CASE HISTORY
ISSN 0003-1925
FIERE
La presenza del Canada ad Hannover Messe
Motori a razzo: massimizzare l’efficienza A PAGINA 14
A PAGINA 16
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#8 Anno 80 - Dicembre 2024
MENSILE D’INFORMAZIONE PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE EDITORIALE
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Sempre un passo avanti
Una sfida economica e sociale
Novità hardware e software per la partecipazione di Mitsubishi Electric a Bimu 2024 A PAGINA 10
Fabio Chiavieri
Ciò che sta succedendo in questi giorni nel comparto auto era in qualche modo prevedibile e annunciato. Pensare di trasformare il settore puntando sulla transizione verso il motore elettrico, senza prima ripensare a un modello industriale sostenibile non solo per l’ambiente ma anche per i lavoratori, significa essere scollati dalla realtà. Allo stesso modo, non è possibile idealizzare un mondo più green - che piacerebbe a tutti sia chiaro – se a farne le spese sono, in prima istanza, le classi già in difficoltà. Partiamo dal presupposto che la tecnologia corre e avanza a un ritmo troppo veloce rispetto al tempo che richiede il ricollocamento della forza lavoro opportunamente formata. Anche supponendo che i Governi riescano a mettere in campo delle azioni massicce di formazione nei confronti dei lavoratori rimasti disoccupati, viene da chiedersi nel frattempo come farebbero a vivere. E stiamo parlando di migliaia e migliaia di persone. Scoprire adesso che la produzione di auto elettriche richiede meno componenti rispetto a quelle a combustione interna, rischiando di distruggere le competenze tradizionali che per l’Europa, e in particolare per l’Italia, hanno rappresentato delle eccellenze mondiali è da incompetenti per non azzardare altre definizioni. Problemi che vanno ad accanirsi ulteriormente sulla domanda di automobili - già in calo da molto tempo (e per ragioni diverse dall’arrivo dell’elettrico) – che ora, anche a causa dei prezzi decisamente più alti delle auto elettriche rispetto a quelle a combustione interna, rischia di precipitare. Mi ha molto colpito una riflessione uscita in questi giorni sui quotidiani nazionali: nel 1994 una Punto costava come dieci mesi di salario di un operaio della Fiat, oggi per una Cinquecento elettrica ci vogliono 18 mensilità. Una crisi che non può risolversi con gli incentivi statali all’acquisto di auto elettriche, peraltro sempre mal gestiti e che, a monte, non tengono conto, come ha sottolineato giustamente Nicola Armaroli Direttore di Ricerca dell’Istituto ISOF-CNR che “... per le nuove generazioni l’auto è spesso considerata un bene superfluo e troppo costoso.” L’Europa ha un innegabile problema di inquinamento urbano che impone un approccio totalmente diverso al tema della mobilità, motivo per cui si deve necessariamente guardare avanti e puntare su tecnologie innovative, a condizione che di questi cambiamenti ne beneficino tutti, nessuno escluso. Il rischio, altrimenti, è che le strategie governative dovranno presto occuparsi solo di salvaguardare i lavoratori e non più i posti di lavoro. f.chiavieri@lswr.it
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