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Satira e vignette su Expo & dintorni Con la partecipazione di: Mauro Biani Sergio Staino Franco Cappelletti Claudio Fois Carlo Gubitosa Gianfalco Franco Stivali Fulvio Fontana Enrico Biondi Fabio Magnasciutti Marco Scalìa Marco De Angelis Andrea Pecchia Danilo Maramotti Bruno Bozzetto Passepartout Lele Corvi Darix Beppe Mora Franco Portinari Paolo Marengo Lido Contemori Pietro Vanessi Giulio Laurenzi Stefano Trucco Gianni Burato Milko Roberto Mangosi Marco Vuchich Frago Tauro L’Evento mediatico dell’Anno commentato Davide Ceccon Alessio Spataro da 35 firme della satira italiana Luca Ricciarelli Diz
EXBOH © Pietro Vanessi e Passepartout Grafica e impaginazione: PV Questa è un’edizione auto-prodotta a tiratura limitata fuori commercio protetta da ©copyright 2015 e pubblicata in edizione specialee limitata. I testi e le opinioni espresse in questo catalogo sono opera degli artisti che le hanno espresse in loro totale libertà e se ne assumono la piena responsabilità.
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Pietro Vanessi
EXPO de che? Sarà l’età o sarà il fatto che se ne sono viste ormai di tutti i colori, fattostà che io, per non sapere né leggere né scrivere... diffido. A priori ma diffido. Diffido quando una cosa (evento, trasmissione, serata o cena di gala che sia) viene troppo strombazzata a destra e manca e ci martella timpani, occhi e zebedei ricordandoci a tambur battente giorno, ora e data di quella cosa lì. Diffido quando al bar, in fila alla Posta o in coda dal medico della mutua non senti parlar d’altro. Perfino dal primario mentre si infila i guanti per l’intervento. Mi puzza il naso quando vedo giornalisti, vips e filosofi battibeccare sui talk show televisivi su pro e contro, sempre di quella cosa lì, con serate interminabili e plastici di Bruno Vespa che ricostruiscono la corteccia cerebrale degli italiani lobotomizzati sull’argomento. Mi muovo guardingo e rasente i muri, quando vengo tirato in ballo anche tra gli amici, nei famosi happyhours o nei più ridimensionati dopo cena... con le camice slacciate e le cravatte allentate, con l’amaro a rimirar le stelle. Questo continuo deragliare l’attenzione verso “qualcosa” che ha il sapore del fumo negli occhi, depistando la gente per permettere al Potere Cattivo di muoversi indisturbato e silente a fare “altro”... a me un po’ inquieta. Non so voi. Eccesso di “visionarietà orwelliana”? Sindome da “complottismo carbonaro” per cui tutto ormai non sarebbe altro che un’enorme boicottaggio sociale, politico e culturale ai danni del “popolo bue”? Ammetto, ci sarà anche un po’ anche questo, ma quando abbiamo avuto l’idea di presentare una mostra di satira a tema Expo, ho capito che il mio atteggiamento di diffidenza era condiviso assieme ad altri vignettisti e soprattutto “persone” come noi. E siccome noi per natura “diffidiamo” anche delle facili etichettature e dai facili entusiasmi, possiamo dirvi che a noi questa Expo puzza di sòla lontano un miglio? Riusciranno i fatti, per una volta, a smentirci? Abbiamo sei mesi davanti e in sei mesi può davvero succedere di tutto...
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Carlo Gubitosa
Dubbi e perplessità sul Circo EXPO Un tempo le esposizioni universali raccoglievano il meglio di quello che l'umanità era in grado di esprimere. Poi l’hanno voluta fare a Milano, e la tradizione si è confermata con l’espressione più sincera di un popolo semianalfabeta (dove solo un adulto su due legge libri), devastato dalla corruzione, capace di ogni genere di cialtronerie, e campione di bufale attive e passive, in grado di inventare le cose più assurde e di crederci convintamente. Sull’ignoranza c'è poco da dire: ognuno ha quella che si ritrova, e in base a quella deciderà se l'incontro col cibo è finalizzato a immergersi in altre culture, scoprire nuove tradizioni e interrogarsi sulla sostenibilità dei nostri consumi alimentari, o più semplicemente a vincere la prossima gara di rutti. Passiamo alla corruzione: un tempo, quando ancora esisteva un “etica delle tangenti”, per ogni metro di asfalto posato con soldi pubblici si facevano viaggiare chili di banconote destinate a funzionari compiacenti, ma comunque i progetti venivano portati a termine (a parte la Salerno-Reggio Calabria). Oggi l’evoluzione della specie italica ci ha portato verso la tangente sull’immaginario: soldi reali fatti circolare per opere virtuali. Come il fantomatico Ponte di Messina, cornucopia che ha elargito milioni di euro per consulenze e studi di fattibilità senza smuovere neppure un grammo di terreno, e come l'80% dei cantieri legati all’Expo meneghino, che a un mese dall’apertura (secondo i dati di Openexpo 2015) non sono ancora stati realizzati, e che probabilmente in alcuni casi non saranno ultimati neppure dopo la chiusura della kermesse. Il tutto dopo che la Corte dei Conti ha chiesto di assicurare “la legalità delle procedure di affidamento delle opere e dei servizi”, lasciando a noi il compito di osservare che quando si chiede qualcosa, generalmente vuol dire che non c'è. Aggiungiamo che il responsabile del “Padiglione Italia” ha
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poi patteggiato tre anni di reclusione (diventati sei mesi ai domiciliari) per aver truccato appalti in cambio di contratti fittizi di consulenza a favore del figlio, mentre a 18.500 giovani è stato chiesto di lavorare gratis per salvarli dalla terribile piaga del lavoro nero. Tutto ciò ci permette di concludere che per quanto riguarda il binomio corruzione e cialtronerie, l'Italia è degnamente rappresentata davanti al mondo. E le bufale? La prima riguarda l’ “orda di devastatori che ha messo a soqquadro Milano per inseguire una ideologia”. Col passare dei giorni si è scoperto che l’ “orda” era uno sparuto gruppo di incazzati non sovrapponibile alle migliaia di persone che avevano qualcosa da ridire sull'Expo, che le “devastazioni” erano semplici danneggiamenti simili a quelli che fanno da contorno settimanale alle partite di calcio, e che l’“ideologia” per molti è stata un confuso disagio sociale condito da rabbia esistenziale, che ha spinto alcune persone a far coincidere l'estetica del paesaggio urbano con quella del proprio paesaggio mentale in rovina. A questa si è aggiunta la bufala dei “volontari delle spugnette”, i cittadini che avrebbero deciso di ripulire i muri di Milano con un moto spontaneo di mobilitazione. Una bella favola a cui ha creduto tutta l’Italia, compreso il sottoscritto, con la voglia di illudersi che in fin dei conti c’è uno zoccolo duro di popolazione civile pronta a prendersi carico della cosa pubblica. I retroscena di queste pulizie sono emersi quando un commandos di “White Bloc” armati di rullo e vernice si sono dati appuntamento nella zona del Parco Sempione per seppellire sotto la tinta unita uno storico murales dell'artista Pao, una opera di “street art” che tutti i cittadini di quel quartiere conoscevano e apprezzavano. Nel polverone sollevato da questo atto di vandalismo buonista si è scoperto che la “pasionaria” alla guida del commando di verniciatori era una addetta stampa del PD presso la regione Lombardia che già in passato si era distinta per il suo accanimento monocolore contro l’arte murale (anche al netto delle
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“devastazioni”), e che i cittadini “scesi spontaneamente in strada”, in realtà sarebbero stati convocati dallo stesso PD, usando in modo poco ortodosso gli indirizzari email raccolti in occasione delle primarie vinte da Giuliano Pisapia. E di fronte a questo teatrino di bufale, dove i buoni e i cattivi sono personaggi di una medesima commedia dell'arte, emerge la grandezza di un popolo con una bella testa, capace di sfornare dal nulla con grande fantasia storie e personaggi inesistenti, e con un cuore talmente grande da credere a tutto quello che riusciamo a inventarci. In alternativa alla testa e al cuore, possiamo considerare il racconto fantasioso dei fatti e dei personaggi di Milano come il prodotto della faccia tosta necessaria a produrre panzane e della zucca vuota necessaria a contenerle. Ma alla fine il risultato non cambia. In estrema sintesi, per quanto se ne possa parlare male, l’Expo di Milano è stata la più grande celebrazione internazionale del nostro popolo di semianalfabeti, imbroglioni, contaballe e creduloni. Di più e di meglio non si poteva fare: se non ci piace la nostra immagine nello specchio, la colpa è della nostra faccia: non prendiamocela col riflesso.
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Roberto Mangosi
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Enrico Biondi
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Fulvio Fontana
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Gianfalco
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Mauro Biani
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Marco De Angelis
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Franco Stivali
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Franco Portinari
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Lele Corvi
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Danilo Maramotti
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Bruno Bozzetto
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Giulio Laurenzi
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Claudio Fois
Viva l’EXPO! Premetto subito che io sono un fan sfegatato di Expo, quindi da me sentirete solo parole di elogio. E tra l’altro fa parte della terapia consigliatami dal mio analista immaginario. La terapia consiste nel ripercorrere mentalmente tutti i giorni tre volte al giorno, le tappe di questo meraviglioso evento. Mi tiene lontano dall’istinto suicida e dal votare PD. Il dottore mi ha spiegato perché distingue le due cose ma sinceramente non ho ancora capito. Ma iniziamo il viaggio. 1 Il tema: “Nutrire il pianeta”. Tutti quelli coinvolti negli scandali legati alla costruzione di Expo hanno cominciato col nutrire sé stessi. Ma è giusto. Da qualcuno bisognava pur cominciare, e loro non fanno forse parte del pianeta? 2 Il rush finale prima dell’apertura. Ma che miracolo è stato di efficienza? Dio all’epoca per fare il suo, ci mise più tempo! Ed era Dio. Il quale comunque, nelle parole degli operai che a causa di terzi hanno dovuto lavorare 24 su 24, sarà stato certamente molto presente. 3 L’inaugurazione. Il primo maggio, festa del lavoro (be’, più che altro ultimamente una commemorazione). I lavori non erano tutti ultimati. La cosa brutta era che con certi padiglioni finiti, tipo quello italiano, non si capiva bene la differenza, però alla fine in qualche modo si è partiti davvero. L’inaugurazione è stata spettacolare. Bocelli che cantava, Clerici e Bonolis che presentavano, il tutto in mondovisione. Una genialata mica da poco per dissuadere le migrazioni incontrollate!
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4 I merd-bloc (mi pare si chiamino così, non so bene l’inglese). Dare fuoco ad un’auto per fermare l’Expo è come spezzare uno spazzolino da denti per bloccare la Monsanto. Qualcuno dice che sono mandati dal governo per creare disordini. Suvvia… ma non basta per questo Alfano ministro degli interni? 5 Dentro l’Expo. Già solo l’Albero della Vita con quei giochi d’acqua, le luci colorate e tutto l’ambaradam costato milioni è un bel messaggio per il Terzo Mondo. Cioè, gli stiamo dicendo: “Vedete? non vi consideriamo inferiori, vi pigliamo per il culo come fossimo alla pari”. È bello, non c’è falso pietismo. 6 I contenuti. Cosa dire… Si possono fare delle esperienze mai viste, tipo mangiare il pesce palla o gustare il coccodrillo. Si era pensato di introdurre un padiglione dove potere assaporare un’Italia gestita da un governo normale ma questo violava le norme vigenti qui da noi, per cui niente. 7 Menzione speciale per il padiglione Italia. Un capolavoro. È un omaggio alla fantasia e alla creatività italiane. Infatti per immaginare che sia finito e che dentro ci sia qualcosa di interessante il fruitore si deve creare un mondo tutto suo. Le sostanze lisergiche aiutano, ma la quantità deve essere parecchia. 8 Considerazione finale. È un pazzo chi non comprende che l’Expo è una grande opportunità per tutti gli italiani. Ma ci pensate? Sono previsti venti milioni di visitatori. E quando ci ricapita? È semplice: basta seguirli e quando stanno per partire zac! ci infiliamo tra i bagagli. Evadiamo dal Paese! Ci facciamo adottare, non so, qualcosa ci inventeremo… siamo stati capaci di inventarci che questo è un Paese capace di fare un’Esposizione Universale all’altezza di altre nazioni… farci venire in mente qualunque altra cosa, sarà una bazzecola.
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Pietro Vanessi (PV)
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Milko
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Sergio Staino
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Dario De Simone (Darix)
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Fabio Magnasciutti
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Marco Vuchich (Vukic)
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Lido Contemori
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Stefano Trucco
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Marco ScĂ lia
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Paolo Marengo
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Gianni Burato
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Andrea Pecchia
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Beppe Mora
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Frago
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Davide Ceccon
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Passepartout
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Diz (Giorgio Di Zenzo)
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Alessio Spataro
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Luca Ricciarelli
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Franco Cappelletti
EXPO 2125: Nutrire la Galassia! Virgilio 7.0: “Allora, Santità Tarcisiobertone VII, è pronto a mangiare cose che voi umani non potete nemmeno immaginare? Tarcisiobertone VII: “Senz'altro, mio caro Virgilio 7.0, anche se dopo i Bestioni di Orione alla griglia credo che sarà molto difficile sorprendermi di delizie. Però devo ammettere che ho apprezzato molto l'idea di sua Maestà Renzo Silvio IV: affidare tutta la gestione dell'Expo Milano - Torino - Genova 2115 a voi Replicanti, abbattendo i costi del 2000%, e permettendo così di incamerare i ricavi al 99% per le bustarelle, invece delle solite misere percentuali. V7.0: “Eccoci, Santità, nel primo astropadiglione. Qui abbiamo il cibo dei Vegani. TVII: “Passiamo oltre, Virgilio, io detesto mangiare a verdurine!” V7.0; “Verdurine??? Ma gli abitanti di Vega sono carnivori puri!” TVII: “Azz, avevo frainteso! Allora diamogli da mangiare Jeeg Robot d'acciaio! Carne in scatola! Ah ah ah! E quel cuoco vestito di nero chi cacchio è? Diego de la Vega??? Ah ah ah come Papa sono proprio una sagoma!” V7.0: “Eccoci ora la padiglione di Alpha Centauri. TVII: “E questi cosa si magnano?” V7.0: “Sono onnivori, mangiano un po' di tutto, tranne carne di cavallo e umana...E ora la porto in un padiglione molto speciale: pensi, in questo padiglione si possono assaggiare tutti i prodotti della terra non modificati geneticamente! TVII: “Ma veramente??? E sono commestibili???” V7.0: “Secondo alcuni scienziati sembrerebbe di sì.
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Pensi che addirittura qualche studioso ritiene che una volta si mangiassero comunemente, e nonostante ciò l'uomo non si è mai estinto!” TVII: “Pazzesco! Allora forse i dinosauri si sono estinti perché mangiavano quel cibo e avevano lo stomaco più delicato... Comunque assaggiamo qualche piattino...ehi, ma sono buonissimi!!!” V7.0: “Eh no, non li deve mangiare così al naturale, ci deve aggiungere questa salsina al fiele di mandrillo, sentirà ora che schifezza”. TVII: “Sì è vero, così fanno proprio schifo. Ma perché bisogna mangiarla con quella salsina schifosa?” V7.0: “Boh, perché i biotecnologi han detto di fare così, e mica vorrete contrariarli?” TVII: “In effetti...” V7.0: “Ma eccoci finalmente nel padiglione centrale dell'Expo!” TVII: “Ehi, ma qui ci sono solo gli Aliens! Come mai?” V7.0: “Semplice, Santità, il tema dell'Expo è nutrire la galassia, ma ormai la galassia serve a nutrire gli Aliens. Ora, Eminenza, se si vuole accomodare sotto a quella specie di piccola piovra...” It's the end of the world as we know it...
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