LA RIVISTA PER I PROFESSIONISTI DEGLI IMPIANTI HVAC&R
LEGGE DI BILANCIO 2025, LE NOVITÀ
RIQUALIFICAZIONE RESIDENZIALE
REPORT ENEA: A CHE PUNTO SIAMO?
VERSO CONDOMINI SOSTENIBILI
IL CONTRIBUTO DEL TELERISCALDAMENTO
IL RUOLO DEL SUPERBONUS
NELLA TRASFORMAZIONE TERRITORIALE
FOCUS RINNOVABILI
RITORNO AL PASSATO CON LE PDC A PROPANO
LE POTENZIALITÀ DELLE RETI DI CALORE INNOVATIVE
RECUPERO ENERGETICO PER IL SOCIAL HOUSING
ANNO16 - GENNAIO-FEBBRAIO 2025
Feel the future
ZAplus NextGeneration – Aerodinamica ottimizzata per un silenzio che… si sente! Il nuovo design biomimetico del ventilatore ZAplus NextGeneration consente di ottenere importanti vantaggi:
• un’ulteriore riduzione del livello sonoro fino a 4 dB rispetto alla generazione attuale.
• un aumento delle prestazioni del 9% grazie all’incremento del diametro della girante a 960 mm pur mantenendo gli stessi ingombri esterni del diametro standard 910 mm.
ZAplus NextGeneration rappresenta la nuova frontiera della ventilazione sostenibile: altamente efficiente, estremamente attenta al risparmio energetico e rispettosa del clima grazie alle ridotte emissioni di CO 2 Ecco come si presenta la tecnologia del futuro. www.ziehl-abegg.com
Stessi ingombri esterni
Diametro della girante aumentato a 960 mm
> Per una maggior portata d’aria
Raddrizzatore di flusso con profilo biomimetico per una riduzione sonora fino a 4 dB
Motore intelligente a risparmio energetico ECblue
Sostenibile e IIOT-ready per la manutenzione predittiva (ZAbluegalaxy)
17 - 21 MARCH 2025
FRANKFURT
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Ventilazione , nei controlli e negli azionamenti
Periodico
Organo ufficiale AiCARR n. 90 gennaio-febbraio 2025 www.aicarrjournal.org
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REDAZIONE
Giorgio Albonetti | Direttore Responsabile
Erika Seghetti | Coordinamento Editoriale
Hanno collaborato a questo numero | Davide Bacchetti, Francesca Caff ari, Nicolandrea Calabrese, Emidio Capretta, Francesco Castellotti, Alessia Ciafardini, Marco Lunardo, Giovanni Murano, Angela Panza,
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RECUPERO DI CALORE DALLE ACQUE REFLUE NEGLI
EDIFICI AD EMISSIONI ZERO
In un altro editoriale (AiCARR Journal # 85) ho già messo in evidenza il ruolo virtuoso del recupero di calore per un uso ottimale dell’energia in tutti i settori dagli edifici all’industria.
Con particolare riferimento agli edifici, la rifusione più recente della Direttiva Europea sull’efficienza degli Edifici (EPBD) mette in evidenza l’importanza del recupero di calore dall’aria esausta e dalle acque di scarico.
Mentre l’attenzione a livello italiano sul recupero termico dall’aria esausta sta sempre più crescendo, anche se molto si deve ancora fare per centrare gli obbiettivi della stessa EPBD, la mia percezione è che il potenziale di recupero relativo alle acque di scarico sia ancora scarsamente percepito a vari livelli, sia a livello di ricerca e sviluppo che da parte dei progettisti e degli utenti finali.
Secondo i dati Eurostat, nel 2022 l’energia consumata per la produzione di acqua calda nei Paesi EU-28 è stata pari a 418 TWh, ovvero il 14,9% di tutta l’energia consumata dagli edifici. In Italia, la produzione di acqua calda ha richiesto il 10.49% dell’intera energia consumata dagli edifici italiani.
Premessa la difficoltà di stime attendibili a livello di singola unità abitativa, provo a fare alcune considerazioni prendendo spunto dai profili di utilizzo (da S a XL) definiti nella EN 16147 per le condizioni di prova delle pompe di calore per la produzione di acqua calda sanitaria: la richiesta giornaliera di energia prodotta va da poco più di 2 a circa 25 kWh. In uno studio dell’EPB Center del 2021 si stima per una famiglia un consumo annuale di 75 m3 di acqua calda sanitaria con una richiesta di calore pari a 2680 kWh/anno (profilo di utilizzo XL). Per un edificio ben isolato questo consumo può addirittura essere il più rilevante.
Se si proiettano questi dati su scala nazionale o europea il potenziale di recupero di calore è quindi enorme e i costi per l’implementazione, secondo quanto riportato anche nell’EPBD, possono essere assolutamente sostenibili in moltissime situazioni.
A fronte di questo, gli scambiatori di recupero di calore per acque reflue ad uso residenziale sono ancora poco diffusi e anche gli articoli scientifici su tali componenti, seppur pubblicati in numero sempre crescente di anno in anno, sono relativamente pochi: qualche decina di articoli (fonte Scopus) negli ultimi dieci anni a fronte di qualche centinaio per i recuperatori di calore aria-aria. Peraltro, le efficienze termiche riportate negli articoli scientifici per gli scambiatori di recupero dalle acque reflue sono spesso basse (dal 20 al 60%) a fronte di efficienze che possono essere sicuramente superiori al 70% per i recuperatori aria-aria. L’invito quindi rivolto ai ricercatori e ai produttori è di unire le forze per intensificare le ricerche di soluzioni innovative per l’aumento dell’efficienza termica di questi scambiatori. Allo stesso tempo, occorre che progettisti e proprietari di edifici siano consapevoli che per raggiungere l’obiettivo di “edifici a emissioni zero con una domanda molto bassa di energia” richiesto dalla EPBD sarà necessario nella maggior parte dei casi installare un sistema di recupero di calore dalle acque reflue. Inoltre, per stimare l’effettiva quantità di energia recuperata in un edificio, non sarà sufficiente affidarsi ai soli dati di efficienza termica misurati in laboratorio per un certo scambiatore di calore: il recupero reale dipenderà da numerosi fattori come ad esempio la tipologia di impianto e di edificio oltre che dalle inerzie termiche del sistema.
Claudio Zilio, Presidente AiCARR
NORMATIVA
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Legge di Bilancio 2025: quali le novità di inizio anno?
Analisi delle principali modifiche apportate, con un focus particolare sulla Transizione 5.0 e la revisione dei bonus edilizi L.A. Piterà
REPORT RIQUALIFICAZIONE
24
Efficientamento energetico del patrimonio edilizio nazionale: a che punto siamo?
L’analisi della consistenza del parco immobiliare italiano e la definizione dello stato attuale della sua prestazione energetica rappresentano il punto di partenza imprescindibile per delineare i futuri scenari di efficientamento energetico, nel rispetto delle direttive europee EED ed EPBD, le cui recenti rifusioni impongono sfidanti obiettivi di riqualificazione per i prossimi decenni F. Caffari, N. Calabrese, G. Murano
CONDOMINI SOSTENIBILI
28 Il nuovo volto della riqualificazione condominiale
L’adozione di fonti rinnovabili, sistemi di climatizzazione green e impianti BACS, supportata dall’implementazione degli impianti a livelli, offre ai condomini un modello operativo che unisce al risparmio economico anche una valorizzazione dell’edificio, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità di vita dei residenti
A cura di ANIE CSI, Impianti a Livelli
TELERISCALDAMENTO
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Il contributo del teleriscaldamento nella riqualificazione degli edifici residenziali
Il potenziale di integrazione con fonti di calore rinnovabili e scarti energetici, la possibilità di raffrescare oltre che riscaldare e i vantaggi economici per l’utenza finale, rendono il teleriscaldamento un pilastro fondamentale nelle strategie di decarbonizzazione urbana
D. Bacchetti
NUOVE FORME DELL’ABITARE
36
Dall’efficienza energetica alla rigenerazione urbana: il ruolo del Superbonus nella trasformazione territoriale
Un’analisi tecnica ed economica degli interventi su 35 edifici residenziali nelle province di Sondrio e Lecco, per comprendere come il sistema incentivante abbia influenzato il patrimonio edilizio in zone climatiche E ed F
A.Panza
CASE STUDY
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Rigenerazione urbana e recupero energetico degli immobili residenziali
Analisi degli interventi previsti per l’efficientamento energetico degli edifici della corte centrale del comparto R5 di Tor Bella Monaca, a Roma
A. Ciafardini, M. Lunardo, G. Romano
FOCUS RINNOVABILI
50 Ritorno al passato con le pompe di calore a propano
Attraverso un caso di studio si analizzano le potenzialità e i vantaggi della diffusione nel settore residenziale di tali apparecchiature
F. Castellotti
58 Le potenzialità delle reti di calore innovative
Analisi dei benefici, in termini di efficienza energetica e quindi di decarbonizzazione, derivabili dall’implementazione di rete di calore fredda o di quinta generazione
E. Capretta
Novità Prodotti
UNA SOLUZIONE PER LA VENTILAZIONE RESIDENZIALE
DECENTRALIZZATA
Le unità di ventilazione residenziale decentralizzata sono normalmente utilizzate negli edifici esistenti, dove l’installazione di condotti risulta complicata e costosa. Tuttavia, sono sempre più utilizzati anche negli edifici di nuova costruzione, in quanto consentono un elevato livello di flessibilità e controllo. Molto comune è l’utilizzo di sistemi di ventilazione push-pull, in cui l’aria stantìa viene convogliata attraverso un condotto verso l’esterno (push) per un periodo di tempo definito e l’aria fresca viene convogliata verso l’interno (pull) per lo stesso periodo di tempo. Per implementare il funzionamento push-pull, il ventilatore installato nel sistema di ventilazione residenziale deve essere reversibile e fornire una portata d’aria costante in entrambi i sensi di rotazione. AxiRev è stato progettato appositamente per questa applicazione: raggiunge una curva caratteristica pressione/portata d’aria molto ripida e fornisce prestazioni ottimali, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. Il design delle pale è brevettato e garantisce emissioni acustiche minime. Inoltre, la qualità psicoacustica complessiva, ovvero la percezione della rumorosità, è molto armoniosa, anche quando si passa da un senso di rotazione all’altro. www.ebmpapst.com
VMC PER UN’ARIA SEMPRE FILTRATA E RICAMBIATA
Helty arricchisce la linea di VMC Community con il nuovo sistema di VMC Flow400, specificatamente progettato per rispondere alle esigenze di ricambio e filtrazione dell’aria in ambienti condivisi. Compatto e silenzioso, Helty Flow400 assicura i più alti standard di salubrità indoor grazie ai potenti filtri ePM1 80%, che oltre a impedire l’ingresso di polvere, smog, spore e pollini dall’esterno, arrestano anche fino all’80% delle polveri sottili inferiori al micron. Con una portata d’aria regolabile tra gli 80 e i 400 m3/h e un livello di pressione sonora di soli 35 dB(A), il sistema si distingue per l’elevata silenziosità, che lo rende idoneo per tutti gli ambienti
professionali che richiedono un’attenzione particolare al comfort acustico, come uffici, studi medici, biblioteche e sale d’attesa. Dotato di scambiatore di calore entalpico a doppio flusso incrociato controcorrente, il sistema di VMC Helty Flow400 garantisce un comfort termico eccellente, permettendo di recuperare fino al 92% del calore contenuto nell’aria in uscita e di utilizzarlo per riscaldare quella in entrata, riducendo gli sbalzi di temperatura e le dispersioni energetiche. Il filtro Coarse 80%, inoltre, protegge l’unità dall’ingresso di impurità, preservando l’efficienza dello scambiatore di calore e salvaguardandone nel tempo la funzionalità e le performance. La possibilità di adattare le esigenze di ventilazione in base alle effettive necessità del momento rende il sistema Helty Flow400 estremamente versatile: in modalità notturna, ad esempio, la macchina spegne le luci del display e porta la velocità al minimo, promuovendo il risparmio energetico. Ma non è tutto: disponibile con sensori igrometrico di serie e su richiesta con sensore CO 2 / VOC, Flow400 può monitorare la qualità dell’aria interna, regolandone automaticamente la portata in base alle reali necessità. Grazie alla piattaforma HCloud è inoltre possibile comandare l’unità di VMC da remoto, impostare scenari personalizzati ed effettuare operazioni di controllo da parte dei Centri Assistenza Helty. Fornita in versione Steel, con cover in acciaio pronta per l’installazione a vista, il sistema Flow400 è semplice da installare – sono sufficienti due soli carotaggi da 200 mm – ed è perfetto per interventi di retrofit su edifici esistenti, grazie alla possibilità di essere posizionato sia a parete (in verticale) sia a soffitto (in orizzontale) a seconda del contesto architettonico di inserimento. www.heltyair.com
Novità Prodotti
GENERATORE TERMICO MODULARE
PER LA CONDENSAZIONE PROFESSIONALE
MODULEX H% 1500 (Hydrogen) di Unical è un generatore termico modulare a condensazione, professionale, dotato di bruciatori premix modulanti Low Nox classe 6 che coniuga massimi rendimenti e tutela dell’ambiente. Grazie alla tecnologia avanzata, Unical ha progettato un generatore termico innovativo, a rendimento elevato, omologato per funzionare anche con miscela al 20% di idrogeno in volume, che prevede già un kit di trasformazione per l’utilizzo al 100% di idrogeno.
MODULEX H% è idonea all’installazione in condomini, siti industriali, centri commerciali, complessi scolastici, ospedali, hotel ecc. MODULEX H% 1500 è realizzata con un’innovativa mantellatura “steltata” in acciaio al carbonio nero opaco e goffrato, oltre al coperchio ultraleggero in fibra di carbonio (di appena 6 kg circa) facilmente removibile anch’essa dalla mantellatura, suddivisibile in sezioni dai pesi ridotti per velocizzare e agevolare la manutenzione ordinaria e straordinaria, anche a opera di un singolo operatore tecnico. È inoltre dotata di luci led a segnalare lo stato di funzionamento. MODULEX H% 1500 è predisposta per il collegamento a sistemi di building-automation, nonché di alimentatore dotato di un sistema di backup tale da garantire continuità di funzionamento anche in caso di guasto dovuto a sovratensione di rete e in grado di inviare un messaggio di avaria tramite Bus di comunicazione. L’interfaccia elettronica touch Ufly P, made in Unical, inoltre, permette di programmare e controllare tutte le funzioni sia dei bruciatori che degli elementi connessi all’impianto ed è possibile integrare sistemi avanzati di telegestione e telecontrollo per ottimizzare al massimo i consumi e il risparmio.
Il generatore termico modulare a condensazione è equipaggiato di anello primario con separatore idraulico e bruciatori premix modulanti Low NOx classe 6 di serie omologati per funzionare con miscela al 20% di idrogeno in volume nel metano. Le elevatissime prestazioni di MODULEX H%
dipendono dalla miscela della combustione, che è regolata in parti sempre proporzionate di aria e gas o aria, gas e idrogeno, per produrre attraverso il bruciatore multigas, il più efficiente sistema di trasmissione dell’energia termica, la “combustione a irraggiamento”. L’ampia superficie su cui avviene la combustione garantisce bassa temperatura di combustione, ridotta turbolenza con i seguenti vantaggi: lunga durata, elevata silenziosità di combustione, manutenzione ridotta, limitata produzione di inquinanti, ottimo rendimento di combustione, rapido raggiungimento del “punto di rugiada”, limitato “eccesso d’aria”. La particolarità della termoregolazione Ufly P è quella di mantenere in funzione il maggior numero di elementi termici alla minore potenza possibile. La funzione di autoadattamento di potenza permette di ridurre drasticamente il numero di accensioni e spegnimenti del generatore (possibile personalizzazione della potenza richiesta). Inoltre MODULEX H% adegua in tempo reale la sua potenza alle variazioni di carico non risentendo delle inerzie dovute al suo basso volume d’acqua, ed essendo dotata di pompa modulante, riduce ulteriormente i consumi elettrici. www.unicalag.it
UNITÀ AD ALTA TEMPERATURA CON REFRIGERANTE R513A
Mitsubishi Electric amplia la propria gamma di pompe di calore e refrigeratori a sorgente acqua per la produzione di acqua calda ad alta temperatura con refrigerante R513A a basso GWP e capacità di riscaldamento compresa tra 73 e 130 kW. Le nuove gamme EW-HT-G05 e EW-HT-C-G05, con gas ecologico R513A, offrono nuove opportunità di installazione e caratteristiche aggiornate. EW-HT[-C]-G05 permette di svincolarsi della rete di riscaldamento a gas, garantendo la sostenibilità
tramite la dismissione di combustibili fossili e allo stesso tempo un’elevata affidabilità e semplificazione dell’impianto. Queste famiglie forniscono acqua ad altissima temperatura e rappresentano la soluzione ideale per la sostituzione di sistemi di riscaldamento con bruciatori a gas o riscaldatori elettrici. Progettate per soddisfare le esigenze delle applicazioni comfort, process e IT cooling, le unità EW-HT[-C]-G05 sono caratterizzate da un ampio intervallo di funzionamento: temperatura dell’acqua di mandata del condensatore fino a 78 °C e temperatura dell’acqua di mandata dell’evaporatore da 7 °C a 40 °C. Entrambe le gamme EW-HT[-C]-G05 si compongono di 4 taglie a due compressori scroll su due circuiti frigoriferi per garantire la massima affidabilità.
EW-HT-C-G05 poi, è il refrigeratore ad alta temperatura raffreddato ad acqua progettato per le applicazioni di riutilizzo del calore nei data centre. Questa nuova soluzione apre grandi opportunità di recupero e riutilizzo del calore, soprattutto nel segmento dell’IT Cooling. I limiti operativi di questo tipo di unità, sicuramente superiori a quelli degli altri comuni refrigeratori acqua/acqua, offrono nuove possibilità di utilizzo sia per i sistemi convenzionali con raffreddamento ad aria (~20 °C di mandata all’evaporatore) che per quelli più all’avanguardia con raffreddamento a liquido (fino a 40 °C di mandata all’evaporatore). Grazie all’elevata temperatura dell’acqua in uscita dal condensatore, EW-HT-C-G05 è in grado di recuperare il calore di scarto dei data centre, generato dal raffreddamento delle apparecchiature tecnologiche, e di utilizzarlo in un’ampia gamma di applicazioni, ottenendo così un maggiore fattore di riutilizzo dell’energia (ERF). it.mitsubishielectric.com/it
Novità Prodotti
SOLUZIONI PER LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI IDRONICI E AD ARIA
INTELLIPLANT CORE è la soluzione sviluppata per ottimizzare le prestazioni degli impianti centralizzati Clivet basati su pompe di calore, chiller e unità polivalenti con sorgente ad aria e gruppo idronico integrato. Consente di eseguire le operazioni di manutenzione, assicurare continuità di esercizio anche nelle condizioni più critiche, abbattere i costi operativi. È una soluzione applicabile alla maggior
parte degli impianti idronici centralizzati in modo semplice e immediato. La sua semplicità deriva da:
• taglia unica per tutte le tipologie di impianto;
• applicazioni 2-tubi e 4-tubi per tutte le unità Clivet con sorgente ad aria e pompe a bordo;
• disponibilità di bollettino tecnico comprensivo di descrizione degli impianti;
• standardizzazione per le operazioni di avviamento.
INTELLIAIR è un sistema intelligente di ottimizzazione dei flussi d’aria che gestisce in modo efficiente la distribuzione dell’aria, la ventilazione e la climatizzazione, garantendo un comfort ottimale, riducendo al minimo il consumo energetico e quindi le spese. INTELLIAIR garantisce il controllo centralizzato delle unità di condizionamento autonomo Roof-Top in funzione del carico termico dell’edificio e una regolazione efficiente della qualità dell’aria (rilevata tramite sonde avanzate Z-IAQX installate in ambiente e/o sonde a bordo macchina) in luoghi affollati come: cinema multisala, teatri, auditorium, centri commerciali e nel settore Ho.Re.Ca. Semplifica le operazioni sul campo e facilita il montaggio (es. cablaggio semplificato), ha un’unica taglia, un quadro di dimensioni ridotte per l’installazione a parete, consentendo di liberare spazio prezioso.
Grazie a Clivet è possibile avere un unico interlocutore sia per i sistemi di controllo che per le unità quali pompe di calore, chiller, polivalenti, rooftop e controllo. www.clivet.com
SISTEMA PER LA TERMOREGOLAZIONE E L’UMIDOREGOLAZIONE DI IMPIANTO
Il nuovo Sistema Multizona con Tecnologia LoRa® si occupa della termoregolazione e umidoregolazione per ogni tipologia di impianto, evitando inutili sprechi e ottenendo benessere, oltre a un notevole risparmio energetico. Grazie alla funzione di umidoregolazione, consente anche di controllare la percentuale di umidità e determinare le condizioni ambientali ideali per il comfort. Il sistema Multizona è formato da diversi elementi che comunicano tra loro attraverso la tecnologia LoRa®. Il cronotermostato multizona WiFi radio CH180WIFIRL cuore del sistema, comunica con tutti gli altri componenti:
• Testina termostatica elettronica radio (O70RL)
• Termostato umidostato di zona radio (C830RL)
• Attuatore a un relè radio (CH177RL)
• Modulo climatico e di attuazione multimpianto radio (EV200RL)
• Sonda di temperatura esterna radio (EC18RL)
La nuova testina termostatica O70RL è stata progettata per consentire di risparmiare e ottimizzare i consumi grazie a una termoregolazione puntuale. Può essere utilizzata sia in modalità stand alone con una regolazione locale (l’utente può vedere sulla valvola sia la temperatura ambiente che quella impostata e modificarla), che inserita in un sistema Multizona con gestione da remoto. Il design moderno e minimalista la rende un elegante complemento d’arredo. Tra le sue caratteristiche principali:
• Orientamento display selezionabile in 3 posizioni
• Utilizzo in modalità stand alone, oppure in modalità multizona automatica se abbinata al sistema di termoregolazione Multizona
• Comunicazione radio a lungo raggio LoRa®
• Funzione “finestra aperta” per riduzione sprechi
• Impostazione manuale della temperatura desiderata
• Connessione WiFi se abbinata al sistema di termoregolazione Multizona
Disponibile a breve, EV200RL è il nuovo modulo climatico del sistema di termoregolazione Multizona e Multimpianto per sistema radiante: gestisce la funzione di termoregolazione climatica estate/inverno. EV200RL comunica col cronotermostato CH180WIFIRL e con una sonda esterna e con gli altri dispositivi tramite segnale radio LoRa®. EV200RL controlla la valvola miscelatrice e a seconda della temperatura esterna e interna imposta la temperatura dell’acqua ottimale in modo da evitare sprechi di energia (per esempio, se all’esterno la temperatura è elevata, non serve che l’acqua entri in casa a 60°). www.fantinicosmi.it
Novità Prodotti
VALVOLA A FARFALLA COMPATTA PER INSTALLAZIONI IN SPAZI RIDOTTI
SOCLA, brand di Watts, presenta XYLIA2, una valvola a farfalla progettata e realizzata per soddisfare tutti i requisiti degli impianti di riscaldamento e condizionamento dove è richiesta un’installazione agevole e una facile manutenzione. Molto apprezzate in ambito impiantistico, infatti, le valvole a farfalla sono utilizzate per il riscaldamento o condizionamento e per l’acqua calda sanitaria, soprattutto in luoghi in cui lo spazio risulta essere molto limitato come nelle centrali termiche. La valvola a farfalla è uno strumento fondamentale nelle reti di circolazione dei fluidi. Le caratteristiche essenziali garantite da SOCLA sono l’adeguatezza tecnica con i componenti dell’installazione e con i fluidi trasportati, l’affidabilità e la sicurezza. XYLIA2 appartiene, infatti, all’ultima generazione di valvole a farfalla compatte. Questa tipologia di valvola è dotata di una tenuta morbida in EPDM posta sulla sede del disco che può essere in ghisa con rivestimento epossidico (GGG40/DI epossidico) oppure in acciaio inossidabile (CF8M). Il corpo è in ghisa sferoidale (GGG40) garantendone una maggior robustezza. Inoltre, è equipaggiata di una leva in alluminio o di un riduttore a volantino che ha lo scopo di agevolare la manovra di apertura e chiusura del disco. Ogni valvola è dotata di un’etichetta metallica applicata al corpo per una facile identificazione e rintracciabilità. Grazie alla semplicità della sua struttura e alla robustezza dei materiali, XYLIA2 si adatta alle esigenze richieste nelle installazioni HVAC garantendone ottime prestazioni di tenuta, maggiore durata nel tempo e facilità di installazione. In particolare, sul mercato è presente l’intera gamma completa PN16 dal DN50 fino al DN300, sia nel modello Wafer che Lug e raccordo tra flange conforme alla norma EN1092-1 e EN1092-2. www.watts.eu/it
TELECAMERA TERMOACUSTICA PER L’INDIVIDUAZIONE DI FUGHE DI GAS
Dopo il successo della termocamera acustica FLIR 124-LD, all’inizio di quest’anno FLIR ha introdotto una nuova termocamera acustica all’avanguardia, denominata FLIR Si2-LD, contenente diverse nuove funzionalità avanzate. Con le sue specifiche tecniche, la nuova telecamera è un’aggiunta ideale nella lotta contro la manutenzione non programmata e il rilevamento delle perdite. Dotata di 124 microfoni, la Si124-LD produce un’immagine acustica precisa che trasmette visivamente le informazioni ultrasoniche anche in ambienti con forti rumori di fondo. Lavorando in tempo reale, l’immagine acustica viene trasposta sullo schermo sopra un’immagine visiva ripresa dalla telecamera digitale di bordo, consentendo all’operatore di individuare con precisione l’origine del problema. L’operatore utilizza quindi il servizio cloud FLIR Si124-LD Acoustic Camera Viewer salvando le immagini per un’analisi più approfondita o per la creazione di report. La telecamera consente all’operatore di effettuare rilevamenti fino a 100 metri, superando così il problema delle aree non accessibili. A distanza ravvicinata, la sensibilità migliorata della nuova telecamera dà il meglio di sé; con un intervallo operativo da 2 kHz a 65 kHz, l’elevata sensibilità è in grado di rilevare anche le perdite più piccole. Un’ulteriore caratteristica della telecamera acustica Si124-LD è la leggerezza dell’apparecchiatura. Essa è stata specificamente progettata per essere tenuta in una mano, consentendo all’operatore di accedere in sicurezza alle piattaforme sopraelevate tenendo i corrimano, garantendo sempre la sicurezza. In termini di perdite d’aria, non solo il problema è chiaramente localizzato, ma programmando diverse variabili sulla telecamera, essa calcola automaticamente la perdita finanziaria annuale causata dalle perdite d’aria. Questo valore viene visualizzato sullo schermo, fornendo un dato monetario imme diatamente quantificabile. www.flir.it
Novità Prodotti
SISTEMA DI RACCORDI A PRESSARE DI ACCIAIO INOSSIDABILE
Viega Temponox è il sistema di raccordi a pressare di acciaio inossidabile 1.4301 progettato per garantire la massima efficienza degli impianti di raffrescamento a circuito chiuso. La soluzione è in combinazione con i tubi Viega di acciaio inossidabile 1.4520, nelle dimensioni da 15 a 108 mm.
Dotati di o-ring in EPDM premontato, che può essere sostituito con l’o-ring Viega di FKM per installazioni con temperature superiori a 105 °C, i raccordi Viega Temponox sono certificati presso organismi indipendenti come TÜV Rheinland, che ne hanno certificato l’affidabilità e la resistenza. L’acciaio inossidabile 1.4301 (ovvero AISI 304) previene il rischio di corrosione tipico degli impianti di raffrescamento e innescato dalla formazione di condensa superficiale, evitando la necessità di applicare alcuna protezione aggiuntiva al materiale come una verniciatura protettiva o di dover prestare attenzione alla fase di isolamento.
Tutti i raccordi sono dotati del medesimo profilo di pressatura degli altri sistemi metallici Viega, in modo da renderli idonei ai medesimi utensili agevolando di fatto il lavoro dell’installatore. Bastano pochi secondi per pressare i raccordi del sistema con gli utensili di pressatura Viega, con un risparmio di tempo fino all’80% rispetto alla tradizionale saldatura. Un vantaggio a cui si aggiunge l’eliminazione del rischio incendio dovuto alla presenza di fiamme libere in cantiere e la possibilità di operare in qualsiasi ambiente anche quelli di pregio e/o già rifiniti. Il dispositivo di sicurezza integrato SC-Contur permette inoltre di riconoscere subito gli eventuali raccordi inavvertitamente non pressati, sia attraverso un riempimento ad acqua (a partire da 1 bar) che ad aria o gas inerte (a partire da 22 mbar). Per identificare a colpo d’occhio il nuovo sistema Temponox, i tubi sono caratterizzati da due larghe linee marroni longitudinali, mentre tutti i raccordi a pressare sono marcati in modo univoco: con il simbolo che ne indica la non idoneità per impianti di acqua potabile e un puntocolor marrone. Inoltre, quattro punzonature sulle estremità dei raccordi a pressare li distinguono chiaramente da quelli del sistema di acciaio inossidabile Sanpress Inox tradizionali, per una riconoscibilità sul lungo termine. www.viega.it
RESTYLING DELLA CALDAIA MODUSTAR II
In primis, il tocco estetico: alla nuova versione della caldaia Modustar II è stata aggiunta una particolare banda grigia verticale, che ben la contraddistingue dalle altre caldaie della gamma Paradigma. Efficienza e qualità sono mantenute: la caldaia Modustar, con il nuovo robusto mantello, è dotata di kit interno fonoassorbente per ridurre le emissioni sonore, e permangono sia l’autotaratura che l’autocalibrazione, per un utilizzo e una manutenzione facilitati ed efficienti.
I consumi e le emissioni sono controllati e ridotti, tramite il processo di condensazione e la modulazione della potenza. Il sistema di combustione di Modustar II è “Gas Adaptive”: la combustione, infatti, si adatta in automatico ai vari tipi di gas di alimentazione, senza necessità di installazione di un kit di trasformazione meccanica. Lo scambiatore è in acciaio inox, il ventilatore ad alta prevalenza e la consegna della caldaia include kit di rubinetti, sdoppiatore fumi 80/80 di serie ed eventuale kit manometro. La nuova Modustar II è abbinabile a tutte le termoregolazioni Paradigma, incluso Crono+; il suo nuovo firmware è dotato di aggiuntive funzionalità interne che rendono la caldaia più performante, e il pannello comandi permette una gestione più intuitiva.
Perfetta per l’uso domestico, anche grazie all’ottimo rapporto fra qualità e prezzo, Modustar II è una caldaia murale a condensazione molto leggera, e semplice da installare, adatta anche per l’incasso. Non da ultimo, si tratta di un prodotto “plastic free”, poiché tutto l’imballo e la componentistica interna sono stati progettati riducendo al minimo l’uso della plastica.
Nuova estetica per grandi prestazioni, ma stessa garanzia di qualità ed efficienza. www.paradigmaitalia.it
CLIMATIZZAZIONE ALL’AVANGUARDIA E MINIMO IMPATTO AMBIENTALE
Aermec S.p.A. via Roma, 996 - 37040 Bevilacqua (VR) T. +39 0442 633111 www.aermec.com
POMPE DI CALORE ACQUA-ACQUA REVERSIBILI CON REFRIGERANTE ECOLOGICO R32
NGW è la più recente soluzione per interni, con alta e cienza energetica e impatto ambientale ridotto (GWP = 675). Produce acqua refrigerata o riscaldata, rispondendo così alle diverse esigenze di climatizzazione, sia in ambito residenziale che commerciale, e di ra reddamento di processo nei contesti industriali.
Disponibile nella versione H, con reversibilità interna al circuito frigorifero, e nella versione con reversibilità lato idraulico, la serie copre un’ampia gamma di potenze, da 107 kW a 788 kW frigoriferi. Le unità NGW sono dotate di leak detector integrato, un quadro elettrico completamente separato dal vano compressori e valvole di sicurezza doppie con rubinetto di scambio. Grazie alla cofanatura di serie, sono particolarmente silenziose e adatte all’installazione all’interno di machinery rooms conformi alla norma EN 378-3. NGW o re una vasta essibilità operativa, consentendo la produzione di acqua refrigerata a temperature no a -10°C e acqua calda no a 60°C. Inoltre, vanta un’elevata e cienza sia in termini puntuali che stagionali, combinata con un design estremamente compatto.
ISH
Francoforte 17-21 marzo 2025 Hall 8 - Stand D90
Novità Prodotti
NUOVA GAMMA DI CHILLER E POMPE DI CALORE REVERSIBILI CON R290
PLP è la nuova gamma Galletti di chiller e pompe di calore monoblocco condensate ad aria per l’installazione esterna equipaggiate di compressore scroll modulante, pilotato da inverter e caratterizzate dall’utilizzo del refrigerante R290 (propano). I 5 modelli che compongono la gamma PLP di Galletti sviluppano potenze in riscaldamento dai 35 ai 65 kW (in versione solo freddo o pompa di calore reversibile) e il loro controllo a inverter, oltre ad adeguare la potenza resa all’effettivo carico termico, consente anche una notevole riduzione dell’assorbimento elettrico sia all’avviamento del compressore stesso (riduzione delle correnti di spunto), sia durante il funzionamento ai carichi parziali, raggiungendo indici di efficienza stagionali tra i più alti del mercato HVAC (SCOP fino a 4,80 e SEER fino a 5,24). L’utilizzo di componentistica di assoluta qualità e la tecnica di avanguardia utilizzata per le parti frigorifere, idrauliche ed elettriche caratterizza le unità PLP di Galletti: refrigeratori allo stato dell’arte in termini d’efficienza, affidabilità e limiti operativi di funzionamento. Le unità PLP di Galletti garantiscono la possibilità di produrre acqua da –10 °C a 80 °C e il funzionamento a pieno carico con aria esterna da –20 °C a 48 °C (le unità producono acqua calda a 60 °C anche con aria esterna fino a –20°). La gamma PLP di Galletti offre un’elevata configurabilità dal punto di vista sia acustico, sia idraulico. Senza aumentare le dimensioni è possibile prevedere a bordo unità serbatoio d’accumulo e fino a un massimo di due pompe idrauliche, oltre a un misuratore di portata per il calcolo della potenza erogata. Il controllo avanzato, presente sull’intera gamma, permette un monitoraggio continuo dei parametri di funzionamento, logiche avanzate di regolazione e connettività e la gestione di procedure avanzate per la messa in sicurezza dell’unità in caso di perdite di refrigerante (A3). www.galletti.it
POMPE DI CALORE CONDENSATE AD ACQUA CON R1233ZD (E)
XVA K di Hiref utilizza il nuovo refrigerante R1233zd (E), con un Global Warming Potential (GWP) pari a 5, e il raggiungimento di elevati livelli di efficienza energetica, soprattutto ai carichi parziali, si traducono in ridotti valori del Total Equivalent Warming Impact (TEWI) del sistema. Grazie all’efficiente recupero del calore di scarto – che altrimenti andrebbe disperso – XVA K di Hiref risponde alle esigenze e alla decarbonizzazione del settore industriale, incentivando il risparmio di gas e gasolio, producendo acqua surriscaldata per la generazione di vapore. Potenza e flessibilità sono garantiti dall’utilizzo di scambiatori a fascio tubiero e di compressori a vite avanzati che consentono la produzione di elevate potenze termiche con capacità di modulazione del carico mediante l’apposita valvola a cassetto (XVA K di Hiref raggiunge temperature di acqua prodotta fino a 120 °C). La sua versatilità rende XVA K di Hiref la pompa di calore condensata ad acqua la soluzione ideale per un’ampia gamma di settori, tra cui le industrie tessili, farmaceutiche, del cemento, della carta e i sistemi di essiccazione, offrendo un approccio sostenibile ed efficiente al riscaldamento industriale. Su richiesta è disponibile anche una versione con inverter, anche su uno solo dei due compressori, per una regolazione precisa della resa termica, con evidenti vantaggi energetici. Al fine di garantire una sensibile riduzione sonora complessiva è previsto l’inserimento dei compressori a vite, unica fonte di potenziale rumorosità della
macchina, in un box insonorizzato rivestito con materiale fonoassorbente. XVA K di Hiref applica un nuovo concetto di scambio termico in cui l’evaporatore a fascio tubiero a singolo passaggio consente di raggiungere, grazie alla completa controcorrente nello scambio termico, eccellenti valori di efficienza termodinamica e raggiunge valori di COP pari a 3,2 producendo acqua a +120 °C con sorgente a 60/55 °C. hiref.it
The REHVA HVAC World Congress CLIMA is the leading international scientific congress in the field of heating, ventilation, and air conditioning (HVAC). After the great success of the 2022 edition, organized by the Dutch association TVVL, the baton now passes to AiCARR for the organization of CLIMA 2025: the 15th REHVA HVAC World Congress, which will be held in Milan, Italy, from June 4th to 6th, 2025.
The theme of this Italian edition is “Decarbonized, healthy, and energy-conscious buildings in future climates”, a topic that highlights the fundamental importance of the HVAC sector in all its aspects. In this perspective, CLIMA 2025 will offer professionals, academics, and companies in the HVAC sector a unique opportunity for international discussion about these “hot” topics.
MORE INFO: www.climaworldcongress.org info@climaworldcongress.org | info@aicarr.org
Legge di Bilancio 2025: quali le novità di inizio anno?
Analisi delle principali modifiche apportate, con un focus particolare sulla Transizione 5.0 e la revisione dei bonus edilizi
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a fine anno della Legge di Bilancio 2025 (Governo Italiano, 2024), sono state introdotte numerose modifiche che mirano a incentivare la Transizione 5.0, prorogare le concessioni ai distributori elettrici, incrementare l’uso delle fonti rinnovabili nelle infrastrutture ferroviarie, riformare i bonus edilizi e promuovere nuove opportunità di investimento. In questo articolo ci concentreremo prevalentemente sulla Transizione 5.0 e sulla revisione dei bonus edilizi.
Transizione 5.0
La Legge di Bilancio 2025 introduce importanti novità per favorire la Transizione 5.0, con un ampliamento dell’accesso al credito d’imposta, semplificazioni amministrative e maggiore flessibilità per le aziende. Di seguito, un riepilogo delle principali modifiche.
Credito d’imposta
Per quanto riguarda il credito d’imposta, le novità sono le seguenti:
1. Accesso Esteso e Semplificazioni
a) Inclusione delle Energy Service Company (ESCo):
• il credito d’imposta è esteso alle ESCo certificate per progetti di innovazione tecnologica realizzati presso aziende clienti.
b) Energy Performance Contract (EPC):
• per i progetti realizzati tramite contratti EPC è automaticamente soddisfatta la condizione di riduzione dei consumi energetici, purché sia prevista:
༸ una riduzione del 3% per l’intera struttura produttiva;
༸ una riduzione del 5% per i processi specifici.
2. Nuove Aliquote
a) Incremento delle aliquote:
• per investimenti tra 2,5 e 10
L.A. Piterà*
milioni di euro è previsto un aumento dell’aliquota al 35% (precedentemente era al 15%, di fatto viene esteso il precedente primo scaglione fino a 10 milioni di euro di investimento);
• per investimenti eccedenti i 10 milioni e fino a 50 milioni l’aliquota è ridotta al 5%.
b) Retroattività:
• è possibile applicare le nuove aliquote agli investimenti avviati dal 1° gennaio 2024, previa verifica della disponibilità delle risorse programmate.
3. Calcolo Semplificato e Flessibilità
a) Risparmio energetico verificabile:
• per società di locazione operativa il risparmio energetico può essere calcolato rispetto ai consumi del noleggiante o del
locatario.
b) Contributi per Industria 4.0:
• viene introdotta una sorta di automatismo per l’accesso al credito di imposta 5.0 per la sostituzione di beni materiali analoghi e interamente ammortizzati da almeno 24 mesi; in tal caso è previsto l’accesso automatico all’aliquota inferiore (restano alcuni aspetti da chiarire in relazione alla sostituzione di beni parte del processo e altre tematiche fiscali).
c) Cumulabilità con altri incentivi:
• il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni, inclusi:
༸ incentivi previsti per Zone Economiche Speciali (ZES) e Zone Logistiche Semplificate (ZLS);
༸ agevolazioni UE, purché non eccedano i costi sostenuti per gli investimenti.
4. Incentivi per il Fotovoltaico (intervento cosiddetto “trainato”):
a) Maggiorazione del credito d’imposta (fermi restando i requisiti dei moduli fotovoltaici, che dovranno essere presenti nel registro ENEA
BOX 1
REGISTRO ENEA
DELLE TECNOLOGIE
(maggior dettaglio nel Box 1):
• è previsto l’incremento della maggiorazione del costo d’investimento per tutte le categorie di moduli fotovoltaici ammessi, con i seguenti moltiplicatori:
༸ categoria A: credito aumentato al 130% (maggiorazione 30%);
༸ categoria B: credito aumentato al 140%. (maggiorazione 40%);
༸ categoria C: credito aumentato al 150%. (maggiorazione 50%).
5. Documentazione e Retroattività
a) Normativa e applicazione:
• le modifiche sono contenute nei commi 427-429 dell’articolo
1 della Legge 207/2024;
• le novità introdotte sono retroattive al 1° gennaio 2024, subordinatamente alla comunicazione del GSE e nei limiti delle risorse disponibili.
Riforma dei bonus edilizi
La Legge di Bilancio 2025 si occupa anche dei Bonus edilizi, cominciando ad attuare alcuni dei requisiti per la decarbonizzazione introdotti l’anno scorso dalla revisione della Energy Performance Building Directive EPBD (Unione Europea, 2024).
Prima grande novità la rimozione delle detrazioni fiscali per le caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, incluse le caldaie a gas più efficienti, che dal 2025 non sono più agevolabili, a meno che non siano installate in sistemi ibridi, in cui sono accoppiate alle pompe di calore, che comunque dal 2025 vedranno una riduzione dell’aliquota dal 65% al 50% per le prime abitazioni e del 36% per le seconde abitazioni, vedi Ecobonus. Si tenga presente che la
Commissione europea con la Comunicazione 6206/2024 ha definito le tecnologie ammesse e quelle escluse dagli incentivi.
La seconda novità introdotta consiste in una revisione al ribasso delle aliquote del Bonus Casa, dell’Ecobonus e del Sismabonus, con una differenziazione dell’aliquota per ciascuno strumento tra prima casa e seconda casa. Per il Bonus Casa, dal 2025 rimane invariata l’aliquota del 50% sulle prime case, mentre scende al 36% quella per le seconde case. Anche l’Ecobonus vede delle modifiche, essendo stato rimodulato dal 2025 su un’unica aliquota pari al 50% per le prime case e al 36% per le altre abitazioni (nel 2024 l’aliquota in base agli interventi era del 50 o del 65%). Tali riduzioni si applicheranno anche agli interventi che fino al 2024 godevano di aliquote superiori, per esempio le parti comuni di edifici condominiali.
Anche per il Sismabonus è stata differenziata l’aliquota tra prime case e seconde case, con una riduzione rispettivamente al 50% e al 36%. Inoltre le aliquote sono uniformate per tutti gli interventi, inclusi quelli precedentemente più incentivati, per esempio per la riduzione delle classi di rischio, nel 2024 l’aliquota variava a seconda degli interventi dal 70% all’80% per gli edifici o unità immobiliari e per le parti comuni di condomini dal 75% al 85%.
Novità anche per il Superbonus che resterà disponibile nel 2025, ma con aliquota ridotta al 65% e solo per gli interventi che sono iniziati entro il 15 ottobre 2024. Nei comuni colpiti da terremoti a partire da aprile 2009 e per gli enti del terzo settore che effettuano lavori su strutture sanitarie l’aliquota del superbonus è pari al 110% fino alla fine del 2025.
La Legge di Bilancio 2025, prevede inoltre una riduzione progressiva delle aliquote per il 2026 per il Bonus Casa, l’Ecobonus e il Sismabonus portandole al 36% per le prime abitazioni e al 30% sulle seconde abitazioni.
Ultima novità introdotta dalla Legge Bilancio risiede nel tetto di spesa detraibile, che si attesta a 96.000 euro per unità immobiliare e non è più differenziato per tipologia di intervento, con un limite alle detrazioni complessive per i redditi superiori a 75.000 euro, come definiti dal nuovo articolo 16-ter del TUIR e di seguito sintetizzati:
• Tetto alle spese detraibili: dal 2025, le spese eleggibili per le detrazioni IRPEF saranno soggette a un massimale calcolato in base a:
༸ reddito complessivo dichiarato;
༸ situazione familiare, con l’applicazione di un coefficiente di correzione al valore di riferimento sulla
base dei figli a carico
• Calcolo del massimale:
༸ determinazione di un valore di riferimento basato sul reddito complessivo dichiarato e pari a:
• 14.000 euro tra 75.001 e 100.000 euro;
• 8.000 euro a partire da 100.001.
• Applicazione di un coefficiente legato al numero di figli fiscalmente a carico nel nucleo familiare.
༸ 0,5 senza figli a carico (massimali di spesa 7.000 euro o 4.000 euro);
༸ 0,7 con un figlio a carico (massimali di spesa 9.800 euro o 5.600 euro);
༸ 0,85 con 2 figli a carico (massimali di spesa 11.900 euro o 6.800 euro);
༸ 1,0 con più figli a carico (massimali di spesa 14.000 euro o 8.000 euro).
Fondo per l’efficienza nell’edilizia residenziale pubblica
La Legge di Bilancio 2025 prevede una dotazione di 1,381 miliardi di euro, finanziati tramite l’Investimento 17 contenuto nella missione 7 del PNRR. Attraverso un opportuno decreto interministeriale saranno definiti:
• i progetti ammissibili;
• i destinatari;
• le modalità di presentazione e selezione;
• le procedure di erogazione e controllo.
Sono esclusi i progetti non conformi al principio DNSH (Do No Significant Harm) e tutti gli impianti alimentati da fonti energetiche fossili.
È prevista la cumulabilità con altre risorse non UE, purché non si superi il costo dell’investimento.
Il soggetto attuatore sarà il GSE e i partner finanziari saranno SACE (gruppo assicurativo-finanziario italiano) e Cassa Deposito e Prestiti.
Rinnovabili termiche nelle strutture sanitarie
È prevista l’estensione degli incentivi del Conto Termico anche a strutture sanitarie pubbliche (residenziali, di assistenza, cura o ricovero del SSN), oltre che agli edifici scolastici pubblici e agli ospedali del SSN già previsti. L’incentivo avrà una copertura del 100% delle spese ammissibili, entro i limiti per unità di potenza e superficie stabiliti.
BIBLIOGRAFIA
∙ Unione Europea. 2024. Direttiva (UE) 2024/1275 del parlamento europeo e del consiglio del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia (rifusione). Gazzetta ufficiale dell’Unione europea dell’8.5.2024, serie L.
∙ Governo Italiano, 2024. LEGGE 30 dicembre 2024, n. 207. Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027. Roma. Poligrafico dello Stato.
* Luca A. Piterà, Segretario Tecnico di AiCARR
FIGURA 1 Quadro di sintesi della revisione dei bonus edilizi
Un appuntamento dedicato ai professionisti del settore, per approfondire insieme i temi dominanti del mondo delle costruzioni
Efficientamento energetico del patrimonio edilizio nazionale: a che punto siamo?
L’analisi della consistenza del parco immobiliare italiano e la definizione dello stato attuale della sua prestazione energetica rappresentano il punto di partenza imprescindibile per delineare i futuri scenari di efficientamento energetico, nel rispetto delle direttive europee EED ed EPBD, le cui recenti rifusioni impongono sfidanti obiettivi di riqualificazione per i prossimi decenni
F.
Caffari, N. Calabrese, G. Murano*
Con il Green Deal, proposto dalla Commissione nel 2019, i paesi europei si sono impegnati a rendere l’UE climaticamente neutra entro il 2050 e a portare al 55% gli obiettivi di riduzione delle
le rifusioni della Direttiva sull’efficienza energetica EED (Dir. UE 2023/1791 del 13 settembre 2023) e della Direttiva sulla prestazione energetica nell’ediemissioni entro il 2030. Per rispettare tali sfide, nel 2021 è stato presentato un pacchetto legislativo noto come “Pronti per il 55%”, di cui sono parte integrante
lizia EPBD (Dir. UE 2024/1275 del 24 aprile 2024).
Per analizzare gli obiettivi posti dalle nuove direttive e finalizzare i contenuti del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha istituito a ottobre 2023 dei tavoli di lavoro tematici, che hanno visto il coinvolgimento di ministeri e istituti competenti. Nell’ambito del tavolo sul settore civile, ENEA è stata incaricata, tramite il Dipartimento Unità Efficienza energetica (DUEE), di coordinare l’attività di analisi della consistenza del parco immobiliare nazionale e delle sue prestazioni energetiche, punto di partenza per stimare l’impatto delle nuove direttive e pianificare le politiche necessarie per il rispetto degli obiettivi. Il lavoro svolto, oltre a contribuire al testo definitivo del PNIEC inviato alla Commissione a luglio 2024 [1], ha portato alla pubblicazione del rapporto “La consistenza del parco immobiliare nazionale” [2]. Facendo riferimento a diverse fonti di dati, lo studio pubblicato da ENEA ha individuato, per ogni finalità d’uso, il numero di edifici, il numero di unità immobiliari e le relative superfici (Tabella 1), riportando quando possibile, sulla base delle informazioni a disposizione, la ripartizione per zona climatica e regione italiana.
Oltre 3,5 miliardi di m² di edifici a uso residenziale
L’analisi ha evidenziato che sul territorio nazionale la quota maggiore di superficie degli edifici è destinata a uso residenziale, con oltre 3,5 miliardi di m2 Per quanto riguarda il settore terziario privato, comprendente uffici, commercio e alberghi, si stima una superficie lorda totale di circa 528 milioni di m2, di cui 359 in edifici a uso esclusivo o
prevalente. A questi si aggiungono circa 264 milioni di m2 di edifici di servizio pubblico, incluse le strutture scolastiche, sanitarie e culturali di proprietà privata.
Particolare approfondimento è stato dedicato alle pubbliche amministrazioni, che in accordo con l’Articolo 6 della Direttiva 2023/1791 (EED) dovranno garantire la ristrutturazione annua di almeno il 3% della superficie coperta utile dei propri edifici per trasformarli in edifici a emissioni zero, o quanto meno in edifici a energia quasi zero. Per la definizione del parco immobiliare di proprietà pubblica, è stata fondamentale la collaborazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che tramite il Dipartimento dell’Economia effettua la rico -
gnizione degli immobili ai sensi dell’art. 2, comma 222, della Legge del 23 dicembre 2009 n. 191. Escludendo le strutture non riscaldate o non utilizzate, i fabbricati per attività produttive, gli edifici di culto, gli impianti sportivi e altre categorie residuali, la superficie totale pubblica risulta pari a 267 milioni di m2
Grazie ai dati trasmessi dal MEF è stato inoltre possibile individuare le superfici degli immobili con vincoli culturali e paesaggistici che, secondo il già citato Articolo 6, possono essere oggetto di requisiti meno rigorosi rispetto a quelli degli edifici a emissioni zero.
L’analisi ha evidenziato come la superficie degli edifici pubblici sottoposti a tutela ai sensi degli articoli 12, 13, 45, 140 e 142 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. n. 42/2004) incida in modo significativo sul totale, soprattutto per alcune destinazioni d’uso (Figura 1). Dallo studio emerge inoltre che la superficie lorda complessiva non sottoposta a vincolo, su cui è concretamente possibile raggiungere l’obiettivo di trasformazione in edifici a zero emissioni,
TABELLA 1 Edifici e unità immobiliari presenti in Italia per finalità d’uso
Finalità d’uso
Residenziale totale (incluse abitazioni pubbliche)
Numero totale di edifici/ strutture
Superficie edifici a destinazione esclusiva o prevalente (m2)
totale di unità immobiliari
2 Traiettoria di riduzione dell’Epgl,nren medio (kWh/m2 anno) del parco immobiliare residenziale definita sulla base dei dati presenti sul SIAPE. Fonte: ENEA
BIBLIOGRAFIA
[1] Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (2024), PNIEC. Disponibile al link: https://www.mase.gov.it/sites/ default/files/PNIEC_2024_revfin_01072024%20errata%20corrige%20pulito.pdf
[2] F. Caffari, N. Calabrese, G. Murano, P. Signoretti (2024), “La consistenza del parco immobiliare”,ISBN Edizione digitale: 978-888286-482-8. Disponibile al link: https://www.pubblicazioni.enea.it/download.html?task = download.send&id = 698:la-consistenza-del-parco-immobiliare-nazionale&catid = 3
[3] Ministero della Transizione Ecologica, STREPIN 2021, elaborazioni Cresme ed ENEA su dati 2018. Disponibile al link: https:// www.mimit.gov.it/images/stories/documenti/STREPIN_2020_rev_25-11-2020.pdf
[4] Agenzia delle Entrate, Statistiche catastali 2020. Disponibile al link: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/documents/20143/263802/Statistiche_Catastali_2020_20210722.pdf/33a6de08-0c68-5234-3699-dab1d9c63f89
[5] ISTAT, Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, dati 2021. Disponibile al link: https://esploradati.censimentopopolazione.istat.it/databrowser/#/
[6] Ministero della Salute, Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale 2021. Disponibile al link: https://www.salute.gov. it/imgs/C_17_pubblicazioni_3299_allegato.pdf
[7] Ministero dell’Istruzione e del Merito, Portale Unico dei Dati della Scuola. Dati anno scolastico 2019/2020. Disponibile al link: https://dati.istruzione.it/opendata/opendata/
[8] Ministero dell’Economia e delle Finanze, banca dati 2019. Disponibile al link: https://www.de.mef.gov.it/it/attivita_istituzionali/patrimonio_pubblico/censimento_immobili_pubblici/open_data_immobili/index.html
[9] ISTAT. Per i musei: Indagine sui musei e le istituzioni similari: microdati ad uso pubblico, dati 2021 (https:// www.istat.it/microdati/indagine-sui-musei-e-le-istituzioni-similari/); per le biblioteche: Censimento sulle biblioteche pubbliche e private: microdati ad uso pubblico, dati 2021 (https://www.istat.it/microdati/ censimento-sulle-biblioteche-pubbliche-e-private-microdati-ad-uso-pubblico/)
agendo sia sull’involucro che sui sistemi impiantistici, è di circa 209 milioni di m2, corrispondente a una superficie netta riscaldata di circa 167 milioni di m2, che si riducono a 130 milioni di m2 escludendo le unità immobiliari residenziali pubbliche potenzialmente oggetto di deroga.
Comprendere l’impatto energetico, economico e sociale delle ristrutturazioni
Solo conoscendo la superficie su cui bisogna intervenire e tenendo conto delle peculiarità legate alle destinazioni d’uso e alle esigenze di tutela, è possibile delineare dei piani di riqualificazione realistici e comprendere l’impatto energetico, economico e sociale delle ristrutturazioni. Per questo, il lavoro svolto per determinare la consistenza del parco immobiliare rappresenta il punto di partenza per ipotizzare degli scenari di rinnovamento che siano in linea con gli obiettivi definiti dalle nuove direttive e dal PNIEC. Il passo successivo consiste nel determinare la prestazione energetica media degli edifici in Italia e nel definire una traiettoria per la loro riqualificazione progressiva, considerando lo sfidante traguardo di decarbonizzazione del parco edilizio entro il 2050. A tale fine, il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE) può rivestire un ruolo fondamentale, consentendo di ricostruire lo stato dell’arte della prestazione energetica del patrimonio immobiliare nazionale e di monitorarne il miglioramento negli anni a venire (Figura 2).n
* Francesca Caffari, Nicolandrea Calabrese, Giovanni Murano, Laboratorio efficienza energetica negli Edifici e Sviluppo Urbano – ENEA
FIGURA 1 Riepilogo superfici di proprietà pubblica per finalità d’uso (m2). Fonte: Elaborazione ENEA su dati MEF
FIGURA
Il nuovo volto della riqualificazione condominiale
L’adozione di fonti rinnovabili, sistemi di climatizzazione green e impianti BACS, supportata dall’implementazione degli impianti a livelli, offre ai condomini un modello operativo che unisce al risparmio economico anche una valorizzazione dell’edificio, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità di vita dei residenti
A cura di ANIE CSI, Impianti a Livelli
alla vetustà di molti edifici italiani e alla presenza di impianti preesistenti spesso inadeguati per supportare tecnologie avanzate. La Direttiva Case Green (Direttiva UE 2018/844) ha introdotto requisiti stringenti per l’adeguamento degli edifici esistenti, stimolando l’adozione di tecnologie rinnovabili e sistemi di controllo intelligenti. In questo contesto, la riqualificazione degli impianti tecnologici, ma anche elettrici (si ricorda a tal proposito gli Impianti a Livelli – Cap. 37 norma CEI 64-8), gioca un ruolo centrale, non solo per ridurre le emissioni di carbonio, ma anche per migliorare la qualità della vita dei residenti attraverso un maggiore comfort e una gestione energetica ottimizzata.
Il ruolo delle normative europee e italiane
Negli ultimi anni, efficienza energetica e sostenibilità ambientale sono diventate una priorità per il settore edilizio, spingendo verso un rinnovamento dei sistemi impiantistici, particolarmente in ambito condominiale. La riqualificazione degli impianti condominiali elettrici presenta sfide complesse, dovute
La Direttiva Case Green stabilisce che, entro il 2030, tutti gli edifici residenziali dovranno soddisfare criteri di efficienza energetica più severi, con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico complessivo dell’UE. In Italia, la legislazione nazionale si è allineata agli standard europei introducendo incentivi e agevolazioni fiscali (come il Superbonus e l’Ecobonus) per incoraggiare i proprietari di edifici a eseguire interventi di riqualificazione energetica. Queste normative supportano interventi di riqualificazione impiantistica, includendo l’installazione di fonti energetiche rinnovabili, sistemi di climatizzazione efficienti e, recentemente, sistemi BACS per la gestione intelligente degli edifici. Un’implementazione efficace dei sistemi BACS richiede la conformità alla norma UNI EN ISO 52120-1, che classifica i sistemi di automazione e controllo degli edifici a seconda delle loro prestazioni in termini di risparmio energetico. I sistemi BACS di classe A o B, ad esempio,
consentono una gestione avanzata dei consumi, adattando in tempo reale il funzionamento degli impianti alle effettive necessità degli utenti.
Rinnovabili: verso un’energia sostenibile
L’utilizzo di fonti rinnovabili rappresenta un pilastro fondamentale per la transizione energetica degli edifici. Per esempio, l’energia fotovoltaica è particolarmente adatta al contesto residenziale, grazie alla possibilità di installare pannelli sul tetto condominiale e di integrare l’energia prodotta con la rete elettrica dell’edificio. L’implementazione di sistemi di accumulo di energia consente inoltre di ottimizzare l’autoconsumo e di ridurre la dipendenza dalla rete esterna, generando risparmi significativi per i condomini. Un approccio integrato, che prevede l’installazione sia di pannelli fotovoltaici che di mini-turbine eoliche, può risultare particolarmente vantaggioso in zone con una buona esposizione al sole e al vento. Studi hanno dimostrato che un sistema di questo tipo può aumentare l’autosufficienza energetica di un condominio fino al 60% [1]. I sistemi di accumulo, come le batterie al litio, permettono di accumulare energia in eccesso prodotta durante il giorno e di utilizzarla nelle ore serali, quando la domanda energetica può essere più elevata. Per un condominio di media grandezza, l’installazione di un impianto fotovoltaico da 20 kWp può coprire fino al 50% del fabbisogno energetico delle aree comuni. L’integrazione con un sistema di accumulo da 40 kWh, ad esempio, aumenta l’efficienza del sistema, consentendo una maggiore indipendenza dalla rete elettrica. I BACS possono aumentare l’autoconsumo sfruttando le inerzie degli edifici a bassa trasmittanza spostando i carichi termici nelle ore di autoproduzione oppure effettuare l’opportuna gestione dei carichi attraverso l’ausilio di prese intelligenti.
Climatizzazione green: soluzioni sostenibili per il comfort termico
Le pompe di calore e i sistemi di ventilazione a recupero energetico rappresentano soluzioni ideali per aumentare l’efficienza energetica negli edifici condominiali, consentendo al contempo di migliorare la classe energetica dell’edificio. Le pompe di calore utilizzano l’energia termica dell’aria o del suolo per riscaldare o raffrescare gli ambienti, con un coefficiente di prestazione (COP) che può arrivare a 4,0, ovvero un’efficienza quattro volte superiore rispetto ai sistemi tradizionali. Permettono quindi di
climatizzare gli spazi interni in modo sostenibile, producendo calore durante l’inverno e raffrescamento durante l’estate. La ventilazione meccanica controllata, invece, garantisce il ricambio d’aria negli ambienti interni, riducendo il carico termico degli impianti di climatizzazione e migliorando la qualità dell’aria.
Impianti a livelli: un sistema per aumentare sicurezza ed efficienza nei condomini
Un altro aspetto fondamentale della riqualificazione degli impianti elettrici condominiali è rappresentato dagli impianti a livelli, che consentono di adeguare le installazioni elettriche a standard di sicurezza ed efficienza più elevati. Questo sistema, come descritto su Impianti a Livelli [2], introduce una suddivisione delle installazioni elettriche su tre livelli:
• Livello 1: il livello minimo di sicurezza, che garantisce la conformità agli standard base di protezione.
• Livello 2: un livello avanzato, che prevede funzionalità aggiuntive come la protezione differenziale per gli apparecchi principali.
• Livello 3: il livello massimo, che offre il massimo livello di protezione e controllo, integrando soluzioni come i sistemi BACS per la gestione intelligente dei consumi. L’adozione degli Impianti a Livelli nei condomini presenta molteplici vantaggi, tra cui una maggiore sicurezza e una riduzione dei consumi energetici. Ad esempio, un impianto di Livello 3 permette di monitorare e ottimizzare il consumo di energia elettrica in modo continuo, con un impatto positivo sia sui costi di gestione che sull’ambiente. Inoltre, l’impiego di un sistema di monitoraggio centralizzato consente una gestione preventiva della manutenzione, evitando guasti e riducendo le spese di riparazione.
Sistemi BACS e SRI
I sistemi BACS (Building Automation and Control System) rappresentano una tecnologia essenziale per la riqualificazione degli impianti condominiali, integrandosi perfettamente con gli Impianti a Livelli. Grazie alla loro capacità di automatizzare e ottimizzare il funzionamento degli impianti, i BACS permettono una gestione centralizzata di riscaldamento, illuminazione, raffreddamento e sicurezza, così come di altri servizi tecnici, riducendo i consumi e aumentando il comfort degli utenti. La norma UNI EN ISO 52120-1 classifica i sistemi BACS in quattro categorie (A, B, C, D), che rappresentano diversi livelli di presta-
zione energetica. I sistemi di classe A, ad esempio, offrono le massime capacità di ottimizzazione e sono ideali per condomini che puntano a un’efficienza energetica elevata. L’adozione di un sistema BACS di classe A permette ai condomini di risparmiare fino al 30% sui costi energetici annuali. Per approfondimenti su questi aspetti si rimanda il lettore al vademecum AICARR sui BACS [3]. Considerando un investimento medio iniziale e il risparmio ottenuto, il ritorno sull’investimento (ROI) è stimato tra i 5 e i 7 anni, rendendo l’intervento economicamente vantaggioso [4].
A completamento dei sistemi BACS, un altro aspetto cruciale per la riqualificazione energetica degli edifici è lo Smart Readiness Indicator (SRI), un sistema di valutazione introdotto dalla Commissione Europea nell’ambito della Direttiva 2018/844/UE, che riguarda la ristrutturazione energetica degli edifici e la promozione di tecnologie intelligenti per migliorare l’efficienza energetica.
L’SRI è stato sviluppato come parte di una serie di misure destinate a migliorare la prontezza energetica degli edifici, in particolare per quanto riguarda la capacità di interagire con tecnologie avanzate come i sistemi di automazione e il controllo degli edifici (BACS).
L’obiettivo era creare uno strumento che consentisse di misurare quanto un edificio fosse “intelligente” in termini di gestione energetica e interazione con tecnologie smart.
Lo SRI valuta il livello di efficienza e di integrazione tecnologica di un edificio, considerando la capacità di interagire con tecnologie intelligenti per ottimizzare la gestione energetica e migliorare il comfort degli occupanti. È particolarmente utile nel contesto di edifici residenziali e condominiali, dove
la combinazione di tecnologie come BACS, impianti rinnovabili, e sistemi di gestione energetica può portare a significativi miglioramenti in termini di sostenibilità e risparmio energetico.
Il calcolo dell’SRI si basa su una serie di parametri, tra cui la presenza di sistemi di automazione che regolano in modo ottimale l’uso dell’energia, la capacità di monitoraggio e controllo in tempo reale dei consumi, nonché la compatibilità con fonti di energia rinnovabile e soluzioni di mobilità sostenibile, come le stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Un punteggio elevato nello SRI riflette un edificio in grado di adattarsi dinamicamente alle esigenze energetiche e climatiche, favorendo un abbattimento delle emissioni e riducendo i costi operativi.
La normativa tecnica che definisce le modalità di calcolo dell’SRI è contenuta in un documento tecnico di supporto elaborato dalla CEN (Comitato Europeo di Normazione). In particolare, il CEN ha elaborato la EN ISO 521201, che fornisce i criteri e le linee guida per determinare il livello di prontezza energetica di un edificio in relazione all’uso di sistemi automatizzati e altre tecnologie intelligenti.
L’introduzione di questo indicatore, seppur ancora in fase di applicazione in alcuni paesi, rappresenta un passo importante verso la transizione verso edifici più intelligenti e sostenibili, allineandosi con le politiche europee di decarbonizzazione e ottimizzazione dell’efficienza energetica.
In sostanza, l’SRI non è solo un indicatore di efficienza energetica, ma uno strumento che aiuta a misurare come gli edifici possano essere adattati a tecnologie sempre più avanzate. È stato pensato principalmente per facilitare la gestione di edifici residen-
ziali e commerciali, ma è un concetto in espansione che si applica a tutta la categoria degli edifici.
L’SRI è anche legato agli incentivi fiscali e ai finanziamenti previsti per le ristrutturazioni energetiche, contribuendo a creare un ambiente favorevole all’adozione di tecnologie innovative nei progetti di riqualificazione edilizia
L’introduzione di tale indicatore rappresenta un passo importante nell’ambito dell’evoluzione della gestione energetica degli edifici, poiché incentiva l’adozione di soluzioni tecnologiche più sofisticate e sostenibili, in linea con le politiche europee di riduzione delle emissioni di carbonio.
Incentivi e finanziamenti per la riqualificazione condominiale
L’aggiornamento degli impianti condominiali gode di una serie di incentivi e agevolazioni, tra cui Ecobonus e Superbonus. Questi strumenti rendono gli interventi di riqualificazione economicamente vantaggiosi, riducendo i costi di installazione e offrendo detrazioni fiscali per spese legate all’efficienza energetica. È cruciale per i condomini pianificare con attenzione le tempistiche degli interventi per ottenere l’accesso a questi incentivi. Inoltre, i benefici fiscali possono variare a seconda
del tipo di intervento e della classe energetica raggiunta, incentivando il passaggio a sistemi più avanzati, come gli Impianti a Livelli e i BACS di classe elevata. Per approfondimenti consultare la guida ANIE sui BACS e alle agevolazioni fiscali correlate [5].
Pacchetto incentivi 2025
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto significative modifiche agli incentivi fiscali per gli interventi edilizi, con l’obiettivo di razionalizzare le detrazioni e promuovere l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici.
Detrazioni per interventi edilizi:
• Abitazione principale:
༸ Per le spese sostenute nel 2025, è prevista una detrazione del 50% su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare;
༸ Per gli anni 2026 e 2027, la detrazione scende al 36%, mantenendo lo stesso limite di spesa.
• Altre abitazioni:
⚬ Nel 2025, la detrazione è del 36% sul medesimo limite di spesa di 96.000 euro;
⚬ Per gli anni 2026 e 2027, l’aliquota si riduce al 30%, con lo stesso tetto di spesa.
Queste detrazioni coprono interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica (Ecobonus) e riduzione del rischio sismico (Sismabonus).
BIBLIOGRAFIA
[1] Rossi L., Bianchi M. Ottimizzazione delle Fonti Rinnovabili in Contesti Condominiali. EnerTech. 2022, Vol. 15, 67-75.
[2] Autori Vari. Impianti a Livelli: Sicurezza e Efficienza negli Impianti Elettrici. [Online] Disponibile su: https://www.impiantialivelli.it/.
[3] AiCARR e ANIE CSI, BACS Guida all’impiego dei sistemi di automazione, controllo e gestione tecnica degli edifici alla luce della norma UNI EN 15232-1:2017 2019. Online sito AiCARR.
[4] Rapporto Energy & Strategy Eu.Bac. Disponibile su: https://eubac.org/news/webinar-recap-unlocking -epc-gains-with-building-automation-and-control-systems-bacs/.
[5] ANIE CSI, Building Automation e domotica: nuova guida pratica alle agevolazioni fiscali, Marzo 2023. Online sito ANIE CSI.
• Superbonus: il Superbonus è stato prorogato con una detrazione del 65% per le spese sostenute nel 2025, esclusivamente per interventi avviati prima del 15 ottobre 2024 da condomìni, proprietari di edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate e ONLUS.
• Bonus mobili: il Bonus mobili è stato prorogato per il 2025, con una detrazione del 50% su una spesa massima di 5.000 euro, ripartita in 10 rate annuali di pari importo.
• Bonus barriere architettoniche: è prevista una detrazione del 75% per gli interventi finalizzati al superamento o all’abbattimento delle barriere architettoniche, con un limite di spesa di 50.000 euro per unità immobiliare, da ripartire in 5 quote annuali di pari importo.
Queste misure mirano a incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio, promuovendo interventi che migliorino l’efficienza energetica, la sicurezza sismica e l’accessibilità degli edifici.
Verso un futuro sostenibile per i condomini italiani
La riqualificazione degli impianti elettrici condominiali rappresenta un passaggio cruciale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità definiti dalla Direttiva Case Green e migliorare l’efficienza energetica del comparto residenziale. L’adozione di fonti rinnovabili, sistemi di climatizzazione green e impianti BACS, supportata dall’implementazione degli Impianti a Livelli, offre ai condomini un modello operativo che va oltre il risparmio economico: si tratta di una scelta che valorizza l’intero edificio, riduce l’impatto ambientale e migliora la qualità di vita dei residenti. Con l’aiuto degli incentivi fiscali e delle agevolazioni, i condomini possono affrontare con maggiore serenità le spese di investimento necessarie, ottenendo un rapido ritorno in termini di riduzione dei costi energetici e manutentivi. Inoltre, l’adozione di sistemi automatizzati e integrati aiuta a prevenire guasti, garantendo una gestione efficiente e sicura dell’impianto.
Il percorso verso edifici sostenibili e autonomi dal punto di vista energetico è tracciato, e l’integrazione di tecnologie avanzate rappresenta la soluzione ideale per affrontare le sfide ambientali del futuro. La scelta di intervenire oggi sugli impianti condominiali significa abbracciare una visione lungimirante e sostenibile, contribuendo attivamente alla costruzione di città più verdi e resilienti.n
Il contributo del teleriscaldamento nella riqualificazionedegli edi ci residenziali
Il potenziale di integrazione con fonti di calore rinnovabili e scarti energetici, la possibilità di raffrescare oltre che riscaldare e i vantaggi economici per l’utenza finale, rendono il teleriscaldamento un pilastro fondamentale nelle strategie di decarbonizzazione urbana
D. Bacchetti*
Il teleriscaldamento si sta affermando sempre più come una soluzione efficace e sostenibile per la riqualificazione degli edifici residenziali, soprattutto in un’epoca in cui l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di CO₂ sono al centro delle politiche europee e nazionali. Questo sistema di riscaldamento centralizzato offre vantaggi significativi sia in termini ambientali che economici, permettendo agli edifici di migliorare le proprie prestazioni energetiche e di ridurre i costi di gestione e manutenzione.
Il teleriscaldamento consiste nella produzione di calore in centrali termiche centralizzate, spesso alimentate da fonti rinnovabili o da cogenerazione, e nella sua distri-
buzione attraverso una rete di tubazioni coibentate agli edifici collegati. Questo calore può essere utilizzato per riscaldare gli ambienti interni e produrre acqua calda sanitaria. Grazie alla sua configurazione, il teleriscaldamento consente di ottenere una significativa riduzione delle emissioni di CO₂ rispetto ai tradizionali sistemi di riscaldamento autonomi alimentati a gas o a combustibili fossili. L’energia utilizzata può infatti provenire da diverse fonti
di calore locali come il calore di scarto industriale, la termovalorizzazione di rifiuti, impianti solari termici, energia geotermica e persino il calore disperso dai data center o dai depuratori. Questi esempi dimostrano come il teleriscaldamento si integri perfettamente con le risorse presenti in una città (Figura 1), creando una sinergia tra diversi settori e riducendo al contempo l’impatto ambientale rendendo il sistema complessivo molto sostenibile.
I principali vantaggi del teleriscaldamento
Il teleriscaldamento è una soluzione particolarmente interessante per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali, soprattutto per quei condomini e complessi residenziali che hanno impianti obsoleti e poco efficienti.
La sostituzione di caldaie tradizionali con un sistema di teleriscaldamento permette infatti di ridurre i consumi energetici e di ottenere una gestione più efficiente del calore, con vantaggi evidenti per i proprietari e per i residenti.
Possiamo elencare i principali benefici che il teleriscaldamento può offrire nell’ambito della riqualificazione energetica nei seguenti aspetti:
• Efficienza e riduzione dei consumi: Il teleriscaldamento garantisce un’efficienza energetica superiore in quanto consente un minor consumo di energia primaria di origine fossile. Grazie a questo sistema, il calore viene prodotto in un unico punto e distribuito agli edifici, riducendo gli sprechi e aumentando l’efficacia della fornitura di calore.
• Riduzione delle emissioni di CO₂: un altro vantaggio fondamentale è la riduzione delle emissioni di gas serra. Con il teleriscaldamento, la produzione di calore può essere ottenuta da fonti rinnovabili, calore di scarto industriale già presente sul territorio o da sistemi
di cogenerazione che emettono meno CO₂ rispetto ai tradizionali combustibili fossili, rendendo il sistema più compatibile con gli obiettivi di sostenibilità e riduzione delle emissioni.
• Convenienza economica di gestione: grazie alla maggiore efficienza e ai minori costi di manutenzione, i costi operativi per i residenti possono essere inferiori rispetto ai sistemi di riscaldamento autonomi. Inoltre, l’infrastruttura centralizzata permette di diluire i costi di gestione tra più utenti, migliorando la sostenibilità economica del sistema.
• Stabilità tariffaria per l’utenza finale: un altro vantaggio del teleriscalda-
mento è la stabilità del costo per il consumatore. Poiché sfrutta un mix energetico diversificato, le oscillazioni di prezzo di una singola fonte possono essere assorbite più facilmente, evitando aumenti drastici dei costi per l’utente finale. Questo aspetto è particolarmente importante in un contesto di crisi energetiche e volatilità dei prezzi, in cui è cruciale garantire una continuità di fornitura a prezzi accessibili per le famiglie.
• Migliore valore immobiliare: edifici con sistemi di riscaldamento efficienti e sostenibili possono godere di un aumento del valore immobiliare. Un edificio riqualificato dal punto di vista energetico, infatti, risponde meglio alle esigenze del mercato e risulta più attraente per i futuri acquirenti o inquilini.
• Integrazione con sistemi di riscaldamento e raffrescamento innovativi: Il teleriscaldamento può integrarsi con altre tecnologie per il comfort degli edifici, come le pompe di calore, creando soluzioni di riscaldamento e raffrescamento a basso impatto ambientale. Inoltre, è compatibile con sistemi di climatizzazione a bassa temperatura, come i pannelli radianti a pavimento o a soffitto, che permettono una diffusione uniforme del calore.
Reti a bassa temperatura
In accordo all’art. 26 della Direttiva UE 2023/1791 sull’efficienza energetica si prevede una roadmap fino al 2050, in cui viene riconosciuto al teleriscaldamento un ruolo fondamentale per aspirare a uno sviluppo più sostenibile.
FIGURA 1 Integrazione del teleriscaldamento con le risorse territoriali
FIGURA 2
In particolare, il teleriscaldamento efficiente viene definito come un sistema che usa esclusivamente energia rinnovabile, esclusivamente calore di scarto oppure una combinazione di energia rinnovabile e calore di scarto, con l’obiettivo appunto di valorizzazione le risorse di calore locali presenti sul nostro territorio. Ed è proprio in questo contesto che il settore del teleriscaldamento sta gradualmente evolvendo verso reti a bassa temperatura, come mostrato in Figura 2 (fonte www.euroheat.org/) in cui viene evidenziato il processo di maturazione della tecnologia dettato dalla riduzione della temperatura di mandata delle reti di teleriscaldamento. Le reti a bassa temperatura sono in grado di integrare un numero maggiore di fonti di calore, dalle più convenzionali a quelle rinnovabili, permettendo un riscaldamento più sostenibile e una riduzione dell’impatto ambientale, riducendo le dispersioni termiche rispetto alle reti ad alta temperatura e migliorando l’efficienza complessiva del sistema. Questa innovazione rende il teleriscaldamento sempre più adatto a un contesto urbano in cui la sostenibilità è una priorità.
Le reti di teleriscaldamento a bassa temperatura, integrate con pompe di calore, permettono un uso efficiente di fonti geotermiche o contributi entalpici dell’acqua di falda. Grazie a un fattore di scala connesso alla domanda di energia richiesta dalle utenze di un intero quartiere, le pompe di calore delle centrali di teleriscaldamento possono raggiungere coefficienti di prestazione (COP) molto elevati, risultando più efficienti rispetto alle condizioni di esercizio di sistemi autonomi aria-acqua nei singoli edifici.
A titolo di esempio, in Figura 3 viene illustrato uno schema di integrazione tra teleriscaldamento a bassa temperatura e pompe di calore. Un sistema centralizzato di pompe di calore utilizza l’acqua di falda per produrre energia termica a 45 °C, che viene distribuita poi alle utenze per fornire il riscaldamento, ad esempio attraverso sistemi a pavimento. Per la produzione di acqua calda sanitaria, è prevista una pompa di calore “booster” presso l’utenza, che eleva la temperatura fino a 75 °C, più che idonea per garantire il servizio.
In queste condizioni operative così descritte, si evidenzia il grande vantaggio connesso alla temperatura dell’acqua falda che risulta particolarmente stabile durante l’anno e i valori di ∆T (differenza di temperatura) con cui funzionano le pompe di calore indicate in Centrale e presso le utenze. Lo schema illustrato in Figura 3 può essere esteso includendo anche una rete di teleraffrescamento, per garan-
tire il servizio di climatizzazione estiva abbinato alla rete del teleriscaldamento (Figura 4). In questo caso, le pompe di calore della centrale di produzione possono essere reversibili o supportate da chiller che invertono i flussi lato impianto, attraverso un giro di valvole motorizzate.
Un grande potenziale
Questo è solo un esempio di integrazione del teleriscaldamento, pensato per la riqualificazione di quartieri in chiave sostenibile. Tuttavia, la tecnologia del teleriscaldamento, grazie alla sua flessibilità, può essere applicata in molte altre situazioni e contesti, adattandosi a diverse esigenze di riscaldamento e raffrescamento a livello urbano e industriale.
In molte città europee, la rete di tele -
riscaldamento è già una realtà consolidata e rappresenta un elemento chiave nelle politiche di decarbonizzazione e miglioramento dell’efficienza energetica urbana. Il suo potenziale di integrazione con fonti di calore rinnovabili e scarti energetici, la possibilità di raffrescare oltre che riscaldare, e i vantaggi economici per l’utenza finale, lo rendono un pilastro fondamentale nelle strategie di decarbonizzazione urbana.
L’adozione crescente di reti a bassa temperatura e l’impiego di pompe di calore centralizzate ne confermano la capacità di adattarsi alle esigenze delle città moderne, dove l’efficienza energetica e la riduzione dell’impatto ambientale sono obiettivi primari.n
* Davide Bacchetti, A2A Calore e Servizi
FIGURA 3 Schema di integrazione tra teleriscaldamento a bassa temperatura e pompe di calore
FIGURA 4 Integrazione del teleriscaldamento a una rete di teleraffrescamento per garantire il servizio di climatizzazione estiva
“Lex10 e certificazione energetica - Software professionale - CAD INTEGRATO - APE e AOECalcolo interventi riqualificazione energetica” di Antonio Mazzon e Daniele Alberti
Lex10 è un software professionale completo ed estremamente intuitivo per il calcolo del fabbisogno convenzionale stagionale di energia e dell’indice di prestazione energetica per la climatizzazione, sia in regime estivo che invernale, per la redazione dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) richiesto per legge in fase di costruzione, ristrutturazione, compravendita o locazione di edifici o di singole unità.
Il file dell’APE in formato XML può essere importato direttamente nei Catasti APE delle Regioni italiane.
Il calcolo è certificato dal CTI con n. 79/2017 e aggiornato al D.M. del 26/06/2015 “Adeguamento linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” e alla legislazione vigente. Il calcolo si basa sulle metodologie contenute nelle norme della serie UNI TS 11300 e in quelle da esse richiamate.
Il Software Lex10 utilizza una metodologia semplice e si avvale di funzionali e corposi database di materiali edilizi, ponti termici, dati climatici, generatori.
Dall’efficienza energetica alla rigenerazione urbana: il ruolo del Superbonus nella trasformazione territoriale
Un’analisi tecnica ed economica degli interventi su 35 edifici residenziali nelle province di Sondrio e Lecco, per comprendere come il sistema incentivante abbia influenzato il patrimonio edilizio in zone climatiche E ed F
A.Panza*
Premessa
Quando si parla di nuove forme dell’abitare, il focus deve spostarsi dal concetto di nuove costruzioni al riutilizzo e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Questo approccio è particolarmente rilevante in Italia, dove il 72% del patrimonio edilizio residenziale è stato costruito prima del 1980, come evidenziato dal CRESME [1]. Tale contesto pone l’efficientamento energetico non
solo come un’opportunità, ma come un obbligo sancito da normative nazionali ed europee, come gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) [2], che guidano il Paese verso la decarbonizzazione del patrimonio costruito. In questo quadro, l’efficienza ener-
getica rappresenta un pilastro essenziale della rigenerazione urbana, un concetto che si misura con le sfide di un patrimonio edilizio vetusto, caratterizzato da variabili climatiche e vincoli storico-architettonici da rispettare. La rigenerazione urbana richiede quindi un approccio su misura, che coniughi sostenibi-
lità ambientale, valorizzazione estetica e funzionalità abitativa per creare un nuovo modello abitativo sostenibile.
Nel 2022 oltre il 77% delle spese nel settore delle costruzioni in Italia è stato destinato alla riqualificazione e manutenzione del patrimonio edilizio esistente, per un totale di 223,4 miliardi di euro, contro i 22 miliardi investiti nelle nuove costruzioni. Gli incentivi fiscali, culminati nel 2020 con l’introduzione del Superbonus e del Bonus Facciate, hanno giocato un ruolo cruciale: il 79%
dei lavori di riqualificazione nel 2022 è stato incentivato, consolidando un trend positivo iniziato nel 1998 con il Bonus Casa. L’adozione di questi strumenti ha favorito investimenti significativi, nonostante le complessità procedurali, soprattutto nei condomini. Questi interventi non solo migliorano le prestazioni energetiche, ma trasformano gli edifici in termini estetici e funzionali, rendendoli più sostenibili e vivibili, e tracciano un percorso chiaro verso la transizione ecologica.
Inquadramento
L’articolo si propone di analizzare i parametri tecnici ed economici di un caso studio reale, concentrandosi su 35 condomini situati nelle zone climatiche E e F. L’obiettivo non è presentare gli interventi più innovativi o avanzati applicabili al patrimonio edilizio esistente, ma piuttosto fornire una panoramica concreta degli interventi effettivamente realizzati. Questo approccio permette di rappresentare la realtà degli interventi di riqualificazione energetica che hanno coinvolto edifici situati in aree non metropolitane, caratterizzate da condizioni climatiche particolarmente energivore, offrendo così una prospettiva utile e tangibile sullo stato dell’efficientamento nel nostro Paese.
Le analisi presentate si riferiscono a opere realizzate tra il 2021 e il 2024, rese possibili grazie all’agevolazione prevista dal Superbonus, disciplinata dall’articolo 119 del decreto-legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) [3], e alle successive modifiche normative. Gli interventi di efficientamento energetico sono stati realizzati su diversi condomini residenziali ubicati in comuni sparsi per le provincie di Sondrio e Lecco, come si evince dalle Figura 1.
Il numero di condomini analizzati è pari a 35, per un totale complessivo di 383 unità abitative. Il condominio medio è formato da circa 11 unità abitative, con la maggioranza (quasi il 60%) composta da 6-10 unità: questi numeri indicano come il target considerato e oggetto di analisi sia standard e di immediata comparazione / confronto, sia per l’ubicazione geografica che per le dimensioni. Si veda Tabella 1. L’epoca costruttiva dei condomini (si veda Tabella 2) è distribuita indicativamente tra gli anni ’60 e gli anni ’90, con una media intorno a metà degli anni ’70, quindi precedentemente a qualsiasi normativa in materia di contenimento energetico.
FIGURA 1 Ubicazione degli interventi di efficientamento energetico
TABELLA 1 Condomini analizzati: dimensioni e numero
TABELLA 2 Condomini: epoche costruttive
Fasi di lavoro
Gli interventi per accedere al Superbonus hanno richiesto il miglioramento di almeno due classi energetiche, certificato tramite l’APE convenzionale. Dopo un’analisi iniziale degli edifici, avvenuta per tutte le unità abitative, è stato redatto un modello energetico per calcolare i valori pre-intervento (APE “ante”) e simulare il miglioramento atteso (APE “post”).
Gli interventi si sono sempre classificati come “Ristrutturazione importante di II livello”, ossia un intervento che ha interessato l’involucro edilizio con un’incidenza > 25% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio (costituito dall’unione di tutte le unità immobiliari che lo compongono) con sostituzione del generatore.
Le scelte progettuali sono state quelle di isolamento dell’edificio, di correzione dei ponti termici, di garantire il comfort e le performance energetiche minime richieste da interventi di questa tipologia secondo la normativa vigente.
Nella Tabella 3 vengono riassunte tutte le fasi lavorative con le documentazioni (limitandosi esclusivamente al settore energetico) prodotte.
Analisi energetica
Le analisi energetiche dei condomini sono state svolte dopo un puntuale sopralluogo con rilievi geometrici dell’edificio, analisi della documentazione tecnica presente per risalire alla tipologia costruttiva e quindi agli schemi impiantistici condominiali.
Il confronto tra i risultati delle simulazioni dell’APE convenzionale, svolto sull’intero edificio, tra la condizione ante operam (stato di fatto) e quella post operam (interventi proposti per accedere al Superbonus) ha dato i seguenti risultati riportati in Figura 2.
Siamo passati da una situazione ex ante in cui oltre il 90% dei condomini si trovava in classe F o G a una situazione ex post notevolmente migliorata, con un salto medio di circa 4-5 classi energetiche. Dall’analisi dei grafici a torta, si evince come la principale (o meglio, la più diffusa) classe energetica di partenza degli immobili sia la classe F (54% del totale). Gli interventi di efficientamento energetico hanno portato a notevoli benefici in termini di miglioramento delle classi e soprattutto di risparmio del fabbisogno di energia dei fabbricati: la classe più diffusa resta la classe C (34% dei condomini analizzati), ma è importante far notare come la somma delle classi A (A1, A2, A3 e A3)
TABELLA 3 Fasi lavorative e documentazione prodotta
STEP / FASI LAVORATIVE DOCUMENTAZIONE (in ambito energetico)
1. Sopralluogo
2. Analisi energetica preliminare
3. Autorizzazione
4. Inizio lavori
5. Fine lavori
• Raccolta informazioni
• APE convenzionale
• CME preliminare (non parametrico)
• Relazione ex L.10/91
• Aggiornamento CME
• eventuale Relazione L.10/91 as built
• APE fine lavori
sull’intero edificio, tra la condizione ante operam e post operam
sia pari a un valore di oltre il 40% del totale e soprattutto che le classi A, B e C siano pari a quasi il 90%. Si veda Figura 3.
Per quanto riguarda i fabbisogni di energia primaria dell’immobile, misurati in EPgl,nren (kWh/m2 anno), siamo passati da una media di 250 kWh/m2 anno per gli stati ex ante a un valore medio a opere terminate
di circa 80 kWh/m2 anno, con risparmi stimati di oltre il 70%. Si veda Figura 4. I maggiori vantaggi, in termici di classe energetica e quindi di fabbisogno di energia, si sono riscontrati in quei casi in cui gli interventi di efficientamento, oltre al completo isolamento dell’involucro, hanno riguardato anche l’installazione di fonti rinnovabili (pompe
FIGURA 2 Confronto tra i risultati delle simulazioni dell’APE convenzionale, svolto
FIGURA 3 APE post: classi energetiche
Media fabbisogni su 35 edifici: 253 kWh/m2 anno
4 Fabbisogni ex ante ed ex post misurati in EPgl,nren
Media fabbisogni su 35 edifici: 83 kWh/m2 anno Risparmio medio: 67%
N.B. Ilgrafico fabbisogni ex post è stato presentato con una scala di valori differente rispetto all’ex ante in quanto i valori differiscono notevolmente e sarebbero stati di difficile lettura se analizzati insieme.
di calore per la climatizzazione invernale abbinata al fotovoltaico con accumulo dell’energia prodotta). Ricordiamo infatti che la classe energetica è attribuita, sulla base di un confronto con l’edificio di riferimento, dal valore del fabbisogno di energia primaria non rinnovabile: andando quindi ad aumentare la quota di energia rinnovabile, di conseguenza calerà quella di non rinnovabile, abbassando di conseguenza la classe energetica dell’immobile.
Interventi realizzati
Gli interventi, suddivisi tra trainanti (obbligatori per il Superbonus) e trainati (facoltativi ma spesso necessari per
l’ottenimento del salto delle due classi) sono stati scelti di concerto con gli amministratori di condominio, in base alla fattibilità o meno di un’azione e alla necessità oggettiva dovuta a evidenti problemi presenti (es: necessità di rifacimento copertura, serramenti attuali in vetro singolo, caldaia centralizzata a gasolio, etc).
Vengono illustrati in Tabella 4 tutti gli interventi di efficientamento realizzati.
In termini percentuali, gli interventi sempre presenti sono l’isolamento delle pareti perimetrali (in quanto intervento trainante del superbonus è sempre stato proposto e accettato da tutti i condomini) e la sostituzione dei serra-
menti (intervento trainato, sempre proposta e accettata dalla maggioranza degli utenti a esclusioni di chi ha provveduto autonomamente negli anni alla sostituzione).
Altri interventi riguardano l’isolamento del primo solaio verso cantine interrate o garage, l’isolamento del sottotetto non riscaldato o il rifacimento della copertura.
Per quanto riguarda la questione impiantistica, sono stati eseguiti lavori di sostituzione dei vecchi generatori di calore con nuove caldaie a condensazione o sistemi ibridi. L’installazione di pannelli fotovoltaici in copertura con il sistema di accumulo di energia elettrica è stato scelto solo per circa un terzo dei condomini perché, dovendo andare a coprire esclusivamente i consumi elettrici condominiali, tale opzione è stata attivata solo nel caso di sostituzione di generatori di calore condominiali (quindi sono stati esclusi tutti i condomini con generazione autonoma di calore) con nuovi sistemi ibridi composti da caldaia a condensazione e pompa di calore ad aria; in aggiunta, si segnala anche che per gli edifici ubicati in località con clima particolarmente rigido, la scelta di sostituzione del generatore condominiale si è orientata sulla caldaia a gas a condensazione, escludendo la presenza di pompe di calore proprio per evitarne il malfunzionamento a basse temperature e di conseguenza senza pannelli fotovoltaici aggiuntivi.
In Tabella 5 vengono presentati alcuni interventi realizzati, con indicazioni tecniche delle tipologie utilizzate per coibentare e/o climatizzare gli immobili.
FIGURA
TABELLA 4 Interventi realizzati
Analisi dei risultati
Nel presente capitolo vengono presentati i risultati ottenuti a seguito degli interventi di efficientamento energetico. Le unità abitative che hanno beneficiato degli interventi di riqualificazione energetica dell’involucro e impiantistica sono in totale 383, con una superficie utile riscaldata media di circa 69 m2. A livello statistico possiamo riportare diversi dati e indicatori a livello economico ed energetico, utili al fine di analizzare come sono stati spesi i soldi e quali vantaggi reali sono stati ottenuti.
Gli interventi su tutti i 35 edifici, da rendicontazione effettuata, sono costati oltre 21 milioni di euro, un investimento importante se consideriamo che si tratta di una media di oltre 58.000 € per unità abitativa. I risultati in termini di efficientamento energetico hanno portato a una diminuzione di oltre 4 classi energetiche dalla situazione ex ante a quella post-intervento: possiamo quindi stimare che, per ciascuna unità abitativa, la somma degli interventi effettuati per ottenere il salto di una classe energetica sia costato circa 13.000 €. Si veda Tabella 6.
Si tratta ovviamente di valori medi che possono differire anche notevolmente tra loro, non tutti i condomini presentavano situazioni simili, su tutti si è intervenuto isolando l’involucro e sostituendo serramenti e generatori di calore, ma in termini di classe energetica ha inciso molto la scelta (e possibilità oggettiva) di installare un sistema di generazione ibrido a pompa di calore con abbinato un impianto fotovoltaico (intervento effettuato solo sul 35% degli edifici).
È interessante analizzare quest’ultimo dato. Dove è stato possibile intervenire più radicalmente, quindi nelle situazione di presenza di caldaia centralizzata sostituita con sistema ibrido composto dall’abbinamento di caldaia a condensazione + pompa di calore aria-acqua e installazione di impianto fotovoltaico, si è ovviamente ottenuto un salto maggiore di classi energetiche (quindi una diminuzione più sensibile dei fabbisogni energetici dell’involucro), ma il costo di tale intervento per “salto di classe” è risultato inferiore: questo significa che su interventi più complessi la marginalità di costo è inferiore rispetto ai benefici che si ottengono. L’intervento più oneroso è stato indubbiamente la realizzazione dell’isolamento dell’involucro, al pari della sostituzione dei serramenti.
Analizziamo adesso gli stessi dati considerando i fabbisogni energetici calcolati in termini di kWh/m2 anno.
Il risparmio di energetico, misurato in kWh/m2 anno
TABELLA 5 Elenco di alcuni interventi realizzati con indicazioni tecniche delle tipologie utilizzate per coibentare e/o climatizzare gli immobili
ISOLAMENTO SUPERFICI DISPERDENTI
Isolamento pareti verticali
Isolamento primo solaio extradosso
Isolamento sottotetto
Isolamento copertura inclinata
Serramenti
CLIMATIZZAZIONE
Caldaia a condensazione autonoma
Caldaia a condensazione condominiale
Sistema di generazione ibrido
EPS addittivato con grafite, spessore 140 mm, conduttività λ = 0,030 W/mK
2 soluzioni alternative:
• EPS addittivato con grafite, spessore 140 mm, conduttività λ = 0,030 W/mK
• Pannello rigido in lana di roccia a doppia densità rivestito su un lato da un velo di minerale, spessore 140 mm, conduttività λ = 0,034 W/mK
EPS addittivato con grafite, spessore 140 mm, conduttività λ = 0,030 W/mK
EPS addittivato con grafite, spessore 150 mm, conduttività λ = 0,030 W/mK
Triplo vetro basso emissivo (33.1/16/4/16/33.1 BE Gas oppure
Stratobel 33.1 – 12 mm argon 90% – 4 mm planibel clearvision –12 mm argon 90% – stratobel 33.1), telaio in legno, Trasmittanza 0,8-1 W/m2 K, a seconda della zona termica (E o F).
Generatore di calore alimentato a gas metano, installato presso le unità abitative, all’interno o all’esterno delle stesse, con allacciamento a nuova canna fumaria singola. Potenza 24 kW
Generatore di calore alimentato a gas metano installato in locale tecnico con allacciamento alla canna fumaria condominiale. Potenza variabile in funzione della dimensione del condominio.
Sistema ibrido composto da caldaia a condensazione e pompa di calore aria-acqua. Caldaia ubicata in locale tecnico, pompa di calore all’esterno. Due tipologie di installazioni tipiche:
• Pompa di calore potenza termica 24,8 kW, COP 4,06 Caldaia a condensazione potenza termica 55,7 kW, rendimento 98,3%
• Pompa di calore potenza termica 14,6 kW, COP 4,58 Caldaia a condensazione potenza termica 44,2 kW, rendimento 98,2%
IMPIANTO FOTOVOLTAICO
Pannelli fotovoltaici
Accumulo
Pannelli in silicio monocristallino da 400 W cad, Potenza tipica installata 10 kW.
Batterie di accumulo, capacità singola 5 kWh, installate in serie.
Tutti gli edifici
Edifici dove è stato sostituito generatore condominiale con sistema ibrido e installato impianto fotovoltaico
Numero edifici 35 11
Costo totale intervento
Costo intervento per unità abitativa
Diminuzione classi energetiche
Costo per riduzione di singola classe energetica
di fabbisogni di energia primaria, ottenuto per i singoli edifici è stato calcolato come semplice differenza tra il fabbisogno di energia primaria calcolata ante
e post-intervento (dedotto dall’APE convenzionale). Gli interventi effettuati sui 35 edifici hanno portato a un risparmio medio di 166 kWh/m2 anno,
TABELLA 6 Costi e risultati
DETTAGLI DEGLI INTERVENTI
Vengono di seguito riportate alcune fotografie riportante gli di interventi realizzati nei diversi edifici.
ISOLAMENTO SUPERFICI DISPERDENTI
Sistema di isolamento a cappotto delle pareti verticali esterne con pannelli in EPS, spessore 14 cm
Sistema di isolamento all’estradosso del primo solaio verso garage con pannelli in EPS, spessore 14 cm
SERRAMENTI
Nuovi serramenti con telaio in legno e triplo vetro basso emissivo con vetrocamera riempita con gas argon
di isolamento all’estradosso del primo solaio verso garage con pannelli lana minerale, spessore 14 cm
Sistema di isolamento del sottotetto non riscaldato con pannelli in EPS, spessore 14 cm
CLIMATIZZAZIONE
Nuova caldaia a condensazione a servizio di una singola unità immobiliare, installazione in esterno, potenza termica 24 kW, allacciamento alla nuova canna fumaria.
Nuova caldaia a condensazione condominiale di tipo murale, installazione in centrale termica, potenza termica variabile in funzione della dimensione del condominio.
IMPIANTO FOTOVOLTAICO
Batterie di accumulo dell’energia elettrica prodotta, singole unità da 5 kWh cad.
Sistema ibrido per riscaldamento di tipo centralizzato, composto da caldaia a condensazione e pompa di calore aria-acqua
Un indicatore interessante potrebbe essere quello del costo economico
dell’intervento per kWh di fabbisogno risparmiato, evidenziato in Figura 6. Questo è un indicatore di investimento per risparmio ottenuto, espresso con una distribuzione così elencata in Figura 5.
in €/kWh. La media degli interventi è di circa 5,6 €/kWh. Questo valore ci indica in concreto quanti soldi ho dovuto investire per ottenere un risparmio di energia primaria di 1 kWh. Come si evince, il grafico della distribuzione di
Sistema
tale indicatore si allinea molto alla media calcolata degli stessi, quasi il 70% degli interventi ha ottenuto il risparmio del fabbisogno di 1 kWh di energia primaria con un costo che varia tra 4 e 7 €.
Conclusioni
Nel caso studio analizzato, e più in generale nel contesto del patrimonio edilizio efficientato, emerge chiaramente la necessità di proseguire con il programma di rinnovamento che ha visto una forte spinta grazie al superbonus consentendo di intervenire sull’involucro, riducendone i fabbisogni.
Tuttavia questo è solo l’inizio di un percorso che vedrebbe la sua naturale prosecuzione con l’adozione di strumenti avanzati, quali quelli proposti nella EPBD IV [4], per migliorare la pianificazione e la gestione degli interventi di riqualificazione. In particolare, l’introduzione del Passaporto dell’edificio potrebbe rappresentare una soluzione fondamentale per programmare interventi a lungo termine e superare la confusione spesso riscontrata nel ricostruire la storia energetica di un fabbricato.
Allo stesso modo, l’implementazione dello Smart Readiness Indicator (SRI) risulterebbe strategica per incentivare la diffusione dei sistemi di automazione e controllo degli edifici (BACS). Questi sistemi non solo migliorano l’efficienza energetica, ma forniscono anche un valido supporto per validare e ottimizzare le scelte progettuali, contribuendo a una gestione più intelligente e sostenibile degli edifici.
L’urgenza di efficientare il patrimonio immobiliare italiano è una sfida prioritaria, soprattutto alla luce degli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo e nazionale. Gli strumenti incentivanti, come il Superbonus, hanno dimostrato la loro efficacia nell’accelerare gli interventi di riqualificazione energetica e nella sensibilizzazione della popolazione verso un approccio più sostenibile all’abitare. Tuttavia, questo sistema ha evidenziato diverse criticità, quali l’eccessiva dipendenza della domanda dagli incentivi pubblici e la difficoltà nella gestione dei crediti fiscali.
Un altro punto critico è la mancanza di una normativa organica e coerente che integri le diverse scale di intervento, necessaria per affrontare il tema della rigenerazione urbana in un’ottica sistemica. La complessità delle trasformazioni richieste, infatti, richiede una visione d’insieme che vada oltre gli interventi puntuali e consideri il
territorio come un’entità unica da valorizzare e rendere resiliente.
L’obiettivo finale deve essere quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini, offrendo abitazioni sicure ed efficienti e spazi pubblici accessi-
BIBLIOGRAFIA
bili, capaci di rispondere alle sfide del cambiamento climatico.n
* Angela Panza, Consigliere dell’Ordine e Fondazione degli Architetti PPC di Milano
[1] CRESME-Fondazione Symbola, Il valore dell’abitare – La sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano, 2024. ISBN 9788899265946.
[2] Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (PNIEC). Roma, 2019.
[3] Repubblica Italiana. Decreto-Legge n. 34 del 19 maggio 2020, “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”. Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 128 del 19 maggio 2020.
[4] Unione Europea. Direttiva (UE) 2024/1275 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’8 maggio 2024, “Sulla prestazione energetica degli edifici”. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 127/5, 28 maggio 2024.
FIGURA 5 Risparmio di energia primaria
FIGURA 6 Investimento per risparmio ottenuto
NUOVA EDIZIONE 2° SEMESTRE 2024
Il Prezzario per i cantieri di ristrutturazione più conosciuto in Italia: contiene15.000 voci relative ai cantieri di ristrutturazione e agli interventi di manutenzione, con descrizioni e prezzi.
L’edizione del 2° semestre 2024 contiene, in aggiunta al consueto aggiornamento generale dei prezzi e delle descrizioni, con riferimento ai listini di ottobre 2024, la completa revisione dei prezzi delle tabelle della manodopera di tutte le categorie, suddivise per ciascuna provincia italiana.
Si evidenziano le novità di questa edizione: – nuove voci per isolamento intercapedini e isolamento termico dei davanzali e imbotti
– nel Capitolo di Opere di protezione termica e acustica; – aspiratori eolici nel Capitolo delle canne fumarie, – nuove voci di controsoffitti plastici grigliati; – nuove voci di avvolgibili di sicurezza nel capitolo Opere metalliche.
Sono state ampliate le voci riguardanti:
– protezioni fotocatalitiche di piste ciclabili e vialetti pedonali;
– percorsi tattili per non vedenti nel Capitolo delle Strade residenziali e pavimentazioni esterne.
Rilevazione prezzi OTTOBRE 2024
Rigenerazione urbana e recupero energetico degli immobili residenziali
Analisi degli interventi previsti per l’efficientamento
energetico degli edifici della corte centrale del comparto R5 di Tor Bella Monaca, a Roma
A. Ciafardini, M. Lunardo, G. Romano*
Introduzione
L’intervento, parte del PINQuA – Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare, mira a ridurre il disagio abitativo incrementando l’edilizia residenziale pubblica, rigenerando il tessuto socioeconomico e migliorando l’accessibilità e la sicurezza di spazi degradati. Si tratta di opere finanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Missione 5, Componente 2, Investimento 2.3 e cofinanziato da Roma Capitale.
La rigenerazione urbana e la riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale sociale costituiscono il cuore del Programma, attraverso cui si vogliono innescare nuovi processi di sviluppo del tessuto socioeconomico, aumentando l’accessibilità e la sicurezza dei luoghi urbani attraverso la rifunzionalizzazione di aree, spazi e immobili. Il PINQuA mira non solo alla riduzione del disagio abitativo e insediativo in senso stretto, ma anche a incidere positivamente sulla qualità della vita della popolazione, promuo-
vendo soluzioni durature nel tempo, e incoraggiando l’utilizzo di modelli e strumenti innovativi di gestione, inclusione sociale, arricchimento culturale, crescita della qualità dei manufatti e sostegno al welfare urbano.
Il progetto in esame prevede il recupero energetico e tecnologico degli edifici della corte centrale del comparto R5 di Tor Bella Monaca, situati in via dell’Archeologia 74, per migliorare le prestazioni degli immobili e garantire il comfort ambientale. Il piano terra e il primo piano su via dell’Archeologia saranno riqualificati per diversificare le funzioni residenziali, donando nuova vitalità alla strada e migliorando la sicurezza degli accessi (Figura 1).
La riarticolazione delle tipologie abitative e l’inserimento di spazi collettivi e servizi per il quartiere saranno defi niti attraverso attività di co-progettazione con i cittadini, favorendo lo sviluppo sociale ed economico della comunità. Inoltre, è previsto un intervento di densificazione di tipo misto (residenza 1.576 m2, servizi 1.409 m2) nella corte centrale, con l’obiettivo di aumentare le superfi ci destinate ai servizi di quartiere, migliorando la vivacità e la sicurezza dell’area.
La riarticolazione degli spazi residenziali
Gli interventi sugli spazi residenziali esistenti sono di due tipi: il primo
riguarda il recupero tecnologico ed energetico dei piani superiori degli edifici della corte centrale, senza richiedere il trasferimento degli abitanti. Il secondo unisce al recupero tecnologico ed energetico la riqualificazione tipologica e la rifunzionalizzazione del piano terra, del primo piano del lato della corte su via dell’Archeologia e di parte delle corti laterali.
Uno degli aspetti più critici nella ristrutturazione edilizia è la necessità di non disalloggiare le persone dalle proprie abitazioni, rendendo necessario un compromesso tra le esigenze tecniche e operative del progetto e il rispetto della qualità della vita degli occupanti. Questo può essere risolto minimizzando l’invasività degli interventi propo-
sti e adottando una suddivisione in fasi degli interventi, che permetta soluzioni temporanee di mobilità abitativa all’interno dell’area o in altri immobili di proprietà dell’ente gestore.
La soluzione adottata per la riqualificazione di questa parte del basamento prevede la riduzione del numero di alloggi esistenti oggetto di intervento integrale, fino a un massimo di 48 alloggi distribuiti tra il piano terra e il primo piano.
Il progetto si concentra su un attento studio delle tipologie degli alloggi e offre soluzioni per famiglie numerose, rispondendo all’esigenza di edilizia residenziale pubblica specifica del Municipio VI di Tor Bella Monaca. Gli appartamenti al piano terra dell’edificio
02 (limitati agli appartamenti prospicienti via dell’Archeologia) saranno convertiti in locali per associazioni no-profit, sale studio, bar, studi medici, uffici, migliorando i servizi nel quartiere e avendo un impatto significativo sulla qualità della vita dei residenti.
Gli edifici esistenti sono caratterizzati dall’impiego della prefabbricazione pesante degli anni ’80 e dalle criticità prestazionali conseguenti, accentuate nel tempo dalla mancata manutenzione non solo delle strutture ma anche degli impianti.
Il recupero energetico e tecnologico dell’edificio esistente è realizzato attraverso l’isolamento termico a cappotto, la sostituzione degli infissi, il rifacimento delle coperture.
Il cappotto termico esterno è la soluzione ritenuta più compatibile con lo stato dei luoghi, quella che garantisce il minor carico sul pannello prefabbricato esistente e permette di assorbire gli spostamenti che i pannelli hanno subito nel tempo. Il cappotto termico consente non solo di ottimizzare le prestazioni energetiche dell’edificio ma rende possibile anche una riscrittura delle facciate, il cui approccio estetico è finalizzato a promuovere la riconoscibilità degli spazi e il senso di appartenenza degli abitanti (Figura 2).
Nel caso specifico, l’intervento ha riguardato la posa di un cappotto termico in EPS a conducibilità termica migliorata da 12 cm, certificato in classe B-s1, applicato direttamente sulle pareti perimetrali esistenti mediante appositi collanti e tasselli speciali, distribuiti secondo un preciso schema costruttivo. L’utilizzo di questi isolanti ha consentito di migliorare sensibilmente la trasmittanza termica dell’involucro: per le pareti perimetrali principali, il valore è passato da 0,573 W/(m² K) a 0,178 W/(m² K), con una riduzione di oltre il 68% rispetto alla situazione iniziale. Gli infissi esistenti vengono sostituiti con soluzioni più performanti: monoblocchi con taglio termico, telaio in PVC, doppio vetro con camera isolante e, in alcuni casi, casseri isolati termicamente per l’alloggio dell’avvolgibile. I nuovi serramenti installati presentano una trasmittanza termica (Uw) certificata che non supera 1,4 W/(m² K), offrendo un notevole miglioramento rispetto a quelli precedenti, la cui trasmittanza risulta generalmente superiore a 3,5 W/(m² K).
FIGURA 1 Assonometria di progetto (immagine elaborata da ABDR architetti associati)
FIGURA 2 Vista degli interventi in facciata (immagine elaborata da ABDR architetti associati)
Sono state sostituite anche le vetrate dei corpi scala e le porte d’ingresso al piano terra. Per completare l’efficientamento energetico dell’intero involucro edilizio, le lavorazioni previste includono inoltre il rifacimento delle coperture con sistema a cappotto mediante l’utilizzo di pannelli in polyiso. Grazie a questo intervento, la trasmittanza termica del pacchetto di copertura principale è passata da 1,54 W/(m² K) a 0,26 W/(m² K).
Efficientamento energetico degli impianti e uso delle energie rinnovabili
Le linee guida poste alla base della progettazione impiantistica e che hanno portato alla scelta delle soluzioni progettuali adottate possono riassumersi come di seguito:
• scelta di sistemi a basso consumo energetico, privilegiando l’utilizzo di fonti rinnovabili;
• scelta di sistemi semplici e facilmente gestibili dagli utenti finali;
• scelta di sistemi costruttivi che permettano una gestione ottimale della manutenzione, dal punto di vista di tempi e costi;
• ricerca di materiali caratterizzati dalla migliore efficienza in termini di costi di realizzazione, prestazioni, gestione, manutenzione e compatibilità ambientale;
• individuazione di soluzioni per garantire la sicurezza e la continuità del servizio in caso di eventi critici;
• risoluzione di situazioni di abusivismo e fatiscenza degli impianti esistenti.
Impianti meccanici
Alloggi al piano primo
Attualmente, gli alloggi sono serviti da generatori autonomi a gas tradizionali con sistemi fumari concentrici o sdoppiati a parete. La riqualificazione del primo piano dell’edificio comporta il rifacimento completo degli impianti meccanici, che prevedono un sistema centralizzato per la produzione dei fluidi termovettori, alimentato da pompe di calore a compressione elettrica condensate ad aria.
Il progetto include due centrali termofrigorifere, una per ciascun lato del piano, ciascuna equipaggiata con una pompa di calore condensata ad aria con una potenza di circa 75 kW. L’energia termica prodotta sarà distribuita tramite un serbatoio inerziale da 300 litri, garantendo un bilanciamento ottimale della rete e riducendo
le perdite di carico. Ogni alloggio avrà un singolo circuito di alimentazione con un sistema di regolazione della portata e contabilizzazione dedicato, posizionato negli spazi comuni per facilitare le operazioni di manutenzione (Figura 3).
Il sistema di posa a “ritorno inverso” garantirà un bilanciamento naturale del circuito, assicurando condizioni operative ottimali per ogni terminale ambiente. I terminali selezionati sono ventilconvettori a parete alta, equipaggiati con valvole elettro-azionate per interrompere il flusso del fluido termovettore al raggiungimento della temperatura impostata (Figura 4).
La produzione di acqua calda sanitaria sarà autonoma per ciascun alloggio, realizzata tramite bollitori a pompa di calore, aumentando l’efficienza energetica e riducendo le emissioni di gas serra.
Il sistema centrale di Supervisione
FIGURA 3 Schema funzionale centrale termofrigorifera a servizio degli alloggi e caratteristiche delle apparecchiature principali
e Controllo, affiancato da unità periferiche di gestione distribuite, monitorerà costantemente le variabili critiche (temperatura, pressione, portata) e adatterà le operazioni dei componenti principali (pompe, valvole, generatori) per mantenere il comfort degli utenti e ottimizzare l’efficienza energetica. Durante la stagione fredda, la pompa di calore produrrà acqua calda, distribuita tramite il circuito primario e regolata da sensori di temperatura. Durante la stagione calda, la pompa di calore produrrà acqua refrigerata, con un funzionamento simile a quello invernale, permettendo una climatizzazione efficiente e sostenibile.
Locali commerciali al piano terra
Il progetto architettonico trasformerà gli ambienti residenziali del piano terra dell’edificio in sei distinti locali commerciali di diverse dimensioni. Gli impianti meccanici saranno autonomi sia per la climatizzazione (estiva e invernale) sia per la produzione di
acqua calda sanitaria. La climatizzazione sarà garantita da un impianto ad aria primaria con terminali VRV a espansione diretta, alimentati da una motocondensante a pompa di calore. Il circuito frigorifero, equipaggiato con gas ecologico a basso GWP, prevede un sistema distributivo a due tubi e controllo del refrige -
rante tramite valvola d’espansione elettronica. Il sistema di condizionamento includerà un dispositivo di regolazione avanzato, controllabile anche da remoto, che consente una gestione integrata delle unità interne ed esterne. Il dispositivo permetterà al gestore di impostare orari di accensione e spegnimento, regolare i setpoint di temperatura e monitorare lo stato dell’impianto, ottimizzando il comfort e l’efficienza energetica. Inoltre, sarà
FIGURA 5 Tipologico HVAC locali commerciali
FIGURA 4 Tipologico HVAC Alloggi
dotato di un sistema di rilevazione e gestione degli allarmi, in grado di notificare tempestivamente all’utente ogni tipo di malfunzionamento o inefficienza, permettendo interventi rapidi e mirati.
Il progetto prevede anche un sistema di ricambio dell’aria (aria primaria) dimensionato secondo le normative vigenti in materia sanitaria (UNI 16798) e le Linee Guida ISPESL/INAIL. I sistemi di trattamento e recupero calore saranno costituiti da unità per la ventilazione primaria con recupero di calore totale tramite scambio termico a flussi incrociati. I recuperatori saranno installati a soffitto nei locali tecnici esterni di pertinenza di ogni unità commerciale. Saranno inoltre realizzati nuovi impianti idrici e di scarico dei reflui (Figura 5).
Impianti elettrici
Contestuale alla riqualificazione delle coperture è l’installazione dell’impianto fotovoltaico, adeguatamente dimensionato alle esigenze dell’edificio.
Il progetto prevede l’installazione di tre campi fotovoltaici sulla copertura degli edifici esistenti 01,02 e 03 per una potenza di picco complessiva di 74 kWp, e di un nuovo impianto in copertura della nuova torre residenziale di 23 kWp. Si prevede complessivamente una produzione attesa annua di 120.000 kWh (Figura 6).
Per gli edifici 01 e 03 non soggetti a interventi di rifacimento degli impianti di produzione dei fluidi termovettori, i campi fotovoltaici saranno collegati direttamente ai quadri elettrici afferenti i servizi condominiali, mentre per l’edi-
ficio 02 ove è prevista la creazione di due nuove centrali termo frigorifere, il nuovo impianto fotovoltaico sarà direttamente collegato ai rispettivi quadri elettrici di centrale, in modo da contribuire in maggior percentuale alla quota
FIGURA 7 Schema di autoconsumo collettivo virtuale con connessione su rete pubblica tra utenze e impianto di produzione
FIGURA 6 Nuovo impianto fotovoltaico su torre residenziale (immagine elaborata da ABDR architetti associati)
di autoconsumo dell’energia prodotta.
Analoga scelta progettuale è stata adottata anche per la nuova torre residenziale, dove è previsto il collegamento del nuovo impianto di produzione fotovoltaico direttamente al quadro elettrico generale dei servizi comuni, dal quale sarà prelevata l’alimentazione della centrale termo frigorifera.
L’architettura impiantistica progettuale sarà quindi in grado di offrire una piattaforma sulla quale costruire una configurazione di autoconsumo diffuso (Figura 7).
Qualunque soggetto che sarà titolare di un POD potrà aderire a un gruppo di auto consumatori, mediante l’adesione a un contratto privato da perfezionare prima della richiesta di adesione al GSE.
Tutte le nuove unità abitative e quelle soggette a ristrutturazione importante risultano svincolate dalla fornitura di gas, e pertanto, si è resa necessaria un’attenta analisi dei consumi elettrici, finalizzata alla verifica sia dell’infrastruttura elettrica esistente, sia di quella nuova a servizio della cabina elettrica della nuova torre.
Dalle analisi effettuate, è risultato necessario potenziare le attuali cabine secondarie dell’ente gestore, per motivi legati all’importante richiesta di potenza a servizio nuove centrali termo frigorifere, ma anche dall’aumento di potenza contrattuale delle unità abitative, che saranno configurate con forniture monofase da 6 kW.
La modifica dell’assetto infrastrutturale, concordata l’ente distributore, si è dovuta inoltre confrontare con la rivisitazione architettonica delle aree esterne. Questo aspetto ha richiesto la modifica degli attuali tracciati interrati, comportando lo studio di soluzioni progettuali finalizzate a garantire il servi-
zio elettrico all’utenza durante tutte le attività di costruzione. Allo stesso tempo è stato avviato un confronto con l’ente gestore in termini di razionalizzazione del numero di cabine secondarie, che ha portato a voler sfruttare la nuova cabina di consegna e trasformazione (fondamentale per sopperire al fabbisogno energetico della nuova torre residenziale, pari a circa 360 kW) per l’alimentazione di parte degli appartamenti esistenti dei corpi di fabbrica 01 e 02. Queste considerazioni hanno suggerito, sin dalle prime fasi progettuali, una verifica dettagliata della compatibilità delle infrastrutture esistenti, spesso studiate e realizzate in contesti storici anacronistici rispetto all’attuale quadro esigenziale e normativo. Un aspetto da tenere in estrema considerazione soprattutto in relazione alle stringenti tempistiche progettuali e realizzative.
Un altro aspetto importante riguarda la necessità di dotare le nuove unità abitative e quelle soggette a ristrutturazione importante di una infrastruttura fisica multiservizio (FTTH). Questa richiesta si inserisce all’interno di un contesto architettonico sia nuovo che esistente, che a ogni modo ha portato alla creazione di appositi Centri Servizi Ottici di Edificio (cosiddetti locali CSOE) per il contenimento di tutte le apparecchiature attive e passive del provider e dell’utente finale. I servizi che verranno attivati riguardano sia la distribuzione del segnale TV e TV SAT, sia dei segnali Internet e videocitofonici su IP. Se da un lato, per l’edificio di nuova costruzione questa richiesta risulta implementabile in fase progettuale, dall’altra, per fabbricati esistenti richiede alcuni importanti interventi di modifica del layout, anche per quanto riguarda la creazione di nuove infrastrutture di dorsale secondarie, molto spesso insufficienti in termini
di spazio e predisposizioni.
Gli edifici equipaggiati in conformità alle prescrizioni normative che disciplinano le modalità progettuali e costruttive delle nuove infrastrutture multiservizio potranno beneficiare dell’etichetta di “edificio predisposto per la banda larga”.
In conclusione, le sfide maggiori sono state rappresentate dalla necessità di procedere a una ricostruzione affidabile dello stato di fatto, sia delle infrastrutture visibili sia di quelle interrate, traguardate anche attraverso l’ausilio di tecnologie come il GPR (ground penetrating radar). Questo approccio ha permesso di sviluppare una proposta progettuale risolutiva delle interferenze e accelerare le tempistiche necessarie alla progettazione delle nuove infrastrutture a servizio delle utenze sia nuove che esistenti, in aderenza con il fabbisogno energetico finale. È risultato altrettanto importante uno studio attento delle implicazioni progettuali derivanti dall’inserimento di impianti di produzione fotovoltaica in contesti architettonici e impiantistici inizialmente impreparati dal punto di vista degli aspetti di prevenzione incendi, sviluppando soluzioni progettuali che garantissero la sicurezza degli edifici e allo stesso tempo una fruibilità manutentiva affidabile e facilmente monitorabile.
Conclusioni e risultati attesi dalla riqualificazione energetica
Uno degli obiettivi fissati per questo intervento è il miglioramento complessivo della classe energetica degli edifici esistenti di almeno due classi.
L’obiettivo sarà pienamente raggiunto, in particolare le analisi energetiche per quanto riguarda la riqualificazione dei due piani di alloggi e attività commerciali prevedono un miglioramento della classe energetica passando dalla classe energetica classe F alla C ovvero da un EPgl,nren di 110,4 kWh/(m²anno) a 58 kWh/(m²anno).
Mediamente sull’intera riqualificazione dell’edificio esistente si raggiungerà la classe energetica D con un EPgl,nren di 59,2 kWh/(m²anno).n
* Alessia Ciafardini, Marco Lunardo, Giuseppe Romano, Manens Spa
Ritorno al passato con le pompe di calore a propano
Attraverso un caso di studio si analizzano le potenzialità e i vantaggi della diffusione
nel settore residenziale di tali apparecchiature
Il rinnovato interesse cui si sta assistendo da qualche anno nei confronti del propano come gas refrigerante nelle pompe di calore deriva dagli obblighi di legge, ma anche dal campo di lavoro più esteso che rende tali macchine particolarmente adatte agli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti riscaldati con radiatori. L’articolo descrive un caso reale mettendo in evidenza le opportunità, ma anche le criticità di tali apparecchiature nel residenziale.
Introduzione
Chi si è recato all’ultima Mostra Convegno Expocomfort a Milano a marzo 2024 avrà sicuramente notato che una delle novità proposte dagli espositori nei settori del riscaldamento, refrigerazione e condizionamento dell’aria è stata la pompa di calore a propano (R290). Per la verità già da qual-
che anno (dal 2020 almeno) tale tecnologia era proposta da alcuni costruttori d’oltralpe, limitatamente però alle taglie residenziali (fino a una potenza termica nominale di 20 kW). A MCE la proposta copriva le taglie del settore del condizionamento dell’aria commerciale e la refrigerazione del piccolo industriale (100-200 kW).
F. Castellotti*
Sappiamo bene che si tratta di una riscoperta di un gas refrigerante, utilizzato per la prima volta più di un secolo fa, assieme ad ammoniaca, anidride carbonica e altri fluidi naturali che, per aspetti di infiammabilità, tossicità o alte pressioni di lavoro, furono poi limitati agli impianti della refrigerazione industriale. Dagli anni ’20 del secolo scorso, nel settore del condizionamento dell’aria presero piede i refrigeranti sintetici non infiammabili e non tossici. Si è passati dai refrigeranti a base di clorofluorocarburi (CFC come R22), agli idroclorofluorocarburi (HCFC come R407c), fino agli idrofluorocarburi (HFC come R410A o R32), messi al bando prima per il danno arrecato allo strato di ozono (Ozone Depletion Potential, ODP), poi per l’impatto sul riscaldamento globale (Global Warming Potential, GWP) [1].
Con l’R290, quindi, si torna al passato? Il propano non è mai stato abbandonato: si è continuato a utilizzarlo nei banchi frigoriferi dei supermercati, nei frigoriferi delle abitazioni, nei condizionatori d’aria portatili. È un gas combustibile presente in natura, non ha alcun effetto sullo strato di ozono (ODP = 0) e poco o nessun effetto sul riscaldamento globale (GWP = 3). È anche atossico.
L’unica controindicazione è che si tratta di un gas infiammabile (A3), ma con la tecnologia oggi disponi-
bile anche per le pompe di calore nel settore residenziale e con una doverosa formazione degli operatori del settore in materia di sicurezza il propano è candidato a diventare il gas refrigerante del futuro.
Aspetti normativi
E proprio a causa della sua alta infiammabilità, il propano è sottoposto ad aspetti normativi stringenti. La norma di riferimento è la UNI EN 378 “Sistemi di refrigerazione e pompe di calore – Requisiti di sicurezza e ambientali” che è suddivisa in 4 parti:
• UNI EN 378-1:2021 Parte 1: Requisiti di base, definizioni, criteri di classificazione e selezione;
• UNI EN 378-2:2017 Parte 2: Progettazione, costruzione, prova, marcatura e documentazione;
• UNI EN 378-3:2021 Parte 3: Sito di installazione e protezione delle persone;
• UNI EN 378-4:2020 Parte 4: Conduzione, manutenzione, riparazione e recupero.
La sezione principale della norma alla quale fare riferimento è la Sezione 6.2.14 della Parte 2: “Protezione contro i rischi di incendio e di esplosione“. Citando testualmente parte della norma: “For systems using flammable refrigerants, refrigerating systems shall be constructed so that any leaked refrigerant will not flow or stagnate so as to
cause a fire or explosion hazard in areas within the equipment where components and apparatus which could be a source of ignition and which could function under normal conditions or in the event of a leak are fitted”.
I sistemi di refrigerazione nell’ambito e conformi alla serie EN 60335 sono ritenuti conformi a questa clausola (EN 60335-2-40, molto usata nel residenziale).
In sintesi: una perdita di refrigerante non deve creare una atmosfera potenzialmente pericolosa dove ci sono fonti di innesco all’interno della macchina.
Tipologie di installazione
Generalmente un’unità per la climatizzazione può essere installata:
• all’interno di aree normalmente utilizzate da persone;
• all’interno di locali generici o in locali tecnici dedicati come le sale macchine;
• all’esterno all’aria aperta.
Per ogni installazione sono definite delle categorie di accesso (Tabella 1). La tipologia di installazione e la categoria di accesso, in accordo al tipo di refrigerante impiegato, determinano la quantità massima di refrigerante ammessa per l’installazione (Tabella 2).
Il luogo di installazione è classificato in 4 classi:
• Classe I: sistema interamente posizionato in spazi occupati da persone;
Categoria di accesso Descrizione ESEMPI
a) Accesso generale Locali, parti di edifici o edifici in cui le persone hanno libero accesso, le persone dormono, le persone sono limitate nei movimenti o è presente un numero non controllato di persone
b) Accesso supervisionato Locali in cui ha accesso un numero controllato di persone, alcune delle quali anche equipaggiate con DPI
c) Accesso autorizzato Locali ad accesso autorizzato
Ospedali, hotel, supermercati, scuole, stazioni, ristoranti, edifici residenziali ecc.
Uffici business o professionali, aree produttive
Impianti industriali di street food, chimica, raffinerie, magazzini frigoriferi, aree non accessibili GDO
TABELLA 1 Categorie di accesso (Tabella 4 UNI EN 378-1)
TABELLA 2 Carica massima consentita di propano
• Classe II: sistema con i compressori posizionati in uno spazio aperto o in una sala macchine e il resto dell’unità in uno spazio occupato da persone;
• Classe III: sistema interamente posizionato in una sala macchine o all’aperto;
• Classe IV: sistema in vano ventilato.
Nel caso di pompe di calore tipo di tipo aria/acqua da esterno si ricade nella Classe III (installazioni in campo aperto). Nel caso di installazione di Classe III in campo aperto in cui tutte le prescrizioni di norma e del costruttore relative all’installazione dell’unità sono rispettate, la carica massima consentita di R290 è:
• 5 kg per categoria di accesso Generale (tipo “a”);
• 10 kg per categoria di accesso Supervisionata (tipo “b”);
• nessuna restrizione sulla quantità di carica se la categoria di accesso è Autorizzata (tipo”c”).
Informazioni maggiori in merito alle classi di installazioni, alle categorie d’accesso e alla carica limite sono presenti in modo completo nella UNI EN 378-1.
La conformità alla Classe III è anche legata al fatto che l’impianto idraulico che porta il fluido termovettore alle varie utenze rispetti le prescrizioni definite della UNI EN 378-1 alla sezione 5.5.2 (collegamenti idraulici nei sistemi indiretti), affinché sia evitata l’eventualità che una perdita di refrigerante possa fluire in ambienti occupati. Il mancato rispetto delle prescrizioni relative all’impianto idraulico porta l’installazione a essere definita di Classe I o di Classe II, per le quali i limiti di carica da rispettare sono inferiori rispetto alla Classe III e IV (UNI EN 378-1, Allegato C).
In linea generale, il responsabile dell’installazione deve prevedere il rispetto delle prescrizioni di norma effettuando una valutazione del rischio principalmente secondo le indicazioni del costruttore e delle normative, come la UNI EN 378-1, UNI EN 378-3 o la IEC 60335-240:2018, quando applicabili.
Installazioni di Classe III all’aperto per unità idroniche
Si riportano di seguito alcune indicazioni reperite su guide e manuali tecnici di costruttori di unità contenenti R290 [2][3][4][5]. Ulteriori indicazioni si possono trovare in [6].
Affinché l’installazione all’aperto di unità contenenti R290 possa essere considerata di Classe III, vi sono alcune valutazioni aggiuntive che il responsabile dell’installazione (cliente, installatore, consulente, …), dovrà fare per
garantire che l’eventuale fuoriuscita di gas non generi situazioni di pericolo.
Il responsabile dell’impianto deve eseguire una valutazione dei rischi conseguente all’installazione della macchina considerando le zone di pericolo adiacenti e generate dalla macchina. La valutazione dei rischi deve comprendere l’analisi di eventuali fonti di ignizione presenti in prossimità della macchina. Il gas refrigerante è in pressione all’interno dell’unità anche se non funzionante e completamente scollegata: una eventuale perdita rilascerebbe in ambiente tutto il suo quantitativo interno. Tutto il personale che deve operare in prossimità o nella macchina deve essere adeguatamente formato per operare in sicurezza.
Valgono le seguenti indicazioni (non esaustive):
• L’analisi del rischio del responsa -
bile dell’installazione va effettuata tenendo conto anche che l’unità può dare luogo a una zona classificata “Zona 2” secondo ATEX e a una zona designata come “zona/area” di sicurezza attorno alla macchina (Figura 1). Indicazioni più complete sulle ampiezze della zona 2 ATEX e delle zone per tipo di unità sono solitamente reperibili nel manuale di installazione uso e manutenzione specifico dell’unità;
• Le unità devono essere posizionate in modo da evitare che una perdita di refrigerante fluisca all’interno di spazi chiusi o crei zone temporaneamente infiammabili, oppure che rechi danno a persone e cose. La perdita non deve fluire in prossimità di fonti di innesco così come definite dalla UNI EN 378-2, in prossimità di tombini e caditoie, in prossimità di aperture adibite
FIGURA 1 Zona ATEX2 e zona di sicurezza
a ventilazione di locali chiusi (porte e finestre), in prossimità di prese d’aria di rinnovo, o direttamente addosso alle persone;
• Se la perdita di refrigerante può ristagnare, per esempio, sottoterra o all’interno di cavità, l’installazione deve essere conforme ai requisiti per il rilevamento di gas;
• Se l’installazione è all’aperto, ma al riparo, la ventilazione deve essere garantita;
• Valutare che la presenza di eventuali barriere anti-rumore o di altre protezioni non possano creare zone di ristagno;
• Tenere in considerazione anche le possibili perdite che possono accadere su parti del circuito che sono normalmente chiuse, per esempio da pannelli che possono essere rimossi o da porte che possono essere lasciate aperte durante le attività di manutenzione;
• Per installazioni su tetti, coperture o altri piani di posa che separano un ambiente dalla zona esterna in cui è installata la macchina, o in caso di installazioni in prossimità di facciate o altri elementi che separano un ambiente dalla zona all’esterno in cui è installata la macchina bisogna prevenire il rischio che un incendio generato all’interno dell’ambiente si propaghi verso la macchina e viceversa. A tal fine devono essere seguite le regole nazionali o locali di prevenzione incendi che prevedono di mantenere apposite distanze o che vengano utilizzate strutture con determinate caratteristiche (esempio REI 30 o più efficace a seconda di quanto previsto dalla normativa nazionale o locale);
• È necessario proteggere i circuiti idraulici mediante valvole di sicurezza che devono essere collocate in una zona lontana da possibili fonti di
innesco; va inoltre previsto un disaeratore di tipo automatico, sempre esternamente e in prossimità all’unità prima di qualsiasi valvola di intercettazione e nel punto più alto e/o dove potrebbero generarsi eventuali sacche di ristagno dei gas per sfogarle in zone prive di sorgenti di innesco (unità compresa) e adeguatamente lontano dall’unità, eventualmente mediante canalizzazione con idonea tubazione;
• È necessario canalizzare lo scarico dell’acqua di condensa/sbrinamento e provvedere alla realizzazione di un sifone permanentemente riempito d’acqua per intercettare eventuali fuoriuscite di refrigerante;
• È obbligatorio utilizzare estintori adeguati al tipo di refrigerante impiegato in prossimità dell’unità.
Nella “zona 2 ATEX” è necessario:
• evitare l’istallazione di apparecchiature non idonee all’utilizzo all’interno di dette zone potenzialmente esplosive (i requisiti minimi delle apparecchiature sono: 3G IIB T4);
• evitare fiamme libere, scintille e lavori a caldo;
• evitare la presenza di sorgenti di innesco dovute a processi che possono generare inneschi a distanza (radiazioni ionizzanti e non ionizzanti);
• evitare effetti diretti e indiretti della fulminazione;
• evitare cariche elettrostatiche;
• evitare interferenza con elementi che potrebbero essere pericolosi quali fognature, aperture contro terra, locali interrati, elettrodotti, depositi di infiammabili, ferrovie, autostrade, ecc.
Nella “zona/area di sicurezza” è necessario evitare l’accumulo di sacche di refrigerante in spazi quali fognature, tombini, caditoie, aperture contro terra, locali interrati, etc. È necessario fare in ogni caso riferimento a eventuali normative nazionali o locali, laddove applicabili.
Le PDC a propano per il residenziale
Riassumendo quanto detto, il propano è un gas eco-sostenibile e una scelta “a prova di futuro” per 6 principali motivi:
Tuttavia, nel settore residenziale il propano ha preso piede soprattutto per le ottime proprietà termodinamiche nel
CASO STUDIO
Il progetto
Ai fini di quantificare le potenzialità e i vantaggi di una pompa di calore a propano, si vuole ora descrivere per sommi capi il progetto e la realizzazione di un impianto di riscaldamento ambientale e produzione di acqua calda sanitaria alimentato appunto con una pompa di calore aria/acqua a propano, a servizio di un’abitazione riscaldata con radiatori. Si tratta di un intervento di sostituzione di una caldaia tradizionale a metano, in un edificio esistente. È presente anche una stufa a legna nella zona giorno, utilizzata saltuariamente. Si tratta di un intervento che ha goduto dei benefici fiscali del c.d. Superbonus 110%:
• intervento trainante: sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale;
• interventi trainati: installazione di un sistema di building automation e di un impianto fotovoltaico (7,2 kWp) con sistema di accumulo (16,56 kWh), raffigurati in Figura 3 e Figura 4.
Richiamando alla memoria definizioni in voga qualche anno fa, si tratta di un’unità immobiliare funzionalmente indipendente con uno o più accessi autonomi dall’esterno sita all’interno di un edificio plurifamiliare (in breve, villetta a schiera). Costruita nel 2005, presenta una superficie utile riscaldata di circa 140 m2 in zona climatica D. È dotata anche di impianto di raffrescamento (espansione diretta) su una superficie utile di circa 85 m2.
Prima dell’intervento di riqualificazione (anno 2021) i consumi dell’abitazione erano quelli riportati in Tabella 3.
Si è condotta la dovuta diagnosi energetica che ha individuato un carico di riscaldamento di progetto (firma energetica) di circa 9 kW con aria esterna (A) pari a –2 °C. È stato altresì condotto il calcolo delle rese dei radiatori, individuando una temperatura di mandata dell’acqua (W) di progetto pari a 60 °C.
TABELLA 3 Consumi dell’abitazione prima dell’intervento di riqualificazione
Vettore energetico Consumo annuo U.M.
Metano 2.236 Sm³
Energia elettrica 3.515 kWh
Considerata l’inerzia termica dell’edificio e l’eventuale integrazione della stufa, si è ritenuta adeguata una PDC con una potenza resa di circa 7,5 kW nelle condizioni A-2W60. La scelta della taglia della PDC è stata condotta anche considerando l’assorbimento elettrico monofase della PDC (circa 3 kW in quelle condizioni), in modo che non gravasse eccessivamente sull’utenza elettrica monofase dell’abitazione con potenza impegnata di 6 kW (la taglia superiore avrebbe avuto un assorbimento elettrico di circa 5 kW non gestibile assieme ai carichi standard dell’abitazione). È opportuno ricordare che non è possibile considerare il contributo dell’impianto fotovoltaico e delle batterie: di notte il contributo del fotovoltaico è nullo e in inverno le batterie sono solitamente scariche (a meno di distese di moduli fotovoltaici e garage invasi da pacchi batterie…). Si capisce quindi come, in generale, qualsiasi sia il gas refrigerante, la selezione di una PDC diventi un lavoro sartoriale quando l’abitazione è esistente con terminali in alta temperatura. E a volte il vestito giusto non si trova.
In Figura 5 si riporta lo schema funzionale di centrale termica, dove si nota il dovuto puffer inerziale (50 litri) con collegamento idraulico a 3 punti e pompa di rilancio sul secondario.
Il boiler per l’ACS ha una capacità di 300 litri, con un serpentino immerso di superficie di scambio adeguata alla pompa di calore. In questo specifico impianto, anche per ragioni di ingombri (Figura 6), il puffer è stato dimensionato meramente ai fini del contenuto d’acqua minimo richiesto per il corretto funzionamento
FIGURA 3 Moduli fotovoltaici in copertura
FIGURA 4 Inverter e sistema di accumulo elettrochimico
della PDC e il boiler ai fini della copertura “congrua” del fabbisogno di acqua calda sanitaria. Tramite la funzione Smart Grid (SG), oggi comunemente disponibile sulle
PDC, è invece possibile sfruttare accumuli termici di capacità maggiorata: nel caso di auto-produzione di energia elettrica in eccesso, altrimenti destinata alla rete, la pompa di calore è in grado di attivarsi e accumulare energia termica.
La carica di gas della PDC del progetto è pari a 0,9 kg e
varia da 0,6 kg a 1,3 kg sull’intera gamma residenziale proposta dallo stesso costruttore (potenza nominale A7W35 compresa tra 4,1 e 14,3 kW). È chiaro quindi che la carica massima di R290 di 5 kg per la categoria a) di accesso Generale (abitazioni) è ben rispettata.
In Figura 7 si riportano le indicazioni che il costruttore
FIGURA 6 Componenti dell’impianto all’interno del garage
FIGURA 5 Schema funzionale di centrale termica
fornisce per un’installazione in Classe III (all’aperto). Nell’area di sicurezza non devono esserci finestre, porte, aperture di ventilazione, pozzi di luce, ingressi di cantine, botole di uscita, finestre per tetti piani o tubi pluviali. L’area di sicurezza non deve estendersi a proprietà vicine o aree a traffico pubblico. Nell’area protetta non devono essere presenti sorgenti di accensione come prese, interruttori per luci, lampade o interruttori elettrici. In Figura 8 si mostra l’installazione della PDC all’esterno dell’abitazione.
Risultati a consuntivo
È interessante ora presentare i risultati della conduzione dell’immobile a consuntivo, per l’anno 2023 (l’installazione dell’impianto sopra descritto è avvenuta nel corso del 2022) (Tabella 4).
Anzi tutto, conviene far notare che il consumo totale misurato è in linea con il fabbisogno previsto mediante il software di calcolo (con le condizioni di lavoro della PDC prima esposte), considerando ovviamente i consumi standard (non tecnologici) dell’abitazione.
Sulla base di questo allineamento, ha senso qui riportare il COP medio stagionale dell’impianto fornito dal software che è risultato pari a 3,1.
Si nota poi che l’autoconsumo vale circa il 59% dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico e l’autarchia (copertura del consumo totale) è pari al 54%: sono valori forse bassi, considerando i rapporti tra capacità della batteria e consumi annui [Wh/kWh] e tra potenza di picco e consumi annui [Wp/kWh]. Utilizzando metodi di calcolo previsionale, con tali rapporti l’autoconsumo atteso sarebbe stato oltre il 75%. Ma molto dipende dal profilo orario dei consumi, in questo caso evidentemente spostati nelle ore serali e notturne. Da ultimo, si espone il più importante dei risultati che è quello economico. Sappiamo bene che tanto dipende dalle tariffe di acquisto dei vettori energetici: qui si sono considerate le migliori tariffe attuali, individuate utilizzando il webtool sviluppato da ARERA (portale offerte).
Conviene partire dal risultato “senza l’aiutino” dell’impianto fotovoltaico: il risparmio sulle bollette energetiche vale il 32%, circa 1.170 € all’anno. Andando a recuperare nell’asseverazione finale ENEA per il Superbonus
110% la spesa sostenuta per l’intervento di sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale (lavori e spese tecniche) pari a circa 28.000 €, “accontentandosi” della vecchia detrazione fiscale Ecobonus 65% l’investimento rientra in circa 8 anni. È lecito e doveroso correggere la spesa sostenuta con i costi impiantistici attuali (senz’altro minori): il tempo di rientro si riduce a 6 anni.
Passando all’impianto completo di fotovoltaico e batterie, il risparmio sulle bollette sale al 66%, circa 2.397 € all’anno. A questo risparmio, vanno aggiunti i ricavi derivanti dalla cessione in rete e ritiro da parte del GSE dell’energia non auto-consumata, valutabili in circa 346 €.
Aggiungendo le spese sostenute per il fotovoltaico e le batterie (33.500 €), con l’ipotesi di detraibilità Bonus Casa al 50%, l’investimento complessivo (61.500 €) rientrerebbe in circa 10 anni. In realtà, con il costo attuale di FV e batterie (sensibilmente minore, ai minimi storici per i moduli e per le batterie) il tempo di rientro si riduce a 6-7 anni.
Energia elettrica 4.353 0,28 1.224 Riscaldamento, acqua calda sanitaria, raffrescamento, fem, illuminazione TAB ELLA 4 Bilancio energetico post-intervento
Bolletta annua Servizi
kWh €/kWh €
FI GURA 8 Installazione della PDC all’esterno
funzionamento con le pompe di calore:
• Funzionamento con una riduzione della carica di refrigerante mediamente superiore al 40% rispetto a stesse capacità termiche in R410A o R32;
• Campo di lavoro più esteso (Figura 2);
• Elevata efficienza stagionale. In particolare, la temperatura massima dell’acqua calda in mandata (fino a 75 °C con temperatura dell’aria esterna superiore a 0 °C e fino a 60 °C con aria a –15 °C) rende la pompa di calore a R290 particolarmente adatta negli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti riscaldati con radiatori, anche nei casi in cui l’involucro dell’edificio non sia interessato da interventi di coibentazione o sostituzione dei serramenti.
È normale, infatti, che nelle abitazioni costruite dagli anni ’60 agli anni ’90 del secolo scorso, solitamente riscaldate con radiatori in ghisa o acciaio, questi terminali siano sovradimensionati rispetto al reale carico di riscaldamento, e che normalmente la caldaia sia regolata a lavorare con acqua in mandata a circa 60 °C, raramente oltre i 70 °C.
Quindi, se una pompa di calore con gas R32 in tali applicazioni rimane
di fatto esclusa o ai limiti di funzionamento, in ragione di una temperatura massima di produzione di 60 °C con temperatura dell’aria esterna positive, una pompa di calore con gas R290 risulta sicuramente applicabile.
Tutto questo in linea di principio; il processo di riqualificazione energetica, dove sia prevista la sola sostituzione della caldaia esistente e il mantenimento dei radiatori esistenti e nessuno intervento sull’involucro, deve necessariamente comprendere però i seguenti passaggi:
• diagnosi energetica con calcolo del carico di riscaldamento dell’edificio, da valutare come firma energetica di progetto;
• rilievo dei corpi scaldanti, delle temperature dell’aria mantenute negli ambienti, della temperatura e portata dell’acqua in mandata della caldaia esistente;
• calcolo della resa reale dei corpi scaldanti esistenti nelle condizioni di progetto, al variare della temperatura di mandata, per esempio 55/60/65 °C, con un salto termico di 10 °C;
• definizione della temperatura dell’acqua di mandata di progetto ai terminali tale da soddisfare il carico di
riscaldamento.
In definitiva, se la temperatura dell’acqua di mandata di progetto risulta compatibile con i limiti di impiego della pompa di calore, l’intervento risulta tecnicamente proponibile.
È inutile ricordare che ogni intervento sull’involucro (opaco o trasparente) che riduca il carico di riscaldamento di progetto riduce la temperatura dell’acqua richiesta in mandata, aumentando l’applicabilità della pompa di calore, nonché l’efficienza in termini di COP.
Conclusioni
Da qualche anno si sta assistendo a un rinnovato interesse nei confronti del propano come gas refrigerante utilizzato nei refrigeratori e pompe di calore residenziali e commerciali. La spinta arriva dagli obblighi di legge, ma, soprattutto nel settore residenziale, anche dal campo di lavoro più esteso per le pompe di calore, con temperature dell’acqua in mandata fino a 70 °C. In tal modo tali unità sono particolarmente adatte agli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti riscaldati con radiatori. Se dal punto di vista tecnico occorre un dimensionamento accurato dell’impianto, dal punto di vista economico le potenzialità dipendono fortemente dai costi dei vettori energetici, nonché dalla detraibilità fiscale. In condizioni al contorno favorevoli, possono essere interventi senz’altro interessanti e da promuovere.n
* Francesco Castellotti, 3F Engineering – Socio AiCARR
BIBLIOGRAFIA
[1] Regolamento (UE) 2024/573 sui gas fluorurati a effetto serra, che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 e che abroga il regolamento (UE) n. 517/2014
[2] Refrigerant A3 Gas Guide, Swegon Operations Srl, 29/11/2023, rev02
[3] Manuale installazione uso e manutenzione, Titan Sky Hi R0, Swegon Operations Srl, 23/02/2024
[4] Nota tecnica Poker290, Rhoss SpA, K20149 IT Ed.2 – 04-23
[5] User manual Poker290, Rhoss SpA, H58951/A – 04-23
[6] Gestione di apparecchiature per la climatizzazione contenenti refrigeranti infiammabili, Guida Assoclima&Assotermica, ed. 1, marzo 2024
[7] Istruzioni per l’uso e per l’installazione e la manutenzione, aroTHERM plus, Vaillant GmbH, 11/05/2020
Le potenzialità delle reti di calore innovative
Analisi dei benefici, in termini di efficienza energetica e quindi di decarbonizzazione, derivabili dall’implementazione di rete di calore fredda o di quinta generazione
E. Capretta*
Tra le possibili strategie di decarbonizzazione e miglioramento dell’efficienza energetica c’è l’utilizzo delle reti di teleriscaldamento efficienti. Il teleriscaldamento è un sistema di riscaldamento a distanza di un quartiere o di una città che utilizza il calore prodotto da una centrale termica, da un impianto di coge-
nerazione o da una sorgente geotermica. Un sistema di teleriscaldamento tradizionale (Figura 1) è una soluzione impiantistica che si basa sulla distribuzione del calore agli edifici tramite una rete di tubazioni preisolate in cui flui-
sce acqua calda ad alta temperatura (90-120 °C) prodotta da una grande centrale termica (centralizzata). In Figura 2 è illustrata l’operatività di una rete di teleriscaldamento tradizionale. Ai diversi innegabili vantaggi in
ambito energetico e ambientale, il teleriscaldamento tradizionale associa però altrettanti svantaggi:
• elevati investimenti giustificabili solo in presenza di centri urbani densamente abitati;
• elevata dispersione termica e costo
della rete di distribuzione;
• mantenimento di alte temperature vincolate all’utenza più esigente inefficiente anche nei periodi intermedi per la produzione di Acqua calda sanitaria;
• non soddisfa la necessità di condizionamento degli edifici;
• difficoltà d’integrazione da fonti rinnovabili e di recupero termico a causa dell’elevata temperatura delle reti di distribuzione;
• la centrale di teleriscaldamento può generare un incremento locale dell’inquinamento atmosferico.
Rete di calore fredda
Un’evoluzione alla classica rete di teleriscaldamento è la rete di calore fredda o di quinta generazione. Questo tipo di rete non fornisce direttamente energia termica alle utenze, ma fornisce la sorgente idrotermica (acqua). Il significato di idrotermico si riferisce al calore contenuto nell’acqua superficiale, ossia l’energia termica interna dell’acqua che può essere trasmessa, trasferita a un altro sistema. Il rapporto tra acqua ed energia, in particolare tra acqua ed energia rinnovabile, è oggi al centro dell’innovazione tecnologica nella ricerca di alternative più ecosostenibili rispetto all’utilizzo dei combustibili fossili. L’energia idrotermica è considerata a tutti gli effetti una fonte rinnovabile di energia dall’Unione Europea, come previsto dalla Direttiva 2018/2001/UE recepita in Italia attraverso il D.Lgs. 199/2021.
Vediamo a questo punto come funziona questa fonte di energia verde, pulita e rinnovabile. Innanzitutto, per l’utilizzo dell’energia idrotermica serve un bacino idrico dal quale estrarre il calore. La disponibilità di tale risorsa è senza dubbio un vantaggio importante in termini di costi e semplicità impiantistica.
Le condizioni ideali di un bacino idrotermico sono due:
• una temperatura media pressoché costante durante tutto l’anno, in base all’andamento della temperatura stagionale media entro i primi 2 metri di profondità;
• una quantità della risorsa idrica disponibile che non subisce alterazioni eccessive da un periodo all’altro, per assicurare un approvvigionamento costante di acqua utilizzabile a scopi termici.
Oltre ai bacini superficiali (mari, fiumi, laghi) c’è la possibilità di attingere energia dall’acqua di falda tramite pozzi di presa. Questa è un’ottima soluzione avendo tale sorgente una temperatura pressoché costante tutto l’anno.
Il sistema prevede il prelievo di acqua dal bacino idrotermico che viene convogliata verso uno scambiatore di calore, dove cede calore al circuito secondario. In seguito, l’acqua torna al bacino o in falda per la restituzione della risorsa naturale, reimmettendo l’acqua raffreddata di 3/5 °C.
FIGURA 2 Operatività di una rete di teleriscaldamento tradizionale
FIGURA 3 Operatività Rete di teleriscaldamento fredda
FIGURA 1 Rete di teleriscaldamento tradizionale
Il circuito secondario è composto da una tubazione idraulica in PEHD in cui è presente un fluido termovettore (acqua dolce), ossia un fluido in grado di funzionare come un vettore di energia termica, ovvero di calore. Il fluido secondario riscaldato dal calore dell’acqua del bacino o falda attraverso lo scambiatore di calore viene inviato a una pompa di calore che utilizza il calore per l’evaporazione (evaporatore) del gas frigogeno che innesca il ciclo termodinamico (compressore) che produce calore ad alta temperatura e tramite il condensatore cede calore all’impianto di riscaldamento e produzione di ACS condominiale. La rete viene mantenuta a una temperatura media (10-25 °C) a cui le Pompe di Calore operano a condizioni ottimali (Figura 3).
La rete a bassa temperatura può essere alimentata integrando altre forme di energia disponibili in loco oltre a quella del bacino idrico (Figura 4) come ad esempio calore di scarto industriale, il calore che può essere fornito da caldaie a biomassa, calore di dispersione dei data center, calore di dispersione delle acque bianche di scarico, calore di dispersione per garantire il raffreddamento delle celle e dei banchi frigoriferi dei supermercati, non ultimo il calore disperso dalle pompe di calore per garantire la climatizzazione estiva degli edifici. La pompa di calore estrae energia dalla rete in modalità riscaldamento e immette energia nella rete in modalità raffrescamento.
In questo modo al vantaggio di una gestione complessiva della generazione si aggiunge la flessibilità di consumo dell’utenza finale.
Inoltre, in alcuni periodi è possibile sfruttare un effetto di bilanciamento dei carichi freddi e caldi sulla rete garantendo un recupero termico totale.
L’utilizzo dell’energia idrotermica garantisce numerosi benefici:
• fonte di energia rinnovabile;
• elevata versatilità;
• nessuna emissione di gas serra diretta;
• bassi costi energetici;
• possibilità di utilizzo anche per la climatizzazione estiva.
L’integrazione con la pompa di calore (Figura 5), inoltre, permette di usufruire di una soluzione versatile per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria.
La pompa di calore è anche un sistema ad alta efficienza, con la possibilità di produrre circa 5 kWh di energia termica con 1 kWh di energia elettrica, elettricità che può essere prodotta con un impianto fotovoltaico per azzerare l’impronta di carbonio. L’efficienza complessiva del sistema ne risulta migliorata grazie:
• all’uso di Pompe di calore ad alta efficienza;
• alla rete a bassa temperatura, che garantisce minori dispersioni di rete e a costi notevolmente ridotti in quanto
la tubazione interrata è in PEHD non coibentata;
• all’impatto ambientale e paesaggistico nullo;
• all’utilizzo delle pompe di calore, con cui è possibile climatizzare gli edifici sia in estate che in inverno e abbinabili a qualsiasi tipo di unità terminale;
• al mantenimento dell’autonomia di gestione termica di ogni singolo edificio;
• alla possibilità di installazione della rete anche per piccoli centri urbani.
In Figura 6 e 7 sono illustrate le potenzialità di una rete alimentata rispettivamente da acqua di falda e biomasse.
Direttiva (UE) 2024/1275
La direttiva (UE) 2024/1275 sulla prestazione energetica nell’edilizia è stata pubblicata l’8 maggio 2024 sulla Gazzetta Uffi ciale dell’Unione europea. La direttiva europea Case Green che fa parte del pacchetto di riforme Fit for 55, mira a ridurre progressivamente le emissioni di CO2 del parco immobiliare europeo e raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione entro il 2050 attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza
FIGURA 4 Fonti di alimentazione di una rete calore
FIGURA 5 Integrazione con pompa di calore
energetica, che prevede entro il 2030 la media di consumo energetico del settore residenziale deve decrescere del 16%, ed entro il 2035 del 20-22%, i paesi UE hanno fino al 29 Maggio 2026 per recepire la Direttiva.
Questo è un problema che preoccupa molto i cittadini in quanto per il raggiungimento di tali obiettivi si richiedono importanti investimenti sul parco immobiliare esistente. Il collegamento a una rete fredda permette a qualsiasi edificio il miglioramento di almeno tre classi energetiche (Figura 8) grazie alla possibilità di abbandonare i tradizio-
nali impianti con caldaie a gas e sostituirle con pompe di calore condensate ad acqua, ciò evita investimenti sull’involucro edilizio che risultano notevolmente più onerosi e invasivi rispetto agli interventi di sostituzione del generatore termico. Ciò faciliterebbe il raggiungimento di tali obiettivi imposti dalla direttiva UE 2024/1275 anche agli edifici posti in centri storici dove spesso è praticamente impossibile eseguire cappotti termici. In effetti la presenza di una rete fredda permette agli edifici che si connettono di raggiungere gli obiettivi imposti da tale normativa.
Il risparmio energetico si traduce per l’utente finale in risparmio economico di oltre il 50% sui costi delle utenze termiche. La nuova configurazione di impianto produce altri vantaggi:
• assenza di combustibili o accumuli sostanze infiammabili: no CPI (certificato di prevenzione incendi;
• eliminazione dei fumi di combustione e il rischio di perdite di gas naturale;
• maggiore flessibilità sul range di temperature di funzionamento;
• maggiore efficienza in modulazione e gestione del carico termico agli impianti.
• possibilità di climatizzazione estiva anche in centri storici in quanto le pompe di calore condensate ad acqua non necessitano di unità esterne.
L’adozione della nuova configurazione di impianti permette una radicale elettrificazione delle utenze finali negli edifici residenziali. Migliorando, quindi, l’autoconsumo collettivo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili valorizzata dall’incentivo CER (Comunità Energetiche Rinnovabili).
Conclusioni
In conclusione, l’implementazione, ove possibile, di reti di calore innovative rappresenta un tassello importante nei percorsi di decarbonizzazione. La riduzione delle emissioni di gas serra non solo migliora la qualità dell’aria e protegge la salute pubblica, ma contribuisce anche a mitigare gli effetti del cambiamento climatico su scala globale. L’integrazione con altre fonti di energia rinnovabile apre la strada a un sistema energetico più resiliente e flessibile, capace di rispondere alle sfide della transizione ecologica. Questo processo, inoltre, gioca un ruolo cruciale nella decarbonizzazione del sistema energetico, riducendo progressivamente la dipendenza da combustibili fossili e rafforzando la sicurezza energetica del nostro Paese e dell’Europa.
La riduzione delle emissioni di gas climalteranti rappresenta un’opportunità concreta per accelerare la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile, in grado di conciliare crescita economica e tutela ambientale. In definitiva, investire in queste soluzioni non significa solo proteggere il Pianeta, ma anche garantire un futuro più prospero per le generazioni a venire.
* Emidio Capretta, Emi Engineering Srl
FIGURA 6 Rete alimentata da acqua di falda
FIGURA 7 Rete alimentata da biomasse
FIGURA 8 Miglioramento Classe Energetica
AiCARR Educational srl - Società Benefit per il sociale
La società ha aderito al Manifesto “Insieme per contrastare la povertà energetica” creato dalla Fondazione Banco dell’energia. Il manifesto nasce da una strategia che vede l’inclusione e la sostenibilità quali elementi fondanti, in coerenza con le linee guida adottate dall’Europa per il sostegno agli interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica. Oltre a monitorare la situazione a livello nazionale, i soggetti firmatari si impegnano per promuovere progetti territoriali con enti pubblici, società private o del terzo settore.
Con l’adesione al Manifesto, AiCARR Educational srl ha inteso dare un segnale concreto all’impegno assunto nel diventare B Corp attraverso nuove forme di sostegno per i più bisognosi. I firmatari del Manifesto, infatti, lavorano per rendere accessibili gli strumenti di efficientamento energetico, aumentare la consapevolezza sui consumi energetici e sostenere, attraverso l’implementazione di progetti mirati, coloro che si trovano in una condizione di vulnerabilità economica e sociale.
Nel 2024 AiCARR Educational srl ha sostenuto il progetto “Energia alle donne”
Fire Safety Engineering: approccio ingegneristico della sicurezza antincendio Corso di aggiornamento per i professionisti ai fini del mantenimento dell’iscrizione negli elenchi del Ministero dell’Interno (Autorizzazione U.0011137 del 15.10.24)
Comincia il 28 gennaio il Percorso dedicato alla ingegneria della sicurezza antincendio, meglio conosciuta come Fire Safety Engineering-FSE. Attraverso 3 moduli frequentabili singolarmente è possibile approfondire le novità della FSE, partendo dalla conoscenza del metodo di progettazione per passare alla impostazione di progetti di FSE e quindi concludere con la cosiddetta FSE Investigation che, mediante l’analisi di casi concreti, porta al continuo miglioramento della progettazione di prevenzione incendi. La collaborazione fra AiCARR Formazione e il Collegio dei Periti Industriali della Provincia di Matera consente a coloro che frequentano uno o tutti i moduli del percorso di poter ricevere non solo i consueti crediti formativi ma anche il riconoscimento di ore di formazione valide ai fini del mantenimento dell’iscrizione dei professionisti negli elenchi del Ministero dell’Interno (Art. 7 D.M. 05/08/2011, Auto. Dir. Regionale VV.F. Basilicata n. U.0011137 del 15.10.24). Il calendario
Fire Safety Engineering: basi di un metodo di progettazione, 28 e 30 gennaio 2025
Fire Safety Engineering: impostazione di progetti, 11 e 13 febbraio 2025
Fire Safety Engineering: Investigation, 11 e 13 marzo 2025
Impegno sociale, adesione a Fondazione Banco dell’Energia e certificazione B Corp
Prosegue l’impegno di AiCARR Educational srl Società benefit per il sociale attraverso nuove forme di sostegno per i più bisognosi. Di recente, infatti, la società ha aderito a Fondazione Banco dell’Energia: si tratta di una rete di imprese, associazioni, organizzazioni del Terzo Settore ecc. impegnati nel mettere in campo azioni concrete per contrastare la povertà energetica. Oltre a contribuire a un’opera di monitoraggio a livello nazionale, AiCARR Educational srl e gli altri firmatari si impegnano a promuovere progetti territoriali con enti pubblici, società private o del terzo settore. Fondazione Banco dell’Energia, costituito per volontà del Gruppo A2A, dal 2016 ha contribuito
ad aiutare 13.000 persone grazie alle oltre 20.000 donazioni ricevute.
In aggiunta AiCARR Educational srl, attiva nella formazione sui temi dell’efficienza energetica e che da inizio 2024 è Società benefit, dallo scorso settembre è certificata anche B Corp. Si tratta di una attestazione che, sulla base di performance ambientali, sociali, di responsabilità e trasparenza, contraddistingue quelle realtà che hanno superato con successo il B Impact Assessment (BIA). Nello specifico, AiCARR Educational ha ottenuto un punteggio pari a 105,6, di gran lunga superiore al requisito minimo di 80 punti necessario per ottenere la certificazione.
Un patrimonio da salvare: AiCARR in prima fila
per edifici più efficienti e sicuri
AiCARR, insieme a più di altri 25 soggetti tra associazioni, aziende e istituzioni, ha siglato il documento “Un patrimonio da salvare”. Il punto di partenza è legato a due dati ben precisi: il 40% del consumo finale di energia e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra in UE dipendono dagli edifici.
Il “patrimonio” è dunque quello edilizio, sul quale è necessario intervenire rapidamente al fine di ridurne l’impatto complessivo sull’ambiente. Mettere l’efficienza energetica al centro della politica energetica in Italia è dunque cruciale per ottenere benefici su più fronti, quali quelli sociale, economico e ambientale.
Da dove partire? Il primo step è quello di analizzare lo stato attuale del parco immobiliare italiano ed elaborare questi dati anche grazie al contributo della comunità scientifica e professionale. Le informazioni ottenute possono così contribuire alla stesura di un Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, grazie al quale definire le misure di stimolo e accompagnamento necessarie a livello burocratico e fiscale. Il coinvolgimento degli esperti della filiera nei processi di consultazione e definizione delle politiche
energetiche rappresenta un punto chiave all’interno di questo percorso: l’esperienza accumulata dagli operatori di settore assicura infatti un innegabile valore aggiunto per compilare il Piano Nazionale di ristrutturazione che l’Italia dovrà mettere a punto entro il 2025.
A quello dell’efficientamento si affianca un altro tema, altrettanto cruciale: quello della messa in sicurezza. A parte una piccola percentuale di edifici di recente costruzione o ristrutturazione, il resto necessita di interventi urgenti per ristabilire le condizioni di sicurezza ideali. Attivarsi è dunque imperativo: “Un patrimonio da salvare” punta a sollecitare le istituzioni nazionali e comunitarie al fine di supportare il settore privato con risorse finanziarie dedicate attraverso una erogazione efficace e di semplice accesso.
Al via la Strategia Nazionale dell’Idrogeno
È stata presentata a fine novembre la Strategia Nazionale dell’Idrogeno. Attesa da ormai due anni, rappresenta un ulteriore passo in avanti nella politica di decarbonizzazione del paese.
Tre i possibili scenari ipotizzati in un arco temporale di lungo periodo:
Alta diffusione – Al vettore idrogeno è attribuito un ruolo molto importante, pur caratterizzato da differenze legate ai settori di impiego. Base – All’idrogeno viene riconosciuto un contributo significativo, ma ipotizza un maggiore ritardo nella maturazione e nel raggiungimento della competitività di questo vettore.
AiCARR informa www.aicarr.org
Intermedio – Si posiziona indicativamente a metà tra i due estremi, con una crescita significativa nella diffusione dell’uso dell’idrogeno in diversi settori applicativi.
Nel frattempo hanno preso il via alcuni programmi definiti “Progetti bandiera”; tra questi, sarà la Basilicata a occuparsi della valutazione di progetti di ricerca applicata per la produzione e l’utilizzo innovativo di idrogeno.
“La nostra Strategia si articola su diversi scenari, sapendo che l’affermazione del vettore idrogeno dipenderà da molteplici e trasversali tematiche. – ha spiegato in occasione della presentazione
il Ministro del MASE Gilberto Pichetto Fratin –Oggi il governo vuole dunque condividere con imprese e industrie una visione su un settore che già può contare su risorse complessive superiori ai 6 miliardi, ma che ha ancora bisogno di sviluppare un mercato solido e va dunque accompagnato con nuovi strumenti, insieme a una forte coesione inter-istituzionale”.
Progetti pilota
Hanno preso il via alcuni programmi definiti “Progetti Bandiera” e la Basilicata sarà protagonista nella valutazione di progetti di ricerca applicata per la produzione e l’utilizzo innovativo di idrogeno. Questi progetti, finanziati con 10 milioni di euro nell’ambito delle iniziative del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, sono un passo importante verso la transizione energetica della regione. La Basilicata si sta preparando, infatti, a diventare un punto di riferimento nazionale per l’energia verde, con l’intento di definire a breve un avviso pubblico per l’avvio dei progetti.
Pubblicato il terzo Rapporto Annuale ENEA
sull’Efficienza Energetica
Risparmi energetici per oltre 3,6 Mtep, pari ai consumi elettrici complessivi di Lazio e Toscana: è questo il dato più eclatante che emerge dal 13° Rapporto annuale ENEA sull’efficienza energetica (RAEE) relativo all’anno 2023. Merito delle detrazioni fiscali, alle quali si deve un risparmio di circa 2 Mtep (56,2% del totale 2023), seguite dai Certificati Bianchi, dagli incentivi per la mobilità sostenibile e dal Conto Termico. Aumentano, seppur con quote minime, anche i risparmi energetici conseguiti nell’ambito dei progetti realizzati attraverso i Fondi di coesione. In calo invece quelli conseguiti tramite i meccanismi di detrazione fiscale: -21,2% il SuperEcobonus e -20,4% l’Ecobonus. Sostanzialmente stabile il Bonus Casa (-0,9%). Un forte input arriva anche dal terzo ciclo di audit energetici obbligatori per le grandi imprese e quelle energivore. 10.241 le diagnosi pervenute da 5.797 soggetti obbligati, di cui il 44% è costituito da grandi imprese, il 40% da
PMI energivore e il 16% da grandi imprese energivore, per un risparmio pari a 0,5 Mtep. Rispetto all’avvio del secondo ciclo di diagnosi energetiche obbligatorie, le grandi imprese energivore sono aumentate del 19%, mentre le grandi imprese sono diminuite dell’11%. I dati incoraggianti presentati nel Rapporto sono il risultato del peso sempre più rilevante assunto nel Paese dall’efficienza energetica e dallo sviluppo di apposite metodologie e banche dati, utili per coinvolgere attivamente istituzioni, imprese, e cittadini. L’efficienza energetica rappresenta dunque la chiave per raccogliere alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo e raggiungere i traguardi disegnati dall’Unione Europea. Alla luce delle vulnerabilità delle filiere energetiche globali, è fondamentale sfruttare le potenzialità offerte dall’innovazione, puntando sulle tecnologie emergenti e sulla digitalizzazione, che consente un monitoraggio in tempo reale delle emissioni e l’ottimizzazione dei consumi.
Piano Industria 5.0: opportunità, aspetti operativi e criticità
AiCARR Formazione ripropone il 10 febbraio il corso dedicato alla opportunità del Piano Industria 5.0. L’art 38 del Decreto Legislativo n. 19/2024 Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ha istituito il credito d’imposta Transizione 5.0, una agevolazione diretta ad aiutare le imprese nel cammino verso la transizione digitale ed energetica. Il corso mette in evidenza le opportunità offerte dal Decreto così come gli aspetti operativi e le criticità ancora presenti e presenta i punti più salienti dello stesso Decreto allo scopo di supportare i professionisti e le aziende che saranno coinvolti nella applicazione del piano di Transizione 5.0
Data e orario della diretta web
10 febbraio 2025, dalle 9.00 alle 13.00
Involucro edilizio e calcolo dei carichi termici, dal 3 marzo
Il punto di partenza per la progettazione del sistema edificio-impianto risiede nei calcoli che permettono di determinare il fabbisogno di energia per la climatizzazione invernale ed estiva e che sono strettamente collegati alle caratteristiche dell’involucro edilizio. Pensando alle esigenze dei giovani professionisti, AiCARR Formazione propone nel Percorso Fondamenti i tre moduli che illustrano rispettivamente le caratteristiche termofisiche dell’involucro edilizio, il calcolo dei carichi termici estivi e il calcolo dei carichi termici invernali. In particolare, il primo dei tre moduli, in programma in diretta web a partire dal 3 marzo, presenta i componenti e i materiali che costituiscono l’involucro edilizio, ponendo l’accento sulle loro proprietà termoigrometriche, illustra il calcolo dei parametri prestazionali termici, sia per l’involucro che per suoi componenti, e definisce e applica le verifiche di legge previste. Il calendario
3 e 7 marzo - Caratteristiche termofisiche dell’involucro edilizio
18 e 19 marzo - Calcolo dei carichi termici estivi 24 e 25 marzo - Calcolo dei carichi termici invernali
La progettazione di impianti di climatizzazione, fra teoria e pratica
A partire dal 2 aprile il Percorso Fondamenti vede in programma un appuntamento sempre molto atteso dai più giovani: gli 8 corsi dedicati alla progettazione degli impianti di climatizzazione più diffusi, che offrono una conoscenza a 360 gradi sulle varie tipologie di impianto, in un’ottica di equilibrio fra aspetti teorici e pratici.
Il primo modulo è in calendario il 2 e 4 aprile, le date dei successivi moduli sono consultabili nel sito di AiCARR Formazione www.aicarrformazione.org
Tutte le informazioni relative ai corsi sono pubblicate sul sito www.aicarrformazione.org
ABBONATISU
www.quine.it
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#95
Riqualificazione degli impianti condominiali
Impiantistica per il terziario
Decarbonizzazione e strategie per lo sviluppo sostenibile
Ottimizzazione energetica ed efficienza nell’industria
Comfort e qualità degli ambienti sanitari
Riqualificazione impiantistica degli edifici storici
Rinnovabili Climatizzazione
Pompe di calore Sistemi ibridi
Speciale CLIMA 2025 Edizione in inglese
Ventilazione Catena del freddo Monitoraggi e regolazioni
Ventilazione/filtrazione e impiantistica ospedaliera
Gestione degli impianti Ispezioni
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