and how events far away from us have profound consequences on our everyday lifestyle, one which we fondly imagined peacefully cocooned in its own comfort zone. Instead, we now face consequences that change every kind of system, from industrial to financial, not to mention social and political. What the impact of these priorities may be on social structures and on the idea of democracy is difficult to predict today, but certainly today is the time to ask questions of both ourselves and others. There are therefore three priorities, development, sustainability and responsibility, which can no longer be addressed individually – on the contrary, they represent a uniquely complex situation in which the reasons behind development must be considered together with those of sustainability and responsibility, all of which extend far beyond the boundaries of that pragmatism that is conducive to combining truth with use. Globalization today is expressing an urgent need for clarity in all areas with respect to the development, sustainability and responsibility that our actions need in order to pursue these objectives Seen in this light, the world of design can no longer take refuge in a comfortable and comforting sense of relativism. Those who take on responsibilities for design can in no way limit themselves to declarations of intent or easy self-absolving complaints. Those in charge of design have only one course of action: to act, through creating and not just talking about ethics, daily testing their own future with transparency and courage. With its Compasso d’Oro Award now in its XXVI edition and with almost seventy years of history behind it, ADI represents a serious and well-established system for measuring the quality of the Italian design system. Undoubtedly it is able to highlight the straightforward “beauty” of the products, but it has also never neglected to underline all those comprehensive and responsible values that the world now recognizes as inherent in Made in Italy design. But this edition of the Compasso d’Oro intends to highlight both the mature development of the journey undertaken, but also and above all it intends to share a possible direction for the future. Taking root: a simple yet difficult gesture. We are required to deal with the quality of the sowing, with the soil that welcomes it and providing the necessary care for it to bear fruit. We have to deal with bad weather and how to protect the tender shoots, we have to face up to expectations, dreams and limitations. Chance and wind often transport seeds to harsh and inhospitable territories and yet, precisely because they are unexpected in these territories, the shoots that result become even more precious and full of meaning.

La prima metà del Novecento, l’Occidente ha avuto come grandi questioni motivanti l’identità nazionale, l’indipendenza dalle aggregazioni imperiali, l’idea di patria con tutta la retorica postromantica. La seconda metà del secolo scorso ha visto invece protagoniste le questioni legate all’identità collettiva, i diritti civili e le questioni sindacali. Se proviamo a sintetizzare, in Occidente il tema portante e prioritario della prima metà degli anni Duemila è certo quello della tutela dell’uomo e del suo pianeta, con tutte le implicazioni tra responsabilità collettive e personali. Priorità che agli occhi occidentali risultano forse tappe consolidate di un percorso evolutivo ma, viste in una prospettiva globalizzata, restano questioni aperte e interconnesse, con l’aggravante di un’ormai conclamata emergenza ambientale che ci siamo permessi di trascurare per tutto il secolo scorso. La recentissima emergenza virale ha evidenziato come questo nostro mondo sia profondamente interconnesso, come eventi da noi lontanissimi abbiano conseguenze sul nostro stile di vita quotidiano, stile che immaginavamo placidamente protetto in una zona di comfort. Conseguenze che modificano sistemi, da quello industriale a quello finanziario, per non parlare di quello sociale e politico. Quale possa essere l’impatto di queste priorità sulle strutture sociali e sull’idea di democrazia è oggi difficile prevedere, ma certo oggi è il momento di porsi e porre domande. Tre priorità, sviluppo, sostenibilità e responsabilità, quindi, che non possono più essere affrontate separatamente, anzi, che rappresentano una complessità originale, dove le ragioni dello sviluppo si devono misurare con quelle della sostenibilità e della responsabilità allargata ben oltre i confini del pragmatismo tendente a far coincidere la verità con l’utilità. La globalizzazione esprime oggi un bisogno urgente di chiarezza in tutti gli ambiti rispetto allo sviluppo, alla sostenibilità e alla responsabilità che le nostre azioni hanno per perseguire questi obiettivi. In questo contesto il mondo del progetto non può più rifugiarsi in un confortevole relativismo. Chi ha responsabilità di progetto non può certo limitarsi alle dichiarazioni di intenti o alle facili lamentele auto assolutorie. Chi ha responsabilità di progetto ha un solo modo a disposizione: quello di agire, costruendo e non solo raccontando un’etica, sperimentando quotidianamente il proprio futuro con trasparenza e coraggio. ADI, con il suo Premio Compasso d’Oro giunto alla XXVI edizione e con quasi settant’anni di storia, rappresenta una consolidata unità di misura della qualità del sistema design italiano, certamente capace di segnalare la ’bellezza’ dei prodotti, ma che non ha mai dimenticato di evidenziare tutti i valori inclusivi e di responsabilità che il mondo riconosce ormai al design Made in Italy. Ma questa edizione del Compasso d’Oro ha evidenziato, soprattutto, la maturità del percorso intrapreso e condivide una possibile rotta per il futuro. Mettere radici: un gesto semplice quanto difficile. Ci si confronta con la qualità della semina, con il terreno che la accoglierà, con la cura necessaria affinché si possano raccogliere frutti. Ci si confronta con le intemperie e su come proteggere il germoglio, ci si confronta con le aspettative, con i sogni e con i propri limiti. Il caso e il vento spesso trasportano semi in territori aspri e inospitali. Eppure, proprio perché inatteso in questi territori, il germoglio diventa ancora più prezioso e carico di significato.

COMPASSO D'ORO AWARDS

|P R O D U C T


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AERO Azienda/Company MOMODESIGN Design PAOLO CATTANEO, KLAUS FIORINO MOMODESIGN Tipologia ACCESSORIO PER LA PERSONA Product type PERSONAL ACCESSORIES

La visiera a filo con la calotta genera un’estetica fluida e aerodinamica The visor sits flush with the shell and generates a fluid and aerodynamic aesthetic

AK/25 Azienda/Company ABOUTWATER (BOFFI E FANTINI) Design KIM PAIK SUN Tipologia SANITARI E ACCESSORI PER IL BAGNO Una struttura solida, un progetto elegante, severo e inaspettato, frutto del dialogo costruttivo tra due aziende italiane e un designer orientale A solid structure, an elegant, severe and unexpected design, the result of constructive dialogue between two Italian companies and an oriental designer

ARRANGEMENTS Azienda/Company FLOS Design MICHAEL ANASTASSIADES Tipologia APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE Product type LIGHTING SYSTEM Una danza di minimalismo, geometria e tecnologia; interpreta bene i led e sa trasformarli in emozione A choreography of minimalism, geometry and technology, it is a perfect interpretation of LEDs and their transformation into emotion

PRODUCT

| PREMI COMPASSO D’ORO

Product type SANITARY WARE AND BATHROOM ACCESSORIES


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BRAND IDENTITY LE GALLERIE DEGLI UFFIZI Azienda/Company GALLERIE DEGLI UFFIZI Design CARMI E UBERTIS MILANO Tipologia CORPORATE IDENTITY Product type CORPORATE IDENTITY

Sintesi di valori e identità condensati in un monogramma simbolico. Semplicità e unicità garantiscono la riconoscibilità e scoraggiano le imitazioni. Synthesis of values and identities condensed into a symbolic monogram. Simplicity and uniqueness guarantee recognition and discourage imitations

CHAKRA Azienda/Company UNIVERSAL SELECTA Design EUGENIO PASTA R&D UNIVERSAL SELECTA Tipologia ARREDI E COMPLEMENTI PER L’UFFICIO Sistema avanzato di protezione termica e acustica, non privo di eleganza e trasparenza. Separare senza escludere

Product type OFFICE FURNITURE AND ACCESSORIES

Advanced thermal and acoustic protection system, with elegance and transparency that separates without excluding

D-HEART Azienda/Company D-HEART Design DESIGN GROUP ITALIA Tipologia ATTREZZATURE MEDICALI E OSPEDALIERE Product type MEDICAL AND HOSPITAL EQUIPMENT

Rende familiare la tecnologia medica e la traspone nella vita quotidiana. Non fa paura e permette al paziente di essere seguito a distanza Medical technology made familiar and transposed into daily life. Completely user friendly while allowing the patient to be followed from a distance

COMPASSO D'ORO AWARDS

|P R O D U C T


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E-LOUNGE Azienda/Company REPOWER Design ANTONIO LANZILLO & PARTNERS Tipologia ARREDO URBANO

Una nuova tipologia di prodotto in grado di unire diversi aspetti progettuali: digitale, sharing economy, cultura del vicinato, arredo urbano, connessione. Impresa che si fa inter-prete dello spirito dei tempi attraverso il design

Product type STREET FURNITURE

A new type of product able to combine different design aspects: digital, sharing economy, neighbourhood culture, urban furniture and connection. A company that interprets the spirit of the times through design

ENEL X JUICEPOLE/JUICEBOX Azienda/Company ENEL X Design DEFNE KOZ, MARCO SUSANI KOZ SUSANI DESIGN

Introduce nella quotidianità del paesaggio urbano, in modo discreto e non invasivo, una tecnologia utile e innovativa come la ricarica elettrica In a discreet and non-invasive way, it introduces a useful and innovative example of technology such as electric recharging into the everyday life of the urban landscape

EUTOPIA Azienda/Company GOMEZ PAZ DESIGN & CRAFTED Design FRANCISCO GOMEZ PAZ Tipologia ARREDI E COMPLEMENTI PER LA CASA Product type FURNITURE AND ACCESSORIES FOR THE HOME

Oltre al design del prodotto è interessante il design del processo; realizzato in Argentina con materiali naturali del territorio, poveri e rinnovabili In addition to the product's design, its design process is also interesting; made in Argen-tina with simple and renewable natural local materials

PRODUCT

| PREMI COMPASSO D’ORO

Tipologia STAZIONE DI RICARICA PER VEICOLI ELETTRICI Product type CHARGING STATION FOR ELECTRIC VEHICLES


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FERRARI MONZA SP1 Azienda/Company FERRARI Design FLAVIO MANZONI - FERRARI DESIGN Tipologia AUTOMOBILE Product type CAR

La capacità di proiettarsi nel futuro facendo tesoro della memoria e senza cadere nel vintage The ability to project into the future by treasuring memory while not falling into vintage

FOOD FOR SOUL Azienda/Company FOOD FOR SOUL Design FOOD FOR SOUL

Unisce due mondi che normalmente vengono tenuti a distanza: il mondo del bisogno e quello dell’arte. Nutre il corpo evitando gli sprechi e conforta lo spirito attraverso l’estetica

Tipologia PROGETTO SOCIALE Product type SOCIAL CAMPAIGN

It unites two worlds that are normally kept at a distance, namely the world of need and the world of art. The body is nourished while avoiding waste and the aesthetics comfort the spirit

FORMULA E CALIPER Azienda/Company BREMBO Design BREMBO Tipologia COMPONENTI DI AUTOMOBILI Product type CAR COMPONENTS

Meno inquinamento e più efficienza, uniti a un accurato design. Finalmente un freno pensato per le auto elettriche Less pollution and more efficiency, combined with accurate design finally result in a braking system designed for electric cars

COMPASSO D'ORO AWARDS

|P R O D U C T


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HANNES Azienda/Company IIT ISTITUTO ITALIANO DI TECNOLOGIA, INAIL CENTRO PROTESI Design LORENZO DE BARTOLOMEIS GABRIELE DIAMANTI FILIPPO POLI - DDPSTUDIO Tipologia PROTESI E STRUMENTI PER GLI ANZIANI Product type PROSTHESES AND TOOLS FOR THE ELDERLY

Il design si rivela uno strumento indispensabile per aiutare le persone in difficoltà a riappropriarsi del proprio futuro. Tecnologia ed estetica aiutano a superare un disagio psicologico e un deficit fisico Design proves to be an indispensable tool in helping people in difficulty rediscover their future. Technology and aesthetics come together to help overcome psychological distress and physical shortcomings

IL MARE A MILANO Azienda/Company SANLORENZO Design NEO [ NARRATIVE ENVIRONMENTS OPERAS ] Tipologia MOSTRA Un riconoscimento alla capacità italiana di declinare il paesaggio immersivo/digital landscape con visioni poetiche e riferimenti artistici Recognition of the Italian ability to express the immersive landscape/digital landscape with poetic visions and artistic references

OUTCUT Azienda/Company OUTCUT Design ROCCO CARRIERI PIETRO CARRIERI Tipologia IMBARCAZIONE Product type BOAT

Capace di attraversare il mare senza possederlo. Leggerezza, tecnologia amichevole, flessibilità che facilita il trasporto. Consente anche a chi ha pochi mezzi di vivere un’innovativa esperienza nautica Able to cross the sea without owning it, its light weight, user-friendly technology and flex-ibility facilitates transport and also allows those with moderate means to enjoy an innovative nautical experience

PRODUCT

| PREMI COMPASSO D’ORO

Product type EXHIBITION


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PIECES OF VENICE Azienda/Company PIECES OF VENICE – BENEFIT COMPANY Design LUCIANO MARSON Tipologia RICICLO DI MATERIALI DISMESSI Product type RECYCLING OF DISCARDED MATERIALS

Nell’abuso e nella banalità dei souvenir contemporanei, questo è un progetto di recupero materiale e culturale, che trasmette identità, storia, ironia e autenticità In the midst of the abuse and banality of contemporary souvenirs, this is a design based around material and cultural reclamation which conveys identity, history, irony and au-thenticity

RUA Azienda/Company TM ITALIA Design RUADELPAPAVERO Tipologia SISTEMA PER CUCINA L’uso dell’innovazione tecnologica di un unico materiale ceramico per il piano di lavoro e il piano di cottura genera una nitida sorpresa estetica

Product type KITCHEN SYSTEM

The use of a technological innovation – a single ceramic material for the worktop and hob – results in a neat and clear-cut aesthetic surprise

SPAZIO Azienda/Company FALMEC Design FRANCESCO LUCCHESE LUCCHESEDESIGN STUDIO Tipologia ARREDI E COMPLEMENTI PER LA CASA Product type FURNITURE AND ACCESSORIES FOR THE HOME

Sorprendente nella sua semplicità. Incrocio armonico fra pulizia formale, accessibilità economica e sobrietà Surprising in its simplicity and a harmonious cross between formal cleanliness, economic accessibility and sobriety

COMPASSO D'ORO AWARDS

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Founded in 1977 by Salvatore Guerrera and Nick Tedeschi, SAJO is a privately held company offering integrated project management and customer service solutions in Canada, United States and Europe. Based in Montreal with branch offices in Miami, Vancouver and London UK, SAJO designs and built enviroments and provides turnkey solutions using the latest technologies, methods, and resources. At the heart of the company's activities is a multidisciplinary and multicultural team of project managers, architects, designers, engineers, cost specialists and estimators, construction and procurement professionals, as well as site superintendents and contractors. A dedicated team of office staff supports and complements the operations group as well as a network of suppliers spanning across North America, Europe, and Asia-Pacific.

DEFINING

SPACES Cristina BIGLIATTI

Fondata nel 1977 da Salvatore Guerrera e Nick Tedeschi, SAJO è una società privata che offre soluzioni integrate di project management e assistenza ai clienti in Canada, Stati Uniti ed Europa. Con sede a Montreal e filiali a Miami, Vancouver e Londra nel Regno Unito, SAJO progetta e costruisce ambienti e fornisce soluzioni chiavi in mano, utilizzando le tecnologie, i metodi e le risorse più aggiornate. Al centro delle attività dell'azienda c'è un team multidisciplinare e multiculturale di project manager, architetti, ingegneri, progettisti, designer, specialisti dei costi, professionisti della costruzione e dell'approvvigionamento, nonché Direttori di cantiere. Un team dedicato supporta e completa il gruppo operativo e una rete di fornitori che si estende in Nord America, Europa e Asia-Pacifico.

BACKSTAGE


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SAJO's strong presence in North America and Europe allows it to meet the needs of international clients based in North America who wish to expand into Europe and conversely, European-based clients who wish to expand to North America. For international customers, it is essential to be able to perform transatlantic operations at record speed, through continuous 24-hour service. In its more than forty years of business, the company has repeatedly demonstrated its ability to engage and coordinate multidisciplinary service providers from multiple locations to ensure both quality and timely delivery of client projects. SAJO uses and implements state-of-the-art software and hardware technology. Among other tools it uses a Cloud-based Construction Management Software as a central platform for communication and coordination among stakeholders, from customer to sub-trades. Users, both off-site and on-site, are thus able to manage their interaction with the project remotely, through any mobile device connected to the web. Moreover, in recent years, SAJO's internal experts on Revit and BIM have implemented BIM modeling on small and large projects. The new, recently created SAJO FUTURE STUDIO division, serves not only to keep up with the emerging technology, but also to guide its application in the practical world. Leveraging its long experience in design and construction, the company is able to create engaging and interactive experiences from 360 renderings to extended reality applications. This technology helps to reduce the interpretation of drawings and solve problems effectively. The use of interactive 3D models in immersive digital environments allows multiple users around the world to interact with the project in real time. Future developments of SAJO FUTURE STUDIO will integrate extended reality with machine learning and artificial intelligence, exploring the potential of human-machine interaction and the fusion of the physical world with the digital world. The realization of a project from conception to delivery offers the client and the project manager the opportunity to support a global strategy, particularly in relation to the environment. Sustainability is nothing more than the attempt to safeguard the quality and integrity of the air we breathe, the soil we plough and sow, the water we use and absorb and the energy sources we consume. In the field of architecture and interior design, sustainability can be achieved by following different paths. According to SAJO, the first is simplicity of design and the second is economy of structures. The latter involves the use of flexible, interchangeable, reversible, transformable, recyclable, and renewable units. SAJO is able to guide professionals in the choice of products and structures of simple design, for which maintenance will be minimal and/or costeffective. The company also promotes the use of recycled materials throughout the design-construction phase and incorporates them, as well, into the design and production of fixtures and furnishings. Technological advances in the field of extended reality and artificial intelligence will make it increasingly possible to generate more powerful sustainable designs and products that better protect open spaces, waterways and vegetation and better safeguard human and environmental health.

La forte presenza di SAJO in Nord America e in Europa, consente di soddisfare i clienti internazionali che hanno la loro sede centrale in Nord America e che desiderano espandersi in Europa e viceversa per i clienti con sede in Europa che desiderano espandersi in Nord America. Per i clienti internazionali, è fondamentale poter affrontare le operazioni transatlantiche a velocità record, attraverso un servizio continuo 24 ore su 24. In quarant'anni di attività l'azienda ha dimostrato, più volte, la sua capacità di coinvolgere e coordinare fornitori di servizi multidisciplinari da più sedi, per garantire sia la qualità che la puntualità nella consegna dei progetti dei clienti. SAJO utilizza e implementa lo stato dell'arte della tecnologia software e hardware. Tra gli altri strumenti si serve di un Software di Gestione delle Costruzioni basato su Cloud come piattaforma centrale per la comunicazione e il coordinamento tra le parti interessate, dal cliente al sub-commerciale. Gli utenti, sia fuori sede che in loco, sono così in grado di gestire la loro interazione da remoto con il progetto, attraverso qualsiasi dispositivo mobile connesso al web. Inoltre, negli ultimi anni, gli esperti interni di SAJO di Revit e BIM hanno implementato la modellazione BIM su piccoli e grandi progetti. Recentemente è stata creata la nuova divisione SAJO FUTURE STUDIO, non solo per rimanere al passo con la tecnologia emergente, ma anche per guidarne l'applicazione nel mondo pratico. Sfruttando la lunga esperienza nella progettazione e nella costruzione, l'azienda è in grado di creare esperienze coinvolgenti e interattive da 360 rendering ad applicazioni di realtà estesa. Questa tecnologia aiuta a ridurre l'interpretazione dei disegni e a risolvere i problemi in modo efficace. L'uso di modelli 3D interattivi in ambienti digitali immersivi, consente a diversi utenti in tutto il mondo di interagire in tempo reale con il progetto. I futuri sviluppi di SAJO FUTURE STUDIO integreranno la realtà estesa con l'apprendimento automatico e l'intelligenza artificiale, esplorando il potenziale dell'interazione uomo-macchina e la fusione del mondo fisico con quello digitale. La realizzazione di un progetto dal concepimento alla consegna, offre al cliente e al project manager l'opportunità di sostenere una strategia globale, in particolare in relazione all'ambiente. La sostenibilità non è altro che il tentativo di salvaguardare la qualità e l'integrità dell'aria che respiriamo, del suolo che ariamo e seminiamo, dell'acqua che utilizziamo e assorbiamo e delle fonti energetiche che consumiamo. Nel campo dell'architettura e dell'interior design, la sostenibilità può essere raggiunta seguendo diverse strade. Secondo SAJO la prima è la semplicità del design e la seconda è l'economia delle strutture, che comporta l'uso di unità flessibili, intercambiabili, reversibili, trasformabili, riciclabili e rinnovabili. SAJO è in grado di guidare i professionisti nella scelta di prodotti e strutture di semplice progettazione, per le quali la manutenzione sarà minima o conveniente. L'azienda, inoltre, promuove l'uso di materiali riciclati durante tutta la fase di progettazione-costruzione e li incorpora anche nella progettazione e nella produzione di infissi e arredi. I progressi tecnologici nel campo della realtà estesa e dell'intelligenza artificiale renderanno sempre più possibile generare progetti e prodotti sostenibili più potenti, che proteggano meglio i nostri spazi aperti, i corsi d'acqua e la vegetazione e salvaguardino meglio la salute umana e ambientale.


107 A TIMELESS VISION

SAJO.COM

BACKSTAGE


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The SKY in a room Cristina BIGLIATTI

Imagine sophisticated, evocative walls, able to evoke abstract imagery or to make iridescent textures shine or, again, material textures able to involve and fascinate both our sight and touch. All this is enclosed within Eterea Collection, the new creative opportunity proposed by Zambaiti Contract. Immaginate delle pareti sofisticate, suggestive, capaci di evocare immaginari astratti o di far brillare trame iridescenti oppure, ancora, texture materiche in grado di coinvolgere ed affascinare sia la nostra vista che il tatto. Tutto questo è racchiuso all'interno di Eterea Collection, la nuova opportunità creativa proposta da Zambaiti Contract.

Historical company, leader in wallpapers, since 1973 sees the different generations of the Zambaiti family at the helm of a traditional company, totally Italian, but that for decades has launched itself in international markets, gaining great notoriety worldwide. This approach, which links tradition and innovation, has enabled it to take a journey into the world of architecture, entrusting the artistic direction by Andrea Boschetti - CEO and Artistic Director of the Metrogramma Milano studio - to identify a line created by 4 architects, with the aim of creating 4 different versions of the same line. The result is 4 capsule collections, united by a single factor: the relationship between nature and artifice. Metrogramma Milano, CaberlonCaroppi Italian Touch Architects, ALFONSO FEMIA/ AF*DESIGN and Aldo Cibic Workshop are the protagonists of this collection, designed to be unique both from a stylistic point of view and for the assortment of printing supports used. A comparison of very high creativity and articulated approaches that make these surfaces full of suggestions and meaning.

Azienda storica, leader delle carte da parati, dal 1973 vede susseguirsi le diverse generazioni della famiglia Zambaiti, al timone di un'impresa tradizionale, totalmente italiana, ma che da decenni si è lanciata nei mercati internazionali, conquistando grande notorietà a livello mondiale. Questo approccio che lega tradizione e innovazione le ha permesso di percorrere un viaggio all'interno del mondo dell'architettura, affidando la direzione artistica ad Andrea Boschetti – CEO e Direttore Artistico dello studio Metrogramma Milano – per identificare una linea realizzata da 4 architetti, con lo scopo di dare vita a 4 declinazioni differenti della stessa linea. Nascono così 4 capsule collections, accomunate da un unico fattore: il rapporto che intercorre tra natura ed artificio. Gli Studi di architettura Metrogramma Milano, CaberlonCaroppi Italian Touch Architects, ALFONSO FEMIA/AF*DESIGN e Aldo Cibic Workshop sono i protagonisti di questa collezione, pensata per essere unica sia dal punto di vista stilistico sia per l’assortimento dei supporti di stampa impiegati. Un confronto di creatività altissima e di approcci articolati che rendono queste superfici dense di suggestioni e di significato.

DESIGN


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METROGRAMMA MILANO

Andrea Boschetti's Metrogramma has created: Materia inspired by the earth's crust -, Tattoo - capable of reproducing changing traces like ink on the skin -, Impressioni, which returns multiple, abstract images that find fulfilment in individual sensitivity.

Da Metrogramma di Andrea Boschetti sono stati creati: Materia – che si ispira alla crosta terrestre -, Tattoo – in grado di riprodurre tracce mutevoli come inchiostro sulla pelle -, Impressioni, che restituisce immaginari multipli, astratti, che trovano compiutezza nella sensibilità individuale.

“The theme of essentiality, which recalls Eterea, refers to nature and its relationship with artifice. Materia inspired by the movement of the earth's crust, it is composed of imperfections observed closely but perfect in the overall view. Tattoo works on the concept of immanence and reproduces the traces that can be read as natural harmonics, artificial but iridescent forms, changing like ink on the skin. Impressioni are intended to give back to the eye of those who observe multiple, abstract imagery, which find fulfillment in individual sensitivity.” Andrea Boschetti

“Il tema dell’essenzialità che richiama Eterea, fa riferimento alla natura e il suo rapporto che ha con l’artificio. Materia ispirata al movimento di crosta terrestre, è composta da imperfezioni osservata da vicino ma perfetta nella visione d’insieme. Tattoo lavora sul concetto di immanenza e riproduce le tracce che possono essere lette come armoniche naturali, forme artificiali ma cangianti, mutevoli come inchiostro sulla pelle. Impressioni vuole restituire all’occhio di chi osserva immaginari multipli, astratti, che trovano compiutezza nella sensibilità individuale.” Andrea Boschetti


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CABERLONCAROPPI ITALIAN TOUCH ARCHITECTS

CaberlonCaroppi has proposed Inked, in which sinuous lines and material textures are contrasted with geometric graphics; Frames sees as protagonists pieces of precious woods, reinvented in new combinations in a new image.

Da CaberlonCaroppi è stato proposto Inked, in cui linee sinuose e texture materica si contrappongono a grafiche geometriche; Frames vede protagonisti tasselli di legni pregiati, reinventati in nuove combinazioni in un’immagine inedita.

“The desire to bring nature and design together in the Eterea collection was our idea, so natural motifs such as large leaves or wood textures are contaminated by geometry and colour, creating a unique decorative effect that we had no trouble imagining and using for our projects.” CaberlonCaroppi Italian Touch Architects

“La volontà di far convivere natura e design nella collezione Eterea era la nostra idea, così motivi naturali come grandi foglie o le textures del legno, vengono contaminate da geometrie e colore, creando un effetto decorativo unico che non abbiamo faticato ad immaginare e utilizzare per i nostri progetti.” CaberlonCaroppi Italian Touch Architects

DESIGN


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Ph. S. Babic

ALDO CIBIC WORKSHOP

From Aldo Cibic Workshop comes Dots, which appears as a sort of virtual firmament; Clouds shows us the clouds in the sky through a very thin net; Arlecchino is the idea of an irregular geometric decoration with different grains that produce an effect of mystery and depth.

Da Aldo Cibic Workshop arriva Dots, che appare come una sorta di firmamento virtuale; Clouds ci mostra le nuvole nel cielo attraverso una sottilissima rete; Arlecchino è l’idea di un decoro geometrico irregolare con diverse grane che producono un effetto di mistero e di profondità.

“When it came to designing our collection, what fascinated us the most was to work on 'relief' and 'irregularities': it is very nice to see the surface of the wall when it has a bas-relief effect, and we also like the idea of experimenting with slightly irregular patterns, because for me it is the irregularity that gives a vibration, a depth, that is not found in perfect geometry. Harlequin is the idea of an irregular geometric pattern with different grains and finishes that create an effect of mystery and depth; Dots appears as a net where the different shades and intensities of colour create a virtual firmament; the inspiration of clouds is the idea of seeing clouds in the sky through a very thin net: this creates an effect of magic and particular depth.” Aldo Cibic

“Quando si è trattato di disegnare la nostra collezione, quello che ci affascinava di più era di lavorare sul ‘rilievo’ e sulle ‘irregolarità’: è molto bello vedere la superficie del muro quando ha un effetto di bassorilievo, e ci piace anche l’idea di sperimentare dei pattern leggermente irregolari, perché per me è l’irregolarità che dà una vibrazione, una profondità, che non si ritrova nella geometria perfetta. Arlecchino è l’idea di un decoro geometrico irregolare con diverse grane e finiture che creano un effetto di mistero e di profondità; Dots appare come una rete dove le diverse tonalità e intensità di colore creano un firmamento virtuale; l’ispirazione di clouds è l’idea di vedere le nuvole nel cielo attraverso una sottilissima rete: questo crea un effetto di magia e profondità particolare.” Aldo Cibic


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ALFONSO FEMIA /AF*DESIGN

Ph. F. Avandero

ALFONSO FEMIA/AF*DESIGN ha creato Wings, un gioco di strati tridimensionali con riflessi bagnati dal sole e trame iridescenti e Lucifer, piume come stratificazioni che si sovrappongono fino a comporre una magia.

ALFONSO FEMIA/AF*DESIGN has created Wings, a game of threedimensional layers with sun-drenched reflections and iridescent wefts, and Lucifer, feathers like layers that overlap to create a magic.

“WINGS. Strati tridimensionali con riflessi bagnati dal sole, iridescenze tridimensionali che subito ci immergono in trame, geometrie, sequenze, e che poco a poco ci permettono di comprendere che una struttura apparentemente aleatoria è una delle geometrie costruttive più sofisticate dell'aeronautica della natura: sono ali, non ali qualsiasi, ali di una libellula, ali di più libellule. Ci fanno ricordare che occorre avere le ali per volare, ma che si può volare anche con l’immaginazione grazie alla percezione delle stesse. Trame che diventano filigrana, filigrana che diventa tessuto, tessuto che avvolge gli spazi creando e costruendo mondi diversi. LUCIFER. Piume come stratificazioni, come superficie unitaria che si forma con il gioco sapiente di sovrapposizione di ogni singola piuma sull’altra sino a comporre una magia, una materia che ci porta altrove e ci fa volare. Piume bianche che si tingono di rosso, rendendo ambiguo e curioso il rapporto tra qualcosa che sta nascendo, o qualcosa che sta affiorando. Il colore individua il contrappunto, la passione, l’amore...sino alla trasgressione.” Alfonso Femia

“WINGS. Iridescent three-dimensional layers immerse us in textures, patterns, and sequences that gradually allow us to understand that a random structure can instead be one of the most sophisticated constructive geometries of nature’s air force: wings, a particular type of wings, the wings of a dragonfly, the wings of multiple dragonflies. They remind us that you need wings to fly, but you can also fly with your imagination thanks to the perception of the same wings. Textures that become filigree, filigree that becomes fabric, fabric that wraps spaces shaping and building different worlds. LUCIFER. Feathers as stratifications, as a unitary surface made by superimposing each feather on top of the other, creating magic that can take us elsewhere and make us fly. White feathers colored in red, create a connection between something new or emerging, with something ambiguous and curious. The color identifies passion, love, transgression.” Alfonso Femia

DESIGN


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DESIGNING SPACES TO COLLABORATE AND INNOVATE

A “SPECIAL” WORK ENVIRONMENT In these months, the workplace has experienced one of the most taxing challenges in recent history. The sudden and generalized transition to home working has changed the very way of conceiving office spaces: no longer standard work settings, but specially customized spaces. A space that offers a unique possibility: to share ideas in person. This solution is closely connected to the ability to produce innovation, which can be improved through the design of a workspace. Flexibility of working spaces and ease of sanitization are the keys to restart Offering solutions to allow people to work safely, favoring a full resumption of office activities: with these prerogatives Estel has rethought its range of Collaborative Rooms and Phone Booths. In recent months, the Italian company has worked hardly to develop a sanitation kit for its range of modular pods, in order to make them suitable for the new post-covid context: sanitization is performed through air exchange in VMC (mechanical controlled ventilation, with an inflow from 19 to 72 liters per second) integrated with a photocatalysis system capable of sanitizing almost all of the treated air, enriching it with particles that also act as sanitizers for the internal surfaces as well as for the air itself. The Phone Booth and Collaborative Room structures are made of aluminum and glass, which can be easily sanitized, while the internal surfaces can be covered with washable antibacterial fabric.

ESTEL

DESIGNING SPACES TO COLLABORATE The improvement of collaboration within a company cannot be decoupled from the design of a workspace. The following elements should be considered when designing spaces dedicated to (formal and informal) office interaction: •a coustic insulation, to ensure the privacy of work teams, and, at the same time, acoustic comfort in outdoor environments; • v isual continuity: the interaction among people is not something to be hidden, but to be placed at the center of attention, and not just symbolically speaking; • fl exible furnishings and technological equipment, which allow to freely choosing different modes of interaction based on discrete needs; •d esign choices (such as ergonomics, lighting and materials) capable of promoting a positive and productive work environment; •a ir exchange and sanitation: an essential condition to ensure high hygiene and safety standards in a shared environment. All these principles are the basis of our Collaborative Room, designed for increasingly smart, shared and multi-space offices. • 13 size options with walkable surface up to 15 square meters • Sound absorption guaranteed up to 35 dB • Variable intensity LED lighting • Internal temperature and humidity control • New air exchange and sanitization system •M ultiple furnishing solutions based on each discrete function (meeting room, space for phone calls and video conferences, break area, waiting room, etc…)


115 UN AMBIENTE DI LAVORO “SPECIALE” Negli ultimi mesi il mondo del lavoro ha dovuto attraversare una delle sfide più complesse della storia recente. Il repentino e generalizzato passaggio all’home working ha cambiato il modo di concepire gli uffici, come uno spazio che offre una possibilità unica: quella di condividere idee di persona. Modalità, questa, strettamente connessa alla capacità di produrre innovazione, che può essere migliorata attraverso la progettazione del workspace. Flessibilità degli spazi e facilità di sanificazione le chiavi per la ripartenza Offrire soluzioni per permettere di lavorare in sicurezza, favorendo una piena una ripresa delle attività in ufficio: con queste prerogative Estel ha ripensato la gamma dei Collaborative Room e dei Phone Booth. Negli ultimi mesi l’azienda Veneta ha lavorato incessantemente per sviluppare uno kit di sanificazione per la propria gamma di pod modulari, al fine di renderli adeguati al nuovo contesto post-covid: la sanitizzazione è operata tramite ricambio d’aria in VMC (ventilazione meccanica controllata, con un afflusso da 19 a 72 litri al secondo) integrato ad un processo di fotocatalisi in grado di sanificare la quasi totalità dell’aria trattata, arricchendola di particelle che fungono da sanificatori anche per le superfici interne oltre che per l’aria stessa. Le strutture di Phone Booth e Collaborative Room sono realizzate in alluminio e vetro, facilmente sanificabili, mentre le superfici interne sono rivestibili in tessuto antibatterico lavabile.

PROGETTARE GLI SPAZI PER LA COLLABORAZIONE Il miglioramento della collaborazione in azienda non può prescindere dalla progettazione del workspace. Tra gli aspetti da considerare nella progettazione di spazi dedicati all’interazione (formale e informale) vanno considerati: • i solamento acustico, necessario per garantire al contempo la privacy dei team di lavoro e il comfort acustico negli ambienti esterni; • continuità visiva: l’interazione tra le persone non è qualcosa da nascondere, bensì da porre - non solo simbolicamente - al centro dell’attenzione; •a rredi e dotazioni tecnologiche flessibili, che consentano di scegliere liberamente modalità di interazione differenti in base alle necessità; • s celte di design (come ergonomia, illuminazione e materiali) in grado di favorire un clima di lavoro positivo e produttivo; • r icambio e sanificazione dell’aria: una condizione essenziale per garantire standard igienici e di sicurezza elevati in un ambiente condiviso. Tutti questi principi sono alla base dei Collaborative Room, pensati per uffici sempre più smart, condivisi e multi space. • 13 varianti dimensionali con superficie calpestabile fino a 15 mq • Assorbimento acustico garantito fino a 35 dB • Illuminazione a led a intensità variabile • Controllo di temperatura e umidità interna • Nuovo sistema di ricambio e sanificazione dell’aria •M olteplici soluzioni di arredo in base alla funzione (sala riunioni, spazio per telefonate e videoconferenze, area break, sala d’attesa…) •M ateriali facilmente sanificabili, grazie ad alluminio, vetro e tessuti antibatterici.

HIGHLIGHTS


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RECYCLED GREY COLLECTION PEDRALI


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With “recycled grey” Pedrali presents its first collections made entirely from recycled plastic material. This extraordinary revolution has enabled the 100% Made in Italy company to achieve yet another important milestone in its quest for environmental sustainability: a new material made 50% from plastic material postconsumer waste and 50% from plastic material industrial waste. One of the two new products made from this new material is the Remind “recycled grey” chair, designed by Eugeni Quitllet. Drawing on the soft, sinuous curves of the wooden chairs of the late 19th century, reinterpreted in an innovative key, Remind’s sensual and romantic design has a completely new feel about it. Functional, versatile and relatively small, this chair is suitable for both outdoor and indoor use thanks to the combination of harmonious lines and a lightweight yet sturdy material. Odo Fioravanti, instead, has created a “recycled grey” version of his Babila XL armchair. The inspiration behind Babila XL, the latest addition to Babila family, remains the alternating rational, straight lines with curves which create a link between the artificial world of industrial products and the natural, sinuous world of the human body.

Con “recycled grey” Pedrali presenta le sue prime collezioni completamente realizzate in materiale plastico riciclato: una vera rivoluzione in grado di consentire all’azienda 100% Made in Italy di raggiungere un altro importante traguardo nel suo percorso a supporto della sostenibilità ambientale. Un nuovo materiale composto per il 50% da scarto di materiale plastico post consumo e per il 50% da scarto di materiale plastico industriale. Remind “recycled grey”, disegnata da Eugeni Quitllet, riprendendo la memoria delle curve morbide e sinuose delle sedie in legno della seconda metà del XIX Secolo e reinterpretandole in modo completamente innovativo, si caratterizza per una forma sensuale e romantica che riporta alla mente qualcosa di mai visto prima. Una sedia funzionale e versatile dalle dimensioni contenute in cui l’armonia delle linee e la leggerezza del materiale, combinate ad una forte resistenza, la rendono particolarmente adatta sia a contesti outdoor, sia a spazi indoor. Odo Fioravanti disegna invece Babila XL, disponibile anche in “recycled grey”. In Babila XL, l’alternanza di linee più razionali e rettilinee a linee curve crea un collegamento tra il mondo artificiale dei prodotti industriali e quello più naturale e morbido dei corpi umani.

HIGHLIGHTS


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GLIFO DESIGN BY VALERIO SOMMELLA & ANONIMA LUCI

PENTALIGHT


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Glifo is a projecting wall lamp. The precision and minimalism of the lamp are inspired by typographic characters, in this case glyphs, which by their symbolic nature are stylish and simple. Two metal lines define the space: a vertical element, the fulcrum of the rotation, and an oblique element that surrounds the opening angle of the lampshade, offering a point to move the lamp. At the end of the oblique varnished steel rod where the conical lampshade is located is the dimmer switch. An element whose coating can be customized with different materials such as wood wengè. A functional detail that hides the advanced technological content.

Un segno che diventa materia. Glifo è una lampada da parete aggettante. Il rigore e minimalismo della lampada è ispirato dal carattere tipografico, per l’appunto il glifo, che per sua natura simbolica è stilizzato ed essenziale. Due linee di metallo definiscono lo spazio: un elemento verticale, fulcro della rotazione, e un elemento obliquo che circoscrive l’angolo di apertura del diffusore offrendo un punto di presa per muovere la lampada. All’estremità dell’asta obliqua in acciaio verniciato su cui poggia il diffusore conico è presente l’interruttore dimmerabile. Un elemento il cui rivestimento può essere customizzato e realizzato con diversi materiali come il legno wengè. Un dettaglio funzionale che al suo interno nasconde un elevato contenuto tecnologico.

HIGHLIGHTS


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HIGH PERFORMANCES TECHNICAL PRODUCTS

RAK Ceramics has always been at the forefront in producing Technical GP Tiles and in opening up new perspectives in the field of major projects, both for residential and commercial. 3 are the new collections included in the high performance product range: Valley Stone, Lava Concrete and Curton. All of them are produced in full body porcelain stoneware, which allow unlimited applications thanks to their technical characteristics. Ideal for projects and applications in high traffic areas, such as shopping centers, airports, public and private offices. The full-body makes them resistant to abrasions and the most intense stresses as well as to the most diverse climatic conditions: sand, ice, wet. In the residential sector they are used both indoor and outdoor.

RAK CERAMICS

In particular, the collections have special Antislip characteristics. Valley Stone and Lava Concrete are in fact equipped with an innovative Antislip technology called Barefoot Plus which makes the product antislip (R11) once the surface is in wet conditions. In practice, the technology increases friction in wet conditions, making them ideal for applications such as outdoor or indoor where wet conditions can occur. Curton, on the other hand, has a structured decoration with an R11 value in the range which also makes it applicable outdoors or in potentially slippery areas such as high traffic passageways.


121 RAK Ceramics è sempre stata all’avanguardia nella proposta di prodotti Tecnici in Gres Porcellanato, in grado di aprire nuove prospettive nel campo dei grandi progetti, sia residenziali che commerciali. 3 sono le novita’ all’interno della gamma High Performance: Valley Stone, Lava Concrete e Curton. Tecnicamente sono prodotti in gres porcellanato fullbody, che consentono applicazioni illimitate grazie alle loro caratteristiche tecniche. Ideali per progetti e per applicazioni in zone ad alto traffico, come centri commerciali, aeroporti, uffici pubblici e privati. Il fatto di essere a tutta massa, li rende resistenti alle abrasioni ed agli stress piu’ intensi oltre che alle condizioni climatiche piu’ disparate: sabbia, ghiaccio, bagnato. Nel residenziale trovano

applicazione sia indoor sia outdoor. In particolare le novita’ presentano speciali caratteristiche Antislip. Valley Stone e Lava Concrete sono infatti dotate di una innovativa tecnologia Antislip denominata Barefoot Plus che rende il prodotto antislip (R11) quando la superficie si trova in condizioni di bagnato. In pratica la tecnologia aumenta l’attrito in condizioni di bagnato, facendole diventare ideali per applicazioni come outdoor o indoor dove possono verificarsi condizioni di bagnato. Curton ha invece in gamma un decoro strutturato con valore R11 che lo rende anch’esso applicabile outdoor o in zone potenzialmente scivolose quali aree di passaggio ad alto traffico.

CURTON

LAVA STONE

VALLEY STONE

HIGHLIGHTS


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VANITY CORNER BEAUTY DESIGN GIUSEPPE BAVUSO

Vanity is a self-supporting element designed to integrate with Rimadesio walk-in and storage systems (Modulor, Abacus, Cover, Cover Freestanding and Dress Bold) thanks to its design that is always custom-made in height and depth. Width 1500 mm. It can be positioned in linear compositions, with internal/external corner or as a terminal element. It provides a countertop in wood and a composition of storage units which can be hidden thanks to a mirrorcoated door equipped with vertical sliding. The beauty corner also includes two top glass shelves, the internal mirror and an optional led system that enhances volumes and surfaces. The variety of materials and finishes allows a perfect

RIMADESIO

integration of Vanity in Rimadesio walk-in closets and storage systems: the top, the lower back panel and the storage units are made of wood (noce or rovere termotrattato). Aluminium components on the vertical uprights, the slats of the storage units and top shelves are available in the 46 colours of the Ecolorsystem range. Maximum customization also for the inner sides and the upper back panel, which can be made in glass (glossy and mat lacquered, diamante, reflex), Lux and Material fabric, synthetic leather and Litech, in a full range that includes 129 finishes. Vanity fits perfectly in the Modulor wall paneling system, here presented in the new glass diamante bronzo finish.


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Vanity è un elemento autoportante studiato per integrarsi con i sistemi armadio della collezione Rimadesio (Modulor, Abacus, Cover, Cover Freestanding e Dress Bold) grazie a una realizzazione sempre su misura in altezza e profondità e una larghezza fissa di 1500 mm. Posizionabile in composizioni lineari, ad angolo interno, esterno o come elemento terminale, prevede un piano d’appoggio in essenza e una composizione di vani portaoggetti occultabile grazie a un’anta rivestita a specchio e dotata di scorrimento verticale. Completano l’angolo beauty i due ripiani superiori in vetro, la specchiera interna e un sistema led opzionale che esalta volumi e superfici.

La varietà di materiali e finiture consente una perfetta integrazione di Vanity negli ambienti notte: il piano, lo schienale inferiore e i vani portaoggetti sono realizzati in essenza (noce o rovere termotrattato). Le componenti in alluminio presenti sui montanti verticali, i listelli dei contenitori e i ripiani superiori sono disponibili nei 46 colori della gamma Ecolorsystem. Massima personalizzazione anche per i fianchi interni e lo schienale superiore, realizzabili in vetro (laccato lucido e opaco, diamante, reflex), tessuto Lux e Material, similpelle e Litech, in una gamma completa che comprende 129 finiture. Vanity si inserisce perfettamente nella boiserie Modulor, qui presentata nella nuova finitura vetro diamante bronzo.

HIGHLIGHTS


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ART EXHIBITION REVIEW PLATFORM INTERNATIONAL EXHIBITIONS REVIEW ARTE&DESIGN PLATFORM INTERNATIONAL

PRAGUE TOMORROW? PRIORITIES IN PRAGUE

CAMP - CENTER FOR ARCHITECTURE AND METROPOLITAN PLANNING, PRAGUE

ISTANBUL DESIGN

BIENNALE 2020

CHEN ZHEN SHORT-CIRC U I T S PIRELLI HANGAR BICOCCA,MILAN

MEMPHIS: PLASTIC FIELDS MK GALLERY, MILTON KEYNES

Formosa, perpetual wall calendar in plain - anodized aluminium and lithographed PVC - 31.5 x 31.5 cm. Danese Milano

ENZO MARI

CURATED BY HANS ULRICH OBRIST TH TH

17 OCTOBER 2020 - 18 APRIL 2021 PROJECT

TI BERGAMO TSUYOSHI TANE ARCHAEOLOGY OF THE FUTURE IN THE FOREST EVEN THE AIR BREATHES

S AM SWISS ARCHITECTURE MUSUM, BASEL


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CRISTINA BIGLIATTI Just two days before Enzo Mari's death, the Triennale di Milano inaugurates the retrospective dedicated to one of the main masters and theoreticians of Italian design. Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli documents through projects, models, drawings and often unpublished materials from the Mari Archive recently donated to CASVA - Centro di Alti Studi sulle Arti Visive del Comune di Milano, over 60 years of activity of the great designer. The exhibition project is divided into a historical section and a series of contributions by international artists and designers - Adelita Husni-Bey, Tacita Dean, Dominique Gonzalez-Foerster, Mimmo Jodice, Dozie Kanu, Adrian Paci, Barbara Stauffacher Solomon, Rirkrit Tiravanija, Danh Vō and Nanda Vigo, as well as Virgil Abloh for the merchandising project - invited to pay homage to Mari through site-specific installations and new works specially commissioned. A special contribution is the one by Nanda Vigo, who in her new work, conceived for the exhibition before her death, reinterprets with light two of Mari's most

1961, The Nature Series - No. 1: the apple with Elio Mari - silk-screen print on texilina paper 112 x 112 cm - Danese Milano. Ph. Danese Milano

famous works, the 16 animals and the 16 fish. The historical section is developed starting from the rearrangement of the author's latest exhibition project, Enzo Mari. L'arte del design, held at GAM, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea in Turin in 2008-2009, for which Mari himself was responsible for the curatorship, installation and catalogue. The exhibition, born from the constant exchange and dialogue over the years between Mari himself and Hans Ulrich Obrist, ends with a series of video interviews made by the curator, which testify to Mari's constant ethical tension, his theoretical depth and extraordinary ability to give shape to the essential.

A soli due giorni dalla scomparsa di Enzo Mari, la Triennale di Milano inaugura la retrospettiva dedicata ad uno dei principali maestri e teorici del design italiano. Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli documenta attraverso progetti, modelli, disegni e materiali spesso inediti, provenienti dall’Archivio Mari recentemente donato al CASVA - Centro di Alti Studi sulle Arti Visive del Comune di Milano, oltre 60 anni di attività del grande designer. Il progetto espositivo è articolato in una sezione storica e in una serie di contributi di artisti e progettisti internazionali – Adelita Husni-Bey, Tacita Dean, Dominique Gonzalez-Foerster, Mimmo Jodice, Dozie Kanu, Adrian Paci, Barbara Stauffacher Solomon, Rirkrit Tiravanija, Danh Vō e Nanda Vigo, oltre a Virgil Abloh per il progetto di

Nanda Vigo - Lo zoo di Enzo 2020, © Triennale Milano - Ph.Gianluca Di Ioia

merchandising – invitati a rendere omaggio a Mari attraverso installazioni sitespecific e nuovi lavori appositamente commissionati. Un contributo particolare è quello di Nanda Vigo che nell’opera inedita, ideata per la mostra prima della sua scomparsa, reinterpreta con la luce due dei lavori più celebri di Mari, i 16 animali e i 16 pesci. La sezione storica si sviluppa a partire dal riallestimento dell’ultimo progetto espositivo dell’autore, Enzo Mari. L’arte del design, tenutosi alla

GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino nel 2008-2009, di cui Mari stesso aveva seguito la curatela, l’allestimento e il catalogo. La mostra, nata dal costante scambio e dialogo intercorsi negli anni tra Mari stesso e Hans Ulrich Obrist, si conclude con una serie di video interviste realizzate dal curatore, che testimoniano la costante tensione etica di Mari, la sua profondità teorica e la straordinaria capacità progettuale di dare forma all’essenziale.

1957, 16 animals - interlocking game produced by Danese Milano in wood in 1959 and later in polyurethane, 5.5 x 36 x 27 cm - Danese Milano

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ART EXHIBITION REVIEW PLATFORM INTERNATIONAL EXHIBITIONS REVIEW ARTE&DESIGN PLATFORM INTERNATIONAL Organizzata dalla Istanbul Foundation for Culture and Arts (İKSV) e curata da Mariana Pestana, la 5° Istanbul Design Biennial si svolgerà dal 26 settembre all'8 novembre 2020. Si terrà con il titolo Empathy Revisited: designs for more than one, la biennale invita tutti i partecipanti di tutto il mondo a rispondere all'open call.

his country of origin with those of the places with which he comes into contact, in a fluid and constant exchange between Eastern and Western thought.

Wenceslas Square (Václavské náměstí) JAKUB CIGLER ARCHITEKTI a.s.

PRAGUE TOMORROW? PRIORITIES IN PRAGUE 23RD SEPTEMBER - 20TH DECEMBER 2020 CAMP - CENTER FOR ARCHITECTURE AND METROPOLITAN PLANNING, PRAGUE Exhibition is part of a recurring exhibition cycle called "Prague Tomorrow?" in which are presented development and construction projects that would change the face of Prague significantly over the following years if they were completed. In the current exhibition, this notion is more than apt since it focuses on projects that would change Prague in an especially major way. La mostra fa parte di un ciclo espositivo periodico chiamato "Praga domani?" in cui vengono presentati progetti di sviluppo e costruzione che, se venissero completati, cambierebbero significativamente il volto di Praga negli anni successivi. Nell'attuale mostra, questa nozione è più che azzeccata, poiché si concentra su progetti che cambierebbero Praga in modo particolarmente importante.

Chen Zhen, Fu Dao / Fu Dao, Upside-down Buddha / Arrival at Good Fortune, 1997. Veduta dell’installazione: CCA – Center for Contemporary Art, Kitakyushu, 1997. Courtesy GALLERIA CONTINUA. © ADAGP, Parigi. Foto: Chen Zhen. Credit: Gabriele Basilico - Casa della Libertà, 1998. Dono dell'artista e ACEB, Bergamo. GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

TI BERGAMO. IN THE FOREST EVEN THE AIR BREATHES 1ST OCTOBER 2020 - 14TH FEBRUARY 2021 GAMEC, BERGAMO The exhibition is the result of the emotional short-circuit triggered by the convergence of dramatic events and gestures of solidarity that occurred in the city during the health crisis linked to the spread of the Coronavirus. The project takes its title from the drawing made and donated to the museum by Romanian artist Dan Perjovschi in support of the fundraising campaign for the Pope John XXIII Hospital that GAMeC promoted during the emergency. La mostra scaturisce dal cortocircuito emotivo innescato dalla convergenza di eventi drammatici e gesti di solidarietà che si sono manifestati in città durante la crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Il progetto trae il titolo dal disegno realizzato e donato al museo dall’artista rumeno Dan Perjovschi a sostegno della campagna di raccolta fondi per l’Ospedale Papa Giovanni XXIII che la GAMeC ha promosso nel corso dell’emergenza.

TSUYOSHI TANE: ARCHAEOLOGY OF THE FUTURE 17TH OCTOBER 2020 - 28TH FEBRUARY 2021 S AM SWISS ARCHITECTURE MUSUM, BASEL

Short-circuits is conceived as an immersive exploration of the complex artistic research of Chen Zhen (1955, Shanghai - 2000, Paris), whose production paradigmatically reflects his desire to find a visual synthesis that integrates the aesthetic characteristics of

What role can architecture play in mediating between the past and the future? This is a question that the architect Tsuyoshi Tane has consistently engaged with throughout his international body of work. Each project the Atelier Tsuyoshi Tane Architects begins meant to excavate the memories embedded in a place and integrate these into the creative process: a method the architect terms the ‘Archaeology of the Future’.

ISTANBUL DESIGN BIENNALE 2020 26TH SEPTEMBER - 8TH NOVEMBER 2020 CHEN ZHEN. SHORT-CIRCUITS ISTANBUL 15TH OCTOBER 2020 - 21ST FEBRUARY 2021 Organized by the Istanbul Foundation PIRELLI HANGAR BICOCCA, MILAN for Culture and Arts (İKSV) and curated by Mariana Pestana, the 5th Istanbul Design Biennial will take place on 26 September – 8 November 2020. To be held with the title Empathy Revisited: designs for more than one, the biennial invites everyone from around the world to respond to the open call.

PROJECT

Short-circuits è concepita come un’esplorazione immersiva nella complessa ricerca artistica di Chen Zhen (1955, Shanghai – 2000, Parigi), la cui produzione riflette in maniera paradigmatica il suo desiderio di trovare una sintesi visiva che integri le caratteristiche estetiche del suo paese di origine con quelle dei luoghi con cui entra in contatto, in uno scambio fluido e costante tra pensiero orientale e quello occidentale.

Credit: Hirosaki Museum of Contemporary Art / Hirosaki, Japan / 2020, photo: Daici Ano

Quale ruolo può svolgere l'architettura nella mediazione tra passato e futuro? Questa è una domanda con cui l'architetto Tsuyoshi Tane si è costantemente impegnato in tutto il suo lavoro internazionale. Ogni progetto dell'Atelier Tsuyoshi Tane Architects inizia con l'intento di scavare nelle radicate memorie di un luogo e di integrarle nel processo creativo: un metodo che l'architetto definisce "Archeologia del futuro".

OTHER EXHIBITIONS

BACK TO NATURE. ARTE CONTEMPORANEA A VILLA BORGHESE 15TH SEPTEMBER - 13TH DECEMBER 2020 VILLA BORGHESE, ROME ATTRAVERSO LE AVANGUARDIE GIUSEPPE NICCOLI / VISIONE E CORAGGIO DI UNA GALLERIA 19TH SEPTEMBER 2020 - 21ST FEBRUARY 2021 APE PARMA ARCHITETTURA: “LO SPAZIO MORALE. ARCHITETTI NELLA COOPERAZIONE TRA SOLIDARIETÀ E SOSTENIBILITÀ” 25TH SEPTEMBER - 31ST DECEMBER 2020 ITINERANT EXHIBITION, ITALY NAVIGANTI. A JOURNEY INTO SANLORENZO'S SHIPYARDS 19TH OCTOBER - 15TH NOVEMBER 2020 STILL FOTOGRAFIA, MILAN BEAZLEY DESIGNS OF THE YEAR 2020 21ST OCTOBER 2020 - 28TH MARCH 2021 DESIGN MUSEUM, LONDON MEMPHIS: PLASTIC FIELDS 21ST NOVEMBER 2020 - 24TH APRIL 2021 MK GALLERY, MILTON KEYNES ROBOT. THE HUMAN PROJECT 26TH NOVEMBER 2020 - 28TH MARCH 2021 MUDEC, MILAN ARTHUR JAFA 9TH DECEMBER 2020 - 9TH MAY 2021 LOUISIANA MUSEUM OF MODERN ART, COPENHAGEN


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Colophon La rivista Platform Architecture and Design è stata riconosciuta dall’Agenzia Nazionale di Valutazione Universitaria (ANVUR) come rivista scientifica per le discipline della Progettazione architettonica e urbana (SSD ICAR/14-15-16). In virtù dell'analisi del triennio 2016-2018 la classificazione si applica retroattivamente a partire dal primo numero del 2016. La rivista applica la peer review con il sistema del doppio cieco sottoponendo al processo tutti gli articoli inviati in redazione. The magazine Platform Architecture and Design has been recognized by the Italian Agency for University Evaluation (ANVUR) as a scientific journal for the disciplines of architectural and urban design (SSD ICAR/14-15-16). By virtue of the analysis of the three-year period 2016-2018 the classification applies retroactively from the first issue of 2016. The magazine applies peer review with the double blind system for all articles submitted to the editorial staff.

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ISSN 2420-9090


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