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I bagni delle strutture sanitarie dalla progettazione alla pulizia
Èpossibile fornire risposte efficaci alle circostanze specifiche di ogni contesto, curando la progettazione degli ambienti e ponendo la stessa attenzione nei riguardi sia degli operatori assistenziali, sia degli ospiti, facendo riferimento alle regole di carattere generale stabilite dal D.Lgs. 502/1992. A queste norme le strutture sanitarie di tutto il territorio nazionale devono adeguarsi al fine di essere autorizzate all’accoglienza e alla gestione dei pazienti.
Il Bagno Assistito
Nelle strutture ospedaliere l’operazione più frequente in termini di igiene assistita di una persona non autosufficiente è quella che viene svolta al posto letto. Il ricorso ad altri sistemi varia in base al grado di autonomia e autocontrollo dei pazienti, alle caratteristiche strutturali dell’ambiente e alle abitudini professionali degli operatori. Sarà quindi necessario personalizzare, in base allo studio delle necessità e delle problematiche, la proposta as- sistenziale. Da questo punto di vista è utile porre particolare attenzione alla posizione degli arredi del bagno, perché assistente e paziente corrono il rischio di urtare facilmente gli spigoli dei mobili nelle operazioni di movimentazione e trasferimento.
In termini progettuali è opportuno ricordare come il bagno assistito debba comunque avere caratteristiche generali comuni indipendentemente dalla tipologia di attrezzature valutate come idonee:
• temperatura ambientale adatta allo scopo;
• presenza di tutti i sanitari e relativi ausili;
• presenza di piletta di scarico a pavimento aggiuntiva per raccolta di acqua di spandimento;
• spazio di manovra di almeno 100 cm su ogni lato dell’attrezzatura prescelta;
• porta di accesso con larghezza utile di 120 cm.
IL BAGNO DISABILI
Viene definita barriera architettonica qualunque elemento costruttivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi, specialmente per le persone con limitata capacità motoria. Da questo consegue che un elemento che non costituisca barriera architettonica per un individuo può invece essere di ostacolo per un altro; si capisce quindi che il concetto di barriera viene percepito in maniera diversa da ogni individuo. Il bisogno di garantire al maggior numero di persone il diritto alla libertà di movimento, ha portato alla ricerca di parametri comuni. Il passo più importante è stato fatto a livello normativo andando a individuare quali elementi costruttivi siano da considerarsi barriera architettonica. Alla riduzione delle barriere architettoniche deve tuttavia corrispondere un adeguato livello operativo delle strutture a cui sono delegate le attività di assistenza e cura.
CRITERI DI PROGETTAZIONE
Servizi igienici. Per garantire la manovra e l'uso degli apparecchi anche alle persone con impedita capacità motoria, deve essere previsto, in rapporto agli spazi di manovra, l'accostamento laterale alla tazza WC, bidet, vasca, doccia, lavatrice e l'accostamento frontale al lavabo.
A tal fine devono essere rispettati i se - guenti minimi dimensionali:
• lo spazio necessario all'accostamento e al trasferimento laterale dalla sedia a ruote alla tazza WC e al bidet, ove previsto, deve essere minimo 100 cm misurati dall'asse dell'apparecchio sanitario;
• lo spazio necessario all'accostamento laterale della sedia a ruote alla vasca deve essere minimo di 140 cm lungo la vasca con profondità minima di 80 cm;
• lo spazio necessario all'accostamento frontale della sedia a ruote al lavabo deve essere minimo di 80 cm misurati dal bordo anteriore del lavabo. Relativamente alle caratteristiche degli apparecchi sanitari inoltre:
• i lavabi devono avere il piano superiore posto a cm 80 dal calpestio ed essere sempre senza colonna con sifone preferibilmente del tipo accostato o incassato a parete;
• i WC e i bidet preferibilmente sono di tipo sospeso, in particolare l'asse della tazza WC o del bidet deve essere posto a una distanza minima di 40 cm dalla parete laterale, il bordo anteriore a 75-80 cm dalla parete posteriore e il piano superiore a 45-50 cm dal calpestio.
Qualora l'asse della tazza WC o bidet sia distante più di 40 cm dalla parete, si deve prevedere, a 40 cm dall'asse dell'apparecchio sanitario, un maniglione o corrimano per consentire il trasferimento;
• la doccia deve essere a pavimento, dotata di sedile ribaltabile e doccia a telefono.
Pavimenti. Materiali antisdrucciolevoli, assenza di variazioni di livello, controindicazioni all’uso di tappeti o zerbini non incassati e guide in risalto. Antisdrucciolevoli con coefficiente di attrito 0,40 per elemento scivolante cuoio su pavimento asciutto e 0,40 per elemento scivolante gomma dura su pavimento bagnato. Giunture tra elementi < a 5 mm. Grigliati inseriti nel pavimento, inattraversabili da sfere 20 ø mm.
Pulizia E Disinfezione Dei Servizi Igienici
Col termine di “pulizia” in ospedale e strutture sanitarie si intende il complesso di procedimenti e di operazioni atto a rimuovere e asportare rifiuti, polveri e sporco, di qualsiasi natura esso sia, dalle superfici e dagli ambienti. Lo scopo è quello di concorrere sia ad una migliore qualità della vita del paziente e di chi ci lavora sia a diminuire la probabilità di diffusioni di microrganismi portatori di infezioni. L’operazione di pulizia di superfici e ambienti è un’operazione preliminare e indispensabile alla successiva disinfezione. Infatti, nessun disinfettante è adeguatamente efficace se impiegato su materiali non preventivamente puliti. La pulizia e la disinfezione possono essere effettuate separatamente o essere condotte con un unico processo utilizzando prodotti che hanno du- plice azione; la disinfezione non deve mai sostituirsi alla pulizia, dal momento che residui di sporco possono contribuire all’inefficacia del successivo processo di disinfezione; quindi un adeguato ciclo di pulizia deve essere pertanto eseguito prima della disinfezione o comunque combinato con essa. Quando non è necessario creare condizioni di carica microbica particolari ma è sufficiente una situazione ambientale con una carica microbica entro limiti igienicamente accettabili può essere condotta un’attività di “sanificazione”.
Ogni ambiente, pertanto, ha uno standard ottimale che è funzione della destinazione d’uso dell’ambiente stesso e dei flussi circostanti.
Le operazioni di pulizia devono essere condotte possibilmente negli orari che non creino intralci o impedimento alla normale attività ospedaliera. Tipologicamente sono inquadrate come:
• pulizie ordinarie: comprendono attività di pulizia di carattere continuativo e routinario;
• pulizie periodiche: comprendo attività di pulizia più profonda a periodicità più lunga da svolgersi con frequenze prestabilite;
• pulizie straordinarie: comprendono interventi imprevedibili richiesti per esigenze occasionali che possono comprendere attività di tipo quotidiano e periodico.
Operazioni
La pulizia e la disinfezione dei servizi igienici rientrano tra le pulizie ordinarie. Attrezzature: carrello, secchi, panni con codifica colore, mop. Nei servizi igienici per evitare contaminazione tra un’area e l’altra, preferibilmente utilizzare panni di colore diverso, per esempio: rosso: solo per wc e bidet; blu: per lavabo, vasca, doccia, piastrelle.
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Prodotto: detergente per superfici, detergente disincrostante per sanitari, disinfettante.
Tecnica operativa: arieggiare il locale. Detersione:
• Pulire tutte le superfici con apposito detergente.
• Lavare i distributori di sapone e asciugamani.
• Nebulizzare dall’alto verso il basso il detergente sul lavabo e sulle vasche, sulle docce, sulla rubinetteria.
• Rimuovere i residui del detergente. Preferibile un detergente che non fa schiuma, esercitando la dovuta azione