Il granoturco

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VII. - Scelta e preparazione del seme - Selezione empirica Precocità e produttività - Sementi incrociate di prima generazione. La più semplice espressione a cui può ridursi l’operazione di scelta e preparazione del seme è quella del prelevamento tale e quale del fabbisogno per sementa dal mucchio del granoturco sgranato e vagliato pronto per la macina. Non sembri questa una banale facezia perché, purtroppo, sono moltissimi i casi e vaste le plaghe dove questa è la procedura predominante e generale. IMPORTANZA DELLA SCELTA E PREPARAZIONE

DEL SEME.

— Non vi è nulla di più delicato, in una coltura, che la scelta e la preparazione del seme, perché da esso avranno origine le piante che sono, in fin dei conti, paragonabili a macchine produttrici di granella, elaboranti i fattori della fertilità del suolo, l'aria, l'acqua, il calore e la luce, con i loro organi assimilatori. Già nel seme è predestinata l'attitudine produttiva della futura pianta. E per questo chi fa una accurata e razionale scelta e preparazione del seme, a parità di altre condizioni si mette già in condizioni più favorevoli e privilegiate rispetto a chi opera alla carlona, come è detto in principio. UNA BUONA PROCEDURA. — In molti posti si usa scegliere addirittura le migliori pannocchie prima della sgranatura e queste vengono conservate con cura fino alla fine dell'inverno, nella imminenza delle semine, in ambiente propizio, sano ed asciutto, ventilato, non troppo freddò, al riparo dai danneggiamenti dei topi e degli insetti dei granai. Allora si fa una seconda e più rigorosa scelta, poi si usa scartare i semi della punta e della base di ogni pannocchia e infine si procede alla sgranatura a mano per non offendere gli embrioni. La semente è così pronta per la semina. 128


Questa procedura è buonissima e si può rendere ancora migliore nel caso che si faccia, come alcuni effettivamente fanno, la prima scelta delle pannocchie già sul campo preferendo quelle inserite basse sulle piante più robuste e sane di medio sviluppo e di caratteristiche normali, poste in condizioni normali di fertilità e di investimento. MIGLIORAMENTO SEMENTI.

DELLA

CAPACITÀ

PRODUTTIVA

DELLE

— È peraltro consigliabile di non limitarsi alla pura e semplice preparazione razionale del seme togliendolo dalla coltivazione comune, ma di procedere ad una vera e propria opera di miglioramento della capacità produttiva delle sementi. Il granoturco è una pianta a normale fecondazione incrociata, per cui la selezione razionale per la purificazione delle stirpi e l'isolamento di quelle di maggior valore deve farsi per mezzo della autofecondazione artificiale, ripetuta per parecchie generazioni, e di altre delicatissime operazioni che non possono e non devono essere assunte dal pratico agricoltore. Vi sono però altri mezzi che possono essere alla portata di tutti, quali il miglioramento empirico di razza per linee esclusivamente materne e la produzione e l'uso della cosidette sementi incrociate. Il primo costituisce un miglioramento in prevalenza qualitativo delle attitudini produttive della razza; il secondo un miglioramento in prevalenza quantitativo: l'uso simultaneo o successivo di questi due mezzi si risolve in un miglioramento tanto qualitativo che quantitativo che apporta il massimo vantaggio. Miglioramento empirico di varietà locali. Intendiamo esporre due metodi di miglioramento, tutti due riconducibili a quel metodo americano di selezione per linee materne che è detto ear-to-row cioè « una pannocchia ogni fila » e fu ideato da HOPKINS. Il primo metodo è stato modificato prima da Williams e perfezionato poi da Montgomery: lo consigliamo per chi 129


volesse migliorare una varietà di particolare interesse anche a scopo di commercio di sementi. Il secondo metodo è più semplice e fu suggerito da HAYES e GARBER per quei pratici agricoltori che pensano di prepararsi con poco studio e fastidio delle buone sementi destinate esclusivamente ai propri campi. *** HAYES e GARBER, nel loro libro sulla selezione delle piante, dal quale togliamo le istruzioni che seguono, dicono che « non vi sono esperienze le quali dimostrino in modo conclusivo che dalla continua selezione per mezzo di ear-to-row possa attendersi una produzione sensibilmente più alta che dalla comune scelta della semente in una parcella speciale d'allevamento. Però questo sistema, applicato ad una varietà che in precedenza non sia mai stata selezionata, è senza dubbio il più rapido mezzo accessibile al coltivatore di granoturco per l'isolamento delle migliori combinazioni « produttive ereditane ». Questo metodo ha per iscopo di semplificare il lavoro e di renderlo accessibile a tutti pur riuscendo efficacemente al suo fine e rendendo minimi i danni della « consanguineità ». Anzi, per quest'ultimo punto, si consiglia, ove due o più agricoltori operino su una stessa varietà, di scambiarsi ogni paio d'anni parte del seme per accrescere il vigore delle discendenze così migliorate e rese produttive da un maggiore stato di ibridismo. In ultimo devesi tenere presente che le varietà migliorate con questo sistema si prestano benissimo alla produzione di sementi incrociate dell'uno e dell'altro tipo, sommandosene i benefici effetti sulla produttività. Scelta delle spiche o pannocchie. — È ormai dimostrato da molteplici esperienze che la uniformità assoluta o quasi assoluta del tipo e la perfezione della forma delle pannocchie usate per la semina poco o nulla 130


aggiungono — se anche non tolgano — alla produttività delle piante che ne derivano. È cioè notorio che da belle pannocchie regolari, perfette, non sempre si hanno piante che producano pannocchie altrettanto uniformi e belle, né si ottengono da esse in via di massima più elevate produzioni che non dal seme di pannocchie brutte e deformi. Può anzi non di rado verificarsi il contrario, come in certi casi può anche avvenire che si ottengano pannocchie grosse e di grande bellezza da piante derivanti da una pannocchia di misero aspetto (JONES). Trattandosi pertanto nel nostro caso di un miglioramento empirico che deve interessare più che tutto la capacità produttiva, si deve tenere un conto relativo della uniformità di tipo delle pannocchie che si devono scegliere e dei difetti meno appariscenti che esse possono presentare. Si badi soltanto a non scegliere, per l'inizio del lavoro, delle pannocchie a tutolo troppo grosso o appiattito (fasciate), o che presentino altre anomalie, come le file eccessivamente irregolari, o grani spaccati e muffiti, o tutolo fragile, o segni di carbone, ecc. Per il resto non si deve guardare troppo per il sottile, perché quello che più interessa è l'alta produttività e la relativa precocità. Le spiche o pannocchie da preferirsi devono, possibilmente, essere scelte sul campo qualche giorno prima della raccolta generale del prodotto, cercando le più grosse e pie avanzate nella maturanza,. inserite più basse sullo stelo di piante robuste e sane, ma normali e trovantisi in condizioni normali di fertilità e di investimento. Se la pianta ha più di una pannocchia (e appunto queste si devono preferire) scegliere la più alta di esse che è normalmente la più formata e la migliore Primo metodo. 1°) Scegliere, come è detto sopra, da 100 a 200 pannocchie della varietà da migliorare. Queste devono essere numerate progressivamente e sgranate separatamente. Del seme di ciascuna di esse, divi- dendolo a metà, si devono fare due cartoccetti che 131


devono portare tutti due lo stesso numero, cioè quello della rispettiva pannocchia (1° anno). N. B. - Ogni volta che si sgrana una pannocchia, è bene prima eliminare i semi della base e quelli della punta. 2°) In primavera si fa una parcella — in terreno ricco, uniforme — con righe di sufficiente lunghezza per poter seminare in ciascuna il seme di uno dei cartoccetti di una singola pannocchia. L'altro cartoccetto numerato, contenente l'altra metà del seme di ciascuna pannocchia, viene conservato per l'anno dopo al riparo dall'umidità, dagli insetti e dai topi: si dice rimanenza o riserva di quella pannocchia. 3°) Coltivare con le migliori cure e uniformemente tutta la parcella (2° anno). Alla raccolta, giudicare e pesare il prodotto separatamente per ciascuna fila, in modo da determinare una graduatoria delle file che hanno prodotto di più e meglio e quindi delle pannocchie che hanno prodotto quel seme. Il prodotto della parcella non serve ad altro scopo all'infuori di questo e non viene conservato. 4°) L'anno seguente (3° anno) si prendono le rimanenze o cartoccetti del seme di riserva delle 25-30 pannocchie che hanno prodotto di più e meglio nel 20 anno (cioè le prime in graduatoria), si mescolano insieme fra loro e con quella semente così mescolata si semina un'altra parcella (parcella di allevamento). Al momento della raccolta si scelgono le migliori pannocchie per seminare nel quarto anno una nuova parcella di allevamento, mentre tutte le restanti pannocchie — escluse naturalmente, le peggiori, deformi e anormali — servono per mettere insieme la semente per le semine comuni. N. B. — È consigliabile che le piante di questa parcella di allevamento siano private (castrate), prima della fioritura, dell'infiorescenza maschile o pennacchio, a file alterne, cioè una 132


fila sì e una no, oppure due file sì e una no, e che si scelga il seme solo nelle file di piante castrate. 5°) Nel quarto anno si fa una nuova parcella di allevamento con le migliori pannocchie scelte nella parcella del terzo anno, come è detto sopra. Da questa parcella di allevamento, che si castrerà pure come nell'anno precedente prima della fioritura, si sceglieranno ancora sulle piante castrate le migliori pannocchie da servire alla semina della parcella di allevamento, mentre il restante materiale scelto serve per le semine comuni, dell'anno successivo (5° anno). 6°) Si continua così fino all'ottavo o al decimo o al dodicesimo anno, dopo del quale si ricomincia da capo, limitandosi a produrre, col materiale di selezione vecchia, la semente comune per i primi due o tre anni della nuova serie, in attesa che questa dia il nuovo seme migliorato (vedi schema a pagina seguente). Come abbiamo detto sopra, il secondo metodo è più semplice del primo e più alla portata delle possibilità del pratico agricoltore che vo glia prepararsi da sé delle buone sementi, e ad esso in modo particolare lo consigliamo e raccomandiamo.

133


Si sgranano le pannocchie dividendo il seme di ciascuna in due cartoccetti, uno per seminare

Parcella in cui per ogni fila si semina metà del seme di ciascuna pannocchia per determinare la capacità produttiva

Ear-to -row

2° anno

Parcella di allevamento – seminata con la mescolanza del seme di riserva delle 25 -30 pannocchie più produttive -da castrare a file

3°anno

134

Semine nei campi comuni con il seme scelto della parcella del 3° anno.

Parcella di allevamento s e m i n a t a con le migliori pannocchie della parcella del 3° anno. Da castrare a file alterne.

4°anno

Semine nei campi comuni con il seme scelto della parcella del 4° anno.

Parcella di allevmento da castrare a file alterne, come nel 4° anno.

5°anno

Semine nei campi comuni con il seme scelto della parcella del 4° anno.

Parcella di allevamento da castrare a file alterne, come nel 5° anno.

6°anno

DELLA PROCEDURA PER IL PRIMO METODO SECONDO LE ISTRUZIONI INNANZI ESPOSTE

Campo comune da cui si scelgono da 100 a 200 pannocchie

A- S CHEMA I° anno


Secondo metodo. 1°) Parcella di allevamento da coltivare ogni anno per la produzione del seme di grande coltura bastevole per l'azienda: a) il primo anno la parcella viene seminata con seme scelto comune o derivante da pannocchie scelte su un campo comune; b) ogni anno, prima della raccolta, si scelgono, nella parcella di allevamento, le più grosse e più precoci pannocchie inserite in basso su piante robuste che ne portino due, in numero un po' maggiore di quel che necessita per avere il seme bastevole per la semina della parcella di allevamento dell'anno successivo; c) scartare le sole pannocchie che allo scartocciamento si presentino deformi o guaste o malate, o, comunque, eccessivamente brutte e non del tipo desiderato; d) conservare accuratamente e non troppo ammassate le pannocchie scelte, tenendole in luogo asciutto e ventilato, al riparo dal danno di insetti e di topi; e) togliere alle pannocchie i semi della punta e della base; f) l'anno successivo seminare, col seme ottenuto dalla sgranatura delle pannocchie scelte, la nuova parcella di produzione del seme; g) è consigliabile di castrare a file alterne o due file sì e una no, prima della fioritura, le piante della parcella di allevamento e prendere il seme per l'anno seguente dalle sole piante castrate. 2°) II seme per le coltivazioni comuni viene scelto ogni anno dal prodotto della parcella di allevamento, dopo prelevate le pannocchie di cui alla lettera b). Sarà conservato nello stesso modo. 3°) Si ripete ogni anno quanto è prescritto in 1°) è 2°). (Vedi schema B a pagina seguente).

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DEL

Spiche scelte nel c a mp o c o mu n e .

B - S CHEMA I° anno

136

S e mi n a n e i c a mp i c o mu n i .

Parcella di produzione del seme, da castrare a file alterne.

LE

Parcella di produzione del seme, da castrare a file alterne.

SECONDO

3°anno

METODO

2° anno

SECONDO

S e mi n a n e i c a mp i c o mu n i .

5°anno

ESPOSTE

S e mi n a n e i c a mp i c o mu n i .

Parcella di produzione del seme, da castrare a file alterne.

INNANZI

Parcella di produzione del seme, da castrare a file alterne.

4°anno

ISTRUZIONI


Problemi di selezione: precocità e produttività.

Come influisce la ricerca della precocità e della bassa statura sulla produttività del grano turco? Quando si viene a parlare di selezione per il miglioramento del granoturco, tutti sanno subito facilmente e con grande disinvoltura indicarne le più immediate direttive: la produttività massima, in relazione con la massima precocità e, ciò che è in sostanza la stessa cosa, con la riduzione della statura. Alla qualità del prodotto pochi danno gran peso, dato che il mercato, eccettuate poche condizioni speciali, non fa troppo sensibili differenze di prezzo. Nemmeno alla resistenza alle malattie (in ispecie al nefasto carbone) quasi nessuno pensa, perché sono cose queste che danno poco nell'occhio ai superficiali osservatori, o, tutt'al più, questi credono che le malattie siano pressoché incurabili e le tengono in conto di una specie di « male necessario » per cui non ci sia nulla a fare. Vediamo, per ora, quali rapporti possono intercorrere fra i tre scopi primi del lavoro di selezione o di miglioramento sopra enunciati. La produttività è il primo requisito perché è il fondamento della possibilità economica della coltura: tanto più questa si estende o si intensifica o si rende possibile, quanto più è redditiva, cioè produttiva. Tanto più essa resiste alla concorrenza di altre colture, quanto più attivi sono i suoi risultati economici. E poiché l'agricoltore tende a ricavare il massimo reddito dal suo terreno, è intuitivo che egli darà la preferenza, in una data coltivazione, a quelle sementi che gli assicureranno, o almeno gli faranno sperare, il più alto prodotto. La precocità è pure un carattere da tenere nel massimo conto e da porre a base di ogni lavoro di miglioramento, almeno in molte plaghe a clima nettamente continentale delle zone temperate, dove l'intervallo di tempo che passa fra l'ultima gelata primaverile e la prima gelata autunnale non sia sufficientemente lato, così da poter 137


consentire una coltivazione normale di tipi a lungo ciclo vegetativo. Ma, questo caso essendo da noi quasi ovunque trascurabile, abbiamo ben altre ragioni per perseguire la precocità nei nostri granoturchi. E sono precisamente, in primo luogo — come si verifica da noi molto spesso — la necessità di una sollecita raccolta del granoturco per aver modo di fare in tempo utile le lavorazioni del terreno e le semine del cereale nell'autunno che normalmente lo segue. In secondo luogo — e anche qui noi siamo sommamente interessati al problema della precocità — quando la povertà di acque e la purtroppo consuetudinaria siccità estiva ci facciano ricercare o anche ci impongano l'uso di tipi a breve ciclo vegetativo, perché le piante possano sfuggire in tutto o in parte alla arsura talora distruttiva. Da parte sua poi, indipendentemente dalla precocità alla quale è legata, la bassa statura delle piante ha importanza ed è richiesta là dove i forti venti possono provocare gravi danni per allettamento o per scavezzamento ai tipi che superino una certa altezza, specie in annate di grave infestione da parte del « tarlo » del granoturco (Pyrausta nubilalis, Hübn). Oppure anche là dove si intende di non eccessivamente sfruttare ed impoverire il terreno (spauracchio questo, per lo più, da misoneisti o da menti piccine, che bisogna pur considerare) e dove si fa conto sul buon esito di coltivazioni consociate che mal si adatterebbero all'eccessivo ombreggiamento di varietà alte di granoturco. In ogni caso esiste, ed è già da molto tempo nota, correlazione molto stretta fra la precocità e la riduzione della statura. A piante, o razze, o varietà basse corrisponde, in generale, un breve ciclo vegetativo e viceversa. Sono rari i casi di varietà più alte che siano più precoci di altre meno alte; ed anche questi casi vanno studiati con particolare cura, ma si possono poi spiegare abbastanza facilmente. Anche, e soprattutto, in una stessa coltivazione — dato che la semente impiegata appartiene di norma ad una popolazione, cioè ad un complesso miscuglio di tipi dotati di caratteristiche diverse — è 138


facile trovare, individuare, scegliere piante di statura più bassa della media delle altre piante e constatare che esse sono le più precoci. Che poi sia facile per selezione — riproducendo cioè separatamente gli individui più bassi — isolare dei tipi più precoci di altri, è cosa già nota da gran tempo e dimostrata da molti studiosi, a cominciare dai Professori HOPKINS e SMITH, della Stazione Sperimentale dell'Illinois, con una famosa esperienza (v. Tavola II a) *** Noi stessi, in una nota su l'Italia Agricola del dicembre 1923, pubblicavamo dei dati al riguardo ottenuti nel lavoro intrapreso per il miglioramento della varietà bergamasca « Nostrano dell'Isola ». Si erano tenute separate le discendenze di spiche (pannocchie) raccolte in un campo comune nel 1921, scegliendo in esso quelle colla inserzione posta più in basso sulla pianta (da metri 1,10 in giù: gruppo A) e più in alto (da metri 1,50 in su: gruppo Z). Misurate tutte le piante da esse nate nel 1922 e fatta la media delle misure e dei pesi e conteggi, si erano ottenuti i seguenti risultati: GRUPPO

ALTEZZA

A Z

GRUPPO

A Z

Totale cm

Inserzione spica cm

di inserzione spica N°

207 255

102 142

5,4 7,-

SPICHE per pianta N° -

NODO

PESO di una Spica gr 212 251

FILE spiche per pianta gr. 221 260

di granelli nella spica N°

13,8 13.8

Si era cioè notata una netta separazione di tipo, dovuta ad una semplice scelta, per ciò che riguardava sia le misurazioni nei due gruppi, sia anche la produttività, perché le piante più alte avevano maggiore attitudine produttiva. Il tipo di grano e di spica era 139


rimasto invece invariato, mentre fra l'uno e l'altro gruppo vi era una differenza nell'epoca di maturazione che oscillava fra i io e i 15 giorni: più precoci le piante più basse. La prova fu ripetuta nel seguente anno 1923 con spiche autofecondate derivanti dalle stesse capostipiti provate nel 1922 e si ottennero i seguenti risultati: ALTEZZA

NODO

GRUPPO

Totale cm

Inserzione spica cm

Di inserzione spica N°

A Z

154 182

60 85

4,5,-

201

9

5,5

Campioni comuni della verità

SPICHE GRUPPO A Z Campioni comuni della verità

PESO

FILE

per pianta N°

di una spica gr

spiche per pianta gr

di granelli nella spica N°

1,21 1,22

167 155

201 188

13,12,7

1,31

260

341

13,7

Qui riappare manifesta la differenza di comportamento dei due gruppi, per quanto la riproduzione per mezzo della autofecondazione abbia notevolmente ridotto il vigore, e quindi la statura e la produttività, in entrambi, come risulta dal confronto con le medie date dal campione comune della stessa varietà coltivato nelle medesime condizioni (1). Ma se, felicemente, vi è una stretta correlazione fra precocità e statura delle piante in una stessa varietà, per cui, influendo comunque sull'uno di questi caratteri, si influisce e si modifica direttamente anche l'altro, non altrettanto felice è per noi l'influenza che questo stesso lavoro esercita sul terzo requisito che noi perseguiamo, il più importante, la produttività. Si può appunto 140


affermare che esiste rapporto inverso fra precocità-bassa statura da una parte, e produttività dall'altra: la produzione è depressa dall'abbassamento delle piante e dall'accorciamento del loro periodo vegetativo (2). Del resto questa cosa è ovvia ed entra nell'ordine delle cose naturalmente prevedibili: la maggiore produttività implica un maggior lavoro di fotosintesi e di elaborazione, quindi richiede maggiore superficie fogliare assimilante (grande sviluppo) e maggiore tempo (lungo periodo vegetativo), contrariamente a ciò che si provoca con il lavoro di ricerca della precocità.

(1) Anzi il caso ha voluto che le piante del gruppo Z risentissero maggiormente questa perdita di vigore e pertanto fossero persino meno produttive di quelle del gruppo A, più basse. (2) Quanto è detto qui e più avanti sullo stesso argomento si riferisce, naturalmente, al granoturco. Per il frumento la cosa è diversa perché esso, nelle nostri condizioni, trova come fattori massimi di limitazione del suo rendimento le vicende climatiche verifìcantisi nelle ultime fasi del suo ciclo vegetativo. A queste condizioni le varietà precocissime sfuggono in gran parte, mentre le altre varietà, potenzialmente più produttive, vi soggiacciono. Così accade che il vantaggio di un più esteso periodo vegetativo viene, nel caso del frumento, neutralizzato dal verificarsi e dall'intervento di fattori ambientali esterni che non gli consentono, di norma, di esplicare la sua efficacia. Col frumento le cose procedono dunque assai diversamente che col granoturco, ma per cause del tutto differenti ed estranee rispetto a quelle che sono qui in discussione. Analogo sarebbe rispetto al frumento il comportamento del granoturco in quei luoghi dove le tardive gelate primaverili e le precoci gelate autunnali vietano la coltivazione di granoturchi a lungo ciclo di vegetazione

141


*** Una nuova esperienza è stata fatta nei 1925, sempre presso la Stazione Sperimentale di Maiscoltura di Bergamo, sempre con materiale della varietà « Nostrano dell'Isola » proveniente dal lavoro di selezione in corso. Per ovviare all'inconveniente della perdita del vigore, dovuta alla ripetuta riproduzione per autofecondazione — caposaldo del lavoro di selezione — non ci si è serviti direttamente di seme di spiche autofecondate delle diverse discendenze, ma la prova è stata preceduta, nel 1924, da una moltiplicazione a fecondazione libera. Partendo da spiche autofecondate nel 1923, le piante da esse nate nel 1924 si erano lasciate liberamente fiorire e fruttificare in masse omogenee, separate fra loro, perché coll'incrocio naturale inter se si ricostituisse un certo « stato ibrido » che permettesse il riacquisto del vigore stesso. Il seme raccolto da queste masse costituiva quattro gruppi separati di diversa tendenza rispetto allo sviluppo delle piante e ad essi fu aggiunto, per il confronto, un quinto gruppo costituito dal seme comune della stessa varietà. I gruppi posti a confronto nel 1925 erano dunque: 24-01 orig. Seme scelto originario Nostrano dell'Isola, del 1924, proveniente dalla stessa azienda da cui derivavano le spiche capostipiti del 192 i che avevano dato origine agli altri gruppi. 24-C. Mescolanza di incroci liberi fra diverso materiale previamente autofecondato (I), ma non scelto per il carattere altezza e precocità. 24-B. Mescolanza di materiale a fecondazione libera, prodotto da progenie di, spiche autofecondate di famiglie varie a sviluppo e statura media. 24-A. Mescolanza di materiale a fecondazione libera da progenie di spiche autofecondate di famiglie varie a sviluppo e statura ridotta. 24-E. Mescolanza di materiale a fecondazione libera prodotto da progenie di spiche autofecondate di una unica famiglia (2101-9) a sviluppo e statura, molto ridotta (I).

142


(1) II materiale di questo e dei seguenti gruppi, prima della moltiplicazione a fecondazione libera da cui direttamente proveniva, era stato riprodotto per due sole generazioni a mezzo dell'autofecondazione artificiale. Poiché per lavori a scopo pratico possono bastare circa 6-7 generazioni, ma per la omozigosi assoluta si calcolano almeno 12-15 generazioni, esso era pertanto ancora ben lontano dall'avere raggiunto la completa « purificazione » necessaria alla separazione di veri e propri biotipi genotipi: si trattava qui piuttosto di una separazione di semplici fenotipi che si mostrano subito alla prima e seconda generazione. (1) La discendenza della capostipite 2101-9 oltre che dallo sviluppo molto ridotto era caratterizzata da una notevole prolificità (da spiche 1,7 a 2,4 circa per pianta) e da una veramente particolare resistenza al carbone,

*** La semina fu eseguita contemporaneamente il 16 aprile 1925 in parcelle rettangolari di mq. 250 ciascuna in doppia serie nel medesimo appezzamento di terreno, con distanze di cm. 50 x 60 (pari ad un investimento teorico di piante 33.333 per ettaro), su terreno con sovescio regolare di incarnato e concimazione chimica completa normale e uniforme. Si era curata molto la semina cosi che l'investimento era risultato pressoché completo in tutte le parcelle. Uguali e simultanee le normali cure colturali. Dopo la fine della fioritura si eseguirono le misurazioni su 75 piante lungo l'asse mediano di ciascuna parcella, cosicché per ogni gruppo le piante misurate furono 150. Dei dati raccolti fu fatta la media aritmetica su cui fu determinato l'errore probabile. La raccolta fu eseguita di mano in mano che i diversi gruppi venivano a maturazione: si fece così una graduatoria della precocità. Fra il gruppo più precoce e il più tardivo ci fu un divario di quattordici giorni. Il prodotto fu pesato in pannocchie al momento della raccolta e ne fu a suo tempo determinato nel 33% il calo complessivo all'essiccamento e alla sgranatura, praticamente uguale per tutti i gruppi. Per brevità nel seguente specchietto diamo direttamente, oltre a quelli di misurazione, i dati di produzione ad ettaro:

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Gruppo 24-0I 24-C 24-B 24-A 24-E

Orig.

Misurazione dopo la fioritura Altezza inserì. Altezza totale cm spica principale cm.

Nodo inserzione spica principale cm.

210,2 211,3 181,3 177,7 158,7

5,57 5,77 5,08 4,78 4,32

± ± ± ± ±

3,80 1,77 4,79 3,18 3,83

101,2 102,8 83,8 80,7 66,3

± ± ± ± ±

3,24 2,06 2,68 3,46 2,73

± ± ± ± ±

0,13 0,08 0,12 0,13 0,15

Determinazione alla raccolta Data Gruppo

24-01

orig

della raccolta

Ordine di Pannocchie maturazione

Granella

fresche

Secca per ha

per ha.ql

ql

17

settembre

4

59,06

39,57

24-C

17

«

4

60,50

40,54

24-B

10

«

3

49,82

33,38

24-A

8

«

2

49,24

33,00

24-E

3

«

1

48,06

32,20

Si deve osservare: che il gruppo 24-C, non scelto comunque per caratteri di altezza, superò in altezza e in produttività il campione comune per il solo fatto di essere costituito di incroci il cui vigore era alquanto accresciuto dall'effetto degli incrociamenti stessi. Che la produttività è strettamente legata all'altezza delle piante e alla lunghezza del periodo vegetativo, variando l'una e le altre di conserva. Che la riduzione massima della statura fu di circa mezzo metro (cm. 51,5), con un accorciamento del ciclo vegetativo di ben 14 giorni. 144


Che la differenza massima di produttività, rispetto al campione comune della varietà, fu di q. 7,37 per ettaro e si riferisce al gruppo 24-E. Che la produttività del gruppo 24-E, il più basso e il più precoce di tutti, fu inferiore a quella di tutti gli altri, per quanto esso fosse formato da un biotipo di una certa prolificità e di una molto sensibile resistenza al carbone, mentre negli altri gruppi tali caratteri mancavano. Se fossero mancati anche nel gruppo 24-E, oppure se fossero stati posseduti anche da tutti gli altri gruppi in una uguale misura, la differenza sarebbe stata àncora molto maggiore. *** È dunque chiaramente possibile, ed anche facile, di separare da una partita, non previamente purificata, dei tipi diversi che abbiano caratteristiche varie di precocità in funzione della statura delle piante e della altezza da terra della inserzione della spica principale sullo stelo. Il concetto direttivo della selezione: abbassare la pianta per renderla più precoce è dunque giusto, come, per analogia, sarebbe facile dimostrare sperimentalmente il contrario, cioè che si possa innalzare la statura della pianta rendendola più tardiva. Le cose cambiano profondamente di aspetto quando noi passiamo a considerare le relazioni che intercorrono fra precocità e bassa taglia da una parte e produttività dall'altra. In questo caso noi vediamo subito al primo esame che il rapporto è nettamente rovesciato, in quanto l'aumento di precocità (abbassamento della taglia) va di pari passo con la diminuzione della produttività. Come si è già detto, questo fatto, che rende in parte sterili, agli effetti della pratica agricola, i risultati del lavoro di pura e semplice selezione in tal modo impostati, è quanto mai naturale e del tutto prevedibile. Riducendo lo sviluppo in altezza della pianta non solo riduciamo la lunghezza degli internodi, ma diminuiamo anche il numero dei nodi e, poiché da ogni nodo parte una foglia, indirettamente veniamo a diminuire la quantità di foglie portate da ciascuna pianta. Di più, se avessimo potuto misurare l'area della 145


superficie fogliare media per pianta, facilmente avremmo potuto stabilire che nelle piante dei gruppi più bassi e precoci la riduzione del fogliame non è limitata al numero degli elementi fogliari, ma anche, e talora fortemente, interessa la superficie di esse. Questo vuoi dire che, nei tipi a taglia più ridotta, si sommano generalmente gli effetti della riduzione nella lunghezza del ciclo vegetativo a quelli della minore superficie fogliare assimilante, concorrendo a rendere minore la massa di materiale organico assimilato ed elaborato, con sensibili effetti deprimenti sulla produttività. *** E allora? Devesi considerare la selezione pura e semplice come inetta a risolvere un problema di questa natura, e ripudiarla per escogitare altre vie? Non dobbiamo dimenticare che la selezione non è fine a sé stessa, ma è un mezzo per giungere ad un punto importantissimo che è la purificazione delle stirpi (omozigosi). Nelle piante allogarne per eccellenza, fra le quali tipico è il granoturco, la semplice purificazione non è sufficiente per trarre i frutti desiderati dal lungo lavoro compiuto. Eliminate le scorie, tolto cioè il materiale recettivo per le malattie, debole o comunque di valore inferiore, occorre ridare in pieno il vigore e la produttività col ricostituire lo « stato ibrido » (eterozigosi), mediante combinazioni e ricombinazioni da ricercarsi fra il superstite materiale purificato, che rappresenta quanto vi è di meglio ai nostri fini nella « popolazione » da cui si è in principio partiti. È naturale pertanto che l'uomo cerchi di influire con ogni mezzo in suo potere per ottenere ciò che per lui è maggiormente desiderabile e conveniente, ma è altrettanto naturale ed intuitivo che sia da considerarsi impresa fra le più difficili il voler conciliare fra loro, in un optimum ideale, diversi elementi contrastanti o forse anche fra loro decisamente antagonistici. La realtà delle cose risponde però a questa fatica non sempre in modo consono alle aspirazioni dell'uomo: sta in lui il sapersi adattare e il tro vare il 146


punto medio di un certo equilibrio che non tenti violenza impossibile alle leggi naturali e insieme consenta il massimo tornaconto. Le " Sementi incrociate „. Preparazione ed uso. Al fine di concorrere alla intensificazione della coltura e all’ innalzamento della produzione unitaria — in attesa che si possano ottenere risultati dai lavori di selezione — siamo convinti che sia della massima importanza la produzione e l'uso delle cosidette sementi incrociate o sementi ibride di prima generazione. Per questo riteniamo opportuno di spiegarne qui l'essenza e di insegnarne la produzione con le notizie e le istruzioni che seguono. E poiché non basta affermare che le sementi incrociate, quando siano giudiziosamente impiegate, danno un aumento di prodotto che rende più che conveniente la loro produzione o eventualmente il loro maggior prezzo d'acquisto, intendiamo di dimostrare il nostro asserto con dei dati tratti da alcune esperienze da noi istituite: e questo allo scopo di persuadere gli agricoltori a valersi di questo prezioso mezzo per accrescere la produzione delle loro terre. NOTE PRATICHE SULLA FECONDAZIONE DEL GRANOTURCO. — La pianta del granoturco è stata dalla natura foggiata in modo da essere resa eminentemente atta alla fecondazione incrociata. Perché avvenga la fecondazione, che è indispensabile per la produzione del seme, occorre che il polline, prodotto dai fiori maschili trovantisi nella pannocchia terminale (« pennacchio » o « cima »), percorra un certo tragitto per venire a contatto con gli stigmi dei fiori femminili riuniti nelle spiche ascellari (« pannocchie » o « fusi »). Poiché nel nostro caso l'azione degli insetti è trascurabile, il leggiero granulo pollinico deve compiere questo tragitto, non servendosi di mezzi propri che gli mancano del tutto, ma abbandonandosi a due forze esterne che sono quella della gravita e quella del vento. La prima 147


tende a far cadere il polline verticalmente in modo da provocare la fecondazione dei fiori femminili nella stessa pianta, cioè a favorire l’' « autofecondazione ». La seconda invece tende a trasportare il polline in senso orizzontale, oppure a sollevarlo in vortici per farlo ricadere a distanza più o meno grande dalla pianta che lo produsse: tende cioè a favorire la « fecondazione incrociata ». Basta pertanto una lievissima corrente di aria per spostare il polline dalla traiettoria verticale di caduta, così da impedirgli di posarsi sulla stessa pianta che lo ha prodotto, e, poiché si verifica quasi sempre che durante il periodo della. fioritura il vento spiri con varia velocità e direzione, si spiega come il modo normale di fecondazione del granoturco sia quello dello scambio di polline fra pianta e pianta anche a notevole distanza. Che ciò risponda alla verità si può affermare ove si consideri la facilità con cui il granoturco si imbastardisce, quando siano coltivate in contiguità o in prossimità due o più varietà a caratteri marcatamente diversi ed a fioritura simultanea, ed alla facilità con cui una varietà nuova importata, anche se presentante caratteri distinti da quelli della varietà locale estesamente coltivata, è soggetta a degenerare e viene sopraffatta e in poche generazioni riassorbita o sostituita. Pur tuttavia, anche perché è provato esistere una vera « recettività preferenziale » per il proprio polline, in ogni campo di granoturco ed in ogni annata una certa percentuale dei semi generati da ciascuna pianta è originata da polline prodotto dallo stesso individuo. Questa percentuale può variare da luogo a luogo e da tempo a tempo, a seconda di condizioni locali, di tendenza della varietà, ma, più che altro e soprattutto, dalla velocità e direzione del vento durante il periodo della fioritura. Talora, in ispecie per mancanza assoluta o quasi di ventilazione in detto periodo, la percentuale di fiori autofecondati può essere assai alta. Questo fatto ha importanza grandissima per l'agricoltore. Abbiamo detto che la pianta del granoturco è fatta per la fecondazione incrociata; bisogna completare l'affermazione aggiungendo che essa è danneggiata dall'autofecondazione. Avviene cioè che i semi provenienti da autofecondazione sono meno sviluppati: si ha perciò un prodotto immediato minore. Ma, 148


quel che è peggio, se detti semi sono impiegati l'anno successivo per gli investimenti, se ne ottengono piante meno vigorose, più deboli e predisposte alle malattie e, soprattutto, meno produttive. Risulta pertanto da quanto è detto sopra che nella coltivazione del granoturco, specialmente di quello da seme, non basta cercare di lavorare e concimare bene la terra e prodigare alle piante tutte le cure colturali che la teoria e la pratica hanno insegnato finora: occorre anche in principal modo ottenere che la fecondazione delle piante sia incrociata, cioè che vi sia il massimo possibile scambio di polline fra pianta e pianta. COME

OTTENERE LA PRODUZIONE DI SEMENTE SICURAMENTE INCROCIATA DA UNA UNICA VARIETÀ.

— Per avere la sicurezza che la granella destinata a semente provenga da fecondazione incrociata, vi è un sistema semplicissimo e per fortuna facile a chiunque perché il granoturco presenta nettamente separate le infiorescenze maschili da quelle femminili: basta ricorrere alla castrazione delle piante madri, cioè di quelle destinate a portaseme, privandole della infiorescenza maschile prima della fioritura, cioè prima della caduta del polline. Bisogna fare grande attenzione a quello che abbiamo detto, cioè bisogna porre la massima cura che la castrazione delle piante madri avvenga prima della caduta del polline, cioè subito dopo che le infiorescenze maschili (pennacchi) siano uscite all'aperto liberandosi dall'involucro delle foglie. *** La procedura è assai semplice, poiché si tratta di eseguire la castrazione di un appezzamento qualunque su un certo numero di file o di doppie file, alternate con altre file di piante lasciate intatte. Allora succederà naturalmente che le piante castrate non potranno produrre da sé stesse il polline per i proprii fiori femminili, ma io riceveranno senza dubbio dalla abbondante produzione delle piante delle file vicine non castrate. 149


Dopo di questo non c'è che attendere, senza eseguire né cimatura né sfogliatura, la maturanza perfetta del prodotto. Allora bisognerà aver cura di raccogliere e mantenere separato il prodotto delle piante delle file castrate e solo di quello servirsi per l'uso come semente, previa una accurata scelta del materiale stesso. Con questo sistema si ottiene la semente incrociata di una unica varietà che viene così mantenuta pura. Il lavoro può ripetersi ogni anno su una parte di granoturco coltivato, per produrre della semente suscettibile di aumentare la produzione delle piante che ne deriveranno nell'annata successiva. ISTRUZIONE N. 1 Riassumiamo qui brevemente le norme che si devoti o seguire per la preparazione di semente « incrociata di prima generazione » partendo da seme commerciale scelto di una determinata varietà.

1° Scelto il seme, fare la semina in anticipo di almeno 8-10 giorni rispetto alle vicine coltivazioni di granoturco per evitare che coincidano i periodi di fioritura. 2° Seminare con i sistemi in uso nella località, comprese le distanze. Lo stesso dicasi per tutti i lavori colturali e per la concimazione chimica che devono però essere il più possibile curati. 3° Sorvegliare l'appezzamento per essere pronti ad agire quando il granoturco comincia a mettere fuori il « pennacchio » (infiorescenza maschile). 4° Non appena iniziatasi l'emissione dei pennacchi occorre ogni giorno — per circa una settimana — percorrere le file strappando tutti i pennacchi nelle sole piante delle file o coppie di file dispari (o pari) in modo da castrare le piante di una fila o coppia di file sì e una no.

150


Si può anche, se si vuole ottenere una maggiore quantità di semente incrociata, castrare le piante di due file di seguito e lasciarne per impollinante una sola fila. 5° La castrazione è facile a farsi « tirando in alto il pennacchio » che si strappa subito. Bisogna per altro che sia fatta « in tempo giusto » e cioè subito dopo l'uscita del pennacchio e « prima che cominci a lasciar cadere la polverina» (polline). 6° Sarebbe bene non cimare ne sfogliare l'appezzamento destinato a questo lavoro: comunque «segnare o notare quali sono le file castrate » nel caso che si intenda utilizzare le cime e le foglie per il bestiame. Però cimando e sfogliando si produce meno seme. 7° Alla raccolta « tenere separate le pannocchie dalle piante castrate ». Queste pannocchie vanno scelte, scartando quelle brutte, mal conformate malate o non rispondenti al tipo che si desidera. 8° Prima della sgranatura in ogni pannocchia bisogna « scartare la punta e la base ». 9° La semente così ottenuta è la « semente incrociata » di prima generazione della varietà impiegata. Essa da un aumento di prodotto, rispetto alla semente comune, che può oltrepassare il 10 %. « Questa semente deve essere rinnovata ogni anno ». 10° Le pannocchie delle piante delle file in cui non si è fatta la castrazione possono, naturalmente, servire a preparare della semente comune seguendo le istruzioni date ai numeri 7 e 8. Esperienze con sementi incrociate ottenute da una sola varietà. Nella tabella N. 1 e nella tabella N. 2 sono riportati i dati di due prove da noi eseguite presso il podere sperimentale della Stazione di Maiscoltura in Curdomo nell'anno 1924 (v. pagina seguente). In tutti e due i casi si trattava di sementi incrociate ottenute dalla varietà locale detta « Nostrano dell'Isola » e ogni dato esposto riferiva la media produzione di tre parcelle di 90 metri quadrati. Nel primo caso le sementi incrociate diedero un aumento del 7,2 %; nel secondo caso l'aumento fu del 9,12 %. Una terza prova 151


può confermare i dati sopra esposti. Essa fu eseguita nel 1926 presso la R, Scuola Agraria Media di Brusegana (Padova) e diede i seguenti risultati: TABELLA N. 3 Parcelle di mq. 1000 semina 13 aprile, raccolta 14 settembre 1926.

« Pignoletto ». . . . . . . . . . . . . . . « Pignoletto per Pignoletto » Aumento dovuto all’incrocio

152

Produzione in granella per ettaro q. 49,05 q. 52,16 q. 3,11 = 6,35 %


. . . . . . 1 2 3

Seme di piante non castrate A Seme di piante non castrate B Seme del campione originario Seme di piante castrate A Seme di piante castrate B

TABELLA N. 2

Campione originario A . Campione originario B . Semente « incrociata » N. Semente « incrociata » N. Semente « incrociata » N.

TABELLA N. 1

Dati medi di 3 parcelle di m2 90

66 65 65 70 72

69 66 73 71 72

153

73,30 72,20 72,20 77,70 80,00

76,70 73,30 81,10 79,90 80,00

Prod. alla raccolta Spiche Spiche per per parcella ettaro kg ql.

61,90 61,00 61,00 65,60 67,60

64,70 61,90 68,50 67,50 67,70

Spiche secce per ettaro ql.

51,20 50,45 50,45 54,20 55,90

53,50 51,20 56,65 55,80 55,90

Granella secca per ettaro ql.

55,05

50,45

50,80

56,12

52,35

ql.

Prodotto medio

4,60

0,35

3,77

ql.

9,12

7,2

%

Maggior prod. della semente «incrociata»

1924. – Prove istituite dalla Stazione di Maiscoltura usando sementi « incrociate » di un’unica varietà:

TABELLE N 1 e 2


COME OTTENERE SEMENTE INCROCIATA DI DUE DIVERSE VARIETÀ. — La fecondazione incrociata ha dunque nel granoturco il pregio di aumentare notevolmente il vigore e la produttività delle piante, e l'agricoltore, approfittando di questa preziosa proprietà, può arrivare ben oltre quanto si è sopra suggerito, ove non trovi intoppi di natura commerciale o analoga. L'aumento di vigore, e quindi di produttività, delle piante provenienti da fecondazione incrociata, è sempre maggiore quanto più grandi sono le differenze morfologiche e di origine fra gli individui che hanno concorso alla formazione del seme. Si ha cioè un aumento minore se la fecondazione è avvenuta fra individui appartenenti alla medesima razza, un po' maggiore se fra individui appartenenti a schiatte diverse di una stessa varietà, e via via cresce sempre fino ad essere massimo nel caso di incrocio fra varietà o tipi molto lontani fra loro, come, per esempio, nel caso di varietà comuni (cristalline) e varietà a dente di cavallo. Di questo fatto si sono inconsciamente resi conto molti coltivatori di granoturco di qualche plaga, in ispecie del bergamasco, i quali seminano, perché molto redditivi, frumentoni bastardi affetti da fiacca, la quale altro non sembra essere che l'effetto dell'incrocio disordinato e ripetuto di varietà nostrane con varietà americane a dente di cavallo. Gli americani pertanto hanno cercato e sono riusciti a regolare e disciplinare lo sfruttamento industriale di questa proprietà naturale così preziosa della pianta, insegnando agli agricoltori il modo di trame profitto al massimo grado pur mantenendo in purezza le due varietà originarie e ottenendo lo scopo di far produrre ogni anno la semente di primo incrocio — che da gli ibridi più vigorosi e produttivi — bastante per l'azienda. Anche in questo caso la procedura è moltosemplice. Prima di tutto bisogna scegliere due varietà il più possibile diverse fra loro, che la pratica abbia indicato come le più adatte per la località considerata. Se l'agricoltore è sicuro che gli è possibile ogni anno rifornirsi, o nella sua stessa azienda, o sul mercato, della semente genuina di tutte e due le varietà che servono per l'incrocio, egli non ha che seminare alternatamente (una fila o due file per volta) le due varietà e procedere a tempo opportuno alla castrazione delle infiorescenze maschili nelle file di piante della varietà destinata a portaseme. 154


ISTRUZIONE N. 2 Riassumiamo qui brevemente le norme precise da seguire per la preparazione di semente « incrociata di prima generazione » partendo da seme commerciale scelto di due qualunque varietà di granoturco (incrocio fra due varietà).

1° Scegliere le varietà da incrociarsi in modo che, « fermo restando il concetto della fioritura in esse contemporanea » esse siano « il più possibile diverse fra loro ». In questo modo il vigore e la « produttività dell'incrocio sono massimi ». Sono però da evitarsi, salvo che in determinati casi, gli incroci con tipi a dente di cavallo o quelli fra varietà a seme di diverso colore, ove si tema di deprezzare il prodotto. 2° Fare la semina in « anticipo » di almeno 8-10 giorni rispetto alle vicine coltivazioni di grano-turco per evitare che coincidano i periodi della fioritura. In ogni modo far funzionare da « impollinante » (maschio) la varietà coltivata già diffusamente in posto. 3° La semina va fatta a file alterne o a coppie di file alterne mettendo per es., nelle file o coppie di file dispari la varietà che deve funzionare da « impollinante » (maschio) e nelle file o coppie di file pari la varietà che deve funzionare da « portaseme » (femmina). Si può anche, se si voglia ottenere una maggiore quantità di semente incrociata, mettere una fila con la varietà impollinante alternata con due file della varietà portaseme da castrare. In questo caso però bisogna avere la massima sicurezza della coincidenza dei periodi di fioritura e della abbondante produzione di polline da parte della prima varietà. Non « fidarsi della memoria » e individuare bene, sul terreno e sulla carta, le file seminate con l'una e quelle con l'altra varietà. 4° La coltivazione va fatta con gli stessi sistemi in uso nella località, comprese le distanze, con speciale riguardo alla concimazione e alle cure colturali. 5° Sorvegliare l'appezzamento per essere pronti ad agire quando il granoturco comincia a metter fuori il pennacchio. 6° Non appena iniziatasi l'emissione dei pennacchi occorre « ogni giorno », per circa una settimana, percorrere le file per « eseguire 155


l'asportazione dei pennacchi di tutte le piante destinate a portar seme» (file pari nel caso contemplato al N. 3). 7° La castrazione è facile a farsi « tirando in alto » il pennacchio che si strappa subito. Bisogna però che sia fatta « in tempo giusto » e cioè dopo l'uscita del pennacchio e « prima che cominci a lasciar cadere la polverina (polline) ». 8° Sarebbe bene non cimare né sfogliare l'appezzamento destinato a questo lavoro: comunque « segnare o notare quali sono le file di piante castrate». Cimando e sfogliando però si produce meno seme. 9° Alla raccolta « tenere separate le pannocchie delle piante castrate ». Queste pannocchie vanno scelte, scartando quelle brutte, mal conformate, malate o non rispondenti al tipo che si desidera. 10° Prima della sgranatura, in ogni pannocchia bisogna scartare la « punta » e la « base ». 11° La semente così ottenuta è la «semente incrociata di prima generazione » derivante dall'incrocio di due varietà diverse. Essa da un aumento di prodotto, rispetto alla semente comune delle due varietà che l'hanno prodotta, che può oltrepassare il 25 %. Questa semente incrociata è però « assai produttiva soltanto per il primo anno » di riproduzione e ogni altro anno deve essere rinnovata. 12° Le pannocchie prodotte dalle piante delle file in cui non si è fatta la castrazione possono, naturalmente, servire a preparare della semente comune della varietà impollinante seguendo le istruzioni date ai numeri 9 e 10. 13° Facendo il lavoro su due appezzamenti fra loro lontani e impiegando come impollinante in un caso l'una e nell'altro l'altra varietà, si potrà ogni anno ottenere, oltre ai due incroci diretto e inverso che sono equivalenti, anche seme puro delle due varietà per ripetere l'anno successivo il lavoro.

156


Schemi da seguire per la produzione delle sementi incrociate.

Schema di semina a file semplici con castrazione a file alterne : Fila » » » » »

1 2 3 4 5 6

— — — — — —

XXXXXXXXXX OOOOOOOOOO XXXXXXXXXX OOOOOOOOOO XXXXXXXXXX OOOOOOOOOO

portaseme impolinante portaseme impolinante portaseme Impollinante ecc.

Schema di semina a file semplici con castrazione a coppie di file alterne:

Fila » » » » » » »

1 2 3 4 5 6 7 8

— — — — — — — —

XXXXXXXXXX XXXXXXXXXX OOOOOOOOOO OOOOOOOOOO XXXXXXXXXX XXXXXXXXXX OOOOOOOOOO OOOOOOOOOO

portaseme » impollinante » portaseme » impollinante » ecc.

157


Schema di semina a file binate con castrazione a binate alterne: Fila »

1 2

— XXXXXXXXXX — XXXXXXXXXX

portaseme »

» »

3 4

— OOOOOOOOOO — OOOOOOOOOO

impollinante »

» »

5 6

— XXXXXXXXXX — XXXXXXXXXX

portaseme »

» »

7 8

— OOOOOOOOOO — OOOOOOOOOO

impollinante » ecc.

Schema di semina a file semplici con castrazione di una coppia di file alternata con una sola fila impollinante Fila »

1 2

— XXXXXXXXXX — XXXXXXXXXX

portaseme »

»

3

— OOOOOOOOOO

impollinante

» »

4 5

— XXXXXXXXXX — XXXXXXXXXX

portaseme »

»

6

— OOOOOOOOOO

impollinante

» »

7 8

— XXXXXXXXXX — XXXXXXXXXX

portaseme »

»

9

— OOOOOOOOOO

impollinante ecc.

158


Avvertenze pratiche per la preparazione delle " sementi incrociate „ da ottenersi da due diverse varietà. IMPORTANZA DELLA CONTEMPORANEITÀ DELLA FIORITURA. — Bisogna osservare che le due varietà che si scelgono per fare l'incrocio devono fiorire nella località considerata contemporaneamente o quasi contemporaneamente. Questo, è cosa naturale, è necessario affinchè possa essere assicurata la fecondazione dei fiori femminili delle piante castrate. La differenza fra la piena fioritura dell'una e dell'altra varietà può essere al massimo di otto o dieci giorni. In alcuni casi speciali si può riuscire ad incrociare con successo due varietà che fioriscono a distanza di tempo maggiore di 10-15 giorni col seminare la varietà più tardiva in anticipo di quel tempo che è necessario e in seguito seminare la varietà più precoce. Per far questo, bisogna conoscere bene come si comportano in luogo le due varietà da incrociare. Di solito questo lavoro si fa su piccole superfici, perché il farlo all'improvviso in grande può essere pericoloso. Quando si fa la semina non contemporanea delle due varietà, bisogna avere l'avvertenza di tenere le file fra loro un po' più distanti del consueto per impedire che la varietà più tardiva, di solito a maggiore sviluppo e per di più seminata più presto, abbia a soffocare la varietà più precoce che di solito ha minore sviluppo ed è anche seminata più tardi. CASI IN CUI LE DUE VARIETÀ NON FIORISCONO INSIEME. Come agire.— Può avvenire che « sia per la scelta affrettata e casuale di due varietà di cui spesso non si conosceva di preciso l'epoca di fioritura, sia anche per l'andamento anormale della stagione che, al riguardo della fioritura, può influire variamente sulle diverse qualità, manchi la coincidenza o la interferenza fra i due periodi di fioritura. Se tale differenza è troppo grande, allora conviene tralasciare di fare la castrazione e tendere a produrre grano comune che l'agricoltore potrà, a suo piacere, raccogliere mescolato o separato per varietà. Se invece la differenza di epoca di fioritura fra le due varietà non è o non si presume troppo forte, conviene procedere subito alla castrazione della varietà più precoce. 159


DURATA DELLA FIORITURA. — A questo proposito sarà bene dire una parola sulla durata della fioritura. Per quanto riguarda il pennacchio o infiorescenza maschile, la fioritura di esso può essere di durata breve o molto lunga a seconda delle condizioni esterne, della mole di esso e della varietà. Così alcuni pennacchi possono fiorire completamente in due soli giorni, mentre altri possono impiegarvi anche un paio di settimane. In generale, considerato che non tutti i pennacchi iniziano la fioritura simultaneamente, si può calcolare un periodo sicuro di almeno otto-dieci giorni. Per ciò che si riferisce alla infiorescenza femminile, da noi detta volgarmente pannocchia, si deve ricordare che gli stigmi dei pistilli (capelli o barbe) impiegano una settimana circa ad emergere, comparendo in generale un po' dopo dei fiori maschili. Gli stigmi sono recettivi per il polline tosto che emergono di fra le brattee all'apice della spica o pannocchia e il periodo della loro recettività dura per due settimane o anche più: quando non siano fecondati continuano ad allungarsi e rimangono turgidi e recettivi, cioè atti alla loro funzione, anche per tre settimane. Attendono, cioè, il polline che li fecondi. Per questo diamo il consiglio di effettuare subito la castrazione della varietà più precoce. Se si può presumere che alla fioritura dell'altra varietà manchino ancora al massimo io o 12 giorni, si può operare con tutta tranquillità senza pericolo di sterilità per mancata fecondazione. QUALE DELLE DUE VARIETÀ DEVE FUNGERE DA IMPOLLINANTE? — Abbiamo visto sopra che nel caso che le due varietà non fioriscano insieme si consiglia di eseguire la castrazione su quella che fiorisce prima, senza curarsi d'altro. Questo però è un caso speciale di forza maggiore. In via generale bisogna seguire il criterio per cui si deve rendere minimo il danno dell'apporto di polline per cause naturali da coltivazioni vicine. In previsione di questo fatto è logico provvedere che eventualmente il polline estraneo sia uguale a quello della varietà impollinante: cioè la cosa più consigliabile è quella di far fungere da impollinante la varietà locale o almeno quella che è coltivata negli appezzamenti circostanti. CURE

DA OSSERVARSI NELLA PREPARAZIONE DELLE SEMENTI INCROCIATE E COSTO DELLE STESSE. — si tenga presente che il

pennacchio (infiorescenza maschile) deve essere subito strappato dopo 160


la sua comparsa e prima che lasci cadere il polline. Poiché la emissione dei pennàcchi non è, generalmente, simultanea, occorre che la persona incaricata della castrazione percorra le file da castrare al massimo ogni due giorni e questo per un periodo di tempo che può essere di circa 810-12 giorni: a seconda della varietà da castrare e dell'andamento del tempo. Abbiamo calcolato che un buon operaio può senza fatica compiere questo lavoro su almeno un ettaro o un ettaro e mezzo di superficie in una giornata di otto ore. Nei primi giorni e negli ultimi, quando i pennacchi da strappare sono poco numerosi, il lavoro di un uomo in una giornata può passare anche i due ettari. Ad ogni modo, se si vuole fare un calcolo molto largo a scanso di sorprese, anche ammettendo che occorra una giornata per ogni ettaro e per ogni passaggio e ammettendo un passaggio ogni due giorni, cioè al massimo sei in tutto, dato che la giornata sia compensata a lire venti, il lavoro di castrazione importa una spesa totale che non può superare le cento venti lire per ettaro. Bisogna calcolare che la semente « incrociata » si ottiene dalle sole file di piante castrate, cioè dalla sola metà superficie. Calcolando una produzione di granella di soli trenta quintali per ettaro, si otterranno quindici quintali di semente « incrociata » greggia, che resteranno dodici dopo eseguiti gli scarti, puliture, ecc. Con una spesa di centoventi lire per ettaro per ottenere dodici quintali di semente utilizzabile, il costo medio unitario della produzione del1 a semente incrociata starà sulle lire dieci al quintale al massimo. Probabilmente in questa cifra potranno essere comprese anche le ulteriori maggiori spese di raccolta separata, cernita, ecc. Per le varietà a grande sviluppo e a grande produzione sarà certo maggiore la spesa per ettaro, ma di pari passo aumenterà la produzione unitaria dì semente « incrociata » cosicché non si devono avere variazioni sensibili nel costo di produzione a quintale, tanto più essendo questo stato calcolato con larghezza. RACCOLTA DEL PRODOTTO E CONSERVAZIONE IN PUREZZA DELLE DUE VARIETÀ. — A maturanza avvenuta bisogna avere una grande cura di raccogliere sepatatamente il solo seme delle piante castrate, senza in 161


nessun modo, come abbiamo già detto, mescolarlo con la granella delle piante che hanno servito da impollinante, granella che non si deve destinare a questo uso, a meno che l'agricoltore non abbia la necessità1 di prodursi lui stesso ogni anno la semente delle due varietà che debbono servire per l'incrocio. In questo caso egli non ha che ad operare secondo lo schema seguente: PARCELLA Ia

VARIETÀ A

PARCELLA IIa VARIETÀ

A

B

A

B

A

B

A

B

Si devono scegliere due varietà che la pratica abbia indicato come le più adatte (A e B). Una piccola parcella si semina interamente con la varietà A, a una certa distanza dalle altre coltivazioni, possibilmente in luogo riparato da filtri naturali o artificiali (alberate, viti, muri, ecc). Questa parcella fornirà la semente pura della varietà A. Un'altra grande a seconda del bisogno, sarà seminata a file alternate con le due varietà A e B. In questa parcella tutte le file seminate con la varietà A vengono castrate prima della fioritura. Il prodotto di queste file pertanto risulterà incrociato per effetto del polline delle file della varietà B, che solo può formarsi, e questo prodotto viene raccolto separatamente e scelto per la semina. Usando questi grani per la semina in grande coltura dell'anno successivo, si otterranno ibridi molto vigorosi e la produzione ne sarà automaticamente accresciuta in modo notevole. Nello stesso tempo tanto la varietà A che la B sono riprodotte in purezza. Questa è una molto semplice soluzione del problema, ingegnosa e che non richiede né molta spesa, né molta perdita di tempo e permette, quando lo si stimi utile, di tornare improvvisamente alla coltivazione 162


delle varietà pure. Facendo il lavoro su due distinti appezzamenti di terreno, fra loro lontani, e impiegando come impollinante in un caso l'una e nell'altro l'altra varietà, si potrà ogni anno ottenere, oltre ai due incroci diretto e inverso, che sono perfettamente equivalenti quali siano le differenze fra le due varietà, anche il seme puro di ciascuna delle due varietà necessario per ripetere l'anno successivo lo stesso lavoro oppure per tornare se ne è il caso alle coltivazioni in purezza. Per ragioni di adattamento, affinchè il prodotto dell'incrocio sia in qualche modo già adattato alle condizioni del luogo dove deve essere poi coltivato, è raccomandabile che almeno una delle due varietà da incrociarsi sia la varietà locale o almeno sia nota come già adatta a quelle particolari condizioni di ambiente. QUALI SONO I VANTAGGI E QUANDO SI OTTENGONO CON L'USO DELLE SEMENTI INCROCIATE. — La castrazione non ha per nulla lo scopo di raccogliere del foraggio e, limitandosi alla pura e semplice asportazione della infiorescenza maschile, non reca danno, come da taluni credesi, alla produzione immediata della pianta, che anzi si nota generalmente un leggero aumento del peso del seme prodotto dalle piante castrate rispetto a quello prodotto dalle piante non castrate della stessa varietà e coltivazione. Di questo vi è la dimostrazione teorica e la controprova pratica eseguita molte volte in America. Anche agricoltori di nostra conoscenza la fecero negli anni scorsi da noi con esito nettamente positivo. Ma questo aumento immediato che si ottiene in generale direttamente sulle piante castrate, è molto leggiero e non ha sensibile importanza economica: se ne parla solo per dimostrare infondato il timore di alcuni intorno ad un eventuale danno da imputarsi al fatto della eseguita castrazione. L'aumento vero ed importante lo si ottiene l'anno seguente alla castrazione usando le sementi così ottenute, se la combinazione è buona. È bene battere su questo punto che non tutti hanno afferrato. Ricordare dunque che la produzione di sementi incrociate non è scopo a sé stessa, ma è consigliata perché dette sementi siano impiegate l'anno seguente alla loro produzione. 163


Quando si impieghino sementi incrociate ottenute da una unica varietà l'aumento di prodotto che se ne ottiene può oscillare intorno al 10 %. Quando si usino sementi incrociate ottenute con due varietà, come è detto più sopra, l'aumento può essere dal 15 al 30 % e anche oltre. Diciamo « può essere » perché non è detto che tutte le combinazioni d'incrocio abbiano a dare sempre e dovunque risultati positivi. Vi sono infatti dei casi in cui si ottiene aumento debolissimo o nulio; in altri casi ancora si ha un risultato negativo, specialmente quando si tratti di un incrocio ottenuto con tipi di granoturco non acclimatati in luogo. Per questa ragione noi abbiamo sempre dichiarato che gli incroci e la loro produzione devono essere sempre studiati in luogo dai singoli agricoltori, avuto riguardo alle esigenze locali in fatto di varietà di granoturco e facendo in modo che almeno una delle varietà da impiegarsi sia già pregiata e acclimatata sul posto. Questi aumenti stanno di per sé a dimostrare l'efficacia della preparazione di sementi incrociate di una o due determinate varietà, riferendoci solamente al peso. Se poi guardiamo alle qualità commerciali del grano prodotto con questo sistema, vediamo che colore, lucentezza, grossezza, peso ad ettolitro, sanità e aspetto generale, tutto sta a deporre in favore del prodotto della semente incrociata, piuttosto che di quello del seme comune. LE SEMENTI INCROCIATE DEVONO ESSERE RINNOVATE OGNI ANNO PER L'ANNO SUCCESSIVO. — Un avvertimento della massima importanza è quello che riguarda la durata della accresciuta facoltà produttiva delle sementi incrociate. Come è improvviso l'accrescimento del vigore delle piante e la conseguente loro accresciuta facoltà produttiva, altrettanto è bene che si sappia che questo vigore e questa produttività sono di natura quanto mai labile e passeggera. Le ragioni di questo fatto sono di natura genetica non tanto facile a spiegarsicon semplici parole a chi non vi abbia una preparazione speciale. Il fatto si è che la semente incrociata è di uso profittevole solamente nel primo anno del suo impiego (cioè solamente l'anno dopo di quello della eseguita castrazione): che se noi volessimo proseguire ad usare la semente ottenuta dopo la prima e via via dopo la seconda e successive 164


generazioni noi vedremmo che il vantaggio si riduce rapidissimamente a nulla. Per essere dunque certi di mantenere i risultati che un ben studiato incrocio può dare, è necessario che la semente sia preparata ogni anno per l'anno successivo.

Esperienze con " sementi incrociate ottenute con due varietà Diamo i risultati di alcune prove eseguite nel 1925: (Vedi tabella N. 4) .I dati esposti nella tabella N. 4, comprendenti dodici prove complessive su otto incroci, possono essere così riassunti: a) diedero il prodotto dell'incrocio inferiore a quello di entrambi i parenti 0 b) diedero il prodotto dell'incrocio inferiore alla media produzione dei due parenti, ma supe riore a quello del parente meno produttivo c) diedero il prodotto dell'incrocio superiore

2

alla media produzione dei due parenti, ma infe riore a quello del parente più produttivo d) diedero il prodotto dell'incrocio supe

1

riore a quello di entrambi i parenti Totale

9 12

Facendo invece la media complessiva degli aumenti e delle diminuzioni, si ha: a) Rispetto alla produzione del parente più produttivo il 12,0 %; b) rispetto alla media produzione dei due parenti il 20,6 % ; c) rispetto alla produzione del parente meno produttivo il 32,0 %. Questi dati ci permettono di fare alcune osservazioni e considerazioni. 165


Appare in primo luogo che possono verificarsi, e si verificano nella realtà, dei casi in cui, come effetto di certi incroci, si ha una produttività diminuita, rispetto ad uno dei parenti, o alla loro media, o addirittura ad entrambi, per quanto quest'ultimo caso qui non si sia presentato. Talora queste diminuzioni di prodotto, contrarie al principio generale, possono essere anche assai sensibili. Possono « probabilmente » spiegarsi — più che come l'effetto di una eccessiva affinità tra i due parenti, per cui l'incrociamento non provocherebbe quindi nessuna eterosi con conseguente aumento di produttività — come l'effetto di una vera e propria « incompatibilità » reciproca degli elementi genetici che vanno a forzatamente combinarsi nell'incrocio. Comunque sia, si vede che non è detto che basti fare un incrocio fra due varietà qualunque per ottenere il desiderato aumento di produttività. In secondo luogo deve osservarsi che è diverso il comportamento di uno stesso incrocio a seconda che esso sia coltivato in un luogo piuttosto che in un altro. Sia ad esempio l'incrocio N. 1 della tabella, e più ancora il N. 6. Non si deve credere che basti aver provato la bontà e convenienza di una data combinazione d'incrocio in un determinato luogo, per trame la illazione che tale abbia da mantenersi in qualsiasi altro luogo. Nella coltivazione del granoturco ha da noi grande e talora di gran lunga prevalente importanza la questione dell'« adattamento ». Presso di noi l'ambiente agrario, come clima, come suolo e sottosuolo, abbondanza d'acqua di pioggia o d'irrigazione, concimazione, ecc. presenta tanti e così mutevoli aspetti, a cui il granoturco è sensibilissimo, che una stessa varietà può dare risultati ottimi o pessimi anche a pochissimi chilometri di distanza, talvolta nelle diverse parti di una stessa tenuta. Questo spiega, di conseguenza, il diverso comportamento anche degli incroci coltivati in differenti luoghi. Naturalmente noi consigliamo sempre che almeno una delle due varietà da incrociarsi sia già coltivata estesamente o del tutto adattata alla località dove deve coltivarsi poi l'incrocio. Così si prevengono o si cerca di prevenire molte amare delusioni. In terzo luogo noi dobbiamo dare la giusta importanza anche a quegli incroci che non arrivano a superare in produzione tutti e due i 166


parenti, ma possono però produrre di più della loro media, o anche solo di più del parente meno produttivo. Nel caso che quest'ultimo sia la varietà locale da migliorare e che la varietà incrociante non possa per qualsiasi ragione essere coltivata in quella determinata plaga, il vantaggio è evidente per sé stesso. Accade poi che molte volte si ricerchi, oltre all'aumento di prodotto sulla varietà locale, cioè oltre al miglioramento « quantitativo », anche un miglioramento « qualitativo » su di essa, per cui può venire accresciuta l'importanza di questa particolare categoria d'incroci che ad un sommario esame apparirebbero senza altro tali da non doversi tenere in alcuna considerazione. Infine dobbiamo accennare anche alla precocità degli incroci. Questa è un po' la bestia nera nei nostri lavori perché, come abbiamo altrove dimostrato, è inconciliabile spesso con l'alta produttività. In ogni modo deve dirsi che la precocità di solito è « intermedia » a quella dei due parenti con tendenza, in genere, ad avvicinarsi al parente più precoce. Rari o rarissimi sono i casi in cui si manifesti una precocità superiore (come anche inferiore) a quella di tutti e due i parenti. L'incrocio N. 11-12, fra il « Nostrano dell'Isola » e il « Taiolone cremonese » manifesterebbe pertanto, oltre al miglioramento quantitativo e qualitativo del prodotto, anche la tendenza ad un leggiero miglioramento della precocità maturando pressappoco nella stessa epoca che il « Taiolone », suo parente più precoce. Altre esperienze sono riportate nelle tabelle a pag. 186, 187 e 188. Da queste esperienze risulta ancora che si ha con le sementi incrociate un comportamento diverso a seconda dei tipi che s'impiegano e dei luoghi in cui essi incroci vengono coltivati. In ogni modo nella stragrande maggioranza dei casi si nota un aumento di prodotto tale da ripagare veramente con larghezza le spese a cui si va incontro per la loro produzione o per il loro acquisto. Altre esperienze furono eseguite in molti luoghi sull'uso delle « sementi incrociate » anche nel 1927 e 1928, ma crediamo inutile riportarne i dati anche in considerazione dell'anormale andamento stagionale di queste due annate.

167


«Monfetrina»xHostrano dell'Isola

4 Curno, Stazione Maiscoltura

Rosso di Conegliano x Nostr. dell'Isola

3 Curno, Stazione Maiscoltura

Rosso di MontebelmnaxNostr. dell'Isola

2 Curno, Stazione Maiscoltura

Cinquantino di Castelfr. X Nostr. dell'Isola

1 Curno, Stazione Maiscoltura

NOME DELL'INCROCIO

168

44,9

39,1

32,3

26,5

ql.

44,3

44,3

44,3

44,3

ql.

45,9

42,8

38,2

30,5

ql.

parente parente incrocio femm. maschio

Produzione in ql. per ha

+

+

ql.

1,4

1,0

0,1

4,9

effettivo per ha

+

+

%

3,0

2,5

0,3

13,8

percentuale

Aumento o diminuzione dell' incrocio sulla media dei parenti

1925. - Prove istituite dalla Stazione di Maiscoltura in varie località, usando semente incrociata di due varietà:

TABELLA N.4


Taiolone cremonese x Nostrano dell'Isola

12 Bagnolo Metta (Brescia)

Taiolone cremonese x Nostrano dell'Isola

11 Bagnolo Metta (Brescia)

Giallo di Oderzo x Nostrano dell'Isola

10 Gorgo al Monticano (Treviso)

Scagliolo bergamasco x Nostr. dell'Isola

9 Gorgo al Monticano (Treviso)

Scagliolo bergamasco x Nostr. dell'Isola

8 Casale sul Sile (Treviso)

Scagliolo bergamasco x Nostr. dell'Isola

7 S. Vito al Tagliamento

Scagliolo bergamasco x Nostr. dell'Isola

6 Curno, Stazione Maiscoltura

Giallo di ModeanoXNostrano dell'Isola

5 Curno, Stazione Maiscoltura

44,3

44,3

47,1

46,0

39,8

63,2

41,2

50,0

169

38,1

36,0

49,0

55,0

42,0

41,2

60,2

57,7

62,5

pannocchie pannocchie pannocchie

36,4

pannocchie pannocchie pannocchie

37,5

pannocchie pannocchie pannocchie 72,0 75,0 95,0

45,2

37,2

+

+

+

+

+

+

+

+

13,6

18,7

17,4

11,2

24,6

21,5

2,4

5,3

+

+

+

+

+

+

+

+

29,3

48,1

38,6

28,8

63,6

29,2

5,3

12,9


*** Quanto abbiamo sopra esposto ci conferma nella convinzione della eccellenza di questo metodo come primo — e speriamo non esclusivo e non definitivo — passo sulla via della intensificazione e del miglioramento della coltivazione del granoturco per quanto si riferisce all'impiego delle sementi. Ma anche questo metodo presenta delle difficoltà sue proprie che bisogna superare. Ogni vantaggio, ogni miglioramento deve essere ottenuto più con il lavoro del cervello che non con la fatica del braccio: nulla da la natura per nulla. Anche gli incroci debbono essere « saputi fare, saputi provare, saputi scegliere caso per caso » : bisogna imparare da sé stessi con propria esperienza per trovare la combinazione più favorevole rispetto alle proprie condizioni d'ambiente e di coltivazione. Una volta che questa combinazione sia stata trovata non c'è che da rifare l'incrocio ogni anno per l'anno successivo, oppure acquistare ogni anno la semente già incrociata che altri avrà preparato anche per noi. Ma si ricordi poi sempre che il benefico effetto dell'incrocio non può farsi sentire in pieno che per il solo primo anno, o al massimo, e soltanto in parte, nel secondo anno. Quindi la semente incrociata deve essere rinnovata tutti gli anni o, dove l'esperienza o il tornaconto lo consigliano, ogni due anni, ma non di più.

170


media 4 parcelle

Monferrina - orig. 1924

Femmina

media 4 parcelle

Incr. F1 - Monferrina x Nostr. Isola

media 4 parcelle prossime a quelle di « Mon errina »

Maschio Nostrano Isola - seme 1924

media generale di 13 parcelle

Nostrano Isola - semi 1924

T I PO

171

87,50

96,74

93,94

93,85

ql.

Peso spiche per ha. alla raccolta

41

44

44

44

%

51,63

54,17

52,61

52,56

ql.

52,12

ql.

Mediap Calo Granella arentigr essicc.e secca per anellas sgraecca ha. natura per ha.

2,54

2,05

1,56

ql.

effettiva

4,92

3,93

2,97

%

Differ.za in favore dell’incroccio

1925. - Prova di confronto fra alcuni incroci e i loro rispettivi genitori su parcelle di m2 33 presso la Stazione Sperimentale di Maiscoltura:

TABELLA N. 5.


media 4 parcelle

Femmina Torinese - orig. 1924

media 4 parcelle

Incr. F1 - Torinese x Nostrano Isola

media 4 parcelle prossime a quelle di « Torinese »

Maschio Nostrano Isola - seme 1924

media 4 parcelle

Femmina Del Prete - orig. 1924

media 4 parcelle

Incr. F1 - Del Prete x Nostr. Isola

media 4 parcelle prossime a quelle di « Del Prete »

Nostrano Isola - seme 1924

Maschio

172

95,38

106,21

93,64

80,76

93,41

92,04

46

44

44

41

42

44

51,51

59,48

52,44

47,65

54,18

51,54

51,97

49,59

7,97

7,51

7,04

6,53

4,59

2,64

15,47

14,45

13,42

13,70

9,26

5,12


per ha

ql.

mq.

granella

ql.

1000 1000

Pignoleto X Scagliolo

Scagliolo . . . . . . .

45,53

52,33

49,05 5,04

10,16

3,28

ql.

2000 2000

Scagliolo . . . . . . . .

Scagliolo X Friulotto . . .

58,70

56,75

173

7,00

13,50

1,95

2° - Cattedra Padova – Tenuta Pianella – Megliadino S. Fidenzio

1000

Pignoletto. . . . . . . .

%

3,43

6,68

%

al parente femminile

ql.

12,04

25,82

14,93

%

al parente maschile

6,80

Aumento di prodotto rispetto alla media dei genitori

1° - Presso la Scuola Agraria Media di Padova

VARIETÀ E INCROCI

Produzione

Super ficie coltivata

1926. — Prove di confronto fra alcuni incroci e i loro rispettivi genitori con sementi incrociate di due varietà:

TABELLA N.6


Friulotto . . . . . . . .

2000

46,66

174


d) Scelta, preparazione e conservazione del seme. Abbiamo già visto sopra, nel caso della selezione empirica, come vanno scelte le spiche o pannocchie destinate alla riproduzione. In ogni modo non sarà male ripeterne il concetto: la scelta deve farsi preferibilmente sul campo qualche giorno prima della raccolta generale del prodotto. Bisogna scegliere le spiche più grosse inserite più in basso sullo stelo di piante robuste, sane, di sviluppo normale in condizioni normali di terreno e di regolarità d'investimento. Di preferenza fare la scelta sulle piante più prolifiche, cioè su quelle che portano un numero maggiore di spiche di quella che è la media normale della varietà, ricordando anche che la scelta va fatta cadere sulla spica principale che di solito è la più alta sulla pianta, perché è la prima formatasi e quindi è la più nutrita e la più completa e matura. Si tenga presente che la scelta in campagna è consigliata anche e soprattutto per poter dare il dovuto peso ai caratteri della pianta madre: badare che sia sana, specialmente immune dalla malattia del carbone o da altre crittogame, il più possibile avanzata nella maturazione rispetto alla media delle altre piante che la circondano e soprattutto priva di succhioni, o steli secondari al piede, che nelle nostre coltivazioni da granella in generale non sono desiderati perché disturbano la regolare distribuzione delle piante, di solito maturano con grande ritardo e frequentemente portano spiche anormali cattive produttrici di granella. Alla scelta sul campo segue, dopo la scartocciatura, una seconda più rigorosa scelta delle pannocchie in base ai loro caratteri che devono essere in armonia con quelli medi della varietà o del tipo che si coltiva. Per questa ragione la raccolta di spiche da seme che si fa sul campo deve essere il più possibile abbondante per permettere larghi scarti nella seconda scelta. Nel caso che l'agricoltore non voglia o non possa fare la scelta delle pannocchie da seme in campagna prima della raccolta generale, non gli resta che provvedere alla scelta delle pannocchie da seme al momento della scartocciatura o, in via subordinata, immediatamente prima della sgranatura generale del prodotto Egli allora ha a sua disposizione tutto 175


il cumulo delle pannocchie raccolte e, se sta attento al lavoro degli scartocciatori, o se esamina con cura i mazzi di pannocchie o le spalliere, oppure se percorre attentamente le pannocchie distese in sottile strato al sole sull'aia, potrà togliere e mettere da parte tutte le più belle e le più regolari e le più rispondenti al tipo che vuole coltivare. Questa scelta delle pannocchie è indispensabile se si vuole mantenere il tipo e se si desidera che nella coltivazione non prendano il sopravvento i tipi spurii o meno produttivi o meno pregiati. Non si dice qui di scegliere esclusivamente tutte pannocchie perfettamente uguali tra loro, perche questo presenterebbe pericoli o almeno inconvenienti che abbiamo già sopra cercato brevemente di lumeggiare parlando della selezione empirica. Quello che si richiede è la scelta di una proporzionata mescolanza dei tipi più pregiati che si possono rinvenire in una data partita o coltivazione, con accurata esclusione di tutti i tipi non pregiati o riconosciuti netta mente inferiori. In questo modo la razza coltivata manterrà equilibrati i suoi maggiori pregi di qualità e insieme quelli di produttività che non devono mai essere perduti di vista. *** Le spiche destinate alla riproduzione vanno conservate colla massima cura fino alla fine dell'inverno così come sono, affinchè esse possano completamente maturare e soprattutto giungere ad una graduale e regolare essiccazione. Durante questo periodo di tempo esse vanno soggette a diversi pericoli fra i quali primeggiano l'umidità, i danni degli insetti, i danni dei topi, e di altri ammali. Se contro questi ultimi sono facili gli accorgimenti tanto che non vale la pena di parlarne diffusamente, per gli altri pericoli sarà bene dire due parole. Per quanto riguarda gli insetti dei granai, si ricordi che i trattamenti insetticidi più efficaci, quali quelli con solfuro di carbonio, con tetracloruro di carbonio ed anche quelli stessi con aldeide formica possono irrimediabilmente compromettere la facoltà germinativa delle sementi. Meglio dunque riporre le pannocchie da seme in luogo che non sia il vero e proprio granaio, il quale può essere più o meno infestato, 176


avendo cura di spolverarle con razzia o altro insetticida innocuo almeno una volta al mese. Ma prima ancora di riporle sarà bene di esaminarle con cura una per una, specialmente nei grani della punta, per togliere quelli che eventualmente fossero già infestati dalla larva dell'Alucita del grano che spesso comincia già in campagna a deporre le sue uova. Quanto all'umidità, essa può essere causa di fermentazione e di àmmuffimenti 0 comunque di profonde alterazioni che distruggono la facoltà germinativa dei semi. Perciò bisogna conservare le spiche in strato sottile, in luogo asciutto di media temperatura e ventilato. Buona è la pratica di appendere le pannocchie da seme alle travi del soffitto, o riunite in piccoli mazzetti, o, meglio, isolate. In America si usano altri ingegnosi sistemi, atti alla conservazione di grandi quantità di pannocchie da seme, ma, sia perché non farebbero al caso nostro, sia perché sono in genere molto dispendiosi, preferiamo non parlarne in particolare. Per chi intende sgranare prima dell'inverno le pannocchie da seme non v'è altra alternativa che la conservazione in istrato sottile della semente sgranata, sopra un pavimento preferibilmente di mattoni asciutti e porosi. Molto opportuna sarà la spolveratura periodica con polveri insetticide e la frequente rimozione dello strato. Quando sia pervenuta ad un alto grado di essiccamento la semente può essere conservata in sacchi o sacchetti o in casse, ma in questi casi non bisogna mai lasciarla insorvegliata per molto tempo. Sarà consigliabile perciò un periodico svuotamento dei recipienti e conseguente smuovimento ed aereazìone delle sementi. Crediamo infine utile di ricordare che per il materiale destinato alla semina non si dovrà mai in nessun caso procedere all'essiccamento artificiale con l'impiego di apparecchi a riscaldamento. *** La sgranatura va eseguita preferibilmente a mano per non offendere gli embrioni. Prima della sgranatura si consiglia di asportare ad ogni pannocchia i semi della punta e quelli della base, lasciando solo quelli della parte mediana. 177


Alcuni preferiscono togliere solo i grani della punta o apice della pannocchia, lasciando tutto il resto. Geneticamente, tutti i semi di una spica, purché non provengano da fiori fecondati da polline di diversa origine, hanno le stesse attitudini produttive, perché la futura pianta è precostituita nell'embrione, qualunque sia la quantità e la disposizione delle riserve nutritive della cariosside che circondano l'embrione. Della verità di questo asserto stiamo dando noi stessi una dimostrazione presso la Stazione di Maiscoltura con una esperienza che viene ormai ripetuta da cinque anni e che continuerà ancora. Come ognuno sa, le sementi di una pannocchia di granoturco sono più regolari ed uniformi nella parte mediana di essa, mentre alla base sono generalmente grossolane e di forma irregolare e all'apice sono molto più piccole. Di qui il provvedimento consigliato. In effetto noi non abbiamo in cinque anni riscontrato sensibile differenza nel comportamento dei tre tipi di seme che possono separarsi in una stessa pannocchia, né per quanto riguarda lo sviluppo, il rigoglio e la sanità delle piante che ne derivano, né, sembra, per quanto riguarda la capacità produttiva di esse. Pur tuttavia non ci sentiamo di sconsigliare l'eliminazione dei semi della punta e della base della pannocchia, e specialmente di quelli della punta, per le seguenti ragioni. In primo luogo, se il terreno non è ben preparato e ben concimato, molti semi della punta, che spesso sono molto più piccoli degli altri, o scompaiono troppo in profondo e non possono dar luogo a piantine vitali, oppure danno luogo a piantine deboli che, non trovando nei primi inizi della loro vita sufficienti materiali nutritivi ne nelle riserve del seme, né nel terreno se è povero, rimangono cachetiche e vengono presto sopraffatte dalle altre piante d'altra origine che sono più robuste e crescono più rapidamente. In secondo luogo deve dirsi che molte volte i grani dell'apice, specialmente nelle varietà a brattee corte che lasciano nudo l'apice stesso, o sono invasi dalle larve delle alucite del grano, o sono comunque ingerminabili o germinano con bassa energia perché scottati dal sole nel loro formarsi o screpolati dalle intemperie, ecc. Infine va detto che tanto i semi dell'apice che quelli della base della pannocchia, gli uni per la loro piccolezza, gli altri per la loro eccessiva grossezza e per la loro irregolarità di forma, sono di grave ostacolo al 178


regolare ed uniforme lavoro degli organi distributori delle macchine seminatrici ed anche degli apparecchi seminatori a mano, per quanto semplici. Noi abbiamo già in parte detto e più ancora insisteremo in seguito sulla importanza che ha la regolarità dell'investimento nella coltura intensiva del granoturco che vuole raggiungere alte produzioni. Ebbene, il primo caposaldo di questa regolarità di investimento è appunto dato da una regolare ed uniforme distribuzione del seme che solo può ottenersi con un lotto di semente a forma e dimensioni regolari, quali si ottengono solo dalla parte mediana delle pannocchie. Per questo noi persistiamo a consigliare la vecchia pratica della eliminazione dei grani dell'apice e della base delle pannocchie destinate a semente: l'uso di tutti i semi, qualunque sia la loro forma e grossezza, può essere invece perfettamente consentito ove si tratti di moltiplicare del materiale selezionato o comunque, molto prezioso per cui necessiti utilizzare fin l'ultimo grano.

179


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