MENSILE DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER IL MECCATRONICO
ANNO III
05.2017 NOVEMBRE/ DICEMBRE
Fare Impresa TecnoCambi – Professionalità e disponibilità al servizio dei cambi automatici In Officina Analisi del motore Renault H5FT Marketing Officina 2.0 – Serve un upgrade
SISTEMI ANTINQUINANTI PER MOTORI DIESEL
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Un movimento perfetto è il primo elemento del motore.
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EDITORIALE |
di Stefano Lietti s.lietti@lswr.it
Il GIUSTO PREZZO
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ecentemente ho avuto modo di leggere su Al Volante un articolo relativo a un’inchiesta svolta per verificare la competenza delle officine indipendenti in merito a problematiche elettroniche. Il giornalista si è recato presso diverse officine, dislocate in tutta Italia, con una Peugeot 207 su cui era stato simulato un guasto all’impianto dell’airbag, staccando il collegamento elettrico. Delle circa 60 officine visitate, solo 26 si sono rese disponibili per verificare il guasto e di queste solo la metà ne ha individuato la causa. Da questa indagine emerge che il nostro settore non è ancora sufficientemente preparato per affrontare certi tipi di guasti: se solo 13 officine hanno capito che l’errore dipendeva dal collegamento dell’airbag e che sarebbe stato sufficiente ripristinarlo per risolvere il problema, non oso immaginare cosa potrebbe succedere nel caso di vetture dottate di sofisticati sistemi ADAS. È evidente che la strada è ancora lunga e che è necessario investire in formazione per poter intervenire sulle vetture più tecnologiche. Ma quello che mi ha veramente colpito non è solo l’impreparazione degli autoriparatori, cosa che da sola è già molto preoccupante, ma il fatto che tra quelli che hanno risolto il problema ce ne siano stati ben 3 che hanno mandato via il giornalista senza farsi pagare l’intervento. Ritengo che questo sia un comportamento assolutamente poco professionale. È vero che questa operazione, se prontamente individuata, richiede pochi minuti, ma la capacità di risolvere il problema rapidamente dipende dalla preparazione del meccanico e questa ha un valore che deve essere sempre riconosciuto. Quando portate a riparare un elettrodomestico o avete bisogno dell’intervento di un elettricista o di un idraulico questi si fanno pagare per il loro intervento, anche
quando magari si tratta di sostituire un semplice fusibile o ripristinare le tubature del lavandino. Così come questi professionisti si fanno pagare per il loro lavoro, anche voi dovete valorizzare il vostro. In futuro il mestiere dell’autoriparatore richiederà sempre più interventi di diagnosi dei sistemi elettronici, che spesso richiedono di essere riprogrammati, senza la necessità di cambiare i componenti. Per questo motivo è indispensabile che i clienti capiscano che il vostro lavoro ha un valore, anche se sono stati sufficienti pochi minuti per risolvere il guasto. La professionalità deve essere sempre retribuita con il giusto prezzo.
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SOMMARIO NOVEMBRE/ DICEMBRE
L’ O F F I C I N A M O D E R N A
Anno III - numero 5-2017 Direttore responsabile Giorgio Albonetti Publisher Marco Zani Direttore tecnico Stefano Lietti – s.lietti@lswr.it Redazione redazione.om@quine.it
IN COPERTINA: SISTEMI ANTINQUINANTI PER MOTORI DIESEL
EDITORIALE 1 Il giusto prezzo
Hanno collaborato a questo numero Massimo Clarke, Gianpaolo Riva, Giorgio Spolverini, Maruska Scotuzzi Pubblicità Sergio Cirimbelli – dircom@quine.it
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Ufficio traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it – Tel. 02 88184 292 Ilaria Tandoi – i.tandoi@lswr.it Tel. 02 88184.294
TECNICA 4 Interventi ad alto valore aggiunto 10 Sistemi antinquinanti per motori Diesel FARE IMPRESA 16 TecnoCambi – Personalità e disponibilità al servizio dei cambi automatici
Coordinamento stampa&produzione Walter Castiglione – w.castiglione@lswr.it
Abbonamenti
MARKETING 20 Autoriparatori 2.0 – Serve un upgrade IN OFFICINA 24 Analisi motore Renault H5FT
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26 DOMANDE&RISPOSTE DALLE AZIENDE 34 KYB Informa 36 Hella – La famiglia si allarga 38 Chevron – Fattore a… a come additivo
Direzione e redazione Via Spadolini, 7 20141 Milano Tel. 02 864105 - www.quine.it
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abbonamenti@quine.it - Tel. 02 49756990 Costo copia singola: € 1,50 (presso l’Editore, fiere, manifestazioni) L’IVA è assolta dall’Editore ai sensi dell’Art. 74, 1° comma, Lettera c del dPR 26/10/72 n. 633 e successive modificazioni e integrazioni. Prezzo abbonamento annuo (6 fascicoli) in Italia € 30,00. I numeri arretrati (seconda disponibilità) possono essere richiesti direttamente all’Editore, al doppio del prezzo di copertina. Non si effettuano spedizioni in contrassegno. L’Editore si riserva la facoltà di modifi care il prezzo nel corso della pubblicazione, se costretto da mutate condizioni di mercato. L’IVA sugli abbonamenti, nonché sulle vendita dei fascicoli separati, è assolta dall’Editore ai sensi dell’art. 74, 1° comma, Lettera c del dPR 26/10/72 n. 633 e successive modificazioni e integrazioni.
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40 NEWS 50 SCHEDA TECNICA
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© QUINE Srl | Milano associato 2017 Quine Srl L’Officina Moderna – mensile (8 numeri annui) Registrazione del tribunale di Milano n. 361 del 19.11.2014. Iscrizione al R.O.c. n° 12191 Tutti gli articoli pubblicati su L’Officina Moderna sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La pubblicazione o la ristampa degli articoli deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Ai sensi dell’art. 13 del d.Lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 d.Lgs. 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali QUINE Srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è QUINE Srl – Via Spadolini 7 – 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art.7 d.Lgs. 196/03.
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TECNICA | DAYCO AFTERMARKET
di Giorgio Spolverini
Interventi ad alto
VALORE AGGIUNTO I componenti relativi alla trasmissione motore, come cinghie di distribuzione o ausiliarie disponibili singolarmente o in kit, sono componenti molto tecnologici che richiedono da parte dell’autoriparatore una buona esperienza per eseguire un lavoro a regola d’arte. Ne abbiamo parlato con i manager di Dayco Europe, che hanno dispensato alcuni importanti suggerimenti in merito alle proprie linee prodotto sviluppate per l’OE e proposte in aftermarket.
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l’aftermarket. “La comunicazione – esordisce Franca Pierobon – è tenuta in grande considerazione all’interno della nostra azienda, ed è fondamentale anche tra autoriparatore e cliente al fine di ricordare all’automobilista tutti gli interventi previsti dalla casa madre, per la propria sicurezza e quella degli altri guidatori.” “Compito della cinghia di distribuzione – interviene Gianluca Fantozzi - è quello di sincronizzare il funzionamento dell’albero motore con l’albero a camme e, in alcuni casi, aziona anche la pompa dell’acqua preposta al raffreddamento motore. La sua rottura provoca quasi sempre danni molto importanti al motore: rottura pistoni, valvole, al-
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volte alcune importanti parti del motore vengono trascurate, soprattutto dall’automobilista inconsapevole (o quasi). La cinghia di distribuzione è una di queste. Sarà perché gli intervalli di sostituzione della cinghia si sono ulteriormente allungati sulle auto di ultima generazione o perché la cifra richiesta per tale intervento non è delle più contenute, a seconda del modello della vettura, ma di fatto si corre il rischio di dimenticarsene. Tenere sotto controllo la cinghia di distribuzione (come anche quelle ausiliarie) è di importanza vitale per l’affidabilità del motore, perché ne regola il corretto funzionamento: una sua eccessiva usura o la rottura può provocare seri danni alle valvole e alla pompa dell’acqua, con la conseguenza, nel peggiore dei casi, di dover sostituire l’intero propulsore. Di questo e di tutti i principali componenti coinvolti nella trasmissione motore, ne abbiamo parlato con Gianluca Fantozzi, Technical Department Manager Dayco Europe, e Franca Pierobon, Marketing and Communications Manager Dayco Europe. La multinazionale Dayco è una delle principali realtà specializzate nei componenti che riguardano la trasmissione motore, sia per il primo impianto, sia per
La cinghia di distribuzione non deve mai essere trascurata e in questo il ruolo dell’autoriparatore è fondamentale nell’educare la clientela. La rottura di questo componente di trasmissione può comportare la sostituzione dell’intero motore.
La sostituzione della cinghia di distribuzione va eseguita rispettando gli intervalli temporali di casa auto. A seconda dell’impiego che si fa della vettura però, sarebbe buona norma cambiarla rispettando le indicazioni della casa costruttrice.
bero motore, pompa dell’acqua…”. Inutile precisare che, se trascurata, i danni economici derivati al veicolo possono salire incredibilmente. Ecco perché ogni qual volta un’auto entri in assistenza, è il caso di verificare le condizioni della cinghia e provvedere alla sua sostituzione al chilometraggio o secondo i tempi stabiliti dal costruttore, per evitare sorprese ancora più spiacevoli di quelle che si possono immaginare. “Al meccanico – precisa Gianluca Fantozzi – oltre al dovere di informare l’automobilista, spetta il compito di installare a regola d’arte il prodotto di qualità”. Dayco Europe, in tal senso, è sicuramente un riferimento che può soddisfare a 360° le esigenze dell’installatore con corsi e istruzioni specifiche tramite QR-Code e una gamma prodotti davvero completa e profilabile per necessità, che comprende pompe acqua singole, ultima novità di gamma; cinghie di distribuzione; cinOM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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TECNICA | DAYCO AFTERMARKET ghie di distribuzione HT (High Tenacity); set i cinghie di distribuzione TB-Set, la linea di prodotto per i motori in cui la pompa di iniezione o il contralbero viene comandato da una seconda cinghia dentata; Kit KTB – KPV, ovvero kit completi di accessori per il comando della distribuzione e degli organi ausiliari; Kit Bio, la cinghia in bagno d’olio, meglio nota come “Belt In Oil”; KTC, i kit catena di distribuzione; Kit distribuzione con pompa acqua (KTBWP), per i motori in cui la pompa dell’acqua è comandata dalla cinghia di distribuzione; cinghie PV, le cinghie per le trasmissioni ausiliarie in materiale EPDM che garantiscono resistenza, affidabilità, silenziosità e lunga durata di esercizio; cinghie PV elastiche, cinghie speciali installate su trasmissioni a interasse fisso che non necessitano di sistemi di tensionamento esterno; cinghie trapezoidali, realizzate con materiali di alta qualità per garantire resistenza, durata ed elevati rapporti di trasmissione; tenditori e pulegge; smorzatori di vibrazione; ruote libere per alternatore; attrezzi, ossia la gamma strumenti che Dayco propone per una corretta installazione dei propri prodotti; DTM Tensiometro, lo strumento per la misurazione facile e veloce della tensione delle cinghie di distribuzione e ausiliarie. La distribuzione, come si può facilmente constatare, non è il solo core business di Dayco. Grazie alla completa disponibilità delle tre tipologie di trasmissione, cinghia, catena e a bagno d’olio,
Insieme alla cinghia di distribuzione, ogni qual volta che la si cambia, devono essere sostituiti anche tutti gli altri componenti collegati, come cuscinetti, tendicinghia, galoppini e pompa dell’acqua, altrimenti potrebbe capitare quello che si vede in foto.
cinghia di distribuzione, grazie alla tecnologia raggiunta, è più performante della catena”. La catena di distribuzione infatti dimostra alcuni limiti per quanto riguarda la rumorosità, l’allungamento, la sensibilità alla qualità dell’olio motore impiegato nella sostituzione periodica, il peso e l’ingombro. Per contro, la cinghia presenta plus quali leggerezza, silenziosità, inestensibilità, tutte doti che rendono molto più ecologico il funzionamento del motore. a scelta della cinghia o della catena è a discrezione del progettista, in base alle tradizioni della casa costruttrice e alle sue esperienze pregresse con determinati tipi di propulsori”. “I veri limiti – interviene Gianluca Fantozzi – piuttosto che nella cinghia o nella catena però, si possono ricercare nei componenti del cosiddetto “giro cinghia”, come tendicinghia e galoppini, che inevitabilmente col passare del tempo si deteriorano, provocando anche fastiEvidente lo stato di usura della cinghia di distribuzione: in queste condizioni, il rischio di danneggiare l’intero motore diventa alto.
l’offerta di Dayco rappresenta un importante opportunità di business per l’autofficina, soprattutto se si considera l’alto valore aggiunto di manodopera presente nella sostituzione dei componenti coinvolti. “Introdotta per la prima volta da Pirelli in produzione di massa già alla fine degli anni ‘60 (Fiat 124, 125 e poi 128) – ricorda Gianluca Fantozzi – la cinghia di trasmissione si è successivamente evoluta con il passare degli anni, fino a raggiungere l’apice della tecnologia con la cinghia a bagno d’olio sviluppata principalmente per applicazioni Ford (motori Ecoboost e 1.8 TDCi), PSA (motori EB0 ed EB2) e Volkswagen”. La soluzione prodotta per OE, OES e IAM, sostituisce di fatto la catena e, come questa, è “For life”, ovvero dura quanto il motore, a patto che vengano rispettate scrupolosamente le prescrizioni del costruttore. Stesso discorso vale per garantire la massima affidabilità delle cinghie di trasmissione a secco e delle catene di distribuzione, offerte anch’esse singolarmente o in kit. “Diversamente da quanto si pensa – spiega Gianluca Fantozzi - la 6
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Kit di distribuzione altamente performante a catalogo Dayco, denominato HT, High Tenacity, completo di pompa acqua.
diosi cigolii o rumori”. La chimica dei materiali applicata alle cinghie ha permesso di passare dalla tecnologia a gomma naturale a quella sintetica, più ulteriori sviluppi che hanno consentito a questo “semplice” componente di resistere perfettamente a temperature superiori a 120°C e con picchi fino a 130°, soddisfacendo le esigenze più svariate dei costruttori. Grazie a queste caratteristiche, le cinghie possono essere installate anche negli spazi più angusti, come all’interno di vani motore a scarso afflusso d’aria delle auto più aerodinamiche. Le cinghie non servono solo a comandare la distribuzione, ma ci sono altre cinghie che sono prodotte per le trasmissioni ausiliarie. L’incremento del numero di accessori (climatizzazione, pompe servosterzo, alternatori, pompe acqua, pompe del vuoto etc.) e le condizioni di funzionamento con temperature fino a 130°C, hanno reso indispensabile anche l’aggiornamento dei materiali e della tecnologia costruttiva. Uno dei principali plus della cinghia Poly-V per esempio, è proprio la
“Una novità per Dayco – introduce Franca Pierobon – è la disponibilità a catalogo della pompa acqua da poter ordinare anche singolarmente oltre che in kit”. Come le altre parti proposte al mercato, anche la pompa acqua marchiata Dayco proposta in aftermarket è di qualità OE. Ogni pompa acqua Dayco viene testata prima di essere commercializzata. Al meccanico non resta che installarla con le naturali precauzioni da rispettare. Le pompe acqua che raggiungono l’officina, possono essere dotate di guarnizione in gomma-metallo, o-ring o nessuna delle precedenti soluzioni e in questo caso va usata la pasta per assicurare la massima aderenza alla superficie di contatto del basamento e quindi assicurare la perfetta tenuta del circuito di raffreddamento. Che sia di un tipo, piuttosto che di un altro, la bontà della pompa si misura esclusivamente nella massima tenuta sul basamento e nelle sue performance che devono garantire un raffreddamento motore equivalente a quello della pompa originale sostituita. Sulle pompe
Kit distribuzione espressamente sviluppato da Dayco a bagno d’olio per alcuni motori Ford e Volkswagen.
sua alta flessibilità, oltre alla resistenza, essendo capace di sopportare perfettamente anche i continui spegnimenti e riaccensioni del motore nei veicoli dotati di sistema Stop&Start. La particolare composizione della gomma della cinghia oggi la rende estremamente tenace in base soprattutto ai km percorsi: il tempo non influisce più sulla sua durata. Se l’operazione di sostituzione viene trascurata o posticipata, il rischio è che l’auto non parta più oppure che il climatizzatore non faccia il suo dovere con conseguente innalzamento della temperatura in abitacolo d’estate o pericolosi appannamenti dei cristalli nelle stagioni più piovose o umide. Insomma, ne va della sicurezza. “Attenzione – raccomanda Gianluca Fantozzi – alle cinghie di trasmissione ausiliarie low cost: una cinghia di buona qualità non costa uno sproposito; non c’è motivo quindi di adottare una soluzione da qualche euro in meno che possa creare criticità di funzionamento e delusione del cliente”. La gamma Dayco accontenta tutti ed è aggiornata all’ultimo modello di veicolo uscito. La qualità del ricambio aftermarket naturalmente, neanche a doverlo precisare, è esattamente la stessa di quello OE.
Oltre alle cinghie di distribuzione, Dayco prevede anche le catene di distribuzione, nell’ottica di rappresentare un punto di riferimento unico e sicuro per la clientela. OM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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Un’altra cinghia molto importante è quella dei servizi, che assicura l’energia elettrica all’intero veicolo comandando l’alternatore e il corretto funzionamento di accessori importanti per il benessere quali il climatizzatore e il servosterzo.
dotate di guarnizione in gomma-metallo od o-ring non va assolutamente usata pasta per la corretta installazione; su quella sprovvista invece sì, ma appena un velo ben distribuito, quel tanto che basta per non correre il rischio di eccesso di materiale che possa filtrare nel circuito o provocare un montaggio disassato. Un altro accorgimento da non sottovalutare è quello di evitare di far ruotare la girante della pompa a mano prima dell’installazione, poiché tale movimento a secco, seppur lieve, può provocare danni. Durante l’installazione è sempre bene inumidirla con il liquido refrigerante nuovo, che si userà per riempire
»Business d’officina
Spiegare all’automobilista quanto sia importante verificare la trasmissione motore, e sostituirla se necessario, è compito dell’autoriparatore: gli bastano pochi minuti per fornire le raccomandazioni in merito al cliente. Con questo piccolo investimento di tempo, il meccanico può dimostrare la sua competenza e professionalità e, di conseguenza, scongiurando il rischio di possibili gravi danni alla sua vettura, consolidare il rapporto con il proprio interlocutore, cliente abituale o potenziale che sia. D’altro canto, inoltre, spiegando l’importanza della manutenzione alla trasmissione, l’officina ha l’occasione di eseguire un intervento proficuo ad alto valore aggiunto a livello di manodopera. A patto naturalmente che l’intervento venga effettuato in maniera completa e altamente professionale, sostituendo tutte le parti soggette a usura nel giro cinghia distribuzione (come cinghia, tenditori, galoppini, pompa acqua, bulloneria e quant’altro) o ausiliaria. In un mercato maturo come quello italiano, dove servizio ed
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il circuito. Non serve bagnare la girante ma il premistoppa che, come già detto in precedenza, se lavora a secco potrebbe danneggiarsi. Il liquido di raffreddamento deve essere completamente sostituito, poiché quello vecchio sarà sicuramente inquinato da residui o particelle che potrebbero rovinare la nuova pompa. Sarebbe buona regola poi, una volta installato il pezzo o il complessivo, far girare inizialmente il motore “a mano” perché il fluido possa penetrare con efficacia in tutte le parti in modo che non si creino sacche d’aria soprattutto in zona del premistoppa, per poi accenderlo.
efficienza possono davvero fare la differenza, Dayco fornisce alle officine tutta la sua esperienza di primo equipaggiamento attraverso kit completi, in grado di assicurare lavori a regola d’arte. Il professionista accorto ha già compreso – e sta facendo comprendere alla propria clientela - quanto sia importante effettuare un intervento completo come questo, tant’è che Dayco registra in Italia un aumento delle vendite dei kit di distribuzione, siano essi a cinghia o a catena, con o senza pompa laddove prevista. L’autoriparatore, inoltre, oggi dimostra sempre più l’esigenza di potersi rivolgere e affidare a un unico referente professionale, una vera e propria evoluzione culturale. Il meccanico moderno, infatti, da una parte ha la necessità di garantire la sua prestazione al cliente, dall’altra di ricevere garanzie dal suo fornitore. Per lui, infatti, è importante avere la certezza di lavorare con brand forti e con servizi e informazioni qualitativamente elevati, che un’azienda fortemente specializzata come Dayco è in grado di assicurare.
TECNICA | MOTORI DIESEL
in collaborazione con www.MteDocs.it
Sistemi antinquinanti per motori Diesel
Con l’avvento delle normative antinquinamento Euro 5 ed Euro 6, i costruttori automobilistici hanno dovuto introdurre sulle motorizzazioni Diesel dei nuovi e complessi sistemi per abbattere le emissioni inquinanti. Di seguito viene descritto il loro funzionamento.
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evoluzione che ha subito in questi ultimi anni il motore Diesel, è ovviamente dovuta a una continua ricerca di migliori prestazioni e di una sempre più fluida erogazione della coppia motrice (migliore guidabilità), ma occorre ricercarne le ragioni anche nel costante inseverimento delle normative/regolamenti antinquinamento che bisogna rispettare per ottenere l’omologazione del veicolo. Tale inseverimento ha obbligato i pro-
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gettisti ad affinare il sistema di alimentazione dei propulsori Diesel, in modo da ottenere una migliore nebulizzazione del gasolio in camera di combustione e un suo dosaggio più preciso. Anche i sistemi di abbattimento degli inquinanti sono stati sottoposti a una notevole evoluzione, tanto da poter affermare che gli attuali veicoli mossi con motore Diesel sono dotati di veri e propri “laboratori” che riducono le sostanze nocive presenti nei gas di scarico. Il tecnico riparatore deve perciò
conoscere il funzionamento dei sistemi di abbattimento degli inquinanti e deve sapere anche diagnosticare le loro anomalie, intervenendo in modo corretto per risolverle. Ovviamente non è possibile descrivere nel dettaglio tutti i sistemi e le loro possibili configurazioni che normalmente si trovano nelle motorizzazioni Diesel per abbattere gli inquinanti allo scarico. Dunque qui di seguito verranno indicati solo i più rappresentativi, normalmente indicati come “sistemi di post trattamento
dei gas di scarico”. Sulla linea di scarico sono inoltre presenti una serie di sensori che monitorizzano la temperatura in differenti punti, la presenza nello scarico di specifici gas e l’azione (l’efficienza) dei dispositivi per ridurre gli inquinanti. I rilevamenti effettuati da questi sensori vengono usati dalla centralina controllo motore per monitorare e gestire il post trattamento e per azionare alcuni attuatori necessari per attivare specifici processi. In sintesi possiamo dire che i dispositivi usati per il post trattamento dei gas di scarico sono i seguenti: » Catalizzatore ossidante (DOC = Diesel Oxidation Catalyst) » Filtro Anti Particolato (FAP) » Catalizzatore ossidi di azoto (SCR)
L’immagine mostra un tipico sistema di scarico usato su un moderno motore Diesel. Il catalizzatore è posizionato insieme al FAP in un unico involucro metallico. Si nota nell’immagine la presa dei gas di scarico a valle del FAP per il sistema EGR di bassa pressione.
Il Catalizzatore ossidante Nel sistema di scarico di un motore Diesel, il primo dispositivo di post trattamento dei gas di scarico che si incontra dopo il turbocompressore (ormai la quasi totalità dei motori Diesel è sovralimentata), è il
catalizzatore ossidante (Diesel Oxidation Catalyst = DOC). Non è perciò un catalizzatore trivalente come quello usato sui motori alimentati a benzina, dunque non ha effetto sugli ossidi di azoto (NOx). Il
suo compito è quello di utilizzare l’ossigeno rimasto nei gas generati dalla combustione, per ossidare il monossido di carbonio (CO) e gli idrocarburi incombusti (HC), in modo da ottenere anidride carbonica (CO2) e acqua. Poiché gli HC sono contenuti anche nel particolato, la loro ossidazione consente di ridurre notevolmente le dimensioni del particolato stesso. Sulle motorizzazioni Diesel non è possibile usare il catalizzatore tre vie che ha effetto anche sugli ossidi di azoto, perché i gas di scarico contengono molto ossigeno (come noto il motore Diesel funziona a eccesso d’aria).
Il filtro antiparticolato
L’immagine mostra un filtro anti particolato ostruito. Quando il livello di ostruzione supera un limite definito dal costruttore del veicolo, è necessaria la sostituzione/ pulizia del filtro, poiché ogni attività di rigenerazione forzata viene impedita dalla centralina controllo motore.
Il Filtro Anti Particolato (FAP), detto anche DPF (Diesel Particulate Filter), è una vera e propria trappola meccanica che trattiene il particolato. Ha capacità filtranti molto elevate (fino a centinaia di nm = nano metri = 10-9 metri = miliardesimo di metro). Quando nel FAP il contenuto di particolato diventa eccessivo (il FAP è ostruito), occorre attivare delle procedure di rigenerazione, ovvero tali da consentire la combustione del particolato stesso e dunque lo svuotamento del filtro che lo trattiene. In questo dispositivo rimangono intrappolate anche le ceneri che non possono però essere bruciate. Dunque dopo OM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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TECNICA | MOTORI DIESEL » Rigenerazione spontanea. Avviene a elevati regimi e carichi motore » Rigenerazione forzata dalla centralina controllo motore attivata in particolari condizioni di funzionamento del veicolo » Rigenerazione forzata dalla centralina controllo motore attivata tramite strumento di diagnosi effettuata quando l’ostruzione del FAP è diventata eccessiva (ha superato una soglia limite) Se il grado di ostruzione del FAP è aumentato eccessivamente (il limite di questo aumento è prestabilito dal costruttore del veicolo), non sarà più possibile attivare nemmeno la rigenerazione forzata tramite comando dallo strumento di diagnosi. In tal caso la sostituzione/pulizia del FAP è inevitabile. Con lo strumento di diagnosi sarà poi necessario istruire la centralina che il filtro anti particolato è stato sostituito. Il sensore che rileva la pressione differenziale tra ingresso e uscita del filtro anti particolato, è l’elemento utilizzato dalla centralina per determinare il grado di ostruzione del filtro stesso.
elevati chilometraggi, quando le ceneri diventano eccessive, il filtro anti particolato deve essere sostituito. Le ceneri sono prevalentemente generate da particelle di elementi metallici che non possono essere bruciate durante il processo di rigenerazione. L’olio motore realizzato anche con componenti metallici, che inevitabilmente penetra nella camera di combustione, è ad esempio una fonte di ceneri che a elevati chilometraggi possono ostruire in modo irreversibile il FAP. Per questo motivo, nei motori Diesel con filtro antiparticolato è obbligatorio usare olii specifici (“low ash”). Quando i depositi di particolato all’interno del filtro diventano eccessivi (il FAP è ostruito) e dunque l’evacuazione dei gas di scarico inizia a essere difficoltosa, occorre attivare il processo di rigenerazione del filtro stesso. Questo processo può avvenire sostanzialmente in tre differenti modi che prevendono comunque sempre un innalzamento della temperatura dei gas di scarico: 12
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Su alcune motorizzazioni del gruppo Citroen/Peugeot si usa un sistema che inietta un additivo (cerina) nel gasolio, in modo da facilitare le rigenerazioni del FAP (avvengono a temperature più basse). 1. catalizzatore ossidante e filtro antiparticolato (integrati nel medesimo contenitore metallico) 2. sensore di pressione differenziale del filtro antiparticolato (è presente anche il sensore di temperatura dei gas di scarico) 3. centralina controllo motore 4. gruppo iniettore-pompa per immettere l’additivo nel gasolio (il serbatoio dell’additivo è posizionato sotto quello del gasolio) 5. iniettori alimentazione gasolio motore usati anche per effettuare le post iniezioni necessarie per rigenerare il filtro antiparticolato
La struttura interna del sensore NOx è molto simile a quella della sonda lambda lineare e il suo segnale, prima di essere inviato alla centralina controllo motore, viene elaborato da un’altra centralina specifica. In caso di guasto, solitamente il sensore e la sua centralina devono essere sostituiti insieme. Per evitare o ridurre le post iniezioni che durante il processo di rigenerazione del FAP provocano la diluizione dell’olio motore, su alcuni motori viene usato un iniettore aggiuntivo (visibile nell’immagine), direttamente affacciato alla linea di scarico prima del FAP stesso.
Il catalizzatore SCR Per contenere le emissioni di NOx viene usato il catalizzatore SCR (Selective Catalytic Reduction). Questo dispositivo funziona tramite l’utilizzo di una soluzione di urea con acqua come riducente (prodotto liquido comunemente noto col nome di AdBlue, non pericoloso in caso di perdite) e consente di trasformare gli ossidi di azoto (NOx), in azoto (N2) e acqua (H2O). Sulla linea di scarico il catalizzatore SCR può trovare posto a monte o a valle del filtro anti particolato. La soluzione di urea con acqua viene erogata nei gas di scarico che entrano nel catalizzatore SCR. La reazione chimica avviene poi all’interno del catalizzatore stesso. L’AdBlue è contenuto in uno specifico serbatoio molto semplice da rifornire e riscaldato, poiché la soluzione di urea con acqua si gela a una temperatura di circa -10°C. Per questo motivo anche la linea di erogazione è riscaldata. Una pompa manda l’AdBlue all’erogatore, in modo che possa essere immesso nei gas di scarico a monte del catalizzatore SCR. Per garantire la migliore diffusione dell’urea con acqua nella linea di scarico, alcuni
L’erogatore introduce l’AdBlue nei gas di scarico. Prima del catalizzatore SCR, nella sezione del tubo di scarico, è presente il dispositivo che distribuisce l’AdBlue in modo uniforme all’interno del tubo stesso. Ciò consente di far funzionare il catalizzatore SCR con la massima efficienza. OM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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TECNICA | MOTORI DIESEL EGR alta e bassa pressione L’EGR non fa parte dei sistemi di post trattamento dei gas di scarico, anche se la sua azione concorre nel contenimento delle emissioni di ossido di Azoto. L’EGR ad alta pressione viene utilizzato da parecchio tempo sulle motorizzazioni Diesel. Preleva i gas di scarico dal collettore prima che raggiungano il turbocompressore e li immette in quello di aspirazione. Sulle vetture più recenti, per accrescere la sua efficacia, è dotato di un raffreddatore ad acqua che consente di abbassare la temperatura dei gas di scarico prima che questi vengano aspirati dal motore. L’EGR ad alta pressione ha un effetto negativo sulla prestazione del turbocompressore e innalza la temperatura in aspirazione. Per questi motivi è stato introdotto L’EGR a bassa pressione che intercetta i gas di scarico all’uscita del filtro antiparticolato. Dunque non ha effetti negativi sulla resa del turbocompressore. I gas all’uscita del filtro antiparticolato vengono raffreddati da uno scambiatore di calore e ciò consente di poterli ricircolare all’aspirazione Il raffreddatore EGR è attraversato dal liquido di raffreddamento del motore e dai gas di scarico. A sinistra si nota l’attuatore pneumatico (polmoncino) che tramite una farfalla, apre o chiude il passaggio dei gas di scarico nel raffreddatore. È comandato dalla centralina controllo motore tramite una elettrovalvola che gestisce il passaggio della depressione verso l’attuatore pneumatico stesso.
tipi di erogatori utilizzano l’aria compressa per avere una perfetta nebulizzazione. La quantità di soluzione di urea con acqua da immettere nel sistema di scarico, viene determinata dalla centralina controllo motore sulla base della informazione di un sensore specifico che rileva la concentrazione degli NOx presenti nei gas. Questo sensore è posizionato all’ingresso del catalizzatore SCR, mentre all’uscita di quest’ultimo è posizionato un secondo sensore NOx che rileva anch’esso la presenza degli ossidi di azoto, che ovviamente devono essere ridotti grazie all’azione del catalizzatore stesso. L’erogazione dell’AdBlue inizia solo quando i gas di scarico hanno raggiunto la temperatura minima di circa 200°C. Questa grandezza viene monitorata dalla centralina controllo motore tramite l’informazione del sensore temperatura gas posizionato sulla linea di scarico e prossimo al catalizzatore SCR. 14
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L’immagine mostra un sistema EGR a bassa pressione (i gas di scarico vengono prelevati all’uscita dal FAP) abbinato a un sistema EGR ad alta pressione (i gas di scarico vengono prelevato dal collettore di scarico prima del turbocompressore).
del compressore. In questo modo è possibile mantenere sempre efficiente la sovralimentazione. In sintesi con l’EGR a bassa pressione, si ottiene una maggiore riduzione delle emissioni di NOx (si ha un notevole abbassamento delle temperature in aspirazione del motore) e il turbocompressore garantisce sempre la massima prestazione, funzione ovviamente del regime e carico motore.
Un difetto tipico dell’erogatore dell’AdBlue è dato dalle incrostazioni visibili nell’immagine, che impediscono il suo corretto funzionamento.
Nei motori Diesel con elevato chilometraggio sono spesso presenti consistenti depositi che causano il malfunzionamento di diversi dispositivi, tra cui anche l’EGR. Prima di fare diagnosi affrettate e sostituire parti, è bene perciò sempre fare una ispezione per verificare il grado di pulizia del sistema di scarico e di aspirazione del motore stesso. OM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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FARE IMPRESA | TECNOCAMBI
di Giorgio Spolverini
TecnoCambi è una realtà dinamica e molto sensibile ai cambiamenti delle esigenze di mercato. Oggi la clientela desidera un lavoro ben fatto e al prezzo corretto. E poi, essere informata. Tutto ciò è preso in seria considerazione e l’abbiamo potuto constatare di persona…
Professionalità e disponibilità al servizio dei cambi automatici » TecnoCambi - Prodotti & Servizi I cambi automatici vengono ritirati e sostituiti in tutte le province d’Italia e il servizio è destinato ad autofficine e privati. In sintesi, di seguito, l’attività di TecnoCambi:
» Assistenza telefonica cambi automatici » Test diagnostici gratuiti 16
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» Prova autovettura
» Preventivi revisione e riparazione cambi automatici gratuiti » Servizio cambi di rotazione
» Tagliandi e lavaggi cambi automatici » Magazzino automatiche
ricambi
trasmissioni
» Revisione cambi automatici, robotizzati, manuali » Servizio carro attrezzi convenzionato » Revisione cambi garantite 12 mesi » Orario No Stop dalle 8 alle 19
S
e fino a qualche anno fa era “roba da americani”, ora sono sempre di più gli italiani che non lo disdegnano, anzi... Automatico, robotizzato o CVT che sia, tanto per citarne alcuni, negli ultimi cinque anni la percentuale di vetture equipaggiate con la trasmissione priva di pedale della frizione è passata da quasi il 15% a ben oltre il 20%. I numeri sono tali da aver convinto molte case automobilistiche a lanciare promozioni e iniziative per facilitare il passaggio all’automatico: Renault su alcuni suoi modelli lo propone al prezzo del manuale e lo stesso fa FCA e altri costruttori. Oggi quasi il 70% degli acquirenti di vetture di segmento D ha abbandonato il manuale (nel 2012 era il 40%), e la crescita è costante anche nelle categorie inferiori: nel segmento C la quota si è triplicata, aumentando dall’11% a quasi il 30%. Per non parlare dell’oltre 70% di presenza del cambio automatico sui modaioli SUV di grossa taglia. Insomma, ancora non vince (sul manuale), ma convince sempre di più, e la presenza dell’automatico sulle nuove vetture sarà in continua crescita. Di questo, per quanto riguarda l’assistenza, qualcuno se n’è accorto già da tempo, come per esempio Luca Maturi di Tecno-
L’attività sui cambi automatici è in continua crescita e prevede interventi su ogni tipologia di trasmissione, come per esempio il TipTronic Porsche in riparazione presso il centro TecnoCambi di Milano.
Cambi, che ha stimato un bacino di circa 30 milioni di vetture che ne sono dotate e sulle quali si può lavorare. Il suo lavoro, insieme a quello delle aziende a lui collegate, è quello di ripararli o revisionarli
accuratamente e a condizioni tali da non generare una inversione di tendenza a favore del cambio manuale. TecnoCambi per il momento opera in Lombardia, Toscana e Lazio, ma lavora quotidianamente collegata con 18.000 officine sparse in tutt’Italia. Ogni anno questa realtà sforna importanti novità: per il 2018 per esempio è in fase di implementazione l’offerta di cambi completi già pronti da installare.
Grazie al web, arrivano più privati
Per TecnoCambi il sito Internet (www.tecnocambi.it) è uno strumento fondamentale per far conoscere la propria attività e aumentare la clientela, non solo quella professionale, ma anche quella privata
“Il lavoro è tanto – precisa Luca, titolare di TecnoCambi – e in continuo aumento, non solo per la clientela fidelizzata e il passaparola, ma anche per gli investimenti pubblicitari canalizzati sul web”. Diversamente dall’officina, la revisione e la riparazione dei cambi automatici non è circoscritta intorno alla sede operativa, ma le unità da ripristinare provengono da tutt’Italia e anche oltre. “Grazie al potenziamento del portale web www. tecnocambi.it – continua Luca – è cresciuto considerevolmente l’afflusso di clientela anche privata: l’80% delle chiamate su base giornaliera proviene proprio dagli automobilisti”. Internet è uno strumento molto importante: basta digitare parole chiave come “riparazione cambi OM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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FARE IMPRESA | TECNOCAMBI Non basta più la professionalità… Per guadagnare tutta questa fiducia da parte della clientela, paradossalmente oggi non basta più la sola professionalità dell’autoriparatore. Bisogna anche essere fortemente concorrenziali. In tal senso, in TecnoCambi qualche rischio se lo prendono eccome. Per esempio, diagnosi (che può comportare anche diverse ore di lavoro) e preventivo dell’avaria del cambio vengono effettuati gratuitamente. Sta poi al cliente decidere se procedere o meno con la lavorazione. Un altro servizio interessante è l’assistenza telefonica: se l’automobilista rimane in panne, basta una chiamata a TecnoCambi per ricevere qualche suggerimento su quale procedura attuare sul proprio veicolo per raggiungere l’officina di riparazione più vicina. Il cliente è sempre al centro dell’attenzione di TecnoCambi: anche di sabato e domenica, previo accordo sull’ora di consegna, può essere portata in assistenza l’autovettura o la trasmissione. La fase di preparazione del cambio è molto importante per individuare le anomalie, prima di tutto, quindi, l’unità va smontata secondo procedura e pulita a fondo con macchinari specifici
Nuove sfide per l’autoriparatore Per ampliare le opportunità di business dell’autoriparatore, TecnoCambi scende in campo anche con un’intensa attività di formazione su cambi automatici con parte teorica e pratica. Il corso completo, per esempio, prevede una durata di sei giorni da lunedì a sabato, e comprende vitto e alloggio, manuali uso e riparazione, attrezzature specifiche se necessarie. La
automatici” che TecnoCambi compare immediatamente tra i primi risultati. Nell’ultimissimo periodo poi, soprattutto grazie al supporto della sede di Milano, si è attivato un “filo diretto” con la Svizzera molto interessante. In Svizzera infatti si contano praticamente appena un
paio di aziende veramente specializzate nella riparazione di cambi automatici e, com’è facile immaginare, a prezzi senz’altro meno concorrenziali rispetto a quelli praticati qui in Italia. Naturalmente, a partire dal 2018 sarà implementata anche la comunicazione via web oltre confine.
Uno degli elementi critici nei moderni cambi automatici è l’unità meccatronica, ovvero quella che comanda il corretto funzionamento dell’unità di trasmissione. Se si tratta di un problema di elettronica è possibile intervenire, altrimenti conviene recuperare una nuova unità e sostituirla, configurandola secondo le procedure del costruttore.
Unità del riduttore di un cambio Jeep Quadra-Trac pronta per essere riassemblata sul corpo principale.
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formazione verte su 5 tipi di trasmissioni automatiche che a oggi coprono circa il 50% del parco circolante in Italia. Il corso rapido invece prevede 2 giorni di full immersion di sabato e domenica, per tutti quegli operatori che non possono assentarsi dalle loro aziende durante i giorni feriali ed è pensato per una singola famiglia di cambi, come per esempio Mercedes, Aisin, ZF, GM, Jatco, DSG, Multitronic, Powershift, S-tronic etc. Opportunità queste senz’altro da considerare, constatando la relativa diminuzione del lavoro di alcune officine. Si tratta di approcciare una nicchia all’interno del settore dell’autoriparazione che è in continua ascesa. Il metodo
di insegnamento è rigoroso e nulla è lasciato all’improvvisazione. Si pensi per esempio a quegli autoriparatori a cui sono state vendute le macchine lavacambi, senza spiegazioni su come usarle e in quali casi. Forse non tutti sanno, anche perché molte case auto non lo prevedono, che il cambio automatico va manutenzionato periodicamente così come il motore e altri organi importanti del veicolo. Se ciò viene trascurato, oltre un certo chilometraggio (mediamente 100.000 km) non conviene più “lavare” il cambio, poiché al suo interno si sono create condizioni per cui un olio nuovo creerebbe problemi di stabilità di funzionamento del cambio automatico stesso.
Francesco Guastamacchia, titolare dellìofficina GF Cambi Automatici di Melzo (MI) che fa parte del circuito TecnoCambi, mette tutta la sua passione ed esperienza quando si tratta di riparare o revisionare qualsiasi cambio automatico.
» Essere informati per informare Il team di TecnoCambi è sempre pronto a informare autoriparatori e automobilisti privati sull’importanza della manutenzione del cambio automatico, per non doversi poi trovare ad affrontare ingenti spese in futuro. Anche se molti costruttori automobilisti non lo prevedono, il cambio automatico dovrebbe essere soggetto a regolare manutenzione. Se questa non viene eseguita
per 100.000 o più km, allora è meglio non toccare più quel cambio, sperando che veramente duri tanto quanto il veicolo. Altrimenti sarebbe buona norma da parte dell’autoriparatore avvisare la clientela su quali danni potrebbe andare incontro se non si effettua una manutenzione periodica del cambio automatico almeno ogni 60.000 km. Il costo di questa operazione non è bas-
so, si parla mediamente di 600 euro più IVA a intervento se svolto presso un’officina autorizzata, costo che può scendere notevolmente se l’automobilista si rivolge alla rete indipendente; evitando questa spesa però il rischio che un cambio automatico possa seriamente danneggiarsi già a quota 120.000 km è alto e in tal caso si parla di almeno 6.000/9.000 euro.
» L’esperienza di Francesco in officina Quanto raccontato nell’intervista con Luca, viene di fatto riscontrato di persona quando ci siamo recati nell’officina GF Cambi Automatici di Melzo (MI), che aderisce al circuito TecnoCambi. In officina ci ha accolto Francesco Guastamacchia, il responsabile, uno che sa il fatto suo per quanto riguarda i cambi automatici. La sua formazione è avve-
nuta in USA, patria del cambio automatico. Davanti a noi ogni tipo di cambio e ogni meccatronica: a cominciare dal cambio automatico con riduttore di una Jeep Grand Cherokee Quadra Trac perfettamente lavato e smontato per essere sottoposto a “intervento chirurgico”, fino al sofisticato Tiptronic a 6 marce Porsche con meccatronica danneggiata.
Con disarmante semplicità e dovizia di particolari, Francesco, da vero appassionato e professionista qual è, ci spiega ogni dettaglio sugli interventi d’officina, un’attenzione che ogni bravo meccanico non dovrebbe tralasciare con il proprio cliente, in modo da rendere quest’ultimo consapevole su quanto sia importante la corretta manutenzione dell’auto.
» Parola d’Ivano, taxista di Milano Ivano di mestiere è taxista e opera su Milano. Per indole, è uno che si scalda subito, ma che di fronte alla professionalità di TecnoCambi non ha potuto far altro che abbassare il tono della voce per spendere buone parole e contattare la nostra redazione per segnalare questa azienda specializzata nella riparazione di cambi automatici. Ivano lavora con una monovolume
dotata di cambio a doppia frizione nel congestionato traffico di Milano e provincia, ma il cambio della sua auto non è più perfettamente funzionante. Avvilito dalla brutta sorpresa e non potendo sospendere il proprio lavoro per troppo tempo, ha cercato su internet un’azienda che fosse specializzata nella riparazione di cambi automatici. Il risultato della ricerca su Google
ha evidenziato la TecnoCambi. Non ha fatto altro che contattare Luca al numero di telefono indicato su www.tecnocambi. it e quest’ultimo, con estrema gentilezza e disponibilità, ha procurato il cambio e risolto brillantemente anche i problemi di meccatronica, il tutto con prezzi davvero concorrenziali e in tempi ridottissimi, nel giro di una settimana lavorativa. OM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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MARKETING | SERVE UN UPGRADE
di Vittorio Bacchetti
Serve
un upgrade Oggi si fa un gran parlare di Industria 4.0, ma realmente che cosa sta a significare e perché dovrebbe interessare un Autoriparatore?
P
er industria 4.0 si intende un processo attraverso il quale le imprese ripensano e digitalizzano i loro processi produttivi in tutti i settori per un nuovo modello di Business e poi Industria 4.0 è definita anche Internet delle Cose o IOT (Internet Of Things).
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Ma siamo pronti?
La digitalizzazione in Italia è agli ultimi posti, siamo 25esimi su 28 in Europa. Solo il 44% delle case sul territorio è raggiunto da banda a 30 Mbps e solo il 3% degli utenti ha un abbonamento per l’alta velo-
cità. Gli italiani che non usano Internet è un terzo della popolazione, questo di fatto non fa che rallentare il Business, la Pubblica Amministrazione e con l’esclusione dal mondo del lavoro di una buona parte delle persone. Si fa anche un gran parlare di Artigiani, PMI e Officine 4.0 attraverso articoli, seminari, convegni, fiere, ecc. sull’onda dell’entusiasmo di questa rivoluzione digitale nell’industria, per portare una ventata di opportunità in tutti i settori della nostra economia, anche a quello dei piccoli imprenditori, come fosse la soluzione a tutti i problemi che le piccole e medie imprese stanno vivendo.
Ma forse non ci rendiamo conto che bisogna prima di tutto favorire lo sviluppo delle competenze MANAGERIALI del titolare, prima ancora di quelle digitali altrimenti le decisioni prese, tenendo conto solo di questo aspetto, per la crescita dell’azienda, sarà una soluzione effimera e non risolverà la situazione nel medio e lungo termine.
Ma prima di IOT cosa c’era? La prima versione era l’Internet “dei contenuti”, 1993: i siti web erano semplici testi statici, paragonabili alle pagine di un libro o a fogli di Word. Le piattaforme potevano contenere anche immagini o video, con molti collegamenti ipertestuali che rimandavano ad altre pagine ma, di fatto, erano un semplice strumento di consultazione. L’utente non poteva interagire con i contenuti, ma accettarli passivamente. Se questo approccio, in un primo momento, poteva essere sufficiente, i ricercatori poi si accorsero che ciò non bastava più. L’evoluzione, che portò alla creazione di “Internet 2.0”, aveva un obiettivo ben preciso: il web doveva diventare dinamico, consentendo agli internauti di diventare soggetti attivi della Rete. La rivoluzione è stata lenta e graduale: il primo step ha consentito di inserire dei commenti e in seguito, grazie ai nuovi linguaggi di programmazione, è stato possibile creare i forum e i primi blog. Il processo di sviluppo poteva fermarsi qui? Certo che no! Lo sviluppo delle community e la forza d’urto dei Social media, ma anche la successiva introduzione dei “wiki” – dove gli utenti possono non soltanto
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MARKETING | SERVE UN UPGRADE Il potenziamento semantico consentirà (forse) a una macchina di interpretare come un essere umano una stringa di testo e quindi di decodificare il significato, evitando problemi di ambiguità nella risposta. In definitiva l’industria 4.0 non ha fatto altro che applicare la versione semantica 3.0 di Internet alle macchine.
Siamo alle soglie dell’Intelligenza artificiale?
reperire informazioni, ma anche implementarle – hanno cambiato la Rete e anche le abitudini di chi la frequenta. Secondo la felice definizione coniata da Tim O’Reilly: il web, oggi, è dinamico e per la prima volta l’usabilità e il modo di condividere i contenuti hanno assunto un ruolo predominante e da tenere in alta considerazione. Con la versione 3.0 Internet si arricchisce di una componente semantica e da collegamenti fra i dati, gestiti direttamente dai computer ovvero “macchine che parlano fra macchine”. Con il pieno sviluppo delle potenzialità 3.0, i fraintendimenti di ricerca tenderanno a scomparire.
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Direi proprio di si, almeno per quello che so e che vedo già oggi nel settore dell’Automotive, dove le nostre automobili frenano in automatico in vista di un pericolo, parcheggiano da sole, tengono la carreggiata, rispettano i limiti grazie alle mappe stradali e domani ci consentiranno di rispondere alla posta elettronica, rispondere ad un messaggio, consultare le App sullo Smartphone soltanto grazie ai comandi vocali, guardare una serie TV grazie al pilota automatico, ecc. Tutte queste cose in gran parte ci sono e molte arriveranno come le auto connesse far di loro che porteranno ad eliminare i semafori e di conseguenza gli incidenti, pensate sia troppo futuribile, non credo proprio.
Che cosa c’entra tutto questo con il mondo dei meccanici e delle officine? Molto! L’idea iniziale di utilizzare l’espressione“Autoriparatori 2.0” era quella di fare una comparazione, una metafora, tra il mondo della riparazione dei veicoli e quello di Internet. L’espressione 2.0, che ho fin qui
Molti continuano a comportarsi ancora in questo modo. Si passa poi alla versione 2.0 dove il meccanico più avveduto capisce che la comunicazione, non è più monodirezionale ma è diventata bidirezionale. Non basta il “know-how”, non è sufficiente la capacità tecnica – che non viene certo messa in discussione! – ma occorre interagire con i clienti a tutti i livelli. Proprio come il Web si è dovuto evolvere per offrire qualcosa di più ai suoi utenti, anche il meccanico di oggi è chiamato a questo passo. In questa situazione, devo dire, NON ne ho incontrati molti, anzi. Questo è il primo passo a cui sono chiamati gli addetti al settore.
Chi sono allora gli Autoriparatori 4.0 che applicano i concetti di Internet 3.0 alla propria azienda?
utilizzato, rischia però di essere percepita obsoleta, oggi come oggi, se non si conoscono le motivazioni che mi hanno spinto a utilizzarla. A dire il vero l’avrei utilizzata ancora perché penso che il meccanico, nella maggior parte dei casi, sia ancora alla versione 1.0 e vi spiego perché. La versione 1.0 del meccanico è quella del professionista che si limita a ricevere una richiesta di aiuto, derivante da una domanda spontanea da parte dell’automobilista. La formula del successo era eseguire una buona riparazione e tutto finiva lì.
Devono ancora arrivare, almeno nel settore della riparazione indipendente, in quella autorizzata, in mano alle case auto, sta’ già cominciando a muoversi qualcosa. La verità è innegabile in questo settore il professionista è intrappolato in una situazione dove vede il progresso digitale avanzare velocemente quando ancora lui è la sua azienda sono in analogico. Ecco che prima di parlare di Officina 4.0 c’è bisogno di parlare di un Meccanico che passa al livello superiore 2.0, perché passare all’ultimo livello (oggi disponibile), senza le competenze che un imprenditore deve avere, le tecnologie adottate, saranno solo uno spreco di soldi e di tempo.
Saper riparare non basta più, cambia marcia! OM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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IN OFFICINA
In collaborazione con MteDocs.it
ANALISI MOTORE
RENAULT H5FT
Il propulsore alimentato a benzina della Renault siglato H5Ft, è un chiaro esempio di downsizing per la riduzione dei consumi, pur mantenendo potenze elevate nel pieno rispetto delle normative inquinamento Euro 5 ed Euro 6.
È
ormai consolidata la tendenza di ridurre le cilindrate dei motori, pur mantenendo potenze di tutto rispetto e consumi di carburante estremamente ridotti. Il motore H5Ft di Renault turbocompresso e alimentato a benzina tramite un impianto di iniezione diretta, è un chiaro esempio di questa tendenza. Ha infatti una cilindrata di soli 1198 cm3, ma viene utilizzato in vetture del gruppo Francese di segmento medio alto. Il quattro cilindri con 16 valvole ha una corsa di 73.1 mm e un alesaggio di 72.2 mm, dunque è prossimo alla condizione di essere “quadro”. Ha una velocità massima di rotazione pari a 5000 giri/min. e viene prodotto in tre differenti versioni: 85 kW (115 CV) e 190 Nm tra 2000 giri/min. e 4000 giri giri/min. denominata commercialmente TCe 115; 88 kW (120 CV) e 190 Nm tra 2000 giri/min. e 4000 giri/min. denominata commercialmente TCe 120; 97 kW (130 CV) e 205 Nm tra 2000 giri/min. e 3000 giri/min. denominata commercialmente TCe 130. Questa analisi si riferisce alla versione TCe 115,
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che, come le altre versioni pesa solo 115 kg ed ha dimensioni estremamente ridotte (gli ingombri massimi sono: 608 mm lunghezza, 639 mm larghezza, 691 mm altezza). I due alberi a camme sono azionati tramite variatori di fase attuati con l’olio di lubrificazione motore in pressione il cui flusso verso i variatori stessi è gestito da due specifiche elettrovalvole comandate dalla centralina controllo motore. La posizione di ogni albero a camme viene controllata da due sensori a effetto Hall. I variatori di fase vengono mossi tramite una catena trascinata dall’albero motore. Le valvole vengono aperte tramite bicchierini sui quali insistono le camme degli alberi e i giochi delle valvole sono regolati automaticamente dai bicchierini stessi che integrano il dispositivo idraulico nel quale agisce l’olio motore in pressione. Il monoblocco del motore Renault H5Ft è in alluminio ed è del tipo open deck con canne cilindri integrate (non possono dunque essere rimosse). Il circuito di raffreddamento è specificatamente progettato affinché il motore si scaldi rapidamente e mantenga sempre la
necessaria temperatura di regime. È dotato di un termostato elettrico che è perciò gestito dal calcolatore controllo motore. Nella pompa dell’olio del tipo a cilindrata variabile, è presente una elettrovalvola che regola la pressione del lubrificante ed è attuata sempre dal calcolatore controllo motore. L’impianto di iniezione benzina è diretto e dunque ogni iniettore è affacciato nella camera di combustione del rispettivo cilindro. Sulla rampa iniettori è posizionato il sensore di pressione, mentre sulla pompa di alta pressione trova posto il regolatore di portata carburante alla pompa stessa (pressione massima raggiunta nell’impianto circa 140 bar). Non è presente il circuito di ritorno del carburante al serbatoio. Quando si smontano gli elementi del circuito di alimentazione carburante, porre sempre attenzione alla pressione residua che può essere presente nelle tubazioni. Nel caso in cui fosse stata smontata la pompa ad alta pressione, prima di rimontarla verificare sempre che la camma di comando su cui poggia l’estremità del pompante di alta pressione, sia posizionata in modo da mantenere il pompante stesso al suo PMS.
01 Sul lato distribuzione del motore è possibile osservare il giro cinghia accessori e sulle due estremità basse e opposte della testa, le due elettrovalvole che controllano il flusso dell’olio motore verso i due variatori di fase (uno di scarico e l’altro di aspirazione).
02 Sul lato di scarico del motore si osserva il turbocompressore e il catalizzatore coperti con carter paracalore. Si nota anche la sonda lambda a monte (montata sull’uscita della turbina) e quella a valle (montata sull’uscita del catalizzatore).
03 Dal lato cambio del motore si osserva il gruppo del circuito di raffreddamento montato sulla testa e il compressore con l’attuatore pneumatico (polmoncino) che agisce sulla wastegate del turbocompressore.
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IN OFFICINA
04 Sul lato aspirazione del motore si osserva il collettore di aspirazione (nero), che nasconde sotto di esso il rail con gli iniettori. In primo piano si nota l’alternatore e il compressore del climatizzatore, mentre dietro in secondo piano il raffreddatore dell’olio motore.
05 Sul lato destro del carter della distribuzione è visibile la pompa dell’acqua (è stata tolta la puleggia sulla quale agisce la cinghia degli accessori). Sopra la pompa si nota una delle due elettrovalvole (lato aspirazione) che gestiscono il passaggio dell’olio ai variatori di fase.
06 Sotto al collettore di aspirazione trova posto il rail al quale sono collegati gli iniettori con polverizzatore affacciato in camera di combustione e il sensore pressione benzina nel rail (a destra).
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07 In primo piano si nota la pompa di alta pressione della benzina che integra il regolatore di portata carburante. Si notano poi i due sensori di fase (uno per l’albero a camme di aspirazione a sinistra e l’altro, a destra, per l’albero a camme di scarico).
08 L’immagine mostra l’estremità della pompa di alta pressione. Prima del montaggio verificare sempre che la camma di comando su cui poggia l’estremità della pompa, sia posizionata in modo da mantenerla al suo PMS.
09 A destra del collettore di aspirazione (di colore nero realizzato in materiale plastico) è presente la farfalla di aspirazione motorizzata. Il sensore di pressione aria è inserito nella parte superiore del collettore.
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10 La farfalla di aspirazione è ovviamente motorizzata. Nel corpo, sotto la farfalla, si nota l’attuatore (motore) elettrico di comando. Alla sua destra è posizionata la connessione elettrica.
11 I due carter di metallo svolgono la funzione di scudi termici. Quello superiore copre il turbocompressore, quello inferiore copre il catalizzatore. Si nota la sonda lambda a monte del catalizzatore (a destra in alto) e quella a valle del catalizzatore (a sinistra in basso).
12 Sul monoblocco lato aspirazione trova posto il termostato elettrico del circuito di raffreddamento con la connessione elettrica (il termostato è di colore nero, mentre la connessione elettrica è grigia).
13 Ogni cilindro ha la propria bobina di accensione, montata direttamente nel pozzetto candela.
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14 Il turbocompressore è raffreddato tramite il liquido di raffreddamento del motore. La regolazione della pressione di sovralimentazione avviene tramite la wastegate posizionata sulla turbina. La wastegate è azionata dall’attuatore a depressione con l’ausilio di un’asta di spinta (L’attuatore a depressione, ovvero il polmoncino, è montato sulla parte superiore del compressore).
15 Dopo aver sganciato l’asta di spinta della wastegate e tolto la fascetta centrale posizionata tra compressore e turbina, è possibile separare il turbocompressore dal corpo della turbina.
16 L’immagine mostra il turbocompressore dopo averlo separato dal corpo della turbina. In primo piano si nota la girante della turbina.
17 Sul lato cambio degli alberi a camme si nota a sinistra la ruota fonica del sensore di fase dell’albero a camme di aspirazione, a destra la ruota fonica del sensore di fase dell’albero a camme di scarico e la camma di azionamento della pompa benzina di alta pressione.
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IN OFFICINA
18 Le valvole sono azionate tramite bicchierini che integrano il dispositivo idraulico per il recupero automatico del gioco valvole, tramite l’olio motore in pressione.
19 Le canne sono integrate nel monoblocco motore e dunque non possono essere smontate/sostituite separatamente.
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Assistenza e Servizio Tecnico per l’Autoriparazione
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Range Rover Sport TD AWD DATI MOTORE: LS/L320 ANNO: Dal 2000 al 2013 DIFETTO: Il motore funziona in modalità recovery con prestazione ridotta, è accesa la spia anomalia motore e nella centralina è memorizzato l’errore P242D
SOLUZIONE: L’errore P242D indica una anomalia al sensore di temperatura numero 3 presente sulla linea di scarico della bancata 1. Si noti che una anomalia sui sensori di temperatura dei gas di scarico, blocca la rigenerazione del filtro antiparticolato e più in generale le attività antinquinamento dei dispositivi presenti sullo scarico stesso. Essendo perciò l’errore grave, il motore viene fatto funzionare in modalità recovery con prestazioni ridotte. Il controllo del sensore di temperatura dei gas di scarico indicato dall’errore è semplice, basta
infatti leggere il relativo parametro con lo strumento di diagnosi e verificare se è congruente (ad esempio con motore completamente freddo la temperatura da esso rilevata deve essere uguale a quella dell’aria ambiente). Se questa verifica non ha evidenziato malfunzionamenti
del sensore e il cablaggio/connessione elettrica dello stesso sono perfettamente integri e funzionali, allora il difetto è dovuto a una anomalia del software della centralina che va perciò riprogrammata con gli aggiornamenti messi a disposizione del costruttore del veicolo.
Nissan Qashqai 1.5 dCI DATI MOTORE: K9K ANNO: Dal 2006 al 2013 DIFETTO: Il motore ha delle esitazioni tra i 2500 giri/min. e i 3000 giri/min. SOLUZIONE: Difetti come quello indicato, che si presentano senza generare codici errore memorizzati nella centralina di controllo del motore, sono senza dubbio i più complessi da risolvere. Occorre infatti fare preventivamente un’analisi accurata della funzionalità del sistema alimentazione gasolio (circuito di bassa pressione, pompa di alta pressione, iniettori, sensore di pressione del rail e regolatore di portata del gasolio nella pompa), del sistema di aspirazione aria al motore (compreso lo stadio
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di sovralimentazione e intercooler) e del sistema di scarico (catalizzatore e filtro antiparticolato devono essere perfettamente efficienti). Se le verifiche indicate non hanno evidenziato nessun particolare malfunzionamento che
andrebbe ovviamente risolto, occorre rivolgersi presso il costruttore per controllare se è necessario effettuare una riprogrammazione della centralina controllo motore con uno specifico software aggiornato.
Dal portale si può scaricare la documentazione necessaria per eseguire le riparazioni sulle vetture. Tramite la funzione “Assistenza tecnica” è possibile richiedere un aiuto on-line e ottenere una sollecita risposta da parte dei tecnici di M.T.E. Docs.
Lancia Musa 1.3 MultiJet DATI MOTORE: 199B1000 ANNO: Dal 2009 al 2012 DIFETTO: Si illumina la spia di anomalia controllo motore e vengono memorizzati i codici errori P0087 e P0191. SOLUZIONE: Gli errori indicati sono relativi a un rilevamento fuori campo del sensore di pressione del rail e a una pressione nel rail stesso non conforme. I controlli da fare devono essere indirizzati alla funzionalità del sensore appena indicato e alla funzionalità del circuito di bassa e alta pressione che ovviamente influenzano il raggiungimento della corretta pressione del gasolio nel rail. Se tali controlli non hanno evidenziato
particolari malfunzionamenti che devono ovviamente essere risolti, occorre per il problema indicato rivolgersi presso il costruttore per controllare se il veicolo è
compreso tra quelli per i quali è necessario effettuare una riprogrammazione della centralina controllo motore con uno specifico software aggiornato.
KIA Picanto 1.1i DATI MOTORE: G4HG ANNO: Dal 2004 al 2011 DIFETTO: Il motore si avvia con difficoltà. Rumorosità proveniente dal motore, calo di potenza, possibili errori memorizzati nella centralina relativi al malfunzionamento del sensore giri
SOLUZIONE: Quando si è in presenza dei difetti indicati, occorre sempre fare una verifica della funzionalità del sensore numero giri motore che sulla vettura in oggetto è del tipo ad effetto Hall. Questo controllo prevede due differenti procedure. La prima consiste nel verificare con lo strumento di diagnosi la congruenza del parametro regime motore anche durante la fase di avviamento, la seconda consiste nel verificare con un oscilloscopio la correttezza della forma del segnale regime motore generato dal sensore. Se questi due controlli evidenziano dei
malfunzionamenti, bisogna procedere con la verifica del sensore numero giri motore. Prima di tutto è necessario controllare il corretto montaggio del sensore stesso (sulla vettura in oggetto è posizionato dietro alla cinghia della distribuzione) e in seconda battuta è bene verificare l’integrità della ruota fonica che si affaccia sempre
al sensore. Se durante queste ultime due verifiche si evidenzia un non corretto fissaggio della puleggia dell’albero motore/ ruota fonica (non vengono tenute in posizione correttamente con conseguenti usure anomale), occorre controllare presso il costruttore se sono disponibili ricambi modificati per il fissaggio stesso.
Verificare sempre se il costruttore ha emanato specifici bollettini tecnici sul problema segnalato e se il software del calcolatore controllo motore è aggiornato.
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DALLE AZIENDE | KYB
KYB
INFORMA
T
ra i più importanti produttori di idraulica in Giappone, KYB è anche uno dei più grandi fornitori mondiali di ammortizzatori per il primo equipaggiamento (OE) ai costruttori di veicoli. Giusto per avere un’idea, oltre un milione di ammortizzatori KYB vengono prodotti ogni settimana nelle varie fabbriche, la più grande delle quali è l’impianto giapponese di Gifu. KYB, si ricorda, produce per i costruttori di veicoli come anche per l’aftermarket e realizza anche molle. Oltre 3 milioni di pezzi KYB sono immagazzinati e distribuiti tramite le 9 filiali europee, con la qualità con cui si è potuta imporre sul mercato, supportata da un elevato servizio tecnico e commerciale per la clientela. Di seguito, ecco le ultimis-
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sime novità, in merito ai servizi e alla sua attività commerciale in Europa.
Video di sicurezza in realtà virtuale Approccio innovativo da parte di KYB Europe per spiegare i pericoli derivanti dall’usura degli ammortizzatori, con un nuovo video in realtà virtuale. Gli interessati potranno utilizzare speciali occhiali per vivere l’esperienza di una prova su strada che mette a confronto ammortizzatori nuovi e a fine vita. Il video utilizza la modalità di realtà virtuale offerta da YouTube e permette allo spettatore di voltarsi verso qualsiasi direzione, come se fosse sull’auto con il guidatore. Il video mostra due veicoli identici ma con gli ammortizzatori in differente stato di usura, che compiono due diverse manovre:
il primo veicolo ha già percorso 80.000 km e dispone di ammortizzatori non più nuovi, mentre il secondo è dotato di ammortizzatori in perfetto stato. I veicoli effettuano prima una prova slalom per valutare la sterzata e il controllo del veicolo a 50 km/h, poi svolgono una frenata di emergenza a 70 km/h. Facile constatare le differenze di prestazioni; nel test di frenata in particolare, la distanza di arresto con i nuovi ammortizzatori migliora di una distanza quasi pari all’intera lunghezza del veicolo. Durante la proiezione il video va in pausa in vari punti, in questo modo è possibile evidenziare le differenti prestazioni, così da mostrare chiaramente quanto sia importante avere sempre ammortizzatori nuovi e di qualità.
APP davvero innovativa L’APP KYB Suspension Solutions è stata espressamente progettata per i meccanici e può essere personalizzata da ciascuna officina che la utilizza. Scaricabile gratuitamente da APP store e Google Play, ha due funzioni: la prima serve ad aiutare il meccanico a spiegare all’automobilista quali problemi sono stati identificati nelle sospensioni del suo veicolo e quali componenti devono essere sostituiti. L’APP invia all’automobilista un messaggio di testo con link a video che illustrano i pericoli e i rischi connessi all’usura di ammortizzatori, molle e kit di montaggio e protezione. La seconda parte serve a presentare la riparazione completata che l’officina ha effettuato sul veicolo del cliente. Può inviare all’automobilista un messaggio con foto che mostrano il veicolo prima e dopo la riparazione.
Nel corso degli ultimi anni KYB ha vinto praticamente in tutte le categorie, un grande successo. KYB Europe è un’azienda partner di Groupauto International da molti anni e può vantare una lunga esperienza in termini di sviluppo del business
con i membri del gruppo. L’azienda continuerà a lavorare per trovare nuovi modi di supportare e sviluppare la collaborazione commerciale con questo importante network presente nei principali paesi di tutto il mondo.
Premio internazionale da Groupauto KYB Europe GmbH ha ottenuto il riconoscimento di “Fornitore dell’Anno” da Groupauto International, per la categoria Logistica. Il premio è stato ritirato dai responsabili europei in occasione dell’annuale congresso di Groupauto International che si è tenuto a Malta e al quale hanno partecipato tutte le organizzazioni facenti parte del Gruppo. OM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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DALLE AZIENDE | HELLA
LA FAMIGLIA SI ALLARGA
Conosciuta sul mercato soprattutto per fanaleria, batterie, climatizzazione e diagnostica, la multinazionale Hella amplia il proprio spettro d’azione con i filtri Hengst e i freni Pagid, adeguando di pari passo anche il magazzino italiano di Caleppio e l’attività di formazione.
T
utto è pronto per affrontare con la consueta professionalità e puntualità le novità aftermarket Hella per il 2018 in Italia, con l’arrivo dei filtri Hengst e dei freni Pagid. Con l’obiettivo di migliorare ulteriormente i servizi logistici e l’arrivo di queste nuove e importanti famiglie di prodotto, Hella ha da poco concluso i lavori di ampliamento del magazzino di Caleppio di Settala, in 36
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provincia di Milano, e ha adeguato l’attività di formazione.
Hella Hengst – Filtri per l’Italia
Un’interessante alleanza, che porta Hella a porsi nei confronti della clientela italiana sempre più come “referente unico” di ricambi di qualità OE, è l’alleanza con Hengst: Hella Hengst è una sinergia ad alto potenziale, che combina due
affermate realtà della componentistica di primo equipaggiamento per offrire una vasta gamma di filtri di qualità premium all’aftermarket. Entrambe le aziende annoverano rilevanti clienti OE, come Audi, Bentley, BMW…, e questo è molto importante per offrire la massima sicurezza ai clienti in aftermarket. La gamma comprende oltre 1.600 codici tra filtri aria, olio, carburante e abitacolo,
incrociando più di 90.000 cross references per autovetture e veicoli commerciali leggeri, per una copertura di circa il 95% del parco circolante.
Hella Pagid – Freni per l’Italia Era il 2013 quando Hella e TMD Friction hanno costituito una joint venture per la distribuzione di prodotti frenanti Pagid in aftermarket. I due partner sviluppano e commercializzano così parti e accessori per impianti frenanti in aftermarket attraverso il nome Hella Pagid Brake Systems (HPBS). La joint venture, con sede a Essen (Germania), è costituita al 50/50 da Hella e TMD Friction e opera come società indipendente. I prodotti provenienti da questa sinergia sono distribuiti a livello globale dall’organizzazione Hella e a partire dal 1 gennaio 2018 anche per il mercato italiano attraverso Hella Spa. La gamma HPBS per il mercato italiano è composta da oltre 4.500 codici, tra pastiglie freno, dischi freno, ganasce posteriori e accessori, con frequenti ampliamenti di gamma in base all’effettiva domanda.
Hella Academy – Formazione per l’Italia
attrezzature di ultima generazione di Hella-Gutmann, quali un Csc-Tool per la calibrazione di telecamere e radar, componenti cardine dei sistemi di assistenza alla guida (ADAS) e un centrafari Seg V per la regolazione dei proiettori LED di ultima generazione, oltre, ovviamente agli strumenti diagnostici della serie mega macs e alle stazioni di ricarica per gli impianti A/C. Il centro è anche dotato di Sala training, atta a ospitare non solo corsi ma anche eventi e riunioni a carattere commerciale.
Oltre alla qualità di prodotto, oggi serve formazione. Per questo Hella ha da sempre considerato fondamentale portare avanti l’attività di formazione verso gli autoriparatori relativamente ai sistemi e ai componenti proposti in aftermarket. HellaTechWorld è l’esempio concreto di questa mission: una piattaforma in cui reperire una vasta mole di informazioni tecniche e tutorial, nonché la filosofia stessa espressa dal concetto The Workshop’s Friend che sottolinea il ruolo di supporto che Hella vuole offrire agli operatori nella risoluzione efficace ed efficiente della loro attività quotidiana. Declinando a livello locale questa filosofia, Hella Italia ha ritenuto opportuno potenziare la propria attività di formazione già svolta su territorio con la collaborazione dei propri partner commerciali con l’allestimento di un centro tecnico dedicato, presso la propria sede di Caleppio di Settala in provincia di Milano: Hella Academy. Il centro tecnico è costituito da un ambiente che riproduce gli spazi di un’officina moderna indipendente, già allestita con le
» Il magazzino di Settala, sempre più efficiente Con tutte le novità relative alle linee filtranti e frenanti, oltre alla propria consueta gamma di ricambi in continuo ampliamento, una parte fondamentale dell’attività Hella è stata quella di adeguare la capacità del magazzino di Caleppio di Settala (MI). La superficie totale coperta dell’area magazzino è ora di 3.400 metri quadrati, con un’area picking che passa a 1.300 metri quadrati in aggiunta all’area grandi scorte che conta ora su una capacità di 2.300 posti pallet. Questo garantisce un livello di
disponibilità ancora migliore per le consegne dirette dall’Italia, fermo restando un efficiente servizio di consegna diretta dal magazzino centrale tedesco. La logistica di Hella Spa per tecnologie avanzate come il “Pick-by-Voice”, sistema che permette di velocizzare l’intero processo “order to delivery”, ottimizzando i tempi e diminuendo le possibilità di errore in fase di preparazione ordine. Infine, performanti strumenti come il Webshop, che permette di ordinare prodotti in modo veloce ed
efficiente, e Hella Partner World, l’esclusivo portale dedicato a distributori e ricambisti, consentono di tracciare gli ordini con maggior efficacia.
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DALLE AZIENDE | CHEVRON
FATTORE A…
A COME ADDITIVO Se fino a poco tempo fa c’era chi ci credeva e chi no, oggi gli additivi di qualità hanno formulazioni tali che effettivamente hanno messo tutti d’accordo sulla validità per abbattere le emissioni e migliorare le prestazioni della vettura, sia essa a benzina o a gasolio. Techron, per esempio, dispone di una propria linea che migliora l’efficienza del motore, è provato!
S
oprattutto in tempi in cui la sensibilità sull’efficienza dei motori è massima, per diminuire i consumi e migliorare le prestazioni, gli additivi svolgono un ruolo molto importante. Frutto di una continua ricerca e sviluppo ad alto contenuto tecnologico, questi prodotti costituiscono un valido supporto per diverse applicazioni, le principali delle quali 38
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riguardano la prevenzione e la risoluzione di problemi di varia natura che si possono verificare durante il periodo di esercizio di un motore o di un qualsiasi componente meccanico. I progressi in campo motoristico hanno portato allo sviluppo di auto equipaggiate di motori sempre più potenti e che devono coniugare due esigenze effettivamente contrastanti tra loro: per-
formance elevate e minor inquinamento ambientale. Da una parte i costruttori sono riusciti a fornire soluzioni tecniche avanzate, come l’adozione di sofisticati impianti d’iniezione delicati e poco tolleranti allo sporco. Dall’altro lato hanno dovuto progettare sistemi antinquinamento come FAP, DPF etc., anch’essi molto sensibili al buon funzionamento dell’unità propulsiva.
Un altro aspetto da non sottovalutare in tutta questa rincorsa alla massima efficienza riguarda il carburante, con particolare attenzione al gasolio. Negli ultimi anni le compagnie petrolifere hanno dovuto modificare la sua composizione per renderlo meno dannoso per l’ambiente, ma al contempo anche meno amico degli impianti di alimentazione e delle nuove tecnologie motoristiche. L’introduzione di soluzioni come l’impiego di una sempre maggiore percentuale di biodiesel per esempio, è causa di numerosi problemi ai motori. Essendo infatti il biodiesel una sostanza organica, favorisce la creazione di batteri che portano come conseguenza un rapido deterioramento degli iniettori e l’insorgere di classici malfunzionamenti quali perdita di potenza del motore, consumo elevato di carburante, maggiori emissioni inquinanti, rumorosità, scarso comfort di guida, degrado prematuro dell’olio motore e quindi il necessario accorciamento degli intervalli di sostituzione dello stesso.
Additivi per benzina e Diesel Il funzionamento degli additivi per carburanti prevede per esempio l’eliminazione dei “residui solidi” della combustione, mantenendo più stabile nel tempo l’efficienza del sistema di iniezione del motore, sia esso a benzina o a gasolio. Il classico fumo grigio dallo scarico, l’aumento dei consumi, il calo di potenza del motore sono probabilmente sintomi da non trascurare e spesso indici di scarsa pulizia degli iniettori. Ecco allora che l’utilizzo di additivi per Diesel potrebbe essere consigliato. Anche i motori a benzina però potrebbero essere soggetti ad aumento di consumi, perdite di potenza e prestazioni, per questo un trattamento additivo specifico potrebbe ristabilire le performance iniziali, ripristinando persino il numero di ottani del carburante.
lano prodotti la cui formulazione permette di pulire efficacemente alcune parti critiche del motore, andando a ossidare i depositi in camera di combustione e sugli iniettori. Precisi test su campo, realizzati con il supporto di un ente indipendente, hanno dimostrato una diminuzione dell’8,7% dei consumi nei motori a benzina e del 7,6% nei Diesel. I prodotti della gamma Techron sono per questo raccomandati
dai principali OEM come prodotto da utilizzare in occasione dei service, per risolvere problemi al motore causati da carburanti sporchi o particolarmente aggressivi, come i biocarburanti, appunto. Non è per caso che i principali costruttori abbiano omologato, oltre ai lubrificanti Havoline, anche gli additivi Techron per le loro vetture più tecnologiche, grazie alle specifiche formulazioni.
Con Techron, consumi ridotti fino all’8,7% Texaco, marchio di proprietà di Chevron Lubricants, è conosciuto dai professionisti della riparazione per la sua linea di lubrificanti della gamma Havoline, ma offre anche gli additivi per carburanti Techron. In particolare, Techron D Concentrate e Techron Concentrate Plus, rispettivamente per trattamenti di gasolio e benzina, si riveOM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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NEWS
Il nuovo Texa Axone 5 Axone 5 è il nuovo visualizzatore che Texa ha realizzato per tutti gli interventi di diagnosi sui veicoli appartenenti alle categorie CAR (auto, veicoli commerciali leggeri) e BIKE (moto, scooter, motoslitte, quad). Facile da utilizzare, lo strumento è costruito con componentistica di ultima generazione, per assicurare ai professionisti della riparazione interventi a regola d’arte. Affidabile e conveniente, è la soluzione alla portata di tutti, ideale per gli utilizzatori più esperti ed esigenti ma anche per i meccanici che hanno da poco aperto un’attività. Grazie al software IDC5a Plus e al sistema operativo Android, Axone 5 è veloce, intuitivo e fornisce prestazioni elevate. I meccanici possono così disporre di un supporto completo alla riparazione, consultando un ampio archivio interno di schemi elettrici, dati meccanici e schede tecniche. Uno schermo di grandi dimensioni (9,7 pollici) garantisce elevata definizione e precisione totale touch. Resistente a urti e cadute, è dotato di superficie antiscivolo che rende sicura la presa. www.texa.it
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ATE Classic, la gamma sensibile al vintage
Nuova gamma Japanparts, Ashika e Japko
La famiglia di prodotti ATE Classic fornisce ricambi per componenti del sistema frenante per auto classiche e vintage. La gamma non comprende solo parti di ricambio per auto leggendarie come Alfa Romeo Giulietta Sprint, Mercedes Pagoda o Maggiolino, ma è molto più ampia ed è specificamente pensata per veicoli che superano 20 anni di età, fornendo anche parti difficili da reperire. Si parla di dischi e pastiglie, come anche componenti meccanici e idraulici, come si può constatare sul catalogo elettronico (http://partfinder.ate-classic.de/eng/start). Presso il Training Center di Cinisello Balsamo (MI) poi, è attivo il programma di formazione ContiAcademy che, con i marchi ATE e VDO, offre una serie di corsi professionali rivolti alle officine che vogliono diventare esperte di impianti frenanti e sistemi di monitoraggio della pressione pneumatici. Il catalogo corsi è in continuo aggiornamento, prova ne è il nuovo corso sul “classico” in programma dal 2018, dove saranno analizzati i componenti del sistema frenante dei veicoli d’epoca e sarà illustrata la tecnica per la messa a punto, manutenzione e riparazione. www.ate-freni.it
Con ben 30.000 riferimenti codificati per ciascuno dei tre brand, ogni gamma prodotto comprende 146 famiglie di diversi articoli che abbracciano tutte le tipologie della ricambistica, dalle parti motore ai freni, dalle frizioni alle parti elettriche, alle sospensioni. Le nuove edizioni si distinguono per l’introduzione di ben 6 nuove famiglie prodotto: cavi selezione marce, cavi coman-
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do frizione, pompe tergicristallo, sensori ABS, sensori albero a cammes, sensori albero motore. Fedeli ai colori dei tre marchi, si presentano con un’immagine rinnovata, volta a richiamare il forte spirito di innovazione del gruppo Japanparts e con un layout completamente aggiornato che garantisce una più immediata e fruibile consultazione. www.japanparts.it
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NEWS
UFI Filters al servizio delle asiatiche UFI Filters incrementa la presenza nei primi impianti delle vetture asiatiche, che oggi rappresentano circa il 25% del circolante europeo, grazie alla fornitura per il gruppo Renault-Nissan dei filtri gasolio per il nuovo Qashqai. Con una presenza in OE del 20% bella fornitura di filtri carburante per le vetture del gruppo franco-nipponico, UFI Filters raggiunge una copertura di oltre 650.000 veicoli con prodotti forniti per Renault-Nissan, oltre che su Qashqai anche su Nissan Juke, Pulsar, X-Trail e Renault Kadjar, consolidando così la partnership con il quarto costruttore di auto al mondo. Numeri significativi anche per l’aftermarket, secondo i dati forniti da GiPA, organizzazione internazionale di ricerca in ambito automotive, in quanto circa il 75% degli automobilisti con vetture oltre
il quarto anno di età e appartenenti al segmento delle asiatiche si rivolgono alle autofficine indipendenti per le operazioni di service. I filtri carburante per le applicazioni Renault-Nissan sono disponibili a catalogo aftermarket con il codice UFI 24.095.01 e SOFIMA S 1015 NR per la motorizzazione 1.6 dCi di Nissan Qashqai, Nissan X-Trail, Renault Kadjar e per la motorizzazione 1.5 dCi della Renault Kadjar. Mentre con il codice UFI 24.080.00 e SOFIMA S 4080 NR per le motorizzazioni 1.5 dCi di Nissan Juke e Pulsar. www.ufi-aftermarket.com
Joint venture Continental-Osram Grazie alla joint venture tra le due realtà, tecnologie innovative sull’illuminazione saranno combinate con elettronica e software e saranno sviluppate, prodotte e distribuite soluzioni intelligenti destinate all’industria automobilistica. La joint venture, che opera a livello globale, è denominata Osram Continental GmbH e ha sede dalle parti di Monaco di Baviera. Continental e Osram avranno una partecipazione nella joint venture del 50% ciascuna. L’avvio è pianificato per il 2018. Osram trasferirà, nella joint venture, il comparto di illuminazione automotive Solid State Lighting (SSL). Continental incorporera invece il proprio comparto dei comandi-luce dalla divisione “Body & Security”. Lo scopo è quello di portare più rapidamente sul mercato offerte e soluzioni ottimizzate e innovative grazie a uno sviluppo congiunto. La joint venture agirà sul mercato come società indipendente. www.continental.com www.osram.it
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Il lato green di Brembo Brembo è stata riconosciuta da CDP (Carbon Disclosure Project) come una delle aziende leader per impegno e capacità di risposta al cambiamento climatico e quindi inserita nella “Climate A List 2017”, la lista stilata dall’organizzazione globale no-profit che supporta le aziende nella misurazione e gestione delle informazioni sul cambiamento climatico. La Climate A List, che per il 2017 comprende 106 aziende globali, viene prodotta annualmente da CDP su richiesta di 827 investitori che rappresentano asset per oltre 100 trilioni di dollari e viene ufficializzata assieme ad altre liste dedicate ad aspetti ambientali più specifici. Per Brembo è motivo di prestigio esserne entrata a far parte insieme a un esiguo gruppo di altre realtà. www.brembo.com
Le catene di distribuzione Continental
Equa Aq, consumi e inquinamento vero delle auto
In aggiunta alle cinghie di distribuzione, Continental propone un altro prodotto in gamma, ovvero le catene di distribuzione. In questo modo, l’azienda completa ulteriormente la sua linea di prodotti e servizi secondo le attuali esigenze di mercato offrendo soluzioni specifiche per la propria clientela. Più specificamente, Continental introduce 43 differenti kit catena distribuzione. La gamma quindi è in grado di coprire la maggior parte delle auto provviste di questa tecnologia di trasmissione. Il kit fornisce agli autoriparatori una soluzione pratica e completa che comprende tutte le parti di cui ha bisogno. Nessun compromesso a livello di qualità, grazie alla garanzia di 5 anni. Per eseguire una corretta e facile installazione, i video “Watch and Work” saranno di grande aiuto specialmente al momento della loro presentazione sul mercato. I video sono gratuitamente disponibili online e possono essere consultati in qualsiasi momento. www.contitech.de
Equa Aq di Emission Analytics rivela le reali emissioni inquinanti di NOx dei veicoli, al di là degli standard Euro, in modo del tutto indipendente. Uno strumento importante, perché può accelerare il processo evolutivo verso un ambiente meno inquinato in molte città. Le informazioni sui dati rilevati sulle auto provate in condizioni di guida reale e standardizzate con strumentazione all’avanguardia, possono essere consultate gratuitamente sul sito it.EQUAindex.com/qualita-dellaria. Considerando l’attuale stato di confusione generato da alcuni dati poco attendibili dichiarati da certi costruttori d’auto, diventa alla fine complicato capire quale veicolo scegliere. Per garantire l’affidabilità dell’indice EQUA, è stato persino istituito un consiglio di esperti accademici e di settore, che include studiosi provenienti dai college più importanti di Londra. I risultati delle prove talvolta si sono rilevati anche curiosi, decretando, contrariamente a quanto si pensa, consumi minori da parte di veicoli 4x4 rispetto ad autovetture “downsized”. it.equaindex.com
NEWS
Nuovo avviatore d’emergenza Intec Si chiama i-Starter 4.0 il nuovo avviatore di emergenza proposto da Intec, un modello semiprofessionale a 12V. Questo avviatore si avvale di una potente batteria da 18Ah al Litio-Polimero (LiPo) di nuova generazione che lo rende uno strumento molto versatile e in grado di avviare senza fatica auto, SUV, fuoristrada, camper e veicoli commerciali. Molto compatto (274x165x60 mm) e leggero (1,25 kg), è dotato di una pratica sacca per il trasporto, una robusta maniglia e cavi con pinze integrati all’unità principale, che è rivestita in materiale soft-touch antiscivolo e antigraffio. La batteria LiPo che alimenta i-Starter 4.0 consente di effettuare oltre 20 avviamenti consecutivi senza carica, come dimostrato da test condotti su vetture di media cilindrata. Grazie alla potenza di 800°, può essere impiegato in un ampio range di temperature, da -20°C fino a +60°C. Inoltre dispone di un’uscita USB 5V-2° per la ricarica dei dispositivi elettronici e di una pratica lampada LED
Liqui Moly e le auto d’epoca Liqui Moly introduce due oli per trasmissioni studiati appositamente per le auto d’epoca. Gli oli di nuova generazione sono troppo fluidi per le trasmissioni di vecchia data. In più, la compatibilità con i vari materiali gioca un ruolo importante: nelle trasmissioni delle auto d’epoca, in particolare quelle costruite prima del 1950, venivano ancora utilizzati metalli non ferrosi come il bronzo, i metalli bianchi e le leghe. Non tollerano gli additivi contenuti negli oli per le trasmissioni moderne. La classificazione degli oli per trasmissioni si basa sull’American Petroleum Institut (API) e va dalla classe API GL 1 alla API GL 5. Più è alto il numero, più moderno è l’olio e più elevato è il grado di additivazione. Gli oli Liqui Moly Classic SAE 90 e SAE 140 sono additivati specificamente per le esigenze delle trasmissioni storiche. Mentre l’olio Classic SAE 140 è adatto sia ai cambi di veicoli storici, sia ai differenziali sottoposti a carichi ridotti, il SAE 90 invece va impiegato esclusivamente nel cambio. www.liqui-moly.it 44
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per evitare errori di collegamento durante le operazioni di notte. Il kit con il quale viene proposto, comprende un caricatore 230V e un cavo 12V per la ricarica a bordo veicolo. www.intecsrl.it
Mahle al servizio del cambio automatico I cambi automatici sono sempre più diffusi per il comfort di guida e l’efficienza di funzionamento. Così come cresce la domanda di questo tipo di trasmissione, allo stesso modo anche la parte service diventa sempre più importante. L’olio del cambio automatico è soggetto a usura non meno degli altri fluidi all’interno di un veicolo. Per assicurare un service di qualità al cambio automatico, Mahle Aftermarket propone alle officine la seconda generazione di macchina per lavaggio cambio automatico: la nuovissima ATX180. Questa macchina guida il meccanico, supportato dalle istruzioni e da un intuitivo menu, a eseguire un service completo sulla trasmissione automatica. Non solo, la macchina comunica ogni tipo di informazione, persino quale olio e filtro usare. Tutta la corretta procedura, fino al termine dell’operazione, avviene in maniera automatica (o manuale, volendo) in pieno rispetto delle caratteristiche della trasmissione. Per esempio, per i veicoli dotati di termostato sul circuito dell’olio del cambio, il service inizierà solo al raggiungimento della giusta temperatura. www.mahle.com
NEWS
Inverno sicuro con le candelette Meyle Meyle AG offre circa 130 candelette Meyle Original per tutte le applicazioni. Con i ricambi prodotti esclusivamente secondo le specifiche delle dotazioni originali, Meyle consente di coprire circa il 90% dei veicoli diesel di tutt’Europa. Inoltre, il produttore offre circa 60 kit di centraline di controllo dei tempi di incandescenza Meyle-Original, che oltre alla centralina comprendono anche le relative candelette. Le candelette Meyle-Original sono dotate di una trasmissione del calore perfetta e di un ottimo isolamento contro le correnti di perdita o le scariche. L’interno della candeletta è dotato di una speciale guarnizione anti igroscopica in gomma che non assorbe l’umidità e che previene la corrosione. Con l’impiego di materiali pregiati e componenti perfettamente coordinati tra loro, si può assicurare con precisione la temperatura di mantenimento prevista: in tal modo si riducono significativamente le emissioni di gas di scarico
e si preserva l’ambiente. Le candelette dovrebbero essere sostituite ogni 80.000-100.000 km. www.meyle.com
Wolf Oil: ecco l’olio pensato per Mercedes-Benz
La realtà aumentata secondo Stahlwille
Wolf Oil presenta l’olio motore Wolf Officialtech 0W20 MSMFE, l’ultimo ritrovato inserito in gamma premium: una miscela in grado di soddisfare le esigenze di alcuni dei più recenti motori Mercedes-Benz. In particolare, il nuovo olio è conforme alla specifica Mercedes-Benz MB 229.71 – Low SPAsh multigrade service oil. L’approvazione da parte di Mercedes è un chiaro riconoscimento di quanto questo prodotto sia una soluzione perfetta per i più recenti motori della prestigiosa casa automobilistica tedesca, grazie alla capacità di protezione e alla bassa viscosità. Altri motori di fascia lata potranno beneficiare di quest’olio, tra cui quelli Jaguar e Land Rover. www.wolfoil.com
Già da qualche anno Stahlwille ha avviato il progetto di sviluppo di una soluzione che preveda l’impiego di Smart glasses per il serraggio controllato in ambito produttivo, per velocizzare le operazioni e migliorare la qualità. Il visore (sviluppato insieme alla tedesca Oculavis) e la chiave dinamometrica Stahlwille usano una connessione wireless per comunicare direttamente con il sistema di gestione e pianificazione della produzione del cliente e con il suo sistema qualità. L’operatore può vedere nel visore la sequenza di serraggio al completo e la posizione del prossimo particolare da serrare insieme con tutte le informazioni di processo. Allo stesso tempo la chiave dinamometrica wireless riceve le informazioni necessarie e viene impostata automaticamente ai valori richiesti. A completamento di avvitatura, il processo completato viene valutato e documentato. www.stahlwille.it
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Petronas, iniziative in grande stile Petronas Lubricants International ha inaugurato a Rivalta, vicino Torino, una nuova officina: Autobox di Roberto Comba, uno dei centri auto più grandi presenti su territorio nazionale che entra a far parte del già numeroso network di officine a marchio Petronas. Con 1500 metri quadrati interamente dedicati all’assistenza del cliente, l’officina Autobox è stata identificata da Petronas come il partner ideale per sviluppare la vendita del lubrificante Petronas Syntium con tecnologia Cooltech, 3 volte campione del mondo di F1 con il team Mercedes AMG Petronas. Autobox entra così a far parte della rete di oltre 2.300
officine Petronas sviluppate in Europa e che raggiungerà 4.000 punti nei prossimi tre anni. A inaugurare l’officina, un ospite d’eccezione: Davide Valsecchi, ex pilota e attualmente presentatore TV. Dopo la cerimonia del taglio del nastro alla presenza del management PLI e delle autorità locali, Davide Valsecchi si è esibito in alcuni giri in pista sul circuito kart della Cerrina, dove ha fissato il suo tempo per la successiva sfida da parte dei partecipanti che sono giunti numerosi da diverse località limitrofe per partecipare al primo Petronas Network Grand Prix. www.petronas.com
La family of four by Gates Nuovo aspetto, nuova struttura e nuova family of four sono le principali caratteristiche dell’ultima generazione di cinghie scanalate per sistemi di trasmissione organi ausiliari Gates. La gamma cinghie Micro-V proposta in aftermarket, presenta le stesse caratteristiche di quella per l’OE: stesso motivo distintivo sul dorso della maggior parte delle cinghie, consistenza al tatto della cinghia equivalente e stessa flessibilità. La qualità della gomma polimerica EPDM impiegata per produrre le cinghie OE di Gates è stata determinante per ottenere una maggior resistenza agli strappi e affidabilità a fronte delle più estreme variazioni di temperatura. I membri della family of four di cinghie Micro-V di Gates sono nello specifico: La tuttofare, adatta per il 90% delle applicazioni del parco auto europeo; la Stretch Fit, perfetta per applicazioni con cinghie elastiche senza tenditori; la Stop&Start, espressamente studiata per sistemi Start e Stop azionati a cinghia; la Unique Fit, specifica per sistemi più delicati. www.gatesautocat.com OM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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NEWS
AutoXY, il preventivo è servito AutoXY è una interessante piattaforma che consente di richiedere preventivi di auto nuove o informazioni per auto usate, mettendo in contatto diretto il potenziale acquirente con la concessionaria di zona o con il sito del venditore. In altre parole, AutoXY rende più efficace la ricerca di un’auto su internet, perché guida con semplicità e rapidità l’utente nel percorso che lo conduce dalla scelta fino all’acquisto della vettura. AutoXY ha già maturato rilevanti esperienze con le case auto e per questo rappresenta una grande sicurezza, sia per gli aspetti tecnici sia per quelli aziendali. La formula commerciale di base “performance based in pay per lead” o “in pay per click” fa pagare alle case produttrici di auto e ai dealer solo lead reali e qualificati per l’acquisto di auto nuove o per le visite ricevute sul proprio sito. In entrambi i casi, il successo dell’attività sviluppato dalla piattaforma è collegato direttamente ai risultati positivi dei venditori di auto. www.autooxy.it
Motul alla Dakar Motul si prepara ad affrontare la Dakar 2018 (www.dakar.com) con numerose e interessanti iniziative, anche sociali. Il crescente coinvolgimento di Motul vedrà non solo la presenza del marchio al fianco di piloti e mezzi, ma consisterà in una sempre maggiore integrazione con lo spirito della manifestazione. L’edizione numero 40 della Dakar attraverserà le più impegnative e spettacolari piste del Sud America, attraversando Perù, Bolivia e Argentina. Per questo, i motociclisti useranno il lubrificante 300V Factory Line Off-Road 5W40 e gli automobilisti potranno scegliere tra il Power 5W40 o il Competition 15W50, sempre della linea 300V. Si tratta di prodotti espressamente sviluppati e collaudati con successo per questo tipo di competizioni, dove sono necessarie alte prestazioni e massima protezione. www.motul.com
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Il lavavetro per l’inverno FRA-BER Aktiv-e Lavavetro invernale -30°C by FRABER conta su un’innovativa formulazione anticongelante con enzimi attivi pensata per le vaschette lavavetro di auto, camper e camion, in grado di ammorbidire e disgregare i residui organici lasciati da insetti e moscerini, permettendone una facile rimozione con i tergicristalli. Se erogato sui vetri prima del gelo, senza intervenire con i tergicristalli, previene la formazione del ghiaccio. Lavavetro invernale -30°C inoltre non unge e non intacca le guarnizioni di plastica e gomma. Va versato nella vaschetta dell’impianto lava-parabrezza il contenuto necessario in funzione della temperatura esterna: in linea di massima, solo Aktiv-e da -11°C a -30°C, un egual misura di Aktiv-e e acqua da -5°C a -11°C e una parte di Aktiv-e e due parti di acqua fino a -5°C. www.fra-ber.it
SCHEDE TECNICHE Steering
Suspension
Axial rods Stabilizer Link Bars
Snodo sferico
Wheel end bearings
Axial rods
Drag Links and Centre Arms
Tie rod ends
www.moogproducts.com
Veicoli leggeri
Steering
Sospensione Suspension
Wheel end bearings Ball joint
Drag Links and Centre Arms Rubber-to-Metal
BOLLETTINO EASY SOLUTIONS Stabilizer Link Bars
Ball joint
Rubber-to-Metal
Tie rod assemblies
General information Track control arms
Tie rod assemblies
V-Torque rods
Expert tips
Tie rod ends
Track control arms
Steering Rack Gaiter Kits
V-Torque rods
Steering Rack Gaiter Kits
Wishbone
Repair kits General information
Expert tips
Wishbone
Piastrina protettiva per Snodi Sferici Renault Repair kits
RENAULT
19, Clio II, Thalia, Kangoo I, Megane I, Scenic RE-BJ-0811 / RE-BJ-4264 / RE-WP-2037 e 2038 / RE-WP-7032 e 7033 MARCA
MODELLO
Dall'anno Ú All'anno
RENAULT
19 I 19 II Clio II Thalia Kangoo Megane I Scenic I
01/88 Ò 12/92 01/91 Ò 02/97 09/98 Ò 02/98 Ò 08/97 Ò 08/95 Ò 08/03 09/99 Ò 08/03
CODICE MOOG
CODICI OE
DESCRIZIONE
RE-BJ-0811
7701468411
Snodo sferico SX/DX
RE-BJ-4264
5450100QAH, 7700783447, 7701462182, 7701468883, 7701472038
Snodo sferico SX/DX
RE-WP-2037
7700430765
Braccio oscillante SX
RE-WP-2038
7700430766
Braccio oscillante DX
RE-WP-7032
7700430832, 7700436303, 7700781035, 7700818052, 7700818054, 7700829842, 770831369, 8200737114, 8200737135
Braccio oscillante DX
RE-WP-7033
7700430831, 7700436302, 7700781034, 7700818051, 7700818053, 7700829841, 770831368, 8200737112, 8200737134
Braccio oscillante SX
Nuovo kit per snodo sferico MOOG con piastrina protettiva in plastica.
La sfida Lo snodo sferico collega il braccio oscillante all'articolazione di sterzo dell'assieme ruota del veicolo. Il braccio oscillante presenta un intaglio per consentire il serraggio della vite cilindrica a sfera. I bordi dell'intaglio potrebbero danneggiare la sommità del parapolvere dello snodo sferico, con una conseguente riduzione della tenuta. Danni al parapolvere possono portare all'infiltrazione di acqua o di piccole particelle (ad esempio sabbia) all'interno del corpo del perno sferico con conseguente corrosione dello snodo sferico. Risultato: rottura prematura del perno sferico con conseguente necessità di sostituzione dello snodo sferico.
Easy Solutions MOOG ha introdotto una piastrina protettiva in plastica per questi snodi sferici Renault. La piastrina fornisce una superficie solida e liscia che previene i danneggiamenti al parapolvere, assicurando al tempo stesso una tenuta e una durata maggiori. Consiglio utile per l'installazione! Sul lato della piastrina in plastica è fornita una guida per l'installazione. Seguire sempre le indicazioni riportate per montare lo snodo sferico all'interno dell'articolazione di sterzo in modo tale da garantirne il perfetto montaggio. PRMMO1501-IT
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SCEGLI LA SEMPLICITÀ. USA
In collaborazione con i principali produttori di componentistica di qualità OE, Officina Moderna pubblica schede relative a difettosità e soluzioni tecniche utili per gli interventi in officina. Veicoli leggeri
Sospensione
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Bracci oscillanti
BOLLETTINO EASY SOLUTIONS
Il nuovo design della protezione parapolvere estende la durata ed elimina l'usura precoce
BMW Superficie metallica scoperta.
BM-WP-4738 BM-WP-4739 BM-WP-8861 BM-WP-8862 BM-TC-5164 BM-TC-5165
All'angolo di massima oscillazione, la protezione parapolvere tocca l'alloggiamento.
VECCHIO DESIGN
Superficie in gomma sull'anello di tenuta. Assenza di contatto con la protezione parapolvere anche all'angolo massimo di oscillazione.
NUOVO DESIGN MOOG
MARCA
BMW
CODICE MOOG
MODELLO
Da anno -> A anno
POSIZIONE
CODICI OE
BM-WP-4738
SERIE 3 (E46)
02/98 -> 01/05
SX ANTERIORE
31121094465, 31126752317, 31126752717, 31126758519
BM-WP-4739
Z4 (E85)
02/03 ->
DX ANTERIORE
31121094466, 31126752318, 31126752718, 31126758520
BM-WP-8861
SX ANTERIORE
31121094465, 31126752317, 31126752717, 31126758519
BM-WP-8862
DX ANTERIORE
31121094466, 31126752318, 31126752718, 31126758520
BM-TC-5164
SX ANTERIORE
31122282121
BM-TC-5165
DX ANTERIORE
31122282122
La sfida In alcuni casi la protezione parapolvere è soggetta a usura e danni a contatto con gli elementi circostanti come l'anello superiore e l'alloggiamento, consentendo così all'umidità di penetrare nel giunto sferico e causandone il cedimento precoce.
Easy Solutions Per evitare danni alla protezione parapolvere, è stata modificata la forma della protezione stessa in modo che non giunga a contatto con gli elementi circostanti anche al suo angolo massimo di oscillazione. Inoltre è stata aggiunta una superficie in gomma all'anello superiore, assicurando così una tenuta migliore. Questi accorgimenti preserveranno la massima longevità del giunto sferico e del braccio oscillante.
PRMMO1412-IT
SCEGLI LA SEMPLICITÀ. USA
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w
SCHEDE TECNICHE www.moogproducts.com
Tutti
Sospensioni
“Braccio oscillante”
EASY SOLUTIONS BULLETIN
MOOG: Pioniere del rivestimento in cataforesi
DURATA MAGGIORE GRAZIE ALLA
PROVA DELLA RESISTENZA ALLA CORROSIONE
CATAFORES I
Braccio oscillante verniciato con spray elettrostatico Braccio oscillante con rivestimento in cataforesi
I risultati vengono rilevati dopo 720 ore all’interno della camera in nebbia salina. Equivalenti a circa 8-10 anni di utilizzo.*
720 h
Ricoperto di ruggine
Totalmente privo di ruggine
Test conformi agli standard ufficiali DIN 50021, IS0 9227 e ASTM-B-117 *Stima approssimativa degli standard industriali usati in Europa.
PROVA DELLA RESISTENZA AGLI URTI Piastra verniciata con spray elettrostatico
Piastra con rivestimento in cataforesi
Lo scrostamento della vernice provoca corrosione
Perfetta adesione della vernice, perfetta protezione del componente
I risultati vengono rilevati dopo una sollecitazione meccanica di 100 kg/cm2 esercitata su due piastre campione.
Test conforme alla prova di resistenza all’urto ufficiale DIN EN ISO 6272-1 = ASTM D2794
La sfida I bracci oscillanti sono altamente sollecitati nell’uso quotidiano poiché sono esposti ad agenti come acqua, sale, sabbia, sporco e sassi. Per questo, per evitare il presentarsi di ruggine, è necessaria una protezione resistente e a lunga durata. Le misure di protezione tradizionali come la verniciatura elettrostatica a spruzzo, si sono rivelate inadeguate.
Easy Solutions Dal 2011, MOOG ha introdotto il rivestimento in cataforesi su tutti i bracci oscillanti in lamiera per offrire una maggiore protezione dalla ruggine. Test di laboratorio dimostrano che il rivestimento rimane intatto anche quando il braccio viene colpito da oggetti appuntiti come ghiaia e sassi.
PRMMO1408-IT
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OM|NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
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Officina 4.0 Gli Stati Generali di Autopromotec Audi A3 2.0 Sostituzione Farfalle di Turbolenza Fare Impresa DEAR al servizio delle officine
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#42
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NOVEMBRE/DICEMBRE 2016
MARCO BOSELLI Bosch riparte da… Bosch
ANNO 8 - FEBBRAIO 2017
Organo ufficiale
bimestrale
Panoramica di inizio anno
TAVOLA ROTONDA
Conto Termico e TEE. A che punto siamo?
CLASSIFICHE 2015
Analisi del processo e case study
FILTRAZIONE E QUALITÀ DELL’ARIA SOTTORAFFREDDAMENTO ADIABATICO PER LA FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE
Produttori e distributori: ce la si può fare!
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IMPIANTI NEGLI NZEB: DALLA TEORICA ALLA PRATICA EPB, LE NOVITÀ DELLE NUOVE NORME IMPIANTI AD ARIA PRIMARIA VS VAV FOCUS COMMISSIONING
N. 64 · Anno XI · dicembre 2016
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ITS Dove va la filiera? FOCUS Un anno di logistica MATERIA CONNECTION
SPECIALE BIM TREND Il bagno che ti calza a pennello
DISTRIBUZIONE Quando la differenza la fa il “service”
ANTONIO FALANGA Una passione sempre viva
SAIE INNOVATION 2016 MEDAGLIE D’ORO A “IMPATTO ZERO” FOTOVOLTAICO INTEGRATO STORIA E ITER PROGETTUALE PCM UNA SCELTA DA NON SOTTOVALUTARE
Passo obbligato e grande opportunità
Il ruolo del BIM nella sicurezza in cantiere
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Innovazione e cambiamento di GIOVANNA ROSADA
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gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso più ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalità, metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla società o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fare” ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SI” o con un “NO”. È stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “si” e “no” dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianità dell’individuo e l’incapacità della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metà dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltà parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con più forza alla politica? ■
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MACCHINE UTENSILI
1563 L’EDITORIALE
N. 12 - Dicembre 2016
Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti
La crisi ancora “morde”, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri
Un CNI eletto per dare risposte
di MATTEO PALO
R
iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderà gli ingegneri fino al 2021, quando completerà i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialità del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è già possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione così forte per la continuità del Consiglio nazionale uscente”, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.
In USA volano le infrastrutture
TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilità diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono
Newsletter
Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7
→ pag.37
Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. Stabilità e certezza sono oggi più lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac cordi tra CNI e Governo che fine faranno?” / alle pagg. 1819
LA TRIVELLA
Professionisti al passo coi tempi...
Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documen→ pag.5 tare la consegna.
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INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI
A Pavia il Centro Europeo di Ricerca Formazione in Ingegneria Sismica →epag.25
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NEWSLETTER – Nr.01 – Pag.1
VENERDÌ 13 GENNAIO 2017
DAL 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL
[pag. 14]
IN QUESTO NUMERO
MATERIE PRIME
Il cliente prima di tutto In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano. MISURA
Un ponte tra passato e futuro
Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attività: una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.
UTENSILI
Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attività in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalità di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.
M-Steel qualità da oltre 40 anni
Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualità M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilità M-Steel si caratterizza per affidabilità, coerenza e prevedibilità nelle lavorazioni, riducendo i così costi di pro[pag. 12] duzione.
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40 anni di storia e successi nella robotica industriale
L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo L’utensile “intelligente” è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]
INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni
STORIA DI COPERTINA
TENDENZE Generative design, come cambierà il mondo MACCHINE UTENSILI
Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati
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Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. È la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrà più rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo”. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni più datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i più grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, più volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna così alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perché il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.
Nr.01 – VENERDì 13 GENNAIO 2017
I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre
In collaborazione con:
AUTOMAZIONE
MENSILE D’INFORMAZIONE PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE Editoriale
Ancora trattative e consultazioni?
“Il museo del futuro è il mondo intero”
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Novembre/Dicembre 2016
Italia scossa
segue a pag. 2
a pag. 7
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di Fabio Chiavieri
GOVERNO IN CRISI
Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 città
PROGE T TA ZIONE
50 anni di torni
Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività. Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale già a partire dalla seconda metà del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]
[pag. 10]
– Anno 72 - n. 9
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MACCHINE UTENSILI
Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.
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SCIA, operativo Top 7 megail modello unico infrastrutture del 2016
CASSA DEPOSITI E PRESTITI
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