ISSN: 1126-4284
MACCHINE UTENSILI
#9 nov/dic 2019 mensile
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EDITORIALE di Paolo Beducci
APRÈS NOUS, LE DÉLUGE!
È
É ragionevole pensare che il riscaldamento globale e i cambiamenti che ne conseguono, siano da imputare alla sostanziale irresponsabilità della razza umana che, anche davanti a un disastro simile (si parla di centinaia di migliaia di morti negli ultimi venti anni) preferisce il tornaconto immediato (denaro in primis) rispetto al futuro del pianeta. “Dopo di noi, il diluvio!” diceva Luigi XV. In Italia lo abbiamo tradotto in prima persona (sempre un po’ individualisti questi italiani) ma il concetto rimane: ci siamo noi e di ciò che segue, poco ci importa. Le piogge violente e i disastri di questo autunno (frane, allagamenti, acque alte, ecc ecc) sono solo l’ennesimo capitolo di una storia che pare scritta da tanto tempo, che ha dei protagonisti certi, ma sembra non riguardarci quando non ci colpisce in modo diretto e ineluttabile. L’intero Paese è finito sott’acqua? Non appena sarà passata la nottata riprenderemo a cementificare senza sosta, a costruire sugli argini dei fiumi, a disboscare, a bruciare petrolio senza dignità. Trovando come unica scusa il fatto che un nostro comportamento virtuoso non inciderebbe certo sulla questione globale con cui ci troviamo a confrontarci. Così, negli uffici pubblici e negli ospedali si muore di caldo e ci sono le finestre aperte anche a dicembre, per andare dal panettiere che dista trecento metri da casa usiamo l’auto, il mozzicone di sigaretta finisce per terra, e basta posare lo sguardo ai lati delle strade per trovare più immondizia che nel nostro bidone della spazzatura. Morale: ci siamo comportati (e continuiamo a comportarci) da menefreghisti e da ingordi e il risultato lo paghiamo noi e lo pagheranno le prossime generazioni. A partire dai nostri figli, senza andare tropo lontano con l’immaginazione.
In questa gara al menefreghismo siamo nella parte alta della classifica, come tutto il mondo industrializzato in generale. Se non bastasse, nel corso degli anni ci siamo regalati anche un altro primato: quello del Paese con il fardello più pesante da trasferire alle future generazioni in tema di sostenibilità dei conti pubblici. E non solo di quelli. Mentre in giro ci sono sessantenni in pensione da venticinque e più anni grazie alle scelte sciagurate del passato, i nostri figli saranno operativi fino ai settanta e oltre. I nostri giovani preferiscono andarsene piuttosto che restare qui a fare da cuscinetti in una realtà che – ci pesa ammetterlo – non ha molte prospettive positive davanti a sé. Come dargli torto? Winston Churchill il giorno del suo insediamento come Primo Ministro disse che i sudditi di Sua Maestà avrebbero conosciuto “blood, toll, tears e sweat” (sangue, fatica, lacrime e sudore): la sua mozione fu votata all’unanimità dal parlamento britannico. Ma alla fine la II Guerra Mondiale la vinse lui con i suoi alleati. E se oggi qualche presidente del Consiglio incaricato ripetesse quelle crude parole davanti al Parlamento della Repubblica Italiana, ammesso si trovasse qualcuno disposto a pronunciarle, che accadrebbe in Parlamento? E nel Paese reale? Siamo il Paese delle mamme che picchiamo gli insegnanti che danno le insufficienze ai figli, della classe politica che pensa a come riempire le urne proponendo facili e banali ricette da bar con urla e insulti. Siamo il paese della Demagogia. Siamo il paese delle nostre tante piccole furberie quotidiane, comode per noi ma deleterie per chi verrà dopo. Dopo di noi il diluvio. Appunto. M &A | NOVEMBRE/DICEMBRE 2019
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SOMMARIO NOVEMBRE/DICEMBRE #9 ISSN: 1126-4284
MACCHINE UTENSILI
#9 nov/dic 2019 mensile
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PROGE T TA ZIONE
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AUTOMAZIONE
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INDUSTRIAL AUTOMATION Il monitoraggio dei consumi elettrici DOSSIER
Barriere
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DI SICUREZZA E PORTACAVI
STORIA DI COPERTINA
PRIMA MISURA, POI GESTISCI
EDITORIALE 7 Après nous, le déluge! CALEIDOSCOPIO 10 News e novità
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PANORAMA 14 Customer service, industriali italiani a confronto 18 Tornos e Cnos-Fap, idee per il futuro 20 Prima additive, adesso si fa sul serio! 24 KUKA e Microsoft insieme per la robotica FOCUS ON 29 Sapere oggi ciò che accadrà domani SPECIALE EMO HANNOVER 32 Clima di attesa 34 Danobat cresce per il futuro 36 DMG MORI il futuro è sempre più digitale 38 Juaristi, 80 anno di innovazione
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IN COPERTINA WAGO Via Parini 1 40033 Casalecchio di Reno BO tel. 051 6132112 info-italia@wago.com www.wago.it
40 Soraluce, innovazione senza sosta 42 Wfl punta sulla produttività STORIA DI COPERTINA 44 Wago: prima misura, poi gestisci DOSSIER BARRIERE DI SICUREZZA E PORTACAVI 49 Le innovazioni che non ti aspetti 52 Insostituibile E2.1 54 La sicurezza è su misura 56 Un avvolgibile per proteggere due lati INDUSTRIAL AUTOMATION 58 Il monitoraggio dei consumi elettrici IN FABBRICA 64 Teste a tre assi lasit 66 Turck banner propone una soluzione di trasmissione contactless PRISMA 68 Prodotti
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CALEIDOSCOPIO NEWS E NOVITÀ AISEM
MAURIZIO TANSINI È IL NUOVO PRESIDENTE DI AISEM È stato eletto nel corso dell’ultima assemblea Maurizio Tansini come nuovo presidente di Aisem, Associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione, federata ad Anima Confindustria. Tansini rimarrà in carica per i prossimi due anni. «Ringrazio il past president, Piero Almici, perché ha favorito lo sviluppo dell’associazione fino a rappresentare tutte le sezioni di FEM, la corrispettiva associazione europea del comparto, e quindi di tutta la movimentazione del materiale», dice il neopresidente Tansini. «Durante il mio mandato voglio proseguire lungo la direzione segnata e dare agli associati strumenti utili a sostenere i processi
di interconnessione fra le diverse dimensioni della movimentazione. L’interconnessione, infatti, è la chiave della crescita. Le sezioni di Aisem rappresentano prodotti specifici che saranno il core delle fabbriche interconnesse di domani. Quindi è fondamentale come sistema Italia non rimanere indietro e partecipare fin da subito a questa sorta di “globalizzazione tecnologica” passando da una logica di sistemi chiusi e proprietari a sistemi open source». Il neopresidente Maurizio Tansini (DEMAG CRANES & COMPONENTS) sarà affiancato nel suo mandato dal vicepresidente Massimiliano Bariola (S.I.M.A.I.) e dal tesoriere Angelo Ceresa (LIFTEK ELECAR).
FIERE
NASCE MECFOR MECFOR (SUBFORNITURA, TURNING e REVAMPING). 3 saloni distinti ma integrati pensati da due partner riconosciuti quali esperti del settore fieristico di riferimento insieme alle aziende leader espositrici. Un nuovo salone b2b nel futuro di Fiere di Parma: si chiamerà MECFOR, vedrà la sua prima edizione dal 25 al 27 febbraio 2021 e avrà un partner di assoluto rilievo, CEU - CENTRO ESPOSIZIONI UCIMU, organizzatore di fiere internazionali di macchine utensili e lavorazioni dei metalli. Un’alleanza che riconferma il ruolo strategico di Fiere di Parma. Un polo fieristico rinnovato e soprattutto baricentrico rispetto ad un territorio naturalmente vocato al comparto delle tecnologie: nel raggio di appena 200 km, è concentrato infatti il 70% delle aziende che operano nel settore meccanico ed alimentare. Grazie a manifestazioni come SPS, Cibus Tec e la pluridecennale presenza di Subfornitura in Fiere di Parma, la futura manifestazione potrà inoltre beneficiare - mettendolo a fattore comune con le elevate competenze del partner CEU CENTRO ESPOSIZIONI UCIMU - del solido network di relazioni di cui è dotato il polo fieristico, sia a livello nazionale che internazionale. MECFOR (in joint venture tra i partner) si concentrerà su tre giornate e avrà già per l’edizione di partenza la disponibilità del moderno padiglione 2, per una superficie di 24.000 mq. MECFOR aggregherà in modo innovativo tre sezioni corrispondenti ad altrettanti saloni indipendenti e perfettamente sincroni con la domanda del mercato di flessibilità produttiva, di macchinari innovativi e rispondenti anche ai criteri di sostenibilità ambientale. Tre sezioni e due visioni industriali differenti e sinergiche: quella dell’industria manifatturiera da un lato e della lavorazione conto terzi dall’altro. MECFOR nasce per rispondere alle esigenze dell’industria metalmeccanica che rappresenta in Italia il 50% del settore manifatturiero ed oltre il 42% in termini di occupazione. P E R L E G G E R E G L I A R T I C O L I C O M P L E T I V I S I TAT E I L S I TO W W W. M E C C A N I C A - A U TO M A Z I O N E . C O M
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M &A | NOVEMBRE/DICEMBRE 2019
MICROSOFT
SERGIO ROMOLI È IL NUOVO DIRETTORE DELLA DIVISIONE CLOUD & ENTERPRISE DI MICROSOFT ITALIA Sergio Romoli è stato nominato nuovo Direttore della Divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia, a riporto del Direttore Marketing & Operations Barbara Cominelli. Romoli succede a Mattia De Rosa, che passa nella divisione Customer Success con il ruolo di Cloud Solution Architect Manager sempre all’interno di Microsoft Italia. Nel nuovo ruolo, Sergio Romoli sarà responsabile delle attività volte a favorire l’adozione da parte delle organizzazioni italiane della piattaforma cloud Microsoft Azure, consentendo loro di beneficiare di flessibilità, sicurezza e significative funzionalità in termini di analisi dati e soluzioni di Artificial Intelligence. Il suo principale obiettivo sarà di supportare le aziende di ogni dimensione su tutto il territorio nazionale nell’avvio di ambiziosi progetti di trasformazione digitale, facendo leva su tecnologie innovative, sulla potenza computazionale e sulla scalabilità offerte dal cloud per progredire nel proprio percorso di crescita e aumentare la competitività dell’intero Paese, insieme all’ampio ecosistema di partner. Entrato nel team Microsoft Western Europe nel 2015, dal 2017 Romoli è stato Industry Lead for Retail and CPG (Consumer Packaged Goods) responsabile di questo settore per diversi Paesi dell’Europa occidentale, ruolo nel quale ha avuto occasione di sfruttare la propria esperienza ventennale nel settore IT per guidare l’innovazione dei processi di business e coinvolgere i maggiori decision maker in importanti conversazioni sul futuro del settore. In precedenza, ha ricoperto varie posizioni di leadership in ambito Sales and Consulting all’interno di SAP, sia in Italia, sia a livello internazionale. “Sono orgoglioso di intraprendere questo nuovo percorso che mi permetterà di capitalizzare la mia esperienza nei settori vendite, servizi e consulenza direzionale per supportare le aziende Italiane nell’adozione della piattaforma cloud Microsoft Azure. La transizione al Cloud Computing è ormai un passaggio essenziale per le aziende che hanno la necessità di innovare e digitalizzare i propri modelli di business e processi, per rimanere al passo con un mercato sempre più globale e competitivo. Il nostro obiettivo è offrire una piattaforma e soluzioni altamente personalizzate per rispondere in modo completo alle esigenze digitali di ogni azienda”, ha commentato Sergio Romoli. Classe 1969, Romoli ha conseguito una laurea in Ingegneria Meccanica all’Università degli Studi di Firenze e un MBA presso SDA Bocconi. Sposato con due figlie, vive a Milano, ama il ciclismo su strada, lo sci e la lettura.
CALEIDOSCOPIO FIERE
NELL’ANNO FINANZIARIO 2019 DEUTSCHE MESSE SUPERA GLI OBIETTIVI Deutsche Messe chiude l’anno finanziario 2019 all’insegna del successo, con un fatturato di gruppo e un utile superiori alle previsioni, con il lancio di undici nuove manifestazioni nel quartiere espositivo di Hannover, un business estero in continua crescita e un importante processo di trasformazione aziendale in atto. “Prevediamo di chiudere il 2019 con un fatturato di 355 milioni di euro e un utile di 14 milioni di euro, superando così nettamente le nostre previsioni”, ha dichiarato Jochen Köckler, CEO di Deutsche Messe, a margine della seduta di ieri del CdA dell’Ente Fiera. In concreto, questo significa un incremento di fatturato pari a circa 8 milioni di euro rispetto all’originario target di 347 milioni di euro e un maggiore utile di 4 milioni di euro rispetto ai previsti 10 milioni di euro. Questo positivo risultato è da attribuirsi sia alle grandi fiere che si svolgono ad Hannover – che hanno avuto tutte esiti migliori del previsto – sia al successo degli eventi worldwide, in particolare di quelli che si sono tenuti in Cina.
UCIMU
OLTRE 100 OPERATORI PRESENTI ALLA SECONDA EDIZIONE DEL FORUM SINO-ITALIANO SULLA MACCHINA UTENSILE Si è svolta a Pechino la seconda edizione del Forum Bilaterale Sino Italiano sulla Macchina Utensile. A distanza di due anni esatti dalla prima edizione, si rinnova dunque l’appuntamento pensato per favorire e stimolare il dialogo tra i sistemi industriali dei due paesi. Promosso
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dal Ministero dello Sviluppo Economico, il Forum Bilaterale SinoItaliano sulla Macchina Utensile è organizzato da ICE-Agenzia e UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, in collaborazione con il Ministero Affari Esteri e con l’Ambasciata d’Italia a Pechino, e grazie alla partnership con CMTBA, China Machine Tools & Tools Builders’ Association e sotto gli auspici della CMIF - China Machinery Industry Federation. L’incontro - cui si sono accreditati più di 100 ospiti tra qualificati operatori del settore e rappresentanti del mondo delle istituzioni e del mondo dei media – è stato aperto da personalità di spicco dei due paesi e presieduto da Massimo Carboniero, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE. Sono 11 le imprese italiane, tutte associate a UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, chiamate a rappresentare i punti di forza del Made in Italy di settore, attraverso l’illustrazione di best practises e speciali applicazioni nei settori automotive, aeronautico, energia, ferroviario, elettrodomestici, meccanica: BLM, CARLO SALVI, MANDELLI SISTEMI, OMERA, PAMA, PARPAS, PIETRO CARNAGHI, PROMAU, RETTIFICATRICI GHIRINGHELLI, RIELLO SISTEMI, SAPORITI.
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PANORAMA I N FOR MAZ ION E DAL MON DO TECNOLOG ICO
CUSTOMER SERVICE, INDUSTRIALI ITALIANI A CONFRONTO SULLA NECESSITÀ DI SVILUPPARE NUOVE STRATEGIE PRESENTATI I RISULTATI DI UNA SURVEY KPMG SULL’AFTER SALES IN UN INCONTRO ORGANIZZATO DA FEDERMACCHINE Di Arturo Zenorini
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V
i è stato grande interesse tra i circa cento partecipanti a un recente incontro organizzato alle porte di Milano da FEDERMACCHINE, la federazione dei costruttori italiani di beni strumentali, per la presentazione dello studio “After sales nel contesto italiano dei beni strumentali” realizzato da KPMG volto a mettere a fuoco macrotrend e prospettive dei nuovi servizi post vendita nel settore dei macchinari industriali. Sandro Salmoiraghi, Immediate Past President FEDERMACCHINE, che ha aperto l’incontro, ha sottolineato come tali servizi sono diventati sempre più essenziali nell’economia delle aziende e che, per poter implementare strategie innovative e condivise in una realtà di mercato complessa come l’attuale, era opportuno disporre preliminarmente di un quadro della situazione presente. A tale scopo, Andrea Bontempi, Partner KPMG Advisory e Paolo Lombardi, Manager KPMG Advisory, hanno presentato lo studio KPMG che ha messo in evidenza potenzialità e valore dei servizi di after sales come strumento di potenziamento commerciale nei processi di vendita delle macchine per l’industria.
al potenziamento e all’accrescimento delle funzionalità operative originali); 4) business/performance services (orientati a garantire al cliente la certezza del raggiungimento di determinati livelli di efficienza/produttività concordati). «I servizi di base dell’After Sales (training, fornitura ricambi, assistenza clienti e assistenza tecnica) vengono erogati indistintamente da tutte le aziende (<25 mln, 25-50 mln, 50-100 mln, >100 mln)» ha spiegato Bontempi. «Tra gli ulteriori servizi solo i piani di manutenzione hanno una buona copertura, con una media del 60% (un trend positivo ma che ancora deve consolidarsi) mentre il servizio di estensione della garanzia vede una significativa prevalenza nelle aziende maggiori». Netta è dunque la concentrazione dei portafogli servizi sui servizi basici, (training di avviamento e fornitura di materiale utile per i tecnici per l’uso delle macchine) mentre i processi di assistenza H24, più impegnativi economicamente, sono riservati alle grandi aziende. Bassa, in generale, è poi la frequenza di iniziative commerciali di vario genere, dato che «evidenzia l’impostazione reattiva dell’After Sales». Inoltre, ha proseguito Bontempi, «la
comunicazione dei servizi avviene con un approccio che predilige il contatto diretto con il cliente, avvalorando una logica commerciale impostata sul presidio fisico del cliente e del territorio». Dalla survey KMPG emerge peraltro che «solo il 30% del campione lavora in ambito Customer Service con più del 75% dei clienti macchine, segno di grandi potenzialità di crescita». In tal senso, le principali problematiche dichiarate nell’erogazione dei servizi sono la limitata disponibilità dei materiali e la mancanza di personale operativo disponibile. Nel complesso, si rileva che, al momento, solo le grandi aziende hanno una business unit dedicata al Customer Service mentre il presidio territoriale, logistico e tecnico, è limitato. In termini di prospettive future, sono previsti investimenti focalizzati solo su life cycle services e comunque di entità contenuta, in particolare da parte del cluster 50-100 mln. Bontempi ha sottolineato infine che «l’incidenza del fatturato generato dai servizi Customer Service rispetto al fatturato totale mediamente è del 13%, inferiore rispetto alle potenzialità di benchmark che indicano un valore medio del 20%, quindi con notevoli potenzialità di crescita».
Obiettivi e risultati dell’indagine, alla ricerca di ostacoli e opportunità «Il nostro scopo è stato quello di valutare la percezione, da parte delle aziende, dei servizi di customer service, capire come queste sono organizzate al proprio interno in termini di strutture logistiche, analizzare come gli associati (nella maggior parte dei casi piccole e medie imprese) intendono strutturarsi nel medio e lungo periodo e capire quali sono le performance medie attuali» ha premesso Andrea Bontempi. Nell’indagine KPMG è stata proposta una classificazione dei servizi in quattro tipologie: 1) academy (dedicati alla formazione e all’accrescimento delle conoscenze); 2) life cycle services (a supporto del funzionamento della macchina, atti a garantire la performance produttiva attesa); 3) life boosting services (mirati M &A | NOVEMBRE/DICEMBRE 2019
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PANORAMA
La necessità di un nuovo modello di business « Abbiamo constatato come le imprese manifatturiere italiane stiano fronteggiando la sfida di affiancare, alla vendita dei beni primari, un portafoglio di servizi a valore aggiunto» ha commentato Paolo Lombardi. «Questo comporta lo sviluppo e consolidamento di un vero proprio nuovo modello di business che necessita nuovi processi, nuove unità organizzative e nuove tecnologie abilitanti». «Tutto ciò» ha dichiarato Andrea Bontempi «deve essere accompagnato da un profondo adeguamento in termini di competenze e cultura per poter funzionare. Per affrontare queste sfide possiamo fornire supporto nell’interpretare il ‘Futuro dei settori’, un approccio strutturato alla road map di innovazione e soluzioni operative di tipo funzionale e tecnologico. Occorre anche definire la ricetta di collaborazione intra ed inter aziendale adatta soprattutto per quelle imprese che, per dimensioni e capacità di investimento potrebbero avere minori opportunità rispetto alle grandi». D’altra parte, ha affermato Alfredo Mariotti, segretario generale FEDERMACCHINE, «adeguare il proprio modello di business alle necessità del cliente è l’unica strada per tenere il passo della concorrenza
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internazionale ‘nell’era del cliente’ che spinge le imprese manifatturiere verso nuove forme di erogazione dei servizi attuate tramite pratiche di pay per use o renting e monitorate attraverso informazioni in real-time». Anche per questo «l’interconnessione di impianti e fabbriche in ottica 4.0 diviene ancor più determinante perché è l’unica via per strutturare e monitorare la customer experience che i clienti vivono durante la loro collaborazione con l’azienda. Ovviamente, realizzare un modello di business customer driven richiede spesso cambiamenti di ampia portata. Anche in questo processo di trasformazione il supporto degli organi di rappresentanza quali FEDERMACCHINE e le sue federate diventa decisivo». Dopo l’analisi dello stato dell’arte e delle opportunità di sviluppo del Customer Service dei beni strumentali in Italia, ora il lavoro proseguirà con la focalizzazione della ricerca sulle singole associazioni di settore, la creazione di tavoli tra aziende che desiderano identificare aree di coinvestimento, la condivisione e l’approfondimento con singole aziende per avviare percorsi di trasformazione interna.
L’esperienza di quattro importanti imprenditori A seguito della presentazione dei risultati
emersi dallo studio, si è svolta una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di: Luigi De Vito, Direttore Divisione Macchine Legno SCM Group; Andrea Fantozzi, Presidente MOSS; Giancarlo Losma, Presidente LOSMA; Luciano Sottile, Direttore machine division GOGLIO. Secondo Luigi De Vito, nel portafoglio servizi il valore deve essere rappresentato dal cliente, con le sue aspettative e le sue esigenze. «Quando i servizi sono collegati a parametri richiesti dal cliente e che quest’ultimo è disposto a pagare - come disponibilità macchina o delle parti di ricambio in 24 ore - allora rientrano in tutta un’altra serie di servizi che garantiscono il prodotto nel suo ciclo vita. Quindi il valore del servizio nasce da una chiara segmentazione del cliente». Andrea Fantozzi, Presidente MOSS, azienda che opera nel settore delle macchine da stampa, ha evidenziato che per trarre benefici si cerca di proporre servizi al cliente che possano generare ulteriore richieste di assistenza. «Consideriamo questa area di business come una vera e propria start-up» ha dichiarato Giancarlo Losma, dopo avere ricordato di essere Presidente di una piccola azienda che produce impianti di filtrazione che si sta affacciando a livello internazionale. «Finora abbiamo gestito questi servizi in maniera ibrida, utilizzando le risorse aziendali e man mano che i problemi si presentavano. Ora abbiamo voluto dare una nuova impronta a questo settore, rendendoci conto di quanto possa essere importante nel futuro di un’azienda a livello di acquisizione di nuovo business attraverso un aumento della marginalità e la ricaduta sulla progettazione di nuovi modelli, con miglioramento della sicurezza». Luciano Sottile, responsabile GOGLIO del settore macchine per confezionamento, ha spiegato che nella propria azienda si è deciso di standardizzare alcuni servizi: i più sofisticati prevedono contratti complessi in cui oltre alla macchina è venduta “l’efficienza della linea”, dove cioè la produzione è regolata in base a un numero condiviso con il cliente. «Vi è
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poi un livello intermedio in cui al cliente è garantita l’efficienza minima (con intervento immediato per ripristinare l’efficienza sotto una determinata soglia)» ha proseguito. In qualche caso, ha aggiunto, si offre un servizio completo con macchina standard, specie se il prodotto è innovativo
Le conclusioni del Presidente di FEDERMACCHINE «Verificare il livello di maturità degli associati FEDERMACCHINE in termini di servizi After Sales e relativa visione strategica era uno degli obiettivi principali che ci eravamo posti in fase di organizzazione dello studio» ha dichiarato, in chiusura dei lavori, Giuseppe Lesce, Presidente FEDERMACCHINE, federazione a cui fanno capo tredici comparti di un settore che conta 5.150 imprese e 194.000 addetti, per un fatturato complessivo che, nel 2018, ha raggiunto i 49,2 miliardi di euro. «Reputo molto importante condividere con gli associati i passi logici da effettuare per favorire l’implementazione di questi servizi, da affrontare subito soprattutto perché nuovi concorrenti nell’era digitale si creano numerosi, anche per identificare un percorso virtuoso di sviluppo futuro per le aziende di questo settore che, per loro natura, sono da sempre abituate ad investire in innovazione di prodotto ma anche di processo».
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PANORAMA
TORNOS E CNOS FAP, IDEE PER IL FUTURO DIETRO LA CONSEGNA DI UN TORNIO CT 20 DI TORNOS ALLA SEDE DI ARESE DELLE SCUOLE SALESIANE C’È PIÙ DELLA MESSA A DISPOSIZIONE DI UN FANTINA MOBILE. C’È IL DESIDERIO DI CRESCERE NELLA STRATEGIA DI FORMAZIONE di Marco Torre
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C
i sono delle attività, delle azioni semplici, delle piccole abitudini, che si dovrebbero rispolverare di tanto in tanto. Non fosse altro che per ricordare a sé stessi che attorno a noi – e qui ci riferiamo al mondo della meccanica e in particolare all’area mai abbastanza seguita della formazione professionale – ci sono realtà che lavorano con grande passione e risultati altrettanto importanti. È il caso di Cnos -Fap, la struttura legata al mondo dei Salesiani e in particolare della realtà di Arese, che sotto questo profilo è un vero esempio da seguire con attenzione. La scuola di Arese, come molti ricorderanno, è una delle realtà più importanti nella formazione meccanica nella galassia Cnos-Fap: non a caso le aziende si contendono i neo diplomati arrivando a “prenotarli” con grande anticipo sulla loro data di licenza. Certo è che un successo di questa portata in un Paese come il nostro in cui il lavoro per troppi è un miraggio, non nasce per caso ma da una serie di scelte di serietà e dalla straordinaria capacità di interloquire con le imprese del territorio. E non solo con quelle. Così, grazie al lavoro di qualità svolto e ai buoni rapporti instaurati, il laboratorio di meccanica in cui gli studenti di Arese hanno modo di formarsi ogni giorno, è un esempio prezioso di come si possa fare (e bene) formazione anche da noi. Soprattutto se c’è la disponibilità delle aziende a collaborare e investire. Come nel caso di Tornos che ha fornito una nuova macchina a CN: si tratta di una nuovissima Tornos CT 20 di cui ad Arese sono particolarmente fieri: “Avevamo da tempo aperto un canale di dialogo con Tornos Italia e in particolare con il direttore generale Carlo Rolle – ci spiega Egidio Cirigliano, responsabile
dell’area meccanica di Cnos-Fap di Arese – che aveva promesso di darci una mano sia con la parte rigorosamente meccanica, sia con quella di programmazione. Sapevamo quindi che ci avrebbero mandato una macchina a fantina mobile per fare studiare e esercitare i ragazzi, ma se devo essere sincero non speravo in una macchina così nuova e perfettamente attrezzata. Immaginavo sarebbe arrivata una buona macchina usata e pensavo che il risultato fosse soddisfacente. Poi quando ci hanno consegnato questa CT 20, mi sono reso conto che non solo è una macchina che non aveva fatto neppure un minuto di lavoro ma è dotata anche di tutto ciò che serve per insegnare ai ragazzi a programmare. Per il centro di Arese è un passo avanti più che significativo proprio perché si tratta di una macchina del tutto simile a quella che
i ragazzi potrebbero trovare in azienda.” A ben guardare però il rapporto fra Tornos e Cnos Fap vorrebbe darsi un orizzonte più ampio delle semplice fornitura di una macchina a fantina mobile alla sede di Arese. Perché come ci conferma Carlo Rolle, direttore generale di Tornos Italia: “Vorremo estendere la collaborazione a livello nazionale rendendola parte integrante della nostra strategia indirizzata alla formazione. Infatti insieme alla macchina che abbiamo dato in prestito, alla scuola di Arese abbiamo fornito il software Tisis ( il sistema di programmazione conversazionale di Tornos) in modo da poter preparare i ragazzi anche sotto il profilo della programmazione macchina, formandoli sui nostri prodotti software. Nel caso specifico – spiega ancora Carlo Rolle
– si tratta di poter preparare quella fascia di personale che è richiestissima dal mercato. Si tratta di aziende che sono sempre alla ricerca di personale specializzato e proprio per questa ricerca hanno nelle scuole del Cnos Fap un interlocutore molto attento. L’idea è allargare la collaborazione fornendo a tutte le sedi Cnos Fap il software di programmazione così da permettere anche a chi non ha una Tornos a disposizione nella sua scuola di poter imparare a programmarla. Tutto questo è per noi un investimento sul futuro. Sono infatti convinto che si debba aiutare le scuole a dare la migliore formazione possibile.” Il lavoro però è molto più ampio di quanto si possa immaginare. Infatti l’idea di mettere a disposizione di tutti i centri di formazione Cnos Fap il software Tisis comporta senza dubbio un forte coinvolgimento dei docenti che a loro volta formandosi su quello specifico prodotto, potranno trasmettere questa conoscenza nel migliore dei modi agli studenti. Un passaggio che sinceramente consideriamo fondamentale per il coinvolgimento che ne può nascere. Ma non solo, è la dimostrazione che la collaborazione delle aziende è basilare per garantire una efficace formazione. A ben guardare questo coinvolgimento traccia nel medesimo solco in cui si muovono le realtà nazionali, dove la collaborazione fra scuola e imprese è alla base di progetti formativi strutturati e di grande efficienza a tutto vantaggio delle imprese e della competitività del sistema paese.
PANORAMA
PRIMA ADDITIVE, ADESSO SI FA SUL SERIO! ANCHE SE SI TRATTA DI UNA ISTITUZIONE RECENTE, L’APPUNTAMENTO CON GLI INNOVATION DAYS DI PRIMA INDUSTRIE SONO GIÀ LUOGO DI CONFRONTO E STRUMENTO DI CONOSCENZA DELLO STATO DELL’ARTE, PER CHI OPERA NEL MONDO DELLA TECNOLOGIA di Marco Torre
P
ossiamo essere sinceri? C’è una cosa che ci ha colpito più di ogni altra alla seconda edizione degli Innovation Days di Prima Industrie che si è tenuto nel nuovo centro realizzato (a tempo di record) all’interno dell’area in cui già opera la multinazionale torinese: i giovani. Forse perché sotto il profilo della innovazione il Gruppo guidato da Gianfranco Carbonato ci ha abituato bene e quindi anche le tecnologie e le soluzioni più moderne, che come 20
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vedrermo nel corso del testo non sono certo mancate, sono improvvisamente e per un istante, passate in secondo piano davanti alla presenza di giovani che ci hanno guidato nella conoscenza dei nuovi modelli dedicati alla manifattura additiva. Dal nostro punto di vista è il segnale più chiaro e più importante che in Prima Industrie il futuro non è solo annunciato, ma è già vissuto. Ai giovani è affidata la responsabilità importante di essere parte attiva dell’area dedicata all’additive manufacturing, cioè la punta estrema dell’innovazione di una realtà che
di innovazione vive da oltre 40 anni. Basterebbe questo – per quanto ci riguarda – a spiegare Prima Industrie e il suo cielo pieno di astri tecnologici, non ultimo ovviamente, quello che ha ospitato gli Innovation Days delle scorse settimane. Il riferimento è al nuovo Advanced Laser Center, una area completamente nuova e sorta a tempo di record: 4000 m2 dedicati alla ricerca e innovazione dei sistemi di produzione laser avanzati. A presenziare oltre 300 ospiti fra clienti, università, centri di ricerca e stampa italiana specializzata.
Verso l’headquarter al completo L’Advanced Laser Center, realizzato secondo i criteri più moderni di edilizia sostenibile, sfrutta sistemi geotermici e pannelli solari per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Compito della nuova struttura è lo studio e la realizzazione di sistemi di produzione laser avanzati. L’Advanced Laser Center è parte di quel programma che Prima Industrie ha avviato nel 2016 con la realizzazione del nuovo quartier generale ( e Tech Center) di Collegno, che si completerà entro il 2020 con la realizzazione del nuovo stabilimento produttivo per le macchine laser che oggi è ancora nella vecchia sede aziendale. Tutto ciò ha comportato un piano di investimenti di circa 25 milioni di euro e consentirà a Prima Industrie di aumentare l’efficienza, accorpando le sedi di Collegno, migliorare la customer experience nelle aree dedicate ai visitatori e di poter contare su ambienti lavorativi più moderni e organizzati. Veniamo però ora al centro delle attività svolte durante la giornata in cui siamo stati ospiti: in primo luogo la presentazione dei sistemi di nuova generazione per la produzione additiva di componenti in metallo della divisione Prima Additive del gruppo Prima Industrie, specializzata nella fornitura di soluzioni chiavi in mano per l’additive manufacturing sia nel solco della tecnologia Powder Bed Fusion (PBF) sia in quella Direct Energy Deposition (DED). Elemento fondamentale delle nuove proposte di Prima Additive è il concetto che spinge l’approccio Open Innovation dell’intero gruppo che mette al centro del proprio operato le necessità e le applicazioni dei clienti, riuscendo in questo modo a sviluppare sempre sinergie e collaborazioni con gli utilizzatori finali in modo da garantire la migliore e più rapida risposta alle esigenze che arrivano dal mercato, tenendo però sempre al centro del prodotto la sua sostenibilità, dando quindi ancora maggiore impulso agli aspetti legati all’impatto ambientale,
sviluppando proposte in grado di contenere i consumi grazie ad elevata efficienza energetica mantenendo elevate prestazioni operative e seguendo il concetto di Circular Economy che da una parte mira a mantenere il più a lungo possibile il valore di prodotti e materiali e dall’altra tende alla trasformazione delle risorse a fine ciclo di vita attraverso il riciclaggio e quindi dando loro rinnovato valore. L’Additive Manufactruring è da alcuni anno uno dei centri di maggiore attenzione nel mondo della macchina utensile e delle realtà produttive in particolare. Non è quindi un caso se l’attenzione verso questa tecnologia sia cresciuta notevolmente in tutti i comparti industriali e in particolari laddove le imprese desiderano soddisfare le sempre maggiori richieste di customizzazione dei prodotti da parte del mercato. Prima Industrie risponde a queste esigenze con prodotti che permettono di sfruttare tutti i vantaggi competitivi dell’Additive Manufacturing, grazie all’alta produttività, all’affidabilità di processo di prim’ordine, all’eccellente qualità dei pezzi finiti e all’ottimo rapporto prestazioni-prezzo.
Tecnologia PBF Punto di partenza delle presentazioni degli Innovation Days di Prima Industrie la Print Genius 250, la nuova macchina PBF che, con volume di costruzione di 262x262x350 mm, risulta adatta alla produzione di componenti di media dimensione. Print Genius 250 è stata messa a punto per ottimizzare la risposta nelle applicazioni di stampa di metallo ad alta produttività. Questo grazie al suo doppio laser single-mode da 500 W, che riduce i tempi di produzione, abbinato a software intelligenti per un rapido orientamento dei pezzi e per la definizione dei parametri macchina. Print Genius 250 è adatta a una vasta gamma di materiali: acciaio inossidabile, acciaio Maraging, leghe a base di nichel ad alta temperatura (Inconel), titanio, cobalto-cromo, alluminio, rame e acciaio alto-resistenziale. Per ottenere la massima riduzione dei consumi, Print Genius è realizzata in modo da ottimizzare il flusso di gas, un’unità filtrante a doppia linea per il ricircolo del gas all’interno dell’area di lavoro che mantiene un elevato grado di pulizia della macchina e riduce al minimo la sostituzione delle parti soggette ad usura. Inoltre la capacità di cambio completo del materiale che
Gianfranco Carbonato - Prima Industrie Executive Chairman
PANORAMA Prima Additive Laserdyne 430 DED
Prima Industrie Advanced Laser Center
si realizza in meno di due ore è un altro punto importante di questo prodotto. Inoltre è possibile di monitorare in tempo reale l’ambiente di costruzione e di generare report con tutti i principali parametri di stampa tracciabili. Sempre rimanendo in tema di additive manufacturing e di tecnologia PBF ( Powder Bed Fusion) a Collegno è stata mostrata anche la nuova PBF Print Sharp 250, con volume di costruzione di 250x250x300mm. L’anima del prodotto è un laser proprietario del gruppo Prima Industrie: si tratta di un Convergent CS450 che è stata sviluppata proprio grazie alla grande esperienza
Powder Bed Fusion Prima Additive Print Sharp 250_2
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del gruppo in questo settore. Alla base delle caratteristiche della Sharp 250 La Print Sharp 250 coniuga un’elevata qualità dei componenti prodotti, sia in termini di superficie sia di caratteristiche meccaniche, con un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Tecnologia DED In ambito della seconda tecnologia di additive manufacturing disponibile ( Direct Energy Deposition) agli Innovation Days era protagonista una ulteriore novità: si tratta della Laserdyne 430 DED. Si tratta di un modello compatto a tre assi con un volume di lavoro di 585x400x500 e caratterizzata da una velocità di costruzione particolarmente elevata, ma al tempo stesso con evidente un livello qualitativo dei pezzi finiti davvero superiore alla media. Tutte caratteristiche
che la rendono perfetta per le operazioni di produzione 3D, ma anche per le rilavorazioni e le riparazioni. Inoltre la 430 DED è equipaggiabile con una tavola rotobasculante determinante per poter affrontare la produzione seguendo le geometrie più difficili e complesse. Velocità e livello qualitativo sono invece legati alla nuova testa Advanced Head, testa laser DED multiuso con design modulare che proprio per il suo design innovativo consente il montaggio in diverse configurazioni per adattarsi a molteplici processi laser. Fra i punti di forza della nuova testa ci sono il monitoraggio del pool di fusione, il percorso ottico pressurizzato che evita infiltrazioni di polvere, e l’ugello raffreddato ad acqua per deposizione continua realizzato in additive,. Questo riduce il rischio di adesione della polvere durante il processo. La testa offre inoltre una facile manutenzione e un veloce allineamento dello spot polvere / laser. Altra particolarità di questa testa è che può essere montata su tutti i prodotti di Laser Metal Deposition realizzati da Prima Industrie. Ma non solo: infatti è disponibile anche come semplice parte del Laser Metal Deposition Kit di Prima Additive. Questo kit a sua volta può essere integrato in qualsiasi macchinario o sistema robotico. Il Kit di Prima Additive oltre alla testa comprende anche una sorgente laser ad alta efficienza un alimentatore di polvere flessibile e un sistema CAM per la programmazione off-line.
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PANORAMA
KUKA E MICROSOFT INSIEME PER LA ROBOTICA
FOTO 1
IIOT FOR ROBOTICS È IL TITOLO DI UN EVENTO DURANTE IL QUALE KUKA, MICROSOFT E ALCUNI PARTNER HANNO MOSTRATO COSA SI PUÒ OTTENERE METTENDO INSIEME DUE TECNOLOGIE AVANZATE di Silvano Corridolo
F
orse non tutti sanno che Microsoft House, la nuova sede Microsoft inaugurata all’inizio del 2017 nella zona di porta nuova, a due passi da Corso Como, dispone al suo interno di una sala demo per applicazioni robotiche. Sala che è stata sfruttata per dare una dimostrazione concreta alla fine di un evento, svoltosi alla fine di settembre, intitolato Iiot for Robotics. Organizzato da KUKA Roboter Italia e Microsoft, insieme con i partner Nebbiolo Technologies e Kiwi Data Science, l’evento ha visto alternarsi sul palco per tutta la mattina una serie di speaker che hanno sviluppato vari aspetti, anche particolari, dei temi della robotica, dell’Iiot e del trattamento dei big data. 24
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L’intervento di KUKA Ha aperto i lavori Alberto Pellero, Head of Strategy & Marketing di KUKA Roboter Italia, che ha illustrato le strategie evolutive del produttore, ormai da alcuni mesi ufficialmente diventato “cinese”. Dopo aver illustrato la struttura dell’azienda e i vari ambiti operativi (vedi foto 1), ne ha delineato l’evoluzione presente e futura. “Nei prossimi anni, l’obiettivo di KUKA è di trasformarsi da un produttore di hardware in un’azienda che sviluppa gran parte del suo R&D nel mondo del software – ha spiegato Pellero – dobbiamo cercare di capire cosa sia effettivamente l’industry 4.0, declinata nel mondo manifatturiero, e nel futuro avvicinarci ai sistemi di
intelligenza artificiale per i robot. In futuro, i robot non si muoveranno più seguendo programmi nativi preimpostati, ma saranno in grado di modificare automaticamente il loro programma in funzione del cambio delle condizioni di contorno”. Il futuro modello di business di KUKA nel settore Iiot sarà quindi a tre livelli, con la vendita di prodotti digitali della piattaforma KUKA connect, il sistema di analytics e intelligence basato su cloud; la vendita di servizi digitali e soluzioni, raggruppate nella KUKA Engineering Suite; e le attività di consulenza tese a migliorare le performance del business, legate principalmente al sistema di KUKA Virtual Commissioning. L’infrastruttura
FOTO 2
che permette di abilitare queste tecnologie è piuttosto complessa ed è composta da numerosi moduli, come si può vedere nella foto 2, ed è facile ipotizzare un forte coinvolgimento di partner per integrare le componenti KUKA (in arancione nella foto) con i moduli di terze parti. A questo punto, Pellero ha illustrato alcuni esempi pratici dei vantaggi portati in produzione dall’uso di sistemi IioT con i robot. Si va dal rilevamento precoce delle irregolarità di funzionamento, in modo da evitare il blocco completo dell’impianto, alla realizzazione di dashboard per la gestione ottimizzata di un impianto di riempimento bottiglie, dalla creazione di un sistema di manutenzione predittiva alla gestione di celle robotizzate con la riduzione dei fermi imprevisti tramite l’implementazione di un sistema di allarmi.
Microsoft e l’importanza di cambiare mentalità A seguire c’è stato l’intervento di Andrea Cardillo di Microsoft, che ha parlato del cambio di mentalità che ha interessato l’azienda di Redmond, estendendo il discorso anche all’utilità, per le organizzazioni ma anche per le persone, di passare da un mindset per così dire “bloccato” a un mindset orientato alla crescita: questo comporta la voglia di imparare cose nuove, di cercare nuove sfide e di considerare i fallimenti come parte essenziale nel processo che porta a padroneggiare un’attività. E infine ha
mostrato cosa offre oggi Microsoft alle aziende manifatturiere, in termini di strumenti software e piattaforme: in particolare, la parte del leone la fanno Azure, i servizi di cloud enterprise, e Office 365, la suite collaborativa di programmi per l’ufficio. Ma ci sono anche prodotti più specializzati, come l’HoloLens, un sistema a realtà aumentata concepito in particolare per l’utilizzo come strumento di supporto per i tecnici manutentori e per gli operai in fabbrica. Una panoramica delle fasi della produzione di un oggetto e dei relativi prodotti Microsoft è visibile nella foto 3.
Nebbiolo Technologies, l’importanza del Fog Andrea Robbiani, Regional Manager FOTO 3
EMEA di Nebbiolo technologies, ha poi introdotto la sua azienda, una startup della Silicon Valley (ma con CTO e CFO italiani) che vede fra i suoi investitori KUKA, specializzata in quello che va sotto il nome di “fog computing”. Il fog, spiega Robbiani, è l’anello mancante fra il Cloud e gli endpoint IoT, che possono essere i robot di una linea di assemblaggio come le automobili connesse o impianti remoti per la produzione dell’energia eccetera. Concettualmente possiamo pensarlo come un’estensione del concetto di edge computing, in quanto siamo abituati a considerare l’edge fisicamente collocato in fabbrica vicino ai macchinari, mentre il fog è qualcosa di più sparso, etereo e impalpabile, come la nebbia appunto. Da un punto di vista più concreto, il fog abilita la convergenza tra le tecnologie IT e OT, e si inserisce bene in una tendenza in atto che prevede di spostare quanto più possibile la potenza di calcolo nelle vicinanze degli endpoint, per poter reagire rapidamente alle loro necessità – si pensi ad allarmi che richiedono bassa latenza, o alla guida autonoma di veicoli connessi. In questo quadro si inserisce la mission di Nebbiolo, che consiste nel trasformare i sistemi industriali per mezzo di sistemi Edge intelligenti: gestiti, virtualizzati, resi sicuri e costruiti per elaborare insight basati sui dati rilevati. A oggi, Nebbiolo technologies fornisce una piattaforma di tipo iperconvergente per il calcolo, lo storage e il networking in ambito IoT, un sistema di gestione
PANORAMA FOTO 4
e gli strumenti per estrarre, raffinare e trasformare questo petrolio in prodotti utili, che poi potrete vendere ai giusti clienti o utilizzare per ottimizzare la produzione”. Trasformando i dati in conoscenza, Kiwi apre nuove opportunità di business ai suoi clienti: decisioni in real time prese basandosi sui dati, manutenzione predittiva, individuazione dei guasti, eccetera.
La demo
FOTO 6
centralizzato, e una piattaforma comune per sistemi di controllo real time e carichi di lavoro non real-time. Il portfolio comprende inoltre un’infrastruttura leggera di analytics per l’edge, e soluzioni di data streaming, fog federation (per formare cluster intelligenti per il bilanciamento del carico) e security (per il monitoraggio continuo delle minacce). Per avere un’idea della sofisticata struttura dell’offerta di Nebbiolo si può guardare la foto 4. Una serie di casi d’uso ha chiuso la presentazione.
Kiwi Data Science A chiudere la lista degli speaker sono stati Giovanni Bocchi e Claudio Ferraris di Kiwi Data Science, un’azienda fondata a Milano nel 2013 da un gruppo di fisici e di professionisti dell’IT, i quali condividevano la convinzione che negli anni seguenti il mercato avrebbe richiesto un numero crescente di decisioni “data
driven”. Kiwi si concentra quindi sui servizi all’industria manifatturiera e puntano a estrarre valore dai dati, secondo i concetti e i principi di industry 4.0. Per spiegare il ruolo di Kiwi Data Sciences, Ferraris fa un semplice esempio: “Le vostre grandi masse di dati inutilizzati sono come un giacimento di petrolio. Noi abbiamo le conoscenze FOTO 5
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La serie di interventi è stata chiusa da Paolo Vaniglia di KUKA, che ha fatto un rapido excursus sui prossimi sviluppi della tecnologia robotica accoppiata all’IioT. Interazione uomorobot e digital twin i temi trattati, insieme agli stadi evolutivi dell’”intelligenza” applicata ai sistemi di produzione, e agli standard di comunicazione. A chiusura della giornata, è stato possibile vedere in azione le tecnologie e i software di cui si era parlato nell’area demo robotica permanentemente allestita nella Microsoft House dallo scorso luglio. Nella demo, un robot KUKA connesso con il sistema di analisi dei dati di Kiwi era chiamato a “scoprire” se una determinata bottiglietta era riempita di sabbia o di liquido, semplicemente sollevandola e scuotendola. Di norma, un compito del genere richiede lo studio del fenomeno fisico e l’effettuazione di un’analisi tecnica, volta a individuare le caratteristiche del segnale emesso nei due casi, per poi procedere a scrivere un software in grado di discriminare i vari casi. Invece, in questo caso il sistema di analisi, basato sull’individuazione del pattern dinamico generato dallo scuotimento, sfruttava una rete neurale che forniva al sistema intelligenza artificiale e capacità di machine learning (lo schema è illustrato nelle foto 5, la demo vera e propri nella foto 6): è bastato un breve addestramento, e il sistema ha iniziato a riconoscere il contenuto delle bottigliette senza mai sbagliare.
FOCUS ON IGUS
Manutenzione intelligente nellâ&#x20AC;&#x2122;era dellâ&#x20AC;&#x2122;industria 4.0: le smart plastics igus permettono di aumentare la sicurezza delle macchine utensili, programmare con precisione gli interventi di manutenzione e risparmiare sui costi.
Di Eleonora Segafredo
FOCUS ON
I PRODOTTI SMART IGUS AUMENTANO LA DURATA D’ESERCIZIO DELLE MACCHINE UTENSILI GRAZIE AL CONTROLLO DIGITALE DEL PROPRIO STATO
Sapere oggi ciò che accadrà domani:
SMART PLASTICS IGUS
e manutenzione intelligente
“I
ndustria 4.0”, “Internet delle cose” e “smart factory” – oramai, questi concetti non sono più tanto futuristici. Sono sempre di più le aziende che scelgono di trarre vantaggio dall’impiego di sistemi e prodotti intelligenti. Alla fiera EMO 2019, igus ha mostrato a produttori e utenti di macchine utensili come - grazie ai componenti smart in plastiche ad alte 30
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prestazioni - raggiungere un livello superiore in termini di manutenzione e come, di conseguenza, risparmiare sui costi. La manutenzione nell’era dell’industria 4.0 comporta un chiaro cambiamento di paradigma. Invece di svolgere interventi di manutenzione a data fissa, limitandosi semplicemente a reagire di fronte a guasti e malfunzionamenti, la “manutenzione predittiva” consiste nel controllo continuo dello stato
delle macchine utensili. Si eseguono manutenzioni e sostituzioni solo se strettamente necessario. Gli interventi di manutenzione possono, così, essere pianificati con precisione. Allo stesso tempo, la misurazione permanente dei dati, consente di ridurre i fermi imprevisti e, quindi, i costi da riportare ai guasti. In questo contesto e con questi precisi obiettivi, igus ha sviluppato le smart plastics: vari sensori e moduli di controllo per catene portacavi, cavi,
San Bernardo – davanti al Cervino
cuscinetti e guide lineari. Trattasi, prendendo l’esempio delle catene portacavi, di sensori per la misurazione dell’attrito o dell’usura nel collegamento perno/foro oppure per il riconoscimento della forza di rottura e di trazione/spinta. La connessione con il nuovo modulo di comunicazione plus (icom.plus), che igus ha presentato in EMO, consente l’integrazione dei dati di monitoraggio direttamente nell’infrastruttura IT del cliente, per es. in sistemi di gestione della produzione come SCADA e MES o in soluzioni cloud impiegate a livello aziendale.
Vere Svizzere
Integrazione dati flessibile con il nuovo icom. plus L’icom.plus viene programmato tramite semplici sistemi di configurazione online che igus mette a disposizione e che contengono gli algoritmi per il calcolo della durata d’esercizio. Su richiesta del cliente, dopo un parametraggio iniziale online, il sistema può essere utilizzato anche offline senza funzione di aggiornamento. Così l’utente può gestire in modo flessibile la connessione del modulo e, quindi, dei suoi dati e creare equilibrio tra massimizzazione della durata e sicurezza IT. Se l’icom.plus è connesso online, la sincronizzazione delle indicazioni sulla durata d’esercizio con il cloud igus è continua, per consentire la durata massima della macchina e minimizzare il rischio di guasto. Nel cloud, i dati vengono confrontati ai dati risultanti dai 10 miliardi di cicli di test di catene portacavi e cavi eseguiti - ogni anno - nel grande laboratorio di prova aziendale di 3.800 metri quadrati. Grazie ai dati provenienti da queste prove, che confluiscono nel calcolatore della durata d’esercizio (accessibile gratuitamente online), è possibile prevedere - tra altre cose - per quanto tempo una catena portacavi funzionerà in modo affidabile nella specifica applicazione della macchina utensile, in anticipo e con esattezza. L’aggiornamento costante dei dati di durata grazie ai componenti isense igus rappresenta, per il cliente, un’ulteriore sicurezza perché il sistema integra in tempo reale le effettive condizioni ambientali dell’applicazione in corso. Grazie ai complessi algoritmi di Machine Learning e di Intelligenza Artificiale, è possibile fornire indicazioni precise sulla durata delle soluzioni impiegate dall’utente nell’applicazione specifica. Queste informazioni vengono visualizzate sullo schermo del dispositivo di controllo dell’impianto e nel caso di un sistema connesso online, l’utente riceve un SMS o un’e-mail che lo informano circa anomalie negli stati di funzionamento o necessità di interventi di manutenzione imminenti. I clienti vengono avvisati con giusto preavviso se si rende necessario acquistare pezzi di ricambio; tutto questo permette di implementare scenari diversi, dalla programmazione automatica degli interventi di
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Clima
DI ATTESA
IL CLIMA DI INCERTEZZA CHE ALEGGIA SULL’ECONOMIA MONDIALE E I DUBBI SUL FUTURO DEL COMPARTO AUTOMOTIVE – CHE RAPPRESENTA LA QUOTA PREPONDERANTE DELLE VENDITE DI MACCHINE UTENSILI – NON FERMANO LE PRESENZE IN EMO CHE SI CONFERMA PUNTO DI INCONTRO MONDIALE PER IL SETTORE
C
di Franco Baroni
on un totale di oltre 115.000 visitatori, Emo hannover si conferma il principale avvenimento fieristico nel mondo della macchina utensile. D’altra parte non è facile mettere insieme un pubblico così vasto e così eterogeneo. Infatti sono stati 150 i Paesi di provenienza dei visitatori e espositori. Complessivamente è da registrare un lieve calo dei visitatori rispetto all’edizione precedente del 2017. Un ridimensionamento d’altra parte prevedibile e previsto in considerazione delle incertezze che il mercato europeo e mondiale ha conosciuto nel 2019. Clima di attesa si sarebbe detto in altri tempi. E clima di attesa è stato. Ma si tratta di incertezze a nostro parere legate principalmente agli operatori non tedeschi. In ogni caso questa atmosfera fatta di incertezza non pare avere intaccato più del necessario il business che la EMO inevitabilmente porta con sé. Un business che quest’anno aveva due grandi temi al centro della propria idea di futuro. Da una parte l’automazione e la digitalizzazione dei processi, anche alla luce dell’arrivo e della diffusione imminente del 5G, dall’altra le incertezze sull’evoluzione del business più importante per l’intero settore delle macchine utensili: l’automotive. Da qui deriva anche il contrastante commento da parte degli espositori che in parte hanno notato il clima di incertezza e indecisione verso il futuro del mondo auto, dall’altra hanno dichiarato di avere comunque fatto o instradato buoni affari con l’industria che opera in questo settore.
L’incertezza verso l’automotive comunque è significativa e sincera: nel senso che anche i principali attori del settore (il management delle case automobilistiche) non hanno le idee chiare fino in fondo. A fare da cassa di risonanza a queste questioni la dichiarazione di un manager di Nissan che in modo quasi candido ha spiegato che: “Per prima cosa dobbiamo scoprire cosa sta succedendo nel settore, quindi prenderemo le nostre decisioni di investimento dopo la fine di EMO”.
I trend Una manifestazione dedicata alle tecnologie che si rispettino, non può assolutamente prescindere dall’innovazione. Come abbiamo accennato sopra, in questa edizione 2019 la dinamica della digitalizzazione e dell’automazione ha nuovamente generato un nuovo slancio per le innovazioni. Come piattaforma di innovazione per le tecnologie di produzione, EMO ha indicato le tendenze per gli anni a venire. Il motto “Tecnologie intelligenti che guidano la produzione di domani” riflette accuratamente le questioni chiave che il settore deve affrontare oggi. Quindi attenzione alla catena di processo, inclusi i servizi digitali, per creare il valore aggiunto da offrire agli utilizzatori di macchine e impianti. La risposta positiva dei visitatori si è evidenziata anche attraverso l’attenzione agli strumenti di simulazione basati su cloud e al sistema di monitoraggio come applicazione dei processi di Industry 4.0. Non a caso le parole più ascoltate in materia di innovazione digitale sono state IoT, app, gemelli digitali, AI (intelligenza artificiale) edge e cloud computing.
SPECIALE
Danobat
Danobat solutions
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CRESCE PER IL FUTURO
DANOBAT ANNUNCIA A EMO L’ACQUISIZIONE DI HEMBRUG MACHINE TOOLS
I
nizia con una notizia molto importante la Emo di Danobat, il gruppo basco che fa capo alla cooperativa Mondragon. Si tratta dell’annuncio dell’acquisizione della olandese Hembrug Machine Tools, leader nella tecnologia Hard Turning di precisione. Hembrug ha una forte presenza in Europa e un’estesa rete in Nord America e Asia. Nel 2018 ha realizzato un fatturato di oltre 14 milioni di euro. Danobat è leader sul mercato delle macchine utensili nella produzione di rettificatrici, con un fatturato annuo di 130 milioni di euro. L’acquisizione offre ai clienti di Danobat una scelta migliore e più ampia tra le due tecnologie complementari di rettifica e di Hard Turning. I clienti di Hembrug beneficeranno dell’estesa rete di assistenza Danobat; un tecnico di assistenza 34
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negli Stati Uniti ha già ricevuto una formazione. Inoltre, l’eccellente competenza di Danobat in materia di rettifica sarà utilizzata nelle nuove macchine ibride di Hembrug per la rettifica e l’Hard Turning. Hembrug si avvarrà anche delle soluzioni di automazione e dell’offerta Industria 4.0 di Danobat. A dimostrazione di questo nuovo sodalizio, Danobat esponeva nel suo stand alla EMO una delle macchine più rappresentative di Hembrug: la Mikroturn 100LS. Esempio di tecnologia all’avanguardia che l’azienda olandese offre per l’Hard Turning di precisione. La Mikroturn 100LS si aggiungeva alle altre sette macchine di ultima generazione e ad alto valore tecnologico che Danobat presenta in fiera con lo slogan “Together beyond Challenges”. Tre delle macchine presentate sono completamente automatizzate, progettate per gestire processi di tornitura
Le rettificatrici LG-600 e LG-400
e rettifica di grande precisione. In fiera Danobat ha presentato anche anche gli sviluppi dell’offerta di servizi avanzati e i suoi consolidati servizi digitali. In particolare, a questa edizione di EMO l’azienda basca ha proposto un sistema completamente automatizzato per la rettifica della parte di tenuta dell’iniettore sui motori per autoveicoli, un componente di appena 2 mm di diametro per il quale le richieste di produzione sono molto elevate. Fra le novità presentate e esposte anche la rettificatrice per esterni LG-1000 con gantry integrato, uno sviluppo che unisce grande flessibilità (è in grado di produrre fino a 180 pezzi diversi) con un’elevata capacità produttiva. Accanto a questa c’era Estarta-650, destinata alla produzione di componenti per biciclette elettriche e la rettificatrice HG-72, ridisegnata per produrre componenti di 1.500 mm di lunghezza per motori elettrici prodotti da Siemens: la macchina ora integra le operazioni di rettifica e misurazione in un unico set-up. Un altro nuovo prodotto che Danobat ha portato in fiera la rettificatrice verticale VG-800, che combina le operazioni di rettifica e misurazione esterne e interne per la produzione di componenti di macchine utensili di precisione. Insieme a queste nuove macchine, allo stand erano presenti due rettificatrici prodotte dalla sua controllata tedesca DanobatOverbeck: l’IRD-400, una macchina completamente automatica MyDanobat per smart factory
che utilizza un robot per caricare e scaricare i pezzi, progettata specificamente per la rettifica di interni e raggi; la ILD-400, progettata per rettificare interni, esterni, raggi e per la rettifica non cilindrica di pezzi con lunghezza fino a 1300 mm. EMO è l’evento scelto dall’azienda per la presentazione della sua piattaforma “MyDanobat”, un nuovo portale, già in uso tra i suoi clienti, che fornisce agli utenti maggiore controllo e conoscenza delle loro macchine basandosi su funzioni specifiche. La piattaforma “MyDanobat” consente agli utenti di accedere ai dati storici degli interventi di servizio eseguiti sulle macchine, consente l’accesso alla documentazione tecnica, sessioni di formazione sotto forma di esercitazioni, manuali, backup e rapporti. Alcune delle soluzioni presentate alla EMO utilizzando sensori di funzionalità, aprono la porta a piani personalizzati per la manutenzione preventiva su componenti chiave della macchina in linea con le esigenze di ogni cliente. Ma le strategie di manutenzione predittiva possono anche essere implementate tramite algoritmi intelligenti che compilano i dati attraverso il monitoraggio continuo dello stato della macchina e applicano processi di autoapprendimento in grado di rilevare potenziali anomalie operative prima che si verifichino.
SPECIALE
Il futuro
DMG MORI
È SEMPRE PIÙ DIGITALE
ABBREVIARE DRASTICAMENTE I TEMPI DI PRODUZIONE ATTRAVERSO IL RICORSO ALLA GESTIONE DELLA STESSA, SU QUESTO APPROCCIO SI CONFRONTERANNO IN FUTURO LE INDUSTRIE PER FARE LA DIFFERENZA
N
on poteva essere diverso: in occasione della EMO DMG MORI che aveva l’onere e l’onore di giocare in casa ha avocato a sé il compito di mostrare al mondo intero lo stato dell’arte in molte aree delle lavorazioni meccaniche indicando la direzione lungo cui si muoverà il comparto nei prossimi anni. E l’ha fatto con una conferenza stampa imponente ma senza fronzoli: concretezza innanzitutto, come da tradizione. Il punto di partenza è la capacità di abbreviare drasticamente i tempi di produzione attraverso il ricorso alla gestione della stessa. Ed è qui che si confronteranno in futuro le industrie per fare la differenza. 36
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Questo approccio per DMG MORI passa attraverso la connettività e porta dritto al nocciolo della questione che è poi il centro del futuro della macchina utensile: la connettività che permette una serie di attività legate al controllo della produzione, alla manutenzione predittiva e al servizio al cliente. Così e solo così, grazie a interfacce aperte e protocolli di comunicazione studiati e standardizzati si può garantire il passaggio alla digitalizzazione delle produzioni. Non è quindi un caso che proprio per spingere in questa direzione tutte le macchine di nuova produzione realizzate dal colosso Nippo tedesco, saranno completate con una interfaccia IOT che sarà messa a disposizione della clientela in modo del tutto gratuito. Questa interfaccia avrà la capacità di interagire con tutti i protocolli comunemente presenti nel comparto grazie anche alle nuove App che sono state deliberate ufficialmente proprio in occasione della
Lo stand DMG MORI al padiglione 2 di EMO
EMO e abbinate a CELOS. Le App in questione sono nello specifico Application Connector che ha il compito di permettere l’utilizzo di sistemi e applicazioni dell’utilizzatore direttamente su CELOS. A questa si aggiunge poi alla nuova funzionalità di Job-Import che ha la funzione di La conferenza stampa allo stand in EMO permettere l’importazione di commesse e ordini in forma diretta nel Job Manager di CELOS. Un’altra questione importante è la possibilità di far fare convivere connettività e trasparenza verso il cliente. A questo servono le proposte di Monitoring, altra offerta digitale di DMG MORI. Come ad esempio Messenger che mette in primo piano il monitoraggio dello stato operativo di tutte le macchine e tutti i dispositivi connessi in rete tramite Connectivity (altra App di DMG MORI). Tutto questo si traduce all’atto pratico in un servizio online per interventi veloci proprio grazie alla digitalizzazione totale della fabbrica e la sua connettività più assoluta nel rispetto della sicurezza aziendale. Per questo nasce “my DMG MORI”, sostanzialmente un Online Service Manager (anche questo disponibile in modo gratuito) permette una vera e propria velocizzazione del processo inerente gli interventi sulla macchina: dalla descrizione del problema fino alla richiesta del cliente in modo assolutamente digitale, comprendendo anche la fornitura di ogni eventuale documento necessario (sempre in forma digitale) in modo da permettere di inviare ogni richiesta di assistenza
on line, con risparmi di tempo e azzeramento delle possibili incomprensioni. Un processo così organizzato permette di inviare la specifica richiesta al tecnico preposto in DMG MORI facendo in modo che possa prenderla immediatamente in carico, e al tempo stesso informando in tempo reale l’utilizzatore sullo stato di avanzamento dell’intervento richiesto. Questo si traduce anche nella perfetta tracciabilità delle consegne dei pezzi di ricambio (Track & Trace). Tutto questo si somma a WERKBLiQ, piattaforma integrata di service già fornita da DMG MORI per l’officina in grado di operare sia sulle macchine DMG MORI sia su quelle di marchio diverso. Ottimizzando l’intero processo di service per tutte le macchine e tutti i dispositivi. Mediante l’impiego di dispositivi mobili è possibile integrare e gestire in WERKBLiQ anche le macchine senza connessione alla rete. L’integrazione nei sistemi IT esistenti avviene in modo rapido e senza grandi sforzi in officina. L’implementazione richiede mediamente soltanto 48 ore. Nella quotidianità lavorativa, i dipendenti addetti alle macchine registrano e documentano tutte le attività e i processi svolti, supportati da maschere interattive di inserimento dati personalizzabili. In caso di guasto, è sufficiente premere un pulsante per avvisare la manutenzione interna direttamente dalla macchina e inizializzare il processo di riparazione previsto.
SPECIALE
80 anni
un’immagine dello stand Juaristi alla EMO
JUARISTI,
DI INNOVAZIONE
FRA LE AZIENDE CHE PIÙ DI ALTRE SI SONO FATTE NOTARE PER LA PROPRIA CAPACITÀ DI INNOVARE E PROPORRE NUOVE SOLUZIONI, A JUARISTI, AZIENDA, SPECIALIZZATA NELLA PROGETTAZIONE E PRODUZIONE DI SOLUZIONI DI LAVORAZIONE PREMIUM, DEVE ESSERE LASCIATO UNO SPAZIO PARTICOLARE
L
a società spagnola era alla EMO con un nuovo centro di lavoro multifunzione ottimizzato per la fresatura e tornitura e una nuova gamma di teste universali. Il nuovo centro di lavoro multifunzione JUARISTI TH3-MT è ottimizzato per realizzare lavori di fresatura e tornitura e offrire agli utenti ergonomia, versatilità e alta produttività. Nasce sulla base e sviluppa i concetti della serie TH i centri multifunzione a 5 assi di JUARISTI, e questa volta integra una tavola per tornitura e una testa speciale con un design ottimizzato proprio per le operazioni di tornitura. Il centro include un pacchetto di automazione completo e presenta un design completamente rinnovato per migliorare la propria ergonomia, 38
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prolungarne la vita utile e ottimizzare la gestione dei trucioli e del refrigerante. TH3-MT mantiene i principali vantaggi delle soluzioni della serie TH: elevata dinamica e compatibilità con gli strumenti di ultima generazione di elevato avanzamento ed ottima asportazione di trucioli. TH3-MT ha subito un processo di riprogettazione integrale, ottenendo una serie più stilizzata ed ergonomica. Il nuovo design offre un layout più compatto per un migliore utilizzo dello spazio nell’impianto Ottimizza inoltre il sistema di raccolta dei trucioli e del refrigerante, migliorando l’autonomia della soluzione ed evitando tempi improduttivi per la pulizia manuale. Il design simmetrico con una testa centrale alla colonna, favorisce il comportamento imbattibile in termini di precisione garantendo un’alta capacità di taglio. Sicuramente fra le molte innovazioni che
ACD7
questa macchina presenta, le più interessanti sono l’adozione di una nuova testa speciale e una tavola per tornitura. La testa ( ACD8) sviluppata internamente dalla stessa Juaristi, consente la lavorazione meccanica a 5 assi e raggiunge velocità di rotazione fino a 8.000 min-1, pur mantenendo elevata potenza (60 kW) e coppia al mandrino (1.600 Nm). Dal canto suo la tavola di tornitura integrata nella macchina ha un diametro di 1.600 mm (in opzione fino a 2.000 mm) portata massima del pezzo di 5 tonnellate in tornitura e 10 tonnellate in fresatura. La velocità di rotazione raggiunge i 400 giri al minuto. Quasi superfluo ricordare che la nuova TH3-MT incorpora tutti i sistemi di automazione di cui i clienti possano necessitare. Fra questi un sistema multipallet FMS, un magazzino utensili a matrice per cambio rapido con una capacità espandibile di 450 utensili. Accanto alla nuova macchina multitasking Juaristi presentava a EMO Hannover la nuova famiglia di teste che hanno il compito di confermare la ottima reputazione conquistata nel tempo grazie a robustezza e buone prestazioni. Il reparto di progettazione dell’azienda ha presentato un modello di testa universale a 5 assi che consentirà fresatura, tornitura e alesatura di alta precisione riducendo al massimo i tempi di cambio dell’utensile. Il risultato di questo sforzo di innovazione è stato lo sviluppo non di uno, ma di due modelli di testa universali all’avanguardia rivolti a diversi tipi di utenti: l’ACD7 e l’ACD8. ACD8 ACD7 si distingue per il doppio
asse di rotazione continua (orizzontale e a 45°) e i movimenti di riposizionamento molto rapidi (da 0 a 180° in 7 secondi). In termini di prestazioni e caratteristiche, si distinguono per una velocità di rotazione fino a 6.000 giri al minuto. ACD8 invece incorpora tutta la tecnologia ACD7 ma consente anche operazioni di tornitura con la testa stessa. Dispone di un asse di rotazione continua a 45° con un sistema a doppio pignone e raggiunge velocità del mandrino fino a 8.000 min-1. Mediante un cambio automatico dell’accessorio per la tornitura, la testa consente operazioni di tornitura impegnative grazie alla sua robustezza. In entrambi i modelli, dato il rapido tempo di posizionamento e la capacità di interpolazione con il resto degli assi, si ottiene una drastica riduzione del tempo di cambio utensile, aumentando significativamente la produttività. Infine EMO è stata anche l’occasione per parlare di Accuracy Cube, il nuovo centro di produzione avanzata che su un’area di oltre 1200 metri quadrati concentra le lavorazioni, l’assemblaggio e la verifica di di tutti i pezzi e componenti critici delle sue macchine. L’area ha richiesto un investimento di oltre 4 milioni di euro. È dotata di alcuni dei sistemi più avanzati sul mercato, tra cui una perforatrice, diverse rettificatrici e una macchina tridimensionale ad alta precisione. Inoltre, sarà il luogo in cui tutti i dati verranno raccolti e analizzati per migliorare costantemente il processo Accuracy Best Plus, il metodo di produzione avanzato sviluppato da Juaristi per garantire un adattamento preciso prima e dopo il montaggio.
SPECIALE
C’È TUTTA SORLAUCE NELLE PAROLE DEL DIRETTORE GENERALE DEL GRUPPO RAFAEL IDIGORAS CHE HA ILLUSTRATO ALLA CONFERENZA STAMPA DI EMO HANNOVER IL SIGNIFICATO DEL TERMINE #MADEFORYOU CHE È DIVENTATO IL NUOVO SLOGAN CHE ACCOMPAGNA OGGI LE ATTIVITÀ DEL GRUPPO BASCO
SORALUCE,
innovazione SENZA SOSTA
M
a #MadeForYOU non è un banale slogan, è molto di più. “ #MadeForYOU – ha spiegato Idigoras - è il modo in cui Soraluce esprime il suo modo di ascoltare attivamente, chiedere e analizzare quello di cui hanno bisogno i clienti. È pensare, ascoltare e mettere in pratica, così come i nostri clienti richiedono di fare. #MadeForYOU è la relazione con i nostri clienti, è partecipare attivamente rispondendo alle necessità come partner completo di macchine tecnologicamente avanzate, concretizzando il concetto di “Macchina Intelligente”, apportando servizi e soluzioni a grande valore aggiunto e offrendo consulenza di 40
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esperti in ingegneria meccanica. “ Tutto ciò si traduce in un pacchetto di prodotti e servizi tra i più completi e moderni disponibili oggi sul mercato, perché pensata per soddisfare le esigenze di ciascun singolo cliente. Ed è da questo concetto che nasce la nuova gamma di macchine a portale che è stata presentata proprio per completare la gamma di prodotti di fresatura. Una gamma completa di macchine a portale in due configurazioni: con tavola mobile o con tavola fissa, comprese le alternative a traversa fissa o mobile e l’opzione multitasking. Si tratta di macchine personalizzabili in base alle esigenze del cliente, sia per quanto riguarda le teste di fresatura e tornitura e i magazzini utensili, sia in relazione alle aree di lavoro. Per raggiungere questo obiettivo, Soraluce ha investito 9 milioni di euro nell’acquisto e nell’adattamento delle sue strutture, con un nuovo stabilimento di 4.900 m2 (140 metri di lunghezza, 35 di larghezza e 17 di altezza) per l’assemblaggio di questo tipo di macchine. Questo è il nuovo Portal Factory, il centro di produzione più moderno, completo e avanzato, dedicato alla produzione di macchine a portale. Durante la EMO è stata presentata la PMG, macchina a portale
Rafael Idigoras - Managing Director SORALUCE
tipo gantry con corsa longitudinale di 14.000 mm (una volta installata presso il cliente finale), una corsa trasversale di 5.500 mm e una corsa verticale di 2.000 mm, equipaggiata con testa automatica millesimale 0,001º x 0,001º, 5.000 rpm, 37 kW, 900Nm. Dotata come tradizione di guide lineari a ricircolo di rulli con pattini smorzatori e di molti sistemi attivi come ad esempio il DAS ( brevetto Soraluce). Il risultato sono macchine ad elevata precisione, altamente dinamiche e stabili durante le lavorazioni e affidabili dal punto di vista della disponibilità. Gli assi trasversale e longitudinale sono azionati da sistemi a doppio pignone e cremagliera mediante due motori configurati in modalità master-slave che garantisce un’elevata dinamica, con velocità massime di 35m / min, e una trasmissione priva di rallentamenti e immune da usura. Dall’altro lato, le alternative di azionamento della testa includono differenti opzioni di motori, integrati nella ram, sempre raffreddati ad acqua. In generale, si tratta di macchine altamente configurabili con una o più zone di lavoro, massimizzando la produttività e riducendo i fermi macchina durante il posizionamento del pezzo, aumentando la ergonomia e la versatilità della macchina, includendo le tavole
girevoli per fresatura e tornitura. Altra area di grande interesse e novità per Soraluce è quella delle multitasking dove Soraluce ha riformulato il concetto, tradizionalmente associato alla integrazione di tornitura e fresatura in un’unica macchina, grazie allo sviluppo di tecnologie avanzate che permettono di incorporare anche la rettificatura. Alla EMO, Soraluce ha presentato un nuovo modello di macchina multitasking, la TR-M 35. La macchina incorpora una tavola da 3.500 x 1.400 mm nella quale è incorporata una tavola di tornitura da Ø 1.600 mm. È equipaggiata con una testa multifunzione millesimale, indexata ogni 0,001º x 0,001º, da 37 kW a 5.000 rpm. La testa integra un innovativo sistema di bloccaggio della rotazione del mandrino permettendo così l’uso di utensili di fresatura, di tornitura e rettifica, direttamente, senza necessità di utilizzare elementi intermedi. TR-M 35 esegue operazioni di rettifica incorporando cicli specifici per facilitare la programmazione delle differenti operazioni, ed è dotata di un equipaggiamento accessorio necessario per la diamantatura ed equilibratura delle mole, inoltre è dotata di sistema refrigerante con filtraggio del liquido refrigerante con carta e separatore magnetico per garantire un’ottima finitura superficiale. Soraluce Compact multitasking machine
SPECIALE
WFL MILLTURN TECHNOLOGIES, INSIEME ALLA SUA AFFILIATA FRAI ROBOTIC SOLUTIONS, OFFRE DIVERSE VARIANTI DI AUTOMATIZZAZIONE CHE CONSENTONO DI MASSIMIZZARE LA PRODUTTIVITÀ
WFL PUNTA SULLA
gamma di prodotti va dal robot a braccio snodato per il caricamento semplice ad un’ampia offerta di varianti di sistemi di presa fino al caricatore a portale con sistemi di trasporto e di magazzinaggio periferici di pezzi, utensili e ganasce di serraggio. M30-G MILLTURN / 1800 mm presentato in fiera era dotato di un robot Kuka KR Quantec extra con portata di 120 kg e raggio di lavoro nominale pari a 2.896 mm e dotato di un sistema di cambio automatico della pinza con 2 diverse teste di presa nonché un deposito del pezzo per autocentrante ed elementi dell’albero. Un ulteriore punto di forza degno di nota era costituito dalla visualizzazione integrata della cella sullo schermo del controllore della macchina. M50-G MILLTURN, grazie alla larghezza massima fino a 6000 mm disponibile in opzione, offre diverse possibilità per una lavorazione efficiente di elementi dell’albero di una certa lunghezza. Particolare attenzione va rivolta alle prestazioni top della macchina. L’aumento della velocità del mandrino e dell’accelerazione dell’asse permette alla macchina di trovare più ampia applicazione su pezzi che necessitano di una dinamica maggiore, come, ad esempio, nella produzione di pale di turbine. Inoltre, le forze di taglio costanti e una nuova strategia di produzione che riduce al minimo l’usura degli utensili garantiscono la massima affidabilità durante la produzione di pale di turbine. Va poi sottolineata l’importanza dell’utilizzo di un Ultra-High Pressure Coolant (UHPC), sottoposto a una pressione compresa tra 150 e un massimo di 350 bar che favorisce una sostanziale ottimizzazione della rottura dei trucioli, una riduzione dei tempi di lavorazione e un significativo abbattimento dei costi. Per quanto riguarda l’automatizzazione e la connettività, con MILLTURN l’utilizzatore è in già pronto per gli sviluppi futuri. Il WFL data analayzer offre una panoramica completa dell’intera produzione. Individua immediatamente i potenziali di produttività liberi e li sfrutta in WFL Software maniera efficiente. I dati di produzione sugli stati della macchina possono essere consultati e gestiti tramite smartphone, tablet, notebook o PC, permettendo così all’occorrenza di intervenire tempestivamente. I parametri determinanti per il controllo della produzione sono così a disposizione dell’utente in tempo reale. Con Siemens MindSphere, il sistema operativo IoT, aperto e basato su cloud, WFL propone un’ulteriore soluzione efficiente e intuitiva per l’utente, che unisce prodotti, impianti, sistemi e macchine. I dati ottenuti vengono analizzati su MindSphere permettendo, in questo modo, di monitorare lo stato delle macchine. Ciò permette inoltre agli utilizzatori di collezionare nuove informazioni, utili ad incrementare produttività, affidabilità ed efficienza della macchina.
produttività
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WFL Automation M30-G MILLTURN
urante la EMO, WFL aveva esposti tre modelli: M30-G MILLTURN / 1800 mm con cella di automazione, M50-G MILLTURN / 3000 mm specializzata nella lavorazione di pale di turbine e M80X MILLTURN / 3000 mm con laser a diodo integrato. Accanto a queste le funzionalità avanzate di monitoraggio e registrazione di tutti i processi macchina. WFL propone infatti il pacchetto completo MILLTURN, con utensili intelligenti e sensori integrati. Grazie al suo know-how WFL Millturn Technologies, insieme alla sua affiliata FRAI Robotic Solutions, offre diverse varianti di automatizzazione che consentono di massimizzare la produttività. La 42
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ELETTROTECNOLOGIA PER L'INDUSTRIA
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STORIA
di copertina WAGO
PRIMA MISURA, POI GESTISCI LA “FABBRICA INTELLIGENTE” – O SMART FACTORY - È UN PASSAGGIO IMPORTANTE NEL PROCESSO DI EVOLUZIONE VERSO L’INDUSTRIA 4.0
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a cura della redazione
La linea di produzione del futuro non sarà solo collegata in rete e intelligente, ma si controllerà e ottimizzerà autonomamente, parzialmente anche in modo automatico, rendendosi efficiente in termini di risorse. Dal punto di vista dello sviluppo della gamma di argomenti di Industria 4.0, le varie tecnologie svolgeranno un ruolo pragmatico. Gli investimenti in infrastrutture di rete, sicurezza e trasparenza dei dati - in definitiva investimenti nell’integrazione orizzontale e verticale - servono principalmente per avere una produzione attenta all’aspetto economico. Ragionando in un contesto caratterizzato dalla concorrenza globale e dalla crescente domanda di personalizzazione del prodotto, fino a una dimensione del lotto di 1, questo obiettivo è di vitale importanza. L’efficienza delle risorse e l’ottimizzazione dell’ingegneria dei sistemi, ad esempio, offrono punti di partenza per il miglioramento dei processi di produzione. Alcuni presupposti necessari per la trasformazione di una fabbrica esistente in una “fabbrica intelligente” sono la previsione di un collegamento in rete dei processi esistenti e la registrazione di tutti i dati relativi a pro-
dotti, macchine e processi. La valutazione sulla base di algoritmi relazionali fornisce quindi le informazioni necessarie (KPI) per orientare il processo di produzione e le indicazioni del potenziale di ottimizzazione latente. Soluzioni di automazione come WAGO-I/OSYSTEM 750 sono già disponibili per la registrazione, l’acquisizione e il trasferimento di dati in un “Manufacturing Execution System” (MES) o sistema di gestione del prodotto. Con oltre 500 moduli e potenti controller PFC200, WAGO-I/OSYSTEM 750 offre una soluzione adeguata per quasi tutti i domini di applicazione. Ciò vale anche – e soprattutto - per l’integrazione nei sistemi esistenti. Per massimizzare l’efficienza delle risorse durante la produzione, sono necessarie informazioni trasparenti su procedure di produzione, prestazioni e qualità, e il modo per raggiungere questo obiettivo è garantire che tutti i componenti siano collegati in rete e possano parlarsi l’un l’altro durante il processo di creazione del valore. Questo processo funziona al meglio con la tecnologia di automazione modulare. Processi di produzione adattabili: ingegneria in tempi record! M &A | NOVEMBRE/DICEMBRE 2019
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STORIA
di copertina ORGANIZZAZIONE
• Sistemi di controllo accessi • Unità USB vietate • Normative password IT • Segmentazione fisica della rete / VLAN • Switch / router / firewall • WLAN, crittografia WPA • Accesso basato sui ruoli • Accesso personale alla Macchina IT • Segmentazione tramite VLAN • Switch / router / firewall • Server Radius
Sistemi modulari Per rimanere competitive, le aziende devono rispondere rapidamente alle mutevoli condizioni del mercato; tuttavia, questo è possibile solo quando il processo di produzione può essere aggiornato e convertito in modo flessibile e rapido. La nostra soluzione, DIMA (Decentralized Intelligence for Modular Applications - Intelligenza decentralizzata per applicazioni modulari), rende possibile ciò che gli operatori di sistemi modulari hanno cercato per anni: accoppiamento e scollegamento di moduli all’interno di un sistema di controllo - senza programmazione. Questa soluzione consente l’integrazione dei moduli in un’applicazione e la messa in funzione in meno di tre minuti. I vantaggi dei processi di produzione adattabili sono: • Soluzioni plug-and-produce standardizzate • Tempi di progettazione ridotti • Pianificazione del sistema ottimizzata • Costi di configurazione ridotti al minimo • Componente essenziale di Industry 4.0
Soluzioni di automazione flessibili con i controller PFC di WAGO Versatile e sicuro ... Le applicazioni Internet of Things (IoT) richiedono una tecnologia di automazione affidabile che enfatizzi fortemente la sicurezza IT. In definitiva, i dati di produzione sono un bene prezioso e come 46
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percorsi verso sedi esterne alla fabbrica anziché rimanere dove vengono prodotti, come avveniva in passato. Di conseguenza, sorgono sempre maggiori problemi di sicurezza perché i meccanismi di sicurezza che una volta erano stati stabiliti secondo gli standard di “difesa in profondità” non sono più sufficienti. Il rischio: durante la connessione a sistemi o cloud di livello superiore, è possibile sfruttare le informazioni dall’esterno. 01 IN PRECEDENZA: I DATI RIMANEVANO NEL CAPANNONE DI PRODUZIONE • Basso rischio di accesso indesiderato ai dati • Dati macchina sufficientemente protetti da misure di difesa che andavano in profondità 02 DIGITALIZZAZIONE: POSSIBILI RISCHI PER LA DIFESA IN PROFONDITÀ • Costante disponibilità di dati in varie locations necessaria ai fini della continua digitalizzazione • È richiesta la crittografia dei dati macchina • Alto rischio di intrusioni non autorizzate attraverso percorsi indiretti, ad es. tramite componenti di crittografia esterni come router e firewall, e con esso il pericolo di furto, manipolazione o infiltrazione di dati con malware
tale devono essere ben protetti. WAGO si è concentrata fortemente su questa esigenza durante lo sviluppo dei controller PFC100 e PFC200, caratterizzati da un sistema Linux® real-time multipiattaforma, disponibile come sistema operativo open source che può essere ridimensionato e aggiornato. Questo li rende ideali per l’uso come gateway sicuri. La base Linux® installata in fabbrica non solo supporta i protocolli di sicurezza essenziali, ma assicura anche che questi vengano costantemente perfezionati grazie alla grande comunità Linux®. I controller di WAGO non sono semplicemente dei PLC in grado di trasmettere dati al cloud; sono piuttosto, dei computer Linux® a pieno titolo, che supportano anche il runtime di CODESYS PLC.
... e altri vantaggi Le varie interfacce e bus di campo, come CANopen, PROFIBUS DP, PROFINET, DeviceNet, Ethernet/IP, EtherCAT e Modbus-TCP, possono essere utilizzati indipendentemente dal produttore. A questi si aggiungono i protocolli OPC UA, e MQTT per il trasferimento dati Cloud. Tutti i membri della famiglia WAGO PFC200 sono inoltre progettati per implementare gli attuali requisiti di sicurezza più elevati secondo ISO 27000, a seconda dell’applicazione e dell’analisi dei rischi.
Sulla strada della sicurezza IT Sicurezza IT Made by WAGO La digitalizzazione progressiva e il collegamento in rete hanno portato al trasferimento dei dati di produzione lungo una varietà di
03 LA SOLUZIONE: REGISTRAZIONE DEI DATI NEL CONTROLLER • Crittografare le informazioni direttamente nel controller con i controller WAGO PFC100 e PFC200 • Trasporto sicuro dei dati nel cloud tramite connessione IPsec o OpenVPN • Protezione ottimale dei dati della macchina da accessi indesiderati Sicurezza IT WAGO rappresenta un importante passo avanti con i controller PFC200 e PFC100: questi crittografano le informazioni direttamente nel controller e forniscono un trasporto sicuro e avanzato dei dati con meccanismi di sicurezza integrati completi come SS / TLS 1.2, SSH, VPN e un firewall. M &A | NOVEMBRE/DICEMBRE 2019
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DOSSIER BARRIERE DI SICUREZZA E PORTACAVI
a cura di Paolo Beducci
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DOSSIER B A R R I E R E D I S I C U R E Z Z A E P O R TA C AV I
LE INNOVAZIONI CHE NON TI
ASPETTI
IN UN MONDO IN CUI TUTTO SEMBRA CONCENTRARSI SUL CAMBIAMENTO DELLE FASI DI REALIZZAZIONE DEL PRODOTTO E SULLA INTERAZIONE FRA MACCHINE, UOMINI E STRUTTURE, BARRIERE DI PROTEZIONE E SISTEMI PORTACAVI NON RESTANO SICURAMENTE INDIETRO 50
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C
Catene portacavi e barriere di sicurezza, nel mondo delle macchine utensili sono state per molti anni segnate da un destino comune: dovevano esserci per motivi di legge e di efficienza dell’impianto e poco importava se fossero di un certo genere o di un altro. Tanto poi, soprattutto per ciò che riguarda le barriere di protezione, si finiva per aggirarne le regole pur di rendere più facile e libero l’accesso alle macchine. Ci riferiamo a tempi per fortuna abbastanza lontani e dobbiamo dire che certe scelte non sempre erano guidate da scelte imprenditoriali, ma anche da libere iniziative di chi non riusciva a rendersi conto che limitare l’interazione fra uomo e macchina era senza ombra di dubbio un elemento di sicurezza non trascurabile. Non molto differente l’atteggiamento per le catene portacavi che sì erano presenti su ogni macchina utensile, ma erano considerate alla stregua di un qualsiasi altro accessorio che veniva (giustamente) messo in opera dal costruttore e che sostanzialmente non riguardava l’operatore fino al momento di un guasto che magari richiedeva proprio di accedere a quella parte che custodisce le fibre nervose della macchina utensile. Negli ultimi decenni per fortuna le cose sono cambiate e non poco. Non è solo una questione di 626 o di altre norme destinate a rendere sicure macchine, officine e personale. E se ci limitiamo a guardare il passato più recente e il presente, ci rendiamo conto subito che i motivi che portano a cambiare modo di intendere e di vedere questi prodotti ha fondamenti nell’innovazione tecnologica e nelle opportunità portate da cambiamenti come Industry 4.0 e IoT.
Partiamo dalle catene portacavi che sempre più stanno ampliando le proprie prestazioni con lo studio e l’adozione di plastiche speciali atte a renderle più durature e performanti. Sulle plastiche il lavoro svolto nel corso degli anni è impressionante: lo studio sui polimeri ha cambiato completamente questo prodotto regalandogli qualità che solo dieci anni addietro sembravano essere destinate a rimanere fra i sogni. Ai cambiamenti sui materiali si devono poi aggiungere quelli sulle funzionalità innovative, quali ad esempio la capacità di leggere lo stato di salute dei cavi. O ancora, con l’ideazione di soluzioni atte a ridurre gli ingombri, a rendere la catena stessa maneggiabile più facilmente in fase di inserimento dei cavi o molto altro ancora. La parte inerente le barriere di sicurezza è ancora più in evoluzione, visto che sta facendo i conti con una serie di cambiamenti che stanno rivoluzionando il modo di approcciare la macchina stessa. Se fino a ieri le macchine utensili e gli impianti erano semplicemente off limits per chiunque e quindi protette da barriere fisiche e elettroniche pronte a interrompere la operatività della machina ad ogni violazione degli spazi di sicurezza, oggi i concetti si sono modificati radicalmente per via della digitalizzazione della produzione e quindi anche della possibilità di interagire con le macchine da parte dell’operatore. Le barriere stanno gradualmente riducendosi dimensionalmente e sempre più spesso al loro posto subentrato strumenti in grado di leggere la presenza umana nel perimetro definito come sicuro per la operatività. Questi adeguano le velocità di lavoro senza fermare la produzione ma rendendola sicura per chi supera le barriere (ormai virtuali) dell’area di produzione e ricorrendo allo stop solo nel caso di reale necessità. Il cambiamento, per dirla in modo concreto, arriva anche qui, a quelle parti che di solito destano meno curiosità in chi su una macchina utensile opera. Ma che a ben guardare sono, esattamente come un mandrino, un motore o un protocollo di comunicazione, strumenti della medesima filosofia di innovazione tesa quotidianamente alla ricerca di nuovi limiti da raggiungere e superare. M &A | NOVEMBRE/DICEMBRE 2019
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DOSSIER B A R R I E R E D I S I C U R E Z Z A E P O R TA C AV I
QUANTE VOLTE UN GRANDE RISULTATO AL QUALE ABBIAMO LAVORATO PER MOLTO TEMPO, VIENE MORTIFICATO DA UN PARTICOLARE IL CUI VALORE ECONOMICO È MOLTO BASSO? IGUS
INSOSTITUIBILE
D
Diviene quindi buona regola ricordarsi che è inutile spendere cifre elevate se poi il nostro impianto rischia di fermarsi per un dettaglio il cui costo è irrilevante rispetto all’intero dell’investimento. Quindi inutile avere apparati unici se non si ragiona con la stessa testa su ogni componente. Ogni particolare è importante. Anche quelli che spesso diamo per scontati. Non a caso si dice che le prestazioni di un macchinario saranno allineate al reale valore del suo componente meno evoluto. D’altra parte, chi immagina che tutta l’intelligenza necessaria a fare di una macchina utensile o di un sistema di produzione un oggetto Industry 4.0 risiede solo all’interno della macchina stessa, probabilmente sarà smentito. Perché mai come nel mondo evoluto e interconnesso (ma anche interdipendente) di Industry 4.0, ogni aspetto assume un ruolo strategico. Di questa affermazione sono convinti in igus che da sempre si adopera per la ricerca di soluzioni perfette nel mondo delle catene portacavi che oggi sono diventate prestazionali, grazie all’adozione di quella che prende il nome di motion plastics, marchio registrato da igus. Si tratta di tecnopolimeri autolubrificanti ad alte prestazioni per il movimento, che resistono a pioggia, salsedine, temperature estreme, oli e sostanze chimiche facendosi apprezzare per la loro leggerezza, dinamicità ed efficienza. Questa tecnologia che rappresenta lo stato dell’arte nel settore, è stata il punto di partenza per la serie E2.1. E2.1 infatti è molto più di una semplice sigla di un prodotto destinato al mondo della macchina utensile. Innanzitutto, perché dietro la sigla appena citata si nasconde una vera e propria famiglia di 52
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E2.1
prodotti che servono a coprire una gamma di applicazioni ampia e differenziata, ma ciascuna caratterizzata dalla necessità di poter montare e gestire l’intera catena con grande facilità, sicurezza e rapidità. Non a caso E2.1 è discendente di E2/000 che negli anni 2000 è stato di fatto lo standard mondiale nel settore delle catene portacavi. I continui miglioramenti apportati anno dopo anno e senza soluzione di continuità sono poi confluiti in questa E2.1 che – nel 2016 - tracciava una nuova linea di demarcazione verso il futuro. Maggiore spazio utile di riempimento con le stesse dimensioni esterne, rumorosità ridotta e maggiore durata e resistenza. La particolarità della serie E2.1, che la distingueva dagli altri prodotti, stava nella differenziazione fra maglia e traversino e proprio questa innovazione regalava l’opportunità di aprire e quindi accedere al sistema con grande semplicità così da poter inserire le utenze in modo facile e sicuro. Grazie all’innovazione continua, oggi la E2.1 è più silenziosa ancora grazie al sistema di freno integrato e consente maggior carico addizionale specialmente per le applicazioni non supportate e per le applicazioni di scorrimento. A questa famiglia appartiene anche la versione R2.1 che altro non è che il modello chiuso del medesimo prodotto, caratterizzato dalle medesime qualità di ampiezza dell’altezza interna con in più il vantaggio di proteggere i cavi posati al suo interno da eventuali trucioli taglienti o incandescenti. E con questo, i sistemi per catene portacavi modulari della serie E2.1 restano, ancora oggi, protagonisti indiscussi e insostituibili per gli OEM e i costruttori di macchine e impianti industriali.
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DOSSIER B A R R I E R E D I S I C U R E Z Z A E P O R TA C AV I
IL TEMA DELLA SICUREZZA CRESCE DI IMPORTANZA IN UN MONDO IN CUI LA RICHIESTA DI FLESSIBILITÀ È IN FORTE AUMENTO. IL CASO DI UN SISTEMA IDEATO DA REER PER UN CLIENTE CHE NECESSITAVA DI UNA SOLUZIONE AD HOC
REER
LA SICUREZZA È SU MISURA
L’
L’aggiornamento normativo in tema di sicurezza è uno dei problemi principali per chi produce macchine di qualsiasi genere, anche perché la sicurezza, anzi l’insicurezza, comporta rischi per gli esseri umani e può – oltretutto - avere risvolti penali. Lo sanno bene molti costruttori di macchine fra i quali anche un produttore di macchine automatiche per l’assemblaggio che ha deciso di proteggersi da qualsiasi genere di rischio individuando in ReeR il partner in grado di risolvere questo problema delicatissimo, lasciandolo libero di concentrarsi sull’efficienza e sulla qualità del prodotto da fornire alla clientela. D’altra parte i cambiamenti normativi molto frequenti e la diversificazione delle tipologie di prodotto per soddisfare le richieste dei produttori, rendono sempre più utile se non necessaria una strettissima collaborazione fra costruttore di macchine e fornitore di dispositivi atti a garantire la sicurezza. È altrettanto evidente che avere a disposizione il know how di una realtà che è essa stessa parte dei Comitati nazionali e internazionali sulla sicurezza, sia un grande vantaggio. In questo caso la realtà di cui ci occupiamo, la 54
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ReeR è dotata di queste caratteristiche. Specializzata nella fornitura di dispositivi di sicurezza (barriere fotoelettriche, controllori programmabili, fotocellule, laser scanner e interfacce) si pone come partner indispensabile per individuare e soddisfare ogni necessità applicativa in materia di sicurezza.
Collaborazione indispensabile Sotto questo aspetto gli esempi possibili di collaborazione fra ReeR e aziende produttrici di macchine sono davvero molti e in ogni settore. Nel caso di cui parliamo in queste pagine ci riferiamo a una azienda che produce componenti in metallo per porte di sicurezza antieffrazione. Nello specifico si tratta di una macchina destinata all’ assemblaggio di cerniere: una tavola rotante alimenta quattro stazioni consecutive che portano all’assemblaggio e alla definizione totale delle cerniere. Ovvio che un processo di questo genere deve avere meno interferenze possibili, sia per una questione di efficienza, sia per i problemi legati alla sicurezza. Di conseguenza l’unico momento di interazione fra operatore e macchina è circoscritto alla fase di caricamento del semilavorato nel vano di stoccaggio dei componenti.
Per garantire la migliore protezione all’operatore si è deciso di adottare un doppio sistema di sicurezza: sia una paratia in plexiglas, sia una barriera immateriale realizzata adottando un sistema ReeR EOS4 453X.
Paratia chiusa, macchina operativa Operativamente quando le aree di lavoro sono in funzione, la tavola resta ferma e la paratia di protezione è chiusa in modo da evitare interferenze fra operatore e area di lavoro. Al tempo stesso però l’operatore può essere nei pressi dell’area operativa della macchina per assolvere al compito di caricare nuovi pezzi nel vano della tavola rotante. Di conseguenza, in questa fase la barriera di sicurezza è disabilitata. Solo quando tutte le stazioni della macchina avranno terminato il proprio lavoro il PLC provvederà a rendere operativo il tasto di start e solo a quel punto l’operatore potrà avviare la rotazione della tavola. La paratia si solleverà e la sicurezza dell’operatore sarà garantita dalla barriera elettronica. Per realizzare tutto questo ci vuole un sistema piuttosto complesso che verifichi la posizione della paratia in plexiglas, il movimento della tavola rotante nonché l’attivazione e disattivazione della barriera di sicurezza. Le verifiche di posizione della paratia e dalla tavola rotante sono ottenute attraverso l’adozione di sensori induttivi di sicurezza PI-SAFE M12 gestiti dal controllore modulare programmabile di sicurezza Mosaic che provvede anche a tenere sotto controllo tutta la logica di attivazione e disattivazione della barriera.
Sicurezza intelligente La macchina è anche dotata di sportelli laterali per consentire l’accesso in caso di necessità. Di conseguenza è stata prevista una serie di sensori RFID della serie Magnus che hanno il compito di
Il controllore modulare Mosaic
monitorare la chiusura di tutti gli sportelli in questione: così se un solo sportello viene aperto, la macchina è bloccata all’istante. Tutto ciò, la gestione di sensori di sicurezza differenti, la protezione di più varchi della macchina e la verifica in sicurezza della posizione e del movimento dei dispositivi meccanici rendono necessario un elevatissimo livello di affidabilità per evitare interruzioni della lavorazione se non esclusivamente in caso di reale pericolo per l’operatore. Inoltre è indispensabile anche una evidente flessibilità dell’intero sistema per adattare l’impianto di sicurezza alle diverse configurazioni e esigenze produttive. Dalla necessità di dare risposte concrete a queste problematiche, ReeR ha sviluppato Mosaic, controllore modulare, configurabile e capace di assumere su di sé tutta la gestione delle funzioni di sicurezza di una macchina o di un impianto. Attività resa possibile dal software di configurazione Mosaic Safety Designer che può essere personalizzato di volta in volta agendo su numerosi parametri funzionali in modo da rendere il sistema di sicurezza cucito su misura per l’utilizzatore. Barriere PI-SAFE
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LA POSSIBILITÀ DI PROTEGGERE PIÙ LATI CONTEMPORANEAMENTE È L’ULTIMO SVILUPPO IN MATERIA DI RULLI AVVOLGIBILI NELLA PRODUZIONE PEI, L’INDUSTRIA EMILIANA SPECIALIZZATA NELLA COSTRUZIONE DI PROTEZIONI AVVOLGIBILI PER MACCHINE UTENSILI E PRENDE IL NOME DI CORNER ROLL-UP PEI
AVVOLGIBILE
UN PER PROTEGGERE DUE LATI
Q
Questa nuova applicazione PEI è in grado di proteggere più lati sia in orizzontale che in verticale. Il rullo avvolgibile in questione si arrotola su un meccanismo di avvolgimento realizzato dalla PEI medesima e si svolge a spinta con motore e catene laterali integrate e fissate alla tapparella creando un effetto cremagliera. Corner Roll-Up è equipaggiato con un nuovo profilo di alluminio JM di spessore 15,5 mm. Le protezioni avvolgibili equipaggiate con la Tapparella Serie “J”, presenti da anni nel catalogo PEI, sono particolarmente adatte per la copertura di grandi fosse o grandi basamenti. L’esecuzione interamente metallica garantisce eccellente robustezza, mentre il sistema di avvolgimento meccanico è esente da rumori dovuti a urti o vibrazioni. Questi tappeti in alluminio estruso (la lettera “J” identifica il tipo di profilo di aggancio, una delle tante soluzioni brevettate di PEI) erano fino ad ora presenti in tre dimensioni diverse, 6, 10 e 18 mm. Ora è presente anche una versione da 15,5 mm. Anche questa nuova tapparella può essere pedonabile, ma in realtà nasce per offrire ai costruttori di macchine la possibilità di chiudere con una adeguata protezione non solo un’area verticale, ma anche parte della zona superiore della macchina che spesso non è semplicemente orizzontale, ma inclinata, come nel caso di impianti dotati di cambio pezzo o cambio pallet. È esattamente quello che accade anche nei torni verticali di dimensioni piccole e medie, 56
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o nei centri di lavoro con cambio pallet, e comunque ovunque sia presente un’apertura nella zona di lavoro per consentire al pezzo di entrare ed essere lavorato. La protezione in questo caso deve essere spinta, non tirata come accade con le tradizionali tapparelle: fino ad oggi la tradizionale tapparella “tipo J” viene trascinata sul tratto orizzontale o inclinato mediante cinghie e catene laterali, mentre in verticale procede per gravità. Secondo Michele Benedetti, direttore generale del Gruppo PEI: “La nuova versione da 15mm nasce proprio per essere anche spinta. Non a caso è realizzata in profilo di alluminio sagomato con catene laterali integrate, cioè fissate alla tapparella. Queste servono proprio per imprimere il movimento in avanti, tipo effetto cremagliera. Il sistema è comunque snodato, quindi può correre all’interno di una guida sagomata a piacere. La famiglia delle tapparelle “tipo J” è nata già con una predisposizione per poter accogliere una catena laterale; questa però rimane sporgente rispetto al profilo, quindi non si poteva arrotolare. Invece il nostro nuovo profilo presenta anche il vantaggio di poter essere avvolto”. Nella nuova applicazione Corner Roll-Up JM equipaggiata con tapparella JM è possibile creare oblò in diverse versioni: trasparente, oscurato per ambiente di saldatura e oscurato per ambiente laser, previa comunicazione del tipo di impianto e sorgente radiante. È possibile avere standard il sistema di illuminazione interno.
UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE
075/2018 BMXX18R
INDUSTRIAL AUTOMATION
Il monitoraggio dei consumi elettrici “NON SI PUÒ MIGLIORARE QUELLO CHE NON SI MISURA” (LORD WILLIAM THOMSON KELVIN) di Patrizia Ricci
“S
olo ciò che si misura si può migliorare” diceva Lord Kelvin nel corso della rivoluzione industriale ... e ciò è tanto più vero ai giorni nostri, in una fase economica in cui i costi energetici costituiscono fino al 30% dei costi operativi di una società di medie dimensioni; sono cresciuti del 47% dal 2003; si prevede crescano di un ulteriore 30% nei prossimi anni. L’attenta e quanto più possibile accurata misura dei consumi di tutti i vettori energetici (i cosiddetti WAGES: Water, Air, Gas, Electricity and Steam) è alla base di questo processo di ottimizzazione. Il sistema di raccolta e analisi dati è indispensabile al responsabile dell’azienda per effettuare le analisi necessarie per individuare i punti critici e le problematiche che generano costi diretti (sprechi e alte tariffe) e costi indiretti (impatto ambientale) in modo da aumentare i margini. All’interno di un’azienda, ricerca, sviluppo, cambiamento sono tratti fondamentali per la crescita e, per essere tali, necessitano di energia nelle sue diverse forme: elettrica, termica, idrica, etc. Delle varie
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forme di energia esistenti, quella elettrica è la forma con cui abbiamo maggiormente a che fare. Fa muovere i nostri elettrodomestici, illumina i nostri negozi e alimenta le macchine industriali che producono i nostri oggetti. Naturalmente l’assorbimento di energia elettrica rappresenta una voce di spesa consistente soprattutto per le aziende manifatturiere. L’utilizzo qualitativamente e quantitativamente corretto di tale fonte permette un uso efficiente delle risorse, obiettivo che in questi ultimi anni è alla base delle politiche energetiche ed ambientali europee. La competitività delle aziende moderne passa inevitabilmente anche attraverso la riduzione e l’ottimizzazione dei costi energetici. Aumento del costo dell’energia elettrica, imprevedibilità dei mercati e dell’approvvigionamento di gas e acqua, esigenza di una maggiore efficienza sono solo alcuni dei motivi che spingono un’azienda media o grande a dotarsi di un sistema di monitoraggio dei consumi elettrici industriali. Per migliorare i flussi energetici, ridurre e ottimizzare i costi operativi legati all’utilizzo dell’energia è necessario che il management aziendale abbia a disposizione uno strumento di controllo intuitivo, affidabile e in grado di fornire informazioni intelligenti e in tempo reale. Un sistema di monitoraggio dei consumi è inoltre indispensabile per affrontare un percorso continuativo all’efficientamento energetico in modo codificato e condiviso con tutta la struttura aziendale. Il
monitoraggio e la gestione intelligente dei consumi elettrici in ambiente industriale sono attività fondamentali non solo per le strategie di sostenibilità e risparmio energetico, ma anche per la riduzione dei costi di produzione ed il miglioramento delle economie di scala. I dati attualmente disponibili portano infatti a ritenere che il consumo elettrico negli impianti industriali sia significativamente superiore a quanto strettamente necessario per la produzione. Ciò è dovuto sia ad inefficienze tecniche, sia alla scarsa consapevolezza, da parte dei responsabili di processo, dell’effettiva quantità di energia richiesta nelle diverse fasi di lavorazione. Anche se le politiche di risparmio energetico attualmente in vigore contribuiranno a migliorare l’efficienza energetica degli impianti industriali, il raggiungimento degli obiettivi UE previsti per il 2020 appare al momento ancora lontano.
Che cos’è il monitoraggio energetico? Fermarsi al solo risparmio economico dovuto al taglio in bolletta sarebbe riduttivo e fuorviante. Per quanto il pensiero vada subito all’efficienza energetica e quindi all’abbattimento dei costi, monitorare i consumi elettrici industriali vuol dire molto di più. Installare un sistema di monitoraggio significa avere a disposizione la totalità delle informazioni per ogni voce di spesa, dal singolo macchinario
all’impianto di illuminazione. Informazioni che possono tornare utili per ottenere certificazioni e adeguarsi a determinate normative (in primo luogo la UNI CEI EN ISO 50001), ma anche per strappare condizioni economiche più vantaggiose dal punto di vista delle offerte luce e gas, per dimensionare l’impianto di domotica, per decidere come, dove e quando effettuare un investimento e così via. A seguito dei provvedimenti per la liberalizzazione dei mercati energetici voluti dall’Unione Europea e recepiti in parte anche in Italia, il costo dell’approvvigionamento energetico rappresenta una risorsa per le aziende. La possibilità di scegliere il miglior provider di energia o di usufruire di servizi aggregati di fornitura energetica, unita con un’attenta gestione del consumo di elettricità, permette non solo di abbattere i costi, ma anche di ottenere concreti profitti legati all’efficientamento dei processi produttivi. Rappresenta un’opportunità anche e soprattutto per tutte quelle aziende che si occupano di audit energetico e analisi dei consumi come le Energy service company (ESCO). Qualsiasi tipo di strategia di gestione dei consumi necessita infatti di un attento monitoraggio dell’uso dell’energia elettrica realizzabile attraverso una rete di analizzatori unita a strumenti di raccolta e gestione del dato (come le remote terminal unit RTU o i programmable logic controller PLC). Uniti alle moderne tecnologie
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INDUSTRIAL AUTOMATION
obbligatoria l’introduzione di contatori dedicati per monitorare il consumo di energia all’interno dell’Azienda. A maggio dello stesso anno, Enea ha pubblicato sul proprio sito le linee guida relative al monitoraggio del settore industriale, proseguendo il percorso di efficienza energetica iniziato con le diagnosi energetiche 2014. Oltre alla conoscenza dei consumi finali fornita dalle fatture, per individuare come viene utilizzata l’energia e procedere all’ottimizzazione dei processi produttivi, l’Enea ribadendo quanto scritto nel D.lgs. 102/2014 e successive precisazioni, ha indicato la necessità di utilizzare dati monitorati su cui basare le prossime diagnosi. di comunicazione web based, questi sistemi permettono di raccogliere informazioni fondamentali sulla qualità e la quantità del consumo elettrico e di pianificare interventi di efficientamento e miglioramento nei consumi in ambito civile, commerciale o industriale. Le informazioni raccolte a livello di monitoraggio aiutano a capire e gestire la qualità della fonte di approvvigionamento elettrico a individuare i problemi di qualità dell’energia elettrica, quali cadute o sbalzi di tensione che possono causare danni alle apparecchiature e problemi di rifasamento nella rete. Alla base c’è la volontà di attuare un maggiore controllo sui consumi, non solo a livello di costi ma anche per quanto riguarda gli sprechi e le relative cause, le curve di carico, lo storico e molto altro ancora. Oltre ad assicurare una diminuzione dei costi per l’energia elettrica, il monitoraggio dei consumi elettrici industriali è fondamentale per conseguire un progressivo miglioramento della gestione dell’energia elettrica nel suo complesso. Questo è un servizio scelto da chi ha bisogno di soddisfare diverse esigenze: • valutare quali sono i consumi energetici di un singolo ciclo produttivo; • valutare quali sono i consumi energetici di alcune aree aziendali; • verificare se gli impianti aziendali consumano più di quanto dovrebbero; • capire quali potrebbero essere gli interventi di miglioramento energetico da attuare al fine di garantire una maggiore efficienza degli impianti. Chi sceglie di affidarsi ad un sistema di monitoraggio per la gestione dei consumi della propria azienda ha la possibilità di vedere in tempo reale i dati acquisiti, misurati ed elaborati dal sistema. Nella realtà si nota come i dati dei vari vettori energetici il più delle volte vengono sottovalutati per non dire per nulla considerati. Si stimano i consumi e/o i costi in modo approssimativo, in base all’esperienza o a modelli economici obsoleti, effettuando confronti approssimativi con impianti, macchinari che nel tempo sono totalmente cambiati.
Chi può scegliere questo servizio? Possono richiedere il monitoraggio energetico diverse tipologie di imprese: aziende energivore, grandi imprese, aziende manifatturiere e imprese del settore terziario. È utile sapere che lo Stato italiano, con il decreto legislativo n. 102 del 04 luglio 2014, impone a tutte le grandi aziende e alle imprese energivore l’obbligo di effettuare diagnosi energetica ogni 4 anni e di comunicare all’ENEA i dati relativi al monitoraggio energetico aziendale. Dal 01/01/2018 è diventata 60
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Perché è importante attivare sistemi di monitoraggio energetico? Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 102/2014, si è aperta una nuova opportunità che coinvolge sia l’industria privata che le società di servizi che registrano elevati consumi energetici, ovvero poter adempiere a tale obbligo sfruttando i meccanismi di incentivazione dell’Industria 4.0. Sono previste sanzioni amministrative per le imprese e i manager dei servizi energetici, in caso di inadempienza verso tali obblighi. Per le Micro, Piccole e Medie imprese sono previsti fondi di incentivazione gestiti dalle Regioni, per lo svolgimento delle diagnosi energetiche o per l’adozione di sistemi di gestione conformi alla norma ISO 50001 o per interventi di efficienza energetica. Ricordiamo che la ISO 50001 è una norma internazionale che fornisce dei requisiti per sviluppare un uso più efficiente dell’energia in azienda. In quest’ottica l’applicazione dovrà valutare preventivamente le misure di efficientamento in termini di costi/benefici e di tempo di payback. Dotarsi di un software di analisi e monitoraggio è un passo fondamentale per tutti coloro che vogliono intraprendere un cammino verso l’efficienza energetica.
Contatori e sottocontatori: gli alleati del monitoraggio energetico Quando si parla di monitoraggio dei consumi energetici, si pensa subito a software avanzati dedicati a registrare ogni valore e cambiamento nel flusso di corrente elettrica. In realtà la tecnologia veramente utile è un’altra: per un monitoraggio corretto occorre installare appositi contatori e sottocontatori per ciascun apparecchio che si intende passare al vaglio. Celle frigorifere, turbine, inverter, forni fusori, vibratori industriali, lingottatrici, caldaie… qualunque macchina, nel momento in cui verrà associato un contatore, svelerà agli occhi di un tecnico esperto la propria efficienza energetica in termini di consumi. Raccolte le informazioni necessarie, a distanza di solito di un bimestre o di un trimestre, si può procedere con il piano d’azione, definendo quali strategie mettere in atto per correggere il tiro. L’installazione dei contatori e dei sottocontatori per il monitoraggio dei consumi energetici apre le porte a una serie di benefici fra i quali spiccano i certificati bianchi, o titoli di efficienza energetica (TEE). Si tratta di uno strumento di incentivazione previsto per le aziende che investono nel risparmio energetico e che dimostrano, attraverso appositi rilievi, i progressi raggiunti sotto il profilo della riduzione dei consumi energetici. Ottimizzare i consumi dunque assicura un doppio risparmio, quello registrato in bolletta e quello conseguito grazie alla vendita di titoli di efficienza energetica sul mercato nazionale.
FINDER
SERIE 7E, CONTATORI DI ENERGIA PER APPLICAZIONI MONOFASE E TRIFASE
Misurare il consumo per risparmiare I contatori di energia Finder Tipo 7E.64, 7E.78 e 7E.86, sono adatti al monitoraggio dell’energia, per la misura da remoto di energia generata da fonti rinnovabili, per l’installazione su colonnine di ricarica, su singole macchine o in linee di produzione, per la contabilizzazione nei campeggi, nei porti, nei centri commerciali, etc. I contatori, certificati MID e conformi alla EN 50470-3, sono in Classe B di precisione. Inoltre sono dotati interfaccia impulsiva S0, porta di comunicazione integrata RS485 Modbus, M-Bus o Ethernet Modbus TCP. La versione monofase bidirezionale ad inserzione diretta fino a 40 A, oltre all’energia, misura e rende disponibili sulla porta di comunicazione i principali parametri elettrici (tensione, corrente, potenza attiva, cosfi e frequenza). I modelli trifase ad inserzione diretta fino a 80 A e indiretta con TA sono bidirezionali e possono funzionare, a seconda del modello, con 3 o 4 fili.
OMRON
FLUKE
Le soluzioni di monitoraggio energetico di Omron aiutano ad identificare le aree di miglioramento e a monitorarle continuamente per mostrare i reali benefici di qualsiasi modifica apportata e per scoprire ulteriori aree che continueranno a fornire incrementi incrementali di efficienza dopotutto non è possibile gestire ciò che non si misura! Con oltre 20 anni di esperienza nella tecnologia di monitoraggio dell’alimentazione, testata anche nei propri stabilimenti per ridurre il consumo energetico, Omron propone un’ampia gamma di soluzioni pratiche che includono Smart Monitor Multi-circuito, componenti di pannelli ad alta efficienza tra gli alimentatori.
Fluke presenta la prima telecamera acustica per visualizzare le perdite in pochi secondi Fino al 40% dell’energia industriale al mondo viene sprecata per la presenza di perdite nei sistemi ad aria compressa, causando alti costi a causa delle perdita di energia e dei tempi di inattività derivati dalla bassa pressione dell’aria. Finora i metodi per individuare le perdite di aria in campo industriale erano lenti, richiedevano formazione e soprattutto, obbligavano spesso a interrompere la produzione. Finalmente esiste un modo migliore per monitorare i costi energetici dovuti a perdite di aria compressa, benvenuti nel futuro della VISUALIZZAZIONE delle perdite. Scopri di più su Fluke ii900 https://www.fluke.com/it-it/informazioni/rilevamento-delleperdite-semplificato
SMART MONITOR MULTI-CIRCUITO
MONITORA I COSTI ENERGETICI PER PERDITE DI ARIA COMPRESSA CON FLUKE II900
PHOENIX CONTACT
MISURAZIONE, COMUNICAZIONE E FATTURAZIONE DEI DATI ENERGETICI I contatori di energia MID della gamma di prodotti EMpro di Phoenix Contact rilevano i principali parametri elettrici e li comunicano attraverso interfacce comuni. Le versioni di prodotto per la misurazione diretta della corrente consentono di risparmiare tempo e denaro. Inoltre, i tutti i dispositivi possono essere utilizzati a fini di fatturazione dell’energia. I contatori di energia sono testati in conformità con la direttiva europea sugli strumenti di misura, consentendo con ciò di addebitare il consumo energetico misurato ai relativi centri di costo. I dispositivi di misura registrano corrente, tensione, potenza ed energia. Per correnti elevate sono disponibili varianti con ingresso di misura per trasformatori di corrente.
INDUSTRIAL AUTOMATION SCHNEIDER ELECTRIC
TESYS ISLAND, LA NUOVA SOLUZIONE DIGITALE PER LA GESTIONE DEI CARICHI DI POTENZA TeSys island è l’innovativa soluzione digitale per la gestione dei carichi per realizzare macchine efficienti e comunicanti proposta da Schneider Electric, parte della piattaforma EcoStruxure. L’isola è costituita da un’interfaccia di comunicazione al quale sono collegati, tramite flat cable, un insieme di componenti montati su un’unica guida DIN: avviatori in versione standards e SAFE, moduli I/O remotati sia digitali che analogici, interfacce di tensione e di potenza. TeSys island è un sistema di oggetti fisici e digitali che si integrano all’interno di un’architettura di automazione, principalmente per il controllo e la gestione diretta di carichi a bassa tensione. L’isola commuta, protegge, misura e gestisce motori ed altri carichi elettrici fino a 80 A (AC3) installati nei quadri elettrici di controllo. Con TeSys island si riducono quindi i tempi di progettazione, di costruzione e di manutenzione delle macchine e degli impianti.
SIEMENS
SENTRON
Ottimizzare i consumi energetici non significa unicamente ottenere risparmi – anche significativi - sui costi, rende più consapevoli le imprese del proprio impatto ambientale e del valore che un intervento di efficienza energetica può generare sul breve e sul lungo periodo, sia sul piano economico sia al livello di sostenibilità globale. Grazie alle innovazioni digitali è possibile integrare le attività di monitoraggio all’interno di sistemi operativi aperti per l’Internet of Things (MindSphere ad esempio) con un effettivo aumento dell’efficienza del sistema nel suo complesso.Con questo duplice obbiettivo e in piena conformità con le norme ISO 50001 e ISO 50003, Siemens offre i propri dispositivi di monitoraggio energetico SENTRON i quali, oltre a consentire risparmi significativi grazie all’ottimizzazione dei consumi, al monitoraggio dell’approvvigionamento e della qualità dell’energia, garantiscono un livello estremamente elevato di affidabilità. Certificati TÜV, i dispositivi SENTRON sono perfetti per le piccole e medie imprese, per gli impianti industriali, oltre che per gli edifici e le infrastrutture.
SOCOMEC
INNOVATIVO SISTEMA DI CONTROLLO D’ISOLAMENTO PER SISTEMI IT
Socomec presenta ISOM Digiware, l’innovativo sistema 2 in 1 che unisce monitoraggio energetico e controllo di isolamento di sistemi IT. Questo sistema interconnesso rileva e individua istantaneamente qualsiasi avaria d’isolamento e garantisce continuità di servizio in caso di primo guasto, proteggendo beni e persone. ISOM Digiware è una soluzione progettata per un’ampia gamma di applicazioni nel settore industriale, marittimo, petrolchimico, della produzione di energia, delle infrastrutture e sanitario. Le caratteristiche chiave alla base del successo del sistema sono: combinazione delle funzioni di controllo d’isolamento e monitoraggio energetico; flessibilità, scalabilità, rapidità d’installazione; sistema predittivo. 62
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WAGO ENERGY DATA MANAGEMENT
L’EFFICIENZA NON È MAI STATA COSÌ FACILE!
Le aziende tengono sempre in maggiore considerazione l’efficienza all’interno dei loro edifici e delle loro attrezzature: da un lato sono le normative legali vigenti a richiederlo; dall’altro è molto allettante anche il potenziale risparmio in termini economici, che nel tempo potrebbe portare un vantaggio decisivo in termine di competitività. Un adeguato sistema di acquisizione dati deve sostanzialmente soddisfare tre criteri: deve essere facile da integrare nel sistema, deve operare in maniera economica e deve garantire che il trattamento dei dati raccolti sia semplice. Queste sono esattamente le caratteristiche della soluzione offerta dal nuovo sistema “WAGO Energy Data Management”. Combinando un hardware preconfigurato e un software user-friendly in un unico pacchetto, il sistema di metering energetico di WAGO può essere facilmente integrato in ogni tipologia di sistema come nella Building Automation, per aiutarti a sfruttare al massimo il potenziale della tua strumentazione esistente.
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IN FABBRICA
LA MARCATURA SU SUPERFICI NON PIANE È IL PROGETTO DI RICERCA E SVILUPPO CON CUI LASIT NASCE NEL GIUGNO DEL 1990 E L’AZIENDA OGGI PUÒ VANTARE DI ESSERE STATA LA SECONDA AL MONDO – DOPO L’AMERICANA GENERAL SCANNING – AD AVER REALIZZATO LA TESTA A TRE ASSI a cura della redazione
Testa a tre assi LASIT
UNA STORIA DA PRIMATO EUROPEO
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al 1990 al 2000 più del 90% delle nostre marcatrici sono state equipaggiate con questa tecnologia, adattata ad applicazioni sempre più numerose, rispondendo alle esigenze di diversi settori. Una marcatura laser si realizza al massimo della qualità quando lo spot de laser incide perfettamente perpendicolare sul piano, concentrando tutta l’energia in un singolo punto, che ha un determinato diametro e un tasso di tolleranza variabile. Tuttavia non tutti i componenti sono piani né tantomeno hanno forme regolari ed è per questo che è stata sviluppata la tecnologia a tre assi, la quale garantisce un’elevata focalizzazione del fascio laser su superfici cilindriche, irregolari o di grandi dimensioni senza riposizionare manualmente il laser. Se in passato la lunghezza focale era fissa e invariabile quindi, oggi possiamo controllare e programmare le forme 3D attraverso il software. 64
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Marcatura ad alta velocità e precisione Meccanicamente la testa a tre assi LASIT è composta da un sistema di motori lineari, due rotanti X e Y che permettono di spostare il fascio laser lungo gli assi, e un terzo asse per la messa a fuoco: il fascio laser passa attraverso un obiettivo dotato di lente mobile, che a sua volta, è montata su un traslatore lineare. Il funzionamento è regolato in automatico attraverso il software FlyCAD. Il cuore della testa a tre assi è il progetto ottico, che varia in base al tipo di applicazione e alle esigenze applicative: il sistema può adattarsi alla dimensione del campo di lavoro e alla dimensione dello spot laser richiesta. Gli specchi di scansione si trovano dopo le lenti dell’obiettivo. Il raggio laser grezzo entra nel sistema ottico attraverso la lente di espansione dinamica. Le lenti dell’obiettivo ri-disegnano il Fascio gaussiano formato dalle dynamic
expander lens sul piano di destinazione. Il movimento delle dynamic expander lens tramite il traslatore lineare varia la distanza del piano focale, e quindi il focus dinamico. Gli specchi (MX e MY ) - che sono situati nel modulo di scansione XY - piegano il raggio e lo direzionano mediante deflessione angolare per scansionare il piano di lavoro.
Quando utilizzarla? Considerando che una testa di scansione a tre assi ha un costo molto più elevato del tradizionale sistema a due assi, è opportuno capire quando ne abbiamo effettivamente bisogno e quando invece ci viene proposta solo per una questione economica. Come già accennato prima, la sostanziale differenza tra i due sistemi è relativa alla differente tolleranza focale, ovvero alla possibilità di marcare un particolare che, per le sue caratteristiche geometriche, non è sempre alla stessa distanza di fuoco rispetto alla testa laser.
Considerando un’area di marcatura di 100x100 mm, una testa a tre assi ha solitamente una tolleranza di messa a fuoco di circa 40mm, mentre quella tradizionale è limitata ad una tolleranza di circa 2mm. Va specificato che campi di marcatura maggiori consentono una tolleranza di messa a fuoco maggiore. Se il primo valore (area di marcatura) è solamente dipendente dal progetto della testa (in quanto capace di ri-focalizzarsi in base al disegno), il secondo (tolleranza di messa a fuoco) è invece variabile in dipendenza di alcuni fattori esterni, quali sono, nel dettaglio: Il materiale che si marca: materiali come l’acciaio possono essere marcati con un defocus fino a 5 o 6mm, mentre per l’alluminio naturale è necessario essere posizionati esattamente alla corretta distanza focale; La focale che si utilizza: in base ad essa si ottiene un campo più o meno grande, che varia in un range tra i 100 ed i 400mm e che viene scelta principalmente in base all’area di marcatura richiesta, ma non solo; Infatti, la scelta della focale è anche dipendente dalla tipologia di lavorazione che si deve effettuare e alla tolleranza che si ritiene necessaria. Infatti, una focale grande viene anche definita “lunga”, ovvero con un profondità di campo maggiore. In sostanza, l’utilizzo di una focale lunga permette spesso
e volentieri di ovviare alla problematica della tolleranza.
Sistema con lente a campo piano (due assi) Il sistema con lente a campo piano, comunemente indicato con la sigla FFL (Flat field lens), sfrutta le proprietà ottiche della lente per mantenere la messa a fuoco costante sul piano di lavoro. Ha il vantaggio di movimentare solo gli specchi di ridotte dimensioni e di essere quindi molto veloce.
Testa a tre assi ibrida (Z dinamico) Quello mostrato in foto è un sistema a tre assi, nel quale il terzo asse viene utilizzato solo per variare il punto di fuoco. C’è una lente montata sull’asse lineare che, in combinazione con la lente successiva, permette di variare la focalizzazione. Subito dopo c’è il sistema galvanometrico X e Y per movimentare il fascio laser nel campo di marcatura, determinato dalla lente FFL. Senza il movimento di un asse Z meccanico esterno siamo in grado di marcare superfici non piane, a diverse altezze o cilindriche, velocizzando l’intero processo rispetto alla movimentazione dell’intera testa laser.
Attenzione agli inganni Molto spesso abbiamo letto e sentito informazioni sulla testa a tre assi divulgate per motivi commerciali, ma prive di una validità tecnica. Cerchiamo quindi di fare chiarezza su quali sono invece, nella realtà attuale, le potenzialità della testa a tre assi e i vantaggi che possiamo trarne, evidenziando al contempo i limiti che ancora non sono stati superati. Cosa può fare Mantenere la messa a fuoco su una superficie non piana; Marcare a diverse altezze senza spostare la testa laser; Marcare su superfici cilindriche entro determinati limiti ottici. Cosa non può fare Marcare su superfici in ombra; Marcare quando l’angolo fra il raggio laser e la superfice diventa piccolo, ad esempio su un cilindro oltre un certo limite; Marcare su una superficie di cui non si conosce la forma; Correggere errori di forma del pezzo o del piazzamento: se il pezzo si sposta il laser non lo riconosce; Correggere la deformazione del disegno, necessita di un software aggiuntivo. Osservando l’immagine ci rendiamo conto che il problema reale da prendere in considerazione non è la variazione della messa a fuoco (che possiamo in effetti compensare con la testa a tre assi) ma l’angolo di incidenza. Nell’esempio si vede che a 150° (±75°) il raggio “sfugge” al componente e l’energia non arriva alla superficie, rendendo impossibile la realizzazione del processo. Ad esempio se abbiamo un cilindro da ø130 non potremo mai marcare fino a 150° perché la variazione di fuoco è di 48mm. Nella pratica, dei buoni risultati si raggiungono ancora con un angolo non superiore ai 100° (±50°).
IN FABBRICA
TURCK BANNER ITALIA, TRA I PRINCIPALI PRODUTTORI DI SENSORISTICA, ILLUMINATORI E SEGNALATORI INDUSTRIALI, SISTEMI BUS E SICUREZZA, PRESENTA AL MERCATO ITALIANO UNA NUOVA SOLUZIONE DI TRASMISSIONE CONTACTLESS DI DATI E POTENZA di redazione
Turck Banner propone una nuova soluzi
G
CONTACTLESS DI DATI
li accoppiatori NIC (Non flush – Inductive Coupler) si compongono, per la connessione, da una parte la primaria, il controllo, e dall’altra la secondaria, un sensore /
attuatore. Gli accoppiatori NIC trasmettono fino a otto segnali di commutazione PNP e fino a 500 mA di corrente con 12 Watt di potenza in uscita. Questo consente a sensori e attuatori, quali barriere
fotoelettriche, valvole piezoelettriche o collettori di valvole più piccoli, di funzionare senza che sia necessario un amplificatore aggiuntivo sul lato secondario.
Combinazione compatta Le parti primarie sono collegate con un connettore maschio M12 a 4 pin o un pigtail da 30 cm con un connettore maschio M12 a 12 pin. La parte secondaria ha un pigtail da 30 cm con un connettore M12 a 4 pin. Con una lunghezza di 80 millimetri, i giunti Turck Banner sono i dispositivi più compatti in uno chassis M30. Gli accoppiatori NIC sono un’alternativa esente da usura agli anelli di contatto o alle connessioni meccanicamente altamente sollecitate. Dunque è possibile allungare gli intervalli di manutenzione, ridurre i tempi di fermo impianto non programmati e raggiungere velocità più elevate. Gli accoppiatori induttivi, come
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ione di trasmissione
E POTENZA connettori contactless, impressionano favorevolmente anche per la libertà di movimento che offrono ai componenti accoppiati, come robot con utensili rotanti o alberi dai quali devono essere prelevati i segnali dei sensori. Qui una connessione senza contatto dell’interfaccia è un grande vantaggio, poiché il sistema tollera anche una controrotazione dei componenti. Sebbene l’anello di contatto sia affermato nel mondo industriale come soluzione alternativa, è poco apprezzato a causa della sua usura. Un’altra area di applicazione degli accoppiatori induttivi sono i sistemi di movimentazione aerei, spesso utilizzati nell’industria automobilistica
Tre varianti Gli accoppiatori induttivi possono essere collegati facilmente come fossero una spina. Un sensore, o un’altra sorgente di segnale, è collegato alla parte secondaria, la parte primaria è posizionata all’opposto e collegata tramite un connettore M12 standard a
4 pin a un controller o un dispositivo bus di campo. Questo sistema di base può trasferire senza contatto due segnali di commutazione PNP tramite un semplice splitter dietro l’accoppiatore secondario. La distanza tra i due elementi di trasmissione può arrivare fino a 7 millimetri. Lo stesso sistema costituito da un accoppiatore primario e un secondario può essere utilizzato anche per trasferire segnali da sensori di misura compatibili con IO-Link. Per questo l’accoppiatore primario deve essere collegato solo a un master IO-Link. Se vengono trasmessi più di due segnali, è disponibile una parte primaria con master IO-Link integrato. L’unità primaria è collegata agli ingressi PNP convenzionali di un dispositivo di campo mediante connettori M12 a 12 pin, in modo che il sistema funzioni internamente con la tecnologia IO-Link non rilevata dall’utente.
Tecnologia di connessione e sensori Il portfolio di connettività, tecnologie bus di campo e sensoristica di Turck Banner offre ampia scelta per l’utilizzo dei nuovi connettori NIC. Sono disponibili diverse opzioni, dai connettori standard M12 a 4 pin e diverse varianti di pezzi a Y, hub IO, fino al perfetto cavo adattatore a 12 pin per il sistema bus di campo modulare BL67.I vantaggi di questa nuova soluzione sono dati dalla assenza di usura, dalla massima flessibilità di montaggio grazie a un’interfaccia aerea ottimale e tolleranze di offset, dall’identificazione dello strumento attraverso l’hub I / O di Turck Banner TBIL, dalla possibilità di riduzione delle scorte grazie a dispositivi multifunzionali e dal poter avere meno fornitori potendo contare su accoppiatori, sensori e tecnologia di connessione da un’unica fonte, nonché dalla riduzione dei tempi di fermo grazie alla diagnosi nel sistema di controllo. M &A | NOVEMBRE/DICEMBRE 2019
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PRISMA PRODOTTI SCHUNK
LA NUOVA PINZA PLUG AND WORK PER COBOT SCHUNK CO-ACT EGH Nell’ottica di fornire soluzioni concrete per l’automazione flessibile, SCHUNK propone sistemi modulari end of arm, studiati per piccole e medie imprese che necessitano di implementare processi automatizzati flessibili attraverso cobot. Leggeri, trasportabili e dotati di programmazione semplificata, questi robot collaborativi garantiscono tempi di avvio veloci, cambi di produzione rapidi, massima flessibilità e adattabilità in svariate applicazioni: dall’asservimento macchine utensili, al carico e scarico macchina, ad operazioni di assemblaggio, con lo scopo di liberare la forza lavoro dalle mansioni ripetitive e aumentando la produttività. SCHUNK, leader di competenza per sistemi di presa e tecnica di serraggio, fornisce come primo produttore al mondo, una gamma completa di componenti standard Plug and Work affinché la messa in funzione dell’end effector possa essere rapida ed efficace quanto quella del robot. In questo nuovo contesto è stata lanciata alla fiera SPS di Norimberga, la nuova pinza flessibile per cobot
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Co-act EGH, che completa il portfolio Plug and Work dedicato ad Universal Robots, già comprensivo di cambi rapidi e celle di carico dotati di interfacce standard a sgancio rapido che riducono tempi e costi di programmazione e d’implementazione sul polso del robot di ogni singolo nuovo elemento. La nuova pinza Co-act EGH è una pinza elettrica, con corsa lunga interamente regolabile e dita di presa flessibili che garantisce la massima adattabilità nella manipolazione. E’ la più semplice sul mercato, pronta a lavorare in soli 30 minuti grazie all’URCap Plugin, disponibile su USB, che permette alla pinza Co-act EGH di essere programmata in modo rapido e immediato perché controllata direttamente attraverso il controllo Universal Robots. Si inserisce nella gamma delle pinze per cobot Co-act con la specifica funzione quindi di facilitare l‘avvio di un processo di automazione semplice, dove non è richiesta l’interazione diretta con l’operatore e laddove cambi di produzione sono all’ordine del giorno, in
particolarmente per la manipolazione, l‘assemblaggio, il settore elettronico e la presa di pezzi medio-piccoli. La corsa lunga fino a 80 mm, completamente regolabile con cinematica parallela della griffe che assicura una forza di presa constante sull’intera corsa (100 N), rende la pinza Co-act EGH perfettamente adattabile a svariati pezzi. Inoltre, sono disponibili dita flessibili opzionali e appositi inserti morbidi o duri che consentono di afferrare diverse tipologie di pezzo e adattarsi ad applicazioni diverse in brevissimo tempo, evitando così di effettuare il cambio dita a seconda del componente. Come tutte le pinze della serie Co-act, EGH comunica in maniera immediata, grazie al display di stato con striscia LED integrata, programmabile liberamente. Può essere usato per la visualizzazione prestabilita di tre colori in relazione ai diversi stati dell’applicazione, per il rilevamento rapido dei malfunzionamenti e per ottenere un feedback chiaro dell‘esecuzione di un‘operazione.
MEWA
PROTEZIONE DAL CALORE DA CONTATTO, DAL CALORE RADIANTE E DALLE SCINTILLE Per le attività di saldatura occasionali, continuative e permanenti MEWA ha sviluppato un abbigliamento protettivo in tre varianti. Le nuove linee della collezione MEWA Dynamic offrono libertà di movimento, comfort e design elegante. I saldatori hanno bisogno di un abbigliamento protettivo speciale. Chi esegue lavori di saldatura occasionali necessita di una dotazione diversa rispetto a chi svolge attività di saldatura permanente. Per soddisfare queste diverse esigenze, il fornitore di servizi tessili MEWA ha sviluppato una nuova linea di abbigliamento protettivo per la saldatura. MEWA Dynamic Flame è adatto per attività di saldatura occasionali. Protegge dai piccoli spruzzi di metallo, dal breve contatto con le fiamme e dal calore radiante. È l’abbigliamento protettivo ideale per elettricisti, meccatronici e manutentori che eseguono lavori di saldatura solo saltuariamente. Chi invece svolge attività di saldatura permanente è protetto al meglio con MEWA Dynamic Flame Extreme. Il tessuto robusto garantisce una protezione estrema dal calore nella lavorazione termica dei metalli. Adatto per ingegneria meccanica, industria auto-
mobilistica, acciaierie, impiantistica e cantieristica. Oggi MEWA ha sviluppato anche una terza variante, dedicata a chi esegue attività di saldatura continuative: Flame Advanced, che arriverà sul mercato a metà 2020. Questa classificazione è tuttavia puramente orientativa. “La scelta dell’abbigliamento protettivo adatto si basa sempre sulla valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro condotta dal datore di lavoro”, spiega Silvia Mertens, responsabile Product Management di MEWA. Il nuovo abbigliamento protettivo è un ampliamento della linea Dynamic di MEWA, che si distingue per la massima libertà di movimento, il comfort eccellente e il look moderno. “In questo modo, tutti i dipendenti di un’azienda possono avere lo stesso look, che debbano indossare o meno indumenti protettivi“, conclude Silvia Mertens. La nuova linea MEWA è disponibile a noleggio: in questo modo l’azienda può richiedere un intero pacchetto di servizi, dall’acquisto e lo stoccaggio dei capi fino alla loro manutenzione, con un costante adeguamento alle diverse e nuove esigenze aziendali, sia che si tratti di cambiare la taglia di pantaloni di un dipendente, sia in caso di nuove assunzioni.
PRISMA WEERG
E SE IL GIOCO SI FA DURO, WEERG PUNTA SULL’ACCIAIO Le novità in Weerg non finiscono mai. L’innovativo e-commerce italiano che offre online lavorazioni CNC e 3D, amplia ulteriormente il catalogo dei materiali per il CNC con l’introduzione di due diverse tipologie di acciaio, interamente made in Italy: il C45, internazionalmente denominato anche EN8 o AISI 1045m, e l’acciaio al carbonio 39 (39NiCrMo3), considerato uno dei migliori acciai da costruzione disponibili sul mercato. Due new entry che rispondono al grande interesse dimostrato dai clienti per questa lega. In particolare, l’acciaio al carbonio C45, rinforzabile con trattamenti e tempra su determinate aree, offre una resistenza media e trova utilizzo nella produzione di chiavette, assi, coltelli, attrezzature, perni e mandrini, ma anche parti e componenti per i settori dell’automotive, dell’agricoltura e delle costruzioni, oltre che per varie applicazioni in ambito ingegneristico. L’acciaio al carbonio 39 con nichel e cromo, che Weerg propone nello stato di fornitura “bonificato”, rappresenta circa l’80% della produzione mondiale di particolari fresati in acciaio. Proprio grazie al trattamento termico di bonifica, infatti, diventa molto più resistente, versatile e tenace, trovando applicazione nella costruzione di organi meccanici soggetti a torsione, fatica e sollecitazioni dinamiche come alberi, tiranti, ingranaggi, porta stampi sollecitati e stampi integrali. L’inserimento di questo nuovo materiale ha richiesto circa 6 mesi di preparazione. “Prima del rilascio abbiamo condotto numerosi test – spiega Francesco Zanardo, direttore generale di Weerg. – In particolare abbiamo effettuato un’intensa analisi per selezionare accuratamente gli utensili da implementare nella nostra linea produttiva con l’obiettivo di assicurare agli utenti la stessa efficienza e versatilità garantita per gli altri materiali”. L’analisi svolta dell’R&D interno ha portato alla scelta delle migliori attrezzature disponibili sul mercato e in particolare Sandvik per la foratura e Ceravitiz e Hitachi per la fresatura sia a placchette, sia integrale. Il parco macchine di Weerg,
installato presso la sede di Gardigiano (VE), si conferma così unico in Italia e vede schierate soluzioni top di gamma per qualsiasi tipologia di lavorazione. Per l’introduzione dell’acciaio, sono stati infatti appositamente equipaggiati 5 dei 10 centri di lavoro Hermle C42U operativi nel reparto CNC insieme ai torni multitasking Mazak Integrex ultimo modello Smooth. Tutti gli impianti lavorano a 5 assi in continuo e in Weerg sono costantemente impostati sul protocollo di massima precisione. La versatilità delle attrezzature permette infatti di scegliere tra diversi livelli di tolleranza fino ad H7, molto richiesta per la realizzazione di spine di battuta, alberi e cuscinetti, specie per un materiale duro come l’acciaio, con il quale non è possibile forzare l’innesto. I tempi di consegna di parti e componenti in acciaio, per lotti fino a 100 pezzi, rispettano a pieno gli standard garantiti dall’ecommerce veneziano per gli altri materiali attualmente lavorati in CNC, tra cui alluminio, ottone, bronzo, rame, delrin e nylon, e vanno da 5 a 15 giorni dalla conferma d’ordine. Velocità ed efficienza, insieme alla semplicità di utilizzo della piattaforma e del preventivatore online, sono infatti da sempre gli asset fondanti di Weerg, nata con la volontà di portare semplicità, qualità e puntualità al settore della meccanica e dell’additive manufacturing. “Il nostro obiettivo è offrire una gamma completa di materiali e raddoppiare l’attuale produzione realizzando milioni di pezzi diversi all’anno” - afferma Zanardo – “un desiderata che possiamo raggiungere solo attraverso un’organizzazione perfetta e un flusso di lavoro che consenta allo stesso tempo automazione e precisione, anche in ambito logistico”. Weerg ha infatti recentemente potenziato il magazzino materiali con l’introduzione di Modula, un innovativo sistema di stoccaggio verticale che permette di avere sufficiente spazio per tutte le scorte. Attualmente sulla piattaforma weerg. com convogliano giornalmente oltre 13.000 richieste di preventivi che convertono in una media quotidiana di 400 ordini.
Organo uďŹ&#x192;ciale ANGAISA LA VOCE PIĂ&#x2122; AUTOREVOLE DEL SETTORE IDROTERMOSANITARIO
Organo uďŹ&#x192;ciale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA
www.bluerosso.it
ISSN: 2038-0895
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N. 78 I Anno XIV I MARZO/APRILE 2019 I Bimestrale
MARZO/APRILE 2019
Poste Italiane Spa â&#x20AC;&#x201C; Posta target magazine â&#x20AC;&#x201C; LO/CONV/020/2010
Organo uďŹ&#x192;ciale AiCARR LA RIVISTA PER I PROFESSIONISTI DELLâ&#x20AC;&#x2122;HVAC&R
LA GUIDA DA PORTARE SEMPRE CON SĂ&#x2030; PER CONOSCERE TUTTI I TRUCCHI DEL MESTIERE
STORIA E TECNOLOGIA PER Lâ&#x20AC;&#x2122;M9 DI MESTRE
WATER MANAGEMENT REPORT Lâ&#x20AC;&#x2122;acqua, un bene prezioso ma insufficiente PROGETTAZIONE Edificio per uffici certificato Passivhaus
KLIMAHOUSE 2019: VIDEO La sostenibilità è la chiave per vivere bene
DENTRO Lâ&#x20AC;&#x2122;OBIETTIVO Dubai: oltre lo Zero Energy
BIM2BEM La modellazione energetica nella progettazione integrata
Organo ufficiale
MARCO BOSELLI Bosch riparte daâ&#x20AC;Ś Bosch
ORGANO UFFICIALE ANGAISA (Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrotermosanitari, Climatizzazione, Pavimenti, Rivestimenti ed Arredobagno)
FOCUS COMMISSIONING
SISTEMISOLARITERMICI
A cura di Carmine Casale e Livio Mazzarella
Analisi del processo e case study
FILTRAZIONE E QUALITĂ&#x20AC; DELLâ&#x20AC;&#x2122;ARIA SOTTORAFFREDDAMENTO ADIABATICO PER LA FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE
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20 luglio 1969. Sono trascorsi cinquantâ&#x20AC;&#x2122;anni dal giorno in cui Neil Armstrong aprĂŹ il portellone dellâ&#x20AC;&#x2122;Apollo 11 e scese i gradini della scaletta piĂš famosa della storia. Quel viaggio è rimasto impresso nella memoria insieme alle altre missioni Apollo, i lanci dei satelliti russi Sputnik, il cane-astronauta Laika e la Guerra Fredda. Erano gli anni della sfida alla conquista dello spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Gli anni degli ideali, della comunitĂ , dellâ&#x20AC;&#x2122;uguaglianza. Della speranza per una societĂ piĂš giusta. Gli anni delle utopie. Erano anche anni di ricerca e di grandi sfide. Il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin fu il primo uomo a volare in orbita. VentitrĂŠ giorni dopo, lâ&#x20AC;&#x2122;astronauta Alan Shepard affrontò un volo suborbitale; e ancora, il 20 maggio John Kennedy annunciò al congresso di voler portare lâ&#x20AC;&#x2122;uomo sulla luna con il programma Apollo â&#x20AC;&#x153;non perchĂŠ è facile, ma perchĂŠ è difficileâ&#x20AC;?. Nel 1968, precisamente la notte della Vigilia di Natale, William Anders, uno dei membri della missione Apollo 8, scatta, forse inconsapevolmente, una semplice fotografia passata alla storia con il nome di â&#x20AC;&#x153;Earthriseâ&#x20AC;?, lâ&#x20AC;&#x2122;Alba della Terra. Il nostro pianeta, visto dallâ&#x20AC;&#x2122;oblò dellâ&#x20AC;&#x2122;Apollo 8 in orbita attorno alla luna, è un puntino blu nellâ&#x20AC;&#x2122;oscuritĂ .
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N. 12 - Dicembre 2016
Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti
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di GIOVANNA ROSADA
EVENTI
O
gni campo dellâ&#x20AC;&#x2122;architettura e dellâ&#x20AC;&#x2122;ingegneria nel senso piĂš ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalitĂ , metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla societĂ o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del â&#x20AC;&#x153;fareâ&#x20AC;? ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero dâ&#x20AC;&#x2122;accordo con un â&#x20AC;&#x153;SIâ&#x20AC;? o con un â&#x20AC;&#x153;NOâ&#x20AC;?. Ă&#x2C6; stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati â&#x20AC;&#x153;siâ&#x20AC;? e â&#x20AC;&#x153;noâ&#x20AC;? dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nellâ&#x20AC;&#x2122;evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianitĂ dellâ&#x20AC;&#x2122;individuo e lâ&#x20AC;&#x2122;incapacitĂ della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metĂ dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltĂ parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con piĂš forza alla politica? n
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iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderĂ gli ingegneri fino al 2021, quando completerĂ i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi lâ&#x20AC;&#x2122;ufficialitĂ del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è giĂ possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. â&#x20AC;&#x153;Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata unâ&#x20AC;&#x2122;indicazione cosĂŹ forte per la continuitĂ del Consiglio nazionale uscenteâ&#x20AC;?, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.
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Nr.01 â&#x20AC;&#x201C; VENERDĂŹ 13 GENNAIO 2017
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INTERVISTA ALLâ&#x20AC;&#x2122;ARCH. DE LUCCHI
â&#x20AC;&#x153;Il museo del futuro è il mondo interoâ&#x20AC;?
Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter pellati è fortissima la preoccupazione sullâ&#x20AC;&#x2122;ennesima battuta dâ&#x20AC;&#x2122;arresto di un Paese in affanno. StabilitĂ e certezza sono oggi piĂš lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese â&#x20AC;&#x153;Ora gli ac cordi tra CNI e Governo che fine faranno?â&#x20AC;? / alle pagg. 18Â19
Eucentre per ricostruire la sicurezza A Pavia il Centro Europeo di Ricerca e Formazione in Ingegneria Sismica
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CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 cittĂ
Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione â&#x2020;&#x2019; pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunitĂ per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7
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INTERVISTA ALLâ&#x20AC;&#x2122;ARCH. DE LUCCHI
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I pareri degli Ordini dopo lâ&#x20AC;&#x2122;esito del referendum del 4 dicembre
Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter pellati è fortissima la preoccupazione sullâ&#x20AC;&#x2122;ennesima battuta dâ&#x20AC;&#x2122;arresto di un Paese in affanno. StabilitĂ e certezza sono oggi piĂš lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese â&#x20AC;&#x153;Ora gli ac cordi tra CNI e Governo che fine faranno?â&#x20AC;? / alle pagg. 18Â19
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Professionisti al passo coi tempi... Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documentare la consegna.
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TRADE MAGAZINE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE PER IL MONDO DEL CLEANING
MISURA
Un ponte tra passato e futuro
UTENSILI
Trasformare lâ&#x20AC;&#x2122;esperienza di oltre 40 anni di attivitĂ in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalitĂ di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato allâ&#x20AC;&#x2122;automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.
MISURA
Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualitĂ M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilitĂ M-Steel si caratterizza per affidabilitĂ , coerenza e prevedibilitĂ nelle lavorazioni, riducendo i cosĂŹ costi di pro[pag. 12] duzione.
INTERVISTA Gianfranco Carbonato, unâ&#x20AC;&#x2122;emozione che dura da quarantâ&#x20AC;&#x2122;anni
LAMIERA
40 anni di storia e successi www.meccanica-automazione.com nella robotica industriale Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. Lâ&#x20AC;&#x2122;azienda festeggia infatti i 40 anni di attivitĂ : una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.
UTENSILI
Trasformare lâ&#x20AC;&#x2122;esperienza di oltre 40 anni di attivitĂ in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalitĂ di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato allâ&#x20AC;&#x2122;automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.
Lâ&#x20AC;&#x2122;anello che mancava: lâ&#x20AC;&#x2122;utensile connesso al sistema produttivo
Lâ&#x20AC;&#x2122;utensile â&#x20AC;&#x153;intelligenteâ&#x20AC;? è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e lâ&#x20AC;&#x2122;analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]
Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualitĂ M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilitĂ M-Steel si caratterizza per affidabilitĂ , coerenza e prevedibilitĂ nelle lavorazioni, riducendo i cosĂŹ costi di pro[pag. 12] duzione.
INTERVISTA Gianfranco Carbonato, unâ&#x20AC;&#x2122;emozione che dura da quarantâ&#x20AC;&#x2122;anni
PANORAMA La formazione salesiana professionale
CAD/CAM unico per il settore Lamiera
SPECIALE Robotica Sempre piĂš al centro dello sviluppo
[pag. 18]
STORIA DI COPERTINA
TENDENZE Generative design, come cambierĂ il mondo
MACCHINE UTENSILI
PANORAMA La formazione salesiana professionale
Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sullâ&#x20AC;&#x2122;onda dei mercati
Lâ&#x20AC;&#x2122;utensile â&#x20AC;&#x153;intelligenteâ&#x20AC;? è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e lâ&#x20AC;&#x2122;analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]
STORIA DI COPERTINA
TENDENZE Generative design, come cambierĂ il mondo
MACCHINE UTENSILI
Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sullâ&#x20AC;&#x2122;onda dei mercati
DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron
LAMIERA
Lâ&#x20AC;&#x2122;anello che mancava: lâ&#x20AC;&#x2122;utensile 11/12/17 18:00 connesso al sistema produttivo
MATERIE PRIME
M-Steel qualitĂ da oltre 40 anni
In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano.
Un ponte tra passato e futuro
MATERIE PRIME
40 anni di storia e successi nella robotica industriale
Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. Lâ&#x20AC;&#x2122;azienda festeggia infatti i 40 anni di attivitĂ : una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.
CORSI
settembre 2019
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IN QUESTO NUMERO
[pag. 14]
M-Steel qualitĂ da oltre 40 anni
SPECIALE Robotica Sempre piĂš al centro dello sviluppo
[pag. 18]
CAD/CAM unico per il settore Lamiera
PAGINA 2
PRODOTTI
Professional cleaning, i dealer sempre piĂš 4.0
PAGINA 8
Le ultime novitĂ nella grande vetrina di Verona
Pulire 2017: insieme per vincere le sfide del futuro
di Maurizio Pedrini
E
ccoci arrivati a Pulire 2017, il grande appuntamento internazionale del professional cleaning, che torna a Veronafiere per la sua ventitreesima edizione. Sono trascorsi 32 anni da quando la manifestazione, allora itinerante, approdò per la prima volta in riva allâ&#x20AC;&#x2122;Adige per poi tornarvi stabilmente nel 1991. Da allora Pulire ha percorso un ininterrotto cammino di crescita, rafforzando progressivamente la sua vocazione internazionale, di pari passo con lâ&#x20AC;&#x2122;affermazione del Made in Italy in Europa e nel mondo. Nel 2001 la manifestazione ha avviato, grazie al Progetto â&#x20AC;&#x153;Oltre Pulireâ&#x20AC;?, una solida partnership con Veronafiere, che ha lâ&#x20AC;&#x2122;ambizioso obiettivo di creare una fiera di sistema capace di rappresentare non solo lâ&#x20AC;&#x2122;industria del cleaning professionale ma anche lâ&#x20AC;&#x2122;intera gamma di attivitĂ comprendenti il facility management, la gestione dei servizi integrati e quella eco-sostenibile del territorio. Un impegno stimolante, che ci auguriamo possa essere portato avanti con il sostegno della nuova presidenza di Veronafiere. Da alcuni anni, del resto,
alla faticosa professione dellâ&#x20AC;&#x2122;igiene professionale. Ci accingiamo a vivere Pulire 2017 con la stessa intensitĂ di sempre, pronti al frenetico incalzare di momenti da condividere e ricordare nel tempo, con la curiositĂ di svelare le novitĂ proposte per la prima volta dalle aziende su questo straordinario sipario. Il ricco programma di convegni svilupperĂ i grandi filoni avviati dal Forum Pulire svoltosi a Milano nel settembre scorso. A Pulire Outdoor, in particolare, si parlerĂ di economia circolare ma non mancheranno convegni, i talk show, per approfondire tanti altri temi. Ci auguriamo che la fiera riesca ad attrarre gli utilizzatori finali, catalizzando lâ&#x20AC;&#x2122;interesse dei Paesi emergenti e delle economie che rappresentano, ormai, lâ&#x20AC;&#x2122;immediato futuro. Siamo fiduciosi che Pulire 2017 saprĂ calarsi sempre piĂš in un contesto della comunicazione interattiva e digitale, per superare gli stessi confini produttivi del settore affermando non solo lâ&#x20AC;&#x2122;importanza di questo settore economico, ma anche quella della pulizia a 360 gradi nella dimensione economica, sociale e civile del nostro Paese. ď&#x201A;&#x201A;
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LA RIVISTA DEL FACILITY MANAGEMENT
Lotta integrata alle zanzare
Internationales WĂśrterbuch der Mechatronik Mechatronics international dictionary internazionale di Meccatronica In occasione di BIMUDizionario 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante Dictionnaire international de mĂŠcatronique dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare lainternacionale posizione del Gruppo nel mondo e sulde territorio italiano. Diccionario de procesamiento mecatrĂłnica Đ&#x153;оМдŃ&#x192;наŃ&#x20AC;ОднŃ&#x2039;Đš Ń ĐťĐžĐ˛Đ°Ń&#x20AC;Ń&#x152; ПоŃ&#x2026;Đ°Ń&#x201A;Ń&#x20AC;Оники
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I rischi dellâ&#x20AC;&#x2122;Internet of Things
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Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?
Italia scossa
Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. Ă&#x2C6; la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrĂ piĂš rimarginare. Lâ&#x20AC;&#x2122;Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda lâ&#x20AC;&#x2122;utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che â&#x20AC;&#x153;Oltre il 70% dellâ&#x20AC;&#x2122;edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirloâ&#x20AC;?. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni piĂš datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i piĂš grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, piĂš volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna cosĂŹ alla ribalta in un frangente â&#x20AC;&#x201C; purtroppo non lâ&#x20AC;&#x2122;unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de Lâ&#x20AC;&#x2122;Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perchĂŠ il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.
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Editoriale
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LA TRIVELLA
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Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 cittĂ
TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilitĂ diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono a pag. 15
segue a pag. 2
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I pareri degli Ordini dopo lâ&#x20AC;&#x2122;esito del referendum del 4 dicembre
In USA volano le infrastrutture
GOVERNO IN CRISI
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iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderĂ gli ingegneri fino al 2021, quando completerĂ i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi lâ&#x20AC;&#x2122;ufficialitĂ del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è giĂ possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. â&#x20AC;&#x153;Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata unâ&#x20AC;&#x2122;indicazione cosĂŹ forte per la continuitĂ del Consiglio nazionale uscenteâ&#x20AC;?, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.
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gni campo dellâ&#x20AC;&#x2122;architettura e dellâ&#x20AC;&#x2122;ingegneria nel senso piĂš ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalitĂ , metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla societĂ o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del â&#x20AC;&#x153;fareâ&#x20AC;? ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero dâ&#x20AC;&#x2122;accordo con un â&#x20AC;&#x153;SIâ&#x20AC;? o con un â&#x20AC;&#x153;NOâ&#x20AC;?. Ă&#x2C6; stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati â&#x20AC;&#x153;siâ&#x20AC;? e â&#x20AC;&#x153;noâ&#x20AC;? dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nellâ&#x20AC;&#x2122;evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianitĂ dellâ&#x20AC;&#x2122;individuo e lâ&#x20AC;&#x2122;incapacitĂ della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metĂ dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltĂ parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con piĂš forza alla politica? n
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TUTTI I DATI E PARAMETRI IO-LINK DISPONIBILI IN UN’UNICA DASHBOARD FieldEcho® di SICK è il primo software tool per l’accessibilità ai parametri e la trasparenza dei dati raccolti dai dispositivi IOLink, indipendentemente dalla loro casa produttrice. Uno dei grandi vantaggi derivanti da IO-Link è una maggiore disponibilità dei dati relativi ai sensori e ai dispositivi che lo implementano. Per quanto utile, IOLink è “solo” un protocollo di comunicazione punto-punto che permette lo scambio bidirezionale di queste informazioni. Occorre, quindi, uno strumento che renda possibile accedere a questi importantissimi dati o con cui parametrizzare i sensori, indipendentemente dal loro tipo o dalla loro marca. Come il nuovo software FieldEcho® di SICK. FieldEcho® è un software tool per sistemi operativi Windows che migliora l’accessibilità e la trasparenza dei dati (siano essi di processo o di servizio) che arrivano da qualsiasi dispositivo IO-Link installato.
Un unico dispositivo per il controllo di tutta la linea Uno dei grandi vantaggi offerti da FieldEcho® è la possibilità di parametrizzare e monitorare tutti i sensori IO-Link collegati nell’impianto, qualunque sia la loro tipologia e marca. Riuscirci è semplicissimo: una
volta installato, il software si collega via rete Ethernet ai PLC tramite protocollo OPC UA o TCP/IP e mappa automaticamente i dispositivi IO-Link installati sulla macchina, scaricando i rispettivi file IODD (IO-Link Device Description) dal database ufficiale del consorzio. La mappatura permette una facile impostazione dei parametri dei dispositivi, mettendo a disposizione la descrizione di ogni singolo parametro. Un grande vantaggio per i costruttori di macchina che fino ad ora hanno dovuto provvedere a questo passaggio in modo manuale. Oltre al risparmio di tempo in fase di commissioning, FieldEcho® ottimizza anche l’accesso ai dati durante il funzionamento della macchina, dal momento che le informazioni di interesse possono essere visualizzate in un’unica dashboard. A questo punto, i dati raccolti dai sensori, siano essi di processo (le informazioni lette e trasmesse dal sensore al master come, ad esempio, la distanza rilevata da sensori laser di misura), servizio (informazioni sul sensore stesso quali il modello, il numero di serie, la descrizione del dispositivo, …) o diagnostica (messaggi di errore o avvisi di manutenzione come quello di ottica sporca), possono essere resi disponibili a un software di livello supe-
riore. Praticamente, FieldEcho® funziona come un ponte tra la macchina e l’IT.
Come utilizzare i dati raccolti Ma a cosa servono i dati aggregati da FieldEcho®? In primis ad impostare delle regole sui parametri di interesse. Ad esempio, ogni utilizzatore può impostare delle soglie e degli allarmi, di modo da sbloccare delle azioni nel caso in cui vegano superati i parametri di warning. In secondo luogo, lo studio dei dati di funzionamento apre le porte alla manutenzione predittiva: conoscendo lo stato attuale dei componenti è possibile intervenire per pulire o sostituire delle parti solo in caso di reale bisogno, con un conseguente risparmio economico rispetto alla manutenzione preventiva. Infine, abbiamo accennato al fatto che FieldEcho® funziona come collegamento tra la macchina e le strutture IT. Grazie al protocollo REST API, infatti, i dati raccolti sono a disposizione anche a livello superiore come software ERP (Enterprise Resource Planning), MES (Manufacturing Execution System) o applicazioni di analisi dei dati su cloud, e non solamente per scopi di automazione pura.
Benefici per tutti i mercati FieldEcho® può essere utilizzato in qualsiasi applicazione e in qualsiasi settore, dal packaging all’automotive, dal chimico ai consumer goods, dal farmaceutico al food&beverage, senza alcuna limitazione. Essendo membro promotore del consorzio IO-Link fin dalla sua istituzione, SICK è sempre più impegnata ad integrare questo protocollo in tutte le soluzioni offerte, in modo che i propri clienti abbiano sempre tutto sotto controllo. Un trend in continua crescita, così come dimostrato dal fatto che i nodi IO-Link portati sul mercato dal consorzio nel 2018 sono cresciuti del 30% rispetto all’anno precedente; una crescita inarrestabile che comporterà la necessità di accedere automaticamente ai dati disponibili grazie ad IO-Link e che, di conseguenza, richiederà un software per la loro gestione. Come FieldEcho® di SICK. 72
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ABBIAMO PARLATO DI... Aisem 10 Danobat 34 Deutsche Messe 12 DMG MORI 36 Federmacchine 14 Finder 61 Fluke 61 igus 29-52 Juaristi 38 KUKA 24 Lasit 64 Mecfor 10 Mewa 69 Microsoft 11-24 Omron 61 PEI 56 Phoenix Contact 61 Prima industrie 20 Reer 54 Salesiani 18 Schneider Electric 62 Schunk 68 Sick 72 Siemens 62 Socomec 62 Soraluce 40 Tornos 18 Turck Banner 66 Ucimu 12 Wago 44-62 Weerg 70 Wfl 42
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INSERZIONISTI Biemh 11 BIMU 57 Danobat 6 Eichenberger 31 Fornitore Offresi 28 GL events battente Ige-xao 17 igus IV copertina IIS 4 Mikron 23 Mitsubishi 27 Pama III copertina Pfanneberg 43 Pilz 3 Poste Italiane 8 Procam 13 Rettificatrici Ghiringhelli II copertina Tork 53 Trevisan 5 UCIMU 48 Wago I copertina
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