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ISSN: 2038-0895
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
N. 77 I Anno XIV I GENNAIO/FEBBRAIO 2019 I Bimestrale
SERRAMENTI, MATERIALI PERFORMANTI E TECNICHE DI POSA
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
PARQUET E SISTEMI RADIANTI, CONVIVENZA POSSIBILE?
NZEB Ridurre i costi di edifici a consumo energetico quasi zero Organo ufficiale
INTERVISTE La sfida della progettazione multidisciplinare
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA Materiali naturali e qualità dell’aria indoor
PROGETTAZIONE Climatizzazione di un albergo diffuso in contesto vincolato
EDIFICI IN LEGNO Pregi e difetti
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BUONI MOTIVI PER SCEGLIERLA
Bisogno di migliorare la qualità dell’aria con soluzioni mirate per ogni tipologia di ambiente
La VMC decentralizzata: un’innovazione semplice e intelligente. 2
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Problema di aerazione circoscritto ad una singola stanza o piccola abitazione
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Impossibilità di installare un sistema centralizzato
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Necessità di ristrutturare o riqualificare l’abitazione a costi contenuti
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BIMESTRALE Organo ufficiale di:
Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine) Marco Zani (Quine) Comitato scientifico Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Gianfranco Borsatti (Anfus) Sergio Fabio Brivio (Finco) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Riccardo Casini (Unicmi) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Daniela Dal Col (Anna) Gianluca De Giovanni (Assofrigoristi)
Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Fabio Gasparini (Assites) Potito Genova (Assobon) Gabriella Gherardi (Aises) Donatella Guzzoni (Sismic) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Carlo Miana (Assoroccia) Laura Michelini (Anfit) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Paolo Pastorello (Restauratori Senza Frontiere) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Carmine Ricciolino (Aiz) Walter Righini (Fiper) Marcello Rossetti (Aicap) Kristian Schneider (Ari) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa) Bruno Ulivi (Ait)
Fondata da Andrea Notarbartolo Direttore responsabile Marco Zani Redazione Alessandro Giraudi, Silvia Martellosio, Vanessa Martina, Federica Orsini, Eleonora Panzeri redazione.casaeclima@quine.it Grafica e Impaginazione Grupo Asís
Pubblicità Quine Srl 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 - dircom@quine.it Traffico, Abbonamenti, Diffusione Rosaria Maiocchi Editore Quine srl - www.quine.it Presidente Giorgio Albonetti Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 e-mail: redazione@quine.it Servizio abbonamenti Quine srl, 20141 Milano – Via G. Spadolini, 7 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30 Stampa Aziende Grafiche Printing Srl - Peschiera Borromeo (MI) Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191 Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati. INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LGS 196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter e ettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Legs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via G. Spadolini 7, 20141 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Legs 196/2003.
© Quine srl - Milano Associato Anes Aderente
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GENNAIO/FEBBRAIO 2019
14
22
6 EDITORIALE
SPECIALE SERRAMENTI
8 NOVITÀ PRODOTTI
29 Materiali performanti e tecniche di posa all’avanguardia
12 TECH
42 IN COPERTINA w w w. c a s a e c l i m a . c o m
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
14 Come ridurre i
costi di edifici a consumo energetico quasi zero? di Michele Zinzi, Benedetta Mattoni e Gaetano Fasano
N. 77 I Anno XIV I GENNAIO/FEBBRAIO 2019 I Bimestrale
SERRAMENTI, MATERIALI PERFORMANTI E TECNICHE DI POSA
di Patrizia Ricci
NZEB
ISSN: 2038-0895
DENTRO L’OBIETTIVO
42 Dalla villetta anni ’70 un’aria tutta nuova
PARQUET E SISTEMI RADIANTI, CONVIVENZA POSSIBILE?
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
Hanno collaborato a questo numero Domenico Adelizzi, Deborah Annolino, Gaetano Fasano, Benedetta Mattoni, Davide Reggiani, Patrizia Ricci, Michele Zinzi
IN QUESTO NUMERO
NZEB Ridurre i costi di edifici a consumo energetico quasi zero
di Davide Reggiani
INTERVISTE La sfida della progettazione multidisciplinare
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA Materiali naturali e qualità dell’aria indoor
PROGETTAZIONE Climatizzazione di un albergo diffuso in contesto vincolato
SERVIZIO A PAGINA
MITI DA SFATARE
50 Parquet e sistemi
INTERVISTE
radianti, convivenza possibile?
18 La sfida della
progettazione multidisciplinare
di Domenico Adelizzi
di Deborah Annolino
TECNICHE COSTRUTTIVE
22 Edifici in legno:
29
CASE STUDY
65 Telecomunicazioni, la
“svolta green” di alcuni operatori di settore
PROGETTAZIONE
60 Climatizzazione di
pregi e difetti
un albergo diffuso in contesto vincolato
di Patrizia Ricci
di Federica Orsini
50
EDIFICI IN LEGNO Pregi e difetti
Organo ufficiale
60
IL PARERE DI FINCO
68 Riflessioni (semplici) sugli Ecobonus
65
EDITORIALE
Rinnovabili e Rinnovabili ANGELO ARTALE, Direttore Generale Finco
Secondo Finco sarebbe opportuno valorizzare soprattutto l’idroelettrico, le biomasse e la geotermia (specie a bassa entalpia), fonti rinnovabili in grado di garantire una ragionevole sicurezza nell’approvvigionamento
N
on credo sia impressione solo di chi scrive, ma ci sono rinnovabili e rinnovabili. Nel senso che di alcune si parla costantemente e hanno un’attenzione da parte del Decisore certamente diversa rispetto ad altre. Tra queste ultime, meno “attenzionate” (termine orrendo, ma che rende l’idea), annoveriamo due fonti che meriterebbero di essere valorizzate: geotermia, specie a bassa entalpia, e idroelettrico. L’eliminazione (posposizione in un decreto FER2?) degli incentivi alla geotermia elettrica dallo schema di decreto predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico non è comunque un buon segnale; oltretutto è in controtendenza con i Paesi europei più sviluppati che stanno invece puntando sulla crescita della geotermia termica ed elettrica, risorsa energetica pressoché inesauribile e continua. Eppure una forte spinta all’utilizzo della geotermia – soprattutto tramite le pompe di calore per il riscaldamento e raffrescamento degli edifici – dovrebbe venire dalla nuova Direttiva europea sulle rinnovabili (RED II), approvata a giugno 2018. L’obiettivo vincolante per l’energia rinnovabile in UE al 2030 è fissato al 32%, compresa una revisione da attuarsi entro il 2023 per un eventuale rialzo del target. Tra le altre cose la direttiva RED II fissa gli obiettivi per l’aumento di fonti energetiche rinnovabili termiche in 1,3 punti percentuali l’anno, richiede di inserire le FER termiche nella pianificazione urbana e, infine, prevede che gli Stati Membri informino in modo adeguato i consumatori in merito alle alternative rinnovabili per il riscaldamento e raffrescamento. Il nuovo Governo dovrebbe prendere rapidamente in considerazione l’adeguamento a questa Direttiva europea che può assegnare un ruolo importante agli impianti geotermici in pompa di calore, sia
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applicati a singoli edifici che a reti di teleriscaldamento urbano. Per quanto riguarda il settore idroelettrico, il decreto sulle rinnovabili, concertato tra Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell’Ambiente, mira a sostenere la produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili attraverso la definizione di incentivi e modalità di accesso che promuovano l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità. Secondo uno studio del Politecnico di Milano, il comparto dell’idroelettrico rappresenta il 40% delle fonti rinnovabili del Paese ed è assolutamente innegabile il contributo dato dal settore all’ambiente e all’economia. Il primo aspetto da enfatizzare è proprio questo: l’idroelettrico costituisce una fonte rinnovabile che, a differenza di altre, avendo oltretutto utilizzi diversificati, può dare stabilità alla rete di trasporto nazionale ed essere di supporto all’economia agricola, al contrasto delle emergenze idrogeologiche e, più in generale, alla finanza pubblica. Dopo la Conferenza Unificata Stato Regioni, che al momento della stesura di questo articolo sta esaminando il tema delle fonti rinnovabili e del relativo decreto, l’auspicio è una maggiore attenzione all’idroelettrico, spesso poco valorizzato nonostante la sua importanza nello scenario economico e la sua appartenenza alle fonti rinnovabili programmabili. Al di là di una solida struttura normativa, sarebbe opportuno rafforzare il coinvolgimento dei territori in cui sono da ricostruire, riattivare o potenziare gli impianti di energia idroelettrica, in maniera tale da informarli in modo adeguato sulle regole da seguire per una gestione delle risorse che possa contribuire alla crescita del Paese e renderli sempre più consapevoli del “ritorno” dell’acqua nella disponibilità comune e nelle casse dell’Erario.
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Nuova stazione di riempimento automatico Oventrop presenta il nuovo gruppo di riempimento automatico degli impianti ALL-IN-ONE che integra al suo interno tutti i componenti per il collegamento diretto dell’impianto dell’acqua sanitaria all’impianto di riscaldamento, garantendone – come richiesto dalla normativa DIN EN 1717 – l’idoneità per prevenire l’inquinamento dell’acqua potabile da eventuali riflussi. Il minor tempo di posa, i bassi costi di manodopera e del sistema sono i più evidenti vantaggi derivanti dal suo utilizzo. All’interno del guscio coibentato, a corredo del sistema e pronto per essere connesso all’impianto, l’azienda ha pre-assemblato la valvola di ritegno integrata nel lato di entrata e di uscita, il disconnettore di tipo BA, il sifone di scarico, il dispositivo di controllo, il riduttore di pressione, il defangatore e il manometro. Per garantire efficienza ed evitare imprevisti blocchi della caldaia, il sistema – certificato DWGV – è fornito sia di un gruppo di riempimento che ristabilizza la pressione dell’impianto al valore preimpostato nel caso di una temporanea riduzione della pressione, sia di un riduttore di pressione che consente di mantenere costante la pressione d’uscita – regolabile da 1 a 5 bar – per proteggere l’impianto di riscaldamento da eventuali sovrappressioni non previste durante il processo di riempimento.
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Controlli da remoto per i sistemi di climatizzazione residenziali e commerciali Toshiba ha annunciato nuove soluzioni di controllo via cloud disponibili per i suoi sistemi di climatizzazione e riscaldamento destinati al mercato residenziale e commerciale. Due diverse App per smartphone o tablet consentono di comunicare attraverso i router dell’edificio, dando la possibilità di controllare a distanza il sistema di climatizzazione in modo intelligente.
Per applicazioni residenziali
L’App, sviluppata in cinque diverse lingue, è stata progettata per offrire funzioni di controllo dell’intero sistema di condizionamento fino a cinque membri della famiglia, che a distanza possono controllare fino a 10 unità di climatizzazione interne. Questa soluzione di controllo via cloud consente agli utenti di controllare il comfort e gestire il consumo energetico da casa e da remoto. Toshiba Home AC Control permette agli utenti di impostare un programma settimanale in base alla presenza dei membri della famiglia, garantendo il massimo comfort e ottimizzando il risparmio energetico. Le funzioni di controllo includono le impostazioni di base, quali: accensione/spegnimento, scelta della modalità operativa, temperatura, velocità della ventola e dell’oscillazione delle alette. La soluzione consente in più di accedere alle funzionalità 8
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di controllo più avanzate, quali la modalità silenziosa per le unità interne ed esterne, economy, power, vacanze, fireplace, filtri al plasma per la gestione della qualità dell’aria interna, riscaldamento dal basso per la console e blocco di sicurezza per bambini.
Per applicazioni commerciali
Nelle applicazioni commerciali è possibile gestire da remoto fino a 32 unità di climatizzazione interne Light Commercial e VRF. L’interfaccia utente è un’App che consente agli amministratori di edifici di gestire il sistema di climatizzazione grazie all’apposito gateway che comunica con il router aziendale. Dedicata alle applicazioni commerciali e aziendali, questa nuova soluzione di controllo offre un’alternativa multiutente potente e semplice al tradizionale telecomando individuale. Gli utenti, fino a 32 standard e un amministratore, sono in grado di controllare le unità situate in ufficio, sala riunioni o altro ambiente condiviso, mentre gli amministratori sono in grado di configurare e monitorare a distanza l’intero sistema, nonché di impostare e controllare i diversi livelli di accesso assegnabili agli utenti. Le funzionalità di controllo via cloud disponibili tramite questa app comprendono accensione/spegnimento, scelta della modalità operativa, impostazione di temperatura, velocità della ventola e oscillazione
delle alette. Con l’App sono utilizzabili anche gestioni più sofisticate di programmazione e controllo di temperatura, inclusa l’impostazione di limiti di temperatura ammessi e protezione da attivazione e disattivazioni non consentite.
www.toshibaclima.it
Sistema di ventilazione con pompa di calore VORT VDH 60 HP MONO è un sistema di ventilazione con pompa di calore e funzione di purificazione, progettato per il ricambio dell’aria, la depurazione e la deumidificazione di locali residenziali e commerciali, caratterizzati da elevati livelli di isolamento termico, localizzati in aree geografiche temperate e non serviti da sistemi di ventilazione centralizzati. Installato in corrispondenza di una parete perimetrale, il sistema di Vortice garantisce il mantenimento di adeguati livelli di comfort senza effettive penalizzazioni economiche o ambientali. Ha un design moderno che ne permette l’inserimento in molteplici tipologie di ambienti. Deve essere installato in corrispondenza di una parete perimetrale del locale di destinazione. Il pannello frontale con finitura a specchio in resina plastica è a scelta tra due colori: bianco o nero. Può funzionare in 4 modalità: 1. Ventilazione passiva: l’aria viziata espulsa all’esterno viene sostituita da aria fresca di rinnovo. 2. Ventilazione attiva: l’aria viziata espulsa all’esterno viene sostituita da aria fresca di rinnovo, riscaldata o raffrescata dall’azione della pompa di calore. 3. Depurazione: nelle ore in cui il locale non è occupato, il condotto di ventilazione viene chiuso e l’aria nell’ambiente viene forzata attraverso il filtro interno, purificandola dalle sostanze inquinanti (polveri, VOC composti volatili organici, pollini). 4. Depurazione con deumidificazione: nelle ore in cui il locale non è occupato, il condotto di ventilazione viene chiuso e l’aria dell’ambiente viene forzata attraverso il filtro interno, che la purifica dalle sostanze inquinanti e contemporaneamente deumidificata. Questa modalità riduce il tasso di umidità relativa al di sotto della soglia prestabilita, prevenendo la formazione di muffe.
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NOVITÀ PRODOTTI
Massima integrazione nell’edificio Le nuove STØNE di Innova, design di Luca Papini, sono pompe di calore aria-acqua monoblocco che, oltre a cambiare il concept di motocondensante esterna, danno la possibilità a progettisti e installatori di applicare la pompa di calore in quei contesti dove la tecnologia attuale non fornisce una risposta convincente. STØNE possiede la caratteristica di poter essere incassata all’esterno, combinando quindi design, tecnologia, avanguardia nelle prestazioni, flessibilità e facilità di utilizzo e installazione. Il condizionatore è composto da uno scambiatore di grande superficie con forma a V rovesciata dove è distribuita l’aria su appositi captatori: una disposizione che consente la riduzione della profondità della motocondensante a soli 34 cm. Oltre a flessibilità di utilizzo, integrazione e modularità, un’altra caratteristica chiave è la silenziosità di funzionamento dovuta al ventilatore assoradiale. L’aria viene prelevata dalla parte anteriore della macchina e mandata all’esterno dalla parte superiore; ciò significa che può essere installata in modo adiacente al muro, oltre che a incasso. Le pompe di calore STØNE sono state premiate con gli ADA 2018 per la ricerca e l’innovazione nel design, ma anche per il potere emotivo e funzionale del progetto.
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Unità di ventilazione decentrale L’unità di ventilazione decentrale Zehnder ComfoAir 70 nel 2018 si è rinnovata introducendo nuove funzionalità. Tra queste la possibilità di funzionamento in modalità automatica. Nuovi e innovativi sensori di umidità, umidità e CO2, umidità e VOC, permettono infatti l’analisi della qualità dell’aria di ripresa e, nel caso i valori rilevati non fossero soddisfacenti, l’unità aumenta automaticamente la velocità di funzionamento. Questo consente di mantenere elevata la qualità dell’aria interna con la massima efficienza energetica: l’unità funziona “on demand”, modulando la portata secondo le effettive esigenze, riducendo al minimo il consumo elettrico. Altra novità è la possibilità di remotare il pannello di controllo: oltre al comando a bordo macchina è installabile, come optional, un pannello touch screen posizionabile dove desiderato dall’utente. Tramite entrambi i comandi, è possibile aumentare e ridurre la velocità, impostare la modalità di funzionamento automatica, attivare la modalità bagno e assenza, rilevare l’allarme filtri sporchi.
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Recuperatore di calore per abitazioni ALTAIR 120 è il nuovo recuperatore della Soler & Palau per gli impianti di ventilazione meccanica controllata (VMC) per piccole e medie unità abitative fino a 90 mq. Grazie alle sue dimensioni compatte - in particolare all’altezza di soli 17 cm - è possibile installare il recuperatore in verticale a parete in vani dedicati e in orizzontale nei contro-soffitti dove lo spazio è ridotto. Il recuperatore dispone di una scambiatore interno realizzato in polipropilene a flusso laminare in controcorrente e permette un recupero di calore fino al 88%, filtrando l’aria di rinnovo con filtro G4. Una sonda di umidità permette il funzionamento proporzionale riducendo i consumi e garantendo un ambiente salubre. Altra caratteristica è la possibilità di orientare tutte le bocchette di 90°. Questa soluzione rende più flessibile l’installazione del recuperatore e permette di ottenere un sistema più lineare a tutto vantaggio di consumi e rumorosità. ALTAIR 120 (V versione verticale, H orizzontale) è nato con lo scopo di soddisfare tutte queste esigenze abbinandole a un’estetica moderna e a un consumo energetico ridotto.
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Componenti interni realizzati con materiali che ostacolano la formazione del calcare Risparmio idrico grazie alla regolazione dello scarico a 6/3 - 4,5/3 - 4/2 litri Componenti interni certificati secondo la UNI EN 3822 in classe silenziosità I a 3 e 5 bar Oltre 270 modelli di placche disponibili
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Raffreddamento passivo e off-grid Dal MIT un dispositivo che blocca la luce diretta del sole grazie a una combinazione di materiali semplici ed economici
I
ricercatori del MIT - Massachusetts Institute of Technology - hanno ideato un nuovo modo per raffreddare cibi e farmaci nei luoghi particolarmente assolati e sconnessi dalla rete elettrica utilizzando materiali economici e senza la necessità di usufruire di energia generata da combustibili fossili. Il sistema passivo, che potrebbe essere usato anche per raffrescare gli ambienti, è sostanzialmente una versione high-tech di un comune parasole.
UNA STRISCIA DI METALLO CHE BLOCCA I RAGGI DIRETTI DEL SOLE Il sistema consente l’emissione di calore a una gamma di luce a medio infrarosso che può passare direttamente attraverso l’atmosfera e irradiarsi nel freddo dello spazio esterno, perforando i gas che agiscono come una serra. Per evitare il riscaldamento alla luce solare diretta, il dispositivo è rivestito con una piccola striscia di metallo in grado di bloccare i raggi diretti del sole. Il sistema, che
su base teorica dovrebbe riuscire a fornire un raffreddamento fino a 20 °C al di sotto della della temperatura ambiente in un luogo come Boston, al momento ha raggiunto, nei test proof-of-concept, una temperatura di -6 °C.
COSA C’È DI NUOVO RISPETTO AI COMUNI SISTEMI DI RAFFREDDAMENTO PASSIVO? L’idea di progettare sistemi di raffreddamento passivo che irradiano calore sotto forma di lunghezze d’onda della luce del medio infrarosso non è nuova, ma finora i sistemi sviluppati sono stati basati su dispositivi fotonici, complessi da realizzare e piuttosto costosi. La complessità deriva dalla necessità di combinare la capacità di emissività e riflettività selettiva, che richiede l’uso di un materiale multistrato in cui gli spessori degli strati sono controllati con precisione nanometrica. I ricercatori del MIT hanno scoperto che questa selettività può essere raggiunta semplicemente bloccando la luce diretta del sole con una striscia stretta
posizionata alla giusta angolazione per coprire il percorso del sole, senza bisogno di alcun tracciamento attivo da parte del dispositivo. Quindi, un semplice dispositivo costruito con una combinazione di film plastico economico, alluminio lucidato, vernice bianca e isolamento può consentire la necessaria emissione di calore attraverso la radiazione del medio infrarosso, che è il modo in cui la maggior parte degli oggetti naturali si raffreddano.
PARASOLE E ISOLAMENTO TERMICO Difatti i sistemi di raffreddamento radiativi semplici sono stati usati fin dai tempi antichi per ottenere un raffreddamento notturno, ma risultavano inefficaci nelle ore diurne per via dell’eccessivo calore provocato dalla luce solare diretta. Gli scienziati hanno quindi ragionato sul fatto che i raggi solari viaggiano in linea diretta ed è sufficiente bloccarli, come avviene per esempio con le zone d’ombra create dagli alberi, per ‘annientarli’. Da qui, l’idea di una sorta di parasole che, unito a uno strato di isolamento, rende il dispositivo efficiente per il raffreddamento passivo.
CAMPI APPLICATIVI E PROSPETTIVE FUTURE Il sistema potrebbe essere applicato in vari settori, dal raffrescamento alla refrigerazione. Potrebbe essere utile anche per alcune tipologie di sistemi fotovoltaici a concentrazione, che, sfruttando l’azione di specchi che riflettono la luce del sole, tendono a surriscaldarsi. Il team di ricercatori, il cui studio è stato pubblicato recentemente sulle pagine della rivista Nature Communications, ha fatto richiesta di brevetto e sta continuando a lavorare per perfezionare il sistema con la speranza che possa essere commercializzato a breve.
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Condomìni: l’app che facilita la riqualificazione energetica e strutturale L’applicazione gratuita si rivolge a professionisti e tecnici abilitati per una prima valutazione degli interventi di messa in sicurezza, riqualificazione ed efficientamento degli edifici condominiali
S
i chiama Condomini+4.0 la nuova applicazione gratuita per misurare i consumi energetici e le caratteristiche strutturali degli edifici condominiali. Realizzata da ENEA, in collaborazione con la società Logical Soft, l’app è rivolta a professionisti e tecnici abilitati per una prima valutazione degli interventi di messa in sicurezza, riqualificazione ed efficientamento.
ANALISI ENERGETICA E STRUTTURALE DELL’EDIFICIO Condomini+4.0 consente su tablet e smartphone di automatizzare la fase di raccolta dati e di ottenere rapidamente una classificazione dell’edificio con la valutazione indicizzata dello stato di fatto e delle principali criticità energetiche e strutturali. L’applicativo evidenzia, inoltre, il livello e la priorità degli interventi da effettuare e i fattori di rischio legati a territorio, ambiente e clima. Inserendo le informazioni nelle apposite sezioni è possibile ottenere: un report dei rilievi completo di foto; il livello della classe di merito
energetica e degli interventi per ottimizzarne la prestazione; gli elementi di vulnerabilità strutturale e il livello di intervento strutturale che caratterizza l’edificio; un file contenente tutte le informazioni inserite dal tecnico. L’app mette poi a confronto i consumi reali dell’immobile con il fabbisogno energetico di riferimento per gli edifici di tipo condominiale, assegnando a ogni fabbricato una classe di merito (buono/sufficiente/insufficiente) sia per i consumi da riscaldamento che per quelli elettrici.
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Questo nuovo approccio permette di programmare e gestire in modo efficiente e sostenibile gli interventi di manutenzione del condominio. Si crea inoltre un’occasione per riprogettare la qualità globale degli ambienti e delle strutture
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Nicolandrea Calabrese, Responsabile del laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano
ALLE CRITICITÀ ENERGETICHE RISCONTRATE SI AFFIANCANO LE SOLUZIONI Per l’ambito energetico il software fornisce soluzioni innovative e pacchetti di interventi rispetto al ciclo di vita e all’utilizzo del singolo immobile residenziale che sono su misura anche dal punto di vista dell’impegno finanziario. Sono previste infatti diverse soluzioni progettuali, integrabili nei processi di manutenzione, per ognuna delle criticità riscontrate. Per l’ambito strutturale l’app evidenzia le principali criticità riscontrate e fornisce indicazioni sulle priorità di intervento, ma non una valutazione di vulnerabilità sismica, che deve sempre essere svolta secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Operativa sulle piattaforme iOS e ANDROID e scaricabile da Apple Store e Google Play, l’applicazione è stata realizzata nell’ambito della campagna Italia in Classe A.
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NZEB
Come ridurre i costi
di edifici a consumo energetico quasi zero? Tramite un questionario, il progetto europeo CoNZEBs ha condotto un’indagine sull’esperienza e le aspettative degli stakeholder di edifici nZEB al fine di promuovere la loro realizzazione MICHELE ZINZI, BENEDETTA MATTONI E GAETANO FASANO ENEA DTE Divisione Smart Energy
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n Italia dal 2021 gli edifici di nuova costruzione (dal 2019 quelli pubblici) dovranno rispettare gli standard di consumo energetico quasi zero (nearly Zero-Energy Buildings). Tale requisito, in vigore dal 2019 per gli edifici pubblici, in realtà è da tempo vigente anche in alcune regioni italiane come, per esempio, Emilia Romagna e Lombardia. Nonostante l’imminente scadenza però, gli edifici nZEB hanno ancora costi di realizzazione più elevati rispetto a quelli costruiti secondo i requisiti minimi. Questo scenario ha indotto l’Unione Europea a finanziare, nell’ambito del Programma Horizon 2020, progetti in grado di ridurre il delta costo ancora esistente. Tra questi troviamo CoNZEBs (Solution sets for the Cost reduction of new Nearly Zero-Energy Buildings) che ha come obiettivo principale l’individuazione di soluzioni tecnologiche in grado di ridurre i costi di costruzione di nuovi edifici multifamiliari a consumo energetico quasi zero. È importante notare che i costi oggetto dello
studio sono esclusivamente legati alla progettazione e alla realizzazione dell’opera; vengono quindi esclusi oneri finanziari, sicurezza e costi generali di gestione. Le analisi tecnico economiche sono condotte su un edificio multifamiliare nZEB, considerato tipico per la specifica nazione. Per il caso italiano le analisi sono state condotte sull’edificio San Giusto, realizzato a Prato dalla social housing Edilizia Pubblica Pratese (Figura 1).
I COSTI NEL PROCESSO DI PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE DI EDIFICI MULTIFAMILIARI NZEB ENEA è partner scientifico del progetto CoNZEBs e, tra le varie attività svolte, vi è quella di coordinamento dell’analisi dei potenziali risparmi ottenibili nel processo di progettazione e realizzazioni di questa tipologia di edifici, approfondendo - ovviamente - il tema per la situazione italiana.
L’attività è stata condotta attraverso la consultazione della bibliografia esistente in materia e tramite il coinvolgimento di progettisti e imprese di costruzione con questionari appositamente sviluppati. Per quanto riguarda i costi correnti di progettazione sono stati compilati 55 questionari così ripartiti: 36% progettisti individuali, 47% studi di progettazione e 18% imprese di costruzioni con progettazione interna. Nonostante i riferimenti legislativi relativi alle tariffe professionali, il costo è fortemente influenzato dalle condizioni del mercato delle costruzioni. A fronte di stime teoriche di 12-15%, è risultato un costo di progettazione medio del 7% rispetto all’importo dei lavori per edifici realizzati secondo i requisiti minimi. L’incidenza sale al 9% nel caso di edifici nZEB. Non sono state riscontrate differenze significative tra edilizia privata e sociale pubblica. Per quanto riguarda il processo di costruzione si è ritenuto opportuno focalizzare l’attenzione sui costi tecnici indiretti,
IL PROGETTO CONZEBS
FIGURA 1. Vista dell’edificio NZEB San Giusto a Prato, durante l’ultimazione dei lavori di costruzione
Avviato nel mese di giugno 2017 e con una durata di 30 mesi, CoNZEBs è coordinato dal centro di ricerca tedesco Fraunhofer Institute for Building Physics (IBP). Vi partecipano istituzioni scientifiche e associazioni dedicate alla gestione di patrimoni immobiliari, tipicamente di edilizia pubblica, provenienti da Danimarca, Italia, Slovenia e, ovviamente, Germania. Il progetto è organizzato in diverse linee di attività che, oltre alla gestione progettuale e alla disseminazione dei risultati, hanno i seguenti approfondimenti tecnico-scientifici: analisi di benchmarking sui costi attuali per edifici multifamiliari realizzati secondo criteri NEB e di requisiti minimi; esperienza degli utenti finali che vivono in edifici ad alte prestazioni energetiche; individuazione di pacchetti tecnologici low-cost per involucro, impianti e fonti rinnovabili; analisi del ciclo di costo e di vita per edifici che applichino le soluzioni individuate; traguardare soluzioni innovative per gli edifici del futuro.
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ovvero non direttamente proporzionali alle lavorazioni da eseguire, ma collegati al ciclo di vita del cantiere e quindi alla sua durata. Purtroppo non esistono dati di riferimento nazionali, a parte l’edificio di riferimento ISTAT per le statistiche di settore, che si limita ai soli costi per noli e trasporti, che ammontano a circa il 5% dei costi di realizzazione (materiale più manodopera). A fronte di una stima molto generica del 10%, il costo medio per 6 differenti progetti in diverse regioni italiane, da nord a sud, è risultato del 7%.
POSSIBILI SOLUZIONI PER LA RIDUZIONE DEI COSTI: IL PUNTO DEGLI STAKEHOLDER Per individuare soluzioni potenzialmente in grado di ridurre i costi di processo si è deciso di coinvolgere gli stakeholder, in particolare progettisti e imprese di costruzioni, attraverso la compilazione di un questionario dedicato. A parte le domande inerenti i costi attuali, il livello di confidenza con la legislazione energetica nazionale e gli aspetti tecnici specifici sulle potenzialità di riduzione dei costi, sono stati valutati: l’utilizzo di sistemi industrializzati/prefabbricati per ridurre i tempi di lavorazione in opera e, quindi, minimizzare i costi cantiere; l’impiego della tecnologia dell’informazione - ad esempio il BIM (Building Information Modeling) per una gestione ottimizzata del processo edilizio, dalla fase iniziale di pianificazione a quella di realizzazione, fino alla fase di esercizio; il ruolo della formazione dei lavoratori, potenzialmente critica in edifici a elevata complessità come gli nZEB e il controllo di qualità nelle varie fasi del processo edilizio per minimizzare il rischio di errori e lavorazioni addizionali in fase di cantiere. La scelta delle domande è stata condivisa dai vari partner del progetto e per ogni soluzione è stato chiesto di valutare il potenziale impatto in una scala da 1 (molto basso) a 5 (molto alto). Per quanto riguarda i progettisti, la soluzione più efficace per ridurre i costi di pianificazione e progettazione, raggiungendo 16
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un punteggio di 4, è risultata essere il progetto integrato. La soluzione meno apprezzata, con un punteggio pari a 3, è invece lo sviluppo di linee guida standardizzate per questa tipologia di edifici, vista soprattutto dagli architetti come elemento limitante alla libertà di progettazione. In posizione intermedia, con punteggi rispettivamente di 3.4 e 3.6, troviamo l’utilizzo del BIM: investimento iniziale piuttosto elevato, ma gestione di tutto il processo progettuale all’interno di un solo studio. I risultati relativi alla riduzione dei costi di tutto il processo costruttivo, così come individuati dai progettisti, sono presentati in Figura 2. Anche in questo caso il progetto integrato è quello ritenuto più economicamente vantaggioso (4), seguito da BIM e progettazione bioclimatica con punteggi di 3.6 e 3.5. Tra le soluzioni meno interessanti: evitare piani interrati per cantine e parcheggi, soluzione considerata evidente, e ancora una volta pacchetti di soluzioni standardizzate. I risultati del questionario sottoposto alle imprese di costruzioni evidenziano un aspetto di forte contiguità con la progettazione edilizia. Circa l’80% dei questionari
ha evidenziato la criticità dell’aumento dei costi a fine realizzazione rispetto a quanto previsto da progetto. In pochi casi però sono stati quantificati tali extracosti, attestati mediamente sul 9-10%. È tuttavia interessante notare che la causa principale è individuata nella qualità del progetto (voto 3.5), a fronte delle altre motivazioni tutte con voto inferiore a 3, come indicato in Figura 3. Il grafico inoltre evidenzia che, in base all’esperienza degli stakeholder, non sussistono particolari differenze tra edifici convenzionali e edifici a consumo energetico quasi zero. Sempre dai questionari è emerso che circa il 60% delle imprese ha posto in atto soluzioni per la riduzione dei costi del processo di realizzazione, conseguendo risparmi in media del 19%. La Figura 4 riporta i risultati relativi alle soluzioni più promettenti per la riduzione dei costi del processo di progettazione ed esecuzione dei lavori, così come giudicate dalle imprese di costruzioni. Con punteggi compresi tra 3.9 e 4.2, diverse soluzioni appaiono potenzialmente in grado di far conseguire una riduzione dei costi, rispettivamente: la fase di organizzazione e
FIGURA 2. Soluzioni per la riduzione dei costi nel processo edilizio secondo i progettisti
gestione del cantiere; l’introduzione di componenti edilizi industrializzati nell’ambito di un processo considerato ancora troppo tradizionale; il controllo della qualità in tutte le fasi del processo edilizio; l’utilizzo di strumenti di gestione innovativi, come il BIM. Meno importanti sono ritenuti la specializzazione e la formazione delle figure professionali e l’applicazione degli energy performance contract, considerati uno strumento efficace solo nel caso di riqualificazione energetica di edifici esistenti.
SOLUZIONI ESEMPLARI PER LA RIDUZIONE DEI COSTI DI PROCESSO E CONCLUSIONI A partire dai risultati dei questionari, sono state approfondite alcune soluzioni esemplari finalizzate alla riduzione dei costi ed è stato quantificato l’impatto sul processo di progettazione e realizzazione, ossia: ■■ specifiche tecnologie di involucro e di impianto a ridotta tempistica di esecuzione dei lavori, come l’utilizzo di facciate mono-strato con calcestruzzo areato e finestre monoblocco; ■■ specifiche soluzioni progettuali, quali applicazioni di principi bioclimatici e utilizzo di scale esterne; ■■ soluzioni innovative di gestione del processo, come il BIM. Le soluzioni analizzate e il punto di vista dei principali stakeholder del processo edilizio evidenziano aree in cui è effettivamente possibile ottenere risparmi di tempo e, quindi di costo, per la realizzazione di edifici multifamiliari a consumo energetico quasi zero. Tuttavia, tali obiettivi sembrano perseguibili attraverso la collaborazione sinergica di tutti gli attori del processo, in grado di individuare le soluzioni più efficaci per lo specifico progetto. Inoltre, il raggiungimento degli obiettivi richiede un’innovazione sia in fase di progettazione che realizzazione di un settore oggi ancorato a processi e metodi ritenuti troppo tradizionali. Per ulteriori approfondimenti si rimanda al report completo disponibile sul sito del progetto: www.conzebs.eu
FIGURA 3. Cause di incremento dei costi di realizzazione rispetto alle stime da progetto, indicate dalle imprese di costruzioni
FIGURA 4. Potenziali soluzioni per ridurre i costi del processo di realizzazione di edifici multifamiliari secondo le imprese di costruzioni
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INTERVISTE
La sfida della progettazione multidisciplinare Rinnovare l’edilizia con le certificazioni di qualità DEBORAH ANNOLINO
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a convergenza di vari fattori, quali nuove tecnologie, sistemi e processi innovativi, sta cambiando il volto e il corso dell’edilizia, sempre più sostenibile. Un settore in forte trasformazione che richiede alle imprese e ai professionisti interventi capaci di recuperare, riqualificare e valorizzare un patrimonio edilizio datato come quello italiano. Dare nuovo impulso all’edilizia, in chiave sostenibile, è possibile scegliendo una progettazione integrata e multidisciplinare e certificazioni di qualità. L’obiettivo è triplice: aumentare il valore dell’immobile e il benessere degli occupanti, abbattere i consumi energetici e impattare il minimo possibile l’ambiente.
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Le nuove frontiere dell’edilizia sostenibile sono state al centro del dibattito della Conferenza Nazionale Passivhaus, organizzata per il sesto anno consecutivo da ZEPHIR Passivhaus Italia, Istituto di Fisica Edile attivo da un decennio in Italia nella diffusione del protocollo internazionale Passivhaus. La convention si è svolta presso il Centro Fiere Congressi di Riva del Garda (TN) il 24 novembre 2018 alla presenza di progettisti, committenti, rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico che sul palco hanno portato il loro contributo verso un cambiamento energetico, ancor prima culturale, dove la responsabilità sociale è il principale comun denominatore.
costruire e ai modelli utilizzati finora (non solo condomini, ma anche scuole, centri di aggregazione etc). Bisogna sforzarsi tutti insieme per rimettere in moto l’economia locale, aiutando il Pianeta e preservando la nostra salute”.
L’EDIFICIO SOSTENIBILE
FRANCESCO NESI, Direttore di ZEPHIR Passivhaus Italia
Ad aprire la conferenza il direttore di ZEPHIR Passivhaus Italia, Dr. Phys Francesco Nesi: “Dobbiamo avere il coraggio di cambiare e raccogliere la sfida nel tempo in cui è ancora possibile farlo. Bisogna avere onestà professionale e il coraggio di rappresentare l’efficienza energetica. Abbiamo i mezzi e le tecnologie per cambiare le cose. Sono diverse le amministrazioni pubbliche che hanno scelto di investire nella direzione della sostenibilità, puntando sull’educazione delle comunità. Questa conferenza ci aiuta ad arricchire le vedute, per migliorare la nostra qualità di vita in un contesto socio-culturale più ampio e non solo nel proprio spazio abitativo. Con il coinvolgimento quanto più possibile della comunità e delle imprese locali, utilizzando ad esempio materiali a filiera corta. Uno dei problemi più sentiti è certamente il consumo di suolo. Nella maggior parte delle città italiane i livelli di suolo costruito e consumato si attestano sul 60-70%. Questo non significa che l’edilizia deve fermarsi, ma che dobbiamo ripensare al modo di
Focus centrale della conferenza è stato l’edificio sostenibile con una riflessione allargata ai quartieri e alle città resilienti in uno scenario globale. Anche in questa sesta edizione non sono mancati esempi di progetti di edifici a basso consumo e impatto ambientale già realizzati o in fase di costruzione. Obiettivo principale è la progettazione multidisciplinare, tema affrontato da Francesco Gasperi, Direttore Area Tecnica Habitech, e da Marco Caffi, Direttore del Green Building Council Italia. Le due realtà condividono l’impegno della trasformazione del mercato dell’edilizia e dell’energia nella direzione della sostenibilità, una leva strategica per l’innovazione e lo sviluppo. In un decennio di attività, il network ha assunto un ruolo guida nella promozione e nel coordinamento di processi di innovazione e valorizzazione di patrimoni immobiliari durante l’intero arco di vita.
Habitech - Distretto Tecnologico Trentino per l’Energia e l’Ambiente: nasce nel 2006 e viene riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca, con l’obiettivo di realizzare in Trentino reti di impresa e filiere produttive specializzate nei settori dell’edilizia sostenibile, dell’efficienza energetica e delle tecnologie intelligenti per la gestione del territorio. Le storie di successo Habitech hanno dato vita ai marchi quali ARCA, Odatech, Greenmap, REbuild etc.
COMUNICARE LA PROGETTAZIONE INTEGRATA
FRANCESCO GASPERI, Direttore Area Tecnica Habitech
Durante il suo intervento il direttore di Habitech ha posto l’accento sul problema della mancata salubrità negli edifici: “Il 60% degli edifici è stato edificato prima del 1976. Il 65% degli ospedali è stato edificato prima del 1970. Ci sono problemi sismici e molte strutture sono in classe energetica G. In altre parole viviamo e ci curiamo in strutture “malate”. È logico farsi delle domande quando si entra in un edificio: è salubre? È sicuro? Confortevole? Alcuni studi condotti su uffici e altri edifici a uso pubblico non costruiti con criteri di sostenibilità hanno rivelato una frequenza di disturbi tra gli occupanti compresa tra il 15% e il 50%. Ci avviamo verso quella che può definirsi la “sindrome dell’edificio malato” che porta ad avere un quadro sintomatologico molto ben definito e al tempo stesso a farci stare male. Ci fa ammalare il fatto che i sistemi di ventilazione non www.casaeclima.com n.77
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INTERVISTE
funzionino bene insieme al fatto che i contaminanti non vengono rimossi all’interno o arrivano dall’esterno”.
C&C: Occorre insomma un cambiamento nella progettazione… F.G.: Dobbiamo prima di tutto rivedere il nostro approccio culturale e comprendere che i costi della non qualità e del processo tradizionale di gestione non sono poi così inferiori a quelli spesi per costruire con qualità. Normalmente pensiamo che la qualità costi troppo perché la guardiamo come quel “valore aggiunto”; invece è qualcosa che si integra a strumenti e standard efficaci di cui è necessario dotarsi sin dalle prime fasi della progettazione. L’edificio deve essere progettato come un film, ovvero pensato dal momento della progettazione fino a “fine vita”; non come una istantanea. Non ultimo: è fondamentale comunicare bene e comunicare la progettazione integrata.
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Il nostro motto è “Partnership is new leadearship”. Da soli infatti non si arriva molto lontano. Noi gestiamo ARCA, la certificazione degli edifici in legno, e quest’anno siamo soddisfatti di aver aperto un dialogo con ZEPHIR Passivhaus Italia per allineare e avere una certificazione integrata
Francesco Gasperi - Direttore Area Tecnica Habitech
Può spiegare meglio la differenza tra i costi della qualità e della non qualità?
La qualità comprende costi preventivi e costi di controllo, che vengono sostenuti in progress. La non qualità comporta invece costi diretti e indiretti (quelli che derivano dall’assenza di una progettazione efficace ed efficiente). In altre parole: con un approccio tra-
dizionale si tende a introdurre le competenze “il più tardi possibile” e in modo sequenziale. Con l’approccio integrato si tende a coinvolgere le competenze “il prima possibile” e in modo coordinato. Si introducono anche nuove competenze normalmente non previste (ad esempio il modellatore energetico). Per concludere è importante investire le risorse sin dal primo momento. Quel 1% di spese, come recita il luogo comune della progettazione, è fondamentale. Tutti gli errori gravi vengono commessi il primo giorno.
Quali sono i benefici di un processo integrato? Una progettazione integrata permette di anticipare la soluzione dei problemi seguendo il percorso dalla fase preliminare a quella di occupazione dell’edificio. Lavorare in modo intersecato significa che tutti i professionisti devono comunicare tra di loro e significa anche - e soprattutto - risparmiare tempo e risorse. Alla base di un processo integrato troviamo strumenti e standard di sostenibilità efficaci, tra cui quelli più diffusi a livello internazionale: LEED e WELL, GREEN Star (Australia), LEVEL (s) Unione Europea, Passivhaus, CasaClima, ARCA (Italia). Gli edifici sostenibili sono il risultato di pratiche di progettazione e costruzione che riducono significativamente l’impatto negativo degli edifici sull’ambiente e per gli occupanti.
La parola chiave quindi è sostenibilità? Non possiamo solo fermarci alla sostenibilità, concetto che dovrebbe essere ormai insito nel nostro modo di pensare e di costruire. È fondamentale mettere in pratica il concetto di resilienza. Da un lato, con la sostenibilità, si può evitare una situazione non gestibile, prevenire il problema e gestire lo scenario peggiore. Dall’altro, con la resilienza, si può gestire una situazione inevitabile, adattandosi agli impatti causati e pianificare tenendo presenti futuri impatti/problemi che si potrebbero presentare. La situazione climatica in cui viviamo richiede sostenibilità e resilienza a tutti i livelli.
ZEPHIR PASSIVHAUS ITALIA L’istituto di fisica edile ZEPHIR Passivhaus Italia nasce nel novembre 2011 come naturale prosieguo di un’attività pluridecennale in ambito di costruzioni ad altissima efficienza energetica e comfort abitativo. Fondato da un’idea del suo direttore, Dr. Phys. Francesco Nesi, negli anni ZEPHIR Passivhaus Italia si è accreditato a livello nazionale come unico referente ufficiale per Passivhaus e a livello internazionale seguendo progetti nZEB/Passivhaus sotto il profilo di consulenza energetica, impiantistica e fisico-edile, analisi finanziarie di cost-optimality per interventi di nuova costruzione/ retrofit etc. Completano l’offerta di ZEPHIR Passivhaus Italia servizi di: formazione specialistica su Passivhaus per progettisti ed imprese di costruzione/artigiani, supervisione e certificazione Passivhaus di edifici nuovi o ristrutturazioni, sviluppo di prodotto e certificazione di componenti Passivhaus (finestre, porte, sistemi costruttivi etc.), traduzioni tecniche, consulenza per imprese di costruzioni, partecipazione a progetti di ricerca privati o a finanziamento pubblico (provinciali/regionali/europei/internazionali). ZEPHIR Passivhaus Italia rivende il PHPP 9, il software di progettazione Passivhaus, in esclusiva per l’Italia ed il manuale tecnico-divulgativo “PASSIVHAUS” edito da Maggioli Editore e a firma di Francesco Nesi (info su: http://shop.passivhausitalia.com). Da più di 5 anni ZEPHIR Passivhaus Italia organizza la conferenza nazionale Passivhaus, seguita costantemente da un cospicuo numero di partecipanti.
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COSTRUIRE UNA CASA PASSIVA NON BASTA PIÙ
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Gli obiettivi per cui stiamo lavorando in sinergia con le istituzioni e le aziende prevedono che tutti gli edifici di nuova edificazione al 2030 dovranno operare con emissione di CO2 pari a zero e che al 2050 l’intero parco edilizio mondiale arrivi a operare con emissioni di CO2 pari a 0
Marco Caffi - Direttore GBC Italia
MARCO CAFFI, Direttore Green Building Council Italia
Al fianco di Habitech emerge il ruolo sempre più internazionale del Green Building Council Italia, associazione diretta da Marco Caffi, considerata un acceleratore dello sviluppo dell’edilizia sostenibile in Italia.
GBC Italia è membro Established del World GBC (80 paesi al mondo), la rete dei Green Building Council nazionali presenti in più di cento paesi. Il World GBC rappresenta la più grande organizzazione internazionale al mondo attiva per il mercato delle costruzioni sostenibili.
energia, passando da un modello lineare a circolare dell’edilizia. In altri termini, costruire una casa passiva non risolve il problema, non è più sufficiente. Il nostro compito è quello di guidare il mercato ad andare oltre e a riconsiderare aspetti e dettagli che possono fare la differenza.
Cosa significa progettare in modo integrato? C’è bisogno di trovare un’unità di misura ben precisa, scegliere sistemi di certificazioni e standard di qualità dove l’uno non esclude l’altro, ma che si rapportano in modo integrato. Non basta realizzare case con alti livelli di performance se poi gli ambienti non sono stati progettati per tutelare la salute di chi li occupa. Ci sono diversi studi che correlano l’aumento di casi di asma e problemi respiratori a edifici dove processi e sistemi di ventilazione risultano errati o compromessi.
C&C: Qual è il vostro obiettivo?
Bastano i sistemi di certificazione?
M.C.: Facciamo parte del network internazionale e il nostro scopo è lavorare in modo sinergico per portare un contributo nel mercato e farlo evolvere verso un livello di sostenibilità maggiore. Se voglio decarbonizzare la società, non solo in tema di edilizia, devo ridurre fortemente il consumo energetico degli edifici e portarli a una fonte energetica più facilmente producibile da fonti rinnovabili. Purtroppo in questi anni la trasformazione è stata lenta e raggiungere l’obiettivo di edifici a zero emissioni al 2050 non sarà facile. Decarbonizzare significa che il contesto urbano e l’edificio devono consumare meno non solo nei processi di tecnologia costruttiva, ma anche nella scelta dei materiali di costruzione. Decarbonizzare vuol dire infatti utilizzare materiali dotati di minore
Sono sicuramente indispensabili per misurare la sostenibilità delle costruzioni, ma ancora più importanti sono le metriche e gli indicatori che utilizziamo per certificare quei sistemi, linguaggi, protocolli di comunicazione e certificazione che devono essere aperti. In qualità di partner istituzionale nei confronti della Commissione Europea, il nostro obiettivo è offrire alla rete qualcosa di valido per migliorare il sistema globale e aumentare la qualità e quindi tutelare la salute.
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Un edificio certificato mantiene inalterato nel tempo il suo valore ed è un bene intergenerazionale
Marco Caffi - Direttore GBC Italia
Cosa significa, nella quotidianità, vivere in un edificio certificato? Distinguerei tra l’abitazione e il luogo dove lavoriamo o studiamo. Nella prima trascorriamo il maggior tempo della nostra vita e beneficiare di una sensazione di benessere e comfort significa avere una qualità di vita migliore. Nel caso degli uffici godere di uno spazio salubre significa lavorare e studiare meglio, produrre di più. Spesso le motivazioni legate al green building sono energetiche, ma non sono secondarie le sensazioni psicofisiche positive e di benessere che procurano il comfort acustico, la qualità dell’aria, la luce naturale di un edificio. Un edificio certificato mantiene inalterato nel tempo il suo valore ed è un bene intergenerazionale. www.casaeclima.com n.77
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TECNICHE COSTRUTTIVE
METROPOL PARASOL. Situato nel centro storico di Siviglia, il parasole di Jürgen Mayer-Hermann è alto 26 metri, lungo oltre 150 e retto da una struttura in legno. Si tratta della costruzione in legno più grande e (forse) più costosa al mondo
Edifici in legno: pregi e difetti Leggero, luminoso, flessibile. Dopo anni di oblio e di rifiuto per il più antico dei materiali da costruzione, il legno sembra trovare una nuova rinascita, riscontrando l’interesse di architetti e designer di tutto il mondo, tanto da poter essere considerato il materiale ideale per le costruzioni del futuro PATRIZIA RICCI
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egli ultimi vent’anni – grazie all’innovazione tecnologica – il legno è diventato il miglior materiale da costruzione per l’architettura sostenibile. I Paesi e le culture più sensibili al benessere abitativo e alla tutela dell’ambiente lo prediligono per le sue caratteristiche fisico-meccaniche (igroscopicità, leggerezza, resistenza, durabilità ed eco-sostenibilità). Grazie all’attenzione prestata da committenti e progettisti alle nuove filosofie costruttive, gli sviluppi di tale mercato sono stati notevoli. Temi fondamentali nella progettazione sono diventati il risparmio
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energetico, l’eco-sostenibilità, l’impatto ambientale e soprattutto il comfort abitativo. I professionisti e i costruttori sono chiamati a prendere in considerazione molti aspetti dell’involucro edilizio, oltre a quelli strutturali e architettonici, per rispondere alle nuove esigenze del mercato. In un contesto che, negli ultimi anni, ha visto il crollo degli investimenti complessivi nell’industria delle costruzioni, l’edilizia in legno ha registrato un trend in controtendenza con una crescita costante. Le nuove tecnologie costruttive utilizzate per le strutture lignee sono in continuo sviluppo e la prefabbricazione si sta prepo-
tentemente affermando nelle nuove costruzioni. In pratica: se adeguatamente costruiti, gli edifici in legno possono costituire una valida alternativa alla tradizionale edilizia in muratura o in cemento armato.
VANTAGGI La riduzione dei tempi di costruzione e la razionalizzazione dei processi produttivi rappresentano indubbiamente alcuni dei principali vantaggi nella realizzazione di edifici in legno prefabbricati. Grazie alla leggerezza del materiale – cinque volte inferiore rispetto al cemento armato a parità di resistenza – ogni elemento è facilmente trasportabile e maneggiabile in cantiere; questo comporta un minor impegno di fonti energetiche non rinnovabili e una riduzione di CO2. Inoltre il montaggio, effettuato interamente a secco mediante l’utilizzo di collegamenti meccanici con piastre di acciaio, viti, chiodi e bulloni, è estremamente veloce. La durata inferiore dei tempi di costruzione comporta dei vantaggi anche sul fronte della sicurezza sul lavoro in
LA NORMATIVA Per assicurare l’adeguata idoneità statica e antisismica, nella costruzione di un edificio in legno è necessario rispettare le nuove NTC 2018 (D.M. 17.01.18) che contengono ben tre paragrafi dedicati alla progettazione delle strutture in legno: “Costruzioni in legno” (paragrafo 4.4) , “Costruzioni di legno” (progettazione in zona sismica - paragrafo 7.7) e “Materiali e prodotti a base legno” (paragrafo 11.7). Anche nel Capitolo 8 “Costruzioni esistenti” sono presenti numerose precisazioni e integrazioni riguardanti gli elementi strutturali e le costruzioni in legno, sia per le opere realizzate interamente con struttura lignea, sia per gli elementi lignei portanti all’interno di altre tipologie costruttive, che necessitano – per una corretta applicazione – le precisazioni introdotte con la Circolare Esplicativa. Rispetto alle NTC 2008, sono stati introdotti alcuni importanti cambiamenti che tengono conto delle trasformazioni avviate a livello europeo sulla regolamentazione del materiale legno a uso strutturale. Tra queste, è bene sottolineare la sopravvenuta obbligatorietà della certificazione su tutti i prodotti in legno e di quelli ingegnerizzati a uso strutturale. In sostanza, per le costruzioni in legno, le nuove NTC 2018 rappresentano un aggiornamento sempre più vicino alla normativa europea nel settore. Devono essere rispettati anche i parametri in materia di normativa antincendio, in base alla tipologia del fabbricato; per esempio in edifici residenziali sarà necessario rispettare il D.M. 246/1987 e il D.P.R. 151/2011. Inoltre, come tutte le abitazioni di nuova costruzione, gli edifici in legno devono soddisfare i requisiti igienico sanitari previsti dal D.M. 5 luglio 1975 e i requisiti acustici passivi minimi previsti dal D.P.C.M. 5 dicembre 1997. In tema di efficienza energetica gli edifici in legno devono rispettare i nuovi requisiti minimi di efficienza previsti dal D.M. 26.06.2015. Infine, nella gestione del cantiere bisogna seguire le procedure per la sicurezza previste dal D.Lgs. 81/2008.
quanto la durata di un cantiere risulta ridotta e quindi si riduce il rischio incidenti. Oggi gli edifici in legno suscitano un nuovo interesse dovuto soprattutto alle caratteristiche di sostenibilità insite nel materiale naturale, rinnovabile e riciclabile. Gli alberi assorbono l’anidride carbonica sottraendola all’atmosfera e fissandola nel manufatto con un rapporto di 1,01 ton di CO2 per mc di legno. Il legno consuma pochissima energia nelle fasi di produzione e posa in opera, non rilascia emissioni, polveri o fibre nocive durante l’impiego e si smaltisce senza inquinare. Essendo un ottimo isolante termico e un buon isolante acustico, assicura in termini di risparmio energetico un buon isolamento termo-acustico. Da ultimo, le costruzioni in legno garantiscono la sicurezza in caso di eventi eccezionali come terremoti e incendi. Scegliendo classi di durabilità del legno adeguate ed effettuando trattamenti specifici, si ottiene a tutti gli effetti un materiale durevole nel tempo.
TIPOLOGIE STRUTTURALI Per raggiungere condizioni in grado di soddisfare requisiti di isolamento termico e acustico e di sicurezza, nella realizzazione di un edificio prefabbricato in legno bisogna tenere in giusta considerazione le specificità della tipologia costruttiva, cioè la leggerezza dei materiali in rapporto alle capacità portanti e la possibilità di realizzare connessioni a secco. In Italia, il crescente interesse per gli edifici in legno è stato determinato anche dalle positive esperienze post-sisma de L’Aquila, dove il legno è stato usato in oltre il 70% delle nuove realizzazioni. Il terremoto ha evidenziato infatti come la sicurezza sia tra le principali caratteristiche di queste tipologie costruttive, insieme alla rapidità di esecuzione e all’ottimizzazione delle condizioni di comfort interno in rapporto al consumo energetico. Un altro fattore incentivante è l’evoluzione delle tecniche costruttive, in particolare di quella a pannelli di tavole incrociate (CLT o XLam) che ha consentito la realizzazione di edifici multipiano. I sistemi utilizzati in Italia sono il sistema a pannelli massicci di tavole incrociate (XLam), il sistema a pannelli intelaiati (sistema a telaio), il Blockbau e il sistema a travi e pilastri. Secondo il Rapporto Case ed edifici in legno 2015 del Centro Studi Federlegno Arredo, i sistemi più utilizzati in una costruzione in legno sono quelli a telaio (55% della quota di mercato) e XLam (38%); mentre il Blockbau ha un utilizzo che non supera il 3%. Il sistema a pannelli intelaiati deriva dal Platform Frame, rispetto al quale sono cambiate le modalità di assemblaggio degli elementi costruttivi base che, con l’evolversi dei mezzi meccanici per la movimentazione, è stato progressivamente trasferito dal cantiere allo stabilimento più o meno industrializzato. Nello XLam, l’elemento costruttivo base, ovvero il pannello, è ottenuto sovrapponendo in maniera incrociata tre o più strati di tavole collegate tra loro da colla, chiodi o perni. Il nuovo Blockbau si rifà al sistema tradizionale a tronchi sovrapposti: l’uso delle macchine a controllo numerico e il diverso tipo di legno usato, il cosiddetto “composto” o “ingegnerizzato” costituiscono gli elementi innovativi. L’elemento base non è più www.casaeclima.com n.77
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TECNICHE COSTRUTTIVE
il massello ma viene ottenuto dall’incollaggio di due, tre o più segati. Il sistema a travi e pilastri si basa sull’uso di elementi costruttivi in legno massello o lamellare che costituiscono l’ossatura della struttura portante. La tamponatura è realizzata con sistemi realizzati in opera o preassemblati in officina.
COMFORT TERMO-IGROMETRICO La tendenza degli ultimi anni di costruire edifici sempre più performanti dal punto di vista energetico ha contribuito a un nuovo sviluppo dell’utilizzo del legno, il quale riesce a coniugare elevati livelli di prefabbricazione con notevoli qualità prestazionali ed estetiche. Come già accennato, in un edificio in legno per soddisfare i requisiti termo-igrometri, acustici, di sicurezza statica e al sisma e in caso di incendio, bisogna considerare le specificità del materiale, cioè leggerezza e tecnica realizzativa
BROCK COMMONS. A Vancouver (Canada) l’edificio in legno più alto al mondo
a secco. La leggerezza implica problematiche relative al comfort termo-igrometrico in termini di isolamento termico e sfasamento dell’onda termica. La tecnica costruttiva a secco implica problematiche riguardo la tenuta all’aria e l’isolamento acustico. Una casa prefabbricata in legno ben progettata e costruita deve saper combinare un buon comportamento termico invernale con il comfort termico estivo. Per traguardare questi obiettivi diventa indispensabile valutare con attenzione e scegliere in base alla conduttività dei materiali, la trasmittanza termica periodica, la costante di tempo e lo sfasamento. Il legno ha un buon valore di conduttività termica (λ) rispetto ad altri materiali da costruzione usati oggi in edilizia. Tale dato ovviamente non è sufficiente a traguardare il comfort ambientale in regime estivo. In effetti, come detto nelle premesse, una delle caratteristiche delle costruzioni in legno è la leggerezza dei materiali; pertanto si pone un primo quesito su come garantire una massa superficiale MS superiore a 230 Kg/mq, come richiesto nel D.Lgs. n. 311/06 al riguardo delle pareti opache verticali, orizzontali o inclinate. È necessario dunque porre l’attenzione sulla verifica di altri parametri. La determinazione della costante di tempo (τ) consente di valutare la capacità della parete di smorzare e ritardare l’escursione termica esterna. La capacità termica (C), così come la costante di tempo, diminuisce con la massa a parità di resistenza termica (R). Ciò significa che con le pareti in legno e strati di isolante si possono ottenere comfort abitativi positivi se non migliori rispetto ad altri materiali e con spessori totali delle pareti ridotti. Tale risultato è possibile perché il legno possiede un maggior valore di calore specifico e un’elevata resistenza termica che compensa la massa ridotta. Si può affermare che l’utilizzo del legno determina buoni effetti di smorzamento pur avendo massa superficiale minore di 230 Kg/mq. Gli altri parametri da controllare ai fini di traguardare un buon isolamento termico estivo sono: la trasmittanza termica periodica, lo sfasamento e l’attenuazione.
TENUTA ALL’ARIA E AL VENTO
TIMBER TOWER. Situata a Toronto (Canada), la torre di 18 piani è stata completamente realizzata in legno. La struttura, che si erge a 62 metri di altezza, comprende 4500 mq di aree residenziali e 550 mq di aree pubbliche 24
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Nelle costruzioni a secco assumono particolare importanza la tenuta all’aria e al vento. Con la prima si intende la necessità di impedire fughe dall’ambiente interno verso l’esterno, con la seconda invece l’ingresso d’aria dall’esterno. L’ermeticità degli edifici in legno è finalizzata a evitare dispersioni termiche, formazione di condensa e di ponti acustici. È facile intuire che tale attività impatta sulla durata dell’edificio, sul comfort
abitativo e sul consumo energetico. L’ermeticità all’aria si ottiene attraverso un’attenta progettazione dell’involucro, analizzando nel dettaglio e in funzione del sistema costruttivo utilizzato (XLam, Platform Frame, Blockbau) il posizionamento e la scelta di membrane, guaine e nastrature per le pareti opache verticali, orizzontali e inclinate. Uno strato a tenuta che impedisca la corrente d’aria dall’interno verso l’esterno, situato sul lato interno della stratigrafia della parete, consente di ottenere l’ermeticità all’aria di un involucro. Questo strato può assumere anche la funzione di controllo del vapore. Teli o guaine a tenuta d’aria sono composti di bitume o materiali sintetici; i giunti vengono sigillati con nastri adesivi o espandenti. Ai fini della tenuta al vento, invece, lo strato esterno del sistema deve garantire l’impermeabilità al vento e assicurare la permeabilità al vapore tramite un elemento impermeabile e traspirante posizionato con continuità. Il valore dello spessore dello strato d’aria equivalente deve essere molto basso. Con sistemi a cappotto, in presenza di intonaco, la continuità è garantita dalla rasatura esterna. Il Blower Door test misura la tenuta all’aria di un edificio in legno. Attraverso il posizionamento di un ventilatore viene immessa o aspirata aria nell’edificio oggetto della prova; l’intensità del ventilatore viene controllata in modo che tra la pressione interna e quella esterna dell’edificio vi sia una differenza prestabilita. Questo strumento diagnostico serve per scoprire le perdite d’aria dell’involucro edilizio e di valutare il flusso di ricambio d’aria.
ISOLAMENTO ACUSTICO Come abbiamo già detto, gli edifici in legno sono inquadrati nelle costruzioni leggere, tali caratteristiche influenzano l’isolamento termico, già visto nei paragrafi precedenti, e l’isolamento acustico. La trasmissione del suono o dei rumori in un edificio avviene sia per via aerea che per rumori impattivi (per via strutturale). La trasmissione del rumore per via aerea avviene quando esso si propaga nell’aria da un ambiente all’altro attraversando gli elementi divisori interni o esterni di un edificio. Il potere fonoisolante è inversamente proporzionale alla trasmissione sonora ed è direttamente proporzionale a massa e frequenza. La problematica acustica nelle costruzioni è stato oggetto di attenzione anche da parte del legislatore che in momenti diversi ha legiferato in materia. Gli standard minimi richiesti per l’isolamento acustico tra diverse unità immobiliari, il livello di rumore da calpestio e l’isolamento acustico di facciata sono definiti nella L. n. 447/95 (Legge quadro
MUSEO E PARCO ARCHEOLOGICO DI ALÉSIA (Francia). Il progetto di Bernard Tschumi consiste nella realizzazione di due edifici simili di forma circolare: l’Alesia Museum e l’Interpretative Center. Il primo, ricoperto di pietra, è disposto sull’altura, mentre il secondo – in legno – è stato posizionato nella pianura
MURRAY GROVE. A Londra lo studio Waugh Thistleton Architects ha realizzato una costruzione di elementi prefabbricati in legno massiccio XLAM sull’inquinamento acustico) con D.M. 14/11/97 e successivo D.P.C.M. 5/12/97 che individua i requisiti acustici passivi delle strutture in opera obbligatorie per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni e anche nella norma UNI 11367:2010 che costituirà la base per la riscrittura della legge attuale. Per affrontare una corretta progettazione acustica delle strutture in legno è necessario conoscere due principi generali dell’acustica applicata: legge della massa, “più aumenta la massa di una partizione più aumenta il potere fonoisolante della partizione stessa”; legge massa-molla-massa, “a parità di massa una partizione composta da più strati (massivi e porosi) isola meglio di una partizione monolitica”. I requisiti di isolamento acustico definiti dal suddetto D.P.C.M. sono difficilmente soddisfatti utilizzando la sola massa della struttura in legno. L’incremento di massa infatti, non rappresenta un metodo tecnologicamente valido ed economicamente vantaggioso per conseguire elevati valori del potere fonoisolante, soprattutto per gli edifici in legno. Quindi per le costruzioni leggere il calcolo delle prestazioni acustiche delle pareti non avviene seguendo il criterio della massa, ma accostando al legno altri materiali che contribuiscano al miglioramento delle prestazioni acustiche. Risulteranno così pacchetti di pareti costituiti da una stratificazione di materiali diversi, alcuni rigidi e pesanti con interposti altri materiali aventi funzione elastico-smorzante. Il principio www.casaeclima.com n.77
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TECNICHE COSTRUTTIVE
su cui si basa questa situazione è quella per cui quando il suono si propaga in un mezzo e ne incontra un altro con caratteristiche differenti, il secondo oppone resistenza al passaggio delle onde. Notevole importanza assume il rivestimento, la modalità di controparete e il materiale con cui viene coibentata. Tale caratteristica consente alla strutture in legno di sopperire alla carenza di “massa” delle partizioni e quindi di ottenere comunque ottime prestazioni acustiche delle strutture realizzate. È consigliabile, in fase di progettazione, avvalersi di pacchetti già certificati dal produttore e accompagnati dei relativi certificati che attestano il risultato desiderato. Il sistema Blockbau, per la discontinuità tra gli elementi costruttivi determinata dal montaggio a secco, necessita l’interposizione di nastri resilienti lungo le linee di contatto per garantire l’ermeticità. Sono altrettanto importanti il rivestimento, il materiale fibroso e lo spessore della controparete. Il potere fonoisolante aumenta con lo spessore come nel caso della doppia parete, in cui il comportamento massa-molla-massa garantisce un buon isolamento acustico. Un altro problema legato alle prestazioni acustiche delle costruzioni è la continuità strutturale che genera trasmissioni laterali dei rumori. Oltre che per via aerea il rumore si propaga infatti anche per via strutturale. Se per il rumore aereo ideare una stratigrafia composta da vari materiali con idonee caratteristiche risolve il problema, qualora il rumore venga trasmesso per via strutturale la sua risoluzione è un po’ più complessa. Qui il rumore si propaga da un ambiente all’altro per vibrazione. Per ovviare a tale situazione si devono minimizzare i percorsi laterali dei suoni desolidarizzando la struttura nei giunti di connessione strutturali e non strutturali (nodi solaio/solaio, parete/solaio, parete/parete). Una soluzione efficace per contrastare la trasmissione del suono per vibrazione consiste nell’interporre tra gli elementi di giunto materiali in grado di smorzare le oscillazioni indotte principalmente dal calpestio, dalla caduta di oggetti, dalle vibrazioni degli elettrodomestici e generare così quell’effetto molla che minimizza le trasmissioni laterali delle vibrazioni. La lana di roccia, grazie alla sua comprimibilità e alla rigidità dinamica, è in grado di contrastare efficacemente le vibrazioni.
MATERIALI ISOLANTI Buona inerzia termica e bassa conducibilità termica caratterizzano il legno rendendolo un materiale isolante dalle ottime capacità prestazionali. Se confrontato con altri materiali da costruzione, come acciaio o cemento armato, il legno risulta senza dubbio molto efficace in quella che comunemente viene chiamata protezione invernale, mentre è meno performante dal punto di vista delle prestazioni estive. In quest’ultimo caso infatti, l’abitazione viene protetta ricorrendo a muri con massa elevata. Questi limiti vengono superati ricorrendo a vari strati di materiali isolanti. Generalmente vengono disposti esternamente a formare cappotti o pareti ventilate, oppure inseriti all’interno delle pareti portanti come nel caso di alcuni sistemi costruttivi. I materiali isolanti che più comunemente vengono utilizzati negli edifici in legno sono realizzati in fibra di legno, lana di roccia, cellulosa, sughero naturale, polistirene espanso. I materiali iso26
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14.000 MQ DI XLAM Nel 2018 XLam Dolomiti è stata coinvolta nella progettazione strutturale, nella fornitura e nella supervisione della posa di uno dei progetti più interessanti in XLAM/CLT realizzati in Australia secondo gli standard Passive House: la residenza per studenti al Peninsula Campus di Frankston della Monash University di Melbourne. Realizzato da Multiplex e progettato da Jackson Clements Burrows Architects - in collaborazione con l’architettura del paesaggio di Glas Urban - il Campus è formato da un grande spazio comune al pian terreno e cinque piani di alloggi. L’edificio di 6.500 mq è composto da 150 stanze e oltre 14.000 mq di XLam. Obiettivo della Monash University era la realizzazione di un edificio focalizzato su comfort, salubrità, sostenibilità e minimizzazione dei costi di esercizio.
lanti in fibra di legno, usati principalmente per l’isolamento termico e acustico degli edifici, sono materiali isolanti composti per almeno l’80% da fibre di legno e fabbricati con l’eventuale aggiunta di leganti e/o additivi. In virtù della bassa conducibilità termica, della struttura fibrosa e dell’elasticità la lana di roccia viene utilizzata per l’isolamento termico e acustico, e per l’assorbimento del rumore di calpestio. Il campo di applicazione dei materiali isolanti a base di cellulosa è quello degli strati di coibentazione termica e di isolamento acustico. Non sottoposto a schiacciamento diretto, viene infatti utilizzato come coibente interstiziale nella stratigrafia di pareti, solai e coperture. Il sughero naturale viene impiegato prevalentemente come materiale isolante per tetti, ambienti interni, pareti esterne, pannelli per sottotetto e come supporto all’intonaco per sistemi combinati di isolamento termico. Gli isolamenti a cappotto omologati possono essere fissati direttamente sulle pareti in legno. I pannelli in polistirene estruso sono particolarmente adatti per tutte quelle applicazioni dove sono richieste, oltre a un ottimo potere termo-isolante invernale, anche un’elevata resistenza alla compressione e un’elevata idrorepellenza. Pertanto il loro campo d’impiego va dall’isolamento delle coperture con il sistema del “tetto rovescio” all’isolamento di aree soggette ad elevata umidità.
Smart Building MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 13:00 - 15:00 Smart Building for Smart People • Materiali Green & Smart Ing. L. Laghi - Certimac • Efficienza e comfort Dott. R. Borgini - Smart Domotics • Materiali e normativa Ing. M. Morganti - Certimac
15:00 - 17:00 Smart Building: impianti per edifici efficienti • Le configurazioni impiantistiche ideali per una CasaClima: dal programma ProCasaClima fino al prodotto di Qualità CasaClima VMC Dott. Ulrich Klammsteiner - Agenzia CasaClima • Soluzioni innovative per la riqualificazione energetica: riscaldare e raffrescare con i sistemi radianti a pavimentazione a spessore zero Arch. Giuseppe Scarpinato - Eurotherm e Thomas Schönweger - RÖFIX Italia • Cantiere dal vivo: esempio di intervento presso un edificio IPES di Bolzano, posa del sistema radiante a spessore zero Arch. Giuseppe Scarpinato - Eurotherm e Thomas Schönweger - RÖFIX Italia • Rilievo in opera con termografia, acustica, comfort interno Arch. Giuseppe Scarpinato - Eurotherm e Thomas Schönweger - RÖFIX Italia
GIOVEDÌ 24 GENNAIO 11:00 - 13:00 Smart Solutions: risanamento con isolamento interno e ponti termici • Assenza di condensa? Come isolare dall’interno secondo CasaClima Ing. Martina Demattio - Agenzia CasaClima • Nuove nanotecnologie per la sostenibilità nell’architettura urbana Francesco Bruni - Glass to Power • Risoluzione di ponti termici nelle ristrutturazioni con materiali in basso spessore: analisi di varie casistiche e soluzioni da adottare Fabrizio Agosti - Agosti Nanotherm • Caratteristiche, prestazioni e utilizzi del connettore strutturale termoisolante Ing. Michele Locatelli - Esse Solai
13:00 - 15:00 Smart Materials: costruire con materiali naturali • I protocolli di sostenibilità CasaClima: dal Klimahotel al Klimaschool Ing. Martina Demattio / Arch. Donata Bancher - Agenzia CasaClima • Soluzioni drenanti per il contenimento terra e le pavimentazioni esterne senza l’utilizzo di cemento Ing. Alberto Sottocornola - L’altra Pietra • Perché costruire e ristrutturare con canapa e calce Barcella Gilberto - Senini • Cantiere dal vivo: costruzione di muratura in blocchi di canapa e calce con finitura materica in canapa e calce Barcella Gilberto - Senini
15:00 - 17:00 Smart Building: energy management, fotovoltaico e acustica • Energy management con Klimafactory Ing. Stefano Nardon - Agenzia CasaClima • Pavimenti in legno con finitura artigianale: condizioni, funzionamento e tipologie Responsabile - Parchettificio Garbelotto • Costruzioni con pannelli in calcestruzzo organico per la correzione acustica degli ambienti confinati Ing. Michele Locatelli - Esse Solai • Il futuro delle finestre fotovoltaiche: la tecnologia LSC Angelo Giuliana - Glass to Power
VENERDÌ 25 GENNAIO 11:00 - 13:00 Smart Building: l’isolamento termico dell’involucro, comfort invernale ed estivo • Progettare il comfort estivo: concetti e strategie Dott. Ulrich Klammsteiner - Agenzia CasaClima • I sistemi di isolamento a cappotto: rivestimenti, risanamento e manutenzione Ing. Molteni Raffaele - RÖFIX Italia • Prodotti vernicianti: qualità dell’aria dopo la verniciatura all’interno Pavan Andris - RÖFIX Italia • Sistemi ombreggianti: elementi di architettura per creare nuovi ambienti Gianni Andreetta - KE
13:00 - 15:00 Smart Renovation: riqualificazione • Sfruttare il potenziale e rispettare i vincoli nelle riqualificazioni: CasaClima R Arch. Ilaria Maria Brauer - Agenzia CasaClima • Taglio termico strutturale per sbalzi e solai, correzione di ponti termici delle aperture Ing. Michele Locatelli - Esse Solai • Le sfide progettuali per la riqualificazione di un albergo storico a Lamezia Terme Arch. Matteo Pontara / Arch. Demis Orlandi - Naturalia-Bau • Pavimenti in legno con finitura artigianale: condizioni, funzionamento e tipologie Responsabile - Parchettificio Garbelotto
15:00 - 17:00 Smart Building: principi di adeguamento sismico e riscaldamento a bassa temperatura • Efficienza energetica e sismica: due facce della stessa medaglia Ing. Roberto Calliari - Agenzia CasaClima • Soluzioni innovative per la riqualificazione energetica: riscaldare e raffrescare con i sistemi radianti a pavimentazione a spessore zero Arch. Giuseppe Scarpinato - Eurotherm e Thomas Schönweger - RÖFIX Italia • Cantiere dal vivo: esempio intervento presso un edificio IPES di Bolzano, posa del sistema radiante a spessore zero Arch. Giuseppe Scarpinato - Eurotherm e Thomas Schönweger - RÖFIX Italia • Il soffitto radiante: l’impiantistica per il risanamento e per i nuovi edifici, esempi di cantieri e posa in opera Arch. Giuseppe Scarpinato - Eurotherm e Thomas Schönweger - RÖFIX Italia
SABATO 26 GENNAIO 11:00 - 13:00 Smart Materials: costruire naturale & protocolli di sostenibilità • Come valutare la qualità dell’aria interna? Con CasaClima Nature! Arch. Mariadonata Bancher / Ing. Martina Demattio - Agenzia CasaClima • Sistemi innovativi per il risanamento di murature umide e presenza di muffe Marco Manessi - RÖFIX Italia • Qualità e benessere negli intonaci con prodotti naturali Marco Manessi - RÖFIX Italia • Pavimentazioni in pietra sinterizzata per la riqualificazione sostenibile degli ambienti esterni Ing. Alberto Sottocornola - L’altra Pietra
13:00 - 15:00 Smart Solutions: Energycheck & pompe di calore • Risparmiare energia e denaro con l’Energy Check CasaClima Arch. Ivano Talmon / Dott. Ulrich Klammsteiner - Agenzia CasaClima • Terrazze Romane: risanamento, sopraelevazione in legno e riqualificazione energetica ad alta quota (10° e 11° piano) Arch. Demis Orlandi - NaturaliaBau • Tipologie, funzionamento e condizioni delle pompe di calore I Eros Ferrari - Geo Sun renewable energy • Tipologie, funzionamento e condizioni delle pompe di calore II Eros Ferrari - Geo Sun renewable energy
15:00 Chiusura della KlimaHouseAcademy 2019
FIERA KLIMAHOUSE 2019 Padiglione C Stand lvh.apa - C 21/42 Gli artigiani lvh.apa vi attendono a Klimahouse 2019, in programma a Bolzano dal 23 al 26 gennaio, con un fitto programma di relazioni di esperti del risanamento edile! Disposti intorno all’area di presentazione della Klimahouse Academy trovate artigiani specializzati e le sezioni di mestiere, pronti a fornirvi consulenze personalizzate e informazioni dettagliate. Tutte le presentazioni e i workshop sono gratuiti! Per ulteriori informazioni visitate: www.klimahouseacademy.com www.lvh.it
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serramenti I serramenti rivestono un ruolo fondamentale per il comfort degli ambienti interni. La loro scelta è un’operazione di fondamentale importanza nella progettazione termo-acustica degli edifici. Attraverso le finestre si verificano scambi energetici durante l’intero arco della giornata che influenzano il bilancio energetico del complesso edilizio. Le recenti Direttive europee hanno dimostrato che almeno 1/3 dei consumi energetici di un edificio è da attribuire proprio ai serramenti che, fino agli anni ‘50, venivano realizzati in legno e con vetro singolo. Le nuove esigenze in termini di performance degli edifici richiedono nuovi standard con superiori livelli di definizione e approfondimento PATRIZIA RICCI
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SPECIALE CERTIFICAZIONI È importante scegliere dei serramenti garantiti, a norma di legge e dotati di certificazione di prestazione, che durino nel tempo e che non abbiano bisogno di una continua manutenzione. Oltre alla normativa europea UNI EN 14351 che stabilisce le caratteristiche prestazionali delle finestre e delle porte esterne pedonali e alla EN 16034 che si occupa delle caratteristiche di resistenza al fuoco e di controllo fumo per porte pedonali e finestre, esistono altre certificazioni in materia, di carattere volontario. L’Agenzia CasaClima ha istituito la certificazione Finestra Qualità in cui rientrano quei prodotti con alto standard qualitativo secondo i criteri di sostenibilità promossi dall’ente (sul sito è presente l’elenco delle aziende che rientrano in questi standard). Per la posa, inoltre, di fondamentale importanza è la norma UNI 11673 che stabilisce come si deve fare la progettazione del giunto di posa al fine di avere prestazioni non inferiori a quelle delle ante, le caratteristiche dei materiali e come risolvere le situazioni di criticità nel caso di sola sostituzione dei serramenti.
DETRAZIONI FISCALI L’acquisto e la posa in opera delle finestre e degli infissi rientra nell’ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici. Con la Legge di Bilancio 2018 la detrazione fiscale (Ecobonus 2018) è stata prorogata al 31 dicembre 2018 per le abitazioni private mentre per i condomini è in vigore fino al 2021, tuttavia l’aliquota è passata dal 65% al 50% per le spese sostenute dal 1o gennaio 2018. La detrazione fiscale si può richiedere fino a una spesa massima di 60.000 euro. Nella nota di aggiornamento del DEF (Documento di Economia e Finanza) presentata ai primi di ottobre 2018 alle Camere sono confermati Ecobonus e Sisma bonus per gli interventi di riqualificazione degli edifici anche per il 2019. Ricordiamo che per gli infissi è anche possibile la detrazione del 50% per le ristrutturazioni edilizie.
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La normativa vigente Il serramento e le sue prestazioni sono al centro di diverse normative riguardanti - sempre più spesso - l’efficienza energetica e la sostenibilità dell’intero edificio
I
l ruolo dei serramenti nel bilancio energetico di un edificio è decisivo. In quest’ottica i tre Decreti Ministeriali in materia di risparmio energetico in edilizia, elaborati dal Ministero dello Sviluppo Economico e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 162 del 15/07/2015, riscrivono il quadro legislativo in materia di efficienza energetica degli edifici rappresentato dal D. Lgs. 192/05 e dalle sue successive modificazioni e integrazioni. In particolare, il decreto “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici” del 26/06/2015 (c.d. decreto “Requisiti Minimi”) è quello di maggiore interesse per il settore. Esso infatti definisce le nuove modalità di calcolo della prestazione energetica e i nuovi requisiti minimi di efficienza per i nuovi edifici e per quelli sottoposti a ristrutturazione e riqualificazione energetica. Rispetto alle disposizioni legislative vigenti il decreto rende più severi gli standard energetici minimi per gli edifici nuovi e per quelli ristrutturati, ottimizzando il rapporto costi/benefici degli interventi, per arrivare a realizzare Edifici a Energia Quasi Zero previsti dalla Direttiva 2010/31/UE. Con il decreto 11 gennaio 2017 “Adozione dei criteri ambientali minimi per gli arredi per interni, per l’edilizia e per i prodotti tessili”, pubblicato sulla G.U. n. 23 del 28/01/2017, sono state rese note nuove indicazioni in merito ai Criteri Ambientali Minimi per gli edifici pubblici. Si specifica che, su tutto il territorio nazionale, progetti di ristrutturazione importante di secondo livello e di riqualificazione energetica riguardanti l’involucro edilizio devono rispettare i valori minimi di trasmittanza termica contenuti nel decreto “Requisiti Minimi” relativamente all’anno 2021. Ricordiamo che:
Dal 2015
Dal 2021
3,2 W/m2K per le zone A e B
3,0 W/m2K per le zone A e B
1,9 W/m2K per la zona E
1,4 W/m2K per la zona E
1,7 W/m2K per la F
1,0 W/m2K per la F
serramenti MERCATO DEI SERRAMENTI
Sono pertanto significative le implicazioni per il mercato dei serramenti e delle facciate continue legate all’ottemperanza di questo decreto. Tuttavia occorre ricordare che la legislazione per migliorare l’efficienza energetica degli edifici è in continua via di implementazione. Il mondo del serramento in Italia, e più in generale in Europa, è cambiato radicalmente negli ultimi quindici anni a causa di regolamenti, direttive e normative europei. Recente è l’introduzione della Direttiva 2018/844 che modifica le Direttive 2010/31 UE sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD) e 2012/27/UE sull’efficienza energetica (DEE). Gli Stati membri dovranno recepirla entro marzo 2020. La ancora poco nota Direttiva 2018/844 contiene un importante passaggio sulla qualificazione degli installatori, legando gli aiuti di Stato, come il nostro Ecobonus, alla qualificazione o certificazione dei posatori di serramenti. È un passo molto importante perché anche a Bruxelles ci si è resi conto che anche il miglior progetto che adotti prodotti eccellenti può essere vanificato dalla fase di posa in opera. E che richiede che “l’apparecchiatura o il materiale utilizzato per la ristrutturazione deve essere installato da un installatore con adeguato livello di certificazione o qualificazione”. Quindi entriamo nell’ordine di idee che, prima o poi, il nostro Ecobonus venga legato alla qualificazione o certificazione dei posatori. E poi ci sono altre direttive come la Rohs o la Reach in agguato, come pure l’EPBD. Infine ci sono le norme tecniche. La revisione della norma EN 14351-1 su finestre e porte pedonali esterne porterà tante novità e conterrà “un elevato aumento delle caratteristiche essenziali”.
4,65 miliardi di euro: è questo il valore raggiunto nel 2018 dal mercato dei serramenti in Italia. Oltre 2,8 miliardi sono derivati dal settore residenziale, il resto dal non residenziale. Il dato emerge dal rapporto UNICMI 2018 (Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei serramenti), basato su dati Istat e presentato lo scorso aprile a Milano. Dopo il forte calo registrato negli anni di crisi economica, il mercato dei serramenti è dunque in ripresa. I dati hanno infatti manifestato un buon potenziale di ripresa che si manifesterà nel biennio 2018-2019 quando la crescita degli investimenti contribuirà a una decisa inversione di tendenza dell’indice sintetico di produzione. Previsioni improntate a un cauto ottimismo sono contenute anche nel 2° Rapporto congiunturale e previsionale di Cresme-CNA presentato a ottobre 2018. Secondo l’analisi, il mercato potenziale dei serramenti per finestre negli edifici residenziali e non residenziali mostra una dinamica crescente per il prossimo quadriennio 2018-2021. La crescita dovrebbe interessare sia il settore residenziale con un incremento medio annuo dell’1,4% che il settore non residenziale (incremento medio annuo dell’1,6%). Il tutto però all’interno di un quadro economico nazionale e internazionale molto dinamico che richiederà nervi molto saldi e una grande attenzione ai movimenti dello spread. Prospettive positive, quindi, che tuttavia scontano, per quest’anno, un probabile fattore di rallentamento dovuto al depotenziamento dell’ecobonus dal 65% al 50% e all’incertezza sul rinnovo per il 2019 che si è protratta fino all’approvazione della Nota di Aggiornamento del DEF. Per gli anni successivi, le prospettive sono sempre condizionate dall’interruzione o meno del ricorso alla proroga annuale degli incentivi e alla eventuale rimodulazione della relativa aliquota. In media il mercato delle finestre varrà in termini di pezzi quasi 5,55 milioni di unità, in gran parte – 5,34 milioni – installate nell’edilizia residenziale. Certamente l’intero settore dei serramenti, delle facciate, dei vetri è ancora ben lontano dalle cifre degli anni 2007-2008. Gli ultimi due anni sono stati discreti e talvolta buoni. Il che non ci deve far dimenticare la dura realtà: il crollo subito dal mercato del serramento tra il 2007 e il 2017 è ancora del 30-35%. Quanto ai materiali è confermata la leadership del PVC con quota 37,6%, seguono i serramenti in alluminio con una quota di poco inferiore al 33% e quelli in legno con circa il 30% delle unità vendute.
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SPECIALE
Sistema finestra: dalla progettazione alla posa Il sistema finestra è composto da serramento, controtelaio e posa in opera
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egli ultimi dieci anni, il serramento ha subito un processo di ammodernamento tecnologico molto importante, mentre non è stato fatto nulla per quanto riguarda la posa in opera. Ormai si parla con clienti e progettisti di sistema finestra e non più solamente di serramento. Il sistema finestra è composto dal serramento, dal controtelaio e dalla posa in opera; quest’ultima è importantissima al fine di garantire una corretta tenuta all’aria e, di conseguenza, l’isolamento acustico e termico. Il serramento, composto da ante e telaio, risulta essere il cuore del sistema finestra, ma ricoprono fondamentale importanza anche gli altri due elementi. Il controtelaio collega il serramento alla muratura ed è un elemento tipico e quasi esclusivo della cultura italiana. Il sistema di posa identifica la metodologia con la quale il serramento e il controtelaio vengono installati. Tra i vari sistemi di posa troviamo i sistemi di posa qualificata, ovvero l’installazione del serramento sul controtelaio e del controtelaio sulla
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muratura tale da garantire un’alta efficienza termica e acustica. In molte parti d’Italia, ad oggi, il sistema di posa qualificata è un argomento che ancora risulta sconosciuto alla maggior parte degli operatori del settore, specialmente dei piccoli artigiani. L’edilizia moderna si sta sempre più orientando alla costruzione di case ad alta efficienza energetica e questa tendenza ha portato i serramentisti a investire per poter raggiungere, anche con i propri manufatti, alti livelli di tenuta ed isolamento termo-acustico. A fronte di questo miglioramento dell’infisso si sarebbe però dovuto registrare anche un adeguamento del sistema di posa, ovvero una più accurata sigillatura e un maggiore isolamento dei nodi di collegamento dell’infisso alla muratura, oltre all’utilizzo di nuovi controtelai termici e strutturali. Spesso invece i serramenti vengono posti in opera come si faceva 40 anni fa. Si utilizzano ancora controtelai su tre lati, costruiti in legno o in metallo, con zanche a murare e conseguente riempimento del nodo primario, che rappresenta il primo giunto di posa, quello tra muratura e controtelaio, effettuato con schiume poliuretaniche di pessima qualità, senza badare alla durabilità nel tempo di questi materiali e alla loro capacità di garantire tenuta e isolamento, o peggio ancora con malta. Nel tempo la malta, una volta asciugata dell’umidità presente al suo interno, tende a ritirarsi creando delle fratture, mentre la schiuma poliuretanica tende a ridursi di volume e a perdere la propria elasticità con conseguente passaggio di aria e quindi di rumore e umidità, con il rischio di formazione di condensa superficiale e la successiva fuoriuscita di muffa (che comunque non dipende esclusivamente dalla presenza di condensa). La formazione di crepe o il ritiro della schiuma poliuretanica è nascosto normalmente dalla presenza del coprifilo che cela il vizio a chi occupa l’immobile. Il risultato di questa trascuratezza nella posa in opera è che si perdono le caratteristiche di tenuta termo-acustiche del serramento e spesso si assiste alla comparsa di condensa e muffa. La normativa italiana UNI 10818:2015 dal titolo “Finestre, porte e schermi, linee guida generali per la posa in opera” stabilisce che “i giunti di posa devono essere realizzati con tecniche, metodologie e materiali come da prescrizione del produttore del serramento al fine di concorrere al mantenimento delle prestazioni previste dal progetto”, rimandando al serramentista l’obbligo di definire delle precise scelte tecniche che realizzino i risultati richiesti.
serramenti
I FONDAMENTI DEL PROGETTO Compito del progettista deve essere quello di perseguire un livello di prestazione globale del prodotto installato e il suo mantenimento nel tempo. A tal fine fondamentale importanza assume la cura dell’interfaccia tra elemento e vano e dei relativi livelli di giunto individuati. É necessario considerare nell’ambito dell’attività di progettazione: ■■ deformazioni della costruzione; ■■ condizioni climatiche interne ed esterne; ■■ azione degli agenti atmosferici; ■■ carichi del serramento; ■■ variazioni dimensionali proprie dei materiali di fabbricazione. La progettazione dei giunti deve considerare l’adeguatezza dei sistemi di fissaggio in relazione ai carichi agenti, il controllo dei ponti termici su tutto il perimetro, l’isolamento termico del giunto primario e secondario, la tenuta all’aria lato interno, la tenuta all’acqua e al vento lato esterno, la compensazione delle variazioni dimensionali del vano di posa e l’antieffrazione laddove prevista.
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LA UNI 11673-1
Questa norma era molto attesa perché era ormai evidente per tutti che la posa in opera era diventata il punto più critico nella realizzazione di una alta efficienza termoacustica dei serramenti; agli operatori del settore mancava però un quadro di regolamentazione preciso che definisse le modalità per ottenere questo risultato. La Parte 1 della norma interviene proprio in questo contesto e definisce, assieme ad altri aspetti più o meno formali, tre questioni molto importanti: ■■ come si deve fare la progettazione dei giunti di posa al fine di avere dal giunto delle prestazioni non inferiori a quelle certificate per il serramento; ■■ come devono essere le caratteristiche dei materiali di sigillatura e riempimento; ■■ come risolvere le situazioni di criticità nel caso di sola sostituzione dei serramenti esistenti. Come tutte le Norme UNI, anche questa non è obbligatoria: tuttavia ha il merito di definire finalmente, in modo chiaro e preciso, come deve essere progettata ed eseguita la posa e con quali materiali, al fine di non peggiorare le prestazioni dichiarate del serramento. Con i chiarimenti forniti da questa norma sparisce dunque il concetto soggettivo di posa a “regola d’arte” e viene adottato uno schema preciso di “posa conforme ai requisiti della norma” che può essere adottato, oltre che per la corretta progettazione ed esecuzione della posa, anche per definire il capitolato di posa o per dirimere eventuali controversie. Questa Norma è dunque destinata a modificare sensibilmente tutto il contesto della posa in opera dei serramenti.
I GIUNTI DI POSA Di fondamentale importanza è la progettazione dei giunti di posa, che devono garantire una perfetta tenuta all’aria sul lato interno e agli agenti atmosferici all’esterno. Nel capitolo 4 della norma UNI 11673-1 si chiarisce come devono essere le prestazioni dei giunti di posa e come vanno definiti. Per funzionare bene e offrire prestazioni termoacustiche, il giunto di posa deve essere: resistente agli agenti
FIGURA 1. Schematizzazione posa del serramento esterno. Giunto primario tra vano murario e controtelaio (in rosso) e secondario tra controtelaio e telaio (in verde)
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Fonte: Guida alla lettura della norma 11673-1, PosaClima – Ambrosi Partner
In verità sono pochi i manuali di posa che abbiano approfondito queste problematiche. Con l’entrata in vigore, il 2 marzo 2017, della norma UNI 11673-1 che definisce requisiti e criteri di verifica per progettare correttamente l’installazione dei serramenti negli edifici nuovi e nei casi di risanamento/riqualificazione energetica, tutto è cambiato (vedi Box 1).
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SPECIALE Al fine di ottenere le prestazioni di isolamento e di tenuta richieste, ovvero conformi a quelle del serramento, per una corretta progettazione del nodo di posa occorrono specifiche istruzioni per l’isolamento termico, l’isolamento acustico, le infiltrazioni d’aria, la tenuta all’acqua, la resistenza meccanica, la durabilità e manutenibilità, i composti organici volatili (VOC) indoor, la sostenibilità e la traspirabilità del giunto.
Isolamento termico Le prestazioni termiche del giunto di posa dipendono dal posizionamento del serramento (in mazzetta o a filo muro), dalle caratteristiche del controtelaio, dalle caratteristiche dei materiali di posa e dal loro impiego. In questo punto la norma ricorda anche che se c’è uno strato isolante (cappotto) questo deve risvoltare fino al serramento. La norma specifica inoltre che per evitare la formazione di condensa e muffa si deve porre attenzione anche alla corretta ventilazione interna in quanto, se mal progettata, diventa una concausa alla formazione di condensa e muffa. Il progettista deve verificare la correttezza dell’isolamento termico dei giunti di posa eseguendo tre diverse analisi che devono essere condotte sui progetti esecutivi. Inoltre, è tenuto a fare il calcolo del flusso termico (secondo UNI EN ISO 10211) considerando le condizioni termiche reali della zona in cui si realizza il progetto e quindi verificare che non ci siano, a livello dei giunti di posa verso il lato interno, temperature che siano pari o inferiori alla temperatura di rugiada (ovvero 13,2°C secondo UNI-EN-ISO 13788). Inoltre il progettista, considerando le condizioni termiche reali della zona in cui si realizza il progetto, deve calcolare la temperatura esterna media mensile minima (Text,min) che porterebbe alla formazione di muffa sul lato interno del giunto di posa. Questa temperatura deve essere inferiore a quella media giornaliera prevista per la zona in cui si realizza il progetto e riportata nel pro-
FIGURA 2. Schematizzazione dei piani funzionali da prendere in esame sia sul nodo inferiore che nel nodo laterale e superiore
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Fonte: Guida alla lettura della norma 11673-1, PosaClima – Ambrosi Partner
atmosferici, elastico, meccanicamente robusto, isolante sia dal punto di vista termico che acustico e in grado di regolare il flusso di vapore. La norma definisce anche i giunti di posa che vengono coinvolti e che devono essere verificati (Figura 1). Entrambi i giunti di posa devono essere divisi in tre piani funzionali (Figura 2): 1. un piano funzionale rivolto verso l’esterno, che deve garantire delle prestazioni diverse a seconda che lo consideriamo lungo i montanti o a livello della traversa. Più precisamente: ■■ lungo i montanti e il traverso superiore: impermeabile all’aria e alla pioggia battente. In merito alla traspirabilità al vapore è meglio che questa partizione sia permeabile (cioè che abbia un sd ≤ 0,5 m) per consentire un’eventuale fuoriuscita di vapore entrato accidentalmente; ■■ tra il traverso inferiore e il davanzale: impermeabile all’aria, all’acqua stagnante e al vapore; 2. un piano funzionale mediano (al centro del giunto) che deve contribuire all’isolamento termico e acustico e, per questa ragione, deve sempre contenere un materiale di isolamento. Inoltre è da considerare che più sottile è la fessura e meglio riempita di materiale isolante, migliore sarà anche l’isolamento acustico. Questa partizione viene utilizzata anche per il fissaggio meccanico; 3. un piano funzionale rivolto verso l’interno che deve essere impermeabile all’aria e soprattutto deve essere in grado di regolare il passaggio di vapore. In caso contrario, soprattutto in inverno, se si lasciassero migrare aria calda e umida dall’interno del giunto verso l’esterno, si troverebbero nella parete temperature sempre più basse e il vapore contenuto potrebbe quindi condensare nel muro (condensa interstiziale) creando le condizioni per lo sviluppo di muffa.
serramenti spetto 5 della norma UNI 10349-1. Se la temperatura necessaria per la formazione della muffa, come emerge dal calcolo, è minore di quella reale riportata dalla norma, per la zona del progetto sono evitate le condizioni per la sua comparsa. Infine, il progettista deve calcolare il valore numerico del ponte termico a livello del bordo esterno ψ del telaio fisso e verificare che il sistema di posa possa mitigare eventuali ponti termici puntuali circostanti e naturalmente non dovrebbe esserne la causa. In generale, il valore del ponte termico del giunto di posa dovrebbe essere più basso possibile; genericamente possiamo dire che un ponte termico lineare ψ fino a 0,2 W/mK viene considerato accettabile. Si può concludere quindi che la presenza di un controtelaio continuo in metallo si configura come un ponte termico in quasi tutte le situazioni climatiche e costruttive italiane. Con questa norma, nella pratica, viene dunque messo al bando il controtelaio di metallo continuo. Stessa considerazione si può fare per la soglia di marmo passante.
Isolamento acustico Una posa fatta male, o mal progettata, può ridurre notevolmente il potere fonoisolante del serramento in quanto la pressione acustica sui bordi dell’infisso può essere maggiore rispetto al centro del serramento. La norma chiarisce che si ha un miglioramento delle prestazioni acustiche del serramento quando esiste una o più battute di appoggio per il telaio del serramento, la dimensione del giunto è contenuta e i materiali di sigillatura e riempimento hanno una buona prestazione acustica.
Infiltrazioni d’aria La sigillatura sul piano funzionale interno deve essere continua, ovvero non presentare fori o interruzioni, e deve essere compatibile con i materiali di raccordo che incontra sui fianchi. La permeabilità all’aria dei singoli materiali impiegati per la sigillatura deve essere testata secondo la norma EN 12114 (permeabilità all’aria dei componenti e degli elementi per l’edilizia che devono essere testati a pressioni tra 50 e 1000 Pa) e il risultato ottenuto deve realizzare una portata delle perdite inferiore a V = 1 x (P/10)2/3 espressa in m3/ hm. I prodotti di sigillatura che devono garantire la tenuta all’aria del giunto sono conformi a questo requisito quando riportano nella scheda tecnica un valore an ≤ 1 m³/hm (daPa)2/3.
Tenuta all’acqua Per garantire la tenuta all’acqua il giunto di posa verso l’esterno deve essere continuo su tutto il perimetro. I materiali impiegati per la sigillatura dei nodi laterali e superiori devono essere impermeabili alla pioggia battente. Nel caso di finestre a filo facciata, dove potrebbe fermarsi l’acqua anche sul traverso superiore, vanno utilizzati in questa posizione materiali resistenti all’acqua stagnante. I materiali impiegati per la sigillatura delle traverse inferiori devono invece essere definitivamente impermeabili all’acqua stagnante.
Resistenza meccanica I vincoli meccanici devono essere in grado di contrastare i carichi determinati dalla pressione del vento, movimento delle ante, peso proprio del serramento, dilatazioni, false manovre o carichi accidentali, spinta della folla e tentativi di effrazione. Secondo la norma, l’interasse tra i punti di fissaggio non deve mai essere superiore a 70 cm, nel caso di sistemi anti effrazione, il punto di fissaggio non può essere più distante di 10 cm dal punto di chiusura o movimento e la distanza tra punto di fissaggio e angolo del telaio o controtelaio non deve essere superiore a 15 cm.
Durabilità e manutenibilità La durata dei giunti di posa dipende dalla durabilità intrinseca dei materiali e dal loro corretto impiego.
Composti organici volatili (VOC) indoor e sostenibilità I materiali di sigillatura e riempimento a contatto con l’ambiente interno (e quindi utilizzati nei piani funzionali interno o mediano) devono essere dotati di specifica documentazione in termini di emissioni di Composti Organici Volatili secondo la norma UNI EN ISO 16000 per evitare il rischio di inquinamento e di tossicità per gli abitanti.
Traspirabilità del giunto I giunti di posa devono essere progettati in modo da controllare il flusso di vapore. Negli ambienti interni in cui ci sia potenzialmente il rischio di una alta umidità interna (cucina o bagno) è necessario costruire i giunti di posa in modo da ridurre l’ingresso di vapore sul piano funzionale verso l’interno e contemporaneamente favorirne l’uscita sul piano funzionale verso l’esterno al fine di ridurre la possibilità di condensa interstiziale. Più precisamente, per evitare l’ingresso di aria umida, i giunti di posa sul piano funzionale verso l’interno devono essere costruiti con materiali in grado di garantire la funzione di freno vapore (con Sd compreso tra 2 e 20 metri) o barriera al vapore (con Sd maggiore di 100 m) verificate secondo la norma UNI 11470. Al contrario, per consentire la fuoriuscita di vapore entrato accidentalmente nel nodo, nel piano funzionale verso l’esterno (di tenuta agli agenti atmosferici) i materiali impiegati devono essere altamente traspirabili al vapore, con un Sd ≤ 0,3 m. La norma indica che un giunto di posa poco permeabile al vapore nella parte interna e altamente permeabile al vapore nella parte esterna, ben funzionante quindi in qualsiasi tipo di ambiente, sia umido che asciutto, dovrebbe essere realizzato prevedendo la schiuma poliuretanica sul piano funzionale verso l’esterno (la schiuma poliuretanica è un materiale di isolante e di riempimento, permeabile al vapore) e il silicone nel piano funzione verso l’interno (il silicone è un materiale di sigillatura altamente impermeabile al vapore), in modo dunque opposto a quello del giunto tradizionale.
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SPECIALE
Materiali di posa La norma individua sei tipologie di materiali per le quali si devono dichiarare le prestazioni significative e, in molti casi, impone anche un limite minimo da superare
SIGILLANTI Appartengono a questa categoria (prospetto 4 della norma UNI 11673-1) i sigillanti fluidi tipo silicone neutro – acetico – poliuretanico – polisolfurico – butilico – acrilico o MS Polimero, ovvero quei sigillanti in cartuccia che vengono utilizzati nella posa del serramento. Le prestazioni dei vari prodotti vengono verificate secondo diverse norme specifiche, ma i risultati finali sono comunque classificati con la norma UNI EN 15651-1 e UNI EN 11600. I limiti prestazionali del sigillante idoneo per la posa dei serramenti sono verificati con sei diverse prove riportate nel prospetto 3 della norma UNI 11673-1.
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Proprietà a trazione Misura la resistenza all’allungamento. Secondo le indicazioni della norma UNI EN 8339 il silicone adatto per la posa dei serramenti, applicando una forza ≤ 0,4 N/mm2 con una velocità di 5,5 mm/min, deve essere in grado di allungarsi. I siliconi che offrono una bassa resistenza all’allungamento e quindi superano questa prova, vengono definiti a “basso modulo” (Low Modul), abbreviato LM. In questo caso, a seguito delle dilatazioni del serramento, il cordolo di sigillatura si allungherà facilmente anziché staccarsi dalla parete come farebbero i siliconi con una alta resistenza all’allungamento (High Modul).
serramenti Proprietà a trazione in condizioni di estensione mantenuta Misura la tendenza del silicone a distaccarsi dai bordi quando viene tenuto per un certo periodo in estensione. Secondo la UNI EN 8340 il provino viene allungato minimo del 25%, molto comune nella posa dei serramenti perché rappresenta la dilatazione di un cordolo da 4 mm che si allunga di 1 mm, e tenuto in posizione con un distanziatore per 24 ore. Al termine della prova vengono valutati eventuali difetti di adesione sui bordi. Secondo la norma un silicone è idoneo alla posa dei serramenti esterni se non presenta alcun difetto di adesione.
Perdita di volume - Ritiro Misura la tendenza del silicone a ridurre il suo volume durante l’essiccazione. I siliconi che hanno un ritiro superiore al 10% potrebbero staccarsi dai bordi.
Resistenza al flusso Misura la tendenza di un silicone alle colature. La prova viene eseguita secondo UNI EN 7390. Per essere idoneo per la posa dei serramenti il silicone non deve essere sbordato per più di 3 mm. Anche questa è una prova molto importante perché le eventuali sigillature sui montanti vanno fatte in verticale e il silicone non deve colare.
Secondo la norma UNI 11673-1 sono idonei alla posa dei serramenti solo i sigillanti che hanno la classe F (Facade) che definisce la compatibilità con i supporti porosi e la classe LM 25 che definisce le caratteristiche tecniche di allungamento e adesione
Compatibilità tra sigillanti fluidi e substrati Per definire la completa idoneità di un sigillante si deve però ancora valutare se il prodotto è anche compatibile con tutte le altre superfici dei materiali che troviamo intorno al serramento come mattone, intonaco, marmi, pietre etc. Si fa riferimento alla norma UNI 11296. Per quanto concerne la categoria dei materiali porosi tipo la parete (mattoni, intonaco o calcestruzzo) o le pietre naturali (marmi) che tipicamente si incontrano sul perimetro dei giunti di posa, il prospetto della norma prevede principalmente l’impiego di un silicone neutro specifico o di un MS Polimero. Secondo la norma UNI EN 15651-1 i sigillanti compatibili con i supporti porosi vengono classificati nella categoria F (Facade), quindi i sigillanti fluidi per la posa dei serramenti a contatto con le pareti devono essere di classe F.
Recupero elastico Misura la capacità di un cordolo di ritornare alle sue dimensioni iniziali dopo essere stato allungato. La prova viene eseguita secondo UNI EN 7389. Un silicone per la posa dei serramenti è ritenuto idoneo se al termine della prova la sua dimensione finale è almeno il 70% rispetto al campione iniziale. I siliconi che rimangono allungati (indipendentemente dalla loro, magari perfetta, adesione sui bordi) non hanno una elasticità sufficiente per garantire una corretta funzionalità per la posa dei serramenti.
Proprietà adesive Le prove vengono eseguite seguendo due diverse norme, la UNI EN 9047 e la UNI EN 10590. Il superamento della prova di adesione sotto sforzo e alle condizioni termiche previste dalla norma è una delle più importanti per definire la qualità di un silicone adatto per la posa dei serramenti. I siliconi che superano tutte prove sopra riportate vengono classificati secondo la norma UNI EN 11600: per la posa dei serramenti è richiesta la classe 25 LM.
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SPECIALE NASTRI AUTOESPANDENTI (BG1)
MEMBRANE E PELLICOLE
Sono i nastri autoespandenti da mettere nel piano funzionale verso l’esterno, ovvero sulla battuta. Per questa tipologia di nastri, la norma richiede che siano molto impermeabili all’aria e altamente traspiranti. Per i serramenti con prestazioni acustiche superiori a 40 dB è richiesto un valore Rs di isolamento acustico del nastro di almeno 58 dB secondo UNI EN ISO 10140-1, che siano termicamente molto isolanti e che siano resistenti alla variazione di temperatura da -30° a +80° secondo DIN 18542.
Le membrane e pellicole sono dei nastri da applicare ai bordi dei giunti di posa. Normalmente si applicano nel giunto primario tra controtelaio e muro e devono limitare prevalentemente il passaggio di aria, acqua e vapore. La norma richiede che siano altamente impermeabili al vapore e traspiranti.
NASTRI AUTOESPANDENTI MULTIFUNZIONE Sono i nastri autoespandenti che si posizionano sulla spalla tra telaio e controtelaio. La funzione più complicata che devono svolgere è la permeabilità al vapore che deve essere contemporaneamente alta verso l’esterno (per agevolare la fuoriuscita) e bassa verso l’interno per ostacolare l’ingresso. La norma richiede che siano molto permeabili all’aria, che abbiano tenuta alla pioggia battente secondo UNI EN 1027 e che siano traspiranti. I serramenti con prestazioni acustiche superiori a 40 dB devono avere un valore Rs di isolamento acustico del nastro di almeno 58 dB secondo UNI EN ISO 10140-1, devono essere termicamente molto isolanti e resistere alla variazione di temperatura da -30° a +80° secondo DIN 18542.
La schiuma poliuretanica deve avere capacità di recupero elastico e una permeabilità all’aria coerente con le prestazioni del serramento. Inoltre, deve consentire la traspirabilità del giunto e, per i serramenti con prestazioni acustiche superiori a 40 dB, è necessario un valore Rs di isolamento acustico di almeno 58 dB
SCHIUME POLIURETANICHE Le schiume poliuretaniche vengono ancora utilizzate per il riempimento della parte mediana dei giunti di sigillatura tra telaio e controtelaio e tra controtelaio e muro. Rispetto ai requisiti previsti per i nastri multifunzionali che sono composti con un materiale normalmente elastico e senza ritiro, per le schiume viene posta maggiormente l’attenzione alla verifica dei parametri di elasticità, capacità di recupero elastico e perdita di volume. Si richiede che la schiuma sia altamente elastica (allungamento a rottura: >40% secondo UNI EN ISO 1798), non abbia ritiro (perdita di volume <5% secondo UNI EN ISO 10563), abbia capacità di recupero elastico, abbia permeabilità all’aria coerente alle prestazioni del serramento, consenta la traspirabilità del giunto (a questo proposito, qualsiasi schiuma poliuretanica ha sempre un’alta permeabilità al vapore (sd <2) e quindi non può mai essere impiegata come sigillante sul piano funzionale interno – nella spalla tra serramento e vano murario – se non in combinazione con un materiale che abbia la funzione di freno a vapore), che per i serramenti con prestazioni acustiche superiori a 40 dB abbia un valore Rs di isolamento acustico di almeno 58 dB secondo UNI EN ISO 10140-1.
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serramenti
Come ottenere l’isolamento acustico delle finestre Il potere di isolamento acustico è determinato sia dalla distanza tra i vetri doppi e multipli, sia dallo spessore delle lastre
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n merito all’isolamento acustico, oltre alle indicazioni fornite dalla norma UNI EN 11673-1 relative al corretto montaggio dei serramenti, va detto che si entra in un campo molto complesso, in cui entrano in gioco diversi elementi, compresa la scelta dei vetri. Per questi ultimi, il riferimento è dato dal potere fonoisolante (Rw) espresso in decibel: più è alto, migliore sarà l’isolamento acustico. Allora è consigliabile stare nella forchetta 30-46 dB, sapendo però che ci sono vetri con vetrocamere asimmetriche che arrivano a 48-50 db. Il potere di isolamento acustico dei vetri (di tipo semplice) aumenta con l’aumentare della massa. Lo smorzamento acustico da essi prodotto va dai circa 25 dB per le lastre da 3 mm ai 31 dB per quelle da 10 mm, per arrivare a 32 dB per lastre da 15 mm. Tuttavia spessori superiori a 10 mm sono poco utilizzati nella pratica perché realizzerebbero serramenti troppo pesanti e richiederebbero telai e cerniere eccessivamente robusti. La distanza tra i vetri doppi e multipli e soprattutto lo spessore delle lastre, determinano il potere fonoisolante di un infisso. Infatti, a causa del modesto spessore dell’intercapedine d’aria nei vetri multipli stessi, è lo spessore che influenza maggiormente le prestazioni dei serramenti. Minore è lo spessore dell’intercapedine d’aria tra i vetri multipli, maggiore è la trasmissione delle vibrazioni sonore tra le lastre. Con gli spessori usuali delle cavità infravetrarie, i vetri doppi per uno spessore
compreso tra 7 e 37 mm consentono uno smorzamento dell’intensità sonora compreso tra 38 e 44 dB che, sostituendo i vetri con cristalli, può arrivare a 50 dB. A causa della variazione di densità tra strati sovrapposti e del basso modulo elastico del collante tra le lastre, i vetri multistrato risultano i più efficaci dal punto di vista dell’isolamento acustico. Ne consegue che lo smorzamento acustico operato da tali tipi di soluzione può essere consistente anche per lastre singole, risultando nell’ordine di 37-38 dB per 10-11 mm di spessore. Solo spessori dell’intercapedine d’aria superiori a 20 mm, in presenza di doppi vetri o multipli, consentirebbero di ottenere un buon isolamento acustico. Spessori che sono possibili solamente da doppie finestre o da finestre con doppio telaio e non ottenibili con vetri uniti al perimetro. Le prestazioni di una doppia
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VMC
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SPECIALE L’efficacia dei giunti tra vetro e telaio dipende, in buona parte, da un efficiente fissaggio dei vetri ai telai tramite fermavetri, guarnizioni e sigillature. Occorre porre sufficiente attenzione alle ferramenta di apertura e chiusura e alle guarnizioni, per le quali è opportuno scegliere l’EPDM, materiale difficile da deformare finestra risultano quindi superiori a quelle di una finestra con doppio vetro. Nel primo caso infatti, sia le lastre di vetro, sia i telai e i giunti di tenuta sono raddoppiati; mentre nel caso dei vetri uniti al perimetro, le lastre di vetro sono due, ma il giunto perimetrale che contrasta le infiltrazioni d’aria è uno. Una soluzione alternativa è quella della finestra con doppio telaio mobile. I giunti tra vetro e telaio, assicurando la tenuta all’aria e smorzando le vibrazioni del vetro, sono altri elementi importanti ai fini dello smorzamento acustico. Smorzare la vibrazione della lastra significa ridurne la trasmissione sonora. Le sigillature e le guarnizioni dei giunti sono per questo realizzati con materiali sintetici adeguati all’assorbimento delle vibrazioni sonore. L’efficacia dei giunti tra vetro e telaio dipende, in buona parte, da un efficiente fissaggio dei vetri ai telai tramite fermavetri, guarnizioni e sigillature. Occorre porre sufficiente attenzione alle ferramenta di apertura e chiusura e alle guarnizioni, per le quali è opportuno scegliere quelle in EPDM, materiale con una grande memoria, difficile da deformare. In relazione alla sicurezza è consigliabile scegliere una ferramenta a nastro, installata lungo tutto il perimetro dell’anta, con funzione anti-effrazione. Il livello di sicurezza dipende dal meccanismo di chiusura che può variare a seconda delle esigenze: le finestre più sicure sono quelle con quattro punti di chiusura, vetri antisfondamento, placca anti-perforazione e maniglia antiscasso.
BIBLIOGRAFIA ■■
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Norma UNI EN 11673: Posa in opera di serramenti – Parte 1: Requisiti e criteri di verifica della progettazione Guida alla lettura della norma UNI 11673-1, PosaClima – Ambrosi Partner, 2018
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DENTRO L’OBIETTIVO
Dalla villetta anni ’70 un’aria tutta nuova Riqualificazione energetica di una villa con particolare attenzione all’utilizzo di materiali naturali e alla qualità dell’aria indoor DAVIDE REGGIANI
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’edificio esistente si presentava come una tipica villa degli anni ’70, come se ne vedono molte in Pianura Padana, caratterizzata da linee semplici e da una geometria compatta, tetto a padiglione e grandi balconi aggettanti. Strutturata su tre piani – un seminterrato destinato a servizi, un piano rialzato che ospita i principali ambienti abitativi e un piano mansardato destinato a ripostiglio – i suoi punti di forza erano gli spazi di ampia metratura, il giardino e una qualità costruttiva soddisfacente; mentre il comfort indoor e i consumi energetici risultavano ormai inade-
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guati. Per queste ragioni, i proprietari hanno deciso di realizzare un intervento di riqualificazione globale del fabbricato, con l’obiettivo di adeguarlo alle esigenze abitative di una giovane coppia con due figli e di rispettare i rigorosi standard di efficienza energetica e comfort indoor garantiti dalla certificazione CasaClima classe A. In questo modo si è ottenuto un edificio comodo e confortevole, al passo con i tempi e con la normativa nZEB, a cui si è garantito un accresciuto valore economico sul mercato e ancora molti anni di vita d’esercizio.
IL PROGETTO Il progetto ha previsto una ridefinizione generale della distribuzione interna dell’alloggio, con interventi concentrati soprattutto al piano rialzato e il rifacimento delle due rampe di scale esistenti per razionalizzare i collegamenti verticali. Al fine di garantire una migliore illuminazione naturale degli ambienti e aumentare gli apporti solari invernali, le aperture esistenti sono state quasi tutte ampliate e dotate di frangisole per un efficace ombreggiamento estivo. I grandi balconi aggettanti, che caratterizzavano l’edificio originale, sono stati eliminati così da annullare il ponte termico. Al loro posto è stata realizzata una struttura in calcestruzzo armato e acciaio con pavimentazione in legno termotrattato, completamente indipendente e disgiunta dalla casa, che assolve la doppia funzione di ballatoio d’ingresso e porticato per l’ombreggiamento e il prolungamento esterno dello spazio cucina. Infine, sono state eliminate le due logge esistenti nella facciata sud-est sia per guadagnare superficie utile al piano rialzato, sia per migliorare il rapporto superficie/ volume del fabbricato e semplificare i lavori di coibentazione termica.
INVOLUCRO PAVIMENTO VERSO SEMINTERRATO NON RISCALDATO - sp. tot. 480 mm, U=0,242 W/m2K ■■
Parquet in Rovere, 15 mm
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Massetto autolivellante in cemento, 40 mm
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Materassino acustico anticalpestio, 10 mm
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Sottofondo in cemento cellulare leggero (0,100 W/mK), 160 mm
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Pannello in Poliuretano tipo Stiferite GT (0,023 W/mK), 40 mm
LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA
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Telo in polietilene
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Solaio in laterocemento esistente, 200 mm
L’intervento di coibentazione termica dell’involucro edilizio è stato realizzato in parte all’esterno e in parte dall’interno a causa di alcune particolari caratteristiche dell’edificio esistente: presenza di soffitti confinanti con sottotetti non riscaldati e non accessibili, pavimenti confinanti con l’autorimessa seminterrata non riscaldata. In particolare, non è stato possibile intervenire esternamente sulla copertura poiché il manto in lamiera aggraffata era stato da poco rifatto ed è, inoltre, occupato – in buona parte – da un impianto fotovoltaico a servizio dell’abitazione adiacente, di proprietà dei genitori.
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Intonaco calce-cemento esistente, 15 mm
Il piano rialzato e mansardato Le pareti perimetrali del piano rialzato, realizzate con muratura portante di blocchi di laterizio porizzato da 30 cm di spessore, sono state rivestite esternamente da un sistema a cappotto in pannelli di sughero bruno tostato di 18 cm di spessore, mentre internamente è stata realizzata una controparete isolata con un materassino di fibra di juta da 6 cm di spessore e chiusa con una lastra in fibrogesso. Al piano mansardato si è invece intervenuti coibentando le pareti perimetrali dall’interno: prima è stato posato uno strato di pannelli in fibra di legno di 8 cm di spessore, tassellati alla parete e interposti a morali in legno di abete ogni 60 cm, dopo di che è stato posizionato un telo freno al vapore igrovariabile, per la tenuta all’aria e la corretta gestione del vapore. Il secondo strato è invece costituito da un materassino in fibra di legno di 4 cm; infine un pannello di fibrogesso è stato posizionato a chiusura del pacchetto. Lo stesso sistema (ma con spessore 8+6 cm) è stato utilizzato anche per la coibentazione dall’interno dei soffitti confinanti con sottotetto non riscaldato e non accessibile, realizzato con muretti e tavelloni su solaio in laterocemento. Anche la copertura del piano mansardato è stata coibentata dall’interno, con un sistema simile, senza però utilizzare il telo freno al vapore perchè il pacchetto è stato chiuso con pannelli in fibra di legno tipo Pavaroom 3 cm di spessore con lati maschiati e superficie prefinita in cellulosa bianca, che integrano anche le funzioni di freno al vapore e tenuta all’aria. Infine, il pavimento verso il piano seminterrato, in parte non riscaldato, è stato isolato con un pannello in poliuretano (Stiferite GT) 4 cm di spessore e un sottofondo in cemento cellulare leggero di 18 cm; il tutto posato su di un telo in polietilene con funzione di barriera al vapore e tenuta all’aria. Per quanto riguarda i serramenti la scelta è ricaduta su di un particolare tipo di infisso con telaio completamente a scomparsa sui 4 lati (Fanzola Fenster tipo Evo Null) realizzato in legno di abete laccato bianco e con controtelaio del tipo
PARETE PERIMETRALE - sp. tot. 593 mm, U=0,137 W/m2K ■■
Lastra in fibrogesso, 12,5 mm
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Materassino isolante in fibra di Juta (0,036 W/mK), 60 mm
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Intonaco calce-cemento esistente, 15 mm
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Muratura in laterizio porizzato esistente, 300 mm
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Intonaco calce-cemento esistente, 15 mm
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Pannello in sughero bruno tostato (0,039 W/mK), 180 mm
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Rasatura in calce idraulica naturale, 10 mm
SOLAIO VERSO SOTTOTETTO NON RISCALDATO - sp. tot. 348 mm, U=0,286 W/m2K ■■
Lastra in fibrogesso, 12,5 mm
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Materassino isolante in fibra di legno (0,038 W/mK), 40 mm
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Telo freno al vapore igrovariabile
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Pannello isolante in fibra di legno (0,038 W/mK), 80 mm
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Intonaco calce-cemento esistente, 15 mm
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Solaio in laterocemento esistente, 200 mm SEGUE A PAGINA 44
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DENTRO L’OBIETTIVO
PARETI PIANO MANSARDATO sp. tot. 463 mm, U=0,235 W/m2K ■■
Lastra in fibrogesso, 12,5 mm
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Materassino isolante in fibra di legno, 40 mm
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Telo freno al vapore igrovariabile
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Pannello isolante in fibra di legno, 80 mm
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Intonaco calce-cemento esistente, 15 mm
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Muratura in laterizio porizzato esistente, 300 mm
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Intonaco calce-cemento esistente, 15 mm
monoblocco, in PUR massive e sughero, che integra il cassonetto e le spalle con guide isolate per frangisole e zanzariera. Questi serramenti, con sigillo Finestra Qualità CasaClima Classe Gold, raggiungono ottimi valori di isolamento termoacustico, con un valore Uf= 0,73 W/m2K, abbinato a un triplo vetro basso emissivo con valore Ug= 0,60 W/m2K e distanziali a bordo caldo.
Il piano seminterrato In fase di progetto esecutivo si è deciso di escludere il piano seminterrato dall’involucro CasaClima e di trattarlo in modo indipendente rispetto al resto del fabbricato, soprattutto per semplificare le lavorazioni relative alla tenuta all’aria. Si è esteso l’isolamento a cappotto anche alle porzioni di pareti perimetrali di pertinenza di questo
COPERTURA PIANO MANSARDATO - sp. tot. 470 mm, U=0,169 W/m2K ■■
Pannello isolante in fibra di legno tipo Pavaroom (0,044 W/mK), 30 mm
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Materassino isolante in fibra di legno (0,039 W/mK), 60 mm
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Intonaco calce-cemento esistente, 15 mm
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Solaio in laterocemento esistente, 200 mm
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Telo in polietilene esistente
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Pannello in XPS esistente (0,034 W/mK), 100 mm
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Pannello in sughero biondo esistente (0,053 W/mK), 40 mm
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Pannello in Osb esistente, 13 mm
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Materassino antirombo e anticondensa esistente
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Manto in lamiera di rame aggraffata esistente
SERRAMENTI - Fanzola Fenster tipo Evo Null ■■
Telaio in legno di Abete, sp.70 mm Uf=0,73 W/m2K
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Triplo vetrocamera con doppio rivestimento basso-emissivo - Ug=0,60 W/m2K, g=0,43
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Spaziatori a bordo caldo tipo Swisspacer Triseal
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Uw medio = 0,76 W/m2K
SEGUE A PAGINA 45 DETTAGLI COSTRUTTIVI. Attacco a terra parete perimetrale 44
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piano e si è coibentato il pavimento verso il terreno con un pannello in poliuretano (Stiferite GT) di 6 cm. È stato quindi necessario coibentare il vano scala, facente parte invece dell’involucro CasaClima, rispetto al resto dei locali del piano interrato e al terreno. A tal fine è stato realizzato un isolamento a cappotto delle pareti del vano scala, realizzato con un pannello in EPS grafite di 10 cm di spessore, mentre il pavimento del vano scala è stato coibentato con pannelli in poliuretano (Stiferite GT) di 10 cm. Infine, la tenuta all’aria è stata garantita con la posa di un portoncino termoisolante Ud= 0,86 W/m2K. A livello impiantistico si è deciso di climatizzare i locali di questo piano – destinati comunque a lavanderia, ripostiglio e cantina – in maniera altrettanto indipendente, con l’utilizzo di un trial split a espansione diretta.
IMPIANTI VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA ■■
Zehnder Comfoair Q 450 – Ventilazione meccanica a doppio flusso controcorrente a elevata efficienza, rendimento effettivo del recuperatore 88%
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Zehnder ComfoPost CW10 – Batteria di trattamento aria con scambiatore acqua/ aria in rame/alluminio, potenza termica max. 1,46 kW
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Numero totale delle bocchette: 6 in immissione (tubo doppio), 4 in estrazione (tubo doppio) e 4 in estrazione (tubo singolo)
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Portata d’aria di esercizio: 170 mc/h, sovrappressione +3%
RISCALDAMENTO, RAFFRESCAMENTO e ACS ■■
Pompa di Calore Daikin Altherma, potenza max. 11,72 kW
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Ventilconvettori acqua/aria, tipo Aernova modello Maxi 2 o VE 2, in n.3 unità al piano rialzato (posti due in zona giorno e uno in zona notte) e in n.1 unità al piano mansardato
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Bollitore per produzione ACS da 800 lt, tipo Cordivari Bolly 2 PDC, a servizio di 4 servizi igienici per un totale di 3 docce e 1 vasca da bagno Accumulo inerziale da 100 lt, tipo Cordivari Volano Termico PDC
FONTI RINNOVABILI ■■
Impianto fotovoltaico da 4 kWp
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12 pannelli di silicio monocristallino da 330 w cadauno
IMPIANTO ELETTRICO ■■
Sistema domotico completo, protocollo KNX, marca Jung
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Corpi illuminanti ad alta efficienza del tipo a led, marca Delta Light
DETTAGLI COSTRUTTIVI. Attacco superiore finestra www.casaeclima.com n.77
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DENTRO L’OBIETTIVO LA TENUTA ALL’ARIA La cura maniacale riservata in cantiere alla tenuta all’aria, nella posa dei teli, nella nastrature di tutti i passaggi impiantistici, nell’intonacatura delle tracce realizzate nella muratura, nella posa di controtelai e serramenti, ha permesso di raggiungere l’eccellente valore di n50, max=0,21h-1 nel test Blower Door finale.
LE SCELTE IMPIANTISTICHE Per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento/raffrescamento si è deciso di utilizzare un sistema “tutta aria”, senza l’utilizzo di terminali di emissione “tradizionali” di tipo radiante. Il cuore del sistema è costituito dall’impianto di ventilazione meccanica controllata, con recuperatore di calore ad alta efficienza e bypass estivo, che garantisce un costante ricambio d’aria, un’efficace filtrazione di allergeni e agenti inquinanti esterni e il controllo dei livelli di CO2 all’interno degli ambienti. L’impianto di VMC è inoltre
CAPPOTTO in sughero bruno tostato
CAPPOTTO. Profilo di partenza e sigillatura con nastro BG1 46
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Vista del soggiorno a lavori ultimati
dotato di una batteria di post riscaldamento/raffrescamento con un circuito collegato a una pompa di calore aria/acqua, che permette di coprire il fabbisogno di climatizzazione dell’edificio nelle mezze stagioni. Quando invece il clima esterno diventa più severo (sia in inverno che in estate) e le potenze richieste all’impianto di climatizzazione aumentano, entrano in funzione quattro ventilconvettori che forniscono l’apporto aggiuntivo necessario di aria climatizzata di ricircolo. Questi ventilconvettori sono collegati alla medesima pompa di calore aria/acqua, che si incarica anche della generazione dell’ACS, stoccata in un bollitore di accumulo. Infine, la casa è provvista anche di un piccolo caminetto a legna, con potenza modulante da 5 a 9 kW (con funzione principalmente “decorativa”), dotato di sportello a tenuta stagna e alimentazione della camera di combustione con aria esterna. L’impianto elettrico dell’edificio è stato realizzato interamente con tecnologia domotica, con protocollo KNX e meccanismi di marca Jung, e permette di controllare (anche da remoto tramite smartphone): l’impianto di ventilazione meccanica, la climatizzazione, l’impianto di illuminazione, i frangisole motorizzati, il portone sezionale dell’autorimessa, l’impianto di allarme. Per minimizzare i consumi elettrici e ottimizzare l’efficienza dell’impianto di illuminazione, tutti i corpi illuminanti installati sono del tipo a led. L’edificio è stato dotato anche di un impianto fotovoltaico della potenza di 4kW picco, costituito da 12 pannelli di silicio monocristallino ad alta efficienza da 330 watt cadauno, che assicura un grado di copertura del 55% e un grado di utilizzo del 70%.
SALUBRITÀ AMBIENTALE E SCELTA DEI MATERIALI
SERRAMENTI. Nastrature esterne e interne
TENUTA ALL’ARIA. Nastratura telo in PE
Un’attenzione particolare è stata infine riservata alla salubrità ambientale dei locali abitativi, cercando di utilizzare per le finiture interne solo materiali di origine naturale e a bassissima emissione di inquinanti. Per questo si è scelto di utilizzare: il cappotto termoisolante in
TENUTA ALL’ARIA. Sigillatura dei passaggi impiantistici www.casaeclima.com n.77
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DENTRO L’OBIETTIVO
sughero bruno tostato (Tecnosugheri), con collanti-rasanti a base di calce idraulica naturale (certificati ICEA e NaturePlus), gli isolamenti interni (Naturalia-Bau) in fibra di legno e juta (certificati PEFC, FrenchLabelA+, NaturePlus), le pannellature (Gyproc Habito Forte) in lastre di gessofibra (certificatoFrenchLabelA+), le tinteggiature interne (Auro) realizzate con prodotti a base vegetale (CertificatoFrenchLabelA+) ed il parquet in Rovere Europeo (Trapa), con finitura superficiale realizzata solo con olii vegetali (certificati PEFC, FrenchLabelA+, NaturePlus).
SCHEDA PROGETTO LUOGO: Levata di Curtatone (MN) TEMPI DI PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE: 2017-2018
CERTIFICAZIONE CASACLIMA: 2018 COMMITTENTE: Sifip s.r.l. (sig. Cecchin Guglielmo) PROGETTO ARCHITETTONICO ED ESECUTIVO: arch. Davide Reggiani, Mantova
PROGETTO ENERGETICO: arch. Davide Reggiani, Mantova
PROGETTO IMPIANTISTICO: Energy Plus Project, Pieve di Soligo (TV)
IMPRESA ESECUTRICE: MAC Costruzioni Generali s.r.l. (geom. Claudio Cotugno), Castellucchio (MN)
SUPERFICIE LORDA RISCALDATA: 285,47 m2 VOLUME LORDO RISCALDATO: 866,24 m2
SOTTOTETTO. Posa isolamenti interni
SOFFITTI. Posa pannello isolante in fibra di legno 48
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PARETI. Posa materassino isolante in fibra di Juta
CORSI CORSI CORSI CORSI CORSI • • • •
D.L. Efficenza energetica Lingue straniere Normativa
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Materiali N.T.C. Project management Soft Skill
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MITI DA SFATARE
Parquet e sistemi radianti, convivenza possibile? C’è chi ne sconsiglia l’uso perché il legno è un materiale troppo isolante per permettere una buona conduzione del calore, ma in realtà bastano pochi accorgimenti per poter dotare gli edifici del riscaldamento a pavimento senza dover rinunciare al parquet DOMENICO ADELIZZI 50
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I
l riscaldamento a pavimento è uno dei sistemi più utilizzati nella realizzazione di ambienti abitativi sia perché consente di evitare l’ingombro dei caloriferi sia perché permette un maggiore risparmio energetico. Spesso, però, sorgono dubbi riguardo alla possibilità di utilizzare il riscaldamento/raffrescamento radiante in accoppiata con il legno, in quanto viene considerato un materiale troppo isolante per permettere una buona conduzione del calore. Premesso che esistono due tipologie di riscaldamento a pavimento (circolazione d’acqua o pannelli radianti), il tasso di conducibilità termica del legno ne permette soprattutto l’utilizzo con il sistema a circolazione d’acqua. Oltre alle specifiche previste dal tipo d’impianto che si installa, per avere un risultato ottimale conviene rispettare anche le istruzioni di montaggio di carattere generale. Per esempio, se si posano elementi lignei da 10 a 14 mm di spessore è preferibile che siano posati sulla superficie del sottofondo utilizzando un adesivo del tipo poliuretanico o similare mono o bicomponente, ponendo molta attenzione, prima della posa, al contenuto di umidità percentuale residua del legno (9± 2%) e che il sottofondo sia perfettamente asciutto prima di procedere alla posa in opera. Il massetto si considera asciutto quando l’umidità non supera l’1,7% della sua massa anidra se in malta o cemento oppure lo 0,5% se il massetto è di anidride.
CONDIZIONI DEL MASSETTO Il massetto deve essere eseguito secondo le istruzioni del produttore del sistema riscaldante/raffreddante allo scopo di ottenere le migliori caratteristiche di compattezza e di
LA SEZIONE TIPICA DEL MASSETTO Battiscopa Giunto di dilatazione e perimetrale
Parquet Colla Massetto Tubi per riscaldamento/ raffrescamento Barriera Isolamento al vapore termico Schermo Strato di al vapore regolazione contenente gli impianti Solaio
Sezione del massetto
conduttività termica. È importante anche che sia posto in opera in modo da essere planare, sufficientemente liscio (ovvero ben rasato, ma scabro), compatto in tutto il suo spessore e con sufficiente durezza superficiale poiché non sono consigliabili interventi estesi di consolidamento, rasatura, livellamento, etc. È indispensabile la presenza della barriera o dello schermo al vapore tra lo strato di regolarizzazione contenente gli impianti e lo strato di isolamento termico. I tubi per il fluido riscaldante devono essere coperti da almeno 35 mm di massetto per permettere un’uniforme e non concentrata diffusione del calore. Uno spessore insufficiente del massetto o tubi troppo vicini alla superficie trasmettono un calore troppo concentrato, che accentua la formazione di fessurazioni nel parquet. Deve anche essere presente un giunto di dilatazione sia perimetrale sia in corrispondenza delle soglie delle porte tra i vari locali per non impedire le dilatazioni termiche del massetto. Durante la stesura del massetto, è opportuno che siano contrassegnate alcune posizioni nelle quali sia poi possibile eseguire le misurazioni di controllo del contenuto di umidità percentuale senza incorrere nel rischio di danneggiare (irrimediabilmente) l’impianto di riscaldamento. L’essicca-
Curve del benessere ambientale con vari tipi di impianti www.casaeclima.com n.77
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MITI DA SFATARE
zione naturale dei sottofondi nuovi deve essere completata con una messa a temperatura dell’impianto di riscaldamento/raffrescamento lasciandolo acceso per 3 settimane indipendentemente dalla stagione. In seguito, il medesimo dovrà essere tassativamente spento per 48 ore prima della messa in posa del parquet, ricordando che: ■■ la temperatura della superficie del parquet non deve in alcun caso superare ~ 22°C; ■■ la temperatura dell’acqua circolante non deve in alcun caso superare ~ 26-27°C; ■■ l’umidità dell’aria dovrà essere contenuta tra 45-65%; ■■ la temperatura dell’aria dovrà essere compresa tra 15°C-21°C; ■■ la serpentina deve essere installata a non meno di 35 mm dalla superficie del piano di posa. Il massetto va previsto con uno spessore complessivo di almeno 60 mm con i tubi di riscaldamento (e/o di raffreddamento) collocati almeno a 30 mm al di sotto della superficie del massetto. È anche importante ricordare che il massetto per il riscaldamento/raffreddamento a pavimento non ammette interventi successivi di rasature, consolidamenti e/o impermeabilizzazioni superficiali; pertanto, trascorso il tempo minimo di stagionatura a seconda del tipo di sottofondo, il massetto dovrà essere sottoposto al ciclo di riscaldamento/raffreddamento della durata di circa 15/20 giorni. Tale ciclo prevede una fase di riscaldamento graduale in cui la temperatura va aumentata di circa 10°C al giorno fino a portare l’impianto alla temperatura massima di esercizio (circa 30-35°C). Servirà una seconda fase di circa 10 giorni nei quali è mantenuta la temperatura massima allo scopo di scacciare l’umidità residua del massetto in eccesso rispetto al suo valore di equilibrio. Seguono una terza fase di tre giorni di raffreddamento graduale e un’ultima fase – della durata di almeno cinque giorni – per consentire la stabilizzazione del massetto a impianto spento prima della posa della pavimentazione in legno. Durante tutte queste fasi i locali dovranno essere mantenuti arieggiati in modo da consentire l’allontanamento dell’umidità che inevitabilmente si svilupperà.
LA POSA DEL PAVIMENTO DI LEGNO In linea di principio, i pavimenti di legno sono adatti per la posa su massetti riscaldanti/raffreddanti, purché siano composti con elementi di dimensioni limitate e di specie legnose stabili. Questo allo scopo di limitare l’ampiezza delle fessurazioni che si potrebbero formare nel tempo tra i singoli elementi della pavimentazione di legno. I valori d’isolamento termico del pavimento di legno sono dipendenti dallo spessore del legno, dalla metodologia di posa e – in minor grado – dalla specie legnosa. Di norma sono consigliati solo pavimenti completamente incollati e alcuni tipi di pavimenti galleggianti. Gli adesivi da impiegare devono mantenere nel tempo una sufficiente plasticità in grado di permettere i naturali movimenti del legno e dell’intero parquet (in questo caso accentuati in confronto con i parquet posati su massetti non riscaldanti) e devono essere specificatamente idonei per la posa su massetti riscaldanti/raffreddanti anche in funzione al tipo di massetto realizzato. Nel caso in cui il riscaldamento sia in funzione, occorre spegnerlo 48 ore prima di dare inizio alla posa in opera del parquet 52
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perché indurrebbe un repentino essiccamento del materiale e un suo conseguente ritiro, mentre è necessario che rimanga nel suo standard normale. Se sono stati predisposti dei punti di verifica dell’umidità residua del massetto (moto consigliato), il posatore subito prima della posa dovrà eseguire le prove per verificare l’adeguatezza del sistema per iniziare la posa in opera della pavimentazione lignea e, se gli esiti sono favorevoli (non superiore ai valori di 1,7% per i massetti cementizi o di leganti idraulici e 0,2% per quelli in anidride), si possono iniziare le successive fasi della posa. Se si deve posare il pavimento di legno preverniciato le operazioni si concludono così. Se invece il legno è grezzo si attenderà la completa presa dell’adesivo e la stabilizzazione del legno (il tempo varia da specie legnosa e spessore degli elementi), per poi procedere alla fase di stabilizzazione dell’impianto che prevede un ciclo di riscaldamento e raffreddamento graduale seguito dalla finitura (levigatura e trattamento superficiale) del pavimento in legno.
POSA INCOLLATA Normalmente nei massetti riscaldanti/raffreddanti non è ammessa l’esecuzione di rasature, consolidamenti generalizzati e impermeabilizzazioni superficiali. Solo nel caso di limitate irregolarità, previa accurata verifica delle situazioni, è ammesso l’intervento per le sistemazioni del caso, utilizzando prodotti idonei alle condizioni di esercizio previste. È sempre consigliabile l’applicazione di un idoneo appretto (primer) per migliorare l’aderenza degli adesivi usati. L’incollaggio deve essere eseguito su tutta la superficie, evitando zone vuote o parquet parzialmente incollati e prestando particolare attenzione a non incollare tra loro i fianchi degli elementi del parquet. Queste attenzioni sono importanti per limitare il rischio di vistose fessurazioni irregolari e di parziali distacchi di singoli elementi. Nella posa con adesivi in dispersione acquosa è preferibile utilizzare adesivi con basso contenuto di acqua per limitare eventuali deformazioni degli elementi del parquet e fare riferimento alle indicazioni fornite del produttore degli elementi lignei. Dopo la posa per incollaggio e il tempo richiesto dall’adesivo per sviluppare la propria presa, è consigliabile mettere nuovamente
in funzione il riscaldamento per alcuni giorni prima di iniziare la levigatura. Questo ha lo scopo di permettere l’assestamento del pavimento e la sua stabilizzazione prima della stuccatura e della verniciatura, riducendo l’eventuale formazione di fessurazioni durante l’esercizio. Dopo la posa e la finitura del pavimento e fino alla consegna dello stesso, è necessario garantire le condizioni climatiche di temperatura 15-22 °C e di umidità relativa dell’aria compresa tra 45-60%.
POSA GALLEGGIANTE Si esegue come su massetto non riscaldato. Nella valutazione della resistenza termica complessiva, va considerata la resistenza termica dello strato d’isolamento acustico (di circa 2,5 mm di spessore) di materiale espanso che va posto sotto il pavimento. Si ricorda che, in corrispondenza delle soglie delle porte tra i vari locali, va sempre posto un giunto di dilatazione da coprire con corretto profilo coprigiunto. Oltre a seguire attentamente le indicazioni fornite dal produttore per la posa in opera, è bene avere informazioni più dettagliate relative a stato e qualità degli elementi stratificati da posare su pavimenti radianti. Questo perché lo spessore del legno nobile e quello del supporto, il tipo di specie legnosa per lo strato nobile e i pannelli lignei utilizzati per il supporto, oltre all’adesivo utilizzato per aggrappare lo strato nobile al supporto e la vernice, sono fattori da non sottovalutare in quanto, anche se in diversa misura, entrano tutti nel calcolo della conducibilità e conduttività termica dell’elemento e quindi potrebbero anche essere non trascurabili concause dell’eventuale generarsi di difformità quali distorsioni di formato, cretti e distacchi tra lo strato di legno nobile e supporto.
TEMPERATURA, UMIDITÀ D’ESERCIZIO E PRECAUZIONI Finita la posa in opera è necessario attendere almeno due settimane prima di accendere il riscaldamento e, soprattutto, bisogna avere cura di alzare gradualmente e lentamente la temperatura di 5 °C al giorno, partendo da 5 °C per non provocare repentini sbalzi nel supporto che sono dannosi per qualsiasi tipo di pavimentazione a base di legno. Si ricorda che la posa in opera del parquet su massetti riscaldanti/raffreddanti può rappresentare un’operazione a rischio se non si rispettano tutte le necessarie precauzioni e verifiche preventive. Per quanto concerne la temperatura del pavimento riscaldante, ossia del massetto, per ragioni di stabilità dimensionale e di benessere, non deve mai superare i 26-27 °C per avere 24 °C sulla superficie del parquet ed evitare di coprire i pavimenti con tappeti o altri materiali isolanti termici. Infine, per garantire il mantenimento di un sufficiente equilibrio del contenuto di umidità del legno, allo scopo di prevenirne eventuali ritiri per essiccazione, con formazione di fessure tanto più larghe quanto più larghi sono gli elementi del parquet e quanto minore è la stabilità dimensionale della specie legnosa scelta, è particolarmente importante mantenere un’adeguata umidità relativa dell’aria (45-60%).
IL LEGNO E IL CAMBIO DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI È palese che se il rapporto legno-acqua-ambiente non è ideale nel legno si possono generare ritiri o rigonfiamenti a causa della perdita o assunzione di umidità. L’entità delle variazioni è anche condizionata dalle direzioni anatomiche del legno: longitudinale, radiale e tangenziale. Il legno, passando dallo stato fresco all’umidità normale del 10-12% (per le zone temperate), evidenzia un ritiro nell’ordine dello 0,2-0,3% in direzione longitudinale (detta anche assiale), del 2-3% in direzione radiale e del 4-6% in direzione tangenziale, ricordando che questi dati sono espressi in percentuale delle dimensioni allo stato fresco. La diversità tra i due limiti radiale e tangenziale è la causa principale della formazione degli spacchi sui tronchi abbattuti che non sono mantenuti adeguatamente umidi e delle fessurazioni, imbarcamenti e torsioni che invece si possono manifestare su tavole, listoni, tavolette e lamelle per parquet durante le fasi di stabilizzazione, posa e utilizzo del parquet. Il rapporto tra i due principali ritiri (o rigonfiamenti) è talvolta indicato con il termine “nervosità” ed è caratteristico di ogni specie legnosa ma, come altre proprietà del legno, questa può variare anche all’interno di una stessa pianta e, di conseguenza, anche da elemento a elemento,
RIASSUMENDO… La posa del parquet su massetti riscaldanti/rinfrescanti rappresenta sempre nella fase iniziale una condizione potenzialmente a rischio per il parquet a causa della naturale igroscopicità del legno e la potenziale “caduta di vapore acqueo” che, già contenuta nelle malte di posa, si disperderà gradualmente nelle fasi successive alla sua accensione. Il condizionamento idrotermico conseguente, non controllabile – se non con un’idonea progettazione eseguita con le dovute precauzioni – può portare a problemi più o meno grandi inducendo sensibili deformazioni dimensionali nei semilavorati di legno. Il legno è provvisto di un alto potere isolante e per questo potrà essere utilizzato anche in spessori ridotti (10-15 mm) allo scopo di attenuare l’effetto isolante rallentando il processo fisico di conduzione del riscaldamento allo strato d’aria. Qualunque sia il sistema radiante scelto, un altro importante requisito da tenere sotto controllo è la continuità morfologica dei vari elementi, mancando la quale viene meno il presupposto fisico indispensabile per lo svolgimento di una corretta conduzione del calore. Il caso vede specificamente interessati i pavimenti di legno flottanti, i quali, semplicemente appoggiati e isolati da uno strato soffice di posa, vedono ridurre la loro capacità radiante a causa dello strato d’aria interposta. Ogni pavimentazione radiante ha delle specificità caratteristiche che devono sempre essere verificate nella fase di progetto sia dell’impianto, sia del tipo di parquet da realizzare; il tutto sempre condiviso tra il posatore del parquet e l’essenziale e fattivo aiuto del termotecnico e dell’installatore dell’impianto riscaldante/raffreddante.
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MITI DA SFATARE
Resa indicativa di un impianto di riscaldamento- raffrescamento da listone a listone, nonché da tavoletta a tavoletta. Per esempio, se prendiamo un tronco allo stato fresco e lo sezioniamo longitudinalmente ricavandone tavole con le medesime dimensioni, dopo aver atteso l’equilibrio a valori di umidità prossimi al 12%, si può osservare che le varie tavole si sono comportate in maniera differente: quelle ricavate dalle zone più esterne (in prossimità della corteccia), subiscono deformazioni molto più consistenti di quelle riscontrabili sulle tavole corrispondenti alle zone più interne e vicine al midollo. Comportamento simile che traspare negli elementi di posa per parquet tra quelli a disegno fiammato ricavati da tagli su sezione tangenziale da quelli a disegno rigatino ricavati da tagli su sezione radiale. Tale comportamento è da relazionarsi alla diversa ampiezza dell’angolo formato dall’anello annuale rispetto ai lati degli elementi da posa, che permette al ritiro tangenziale, già naturalmente superiore al radiale, di agire su una maggiore superficie provocando deformazioni che comunemente si definiscono imbarcamenti o torsioni, causate dalla diversità tra il ritiro tangenziale rispetto a quello radiale del legno.
VANTAGGI E LIMITI DEL PARQUET SU PAVIMENTO RISCALDANTE L’impianto di riscaldamento/raffrescamento si basa sul principio base della circolazione di acqua calda a bassa temperatura dentro una serpentina di tubi annegati nel massetto di calcestruzzo del pavimento. La superficie del massetto raggiungerà la temperatura adeguata (26°C-27°C) e trasmetterà il calore per irraggiamento prima al legno e poi all’ambiente senza essiccare l’aria, ma trasmettendosi direttamente all’ambiente e alle persone, eliminando i cosiddetti moti convettivi dell’aria (generati dai radiatori tradizionali) che sollevano e trasportano la polvere e le particelle inquinanti oltre ad annerire le pareti. Poiché il riscaldamento è esteso a tutta la superficie del pavimento è anche scongiurata la formazione di muffe dovuta a fenomeni di condensazione per i ponti termici tra esterno e interno e, poiché su 54
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tutte le superfici la temperatura è più alta, a parità di comfort l’aria può essere mantenuta a temperatura più bassa e, con 18 °C, si ha il benessere dei 20 °C dei radiatori, con il vantaggio di risparmiare sui consumi (20-25%) mantenendo il giusto grado di umidità. Altri possibili vantaggi sono l’eliminazione dei radiatori per lasciare più libertà nell’arredo e, data la bassa temperatura d’esercizio, la possibilità di impiegare energie alternative come la pompa di calore, l’acqua calda di falda o quella industriale di recupero in particolari zone. A causa dell’inerzia termica che condiziona i tempi di avvio e distacco, questi impianti non sono prettamente adatti per gli ambienti per i quali sono richiesti frequenti interruzioni di riscaldamento. Con gli impianti di riscaldamento/raffrescamento si ha anche un altro efficace vantaggio, ossia quello di ottenere il riscaldamento in inverno e il raffrescamento in estate. Nel circuito, infatti, anziché acqua calda può essere immessa acqua raffreddata da un refrigeratore che, rispetto al condizionatore a parete, non genera flussi diretti di aria fredda, ma una diffusione omogenea del fresco in tutto l’appartamento. La doppia funzione di riscaldare e raffrescare può essere ottenuta anche con un impianto di climatizzazione che ha radiatori ad aria fredda o calda (ventilconvettori) collegati alla centrale refrigerante e alla pompa di calore o alla caldaia vera e propria. Al cambio di stagione basta convertire la funzione. Certamente il pavimento radiante/raffrescante è uno dei sistemi di riscaldamento preferiti dal nostro organismo anche se nei suoi confronti esiste ancora una generale diffidenza, nonostante gli inconvenienti del passato siano stati risolti e rispetto agli altri sistemi presenti vantaggi funzionali ed economici sintetizzabili in maggiore omogeneità di temperature nei diversi locali, minime correnti ascensionali di aria calda, meno polvere in circolo, libertà di arredamento per la mancanza di radiatori e risparmio energetico. Però, in questa situazione, non si deve dimenticare che gli elementi lignei da posa, siano essi grezzi o prefiniti, massicci o a più strati, hanno i fisiologici e naturali limiti derivanti dalla particolare e complessa struttura morfologica che caratterizza il legno e che, di conseguenza, se negli ambienti non vi è un adeguato sistema di umidificazione/deumidificazione ambientale collegato all’impianto di riscaldamento/raffrescamento, non si può pretendere che durante i passaggi da caldo a freddo e viceversa, e durante il mantenimento della temperatura desiderata in inverno o in estate, il parquet rimanga inalterato. Il verificarsi di qualche limitata fessura, capillari, cretti o sganciamenti è sempre possibile, anche se il parquet è stato posato nel rispetto di tutte le regole. Se poi non si sono adeguatamente rispettate tutte le regole per la preparazione dell’impianto, eseguito l’acclimatarsi degli ambienti, la verifica del massetto e debitamente eseguite tutte le fasi di posa in opera e verificata la qualità e tipologia degli elementi lignei, è più che naturale aspettarsi il generarsi di difformità ben più gravi, quali ad esempio: distacchi più o meno visibili accompagnati da sollevamenti, nonché distacco dello strato nobile (se l’elemento ligneo è multistrato), dislivelli, dentellature e limitate ma visibili carenze di planarità. Ma tutto ciò può essere facilmente limitato e anche evitato, basta: ■■ non avere fretta; ■■ posare con cura;
dare al legno il tempo di adattarsi al mutarsi delle condizioni idrotermiche ambientali; ■■ rispettare tutte le direttive, specifiche e istruzioni fornite dai produttori; ■■ non pretendere di avere ambienti molto riscaldati o raffreddati senza tarare adeguatamente il contenuto % di umidità ambientale. Da quanto scritto, si può dedurre che il rapporto tra impianto di riscaldamento/raffreddamento e pavimento/parquet/legno è possibile e auspicabile con il consenso della temperatura e dell’umidità ambientale se queste sono mantenute negli intervalli adeguati (°C 18-21/ u.r.a. 45-60%) e sempre che si sappia, si accetti e si sia coscienti che: ■■ per evitare il generarsi di difetti (a volte non ripristinabili), occorre sempre verificare i valori dei vari elementi e controllare che il rapporto legno/umidità sia idoneo e corretto in funzione delle condizioni climatiche rilevate nell’ambiente; ■■ il legno tende “sempre” a muoversi, e quindi è sempre utile considerare preventivamente le dilatazioni o i restringimenti che nel tempo facilmente si generano; ■■ il continuo variare della temperatura, dell’umidità relativa ambientale e dell’esposizione alla luce determinano il diverso modo di comportarsi del legno e degli elementi lignei; ■■ per evitare il più possibile il formarsi di difformità non alterare l’equilibrio idrometrico e ambientale che si è realizzato con innovazione tecnologica e tanta fatica; ■■ qualche sporadica leggera alterazione/deformazione sul parquet può sempre succedere, se non altro perché il legno è bello, è caldo, è traspirante ed è tollerante, ma non è omogeneo e perfetto: anche lui ha i suoi limiti fisiologici che però lo rendono unico. ■■
LEGNO E PANNELLI A BASE DI LEGNO Legno massiccio e pannello compensato
Pannello di particelle di legno
Pannello di fibra di legno
MASSA VOLUMICA MEDIA (ρ) con 12% di umidità [kg/m3] *
CONDUTTIVITÀ TERMICA λ [W/(m K)] **
300
0,09
500
0,13
700
0,17
1.000
0,24
300
0,10
600
0,14
900
0,18
400
0,10
600
0,14
800
0,18
SOLUZIONI DI VALORE PER IL COMFORT ABITATIVO Il legno è sempre più materiale di eccellenza nel mondo del design e dell’edilizia, perché incontra le esigenze di una clientela attenta alla qualità dei contesti abitativi, all’insegna del benessere, della sicurezza e dell’impatto ambientale a cura di Alessandra Mecca
SISTEMA DI POSA MODULARE PER PARQUET Il nuovo sistema di posa Clip Up System di Parchettificio Garbelotto è destinato a cambiare la posa dei pavimenti in legno flottanti grazie a un sistema di clip che si inseriscono nella fresatura realizzata sotto alle tavole dei prefiniti. Il prodotto - in attesa di brevetto - ha il vantaggio di rendere il pavimento in legno completamente ispezionabile: le tavole possono essere rimosse anche singolarmente e sostituite in poco tempo. È possibile anche rimuoverle tutte e posarle in un altro ambiente. Inoltre, questo sistema di posa rende da subito usufruibile il pavimento. Clip Up System è perfetto sia per ambienti residenziali sia pubblici, come hotel, ristoranti, aeroporti e musei.
Note * Per la masse volumiche non indicate in tabella, il valore di λ può essere ricavato per interpolazione. ** Valore di progettazione Conduttività termica relativa alla massa volumica media legno e pannelli a base legno (Estratto dalla norma EN 12.524:2000)
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MITI DA SFATARE APPLICAZIONE Davines ha scelto il Parchettificio Garbelotto per i pavimenti in legno del suo nuovo headquarter di Parma, il Davines Village. Esteso su un’area di oltre 75.000 mq, presenta moderne casette di ferro e vetro raccolte intorno a un giardino impegnato come parte botanico-farmaceutica per la ricerca e come area dedicata alla biodiversità agricola e ambientale. Qui si inserisce il progetto di Matteo Thun (Matteo Thun & Partners) che ha ideato la “Casa della bellezza sostenibile”, con una zona dedicata alla formazione, al reparto R&D, all’impianto di produzione e alla serra, cuore del progetto sostenibile. Per i pavimenti sono stati posati 3.000 mq di Rovere colore a campione con posa Clip Up System e rivestite sei scale con la stessa finitura. Il sistema è caratterizzato da clip in acciaio armonico che permettono la sostituzione di singole tavole in modo semplice e veloce, garantendo la massima sostenibilità possibile. www.garbelotto.it | www.clipup.it
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Conducibilità termica delle specie legnose Famiglia
Areale di Crescita
Massa Volumica media Con umidità 12% - 15% ρ = [Kg/m3]
Conducibilità Termica λ = [W/(mK)]
Abies Alba
Conifera
Europa; America; Asia
470
0,13
Picea Abies
Conifera
Europa
450
0,13
670
0,13
Specie Legnosa
Nome Botanico
Abete Bianco Abete Rosso Acero
Acer Saccarium
Latifoglia
Europa; America
Acero America
Acer Saccharum
Latifoglia
Nord America
600
0,13
Acero montano
Acer Pseudoplatanus
Latifoglia
Europa; America
670
0,13
Afrormosia
Afromosia Elata
Latifoglia
Africa
760
0,17
Balsa
Ochroma Lagopus
Latifoglia
Sud America
200
009,
Betulla
Betula Alba
Latifoglia
Europa;Asia; America
650
0,13
Cabreuva
Myrocarpus Frondosus
Latifoglia
Sud America
850
0,17
Castagno
Castanea Sativa
Latifoglia
Europa
850
0,17
Prunus Avium
Latifoglia
Europa;Asia; America
620
0,13
Prunus Serotina
Latifoglia
Nord America
600
0,13
Cipresso
Cupressus Sempervirens
Latifoglia
Europa; Asia
620
0,13
Cirmolo
Pinus Cembra
Conifera
Europa; America
580
0,13
Coiguè
Nothofagus Dombeyi
Latifoglia
Sua America
650
0,13
Doussiè
Afzelia Bipindensis
Latifoglia
Africa
800
0,17
Ebano
Dalbergia Melanoxylon
Latifoglia
Africa
1.200
0,24
Faggio
Fagus Selvatica
Latifoglia
Europa
750
0,17
Frassino
Fraxinus Excelsior
Latifoglia
Europa; America
720
0,17
Guatambù
Baldfourodendron Riedeli.
Latifoglia
Sud America
650
0,13
Hickory
Carya Ovata
Latifoglia
Nord America
800
0,17
Ipe
Tabrebuia Serratifolia
Latifoglia
Sud America
850
0,17
Iroko
Chlorophora Excelsa
Latifoglia
Africa
660
Jatobà
Hymennaea Courbaril
Latifoglia
Centro Sud America
750
0,17
Larice
Larix Decidua
Conifera
Europa
650
0,13
Merbau
Intisa Bijuga
Latifoglia
Asia
650
0,13
Mogano
Khaya Ivorensis
Latifoglia
Africa
650
0,13
Ciliegio Ciliegio Usa
CALORE NATURALE
Conducibilità termica delle specie legnose Famiglia
Areale di Crescita
Massa Volumica media Con umidità 12% - 15% ρ = [Kg/m3]
Conducibilità Termica λ = [W/(mK)]
Guibourtia Arnoldiana
Latifoglia
Africa
760
0,17
Juglans Regia
Latifoglia
Europa
720
0,17
Aucoumea Klaineana
Latifoglia
Africa
450
Olivo
Olea Europea
Latifoglia
Europa
950
0,17
Olmo
Ulmus Montana
Latifoglia
Europa;Asia; America
620
0,13
Ontano
Alnus Incana
Latifoglia
Europa; America;
520
0,13
Paduka
Pterocarpus Soyauxii
Latifoglia
Africa
740
0,17
Classica è la collezione parquet di Listone Giordano dedicata a coloro che amano vivere la naturale eleganza del legno. Il risultato è un pavimento in Rovere certificato che offre l’abbraccio caloroso della sua naturalezza e i richiami della sua nobile origine, conservando però uno spirito fresco e moderno. Classica si caratterizza per la grandissima varietà di toni colore, formati, finiture e geometrie di posa, consentendo la più ampia personalizzazione. Il pavimento in legno si può posare in tutta tranquillità su sottofondi riscaldati, perché più efficienti in termini di trasmittanza termica.
Palissandro
Dalbergia Baroni
Latifoglia
Africa; Asia
1.000
0,24
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Panga Panga
Milletia Stuhlmannii
Latifoglia
Africa
700
0,17
Pini domestico
Pinus Pinea
Conifere
Europa;Asia; America
620
0,13
Pino
Pinus Sylvestris
Conifera
Europa;Asia; America
600
0,13
Pino d’Aleppo
Pinus Halepensis
Conifera
Europa
810
0,17
Pino marittimo
Pinus Pinaster
Conifera
Europa;Asia; America
620
0,13
Pino silvestre
Pinus Sylvestris
Conifera
Europa;Asia; America
550
0,13
Pioppo
Pupulus
Latifoglia
Europa;Asia; America
400
0,09
Platano
Platanus Orientalis
Latifoglia
Europa; America
690
Robinia
Robinia Pseudoacacia
Latifoglia
Europa; America
790
0,17
Rovere
Quercus Petrae
Latifoglia
Europa; America
750
0,17
Salice
Salix Alba
Latifoglia
Europa; America
450
0,09
Sucupira
Bwdichia – Diplotropis
Latifoglia
Sud America
850
0,17
Tasso
Taxux Boccata
Latifoglia
Europa; America
760
0,17
Taurì
Couratari
Latifoglia
Sua America
650
0,13
Teak
Tectona Grandis
Latifoglia
Asia
650
0,13
Tiglio
Tilia Plathyphylla
Latifoglia
Europa; Asia
650
0,13
Wengè
Milletia Laurentii
Latifoglia
Africa
680
0,13
Cariniana Spp.
Latifoglia
Sud America
550
0,13
Specie Legnosa Mutenye Noce Okoumé
Yesquero
Nome Botanico
SEGUE A PAGINA 58
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MITI DA SFATARE COMFORT IN BAGNO E CUCINA Un pavimento posato anche in bagno e in cucina realizza una superficie unica, di ampio respiro. Questo progetto vede protagonista una superficie in legno dal carattere opaco e naturale, vellutato al tatto grazie all’applicazione della finitura Invisible Touch. Considerate le prestazioni di stabilità e alta protezione delle finiture, si può utilizzare anche in bagno e cucina. Anzi, sono proprio questi gli ambienti della casa dove il pavimento in legno è più godibile. La bellezza di questo pavimento in legno, inoltre, può essere apprezzata anche a piedi nudi. Listone Giordano è stato utilizzato in questa residenza privata in accostamento a un moderno sistema di riscaldamento radiante a bassa temperatura, avendo sempre cura che la temperatura superficiale del legno non superi i 29 °C, così come prescritto dalle vigenti normative tecniche.
Norme tecniche vigenti per gli impianti di riscaldamento a pavimento N° Norma Tecnica
Titolo
Sommario
UNI EN 12641:1999
Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti Definizioni e simboli
La norma specifica le principali definizioni e i relativi simboli, inerenti gli impianti di riscaldamento a pavimento, alimentati ad acqua calda, utilizzati in edifici residenziali o similari. Essa non si applica a impianti di riscaldamento con pavimento di legno, mentre può essere utilizzata nel caso in cui vengano utilizzati altri mezzi riscaldanti al posto dell’acqua.
UNI EN 1264-2:1999
Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti Determinazione della potenza termica.
La norma specifica i procedimenti e le condizioni per determinare l’emissione areica di un impianto di riscaldamento a pavimento ad acqua calda, in funzione dello scostamento della temperatura aria-acqua riferita agli impianti tradizionali.
UNI EN 1264-3:1999
Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti Dimensionamento
La norma si applica agli impianti di riscaldamento a pavimento ad acqua calda come definiti nella UNI EN 1264.
UNI EN 12644:2003
Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti Installazione
La norma si applica agli impianti di riscaldamento a pavimento alimentati ad acqua calda come definito nella EN 1264-1:1997. Essa specifica i requisiti uniformi per la progettazione e la costruzione di strutture riscaldanti a pavimento per garantire che l’impianto di riscaldamento sottostante sia idoneo alla particolare applicazione. La norma specifica soltanto i requisiti particolari che dipendono dal riscaldamento a pavimento. Non è applicabile agli altri elementi che compongono tutte le strutture a pavimento (riscaldanti o meno).
UNI EN ISO 7730:2006
Ergonomia degli ambienti termici - Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale
La norma presenta metodi per prevedere la sensazione termica globale e il grado di disagio (insoddisfazione termica) delle persone esposte in ambienti termici moderati. Essa consente la determinazione analitica e l’interpretazione del benessere termico mediante il calcolo del PMV (predicted mean vote - voto medio previsto) e del PPD (predicted percentage of dissatisfied - percentuale prevista di insoddisfatti) e dei criteri di benessere termico locale, fornendo le condizioni ambientali considerate accettabili per il benessere termico globale così come quelle che rappresentano il disagio locale. Essa è applicabile a uomini e donne in buona salute esposti ad ambienti chiusi nei quali si cerca di raggiungere il benessere termico, ma nei quali si hanno leggere deviazioni da quest’ultimo, nella progettazione di nuovi ambienti o nella valutazione di quelli esistenti.
Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica
La norma specifica: ■ i parametri relativi all’ambiente interno che influiscono sulla prestazione energetica degli edifici; ■ la modalità per definire dei parametri di input relativi all’ambiente interno per la valutazione dell’edificio inteso come sistema e per i calcoli della prestazione energetica; ■ i metodi per la valutazione a lungo termine dell’ambiente interno ottenuta, a partire dal calcolo o da risultati di misure;- i criteri di misurazione che potrebbero essere utilizzati, se necessario, per valutare la conformità per mezzo di un’ispezione; ■ i parametri da utilizzare ed esporre negli ambienti interni negli edifici esistenti; ■ il modo in cui le diverse categorie di criteri relativi all’ambiente interno possono essere utilizzate, anche se non impone i criteri che devono essere utilizzati. La norma si applica essenzialmente agli edifici non industriali per cui i criteri relativi all’ambiente interno sono definiti dall’occupazione umana, in cui l’attività produttiva o di processo non abbia un impatto sostanziale sull’ambiente interno. La norma è applicabile ai tipi di edificio seguenti: abitazioni individuali, condomini, uffici, scuole, ospedali, alberghi e ristoranti, impianti sportivi, edifici ad uso commerciale all’ingrosso e al dettaglio.
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UNI EN 15251:2008
58
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Norme tecniche vigenti per i sistemi di pavimentazione di legno e parquet N° Norma Tecnica
Titolo
UNI EN 14761:2006
Pavimentazioni di legno - Parquet di legno massiccio - Lamelle posate di testa, lamelle posate di fianco e a cassero regolare
La norma specifica le caratteristiche del parquet di legno massiccio con lamelle posate di testa, di fianco e a cassero regolare.
UNI EN 14293:2006
Adesivi - Adesivi per incollare il parquet al pavimento - Metodi di prova e requisiti minimi
La norma specifica metodi di prova per valutare adesivi per legare parquet e legni similari per pavimentazioni al sottostante pavimento. Specifica inoltre i requisiti minimi di resistenza al taglio e alla trazione da superare con questi adesivi, così come determinare la resistenza nel tempo.
UNI EN 13647:2004
Parquet e pavimentazioni di legno e rivestimenti interni ed esterni di pareti con La norma specifica metodi di misurazione delle caratteristiche geometriche per parquet elementi discontinui di legno - Determinazione e pavimentazioni di legno e rivestimenti interni ed esterni di pareti con elementi discontinui di legno. delle caratteristiche geometriche
UNI EN 13488:2004
Pavimentazioni di legno - Parquet mosaico
UNI EN 13442:2003
Parquet e pavimentazioni di legno e La norma specifica un metodo di prova per determinare la resistenza della superficie di Parquet e rivestimenti interni ed esterni di pareti con pavimentazioni di legno e rivestimenti interni ed esterni di pareti con elementi discontinui di legno, a una lista elementi discontinui di legno - Determinazione predeterminata di agenti chimici con i quali la superficie può venire a contatto durante il periodo di esercizio. della resistenza agli agenti chimici
UNI 11265:2007
Pavimentazioni di legno - Posa in opera Competenze, responsabilità e condizioni contrattuali
La norma individua le competenze e gli oneri dei diversi operatori che intervengono nel processo di realizzazione di pavimenti di legno. La norma si applica alle pavimentazioni di legno (parquet) come definite dalla UNI EN 13756. La norma non si applica agli interventi da eseguire su pavimentazioni esistenti.
UNI EN 1534:2002
Parquet e pavimentazioni di legno Determinazione della resistenza alla penetrazione (Brinell) - Metodo di prova
La norma specifica un metodo, derivato dalla prova Brinell, per determinare la resistenza alla penetrazione nei rivestimenti in legno per pavimentazioni (incluso il parquet).
UNI EN 1533:2002
Parquet e pavimentazioni di legno Determinazione delle proprietà a flessione - Metodi di prova
La norma specifica due metodi per la determinazione delle proprietà a flessione dei rivestimenti in legno per pavimentazioni (incluso il parquet): un metodo con una linea di carico statico e un metodo con un punto di carico statico. Il metodo si applica ai rivestimenti in legno per pavimentazioni (incluso il parquet) installati su di un supporto discontinuo e quindi che assumono funzioni portanti del carico statico.
Sommario
La norma specifica le classi di aspetto, le dimensioni e le altre caratteristiche relative al parquet mosaico per pavimentazioni interne.
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PROGETTAZIONE
Climatizzazione di un albergo diffuso in contesto vincolato Le condizioni di partenza per il recupero architettonico del rione “Sasso Caveoso” di Matera erano particolarmente sfidanti, ma anche grazie al contributo di Daikin il borgo storico è stato completamente riqualificato ed è stato realizzato un hotel diffuso a cinque stelle FEDERICA ORSINI 60
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I
l progetto generale ed esecutivo dell’Aquatio Cave Luxury Hotel & SPA di Matera, costituito da 35 camere distribuite su sei livelli, è stato guidato dall’architetto Cosimo Dell’Acqua. Il contesto altamente vincolato ha richiesto un attento lavoro da parte dei progettisti per provvedere, oltre al recupero degli ambienti, alla loro climatizzazione. Sono state pertanto utilizzate tecnologie e innovazioni che potessero essere integrate nell’architettura, minimizzando l’impatto visivo e acustico, e che potessero rispondere alle diverse esigenze in tema di controllo dell’umidità e comfort ambientale.
IL CONTESTO E IL FIL ROUGE DEL PROGETTO
UNA STRUTTURA NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ La parte più bassa del complesso ospita la reception, il ristorante, la sala colazioni, la sala meeting, il centro benessere. L’ingresso si apre su due ampi slarghi che anticamente erano dei vicinati. Il progetto, coerentemente con la loro antica funzione, ha mantenuto il carattere di convivialità dei luoghi, attraverso l’area relax, ristorazione e le numerose piazzette di incontro. Dalla reception è possibile accedere direttamente ai vari livelli della struttura attraverso un ascensore ricavato nella roccia oppure attraverso un percorso pedonale che costituisce sia un collegamento diretto al coperto tra le camere e la parte pubblica della struttura, sia uno spazio necessario per garantire un’aerazione naturale delle camere in grotta e ridurre il fenomeno dell’umidità. Le camere, presenti prevalentemente nella parte alta della struttura, sono tutte dotate di sistemi di illuminazione che creano una luce piacevole, soffusa, discreta, ma funzionale, grazie a corpi illuminanti incassati a pavimento.
“
Per ovviare al problema di sistemare all’interno di questo borgo i macchinari e le strumentazioni necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati, le unità esterne degli impianti di climatizzazione sono posizionate in punti differenti della struttura e sono mimetizzate con mascheramenti che riducono l’impatto visivo e acustico
LE PROBLEMATICHE PER LA CLIMATIZZAZIONE
“
COSIMO DELL’ACQUA, Direttore del progetto generale ed esecutivo di Aquatio
Quando è stato deciso il recupero del luogo, con il coinvolgimento di Daikin per garantire la salubrità e il comfort ambientale, le problematiche da affrontare erano di diverso tipo: ■■ termiche, in quanto le caratteristiche peculiari dei locali da trattare richiedevano la totale indipendenza delle unità interne con la necessaria integrazione architettonica; ■■ di qualità dell’aria interna, dovuta alla riduzione delle aperture verso l’esterno che rendevano necessaria un’adeguata ventilazione dei locali; ■■ igrometriche, per la tipologia strutturale con ambienti ricavati dentro la roccia viva che hanno richiesto una valutazione attenta del benessere termo/igrometrico.
Climatizzazione invisibile Allo scopo di minimizzare l’impatto estetico degli elementi dell’impianto di climatizzazione sono stati adottati degli schermi bianchi per l’alloggiamento di terminali, che ricordano nel colore il latte di calce con cui i materani sanificavano gli interni delle loro abitazioni-grotta. Tali schermi sono elementi funzionali alla distribuzione degli spazi e degli impianti, inseriti con la volontà di evitare
Aquatio è frutto di un recupero realizzato ispirandosi alla natura stessa della pietra, scolpita e plasmata dall’opera millenaria di erosione da parte delle gocce d’acqua che nel corso del tempo hanno scavato i banchi di calcarenite, modellando il paesaggio e rendendolo così unico nel suo genere – tanto da permettere alla città di entrare a far parte del patrimonio dell’Unesco (1993) e di essere nominata Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019. Le abitazioni dei primi abitanti di Matera, risalenti al periodo Neolitico, erano grotte scavate per mano dell’uomo, ricavate all’interno della calcarenite, fatte di spazi fluidi tra loro comunicanti e autoportanti (da qui la definizione di città ad architettura negativa). Le “case Palazziate” nascono per successive evoluzioni delle grotte utilizzate come cave a chilometro zero. Il materiale estratto, infatti, trasformato poi in blocchi regolari, veniva impiegato nella costruzione di muri in elevazione e di impalcati voltati. Sorgono così le abitazioni su più livelli: i tetti delle case diventano le strade per accedere ai livelli superiori, tutto si fonde e si mescola in un ecosistema dove gli elementi architettonici sono funzionali al sistema dei collegamenti pedonali e dove l’acqua costituisce l’elemento naturale parallelo, raccolto dal cielo e convogliato all’interno di cisterne. SEGUE A PAGINA 62
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PROGETTAZIONE
IL “RIONE CONCHE” E LE CISTERNE SOTTERRANEE
Il “Rione Conche” in cui sorge Aquatio prende il suo nome dalla presenza di “conconi” nei quali l’acqua ristagnava formando delle piccole piscine, trasformate poi in cisterne. Il sistema ha smesso di funzionare negli anni ‘50 con l’abbandono delle attività che concorrevano a mantenere l’equilibrio tra la presenza umana e quella dell’acqua. Da qui, l’assenza di ventilazione e la presenza di umidità hanno permesso all’acqua, non più correttamente raccolta, di infiltrarsi per riconquistare i luoghi sottratti dall’uomo. Per questo motivo, la prima fase del progetto ha richiesto un lungo intervento di restauro e risanamento conservativo su una superficie complessiva di circa 5.000 m2, durato quasi 8 anni.
che le necessità impiantistiche andassero a intaccare la superficie delle pareti e delle volte presenti nei locali prevalentemente scavati. A tal fine gli impianti sono stati realizzati tutti sotto-quota pavimento; ad esempio un’ampia botola, coperta con palanche di legno recuperate dal cantiere e posta all’ingresso del ristorante, nasconde la presenza di un vano tecnico.
Un impianto unico per tutte le esigenze Data la particolarità applicativa, è stato scelto un sistema centralizzato ad espansione diretta VRV, con minimizzazione delle apparecchiature esterne per garantire la riduzione dell’impatto visivo, e una tecnologia a recupero di calore con produzione integrata di acqua calda sanitaria costituita da un unico impianto per far fronte a tutte le esigenze termo/frigorifere della struttura, al fine di garantire l’indipendenza della modalità di funzionamento di ogni singolo locale.
Qualità dell’aria Vista l’assenza di spazi tecnici per l’installazione di pannelli solari termici, la fonte rinnovabile – la cui integrazione è richiesta a livello normativo – è comunque assicurata dal sistema di recupero del calore di condensazione delle unità in raffrescamento e riscaldamento dell’acqua ad uso sanitario, con un conseguente sensibile risparmio energetico. Per supplire alla necessità di integrazione architettonica e tecnologica dei terminali ambiente, sono state utilizzate unità interne fan coil a pavimento da incasso con rivestimento realizzato in armonia con gli arredi delle camere, mentre per garantire la qualità dell’aria sono stati impiegati recuperatori di calore entalpici e macchine per la ventilazione meccanica controllata che consentono l’immissione controllata della corretta portata di aria di rinnovo con recupero energetico sull’aria espulsa. In particolare, per il benessere termo-igrometrico è stata adottata una soluzione di compromesso data l’impossibilità di inserire sistemi di trattamento aria in un contesto architettonico caratterizzato dall’assenza di spazi per il posizionamento di apparecchiature e canalizzazioni ingombranti. Il recuperatore di calore in funzionamento invernale consente così l’immissione di aria con minore umidità assoluta, mentre in funzionamento estivo permette l’introduzione di un giusto grado di umidità assoluta in abbinamento alle caratteristiche deumidificanti delle unità.
I TERMINALI D’IMPIANTO sono stati forniti senza alcun rivestimento per poter essere inseriti in una nicchia o in un muro e coperti a piacimento, in armonia con gli arredi della struttura, oppure rivestiti con dei mobiletti esterni disegnati da Simone Micheli 62
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LE UNITÀ ESTERNE DEGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE sono posizionate in punti differenti della struttura e mimetizzati con mascheramenti per ridurne l’impatto visivo e acustico
LA CENTRALE DI TRATTAMENTO ARIA per il centro benessere è inserita in un iconico elemento architettonico posto al bordo della vasca
IL PARERE DI... “Negli ultimi anni si sta assistendo a un boom di ristrutturazioni alberghiere. È facile lavorare nel nuovo, molto più difficile quando si tratta di applicazioni in edifici storici, nelle città d’arte. Nel caso del progetto Aquatio ci siamo subito resi conto che sarebbe stata una vera e propria sfida sotto il punto di vista delle strutture – tutte vincolate – posizionare le macchine e inserire all’interno dell’edificio tutto ciò che serve per farle funzionare, senza tralasciare aspetti quali l’efficienza energetica, la quota rinnovabile e il rispetto delle normative. Riteniamo di aver raggiunto tutti gli obiettivi che, con il progettista e i tecnici coinvolti, ci eravamo prefissati in termini di comfort, integrazione architettonica, efficienza e rispetto dei vincoli”.
Arch. Cosimo Dell’Acqua Direttore del progetto generale ed esecutivo “Tante sono state le difficoltà nel realizzare questa struttura ricettiva, legate sostanzialmente all’aspetto impiantistico. Quando siamo intervenuti per portare questi luoghi a condizioni di comfort e benessere di alta qualità, abbiamo riscontrato tre difficoltà: una legata all’umidità relativa all’interno di questi luoghi, la seconda legata alla temperatura perché alcuni spazi – ricordiamoci – sono completamente ricavati nella roccia, e un terzo problema legato alla ventilazione: questi luoghi si inoltrano per decine e decine di metri e immaginatevi quanto sia difficoltoso anche il ricambio dell’aria. Per garantire il comfort abbiamo optato per un impianto VRV a recupero di calore, che rende indipendente ciascun ambiente e garantisce un’elevata deumidificazione, consentendo il funzionamento in riscaldamento anche d’estate, per quei locali più scavati all’interno della roccia”.
“
Daikin non sviluppa il progetto nella sua interezza. La nostra è un’attività di consulenza verso i progettisti locali. Siamo strutturati con un centro di back office che sviluppa in maniera esecutiva gli schemi d’impianto realizzati in collaborazione con le entità esterne e autonome di progettazione. Il front office è invece costituito da 11 persone a copertura di tutto il territorio che curano le attività sul campo
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Ing. Giuseppe Manchisi Sales Engineer Daikin Air Conditioning Italy
GIUSEPPE MANCHISI, Sales Engineer Daikin Air Conditioning Italy
Ing. Giuseppe Manchisi Sales Engineer Daikin Air Conditioning Italy “Una delle esigenze a cui abbiamo lavorato, stanti i consumi importanti della struttura, è stata quella di selezionare un impianto che permettesse di ottenere il massimo delle prestazioni e, non ultima, la possibilità di integrazione con fonti rinnovabili. Grazie alla produzione simultanea di riscaldamento e raffrescamento, è possibile recuperare il calore di condensazione che proviene dai terminali che stanno raffrescando gli ambienti e, anziché buttarlo via, utilizzarlo per riscaldare l’acqua sanitaria. In questo modo si riesce a ottemperare, senza alcuna deroga, alla richiesta di produzione del 50% di acqua calda tramite fonti rinnovabili”.
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GREEN BUILDING
INFORMAZIONE DALLE AZIENDE
Telecomunicazioni, la “svolta green” di alcuni operatori di settore
Titular
Da Delta soluzioni per la riduzione dei consumi energetici e dell’impatto ambientale dovuto a un utilizzo altamente consumistico di energia. I case study di TIM, Vodafone e Telefonica
I BEMS GENERANO:
BOX 1
integrazione di primo livello: BEMS e controllo remoto I/O, sensori, sistema di supervisione, misuratori di potenza; ■■ integrazione di secondo livello: BEMS e sistemi di sicurezza (antintrusione, antincendio, videosorveglianza, controllo accessi) e prodotti di rete (switch, router, gateway); ■■ integrazione di terzo livello: BEMS e nuove opportunità sostenibili quali fotovoltaico, LED, ricariche per veicoli elettrici, storage, energie rinnovabili. AUTOR ■■
Subtitular
Datos
N
on c’è sviluppo economico senza sostenibilità ambientale. Se ne parla ormai ovunque e ce lo ricorda l’Agenda 2030 sottoscritta nel 2015 da tutti i Paesi ONU, Italia compresa. In questa sfida, l’edilizia gioca certamente un ruolo importante. Occorre cambiare la progettazione degli edifici; trasformare, per quanto possibile, quelli esistenti e modificare la loro gestione e manutenzione, attivando un processo di profonda integrazione tra elementi passivi (involucro) e attivi (impianti). La nuova frontiera è rappresentata da edifici a basso impatto ambientale, i cosiddetti nZEB (nearly Zero Energy Building), e da una gestione automatizzata di tutti i complessi a uso direzionale, che prevede un’ottimizzazione dei consumi e l’utilizzo degli spazi in un’ottica di domotica 4.0. Il futuro punta a smart buildings in grado di dialogare tra loro e costruire le smart cities, fonti per la produzione di big data.
GLI STRUMENTI DEL CAMBIAMENTO Per virare verso la sostenibilità occorrono mezzi e menti lungimiranti. Energie rinnovabili, illuminazione LED, fotovoltaico, sistemi HVAC (riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria) ad alta efficienza, sistemi di gestione e di accumulo di energia, data center, colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, videosorveglianza e sistemi di controllo dell’automazione degli edifici sono alcune delle www.casaeclima.com n.77
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CASE STUDY
innovazioni messe in campo da aziende come Delta, votate a un consumo globale sostenibile dell’energia.
IL CASO DELTA
LA STRADA DELL’IOT In un contesto che vede lo sviluppo di città sempre più sostenibili e che sfruttano i vantaggi dell’Internet of Things per creare microgrid efficienti, Delta è in grado di fornire soluzioni efficienti per la gestione dell’energia. Idilio Ciuffarella, General Manager “Smart Building” Delta EMEA spiega: “Oggi sentiamo spessissimo parlare di IoT e, a volte, è anche complicato capire cosa voglia dire. Per noi della Building Automation, l’Internet delle cose è un’autostrada informatica, una struttura di sensori, come per esempio temperatura, pressione, umidità, che vengono installati in diversi ambienti dell’edificio e che costruiscono la rete che può catturare le informazioni. Le informazioni vengono poi convogliate all’interno dei sistemi di controllo che permettono di attuare decisioni particolari, normalmente ciò avviene a livello di condizionamento e di illuminazione perché l’energy saving si sviluppa, specialmente negli edifici, su questi due componenti. Quindi l’IoT permette di risolvere quelle problematiche importanti come l’eccessivo consumo degli edifici”.
CASE STUDY TIM, Vodafone e Telefonica sono l’esempio del restyling in chiave green attuata dagli operatori delle telecomunicazioni, un settore altamente energivoro. A questo cambiamento di rotta, Delta ha contribuito fornendo BEMS e soluzioni specifiche per la riduzione dei consumi di energia e dell’impatto ambientale. L’azienda, infatti, collabora da diversi anni con gli operatori TelCom, avendo fornito sin dal principio sistemi di alimentazione per telecomunicazioni. Sfruttando le caratteristiche dei sistemi di energia outdoor e le fonti energetiche rinnovabili, Delta ha garantito la continuità nelle stazioni base e nell’infrastruttura 4G. Il risultato? Gli operatori leader globali nel settore delle tele66
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“
La Corporate Mission di Delta è: ‘Innovare, Risparmiare e Proteggere l’ambiente per Garantire un futuro migliore’. Con le proprie soluzioni ad alta efficienza energetica, per l’industria Telecom, ma non solo, Delta contribuisce alla tutela dell’ambiente attraverso il risparmio energetico e la conseguente riduzione delle emissioni di diossido di carbonio
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Tra le azioni concrete che Delta sta sviluppando nel settore building troviamo i sistemi integrati che, step by step, individuano i prodotti, disegnano la struttura dell’impianto e stabiliscono i diversi livelli di integrazione, ancora prima dell’installazione e della manutenzione del progetto. Il cuore pulsante dei sistemi integrati è il BEMS (Building Energy Management System), sistema di gestione automatizzata dell’energia, che applicata agli edifici permette di ottimizzarne i consumi (vedi Box 1). Dal 2010 al 2017, i prodotti e le soluzioni proposte dall’azienda hanno consentito di risparmiare 24,3 miliardi di kWh ai clienti che le hanno adottate. Nei contesti europeo e italiano, dove il costo dell’energia è in costante aumento, diventa infatti fondamentale ricorrere a soluzioni che consentano di attivare un risparmio reale pur mantenendo la miglior affidabilità nell’assicurare un’alimentazione energetica costante e continua agli edifici.
Shan Shan Guo, Chief Brand Officer Delta Electronics e Executive Director Delta Electronics Fundation
comunicazioni hanno ulteriormente rafforzato il messaggio di sostenibilità promosso da Delta, raggiungendo ragguardevoli obiettivi di efficienza energetica e di riduzione dell’impatto ambientale. La svolta green di TIM è partita da una considerazione: il settore ITC/TLC è in crescita e anche l’impronta di carbonio è destinata ad aumentare, con un incremento previsto, nel 2020, del 2,3%. Nel corso degli anni, l’azienda ha perciò definito le linee guida per migliorare il suo impatto sull’ambiente, ottimizzando, per esempio, l’uso delle fonti energetiche, diffondendo una cultura green e promuovendo nuovi modi più sostenibili di lavorare, apprendere, viaggiare e vivere. Il tutto naturalmente senza trascurare la trasformazione dei propri edifici, uffici, data center, ecc. Alena Trifirò, Responsabile del Sistema di Gestione dell’Energia per la ISO 50001 di Telecom Italia, sottolinea come l’adozione di sistemi per il monitoraggio dei consumi di energia, il miglioramento della gestione dei sistemi HVAC, il retrofitting dell’illuminazione presente con luci LED e l’efficientamento dei sistemi di raffreddamento dei data center, insieme all’educazione al comportamento virtuoso da parte dei dipendenti, hanno consentito di raggiungere l’obiettivo di ridurre dell’11% i consumi di energia degli edifici Telecom Italia di Padova. Inoltre, solo nel 2017, grazie all’efficienza energetica e alla nuova etica green sono stati risparmiati 10,5 GWh, le emissioni di CO2 si sono ridotte del 9%, la carta consumata è scesa al 53% e ben il 97% dei rifiuti è stato riciclato. Anche Vodafone ha optato per nuove tecnologie green friendly. Questo perché i consumi, in termini energetici, sono aumentati nel tempo, passando da 6.043 GWh del 2016 a 6.233 GWh del 2018.
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Il primo passo per ciascun progetto è l’audit di tipo educativo. Questo ci permette di individuare facilmente le aree su cui lavorare con l’automazione. Delta opera per il bilanciamento tra chi deve fare energy saving, chi - come noi - deve fornire tecnologie e l’individuo che ne è il destinatario. È fondamentale sedersi a tavolino non solo con chi ci dà il progetto da realizzare, ma anche con chi deve viverlo
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L’energia complessiva utilizzata interessa per il 65% i ripetitori, per il 29% le stazioni tecnologiche, per il 5% gli uffici e per l’1% i punti vendita. Aris Kalogeropoulos, Estates and FM Contract Manager di Vodafone Grecia, evidenzia come l’efficienza energetica costituisca una priorità per l’agenda di obiettivi di sostenibilità dell’azienda, che entro il 2025 punta a raggiungere il 100% di utilizzo di energia da fonti rinnovabili e la riduzione del 40% delle emissioni di CO2. Il contributo di Delta qui è fondamentale per l’efficientamento energetico e il monitoraggio dei consumi, la gestione dinamica della temperatura degli ambienti degli uffici, l’installazione di luci LED e l’implementazione di BEMS negli uffici Vodafone Grecia di Kifissos. “Rivoluzione verde” anche per Telefonica, compagnia di telecomunicazioni spagnola. Nel 2017 i consumi energetici si sono attestati a 6.385 GWh. Nilmar Seccomandi David, Head of Network Infrastructure Efficiency di Telefonica, rende noto il focus sull’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, con oltre 4.000 stazioni base alimentate con energia proveniente da parchi fotovoltaici per assicurare le migliori velocità e prestazioni delle reti mobili. Grazie al supporto di Delta nell’adozione di soluzioni energeticamente efficienti, Telefonica ha potuto risparmiare, dal 2010 al 2017, 112 milioni di euro, corrispondenti a 827 GWh e a 245.000 tonnellate di emissioni di CO2 non immesse nell’atmosfera.
Idilio Ciuffarella, General Manager “Smart Building” Delta EMEA
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IL PARERE DI FINCO
Riflessioni (semplici) sugli Ecobonus Audizione Finco presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato il 7 gennaio scorso: “Tornare al 65% per serramenti e schermature solari”
I
l documento annuale elaborato dal Servizio Studi dei Dipartimenti Ambiente e Finanze della Camera dei Deputati, in collaborazione con il Cresme, ha certificato – ancora una volta – l’impatto positivo sull’economia nazionale delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie; in particolare, per la riqualificazione energetica. Tali misure nel tempo non solo hanno costituito una barriera alla de-industrializzazione di questi settori, ma sono state uno stimolo all’innovazione, alla stabile emersione del nero fiscale e contributivo, all’abbattimento della bolletta energetica del Paese, oltre che, naturalmente, al miglioramento della qualità ambientale, alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’incremento del valore degli edifici. Alla luce dei dati deve quindi considerarsi come addirittura autolesionistico il decremento dal 65 al 50% per gli Ecobonus relativi ai settori dei serramenti e delle schermature solari (specie ove, malauguratamente, fossero accoppiati a tetti di costi ammissibili per metro quadrato del tutto fuori dal mercato della qualità). Alcuni interventi potevano avere un rapporto costo-beneficio più alto? Alcune sostituzioni di infissi sono state fatte per ragioni più
estetiche che di efficienza energetica? D’accordo. Consideriamo però che tali misure hanno sostenuto la filiera industriale italiana, la relativa occupazione e innovazione tecnologica e che, in ogni caso, si è certamente prodotto un risultato complessivamente favorevole. Ricordiamo che queste sono misure pensate soprattutto per i cittadini/contribuenti. Sono loro che debbono scegliere liberamente e in base alle proprie disponibilità quali soluzioni di efficientamento perseguire, senza che si abbia la pretesa di orientarne le scelte. Finco confida che il Legislatore voglia acquisire definitivamente le verità che emergono dai numeri del documento in questione e che dunque: ■■ ripristini il 65% di detrazione fiscale anche per infissi e schermature solari; ■■ desista dall’ipotesi di applicare dei tetti di spesa per metro quadrato, peraltro comprensivi della posa in opera, che avrebbero il solo effetto di favorire le produzioni extra nazionali; ■■ stabilizzi, per un periodo adeguato, tali misure senza dovervi ritornare a ogni manovra di bilancio (persa l’occasione anche in questa manovra).
DATI E PREVISIONI Dal 1998 a oggi si sono registrati 17,8 milioni di interventi, ossia in oltre il 57% delle abitazioni italiane stimate dall’Istat (31,2 milioni), per investimenti complessivi pari a 292,7 miliardi di euro. Per il 2018 si stima un volume di spesa complessivo pari a 28.587 milioni di euro, superiore ai livelli del 2017, di cui 3.549 milioni di euro per la riqualificazione energetica e 25.038 milioni per il recupero edilizio. Dal documento emergono anche chiari ritorni sull’occupazione: nel 2018 si stimano 426.745 di occupati (284.497 diretti e 142.248 nell’indotto). Inoltre, i 202,4 miliardi di euro attivati dagli incentivi nel periodo 2011-2017 hanno prodotto oltre due milioni di occupati diretti nel settore del recupero edilizio e della riqualificazione energetica e un milione di occupati indiretti nelle industrie e nei servizi collegati. Ma il dato più eclatante è il saldo positivo di 23,5 miliardi per il sistema Paese che emerge dallo studio nel decennio preso in esame.
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FORMAZIONE AREA SAFETY
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SOCI FINCO ACMI Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti AFIDAMP Associazione dei Fabbricanti e Distributori Italiani di Macchine, Prodotti e Attrezzi per la Pulizia Professionale e l’Igiene degli ambienti Presidente: Virna Re Vice Presidente e AD: Bruno Ferrarese AD Afidamp Servizi: Toni D’Andrea Segretario: Stefania Verrienti AICAP Associazione Aziende italiane Cartelli ed Arredi Pubblicitari Presidente: Paolo Buono Vice Presidente: Giuseppe Strippoli Segretario Nazionale: Paolo Moleri Direttore Generale: Angela Pirrone AIFIL Associazione Italiana Fabbricante Insegne luminose Presidente: Alfio Bonaventura Vice Presidenti: V italiano Mantovani, Gianluca Masullo Segretario: Claudio Rossi
ANCSA Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini ANFIT Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Direttore Tecnico: Piero Mariotto ANFUS Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Gianfranco Borsatti Vice Presidente: Massimo Pistolesi Segretario generale: Sandro Bani ANIDA Associazione Nazionale Impresa Difesa Ambiente Presidente: Adele Piera Marelli Vice Presidente: Cesarina Ferruzzi Vice Presidente: Massimo Lamperti ANNA Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Angelo Gino Past President: Sergio Pontalto ANIPA - FIAS Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Daniele Succio
AIPAA Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Vice Presidente: Michele Brambati Direttore: Tommaso Spagnolo
ARCHEOIMPRESE Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Daria Pasini Vicepresidenti: Monica Girardi, Luca Mandolesi
AIPE Associazione di Imprese di Pubblicità Esterna Presidente: Daniela Aga Rossi Direttore Generale: Ettore Corsale
ARI Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti
AISES Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidente: Toni Principi
ASSITES Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella
AIT Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Bruno Ulivi Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Carlo Antonio Gandini Segretario: Roberto Vinchi
ASSOBON Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Potito Genova Consigliere: Stefano Gensini
AIZ Associazione Italiana Zincatura Presidente: Carmine Ricciolino Vice Presidente: PierLuigi D’Ambrosio
ASSOFRIGORISTI Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Gianluca De Giovanni Vice Presidente: Franco Faggi Direttore: Marco Masini
ANACI Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio
ASSOIDROELETTRICA Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Paolo Pinamonti Direttore Generale: Paolo Taglioli
ANACS Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Davide Castagnoli Vice Presidente: Elena Orlandi Direttore: Paolo Bertaggia
ASSOROCCIA Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Carlo Miana Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini
ASSOVERDE Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Antonio Maisto Vice Presidente: Pasquale Gervasini Segretario Generale: Federico Ospitali CNIM Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti FIAS Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi AIF – FIAS Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Antonio Arienti
ANIG HP – FIAS Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Gabriele Cesari ANISIG – FIAS Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni FIPER Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo FIRE Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo
SISMIC Associazione Tecnica per la Promozione degli Acciai Sismici per il Cemento Armato Presidente: Donatella Guzzoni Direttore: Roberto Treccani UNICMI (Acai+Uncsaal) Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Riccardo Casini Vice Presidente Vicario: Donatella Chiarotto Direttore Generale: Pietro Gimelli UNION Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini
UNIONE ENERGIA ALTO ADIGE – SEV Federazione dell’Energia Raiffeisen e Consorzio Biomassa Alto Adige Presidente: Fuchs Hanspeter Direttore: Rudi Rienzner
ACI Presidente: Angelo Sticchi Damiani
ANAS Spa - Azienda Naz. Autonoma delle Strade Presidente: Gianni Vittorio Armani Direttore Relazioni Istituzionali: Emanuela Poli CASEITALY Srl Presidente: Laura Michelini GRID PARITY 2 Srl Presidente: Giovanni Simoni Vice Presidenti: Vito Umberto Vavalli, Luciano Brandoni Direttore: Vito Umberto Vavalli INCO INGEGNERIA Spa Amministratore Unico: Aldo Muller
FISA – FIRE SECURITY ASSOCIATION Fire Security Association Presidente: Marco Patruno
IN&OUT Spa Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio
FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli
LAPI Spa - Laboratorio Prevenzione Incendi Spa Presidente: Massimo Borsini Vice Presidenti Cda e Consiglieri: David Borsini e Luca Ermini
PILE Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli RSF Restauratori Senza Frontiere Presidente: Paolo Pastorello Vice Presidenti: Carla Tomasi e Alessandra Morelli
M3S Spa Presidente: Ulderico Granata PONTINA STAMPI Srl Presidente: Catiuscia Boscato CEO: Gianpiero Di Girolamo SICI Srl Presidente: Pasquale Villari
Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate
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ISSN: 2038-0895
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PREFABBRICAZIONE NON FA RIMA CON OMOLOGAZIONE
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N. 74 I Anno XIII I SETTEMBRE 2018 I Bimestrale
CERTIFICAZIONE LEED PLATINUM PER IL PRYSMIAN HQ
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N. 76 I Anno XIII I NOVEMBRE/DICEMBRE 2018 I Bimestrale
DESIGN SISTEMICO Progettare per la sostenibilità GRATTACIELI NZEB Sfida possibile? SOLAR DECATHLON DUBAI Prefabbricati: i mattoni del futuro COPERTURE Soluzioni complesse per rispondere a requisiti termo-acustici
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TAMPONATURE Progettazione antisismica e riqualificazione energetica
Organo ufficiale
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ISSN: 2038-0895
Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE
N. 77 I Anno XIV I GENNAIO/FEBBRAIO 2019 I Bimestrale
SERRAMENTI, MATERIALI PERFORMANTI E TECNICHE DI POSA
PARQUET E SISTEMI RADIANTI, CONVIVENZA POSSIBILE?
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ZERO ENERGY Housing negli Emirati Arabi Uniti
ABBONATI SU
WORK IN PROGRESS Riflessioni di metà cantiere
E-MOBILITY Ricaricare in condominio
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Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
SMART CITY
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CONTRATTI EPC Applicazione in ambito pubblico
SISTEMI FOTOVOLTAICI Minimizzare i rischi
GREEN BUILDING Design e ambiente: un sodalizio possibile
N. 75 I Anno XIII I OTTOBRE 2018 I Bimestrale
NZEB IN ITALIA Pochi, ma buoni?
NZEB Ridurre i costi di edifici a consumo energetico quasi zero
INTERVISTE La sfida della progettazione multidisciplinare
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA Materiali naturali e qualità dell’aria indoor
PROGETTAZIONE Climatizzazione di un albergo diffuso in contesto vincolato
EDIFICI IN LEGNO Pregi e difetti
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Fascicolo Fascicolo Mese Mese Speciale Fiere Fiera
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