Pubblicità e Sviluppo: Filippo Viola | f.viola@lswr.it
Edoardo Rossi | e.rossi@lswr.it
SOMMARIO
IN COPERTINA
STA Acque è nata nel 1999 per la progettazione e costruzione di una piattaforma di ritiro rifiuti non pericolosi. Nel 2010, grazie all’apporto di nuovi soci e di collaboratori di provata esperienza, ha implementato tutto il suo mercato nel settore del Trattamento delle acque, portandolo ad oggi a più di 160 dipendenti e oltre 25 milioni di euro di fatturato.
HANNO COLLABORATO
Cristina Cardinali, Simone Ciapparelli, Graziano Dassi, Francesca Leone, Maria Latronico, Rosalinda Nardi, Maurizio Pedrini, Sara K. White, Giacomo Torrenzi, Loredana Vitulano.
Elena Brusadelli | e.brusadelli@lswr.it
Realizzazione grafica
Paolo Marchetti - KF Invest Sagl
Produzione&Stampa
Antonio Iovene | a.iovene@lswr.it | Tel. +39 349 1811231
Stampa New Press Edizioni srl - Lomazzo (CO)
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• Abbonamento annuale: 49 euro
• Annuale estero: 160 euro
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Dati i costi di produzione ancora elevati, si sta valutando l’utilizzo di fonti più economiche, rinnovabili, come residui agricoli o rifiuti agroindustriali, che comportano una minore tossicità, ma anche maggiori biodegradabilità e sostenibilità complessive
Maurizio Pedrini giornalista e direttore tecnico di Dimensione Pulito
Nel mercato della detergenza professionale, sta crescendo costantemente la domanda di prodotti bio-detergenti - bio-tensioattivi, nell’ottica della sostenibilità: una sensibilità che corrisponde a molteplici esigenze non solo di tipo etico, sociale ed economico ma anche alla precisa e sempre più diffusa volontà di non inquinare l’ambiente. Oggi le soluzioni eco-compatibili trovano un’interessante applicazione anche da parte delle imprese di pulizia, che intendono proporre alla clientela nuove strategie di igienizzazione e sanificazione degli ambienti, specialmente nel contesto dei più delicati luoghi comunitari, dove è necessaria la massima attenzione all’igiene e alla sicurezza, come ad esempio nelle RSA e luoghi di cura in genere. Certo, gli scenari di impiego dei bio-detergenti negli anni a venire appaiono assai interessanti e potenzialmente sempre più ampi. Infatti questa vasta categoria di prodotti green si è imposta da almeno una ventina d’anni all’attenzione del nostro settore, quale straordinario alleato per pulire al meglio qualsiasi tipologia di superficie, raggiungendo anche le porosità più profonde, talvolta così sopperendo ai limiti oggettivi dei tradizionali detergenti, che in alcuni casi si rivelano inefficaci.
COSA SONO I BIO-DETERGENTI?
Si tratta di microrganismi gram-positivi, aerobi e anaerobi, facoltativi, che producono in grande quantità enzimi litici specifici, capaci di agire su una vasta varietà di substrati organici, come cellulosa, urea, glucidi, amici, oli, grassi, ecc. Rispetto a quelli tradizionali, questi detersivi ecologici contengono tensioattivi non derivati dal petrolio, e al loro interno sono assenti sia gli sbiancanti ottici che i conservanti di origine naturale. Attualmente, i tensioattivi impiegati come agenti emulsionanti e detergenti, hanno un’origine perlopiù fossile, non rinnovabile. Sono una delle classi di prodotti
chimici industriali più importanti, con una produzione mondiale di milioni e milioni di tonnellate. I bio-detergenti o bio-tensioattivi interpretano al meglio il concetto di circolarità, in quanto possono essere prodotti a partire da materiali organici rinnovabili. Un bio-detergente, infatti, può essere realizzato grazie alla fermentazione di scarti alimentari, sfruttando la crescita di lieviti e batteri. Gli scarti possono essere quindi recuperati per una nuova applicazione nell’industria alimentare o farmaceutica. La fermentazione rappresenta il processo chiave per la produzione dei bio-detergenti. Per realizzarlo sono impiegati batteri, lieviti e funghi che possono impiegare i rifiuti organici quale substrato per produrre molecole di bio-detergente. I batteri che sfruttano questo tipo di substrato comprendono: Starmerella bombicola, Acinetobacter, Pseudomonas, Halomonas, Bacillus, Myroides, Corynebacterium e Alteromonas.
CARATTERISTICHE E VANTAGGI
Siamo di fronte, come dicevamo all’inizio, ad un trend positivo del mercato a base biologica, che - ormai da anni - marcia ad incremento di produzione e vendite a doppia cifra. Un freno alla sua espansione, oltre alla difficile congiuntura economica e alla pesante crisi geo-politica che stiamo vivendo è indubbiamente costituito dai costi di produzione, decisamente elevati (2030 E/Kg, in Europa) rispetto ai detergenti tradizionali. I vantaggi connessi all’uso di questi “nuovi protagonisti” della detergenza professionale sono molteplici: i bio-tensioattivi di derivazione biologica hanno infatti un’elevata capacità di ridurre la tensione superficiale e sono stabili fino a 80 °C.; possiedono inoltre un pH compreso tra 8 e 12, quindi possono essere impiegati anche come detersivi per il bucato. Inoltre, non sono irritanti, hanno una bassa tossicità e vantano proprietà idratanti. Per questo motivo possono essere sfruttati ampiamente in molti campi d’applicazione, anche nell’accurata igienizzazione delle pavimentazioni e delle superfici murarie: pensiamo solo alle fughe delle pia-
strelle o ai ricettacoli di muffe. Purtroppo, tutti noi - come ben sappiamo - viviamo all’interno di ambienti colonizzati da vari e molteplici microrganismi quali: cellule batteriche e, appunto, muffe in grado di aggregarsi spontaneamente producendo una sorta di biofilm, ovvero una matrice complessa che aderisce e si stende sulle superfici, per difenderle dall’azione di agenti chimici e da ambienti ostili, generando a volte delle forme di resistenza pericolose per la salute. Il biofilm può racchiudere anche piccole percentuali di batteri patogeni e muffe, le quali possono successivamente portare a infezioni o allergie. In questi casi il bio-detergente è in grado di
esprimere al meglio tutta la sua efficacia: grazie, infatti, ai microrganismi che lo compongono, riesce a penetrare il biofilm e a contrastare la presenza e la proliferazione dei patogeni, attuando un meccanismo di esclusione competitiva. I bio-detergenti, dunque, danno vita ad una barriera efficace e delicata su qualsiasi tipo di superficie: il loro lavoro non si esaurisce con il risciacquo, ma l’azione degradativa sviluppata continua finché persiste lo sporco. Essi riescono a stabilizzare i livelli di igiene - circa il 90% in più rispetto ai detergenti e disinfettanti tradizionali, e questo li rende ottimali per la pulizia in strutture sanitarie e ospedaliere. Proiettando la sguardo al fu-
turo, va detto che la sostituzione dei tensioattivi tradizionali con bio-tensioattivi rinnovabili nella detergenza professionale è una grande sfida anche per il settore del professional cleaning, in quanto fa parte integrante, se non fondamentale, del processo di transizione verso un’economia circolare. Per superare il non irrilevante problema della produzione ancora assai costosa di questa tipologia di prodotti, si sta valutando con sempre maggiore attenzione l’utilizzo di fonti più economiche, rinnovabili, come residui agricoli o rifiuti agroindustriali, che comportano una minore tossicità, ma anche maggiori biodegradabilità e sostenibilità complessive (vedi box).
BIO-TENSIOATTIVI/BIO-DETERGENTI: UNA RISORSA IN CRESCITA
Un’alternativa ecologica e rinnovabile ai tensioattivi tradizionali può essere offerta dai bio-tensioattivi. I bio-detergenti o bio-tensioattivi sono interessanti dal punto di vista circolare in quanto possono essere prodotti a partire da materiali organici rinnovabili. Un biodetergente può essere prodotto, infatti, grazie alla fermentazione di scarti alimentari, sfruttando la crescita di lieviti e batteri. Gli scarti possono essere, quindi, recuperati per una nuova applicazione nell’industria alimentare o farmaceutica.
Caratteristiche
I bio-tensioattivi, entrati nel mercato come ingredienti per la formulazione di detergenti e cosmetici, sono composti da un acido grasso e da un disaccaride (zucchero). I più studiati e commercialmente più avanzati sono i ramnolipidi e soforolipidi (non OGM).
Produzione: fermentazione
La fermentazione è il processo chiave per la produzione dei bio-detergenti. Per questo processo sono utilizzati batteri, lieviti e funghi che possono
sfruttare i rifiuti organici come substrato per produrre molecole di bio-detergente. I batteri che sfruttano questi tipi di substrati includono: Starmerella bombicola, Acinetobacter, Arthrobacter, Pseudomonas, Halomonas, Bacillus, Myroides, Corynebacterium e Alteromonas (Dolman et al., 2017, Wang et al., 2020a).
Cosa è necessario per una buona fermentazione?
I substrati usati per la produzione di bio-tensioattivi contengono elementi come: glucosio, saccarosio e glicerolo, provenienti da biomassa. I rifiuti e i residui oleosi di origine vegetale sono i substrati più impiegati per la fermentazione e la produzione di bio-tensioattivi, grazie alla sintesi di enzimi o di microrganismi. La fermentazione enzimatica, rispetto alla fermentazione microbica, comporta un costo di produzione più elevato ma un costo di recupero inferiore perché il prodotto finale raggiunge una purezza maggiore. A seconda del grado di purezza del bio-tensioattivo
i campi di applicazione possono essere: la bonifica ambientale o il settore alimentare, cosmetico e farmaceutico, per quelli ad alto grado di purezza. Quindi i residui dell’industria di trasformazione alimentare come scarti di lolla di riso, di amido, effluenti di frantoio possono essere utilizzati per la produzione di bio-tensioattivi accessibili e competitivi.
Un mercato in crescita Il mercato dei tensioattivi a base biologica ha un tasso di crescita superiore al 6% e si prevede che raggiungerà i 6,5 miliardi di dollari entro il 2027 (“Global biosurfactants market report with short-term impact of COVID-19”, 2021). Dunque, si può parlare di un mercato in crescita. Gli attuali costi di produzione sono, però, ancora piuttosto elevati (20–30€/ kg, in Europa) rispetto ai detergenti tradizionali (1-6€/kg) (Dierickx et al., 2021).
Tratto dall’articolo di Maria Francesca Di Blasio su sogeam.it.
Biodé: fragranze di qualità e sostenibilità ambientale
LR Industries SpA, azienda di riferimento nel settore, continua a investire nella ricerca e nello sviluppo di prodotti innovativi e di alta qualità. Una delle loro ultime proposte è la linea di fragranze Biodé, che si distingue per innovazione e biodegradabilità.
Biodé è una linea di fragranze che racchiude tutte le famiglie olfattive, dalle più fresche alle più intense, abbracciando note agrumate, floreali e
muschiate. Questa linea di fragranze è realizzata con ingredienti accuratamente selezionati, scelti con la massima cura per garantire la massima qualità, efficacia e rispetto per l’ambiente. Le fragranze sono formulate con estratti di fiori e piante, oli essenziali puri e altre sostanze.
Le fragranze Biodé non solo garantiscono un’esperienza sensoriale raffinata, ma promuovono anche la sostenibilità. La loro biodegradabilità riduce l’impatto ambientale, facendo di Biodé una scelta consapevole per
chi è attento all’ambiente. Oltre al loro impegno per l’ambiente, LR Industries SpA pone anche una forte enfasi sull’efficacia del prodotto e sulla soddisfazione del cliente. Ogni fragranza della linea Biodé viene sottoposta a rigorosi test per garantirne la longevità e l’effetto a lunga durata. La dedizione dell’azienda all’eccellenza è evidente in ogni aspetto dei loro prodotti. Una soluzione che combina sostenibilità e alta qualità per un profumo che rispetta l’ambiente.
Produttori di Fragranze e Aromi, dal 1998. La fragranza è più di un profumo. È personalità, stile ed eleganza, un’esperienza che ti accompagna nel tempo, lasciando un’impressione duratura. L.R. Industries crea la tua firma olfattiva distintiva, che trasformerà i tuoi prodotti in esperienze indimenticabili.
La gamma Ecolabel di Marka: soluzioni green per una pulizia sostenibile
La gamma Ecolabel di Marka rappresenta un punto di riferimento per le attività di cleaning professionale e per la tutela ambientale, rispondendo alle esigenze di chi cerca prodotti efficaci e sostenibili. Ogni prodotto della linea è certificato secondo gli standard Ecolabel UE, un marchio che garantisce un impatto ambientale ridotto lungo l’intera filiera produttiva, dalla scelta delle materie prime fino allo smaltimento finale.
I prodotti della gamma Ecolabel di Marka sono formulati con materie prime rinnovabili e biodegradabili, in grado di ridurre l’impatto sugli ecosistemi terrestri e acquatici. Queste soluzioni utilizzano ingredienti selezionati per la loro sostenibilità e sono confezionati in pack certificati Plastica Seconda Vita, che contengono almeno il 50% di HDPE riciclato proveniente da rifiuti domestici post-consumo. Questa scelta non solo riduce l’immissione di plastica vergine nell’ambiente, ma promuove l’economia circolare, riducendo gli sprechi e il volume dei rifiuti destinati alle discariche.
La gamma Ecolabel di Marka è progettata per offrire soluzioni trasversali, adatte a ogni esigenza di pulizia professionale, senza compromettere l’efficacia e le prestazioni. La gamma Eco-
label è composta da:
• NATURAL LVS: Detergente liquido per lavastoviglie, particolarmente efficace in acque medio-dolci. Grazie al suo elevato potere sequestrante, neutralizza gli odori di cibo, assicurando stoviglie impeccabili e un’elevata igiene anche a basse temperature di lavaggio.
• NATURAL RINSE: Additivo liquido acido con azione brillantante e autoasciugante, ideale per prevenire la formazione di macchie di calcare su bicchieri e stoviglie. Dona brillantezza e non lascia aloni.
• NATURAL FLOOR: Detergente neutro profumato alla mela rossa, formulato per la pulizia quotidiana di tutti i tipi di pavimento. Lascia un piacevole profumo e garantisce superfici pulite senza residui.
• NATURAL DEGREASER: Sgrassatore liquido pronto all’uso, con una fresca profumazione al limone. Ideale per detergere e igienizzare qualsiasi superficie lavabile, rimuovendo efficacemente grasso e sporco.
• NATURAL MULTIGLASS:
Detergente agrumato per vetri, specchi e superfici in cristallo. La sua formula evapora rapidamente, garantendo superfici pulite, brillanti e prive di aloni.
• NATURAL BATH: Detergente anticalcare pronto all’uso, arricchito con acido
citrico, perfetto per rimuovere residui di calcare e sapone da sanitari, rubinetterie e piastrelle.
• NATURAL WC: Detergente gel pronto all’uso per la pulizia del WC. La sua formula a base di acido citrico scioglie efficacemente le incrostazioni, garantendo una pulizia profonda e un’igiene duratura.
L’impegno di MK nella sostenibilità si riflette anche nella scelta delle materie prime utilizzate. Prodotti come il NATURAL BATH e il NATURAL WC sono formulati con acido citrico di origine vegetale, mentre altri prodotti della gamma contengono alcool isopropilico vegetale non OGM, un ingrediente chiave per garantire elevate prestazioni di pulizia senza impatti negativi sull'ambiente. Inoltre, i tensioattivi non ionici impiegati nella gamma sono altamente efficaci e rapidamente biodegradabili sia in condizioni aerobiche che anaerobiche, garantendo una degradazione completa. Scegliere la gamma Ecolabel di Marka significa adottare
soluzioni di cleaning che rispettano l’ambiente senza sacrificare la qualità e l’efficacia. Questi prodotti non solo rispondono alle esigenze di pulizia dei settori più diversi, come la ristorazione e gli uffici, ma rappresentano anche una scelta consapevole per chi desidera ridurre l'impatto ambientale della propria attività. Grazie all’attenzione per la sostenibilità, MK contribuisce alla creazione di un futuro più pulito e verde, dove l’efficacia dei prodotti per la pulizia va di pari passo con il rispetto per l’ambiente.
Con la sua gamma Ecolabel, Marka dimostra che è possibile coniugare innovazione, prestazioni elevate e responsabilità ambientale, offrendo alle aziende soluzioni che rispondono non solo alle esigenze operative, ma anche agli standard sempre più elevati in termini di sostenibilità. Per chi sceglie la qualità e il rispetto del pianeta, la gamma Ecolabel di Marka rappresenta una scelta sicura, efficace e responsabile.
Marka è Protezione Profonda Professionale.
Certificazioni per i biodetergenti professionali
Standard etici e ambientali per una detergenza sostenibile
Maria Latronico e Rosalinda Nardi
Negli ultimi anni, la crescente consapevolezza dell'impatto ambientale dei prodotti chimici ha spinto il settore della detergenza verso soluzioni più sostenibili. I biodetergenti, formulati per ridurre al minimo gli effetti nocivi su ambiente e salute umana, rappresentano un'alternativa sicura e rispettosa dell’eco -
sistema. Tuttavia, per garantire che questi prodotti rispettino elevati standard di sostenibilità, sicurezza e prestazioni, sono state introdotte certificazioni specifiche, come quelle rilasciate da ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale).
In un mercato in cui molti prodotti si dichiarano ‘green’, le certificazioni giocano un ruolo cruciale nel distinguere i biodetergenti autenticamente ecologici da quelli che fanno solo marketing ambientale, noto come greenwashing. Per questo sono necessarie certificazioni che garantiscano trasparenza, sicurezza ed efficacia, aumentando la fiducia dei consumatori e valorizzando i marchi. Per le aziende, ottenere una certificazione significa un impegno concreto verso
la sostenibilità e il rispetto delle normative in materia di protezione ambientale.
STANDARD PER ECO BIO/ECO DETERGENZA
Il disciplinare ICEA, basato sui criteri europei Ecolabel, introduce parametri più stringenti riguardanti l’impatto ambientale e gli imballaggi. Oltre a valutare la biodegradabilità e la tossicità, certifica anche l'efficacia del prodotto rispetto a soluzioni non certificate, leader di mercato. Il sistema di certificazione è conforme ai requisiti della norma UNI EN ISO 17065, garantendo controlli rigorosi sui prodotti certificati. Si applica a detergenti per uso domestico e professionale, tra cui prodotti per la pulizia di stoviglie, superfici, bucato e anticalcare. L’etichetta ICEA, visibile sul packaging, testimonia che il prodotto è stato verificato da un ente terzo per conformità ai requisiti ambientali e di sicurezza.
Il disciplinare e il sistema di certificazione ICEA per la Eco Bio ed Eco
Detergenza sono predisposti in accordo agli obiettivi, principi, pratiche e requisiti generali della norma ISO 14024 "Environmental labels and declarations - Type 1 ecolabelling - Principles and Procedures" (Etichette e dichiarazioni ambientali - Etichettatura ambientale di Tipo I – Principi e procedure), utile, ad esempio, negli acquisti green della Pubblica Amministrazione (Green Public Procurement).
CRITERI PER OTTENERE
LE CERTIFICAZIONI
I criteri per ottenere le certificazioni descritte si basano su una serie di requisiti, tra cui:
• Origine delle materie prime: si prediligono ingredienti vegetali e biologici, escludendo sostanze da petrolio o fonti non sostenibili.
• Biodegradabilità: i biodetergenti devono essere facilmente biodegradabili.
• Tossicità: assenza di sostanze chimiche nocive per l’uomo e l’ambiente.
• Imballaggi: si utilizzano materiali riciclabili o riutilizzabili, con una riduzione del consumo di plastica.
• Prestazioni: le certificazioni non attestano solo la sostenibilità, ma anche l’efficacia del detergente, fondamentale in settori come ospedali o industrie alimentari.
DIFFERENZE TRA ECO
DETERGENZA ED ECO BIO DETERGENZA
La certificazione Eco Detergenza certifica prodotti che rispettano criteri come biodegradabilità e assenza di sostanze tossiche, ma non obbliga l'uso di materie prime biologiche. Queste possono provenire da agricoltura convenzionale, purché non OGM. La Eco Bio Detergenza, invece, impone l'uso di materie prime vegetali provenienti da agricoltura biologica o raccolta spontanea, oltre a rispettare tutti i criteri dell’eco detergenza. La differenza sostanziale risiede nell'uso di ingredienti biologici, che devono costituire
almeno il 20% del prodotto. Entrambe le certificazioni escludono l'uso di materie prime da specie minacciate o in via di estinzione, in conformità con la Convenzione CITES (Convenzione di Commercio Internazionale sulle Specie Minacciate della Fauna e Flora Selvatica), e impongono che gli ingredienti di origine animale provengano da allevamenti biologici.
IL PROCESSO
DI CERTIFICAZIONE
La certificazione ICEA si articola in quattro fasi principali. Inizialmente, viene condotta una valutazione preliminare della composizione del prodotto e della conformità delle materie prime, controllando le schede di sicurezza in termini di tossicità e biodegradabilità. Per gli ingredienti biologici è richiesta la certificazione rilasciata da organismi di controllo autorizzati. Per tutti i prodotti che andranno a contatto con la pelle, invece, sono richiesti patch test. Successivamente, una verifica ispettiva presso la sede produttiva assicura che i processi rispettino i requisiti ambientali e gestionali. Dopo aver raccolto i dati, viene emesso un certificato di conformità con l’elenco dei prodotti certificati. Durante l’anno, vengono condotti controlli ispettivi e analisi a campione per garantire il mantenimento della conformità nel tempo.
TRASPARENZA E FIDUCIA
Nel settore professionale, le certificazioni diventano un requisito imprescindibile. In ambienti come ospedali, scuole o industrie alimentari, l'uso di detergenti certificati garantisce una pulizia sicura ed efficace, riducendo i rischi per la salute umana e l'ambiente. Per le aziende, queste certificazioni rappresentano un vantaggio competitivo, poiché dimostrano un impegno concreto verso la sostenibilità e il rispetto delle normative ambientali. Un elemento distintivo della certificazione ICEA è l’obbligo di riportare
in etichetta l’elenco completo degli ingredienti (INCI), un’operazione che la normativa sui detergenti non prevede espressamente. Questo garantisce una trasparenza che i prodotti non certificati non possono offrire. Inoltre, il codice alfanumerico riportato sul logo permette di tracciare il prodotto e verificare la sua autenticità tramite il sito web dell'ente certificatore. Grazie ai rigorosi controlli, i biodetergenti certificati contribuiscono allo sviluppo di un settore della detergenza più etico, sicuro e sostenibile. Adottare prodotti certificati non è solo una scelta responsabile per il presente, ma rappresenta un passo concreto verso un futuro più green e rispettoso del pianeta.
PER UN MONDO SOSTENIBILE
ICEA è un consorzio senza fini di lucro al quale partecipano enti, associazioni, imprese e organizzazioni della società civile che da oltre vent’anni hanno contribuito al dialogo e generato la spinta e lo sviluppo dell’agricoltura biologica nel territorio italiano ancor prima che questa venisse normata. ICEA controlla e certifica diverse migliaia di aziende che svolgono la propria attività nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente, tutelando la dignità dei lavoratori e i diritti dei consumatori.
Igeax investe nella sostenibilità
La sostenibilità è la bussola che guida Igeax orientandola, passo dopo passo, verso un futuro più green. Quello intrapreso dall’azienda è un cammino volto a preservare il pianeta che lasceremo in eredità alle future generazioni: efficientamento energetico, materiali riciclati, prodotti durevoli e imballi sostenibili riflettono l’impegno su questo fronte, alimentato da una naturale spinta al miglioramento continuo.
UNA SEDE
A BASSO IMPATTO
Igeax ha intrapreso diverse iniziative per minimizzare l’impatto ambientale delle attività aziendali, arrivando a ridurre del 70% le emissioni di CO2 grazie a scelte mirate di upgrade tecnologico. L’azienda ha investito
innanzitutto nell’energia solare installando un impianto fotovoltaico presso i suoi stabilimenti così da generare energia pulita e ridurre la dipendenza dalle fonti non rinnovabili. Ha inoltre installato impianti termici ad alta efficienza riducendo il consumo di combustibile e sostituito le tradizionali luci con sistemi a LED contenendo così il consumo energetico e le emissioni inquinanti.
LE SCELTE A TUTELA
DELL’AMBIENTE
Igeax si impegna attivamente a ridurre gli sprechi utilizzando materie prime derivanti dagli scarti del processo produttivo e contribuisce a promuovere l’economia circolare creando un modello sostenibile in cui le risorse vengono utilizzate
in modo efficiente.
Ogni prodotto viene progettato per resistere all’usura quotidiana e mantenere prestazioni ottimali nel tempo, offrendo un valore duraturo nel rispetto della sostenibilità. Inoltre, gli articoli destinati al settore alimentare vengono forniti completi di marcatura per consentire la tracciabilità lungo l’intera filiera, realizzata senza l’utilizzo di inchiostri e solventi.
L’impegno per la tutela dell’ambiente si manifesta infine anche attraverso il packaging certificato FSC Mix 70%, prodotto con materiali provenienti da foreste gestite in modo responsabile e sostenibile.
PULIZIA INDUSTRIALE
ECOSOSTENIBILE
La linea Industrial rappresenta il non plus ultra dell’offerta Igeax in termini di sostenibilità: una speciale gamma di prodotti per la pulizia industriale i cui tratti distintivi sono l’elevata
resistenza, il design ergonomico e un occhio di riguardo per l’ambiente. A tal proposito, l’azienda utilizza materie prime riciclate per la produzione degli articoli Industrial, contribuendo in questo modo a sostenere l’economia circolare. L’impegno per la sostenibilità non compromette l’eccezionale qualità dei prodotti che vengono sottoposti a rigorosi processi di test e misure di controllo per garantire il rispetto degli standard più elevati.
UN CAMMINO
CHE CONTINUA
Il cammino di Igeax non si arresta ma continua deciso verso nuovi orizzonti da raggiungere: l’azienda ha implementato un sistema di gestione ambientale in linea con la norma ISO 14001 e iniziato l’iter per il rilascio della relativa certificazione che si concluderà entro la fine del 2024. Un ulteriore passo in avanti a favore dell’ambiente.
Dall’energia solare alla certificazione ISO 14001: Igeax investe nella sostenibilità
Ecolabel per i servizi di pulizia Stato dell’arte
Dal 2019, anno di concessione del primo marchio per i servizi, le aziende certificate sono passate da 13 a 175. A questa rapida crescita ha contribuito l’entrata in vigore nel 2021 dei Criteri Ambientali Minimi (CAM)
a cura di Giacomo Torrenzi
L'Ecolabel UE è il marchio di qualità ecologica dell’Unione europea che contraddistingue i prodotti e i servizi caratterizzati da un ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita, garantendo al contempo elevati standard prestazionali. Il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea è considerato tra gli standard europei per eccellenza caratterizzati da affidabilità, trasparenza e garanzia in termini di performance ambientali e miglioramento continuo.
Nel 2022 si sono festeggiati i 30 anni dell’istituzione del marchio Ecolabel UE. Le licenze Ecolabel UE in vigore in Italia sono 481 (dato di aprile 2024), per un totale di 14.741 prodotti/servizi, distribuiti in 17 gruppi di prodotti e 2 servizi, dimostrando un generale trend positivo di crescita nel tempo, sia del numero totale di licenze Ecolabel UE rilasciate, sia del numero di prodotti e servizi etichettati. L’Ecolabel UE può essere richiesto per tutti quei beni e servizi che appartengono a gruppi di prodotti per i quali, a livello europeo, siano stati fissati e pubblicati in Gazzetta Ufficiale, nella forma di decisioni della Commissione europea, i relativi criteri di assegnazione. Dal 2 maggio 2018 è in vigore la decisione 2018/680/UE che stabilisce i criteri per l’assegnazione del marchio ecologico Ecolabel UE ai servizi di pulizia di ambienti interni: questi forniscono linee guida esigenti per le imprese di pulizia B2B (business to business) e B2C (business to consumer) che vogliono ridurre il loro impatto ambientale, operare con pratiche ambientali circolari, e garantire l'efficienza delle loro azioni ambientali attraverso la verifica da parte di terzi.
I criteri per la concessione del marchio Ecolabel UE adottano un approccio olistico attraverso la limitazione di prodotti di pulizia, degli accessori utilizzati e del consumo di acqua e di energia, la formazione del personale e la gestione dei rifiuti. I criteri danno inoltre priorità ai prodotti per la pulizia certificati con etichette ambientali ISO di tipo I. Possono richiedere la certificazione tutte le aziende che erogano servizi professionali di pulizia ordinaria, effettuati presso edifici commerciali, istituzionali e altri accessibili al pubblico nonché presso abitazioni private.
Si tratta quindi di attività di pulizia ordinaria, cioè erogata almeno con cadenza mensile, fatta eccezione per la pulizia dei vetri, considerata ordinaria qualora sia effettuata con cadenza almeno trimestrale. Le pulizie sono connesse all’utilizzo dei prodotti detergenti per superfici dure (rif. Dec. 2017/1217/
UE): multiuso, per pavimenti, per sanitari, per cucine e per vetri. Le zone in cui sono effettuati i servizi di pulizia possono comprendere fra l'altro uffici, impianti sanitari e aree ospedaliere accessibili al pubblico, quali corridoi, sale d'attesa e sale di riposo. Non si applicano ad attività che prevedano la disinfezione di ambienti o pulizie presso siti produttivi o servizi in cui sia il cliente a fornire i prodotti di pulizia.
LE REGOLE
PER L'ASSEGNAZIONE
Il richiedente l’assegnazione del marchio deve rispettare, oltre ai prerequisiti di legge, sette criteri obbligatori e un numero sufficiente di criteri facoltativi tra i dodici previsti per realizzare
Grafico 1 - Distribuzione regionale del numero di licenze Ecolabel UE per i servizi di pulizia
un minimo di 14 punti. Il primo gruppo di criteri obbligatori (Criterio M1: uso di prodotti per la pulizia aventi un ridotto impatto ambientale; Criterio M2: dosaggio dei prodotti per la pulizia; Criterio M3: uso di prodotti di microfibra) disciplina l’utilizzo di prodotti per limitare l’effetto inquinante delle loro attività; il secondo gruppo (M4: formazione del personale; M5: basi di un sistema di gestione ambientale; M6: raccolta differenziata dei rifiuti solidi presso i locali del richiedente; M7: informazioni che figurano sull'Ecolabel UE) disciplina tutte le altre attività inerenti il sistema di gestione ambientale come la formazione del personale e la raccolta differenziata. Quanto al primo gruppo, il criterio M1 prevede l’utilizzo di almeno il 50% di prodotti maggiormente rispettosi verso l’ambiente come quelli a marchio Ecolabel UE per la pulizia di superfici dure o un altro marchio ecologico
EN ISO 14024 riconosciuto ufficialmente a livello nazionale o regionale negli Stati membri. Gli altri eventuali restanti prodotti devono comunque rispettare le stesse restrizioni sulle sostanze pericolose e sulla classificazione del prodotto finito imposte dalla Dec. 2017/1217/UE. Viene poi disciplinata la fase d’uso di un detergente e il corretto dosaggio del prodotto dal criterio M2. Tale aspetto viene tenuto in considerazione rendendo obbligatorio l’utilizzo da parte del personale di appositi strumenti di dosaggio e diluizione (come ad esempio erogatori automatici, pompe manuali, misurini) nonché apposite istruzioni per un uso corretto di tali strumenti. Poiché, per quanto ecologico, un detergente porta comunque ad un inquinamento, seppur ridotto, dell’ambiente, il criterio M3 prescrive l’uso obbligatorio di almeno il 50% di prodotti tessili in microfibra riutilizzabili (per esempio stracci e teste di spazzoloni) al fine di limitare ulteriormente l’utilizzo di detergenti. L’utilizzo di detergenti più rispettosi per l’ambiente e di prodotti concentrati viene ulteriormente pre -
miato nell’ambito dell’assegnazione del punteggio dei criteri facoltativi: il criterio facoltativo O1 premia con un punteggio variabile l’utilizzo al di sopra del 50% obbligatorio di detergenti con marchio Ecolabel UE o altro marchio ISO tipo I; il criterio O2 assegna punti a seconda del volume di utilizzo di prodotti per la pulizia concentrati. Analogamente, l’acquisto di percentuali maggiori di prodotti in microfibra può contribuire al punteggio del criterio opzionale O3 e, qualora si dovessero scegliere prodotti certificati Ecolabel UE o ISO tipo I si possono ottenere, sempre a seconda della percentuale di acquisto, maggiori punti grazie al criterio O4. Con percentuali ancora più elevate di acquisto di prodotti certificati Ecolabel UE o altra etichetta equivalente è possibile ottenere ulteriore punteggio attraverso i criteri facoltativi O11 e O12. Il primo prevede l’utilizzo di prodotti non direttamente utilizzati per erogare i servizi di pulizia ma per lo svolgimento di attività quotidiane dell’azienda richiedente (ad esempio carta da ufficio, sapone per le mani, ecc.) mentre il criterio O12 prevede la possibilità di fornire al cliente (sul sito presso il quale si eroga il servizio certificato) prodotti quali: sapone per le mani, prodotti in tessuto carta, asciugamani tessili in rotolo e asciugamani elettrici.
LA CRESCITA
DELLE CERTIFICAZIONI
Dalle 13 licenze rilasciate nel 2019, anno in cui è stata concessa la prima licenza d’uso del marchio Ecolabel UE ad aziende del settore, si è passati a 175 aziende certificate in meno di 5 anni con un aumento di oltre dieci volte il numero iniziale. A questo trend ha contribuito l’entrata in vigore, nel giugno 2021, dei criteri ambientali minimi per l’affidamento dei servizi di pulizia di edifici ed altri ambienti ad uso civile (Decreto del MATTM del 29/01/2021). Nel Lazio è presente il maggior numero di servizi di pulizia Ecolabel UE, ben
Grafico 2 - Distribuzione servizi di pulizia Ecolabel UE per aree geografiche
Grafico 3 - Licenze Ecolabel UE totali (in blu) e per servizi di pulizia (in rosso)
maggiore di quello della Lombardia che risulta essere la regione con maggior numero di licenze Ecolabel UE in assoluto. Solo nel Lazio sono raccolti il 77% dei servizi di pulizia Ecolabel UE nel centro Italia, da cui il peso di questa regione nella distribuzione per aree geografiche. Analizzando i siti di lavoro (cantieri) presso cui le aziende del Lazio e della Lombardia erogano il servizio di pulizia certificato, per cercare di comprendere il numero di licenze così elevato per queste due regioni rispetto al territorio nazionale, emerge quanto segue: nel Lazio si riscontra un gran numero di edifici istituzionali, uffici pubblici (tribunali, uffici comunali, sedi universitarie) e del settore dei trasporti, situati principalmente nell’area di Roma; in Lombardia le attività di pulizia si svolgono principalmente presso edifici commerciali (aziende del settore tessile, della moda e ma-
nifatturiero) e in parte anche presso edifici istituzionali e poli sanitari. In alcune regioni (vedi grafico 3) i servizi di pulizia costituiscono la maggioranza delle certificazioni Ecolabel UE: nelle Marche (2 licenze su 2 sono per servizi di pulizia), in Calabria (4 su 5), nel Lazio (42 su 48), nel Friuli Venezia Giulia (3 su 2). Considerati i numeri assoluti delle licenze, le 42 licenze del Lazio costituiscono l’87% di tutte quelle rilasciate nella regione. Per quanto riguarda il complesso dell’Unione europea, sono 204 le licenze rilasciate per i servizi di pulizia di ambienti interni: pertanto l’Italia vi contribuisce con l’86% del totale.
SINERGIE TRA ECOLABEL UE
E CAM
I criteri ambientali minimi (CAM) sono lo strumento impiegato dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) per definire i requisiti del processo di acquisto negli appalti pubblici, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servi-
zio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita. I CAM sono definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione (PAN GPP) e sono adottati con decreto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.
I criteri ambientali minimi dedicati ai servizi ed ai prodotti per la pulizia mirano innanzitutto alla riduzione delle sostanze pericolose. A tal fine impongono l’acquisto e l’uso di detergenti con formulazioni migliori sotto il profilo ambientale e della tutela della salute e, prescrivendo l’impiego di elementi tessili in microfibra, l’uso di sistemi di dosaggio e di diluizione tali da evitare che dosaggi e diluizioni siano effettuate in maniera arbitraria dagli operatori, consentendo di razionalizzare il consumo di prodotti detergenti e disinfettanti.
Si vede quindi come le premesse sposino perfettamente i principi dell’Ecolabel UE ed infatti i criteri ambientali minimi per l’affidamento dei servizi di pulizia ordinarie di ambienti ad uso civile offrono diverse sovrapposizioni con i requisiti della Dec. 680/2018/UE ad esclusione ovviamente delle specifiche tecniche relative alle pulizie straordinarie e all’utilizzo di disinfettanti che non rientrano nel campo di applicazione dei criteri Ecolabel UE. La possibilità di ottenere la certificazione Ecolabel UE ha fornito alle aziende che erogano servizi di pulizia di ambienti interni una opportunità per distinguersi sul mercato in termini di sostenibilità ambientale e attenzione alla sicurezza dei propri dipendenti. Il forte legame con il GPP e l’obbligatorietà dell’applicazione dei CAM in Italia per i bandi pubblici ha ulteriormente invogliato le aziende del settore a certificarsi Ecolabel UE.
Fonte: ISPRA, I servizi di pulizia Ecolabel UE in Italia: analisi, punti di forza e sinergie con i CAM (2024).
Hygenia e l'impegno per la sostenibilità
Negli ultimi anni, la transizione verso una green economy è diventata una priorità per le aziende di tutto il mondo, spingendole a rivedere i propri processi produttivi e l’impatto ambientale delle loro attività. In questo contesto, Hygenia si distingue per il suo impegno verso la sostenibilità, con una linea di prodotti realizzati in bambù. Questi prodotti rappresentano una risposta innovativa ed eco-sostenibile alle esigenze di igiene quotidiana, contribuendo alla riduzione dell’impatto ambientale delle imprese e dei consumatori.
IL BAMBÙ: UNA RISORSA
SOSTENIBILE
Il bambù è una delle risorse più sostenibili presenti sulla Terra. Si tratta di una pian-
ta che cresce rapidamente, fino a un metro al giorno, e non richiede pesticidi né fertilizzanti per crescere, rendendola una materia prima ideale per ridurre la pressione sulle foreste e limitare il consumo di risorse naturali. A differenza degli alberi, che richiedono decenni per maturare, il bambù può essere raccolto in pochi anni, assicurando una rigenerazione continua senza danneggiare l’ecosistema circostante.
L’utilizzo del bambù per la produzione di carta igienica, veline e carta asciugamani permette quindi di abbattere notevolmente il consumo di legno proveniente da foreste, riducendo la deforestazione e preservando gli habitat naturali. Hygenia ha compreso l’enorme potenziale di questa pianta e ha sviluppato una linea di prodotti che, oltre a garantire la massima qualità, è all’avanguardia in termini di sostenibilità ambientale.
I prodotti in bambù di Hygenia sono realizzati con fibre morbide e resistenti, che garantiscono un elevato comfort e una sensazione di delicatezza sulla pelle. La loro peculiarità risiede nel ridotto impatto ambientale: la produzione di carta tradizionale richiede ingenti quantità di acqua, energia e sostanze chimiche, mentre la lavorazione del bambù ri-
sulta essere meno intensiva e più efficiente dal punto di vista delle risorse.
La carta igienica in bambù, ad esempio, non solo è biodegradabile e compostabile, ma viene anche prodotta con un ciclo di vita a basse emissioni di CO2, riducendo drasticamente l’impronta di carbonio. Lo stesso vale per le veline e la carta asciugamani in bambù, che offrono un’alternativa ecologica ai prodotti tradizionali senza comprometterne la qualità o l’efficacia. Hygenia ha integrato processi produttivi a basso impatto, riducendo l’utilizzo di energia fossile e ottimizzando il ciclo dei rifiuti, dimostrando come la sostenibilità possa essere compatibile con le esigenze industriali.
La carta igienica, le veline e la carta asciugamani in bambù sono un esempio concreto di come le aziende possano ridurre la loro impronta ecologica e, al
contempo, offrire prodotti di alta qualità. Investire in materiali sostenibili e rinnovabili come il bambù rappresenta una strategia vincente non solo per il futuro dell’ambiente, ma anche per la competitività delle imprese, che possono posizionarsi meglio in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità.
L’esperienza di Hygenia nel settore dei prodotti igienici in bambù dimostra come l’innovazione sostenibile sia non solo possibile, ma anche vantaggiosa. La green economy richiede un cambiamento di paradigma nelle scelte produttive e di consumo, e Hygenia rappresenta un modello virtuoso di come le aziende possano contribuire attivamente alla costruzione di un futuro più verde. La linea Hygenia Bambu comprende salviette cosmetiche, carta igienica e carta mani compatibili con i dispenser Surf e Surf+.
Raccolta e riciclo carta in crescita
La raccolta differenziata della carta continua ad aumentare, arrivando a raggiungere un volume complessivo sopra i 3,7 milioni di tonnellate. I miglioramenti sono soprattutto frutto del contributo di bacini sensibili che hanno migliorato le proprie performance
Giacomo Torrenzi
La raccolta differenziata comunale di carta e cartone supera nel 2023 i 3,7 milioni di tonnellate, con un incremento di circa 107 mila tonnellate (+2,9% sul 2022) pari alla raccolta complessiva di Valle d’Aosta, Umbria e Basilicata messe insieme: numeri che confermano quanto la corretta gestione dei rifiuti sia sempre più un’abitudine consolidata nella quotidianità delle cittadine e dei cittadini.
Questi dati positivi sono, infatti, anche dovuti all’accresciuta consapevolezza dei cittadini: il dato medio nazionale di resa pro-capite nel 2023 sfiora i 64 chili
per abitante, mentre al Sud siamo a 50 chili. Assolutamente da sottolineare il dato riguardante il Sud Italia, basti pensare che solo cinque anni fa eravamo ampiamente sotto i 40, e che questa crescita è avvenuta in un contesto particolarmente complesso.
La crescita del riciclo di carta e cartone va di pari passo con la crescente attenzione degli italiani ai temi ambientali: la raccolta differenziata è infatti un importante indicatore per il senso civico, in grado di portare benefici concreti alla comunità e in cui ognuno è chiamato a fare la propria parte.
I DATI DEL RICICLO
In un 2023 segnato dalla pressione dell’inflazione sui consumi, ma anche dagli strascichi della crisi energetica sull’andamento del settore cartario, gli imballaggi cellulosici immessi al consumo scendono a poco più di 5 milioni tonnellate, il 6,6% in meno rispetto al 2022. La produzione cartaria totale si riduce di oltre 1,2 milioni di tonnellate (-14%). Cala anche l’import di prodotti cellulosici lavorati, con una contrazione di 760 mila tonnellate che segna un’inversione di tendenza rispetto al 2022 (-10,5%), al pari dell’export (-11,8%). Diminuisce di poco il consumo interno di carta recuperata, passando dai 5,4 milioni di tonnellate del 2022 a 5 milioni di tonnellate del 2023. Un calo che ha come contropartita la crescita dell’export, che aumenta di oltre 700 mila tonnellate e che vede l’India e i paesi del sud est asiatico come principale mercato di sbocco. La carta recuperata nonostante ciò si conferma principale fonte di fibra cellulosica per l’industria cartaria nazionale. Per gli imballaggi, nello specifico, il tasso di riciclo si atte-
sta nel 2023 al 92,3%, al di sopra degli obiettivi UE previsti per la filiera al 2025 (75%) e 2030 (85%).
Dopo le turbolenze degli ultimi anni, legate agli effetti della pandemia prima e all’instabilità del quadro geopolitico poi, il mercato della carta da riciclo nel 2023 si è mantenuto sostanzialmente stabile.
SICILIA SOTTO I RIFLETTORI
In termini di volumi, è al Nord che si registra l’aumento più consistente, con oltre 51 mila tonnellate in più rispetto al 2022 (+2,8%). Più della metà di questi volumi arrivano da Veneto, Emilia-Romagna e Liguria. Positive o stabili le restanti regioni, ad eccezione di Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige che si presentano con un segno negativo davanti, la cui entità effettiva è irrisoria e pesa per poco più di 200 tonnellate. Si tratta di numeri che, pur mostrando un quadro nel complesso positivo, vanno valutati anche alla luce della nuova e più ampia definizione di rifiuto urbano, che include nel calcolo delle raccolte differenziate anche una quota crescente di imballaggi post consumo provenienti dal circuito commerciale e gestiti dai produttori al di fuori del servizio pubblico, volumi la cui effettiva consistenza quindi va calibrata.
Nel complesso è sempre al Sud che si apprezza l’incremento medio annuo più alto tra le tre macroaree (+4,5%). Unica regione in flessione rispetto al 2022 è l’Abruzzo, mentre tutte le altre hanno migliorato le proprie performance. La Sicilia, in particolare, con 22 mila tonnellate raccolte in più è tra le regioni traino dell’intera macroarea, portando da sola più della metà dei nuovi volumi del Sud e contribuendo per circa un quinto all’incremento annuo nazionale. Bene anche le altre regioni, inclusa la Sardegna che si conferma riferimento per l’area meridionale e resta tra le migliori esperienze a livello nazionale.
PRODUZIONE RIFIUTI URBANI
In termini di produzione complessiva di rifiuti urbani, le stime sui dati 2023, seppur basate su un campione limitato, indicano un trend sostanzialmente stabile, a fronte di una crescita delle raccolte differenziate (+250 mila tonnellate) e della conseguente erosione del volume di rifiuto raccolto in modo indifferenziato (-190 mila tonnellate). La percentuale di raccolta differenziata si proietta quindi quasi al 66%, mentre il tasso di intercettazione di carta e cartone - che della differenziata costituiscono una delle componenti più consi-
stenti - si avvia a raggiungere il 13% del totale dei rifiuti urbani.
Soprattutto nelle regioni meridionali e nei grandi centri urbani, dove ancora oggi una parte degli imballaggi cellulosici continua a sfuggire ai sistemi di raccolta differenziata per finire nel sacco nero e di lì in discarica o inceneritore, e che restano pertanto i principali bacini di crescita della differenziata di carta e cartone su base nazionale.
L’obiettivo è quello di portare nel medio termine (3/4 anni) il tasso di intercettazione almeno al 14%, superando finalmente i 4 milioni di tonnellate annui di materiale cartaceo raccolto, con una crescita di oltre 300 mila tonnellate rispetto ai livelli dello scorso anno. Su un orizzonte temporale più ampio, invece, l’obiettivo resta quello di portare l’intercettazione tra il 15 e il 16%.
DOVE E COME MIGLIORARE
A Sud le frazioni estranee presenti nella differenziata, nonostante un miglioramento storico, restano le più alte. La qualità non ottimale, determinata dagli errori di conferimento dei cittadini e quindi dalla presenza di componenti estranee nella raccolta, rimane un problema strutturale. Con conseguenze sull’efficacia e l’economicità delle attività di riciclo, visto che l’intera filiera è chiamata ad occuparsi, dopo la raccolta, della selezione e dello smaltimento degli scarti. Altro tema strategico quello della capacità industriale di riciclo installata nel nostro Paese, chiamata a tenere il passo delle quantità crescenti di rifiuti intercettate dalle raccolte differenziate. Un contributo importante su questo fronte potrà arrivare dalla realizzazione dell’impiantistica prevista dai cosiddetti “progetti faro” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che indirizza al settore carta un contributo complessivo di circa 106 milioni di euro, con 58 impianti oggetto di cofinanziamento (di cui 39 al Centro-Sud).
Fonte: Comieco, 29o rapporto raccolta e riciclo di carta e cartone, 2024
E-Tissue: la linea in carta riciclata di Celtex ispirata ai principi dell’economia circolare
Accelerare la transizione all’economia circolare, incrementare il recupero di materiali conferiti a rifiuti per crearne di nuovi e ridurre le emissioni di CO2 rappresentano sfide centrali nel panorama internazionale contemporaneo. La transizione verso un modello green deve coinvolgere tutti i principali attori sociali, dalle istituzioni alle imprese, fino ai consumatori, quest’ultimi sempre più attenti a questioni legate al rispetto ambientale. Ogni settore deve fare la propria parte. Da sempre sensibile a questo tema Industrie Celtex fa della sostenibilità circolare un proprio modello di business che negli anni l’ha condotta a svilup-
pare prodotti sempre più orientati alla circolarità. Tra le linee di punta c’è senza dubbio E-Tissue, il riciclato di prima generazione che nasce dall’unione degli sfridi della lavorazione delle fibre di cellulosa, recuperate dalle linee di converting, e del kraft, entrambi recuperati in fase di pre-consumo. Una carta unica nel suo genere perché composta da materiale non derivante da rifiuto urbano a garanzia di massima igiene, nonché di elevate performance. Un prodotto dal piacevole color avana che conserva le principali caratteristiche della materia prima da cui deriva, assicurando massima assorbenza e resistenza ad ogni utilizzo, senza rilasciare odori
sgradevoli anche quando bagnata; caratteristiche possibili grazie all’assenza di sbiancanti ottici aggiunti in fase produttiva. E-Tissue è una gamma completa, che spazia dai rotoli industriali agli asciugamani piegati e a rotolo, fino alle carte igieniche disponibili in diversi formati e che quindi è in grado di rispondere efficacemente alle principali esigenze degli specialisti di settore. Grazie alla speciale tecnologia Flutech®, inoltre, le carte igieniche E-Tissue si dissolvono in 15 secondi in combinazione con il movimento meccanico del wc, prevenendo le sgradevoli occlusioni delle tubature. Una garanzia di efficacia per il gestore del locale e
una sicurezza di disponibilità dei servizi per il cliente. 100% naturale, delicata sulla pelle e certificata PEFC e EU Ecolabel, nel rispetto delle foreste e dei criteri richiesti dall’Unione Europea, E-Tissue rispetta i CAM (Criteri Ambientali Minimi), per i servizi di pulizia e sanificazione di ambienti ad uso civile e sanitario, richiesti in Italia dal vigente codice degli appalti. E-Tissue è un modello produttivo virtuoso ispirato ai principi dell’economia circolare che assicura il pieno recupero delle fibre, senza generare scarti e riducendo del 20% il consumo idrico.
E-Tissue: il riciclato forte e delicato come una pura cellulosa.
La sfida green della pulizia professionale
Il
settore del professional cleaning è sempre più strategico per la crescita sociale sostenibile. Come affrontare le sfide che le esigenze ambientali pongono di fronte al settore, in Italia come in Europa?
Simone Ciapparelli
L'aggravarsi delle problematiche ambientali dovute all’inquinamento e al surriscaldamento globale sta portando anche il settore del cleaning a ripensare le proprie attività in ottica sostenibile, chiamando le imprese che ne fanno parte ad affrontare un periodo di cambiamenti e investimenti. Ne abbiamo parlato durante la sessione di apertura della seconda edizione di CleaningPiù , il convegno digitale del pulito professionale, con Roberto De Zorzi, Presidente di Fiden (la federazione internazionale che rappresenta le imprese di pulizia a livello europeo), intervistato dal direttore tecnico dell’evento, il giornalista Maurizio Pedrini.
“Le direttive che arrivano dall’Unione Europea sono un segnale positivo - afferma De Zorzi - Gli eventi estremi dal punto di vista climatico che stiamo sperimentando anche in Italia sono un chiaro sintomo di come prendere dei provvedimenti per tutelare l’ambiente sia una necessità non più prorogabile. All’estero, soprattutto nei Paesi del Nord Europa,
le gare di appalto vengono pensate in modo da tutelare l’ambiente prima dell’aspetto economico. In Italia, purtroppo, questo non avviene. Il nostro Paese necessita un cambio di approccio, non tanto da parte delle imprese, molte delle quali già utilizzano prodotti a ridotto impatto ambientale o macchinari costruiti con materiale riciclato, ma dal punto di vista del committente, che spesso non dà valore a offerte che prevedono delle strategie di riduzione dell’impatto ambientale. La committenza italiana avrebbe molto da imparare da quella europea, sempre disponibile e aperta al dialogo con le imprese da questo punto di vista”.
L’attività delle imprese di pulizia merita massima attenzione a livello di tutela ambientale - continua de Zorzi - Basti pensare alle quantità di acqua o di prodotti chimici che tutti i giorni vengono utilizzate per effettuare le operazioni di cleaning. È innegabile che le nostre imprese abbiano un peso notevole a livello di impatto ambientale e giocherebbero un ruolo
importante nel miglioramento della situazione climatica. Già da anni, le normative presenti nelle gare d’appalto dovrebbero essere orientate alla sostenibilità ambientale, ma poi all’atto pratico prevale la ben nota logica del massimo ribasso, una cattiva
Roberto De Zorzi, Presidente Fiden
abitudine che storicamente affligge il settore del cleaning professionale. Ma tra le imprese il tema ambientale è sentito, ed è avvertita la necessità di orientarsi verso una direzione più green”.
UN MERCATO FRAMMENTATO
“Il mercato della pulizia in Italia è molto diversificato - spiega De Zorziuna grande percentuale delle imprese non supera le dieci unità lavorative. Le grandi aziende sono poche, e questo è uno dei motivi per cui manca un po’ di affiatamento tra imprese.
Nonostante ciò, si respira un comune interesse a cercare di lavorare inquinando di meno. Certo non è facile, perché come ben sappiamo in Italia il margine di profitto delle imprese di pulizia è molto più basso rispetto all’estero, anche per via dell’elevato costo della manodopera”.
Alcuni settori si distinguono tuttavia per la presenza di committenze attente alle sempre più emergenti esigenze di tutela ambientale. Uno di questi è sicuramente il settore dell’o -
spitalità, più ricettivo nei riguardi di queste tematiche anche per via di una clientela internazionale che dà sempre più peso agli aspetti di sostenibilità quando deve scegliere in quale struttura soggiornare.
“Quando un’impresa effettua dei servizi di pulizia in un albergo non sta lavorando per un solo cliente, ma di fatto per due: il committente e gli ospiti della struttura - afferma De Zorzi - Bisogna quindi lavorare facendo attenzione a soddisfare due soggetti e non solo uno, e questo porta ad essere ancora più scrupolosi nel servizio. È vero, però, che anche in questo settore si sono infiltrate imprese non all’altezza che rovinano il mercato, imprese come quelle che già a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso sono entrate nel settore delle pulizie abbassando i prezzi usufruendo di sgravi contributivi a volte inesistenti.
Anche il settore del turismo ha quindi purtroppo imparato a conoscere imprese che, pur di lavorare, lo fanno sottocosto. Va detto che in questo
settore è molto sentita l’importanza del principio della responsabilità solidale, perciò rispetto ad altri settori le offerte vengono valutate più attentamente e quelle che appaiono anomale vengono scartate”.
Per costruire un settore del cleaning ambientalmente sostenibile, è quindi fondamentale che tutte le imprese che vi operano siano allineate e in grado di fornire servizi di qualità elevata. In un settore così frammentato, esistono però ancora alcune imprese non sufficientemente attrezzate e non in grado di soddisfare determinati requisiti minimi, non potendo quindi offrire servizi di pulizia all’altezza.
Queste imprese sono chiamate ad un cambio di passo per elevare la qualità dei servizi offerti, sia da un punto di vista qualitativo che di rispetto delle normative, per non rimanere vittime di una “selezione naturale” che determinerà la sopravvivenza di chi saprà coniugare qualità del servizio e capacità di operare nel rispetto dell’ambiente.
Falpi ottiene l'attestazione ECOVADIS Silver Top per la sostenibilità aziendale
Falpi ha recentemente ottenuto l'attestazione ECOVADIS Silver Top, un prestigioso riconoscimento che certifica il suo costante impegno nel perseguire un virtuoso percorso di sostenibilità aziendale. ECOVADIS, una delle piattaforme internazionali di rating più rinomate in tema di sostenibilità, ha valutato Falpi in base a 21 criteri specifici, suddivisi in quattro aree chiave: ambiente, tutela dei lavoratori e diritti umani, prassi aziendali eque e approvvigionamento sostenibile. Questi criteri si basano su standard RSI (Responsabilità Sociale
d'Impresa) internazionali, che mettono in evidenza il forte impegno dell'azienda a ridurre l'impatto ambientale e a promuovere un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo. Nel parametro "Ambiente", Falpi si colloca nel 14% delle migliori aziende nel settore della produzione tessile, distinguendosi per le sue pratiche sostenibili. Questo dato conferma la sua leadership nella riduzione dell'impatto ambientale, un aspetto prioritario nelle sue attività aziendali.
Le Pratiche Lavorative e i Diritti Umani costituiscono il secondo parametro, sottolineando l'impegno di Falpi per garantire un ambiente di lavoro sicuro, equo e rispettoso dei diritti umani per tutti i suoi dipendenti. Falpi si impegna da sempre a promuovere la diversità, l'inclusione e il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori in tutte le sue attività. In que-
sto ambito, FALPI si trova nel 1% delle migliori aziende valutate da ECOVADIS nel settore Produzione Tessili, evidenziando così la sua eccellenza nelle pratiche lavorative e nei diritti umani.
L'Etica, il terzo parametro in valutazione, rappresenta un altro pilastro fondamentale per Falpi che adotta politiche e procedure etiche che guidano le sue decisioni e le sue azioni, garantendo trasparenza,
integrità e conformità legale in tutte le sue attività. Infine, il quarto parametro, gli Acquisti Sostenibili, riflette l'impegno di Falpi nel collaborare con fornitori che condividono i suoi valori di sostenibilità e responsabilità sociale. L'azienda promuove attivamente la catena di approvvigionamento sostenibile, lavorando con partner che adottano pratiche etiche e ambientalmente responsabili.
Trasformazione digitale ed energetica delle imprese
Il nuovo piano di incentivi del Governo “Transizione 5.0” stanzia fino a 6,3 miliardi di euro in benefici fiscali sotto forma di credito d’imposta per quelle aziende che effettuano investimenti mirati alla misurazione e riduzione dei consumi energetici di macchinari e impianti, anche quelli di servizio
Cristina Cardinali
Il piano Transizione 5.0 sta subendo un’evoluzione significativa, aprendo le porte a nuove opportunità di investimento per le imprese italiane. Grazie a una recente circolare operativa emanata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), il piano si estende ora a settori strategici come la formazione dei lavoratori e l’adozione di tecnologie informatiche avanzate per l’autoproduzione di energie rinnovabili.
Questa svolta rappresenta un passo importante verso la realizzazione di un’Industria 5.0 più sostenibile e digitale. Il Mimit ha chiarito che il sostegno alle imprese non si limiterà solo alla produzione di infrastrutture, come impianti e pannelli fotovoltaici, ma includerà anche lo sviluppo di software e applicazioni dedicati all’autoproduzione di energia pulita. Inoltre, il sistema previsto dal Ministero mira a incentivare economicamente le attività di formazione volte all’acquisizione o al consolidamento delle competenze dei lavoratori nella gestione di processi produttivi più avanzati ed efficienti. Il ministro Adolfo Urso ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, definendo Transizione 5.0 come “il primo piano in Europa con incentivi per le due transizioni, green e digitale, insieme con la formazione dei lavoratori”.
L’obiettivo è quello di dare un impulso significativo agli investimenti delle imprese italiane, rendendole più competitive nel contesto globale.
PIANO TRANSIZIONE 5.0
Il Piano Transizione 5.0, in complementarità con il Piano Transizione 4.0, si inserisce nell’ambito della più ampia strategia finalizzata a sostenere il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese e mette a disposizione delle stesse, nel biennio 2024-2025, 12,7 miliardi di euro.
In particolare, in linea con le azioni di breve e medio periodo previste dal piano REPowerEU, Transizione 5.0, con una dotazione finanziaria com-
plessiva pari a 6,3 miliardi di euro, si pone l’obiettivo di favorire la trasformazione dei processi produttivi delle imprese, rispondendo alle sfide poste dalle transizioni gemelle, digitale ed energetica.
COME SI ACCEDE ALLE
AGEVOLAZIONI
Per accedere alle agevolazioni, le imprese dovranno presentare progetti di innovazione che prevedano investimenti in beni materiali e immateriali tecnologicamente avanzati, con l’obiettivo di raggiungere una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% dell’unità produttiva o del 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento. Solo a queste condizioni sarà possibile agevolare anche le spese di formazione e gli investimenti in impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo.
Il piano prevede tre fasce di benefici, con un’intensità del credito d’imposta modulata in nove aliquote fino a un massimo del 45%, in base all’ammontare degli investimenti e alla riduzione dei consumi energetici conseguita. Gli investimenti agevolabili dovranno essere effettuati tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, con la possibilità di completare gli oneri documentali entro il 28 febbraio 2026.
COME FUNZIONA
La Misura consiste in un’agevolazione sotto forma di credito d’imposta proporzionale alla spesa sostenuta per nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, effettuati nel biennio 2024-2025. Il credito di imposta è riconosciuto a condizione che si realizzi una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o, in alternativa, di almeno il 5% del processo interessato dall'investimento. In particolare, la riduzione dei consumi energetici deve conseguire da investimenti in beni materiali e immateriali
funzionali alla transizione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0” (Allegati A e B alla Legge 232/2016).
Si specifica che ai fini della applicazione della misura Piano Transizione 5.0 rientrano tra i beni di cui all'allegato B alla legge 11 dicembre 2016, n. 232, anche: - i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l'intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell'energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l'elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding);
- i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui alla lettera a).
Nell’ambito dei progetti di innovazione sono inoltre agevolabili: - i beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta;
- spese per la formazione del personale nell’ambito di competenze utili alla transizione dei processi produttivi (nel limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali e nel limite massimo di 300 mila euro).
Possono beneficiare del contributo tutte le imprese residenti e le stabili organizzazioni con sede in Italia, a prescindere dalla forma giuridica, dal settore economico, dalla dimensione e dal regime fiscale adottato per la determinazione del reddito d’impresa. La norma disciplina casi specifici di esclusione (art. 38, comma 3), quali situazioni di difficoltà finanziaria dell’impresa o l’applicazione di sanzioni interdittive. È richiesto inoltre il rispetto delle norme sulla sicurezza e i contributi previdenziali.
CREDITO DI IMPOSTA
L’ammontare del credito d’imposta varia in relazione alla quota d’investimento e alla riduzione dei consumi.
Struttura produttiva: oltre 10% Processo: oltre 15% 15%
Il credito d'imposta è utilizzabile, esclusivamente in compensazione ai sensi dell'art.17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, decorsi 10 giorni dalla comunicazione delle imprese beneficiarie all'Agenzia delle entrate
da parte del GSE. Il credito d'imposta è utilizzabile in una o più quote entro la data del 31 dicembre 2025, presentando il modello F24 unicamente tramite i servizi telematici offerti dall'Agenzia delle Entrate, pena il rifiuto dell'operazione di versamento. L'ammontare del credito d'imposta non utilizzato al 31 dicembre 2025 è utilizzabile in cinque quote annuali di pari importo. L'ammontare del credito d'imposta utilizzato in compensazione non deve eccedere l'importo del credito d'imposta maturato comunicato all'impresa da parte del GSE, pena lo scarto dell'operazione di versamento.
PROCEDURA PER L’ACCESSO ALL’AGEVOLAZIONE
La procedura per l’accesso all’agevolazione è subordinata alla presentazione di una certificazione «Ex ante», attestante la riduzione dei consumi energetici conseguibile mediante gli investimenti progettati, ed una «Ex post», comprovante l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità alla certificazione ex ante. Ai sensi dell’art 15, comma 6 del decreto i soggetti abilitati al rilascio delle certificazioni sono:
- gli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE), certificati da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11339;
-le Energy Service Company (ESCo), certificate da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11352; - gli ingegneri iscritti nelle sezioni A e
B dell’albo professionale, nonché i periti industriali e i periti industriali laureati iscritti all’albo professionale nelle sezioni “meccanica ed efficienza energetica” e “impiantistica elettrica ed automazione”, con competenze e comprovata esperienza nell’ambito dell’efficienza energetica dei processi produttivi.
FASI DELLA PROCEDURA
Per la prenotazione del credito d’Imposta le imprese inviano una Comunicazione Preventiva, corredata dalla Certificazione ex-ante, tramite la Piattaforma Informatica “Transizione 5.0” accessibile tramite SPID dall’Area Clienti del sito istituzionale del GSE. Le comunicazioni preventive inviate saranno valutate e gestite dal GSE secondo l’ordine cronologico di invio, verificando esclusivamente il corretto caricamento sulla Piattaforma informatica dei dati e la completezza dei documenti e delle informazioni rese e il rispetto del limite massimo dei costi ammissibili per singola impresa Beneficiaria per anno (50 mln €).
Entro 30 giorni dalla conferma del credito prenotato (ricevuta di conferma) l’impresa trasmette una Comunicazione relativa all’effettuazione degli ordini accettati dal venditore con pagamento a titolo di acconto, in misura almeno pari al 20% del costo totale degli investimenti in beni strumentali 4.0 (inclusi i costi accessori) e al 20% del costo totale degli impianti di autoproduzione.
Il Piano Transizione 5.0 si inserisce nell’ambito della più ampia strategia finalizzata a sostenere il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese
A seguito del completamento del progetto di innovazione l’impresa trasmette una Comunicazione di completamento, corredata dalla Certificazione ex-post, contenente le informazioni necessarie ad individuare il progetto di innovazione completato.
Fonti: www.digitalworlditalia.it (“Incentivi Piano Transizione 5.0, la circolare del Mimit chiarisce criteri e modalità dei finanziamenti”, Francesco Destri); www.mimit.gov.it.
GRAZIE PER AVER SCELTO
Il nostro impegno non è solo una responsabilità, ma un'opportunità
IPC by Tennant Company sta contribuendo nel migliorare il mondo della pulizia, mettendo la sostenibilità al centro. Le nostre soluzioni affrontano le sfide più difficili, con un'attenzione particolare alla responsabilità ambientale.
Certificazioni come l'analisi della Carbon Footprint conforme alla norma ISO 14067, REMADE IN ITALY® per i materiali riciclati ed Ecolabel UE su alcuni prodotti tessili* per la riduzione dell'impatto ambientale, attestano il nostro impegno senza compromessi.
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Gas serra e obiettivi di riduzione 2030
Nell’ambito dell’Accordo di Parigi, l’obiettivo per l’Unione Europea è la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 40% rispetto all’anno 1990, entro il 2030. In Italia, le emissioni totali di gas serra sono diminuite del 20.9% grazie alla crescita delle fonti rinnovabili ma anche a causa della recessione che ha impattato negativamente sulle attività produttive
a cura di Giacomo Torrenzi
L'obiettivo di riduzione dell’Unione Europea successivo al 2020 all’Accordo di Parigi prevedeva la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 40% a livello europeo rispetto all’anno 1990, senza utilizzo di meccanismi di mercato internazionali. Al tal fine, l’UE ha adottato il cosiddetto “Pacchetto clima-energia 2030”, volto a ottenere, oltre alla riduzione di almeno il 40% delle emissioni, il raggiungimento di una quota di energie rinnovabili sui consumi complessivi al 2030 pari ad almeno il 32% e la riduzione dei consumi di energia primaria del 32,5% rispetto all’andamento tendenziale stabilito nello scenario PRIMES 20078 da conseguire attraverso l’aumento dell’efficienza energetica.
Nell’ambito del Green Deal europeo, la Commissione Europea ha proposto, nel 2020, di elevare l’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030 ad almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990, includendo anche gli assorbimenti del settore LULUCF (Foreste e uso del suolo), nell’ottica di raggiungere la neutralità emissiva entro il 2050 come stabilito nella Long Term Strategy della Commissione Europea. Come previsto dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) per tutti i Paesi industrializzati, in linea con
gli impegni dell’Accordo di Parigi, e con gli obblighi europei (regolamento Governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima) l’Italia compila, trasmette agli organismi europei ed internazionali, e pubblica annualmente l’inventario nazionale dei gas serra.
SITUAZIONE EMISSIONI IN ITALIA
Le emissioni italiane totali di gas serra, espresse in CO 2 equivalente, sono diminuite del 20.9% tra il 1990 ed il 2022. Questa riduzione, riscontrata in particolare dal 2008, è conseguenza sia della riduzione dei consumi energetici e delle produzioni industriali a causa della crisi economica e della delocalizzazione di alcune produzioni industriali, ma anche della crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e di un incremento dell’efficienza energetica e al passaggio all’uso di combustibili a minor contenuto di carbonio. Ha pesato inoltre il calo delle emissioni registrato a seguito della pandemia; nel 2021 e 2022 si è registrato un aumento delle emissioni, in conseguenza della ripresa della mobilità e delle attività economiche dopo il periodo pandemico. Le emissioni tendenziali di gas serra per il 2023 registrano una riduzione delle emissioni totali ri-
spetto ai 2 anni precedenti, principalmente a causa di una riduzione delle emissioni nel settore della produzione di energia elettrica.
Tra il 1990 e il 2022 le emissioni di tutti i gas serra sono passate da 522 a 413 milioni di tonnellate di CO 2 equivalente, variazione ottenuta principalmente grazie alla riduzione delle emissioni di CO 2 , che contribuiscono per 82.7% del totale e risultano, nel 2022, inferiori del 22.3% rispetto al 1990.
Il settore energetico contribuisce in maniera maggioritaria alle emissioni nazionali di GHG (gas ad effetto serra) con una quota, nel 2022, del 81.8%.
Le emissioni di questo settore sono diminuite del 20.7% dal 1990 al 2022. Scendendo nei dettagli, la CO 2 mostra un decremento del 20.0% dal 1990 al 2022 e rappresenta il 96.9% del totale nel settore energetico; in termini di CO 2 equivalente totale, il settore dei trasporti (26.6% del totale delle emissioni di energia) ha registrato un aumento del 7.4% dal 1990 al 2022; mentre tutti gli altri settori economici registrano marcate riduzioni (ad eccezione dei rifiuti che però contribuiscono con circa il 5% al totale nazionale).
Le emissioni relative al settore processi industriali hanno mostrato una diminuzione del 37.8% dal 1990 al 2022. La decrescita delle emissioni è dovuta principalmente alla riduzione
Tabella 1 - Emissioni di gas serra delle categorie del settore IPPU (Mt CO2 eq.)
nel settore della chimica. Va notato che, salvo le motivazioni spiegate, la recessione economica ha avuto una notevole influenza sui livelli di produzione della maggior parte delle industrie e le conseguenti emissioni negli ultimi anni.
IL SETTORE PROCESSI
INDUSTRIALI ED USO DEI PRODOTTI (IPPU)
Le emissioni complessive del settore dei processi industriali, nel 2022 sono scese del 37.8% rispetto al 1990. L’andamento è determinato prevalentemente dalla forte riduzione delle emissioni di protossido di azoto, N 2 O, nell’industria chimica, grazie all’adozione di tecnologie di abbattimento delle emissioni nella produzione dell’acido nitrico e acido adipico ma anche dalla riduzione delle principali produzioni nell’industria dei prodotti minerali e dei metalli. Tutte le principali categorie sorgenti di questo macrosettore hanno emissioni in calo nel periodo osservato, ad eccezione delle applicazioni dei gas fluorurati ad effetto serra che mostrano, in controtendenza, un andamento crescente guidato dalla domanda di F-gas nei settori della refrigerazione e del condizionamento (Tabella 1)
L’unica categoria del settore IPPU che registra un incremento delle emissioni di gas serra nel periodo 1990-2022 è quella relativa all’uso di sostanze in sostituzione di ODS (da 0.6 Mt CO 2 eq. nel 1995 a 9.1 Mt CO 2 eq. nel 2022) nei
settori della refrigerazione, del condizionamento, dell'antincendio, degli aerosol e delle schiume (Tabella 1).
IL SETTORE RIFIUTI
Il settore Rifiuti, che contribuisce con il 4.9% alle emissioni totali dei gas serra in Italia è responsabile di 20.1 MtCO 2 eq nel 2022, dovute principalmente alla gestione delle discariche (77.6%) ed al trattamento delle acque reflue (18.8%).
In tabella 2 sono riportati gli andamenti delle emissioni di gas serra in termini di CO 2 equivalente dal settore Rifiuti, che mostra un complessivo aumento dei livelli di emissione pari al 5.6% rispetto al 1990, con un aumento del 13.9% per quanto riguarda le emissioni dalle discariche e una riduzione del 19.7% relativamente al trattamen-
to acque reflue. Ad oggi, ancora il 27% circa dei rifiuti prodotti viene avviato a discarica (nel 2022 sono stati smaltiti in discarica 5,173,000 tonnellate di rifiuti solidi urbani, 2,469,000 tonnellate di rifiuti industriali assimilabili e circa 96,000 tonnellate di fanghi), mentre nel 1990 il 91% dei rifiuti veniva smaltito in discarica.
L’attuazione negli anni di normative di riferimento nel campo della gestione dei rifiuti ha portato a nuove forme di smaltimento e alla riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti biodegradabili. Conseguente è la riduzione sia del biogas prodotto, derivante dalla degradazione della componente organica, sia delle emissioni di gas ad effetto serra in atmosfera dovuta all’aumento della captazione e trattamento di biogas, come mostrato
Tabella 2 - Emissioni di gas serra delle categorie del settore Rifiuti per il periodo 1990-2022
dall’andamento del metano prodotto recuperato ed emesso in discarica, nel periodo 1990-2022.
PIANI DI RIDUZIONE
Gli obiettivi di riduzione dei gas ad effetto serra in capo all’Italia sono quelli relativi alla riduzione delle emissioni dei settori inclusi nel regolamento Effort Sharing e gli obiettivi per il settore LULUCF, derivanti rispettivamente dai regolamenti (EU) 857/2023 (Effort Sharing) e 839/2023 LULUCF.
Per quanto riguarda l’Effort Sharing, per l’Italia il regolamento attualmente vigente prevede una riduzione di tali emissioni del 43.7% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005, con una traiettoria che impone obiettivi di riduzione annuali, con specifiche AEA (Agenzia europea dell'ambiente) per tutto il periodo. Da notare quindi come l’aggiornamento degli obiettivi ESR avvenuto nel corso del 2023 abbia aumentato in modo molto significativo il livello di ambizione per l’Italia. Per i periodi precedenti, l’Italia ha sempre rispettato gli obiettivi di riduzione assegnati, sia per l’adozione di politiche e misure di mitigazione, sia per i diversi cicli di crisi economica del 2008 e del 2013, connessi alle dinamiche economiche globali. Le riduzioni di emissioni richieste per il pe -
riodo 2013 - 2020 sono state non solo raggiunte ma ampiamente superate (si calcola un overachievement totale per il periodo in termini di riduzione delle emissioni di 190 Mt CO 2 eq); la mancata riduzione delle emissioni di trasporti e del residenziale ha portato però a un progressivo avvicinamento dei livelli emissivi italiani ai tetti massimi consentiti, fino al superamento degli stessi registrato per l’anno 2021 e per il 2022. Tale superamento risulta essere pari a 4.6 MtCO 2 eq per il 2021 e 5.5 MtCO2 eq. per il 2022.
Le stime preliminari per il 2023 se da un lato registrano una riduzione delle emissioni totali di circa 26 Mt CO 2 eq, pari al -6.2% del totale, dall’altro, poiché tale riduzione è avvenuta principalmente nel settore della produzione di energia elettrica, comporta anche per il 2023 il superamento delle emis-
sioni consentite per lo stesso anno pari a 12.9 MtCO 2 eq. In particolare, anche per il 2023 tale distanza è dovuta alla mancata riduzione delle emissioni di gas serra dai trasporti stradali che si attestano costanti sui livelli emissivi elevati del 2014 nonostante le direttive europee relative.
Nella tabella 3 sono inoltre riportate le stime per il 2025 e 2030 delle emissioni totali di gas serra, ripartite in ETS e ESR, così come incluse nella Relazione del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.
Fonte: Ispra, Le emissioni di gas serra in italia. Obiettivi di riduzione al 2030 (2024)
Tabella 3 - La situazione emissiva dei settori non ETS per il 2021-2030 (Mt CO2 eq.)
I carrelli che si prendono cura dell’ambiente
Riduzione delle emissioni legate alle fasi di produzione e trasporto dei carrelli, utilizzo di materie prime riciclate e processi produttivi liberi da sostanze dannose sono solo alcuni dei passi che si possono intraprendere per contenere l’impatto sull’ambiente. Un altro aspetto altrettanto importante è la durevolezza che si affianca al tema della riparabilità, particolarmente sentito nell’ottica di prolungare la vita utile dei prodotti evitando così di generare rifiuti prima del tempo.
TTS si impegna quotidianamente per rendere la pulizia più efficace ed efficiente, senza andare a discapito di ambiente e salute. A differenza delle autodichiarazioni che non offrono effettive garanzie, la sostenibilità della gamma TTS è riconosciuta da certificazioni autorevoli rilasciate da enti terzi indipendenti dopo un accurato processo di verifica. TTS ha inoltre ottenuto la certificazione del sistema per il calcolo della carbon footprint dei carrelli che consente di quantificare le emissioni di gas serra legate alla realizzazione, al
trasporto, all’utilizzo e infine allo smaltimento a fine vita.
PLASTICA SECONDA VITA
I carrelli TTS si distinguono per i numerosi componenti realizzati in plastica riciclata, certificati Plastica Seconda Vita (PSV) la Promozione delle Plastiche da Riciclo (IPPR). L’utilizzo di plastica riciclata consente di abbattere le emissioni di CO2 in fase produttiva di un terzo rispetto a quelle rilasciate con il polipropi lene vergine, il cui impatto è già otto volte inferiore ri spetto all’al luminio.
La certi ficazione
Plastica
Seconda
Vita applica la norma in ternazionale
ISO 14021 per il calcolo del contenuto di ri ciclato, garanten do la qualità delle plastiche da riciclo loro rintracciabilità cordo alla EN 15343. Inoltre,
sti per il mantenimento del marchio.
cisce il basso impatto ambientale lungo l’intero ciclo
di vita, la salvaguardia della salute e la qualità a livello di progettazione e realizzazione.
I carrelli certificati sono realizzati con almeno il 30% di plastica riciclata e prodotti senza l’utilizzo di metalli dannosi per la salute umana e pericolosi per gli ecosistemi. Sono inoltre progettati per essere facilmente smontati così da agevolare l’eventuale riparazione o il riciclo a fine vita. Infine, hanno superato i test di resistenza, stabilità, durabilità e sicurezza per l’operatore, condotti da un ente indipendente secondo le norme EN 16121 ed EN 14073.
CARBON FOOTPRINT
SYSTEMATIC APPROACH
TTS è la prima azienda in Italia ad aver conseguito la certificazione del Carbon Footprint Systematic Ap proach, il sistema che per mette di calcolare l’impron ta ambientale dei prodotti in accordo con la norma UNI EN ISO 14067. Grazie all’im portante traguardo raggiun to, TTS è in grado di quanti ficare le emissioni di CO2 e per ogni fase del ciclo di vita di oltre 500 carrelli L’azienda ha iniziato nel 2019 un programma di compensazione a lungo termine che permette di as sorbire interamente le emis
sioni legate alla produzione dei Magic, rendendoli la prima linea di carrelli carbon neutral. Un gesto concreto a sostegno di importanti progetti di gestione ambientale responsabile che contribuisce a salvaguardare ecosistemi a rischio, proteggere la biodiversità e tutelare il lavoro delle comunità locali.
PRODOTTI DUREVOLI
E RIPARABILI
Non solo i carrelli ma l’intera gamma di attrezzature TTS è progettata per resistere a diversi anni di utilizzo professionale e i relativi meccanismi vengono testati
ricreando un impiego continuativo e giornaliero così da verificare il corretto funzionamento nel tempo. Ad esempio, la stazione d’impregnazione on demand Dosely è stata testata per 207.000 ripetizioni e la tenuta dei serbatoi che ospitano la soluzione detergente e le camere di dosaggio vengono regolarmente testati in fase di assemblaggio.
TTS si impegna infine a rendere sempre disponibili i pezzi di ricambio delle componenti maggiormente sottoposte a usura in modo tale da estendere ulteriormente la vita dei prodotti.
ESG: analisi e rating, sfide aperte
Un
alto punteggio ESG può determinare il successo complessivo di un'azienda e attrarre più investitori. L’impegno ambientale, sociale e di governance si scontra tuttavia con la mancanza di standard condivisi
Sarah K. White
Il significato dell’acronimo ESG è Environmental, Social and Corporate Governance e indica un quadro strategico per identificare, certificare e affrontare obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale, organizzativa. Le
iniziative che rientrano in quest’ambito spaziano da impronta di carbonio dell’azienda e impegno per la sostenibilità alla cultura del posto di lavoro e l’impegno per la diversità e l’inclusione, all’etica in merito ai rischi e alle
pratiche aziendali. È un framework organizzativo che sta diventando sempre più importante, soprattutto per gli investitori che desiderano puntare su società con un rating o un punteggio ESG elevato.
I TRE PILASTRI
DEL FRAMEWORK ESG
Il framework ESG fa riferimento a tre ambiti principali.
Impegno ambientale: include tutto ciò che riguarda l’impegno di un’azienda per la sostenibilità e l’impatto che ha sull’ambiente, comprese le emissioni e l’impronta di carbonio, il consumo di energia, la produzione di rifiuti e la responsabilità ambientale.
Man mano che l’effetto dei cambiamenti climatici diventa più evidente, assume maggiore importanza l’impegno di ogni azienda verso l’ambiente. È prevedibile che le aziende in grado di risparmiare l’uso di risorse come acqua, carbone, petrolio ed elettricità, riusciranno a sostenere meglio un futuro in cui tali risorse potrebbero essere limitate in determinate aree. Impegno sociale: copre la cultura interna dell’ambiente di lavoro, la soddisfazione dei dipendenti, la fidelizzazione, il rispetto della diversità, le condizioni di lavoro, la salute e la sicurezza dei dipendenti. Le aziende con dipendenti soddisfatti e in buone condizioni di salute ottengono risultati migliori e sono viste come un investimento più forte. Il profilo social di un’azienda è più importante che mai in un momento in cui un singolo Tweet può avere un impatto negativo sulla reputazione dell’intero brand. E poiché intorno alla tecnologia le leggi e le normative, come il GDPR, sono in continua evoluzione, per mantenere un’azienda operativa e in attività è fondamentale un forte impegno per una corretta governance e conformità.
Corporate governance: l’impegno di un’azienda nei confronti della governance include la conformità, la cultura aziendale interna, i rapporti retributivi, l’etica aziendale, la trasparenza e la responsabilità dei responsabili aziendali.
Gli investitori sono interessati a società in grado di stare al passo con le leggi e i regolamenti e che si impegnano per l’equità e l’uguaglianza sul posto di lavoro.
Nelle politiche ESG delle aziende, i CIO e la funzione IT svolgono un ruolo importante. Da un lato la trasformazione digitale dei processi può contribuire a ridurre l’impatto ambientale e promuovere politiche di inclusione. Dall’altro, l’analisi dei dati aziendali può rivelare informazioni utili a misurare o modificare le pratiche aziendali.
PUNTEGGI E RATING ESG: LE CERTIFICAZIONI
I punteggi ESG sono determinati da società di terze parti che dispongono di metodologie proprie per certificare il rating ESG di un’azienda. Attualmente non c’è un processo standard e ogni società ha il proprio metodo per determinare il rating ESG di un’azienda. In ogni caso, i punteggi e le valutazioni ESG sono importanti perché forniscono un quadro generale delle prestazioni dell’azienda in queste tre aree.
I punteggi aiutano a informare gli investitori attuali o potenziali o potenzialmente anche i Governi, se vogliono che un’azienda operi all’interno dei loro confini. Un punteggio ESG più elevato è in linea con il fatto che un’azienda è più sostenibile, ha dipendenti più soddisfatti e nel complesso è più produttiva e redditizia grazie alle migliori condizioni di lavoro.
In generale, i punteggi ESG variano tra 0 e 100. Un valore superiore a 70 è considerato come un “buon punteggio ESG”, mentre un valore inferiore a 50 è considerato un “cattivo” punteggio. Nei sistemi di valutazione basati sulle lettere, “A” indica il punteggio più alto, “C” il punteggio più basso.
LE ANALISI ESG E I FONDI DI INVESTIMENTO
Poiché il framework ESG è diventato una parte importante del processo di investimento per le aziende, l’esecuzione di un’analisi ESG può fare molto per dimostrare agli investitori che la propria azienda vale il loro tempo e denaro. Gli investitori hanno iniziato a guardare ai valori complessivi delle
aziende in cui investono; le società di intermediazione e di fondi comuni di investimento hanno risposto offrendo fondi negoziati in borsa (ETF) che replicano i rating ESG.
Gli investimenti ESG sono spesso chiamati investimenti a impatto, investimenti sostenibili, investimenti responsabili o investimenti socialmente responsabili (SRI).
Le aziende che si impegnano per la sostenibilità ambientale, la responsabilità sociale e che sono nel complesso buoni ambienti di lavoro per i dipendenti sono viste favorevolmente e rappresentano un solido investimento a lungo termine.
AZIENDE CON ALTO RATING
ESG: LE CARATTERISTICHE
Per le aziende che desiderano migliorare la propria valutazione ESG, un primo e importante cambiamento è il passaggio alle tecnologie per gli edifici intelligenti, che migliorano l’efficienza. Tali tecnologie comprendono il controllo automatico di temperatura e illuminazione e il monitoraggio per un uso efficiente dell’energia.
L’uso della tecnologia per gestire il consumo energetico dell’edificio può migliorare anche le condizioni dei lavoratori, assicurando un ambiente di lavoro confortevole, e può ridurre eventuali sprechi regolando l’illuminazione o la temperatura nelle aree dell’edificio non utilizzate. Anche l’automazione della manutenzione dell’edificio può ridurre gli sprechi, grazie a sensori che avvisano il personale quando qualcosa si rompe o deve essere riparato, rilevando eventuali problemi con l’edificio e migliorando la sostenibilità.
Le aziende con un buon rating ESG hanno anche una forte responsabilità verso i propri dipendenti, garantendo pratiche di lavoro eque, rispetto per la diversità, creando un ambiente in cui tutti si sentono accolti e accettati. Ciò include anche condizioni di lavoro sicure, vantaggi per i dipendenti e un
forte sostegno al loro benessere generale. La reputazione di un’azienda si basa non solo sulle interazioni esterne con utenti e clienti, ma anche sull’elevata soddisfazione dei dipendenti. Ciò può aumentare la fidelizzazione, l’attrazione di talenti e la produttività, poiché è stato dimostrato che i dipendenti più felici lavorano di più e in modo più efficiente.
Le aziende con un rating ESG elevato stanno anche andando oltre nelle aree di governance, in genere facendo più di quanto sia loro richiesto in termini di conformità. Hanno un’elevata trasparenza con investitori e dipendenti e creano un ambiente che consente un feedback aperto e diretto. Queste aziende non si limitano a seguire le leggi e i regolamenti attuali, ma guardano avanti a quali regole e leggi potrebbero essere implementate in futuro e si impegnano per apportare le modifiche in anticipo. In queste aziende è importante anche che i manager siano autentici e responsabili degli impegni presi verso i dipendenti e l’organizzazione.
AZIENDE CON BASSO PUNTEGGIO ESG
Le aziende che hanno poca attenzione alla sostenibilità o un’elevata impronta di carbonio in genere rientrano nell’estremità inferiore della scala di valutazione ESG. Per queste aziende l’impatto ambientale complessivo è critico e hanno una storia di pratiche e procedure ad alto consumo energetico. C’è spesso una mancanza di automazione, poca conformità alle normative e, in alcuni casi, condizioni di lavoro non sicure o pericolose. Sono situazioni che, in generale, provocano bassi tassi di fidelizzazione e soddisfazione dei dipendenti. Spesso un rating ESG basso è legato a una mancanza di trasparenza con dipendenti e investitori, che può comportare anche nascondere informazioni importanti o rilevanti. Dal punto di vista della governance, queste aziende si limitano al minimo necessario per mantenere la conformità, ma non attraggono gli investitori socialmente responsabili e faranno
fatica a essere considerate un solido investimento a lungo termine da questa base crescente di investitori. Per le aziende più vecchie può anche essere difficile apportare le modifiche necessarie per ottenere un punteggio ESG elevato, in particolare per quanto riguarda l’automazione e le modifiche agli edifici.
PRINCIPALI PROBLEMI DEI
RATING ESG
Allo stato attuale sono due in particolare le critiche che vengono rivolte ai rating ESG. Innanzitutto i punteggi e le analisi ESG non sono standard e possono quindi esserci variazioni nel modo in cui le società assegnano i rating. In secondo luogo, le classificazioni ESG comprendono argomenti generali sull’ambiente di lavoro, rendendo difficile standardizzare i punteggi per ogni azienda e settore.
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L'acqua del futuro: innovazione sostenibile nel trattamento delle risorse idriche
I cambiamenti climatici sono andati via via intensificandosi negli ultimi anni, fino a sfociare in una vera e propria emergenza ambientale. E, se è vero che è ormai manifesto il ruolo delle attività antropomorfiche, è altrettanto corretto assumere che una rinnovata cultura della sostenibilità può determinare un cambio di rotta decisivo. In parte, la transizione verso lo sviluppo sostenibile è regolamentata da una serie di accordi internazionali, tra i quali l’Agenda 2030 dell’ONU, che ha stabilito obiettivi economici, sociali e ambientali.
Ma i veri protagonisti del cambiamento sono le attività industriali, le imprese e tutti i soggetti che hanno un ruolo attivo nel panorama economico internazionale.
NASCE SOSTELIA, IL PRINCIPALE
PLAYER ITALIANO
Sostelia, il principale player italiano privato per le tecnologie e il trattamento delle acque industriali e civili. Supportato da Xenon Fidec, fondo specializzato in investimenti orientati alla transizione ecologica, è un Gruppo che fa del suo im-
pegno nel trattamento delle acque come risorsa da tutelare, la sua forza. Per la creazione di questo Gruppo si sono riunite aziende storiche del settore, quali STA Società Trattamento Acque (MN), Simpec (MB), Smart Sea (NA), CID (UD), NTW (TV), Coms (UD), NPC (CN) e Trentino Acque (TN), creando una rete territoriale, geografica, tecnica e logistica, che consente a Sostelia di essere leader in tutta Italia, con ramificazioni anche all’estero. Sostelia nasce dalla volontà di rispondere alle
sfide del mercato in modo competitivo, con l’obiettivo di perseguire l’innovazione tecnologica e fornire soluzioni per il trattamento dell’acqua, anche in chiave di recupero e riutilizzo nei cicli produttivi. Sostelia ha raccolto una sfida molto ambiziosa per virtuosità degli obiettivi e nella governance, ottimizzazione dei costi e garanzia dell’approvvigionamento idrico a lungo termine. La vera notizia è che ha tutte le carte in regola per vincerla.
INNOVAZIONE E TECNOLOGIE
NEL TRATTAMENTO
DELLE ACQUE
STA, capogruppo di Sostelia, si occupa del trattamento delle acque da oltre 40 anni, grazie al knowhow dei soci fondatori e di un team di ingegneri e tecnici specializzati. “L’acqua come dovrebbe essere l’acqua” è lo slogan scelto dall’azienda per rappresentare la sua mission: restituire all’ambiente un’acqua pulita e idonea ad essere riutilizzata, donandole nuova vita. Gli impianti proposti da STA prevedono sempre più frequentemente tecnologie per il recupero dell’acqua trattata, con lo scopo di favo-
rire un cambiamento culturale per cui un prodotto o servizio viene concepito, fin dalla sua genesi, per poter essere riutilizzato come risorsa inesauribile o, quantomeno, recuperabile più volte: si tratta di un approccio innovativo per lo sviluppo di un’economia circolare.
Un impianto di depurazione delle acque reflue, di norma, restituisce un’acqua idonea allo scarico in pubblica fognatura o in corso idrico superficiale. Per poter riutilizzare l’acqua trattata, tuttavia, è necessaria una qualità dell’acqua più elevata, per cui bisogna individuare trattamenti di ultrafiltrazione specifici. In particolare, in presenza di impianti di depurazione chimico-fisici o biologici con stadio a membrane MBR, inserire un com-
parto di osmosi inversa - un processo tecnologicamente avanzato che sfrutta una membrana semipermeabile e la pressione idrostatica per rimuovere dall’acqua soluti e impurità - può essere la soluzione che permette di ottenere un refluo altamente puro dal punto di vista organolettico, di sostanza secca e, soprattutto, rispetto ai valori di conducibilità.
Il risultato di questo processo è una quota di acqua trattata pura che può arrivare oltre il 90% e può essere ricondotta nei processi produttivi per il riutilizzo; mentre la parte di scarto rimanente viene smaltita nei centri autorizzati o, in taluni casi, può essere scaricata alla stregua delle acque reflue. Gli impianti STA sono tutti automatizzati da un si-
SE SAI COME FUNZIONA, LO PROGETTI MEGLIO.
stema di telecontrollo che ne monitora e gestisce il funzionamento, con il vantaggio che tutte le operazioni sono predisposte in maniera puntuale e gli sprechi idrici, energetici ed economici sono ridotti al minimo. Inoltre, si tratta di impianti che realizzabili in opera o allestiti su skid e questa modula-
rità ha l’enorme vantaggio di non imporre interruzioni dell’attività e non impegnare lo spazio dedicato alla produzione.
Recuperare l’acqua utilizzata in industria è possibile, affidandosi ad aziende esperte e realtà solide con obiettivi sostenibili certi: STA e Sostelia.
Se progetti un depuratore con l’esperienza di chi lo gestisce ogni giorno, lo progetti meglio. E risparmi sui suoi costi.
La catena del cleaning sostenibile
La sostenibilità di un processo di pulizia è determinata dagli impatti che si verificano in tutti i punti della catena di approvvigionamento e del ciclo di vita, dalla produzione di prodotti e attrezzature per la pulizia, al loro utilizzo e al loro smaltimento
Simone Ciapparelli
Gran parte dell'impatto ambientale del settore del cleaning avviene o è determinato dalla fase che segue la realizzazione del prodotto. Pertanto, il contributo più importante che i produttori del cleaning possono dare al miglioramento della sostenibilità del settore consiste nel progettare prodotti affidabili, contribuendo al contempo a ridurre l'impatto ambientale complessivo nell'intero ciclo delle attività di pulizia. Questo può essere fatto in diversi modi: uno è la produzione di formulati attivi a basse temperature, che consentano di pulire con efficacia a fronte di un più basso consumo di energia. Lo sviluppo di prodotti concentrati e dei relativi sistemi di dosaggio per la diluizione consente di risparmiare sull'imballaggio e ridurre l'impatto ambientale del trasporto. Importante anche ottimizzare le prestazioni per garantire la pulizia al primo utilizzo. Prestazioni scarse comportano infatti la ripetizione delle operazioni di lavaggio oppure inducono l’utilizzatore a sovradosare il prodotto, e ciò moltiplica in proporzione l’impatto dell’attività di pulizia.
MACCHINARI E MANUTENZIONE
Oltre ai vantaggi economici e sociali derivanti dalla migliore produttività
e dalla riduzione del lavoro fisico, la meccanizzazione può contribuire a ridurre al minimo il consumo di prodotti per la pulizia e, in alcuni casi, a consentire l'utilizzo di temperature più basse. In parte ciò è dovuto al fatto che l'efficacia della pulizia dipende da una combinazione di azione meccanica, azione chimica, temperatura e tempo. L'azione meccanica aiuta a rimuovere lo sporco e riduce il contributo degli altri fattori. La meccanizzazione offre anche l'opportunità di un dosaggio altamente controllato o automatizzato
GLI ENZIMI, ALLEATI DELL’AMBIENTE
Un tema centrale per quanto riguarda il miglioramento della sostenibilità dei prodotti per la pulizia è rappresentato dal cercare di pulire di più utilizzando una quantità di prodotto inferiore. L'utilizzo di un ingrediente altamente funzionale in sostituzione di uno molto meno efficace dal punto di vista del peso può anche essere un
modo per compattare i prodotti e ottenere notevoli risparmi sia nell'imballaggio che nel trasporto. Gli enzimi ne sono un esempio: altamente efficaci anche a quantità minime, possono sostituire migliaia di volte il peso di alcuni ingredienti non enzimatici. Gli enzimi hanno anche il pregio di funzionare bene a basse temperature permettendo
che può ottimizzare direttamente l'uso dei prodotti di pulizia.
In termini di impatto ambientale, le macchine per la pulizia consumano due risorse importanti - energia e acqua - oltre a detergenti e altri materiali di consumo come spazzole e dischi. La riduzione al minimo di questi impatti dipende non solo da una buona progettazione iniziale, ma anche da una corretta e periodica manutenzione durante il loro ciclo di vita e dall'utilizzo di un buon controllo del dosaggio dei detergenti impiegati. Un dosaggio
così di risparmiare energia e ridurre le emissioni di CO2. Gli attivatori di candeggina, che in piccole quantità permettono alle candeggine a base di ossigeno di funzionare bene a basse temperature, sono altri esempi di ingredienti innovativi che possono migliorare notevolmente la sostenibilità complessiva del processo di lavaggio.
preciso non solo evita gli sprechi, ma evita anche il sottodosaggio che può portare a una pulizia inadeguata e di conseguenza alla ripetizione dell’intervento.
Un altro aspetto capace di produrre impatto ambientale è il rumore. Questa problematica ha anche un impatto sociale, così come le vibrazioni che spesso accompagnano il rumore, nei confronti degli operatori che manovrano le macchine.
Quando si sceglie un'apparecchiatura per la pulizia dei pavimenti, è importante non limitarsi a considerare la potenza nominale, ma tenere conto della quantità di pulizia effettuata per unità di tempo. Un'unità da 1000 W, per esempio, consuma più energia di una da 800 W, ma se pulisce la stessa quantità di superficie nella metà del tempo, l’ammontare di energia impiegata per svolgere il lavoro sarà molto inferiore.
Per quanto riguarda il consumo di acqua, diverse macchine forniscono acqua in quantità variabile alle teste di pulizia in base alla velocità, fornendone meno a bassa velocità, oppure in determinati punti della superficie
da pulire (ad esempio quando si girano gli angoli). In questo modo non solo si ottimizza l'uso dell'acqua e del prodotto detergente, ma si evita di lasciare chiazze bagnate che ritardano l’asciugatura del pavimento e rappresentano un possibile rischio di scivolamento.
ATTREZZATURE
Quando si confrontano articoli simili, la natura degli impatti del ciclo di vita sarà simile, ma potenzialmente diversa in termini di entità. Ma quando i formati sono molto diversi - ad esempio un asciugamano di carta o un panno riutilizzabile - gli impatti possono essere di tipo molto diverso. Gli asciugamani di carta usa e getta tendono a mostrare un maggiore consumo di risorse e una maggiore produzione di rifiuti solidi, mentre i panni riutilizzabili possono avere impatti significativi quando i panni sporchi vengono puliti per essere riutilizzati, consumando detergenti ed energia, soprattutto se si usa acqua calda. Spesso la decisione dipende dalla valutazione dell'importanza relativa di tali impatti, ad esempio quanto l'aumento del consumo di energia sia equivalente a quanta produzione extra di rifiuti solidi. È inoltre molto importante considerare i parametri delle operazioni di pulizia in cui gli strumenti verranno utilizzati. Ad esempio, nelle applicazioni sanitarie in cui è fondamentale evitare la contaminazione incrociata, i prodotti monouso possono essere nettamente preferibili.
CERTIFICAZIONI
La produzione di articoli utilizzati nei processi di pulizia professionale, che si tratti di prodotti detergenti, macchinari o attrezzature, ha una serie di potenziali impatti ambientali ed è compito del produttore garantire che questi siano gestiti in modo responsabile.
Quando si lavora per migliorare la sostenibilità dei processi di pulizia
lungo tutto il ciclo di vita, è quindi importante scegliere produttori che non solo forniscano prodotti validi, ma che gestiscano responsabilmente l'impatto ambientale e sanitario delle loro operazioni di produzione e distribuzione. Le aziende utilizzano diversi standard e sistemi di certificazione, come ISO14001 o EMAS, per gestire il proprio impatto ambientale.
L’IMPORTANZA
DELLA FORMAZIONE
Per garantire sostenibilità sotto tutti i suoi aspetti - sociale, ambientale ed economica - è fondamentale che il personale sia adeguatamente formato. Quanto più complesso è il processo e quanto più critica è l'operazione di pulizia, tanto più importante diventa una buona formazione.
Per le operazioni di pulizia più complesse, i produttori di prodotti per la pulizia a volte forniscono un pacchetto completo che comprende la fornitura e la manutenzione di tutti i prodotti e le attrezzature, programmi di pulizia su misura e piani di manutenzione, la formazione del personale e la supervisione del processo con una garanzia di qualità completa.
UK Cleaning Products Industry Association (UKCPI) è la principale associazione che rappresenta i produttori britannici di detersivi, saponi da bar, detersivi per piatti a mano e in lavatrice, disinfettanti, prodotti per la cura dell'aria indoor, lucidanti e detergenti per cucine e bagni.
Detergenti Sostenibili: vantaggi per l'ambiente e la salute umana
I detergenti sostenibili offrono numerosi vantaggi rispetto ai prodotti tradizionali. Ecco i principali benefici che li rendono una scelta responsabile e innovativa:
1. Minore impatto ambientale: Formulati con ingredienti biodegradabili, si decompongono rapidamente senza inquinare l’ambiente.
2. Salvaguardia della salute umana: Privati di sostanze tossiche come parabeni, formaldeide e composti organici volatili (VOC), riducono i rischi di problemi respiratori, allergie o irritazioni cutanee.
3. Riduzione delle allergie e sensibilizzazioni: Spesso
privi di fragranze artificiali o completamente senza profumo, minimizzano il rischio di reazioni allergiche, particolarmente rilevanti in luoghi sensibili come ospedali e scuole.
4. Efficienza energetica: Molti detergenti ecologici mantengono la loro efficacia anche a basse temperature, contribuendo a una riduzione del consumo energetico.
5. Packaging ecologico: confezioni sono spesso rea lizzate con materiali riciclati o riciclabili, e le soluzioni di ricarica riducono ulterior mente l'impatto ambientale.
6. Certificazioni e trasparen
za: Certificazioni come Ecolabel o Cradle to Cradle garantiscono standard elevati di sostenibilità ambientale e sicurezza per i consumatori.
7. Migliore qualità dell'aria interna: L'assenza di COV riduce l'emissione di sostanze dannose nell'aria interna, migliora la qualità dell'aria negli ambienti chiusi,
biente, ma offre anche una maggiore sicurezza e benessere per le persone, rappresentando una scelta ecologica ed economicamente vantaggiosa nel lungo periodo.
L’occupazione sostenibile in Italia
Le professioni legate alla sostenibilità ambientale si confermano in crescita. I green jobs si distinguono rispetto alle altre figure professionali per essere più stabili e per la capacità di attivare un maggior numero di contratti a tempo indeterminato a cura di Simone Ciapparelli
IGreen Jobs (lavori verdi), sono tutte quelle professioni legate alla sostenibilità, al benessere e alla tutela del pianeta. Si tratta di lavori con una forte vocazione etica, che offrono brillanti opportunità nei settori del manifatturiero, dell’agricoltura, delle costruzioni, dell’amministrazione pubblica e dei servizi, contribuendo in maniera decisiva a preservare la qualità e l’integrità dell’ambiente. I dati più recenti disponibili, riferiti al 2022, mostrano come questa gamma di professioni, direttamente collegata alla sostenibilità ambientale, sia in forte crescita: i green jobs sono cresciuti del 4,1% - quasi il doppio del dato medio complessivo - raggiungendo le 3.222
mila unità (+126 mila rispetto al 2021). Le restanti figure professionali, invece, nel 2022 sono cresciute del 2,2% attestandosi a 19.878 mila unità (+420 mila in un anno). Ne consegue che è aumentata anche l’incidenza dei green jobs sul totale dell’occupazione, con il 13,9% di occupati che nel 2022 svolgeva un’occupazione green (+0,2 punti percentuali rispetto al 13,7% del 2021).
L’analisi della distribuzione dei green jobs per macro-aree geografiche conferma due aree, Nord-Ovest e Mezzogiorno, nelle quali i green jobs crescono molto meno della media nazionale ed altre due, Nord-Est e Centro, che invece fanno da traino alla crescita dei green jobs avvenuta nel 2022. L’area con maggiore occupazione green è ancora il Nord-Ovest con 1.044 mila unità, pari al 32,4% del totale nazionale di green jobs (+2,5% rispetto al 2021, meno del +4,1% registrato a livello Paese). Anche nel Mezzogiorno nel 2022 i green jobs crescono meno rispetto alla media nazionale (+2,8%) attestandosi a 707 mila unità. Diversa, invece, la dinamica del Nord-Est e del Centro dove i green jobs crescono ben oltre la media nazionale, rispettivamente +4,9% e +6,9%, per un totale di 777 mila unità nel Nord-Est (+36 mila rispetto al 2021) e 694 mila unità nel Centro (+45 mila rispetto al 2021). Si contraddistingue la Lombardia. Nella regione opera il maggior nu-
mero di green jobs (679 mila unità, pari al 21,1% del totale degli occupati green nazionali, in crescita di 4 mila unità rispetto al 2021) e la regione è ai vertici (terza in assoluto) anche in riferimento all’incidenza degli occupati che svolgono una professione di green job sul totale occupati a livello regionale (15,4%, superiore al 13,9% di media nazionale). In termini relativi, oltre la Lombardia, si distinguono per incidenza degli occupati green sul totale degli occupati della regione - superiore alla media nazionaleanche Emilia-Romagna (16,1%, miglior dato registrato), Piemonte (15,5%), Umbria (14,8%), Lazio (14,6%), Veneto (14,6%), Friuli-Venezia Giulia (13,9%) e Toscana (13,9%).
CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA
Nel 2022, le attivazioni programmate di green jobs hanno rappresentato il 35,1% delle attivazioni totali previste nell’anno, consolidando il trend di crescita. Limitando l’analisi ai green jobs non si evincono particolari differenze tra macro-settori. Essi, infatti, sono distribuiti per il 56,8% nell’industria e per il 43,2% nei servizi. Il discorso cambia se si guarda all’incidenza che questi hanno sulle attivazioni complessive dei rispettivi macro-settori. Nell’industria i green jobs rappresentano il 68,8% delle attivazioni pro -
grammate complessive, mentre sono il 21,3% nei servizi. Risultati che dipendono dalla struttura classificatoria dei green jobs, che considera per lo più figure legate all’implementazione delle trasformazioni green. I green jobs sono, quindi, maggiormente presenti nei gruppi chiamati a gestire più tecnicamente e attivamente l’approccio green. Mentre per le professioni commerciali e dei servizi, ad esempio, l’approccio green consiste per lo più nel seguire regole e prassi.
Dal punto di vista della dimensione d’impresa, quelle di piccola-media dimensione si rivelano come le più dinamiche, con un’incidenza di green jobs sulle attivazioni attese totali superiore alla media nazionale per le imprese con 10-49 dipendenti (37,8%) e con 50-499 dipendenti (40,4%).
La rilevazione 2022 conferma le caratteristiche peculiari della domanda di lavoro di green jobs emerse nelle precedenti rilevazioni. Nello specifico, i green jobs si distinguono rispetto alle altre figure professionali per essere più stabili, per la richiesta più elevata di laureati e di candidati con esperienza nella professione e nel settore, ma anche per una maggiore necessità di formazione interna ed esterna.
È evidente come i green jobs attivino più contratti a tempo indeterminato rispetto alle altre figure professionali: il 25,6% del totale dei contratti green
Grafico 1 - Attivazioni di green jobs programmate per dimensione di impresa
previsti in attivazioni è a tempo indeterminato, contro il 15,2% delle professioni non green (dato in crescita rispetto al 24,1% della precedente rilevazione). Il candidato richiesto per un green job è un laureato nel 16,4% dei casi (solo 14,4% per gli altri contratti), ha una specifica esperienza nella professione (il 26,3% dei contratti green e solo il 22,1% degli altri contratti) e nel settore (il 44,3% dei contratti green contro il 43% del resto delle professioni). L’incidenza della laurea e dell’esperienza nella professione per i contratti green è in crescita rispetto alla precedente rilevazione - quando era rispettivamente pari al 15,2% e 25,1% dei casi - mentre diminuisce la richiesta di una specifica esperienza nel settore (nel 2021 il 48,9% dei green jobs).
GEOGRAFIA DEI GREEN JOBS
A livello territoriale, il Nord-Ovest si conferma l’area con il maggior numero di attivazioni green, 598.250 unità nel 2022, segnando un +13,5% rispetto all’anno precedente. Il tasso di crescita più significativo si registra al Centro, +15,9% tra il 2021 ed il 2022 (323.590 nuovi contratti green a fine periodo), mentre cresce meno della media nazionale il Mezzogiorno, +11,2% (453.620 contratti green). A chiudere il quadro il Nord-Est che nel 2022 fa registrare un +14,1% rispetto al 2021 (440.660 attivazioni).
UNA LEVA PER INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ
La distribuzione percentuale di contratti relativi a green jobs in specifiche aree aziendali di inserimento evidenzia l’importanza strategica che essi hanno nello svolgere alcune specifiche mansioni. Nel 2022, i green jobs hanno avuto un ruolo assolutamente predominante sul totale delle nuove attivazioni nelle aree della progettazione (87%), logistica (81,7%), marketing e comunicazione (79,2%) e tecnica (78,1%). Allo stesso tempo, per altre posizioni aziendali i green jobs hanno un ruolo più marginale; si fa riferimento all’area direzione e servizi generali (28,2%), produzione beni/ erogazione servizi (18%), vendita e assistenza clienti (11,7%), e amministrazione (11,3%).
I green jobs non caratterizzano quindi tutte le nuove assunzioni a prescindere dall’area aziendale di riferimento, ma hanno quasi monopolizzato i nuovi ingressi nelle aree a maggiore vocazione tecnica, risultando, invece, marginali nelle aree connesse ai più classici lavori da ufficio. È un risultato che non deve sorprendere, in quanto nelle aree tecniche le professionalità green stanno assumendo sempre più un ruolo rilevante per la generazione di valore all’interno dell’impresa, per cui l’espansione dei green jobs in questi contesti è un’ovvia conse -
guenza del processo di transizione verde che le imprese stanno affrontando.
Nel 2022, il 26,9% delle attivazioni green jobs ha interessato under 30, con un massimo nell’area direzione e servizi generali (36,6% delle attivazioni dell’area) trainata dalla categoria dei sistemi informativi (42,6% attivazioni della categoria), seguita dall’area produzione beni/erogazione servizi (31,2%) e dalle aree tecniche (30,2%). In quest’ultima spicca la categoria installazione e manutenzione (31,4%).
Si evince una richiesta di green jobs under 30 superiore al 30% anche nelle categorie dell’assistenza clienti (area vendita e assistenza, con 44,8%) e degli acquisti e movimentazione interna merci (area logistica, con 31,4%). Il valore minimo si registra nell’ambito della categoria direzione generale, personale e organizzazione risorse umane (area direzione e servizi generali, con 11,6%).
Delle nuove attivazioni di green jobs, solo il 16,3% sono relative alla creazione di nuove figure aziendali (era il 16,5% nel 2021), mentre nei restanti casi riguardano sostituzioni e/o integrazioni rispetto a figure professionali già presenti in azienda.
Fonte: Symbola, Greenitaly 2023: un’economia a misura d’uomo contro le crisi
Microfibre Filmop: una soluzione green
Clean & Green
Filmop si è distinta fin dagli esordi per la produzione di prodotti tessili di indubbia qualità, arrivando a realizzare nel tempo una gamma completa di panni e frange in microfibra caratterizzati da alte prestazioni e basso impatto ambientale.
I sottilissimi filamenti delle microfibre Filmop penetrano in ogni porosità della superficie intrappolando la polvere e catturando anche la più piccola particella di sporco. L’elevata capacità di raccolta permette inoltre di rimuovere germi e batteri, favorendo un alto livello di igiene. L’effi cace azione meccanica con
sente di ridurre il consumo di detergenti e disinfettanti, contenendo i relativi costi. L’alta densità dei filamenti genera invece una rete capillare ad alto potere assorbente che si traduce in una lunga autonomia di lavaggio e un notevole risparmio di acqua. La speciale gamma si distingue anche per la lunga durata nel tempo che riduce il consumo di risorse legato a produzione e smaltimento. La sostenibilità lungo l’intero ciclo di vita ha permesso a molteplici panni e frange di ottenere la certificazione Ecolabel UE, il marchio dell’Unione Europea che premia i migliori prodotti a basso impatto ambientale. Inoltre, numerose microfibre hanno superato a pieni voti il test di rilascio di microplastiche condotto da un laboratorio indipendente specializzato.
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Deduzioni nella lotta alle zanzare
Proviamo ad occuparci di salubrità urbana nel contesto della lotta alle zanzare applicando i tre principi di Aristotele: principio di identità, di non-contraddizione e principio del terzo escluso
Graziano Dassi
Inizio prendendo a prestito i tre principi che, se ricordo bene, furono enunciati dal famoso filosofo Aristotele: il principio di identità serve a rendere stabile (il più chiaro possibile) il significato dei termini presenti negli enunciati, il principio di non-contraddizione afferma che un enunciato non può essere contemporaneamente vero e falso e il principio del terzo escluso (Tertium non datur) sta a significare che non esiste una terza soluzione rispetto ad una situazione che sembra prefigurarne soltanto due. Il trinomio serve a comporre ragionamenti coerenti tra loro ove ben ci sta il principio di non contraddizione. Proverò ad applicarli, come esempio, nella salubrità urbana nel contesto della lotta alle zanzare.
PRINCIPIO DI IDENTITÀ
Il principio di identità afferma semplicemente che A=A, il che farebbe ridere anche un bambino. Ma avendo chiesto ad alcuni ragazzi di terza media di raccontarmi cosa era per loro l’ambiente ho ricavato risposte assai interessanti. Una ragazzina per ambiente intendeva il pianeta terra nella sua totalità; con particolare riferimento ai problemi della barriera corallifera (evidentemente amava i documentari naturalistici). Un paio di studenti giungevano ad estendere il concetto di ambiente allo “spazio” e al rischio che l’uomo potesse arrecare danni su Marte (dimostrazione che erano navigatori del Web). La maggioranza, parlando di ambiente, ampliava gli orizzonti introducendo la biodiversità e i cambiamenti climatici. La partecipazione emotiva era alta e la paura per l’avvenire tangibile. Ne deriva che A (ambiente) non è uguale per tutti in quanto ognuno né da una definizione differente. Come dire, quindi, che A ≠A! Per cui la definizione di ambiente a cui farò riferimento è il territorio di una città inteso come insieme di (A) esseri umani e animali da compagnia, (B) aria, (C) acqua, (D) terra, e (E)
patrimonio a verde (F) parassiti. Per quanto i sottosistemi presi in esame siano ampi è evidente, ad esempio, che non includo i microbi e virus, le strutture architettoniche e altre realtà che non prendo in esame ma che, in prima approssimazione, costituiscono il macrosistema città. Vero è che parlare di “zanzare”, da un punto di vista professionale, è utilizzare un termine molto generico. Infatti, è noto agli “zanzarologi” che in Italia albergano ≈ 70 specie di zanzare di cui ± il 30% pungente gli esseri umani, ma anche animali d’affezione e da reddito. Importante è sottolineare che la maggior parte delle pungenti ha rilevanza sanitaria. Ne deriva che ogni specie o gruppi di specie convergenti da un punto di vista bio-etologico dovrebbe essere censito secondo la logica: CHI, DOVE, QUANTI. Se quanto enunciato è condivisibile non resta che verificare il riscontro che viene richiesto nei disciplinari, capitolati tecnici e contratti.
PRINCIPIO DI
NON-CONTRADDIZIONE
Nella logica classica, il principio di non-contraddizione afferma la falsità di ogni proposizione implicante che una certa proposizione A e la sua negazione, cioè la proposizione non-A, siano entrambe vere allo stesso tempo e nello stesso modo.
La definizione enunciata, dal sapore filosofeggiante, ha una valenza pratica, a parer mio importante, nell’Ars disinfestandi in quanto in più di un disciplinare, capitolato tecnico e contratto ho trovato scritto che le risorse tecniche devono essere innocue e/o sicure. Orbene, lo svizzero Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, ossia Paracelso (14931541) medico, astrologo e alchimista, affermava: Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto. Forse Paracelso esagerava infatti, nella tossicologia forense, nelle fasi d’indagine criminalistica, il principio a cui
si fa riferimento afferma che è la dose che fa il veleno (sola dosis venenum facit, i giuristi amano il latino). Sia come sia, forse chi redige i disciplinari, capitolati tecnici e contratti spesso sottolinea che i prodotti non devono essere tossici, ma se tutto è veleno bisogna accettare una qualsivoglia contraddizione in termini. Se invece si parte dal concetto più moderno secondo il quale è la dose che fa il veleno, il superamento del punto critico diventa la tecnica applicativa. L’applicazione del principio di non contraddizione alla lotta alle zanzare richiede di definire l’obiettivo, ovvero perché si decide di effettuare un programma di lotta in maniera riduttiva e mai risolutiva un trattamento d’emergenza (tra l’altro poco coerente con il concetto di prevenzione). Al limite il trattamento d’emergenza è accettabile nel contesto di un programma di lotta nel caso qualcosa sia andato storto.
Obiettivi
• Dato il pericolo sanitario delle zanzare ridurre il più possibile il rischio di patologie (attualmente soprattutto virali).
• Attenuare il fastidio causato derivante dalla presenza di queste siringhe volanti.
Prerequisiti
• CHI: determinare le specie presenti, le caratteristiche bio-etologiche e pericolo/rischio sanitario.
• DOVE: definire i luoghi in cui si trovano sia topograficamente sia il biotipo di ovideposizione.
• QUANTE: stimare per ogni specie e per ogni luogo il numero delle zanzare presenti.
Lotta mirata
• Stabilire il rischio sanitario.
• Valutare gli interventi di pest-proofing possibili e relativa pianificazione negli anni.
• Individuare le tecniche di lotta in una logica auto-adattativa.
Controlli
• Quantificare i risultati a 360°, ovvero % di successo dei trattamenti, delle opere di pest-proofing e interferenze ambientali.
PRINCIPIO DEL TERZO ESCLUSO È, a mio giudizio, quello più difficile da semplificare che ho sintetizzato in: non esiste una terza soluzione rispetto ad una situazione che sembra prefigurarne soltanto due. Infatti, nella lotta antiparassitaria gli obiettivi sono: eliminazione del problema e sicurezza nella sua attuazione.
Il tutto è in funzione della gravità del problema, se il rischio che il pericolo si concretizzi e la gravità della cosa è molto elevata dal punto di vista sanitario e/o igienico e/o economico ne deriva che la soluzione del problema è prioritaria.
Per quanto riguarda la sicurezza, è in funzione delle risorse tecniche che si intendono utilizzare e delle tecniche applicative che verranno adottate. Ovviamente non prendo in esame che la realizzazione del piano di lotta/difesa sia attuata in modo errato.
La misurazione del grado di sicurezza è sub iudice a che tutto sia fatto nella maniera tecnicamente corretta.
Altrimenti la non sicurezza è la conseguenza di uno o più errori. La lotta, o forse meglio difesa dalle zanzare (definite nel CHI-DOVE-QUANTE magari aggiungendo a questo punto COME-QUANDO) è, come anticipato, definito dal binomio Risultato/Sicurezza e non dovrebbero esserci altre inter-
Non conoscenza dei luoghi di ovodeposizione/fase larvale
Lotta larvicida
Lotta adulticida
Lotta invernale
Lotta biologica
NB: alcune specie svolgono la fase pre-immaginale in luoghi non accessibili
Rischi ambientali
NB: è mia personale e consolidata esperienza che non sono rispettate le buone tecniche applicative:
• attrezzature di distribuzioni inadeguate
• non rispetto dei dosaggi unitari
• scelta di formulati a lunga persistenza di azione
• faciloneria operativa dei tecnici operatori
Non attuabile nei confronti di tutte le specie
NB: ad esempio non è possibile attuarla contro le Aedes sp. Il che non ne inficia l’efficacia e l’ottimo rapporto COSTO/BENEFICIO nei confronti delle specie che svernano come adulti
Il non ampio spettro di azione, ad esempio, dei maschi sterili
NB: resta comunque una tecnica che se dovesse trovare un protocollo operativo efficace sarebbe un positivo passo avanti
ferenze ma, che ci piaccia o meno, ci sono altre variabili che interagiscono in modo condizionante:
• L’aspetto economico, o meglio la disponibilità economica.
• La competenza, a tutto tondo, delle risorse umane che interagiscono nella progettazione, esecuzione e direzione lavori.
CONCLUSIONE
Più che una conclusione è uno spunto di riflessione che nasce da alcune esperienze avute in riunioni tecniche in cui la ricerca di un giusto compromesso era visto come un attentato alla sopravvivenza del pianeta Terra e dell’umanità tutta.
Personalmente ritengo che il compito di un comitato tecnico e di ogni singolo componente nel redigere un piano di difesa antiparassitaria, non consista nel proclamare la rinuncia a qualsiasi compromesso, ma nel saper conservare, attraverso gli inevitabili compromessi, la coerenza con l’obiettivo prefissato.
SPECIE
Culex pipiens
NOME VOLGARE
Zanzara - zanzara di città
INQUADRAMENTO SISTEMATICO
Classe: Insecta
Ordine: Diptera
Sottordine: Nematocera
Famiglia: Culicidae
Sottofamiglia: Culicinae
DIMENSIONI
Larva: 4-5 mm; con sifone, inclinata rispetto al pelo dell'acqua in posizione di riposo
Adulto: 5-6 mm; in posizione di riposo, il corpo risulta parallelo rispetto al piano di appoggio.
CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE
Larva con torace largo e sifone respiratorio; pupa dotata di cornetti respiratori allungati e stretti; adulto caratterizzato dalla presenza di unghie
con pulvilli e senza denticolatura. Cosmopolita e molto diffusa.
HABITAT
LARVA E PUPA: acque dolci e stagnanti inquinate da materiale organico (fogne tombini, caditoie, corsi d'acqua, contenitori per la raccolta dell'acqua piovana, recipienti abbandonati, cimiteri d'auto, fontane, vasche, vasche di sollevamento, ecc., ovunque vi sia ristagno d'acqua)
Adulto: all'aperto e nelle abitazioni.
ABITUDINI ALIMENTARI
LARVA: materiale organico, alghe e microrganismi
ADULTO: la femmina è ematofaga, il maschio si nutre di succhi vegetali sostanze zuccherine, talvolta di deiezioni e liquidi organici.
CICLO BIOLOGICO
Uovo > larva > pupa (mobile) > adulto
DURATA DEL CICLO: 8-16 gg in condizioni ottimali
N° GENERAZIONI/ANNO: da 8 a 12 in funzione della temperatura
N° UOVA/FEMMINA: circa 300 a gruppi simili a zatterine sulla superficie dell'acqua.
SVERNAMENTO: femmina adulta fecondata, in luoghi riparati (edifici, scantinati, ecc.).
LIMITI TERMICI PER LO SVILUPPO
Temperatura massima dell'acqua per lo sviluppo delle larve: 38 °C
DANNI
Fastidio causato da ronzio e punture; irritazioni cutanee locali, possibili reazioni allergiche. Possibile trasmissione di patologie quali: filariosi, febbre maltese, arbovirus, virus della Rift Valley (meningoencefalite), ecc. Danni economici nelle zone turistiche ma anche in zootecnia (allevamenti di maiali, compromette l’aspetto dei prosciutti).
Fonte: Banca dati GEAM
La sostenibilità come fondamento di Ekommerce
Pensare
oggi a nuovi progetti senza fondarli sui criteri di sostenibilità e impegno ambientale sarebbe anacronistico. Ekommerce indiscussa protagonista e pioniera del cambiamento culturale in corso che vede al centro lo sviluppo sostenibile, sin dai suoi esordi, ha scelto di sposare questi principi con l’obiettivo di promuovere la cultura della disinfestazione responsabile a tutela
dell’ambiente e degli animali. I prodotti Ekommerce non prevedono l’uso di sostanze tossiche e questa scelta di campo, dimostratasi vincente quanto difficile da portare avanti in alcuni momenti storici, le ha dato inevitabilmente un ruolo centrale nel processo di transizione ecologica verso una gestione del controllo degli infestanti sempre più sostenibile. Quando ancora la sostenibilità ambientale, sociale ed economica era un concetto impopolare, con Ekomille, punta di diamante dell’intera collezione di prodotti realizzati da Ekommerce, è stata proposta un’alternativa alle metodiche di derattizzazione tradizionali introducendo, per la prima volta nel panorama del Pest Management,
il concetto di derattizzazione ecologica. Il sistema Ekomille, nel corso degli anni, non solo è riuscito ad occupare un ruolo di rilievo nel mercato di categoria ma a cambiare profondamente il concetto di derattizzazione.
TECNOLOGIA
E INNOVAZIONE
Ekomille, dispositivo per la cattura continua di roditori sinantropici, è oggi protagonista di un'intera linea di prodotti.
Unico nel suo genere, espleta la propria funzione senza l’impiego di veleni. Utilizzando come attrattivi sostanze alimentari naturali e trattenendo le carcasse nel serbatoio, garantisce una derattizzazione ecologica al 100%.
Connubio perfetto tra tecnologia e sostenibilità, consente inoltre un'ottimizzazione degli interventi sui cantieri grazie al controllo da remoto. Ekomille RC, evoluzione della versione standard, infatti, è dotato di un sistema di controllo integrato che consente di gestire da remoto le principali funzionalità.
Oggi la linea trova il suo completamento compiendo un importante passo avanti verso la cultura della tutela del benessere degli ani-
mali con l’integrazione di Ekomille CO2 e Ekomille Z, dispositivi integrati di un sistema di soppressione animal friendly.
La capacità di Ekomille di attrarre roditori si basa su due aspetti: l'adescamento alimentare e quello strutturale
Il dispositivo possiede 16 vani esca che rendono possibile l’impiego di una gamma molto ampia di sostanze alimentari naturali. Questo conferisce al dispositivo una capacità attrattiva sempre molto alta anche in condizioni di forte competizione alimentare.
La struttura della parte superiore di Ekomille, inoltre, simile alla tana del roditore, consente agli infestanti di superare la neofobia che li contraddistingue. Queste
caratteristiche, legate a doppio filo all’uso accorto e sapiente del professionista, permettono di gestire intere colonie di topi e ratti in qualsiasi ambiente.
SICUREZZA
E APPLICAZIONI
DI EKOMILLE
NEI DIVERSI SETTORI
Grazie al mancato utilizzo di sostanze tossiche e la mancata dispersione delle carcasse infette nell’ambiente, Ekomille può essere utilizzato con sicurezza, sia in ambienti interni che in ambienti esterni. È particolarmente indicato per la derattizzazione nelle aziende agro-alimentari e zootecniche, nel canale Ho.Re.Ca., nelle strutture turistiche, nelle abitazioni private e nei luoghi pubblici in generale.
PAREDES
Innovazione e sostenibilità: i progetti green di Paredes
Negli ultimi mesi, Paredes ha compiuto significativi passi avanti, delineando un futuro aziendale sempre più orientato alla green economy. In questa direzione, l'azienda ha intrapreso diverse iniziative mirate alla sostenibilità. Tra i progetti di punta vi sono PAREDES BLUE LAB e PAREDES RENEW. Il primo è dedicato alla produzione di macchinari che generano soluzioni disinfettanti a base di ozono direttamente in loco, su richiesta del cliente. Il secondo riguarda il riciclo e il ricondizionamento dei distributori, che vengono riparati e reinstallati presso i clienti, promuovendo così i principi dell’economia circolare. Questi progetti rappresentano un pilastro essenziale per il futuro sostenibile di Paredes. paredes.it
ITALCHIMICA
Sanitec Quantum: detergenti concentrati Ecolabel per un lavaggio sostenibile ed efficiente
Sanitec Quantum è la linea di detergenti liquidi concentrati sviluppata per il lavaggio professionale dei tessuti. Il sistema comprensivo di detergente, ammorbidente e additivi, è certificato Ecolabel e soddisfa i più elevati requisiti ambientali verificati rappresentando un impegno concreto per la sostenibilità. Le formulazioni della linea Quantum sono fino a 3 volte più concentrate rispetto ai prodotti standard, garantiscono elevate performance con dosaggi ridotti e permettono di ottimizzare i costi di gestione. Inoltre il sistema è studiato per essere attivo anche a basse temperature grazie alla sinergia tra tensioattivi e componenti enzimatiche, così da ridurre i costi e tempi associati al lavaggio, preservare i tessuti più a lungo e contribuire alla riduzione dei trasporti. italchimica.it
TTS
Magic, la prima linea carbon neutral
Magic è l’esclusiva linea di carrelli multiuso realizzati con polipropilene di prima qualità, un materiale a basso impatto che genera meno emissioni di CO2e rispetto ad alluminio, acciaio inox e ferro cromato. Inoltre, numerosi componenti sono realizzati in plastica riciclata premium certificata Plastica Seconda Vita, abbattendo così ulteriormente le emissioni in fase produttiva. TTS ha iniziato nel 2019 un programma di compensazione a lungo termine per assorbire interamente le emissioni legate alla produzione dei Magic, rendendoli la prima linea di carrelli carbon neutral. ttsystem.com
La Linea HiMiX Professional di Rubino Chem per un futuro sostenibile
In un mondo sempre più orientato verso la sostenibilità, l'igiene degli ambienti di lavoro non può prescindere dal rispetto per l'ambiente. Il green cleaning rappresenta una sfida cruciale, in cui l'innovazione deve sposarsi con la sostenibilità per garantire un equilibrio tra efficacia e impatto ambientale.
La linea HiMiX Professional di Rubino Chem risponde a queste sfide con detergenti di nuova generazione che combinano alte prestazioni e rispetto per l'ecosistema. Questa innovazione non solo contribuisce a un ambiente di lavoro più sano e sicuro, ma rappresenta anche un passo avanti verso un futuro
più sostenibile, dove l'igiene è al servizio della responsabilità ambientale.
La linea HiMiX Professional comprende diverse soluzioni:
Degreaser Strong è uno sgrassatore ultra concentrato e ad alta alcalinità che penetra in profondità nello sporco, rimuovendo qualsiasi traccia di grasso minerale, unto, olio, residui carbonizzati, residui di colla, inchiostro, scritte di pennarello e macchie di vernice da ogni tipo di superficie lavabile, senza corroderle e senza lasciare aloni.
Degreaser Food è uno sgrassatore ultra concentrato e ad alta alcalinità che
penetra in profondità nello sporco, rimuovendo qualsiasi traccia di grasso animale e vegetale, unto, olio e residui carbonizzati da ogni tipo di superficie lavabile, senza corrodere e senza lasciare aloni.
Glass + Inox Ultra è un detergente ultra concentrato per la pulizia di vetri, specchi, acciaio e superfici lavabili. Rimuove con facilità lo sporco di grasso, il calcare, le gocce di pioggia, la fuliggine, le impronte, la polvere e lo smog, lasciando un film protettivo invisibile che ritarda il riaccumulo di sporco. Si distingue per la sua rapida velocità di evaporazione, che non lascia aloni.
Glass + Inox Food è un detergente ultra concentrato per la pulizia di cristalli, acciaio e superfici lavabili. Rimuove con facilità lo sporco di grasso vegetale e animale, le impronte e la polvere, lasciando un film protettivo invisibile che ritarda il riaccumulo di sporco. Si distingue per la sua rapida velocità di evaporazione, che non lascia aloni.
Olè Essenza Ultra è un profumatore ultra concentrato che non solo profuma, ma anche igienizza, deodorizza, deterge e spolvera ambienti e superfici. È efficace nella pulizia quotidiana di tutte le superfici dure, rimuovendo germi e batteri, riducendo la polvere, neutralizzando gli odori sgradevoli e rilasciando una fragranza che persiste per più di 48 ore in ambienti chiusi.
L'ampia gamma di prodotti, il continuo miglioramento delle formule e l'impegno verso la realizzazione di soluzioni di alta qualità, che abbiano a cuore la sicurezza dei lavoratori e il rispetto dell’ambiente, fanno di HiMiX Professional il marchio di riferimento per gli operatori del settore lavorativo.
HiMiX Professional: sicuro per te, sicuro per l’ambiente.
Avan eco: la nuova frontiera della sostenibilità nel settore della carta tissue
Sin dalla sua costituzione nel 1989, Paperdi è guidata nelle scelte operate per la realizzazione della propria mission, da un approccio responsabile nei confronti delle persone e dell’ambiente. Come parte di un’industria che per sua stessa natura deve guardare al futuro, il settore della carta tissue è particolarmente sensibile ai temi della sostenibilità investendo da sempre impegno ed attenzione alla promozione di pratiche sostenibili lungo l’intera catena del valore. È da questo sentimento di
responsabilità sociale, unito alla consapevolezza delle necessità ambientali, che prende forma il desiderio di fare sempre di più per la tutela dell’ambiente operando azioni volte anche a ridurre e a recuperare le materie di scarto delle lavorazioni.
UN PROGETTO
DI ECONOMIA CIRCOLARE
A 360 GRADI
In quest’ottica nasce Avan eco, il nuovo marchio Paperdi, frutto dalla volontà di realizzare una gamma completa di prodotti ecologici
per usi igienici a basso impatto ambientale.
La gamma di prodotti Avan eco è realizzata al 100% con materie prime di riciclo, come gli scarti di lavorazione degli scatolifici. Il processo di lavorazione che si realizza presso gli stabilimenti cartari della Società è reso possibile dalla collaborazione con aziende del territorio con cui sussistono rapporti di partnership. La materia prima lavorata è prevalentemente composta da rifili e scarti di produzione che vengono acquistati presso aziende cartotecniche localizzate per lo più in Campania, e successivamente trasformati per realizzare i prodotti della gamma. Anche il packaging del prodotto finale è realizzato in un’ottica di sostenibilità, con una modalità super compatta in grado di ottimizzare gli spazi e ridurre l’impatto ambientale in fase di trasporto e movimentazione. L’approccio totalmente
orientato alla sostenibilità in ogni sua fase realizzativa ha condotto all’ottenimento delle certificazioni Ecolabel e Fsc per l’intera linea e per ogni sua componente: il prodotto, la materia prima ed il packaging. Si configura così un progetto sostenibile a 360 gradi in grado di promuovere lo sviluppo di una collaborazione tra soggetti del territorio orientata al recupero degli scarti per produrre materia prima e ridurre così le emissioni collegate ai processi di smaltimento e a quelli di trasporto per la lavorazione. Infatti, per effetto di una logica degli approvvigionamenti entro un ambito prevalentemente locale, la produzione Avan eco favorisce un’economia circolare di filiera con il reimpiego di sottoprodotti derivanti da pre-consumo e post-produzione.
Nel suo insieme, il progetto si configura contemporaneamente come uno strumento orientato a consolidare i rapporti di partnership con i fornitori di imballaggi in carta e a promuovere una comune sensibilizzazione alla tutela dell’ambiente.
Insieme per vivere in un mondo migliore. Kemika tra tradizione e innovazione
Da sempre, Kemika pone grande attenzione all'educazione ambientale, integrando aspetti etici, sociali ed economici nei suoi processi produttivi. Due centrali termiche alimentate da scarti vegetali, come gusci di nocciola, cippato e pellets, riscaldano l’intero stabilimento, permettendo un risparmio annuo di 40.000 litri di gasolio. Inoltre, 2.000 metri quadri di pannelli fotovoltaici sui tetti dell'azienda producono l'energia necessaria per alimentare gli impianti di produzione e illuminazione, che utilizzano esclusivamente luci LED a basso consumo. Il percorso intrapreso da Kemika si
basa sui principi dello sviluppo sostenibile, con la missione di promuovere una cultura del pulito in totale rispetto dell'ambiente.
CERTIFICAZIONI
E IMPEGNI PER IL FUTURO
Kemika offre una vasta gamma di prodotti certificati Ecolabel e conformi alla norma UNI EN ISO 14024, Etichettatura ambientale di tipo 1. Questa linea, già da qualche anno, ha ottenuto la prestigiosa certificazione BIO
C.E.Q, che attesta formulati prodotti con materie prime di origine vegetale provenienti da fonti rinnovabili. La gamma dei prodotti “Eco - Friend” si comple-
ta poi con formulati certificati CAM ai sensi del D.M. 29.01.201, di cui Presidi Medici Chirurgici (PMC), formulati Super Concentrati e prodotti di pulizia periodica e / o straordinaria.
La scelta e gli investimenti sulle confezioni hanno consentito a Kemika di presentarsi al mercato con gli imballi degli articoli fabbricati con il 90% di polietilene ricavato dalla raccolta differenziata, certificata plastica seconda vita, e per il restante 10% con polietilene ad alta purezza che permette di non produrre composti tossici.
L'azienda vanta anche certificazioni come:
• ISO 14067: attestato conosciuto come Carbon Footprint, che certifica la gestione dei gas serra a livello di organizzazione e di prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita.
• ISO 14001: identifica la normazione sui sistemi di gestione ambientale dell’Azienda.
• SA 8000: identifica aspetti della gestione aziendale attinenti alla responsabilità sociale d’impresa, tra cui il rispetto dei diritti umani e il rispetto del diritto al lavoro.
• ISO 45001: si fa garante delle politiche di prevenzione e protezione dei lavoratori che vengono attuate all’interno dell’Azienda.
• ISO 9001: attesta il sistema di gestione della qualità nel processo produttivo e nell’organizzazione aziendale.
Kemika si impegna a fornire soluzioni a basso impatto ambientale e supporto tecnico per guidare i clienti nella scelta di prodotti chimici sostenibili e a una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti.
A questo proposito chiedete supporto al Team Kemika che provvederà ad inviare tutte le informazioni necessarie.
Mail: teamkemika@kemikaspa.com
Christeyns: soluzioni innovative e sostenibili
Christeyns si distingue per l’offerta di prodotti chimici di alta qualità, attrezzature affidabili e servizi su misura, ideati per soddisfare le esigenze di diversi settori. Il portfolio include soluzioni per la pulizia professionale dei tessuti, l’industria alimentare, il food retail, nonché per i settori medico e Life Sciences.
Con quasi 80 anni di esperienza, Christeyns è sinonimo di pulizia intelligente, offrendo ai professionisti prodotti di eccellenza e sistemi user-friendly. Tra questi, la linea di prodotti certificati ecologicamente si distingue per severi controlli di qualità, con prestazioni uguali o superiori alle controparti tradizionali. La gamma CHRISTEYNS GREEN'R, con oltre 120 prodotti
certificati Ecolabel, si presenta come una soluzione atossica, rispettosa dell’ambiente e capace di ridurre i rischi di allergia. Anche con dosaggi ridotti, i prodotti GREEN'R garantiscono risultati impeccabili, ottimizzando il consumo di acqua, i costi di trasporto e l'imballaggio.
SOLUZIONI CHRISTEYNS PER OGNI ESIGENZA
Igiene Cucina: Prodotti per la pulizia professionale della cucina e il lavaggio automatico delle stoviglie. Disponibili in diverse formule e formati, tra cui detersivi, sgrassanti e disincrostanti in versione solida o spray, assicurano risultati impeccabili.
Cura dei Pavimenti: Prodotti specifici per la manutenzione e il trattamento di diverse tipologie di pavimenti. Le varianti ecologiche e profumate sono adatte per la pulizia quotidiana, mentre una selezione di prodotti specializzati garantisce protezione e pulizia duratura.
Igiene Superfici: Una gamma completa di detergenti per la pulizia degli interni, disponibili in formule concentrate o pronte all’uso. Include sgrassanti, disincrostanti e cere, ideali per mantenere diverse superfici impeccabili.
Igiene Bagni: Prodotti per la pulizia quotidiana e periodica di servizi igienici e bagni, proposti in versione concentrata e pronta all'uso.
In ogni settore, Christeyns propone alternative sia ecologiche che tradizionali, dimostrando un forte impegno verso la sostenibilità ambientale. Grazie alla sua lunga esperienza, l’azienda è in grado di offrire supporto e consulenza specializzata, individuando soluzioni su misura. Dai detergenti di alta qualità ai sistemi di monitoraggio user-friendly, Christeyns fornisce un approccio integrato per soddisfare le esigenze di pulizia più complesse.
Soluzioni di pulizia: l'impegno di IPC by Tennant Company verso la sostenibilità
In Tennant Company, la sostenibilità è guidata dalla visione di creare un mondo più pulito, sicuro e sano, e rappresenta un elemento centrale delle operazioni, dei prodotti e delle esigenze dei clienti.
IPC, marchio di Tennant Company, si propone di trasformare il settore della pulizia attraverso l'innovazione sostenibile. La gamma di prodotti offerta comprende macchinari elettrici che riducono le emissioni di gas serra rispetto ai motori a combustione interna, soluzioni per la gestione dell'acqua che diminuiscono il
clati, progettati per aiutare i clienti a raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità.
CERTIFICAZIONI
AMBIENTALI
E OBIETTIVI FUTURI
Per quanto riguarda la produzione di attrezzature manuali per la pulizia, IPC ha concentrato gli sforzi sull'espansione della gamma di prodotti certificati, con un'enfasi su plastiche riciclate, tessuti sostenibili e calcoli sull'impronta di carbonio. L'analisi della Carbon Footprint, che quantifica le emissioni totali di gas serra (GHG) generate durante l'intero ciclo di vita di un prodotto, viene suddivisa in tre fasi: upstream, core e downstream (LCA – Life
Cycle Assessment). In IPC, questa analisi viene eseguita conformemente alla norma ISO 14067:2018 ANNEX C, e condotta da terze parti. I prodotti con un'impronta di carbonio ridotta contribuiscono a mitigare i cambiamenti climatici, favorendo un impatto positivo sull'ambiente. Attualmente, IPC offre 62 prodotti certificati con approccio CFP tra carrelli, secchi e tergivetro. Un'altra certificazione di rilievo detenuta da IPC è REMADE IN ITALY®, che misura la percentuale di plastica riciclata utilizzata nei prodotti. Al momento, IPC vanta 144 prodotti certificati REMADE IN ITALY® in categorie come carrelli, secchi e supporti per vello. La terza certificazione, l'Ecolabel UE, è un'etichetta di eccellenza assegnata a prodotti e servizi che rispettano elevati standard ambientali lungo l'intero ciclo di vita, dall'estrazione delle materie prime fino alla
produzione, distribuzione e smaltimento finale. I prodotti con certificazione Ecolabel soddisfano i CAM (Criteri Ambientali Minimi), requisiti ambientali stabiliti per le varie fasi degli appalti pubblici, con l'obiettivo di identificare la soluzione migliore dal punto di vista ambientale. Attualmente, IPC dispone di 98 codici di prodotti tessili certificati Ecolabel UE, il cui elenco è disponibile sul sito isprambiente. gov.it, utilizzando il codice ID aziendale IT/016/042. Nell’ambito del suo impegno verso la sostenibilità, Tennant Company si è posta l'obiettivo di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2040, un traguardo approvato dall'iniziativa Science Based Targets (SBTi). Questo impegno prevede riduzioni significative delle emissioni nei processi e nella catena del valore, incluse quelle derivanti dall'uso dei prodotti.
Spazzatrici stradali, l’innovazione è sempre più green
Il
mercato italiano offre, ormai da anni, macchine spazzatrici stradali a basso impatto ambientale, grazie a sistemi di filtrazione capaci di trattenere fino al 99% di Pm10
Maurizio Pedrini
Le spazzatrici stradali, come è noto, sono oggi impiegate in una vasta serie di operazioni di pulizia dei centri urbani e dei parcheggi, allo scopo di pulire superfici particolarmente estese senza danneggiarle in alcun modo. Si rivelano particolarmente efficaci consentendo di raccogliere rifiuti d’ ogni genere, siano essi leggeri, come la carta, o pesanti, come le bottiglie.
Questa categoria di spazzatrici, inoltre, si distingue anche per una grande capienza del loro contenitore rifiuti. Questa loro caratteristica fa sì che non sia necessario accumulare temporaneamente i rifiuti da qualche parte per poi trasportarli successivamente altrove.
LA SFIDA GREEN
Il comparto produttivo di questa
OPERAZIONI DI IGIENE URBANA
Le principali attività di igiene urbana possono essere suddivise in tre processi: raccolte differenziate, raccolta rifiuti indifferenziati, e pulizia delle aree urbane, come ad esempio lo spazzamento. Le attività di raccolta e spazzamento possono essere effettuate
sia manualmente che tramite mezzi meccanici.
Queste attività svolgono un ruolo di pubblico interesse, ed è necessario che si svolgano senza pericolo per la salute dell'uomo e dell’ambiente, seguendo criteri di efficacia, efficienza,
importante nicchia del professional cleaning vede un’innovazione particolarmente votata alla sostenibilità ambientale ed al green e a tutta una serie di soluzioni sempre più capaci di far fronte all’esigenza di risparmio d’acqua e risorse energetiche. L’offerta di nuovi prodotti, però, è chiamata a far fronte a molteplici sfide, compresa quella delle minori risorse economiche a disposizione
economicità e trasparenza. Quando si ha a che fare con un ambiente lavorativo complesso come quello che caratterizza l’igiene urbana, è quindi necessaria una approfondita valutazione dei rischi lavorativi, fondamentale per predisporre adeguate misure di prevenzione
dei clienti, contestualmente a nuove esigenze e numerose criticità connesse al servizio di raccolta rifiuti.
Oltre alla necessità di differenziare il rifiuto raccolto, vi sono anche quelle connesse al contenimento dell’inquinamento acustico ed ambientale, senza dimenticare le nuove, sempre più stringenti, nuove normative di riferimento. I produttori, per esempio, sono impegnati - attraverso la ricerca
e sviluppo - a innovare le spazzatrici stradali con una serie di tecnologie che consentono il recupero di due o tre differenti rifiuti, in un unico passaggio di raccolta, con l’obiettivo di limitare i percorsi nei centri urbani, promuovendo uno stile di raccolta economico nei tempi e nei costi, grazie ad una serie di accorgimenti atti a facilitare il lavoro agli operatori. Ma la vera grande sfida, che accomuna
le aziende produttrici, è quella di fabbricare macchine che siano in grado, al contempo, di garantire, insieme alla riduzione dell’impatto ambientale, all’insegna della massima sostenibilità, anche il mantenimento di elevati standard di performances e un effettivo risparmio economico.
AMBITI DI INNOVAZIONE Il maggior sforzo innovativo si con -
e protezione, volte a migliorare le condizioni di lavoro evitando il più possibile il verificarsi di infortuni e incidenti ai danni degli operatori. La raccolta dei rifiuti consiste nello svuotamento di contenitori di diverse dimensioni, come cassonetti, trespoli, bidoni. Tempistica e frequenza di questa attività variano a seconda delle esigenze, del traffico veicolare e del livello di urbanizzazione, e gli operatori incaricati
possono svolgere raccolta manuale e/o meccanizzata. Gli addetti possono anche effettuare l’assistenza a terra al servizio di raccolta meccanizzata a caricamento laterale. L’operatore assicura, in ogni caso, la completa pulizia dei luoghi, raccogliendo anche i rifiuti rinvenuti a terra e riponendoli all’interno dei contenitori per la raccolta meccanizzata o, nel caso questo non sia possibile, nel mezzo di raccolta. Le operazioni sono
completate dalla movimentazione e dal riposizionamento dei contenitori. Dove non è consentito o non è previsto il posizionamento dei cassonetti, le raccolte differenziata e indifferenziata possono essere effettuate anche tramite veicoli di piccole e medie dimensioni. Questi consentono la raccolta “porta a porta” dei rifiuti depositati dagli utenti lungo le strade dei centri storici o negli spazi condominiali privati, qualora predisposti.
centra sul sistema meccanico aspirante, nell’ottica di rendere ciascuna di queste macchine una vera e propria Green machine, coniugando al meglio elevate prestazioni di spazzamento con l’utilizzo ridotto al minimo di acqua, sistemi di filtrazioni ad alta efficienza, motori a bassissime emissioni, impiego di componenti
sempre più biocompatibili. Il mercato italiano offre, ormai da anni, macchine spazzatrici stradali a basso impatto ambientale, grazie a propulsioni del motore e sistemi di filtrazione, capace di trattenere fino al 99% di Pm10. Il dato che fa maggiormente ben sperare per il futuro è che i produttori stanno investendo sempre più
cospicue risorse sul fronte dell’innovazione, ormai proiettata verso la dimensione 4.0 e l’uso sempre più pregnante delle opportunità prospettate dall’intelligenza artificiale. Impianti idraulici di ultima generazione, studiati per contenere il più possibile consumi e costi, macchine sempre più avanzate e competitive
Per raccolta manuale dei rifiuti si intende la raccolta di rifiuti urbani da strada o da proprietà private a mezzo di trespoli o bidoncini, la raccolta di rifiuti urbani ingombranti, e l’assistenza a terra alla raccolta meccanizzata monoperatore. Per raccolta meccanizzata si intende invece quella svolta a mezzo di veicoli compattatori a caricamento posteriore o laterale di diverse dimensioni. Lo spazzamento manuale e meccanizzato
delle aree pubbliche si effettua con veicoli differenti a seconda del tipo di attività, e del luogo dove essa si svolge, e prevede inoltre l’uso di attrezzature per la pulizia manuale di aree verdi e strade. La pulizia delle superfici urbane avviene con attrezzature meccaniche quali l’idropulitrice carrellata, usata per l’igienizzazione e l’eliminazione delle incrostazioni e dei residui di sporco dalle superfici pavimentali
e murali; come ausilio all’attività di spazzamento meccanizzato si utilizzano le soffianti, mentre vengono impiegati i decespugliatori per il diserbo. Il lavaggio meccanizzato della sede stradale è un’attività di supporto e completamento dello spazzamento meccanizzato e consistente nell’innaffiamento della carreggiata e dei marciapiedi prima del passaggio della spazzatrice, al fine di abbattere
Makita espande la Gamma Cleaners: innovazione e potenza con la nuova spazzatrice VS001G
Makita amplia la sua offerta con l'introduzione della spazzatrice manuale VS001G, un prodotto innovativo alimentato dalla batteria 40Vmax della linea XGT.
Dotata di tre motori, uno per la pulizia del filtro, uno per la raccolta delle polveri e uno per le spazzole, questa macchina garantisce prestazioni elevate in ogni situazione. I due rulli spazzola regolabili, situati sul fondo, permettono di rimuovere sia le piccole par-
ticelle di polvere che detriti più voluminosi, come bottiglie di plastica da 500ml. La spazzola laterale, anch'essa regolabile e facilmente sostituibile, assicura una pulizia precisa e uniforme. Grazie al filtro HEPA con vibrazione, il rischio di intasamenti è ridotto, mentre i LED integrati consentono di lavorare anche in ambienti poco illuminati. La protezione completa dall’acqua (XPT), il design compatto e la possibilità di riporla in verticale rendono
la VS001G una delle solu zioni più performanti e pra tiche della categoria.
le quali - oltre a migliorare qualità e prestazioni - costano progressivamente di meno, presentando un minor numero di componenti e codici, e sono in grado di ottimizzare l’esperienza e la ricerca tecnologica. Un altro “filone” di grande interesse, specie per l’esportazione dei prodotti italiani all’estero, è rappresentato dalla cosiddetta “personalizzazione” del prodotto, con tutta una serie di adattamenti delle spazzatrici stradali appositamente pensati per operare in contesti nei quali il consumo d’acqua deve essere forzatamente assai limitato, per non dire quasi nullo, come nel caso dei Paesi Arabi. Ci riferiamo soprattutto a quei sistemi che combinano la forza dell’azione meccanica, per raccogliere i residui più consistenti, e l’efficacia di quella aspirante per le polveri più fini, garantendo risultati eccellenti anche senza adoperare acqua, risparmiando fino a 100.000 litri all’anno. La spazzatrice stradale, già oggi, ma ancor più negli anni a venire, dovrà essere progettata per saper operare al meglio nelle condizioni di maggiori difficoltà, dando un contributo essenziale ad affrontare il problema dell’inquinamento da polveri sottili. Alcune macchine attualmente presenti sul mercato si stanno rivelando veramente efficaci per abbattere questi valori, filtrando completamente tutta l'aria aspirata, prima di immetterla di nuovo nell'ambiente. Il
tutto con costi di manutenzione e gestione estremamente limitati, grazie ad un uso sempre più ponderato e sapiente di spazzole e flap, sempre più intelligenti e meno soggetti ad usura. Un aspetto di grande importanza e delicatezza è quello dell’alimentazione: quella elettrica, senz’altro all’avanguardia, risulta particolarmente apprezzata, anche se non ancora diffusa, ma con notevoli margini di espansione, nonostante indubbie criticità. Il dato di fatto è che il mercato, sia privato che pubblico, richiede con sempre maggiore convinzione veicoli spazzanti e di pulizia sempre più potenti e altamente flessibili, in grado di interagire con qualsiasi ambiente urbano outdoor: strade, piazze, parcheggi, stazioni ferroviarie, metropolitane, aree esterne a supermercati e magazzini ecc. Macchine compatte, robuste, potenti - a prescindere dalle dimensioni - pensate apposta per offrire prestazioni di spazzamento ottimali.
MIGLIORARE LE PRESTAZIONI
L’impegno dei costruttori sta trovando soluzioni sempre più interessanti ed efficaci, sia nella nicchia delle uomo a bordo che di quelle uomo a terra, per sciogliere i nodi della rumorosità, delle vibrazioni, della compatibilità elettromagnetica ed acustica, puntando ad un impiego della macchina sempre più ergonomicamente
adeguato, sicuro ed easy da parte dell’operatore. In questa direzione, i cruscotti delle spazzatrici uomo a bordo appaiono dotati di display touch screen da cui gli operatori possono configurare al meglio le macchine a seconda delle funzioni alle quali assolvere, mentre il controllo da remoto, tramite app e geolocalizzazione permette un costante controllo di consumi, funzionalità e operatività nei cantieri. In questo quadro si inserisce la sperimentazione di spazzatrici elettriche robot interamente automatizzate, con varie tipologie di motorizzazioni e sistemi di spazzole, in grado di raccogliere una vasta gamma di rifiuti, dalle bottiglie d’acqua ai mozziconi di sigaretta. Funzionanti H24, tranne per le normali operazioni di manutenzione, garantiscono un’autonomia operativa potenzialmente infinita, essendo dotate di autoricarica della batteria. La connessione continua al Cloud consente di programmare e controllare la macchina da remoto tramite app, con notifiche sul telefono per monitorare il funzionamento del robot, lo stato di avanzamento delle operazioni di pulizia e eventuali anomalie. In definitiva, possiamo affermare che il mondo delle spazzatrici stradali è in grande fermento e guarda con fiducia all’innovazione a tutto tondo, puntando a risultati sempre più eccellenti in termini di pulizia e igiene, rispettando al massimo l’ambiente.
le polveri, di rimuovere i rifiuti e di convogliarli nel raggio d’azione della spazzatrice.
È effettuata generalmente con una macchina operatrice (lavastrade) dotata di dispositivi di erogazione di acqua in pressione, fissi e mobili. I dispositivi fissi sono costituiti da ugelli, montati su una barra posta anteriormente al mezzo, che erogano acqua frontalmente e lateralmente; il dispositivo mobile, costituito da un lungo tubo con lancia,
è manovrato da un operatore a terra. La lancia può essere montata su un braccio mobile con o senza servo assistenza. L’impianto di erogazione dell’acqua è alimentato da una cisterna di capacità compresa tra 2 e 6 m3.
La pulizia stradale si colloca nell’ambito dei servizi di igiene urbana e richiede l'impiego di attrezzature, automezzi e macchine specifiche, efficienti e affidabili. Un programma di sanificazione strade, gestito da aziende competenti con
attività certificata, si avvale di macchine per pulizia, automezzi e prodotti capaci di garantire un servizio di pulizia stradale efficiente, che presti attenzione alla struttura ambientale e della sua destinazione d'uso.
Il servizio di igiene stradale ampiamente inteso in genere prevede il lavaggio strade, la sanificazione di cassonetti e l'uso di macchine quali: spazzatrici stradali, pulispiaggia, spargisale e sgombraneve, scope industriali.
Tenax: Affidabilità 100% elettriche e tutela dell’ambiente
Tenax International è un'azienda specializzata nella produzione, distribuzione e assistenza di macchine ecologiche completamente elettriche e a basso voltaggio per la pulizia e l'igiene urbana. Attualmente, è l'u-
nica società sul mercato ad offrire una gamma completa di spazzatrici e lavastrade 100% elettriche a basso voltaggio (inferiore a 50 volt), differenziandosi per non utilizzare tecnologie elettrificate ma interamente elettriche.
AFFIDABILITÀ
100% ELETTRICA
Grazie a oltre vent'anni di esperienza nel settore e
più di 1700 spazzatrici elettriche vendute in oltre 42 Paesi, Tenax International garantisce soluzioni affidabili e performanti in diverse condizioni climatiche. L'azienda collabora con importanti enti pubblici e privati in Europa, contando su città come Parigi, Bruxelles, Napoli, Taipei, Melbourne, Barcellona, Madrid, Londra, Bilbao e molte altre.
ELECTRA 5.0 LIFE
Nella gamma 100% elettrica di Tenax si inserisce l'Electra 5.0 Life, una spazzatrice compatta di nuova gene
razione da 5 m³, capace di unire elevate prestazioni a un comfort ottimale per l’operatore.
Tenax Electra 5.0 è capace di garantire una qualità e affidabilità elevate, grazie all’esclusiva tecnologia 100% elettrica, e garantisce allo stesso tempo ottime performances di spazzamento grazie a un sistema di aspirazione straordinariamente potente e ad una notevole capacità di carico utile, garantendo stabilità, manovrabilità e comfort, ridefinendo così gli standard del mercato.
Sistema di tracciabilità dei rifiuti
L’adozione di un sistema di tracciabilità, prevista dalla Strategia nazionale per l’economia circolare, permette di acquisire e monitorare i dati ambientali, rendendoli fruibili non solo per le attività di vigilanza e controllo, ma anche per le politiche ambientali adottate dal Ministero a cura di Cristina Cardinali
La tracciabilità dei rifiuti è la capacità di seguire il flusso dei rifiuti dalla produzione fino al trattamento. Fino ad oggi ogni trasporto di rifiuti è stato accompagnato dai formulari di Identificazione Rifiuti (FIR) in forma cartacea. Ogni movi-
mentazione dei rifiuti è infatti annotata sul registro di carico e scarico che le imprese conservano in formato cartaceo presso la propria sede.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha individuato un nuovo sistema per la tracciabilità
dei rifiuti con nuove procedure per la gestione digitale di registri di carico e scarico e formulari e con un nuovo strumento: il RENTRI, il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei rifiuti.
È un modello di gestione digitale per l'assolvimento degli adempimenti già previsti dal D.Lgs. n. 152/2006 quali l'emissione dei formulari di identificazione del trasporto e la tenuta dei registri cronologici di carico e scarico, consentendo attraverso la messa a sistema delle informazioni contenute in questi documenti, un costante monitoraggio dei flussi dei rifiuti e di materia, basato sulla verifica di ogni codice EER e di ciascun punto di generazione del rifiuto.
Il RENTRI rappresenta un punto di incontro tra la transizione ecologica e digitale, permette una sinergia tra le esigenze della pubblica amministrazione e delle imprese e genera benefici per tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni agli enti di controllo alle imprese.
In particolare, consente di:
• mettere a disposizione della pubblica amministrazione un flusso costante di dati e informazioni sulla movimentazione dei rifiuti, a supporto delle politiche ambientali e della pianificazione regionale;
• sostenere le autorità di controllo nella prevenzione e nel contrasto della gestione illecita dei rifiuti, facilitando le modalità di verifica basate su documenti digitali;
• assolvere con rapidità e facilità agli adempimenti previsti per le imprese, con lo snellimento delle procedure, anche attraverso l’utilizzo di strumenti di supporto alla transizione digitale messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica;
• ridurre i tempi per la trasmissione dei dati necessari per la rendicontazione e il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi Europei di recupero e riciclo;
• gestire in modalità digitale milioni di documenti cartacei.
DAL 15.12.24
15/06/2023
Il regolamento entra in vigore
Impianti di trattamento rifiuti.
Trasportatori di rifiuti.
Commercianti/ intermediari di rifiuti.
Consorzi per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti.
Imprese/enti produttori di rifiuti pericolosi (più di 50 dipendenti).
Imprese/enti produttori di rifiuti non pericolosi da lavorazioni industriali e artigianali (più di 50 dipendenti).
Delegati
È articolato in:
a) una sezione Anagrafica, comprensiva dei dati dei soggetti iscritti e delle informazioni relative alle specifiche autorizzazioni;
b) una sezione Tracciabilità, comprensiva dei dati ambientali relativi agli adempimenti di cui agli articoli 190 e 193 del decreto legislativo 152/2006 e dei dati afferenti ai percorsi dei mezzi di trasporto ove previsto.
CHI DEVE ISCRIVERSI
Operatori professionali
• Gli enti e le imprese che effettuano il trattamento dei rifiuti
• Gli enti e le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti a titolo professionale
• Gli enti e le imprese che operano in qualità di commercianti ed intermediari di rifiuti senza detenzione.
• I Consorzi istituiti per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti.
Imprese/enti produttori di rifiuti pericolosi (tra 11 e 50 dipendenti).
Imprese/enti produttori di rifiuti non pericolosi da lavorazioni industriali e artigianali (tra 11 e 50 dipendenti).
Imprese/enti e produttori di rifiuti pericolosi (fino a 10 dipendenti).
Produttori di rifiuti pericolosi diversi da imprese o enti.
Produttori
• Imprese, enti ed altri soggetti non rientranti in organizzazione di enti o imprese che producono rifiuti pericolosi.
• Imprese ed enti produttori iniziali con più di 10 dipendenti2 che producono rifiuti non pericolosi nell’ambito di lavorazioni: industriali, artigianali, derivanti dal trattamento di rifiuti, fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue, nonché i rifiuti da abbattimento di fumi, dalle fosse settiche e dalle reti fognarie.
I soggetti non obbligati, o per i quali non decorra ancora l'obbligo, possono iscriversi volontariamente al RENTRI.
Vedi tabella per quando bisogna effettuare l’iscrizione.
Soggetti delegati
Possono iscriversi per operare come delegati dei produttori:
• associazioni imprenditoriali rappresentative sul piano nazionale o società di servizi di diretta emanazione delle stesse;
• gestore del servizio di raccolta;
• gestore del circuito organizzato di raccolta di cui all’art. 183, c. 1, lettera pp) del d.lgs. 152/2006.
I delegati possono adempiere, per conto dei produttori, agli obblighi di cui al titolo III del D.M. 59/2023 ovvero all’iscrizione e la trasmissione dei dati.
NUOVE REGOLE
PER LA GESTIONE DEL FIR
Il formulario di identificazione del rifiuto (FIR) che accompagna il trasporto dei rifiuti è emesso dal produttore o dal detentore dei rifiuti ed è integrato e sottoscritto, per la parte di propria competenza, dagli operatori coinvolti nelle diverse fasi del trasporto.
Il Produttore può richiedere al trasportatore di emettere il FIR per suo conto. Il Decreto 4 aprile 2023 n. 59 definisce
il nuovo modello di FIR3 che entra in vigore il 13 febbraio 2025 per tutti gli operatori.
Prevede, dalla stessa data, l’obbligo di vidimazione digitale (sia per i FIR cartacei che digitali), fissa al 13 febbraio 2026 la scadenza a partire dalla quale gli iscritti al RENTRI gestiscono il FIR in formato digitale, stabilisce, dalla stessa data, l’obbligo di trasmissione al RENTRI dei dati dei FIR per i rifiuti pericolosi e mette in capo al destinatario, nel caso di FIR digitale, l’obbligo di trasmettere il formulario controfirmato e datato a tutti i soggetti intervenuti nella movimentazione.
La disciplina prevista dall’art. 193 del D.lgs. 152/2006 rimane immutata per quanto riguarda:
• i soggetti obbligati all’emissione e alla gestione del formulario di identificazione del rifiuto;
• i soggetti esonerati dall’emissione e dalla gestione dei FIR;
• la possibilità, in alcuni casi, di sostituire il FIR con documenti alternativi;
• i regimi particolari previsti dall’art. 193;
• la responsabilità di ogni operatore delle informazioni inserite e sottoscritte nella parte di propria competenza, anche nel caso in cui il FIR viene compilato dal trasportatore;
• l’esonero della responsabilità del produttore o del detentore per il recupero o smaltimento dei rifiuti a seguito dell’acquisizione della copia del formulario compilato in tutte le sue parti.
NUOVI MODELLI FIR CARTACEO
Tutti i produttori dovranno emettere il FIR con i nuovi modelli cartacei dal 13 febbraio 2025.
L’utilizzo dei nuovi modelli è obbligatorio anche per i soggetti non iscritti, che dovranno registrarsi, prima di emettere il primo FIR, sul portale RENTRI nell’area riservata “Produttori di rifiuti non iscritti”.
Il formulario può essere emesso e compilato a cura del trasportatore, a seguito di richiesta del produttore o del detentore. I FIR cartacei potranno essere vidimati digitalmente già a partire dal 23 gennaio 2025 anche se non potranno essere utilizzati prima del 13 febbraio 2025.
La vidimazione del FIR avviene esclusivamente tramite il RENTRI, anche mediante interoperabilità con i gestionali degli utenti.
La compilazione può essere effettuata utilizzando i propri sistemi gestionali, i servizi di supporto messi a disposizione dal RENTRI o manualmente.
GESTIONE DEL NUOVO
FIR CARTACEO
Il produttore emette il FIR cartaceo in due copie e trattiene la prima. Il trasportatore e il destinatario aggiungono le informazioni di competenza e sottoscrivono il FIR cartaceo. Il trasportatore trasmette al produttore o al detentore e agli operatori coinvolti nelle diverse fasi del trasporto, la riproduzione della copia del formulario sottoscritto dal destinatario.
La trasmissione della copia può avvenire mediante:
• consegna diretta;
• posta elettronica certificata;
• servizi resi disponibili dal RENTRI.
In questo ultimo caso gli operatori scaricano la copia in autonomia direttamente dal RENTRI anche da area pubblica senza essere iscritto o registrato.
Il produttore non tenuto a iscriversi al RENTRI continuerà ad emettere il FIR cartaceo anche dopo la scadenza del 13 febbraio 2026: in questo caso anche il trasportatore e destinatario dovranno gestire il FIR cartaceo.
FIR DIGITALE
Dal 13 febbraio 2026 il FIR sarà emesso in formato digitale dai produttori iscritti al RENTRI.mLa vidimazione avviene sempre tramite il RENTRI.
Per la compilazione del FIR digitale il produttore, trasportatore e destinatario utilizzeranno i propri sistemi gestionali oppure i servizi di supporto messi a disposizione dal RENTRI se non dispongono di sistemi gestionali. Il FIR digitale deve essere sottoscritto digitalmente dal produttore e dal trasportatore prima dell'avvio del trasporto e dal destinatario al momento della presa in carico del rifiuto. Produttori, trasportatori e destinatari trasmettono al RENTRI i dati dei FIR digitali relativi ai rifiuti pericolosi nelle tempistiche fissate nei decreti direttoriali. Fonte: www.rentri.gov.it
Note
1) Gli enti e le imprese produttori iniziali di rifiuti che trasportano esclusivamente i propri rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi iscritti all'Albo nazionale gestori ambientali ai sensi dell'articolo 212, comma 8, del decreto legislativo n. 152 del 2006, si iscrivono al RENTRI quando obbligati come produttori, nel rispetto delle tempistiche standard per l'iscrizione.
2) Il numero è riferito alla totalità dei dipendenti presenti nell’impresa o nell’Ente e non alla singola unità locale.
3) Il nuovo modello deve essere compilato secondo le istruzioni contenute nel Decreto Direttoriale n. 251/2023 disponibili nella sezioni Decreti direttoriali del portale www.rentri.gov.it.
WIND ANT E4H: la spazzatrice infaticabile elettrica per il green cleaning
Nell'era della sostenibilità, anche il settore del cleaning professionale trova soluzioni e tecnologie di pulizia per ridurre l’impatto ambientale. In questo contesto, MPHT presenta la nuova WIND ANT E4H, una spazzatrice stradale completamente elettrica, progettata per affrontare le sfide sia del contesto urbano che industriale.
Grazie all’innovativo sistema di guida con un mouse sul bracciolo e alla trazione Dual Drive, la WIND ANT
E4H si muove agilmente tra gli ostacoli di strade strette e pavimentazioni irregolari, affrontando salite e discese senza difficoltà. Nonostante le dimensioni compatte, la spazzatrice vanta una grande capacità di raccolta grazie al sistema di nastro trasportatore, che consente di raccogliere grandi quantità di sporco e garantisce una pulizia veloce ed efficace. L'attenzione agli operatori è centrale: la WIND ANT E4H è studiata per offrire comfort e semplicità d'uso,
rendendo il lavoro più piacevole e meno faticoso. Con accessori come il tubo di aspirazione, la lancia di lavaggio e le spazzole laterali raschianti, diventa uno strumento multifunzione che coadiuva il lavoro dell’operatore.
Il sistema CAN bus sull’impianto elettrico e la tecnologia avanzata permettono a chiunque di gestirla con facilità. La WIND ANT E4H riduce significativamente le emissioni di CO2 e l'inquinamento acustico. Come una
formica laboriosa, lavora instancabilmente per supportare chi si occupa di pulizia, promuovendo un ambiente più pulito e sostenibile.
Sorveglianza sanitaria e rischi nella raccolta rifiuti
I rischi maggiormente soggetti a sorveglianza sanitaria in questo ambito lavorativo sono i rischi da agenti biologici, quelli da contatto con agenti chimici, rumore e vibrazioni, e quelli dovuti alla movimentazione manuale dei carichi
a cura di Giacomo Torrenzi
Nel comparto della raccolta di rifiuti, è stato riscontrato che molte delle patologie denunciate dai lavoratori possono essere ricondotte alla movimentazione manuale dei carichi, ad agenti biologici di natura infettiva o allergica e al particolato aerodisperso, anche se occorre considerare l’esposizione degli addetti ad altre tipologie di rischio quali il rumore, le vibrazioni, lo stress legato a turni e al lavoro notturno. Pertanto, i principali danni alla salute rilevati nel comparto risultano essere: patologie a carico del sistema muscolo scheletrico; infezioni (micosi e infezioni cutanee e respiratorie); dermatiti irritative e allergiche da contatto; patologie acute e croniche dell’apparato respiratorio (asma, alveoliti allergiche); patologie da stress legate ai turni e al lavoro notturno; patologie osteoarticolari dovute a condizioni climatiche e/o microclimatiche sfavo -
revoli; ipoacusia ed effetti extrauditivi da rumore; fenomeni irritativi di cute, occhi e vie respiratorie.
Una delle misure generali di tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori risulta essere la sorveglianza sanitaria che ha l’obiettivo fondamentale di verificare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato, formulare il giudizio di ido -
neità specifica alla mansione e monitorare nel tempo lo stato di salute dei lavoratori. Nell’ambito della raccolta dei rifiuti, la sorveglianza sanitaria è concentrata sulle seguenti tipologie di rischio.
RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI
Il tipo e la quantità di agenti biologici che contaminano i rifiuti sono estremamente variabili e dipendono da diversi fattori fra cui la provenienza e le caratteristiche dei rifiuti, il ciclo lavorativo o le condizioni ambientali, per cui c’è una notevole difficoltà nella valutazione dell’esposizione. A ciò va aggiunto che l’infettività degli agenti biologici potenzialmente presenti varia in funzione della suscettibilità dell’individuo (variabile da individuo a individuo ma, nel tempo, anche nello stesso soggetto).
Le vie di penetrazione più importanti nelle attività di raccolta sono quella oro-fecale (come il contatto mano-bocca), quella muco-cutanea attraverso soluzioni di continuità della cute (contatto attraverso aghi, chiodi, spine vegetali, oggetti taglienti appuntiti, con materiale contaminato derivante da versamento dei sacchi, ecc.) e quella inalatoria (bioaerosol). Un’altra modalità di esposizione può essere rappresentata da morsi di ratti o animali randagi, così come da punture di insetti.
Il datore di lavoro, su parere del Medico Competente, adotta misure protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico presente nella lavorazione, o l’allontanamento del lavoratore secondo le procedure dell’art. 42. Facendo riferimento ai microrganismi che possono essere presenti, sono disponibili il vaccino contro il tetano, il vaccino contro l’epatite A, il vaccino contro l’epatite B, il vaccino contro
tifo e paratifo. In alcuni casi può essere consigliata la vaccinazione antileptospirosi.
RISCHIO RUMORE
La valutazione del rischio rumore deve definire il livello di esposizione giornaliera al rumore, in base al quale scattano i provvedimenti di sorveglianza sanitaria. L’obbligo riguarda i lavoratori la cui esposizione al rumore eccede i valori superiori di azione (LEX,8h = 85 dB(A)). Per livelli inferiori a 85, ma superiori a 80 dB(A), la sorveglianza sanitaria viene effettuata a richiesta del lavoratore, confermata dal medico competente. Se il livello di esposizione giornaliera è superiore a 85 dB(A) le visite periodiche dovrebbero essere predisposte almeno una volta l’anno o con periodicità stabilita dal medico competente, con adeguata motivazione riportata nel documento di valutazione dei rischi e resa nota ai rappresentanti per la sicurezza di lavoratori in funzione della valutazione del rischio.
RISCHIO CHIMICO
Gli addetti alla raccolta dei rifiuti sono esposti alla presenza di materiale particolato e fibroso e a sostanze chimiche quali carburanti, diserbanti, fluidi di macchine, nonché ad inquinanti chimici connessi al traffico veicolare. La tipologia e la quantità di inquinanti presenti nell’aria dipende da vari fattori quali la modalità di raccolta, le zone e le condizioni di lavoro, l’intensità del traffico, il periodo stagionale, le condizioni microclimatiche.
Se sulla base della valutazione dei rischi, in relazione al tipo e alla quantità di un agente chimico pericoloso, alle modalità e frequenza di esposizione, risulta esservi un rischio basso per la sicurezza e irrilevante per la salute dei lavoratori, è sufficiente applicare le misure e i principi generali per la prevenzione dei rischi. Diversamente, è invece necessario applicare specifiche disposizioni: misure specifiche di protezione e di prevenzione; dispo -
sizioni in caso di incidenti o di emergenze; sorveglianza sanitaria; cartelle sanitarie e di rischio.
RISCHI DA MMC
I lavoratori esposti a MMC (Movimentazione Manuale dei carichi) sono soggetti a sorveglianza sanitaria. Nel caso di accertate patologie del rachide, gli interventi predisposti per il contenimento del danno consistono nella dichiarazione di non idoneità temporanea o permanente dei lavoratori. Nel caso di lavoratori con limitazioni temporanee o illimitate, l’azienda potrebbe avviare una procedura di ricollocamento per cambio di mansione (i lavoratori potrebbero diventare addetti allo spazzamento manuale, attività lavorativa in cui non è contemplato il rischio da movimentazione manuale dei carichi). Sono previsti accertamenti sanitari periodici finalizzati ad individuare disturbi e patologie dell’apparato muscolo-scheletrico (in particolare schiena e arti superiori).
LAVORO NOTTURNO
Le norme di tutela a riguardo (compresa la sorveglianza sanitaria) si applicano ai lavoratori che effettuino almeno tre ore dell’orario di lavoro nell’intervallo compreso tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per un minimo di 80 giorni all’anno. I suddetti limiti vanno riproporzionati in caso di lavoro a tempo parziale. In base ai contratti collettivi di lavoro la tutela può essere estesa a qualsiasi lavoratore che svolga in via non eccezionale almeno una parte del suo orario di lavoro in orario notturno. Le visite per il lavoro notturno hanno periodicità almeno biennale. La sorveglianza sanitaria deve accertare l’assenza di controindicazioni al lavoro notturno, in base ai rilievi dell’anamnesi e dell’esame obiettivo.
Fonte: Inail, La sicurezza per gli operatori della raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana
HP4000 la soluzione Comac per la pulizia outdoor
Sicurezza e pulizia sono due requisiti fondamentali per tutte le aree esterne, una corretta manutenzione delle aree urbane garantisce infatti che i cittadini si sentano a proprio agio e sicuri durante i loro spostamenti. Assicurare una valida igiene urbana non è però semplice in quanto bisogna tenere in considerazione diversi fattori, quali ad esempio le stagioni, l’orario in cui svolgere le operazioni di pulizia e l’affollamento delle zone da pulire. Per soddisfare tutte queste esigenze Comac propone HP4000, la spazzatrice stradale che unisce le prestazioni di due macchine in una sola. Potente e innovativa, HP4000 è la spazzatrice stradale progettata per portare le operazioni di pulizia a un livello superiore, riducendo gli sprechi e le emissioni. Grazie al sistema Twi-
nAction riesce a combinare la forza dell’azione meccanica, finalizzata a raccogliere i residui più consistenti, con l’efficacia dell’azione aspirante per le polveri più fini. Ottenendo così risultati eccellenti con una sola macchina e in un solo passaggio. La struttura di HP4000 prevede che nessun elemento tocchi terra, questo permette all’operatore di spazzare efficacemente anche su suoli sconnessi e a ridosso di dossi e marciapiedi. Pensata per lavorare senza acqua, con HP4000 puoi risparmiare fino a 150.000 litri di acqua in un anno, ottenendo elevate prestazioni con una notevole riduzione degli sprechi. HP4000 è inoltre
dotata di una terza spazzola brandeggiante traslante che consente di raggiungere anche i bordi e i marciapiedi, che grazie all’ampia apertura e la rotazione fino a 180° consente alla spazzatrice di raggiungere facilmente i residui depositati su entrambi i lati della strada. La cabina interamente vetrata assicura all’operatore una completa visibilità dello spazio circostante, inoltre grazie al sedile di guida pneumatico, isolato da supporti antivibranti, HP4000 garantisce una guida comoda e fluida anche dopo molte ore di lavoro. Equipaggiata con le tecnologie Comac di ultima generazione come il sistema ECO Mode, che con un solo tasto abbassa il livello di rumorosità, riduce i consumi e aumenta l’autonomia della spazzatrice, il display touch screen da 10”
e la tecnologia Easy Fleet, che consente di gestire al meglio il lavoro delle spazzatrici e tenere sempre sotto controllo le macchine che compongono la flotta, per intervenire tempestivamente in caso di bisogno. HP4000 è particolarmente indicata per la pulizia dell’ambiente urbano, per la manutenzione di magazzini e parcheggi ma anche per raccogliere foglie e rami di grandi e piccole dimensioni, il ridotto consumo di acqua la rende inoltre adatta alla pulizia di industrie e cementifici, entrambi luoghi caratterizzati dalla presenza di grandi quantitativi di polveri. HP4000 si adatta facilmente a ogni situazione e grazie ai 3 allestimenti disponibili: municipal, cement e heavy industry, è perfetta per soddisfare qualsiasi esigenza di pulizia.
SICURO PER TE, SICURO PER L’AMBIENTE
La linea HiMiX Professional assicura alte prestazioni, rispetto per le superfici e l’ambiente e garantisce la sicurezza di clienti e lavoratori. Conforme ai piani di controllo HACCP, assicura i massimi standard di pulizia e igiene.
DA OLTRE 60 ANNI, FORMULATI PROFESSIONALI DI ALTA QUALITÀ, EFFICIENZA ED AFFIDABILITÀ
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