CASA&CLIMA 88

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Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

N. 88 I Anno XV I NOVEMBRE/DICEMBRE 2020 I Bimestrale

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

L’UFFICIO DEL FUTURO METTE LA SALUTE AL CENTRO

CONTABILIZZAZIONE Cosa cambia con il D.Lgs. 73/2020 ACUSTICA EDILIZIA Dal progetto alla realtà di cantiere RICERCHE Caratteristiche dell’involucro e qualità degli ambienti interni PAVIMENTI IN LEGNO I sottosistemi tecnico-funzionali del parquet Organo ufficiale

ISSN: 2038-0895

SUPERBONUS 110% APE convenzionale e tradizionale, qual è la differenza?






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IN QUESTO NUMERO NOVEMBRE/DICEMBRE 2020

BIMESTRALE Organo ufficiale di:

Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine) Marco Zani (Quine)

54 4 EDITORIALE 6 NOVITÀ PRODOTTI 12 TECH CONTABILIZZAZIONE

il D.Lgs. 73/2020 a cura della redazione

INTERVISTA

22 Anche l’occhio vuole la sua parte a cura di Sebastian Bendinelli

RICERCHE

24 Caratteristiche dell’involucro e qualità degli ambienti interni di Francesco Babich e Roberto Lollini

PROGETTAZIONE

28 Acustica edilizia: dal progetto alla realtà di cantiere di Patrizia Ricci

INTERIOR

34 L’ufficio del futuro mette la salute al centro a cura di Sebastian Bendinelli

IN COPERTINA

SPECIALE SUPERBONUS

39 APE convenzionale

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e tradizionale, qual è la differenza?

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

ISSN: 2038-0895

N. 88 I Anno XV I NOVEMBRE/DICEMBRE 2020 I Bimestrale

Fondata da Andrea Notarbartolo Direttore responsabile Marco Zani

di Patrizia Ricci

DENTRO L’OBIETTIVO

48 Nascita di un complesso di Social Housing

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

16 Cosa cambia con

72

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Redazione Silvia Martellosio, Sebastian Bendinelli redazione.casaeclima@quine.it L’UFFICIO DEL FUTURO METTE LA SALUTE AL CENTRO

CONTABILIZZAZIONE Cosa cambia con il D.Lgs. 73/2020 ACUSTICA EDILIZIA Dal progetto alla realtà di cantiere RICERCHE Caratteristiche dell’involucro e qualità degli ambienti interni

di Gabriella Monaca

54 La tradizionale

PAVIMENTI IN LEGNO I sottosistemi tecnico-funzionali del parquet

NUOVI INGRESSI

WORK IN PROGRESS

74 L’innovazione sostenibile richiede un cambio di mentalità

a cura della redazione

60 Riqualificazione

e risanamento di un edificio anni ’50: un anno al 110% di Davide Gigli

BIOMASSE

75 ENEA a FIPER:

OK al coefficiente di conversione per le reti di teleriscaldamento a cura di FIPER

SPECIALE PAVIMENTI IN LEGNO

RECOVERY FUND

63 I sottosistemi

76 Finanziamo il futuro

tecnico-funzionali del parquet

di Manlio Vendittelli

di Domenico Adelizzi

CONSULENZA FISCALE

principale

a cura di Assocaaf

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Grafica e Impaginazione Emanuela Contieri Hanno collaborato a questo numero Domenico Adelizzi, Assocaaf, Francesco Babich, FIPER, Fondazione Promozione Acciaio, Davide Gigli, Roberto Lollini, Gabriella Monaca, Patrizia Ricci, Manlio Vendittelli Pubblicità Quine Srl 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 - dircom@quine.it Traffico, Abbonamenti, Diffusione Rosaria Maiocchi Editore Quine srl - www.quine.it

a cura di Fondazione Promozione Acciaio

72 IMU e abitazione

SUPERBONUS 110% APE convenzionale e tradizionale, qual è la differenza?

Organo ufficiale

SERVIZIO A PAGINA

lamia pugliese si riscopre innovativa

Comitato scientifico Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Gianfranco Borsatti (Anfus) Sergio Fabio Brivio (Finco) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Riccardo Casini (Unicmi) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Daniela Dal Col (Anna) Gianluca De Giovanni (Assofrigoristi)

Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Fabio Gasparini (Assites) Potito Genova (Assobon) Gabriella Gherardi (Aises) Donatella Guzzoni (Sismic) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Carlo Miana (Assoroccia) Laura Michelini (Anfit) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Paolo Pastorello (Restauratori Senza Frontiere) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Carmine Ricciolino (Aiz) Walter Righini (Fiper) Marcello Rossetti (Aicap) Kristian Schneider (Ari) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa) Bruno Ulivi (Ait)

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Presidente Giorgio Albonetti Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 e-mail: redazione@quine.it Servizio abbonamenti Quine srl, 20141 Milano – Via G. Spadolini, 7 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30 Stampa Aziende Grafiche Printing Srl – Peschiera Borromeo (MI) Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191 Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati. INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LGS 196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter e ettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Lgs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via G. Spadolini 7, 20141 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Lgs 196/2003.

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EDITORIALE

L’odissea degli studenti fuori sede alle prese con il Covid-19

ANGELO ARTALE, Direttore Generale Finco

Dalla gestione dei tirocini a quella dei tamponi, l’emergenza sanitaria ha fatto emergere gravi lacune amministrative nella Regione Lazio. Una macchina amministrativa enorme e, da tempo, malfunzionante

Fatto sta che le ulteriori lacune nella gestione regionale sono venute al pettine durante questa emergenza e, nonostante alcuni discutibili aspetti nel conteggio dei tamponi (la Regione Lazio è l’unica insieme al Piemonte a conteggiare nel caricamento giornaliero del numero dei nuovi positivi sia i tamponi molecolari che i test antigenici, abbassando così il tasso di contagio) adottati per dare l’immagine di una Regione “modello”, le testimonianze di chi si trova a vivere

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l’odissea dei tamponi sono ben diverse. FINCO intrattiene rapporti con studenti fuori sede sia nell’ambito del programma “Garanzia Giovani” sia di tirocini curricolari e spesso ha toccato con mano le criticità affrontate dai giovani impegnati in tale programma che hanno a che fare con i ritardi nel pagamento di quanto dovuto dalla Regione. Con una lettera già del 22 dicembre 2016, la Federazione scriveva: “Egregio Signor Presidente Zingaretti, con la presente si segnalano – ed al contempo se ne richiedono le motivazioni – i persistenti e rilevanti ritardi segnalatici da Associazioni federate nel versamento agli stagisti (tirocinanti) dell’indennità a carico della Regione Lazio per il tramite INPS nell’ambito del Progetto Garanzia Giovani. Ciò nonostante

Le lacune nella gestione regionale sono venute al pettine, e le testimonianze di chi si trova a vivere l’odissea dei tamponi sono ben diverse dall’immagine della Regione “modello”

Q

uesta volta voglio dedicare l’editoriale alla vicenda e a un quesito che mi ha indirizzato uno stagista che abbiamo in FINCO a Roma, perché mi sembrano entrambi esemplari ed emblematici: come fa il Presidente della Regione Lazio a ricoprire anche la carica di Segretario del Partito Democratico (ma questo valeva, sia ben inteso, anche per Matteo Salvini quando faceva il Segretario della Lega e il Ministro dell’Interno)? La risposta è semplice: non lo fa. Infatti non controlla nulla, non può e forse non vuole e se ne vedono i risultati, e se nella sanità la situazione non è peggiore è grazie all’abnegazione di molti operatori sanitari. Se il Direttore Generale di una Federazione che raccoglie quaranta Associazioni (FINCO), compito sideralmente meno impegnativo, lavora in media undici ore al giorno per poter svolgere il proprio lavoro, sorge spontaneo domandarsi quante ore abbia a disposizione in una giornata il nostro Presidente di Regione.


L’ansia di non saper cosa fare quando senti la persona nella stanza accanto tossire ininterrottamente. Mascherina, alcool e candeggina alla mano, si inizia a vivere in camera

la bimestralizzazione dei pagamenti a beneficio della diminuzione degli adempimenti amministrativi da parte regionale e dell’INPS (non certo a beneficio dei percettori). Quanto in premessa induce molti giovani a considerare negativamente un’iniziativa altrimenti ritenuta efficace [...] Pagine su pagine di FAQ circa gli obblighi dei contribuenti (che siano studenti, agenzie o imprese) e nulla circa quelli della pubblica Amministrazione (sia Regione che INPS), con il beneplacito del Ministero del Lavoro, a quanto pare… Confidiamo si voglia vigilare affinché tali continui e cronici ritardi nell’esecuzione di quella che è una legge dello Stato abbiano termine. [Infatti da ultimo, ad esempio: rimborso pro-quota per una stagista in Garanzia Giovani che ha finito a ottobre 2018, fruito a novembre 2020, ndr]”. In tutta risposta, la Regione Lazio cosa fa? Ha reso più efficienti tali pratiche? No, ha spostato l’onere dell’anticipo di quanto dovuto dalla Regione stessa alle Aziende, alla faccia della tanto decantata attenzione verso le PMI. Il fatto è vergognoso come vergognosa è la storia che segue, cioè l’esperienza riportataci da uno dei nostri collaboratori, che racconta la situazione in cui qualsiasi studente fuori sede, giovane lavoratore o tirocinante, che abbia avuto la sfortuna di avere un incontro ravvicinato con il Covid-19, si è trovato ad affrontare: “È il primo di novembre quando arriva il responso che certifica che una delle persone con cui convivo è positiva al Covid-19. Ma già a questo punto ci sarebbe molto da dire, perché questa persona riesce a fare il tampone in tempi brevi solo perché trova una via privilegiata tramite una sua conoscenza ed effettua il tampone riservato al personale sanitario. Una volta iniziata la quarantena comincia la vera odissea. Impossibile contattare la Asl, a qualsiasi ora del giorno, o meglio fino alle 17, dopodiché l’unico numero di riferimento è il numero verde regionale che, a giudicare dai servizi, sembra più uno sportello psicologico visto che ‘Non possiamo mettervi in contatto con la Asl’

o ‘Mi raccomando state attenti e indossate la mascherina’. Ci vengono lasciati quattro numeri telefonici tramite cui sollecitare la Asl: due sono inesistenti, agli altri non risponde nessuno. In ogni caso, al numero verde ci dicono che dovremo rimanere in quarantena fino a quando la persona che ha contratto il Covid-19 sarà negativa. Nel frattempo però, il Dpcm dice che dopo dieci giorni e un tampone negativo possiamo uscire di casa. Il Dpcm che uscirà qualche giorno dopo dirà addirittura che se siamo asintomatici possiamo uscire direttamente senza tampone, dopo quattordici giorni di quarantena. Inizia dunque la corsa alla ricerca di un centro privato che effettui il tampone molecolare, mentre la persona positiva inizia la sua maratona senza fine nel tentativo di contattare la Asl che, ad oggi, dopo undici giorni di chiamate, non ha ancora risposto. Passa qualche giorno prima che vengano attivati i tamponi molecolari nei centri privati, ma finalmente troviamo un centro che li effettua e ci prenotiamo per effettuare un tampone molecolare alla modica cifra di 69 euro. E la ricetta? Via raccomandata veloce, perché il centro la accetta solo su carta bianca e noi, studenti fuori sede, il medico di base spesso non lo abbiamo a Roma. Nel frattempo la convivenza si fa difficile. Cinque persone, di cui una positiva e gravemente sintomatica, seguita a distanza da parenti medici. L’ansia di non saper cosa dover fare quando senti la persona nella stanza accanto tossire ininterrottamente, giorno dopo giorno. Mascherina, alcool e candeggina alla mano, si inizia a vivere in camera. Ho sentito dire che in alcune regioni quando c’è un positivo in casa la spazzatura viene ritirata. Evidentemente non qui e quindi si cerca di fare del proprio meglio: nessuna differenziata, tutto chiuso in un doppio sacchetto e si spera che basti. Eh già, perché per il resto si butta nei soliti bidoni dell’indifferenziata sotto casa, perché no, cinque persone adulte chiuse in una casa per studenti da dieci giorni non hanno posto per accumularla in casa. La nostra storia non sarà la più tragica che leggerete, né vuole esserlo, ma è la fotografia di un sistema di tracciamento e assistenza che non sta funzionando. Studenti fuori sede e tirocinanti (e non siamo pochi a Roma) spesso non hanno un medico di base qui, né una macchina a disposizione. Il risultato? Per la Asl sei inesistente. Se la ricetta proviene da un’altra Regione non ti tamponi ai drive-in. Aspettiamo, chissà quanti giorni passeranno ancora prima che la Asl ci ricontatti”.

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NOVITÀ PRODOTTI

Soluzioni ibride compatte e flessibili Viessmann introduce la serie Hybridcell, quattro nuovi sistemi ibridi che combinano una caldaia a condensazione serie Vitodens, una pompa di calore monoblocco o split e componenti idraulici (accumulo inerziale o compressore), creando soluzioni flessibili in grado di adeguarsi alle richieste più specifiche in termini di riscaldamento, raffrescamento e produzione sanitaria. Tra le novità proposte, il nuovo sistema ibrido Hybridcell-MA si compone di pompa di calore monoblocco idronica Vitocal 100-A fino a 10 kW, caldaia a condensazione serie Vitodens 100/200-W fino a 35 kW e accumulo inerziale ibrido Hybridcell 40 litri. La pompa di calore, posta in modalità riscaldamento, riesce a coprire il fabbisogno termico in modo efficiente fino a una temperatura esterna impostabile, eventualmente con l’integrazione energetica di caldaia per il cosiddetto funzionamento bivalente parallelo; una volta superata la soglia definita, Vitocal 100-A procede avviando automaticamente la caldaia Vitodens in funzionamento bivalente alternato. L’accumulo ibrido Hybridcell è una soluzione compatta e flessibile, ideale per l’applicazione residenziale, come nel caso di appartamenti e di edifici monofamiliari di dimensioni medio-piccole, e prevede la possibilità di installare fino a due circuiti di riscaldamento/raffreddamento, uno dei quali dotato di valvola miscelatrice, in grado di gestire circuiti a temperatura differenziata e di garantire, in questo modo, il massimo del comfort stagionale, ottimizzando altresì gli spazi di installazione.

www.viessmann.it

Nuova serie NRG e NRGI con refrigerante R32 Le pompe di calore Aermec della serie NRG e NRGI, progettate per l’installazione esterna, sono particolarmente indicate per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria. Il sistema multiscroll, on off per NRG e a inverter per NRGI, ottimizzato per il nuovo fluido R32 consente di ottenere i più alti valori di SEER e SCOP, i parametri che indicano l’efficienza energetica in raffrescamento e in riscaldamento al variare del carico. L’efficienza della serie è ulteriormente incrementata dalla possibilità di ventilatori inverter e della valvola di espansione elettronica. L’attenzione all’ambiente è testimoniata dall’uso del refrigerante R32 il cui potenziale di effetto serra è pari a meno di un terzo rispetto al tradizionale R410A. Inoltre, l’impiego di batterie alettate con tubi di ridotto diametro consente di contenere al minimo la carica di refrigerante del circuito. La silenziosità è garantita dall’uso dei compressori Scroll di ultima generazione che assicurano ridottissima emissione sonora e dall’adozione dei ventilatori dotati di inverter. Il dispositivo Night Mode consente, inoltre, a parità di efficienza energetica, di ridurre la potenza sonora nelle ore notturne, o più in generale, nelle ore più delicate dal punto di vista dell’impatto acustico. La versatilità di installazione è assicurata dal kit idronico a bordo macchina e dalle possibilità di scelta del gruppo di pompaggio. La gamma delle serie copre con quindici taglie e quattro configurazioni un range di potenza termica nominale che va da 97 a 190 kW.

global.aermec.com

Migliorare la qualità dell’aria interna grazie ai radicali ossidrilici Panasonic ha lanciato a novembre sul mercato le prime due unità interne (canalizzata flessibile PF3 e cassetta 90x90 PU3) della linea commerciale PACi NX (disponibile al completo da febbraio 2021), progettata per garantire una migliore qualità dell’aria degli ambienti interni e una maggiore flessibilità nella gestione dell’impianto tramite soluzioni IoT. Tutte le unità interne della linea PACi NX saranno dotate di serie della tecnologia nanoe™ X, basata sui radicali ossidrilici (noti anche come radicali OH-), che hanno il potere di inibire odori presenti sia nell’aria che sulle superfici, allergeni legati ad animali domestici, insetti e pollini maggiormente diffusi nell’area europea, alcuni virus e batteri e, infine, muffe. La nuova linea PACi NX sarà compatibile con i nuovi comandi CONEX di Panasonic, e sarà possibile scegliere tra un comando semplificato, ideale per gestire le normali opzioni di funzionamento del proprio impianto, e due applicazioni più evolute con Bluetooth e Bluetooth + Wireless. Le nuove unità vantano un’elevata flessibilità, possono essere posizionate sia in verticale che in orizzontale e consentono di modificare l’orientamento dell’aspirazione dell’aria nella parte posteriore o frontale dell’unità stessa tramite il semplice spostamento di un pannello di copertura. Grazie a un’altezza di soli 250 mm sono progettate per essere installate agevolmente anche in controsoffitti più bassi della norma, e il range di pressione statica esterna tra 10 e 150 Pa, consente di installare questa linea anche all’esterno delle stanze. Sono unità silenziose, con livelli sonori minimi di soli 22 dB (A) grazie al design migliorato dei ventilatori che garantiscono un flusso d’aria più fluido per un funzionamento a bassa rumorosità.

www.aircon.panasonic.eu 6

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CON ARIAPUR DI VALSIR NON SENTIRAI PIÙ CATTIVI ODORI abbinato alla cassetta tRoPea s: silenZiosa, aFFiDabile e Di GRanDe QUalitÀ

aRiaPUR Aspirazione combinata dal vaso WC e dall’ambiente Estremamente silenzioso Dotato di motore brushless di ultima generazione* per garantire consumi ridotti m 3/h

80-100* m3/h di ricambio aria garantiti Disponibile anche con lampada led integrata*

tRoPea s Cassetta silenziosa grazie al contenitore realizzato in materiale fonoassorbente Self cleaning

Componenti interni realizzati con materiali che ostacolano la formazione del calcare Risparmio idrico grazie alla regolazione dello scarico a 6/3 - 4,5/3 - 4/2 litri Componenti interni certificati secondo la UNI EN 3822 in classe silenziosità I a 3 e 5 bar Oltre 270 modelli di placche disponibili

* Versione AriApur100Led

ARIAPUR80 Ariapur è la soluzione di areazione per il bagno, l’innovativo sistema combinato con la cassetta WC silenziosa Tropea S. Cattura i cattivi odori direttamente dal WC aspirandoli ed eliminandoli prima che si diffondano nell’ambiente e, grazie al sistema di ventilazione della placca aspirante, elimina anche il vapore della doccia.

www.valsir.it


NOVITÀ PRODOTTI

Modularità e sistemi di comunicazione integrati Esybox Max amplia il range di applicazioni della Esybox Line di DAB Pumps, rivolgendosi specificamente al mondo del Commercial Building Service e facendo della modularità e dei sistemi di comunicazione integrati i suoi punti di forza. Esybox Max è infatti concepita secondo il concetto di O.S.A – On Site Assembly che consente di assemblare i gruppi di pompaggio direttamente nel sito di installazione, anziché presso l’impianto di fabbricazione. È una soluzione in grado di combinarsi a seconda delle necessità, rendendo più agevoli ma anche più efficienti le attività di selezione, distribuzione, installazione e manutenzione. Nel suo Product Journey, Esybox Max risolve al meglio le esigenze dei diversi utenti: progettista e installatore, distributore e manutentore, cliente finale e ambiente. Grazie al sistema modulare è sufficiente avere pochi dati essenziali per selezionare la composizione di prodotto più adatta alle esigenze di ogni progetto. Le diverse possibili configurazioni coprono infatti una vasta gamma di prestazioni. Il settaggio è rapido, grazie a un sistema di montaggio a incastro, al Wi-Fi integrato e alla connettività nativa; in caso di sistema multiplo, una volta completata l’attivazione semplificata della prima pompa, le altre Esybox Max si sincronizzano tra loro automaticamente. Il monitoraggio e la manutenzione sono poi ottimizzati da D.Connect, il servizio cloud di DAB che consente di controllare e gestire direttamente da remoto eventuali errori, anomalie e malfunzionamenti in modo tempestivo. Una volta individuate eventuali criticità, la praticità di montaggio e smontaggio della base consente un’immediata sostituzione in loco. La logistica e i trasporti sono ottimizzati, assicurando una minore emissione di CO2. Il prodotto è realizzato con una percentuale di plastica riciclata e dimostra un uso ragionato dei materiali e delle risorse del pianeta, così come il risparmio energetico garantito del 20% negli impianti di produzione si traduce in sostenibilità e rispetto per l’ambiente.

www.dabpumps.com

Pompa di calore aria-acqua senza connessioni frigorifere tra le unità

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Sanificatore d’aria per luoghi pubblici

THERMA V Hydrosplit di LG Electronics è una nuova pompa di calore per il raffreddamento, il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria in contesti residenziali, che non necessita di connessioni frigorifere tra unità esterna e interna, ma solo di tubazioni idrauliche. Sicuro e facile da installare, consente di risparmiare spazio e di integrarsi al meglio all’interno degli ambienti domestici. Lo scambiatore di calore a piastre è collocato all’interno dell’unità esterna, mantenendo così il circuito del refrigerante sigillato ed eliminando il rischio di perdite negli spazi interni. Poiché non necessita di tubazioni frigorifere, l’installazione di THERMA V Hydrosplit diventa molto più facile e veloce. Anche per questo prodotto LG ha adottato il refrigerante ecologico R32 con un Global Warming Potential (GWP) pari a 675, che si traduce in una riduzione dell’impatto ambientale, che può essere ulteriormente contenuta dalla combinazione di THERMA V Hydrosplit con un sistema solare termico. Il nuovo THERMA V Hydrosplit è dotato di un comando a filo RS3 con schermo LCD a colori, remotabile a parete, facile da utilizzare e abbinabile all’applicazione LG ThinQTM, compatibile con Google Assistant, che permette di visualizzare in tempo reale la portata e la pressione dell’acqua per aiutare a prevenire potenziali malfunzionamenti e facilitare la manutenzione.

Una delle principali problematiche da affrontare per fare in modo che le persone riprendano con serenità a frequentare i locali legati alla ristorazione e allo svago è quella della qualità dell’aria indoor. VORTICE ha realizzato la nuova gamma di sanificatori d’aria DEPURO PRO EVO che abbina a una comprovata azione di sanificazione dell’aria trattata anche un’elevata capacità filtrante. L’azione sanificante è demandata al modulo di fotocatalisi, la cui efficacia nei confronti del Covid-19 è certificata dalle prove condotte dal Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche “L. Sacco” dell’Università degli Studi di Milano. Le prove condotte hanno dimostrato che la tecnologia Dust-Free del modulo di fotocatalisi adottato negli apparecchi DEPURO PRO EVO uccide rapidamente le particelle virali eventualmente presenti nell’aria, assicurando così la rapida sanificazione dell’ambiente. L’azione filtrante si basa invece su una coppia di filtri assoluti HEPA H14, capaci di trattenere la pressoché totalità (99,995%) del microparticolato e delle goccioline prodotte da tosse o starnuti e che agiscono come vettori del virus. I DEPURO PRO EVO di VORTICE non richiedono installazione, e sono raccomandati per sanificare in un paio d’ore locali di superficie fino a 135-150 m2 (estensioni maggiori richiedono tempi di sanificazione più lunghi).

www.lg.com

www.vortice.it n.88   www.casaeclima.com



NOVITÀ PRODOTTI

Contatori per la misurazione automatica del consumo termico Per tutte le necessità di rilevazione e contabilizzazione diretta del calore, in ambito domestico e commerciale, ista presenta sensonic 3, una linea di contatori precisi, efficienti e affidabili nella misurazione della portata e della temperatura dei fluidi, singola (caldo, freddo) e combinata (caldo/freddo). Semplice da installare in posizione orizzontale o in verticale, sensonic 3 utilizza sonde di temperatura in platino che garantiscono la massima precisione nella misurazione della differenza di temperatura in mandata e in ritorno. L’unità di calcolo può essere combinata con diverse tipologie di sensori volumetrici. Al proprio interno sensonic 3 ha anche un sistema radio, concepito per comunicare con regolarità ed esattezza i dati delle letture. Questi saranno elaborati e resi disponibili agli utenti in forma di informazioni ampie e dettagliate, attraverso il sito web ista Portale Impianti, predisposto secondo criteri di trasparenza e riservatezza. Le numerose varianti consentono di scegliere il contatore sensonic 3 più adatto alle diverse applicazioni: per le piccole strutture residenziali con flusso nominale qp ≤ 2,5 m3/h, i modelli compatti concentrano in un unico apparecchio l’unità di calcolo, il sensore di flusso e la sonda di temperatura; per i grandi complessi edilizi con flusso nominale qp ≤ 1.000 m3/h, i modelli combinati dispongono di unità di calcolo, sensore di flusso (a ultrasuoni o Woltman) e di una coppia di sonde di temperatura.

www.ista.com

Servizi e soluzioni chiavi in mano per Ecobonus 110% Per supportare i propri clienti, progettisti e utilizzatori finali, Knauf Insulation ha stretto una partnership con GPI – Global Partners Integrator, società di servizi con una presenza estesa a tutto il territorio nazionale e che possiede al suo interno tutte le competenze necessarie a realizzare e completare le procedure, le verifiche, gli interventi e gli adempimenti connessi all’Ecobonus. I clienti, progettisti e utilizzatori finali dei prodotti Knauf Insulation possono accedere con particolari scontistiche a un panel completo di 16 servizi, che rispondono in maniera puntuale a tutti gli step necessari per il raggiungimento del Super Ecobonus. Si parte quindi da servizi che vanno dalla fase di verifica preliminare della situazione ante-operam, passando dai servizi di supporto alla progettazione vera e propria, all’assistenza tecnico-burocratica durante la fase esecutiva, alla gestione delle fasi post-operam sia che si tratti di detrazione fiscale, sconto in fattura o cessione del credito. Questi 16 servizi sono modulabili e usufruibili singolarmente o in pacchetti, di cui il principale è il pacchetto completo, che li raggruppa tutti offrendo un servizio “chiavi in mano”. In questo caso il cliente affida a GPI, quale unico interlocutore, lo svolgimento e l’esecuzione di tutti gli aspetti burocratici-amministrativi e tecnici per l’ottenimento del Super Ecobonus 110%. Nelle fasi progettuali di questo percorso, GPI prevederà, per l’efficientamento energetico, i prodotti e i sistemi Knauf Insulation. Scegliendo il pacchetto completo sarà GPI a occuparsi del coordinamento di tutte le figure professionali, interne o esterne, che intervengono ai vari livelli del percorso, evitando ai clienti di doversi interfacciare con molteplici figure per ogni passaggio.

www.knaufinsulation.it

Sistema di VMC completo e modulare FITT Agix® è un sistema completo e modulare, silenzioso e performante, che si adatta facilmente a ogni condizione di installazione e a ogni stile abitativo, per offrire le migliori soluzioni di VMC a doppio flusso. Certificato da Kiwa secondo la norma europea EN 17192:2019, FITT Agix® garantisce qualità, sicurezza e massima durata nel tempo. Il sistema è realizzato con tubazioni in HDPE a doppia parete, altamente flessibili e con raggi di curvatura ridotti, in grado di adattarsi facilmente al percorso di posa in cantiere, aggirare eventuali ostacoli e limitare – o perfino evitare – l’utilizzo di raccordi, diminuendo così il rischio di perdite di pressione. Le tubazioni, trattate con Sanitized®, garantiscono un abbattimento pari al 99% della carica batterica comunemente presente sulla superficie interna dei condotti e prevengono la formazione di batteri e funghi. Grazie alla tecnologia Clean Air System, FITT Agix® non emette sostanze nocive nel circuito d’aria e garantisce la massima silenziosità in esercizio. Dotato di griglie e valvole di diffusione in metallo con diversi design e finiture, per poter adattarsi a ogni stile di progettazione, è disponibile in 3 taglie per rispondere agli ambienti di qualsiasi dimensione. Le unità di ventilazione possono essere installate sia verticalmente che orizzontalmente, a parete oppure nel controsoffitto. Sono complete di pannello touch screen con controllo Wi-Fi e hanno la possibilità di essere comandate da smartphone, tramite app dedicata. Possono, infine, lavorare in bypass e sono dotate di motori brushless silenziosi ed efficienti.

agix.fitt.com 10

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TECH

Impianti solari termodinamici più efficienti: nuovo brevetto ENEA Tubi ricevitori con nuovi rivestimenti capaci di limitare al massimo le perdite di calore a temperature molto elevate, mediante l’utilizzo di metalli come rame, alluminio, argento e oro

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endere più efficienti gli impianti solari termodinamici, grazie a tubi ricevitori con nuovi rivestimenti capaci di limitare al massimo le perdite di calore a temperature molto elevate, mediante l’utilizzo di metalli come rame, alluminio, argento e oro. Questo è l’obiettivo del nuovo brevetto ENEA sviluppato dai ricercatori del Centro di Portici (Napoli). “I tubi ricevitori di nuova generazione dovranno operare in vuoto, cioè limitando le perdite di calore e proteggendo i rivestimenti dagli agenti atmosferici, e a temperature quanto più alte possibili per aumentare la resa del ciclo di conversione dell’energia”, spiega Salvatore Esposito del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell’ENEA.

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Il nostro brevetto propone di utilizzare i metalli con le più basse dispersioni termiche come rame, alluminio, argento e oro, inserendoli in una struttura multistrato che consente di superare i problemi di instabilità SALVATORE ESPOSITO, Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili ENEA

Le più alte temperature d’esercizio consentiranno, inoltre, di realizzare un sistema compatto e più efficiente di accumulo diretto del calore in grado di garantire la continuità di servizio anche di notte o con cielo nuvoloso. “Per migliorare le prestazioni del rivestimento solare a una temperatura di 550 °C o più elevata, il nostro brevetto propone di utilizzare i metalli con le più basse dispersioni termiche come rame, alluminio, argento e oro, inserendoli in una struttura multistrato che consente di superare i problemi di instabilità di questi metalli alle alte temperature”, conclude Esposito. Nella fattispecie, a prescindere dal metallo utilizzato come riflettore a infrarosso del rivestimento solare, la durabilità del riflettore può essere migliorata realizzando una struttura multistrato in cui il metallo

del riflettore è accoppiato con uno o più materiali, opportunamente selezionati, dalla funzione stabilizzante. L’impiego di questa innovativa struttura multistrato permetterà inoltre di poter operare anche in aria a temperature più basse (300 °C), con la possibilità di realizzare

ricevitori più economici da impiegare negli impianti solari termici. Grazie a quest’ultima caratteristica si potrà produrre calore a costi più competitivi da utilizzare sia per alimentare alcuni processi delle filiere industriali, come ad esempio nei settori farmaceutico, alimentare e tessile, sia negli impieghi domestici per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici.


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Un laboratorio di ricerca per le energie rinnovabili marine MORE è il nuovo laboratorio realizzato dal Politecnico di Torino in collaborazione con Eni per studiare l’energia che proviene dal moto ondoso

L’

Il MORE Lab ha sede presso il Politecnico, con l’impiego di infrastrutture di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale, e vede anche l’integrazione con il Marine Virtual Lab di Eni, che si trova presso il centro di supercalcolo HPC5 a Ferrera Erbognone, e l’area di test in mare aperto a Ravenna, dove si sta valutando la fase pre-prototipale del convertitore di moto ondoso ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter), il primo impianto al mondo di generazione elettrica ibrida e distribuita da moto ondoso e fotovoltaico; una tecnologia nata dai laboratori di ricerca del Politecnico e sviluppata dalla spin-off dell’Ateneo Wave for Energy, selezionata, ottimizzata e industrializzata da Eni e in funzione da marzo

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I laboratori e i progetti di ricerca e innovazione sviluppati con Eni nei MORE Lab saranno cruciali nei prossimi anni per contribuire in modo significativo a trovare soluzioni per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni che l’Europa si è data

energia del mare rappresenta la più grande fonte energetica rinnovabile al mondo: si stima che le onde potrebbero sviluppare una potenza lungo le coste terrestri a livello globale pari a 2 TeraWatt, circa 18 mila miliardi di chilowattora all’anno, ovvero quasi il fabbisogno annuale di energia elettrica del pianeta. Inoltre, l’energia da onde è prevedibile, più modulata delle altre fonti rinnovabili e più continua. Valorizzare questa fonte energetica è lo scopo del laboratorio di ricerca congiunto MORE – Marine Offshore Renewable Energy Lab, realizzato dal Politecnico di Torino e Eni. Il Laboratorio permetterà di ampliare il campo d’azione congiunta allo studio di tutte le fonti di energia marina, andando a investigare non solo il moto ondoso ma anche l’eolico e il solare offshore, le correnti oceaniche e di marea e il gradiente salino.

GUIDO SARACCO, Rettore del Politecnico di Torino

2019 al largo di Ravenna. ISWEC ha dimostrato un’elevata affidabilità e la capacità di adattarsi alle diverse condizioni di mare, grazie al suo sistema attivo di controllo e regolazione. Infatti, nel periodo di esercizio si è arrivati a superare il valore nominale massimo di potenza installata pari a 50 kW. Il Laboratorio farà rete anche con il sito di test del Politecnico a Pantelleria, dove altri aspetti della stessa tecnologia vengono testati in un ecosistema, quello isolano, che mira all’autonomia energetica e all’azzeramento dell’impatto paesaggistico.

Saranno circa 50 i ricercatori coinvolti nella ricerca di MORE Lab, tra personale in ruolo e dottorandi/tesisti del Politecnico. Il Centro avrà a disposizione una vasca di prova navale e dei laboratori all’avanguardia per lo sviluppo e dry test dei prototipi e un centro di calcolo ad alte prestazioni. Il Laboratorio, inoltre, si avvarrà di una cattedra specifica sull’“Energia dal Mare”, che avrà l’obiettivo di formare ingegneri specializzati nella progettazione, realizzazione e utilizzo delle nuove tecnologie che saranno sviluppate proprio nel laboratorio.


Al via il primo progetto di riscaldamento domestico a idrogeno verde Nell’area amministrativa di Fife, in Scozia, 300 case saranno riscaldate con idrogeno prodotto dall’elettrolisi dell’acqua

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fgem, l’ente governativo che regola il mercato del gas e dell’elettricità nel Regno Unito, ha dato il via libera alla compagnia energetica SNG per avviare il progetto H100 Fife, che mira a rendere operativa una rete di riscaldamento domestico a idrogeno verde. Dalla fine del 2022, a Levenmouth, nell’area amministrativa di Fife, in Scozia, 300 abitazioni faranno da “laboratorio” per quattro anni consecutivi: SNG sostituirà il gas naturale impiegato per il riscaldamento e la produzione di acqua calda

sanitaria con idrogeno prodotto da elettrolisi dell’acqua, in un impianto locale alimentato da una vicina turbina eolica offshore. La nuova rete correrà parallelamente all’attuale rete del gas naturale, e gli utenti potranno scegliere se continuare a usare il vecchio combustibile o passare al nuovo sistema. I primi 300 clienti che parteciperanno alla sperimentazione avranno gratuitamente l’allaccio alla nuova rete e l’installazione dei nuovi terminali (boiler, caloriferi e fornelli), mentre pagheranno la fornitura di idrogeno

esattamente quanto pagano attualmente quella del gas. Il progetto può contare su un finanziamento pubblico di 18 milioni di sterline, nella speranza che la sua buona riuscita possa imprimere un’accelerazione al raggiungimento dei target climatici del Regno Unito, che mira a sviluppare 5 GW di elettrolizzatori e una prima “Hydrogen City” nel 2030.

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CONTABILIZZAZIONE

Cosa cambia con il D.Lgs. 73/2020? Il Decreto di attuazione della Direttiva (UE) 2018/2002 elimina ogni riferimento alla norma UNI 10200 e impone l’obbligo della telelettura. Ne parliamo con Hans Paul Griesser, Presidente ANCCA, e Luca Alberto Piterà, Segretario Generale AiCARR a cura della REDAZIONE 16

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I

l Decreto di attuazione della Direttiva (UE) 2018/2002 sull’efficienza energetica (D.Lgs. 73/2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 luglio 2020) ha introdotto importanti novità sulla contabilizzazione del calore e dell’acqua calda sanitaria in impianti centralizzati, andando a modificare il D.Lgs. 102/2014 e le sue successive modificazioni. In particolare, all’art. 9, lettera d), il Decreto ha eliminato qualsiasi riferimento alla norma tecnica UNI 10200, che finora aveva fornito i criteri per la ripartizione delle spese totali di riscaldamento e ACS nei condomini (vedi Box 1) e ha imposto la telelettura dei ripartitori.

L’OBBLIGO DI TELELETTURA La novità più significativa introdotta dalla Direttiva (UE) 2018/2002 è l’obbligo della leggibilità da remoto degli impianti di contabilizzazione. Nello specifico: ■ dal 25 ottobre 2020 devono essere leggibili da remoto tutti gli impianti di contabilizzazione nuovi o in sostituzione, mentre dal 1° gennaio 2027 dovranno esserlo tutti i sistemi esistenti; ■ dal 25 ottobre 2020 i consumi rilevati dai dispositivi leggibili da remoto devono essere comunicati almeno due volte all’anno e, su richiesta, ogni trimestre. Dal 1° gennaio 2022, invece, tali dati dovranno essere forniti ogni mese. La Direttiva definisce univocamente che i “dispositivi leggibili da remoto” sono quelli che permettono le letture dei consumi senza accedere alle singole unità immobiliari. Ogni singolo Stato membro però può aggiungere condizioni, affinché un dispositivo debba essere considerato “leggibile da remoto” e quindi sottostare agli obblighi delle letture frequenti che devono

Hans Paul Griesser, Presidente ANCCA

LA NORMA UNI 10200 La Direttiva (UE) 2012/27 – attuata in Italia con il D.Lgs. 102/2014, a sua volta modificato dal D.Lgs. 141/2016 – imponeva agli Stati membri di conseguire un obiettivo nazionale indicativo globale di risparmio energetico pari al 9% entro il 2016, e rendeva obbligatoria, tra le altre cose, l’adozione di contatori individuali per misurare il consumo di calore e acqua calda sanitaria per ciascuna unità immobiliare facente parte di un condominio o di un edificio polifunzionale servito da un impianto termico centralizzato o da teleriscaldamento. La norma UNI 10200 è stata quindi elaborata dalla Commissione Tecnica 803 del CTI per fornire i criteri di calcolo per la ripartizione della spesa totale. In base alla norma, l’energia termica utile prodotta viene suddivisa in base ai consumi volontari (quota variabile), da ripartire in base alle indicazioni fornite dai dispositivi di contabilizzazione, e ai consumi involontari (quota fissa), indipendenti dall’azione dell’utente (come le dispersioni di calore della rete di distribuzione), ripartiti in base ai millesimi di riscaldamento. Questi ultimi, intesi come millesimi di fabbisogno, sono calcolati secondo le specifiche tecniche UNI/TS 11300. La UNI 10200 non prevede la determinazione a priori delle due quote, ma fornisce la procedura per calcolare (annualmente) le quantità in gioco.

essere comunicate ai singoli utenti. Per esempio, la definizione di “leggibile da remoto” potrebbe essere limitata ai sistemi che mandano i dati di consumo frequentemente a server centralizzati, senza quindi la necessità che un operatore si debba recare fisicamente presso l’edificio per scaricare i dati di consumo rilevati dai dispositivi. Questa possibilità però non è stata colta dal legislatore, che nel D.Lgs. 73/2020 (introducendo il comma 5-bis all’art. 9 del D.Lgs. 102/2014) non ha incluso nessuna ulteriore specificazione, lasciando all’utenza la possibilità di utilizzare qualsiasi tecnologia di misura da remoto secondo il criterio di scelta ritenuto più opportuno in termini di costi e funzionalità. Attualmente esistono tre tipi di tecnologie di lettura da remoto: ■ le tecnologie radio walk-by e drive-by (che richiedono per la telelettura l’impiego di un letturista sebbene questo non sia costretto a entrare all’interno dell’appartamento per la lettura stessa); in tal caso la lettura è asincrona (non continua nel tempo) e non è in tempo reale; ■ le tecnologie di telelettura punto-multipunto wireless con trasmissione radio su rete non licenziate a breve distanza (che richiedono l’utilizzo di concentratori ed eventualmente di ripetitori di prossimità con registrazione ed elaborazione locale); questi sistemi consentono la registrazione continua e la trasmissione dati a un PC locale o remoto per l’elaborazione dati e possono prevedere una connessione dati al cloud mediante rete dati); ■ le tecnologie di telelettura diretta punto-punto con trasmissione radio su rete licenziata (la trasmissione dei dati avviene generalmente mediante messaggi SMS trasmessi ad intervalli prefissati), ad oggi non utilizzata nel teleriscaldamento e teleraffreddamento. Gli utenti dovranno prendere in considerazione l’opzione meno onerosa tenendo conto anche del numero minimo di letture consentite dalla legge: dal 1° gennaio 2022, quando i dati dovranno essere trasmessi mensilmente, i sistemi walk-by e drive-by richiederebbero l’intervento di un letturista una volta al mese. Per questo alcune regioni si sono mosse per introdurre un’interpretazione più restrittiva al Decreto: la Lombardia, per esempio, all’interno della Deliberazione 3502 del www.casaeclima.com    n.88

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CONTABILIZZAZIONE

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L’accettazione positiva della contabilizzazione va a nostro favore, perché crea meno contestazioni. Ma se diventa troppo complicata e costosa, l’utente si oppone

5 agosto 2020 relativa agli impianti termici civili, ha limitato la definizione di “leggibile da remoto” unicamente alla lettura che usa tecnologie con sistemi AMR (Automatic Meter Reading) fissi, escludendo i sistemi a lettura mobile walk-by e drive-by. Almeno in Lombardia, dunque, gli impianti già installati di questo tipo sono tutelati da ulteriori costi fino al 1° gennaio 2027 e, conseguentemente, dal 25 ottobre non sarà più possibile installare nuovi sistemi walk-by. La richiesta di procedere in tal senso nell’attuazione della Direttiva era stata avanzata all’esecutivo dalla Conferenza delle Regioni e dalla Commissione Industria del Senato. A settembre ANCCA (Associazione Nazionale Contabilizzazione Calore e Acqua) ha inviato un quesito al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere se i sistemi walk-by dovessero essere, o meno, considerati “leggibili da remoto”, anche per dare alle aziende del settore un chiarimento necessario per sapere quali prodotti vendere dopo il 25 ottobre 2020.

HANS PAUL GRIESSER, Presidente ANCCA

COME SI STA RIORGANIZZANDO IL MERCATO Negli anni 2015-2016, mentre era in vigore come obbligatoria la UNI 10200, sono stati montati milioni di ripartitori walk-by e drive-by. “Si può pensare che l’opposizione a considerarli come leggibili da remoto vada contro il nostro stesso interesse”, chiarisce Hans Paul Griesser, Presidente ANCCA, “ma bisogna pensare nel mediolungo termine. Anche perché poi saper gestire un sistema AMR, che manda dati di consumo e totali, non è facile per tutti, e bisogna rivolgersi a qualcuno. Allo stato attuale, ci guadagna solo chi ha interesse a vendere e far installare questi appa-


LA UNI 10200 RESTA PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA REGOLA DELL’ARTE L’altra grande novità della legge di recepimento della Direttiva è l’eliminazione del riferimento alla norma UNI 10200 per la realizzazione della contabilizzazione negli edifici. Di conseguenza, non è più obbligatorio utilizzarla per la contabilizzazione: ogni condominio, almeno in linea di principio, può scegliere autonomamente quale metodo di ripartizione adottare per la quota involontaria, fermo restando il fatto che questa quota non può superare il 50% della spesa totale. Invece, secondo la lettera d) del comma 5 dell’art. 9 del Decreto, “l’importo complessivo è suddiviso tra gli utenti finali attribuendo una quota di almeno il 50 per cento agli effettivi prelievi volontari di energia termica.” I condòmini possono quindi decidere, in assemblea, di seguire diverse metodologie per la ripartizione dei consumi involontari, senza bisogno di costose perizie tecniche, se gli “effettivi prelievi volontari” sono misurati mediante metodi diretti. Se ad esempio la quota misurata degli effettivi prelievi volontari è pari al 70% dei consumi totali, la restante quota dei consumi involontari del 30% può essere ripartita in base ai millesimi di superficie. La UNI 10200 prevede invece, per la ripartizione della quota fissa dei consumi involontari, i millesimi basati sui fabbisogni. In ogni caso è sempre necessario ripartire la quota dei consumi volontari secondo i consumi effettivi rilevati dai dispositivi di misura. Il punto più delicato è rappresentato proprio dalla stima dei prelievi effettivi volontari che nel caso della misura indiretta può essere controverso. In tal caso il riferimento alla UNI 10200 mette al riparo i condomini da qualunque contestazione o impugnazione della delibera assembleare. La norma tecnica pertanto rimane valida come regola dell’arte per uso volontario, e quindi può continuare a essere utilizzata se era stata introdotta da una decisione assembleare precedente. Per contro Luca Alberto Piterà (nella foto), Segretario Generale di AiCARR (Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione), conferma che la norma resta un punto di riferimento ineludibile per stimare gli effettivi prelievi volontari quando questi non sono misurabili direttamente o con metodi diretti. “Il professionista può discostarsene, certo, ma dovrà in ogni caso attestare che il criterio da lui adottato consenta il calcolo del consumo effettivo, senza introduzione di alcun tipo di coefficiente correttivo o percentuali arbitrarie di consumi effettivi sia volontari sia involontari. L’assemblea non potrà deliberare validamente un criterio di ripartizione della spesa che non sia conforme alla determinazione dei consumi effettivi: una delibera del genere sarebbe affetta da nullità”.

L’esecuzione del riparto in conformità alla norma tecnica UNI 10200, in particolare per l’individuazione del valore effettivo del prelievo volontario, conferisce la presunzione di aver fatto una ripartizione corretta

LUCA ALBERTO PITERÀ, Segretario Generale AiCARR

recchi e basta, senza specificare ai condomini che poi, nel giro di un anno, dovranno spendere ancora per adeguarsi. L’impressione generale è che tutti non sappiano bene cosa devono fare. Finché non arriva un chiarimento dal governo è anche difficile dare consigli, in questa materia: i walk-by non sono vietati, ma installarli non è conveniente per i condomini. L’accettazione positiva della contabilizzazione va a nostro favore, perché crea meno contestazioni. Ma se diventa troppo complicata e costosa, l’utente si oppone”.

LE CRITICITÀ La UNI 10200 è nota per aver causato spesso discussioni e contenziosi legali all’interno dei condomini. La criticità maggiore, secondo ANCCA, sta nel calcolo dei millesimi in base ai fabbisogni originari delle singole utenze: questi ultimi vengono ottenuti tramite il calcolo tecnico da parte di un progettista abilitato e rispecchiano la quantità di energia teoricamente necessaria affinché ogni unità immobiliare possa avere, per tutta la durata della stagione termica e quindi anche per temperature esterne estreme, una temperatura di 20°C. Per il calcolo dei millesimi di fabbisogno viene considerata la situazione originaria dell’appartamento e non è possibile prendere in considerazione le migliorie apportate successivamente in termini di efficientamento energetico (come doppi vetri, coibentazione, etc.), fatta eccezione per quelle www.casaeclima.com    n.88

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CONTABILIZZAZIONE

sulle parti comuni. Questo causa ovviamente uno squilibrio nella ripartizione dei costi, oltre alla difficoltà di raggiungere nei condomini la maggioranza necessaria per deliberare sugli interventi necessari per il risparmio energetico. Sin dalla sua introduzione, la norma è stata criticata per questi aspetti ed è stata proposta da diversi osservatori ed esperti del settore l’introduzione di fattori di compensazione. La Direttiva Europea 2012/27, all’art. 19, vieta infatti la presenza di split incentives, ovvero veri e propri conflitti di interesse all’interno del condominio. Per passare a una diversa metodologia di ripartizione rispetto a quella già adottata serve comunque una decisione assembleare presa dalla maggioranza dei presenti che rappresentano almeno 501 millesimi. Oltre a questo, occorre stabilire una percentuale da attribuire alla quota fissa: la legge indica solo il limite massimo del 50%, ma ci sono controindicazioni tecniche da tenere presenti qualora si decidesse di ripartire i costi con una quota fissa 20

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troppo bassa, che porterebbe a differenze considerevoli anche tra appartamenti di identiche dimensioni, e quindi aumenterebbe la probabilità di contestazioni. Bisogna considerare infatti che la quota fissa sarà sempre una stima, che deve tenere conto anche del fatto che i singoli appartamenti di un condominio non sono termicamente indipendenti: il calore trasmesso da un’unità immobiliare più calda ad altre più fredde può variare in percentuale tra il 10% e il 40%, a seconda dell’orientamento, della posizione, e perfino dell’uso del riscaldamento da parte dei vicini. Per questo la maggior parte degli Stati europei fissa il limite tra il 30% e il 50%. Secondo ANCCA è raccomandabile una ripartizione 50-50, tranne casi eccezionali, per garantire un’equa suddivisione dei costi e, allo stesso tempo, mantenere la funzione di “incentivo” al risparmio energetico garantita dalla quota misurata sui consumi. Piterà mette in guardia dal rischio di allontanarsi dalla UNI 10200: “Le norme tecniche pubblicate dall’UNI sono generalmente riconosciute come rappresentanti la regola dell’arte. L’esecuzione del riparto in conformità alla norma tecnica UNI 10200, in particolare per quanto riguarda l’individuazione del valore effettivo del prelievo volontario richiamato dalla legge, conferisce quindi la presunzione di aver fatto una ripartizione corretta. Potrà essere invece adottata una tabella millesimale fondata su criteri diversi da quelli ritenuti corrispondenti alla regola dell’arte dalla norma UNI 10200, per concessione esplicita della legge”.


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La sicurezza nelle forniture di calcestruzzo

Il Decreto Sblocca Cantieri è Legge, ma il giudizio dei professionisti non è certamente entusiastico

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Lavoro di squadra e grande passione

Una materia considerata di particolare importanza dai professionisti tecnici italiani. Non a caso, i rappresentanti della Rete Professioni Tecniche hanno partecipato attivamente all’intero processo di interlocuzione istituzionale. PAG. 2

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INDAGINE | CENTRO STUDI CNI

Lo Sblocca Cantieri rilancerĂ le infrastrutture?

Le risposte degli ingegneri alle domande del Centro Studi CNI, tra la richiesta di una semplificazione delle regole e le preoccupazioni per evitare distorsioni della concorrenza

La cultura della sicurezza inizia dalle scuole Firmato l’accordo di tre anni tra MIUR, CNI e Protezione Civile: un percorso didattico per un PAG. 5 ambiente piÚ sicuro

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Quale tutela per estetica, design e parquet?

Caratteristiche delle viti per le pavimentazioni di legno

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Un nuovo inizio per Genova

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La demolizione delle pile 10 e 11 del viadotto sul Polcevera si è svolta come da programma, ma la scelta di demolire e ricostruire integralmente il ponte non convince tutti

CONTINUA A PAG. 6

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Corso di ispezione tecnica

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L’uso civile delle demolizioni

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Luci e ombre sulla Flat tax

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Il vantaggio fiscale di oggi rischia di determinare svantaggi di diversa natura nell’immediato futuro. Essa gode comunque di un ampio consenso: la metà degli ingegneri iscritti all’Albo professionale l’ha adottata nel 2019, con una prevalenza per le classi piÚ giovani e per quelle piÚ anziane

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Maker faire 2019

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PONTE SUL POLCEVERA | LA FINE IN SOLI 6 SECONDI

Ancora nel 2019, sono tanti gli edifici pubblici e privati non adeguati a persone con disabilitĂ motoria, ma soprattutto visiva, spesso dimenticata dai progettisti

MEDIAKIT 2018 ∙ AREA BUILDING

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Dove va la filiera? Rubinetti e sistemi doccia

FOCUS Un anno di logistica

Isola Design District

Fuorisalone e Milan Design Week, le novitĂ

Il protocollo ITACA si aggiorna

Ora Prassi di Riferimento UNI, il protocollo include anche l’edilizia non residenziale. Intervista a Giuseppe Rizzuto, Direttore Generale ITACA

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N.6/2019 luglio

A SCUOLA DI EFFICIENZA

20 luglio 1969. Sono trascorsi cinquant’anni dal giorno in cui Neil Armstrong aprĂŹ il portellone dell’Apollo 11 e scese i gradini della scaletta piĂš famosa della storia. Quel viaggio è rimasto impresso nella memoria insieme alle altre missioni Apollo, i lanci dei satelliti russi Sputnik, il cane-astronauta Laika e la Guerra Fredda. Erano gli anni della sfida alla conquista dello spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Gli anni degli ideali, della comunitĂ , dell’uguaglianza. Della speranza per una societĂ piĂš giusta. Gli anni delle utopie. Erano anche anni di ricerca e di grandi sfide. Il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin fu il primo uomo a volare in orbita. VentitrĂŠ giorni dopo, l’astronauta Alan Shepard affrontò un volo suborbitale; e ancora, il 20 maggio John Kennedy annunciò al congresso di voler portare l’uomo sulla luna con il programma Apollo “non perchĂŠ è facile, ma perchĂŠ è difficileâ€?. Nel 1968, precisamente la notte della Vigilia di Natale, William Anders, uno dei membri della missione Apollo 8, scatta, forse inconsapevolmente, una semplice fotografia passata alla storia con il nome di “Earthriseâ€?, l’Alba della Terra. Il nostro pianeta, visto dall’oblò dell’Apollo 8 in orbita attorno alla luna, è un puntino blu nell’oscuritĂ .

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gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso piĂš ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalitĂ , metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla societĂ o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fareâ€? ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SIâ€? o con un “NOâ€?. Ăˆ stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “siâ€? e “noâ€? dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianitĂ dell’individuo e l’incapacitĂ della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metĂ dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltĂ parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con piĂš forza alla politica? n

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La crisi ancora “morde�, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri

Un CNI eletto per dare risposteUtensili R

iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderĂ gli ingegneri fino al 2021, quando completerĂ i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialitĂ del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è giĂ possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione cosĂŹ forte per la continuitĂ del Consiglio nazionale uscenteâ€?, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.

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TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilitĂ diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono

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Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attivitĂ . Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale giĂ a partire dalla seconda metĂ del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]

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Editoriale

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MACCHINE UTENSILI

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iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderĂ gli ingegneri fino al 2021, quando completerĂ i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialitĂ del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è giĂ possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione cosĂŹ forte per la continuitĂ del Consiglio nazionale uscenteâ€?, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.

a pag. 15

Nr.01 – VENERDÏ 13 GENNAIO 2017

Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7

→ pag.37

GOVERNO IN CRISI

CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 cittĂ

a pag. 7

INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI

“Il museo del futuro è il mondo interoâ€?

I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre

Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter­ pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. StabilitĂ e certezza sono oggi piĂš lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac­ cordi tra CNI e Governo che fine faranno?â€? / alle pagg. 18­19

Eucentre per ricostruire la sicurezza A Pavia il Centro Europeo di Ricerca e Formazione in Ingegneria Sismica

a pag. 9

a pag. 10

Professionisti al passo coi tempi... Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documentare la consegna.

segue a pag. 2

GOVERNO IN CRISI

LA TRIVELLA

CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 cittĂ

a pag. 7

INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI

“Il museo del futuro è il mondo interoâ€?

I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre

Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter­ pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. StabilitĂ e certezza sono oggi piĂš lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac­ cordi tra CNI e Governo che fine faranno?â€? / alle pagg. 18­19

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IN QUESTO NUMERO

[pag. 14]

CORSI

PAGINA 2

PRODOTTI

Professional cleaning, i dealer sempre piĂš 4.0

PAGINA 8

Le ultime novitĂ nella grande vetrina di Verona

Pulire 2017: insieme per vincere le sfide del futuro

di Maurizio Pedrini

E

ccoci arrivati a Pulire 2017, il grande appuntamento internazionale del professional cleaning, che torna a Veronafiere per la sua ventitreesima edizione. Sono trascorsi 32 anni da quando la manifestazione, allora itinerante, approdò per la prima volta in riva all’Adige per poi tornarvi stabilmente nel 1991. Da allora Pulire ha percorso un ininterrotto cammino di crescita, rafforzando progressivamente la sua vocazione internazionale, di pari passo con l’affermazione del Made in Italy in Europa e nel mondo. Nel 2001 la manifestazione ha avviato, grazie al Progetto “Oltre Pulireâ€?, una solida partnership con Veronafiere, che ha l’ambizioso obiettivo di creare una fiera di sistema capace di rappresentare non solo l’industria del cleaning professionale ma anche l’intera gamma di attivitĂ comprendenti il facility management, la gestione dei servizi integrati e quella eco-sostenibile del territorio. Un impegno stimolante, che ci auguriamo possa essere portato avanti con il sostegno della nuova presidenza di Veronafiere. Da alcuni anni, del resto,

AUTOMAZIONE

MATERIE PRIME

M-Steel qualitĂ da oltre 40 anni

In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano. MISURA

Un ponte tra passato e futuro

IN QUESTO NUMERO

[pag. 14]

Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualitĂ M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilitĂ M-Steel si caratterizza per affidabilitĂ , coerenza e prevedibilitĂ nelle lavorazioni, riducendo i cosĂŹ costi di pro[pag. 12] duzione.

INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni

LAMIERA

40 anni di storia e successi www.meccanica-automazione.com nella robotica industriale Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attivitĂ : una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.

UTENSILI

Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attivitĂ in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalitĂ di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.

L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo

L’utensile “intelligenteâ€? è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]

PANORAMA La formazione salesiana professionale

Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati

[pag. 18]

DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron

INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni

40 anni di storia e successi Un ponte nella robotica industriale tra passato e futuro Internationales WĂśrterbuch der Mechatronik

Il 2016 è un anno molto importante per Mechatronics dictionary Tiesseinternational Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attivitĂ : una storia lunga Dizionario internazionale di Meccatronica di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in Dictionnaire international de mĂŠcatronique [pag. 6] ambito industriale. Diccionario internacionale de procesamiento de mecatrĂłnica ĐœоМдŃƒнаŃ€ОднŃ‹ĐšUTENSILI Ń ĐťĐžĐ˛Đ°Ń€ŃŒ ПоŃ…Đ°Ń‚Ń€Оники Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attivitĂ in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalitĂ di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.

L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo

STORIA DI COPERTINA

TENDENZE Generative design, come cambierĂ il mondo

MACCHINE UTENSILI

PANORAMA La formazione salesiana professionale

Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati

L’utensile “intelligenteâ€? è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]

CAD/CAM unico per il settore Lamiera

SPECIALE Robotica Sempre piĂš al centro dello sviluppo

[pag. 18]

DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron

11/12/17 18:00

alla faticosa professione dell’igiene professionale. Ci accingiamo a vivere Pulire 2017 con la stessa intensità di sempre, pronti al frenetico incalzare di momenti da condividere e ricordare nel tempo, con la curiosità di svelare le novità proposte per la prima volta dalle aziende su questo straordinario sipario. Il ricco programma di convegni svilupperà i grandi filoni avviati dal Forum Pulire svoltosi a Milano nel settembre scorso. A Pulire Outdoor, in particolare, si parlerà di economia circolare ma non mancheranno convegni, i talk show, per approfondire tanti altri temi. Ci auguriamo che la fiera riesca ad attrarre gli utilizzatori finali, catalizzando l’interesse dei Paesi emergenti e delle economie che rappresentano, ormai, l’immediato futuro. Siamo fiduciosi che Pulire 2017 saprà calarsi sempre piÚ in un contesto della comunicazione interattiva e digitale, per superare gli stessi confini produttivi del settore affermando non solo l’importanza di questo settore economico, ma anche quella della pulizia a 360 gradi nella dimensione economica, sociale e civile del nostro Paese. 

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CORSI

I rischi dell’Internet of Things

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Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?

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CYBER SECURITY

Le imprese italiane piÚ puntano sempre su un’offerta green

Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. Ăˆ la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrĂ piĂš rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirloâ€?. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni piĂš datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i piĂš grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, piĂš volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna cosĂŹ alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perchĂŠ il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.

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nario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. Ăˆ la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrĂ piĂš rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirloâ€?. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni piĂš datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i piĂš grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, piĂš volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna cosĂŹ alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perchĂŠ il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.

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gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso piĂš ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalitĂ , metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla societĂ o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fareâ€? ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SIâ€? o con un “NOâ€?. Ăˆ stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “siâ€? e “noâ€? dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianitĂ dell’individuo e l’incapacitĂ della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metĂ dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltĂ parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con piĂš forza alla politica? n

LA MIA SCOPERTA DEL PLC: CORREVANO GLI ANNI ‘80

Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7

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INTERVISTA

Anche l’occhio vuole la sua parte Innovazione tecnologica, efficienza, Made in Italy, ma anche attenzione al design: sono queste le direttrici con cui Unical guarda con fiducia al futuro e alla sfida del Superbonus a cura di SEBASTIAN BENDINELLI

L

a classica distinzione tra prodotti “tecnici” e prodotti “estetici” è sempre meno netta, e il design è sempre più importante anche in prodotti che siamo abituati a valutare unicamente per la funzionalità e l’efficienza energetica. Tra le aziende che hanno saputo cogliere con più determinazione questa sfida c’è sicuramente Unical, un marchio 100% Made in Italy che dal 1972 punta all’innovazione nel settore del riscaldamento, anche attraverso il design. Ma non solo: dai sistemi elettrici a quelli ibridi, sono molte le novità a cui l’azienda sta lavorando per sfruttare al meglio le opportunità dei nuovi incentivi fiscali per gli interventi di efficientamento energetico. Ne parliamo con l’amministratore delegato Sergio Fiorani.

C&C: In questi mesi difficili a causa della pandemia, come sta andando il mercato dal vostro punto di vista? S. F.: Da luglio il mercato è ripartito e la richiesta è buona, almeno ai livelli dello scorso anno in questo momento [fine ottobre, ndr]. Rileviamo maggiori problemi negli Stati esteri che hanno una situazione pandemica peggiore. Il nostro primo mercato rimane l’Italia dove fatturiamo circa il 65-70%, tuttavia un mercato vicino in cui la richiesta si è molto ridotta è sicuramente la Francia. I mesi di inattività comunque hanno pesato: non solo per la chiusura totale durante il lockdown, che ci ha fatto perdere una fetta importante di fatturato, ma anche dopo, finché l’attività commerciale non ha potuto riprendere insieme alla libertà di spostamento.

Pensa che la ripresa registrata da luglio a ottobre sia semplicemente congiunturale, o pesano anche i nuovi incentivi fiscali messi in campo dal governo, come il Superbonus? Non ancora: il settore si è mosso prima, e l’effetto degli incentivi fiscali ha cominciato a farsi sentire soltanto negli ultimi giorni. Da questo punto di vista le nostre aspettative sono alte soprattutto per il prossimo anno. 22

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SERGIO FIORANI, AD Unical

A proposito di Superbonus, quali sono le vostre soluzioni per il doppio salto di classe? Molto spesso per il doppio salto di classe bisogna puntare sul professionale, ovvero sul riscaldamento centralizzato e condominiale. Fatta eccezione per immobili molto vecchi e con una centrale termica davvero obsoleta, nella maggior parte dei casi gli interventi devono essere almeno due, centrale termica e cappotto. Per il professionale il nostro prodotto di punta è MODULEX, che si presta ad essere installato negli impianti centralizzati in cui i singoli utenti mantengono una gestione individuale dell’appartamento. MODULEX è la caldaia con la migliore efficienza oggi sul mercato come rapporto stagionale. Per quanto riguarda invece l’ambito domestico, proponiamo l’adozione di due sistemi che lanceremo a breve sul mercato: HY_BREER, un sistema di gestione che permette di trasformare automaticamente la centrale di una singola abitazione in un sistema ibrido, facendo funzionare una caldaia a condensazione come una pompa di calore, ed ELE, un sistema elettrico al 100% per riscaldamento e ACS, concepito specificamente per appartamenti e abitazioni.


La sede Unical di Caorso (PC)

Il Covid ha influenzato la progettazione dei vostri prodotti o ha toccato solo i processi aziendali? Il virus ha rallentato il processo di progettazione legato alla ricerca, mentre non ha rallentato più di tanto la parte di sviluppo. Con una riduzione del tempo di lavoro, ci siamo concentrati sui prodotti che potevano dare un risultato già nel 2020. Parlo di rallentamento, non di interruzione, perché siamo stati in grado di lavorare in smart working abbastanza celermente: in qualche giorno abbiamo spostato l’ufficio tecnico “a casa”, ma naturalmente abbiamo dovuto ridefinire le priorità. Dal punto di vista produttivo abbiamo avuto un periodo di fermo di almeno un mese e mezzo: abbiamo due stabilimenti, uno a ridosso della prima zona rossa dichiarata, nel piacentino, l’altro in provincia di Mantova. Per tutela dei dipendenti abbiamo subito chiuso, ancora prima che chiudesse il governo. In compenso, dalla ripresa della produzione non ci siamo quasi più fermati.

più piccole in giro per il mondo chiaramente ci ha limitato, ma avevamo già deciso di esplorare altre opportunità di marketing e comunicazione. Oggi quindi stiamo proseguendo su questo percorso.

Gli utenti finali sono sufficientemente informati dei benefici che possono derivare dalla sostituzione del proprio vecchio impianto? Negli ultimi anni ci siamo rivolti all’utente finale per un obiettivo di branding, ma la vera comunicazione è quella che si fa sul territorio con rivenditori e installatori. A mio avviso, l’informazione per far capire all’utente finale che c’è un beneficio e in che termini possa essere sfruttato, è sufficiente, ma si rimane a livello generico. Spesso l’utente finale vuole un certo tipo di intervento perché sa di avere diritto a un incentivo, ma in realtà non sa come, quindi deve affidarsi a organizzazioni serie.

L’emergenza sanitaria ha costretto ad annullare tutte le più importanti manifestazioni fieristiche del settore. Come vi state adeguando a questa nuova realtà?

Siete tra le aziende che hanno maggiormente investito nell’estetica e nel design del prodotto. È una scelta che si è rivelata vincente?

La fiera per noi è sempre stata un veicolo importante, ma già lo scorso anno avevamo deciso di non puntare più esclusivamente su questo strumento e che quindi non avremmo comunque partecipato a MCE. Il fatto che siano saltate anche le altre fiere

Sì, perché ci ha permesso di differenziarci e farci conoscere meglio. Il fondatore di Unical, l’Ing. Giovanni Jahier, diceva sempre: “Fare una cosa brutta, o fare la stessa cosa bella, costa uguale. Quindi facciamola bella”. Siamo cresciuti in azienda con questo principio, che ci ha spinto a portare una caldaia fuori dal mobile o dallo sgabuzzino, per metterla in mostra come un oggetto di design. Con la caldaia OSA abbiamo vinto il Compasso d’Oro, e questo ci ha confermato di essere sulla strada giusta. Ora stiamo portando avanti questo concetto di design a tutti i livelli e per tutte le tipologie di prodotto, non solo nel settore domestico – dove chiaramente questo aspetto è più importante – ma anche nell’Industriale e nel Professionale. Vogliamo che anche una caldaia da 20 MW si distingua per la cura del dettaglio e della parte estetica. Anche in un anno così difficile ci siamo concentrati a guardare verso il futuro: crediamo che la professionalità e il Made in Italy pagheranno sempre di più nei prossimi anni, quando il livello tecnico e tecnologico degli immobili si innalzerà ulteriormente grazie anche agli interventi sulle centrali termiche. Siamo convinti di avere tutte le soluzioni per affrontare questo mercato.

La caldaia OSA, dettaglio

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© OskarDaRiz

RICERCHE

Progetto Amazon Italia, Milano Facciata continua a cellula progettata, prodotta e montata da nel 2017

Caratteristiche dell’involucro e qualità degli ambienti interni Il Façade System Interactions Lab di Eurac Research permette di studiare l’interazione tra gli elementi che costituiscono un edificio e l’ambiente interno, dal comfort termico alla psicoacustica FRANCESCO BABICH E ROBERTO LOLLINI

Istituto per le energie rinnovabili – Eurac Research

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© OskarDaRiz

L’

involucro di un edificio è la parte che separa gli spazi interni dal mondo esterno che li circonda e deve rispondere a molteplici requisiti che possono essere raggruppati in tre grandi categorie: requisiti intrinseci della facciata, requisiti legati alla qualità ambientale interna (in inglese, indoor environmental quality – IEQ) e ulteriori requisiti. Una sintesi non esaustiva è riportata nel Box 1. In fase progettuale molto spesso si considerano solo i requisiti del primo gruppo, ad esempio, perché è necessario rispettare i valori di una qualche normativa, e quelli del terzo gruppo poiché gli aspetti architettonici ed estetici sono fra quelli che naturalmente è molto improbabile trascurare, così come gli aspetti economici. Meno frequentemente invece si considera la qualità ambientale interna, intesa come comfort e salubrità degli ambienti, come un requisito della facciata, ma piuttosto viene trattata come un tema separato e legato al sistema impiantistico dell’edificio. L’origine di questo approccio è probabilmente legata al fatto che per molto tempo le facciate sono state viste come un “semplice” tamponamento che al più poteva avere funzione anche portante nel caso di edifici non a telaio. Un sistema di facciata ha invece un ruolo fondamentale nel garantire il benessere delle persone che utilizzano un certo edificio, sia esso abitazione, ufficio, scuola o di altro tipo. Ad esempio, la stessa finestra con valori identici di trasmittanza termica e fattore solare (in inglese, g-value o anche solar heat gain coefficient – SHGC) installata in due ambienti differenti, pur rispettando i valori richiesti dalla normativa, può avere effetti diversi

Un sistema di facciata ha un ruolo fondamentale nel garantire il benessere delle persone che utilizzano un certo edificio sul comfort termico e visivo nei due ambienti. Analogamente, i materiali impiegati in una facciata possono avere effetti molto differenti sulla qualità dell’aria interna (sia percepita, sia con riferimento a inquinanti misurabili) a seconda del contesto. Si pensi alle emissioni di composti organici volatili e di formaldeide: lo stesso tasso di emissione per unità di superficie di facciata (ad esempio, µg/m2s) può essere accettabile in stanze in cui quella tipologia di facciata è solo una parte minoritaria e non vi sono altre fonti concorrenti, ma diventa un problema se invece è associato ad altre fonti concorrenti o se è abbinato a un sistema di ventilazione (naturale o meccanico) inadeguato.

UN LABORATORIO PER VALUTARE LE INTERAZIONI Il “Façade System Interactions Lab” di Eurac Research è stato realizzato proprio per valutare l’interazione tra gli elementi che costituiscono un edificio – sistemi e componenti di involucro, impianti di ventilazione, riscaldamento e raffrescamento – e l’ambiente interno. Il laboratorio è in grado di

BOX 1

I REQUISITI DELL’INVOLUCRO EDILIZIO 1

2 Requisiti intrinseci ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■

Condensazione interstiziale Condensazione superficiale Capacità termica Trasmittanza termica Isolamento acustico Resistenza al fuoco Resistenza meccanica Resistenza alle intrusioni Resistenza all’acqua e alla neve Tenuta all’aria Facoltà di integrazione impiantistica Facoltà di integrazione di fonti di energia rinnovabili

3 Requisiti ambientali (IEQ) ■ ■ ■ ■

Comfort termico Comfort visivo Comfort acustico Qualità dell’aria interna

Altri requisiti ■ ■ ■ ■ ■ ■

Affidabilità Durabilità Facilità di manutenzione Sostenibilità Estetica Costi

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RICERCHE

verificare in condizioni di funzionamento realistiche le prestazioni energetiche e la qualità degli ambienti interni, determinate da sistemi di facciata con diverse configurazioni impiantistiche. L’infrastruttura emula un piccolo edificio e permette di studiare, a scala reale, l’influenza di tali sistemi di facciata sul comfort interno.

CAMERA DI PROVA Il laboratorio è montato su una piattaforma rotante (Figura 1), che consente di orientarlo a piacimento (±180°) al fine di poter riprodurre qualsiasi configurazione reale, ed è costituito da due camere di prova fra loro identiche (dimensioni interne nette di ciascuna camera: 8 x 4 x 3 metri – profondità x larghezza x altezza). In ciascuna camera di prova una delle pareti è predisposta per ospitare un prototipo di facciata di dimensioni massime 3,7 x 2,8 x 0,5 metri (base x altezza x profondità). Lo schema del laboratorio è riportato in Figura 2 e una vista esterna del laboratorio in Figura 3. Ciascuna camera (Figura 4) è dotata di un pavimento galleggiante, di un controsoffitto e di strutture a cui è possibile agganciare componenti radianti di prova. La temperatura dell’aria e delle superfici (controllabili in modo indipendente), l’umidità relativa e le modalità di ventilazione sono gestibili in funzione delle esigenze sperimentali. I canali provenienti dalla macchina di ventilazione prevedono, attraverso una serie di serrande, il convogliamento dell’aria in diverse possibili configurazioni: (i) mandata a pavimento (griglie estremità lato lungo) e ripresa a soffitto (centrale); (ii) mandata a soffitto (griglie estremità lato lungo) e ripresa a soffitto (centrale); (iii) mandata a soffitto (griglie estremità lato lungo) e ripresa a pavimento (griglie estremità lato lungo). Gli spazi interni possono essere allestiti con arredi a seconda della tipologia di prove e, se richiesto dai test, possono ospitare persone o manichini termici che consentono misure oggettive e riproducibili dello scambio igrotermico delle persone. In aggiunta al sistema di controllo e gestione del laboratorio, che consente comunque di registrare il valore dei parametri controllati per tutta la durata di un esperimento, è stato realizzato un ulteriore sistema di monitoraggio composto da un centinaio di sensori per camera al fine di misurare con maggior dettaglio le grandezze chiave per un dato esperimento. 26

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FIGURA 1. Schema funzionale del laboratorio

FIGURA 2. Schema delle parti del laboratorio

TIPOLOGIE DI PROVA Le attività su cui si focalizzano le campagne sperimentali sono riconducibili a tre macro categorie: (i) test di facciate multifunzionali e complesse, (ii) test di qualità ambientale interna (comfort termico, visivo, acustico e qualità dell’aria) e (iii) test di sistemi radianti o altri sistemi tecnologici (ad esempio ventilatori a soffitto). Entrando maggiormente nel dettaglio è possibile svolgere: ■ Test termici ed energetici: analisi dei flussi termici e dei bilanci energetici nelle facciate di prova e nelle camere di prova. ■ Test di comfort visivo: analisi della luce naturale ed abbagliamento con sensori di illuminazione e macchine fotografiche in grado di raccogliere diversi parametri caratteristici dell’ambiente fotografato.


Test di comfort termico: valutazione delle condizioni ambientali interne controllando le temperature dell’aria e delle superfici, e l’umidità relativa nelle singole celle di prova in modo indipendente. Test delle prestazioni di componenti attivi: test delle prestazioni di vari componenti attivi integrati in facciata, soffitto, pavimento e/o pareti. Test igrotermici: controllando l’umidità relativa nelle camere si studia il comportamento termoigrometrico dei componenti/sistemi di prova (per es. verifica di condensa interstiziale). Test di ventilazione meccanica e naturale e qualità dell’aria: (i) caratterizzazione prestazionale di soluzioni per garantire gli opportuni ricambi d’aria, controllando la ventilazione meccanica o creando uno scambio dell’aria naturale attraverso le aperture nell’involucro (per esempio attraverso le finestre); (ii) misura e analisi del ricambio dell’aria e della sua composizione. Test di soundscape e psicoacustica: si analizza il comfort acustico, quindi ad esempio le preferenze rispetto per alcuni suoni rispetto ad altri, provenienti sia da fonti interne che esterne. Possono essere impiegati anche manichini e altre strumentazioni per misure binaurali.

FIGURA 3. Il laboratorio visto dall’esterno

INFRASTRUTTURA E COMPETENZE AL SERVIZIO DELLE IMPRESE Grazie al Façade System Interactions Lab gli esperti di Eurac Research contribuiscono a sviluppare conoscenze in materia di edifici a bilancio energetico nullo e in grado di adattarsi alle dinamiche del contesto (edifici flessibili dal punto di vista energetico). Un’attenzione particolare viene posta allo sviluppo di soluzioni per migliorare la qualità ambientale interna e ridurre il fabbisogno di energia non rinnovabile. I ricercatori di Eurac mettono le loro competenze a disposizione degli operatori del settore edile, ma anche a quelli del settore impiantistico e della domotica. I ricercatori possono supportare infatti aziende e progettisti nello sviluppo, nella caratterizzazione prestazionale e nell’ottimizzazione di soluzioni innovative: dalle facciate attive che integrano impianti solari o per la ventilazione, alle soluzioni passive di riscaldamento, raffrescamento, illuminazione e ventilazione naturale. Lo scopo di questo laboratorio è infatti, in ultima istanza, quello di favorire l’innovazione permettendo di studiare meglio e in modo rigoroso soluzioni non standard.

FIGURA 4. Camera di prova

Grazie al Façade System Interactions Lab gli esperti di Eurac Research contribuiscono a sviluppare conoscenze in materia di edifici a bilancio energetico nullo e in grado di adattarsi alle dinamiche del contesto

Che si tratti di progetti di ricerca finanziati da enti quali la Commissione Europea oppure progetti svolti su commissione per un’azienda, ciascun esperimento è unico e concepito per rispondere a un preciso obiettivo. Ecco quindi che, soprattutto nei test per aziende, diventa fondamentale partire dall’esigenza del committente e “cucire” un esperimento su misura. www.casaeclima.com    n.88

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PROGETTAZIONE

Acustica edilizia: dal progetto alla realtà di cantiere Sono ancora frequenti gli errori esecutivi in cantiere che penalizzano l’isolamento acustico degli edifici, arrivando in alcuni casi a vanificare le soluzioni acustiche previste in sede di progettazione PATRIZIA RICCI 28

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L’

esigenza di maggiore comfort acustico nelle abitazioni ha portato allo sviluppo di materiali e tecniche costruttive che richiederebbero una formazione e preparazione specifica dei progettisti e dei direttori di cantiere. In Lombardia la Legge Regionale 13 del 10 Agosto 2001 prevede che per interventi sul patrimonio edilizio esistente, cioè per le ristrutturazioni, sia il progettista a dover rilasciare una dichiarazione che attesti il rispetto dei requisiti acustici. Ma anche dove per la relazione acustica viene incaricato un tecnico competente in acustica, il problema maggiore si riscontra quando dalla carta si passa alla realizzazione in opera, dove ogni minimo errore o disattenzione può invalidare i calcoli effettuati. A risponderne sarà sempre comunque il Direttore dei Lavori. Ad aumentare le responsabilità civili e penali del DL si aggiunge il fatto che le prestazioni acustiche più performanti rispetto ai minimi di legge siano già oggetto dei contratti di compravendita. Occorre tenere presente che maggiori sono le richieste di comfort acustico, inteso come alto isolamento acustico e bassa rumorosità degli impianti, maggiore è la probabilità che ogni piccolo errore umano in cantiere possa vanificare la progettazione e l’investimento effettuato. Più sono elevate le prestazioni richieste, più è importante la precisione di esecuzione. Ancora oggi si commettono una serie di errori esecutivi che penalizzano fortemente l’isolamento acustico degli edifici, arrivando anche a vanificare completamente l’effetto degli isolanti acustici previsti in sede di progettazione e acquistati dall’impresa. In edilizia acustica, nel passaggio dalla fase progettuale alla realtà di cantiere, è fondamentale curare con attenzione la corretta posa in opera di tutti gli elementi che compongono il sistema costruttivo. Questo significa che per raggiungere buone prestazioni acustiche in opera occorrono una progettazione condivisa tra i tecnici coinvolti – progettista architettonico, acustico, termico e impiantistico – la conoscenza dei punti critici e un’assistenza in cantiere coordinata, ovvero coordinamento tra progettista, Direzione Lavori e tecnico acustico, laddove presente. In base ai cinque requisiti prestazionali richiesti dal Decreto che governa i requisiti acustici passivi dei fabbricati (D.P.C.M. 5/12/1997), le problematiche di posa devono riguardare: ■ l’isolamento dei solai dai rumori di calpestio; ■ l’isolamento delle pareti dai rumori aerei; ■ l’isolamento delle facciate e delle coperture dai rumori esterni e l’isolamento degli impianti tecnologici.

PROGETTAZIONE TERMO-ACUSTICA Una buona progettazione acustica dovrebbe proteggere i residenti dai rumori che arrivano dall’esterno, dai rumori generati dagli inquilini che abitano nello stesso edificio e dagli impianti presenti. In un progetto realizzato dal solo punto di vista termico, sia la muratura perimetrale sia quella delle parti comuni (corridoi) e dei vani scala e ascensore, normalmente raggiungono una prestazione acustica R’w che supera quella richiesta dal D.P.C.M. 5/12/97, pari a 40 dB. Ma

IL WEBINAR L’articolo prende spunto da un corso recentemente organizzato dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, durante il quale il Prof. Ing. Giorgio Capolongo e l’Arch. Lucio Bariani hanno fornito al progettista o direttore dei lavori le informazioni necessarie per poter coordinare al meglio le lavorazioni in cantiere e affrontare le problematiche che si creano durante le principali fasi costruttive.

quando si considera la muratura tra differenti unità abitative, realizzate spesso con spessori minimi allo scopo di guadagnare superficie calpestabile e vendibile, la prestazione acustica scende sotto i 50 dB, che costituiscono il minimo consentito per legge. La sola progettazione termica non è dunque sufficiente a garantire il necessario comfort acustico. Ad esempio, solitamente nella progettazione termotecnica del massetto impianti non si tiene conto degli impianti, perché la loro presenza, da un punto di vista dell’isolamento termico, non è peggiorativa, mentre lo è dal punto di vista acustico perché diminuisce la massa che isola un appartamento dall’altro. Non si può prescindere da una progettazione integrata. Anche l’isolamento aereo tra unità abitative rappresenta una delle problematiche maggiori e le pareti divisorie sono quelle su cui occorre intervenire per garantire maggiori livelli di comfort abitativo. Solaio d’interpiano, terrazze su differenti unità abitative e tetto piano calpestabile raggiungono un livello acustico L’nw superiore ai limiti di legge (< 63dB) e anche su questi elementi bisogna intervenire con una progettazione termo-acustica. Per quanto riguarda la progettazione impiantistica, nel caso di impianti a funzionamento sia continuo (climatizzatore, impianto www.casaeclima.com    n.88

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PROGETTAZIONE

ISOLAMENTO AL RUMORE PER VIA AEREA E DA IMPATTO I “rumori aerei” sono onde sonore che si propagano nell’aria, trasmettendosi dall’ambiente emittente all’ambiente ricevente attraverso percorsi di propagazione per “via aerea” e per “via strutturale”. La prestazione di isolamento di un ambiente, rispetto a questa tipologia di rumori, può essere valutata con la misura in opera dell’indice di potere fonoisolante apparente (R’w). La misura si esegue ponendo una sorgente di rumore nell’ambiente disturbante e rilevando i livelli di pressione sonora negli ambienti emittente e ricevente. Il potere fonoisolante apparente è dato dalla differenza dei due livelli. Quindi maggiore è il valore di R’w, migliore è la prestazione di isolamento. I “rumori da calpestio”, ovvero i “rumori da impatto”, interessano quei fenomeni che trasmettono energia direttamente alle strutture edili. La prestazione di isolamento di un ambiente rispetto a questa tipologia di rumori viene valutata con la misura in opera dell’indice di livello di rumore da calpestio (L’nw). Pertanto minore è il valore di L’nw, migliore è la prestazione di isolamento. In Italia i limiti di legge sono indicati dal D.P.C.M. 15/02/1997. Ad esempio per le partizioni di separazione tra differenti unità immobiliari residenziali, viene richiesto un valore di R’w superiore o uguale a 50 dB, mentre negli ambienti abitativi residenziali viene richiesto un valore di L’nw inferiore o uguale a 63 dB.

Potere fonoisolante (Rw) e potere fonoisolante apparente (R’w) Il potere fonoisolante (Rw) è la prestazione di una partizione misurata in un laboratorio di prova, mentre il potere fonoisolante apparente (R’w) riguarda la prestazione rilevata in opera. Essendo i laboratori costituiti da camere completamente disaccoppiate tra loro, la differenza principale sta nel fatto che vengono eliminate le trasmissioni laterali. Pertanto, a parità di stratigrafia e di posa, la prestazione “di laboratorio” è migliore della prestazione “in opera”. La prestazione di laboratorio (Rw), generalmente dichiarata nei depliant tecnici dei produttori, è riferita al pacchetto costruttivo e non al singolo materiale. Il certificato acustico di un materiale o di un prodotto non esiste. Il laboratorio rilascia un verbale di prova che attesta le prestazioni acustiche in laboratorio di un materiale/prodotto posato in un determinato modo.

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di ventilazione, cappe di aspirazione, etc.), sia discontinuo (colonne di scarico, cancelli automatici, ascensori, avvolgibili motorizzati, WC e bidet, lavabo, piatto doccia, vasca da bagno), il livello di pressione sonora normalmente raggiunto in dB(A) è sempre > 35 dB, che è il livello di pressione sonora massimo richiesto dal D.P.C.M. 5/12/97 in dB(A). Per il rumore prodotto dall’urinare, che determina situazioni di notevole “discomfort”, in Italia non sono nemmeno previsti dei limiti di legge.

REQUISITI ACUSTICI MINIMI E COMFORT ACUSTICO In realtà, il rispetto della normativa acustica italiana non garantisce edifici con un adeguato livello di comfort acustico. Il confronto tra i requisiti acustici consentiti dal D.P.C.M. 5/12/97, per il quale R’w ≥ 50, D2mnTw ≥ 40 e L’nw ≤ 63 in classe A, e dalla UNI 11367, per la quale R’w ≥ 56, D2mnTw ≥ 43 e L’nw ≤ 53 in classe I, con quelli della norma tedesca DEGA-Empfehlung 103, per la quale, ad esempio, si va da R’w< 50 in classe F fino a R’w ≥ 72 in classe A* e per il rumore da calpestio si parte da L’nw > 60 in classe F, mostra quanto migliore sia la qualità e il comfort acustico degli edifici tedeschi, con valori raggiungibili senza particolari accorgimenti. A questo si aggiungono una serie di errori esecutivi commessi spesso dalle maestranze nella posa dei sistemi di isolamento che inficiano ulteriormente la prestazione acustica. Errori che possono essere facilmente evitati con opportuni accorgimenti. Va detto infatti che si possono ottenere buoni valori di isolamento acustico tra unità abitative senza incidere molto sui costi, semplicemente con una buona progettazione e assistenza in cantiere. Occorre inoltre precisare che garantire un buon livello di comfort acustico incide limitatamente sui costi di costruzione e che con una buona progettazione coordinata, i costi di costruzione per raggiungere un buon livello di comfort acustico possono in alcune situazioni essere più bassi rispetto ai costi previsti per raggiungere i livelli di comfort inferiori, semplicemente, ad esempio, cambiando il sistema costruttivo.

LE FASI DI PROGETTO Il progetto preliminare corrisponde alla valutazione previsionale dei requisiti acustici passivi degli edifici, nella quale vanno evidenziate le soluzioni e i pacchetti costruttivi necessari per il raggiungimento dei livelli acustici di legge o dei livelli acustici concordati (migliorativi rispetto ai livelli di legge). Andrebbero anche inserite le indicazioni di posa dei materiali, per facilitare la stesura del capitolato. Il progetto acustico esecutivo si sviluppa in una serie di tavole dove vengono evidenziati i punti critici: in particolare, la prevalenza dei muri, in termini di pareti divisorie, il passaggio degli impianti, la foratura delle pareti e la posa dei solai. La relazione tecnica di posa accompagna il progetto esecutivo acustico, descrivendo nel dettaglio tutte le fasi di posa importanti dal punto di vista acustico. Relativamente all’assistenza alla direzione lavori per la componente acustica, l’ideale sarebbe concordare preventivamente una o più unità campione sulle


quali eseguire per prime le varie fasi di posa, in modo da istruire le maestranze per la posa nelle altre unità. Questa fase è molto importante perché, a cantiere finito, è spesso impossibile rimediare a eventuali errori di posa, specialmente dei solai e degli impianti. Infine, occorre scrivere una relazione tecnica di collaudo che contiene le misurazioni fatte su una o più unità abitative concordate preventivamente con cliente e impresa esecutrice, per le quali vanno scelte le unità ritenute potenzialmente più critiche già in fase progettuale.

PROGETTO E POSA DEI COMPONENTI Vediamo come risolvere alcune problematiche che si creano durante le principali fasi costruttive. Il cavedio impianti, sia che venga realizzato in laterizio pesante o in cartongesso, va costipato con lana minerale per evitare l’amplificazione dei suoni. Questa va posta anche tra lo scarico e la canna di esalazione dei fumi per evitare che i rumori dello scarico possano essere trasmessi nelle restanti unità abitative per contatto tra i due elementi. Occorre anche evitare possibilmente di posizionarlo sulla parete divisoria tra unità. Per quanto riguarda le colonne di scarico/ventilazione, i sistemi di scarico devono essere

del tipo insonorizzato (pesante/multistrato), e possibilmente occorre evitare di posarle nella parete tra due unità abitative differenti, perché le pareti divisorie sono generalmente sottili e quindi mancherebbe lo spazio necessario. Gli elementi di fissaggio devono essere montati su parete pesante o al solaio e devono essere del tipo antivibrante. Inoltre, nei possibili punti di contatto con la struttura, le colonne devono essere rivestite con guaina disaccoppiante (ad esempio nel passaggio attraverso i solai). Per avere la massima sicurezza e compensare eventuali errori di posa, oltre all’uso di un sistema di scarico insonorizzato, viene richiesto un contributo minimo della parete pari ad almeno 20/25 dB. Tale abbattimento acustico si può ottenere con una parete integra e ben posata composta da laterizio da 80 mm intonacato o con doppia lastra in cartongesso. Nel caso delle pareti esterne, i sistemi costruttivi degli elementi opachi utilizzati danno generalmente prestazioni acustiche molto superiori a quanto richiesto, quindi non sono elementi che destano particolari problematiche acustiche. L’elemento più debole delle facciate è infatti il serramento. Il basso isolamento di facciata è dato in genere da serramenti e fori di aerazione. Tuttavia occorre fare attenzione allo spessore in corrispondenza dei cavedi. Per i sistemi in laterizio realizzati con doppio www.casaeclima.com    n.88

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PROGETTAZIONE

tavolato non è necessario il rinzaffo interno, così come non è necessaria la fascia taglia-muro sotto al tavolato esterno. Ma se il tavolato interno ha uno spessore inferiore a 10 centimetri sarebbe meglio utilizzare, in intercapedine, lana minerale ad alta densità (70kg/m3) almeno nel primo metro in corrispondenza delle pareti divisorie tra unità abitative. I sistemi costruttivi a secco non presentano in genere problematiche, ma va fatta molta attenzione in corrispondenza dei cavedi impianti. Occorre evitare di fare forature, per l’alloggiamento ad esempio delle scatole elettriche, in corrispondenza dei cavedi impianti, perché favoriscono la trasmissione del rumore.

PARETI TRA DIFFERENTI UNITÀ ABITATIVE Le pareti divisorie tra alloggi non vanno considerate come il naturale ricovero di tutta l’impiantistica di un alloggio. Una progettazione attenta dovrebbe valutare dove, in alternativa, far passare gli impianti, soprattutto le scatole dello sciacquone del wc, le colonne degli scarichi delle acque nere e le canne fumarie. Dal punto di vista esecutivo va posta la massima attenzione alle opere di scasso e alle opere di sigillatura delle tracce che dovranno essere eseguite con malta per la perfetta chiusura di ogni foro residuo. Questa tipologia di pareti può essere realizzata con tre differenti soluzioni: sistema tradizionale in laterizio, sistema a secco e sistema misto. Il sistema tradi32

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zionale in laterizio viene solitamente realizzato in doppio tavolato. Per ottenere un aumento di 3 dB la massa deve aumentare di circa il 50%. Non costituisce la soluzione ideale per ottenere livelli di isolamento acustico elevati (> 56 dB) perché le pareti dovrebbero avere spessori importanti per conseguire tale potere fonoisolante. L’eventuale posa con triplo tavolato non dà un aumento significativo delle prestazioni acustiche. I tavolati vanno posati con la massima cura, con corsi di malta omogenei sia orizzontali che verticali, ed è spesso necessario il rinzaffo di uno dei due tavolati per avere la sicurezza di chiudere eventuali fessurazioni. Il corso di malta deve essere spesso quanto il tavolato, anche nel giunto tra tavolato e soffitto a meno che non sia prevista la posa di un controsoffitto che recuperi la perdita dovuta alla presenza del minore quantitativo di malta. Va fatta molta attenzione nello scasso per la posa delle scatole elettriche e occorre evitare possibilmente di posare scatole di derivazione o quadri elettrici o collettori, a meno di non utilizzare particolari accorgimenti. Il sistema a secco ha il vantaggio di poter raggiungere buoni livelli di isolamento acustico con spessori ridotti. Per poter raggiungere elevati livelli di isolamento acustico (> 60 dB) anche con posa di scatole di derivazione o quadri elettrici, oltre alle due pareti che si affacciano sui differenti ambienti, è consigliato realizzare una parete mediana, strutturalmente scollegata, con una lastra per lato (12,5/50/12,5) e lana minerale in intercapedine. La parete interna dovrà rimanere


integra e le lastre dovranno essere stuccate nei giunti. Il sistema misto unisce il vantaggio prestazionale del sistema a secco all’idea di solidità del sistema tradizionale. Si utilizza nei cantieri dove le pareti esterne sono in laterizio. Principalmente ci sono due modi di realizzarlo: con parete mediana in laterizio e pareti esterne a secco, oppure – molto più difficile da realizzare e meno performante – con parete mediana a secco (12,5/50/12,5) e pareti esterne in laterizio. Nella posa dei monoblocchi e dei serramenti vanno scrupolosamente osservati gli accorgimenti presi per effettuare i test in laboratorio e va sempre verificato che i modelli consegnati corrispondano in tutti i particolari ai modelli testati in laboratorio.

GLI IMPIANTI Le tubazioni di scarico dal WC alla colonna verticale devono essere del tipo insonorizzato e isolate dalla struttura mediante guaina in polietilene reticolato. La guaina deve essere integra dal WC alla colonna verticale. Nei cantieri in cui sono previsti un solaio in calcestruzzo, pareti a secco e controsoffitto, le tubazioni di scarico degli altri sanitari possono essere di tipo tradizionale e non protette da guaina; in questo caso però la guaina deve essere posata su tutta la braga, oltre la linea di innesto delle tubazioni. Come già anticipato, scatole di derivazione e quadri elettrici non vanno possibilmente posati sulla parete divisoria tra unità, salvo utilizzare particolari accorgimenti, ovvero vanno utilizzati quadri e scatole insonorizzati per i quali deve essere realizzata una nicchia isolata acusticamente e una parete mediana insonorizzata. Con parete divisoria in laterizio, le scatole elettriche devono essere posate senza demolire completamente il tavolato e in modo non speculare. Con parete divisoria in cartongesso, le scatole elettriche devono essere posate in modo non speculare a meno che sia prevista una parete mediana (12,5/50/12,5). Gli impianti idrosanitari, in particolar modo le cassette WC, non devono essere montati su parete di separazione tra differenti unità abitative salvo utilizzo di particolari accorgimenti. Anche in questo caso va realizzata una nicchia isolata acusticamente e una parete mediana insonorizzata (Figura 1).

SOLAI E CORPO SCALE Per i solai, l’isolamento ai rumori impattivi va realizzato disaccoppiando la pavimentazione dalla struttura mediante elementi smorzanti (materassini, pannelli etc.) generalmente posti sotto massetto, sotto impianti (tecnicamente più difficile da realizzare), o sopra impianti, soluzione più diffusa e più semplice. Il collegamento rigido tra pavimentazioni e murature è uno degli errori più comuni e garanzia di sicuro insuccesso, che porta il valore della misura di calpestio oltre il limite imposto anche se il contatto è limitato a porzioni di qualche metro lineare. È importante realizzare con materassino e bandella una sorta di vasca dove posare il massetto evitando ogni contatto con la struttura (Figura 2). La parte eccedente della bandella può essere rimossa solo dopo la posa della pavimentazione. La bandella in polietilene è preposta a fornire un collegamento non rigido e limitare la trasmissione delle vibrazioni. Con un sistema di riscaldamento a pavimento, in accordo col termotecnico, la bandella prevista per isolamento acustico può sostituire la bandella prevista per la dilatazione termica del massetto. Nei cantieri in cui è previsto un solaio in calcestruzzo, pareti a secco e controsoffitto, con un adeguato sistema di riscaldamento a pavimento e con la corretta posa dello stesso si può evitare la posa del sottostante materassino anticalpestio. Una corretta posa del sistema anticalpestio

FIGURA 1. Impianti idrosanitari

FIGURA 2. Nodo solaio-muro

consente di raggiungere livelli di L’nw inferiori a 50 dB, con normali sistemi costruttivi e con pavimento in ceramica. Occorre inoltre porre molta attenzione ai punti di interruzione (collettore impianti, soglia). Nei corridoi e negli spazi comuni va posato il materassino anticalpestio con gli stessi accorgimenti presi per le abitazioni. Infine, il corpo scale va isolato dai rumori impattivi con due diversi sistemi: dotare di giunti anti-vibranti l’intero corpo scale o intervenire con la posa di un materassino anticalpestio direttamente sotto ai gradini. Questo vale anche per le scale interne all’abitazione. Occorre precisare che nei cantieri in cui è previsto un solaio in calcestruzzo, pareti a secco e contro-soffitto, è possibile non utilizzare sistemi anti-vibranti nelle scale comuni per il raggiungimento dei parametri di legge. www.casaeclima.com    n.88

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INTERIOR

L’ufficio del futuro mette la salute al centro Qualità dell’aria, comfort termico e acustico, spazi collaborativi: si trova nel centro di Milano il primo ufficio certificato Gold secondo i parametri del WELL Building Standard a cura di SEBASTIAN BENDINELLI

D

al LEED al BREEAM, in edilizia esistono diversi protocolli e certificazioni che attestano le elevate prestazioni energetiche degli edifici. Efficienza energetica e sostenibilità non sono però gli unici parametri con cui è possibile valutare le performance di un fabbricato, specialmente in riferimento alle sue funzioni e al suo rapporto con gli occupanti. Come certificare, ad esempio, il livello di “benessere” complessivo di un ambiente lavorativo? Una risposta è offerta dall’International WELL Building Institute (IWBI), che ha elaborato il WELL Building Standard, un sistema di rating specificamente dedicato alle modalità con cui gli edifici e le tecnologie possono migliorare il comfort e la salute. In base al punteggio, lo Standard attribuisce una certificazione su tre livelli: Gold, Silver e Platinum.

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ALBERTO COMINELLI, Head of Project Management, CBRE


In Italia, il primo edificio a essere certificato WELL Gold per la categoria “New and existing interiors” è la sede di CBRE Italy in Piazza Affari 2, a Milano. Per raggiungere questo importante risultato, la società di consulenza immobiliare ha implementato diverse misure su indicazione del Team Sustainability, dall’elevata presenza di piante e pareti naturali alla presenza di una wellness room dedicata al relax dei dipendenti. Alberto Cominelli, Head of Project Management di CBRE, ci ha illustrato nel dettaglio in che modo sono stati riorganizzati gli spazi dell’ufficio e quali soluzioni tecnologiche sono state adottate per ottenere la certificazione.

IL PUNTO DI PARTENZA “La certificazione è stata ottenuta nell’ambito dei lavori di fit out e reinvestimento della nostra nuova sede in Piazza Affari, in cui ci siamo trasferiti nel 2018”, spiega Cominelli. “Abbiamo impostato tutto il progetto di allestimento con l’obiettivo di ottenere la certificazione, rispettando le linee guida e le prescrizioni del WELL Building Standard. Il processo è piuttosto lungo e articolato: a differenza di altre certificazioni, il WELL non prevede soltanto l’invio di documenti, ma anche una fase di test e commissioning da parte dell’ente certificatore, per confermare che siano stati rispettati i parametri di progetto. Dall’invio della documentazione all’ottenimento della certificazione è passato circa un anno. Non è stato necessario un investimento impegnativo, ma bisogna sottolineare che ottenere la certificazione non è solo una questione progettuale, ma anche e soprattutto di gestione delle operation in azienda, che va a impattare su diverse aree: dal procurement all’alimentazione, alla gestione dei protocolli di pulizie e soprattutto all’informazione dei dipendenti. È un risultato che si raggiunge attraverso un costante lavoro sulle modalità di utilizzo dello spazio da parte del personale: i protocolli devono essere mantenuti aggiornati, i sondaggi interni devono essere fatti regolarmente e anche i test su acqua, aria, acustica e illuminazione devono essere ripetuti ogni anno, per confermare di essere in linea con i parametri richiesti dalla certificazione”.

L’ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI Il layout degli ambienti è pensato in modo da promuovere l’attività fisica e assecondare tutte le esigenze di comfort dei dipendenti: le scrivanie sono regolabili in altezza per offrire la possibilità di lavorare anche in piedi; ci sono postazioni dotate di biciclette, aree doccia, un servizio di bike sharing e spazi per le biciclette all’interno dell’edificio. Un aspetto importante dei parametri presi in considerazione dal WELL Building Standard è l’attenzione verso il benessere mentale dei lavoratori: a questo scopo è stata allestita una Wellness Room totalmente isolata, al cui interno è possibile rilassarsi con cromoterapia, aromaterapia e musica o suoni naturali, e una libreria con titoli dedicati al benessere, all’alimentazione sana e alle pratiche mindfulness. “La vecchia sede, sempre nel centro storico di Milano, era improntata a un modo di lavorare molto tradizionale, con postazioni www.casaeclima.com    n.88

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INTERIOR

di lavoro assegnate, alternanza di open space e stanze chiuse”, spiega Cominelli. “La nuova sede ci ha consentito di cambiare totalmente paradigma, passando a una strategia di activity-based working, con postazioni di lavoro non assegnate e un incremento notevole delle aree di supporto collaborative”. Grande attenzione è posta anche all’aspetto dell’alimentazione: i dipendenti hanno a disposizione ogni giorno, gratuitamente, frutta e verdura di stagione al posto di merendine e snack, mentre sul terrazzo si trova un piccolo orto attrezzato in cui vengono coltivate piante ed erbe aromatiche.

SOLUZIONI IMPIANTISTICHE Le tecnologie giocano naturalmente un ruolo fondamentale nel mantenimento dei parametri richiesti dalla certificazione. A partire dalla qualità dell’aria interna, che viene monitorata periodicamente per garantire l’assenza di VOC, particolato e composti inorganici. Le pareti sono verniciate con tecnologia a grafene per l’assorbimento della CO2. “Per quanto riguarda la climatizzazione abbiamo un impianto a travi fredde con qualche integrazione di fancoil che ci consente di ridurre al minimo i movimenti d’aria all’interno dello spazio. La ventilazione è meccanica, condominiale. A seguito della chiusura dovuta alla pandemia è stato bloccato il ricircolo dell’aria, e quindi utilizziamo al 100% ricambio d’aria esterna, oltre alla possibilità di aprire le finestre, che normalmente sarebbero chiuse a chiave”, spiega Cominelli. Il sistema di illuminazione segue i ritmi circadiani: i parametri variano a livello di colore e intensità luminosa durante le diverse fasi della giornata. Infine, il comfort acustico è curato utilizzando finiture di pavimento, controsoffitto, arredi e pannelli fonoassorbenti. 36

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LO SPAZIO UFFICIO NELL’ERA POST-COVID Secondo recenti ricerche scientifiche sull’impatto degli ambienti sulle persone, un spazio di lavoro realizzato con criteri healthy può aumentare la produttività del 62% e il pensiero creativo del 110%. In CBRE sono gli stessi dipendenti a mostrarsi soddisfatti: dall’ultima rilevazione interna risulta che, per il 95%, gli spazi di lavoro sono ritenuti sani e sicuri. “Come richiesto dal protocollo”, sottolinea


al “vecchio regime” degli uffici con postazioni assegnate e spazi compartimentati. Secondo Cominelli, al contrario, i cambiamenti in corso segnano ormai un punto di non ritorno: “La pandemia ha sostanzialmente accelerato gli eventi e i cambiamenti che erano già in atto. Il remote working prima della pandemia era adottato da circa 500 mila persone in tutta Italia, dopo l’arrivo del virus a usare questa modalità sono 6 milioni di persone. Oggi, nella pianificazione del new normal, tutte le aziende si stanno orientando verso un traguardo di due o tre giorni di remote working a settimana. Questo non significa una riduzione dello spazio di lavoro, ma una variazione nell’utilizzo dello stesso, dal momento che il remote working non è applicabile a spazi di lavoro chiusi, circoscritti e assegnati. L’ufficio cambierà tantissimo, ma non tornerà a essere quello di prima: diventerà uno spazio ancora più innovativo rispetto a quello che viviamo oggi, finalizzato a far incontrare le persone e a fare engagement. Lavorando di più a casa, da sole, le persone sentiranno infatti una maggiore necessità di andare in ufficio per incontrare i colleghi”. Per quanto riguarda specificamente i protocolli anti-contagio, al momento CBRE ha ridotto l’affluenza dei dipendenti in presenza, limitandola al 60%, mentre ha appena intrapreso anche il percorso per l’ottenimento della certificazione WELL Health & Safety Rating, focalizzata proprio sulle tematiche che riguardano la pandemia: ricambi d’aria, monitoraggio, protocollo delle pulizie, sanificazione e test.

COME FUNZIONA IL WELL BUILDING STANDARD

Cominelli, “facciamo due volte all’anno una rilevazione per ricevere il feedback dei dipendenti sullo spazio degli uffici”. Ma come si ridefinisce un ambiente di lavoro healthy in un contesto emergenziale come quello che stiamo vivendo in questi mesi con la pandemia da Covid-19? Le precauzioni anti-contagio hanno infatti obbligato tutte le aziende a riadattare i propri spazi, in una direzione che, per via della necessità di ridurre le occasioni di contatto tra le persone, potrebbe far presagire un ritorno

Lo Standard, di cui è stata lanciata nel 2018 la seconda versione (WELL v2) si basa su 10 aree tematiche (concept): aria, acqua, nutrimento, luce, movimento, comfort termico, acustica, materiali, mente, comunità, innovazione. Ogni elemento comprende a sua volta alcune precondizioni e diverse possibilità di ottimizzazione: ad esempio, per quanto riguarda la qualità dell’aria, è una precondizione garantire un ambiente smoke free, riducendo l’esposizione degli occupanti al fumo passivo e all’inquinamento atmosferico. Tra le possibilità di ottimizzazione, invece, figura l’adozione di un Enhanced Ventilation Design – adoperando per esempio un sistema di ventilazione meccanica controllata – la filtrazione dell’aria o l’uso di finestre operabili, per promuovere la connessione con l’ambiente esterno e incoraggiare gli occupanti ad aprire le finestre quando la qualità dell’aria esterna lo consente. Per quanto riguarda invece il comfort termico, una delle ottimizzazioni possibili è l’implementazione di un sistema di riscaldamento e raffrescamento radiante, l’adozione di adeguati sistemi di monitoraggio e di controllo. Ognuna di queste strategie consente di ottenere un certo punteggio, che concorre all’attribuzione del punteggio totale della certificazione (Gold, Silver o Platinum).

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SPECIALE

Superbonus

APE convenzionale e tradizionale, qual è la differenza? Il documento che attesta il salto di classe energetica è elaborato da un tecnico abilitato, non va depositato al catasto energetico e ha regole diverse rispetto alla classica attestazione energetica, l’APE tradizionale PATRIZIA RICCI

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SPECIALE

I

l D.L. 34/2020, “Decreto Rilancio”, convertito con modificazioni dalla L. 17 luglio 2020 n. 77, prevede l’innalzamento al 110% dell’aliquota di detrazione fiscale per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per gli interventi di efficienza energetica che soddisfano i requisiti di cui al Decreto 6/08/2020 (Decreto Requisiti Ecobonus e Decreto Asseverazioni) e per gli interventi antisismici di cui ai commi da 1-bis a 1-septies dell’articolo 16 del D.L. 63/2013. Per l’accesso al Superbonus per gli interventi di efficientamento energetico è necessario acquisire da un tecnico abilitato l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) ante intervento, che fotografi le condizioni dell’edificio prima dell’intervento. L’APE deve essere redatto nella forma della dichiarazione asseverata.

CERTIFICAZIONE ENERGETICA E SUPERBONUS In merito alla certificazione, i riferimenti di legge sono il comma 3 dell’art. 119 del Decreto Rilancio, secondo il quale “ai fini dell’accesso alla detrazione, gli interventi di cui ai commi 1 e 2 […] nel loro complesso, devono assicurare, anche congiuntamente agli interventi di cui ai commi 5 e 6, il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, ovvero, se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica (APE), di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, ante e post intervento, rilasciato da tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata”, e il comma 13, in base al quale “ai fini dell’opzione per la cessione o per lo sconto di cui all’articolo 121: a) per gli interventi di cui ai commi 1, 2 e 3 del presente articolo, i tecnici abilitati asseverano il rispetto dei requisiti previsti […]”, tra cui il salto delle due classi. Secondo l’art. 1, comma 2, lettera h del Decreto 6 agosto 2020 – Requisiti Tecnici, per tecnico abilitato si intende: “Soggetto abilitato alla progettazione di edifici e impianti nell’ambito delle competenze ad esso attribuite dalla legislazione vigente iscritto agli specifici ordini e collegi professionali”. Non è richiesta l’iscrizione a un albo per i certificatori energetici ma l’abilitazione professionale. Per “APE asseverato” si intende quindi un APE redatto dal progettista, dal direttore lavori o da un soggetto avente i requisiti richiesti dal sopra-citato articolo. Nell’art. 7, comma 3, viene specificatamente richiamato il Superbonus, precisando che “per gli interventi di cui all’art. 119, commi 1 e 2 del Decreto Rilancio, è obbligatoria la produzione degli attestati di prestazione energetica nella situazione ante e post intervento di cui al punto 12 dell’Allegato A. Ai fini di cui al presente comma, non sono ammessi gli attestati redatti tramite l’utilizzo di software basati su metodi di calcolo semplificati di cui al punto 4.2.2 dell’allegato 1 del Decreto Linee Guida APE”. Il calcolo deve essere quindi completo. Nell’Allegato A (“Requisiti da indicare nell’asseverazione per gli interventi che accedono alle detrazioni fiscali”), al punto 12 (“Interventi che fruiscono delle detrazioni fiscali del 110% ai sensi del Decreto Rilancio”) viene esplicitamente detto, al comma 12.1 e 12.3, che le asseverazioni devono contenere la dichiarazione del tecnico abilitato che l’intervento ha comportato il miglioramento di almeno due classi energetiche (o una classe energetica qualora la classe ante intervento sia la A3) e che all’asseverazione devono essere allegati gli attestati di prestazione energetica ante e post intervento rilasciati da tecnici abilitati. Il comma 12.2, invece, introduce il concetto di APE “convenzionale” con la seguente dicitura: “Gli attestati di prestazione energetica (APE) di cui al punto 12.1, qualora redatti per edifici con più unità immobiliari, sono detti ‘convenzionali’ e sono appositamente predisposti ed utilizzabili esclusi-

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vamente allo scopo di cui al punto 12.1 stesso”. Quindi sono “convenzionali” solo gli APE di un condominio, ovvero laddove c’è una pluralità di unità immobiliari coinvolte senza accessi singoli dall’esterno. Secondo il comma 12.3: “Gli APE convenzionali di cui al punto 12.2 vengono predisposti considerando l’edificio nella sua interezza considerando i servizi energetici presenti nella situazione ante-intervento. Per la redazione degli APE convenzionali, riferiti come detto a edifici con più unità immobiliari, tutti gli indici di prestazione energetica dell’edificio considerato nella sua interezza, compreso l’indice EPgl,nren,rif,standard (2019/21) che serve per la determinazione della classe energetica dell’edificio, si calcolano a partire dagli indici prestazione energetica delle singole unità immobiliari. In particolare ciascun indice di prestazione energetica dell’intero edificio è determinato calcolando la somma dei prodotti dei corrispondenti indici delle singole unità immobiliari per la loro superficie utile e dividendo il risultato per la superficie utile complessiva dell’intero edificio”.

L’APE “TRADIZIONALE” Secondo l’art. 6 comma 4 del D.Lgs. 192/05, attualmente in vigore, l’attestazione della prestazione energetica (APE) può riferirsi a una o più unità immobiliari facenti parte di un medesimo edificio. Nello stesso Decreto viene inoltre precisato che l’attestazione di prestazione energetica riferita a più unità immobiliari può essere prodotta solo qualora esse abbiano la medesima destinazione d’uso, la medesima situazione

COME CONSIDERARE LE PARTI COMUNI RISCALDATE NEL CALCOLO DELL’APE CONVENZIONALE? Nel caso di condominio con impianto centralizzato e parti comuni (sala riunioni, corridoi e vani scala) riscaldate, quest’ultime vengono escluse dalla somma nell’APE convenzionale, ma devono comunque essere implementate (simulate) per ripartire correttamente l’energia in uscita ai generatori di calore.


Superbonus LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA: INQUADRAMENTO LEGISLATIVO

al contorno, il medesimo orientamento e la medesima geometria e siano servite, qualora presente, dal medesimo impianto termico destinato alla climatizzazione invernale e, qualora presente, dal medesimo sistema di climatizzazione estiva. Il che sostanzialmente significa che l’APE va fatto per la singola unità immobiliare, che nel caso degli edifici unifamiliari coincide con l’intero edificio, mentre per un condominio va redatto unità per unità. Nell’attestato di prestazione energetica, la classe energetica di un edificio è definita in base all’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile EPgl,nren, espresso in kWh/m2 anno, con riferimento alla superficie utile. Il pedice “globale” indica che l’indice si riferisce a tutti i servizi energetici che concorrono al consumo di energia primaria dell’edificio, ovvero pedice H per la climatizzazione invernale, W per la produzione dell’acqua calda sanitaria, C per la climatizzazione estiva, V per la ventilazione, L per l’illuminazione artificiale e T per il trasporto di persone o cose. EPgl,nren = EPH,nren + EPW,nren + EPC,nren + EPV,nren + EPL,nren + EPT,nren Il pedice “nren” indica che concorre solo la quota non rinnovabile dell’energia primaria, essendo la parte rinnovabile “gratuita” ai fini della climatizzazione dell’edificio dal punto di vista della prestazione energetica. Va inoltre precisato che gli indici EPL,nren e EPT,nren non si determinano, ovvero non sono pertinenti, per le destinazioni d’uso residenziali ad uso continuativo E.1(1), ad eccezione di collegi, conventi, case di pena, caserme, ad uso saltuario E.1(2), e per quelle a carattere industriale E.8. La scala delle classi viene definita a partire dal valore dell’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile dell’edificio di riferimento EPgl-nren,rif,standard(2019/2021) valutato in base ai parametri di trasmittanza termica delle strutture opache e trasparenti in vigore dal 2019 per gli edifici pubblici e dal 2021 per quelli privati (edifici nZEB). Tale indice è posto quale limite di separazione tra la classe A1 e B, e si

Il tema della certificazione energetica e dei relativi obblighi è stato introdotto a livello nazionale con il D.Lgs. 192/05, di attuazione della Direttiva 2002/91/CE, e revisionato più volte dai successivi decreti attuativi o di modifica dello stesso. Il D.L. 63/13, convertito dalla Legge 90/2013, ha portato a un riordino della materia, sostituendo integralmente alcuni passaggi del D.Lgs. 192/05 e anticipando nuovi decreti attuativi dedicati alla certificazione energetica degli edifici. Il D.L. 145 del dicembre 2013, denominato “Destinazione Italia”, convertito in legge con la Legge 9/2014, ha definito il passaggio da ACE ad APE. Il D.M. 26/06/2015 di attuazione della L. 90/2013 con le nuove Linee Guida Nazionali per l’attestazione della prestazione energetica degli edifici, riporta i metodi di classificazione e il nuovo modello di APE nazionale. A giugno 2020 è uscito il D.Lgs. 48, che ha apportato ulteriori modifiche alla disciplina della certificazione energetica (ad es. in materia di allegazione dell’APE agli atti di compravendita e di sopralluogo e nella definizione di impianto).

calcola partendo dall’edificio di riferimento, a cui vengono imposti i valori di riferimento per l’involucro al 2019/2021 riportati nel D.M. 26/06/15 nel capitolo dedicato ai requisiti minimi e ipotizzando che nell’edificio siano installati gli impianti standard riportati nella tabella 1 (LGN15). Ad esempio, per la climatizzazione invernale, l’edificio di riferimento è dotato di un “generatore a combustibile gassoso (gas naturale) nel rispetto dei requisiti minimi di cui alla tabella 8 dell’Appendice A all’Allegato 1 del D.M. Requisiti Minimi e con relativa efficienza dei sottosistemi di utilizzazione di cui alla tabella 7 della stessa appendice”. Quindi l’edificio di riferimento ha sempre il rendimento di impianto, come prodotto tra il rendimento del lato utilizzazione – che, nel caso di distribuzione idronica in climatizzazione invernale, è H=0,81 (Tabella 7) – e il rendimento del generatore pari a H=0,95 (Tabella 8).

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SPECIALE L’edificio di riferimento è dunque climatizzato interamente a energia non rinnovabile, avendo il gas naturale un vettore energetico fP,ren = 0. Una conseguenza importante è relativa agli edifici dotati di impianti a biomassa solida per i quali fP,ren = 0,80: per questi edifici, che solitamente ricadono in una classe elevata (che può essere B, C o D, in funzione anche dello stato di serramenti e dell’involucro) dato che hanno solo una quota pari al 20% di energia primaria, il salto di due classi diventa più difficile da compiere rispetto a un edificio climatizzato in maniera tradizionale, partendo già da una quota importante di energia rinnovabile. È importante rilevare che, ai fini della determinazione della classe energetica, l’edificio di riferimento non è dotato degli stessi impianti di produzione dell’energia dell’edificio reale, ma di impianti standard, escludendo eventuali impianti a FER presenti nell’edificio reale: ciò per valorizzare l’utilizzo di tecnologie più efficienti in termini energetici, sia nelle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni e riqualificazioni, dando riscontro di tali scelte nella classe energetica conseguita. Nel caso di una verifica progettuale, l’edificio di riferimento è dato dal fabbricato di riferimento (con parametri termofisici dettati dal D.M. Requisiti in relazione all’anno di costruzione) più gli impianti di riferimento (con la stessa tipologia dell’edificio reale ma con efficienze prefissate dal D.M. Requisiti) mentre nel caso di una classificazione, l’edificio di riferimento è dato dal fabbricato di riferimento (con parametri termofisici dettati dal D.M. Requisiti con riferimento all’anno 2019/2021) più gli impianti di riferimento “standard” (con tipologie “standard” ed efficienze prefissate dal D.M. Requisiti). Il calcolo della prestazione energetica si basa sui servizi effettivamente presenti nell’edificio, fatti salvi i seguenti due che si considerano sempre presenti: ■ gli impianti di climatizzazione invernale; ■ gli impianti di produzione di acqua calda sanitaria, ma solo nel settore residenziale (E.1). Nel caso del Superbonus, il problema non si pone per il primo punto, perché senza impianto di climatizzazione non si ha l’accesso al bonus, ma per la produzione di acqua calda sanitaria, in caso di assenza, a livello di certificazione energetica va simulato in maniera virtuale considerando gli impianti standard previsti in Tabella 1. A questo riguardo si faccia riferimento alla FAQ MiSE del 1/1/2015,

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La prima pagina del fac-simile di APE inclusa tra gli allegati del D.M. 26/06/2015

secondo la quale “è necessario indicare nell’APE i servizi energetici valutati o, eventualmente, simulati nel calcolo della prestazione energetica. Per esempio, nel caso in cui un edificio residenziale non sia riscaldato e non abbia l’impianto di produzione dell’ACS, essi saranno comunque indicati tra i servizi perché è necessario simularli. Per tenere traccia del fatto che i consumi indicati sono stati calcolati ‘simulando’ la presenza di un impianto fittizio/convenzionale, si indichi, nella tabella degli impianti a pagina 3 dell’attestato, ‘impianto simulato in quanto assente’. In questo caso non si compilano i campi delle potenze etc., ma solo le efficienze medie e i fabbisogni EP ‘simulati’”.


Superbonus GLI IMPIANTI FISSI Va quindi chiarito che cosa si intende per “impianto presente” e quando un impianto vada considerato “presente” o assente e dotare l’unità immobiliare di un impianto “standard”. Il D.Lgs. 48/2020, di attuazione della direttiva (UE) 2018/844, ha cambiato la definizione di impianto termico, semplificandola: “Impianto tecnologico fisso destinato ai servizi di climatizzazione invernale o estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, o destinato alla sola produzione di acqua calda sanitaria, indipendentemente dal vettore energetico utilizzato, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione, accumulo e utilizzazione del calore, nonché gli organi di regolazione e controllo, eventualmente combinato con impianti di ventilazione. Non sono considerati impianti termici i sistemi dedicati esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole unità immobiliari ad uso residenziale ed assimilate”. Di fatto, rispetto alla definizione del D.Lgs. 192/05 e successive modificazioni, è stata eliminata la parte seguente: “Sono compresi negli impianti termici gli impianti individuali di riscaldamento. Non sono considerati impianti termici apparecchi quali: stufe, caminetti, apparecchi di

STUFE E CAMINETTI POSSONO ESSERE CONSIDERATI A TUTTI GLI EFFETTI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO? In base alla FAQ MiSE 3.14 del 2018 si sarebbe già potuto dedurre che, se tali elementi soddisfano i tre requisiti richiesti, possano essere considerati tali, fermo restando il chiarimento in merito alla definizione di “ambiente”, inteso per singolo ambiente o per unità immobiliare nel suo complesso. Ma una risposta affermativa, diretta e definitiva, in merito al diritto di ottenere il Superbonus in presenza di una semplice stufa a legna è stata fornita dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nel corso di un incontro di Telefisco dedicato al Superbonus. Un’indicazione che apre la strada alla possibilità di avviare interventi di risparmio genetico in un numero decisamente più ampio di immobili.

APE ANTE E POST: BOX 1 DUBBI E CHIARIMENTI I chiarimenti che seguono, così come molte delle informazioni a supporto del presente articolo, sono emersi in risposta ad alcune domande poste durante il corso “Bonus 110% – Analisi dei decreti, requisiti Ecobonus, Sismabonus e asseverazioni” del Collegio Ingegneri Architetti di Milano, organizzato lo scorso 28 ottobre, nel quale sono intervenuti l’Arch. Francesco Giordano, l’Ing. Daniele Costanzo, il Prof. Ing. Stefano Bergero e il Dott. Giuseppe Rufo.

Edifici unifamiliari In base a quanto riportato nel par. 12.2 dell’Allegato A del Decreto 6 agosto 2020, l’APE convenzionale si applica solo agli edifici plurifamiliari. Di conseguenza, se non fosse possibile considerare gli stessi servizi ante e post per gli edifici unifamiliari, si determinerebbe una diversa valutazione per l’accesso agli incentivi nei due casi. Dato che spesso il solo fatto di aggiungere un servizio comporta miglioramento di classe senza reali miglioramenti energetici, le unità unifamiliari sarebbero favorite da questo approccio. In questo caso è opportuno considerare una FAQ ENEA che in risposta alla domanda “Nel caso di edifici unifamiliari, quali servizi energetici occorre prendere in considerazione per eseguire il confronto tra APE-pre e APE-post?” afferma che “ai fini delle detrazioni fiscali del 110%, anche nel caso degli edifici unifamiliari, i servizi energetici da prendere in considerazione nell’APE-post per la verifica del conseguimento del miglioramento di due classi energetiche sono quelli presenti nella situazione ante intervento così come previsto per gli APE convenzionali rilasciati per gli edifici composti da più unità immobiliari”. Possono essere dunque chiamati tutti APE convenzionali.

Metodologie di calcolo Le metodologie di calcolo da utilizzarsi per la redazione degli APE convenzionali Superbonus sono le stesse dell’APE tradizionale, ovvero quelle nazionali in vigore. Stessi principi anche per il calcolo dell’edificio di riferimento per la determinazione dei range delle classi. SEGUE A PAGINA 44

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SPECIALE Ma in risposta a quale criterio utilizzare per determinare le classi energetiche, se il Decreto 26/06/2015 o le leggi regionali, ci viene in aiuto la FAQ ENEA n. 5: “Per uniformità di applicazione della misura incentivante su tutto il territorio nazionale il criterio di classificazione energetica da usare è quello previsto dal Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e con il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, 26 giugno 2015, o il criterio previsto dalla corrispondente norma regionale a condizione che le regioni dichiarino che si ottengano le stesse classificazioni energetiche”. Da cui discende che per l’APE convenzionale, onde evitare errori, si debba utilizzare la procedura nazionale.

Ampliamenti Nel caso degli ampliamenti, che non sono oggetto del Superbonus, la FAQ ENEA n. 7 chiarisce quali sono le spese ammesse, nel caso di demolizione e ricostruzione con ampliamento, e come deve essere redatto l’APE post operam. Dalle spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 occorre scorporare le spese derivanti all’ampliamento e l’APE post operam deve essere redatto considerando l’edificio nella sua configurazione finale, comprensiva dell’ampliamento. Si confrontano quindi due edifici diversi.

Gestione dei servizi ante e post Il Decreto 6 agosto 2020 afferma che nella determinazione dell’EPgl,nren (globale non rinnovabile) nell’APE convenzionale post devono essere considerati (come somma) solo gli EP relativi ai servizi già presenti nella situazione ante. La correttezza di questo approccio è data dal fatto che se vengono modificati i servizi tra ante e post, non si riesce ad apprezzare l’efficacia dei miglioramenti applicati all’edificio. Sarà compito dell’APE redatto ai sensi del D.Lgs. 192/2005 e ss.mm.ii. certificare la classe vera delle singole unità immobiliari. Bisogna tuttavia fare attenzione, perché considerare gli stessi servizi nell’APE post e ante non vuol dire necessariamente che nella modellizzazione della situazione post debbano essere esclusi servizi eventualmente aggiunti durante i lavori, ad esempio il raffrescamento e la ventilazione. L’input dati e la modellizzazione devono infatti essere completi, anche SEGUE A PAGINA 45

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riscaldamento localizzato ad energia radiante; tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impianti termici quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al servizio della singola unità immobiliare è maggiore o uguale a 5 kW”. Un chiarimento in merito può essere fornito dalla FAQ MiSE 3.14 del 2018 secondo la quale ai fini della redazione degli APE e per quanto riguarda i requisiti energetici minimi, indipendentemente dalla definizione di impianto termico, tali impianti tecnici devo essere considerati e imputati, purché: ■ impianti fissi; ■ concorrenti ai servizi considerati nella prestazione energetica dell’edificio; ■ di potenza sufficiente a garantire le temperature degli ambienti previste dalla legge. Se quindi l’impianto non garantisce il raggiungimento dei 20°C previsti per legge, non deve essere considerato tale. La verifica va fatta secondo la norma UNI EN 12831 per il calcolo del carico termico di progetto. Nell’APE è indicata anche la prestazione invernale e estiva del fabbricato, tramite un indicatore grafico del livello di qualità (cfr. le faccine “smile”). La prestazione invernale viene definita in base all’indice di prestazione energetica invernale dell’involucro edilizio EPH,nd, che viene confrontato con l’indice di prestazione termica utile per il riscaldamento dell’edificio di riferimento EPH,nd;limite(2019/2021), a cui si impongono le caratteristiche previste per il 2019/2021 (Tabella 3 LNG15), mentre la prestazione estiva viene definita in base alla trasmittanza termica periodica YIE e all’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile Asol,est/Asup,utile, con riferimento ai parametri previsti dal D.M. Requisiti Minimi.


Superbonus nell’APE convenzionale, tenendo conto di tutti i servizi e gli impianti presenti. È solo nella sommatoria per la determinazione dell’EPglnren finalizzata alla dimostrazione del miglioramento di classe, che vengono considerati (sommati pesati) solo gli EPgl,nren relativi ai servizi che già erano presenti ante. Se nell’APE post non simulassimo tutti i servizi, si potrebbe verificare una situazione irrealistica nella ripartizione dell’energia elettrica prodotta on site (ad es. da fotovoltaico) sui servizi presenti. Se infatti ipotizziamo che ante siano presenti solo i servizi H e W soddisfatti da caldaia a gas e post i servizi H, W e C soddisfatti da pompa di calore con aggiunta di impianto fotovoltaico; se si escludesse la climatizzazione estiva dalla modellizzazione post, l’intera produzione del FV in estate andrebbe, nel calcolo, a compensare il solo servizio W e quindi creerebbe un beneficio non realistico relativamente al miglioramento della classe che sarebbe valutata solo sui servizi H e W. Una soluzione potrebbe essere quella di escludere sempre dall’APE convenzionale (ante e post) i servizi C,L,V,T, essendo gli interventi principali influenti sui servizi H e W.

QUAL È LA DIFFERENZA TRA APE CONVENZIONALE E TRADIZIONALE? La prima differenza si riscontra nelle finalità con cui vengono redatti i due certificati. L’APE convenzionale “Superbonus” ha lo scopo di dimostrare il miglioramento di due classi energetiche nell’ambito del Superbonus, mentre l’APE tradizionale ha invece finalità informative agli utilizzatori delle UI nel caso di compravendita, locazione etc. (finalità di cui al D.Lgs. 192/05 e smi). Inoltre mentre l’APE convenzionale, nel caso di edifici condominiali, deve essere redatto per l’intero edificio, l’APE tradizionale è sempre redatto per singola unità immobiliare. Dato che per la determinazione dell’EPgl,nren nell’APE convenzionale si sommano gli EP relativi ai soli servizi già presenti nella situazione ante, APE convenzionale post e APE tradizionale potrebbero quindi avere un EPgl,nren differente. Per la redazione dell’APE convenzionale non è necessaria indipendenza da parte del professionista: può essere redatto anche dallo stesso progettista o DL, qualora sia abilitato (secondo definizione precedente). Da ultimo, non è necessario depositare l’APE convenzionale nei catasti regionali, in quanto gli APE convenzionali sono da intendersi come allegati all’asseverazione che il professionista deve inviare all’ENEA. L’APE convenzionale va consegnato in aggiunta all’asseverazione del salto di classe e quindi ci sarà un modello ad hoc di APE convenzionale, diverso da quello dell’APE tradizionale, che riporterà la possibilità di selezionare “intero edificio” e tra le finalità “Superbonus POST-intervento”. Le differenze fin qui elencate meritano qualche considerazione ulteriore. In primo luogo in riferimento agli edifici unifamiliari, alle metodologie di calcolo, agli ampliamenti e alla gestione dei servizi ante e post (vedi Box 2).

Gestione UI con e senza Superbonus Nel caso in cui in un edificio condominiale vi siano unità immobiliari (UI) che accedono al Superbonus ed altre no, ad esempio, perché nella situazione ante sono prive di impianto o perché non interessate a eseguire i lavori, nella realizzazione di un impianto comune il modello va fatto per tutte le UI dell’edificio, perché il salto delle due classi dev’essere dimostrato non solo per le unità che accedono al Superbonus ma per l’intero edificio. In tal senso si faccia riferimento a una FAQ dell’Agenzia delle Entrate (aggiornate al 30/09/2020) relativa alla realizzazione di un cappotto termico solo sulla porzione dell’involucro esterno relativa a un solo appartamento. Si può usufruire del Superbonus se “l’assemblea condominiale ha autorizzato i condòmini a realizzare l’intervento sulla parte esterna che interessa la singola unità abitativa e sempre che siano rispettati tutti i requisiti previsti per accedere al Superbonus. Quindi occorre che l’intervento riguardi una parte superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’intero edificio e assicuri il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’intero edificio oppure, se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica rilasciato da tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata”.

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SPECIALE

SuperEcobonus 110% e asseverazioni, istruzioni per l’uso Con il D.L. Rilancio, tecnici e professionisti del settore edile sono chiamati ad assolvere un ruolo cruciale in termini di responsabilità

D

al 27 ottobre è possibile inviare all’ENEA sul sito detrazionifiscali.enea.it anche le asseverazioni e i documenti previsti nell’ambito della normativa sul Superbonus 110%. La compilazione dell’asseverazione potrà essere effettuata direttamente sul sito che consente anche di allegare la documentazione prevista. Tramite questo sito è possibile creare e protocollare le asseverazioni obbligatorie alla fine dei lavori e quando si opta per la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli stati di avanzamento lavori al 30% e al 60%. L’asseverazione deve essere redatta da un tecnico abilitato munito di polizza assicurativa espressamente stipulata per il SuperEcobonus 110%. Per completarla occorre caricare nel sistema i file PDF dei seguenti documenti: copia della polizza assicurativa, APE ante intervento, APE post intervento e computo metrico dei lavori. Per comunicare all’Agenzia delle Entrate l’eventuale cessione del credito relativa ai lavori, c’è tempo fino al 16 marzo 2021, al fine di consentire alle imprese che lo avranno acquisito di caricarlo sul loro cassetto fiscale e usufruire delle detrazioni. Il sito detrazionifiscali. enea.it permette di creare e gestire il proprio account per i siti dedicati alle detrazioni fiscali e per il Superbonus (detrazioni del 110%) e di inserire i dati delle asseverazioni e i dati dei relativi interventi.

COSA SIGNIFICA “ASSEVERARE”? Con il D.L. Rilancio, tecnici e professionisti del settore edile sono chiamati ad assolvere un ruolo cruciale in termini di responsabilità nell’ambito di un intervento per cui si richiedono agevolazioni fiscali, nella fattispecie il Superbonus 110% con le asseverazioni, ovvero le dichiarazioni che devono essere sottoscritte dal tecnico abilitato per attestare che gli interventi rispondano ai requisiti tecnici fissati e che i costi siano congrui. L’asseverazione tecnica è prevista dall’art. 119, comma 13, lettera a) del Decreto Rilancio che, aspetto importante,

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Superbonus va trasmessa anche all’ENEA per i successivi controlli. Deve essere compilata secondo quanto previsto dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 6 agosto 2020 (c.d. Decreto Asseverazioni) recante “Requisiti delle asseverazioni per l’accesso alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici - cd. Ecobonus” (Gazzetta Ufficiale 05/10/2020, n. 246). Con l’asseverazione il tecnico abilitato attesta che l’intervento risponde ai requisiti di cui all’Allegato A del Decreto Requisiti Ecobonus, nonché la congruità dei costi degli stessi interventi, anche rispetto ai costi specifici, anch’essi previsti nel decreto. L’asseverazione (o perizia tecnica asseverata) è di fatto una particolare forma di perizia in cui il relatore si assume la responsabilità della veridicità di tutto quanto riportato e, di conseguenza, risponde anche penalmente degli eventuali falsi ideologici o materiali in essa presenti.

ASSEVERAZIONI, COSA FARE? Nei Decreti MiSE (Requisiti Tecnici e Asseverazioni) si stabilisce che le asseverazioni sui requisiti tecnici circa gli interventi di risparmio energetico agevolati e la corrispondente congruità delle spese sostenute possono essere rilasciate da professionisti abilitati alla progettazione di edifici e impianti, iscritti nei relativi ordini e collegi professionali. Sono quindi esclusi i certificatori energetici che, pur rilasciando l’APE, non possono compilare le asseverazioni. Come già chiarito, l’APE convenzionale è l’attestato (prodotto prima e dopo la realizzazione degli interventi agevolati) che serve a dimostrare il miglioramento della prestazione energetica ottenuto a seguito dei lavori incentivati (non meno di due classi energetiche o raggiungimento classe più alta), è indispensabile per poter usufruire del Superbonus 110% e deve essere rilasciato da un tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata. L’asseverazione può riguardare l’intervento concluso o uno specifico SAL (Stato di Avanzamento Lavori) sulla base delle condizioni e nei limiti di cui all’articolo 121 del D.L. Rilancio. Quest’ultimo deve essere di almeno il 30% del valore economico complessivo dei lavori preventivati per il primo SAL e del 60% per il secondo. L’asseverazione che riguarda l’intervento concluso è redatta secondo il modulo tipo di cui all’Allegato 1. L’asseverazione che riguarda uno specifico SAL è redatta secondo il modulo tipo di cui all’Allegato 2.

COME REDIGERE E QUANTIFICARE UNA RELAZIONE ASSEVERATA La domanda che molti tecnici si pongono è non tanto come redigere una relazione asseverata, quanto piuttosto come quantificarla. Con riferimento, ad esempio, a una relazione tecnica energetica asseverata, viene richiesta una documentazione a supporto che può consistere in grafici, modelli fisico-matematici mediante l’utilizzo di strumenti certificati CTI (software specializ-

zati), APE convenzionale ante operam (tipicamente per edificio intero, calcolato sulla base della singola unità), APE convenzionale post operam (sulla base del progetto), verifica del doppio salto di classe e delle prescrizioni tecniche date, dichiarazione di utilizzo asseverata di materiali CAM da allegare alla relazione tecnica L. 10/91 e s.m.i. da consegnare in comune con la pratica edilizia, secondo modello da Decreto Asseverazioni, la relazione sismica asseverata (contenente le relazioni preliminari geotecnica e sismica), attestante l’atteso miglioramento strutturale e la classificazione sismica risultante, la relazione di congruità economica delle opere, sulla base di computo metrico estimativo secondo prezziari ufficiali e il visto fiscale rilasciato da professionista abilitato. L’attività consiste pertanto nella raccolta documentale di quanto previsto e nella produzione delle relative asseverazioni secondo le modalità previste. Ma come quantificare questa attività? Con riferimento al D.M. 17/06/2016 per la determinazione dei corrispettivi, si può fare riferimento alla voce “Supporto al RUP” per le singole fasi prestazionali: ■ QaI.03 Supporto al RUP: accertamenti e verifiche preliminari ■ QbI.20 Supporto al RUP: verifica della progettazione preliminare ■ QbII.27 Supporto al RUP: verifica della progettazione definitiva ■ QbIII.09 Supporto al RUP: verifica della progettazione esecutiva Le fasi operative dell’intero processo edilizio relativo a un intervento di riqualifica per il quale si vogliono utilizzare gli sgravi fiscali previsti dal D.L. Rilancio, nell’ipotesi più generale, prevedranno un progetto di fattibilità, un progetto preliminare, eventualmente una diagnosi energetica, un progetto definitivo, esecutivo, le verifiche e gli invii a ENEA, la Direzione Lavori, il coordinamento per la sicurezza in cantiere, e collaudi e certificazioni finali. Ciascuna attività verrà quantificata in base al D.M. 17/06/2016.

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DENTRO L’OBIETTIVO

Nascita di un complesso di Social Housing

A Castelfranco Emilia (MO) sono iniziati i lavori per la realizzazione di Castelfranco Social Housing, un complesso di 78 appartamenti con spazi comuni, area fitness all’aperto, orti condivisi e un sistema tecnologico efficiente in Classe A Arch. GABRIELLA MONACA Polistudio A.E.S.

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S

ono appena iniziati i lavori di realizzazione del progetto Castelfranco Social Housing, un intervento di edilizia residenziale della società Investire SGR, interamente progettato da Polistudio A.E.S., nel Comune di Castelfranco Emilia (MO). L’intervento fa parte della trasformazione di un’area pianificata all’interno del P.U.A. di iniziativa pubblica denominato “Comparto Piscina”, ed è composto da 78 alloggi e relativi spazi accessori, oltre a un anello di viabilità funzionale ai nuovi edifici in progetto e all’intero comparto. L’area di intervento ricade all’esterno del centro storico del comune di Castelfranco Emilia, facilmente connesso alla viabilità principale attraverso Via Castiglione e la Strada Statale 9. La proprietà risulta morfologicamente pianeggiante e non presenta particolari caratteristiche fisiche. La sfida principale è stata quella di dover progettare edifici dalle caratteristiche prestazionali adeguate alle normative e agli standard della committenza, in particolare per il dimensionamento degli spazi in rapporto alle superfici di vendita e locazione, e che si inserissero in un contesto preesistente anche con l’aggravante di dover richiedere un’autorizzazione paesaggistica, a fronte di vincoli normativi.

IL PROGETTO Il PUA di iniziativa pubblica prevedeva quattro lotti separati con una palazzina per ciascun lotto, per una Superficie Utile totale di 8.239,20 m2. In progetto si è prevista la realizzazione dell’intera Superficie Utile disponibile, mediante l’accorpamento dei quattro lotti e la realizzazione di due corpi di fabbrica a “L” posti sul perimetro, così da valorizzare lo spazio centrale dell’area, con l’intento di offrire

FIGURA 1. Pianta del piano terra da Progetto Esecutivo

una buona configurazione ambientale e architettonica e di favorire l’aggregazione sociale (Figura 1). La configurazione del progetto è stata dettata dalla combinazione dell’alta capacità edificatoria e delle caratteristiche del terreno, per le quali era sconsigliata la realizzazione di un livello interrato. Pertanto gli edifici saranno formati da quattro piani fuori terra e un piano sottotetto, con il piano terra destinato alla sosta delle autovetture. L’area sarà accessibile da due accessi carrabili e da quattro ingressi pedonali alla corte, uno per ogni lato stradale: gli ingressi est-ovest saranno nei punti di distacco dei due fabbricati, mentre nei lati nord e sud sono stati ricavati due varchi sotto i fabbricati, in corrispondenza degli accessi pedonali all’area previsti dal progetto delle Opere di Urbanizzazione, che connetteranno la corte con le aree urbane esterne. Gli ingressi carrabili e pedonali saranno individuati ed enfatizzati mediante il posizionamento di portali realizzati in acciaio verniciato. In coincidenza dei varchi porticati verranno poste due sale condominiali, pensate come spazi atti a favorire l’aggregazione degli abitanti del complesso. Le sale condominiali, allestite rispettivamente come spazio morbido dedicato ai bambini e come area studio multifunzionale, si affacceranno sulla corte interna con due lati completamente vetrati, tali da renderle in continuità con essa e fulcro della vita sociale dell’intero complesso. Alle sale comuni si avrà accesso da uno spazio coperto: in tal modo anche gli spazi porticati potranno essere utilizzati come estensione dello spazio delle sale comuni in particolari situazioni di aggregazione. La corte centrale sarà composta da aree diversamente caratterizzate: zona gioco bambini, area fitness all’aperto, orti in vasca coltivabili da parte dei condomini. La proprietà intende dare alla corte carattere comune e aggregativo, lasciandola fruibile liberamente nelle ore diurne anche dai non residenti, e disciplinandone l’ingresso nelle ore serali e notturne (Figura 1). Ciascun condominio comprenderà 3 vani scala/ascensore, per un totale di 6 vani scala. Gli alloggi saranno complessivamente 78, suddivisi in 6 bilocali, 36 trilocali e 36 quadrilocali. I piani destinati ad alloggio avranno la medesima distribuzione interna, ma il piano primo differirà dagli altri per la presenza di alcune terrazze, ottenute sfruttando la superficie coperta dell’autorimessa. Per implementare la superficie fruibile degli alloggi, sono stati realizzati degli spazi soffitta al livello del sottotetto, rendendoli accessibili da scala comune: in tal modo la maggior parte delle unità abitative avrà assegnata una propria soffitta da adibire a ripostiglio. Gli spazi tecnici saranno dislocati parzialmente al piano terra e parzialmente al piano sottotetto, avendo cura di schermare opportunamente le macchine qui posizionate, mediante quinte murarie. Nel vano scala-ascensore sono stati posizionati i cavedi per le dorsali elettriche e meccaniche principali, mentre al piano terra sarà realizzato un locale tecnico per gli impianti meccanici e uno dedicato alla rete telefonica-internet. A fronte di un’alta densità abitativa, il linguaggio architettonico applicato si propone di frantumare la percezione dei fabbricati, ricreando l’idea di un edificio nato dall’aggregazione di volumi con altezze e profondità differenti tipici dei centri urbani del territorio: la lettura delle www.casaeclima.com    n.88

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DENTRO L’OBIETTIVO

Si è optato per finiture che creassero ambienti il più possibile neutri per potersi accompagnare ai differenti stili abitativi dei futuri acquirenti

FIGURA 2. Dettaglio parapetti, sezione sulla facciata esterna. Stralcio del prospetto lato cortile volumetrie diverse sarà favorita dalla logica mantenuta nella definizione delle tinteggiature dei differenti livelli prospettici.

CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE Dal punto di vista tecnologico si è optato per una modalità costruttiva tradizionale mista con maglia strutturale in c.a., murature perimetrali e tramezzi in laterizio, mentre dal punto di vista energetico la soluzione tecnologica adottata per l’isolamento termico è quella del cappotto esterno in polistirene espanso (EPS), di spessore minimo 12 cm. A completare l’involucro edilizio saranno installati infissi ad alta prestazione energetica e dal valore di riflettanza richiesto da normativa vigente, differenziato in base all’esposizione solare. L’autorimessa, ambiente non riscaldato e pertanto non considerato ai fini del calcolo delle prestazioni energetiche, sarà chiusa perimetralmente da pannelli in lamiera stirata e da porzioni di tamponamento pieno in blocchi Leca. Sono stati definiti i pacchetti tecnologici di murature e solai, differenziati per componenti e spessori in base alla loro funzione nell’economia della costruzione. I ponti termici, generati dalla giunzione di più elementi costruttivi di differente materiale in corrispondenza di pareti o solai esterni, sono stati trattati con adeguato isolamento termico, così da non risultare punti critici dell’intero organismo edilizio dal punto di vista energetico (Figura 2). Nella composizione planimetrica degli alloggi è stata privilegiata, ove possibile, la soluzione con il doppio affaccio contrapposto. Ciascun edificio è stato progettato con un diverso orientamento solare, con un sistema di protezione dall’irraggiamento solare differenziato in base all’orientamento e alle destinazioni d’uso degli ambienti: per le camere da letto si prevede l’utilizzo di tappa50

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relle in PVC, che proteggano le componenti vetrate dall’eccessivo irraggiamento in particolari condizioni climatiche e caratterizzino architettonicamente le facciate, mentre negli ambienti in loggia sono previsti vetri con elevato fattore solare e con finitura satinata opalina nei servizi igienici. Per le aperture schermate da avvolgibili sarà impiegato controtelaio monoblocco coibentato con apposito rinforzo in corrispondenza dell’aggancio dei parapetti metallici. Nel progetto sono presenti differenti tipologie di finestre, ciascuna a tutta altezza, ma con diversa larghezza e caratteristiche dei vetri, per massimizzare l’apporto di aerazione e illuminazione naturale negli ambienti, con parapetti in ringhiera metallica ove necessario. Per le finestre dei servizi igienici, che non necessitano di particolari parametri di aerazione e illuminazione, si è privilegiata la soluzione con porzione fissa fino ad altezza 1,00 m evitando l’aggiunta di parapetto metallico (Figura 3). Per nascondere alla vista le macchine idroniche che compongono il sistema di condizionamento e le relative canalizzazioni, sono previsti controsoffitti continui all’interno degli alloggi, in particolare nei locali accessori quali servizi igienici, ripostigli e disimpegni, con lastre antiumidità ove necessario. Nei varchi pedonali al piano terra, si prevede invece l’impiego di porzioni di controsoffitto adatte alla posa in ambiente esterno protetto, per l’occultamento degli impianti a soffitto.

FINITURE Trattandosi di alloggi di Social Housing e non avendo possibilità di variante in corso d’opera in base alle vendite, si è optato per finiture che creassero ambienti il più possibile neutri per potersi accompagnare ai differenti stili abitativi dei futuri acquirenti, facendo particolare attenzione alle caratteristiche tecniche dei materiali per garantirne la maggior sicurezza possibile, fruibilità, facilità di


FIGURA 3. Infissi e finiture esterne

posa, durata nel tempo e a costi contenuti. Pertanto, le finiture previste per gli alloggi sono principalmente le seguenti: pavimentazione in gres porcellanato per tutti gli ambienti, incluse le logge di pertinenza, con colori neutri, coordinati al rivestimento dei servizi igienici; infissi in PVC di colore bianco con avvolgibili coordinati ove previsti; porte interne e portoncini blindati d’ingresso in laminato di colore bianco (Figura 4). In corrispondenza di alcuni alloggi al piano primo sono state realizzate ampie terrazze a copertura dei posti auto sottostanti. Per consentire l’adeguata separazione dei terrazzi degli alloggi contigui è stato previsto un sistema di fioriere e muratura, come schermatura visiva e al fine di evitare introspezione. Per gli ambienti comuni, sale multifunzionali, vani scala e percorsi di collegamento orizzontali, sono state scelte invece le seguenti finiture: pavimentazione industriale con adeguata segnaletica a contrasto, per le autorimesse, schermature in grigliato metallico con lamiera stirata e intelaiatura metallica; rivestimento gradini e battiscopa in marmo Trani; pavimentazione percorsi orizzontali in gres porcellanato da interno e da esterno, con colori neutri; infissi in Pvc di colore bianco; corrimano in

metallo verniciato. Per le sale comuni, una per ciascun fabbricato, è stata prevista l’installazione di due pareti completamente trasparenti, mediante la posa di infissi adeguatamente dimensionati e dalle caratteristiche di fruibilità, prestazioni energetiche e sicurezza previsti da normativa.

SISTEMA STRUTTURALE Ogni corpo di fabbrica è costituito da tre unità strutturali indipendenti, separate tra loro da idoneo giunto sismico. Le tre unità sono individuate dalle sigle A, B e C-D, E ed F e sono disposte come da Figura 5. Sulla base delle caratteristiche meccaniche dei litotipi presenti in stratigrafia e della tipologia dell’opera in oggetto, si è scelto di adottare la tipologia di fondazione diretta e platea, attestata a -1.10 m dal piano di campagna attuale. All’estradosso della platea di fondazione saranno presenti delle nervature in c.c.a. di altezza 125 cm e base variabile da 30 a 100 cm. Questi elementi svolgeranno la duplice funzione di irrigidimento della platea di fondazione e di contenimento del www.casaeclima.com    n.88

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DENTRO L’OBIETTIVO

FIGURA 4. Planimetria alloggio tipo e finiture interne

vespaio areato realizzato con casseri autoportanti a perdere. La struttura in elevazione sarà costituita da pareti e pilastri in c.c.a, a sostegno dei cinque orizzontamenti fuori terra. I solai di piano saranno costituiti da travetti in c.c.a. gettati in opera e da alleggerimenti in laterizio, per uno spessore totale pari a 24+4 cm (Figura 6).

EFFICIENZA ENERGETICA E IMPIANTI Nella progettazione degli impianti meccanici e dell’isolamento termico ci si è basati su un sistema tecnologico molto efficiente, con l’obiettivo di realizzare un edificio caratterizzato da un indice di prestazione energetica totale da attestarsi all’interno della fascia Classe A, secondo la classificazione energetica definita dal D.G.R. n. 967/15 e sue modificazioni e integrazioni. Tutte le strutture opache verticali e orizzontali, nonché le chiusure trasparenti che costituiscono l’edificio, possiedono caratteristiche tecniche e prestazionali di alto livello, con valori di 52

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FIGURA 5. Suddivisione in unità strutturali


Nella progettazione degli impianti e dell’isolamento termico ci si è basati su un sistema tecnologico molto efficiente, per avere un indice di prestazione energetica all’interno della Classe A

FIGURA 6. Sezione strutturale trasmittanza termica che si attestano al di sotto dei valori limite previsti dal suddetto decreto. Inoltre, tali strutture unitamente alle schermature solari mobili (tapparelle) hanno la caratteristica di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti interni durante la stagione estiva, al fine di ridurre notevolmente gli apporti termici dovuti all’irraggiamento solare. A garanzia della buona efficienza energetica dell’edificio, sono altrettanto fondamentali le scelte impiantistiche, in particolare: ■ l’impiego di pompa di calore aria-acqua ad alte prestazioni per il riscaldamento e raffrescamento degli ambienti; ■ l’impiego di pompa di calore aria-acqua ad alte temperature per la produzione di acqua calda sanitaria; ■ l’impiego di ventilconvettori funzionanti a bassa temperatura, del tipo da incasso nel controsoffitto con motori ad inverter per una modulazione continua della velocità; ■ l’impiego di impianto fotovoltaico ad alto rendimento per la produzione di energia elettrica; ■ la scelta di un sistema di automazione e regolazione dell’edificio ad alta efficienza (BACS). Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un sistema di contabilizzazione, tale che per ogni alloggio verranno contabilizzati i seguenti consumi: acqua fredda sanitaria, acqua calda sanitaria, energia termica consumata per il riscaldamento. Ai fini dell’ottemperanza alle normative sulle fonti rinnovabili, è stata prevista l’installazione di due impianti per complessivi NR 120 pannelli fotovoltaici da 330W. L’impianto FTV sarà connesso alla rete elettrica dei servizi condominiali, a servizio dell’impiantistica meccanica di riscaldamento e produzione acqua sanitaria.

TEAM DI PROGETTAZIONE PROJECT MANAGEMENT: Arch. M. Gabriella Monaca ARCHITECTURE & BIM: Ing. Stefano La Motta, Ing. Antonio Scarano COST CONTROL: Geom. Fabrizio Ripari INFRASTRUCTURE: Ing. Andrea Amaducci STRUCTURAL ENGINEERING: Ing. Mauro Cevoli, Ing. Diego Tamburini MECHANICAL, ENERGY & PLUMBING ENGINEERING: Per. Ind. Matteo Guidi, Geom. Davide Mazzoni, Geom. Massimiliano Giulioni, Geom. Cristian Succi ELECTRICAL ENGINEERING: Ing. Alberto Frisoni, Per. Ind. Pierluigi Ferri, Per. Ind. Gianluca Santini, Per. Ind. Alessandro Benedetti FIRE ENGINEERING: Ing. Andrea Sabba, Geom. Cristiano Domenicacci CONSTRUCTION MANAGER: Ing. Alberto Casalboni

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DENTRO L’OBIETTIVO

La tradizionale lamia pugliese si riscopre innovativa

Nelle campagne di Carovigno (BR) si trova una lamia reinterpretata in chiave moderna grazie alla struttura portante in acciaio e all’impiego del biocomposito in calce-canapa a cura di FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO 54

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l progetto, situato in Puglia nelle campagne di Carovigno (BR), riprende la tipologia storica della lamia tipica della Valle d’Itria e dell’Alto Salento, reinterpretandola in chiave contemporanea, così da rispecchiare l’amore dei proprietari verso la campagna pugliese e il loro desiderio di lasciare un’impronta sul territorio attraverso la realizzazione di qualcosa di bello nel rispetto della natura e delle tradizioni del luogo. L’intervento, se da un punto di vista estetico guarda alla tradizione, dal punto di vista costruttivo guarda al futuro, prendendo in grande considerazione le problematiche ambientali dei nostri giorni mediante l’utilizzo di materiali naturali e rinnovabili come il calce-canapa.

CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE L’edificio ha una forma semplice, esattamente come una tradizionale lamia. La base rettangolare, nell’innalzarsi, si va restringendo, formando murature perimetrali aventi sezione trapezoidale con angoli arrotondati come le costruzioni realizzate a mano dai contadini di un tempo (Figura 1). Due piccole aperture quasi casuali si schiudono verso il lato ovest, mentre a est l’edificio si apre con una grande vetrata, con l’intento di raccogliere quanta più luce naturale possibile godendo, al contempo, della vista della campagna circostante con i suoi ulivi (Figura 2). La vetrata è stata posizionata in modo che i raggi del sole non possano entrare direttamente all’interno: in questo modo è possibile usufruire della luce naturale evitando fenomeni di surriscaldamento, grazie a una copertura dimensionata con appositi software di calcolo del soleggiamento. L’obiettivo è quello di mantenere all’interno dell’immobile una temperatura costante.

I VANTAGGI DELLA STRUTTURA IN ACCIAIO Per la struttura portante si è scelto di utilizzare l’acciaio, materiale leggero e con minor impatto rispetto al cemento armato, in quanto riciclabile, mediante l’utilizzo di elementi modulari con montaggio a secco totalmente inglobati nella struttura. Tale sistema, oltre ai tipici vantaggi delle costruzioni a secco – cioè sostenibilità certificata, facilità di montaggio, un cantiere estremamente veloce e pulito, sicurezza sismica – ha reso possibile una grande flessibilità e quindi aderenza al progetto architettonico (Figura 3). L’utilizzo di profili di acciaio formati a freddo comporta in realtà una serie di vantaggi sull’intero iter progettuale-costruttivo delle costruzioni. I profili formati a freddo permettono infatti di realizzare un telaio leggero dalle elevate prestazioni meccaniche; uno dei maggiori vantaggi riguarda appunto la leggerezza dei singoli elementi di cui il telaio è composto, per cui non sono necessari mezzi di sollevamento particolarmente importanti in cantiere per la messa in opera e il trasporto. Ciò si traduce in una riduzione significativa delle tempistiche di cantiere, se confrontato con i sistemi edilizi più diffusi, e in minori rischi per la sicurezza degli operatori del cantiere stesso. A livello ambientale, è importante ricordare che l’acciaio è un materiale riciclabile quasi al 100%: il sistema, in particolare, garantisce il totale riutilizzo delle strutture anche in nuove e differenti configurazioni. Un’attività di screening di impatto ambientale conferisce al sistema la EPD (dichiarazione ambientale di prodotto) partendo dall’analisi del ciclo di vita. L’utilizzo dell’acciaio ha inoltre permesso – grazie ai suoi profili a sezione ridotta e quindi alla minor quantità di spazio occupato dalle strutture all’interno dei muri perimetrali e del solaio – di utilizzare più impasto di calce e canapa rispetto a quanto se ne sarebbe potuto

FIGURA 1. Vista dall’esterno, lato ovest www.casaeclima.com    n.88

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DENTRO L’OBIETTIVO

FIGURA 2. La vetrata sul lato est

FIGURA 3. La struttura in acciaio 56

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utilizzare con strutture in cemento o legno, massimizzando quindi le capacità coibentanti delle tamponature esterne.

MODERNITÀ E TRADIZIONE: L’USO DEL CALCE-CANAPA La tecnologia costruttiva e i materiali previsti nel progetto quindi sono al contempo tradizionali e moderni, come appunto le pareti perimetrali e il solaio di copertura, costituiti in misto di calce-canapa gettato in opera. Tale materiale, che si sta lentamente diffondendo in tutta Europa in progetti che mirano a ottenere edifici ad alta efficienza energetica attraverso l’utilizzo di materiali naturali, è caratterizzato da elevatissime capacità di tenuta termica (conduttività termica: 0,056 W/mK), di controllo dell’umidità interna e di traspirabilità. L’impasto è realizzato con canapulo, acqua, pura calce idrata e un eccipiente che fa sì che la calce idrata faccia presa in un tempo utile alle esigenze di cantiere, garantendo i requisiti prestazionali e mantenendo il manufatto finito “vivo” e con prestazioni elevate in tutti i settori funzionali del prodotto. La presenza di calce idrata e canapulo certificati garantisce la massima funzionalità in termini di controllo naturale del tenore di umidità negli ambienti interni, la massima traspirabilità e assenza di materiali tossici e infine l’assorbimento di CO2 dall’ambiente. www.casaeclima.com    n.88

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DENTRO L’OBIETTIVO

LA COPERTURA DI CANNE Per la copertura si è deciso di utilizzare l’antica tecnica del “solaio incannucciato”, realizzato con canne coltivate, raccolte, tagliate e trattate a chilometro zero da artigiani locali. Sulle stuoie di canne, appoggiate sui travetti della struttura portante in acciaio poggia la mistura di calce e canapa avente spessore pari a 25 cm che fornisce il massimo isolamento termico alla copertura (Figure 4-5). Sulla copertura è stato infine posato un impianto fotovoltaico per la produzione di 4,5 kWp a utilizzo anche dell’abitazione che insiste nello stesso lotto e predisposto un sistema di recupero e riutilizzo delle acque meteoriche.

FIGURA 4. Rendering della copertura

SCHEDA DI PROGETTO COMMITTENTE: Privato PROGETTO ESECUTIVO E DIREZIONE LAVORI: Arch. Andrea Calderari, Arch. Antonio De Castro, Arch. Rosanna Maria Morleo PROGETTO PRELIMINARE: Arch. Angelo Melcarne STRUTTURA PORTANTE IN ACCIAIO E COSTRUZIONE: Scaff System srl FIGURA 5. Stuoia in canne per la copertura, prototipo 58

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ANNO: : 2019-2020


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WORK IN PROGRESS

Riqualificazione e risanamento di un edificio anni ’50: un anno al 110% Oltre che una riqualificazione estetica e funzionale, l’obiettivo generale è il recupero in termini di efficienza energetica di un edificio costruito negli anni ’50. Nel corso del 2020 sulla rivista verranno pubblicati diversi articoli che ne racconteranno l’evoluzione. In questa sesta parte vediamo alcune novità legate al Superbonus DAVIDE GIGLI 60

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n anno sta finendo: mentre leggerete queste righe avremo probabilmente già scollinato nel 2021 e staremo sperando di esserci lasciati alle spalle un anno che rimarrà nei libri di storia. E che ha visto la nascita uno strumento fiscale, il Superbonus, per il quale penso si possano adattare, con un sorriso, le parole di Ovidio (Amores III, 11, vv. 33-35): “Lottano tra loro e tirano il mio debole cuore in opposte direzioni l’amore e l’odio ma (penso) vince l’amore. Ti odierò se potrò; altrimenti, ti amerò controvoglia”. Perché il Superbonus è amore (opportunità, interesse, progetti, rinnovamento) e anche odio (burocrazia, responsabilità sproporzionate, remunerazione non proporzionata, stress). E il progetto che stiamo raccontando, a rilento, condizionato anch’esso dalle dinamiche irregolari di questo anno, si arricchisce di una nuova puntata, illustrata in questo breve articolo.

UNA METÀ IN PIÙ Se da un lato sono iniziate le demolizioni e le prime opere interne della casa fin qui descritta, ma che non sono di particolare interesse documentale, dall’altro si è aggiunta una metà di casa. Il Superbonus ha risvegliato infatti l’interesse anche della proprietà laterale, ovvero non l’appartamento sottostante ma la seconda metà di casa non abitata. Le condizioni dei due appartamenti sono piuttosto degradate in quanto non abitati da diversi decenni, pertanto necessitano di una manutenzione generale molto forte. Quindi gli aspetti interessanti di questo lavoro, che si integra col progetto in corso, sono due. Il primo è la predisposizione dell’elenco delle opere già suddiviso in base alle possibilità di detrazione: opere di risanamento energetico (110%) e opere di ristrutturazione (50%), e gli extra.

RISTRUTTURAZIONE E RISANAMENTO ENERGETICO Da un lato quindi sono state computate tutte le lavorazioni che riguardano l’adeguamento dell’impianto elettrico, dell’impianto idro-sanitario e delle finiture interne. Dopo tanti anni infatti le condizioni di degrado, seppur migliori di quanto si potesse immaginare, rendono obbligatorio questo passaggio, necessario a ottenere nuovamente l’agibilità degli interni. Essendo appartamenti destinati alla locazione, il livello complessivo della ristrutturazione sarà medio e non comporterà spostamenti di tramezzi e demolizioni, se non quelle necessarie per tracce e scarichi. Dall’altro lato, invece, sono state computate le opere necessarie a risanare energeticamente la costruzione: cappotto esterno di spessore 12 cm, isolamento del solaio verso le cantine, isolamento del solaio verso il sottotetto, sostituzione della caldaia e di alcuni elementi radianti (verrà mantenuto l’uso dei radiatori a parete), sostituzione delle finestre. Non potrà essere portato in detrazione l’isolamento del tetto in quanto il volume del sottotetto non è dotato di un impianto di riscaldamento, per cui il suo recupero va annoverato in opere di ristrutturazione ordinaria o nuova edificazione.

ASPETTANDO IL CANTIERE Il secondo interessante aspetto sarà la gestione logistica del cantiere, ancora non definita chiaramente, ma che dovrà servire a ottimizzare la sequenza e la distribuzione delle attività, al fine di ridurre i tempi di lavoro e di affitto delle attrezzature (ponteggio, autogru, etc). I lavori sono iniziati con la ristrutturazione dell’appartamento così come presentata nei numeri scorsi, lato destro e piano primo della costruzione. Passeranno poi alla ristrutturazione dei due appartamenti del lato sinistro (piano terra e primo), insieme alle opere di risanamento energetico, per poi, si spera, spostare nuovamente il cantiere sul lato destro e completare anche qua il risanamento energetico del muro esterno. Il lato sinistro dell’edificio infatti può beneficiare del 110%, mentre il lato destro no, essendo un intervento parziale, in quanto la geometria non consente di arrivare al 25% della superficie disperdente e quindi garantire il doppio salto di classe energetica. Dentro questo apparentemente semplice schema dovranno essere inserite tutte le attività delle maestranze, cercando di limitare al massimo i tempi morti; l’aspetto logistico non sarà facile in quanto non si tratta di un unico cantiere, con una sola partenza e un solo arrivo, ma in pratica tre. Con obiettivi e tempistiche sostanzialmente diversi, e con la solita incertezza all’italiana del prolungamento o meno a fine anno dei bonus e degli incentivi. www.casaeclima.com    n.88

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SPECIALE Pavimenti in legno

I sottosistemi tecnico-funzionali del parquet Dal sottofondo all’isolante termo-acustico, tutti i materiali utilizzati per la realizzazione dei sottosistemi funzionali hanno pregi e difetti: per scegliere il più adatto è fondamentale conoscere i requisiti progettuali e costruttivi oltre alle caratteristiche di ciascun materiale DOMENICO ADELIZZI

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SPECIALE

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n’ottima pavimentazione di legno – sia essa flottante, incollata o inchiodata stabile, ferma, non acusticamente fastidiosa, planare, gradevole da vedere e da calpestare – prima della posa degli elementi lignei richiede anche la presenza di specifici sottosistemi tecnici termici e acustici inglobati nel solaio, nel sottofondo e nell’eventuale pavimento preesistente.

SOTTOSISTEMA SOTTOFONDO Il sottofondo è il sottosistema che sta al disotto del massetto di finitura che contiene il solaio, lo strato termoacustico e l’impianto di riscaldamento. Il sottofondo può essere monostrato, bistrato oppure galleggiante, in funzione della conformazione e delle proprietà che deve soddisfare per garantire le necessarie proprietà termiche e acustiche dettate dalle leggi e dai regolamenti edilizi. Indipendentemente dal tipo e dalla conformazione, è sempre preferibile posare un sottosistema funzionale, com’è il materassino isolante, con le opportune caratteristiche tecniche. Oltre al sottosistema funzionale, il sottofondo si dovrebbe completare con la nastratura dei teli e la posa delle fasce perimetrali, prestando cura che il materassino non presenti al momento del getto né discontinuità, né lacerazioni. I teli di materiale isolante non devono essere posati solo sul solaio, ma anche risvoltati lungo le pareti per gli spessori pari a quello del massetto sovrastante più quello della pavimentazione finale. Così facendo, una volta indurito, si evita che le facce verticali del massetto possano toccare le pareti, costituendo da un lato un pericoloso ponte acustico e dall’altro un “freno” statico al galleggiamento del sistema. Anche nel caso siano utilizzati sistemi di riscaldamento/raffrescamento a pavimento sarà necessario prevedere la posa del materassino resiliente per l’isolamento acustico al calpestio perché i normali pannelli isolanti impiegati come supporto alla serpentina non possiedono, nella maggior parte dei casi, valori di rigidità dinamica sufficientemente bassi da poter funzionare anche come isolanti acustici. È quindi indispensabile inserire al disotto del pannello uno strato acustico sotto forma di materassino omogeneamente distribuito per tutta la superficie: il materassino va inserito avendo cura di “de-solidarizzare” le scatole che contengono i collettori dalle pareti retrostanti ricoprendole con uno strato di materiale elastico e fissandole a parete con tasselli di gomma. Occorre anche ricoprire i tubi del

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riscaldamento con guaine in materiale elastico laddove i tubi dovessero forare il risvolto a parete del materiale resiliente e collegare i tubi di risalita a parete con le pareti retrostanti con collari in gomma.

SOTTOSISTEMA SOTTOFONDO E FASCE DI CHIUSURA La norma UNI 11371:2017 specifica i requisiti dei massetti per i parquet e precisa che lo strato da realizzarsi sopra gli impianti funzionali può essere aderente, non aderente, galleggiante e con la presenza dell’impianto di riscaldamento/raffrescamento come di seguito specificato.

Massetto tradizionale Di qualunque tipo sia, il massetto di finitura dovrà essere realizzato con corretti dosaggi d’inerte, legante e acqua, dovrà avere buona consistenza, elevata resistenza e spessore minimo non inferiore a 30 mm, ed è sempre meglio che vi sia un’esatta rete elettrosaldata e zincata con maglia 5x5 cm e filo di 2 mm. Sempre il massetto dovrà rispettare i requisiti stabiliti dalla norma tecnica UNI 11371:2017, essere ben battuto (specie ai lati e negli angoli), costipato in tutto il suo spessore, staggiato e


Pavimenti in legno TABELLA 1 – Caratteristiche tecniche dei materassini per pavimenti a base di legno* Caratteristica Tecnica

Contenuto

PC: Conformabilità

Capacità del materassino di inglobare eventuali piccole asperità del fondo. Quanto più soffice e spesso è il materassino, tanto maggiore è la classe di conformabilità del materiale (da PC 0 a PC 3).

CS: Resistenza a compressione

Il sistema composto di pavimento flottante e isolante acustico deve garantire l’adeguata resistenza a compressione. Quando il pavimento è sottoposto a carichi concentrati (come tavoli, sedie, librerie) sia il listello sia il meccanismo a incastro non devono deformarsi eccessivamente arrivando alla rottura. Maggiore è la pressione (in kPa) necessaria per ottenere una deformazione data (0,5 mm), migliore è la classe di resistenza a compressione del materassino (da CS 0 a CS 3).

CC: Scorrimento viscoso a compressione (Creep)

Oltre alla resistenza alla compressione sotto carichi puntuali del materiale isolante, va considerato anche lo schiacciamento che esso può subire con il passare del tempo quando è sottoposto in modo permanente a un carico distribuito. Questo è detto scorrimento viscoso (o Creep). Maggiore è la forza (in kPa) necessaria per produrre una deformazione superiore a 0,5 mm, migliore è la classe di resistenza a Creep del materassino (da CC 0 a CC 3).

DL: Resistenza al carico dinamico

Fondamentale caratteristica del sotto parquet è il comportamento a lungo termine sotto carico ciclico: è il caso, ad esempio, del continuo transito di persone su pavimentazioni di luoghi pubblici o palestre. Maggiore è il numero di cicli, ad una data forza, necessari a provocare lo schiacciamento del materassino, migliore è la classe di resistenza al carico dinamico del materiale (da DL 0 a DL 2).

IS: Isolamento da rumori di calpestio (rumore trasmesso)

L’isolamento dai rumori di calpestio è valutato mediante una prova di laboratorio. Tale prova consiste nella misura del rumore impattivo trasmesso da una struttura prima e dopo l’inserimento del materassino. L’indice DLw esprime la differenza in decibel tra le due prove. Maggiore è il valore di DLw, migliore è la classe di isolamento acustico (da IS 0 a IS 2).

RWS: Isolamento da rumori di drum sound (rumore riflesso)

Il drum sound indica il livello di rumore riflesso generato su un parquet o un laminato posato flottante, quando sulla superficie agisce una sorgente impattiva (come i passi). Il drum sound si misura in sone; minore è il valore espresso in sone e migliore è la classe acustica del materassino (da RWS 0 a RWS 3).

RLB: Resistenza all’impatto

Il materiale utilizzato per l’isolamento acustico sotto parquet deve possedere caratteristiche tali da preservare integra la pavimentazione da urti accidentali per caduta di oggetti pesanti. Maggiore è la distribuzione dell’energia di impatto, misurata in mm, migliore è la classe di resistenza all’impatto del materassino.

R: Resistenza termica

In pochi millimetri l’isolante acustico non può fornire anche un sensibile contributo all’isolamento termico del pavimento, ma può collaborare a ridurre la sensazione di “pavimento freddo” proteggendo la specie legnosa da eccessivi sbalzi termici: la bassa resistenza termica del materassino lo rende per contro idoneo anche nelle soluzioni con impianti di riscaldamento/raffrescamento a pavimento. Per una funzionalità ottimale è bene verificare che Rt (rivestimento) + Rt (isolante) ≤ 0,15 m2K/W (in caso di pavimenti riscaldati) e Rt (rivestimento) + Rt (isolante) ≤ 0,12 m2K/W (in caso di pavimenti raffrescati).

SD: Protezione dalla risalita di umidità

Ove sia necessario proteggere il parquet o il laminato da umidità di risalita, si raccomanda di posare un telo con elevate caratteristiche di protezione al passaggio di vapore. Tale capacità si esprime con l’indice Sd e si misura in metri. Maggiore è il valore di Sd, migliore è la classe di resistenza al passaggio di vapore del materiale. Valore consigliato in presenza di umidità: Sd > 75 m.

RTF: Reazione al fuoco

Per reazione al fuoco si intende il grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è sottoposto. Tale caratteristica è regolamentata attraverso la classificazione di reazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione secondo la norma europea UNI EN 13501-1. La prova di reazione al fuoco per materassini sotto parquet prende in considerazione la velocità di propagazione della fiamma e l’intensità dei fumi. Nei locali pubblici è richiesta la classe minima Bfl-s1, ovvero materiale autoestinguente che non sviluppa fumi tossici.

*Schemi e testi tratti da pubblicazione tecnico-commerciale Società Isolmant

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SPECIALE specializzata. L’elevata densità, la rigidezza e il getto di pari a circa 3 cm potrebbero causare nei massetti autolivellanti uno strano comportamento meccanico (simile alle piastre) che rischia di risuonare danneggiando la prestazione acustica della pavimentazione, soprattutto per quella di tipo flottante. Per porre rimedio a questo problema si utilizzano materiali resilienti specifici: particolarmente importante è la sigillatura di tutti gli interstizi che, oltre essere causa di ponti acustici, procura pericolose vie di fuga per il massetto allo stato liquido.

Rifilatura della fascia Una volta stagionato il massetto di finitura, è indispensabile avvisare a tutti gli operatori del cantiere che l’eccedenza di fascia perimetrale va rifilata solo al termine della posa e stuccatura della pavimentazione. Se tale operazione è effettuata prima della posa della finitura superficiale, il contatto diretto del pavimento con le pareti, oltre a costituire un ponte acustico, ostacola il “galleggiamento” del massetto sul materassino elastico provocando una perdita d’isolamento di alcuni decibel. Il pavimento andrà dunque posato a contatto con la fascia perimetrale garantendo così la riduzione del passaggio di rumore e il funzionamento elastico del sistema.

Massetto o pavimentazione preesistente Un’ottima pavimentazione di legno richiede anche la presenza di specifici sottosistemi tecnici termici e acustici

frattazzato (a mano o con elicottero) a regola d’arte. Particolare attenzione dovrà essere posta alla stagionatura, al fine di non comprometterne la consistenza e la compattezza a causa dei fenomeni di bleeding (spolveramento), asciugature differenziali, cavillature e/o crepe per eccessivo ritiro termo-igrometrico, che potrebbero compromettere la funzionalità della sovrastante pavimentazione lignea.

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Nel caso in cui si debba posare il pavimento flottante su preesistenti massetti, prima di posare il materassino isolante e gli elementi lignei bisogna accertarsi che esso sia planare, liscio, compatto ed esente da umidità eccessiva (non deve mai essere superiore a 1,7%). Invece, nel caso di posa del tipo flottante su vecchie pavimentazioni, prima di posare gli elementi lignei, sarà necessario rimuovere tutti i vecchi elementi malfermi della pavimentazione, riassettare il piano di posa consolidandolo con opportuni appretti e verificare che non vi siano problemi legati all’umidità.

TABELLA 2 – Verifiche tecniche per il massetto cementizio* Verifiche a carico dell’Impresa

Verifiche a carico del Posatore

Spessore

Fessure

Quota

Contenuto di Umidità %

Planarità

Quota

Massetto autolivellante

Compattezza

Planarità

L’introduzione sul mercato dei prodotti autolivellanti (premiscelati e non) ha velocizzato molto le fasi di messa in opera dei massetti con notevoli vantaggi anche sul grado di finitura, sulla resistenza, sulla compattezza e sulla planarità della superficie di posa, sempre che a posare l’autolivellante sia una squadra

Resistenze Meccaniche

Compattezza

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Scalfiture Pulizia *Estratto da norma UNI 11371:2017


Pavimenti in legno TABELLA 3 – Requisiti dei materassini funzionali per pavimenti di legno flottanti* Caratteristica

Conformabilità (CS)

Resistenza alla Compressione (CS)

Scorrimento viscoso a Compressione (Creep) (CC)

Resistenza al carico dinamico (DL) Isolamento rumori di calpestio (IS)

Isolamento da rumori riflessi (RWS)

Classe

Requisito

PC 0

PC < 1 mm

PC 1

1 mm ≤ PC 2< mm

PC 2

2 mm ≤ PC 3< mm

PC 3

3 mm ≤ PC

CS 0

CS < 10 KPa

CS 1

10 KPa ≤ CS ≤ 50 KPa

CS 2

50 KPa ≤ CS ≤ 200 KPa

CS 3

CS >200 KPa

CC 0

CC < 2 KPa

CC 1

2 KPa ≤ CC ≤ 25 KPa

CC 2

2 5KPa ≤ CC ≤ 50 KPa

CC 3

CC < 50 KPa

DL 0

DL < 10.000 cicli

DL 1

10.000 ≤ 100.000 cicli

DL 2

DL >100.000 cicli

IS 0

< 15 dB

IS 1

15 dB ≤ DLw 17 dB

IS 2

DLw 1> 17 dB

RWS 0

RWS > 30 sone

RWS 1

25 sone < RWS ≤ 30 sone

RWS 2

30 sone < RWS ≤ 25 sone

RWS 3

RWS < 20 sone

Norma metodo di prova

EN 868+A.3.6 Cap. 4.2.3

EN 826+ A3.7 Cap. 4.2.4.

EN 1606+A.3.8 Cap. 4.2.5

EN 13793+ A3.9 Cap. 4.2.6.

EN ISO 10140-2 Cap. 4.2.12.2 EN ISO 717-2

Bibliografia 1 e 2 Cap. 4.2.12.3

*Estratto Da UNI/CEN TS 16354. Verificare la corrispondenza con i valori indicati dalla nuova norma UNI EN 16354.

SOTTOSISTEMA SCHERMO A VAPORE L’importanza di questo strato, anche definito freno o barriera al vapore, consiste nell’evitare la risalita dell’umidità dagli strati sottostanti al massetto e sottofondo verso gli idrofili elementi lignei. Per questi motivi il sottosistema, definito “schermo al vapore” – che si realizza utilizzando un doppio foglio di polietilene di spes-

sore 150 µm con fattore di resistenza al passaggio di vapore µ 100.000, sormontati da uno spessore di 100-150 mm nastrati sui bordi con un nastro adesivo preferibilmente di alluminio – è in grado di assicurare nel tempo la non risalita dell’umidità proveniente dagli strati profondi del massetto.

SOTTOSISTEMA ISOLANTE TERMO-ACUSTICO È il substrato posto subito sotto gli elementi di legno che costituiscono la pavimentazione posata con tecnica flottante. È il penultimo strato del sistema parquet flottante che deve garantire diverse proprietà all’intera pavimentazione: essere fonoassorbente, termico, anti-calpestio, stabile e planare; isolare adeguatamente gli elementi lignei dal massetto; garantire la finitura superficiale, la resistenza ai carichi, livellare e ridurre i possibili dislivelli e trasmettere il calore proveniente dall’impianto di riscaldamento tradizionale, con l’impianto di riscaldamento/raffrescamento annegato nel massetto. A volte, questo sottosistema funzionale che s’impersona nel materassino è quello sul quale si possono incollare gli elementi lignei che costituiscono la pavimentazione a base di legno.

Tipi e Proprietà Generalmente, il materassino è costituito da più strati di polietilene di elevata densità goffrato e/o serigrafato con film alluminato e, ancora, di polipropilene espanso ad alta densità rivestito su ambo i lati con uno speciale non-tessuto tecnico in polipropilene serigrafato, di sughero, di fibre di kenaf o con altri tipi di vegetali. Premesso che la scelta del materassino è in funzione delle necessità da soddisfare, indipendentemente dal tipo, il materassino isolante deve soddisfare i requisiti stabiliti dalla norma tecnica UNI EN 16354:2018, che a partire da novembre 2018 sostituisce la norma UNI CEN/TS 16354:2014. La norma tecnica riguarda le caratteristiche dei materiali da posare sotto la pavimentazione a base di legno o di laminato. Il documento normativo specifica i metodi di verifica e i requisiti minimi di efficienza per il comparto sottofondo-pavimento con il sistema di classificazione delle prestazioni. Queste sono: ■ Conformabilità (PC) ■ Resistenza a Compressione (CS) ■ Scorrimento Viscoso a compressione anche detto Creep (CC)

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SPECIALE TABELLA 4 – Caratteristiche tecniche medie di un materassino funzionale isolante per massetti Caratteristica

Valori medi

Isolamento al calpestio (dB)

34

Rigidità dinamica (MN/m3)

11

Resistenza termica (m2K/W)

0.26

Prescrizioni È uno strato resiliente in polietilene reticolato fisicamente, espanso a celle chiuse eventualmente accoppiato inferiormente con speciali fibre agugliate per migliorare la prestazione acustica e sul lato superiore con tessuto con funzione anti-lacerazione. Nei casi in cui si richieda elevato comfort acustico e di resistenza alla pedonabilità e alla lacerazione si dovrà avere cura di porlo con il tessuto verso l’alto e avere spessori del massetto di finitura almeno di cm 6-7. Per spessori inferiori si dovrà provvedere di armare il massetto con idonea rete o con fibre.

Resistenza al Carico Dinamico (DL) ■ Isolamento da Rumori di Calpestio, ossia del rumore trasmesso (IS) ■ Isolamento da Rumori di Rumore Riflesso (RWS) ■ Resistenza all’Impatto (RLB) ■ Resistenza Termica® ■ Protezione dalla Risalita di Umidità (SD) e di Reazione al Fuoco (RTF). In questo modo, la norma tecnica diventa un riferimento univoco e importante per la scelta del sottostrato funzionale semplicemente denominato “materassino” ■

più adatto alle esigenze. La norma, oltre a elencare qualitativamente le caratteristiche tecniche richieste ai materassini sottopavimento, descrive i metodi di prova fornendo tutti i criteri di confronto tra i vari prodotti in commercio. Per i parametri più rilevanti, la norma fornisce anche un sistema di classificazione delle prestazioni misurate. A tale scopo nei prospetti annessi al presente, si riportano le caratteristiche tecniche medie di alcuni tipi di materassini funzionali di sovente utilizzati per la realizzazione di pavimentazioni lignee sia destinate a residenze sia ad ambienti pubblici e sia sportivi (si veda da Tabella 1 a Tabella 7). Va de sé che le prestazioni tecniche sono congrue se correttamente riportate sulle schede tecniche dei produttori e avallati da attestati di prova rilasciati da laboratori accreditati a livello europeo.

Sottosistema funzionale per sottofondo monostrato Dopo la realizzazione del solaio si procede alla stesa del materassino a diretto contatto con il solaio e al successivo getto del massetto di finitura. Questo modo esecutivo sottopone lo strato resiliente a gravi rischi di lacerazione che possono comprometterne il funzionamento acustico. Nel caso in cui il materassino sia posato sulla rete degli impianti, è evidente la possibilità indesiderata di poterlo perforare specie nelle zone in cui le tubazioni si sovrappongono. Questi punti

TABELLA 5 – Caratteristiche tecniche medie materassino per parquet

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Caratteristica tecnica

Valore medio

Tipologia

Materassino dotato di goffratura millerighe, adatto per l’isolamento acustico e termico sottopavimento.

Spessore

3 mm circa

Isolamento al Drum Sound (RWS)

> 25 sone

Isolamento al Calpestio (IS)

DLw = 18 dB

Resistenza alla Compressione (CS)

80 kPa (0,5 mm di deformazione)

Scorrimento Viscoso a Compressione - Creep (CC)

25 kPa (max carico con def. < 0,5 mm in 10 anni)

Resistenza al Carico Dinamico (DL)

> 100000 cicli (a 25 kPa) conformabilità (pc) 2 mm

Resistenza all’impatto - Large Ball Test (RLB)

1400 mm

Resistenza Termica

Rt = 0,107 m2 K/W

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Pavimenti in legno

TABELLA 6 – Caratteristiche tecniche medie materassino per parquet flottanti sportivi Caratteristica tecnica

Valore medio

Tipologia

Materassino isolante in polietilene particolarmente elastico che assorbe gli urti sotto il parquet

Spessore

6 mm circa

Isolamento al Drum Sound (RWS)

< 30 sone

Resistenza a Compressione (CS)

120 kPa (1,5 mm di deformazione)

Curva di Decompressione

8% (deformazione 25% a 0,5 h dal rilascio) 3% (deformazione 25% a 24 h dal rilascio)

Resistenza al Carico Dinamico (DL)

> 100000 cicli (a 25 kPa)

Resistenza Termica Rt

0,14 m2 K/W

Resistenza al Vapore Acqueo (SD)

Sd < 75 m

sono anche critici perché il materassino si distacca dal solaio vanificando così il suo funzionamento elastico oltre che aumentando i rischi di rottura “a posteriori”. Se invece il materassino termoacustico isolante è posato al di sotto della rete degli impianti, si riducono i punti di distacco dal solaio ma aumenta il pericolo della lacerazione dovuta all’altro passaggio su di esso degli impiantisti. Per questi motivi si devono scegliere materassini specifici per le due sopraddette applicazioni e che possiedano un rivestimento superficiale che non alteri le caratteristiche elastiche del materiale, ma ne aumenti la resistenza superficiale all’abrasione.

Sottosistema funzionale per sottofondo bistrato Il sottofondo bistrato prevede un primo getto, generalmente con impasti cementizi alleggeriti, per inglobare tutti i tipi di impianti funzionali. Una volta indurito lo strato di livellamento impianti, si procede con la posa del materassino isolante anti-calpestio seguito dal getto del massetto di finitura e pavimentazione finale.

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SPECIALE TABELLA 7 – Caratteristiche tecniche medie materassino per parquet flottanti sportivi Caratteristica tecnica

Valore medio

Tipologia

Materassino isolante in materiale termoconduttivo viscoelastico di elevata densità. Il prodotto è rivestito di uno strato adesivo per la posa di parquet, laminati e LVT

Spessore

1,8 mm circa

Isolamento al Drum Sound (RWS)

22 sone

Isolamento al Calpestio (IS)

DLw = 18 dB

Resistenza a Compressione (CS)

300 kPa (0,5 mm di deformazione)

Scorrimento Viscoso a Compressione – Creep - (CC)

> 50 kPa (max carico con def. < 0,5 mm in 10 anni)

Resistenza al carico Dinamico (DL)

> 100000 cicli (a 25 kPa)

Resistenza all’Impatto – Large Ball Test (RLB)

< 600 mm

Resistenza Termica

Rt = 0,01 m2 K/W

Resistenza al Vapore Acqueo (SD)

Sd < 75 m

Classe di Reazione al Fuoco

Bfl-s1

Lo strato di livellamento sul quale si posa il materiale elastico deve essere piano e privo di asperità con la necessaria consistenza per evitare cedimenti dovuti all’insufficiente stabilità e/o alla scarsa resistenza alla compressione. Gli impasti alleggeriti devono essere eseguiti e posati con attenzione specie se confezionati in cantiere o pompati direttamente al piano mediante autobetoniera. Eventuali concentrazioni di materiale leggero potrebbero determinare cedimenti che danneggiano la struttura e quindi l’isolamento al calpestio. Sarebbe meglio affidarsi sempre a prodotti premiscelati o predosati che assicurano maggiore qualità e precise responsabilità del produttore.

Sottosistema funzionale per sottofondo galleggiante Il sistema è chiamato tecnicamente “massa-molla massa” e permette di ottenere dei ∆Lw dai 20 ai 35 dB se correttamente installato in opera. Ed è proprio la fase di posa in opera che è molto importante anche perché il Decreto Attuativo in materia di Isolamento acustico (DPCM 5/12/97) dichiara esplicitamente che il requisito acustico passivo previsto va rispettato “in opera”. Tutto ciò significa che la fase d’installazione dei prodotti riveste un’importanza assoluta e non solo va realizzata a regola d’arte ma spesso richiede l’utilizzo di specifici accessori quali ad esempio le fasce perimetrali, il cosiddetto tagliamuro e la fascia nastro perimetrale.

CONCLUSIONI La pavimentazione, di qualsiasi tipo essa sia, rappresenta la superficie di contatto tra l’ambiente esterno (caratterizzato da continue variazioni di temperatura e umidità) e quello interno. Saper bene intervenire sui sottosistemi funzionali che

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terminano con il materiale di rivestimento com’è la pavimentazione, costituita da doghe, listelli o tavolette di legno, migliora le prestazioni termiche e il comfort ambientale. Partendo dal presupposto che tutti i materiali utilizzati per il realizzo dei sottosistemi funzionali hanno, in termini di prestazioni, pregi e difetti, è fondamentale conoscere i requisiti progettuali e costruttivi oltreché le caratteristiche di ciascun materiale per meglio scegliere quello più adatto. La conoscenza delle proprietà dei materiali è fondamentale per scegliere quale tipo di materiale sia più adatto per realizzare il sottosistema più specifico e funzionale. La scelta va fatta consultando le specifiche norme tecniche armonizzate europee (Norme EN) o, in loro assenza, quelle nazionali (in Italia le norme UNI) e in base ai seguenti requisiti posseduti o meno dai materiali isolanti: ■ Requisiti fisici tecnici normati come ad esempio la conducibilità termica, densità, resistenza al vapore e alla compressione, comportamento al fuoco eccetera; ■ requisiti ambientali come ad esempio Impatto sulla salute umana e sull’ambiente; ■ requisiti economici come ad esempio il costo unitario (€/mq) e il rapporto tra costo e qualità.


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CONSULENZA FISCALE

IMU e abitazione principale

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione è andata in controtendenza rispetto al MEF riguardo all’individuazione dell’abitazione principale nel caso di coniugi residenti in due Comuni diversi a cura di ASSOCAAF

L’

IMU è un tributo con cui il contribuente finanzia il Comune in cui è ubicato l’immobile. L’imposta è dovuta per anno solare in proporzione alla quota di possesso e ai mesi dell’anno per i quali vi è stato il possesso. L’ IMU 2020 ha le seguenti scadenze: ■ entro il 16 giugno 2020 doveva essere versato il 50% dell’imposta pagata nel 2019; ■ entro il 16 dicembre 2020 si paga il conguaglio sulla base delle aliquote deliberate per l’anno 2020 oppure sulla base delle aliquote IMU e TASI 2019 (se non ancora deliberate). Per il solo anno 2020 i Comuni possono deliberare entro il 31/12/2020 le aliquote IMU 2020 e inserire il prospetto delle aliquote IMU e il relativo regolamento sul Portale del Federalismo Fiscale. Viene prorogato al 31 gennaio 2021 il termine per la pubblicazione, da parte dei Comuni, sul sito del dipartimento delle finanze del MEF, delle

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aliquote e dei regolamenti IMU. Pertanto, in considerazione di tale proroga, è prevista un’ulteriore scadenza: ■ 28 febbraio 2021 per pagare l’eventuale conguaglio, sulla base delle aliquote che i Comuni potranno deliberare entro il prossimo 31 dicembre 2020; nel caso emergesse una differenza negativa, il rimborso sarà dovuto secondo le regole ordinarie, facendo richiesta al Comune.

DEFINIZIONE DI ABITAZIONE PRINCIPALE Per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile in catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Anche per


la nuova IMU, introdotta con la manovra di bilancio 2020, è stabilito l’esonero per l’immobile adibito a abitazione principale del contribuente e del suo nucleo familiare, purché appartenente a categoria catastale non di lusso (ossia A2, A3, A4, A5, A6 e A7); sono esonerate anche le pertinenze dell’abitazione principale. In tal caso, tuttavia, l’esenzione si ha (come previsto anche per la vecchia IMU) nel limite massimo di tre pertinenze, una per categoria catastale: C/2, C/6 e C/7. L’IMU è, invece, dovuta, con tutte le agevolazioni del caso, per l’abitazione principale appartenente a categoria catastale di lusso (A/1, A/8 e A/9) e relative pertinenze (fermo restando che si considerano pertinenze dell’abitazione principale quelle appartenenti a categoria catastale C/2, C/6 e C/7 nel limite massimo di tre).

ABITAZIONE PRINCIPALE DI LUSSO Le disposizioni IMU per l’abitazione principale di lusso prevedono: ■ aliquota ridotta rispetto a quella ordinaria; ■ detrazione di euro 200,00 da ripartire tra gli aventi diritto; ■ agevolazione (aliquota ridotta) per le pertinenze appartenenti alle seguenti categorie catastali: C/2, C/6, C/7, nel limite massimo di tre, una per categoria catastale.

CASI PARTICOLARI: UNITÀ CONTIGUE La norma richiede che l’abitazione principale sia un’unica unità immobiliare: non è possibile considerare come unica abitazione principale (ai fini dell’esenzione) due unità contigue utilizzate congiuntamente. Solo per una delle due unità è possibile usufruire dell’agevolazione mentre per l’altra unità si dovrà pagare l’IMU con aliquota ordinaria. Nel caso in cui le unità catastalmente distinte siano prive di autonomia funzionale e reddituale, può essere richiesta (tramite DOCFA) l’unione di fatto ai fini fiscali delle diverse porzioni autonomamente censite. Questa procedura rende la situazione equivalente a una fusione; inoltre, la procedura è ammessa anche se le due case contigue hanno diverse titolarità.

CONIUGI CON RESIDENZA IN DUE IMMOBILI DIVERSI: QUAL È L’ABITAZIONE PRINCIPALE? Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nello stesso Comune, l’agevolazione per l’abitazione principale e per le relative pertinenze (in relazione al nucleo familiare) si applicheranno in relazione a un solo immobile. In questo caso opera pienamente il vincolo della verifica del nucleo familiare. Il MEF, nella Circolare n. 3/DF del 2012, con riferimento alla vecchia IMU, aveva ammesso la possibilità di considerare per lo stesso nucleo familiare la presenza di doppia abitazione principale se i due immobili erano situati in Comuni diversi. Il MEF riteneva che, in questo caso, il fatto di avere, per i due coniugi, residenza e dimora in due

Se due coniugi hanno stabilito la residenza anagrafica e la dimora abituale in due Comuni differenti, nessuna delle due abitazioni può essere considerata principale

immobili diversi situati in due comuni diversi, potesse essere dettato da diverse necessità tra cui, ad esempio, quella lavorativa. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20130 del 24 settembre 2020, va però in controtendenza. Per la giurisprudenza l’interpretazione del MEF non può infatti ritenersi valida, poiché occorre fare riferimento a quanto prevede la norma (ossia la lett. b comma 741 della Legge di Bilancio 2020). Nel caso specifico della sentenza, il Comune ha negato l’agevolazione IMU prevista per l’abitazione principale perché il contribuente aveva spostato la residenza anagrafica in un immobile situato in un altro Comune, per esigenze lavorative; la decisione della Corte di Cassazione è che l’esenzione IMU non si applica ai coniugi che vivono distanti e sono residenti in due Comuni diversi. La sentenza n. 20130 riprende il D.L. 201/2011, art. 13, comma 2, secondo cui la disciplina IMU dispone che: “Per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente”. Questo comporta che “in riferimento alla stessa unità immobiliare tanto il possessore quanto il suo nucleo familiare non solo vi dimorino stabilmente, ma vi risiedano anche anagraficamente”. La sentenza della Corte di Cassazione, quindi, implica che se due coniugi hanno stabilito la residenza anagrafica e la dimora abituale in due Comuni differenti, nessuna delle due abitazioni può essere considerata abitazione principale. Non solo le conclusioni della Cassazione sono opposte rispetto a quanto sostenuto dal Ministero dell’Economia, ma la sentenza apre il fronte all’attività di recupero dell’IMU. www.casaeclima.com    n.88

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NUOVI INGRESSI

L’innovazione sostenibile richiede un cambio di mentalità Nata nel 2014 per rappresentare i consumatori e i produttori di energia rinnovabile, ACEPER riunisce quasi 7000 impianti associati. Intervista alla Presidente Veronica Pitea a cura della REDAZIONE

potenzialità della rete. Da non dimenticare anche che tutto questo ha fatto sì che anche il mercato del Made in Italy verso l’estero iniziasse a svilupparsi.

Ritiene che questi trend siano destinati a proseguire anche l’anno prossimo? Come già accennato questo nuovo modo di “vivere online” è un trend destinato a perdurare anche dopo la fine della pandemia. Le aziende, per poter continuare a restare sul mercato, sono obbligate a creare una solida presenza digitale. L’integrazione e adozione di elementi digitali nella quotidianità lavorativa mantiene la persona al centro dei processi e delle relazioni ed è dunque necessaria. Quanto detto rappresenta quindi non solo una necessità del momento, ma è il futuro.

La pandemia ha innescato quindi un cambiamento irreversibile?

C&C: Quali sono per i consumatori i temi decisivi che riguardano il settore energetico, e quali le opportunità più concrete? V.P.: I prezzi delle energie da fonti fossili diventano ogni giorno più alti a livello globale. Investendo ad esempio nelle comunità energetiche – finalmente riconosciute anche in Italia – si arriverebbe a ridurre anche del 50% il costo della bolletta.

Qual è stato il cambiamento più significativo che avete osservato, rispetto all’era pre-Covid? Sicuramente il rapido processo di conversione alla digitalizzazione da parte di tutte le generazioni. Se nel 2019 sembrava un concetto ancora molto lontano e molti opponevano resistenza alla conversione, la chiusura delle aziende e l’isolamento forzato dei singoli ha fatto in modo che non solo i “Millennial” comprendessero le

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Ci stiamo muovendo sempre più velocemente verso una comunicazione senza limiti di tempo e spazio, siamo costretti a formarci ed evolverci. Questo, dolosamente o colposamente, ci sta portando verso un mondo impoverito, sottomesso e disuguale: trovo dunque irreversibili gli effetti della pandemia sul processo di crescita personale e professionale, che passa da una comunicazione non più tradizionale.

In questo contesto, qual è il ruolo di ACEPER e quali iniziative state pensando di intraprendere? Serve un cambio di mentalità a tutti i livelli: aziende, governi e individui. Dobbiamo passare dalla creazione di ricchezza alla conservazione del valore racchiuso nei prodotti e nelle materie prime, e ACEPER lotta per tale cambiamento tutti i giorni: oltre a promuovere le forme di energia alternative e rinnovabili, sta già creando piccole comunità online di “professionisti che aiutano altri professionisti” a sviluppare business, a confrontarsi con il mercato, conoscendo forme alternative di sviluppo tramite l’innovazione sostenibile.


BIOMASSE

ENEA a FIPER: OK al coefficiente di conversione per le reti di teleriscaldamento Secondo Walter Righini, Presidente FIPER, la risposta va nella direzione di favorire fattivamente il teleriscaldamento efficiente e la sostituzione dei combustibili fossili con le fonti rinnovabili presenti sul territorio a cura di FIPER

F

IPER ha inviato una richiesta di chiarimento a ENEA in data 22 ottobre 2020 in merito al valore del coefficiente di conversione da attribuire alla biomassa utilizzata per le reti di teleriscaldamento ai fini del riconoscimento del Bonus 110%. In dettaglio, il chiarimento richiesto da FIPER a ENEA riguardava la possibilità da parte dell’operatore del teleriscaldamento a biomassa di applicare il fattore di conversione in base alle indicazioni previste alla Tabella 1 del Decreto Ministeriale 26 giugno 2015, ovvero fp=0,3 sino alla data di pubblicazione ed entrata in vigore della procedura di cui all’Allegato 1 paragrafo 3.2 punto 3 del Decreto Ministeriale 26 giugno 2015. Chiarimento indispensabile per interpretare il punto 10.4 del decreto “Asseverazioni” pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 6 ottobre 2020, secondo cui “nel caso di interventi di allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente di cui all’articolo 2, comma 1, lettera e), punto xv, l’asseverazione di cui all’articolo 8, comma 1, attesta che a parità delle altre condizioni, il consumo di energia primaria per i servizi sostituiti a seguito del suddetto allaccio è inferiore al consumo della situazione ex-ante”. È possibile quindi calcolare la prestazione energetica degli edifici in base al fattore di conversione indicato dal gestore e far riferimento alla classificazione degli edifici sulla base della loro prestazione energetica non rinnovabile? ENEA ha risposto confermando l’interpretazione proposta da FIPER: “In particolare, rispetto a quanto indicato sul fattore di conversione dell’energia termica utile in energia primaria, rimane valida la comunicazione del 2016 già trasmessa dal MiSE. Rispetto

a quanto indicato al punto 10.4 all’Allegato A del D.M. Requisiti Ecobonus, al fine di favorire la sostituzione di energia fossile con FER e considerato il richiamo alla classificazione energetica nel D.L. Rilancio, il ‘consumo di energia primaria’ è da intendersi come ‘energia primaria non rinnovabile’”. Commenta Walter Righini, presidente FIPER: “La risposta fornita da ENEA in collaborazione con il MiSE va nella direzione di favorire fattivamente il teleriscaldamento efficiente e la sostituzione dei combustibili fossili con le fonti rinnovabili presenti sul territorio. Un ringraziamento per la tempestiva risposta che chiarisce ogni dubbio interpretativo per gli operatori di teleriscaldamento a biomassa, per i certificatori e gli asseveratori”.

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RECOVERY FUND

Finanziamo il futuro Le risorse economiche ci sono: utilizziamole per finanziare l’innovazione, la formazione e la partecipazione, realizzando un grande progetto collettivo e individuale Prof. MANLIO VENDITTELLI

Membro Comitato Consultivo FINCO

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re riflessioni semplici e condivise nell’enunciato (molto meno nel fare) da quasi tutti: 1. il modello di sviluppo attuale non è sostenibile; 2. dalle grandi crisi si esce con un diverso modo di fare sviluppo ed economia; 3. i valori della qualità devono diventare i paradigmi del nuovo modo di vivere e di produrre. Per ciò che ci riguarda più da vicino (occupandoci di città e territorio) questo significa che finalmente possiamo costruire un importante segmento dell’economia e del lavoro sulla riqualificazione delle città e del territorio. Senza ripetere quanto abbiamo già più volte citato sul New Deal del dopo 1929, ricordo che oggi, nel dire comune, molti concordano con l’affermazione che la pandemia non solo ha messo a nudo le fragilità ambientali, sociali ed economiche, ma ha evidenziato quanto sia fragile l’intero sistema su cui è costruito il nostro sviluppo e la relativa organizzazione sociale.

LE CAPACITÀ INNOVATIVE CI SONO E ORA ANCHE LE RISORSE ECONOMICHE Dopo anni in cui abbiamo continuato a costruire modi di abitare e di consumare territorio, disinteressati ai progressi scientifici ed ecologici della qualità ambientale, forse oggi possiamo cambiare rotta e promuovere un’imprenditoria (sociale e di impresa) figlia dei nuovi paradigmi dell’economia sistemica e circolare e della qualità dello sviluppo. Le risorse economiche ci sono: utilizziamole per finanziare l’innovazione, la formazione e la partecipazione, realizzando un grande progetto collettivo e individuale di innovazione. Un primo assaggio di ciò che si potrebbe fare lo vediamo nella legge sul miglioramento energetico e sismico degli edifici. Tale legge ha ancora il limite di rivolgersi esclusivamente alle singole unità più che ai valori sistemici e all’economia di scala, ma la direzione è giusta e se (burocrazia permettendo) sarà applicata, le nostre città godranno di una migliore qualità.

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Gli esempi su cui cimentare l’innovazione sono molti, ma a mio avviso hanno tutti come punto culturale di partenza quello del sostegno ai progetti di qualità e di riqualificazione, che usino i paradigmi dell’economia verde, della conversione ecologica, del risparmio energetico, della digitalizzazione, della legalità e dignità del lavoro, della sostenibilità e circolarità dell’economia. Le risorse economiche necessarie al cambiamento ci sono, e devono essere impiegate per finanziare start up, progetti, innovazione e soprattutto ricostruzione della qualità e della sicurezza delle città e del territorio. La riqualificazione delle città e del territorio rappresenta un enorme alveo di lavoro e di imprenditoria. Pensiamo e organizziamo progetti, formazione e sostegni per creare utilizzatori delle nuove (e possibili) dinamiche economiche, inserendoli in modo diverso nel mondo del lavoro, organizzando e riorganizzando con loro, attraverso la formazione, meccanismi e pratiche virtuose di sviluppo locale, sostenibile e partecipato.

SE NON ORA, QUANDO? Quando mai ci saranno tante risorse disponibili per gli investimenti e quando mai i finanziamenti dipenderanno da scelte istituzionali e


quindi collettive, programmate e sorrette (speriamo non solo sorreggibili) dal valore della res publica? Va costruito un ampio parco-progetti con proposte capaci di essere socialmente comprese, culturalmente organizzate, istituzionalmente gestite con Enti Locali che si aggregano per aree territoriali capaci di rappresentare “distretti” funzionali, tematici ed economici per attività, orografia e storia sociale. E le università, con i loro dipartimenti e la loro capacità progettuale, non fanno parte dell’economia locale? Non sono soggetti che possono garantire ricerca e divulgazione, partecipazione e formazione? Con loro vanno costruiti laboratori territoriali capaci di interpretare i paradigmi della qualità e sostenibilità dello sviluppo; mettiamoli in rete con il mondo della ricerca, dell’innovazione, delle nuove tecnologie; produciamo cooperazione e integrazione; formiamo; creiamo laboratori e strutture capaci di pensare e progettare il futuro e nel futuro. I laboratori dovranno sorreggere ricerca e conoscenza, innovazione e complessità, cultura e formazione, ma nei nuovi paradigmi dello sviluppo. È chiaro che l’economia di un Paese non può essere tutta di frontiera, serve anche la tradizione, il tranquillo, il déjà vu. Nessuno lo nega. Ma c’è modo e modo per farlo e soprattutto per finanziarlo. La collettività ha il dovere di finanziare l’innovazione verso un’economia che abbia come faro la qualità e l’equilibrio ecosistemico.

E SE PONESSIMO LA BIODIVERSITÀ COME BENE COMUNE? Nella fase progettuale ed esecutiva è fondamentale misurare e valutare il rapporto tra ciò che l’ecosistema territoriale è e ciò che sarà dopo le azioni di trasformazione del territorio; la variazione deve essere misurata su indicatori di qualità, valutando l’equilibrio ecosistemico da cui parte e quello a cui arriva. Ed ecco allora che le politiche, come quelle sulla transizione al carbon free, trovano sostanza non giustificativa ma propositiva. La nostra allegra spensieratezza sull’estensione dell’impermeabilizzazione dei suoli e sugli inquinamenti, ha messo le fragilità ecosistemiche, che la pandemia ci ha mostrato, su un piatto d’argento. Allora perché non prendere la biodiversità come espressione della salubrità ecosistemica sussumendola a valore comune? Facciamola diventare l’elemento di verifica progettuale. Continuo a pensare che il territorio, nella sua definizione di ecosistema territoriale e quindi di equilibrio sistemico, dovrebbe essere l’ispiratore di tutti gli indici, regolamenti, disciplinari, che regolano le espansioni urbane, il settore produttivo industriale, l’organizzazione e l’erogazione dei servizi, i programmi agricoli e zootecnici, la pesca.

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SOCI FINCO ACMI Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti ACEPER Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili Presidente: Veronica Pitea Vice Presidente: Simone Ruffinatto AFIDAMP Associazione Fabbricanti e Distributori di Forniture Tecnologiche per la Pulizia Professionale Presidente: Giuseppe Riello Vice Presidente: Gianfranco Bonotto Segretario: Stefania Verrienti AIFIL Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose Presidente: Alfio Bonaventura Vice Presidente: Vitaliano Mantovani Segretario Nazionale: Claudio Rossi AIPAA Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Direttore: Tommaso Spagnolo AISES Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidenti: Toni Principi e Eros Pessina AIT Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Bruno Ulivi Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Carlo Antonio Gandini Segretario: Roberto Vinchi AIZ Associazione Italiana Zincatura Presidente: Carmine Ricciolino Vice Presidente: PierLuigi D’Ambrosio ANACI Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio ANACS Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Franco Meroni Vice Presidente: Adriano Castagnoli ANCCA Associazione Nazionale Contabilizzazione Calore e Acqua Presidente: Hans Paul Griesser Vice Presidente: Luca Magni ANCSA Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini

ANFIT Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Responsabile Tecnico: Dario Poletti ANFUS Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Sandro Bani Vice Presidente: Pietro Bonello ANNA Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Simone Gramigni Past-Vice Presidente: Angelo Gino ANIPA - FIAS Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Daniele Succio ANSAG Associazione nazionale sagomatori Presidente: Emilio Fadda Vice Presidente: Ezio Michielin APCE Associazione per la Protezione delle corrosioni elettrolitiche Presidente: Giuseppe Landi Segretario Generale: Sabatino Pedata ARCHEOIMPRESE Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Daria Pasini Vicepresidenti: Cristina Anghinetti, Claudio Calastri ARI Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti ASSITES Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella ASSOBON Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Paolo Mennini Segretario: Valerio Bellei ASSOCOMPOSITI Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini ASSOFRIGORISTI Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Gianluca De Giovanni Direttore Operativo: Marco Masini ASSOIDROELETTRICA Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Paolo Pinamonti Direttore Generale: Paolo Taglioli ASSOROCCIA Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Dario Amici Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini ASSOVERDE Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Antonio Maisto Vice Presidente: Michele Bindi Segretario Generale: Stefania Pisanti


RSF Restauratori Senza Frontiere Presidente: Paolo Pastorello Vice Presidenti: Carla Tomasi e Alessandra Morelli

CNIM Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti

UNICMI Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Guido Faré Vice Presidente Vicario: Donatella Chiarotto Direttore Generale: Pietro Gimelli

FIAS Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi AIF – FIAS Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Antonio Arienti

UNION Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini

ANIG HP – FIAS Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Gabriele Cesari

ACI Presidente: Angelo Sticchi Damiani ALFA ACCIAI SPA Legale Rappresentante: Amato Stabiumi

ANISIG – FIAS Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni

ANAS SPA - Azienda Naz. Autonoma delle Strade Presidente: Claudio Andrea Gemme Amministratore Delegato: Massimo Simonini CASEITALY SRL Presidente: Laura Michelini CSI SPA Presidente: Antonella Scaglia Vice Presidente: Alessandro Ciusani Amministratore Delegato: Vincenzo Ruocco GRAVILI SRL Amministratore Delegato: Antonio Gravili

FIPER Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo FIRE Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo

INCO INGEGNERIA SPA Amministratore Unico: Aldo Muller IN&OUT SPA Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio INTERBAU SRL Presidente: Giuseppe Cersosimo ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Presidente: Pietro Lonardo Vice Presidenti: Giovanni Pedrazzo e Luigi Scopesi LAPI SPA - Laboratorio Prevenzione Incendi Presidente: Massimo Borsini Vice Presidenti Cda e Consiglieri: David Borsini e Luca Ermini M3S SPA Legale Rappresentante: Anna Maria Mangialomini

FISA – FIRE SECURITY ASSOCIATION Fire Security Association Presidente: Marco Patruno

FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli

PERAZZI ENGINEERING & C. SRL Amministratore Delegato: Italo Perazzi

HARLEY&DIKKINSON ASSOCIAZIONE Presidente: Alessandro Ponti

PRAGMATICA AMBIENTALE SRL Presidente: Nedo Biancani Amministratore Delegato: Alberto Guidotti Direttore e/o Segretario: Laura Mazzavillani

PILE Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli

RESIT SRL Presidente: Ugo Vittorio Rocca SINERGICA SRL Presidente: Ludovico Motolese

Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate

COMITATO DI PRESIDENZA FINCO

Carla Tomasi Presidente Finco

Gabriella Gherardi Francesco Burrelli Vice Presidente Vice Presidente Finco Vicario con delega a Organizzazione e Filiere

Daniela Dal Col Consigliere Incaricato Filiera Macchine e Attrezzature

Fabio Gasparini Consigliere Incaricato Sviluppo Associativo

Walter Righini Consigliere Incaricato Filiera Rinnovabili

Lino Setola Consigliere Incaricato della Filiera Mobilità e Sicurezza Stradale

Angelo Artale Direttore Generale

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20/02/20 15:11

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ISSN: 2038-0895

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N. 85 I Anno XV I MAGGIO/GIUGNO 2020 I Bimestrale

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QUANTO COSTA COSTRUIRE UN EDIFICIO NZEB?

16/09/20 17:22

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ISSN: 2038-0895

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N. 87 I Anno XV I OTTOBRE 2020 I Bimestrale

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Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

Risparmio idrico grazie alla regolazione dello scarico a 6/3 - 4,5/3 - 4/2 litri Componenti interni certificati secondo la UNI EN 3822 in classe silenziosità I a 3 e 5 bar Oltre 270 modelli di placche disponibili

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Ariapur è la soluzione di areazione per il bagno, l’innovativo sistema combinato con la cassetta WC silenziosa Tropea S. Cattura i cattivi odori direttamente dal WC aspirandoli ed eliminandoli prima che si diffondano nell’ambiente e, grazie al sistema di ventilazione della placca aspirante, elimina anche il vapore della doccia.

D.P.R. 151/2011 Prevenzione incendi negli impianti a biomasse CASE STUDY Le abitazioni del futuro? Resilienti e sostenibili PREMIO POROTON 2019 Demolire e ricostruire in laterizio

CLIMATIZZAZIONE

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Raffrescamento da fonti rinnovabili

Gestione sostenibile dell’acqua

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Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

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INTERVISTA C’è qualcosa di “INNOVA” nella climatizzazione residenziale

DOMOTICA Superbonus 110% per case sempre più intelligenti

CASE HISTORY Efficienza energetica nel clima siberiano

DENTRO L’OBIETTIVO Redesign in stile minimale

NORMATIVA Classificazione energetica degli edifici e SRI

WORK IN PROGRESS Sotto il vestito… altro che niente

Organo ufficiale

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69 70 71 72 73 74 75 76 Ottobre 2017 Novembre 2017 Gennaio-Febbraio 2018 Marzo-Aprile 2018 Maggio-Giugno 2018 Settembre 2018 Ottobre 2018 Novembre 2018 89 90 91 92 93 94 SAIE 2021 SAIE Gennaio/Febbraio Marzo/Aprile 2021 Klimahouse Maggio/Giugno Ottobre 2021 Novembre/Dicembre 2021 MCE2021 Expocomfort Settembre 2021 SmartEnergy Expo SmartEnergy Expo Finestre/Schermature Coperture Cappotto Rifacimento centrali Sistemi di controllo Climatizzazione Ricarica e-Car Domotica Efficienza nei sistemi per il 110% CAM a confronto Impianti rinnovabili Terminali Progettare l’isolamento Software Smart House Tamponature Accumulo Coperture Sistemi di riscaldamento Risparmio d’acqua di riscaldamento Ventilazione meccanica Strutture leggere Sistemi radianti Rinnovabili Retrofit in edifici tutelati NZEB Serramenti innovativi Materiali isolanti

In ogni numero: novità normative, report fiere, analisi dei progetti, monitoraggi Editore: Quine srl · Via G. Spadolini, 7 · 20141 Milano - Italia · Tel. +39 02 864105 · Fax. +39 02 70057190

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