INFIORE Strizzami
L’INNOVATIVO ASCIUGATUTTO CELTEX
Partita il 14 marzo la campagna tv su Canale 5 di Infiore Strizzami, l’innovativo asciugatutto Celtex dalle performance professionali.
Infiore Strizzami è una carta cucina super assorbente, resistente anche da bagnata e riutilizzabile più volte. Concepito dal Presidente di Celtex Andrea Bernacchi, questo prodotto è pronto a migliorare gli standard di pulizia in tutti gli ambienti. Adatto a tutte le superfici, non rilascia pelucchi e rispetta l’ambiente, grazie alla sua elevata qualità che consente di ridurre gli sprechi. L’innovativa confezione si trasforma in un pratico dispenser che protegge la carta fino al suo utilizzo, a portata di mano per tutte le operazioni di pulizia.
Rispetto alla comune carta cucina, Infiore Strizzami si distingue per la sua compattezza, diventando un
ottimo prodotto salvaspazio. La campagna pubblicitaria è stata sviluppata dal team Publitalia e Luca Baldi Comunicazione, e il long video è andato in onda all’interno del
programma di Canale 5 “Avanti un altro”, accompagnando così il pubblico tutti i giorni alle ore 19.15, fino al 20 marzo. ■
Lo riusi Lo bagniQuine Srl Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel. 02 881841
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Itidet è un’azienda italiana di produzione di detergenti professionali con un’esperienza trentennale nel settore. I valori dell’azienda espressi in correttezza, trasparenza e responsabilità le permettono di instaurare un rapporto di fiducia sia con i clienti che con i fornitori. I prodotti vengono costantemente perfezionati, ottimizzate le procedure e adottate nuove tecnologie, perseguendo un’ottica di miglioramento continuo.
DOSSIER
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Linee Guida “L’azienda nell’azienda” Mauro Martini
MARKETING
62 Perchè dire “non ho tempo” è un guaio Fabrizio Pirovano e Marco Monti
Trent’anni di esperienze condivise per diffondere la cultura del pulito
Acraf - Amuchina XVII www.amuchina.it Basf XLV www.basf.com Cimel 29 www.cimel.com Essity - Tork 15 www.essity.it F Solutions - Saniclair 45 www.fsolutions.it - www.saniclair.it Falpi 61 www.falpi.com Ghibli & Wirbel 32 www.ghibliwirbel.com Icefor XXXVI www.icefor.com
SI PARLA DI INDICE INSERZIONISTI
DIMENSIONE PULITO
Cimel 29 Essity - Tork 13 F Solutions - Saniclair 39 Falpi II Copertina Ghibli & Wirbel 27 Itidet I Copertina Kemika 3
SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
Acraf XVII Basf XLI Exposanità XXXV Hygan XXI
Itidet XXXVI www.itidet.it ISC 46 iscsrl.com Kairosafe XXXVI www.kairosafe.it Kemika XXXVII www.kemikagroup.com Lavorwash 30 it.lavorwash.com Lindhaus 48 www.lindhaus.it Newpharm XXXI www.newpharm.it Paperdì XXXVII www.paperdi.it
Polti XXXVIII www.polti.it Rubino Chem XXXVIII www.rubinochem.it Synclean XXXVII www.syncleanservice.com Spray Team 44, XXXVIII www.sprayteam.it STI XXX www.stindustry.it Tecnovap 33 www.tecnovap.it
KETEK 31 Industrie Celtex 4, 5 ISSA Pulire 51 ISC 41 Lavorwash 23 Lindhaus 49 Paperdì 6
Polti 25 Rubino Chem 8 Spray Team EWS 43 Synclean 37 Tecnovap 21
Icefor II Copertina Kairosafe VII Kuenzle & Tasin XXIV, XXV MK XII, XIII
Newpharm XI Spray Team XLIII Sti I Copertina
Produzione CARTARIA per uso igienico-sanitario
Il lockdown ha avuto ripercussioni limitate su questo settore, perchè la produzione di carta per uso domestico igienico-sanitario è stata considerata essenziale e non ha subito interruzioni. L’aumento degli acquisti di prodotti tissue per l’igiene ha inoltre compensato il calo delle vendite di altri prodotti, soprattutto quelli per il canale Horeca. a cura di Simone Ciapparelli
Tab 1.
IL SETTORE DELLA CARTA PER USO DOMESTICO IGIENICO-SANITARIO IN ITALIA
Dati in milioni di euro, variazioni percentuali
Produzione
3.070 3.085 3.120,0 3.105,0 3.130,0 0,5 1,1 -0,5 0,8
Export 1.780 1.830 1.780,0 1.777,0 1.785,0 2,8 -2,7 -0,2 0,5 Import 200 222 193,0 192,0 194,0 11,0 -13,1 -0,5 1,0
Saldo commerciale 1.580 1.608 1.587,0 1.585,0 1.591,0 Mercato interno 1.490 1.477 1.533,0 1.520,0 1.539,0 -0,9 3,8 -0,8 1,2 Export/Produzione (%) 58,0 59,3 57,1 57,2 57,0 Import/Mercato (%) 13,4 15,0 12,6 12,6 12,6
Fonte: elaborazione Cerved su dati Assocartae ISTAT
LTab 2.
a seguente analisi di mercato, effettuata utilizzando i dati forniti da Cerved per Dimensione Pulito, prende in esame il settore della produzione di carta e prodotti in carta per usi igienico-sanitari. Esso comprende la produzione di carta tissue (un tipo di carta sottile utilizzata per produrre carta igienica, fazzoletti…), di prodotti igienici come pannolini monouso per bambini, assorbenti igienici femminili e per incontinenza. Sono compresi sia i produttori di carta tissue venduta in bobine sia coloro che trasformano la carta in prodotto finito. La materia prima utilizzata è la fibra di cellulosa, in prevalenza vergine, e in misura minore da macero. Nell’area tissue il segmento prevalente è quello della carta igienica, con quasi il 50% del mercato, mentre per quanto riguarda l’area dell’assorbenza il seg-
IL SETTORE DELLA CARTA PER USO DOMESTICO IGIENICO-SANITARIO IN ITALIA
Dati in migliaia di tonnellate, variazioni percentuali
Previsioni Var. % Var. % Var. % Var. % 2017 2018 2019 2020 2021 18/17 19/18 20/19 21/20
3.2.I NUMERI DEL SETTORE
Tab 1.
IL SETTORE DELLA CARTA PER USO DOMESTICO IGIENICO-SANITARIO IN ITALIA
Dati in milioni di euro, variazioni percentuali
Fonte: elaborazione Cerved su dati Assocarta
Produzione 1.549,0 1.555,4 1.570,2 1.555,0 1.565,0 0,4 1,0 -1,0 0,6 Export 791,7 821,0 792,4 790,0 788,0 3,7 -3,5 -0,3 -0,3 Import 106,0 119,0 102,3 101,5 102,0 12,3 -14,0 -0,8 0,5 Saldo commerciale 685,7 702,0 690,1 684,0 685,0 Mercato interno 863,3 853,4 880,1 866,5 879,0 -1,1 3,1 -1,5 1,4 Export/Produzione (%) 51,1 52,8 50,5 50,8 50,4 Import/Mercato (%) 12,3 13,9 11,6 11,7 11,6
registrato una moderata crescita (circa +1,1% in valore e +1,0% in volume); l’andamento in volume ha visto un deciso aumento delle produzioni con carta riciclata (+12,4%), molto sostenute dalle imprese e dalla distribuzione e particolarmente apprezzate dagli acquirenti finali per via dell’economicità e della maggiore sostenibilità ambientale di questi prodotti. L’andamento in termini di fatturato mostrava un buon recupero (+3,8%) rispetto all’anno precedente.
Per quanto riguarda il 2021, è prevista una crescita moderata del settore, a causa del modificarsi dei nostri stili di vita e della gestione degli spazi pubblici e privati, che sono e saranno caratterizzati da maggiori esigenze di igiene.
Previsioni Var % Var % Var % Var % 2017 2018 2019 2020 2021 18/17 19/18 20/19 21/20 Produzione 3.070 3.085 3.120,0 3.105,0 3.130,0 0,5 1,1 -0,5 0,8 Export 1.780 1.830 1.780,0 1.777,0 1.785,0 2,8 -2,7 -0,2 0,5 Import 200 222 193,0 192,0 194,0 11,0 -13,1 -0,5 1,0 Saldo commerciale 1.580 1.608 1.587,0 1.585,0 1.591,0 Mercato interno 1.490 1.477 1.533,0 1.520,0 1.539,0 -0,9 3,8 -0,8 1,2 Export/Produzione (%) 58,0 59,3 57,1 57,2 57,0 Import/Mercato (%) 13,4 15,0 12,6 12,6 12,6
Fonte: elaborazione Cerved su dati Assocartae ISTAT
mento prevalente è rappresentato dai pannolini per bambini, ma gli assorbenti per incontinenza godono delle migliori prospettive di crescita. La tipologia di clientela è costituita per circa l’80% dal Mercato domestico e per circa il 20% dalle Comunità. Nonostante l’andamento 2020 di quasi tutti i settori sia stato condizionato in maniera più o meno pesante dalla pandemia, quello in esame ha risentito in misura limitata del calo di domanda, con una diminuzione in valore della produzione dello 0,5%; questo grazie a un forte aumento degli acquisti di prodotti tissue per l’igiene della persona e degli ambienti, che ha compensato il calo delle vendite di altri prodotti, soprattutto quelli destinati al canale Horeca. Anche l’interscambio con l’estero ha registrato flessioni abbastanza modeste. Come riportato nelle tabelle sottostanti, la produzione nel 2019 aveva
Per questa ragione, ci si aspetta una ripresa più rapida, a differenza di molti altri settori industriali, che soltanto nel medio termine potranno recuperare i livelli di attività del 2019. (Tab. 1 e 2)
Tab 2.
IL SETTORE DELLA CARTA PER USO DOMESTICO IGIENICO-SANITARIO IN ITALIA
Dati in migliaia di tonnellate, variazioni percentuali
Produzione
1.549,0 1.555,4 1.570,2 1.555,0 1.565,0 0,4 1,0 -1,0 0,6 Export 791,7 821,0 792,4 790,0 788,0 3,7 -3,5 -0,3 -0,3
Import 106,0 119,0 102,3 101,5 102,0 12,3 -14,0 -0,8 0,5
Saldo commerciale 685,7 702,0 690,1 684,0 685,0
Mercato interno 863,3 853,4 880,1 866,5 879,0 -1,1 3,1 -1,5 1,4
Export/Produzione (%) 51,1 52,8 50,5 50,8 50,4
Import/Mercato (%) 12,3 13,9 11,6 11,7 11,6
Fonte: elaborazione Cerved su dati Assocarta
A NALISI DI MERCATO
L’Italia è il primo produttore nell’area dei prodotti tissue in Europa con una quota del 20-21%, seguita da vicino dalla Germania e a notevole distanza da Francia, Polonia, Regno Unito e Spagna. Nel nostro Paese, operano nel settore complessivamente 150 aziende, con circa 8.500 occupati. Il distretto di Lucca presenta un’elevata concentrazione produttiva, pari a quasi il 50% della produzione nazionale di carta tissue.
LA DOMANDA: CARATTERISTICHE E ANALISI
Trattandosi di prodotti di prima necessità, la domanda è stabile e poco ciclica. In particolare nell’ultimo anno, complice la pandemia, le dinamiche di acquisto sono state caratterizzate da una crescente attenzione al prezzo e alle promozioni. Relativamente alle categorie di prodotto, per la carta igienica il mercato è stabile, mentre l’area dei prodotti in fluff assorbente vede, per via dell’evoluzione demografica nazionale, un lieve aumento del peso dei prodotti per incontinenza. A causa del tasso di natalità sempre più basso, le vendite di pannolini sono in calo strutturale sul mercato nazionale.
A differenza del comparto cartario nel suo insieme, la domanda del settore in esame si lega alle aree della detergenza, dell’igiene e della cura della persona. Come già detto in precedenza, le conseguenze del lockdown hanno impattato in modo relativamente modesto sul settore dei prodotti cartari per uso igienico-sanitario; l’industria della carta, ad esclusione di alcuni comparti, non ha subito interruzioni produttive in quanto ritenuta strategica. La necessità di una frequente sanificazione degli ambienti e della persona ha portato a una decisa crescita dell’utilizzo di prodotti tissue per uso domestico e per strutture pubbliche, a fronte di un drastico calo della domanda generata dalla componente Horeca, che rappresenta il 20% del mercato dei prodotti tissue. L’aspetto ecologico interessa un numero crescente di consumatori, e riveste molta importanza
nelle scelte d’acquisto; l’adozione di politiche di sostenibilità ambientale da parte delle aziende del settore è ormai diventata, infatti, una scelta obbligata per difendere il vantaggio competitivo.
ANALISI DELL’OFFERTA
Nel mercato europeo operano generalmente imprese multinazionali di grandi dimensioni, come Kimberly Clark, Georgia Pacific, Essity Aktiebolag. Nei primi mesi del 2020 si è registrata una ripresa degli investimenti, che aveva accusato un calo nel 2019; la ripresa è legata soprattutto all’aumento della domanda
di redditività delle imprese. Negli ultimi anni, molte aziende hanno investito nella tecnologia della cogenerazione, riuscendo a coprire oltre il 70% del fabbisogno energetico del settore. La maggior parte delle aziende è attenta all’approvvigionamento ed è attiva nella raccolta e selezione di carta da macero, sia con aziende proprie sia partecipando a COMIECO (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica), garantendosi in questo modo un maggiore controllo e una maggiore stabilità dei prezzi di approvvigionamento.
LA NECESSITÀ DI SERVIRE IN MODO EFFICACE UN MERCATO SEMPRE PIÙ GLOBALE HA PORTATO IL SETTORE DELLA CARTA, NELL’ULTIMO DECENNIO, AD AUMENTARE PROGRESSIVAMENTE
LA CONCENTRAZIONE PER EFFETTO DI ACQUISIZIONI, FUSIONI E DISMISSIONI
di prodotti per l’igiene in tissue generato dalla crisi sanitaria globale. I consumatori italiani sono sempre più attenti alla tutela dell’ambiente e dei lavoratori, e sono disposti a spendere leggermente di più per avere prodotti sostenibili. Per questo, le aziende maggiori e medie effettuano rilevanti investimenti in ambito di sostenibilità ambientale (certificazione delle cellulose, attenzione agli scarichi delle acque, riduzione volontaria delle emissioni di CO2).
Per quanto riguarda la struttura dei costi, è caratterizzata da un’elevata incidenza del costo delle materie prime, principalmente fibre di cellulosa (circa il 60% dei costi totali) e dell’energia (20%), mentre i costi di trasporto incidono intorno al 5% del prodotto. Un calo consistente dei prezzi delle principali materie prime, registrato nel 2019, ha permesso un miglioramento
Tra i canali distributivi, esiste una prevalenza della grande distribuzione organizzata; Quasi l’80% dei prodotti destinati al consumo domestico è venduto in ipermercati e supermercati, poco più del 15% transita dai discount, e il 5% è veicolato dai punti vendita tradizionali, mentre nel segmento assorbenza una percentuale dei prodotti viene venduta attraverso il canale delle farmacie. I principali acquirenti nel mercato comunità sono imprese di grandi dimensioni, hotel, ristoranti, enti pubblici, ospedali, case di riposo e altre forme di comunità. per via delle crescenti esigenze legate alla crisi Covid-19, i paesi in via di sviluppo sono di grande interesse per i produttori di carta tissue. I maggiori gruppi multinazionali e nazionali cercano di rilocalizzare la produzione verso queste aree, principalmente nei paesi dell’Est Europa (Polonia).
La scelta più sicura
Le attuali necessità di soluzioni igieniche e sicure negli spazi pubblici sono più importanti che mai. Una buona igiene delle mani è il modo migliore per prevenire la diffusione delle infezioni, asciugatura delle mani compresa. Nelle aree in cui l’igiene è essenziale, come negli ospedali, gli asciugamani in carta sono l’unica soluzione di asciugatura consigliata poiché gli asciugatori a getto d’aria diffondono più goccioline nell’aria, aumentando il rischio di diffusione dei batteri. Oggi, il 75% delle persone vorrebbe più asciugamani in carta come alternativa agli asciugatori a getto d’aria *, rendendo gli asciugamani in carta di gran lunga la scelta preferita. Fai la scelta più sicura: passa oggi stesso agli asciugamani in carta Tork.
NALISI DI MERCATO
7.2 PRINCIPALI OPERATORI
SOFFASS
FATER SPA Joint venture paritetica tra P&G e Gruppo Angelini (USA)
INDUSTRIE CARTARIE TRONCHETTI SPA
Regina,
Pampers, Lines, Linidor, Tampax Senz'acqua, Tempo, Dignity
Industrie Cartarie Tronchett Foxy, private label
Asciugoni, carta igienica, fazzoletti, tovaglioli 2018 446.802 -0,63
Pannolini, assorbenti igienici, fazzolettini 2019 1.157.902 -3,74
Asciugatutto, carta igienica, 2018 761.407 10,41
ESSITY ITALY SPA (SCA HYGIENE PRODUCTS SPA) Essity Aktiebolag (SE) Nuvenia, Tena + private label Assorbenti igienici 2018 508.598 2,78
KIMBERLY-CLARK HOLDING SRL DI CUI Kimberly Clark (Usa) Kleenex, Scottex, Huggies
Carta igienica, carta da cucina, fazzoletti, pannolini 2018 493.808 16,89
KIMBERLY CLARK SRL Kimberly Clark (Usa) Kleenex, Scottex, Huggies Fazzolettini 2018 300.803 12,26
PASFIN SPA DI CUI Pasfin Lucart, Grazie, private label, Tenderly, Tutto
SISMA SPA Sisma Farmacotone, Cotoneve (cotone idrofilo)
LUCART SPA Pasfin Lucart, Grazie, private label
ROTO-CART SPA Fam Gelain
Fonte: Cerved Tab 4.
PRINCIPALI OPERATORI INTERNAZIONALI
Dati in milioni di euro
KIMBERLY CLARK CORP. USA
Carta per uso igienico-sanitario; carta monolucida sottile per imballaggi 2017 431.707 1,52
Grado di concentrazione e intensità della concorrenza
Carta tissue, tovaglie, tovaglioli E' inoltre diversificata nella produzione di carte monolucide per imballi flessibili
Batuffoli di cotone, cotone idrofilo, dischetti struccanti e bastoncini puliorecchie
2018 57.204 4,52
2018 380.895 5,61
Carta igienica, asciugatutto cucina, fazzoletti e prodotti industriali 2018 52.132 2,15
Il grado di concentrazione è elevato, sia nell’area dei prodotti in carta (carta igienica, rotoli da cucina, fazzoletti e tovaglioli), sia nell’area degli assorbenti. Anche il livello competitivo è molto elevato, per via della presenza in Italia di colossi multinazionali. Nell’area dei prodotti in carta, la concentrazione territoriale nella provincia di Lucca di un numero cospicuo di operatori accentua la competizione tra le aziende. I fornitori di materia prima sono molto concentrati e si trovano in una posizione di forza molto elevata rispetto agli operatori italiani del settore. (Tab 3 e 4) La necessità di servire in modo efficace un mercato sempre più globale ha portato il settore della carta, nell’ultimo decennio, ad aumentare progressivamente la concentrazione per effetto di acquisizioni, fusioni e dismissioni. Le imprese italiane hanno perseguito, già dall’inizio degli anni ‘90, una politica di acquisizioni all’estero soprattutto verso Spagna e Francia e ultimamente anche Est Europa e Grecia, attratti dal potenziale di mercato ma anche da costi dell’energia e della manodopera più bassi.
Opportunità e minacce per il settore
Kleenex, Scottex, Huggies, Kotex, Pull Ups. 16.423 1,72
GEORGIA PACIFIC USA Tenderly e Tutto n.d. n.d.
ESSITY AKTIEBOLAG Svezia Zewa, Edet, Libero, Nana, Nuvenia, Bodyform, Nosotras, Libresse, Tena, Tempo 12.346 6,84
PROCTER & GAMBLE CO (1) USA Bounty, Pampers, Lines, Linidor, Tampax, Tempo 10.706 3,75
ONTEX Belgio
Pannolini per bambini e assorbenti femminili e per incontinenza private label per distribuzione organizzata in Europa Occ e Turchia 2.281 -1,00
METSÄ TISSUE (METSÄLIITTO GROUP ) Finlandia Lambi, Leni, Serla, Mola, Katrin, Fasana 1.060 1,92
JOHNSON & JOHNSON USA Johnson & Johnson, Serenity, O.b., Carefree 881 -6,00 (1) PROCTER & GAMBLE CO.: nostra stima di fatturato Tissue
Fonte: bilanci e documenti aziendali.
La crescita della domanda di prodotti per la cura della persona, dovuta a nuove esigenze igieniche per contrastare la pandemia e la riconversione di aziende dell’area tissue nella produzione di mascherine di protezione possono rappresentare delle nuove opportunità per il settore. Altre opportunità di mercato possono essere rappresentate dall’aumento della domanda per quanto riguarda i prodotti per l’incontinenza, a causa dell’invecchiamento della popolazione, e la crescita della domanda nei paesi dell’Est Europa.
La crisi causata dal Covid potrebbe però anche rappresentare una minaccia, per via delle ripercussioni sull’andamento macroeconomico globale e sul potere d’acquisto dei consumatori. Anche il progressivo calo del tasso di natalità può essere un fattore penalizzante, portando a un calo delle vendite di pannolini per bambini. Un’altra eventuale minaccia può essere rappresentata dalla concentrazione crescente della distribuzione moderna, con conseguente aumento del potere contrattuale. ■
Fai la SCELTA più SICURA
Èormai chiaro a tutti che l’igiene delle mani è il modo migliore per prevenire la diffusione delle infezioni. In aree igieniche critiche come gli ospedali ad esempio, dove la sicurezza è fondamentale, gli asciugamani di carta sono l’unica soluzione di asciugatura raccomandata, poiché gli essiccatori a getto d’aria producono più goccioline trasportate dall’aria, aumentando il rischio di diffusione di virus e batteri.
Tork PeakServe Mini è l’ultima novità appositamente progettata affinché il personale possa assicurare uno scorrevole flusso dei visitatori. Compatibile con gli asciugamani Tork PeakServe a erogazione continua, questo sistema vanta la straordinaria capacità di 1.230 asciugamani, che vengono dispensati rapidamente e senza interruzioni garantendo un flusso continuo di visitatori. Le risme compresse possono essere caricate rapidamente in qualsiasi momento, trasportate e stoccate senza difficoltà in modo da consentire al personale di dedicarsi all’attività di pulizia piuttosto che alle ricariche.
■ Design ultra sottile, elegante e salvaspazio
■ Capacità elevata per una manutenzione ridotta e un rischio minore di esaurimento della carta
■ Prendere un asciugamano è semplice, grazie al sistema brevettato di erogazione continua
■ Le ricariche possono essere effettuate dal basso al momento opportuno. ovvero più flessibilità e più tempo per le pulizie
■ Gli asciugamani vengono erogati in 3 secondi, rendendo più scorrevole il flusso dei visitatori alle aree bagno
■ L’incremento della capacità del 250% rispetto ad altri dispenser, grazie all’utilizzo di risme compresse, evita che gli asciugamani si esauriscano all’improvviso.
SCHEDE TECNICHE
Asciugamani di CARTA
AZIENDA
CENTRALCARTA ESSITY TORK
HYGENIA
Prodotto
Caratteristiche
Caratteristica
Materia prima
Colore
Numero veli Finitura A rotolo Lunghezza m Diametro cm
Dimensioni foglio / strappo cm
Nr. strappi N A spirale Lunghezza m Diametro cm
Dimensioni foglio / strappo cm Nr. strappi N
Intercalati
a C - a K - a M - aV - a Z
Dimensioni Lung. x Largh. cm
Nr. fogli N
Confezione Unità di vendita
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Morbido e assorbente, riduce la proliferazione di germi e batteri
ICAI prodotti presentati hanno particolarità differenti. Pertanto per una loro corretta valutazione, occorre esaminare in dettaglio le diverse caratteristiche.
L’asciugamano che si scioglie in acqua in soli 9 secondi.
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La carta dei fogli è arricchita con una formula antibatterica, per ridurre la proliferazione dei batteri sulle mani durante l’asciugatura
Pura Cellulosa Bianco 2 Goffratura WAVE----
Piegatura a V 22x21 210 Collo 15
Codice Prodotto 417820 Nuovo asciugamano piegato a V arricchito con una formula antibatterica che contrasta la carica batterica sulle mani durante l’asciugatura e consente di ridurre la proliferazione di batteri nell’ambiente.
INDUSTRIE CELTEX Celtex Hydrosol LUCART Econatural Z3 SOFIDEL / PAPERNETSPECIALE sistemi di SANIFICAZIONE
In questo momento di grave emergenza sanitaria, la sanificazione degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo è di estrema importanza per eliminare virus e batteri e, conseguentemente, per contrastare la diffusione dell’ormai tristemente noto Covid-19
Fabio ChiavieriNon esiste luogo pubblico o privato frequentato dai cittadini che non sia interessato dalla problematica della sanificazione: scuole, negozi, mezzi di trasporto, eser-
cizi commerciali, supermercati, ristoranti, strutture sanitarie e via discorrendo, tutti vengono sottoposti quotidianamente a trattamenti di sanificazione.
Per capire bene di cosa stiamo parlando facciamo riferimento alla definizione con-
tenuta nel D.M. n. 274 7 luglio 1997, del Ministero dell’Industria e del commercio che definisce sanificazione “quelle attività che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l’attività di:
■ pulizia per mezzo di detergenti, azione meccanica e vapore
■ disinfezione utilizzando Biocidi (registrati e con adeguate specifiche in etichetta)
■ disinfestazione
■ controllo e il miglioramento delle condizioni del microclima, per quanto riguarda la temperatura, l’umidità, la ventilazione, l’illuminazione e il rumore”.
Quindi, la sanificazione rappresenta un “complesso di procedimenti e di operazioni” che comprende attività di pulizia e/o attività di disinfezione che vanno intese “come un insieme di attività interconnesse tra di loro”. In alcuni casi con la sola pulizia (es. trattamenti con il calore) o con la sola disinfezione è possibile ottenere la stessa efficacia nei confronti dei virus.
In altri termini potremmo definire la sanificazione la “mente” e la disinfezione il “braccio armato” a cui viene
deputato il compito di distruggere o inattivare il 99% di microrganismi patogeni (se si arriva al 100% si parla di sterilizzazione).
Per svolgere una corretta disinfezione vengono impiegati sistemi di sanificazione professionali che adottano il vapore oppure i cosiddetti presidi medico-chirurgici (PMC) e/o biocidi autorizzati dal Ministero della Salute. I generatori di vapore professionali rappresentano un valido strumento alternativo o complementare ad altri sistemi per la sanificazione, igienizzazione e sterilizzazione di superfici e ambienti, semplicemente sfruttando l’alta temperatura del vapore secco saturo. In questo caso, è lo shock termico che uccide virus anche dopo il primo trattamento. Il principale vantaggio del vapore è quello di essere naturale ed ecologico poiché non utilizza prodotti chimici di alcun genere e grado di inquinamento.
L’efficacia dei presidi medico-chirurgici o dei biocidi è invece comprovata
sulla base di specifiche norme tecniche europee di standardizzazione sull’attività virucida, quali la UNI EN 14476:2013 e la UNI EN 16777:2019. Tra i presidi medici chirurgici e i biocidi più noti e di cui si sente più parlare ci sono: ■ etanolo; ■ sali di ammonio quaternario (per esempio: cloruro di didecil dimetil ammonio-DDAC, cloruro di alchil dimetil benzilammonio, ADBAC); ■ perossido d’idrogeno; ■ sodio ipoclorito.
Le attività di sanificazione periodica con l’uso di detergenti per rimuovere lo sporco dalle superfici, o di prodotti disinfettanti o biocidi autorizzati e/o l’uso di “sanitizzanti” – come, per esempio, il cloro attivo e l’ozono (mentre il perossido di idrogeno è un principio attivo biocida approvato ai sensi del BPR (Regolamento Prodotti Biocidi) – richiedono sistemi di generazione in situ.
Sistemi di sanificazione a VAPORE
La sanificazione degli ambienti con sistemi a vapore è ecologica, quindi non prevede l’impiego di prodotti chimici. Il vapore, infatti, utilizza l’alta temperatura e l’alta pressione per pulire, disinfettare e sterilizzare quasi tutte le superfici da cui elimina batteri, virus ma anche muffe, acari e molti altri agenti patogeni. Va sottolineato che si sente spesso parlare di “vapore secco al 94%” intendendo con ciò che un minimo residuo di acqua cade sulle superfici trattate, motivo per cui non è indicato per pulire parti verniciate, oggetti in legno o carta. Viceversa, il vapore può essere impiegato su un vastissimo campo di superfici, anzi, in taluni casi, risulta insostituibile dove è sconsigliato utilizzare detergenti, saponi o sostanze chimiche, come per esempio, nella sanificazione di tessuti
di arredo. Una tendenza, quest’ultima già in essere ancor prima dello scoppio della pandemia come ci racconta Marco Costamagna, amministratore delegato di Biemmedue: “ad agosto 2019 abbiamo completato l’operazione di acquisto di ramo d’azienda della Steamtech di Adro (BS), società che, grazie all’esperienza decennale dei suoi soci fondatori, produce secondo i più alti standard qualitativi Made in Italy una vasta gamma di apparecchi per la pulizia a vapore/aspirazione atti alla sanificazione, disinfezione e igienizzazione degli ambienti, sia per uso domestico che professionale. Ma la nostra strategia non si è fermata qui. Durante il periodo di lockdown, infatti, ci siamo subito impegnati per trovare ulteriori soluzioni per la sanificazione quali generatori di ozono e macchine mobili e portatili per la nebulizzazione e brumizzazione delle soluzioni liquide raccomandate per il contrasto al Covid19. Oggi, A seconda delle necessità del cliente possiamo offrire un trattamento con vapore secco, un trattamento con ozono o un trattamento con nebulizzazione: in sostanza, data l’applicazione, possiamo suggerire la soluzione migliore per il trattamento e non andare a focalizzarci solamente solo su una tecnologia come la gran parte dei nostri concorrenti”.
Cimel è una piccola azienda con sede nelle vicinanze di Varese che fa dell’agilità e velocità del servizio il suo punto di forza, oltre che, naturalmente la qualità e la robustezza dei propri sistemi di sanificazione a cominciare da quelli che impiegano la forza del vapore: “i nostri pulitori a vapore Vapor.net funzionano a vapore saturo con una minima presenza di micro gocce d’acqua (4/5%),
Turbospray e Killo pro di Cimel emettono microgocce di liquido sanificante per un’ampia e veloce copertura di tutte le superfici
emettono vapore con temperatura fino a 180°C e pressione da 6 a 10 bar; con o senza aspirazione e con iniezione di detergente ove si voglia potenziare l’azione del vapore. Questi sistemi con alta temperature e pressione e minima quantità d’acqua puliscono, sgrassano e disinfettano tutte le superfici verticali e orizzontali, macchinari, piani di lavoro, utensili, arredi, in svariati settori”, spiega il direttore generale Alberto Taravella Nel portfolio di prodotti Cimel per la sanificazione ci sono anche sistemi nebulizzatori-atomizzatori ULV. Continua Taravella: “Turbospray e Killo pro emettono microgocce di liquido sanificante per un’ampia e veloce copertura di tutte le superfici. Rispetto agli spruzzatori manuali e a pompa meccanica i nebulizzatori turbolava a cavo o a batteria coprono velocemente una superficie molto più ampia cospargendola di un velo di liquido che asciuga rapidamente e con l’innovativo sistema di regolazione del flusso consentono un risparmio di prodotto chimico. Il getto di turbo spray con motore da 1250 watt arriva fino a 10 m di distanza, Killo pro è un semplice ma efficace atomizzatore a batteria da 1 l, leggero e portatile per arrivare dovunque. Tengo a sottolineare – conclude Alberto Taravella – che tutti i nostri prodotti sono costruiti al 100 % in Italia con materiali di prima qualità.”
ARRIVATA
EVO SANITIZER,
un generatore di vapore ad uso professionale specifico per il settore sanitario che permette di effettuare un’accurata pulizia e sanificazione di tutte le superfici critiche che si trovano all’interno di strutture ospedaliere, case di cura, studi medici, dentistici e veterinari.
EVO SANITIZER è dotata di una caldaia in acciaio inox in grado di produrre vapore secco a 165°C a 6 bar di pressione e di un serbatoio interno per la ricarica continua dell’acqua. La sua struttura ergonomica e compatta permette inoltre l’accesso agli spazi più stretti. Grazie allo specifico nebulizzatore in dotazione che atomizza sanificante unitamente al vapore è possibile effettuare una rapida sanificazione di ogni ambiente. Il vapore secco prodotto dal generatore di vapore è ideale anche per le pulizie straordinarie, quotidiane e veloci in quanto scioglie lo sporco senza bagnare e senza danneggiare la superficie trattata.
“Elsea – dice Maurizio Calianno, Presidente – produce sistemi di pulizia professionale a vapore che impiegano generatori di ultima generazione che consentono la fuoriuscita di un getto potente e continuo. Soprattutto in strutture ricettive e hotel – dove risulta difficile sanificare con periodicità i tessuti di arredo – il vapore è un grande alleato in grado di ravvivare i colori ed eliminare i cattivi odori. Grazie all’uso simultaneo di vapore secco e prodotti sterilizzanti/disinfettanti anti Covid (con accessorio opzionale, nebulizzatore), i nostri sistemi eliminano rapidamente qualsiasi presenza batterica/virale dalle superfici trattate. Recentemente abbiamo ampliato la gamma della nostra Linea Vapore con macchine trifase e macchine combinate vapore/ ozono. Siamo gli unici produttori ad aver combinato la sanificazione a vapore con quella a ozono. Steam Plus Ozono, per esempio, è un generatore di vapore ideale per la totale sanificazione e pulizia di tutti gli ambienti professionali sottoposti a normativa HACCP (industria alimentare e farmaceutica, strutture sanitarie, centri sportivi ed estetici, hotel e locali pubblici). Oltre che da una caldaia a ricarica continua da 3000W, la macchina è dotata di un potente aspirapolvere/liquidi da 1400W, che consente l’uso di iniezione e estrazione con acqua calda/fredda, con o senza detergente (entrambi regolabili). Steam Plus Ozono è dotato di un Ozonizzatore per l’inattivazione di batteri e virus, per un ambiente lavorativo sano, purificato e privo di odori. Ozon O3 è, invece, la linea Elsea di macchine per la sterilizzazione e la disinfezione degli ambienti attraverso l’utilizzo di Ozono.”
Anche Ketek vanta tra le proprie soluzioni due differenti linee di prodotti: una dedicata a macchine a vapore e una per i sistemi a ozono. “Tutti rigorosamente made in Italy – precisa Giorgio Palmisano, direttore vendite. L’utilizzo del vapore nelle operazioni di pulizia rappresenta un sistema semplice, economico, igienico ed ecologico sia in ambienti domestici che
per utilizzi altamente professionali. L’elevata temperatura permette, infatti, di rimuovere ogni tipo di sporco unitamente all’igienizzazione di tutte le superfici. Un sistema di pulizia adatto a una vasta gamma di applicazioni, dalle operazioni di pulizia straordinaria, come l’impiego nel settore industriale, all’utilizzo ordinario e quotidiano. Ketek produce tre modelli di alto profilo diversificati nelle caratteristiche e nelle prestazioni in cui, alla classica potenza di aspirazione che contraddistingue gli aspiratori Ketek, si accompagnano caldaie altamente performanti. Macchine di facile e immediato utilizzo che garantiscono in piena sicurezza e comfort i migliori risultati di pulizia e massimo rispetto per l’ambiente. Nell’ambito dei generatori di ozono, la nostra azienda produce sistemi per per uso domestico e commerciale ad alta potenza, utilizzando le ultime tecnologie dell’ozono e componenti di alta qualità ed efficienza energetica. Efficaci per gli odori di ossidazione di fumatori, animali, acque reflue, ammoniaca, odori antincendio e sterilizzano batteri, virus e spore di muffa in pochi minuti. L’ozono è il più potente disinfettante tecnicamente disponibile ed efficiente. Allo stesso tempo è il mezzo più rispettoso dell’ambiente, perché è composto da soli tre atomi di ossigeno e non porta altre sostanze chimiche.”
Il Gruppo Lavorwash è noto a livello mondiale nel settore della produzione di macchinari per la pulizia con un’offerta completa e diversificata sia per utilizzo domestico che professionale. Dante Rossetti, responsabile marketing, spiega che il Covid ha modificato in modo significativo le strategie dell’azienda che ha dovuto affrontare tante difficoltà soprattutto di carattere logistico: “è andata sicuramente meglio nel secondo trimestre 2020 con una strategia orientata ad offrire prodotti dedicati alla sanificazione. Riorganizzarsi, soprattutto a livello produttivo non è stato facile, ma siamo contenti di esserci riusciti. D’altronde, le richieste dei clienti, come era logico aspettarsi, erano tutte per prodotti dedicati alla sanificazione. Serviva offrire la risposta all’esigenza che tutto il mondo chiedeva, in tempi rapidi e a volta rapidissimi. Abbiamo da subito lavorato sul vapore e su applicazioni dedicate alla sanificazione. Abbiamo successivamente sviluppato altre gamme di prodotti per la sanificazione di interni ed esterni come spray nebulizzanti con effetto misting. Infine, abbiamo integrato la gamma lavasciuga con sistemi per la sanificazione di superfici interne. Tutte le nostre soluzioni permettono di sanificare ambienti e superfici interne ed esterne in modo rapido e sicuro.”
Il “cuore” di Polti è il vapore da più di 40 anni e siamo esperti del vapore in tutte le sue declinazioni sia per uso domestico che professionale. Prima di parlare delle soluzioni specifiche dedicate alla sanificazione, Stefano Polti, responsabile della divisione professionale Polti, ci raccontala sua esperienza. “Fin dall’inizio della pandemia abbiamo riscontrato una forte domanda da parte dei nostri distributori che già vendevano i prodotti della linea professionale Polti Sani System e Polti Vaporetto MV, facendo emergere la necessità di avere degli apparecchi per disinfettare i locali in maniera rapida e sicura. Polti ha un brevetto dal 2006, si tratta di una pistola dove il vapore saturo secco viene sur-
riscaldato ed erogato in maniera rallentata ad altissima temperatura, fino a 180°C. Questo permette tramite shock termico di disinfettare e di inattivare i microrganismi come virus – incluso il Virus SARS CoV-2 - germi, batteri,
funghi spore e lieviti. Test più recenti, poi, ci hanno restituito dei risultati di cui siamo molto soddisfatti: avevamo infatti già raggiunto gli standard di disinfezione previsti misurati secondo le norme relative ai disinfettanti chimici ma oggi, in conformità alla norma francese AFNOR NF T-72 110 marzo 2019, possiamo dire che i prodotti Polti SaniSystem e Polti Vaporetto MV sono dei DDV (Dispositivi di Disinfezione a Vapore) con effetto virucida, battericida, sporicida, fungicida, levuricida e mufficida.” “Il vapore di Polti – prosegue Stefano Polti – è versatile perché può essere utilizzato su qualsiasi superficie, ha bassissimo impatto ambientale perché consente di ottenere elevati livelli di disinfezione e pulizia senza detergenti chimici e non ha pertanto alcun impatto negativo sull’ambiente, è veloce e rapido visto che arriva dappertutto e non è necessario areare i locali una volta effettuata la disinfezione ed è sicuro in presenza di persone. In particolare, Polti Sani System è un dìspositivo unico nel suo genere grazie alla tecnologia brevettata Superheated Chamber che genera all’interno della pistola erogatrice con camera ad espansione controllata un vapore saturo secco surriscaldato che raggiunge in uscita una temperatura fino a 180°C; la nuvola avvolgente di vapore generato nella pistola agisce in pochi secondi ed è ideale per disinfezioni frequenti durante la giornata. È adatto a tutte le superfici, compresi i tessuti e gli oggetti, e arriva in ogni fessura, anche sui materiali a geometria complessa. Può essere utilizzato ovunque: ristoranti, bar e negozi, studi professionali, saloni e istituti di bellezza, uffici, studi medici e sanitari in generale, scuole e asili, palestre e strutture ricettive. Polti Sani System è un Dispositivo di Disinfezione a Vapore (DDV) conforme alla norma AFNOR NF T72110 – ambito medicale. Sviluppato nel 2006 in collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Pavia, è dedicato alla disinfezione degli ambienti a rischio di contaminazione biologica.”
Anche Tecnovap vanta una trentennale esperienza sul vapore per la sanificazione di tutte le superfici, in quanto il vapore secco ad alta temperatura dei loro generatori già garantisce un abbattimento della gran parte di batteri, virus, acari e muffe. “Per questa emergenza – spiega Ivan Frigo dell’ufficio commerciale – abbiamo però
dovuto abbinare al vapore uno speciale igienizzante per le normative anti-covid. Il nostro prodotto per la sanificazione si chiama Evo Sanitizer; è un generatore di vapore ad uso professionale, che permette di effettuare un’accurata pulizia e sanificazione di tutte le superfici critiche che si trovano all’interno di strutture ospedaliere, case di cura, studi medici, dentistici e veterinari. In combinazione al macchinario viene fornito uno speciale nebulizzatore vapore per la disinfezione di tutte le superfici. Il sanificante, propriamente diluito nel flacone del nebulizzatore, viene trasportato tramite sistema venturi dalle microparticelle di vapore secco su tutte le superfici da trattare, garantendo una rapida e sicura disinfezione degli ambienti. Il prodotto igienizzante impiegato si chiama Vapo San,
un decontaminante liquido, a base di un compound di perossidi, adatto per l’utilizzo in sistemi di nebulizzazione a vapore Tecnovap. È adatto per la decontaminazione di tutte le superfici senza incorrere in problemi di ossidazione, corrosione e deterioramento dei materiali più delicati e sensibili. Vapo San è costituito da una miscela base di un compound ad hoc di perossidi in grado di rilasciare ossigeno attivo attraverso l’erogazione del vapore, più altri eccipienti di derivazione naturale che migliorano la stabilità e l’azione decontaminante. Vapo San può essere utilizzato per seguire il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 14 marzo 2020 – sezione 4 “Pulizia e sanificazione in azienda” – in quanto, è conforme a quanto stabilito dalle disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute - Pulizia di ambienti sanitari e non sanitari.”
Punta molto sul vapore Sti come ci spiega il suo amministratore delegato Laura Passuello: “La nostra azienda punta molto sul vapore come elemento fondamentale per una pulizia estremamente profonda. Oltre alla pulizia, il vapore, grazie alle alte temperature, sanifica le superfici senza l’utilizzo di particolari prodotti. Abbiamo comunque voluto collaborare con un’importante azienda italiana per trovare il prodotto ideale da utilizzare con il vapore a base di perossido d’idrogeno. In questo modo possiamo fornire uno strumento completo, infatti, dopo la pulizia, grazie al vapore, veicoliamo il prodotto in modo che se qualche superficie non è stata pulita e sanificata perfettamente solo con il vapore, il prodotto distribuito successivamente termina il lavoro svolto dall’operatore. I nostri generatori di vapore a uso professionale sono dotati di caldaie in acciaio inox capaci di produrre vapore secco tra i 160°C e 185°C in base al modello. Queste macchine lavorano tra gli 8 e i
10 bar di pressione. Le alte temperature, infatti, permetto di distruggere batteri, muffe e virus. E con i nostri accessori permettiamo al getto di vapore di raggiungere gli spazi più piccoli e impenetrabili che con i tradizionali sistemi di pulizia non sarebbero raggiungibili. Quindi è ideale per le superfici complesse. A tal proposito è stato creato un apposito accessorio per veicolare una soluzione a base di perossido d’idrogeno con il vapore. Questo permette
di completare al 100% la pulizia e sanificazione dell’ambiente. Il particolare accessorio che sfrutta l’effetto venturi, bagna qualsiasi superficie permettendo al prodotto di uccidere qualsiasi particella presente di virus. Quindi, l’eventuale particella sopravvissuta al vapore, viene eliminata al 100%.”
“Attualmente - continua la Passuelloconsegniamo ai nostri distributori un protocollo per l’utilizzo corretto sia del vapore che del prodotto a base di perossido d’idrogeno. Questo è importante sia per utilizzarlo in modo corretto, sia per proteggere l’operatore da qualsiasi problema connesso alla sanificazione. Per quanto riguarda le certificazioni, stiamo terminando un lungo processo di certificazione dei nostri macchinari che terminerà verso il mese di aprile. Crediamo sia importante supportare i distributori con pratiche e prodotti certificati da enti specifici per renderli più sicuri sulla vendita.”
Pulitori a VAPORE SATURO
Cimel srl dal 1978 produttore di macchinari per la pulizia professionale presenta Turbolava Vapor.net, pulitori a vapore saturo. Con una minima presenza di micro gocce d’acqua (4/5%), emettono vapore con temperatura fino a 180 C° e pressione da 6 a 10 bar.
La potenza del vapore agisce con alta temperature e pressione, e minima quantità d’acqua, così da pulire, sgrassare e sanificare tutte le superfici verticali e orizzontali, macchinari, piani di lavoro, utensili, arredi, velocemente, senza spargere acqua attorno, in sinergia o meno con prodotti chimici disinfettanti o sgrassanti.
Con potenze da 2800 watt a 230V e fino a 18.000 watt a 380 Volts sono dotate di vari dispositivi di sicurezza. Efficace contro tutti i tipi di sporco e
Vapornet Sanitary oltre che pulire e sgrassare vaporizza insieme al vapore anche disinfettanti nell’ambiente per ogni esigenza nei settori: Sanità, Commercio, Ho.re.ca., Industrie alimentari, Aziende meccaniche, Automotive.
Tutti i modelli Turbolava Vapor.net sono progettati con una struttura esterna in acciaio inox, una caldaia in acciaio di congruo spessore e sono forniti con una vasta gamma di accessori di serie per arrivare a snidare i batteri, lo sporco e il grasso anche negli interstizi più nascosti su pavimenti, piastrelle, piani di lavoro, macchinari, senza bagnare attorno e senza rovinare componenti elettrici o elettronici. Cimel fornisce prodotti personalizzati seguendo le esigenze del cliente e progetta e realizza impianti lava nastri a vapore su misura.
MISTING. Tecnologia applicata alla SANIFICAZIONE
Con l’emergenza Covid-19 siamo tutti diventati, per forza di cose, molto più attenti a pulizia, disinfezione e sanificazione soprattutto negli ambienti lavorativi e comunitari perché, insieme al distanziamento sociale, la sanificazione è l’unico modo per evitare il contagio. LAVOR ha una gamma completa di prodotti che spazia dalle idropulitrici alle lavasciuga pavimenti, abbracciando tutto il settore Cleaning: esperienza di oltre quarantacinque anni, know-how e qualità costruttiva sono i fattori che distinguono tutti i prodotti LAVOR.
LAVOR propone anche una gamma di carrelli da misting estremamente effi-
caci per la sanificazione di ambienti, equipaggiati con motopompe completamente made in Italy e speciali testine da nebulizzazione multiugello.
Il misting è una particolare tecnologia che permette la nebulizzazione nell’aria di microparticelle di liquido pressurizzato (circa <20 Micron). Questa tecnologia applicata alla sanificazione ha due vantaggi:
■ Non bagnare e non lasciare residui di acqua sulle superfici (infatti le microparticelle di liquido asciugano molto rapidamente); questa peculiarità la rende particolarmente adatta ad essere utilizzata in ambienti interni.
■ Trattare in minor tempo e in maniera più omogenea spazi mediamente
ampi, molto più di quanto possa fare un normale atomizzatore. Il sanificante più adeguato per queste applicazioni è il perossido di idrogeno (la comune acqua ossigenata), un sanificante totalmente atossico e non corrosivo ma estremamente efficace contro virus e batteri. Il trattamento non genera la formazione di Composti Organici Volatili e la sua degradazione è rapida e superiore al 99,99% in circa 20 minuti. Il prodotto è composto da una cisterna in polietilene da 50 litri ad alta resistenza, una pompa per il misting e un motore elettrico monofase ad induzione; il baricentro molto basso ne garantisce l’ottima stabilità. ■ www.lavor.com
STEAM JET 5 L’utilizzo del vapore nelle operazioni di pulizia rappresenta un sistema semplice, economico, igienico ed ecologico sia in ambienti domestici che per utilizzi altamente professionali. L’elevata temperatura permette, infatti, di rimuovere ogni tipo di sporco unitamente all’igienizzazione di tutte le superfici. Un sistema di pulizia adatto ad una vasta gamma di applicazioni, dalle operazioni di pulizia straordinaria, come l’impiego nel settore industriale, all’utilizzo ordinario e quotidiano. Modelli di alto profilo diversificati nelle caratteristiche e nelle prestazioni in cui, alla classica potenza di aspirazione che contraddistingue gli aspiratori di KETEK si accompagnano caldaie altamente performanti. Macchine start and-go di facile e immediato utilizzo che garantiscono in piena sicurezza e comfort i migliori risultati di pulizia e massimo rispetto per l’ambiente.
Ketek S.r.l. Via E. Fermi, 5 25025 - Manerbio (BS) - Italy - Phone: +39 030 99.37.068 - Mail: info@ketek.it - Web: www.ketek.it
Sistemi di sanificazione
La forza del VAPORE
Pulizia e detersione delle superfici, effettuate in modo accurato attraverso macchine professionali e prodotti igienizzanti, sono operazioni fondamentali per rimuovere lo sporco e necessarie per poter effettuare una corretta sanificazione e disinfezione poiché permettono di eliminare gli agenti patogeni presenti e prevenire la loro proliferazione negli ambienti. Ghibli & Wirbel, per rispondere a queste esigenze di pulizia professionale e sanificazione, schiera una nuova squadra di generatori di vapore: la gamma S-Team.
Le elevate temperature e le forti pressioni di esercizio permettono, infatti, di sciogliere lo sporco ed eliminare completamente microrganismi, batteri, germi e parassiti (acari, pulci e zecche) in modo facile e veloce, anche senza l’utilizzo di prodotti chimici, ottenendo eccellenti risultati di igienizzazione nel totale rispetto dell’ambiente. Macchine pratiche e intuitive, declinate in tre diversi modelli per affrontare ogni tipo di sfida.
S-Team 6 è il generatore di vapore ideale per gli ambienti medio piccoli. Compatto e potente, con produzione di vapore a 160 °C e una pressione di esercizio di 6 bar, ha la possibilità di com-
binare vapore secco e vapore umido attraverso la funzione “Acqua Calda” per rimuovere lo sporco più ostinato. La funzione TurboPower, inoltre, grazie alla possibilità di attivare una o entrambe le resistenze in caldaia e operare a 2200 W o 3200 W, permette a S-Team 6 di lavorare in ogni tipo di ambiente, anche in quelli domestici/commerciali caratterizzati dalla presenza di impianti elettrici a bassa tensione.
S-Team 6 V, con una produzione di vapore secco a 160 °C, una pressione di esercizio di 6 bar e il potente motore aspirazione da 1150 W, è il pulitore a vapore in grado di garantire eccellenti risultati di pulizia e asciugatura. Per contrastare lo sporco più ostinato, durante le operazioni di detersione più profonde, è possibile attivare la Funzione Detergente, che sfrutta la potenza del vapore e l’azione della soluzione detergente.
S-Team 10 VH è il generatore di vapore con aspirazione professionale che,
grazie alla produzione di vapore a 185 °C e l’elevata pressione di esercizio di 10 bar, è ideale per operare in settori come industria meccanica, industria alimentare, sanità ed enti pubblici.
La Funzione Detergente e la Funzione Hydrojet, che combina il vapore secco con un potente getto d’acqua, permettono alla macchina di fronteggiare anche lo sporco più ostinato.
A completare l’offerta, l’ampia gamma di accessori standard e optional che consente ai modelli S-Team di lavorare su ogni tipo di superficie (pavimenti, vetri, acciaio) e persino tessuti.
Estremamente versatili, caratterizzati da robustezza e resistenza, grazie alla struttura in acciaio inox, i generatori di vapore S-Team sono in grado di operare in modo efficace, immediato e senza alcuno sforzo nei settori più differenti: dall’industria alla sanità, dall’Ho. Re.Ca. ai trasporti pubblici, fino all’utilizzo in ambienti domestici. ■
www.ghibliwirbel.com
Sistemi di sanificazione TECNOVAP in prima linea CONTRO il CORONAVIRUS
Tecnovap è da sempre impegnata sul fronte della sanificazione, per il settore sanitario, horeca, industria meccanica e alimentare. Ecco le sue soluzioni per combattere il Covid-19.
In un momento storico così difficile, Tecnovap mette a disposizione la sua gamma di generatori specifici per la sanificazione a vapore che, grazie al vapore saturo secco generato ad alta temperatura (fino a 180°C per alcuni modelli), garantiscono l’eliminazione di batteri, virus e muffe da ogni superficie. Oggi i generatori di vapore Tecnovap trovano applicazione sul campo, nelle mani di operatori specializzati, nelle sanificazioni ambientali, dando il loro contributo alla lotta contro il micidiale e invisibile virus Sars CoV-2.
Per questo scopo, Tecnovap ha progettato e realizzato EVO SANITIZER, è un generatore di vapore ad uso professionale, che permette di effettuare un’accurata pulizia e sanificazione di tutte le superfici critiche che si trovano all’interno di strutture ospedaliere, case di cura, studi medici, dentistici e veterinari. È dotata di una caldaia in acciaio inox in grado di produrre vapore secco a 165°C a 6 bar di pressione e di un serbatoio interno per la ricarica continua dell’acqua. La sua struttura ergonomica e compatta permette inoltre l’accesso agli spazi più stretti.
Grazie allo specifico NEBULIZZATORE
VAPORE in dotazione che atomizza sanificante unitamente al vapore è possibile effettuare una rapida sanificazione di ogni ambiente. Il getto di vapore carico di particelle di sanificante, colpisce tutte le superfici: pavimenti, pareti, arredi e penetra facilmente anche all’interno degli spazi più inaccessibili dove proliferano batteri e muffe.
Il sanificante VAPO SAN propriamente diluito nel flacone viene aspirato tra-
Generatore di vapore EVO SANITIZER
Nebulizzatore Vapore per sanificante
Il sanificante Vapo San
mite sistema venturi e trasportato dalle microparticelle di vapore secco su tutte le superfici. VAPO SAN è un decontaminante liquido, a base di un compound di perossidi, adatto per l’utilizzo in sistemi di nebulizzazione a vapore TECNOVAP. È adatto per la decontaminazione di tutte le superfici senza incorrere in problemi di ossidazione, corrosione e deterioramento dei materiali più delicati e sensibili. VAPO SAN è costituito da una miscela base di un compound ad hoc di perossidi in grado di rilasciare OSSIGENO ATTIVO attraverso l’erogazione del vapore, più altri eccipienti
di derivazione naturale che migliorano la stabilità e l’azione decontaminante. VAPO SAN può essere utilizzato per seguire il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 14 marzo 2020 – sezione 4 PULIZIA E SANIFICAZIONE IN AZIENDA - in quanto, è conforme a quanto stabilito dalle disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute - Pulizia di ambienti sanitari e non sanitari. ■ www.tecnovap.it
Sistemi di sanificazione a OZONO
Afronte della pandemia di SarsCov-2 si è osservato un incremento massiccio dell’offerta di strumenti che impiegano l’ozono come sistema di sanificazione, fondamentalmente perché essi consentono molti vantaggi: essendo un gas può raggiungere anche le zone più lontane e nascoste delle stanze senza creare sporco o residui tossici, trasformandosi in ossigeno molecolare spontaneamente. L’impianto di generazione, peraltro, è costituito da una struttura molto semplice, il che minimizza i costi di gestione e di controllo operativo. Va sottolineato, però, che l’ozono generato in situ a partire da ossigeno non è ancora un biocida secondo regolamento BPR (Regolamento Prodotti Biocidi) per la disinfezione di superfici. La richiesta di registrazione di questo principio attivo è stata sottoposta all’ECHA (Agenzia per le Sostanze Chimiche).
Sull’impiego dell’ozono per queste applicazioni si è generata un po’ di confusione anche tra gli stessi addetti ai lavori come ci spiega Paolo D’Intino, direttore commerciale di Ekommerce (vedi box ozono): “Per la sanificazione, intendendo la lotta ai microrganismi, abbiamo puntato, in linea con la nostra mission ecologica, su tecnologie e prodotti a minor impatto ambientale, proponendo generatori di ozono professionali dotati di sistema di scarica a effetto corona per la produzione di ozono, evitando di dichiararli con claim che specificassero la funzione di disinfettante che giuridicamente non possiedono: questo sistema seppur dotato di conclamate proprietà biocida ed essendo riconosciuto come
L’OZONO HA PROPRIETÀ BIOCIDA ED È UN PRESIDIO NATURALE, PERÒ…
Il presente dossier sui sistemi di sanificazione mette in evidenza pregi ed efficacia delle principali tecnologie presenti sul mercato, tenendo anche presente che in questo periodo la priorità è la lotta al Covid-19. Proprio per la delicatezza del momento e del tema che viene trattato trovano spazio le parole di Paolo D’Intino, che pone l’attenzione sulla confusione venutasi a creare circa l’impiego dell’ozono. Dice il direttore commerciale di Ekommerce: “l’ozono ha comprovate proprietà biocida ed è riconosciuto come presidio naturale come spiegato nell’ultimo Rapporto ISS Covid-19 n. 57/2020 intitolato ‘Focus on: utilizzo professionale dell’Ozono anche in riferimento a Covid-19: L’azione biocida dell’ozono per il trattamento degli ambienti è comprovata da diversi
studi disponibili in letteratura’, mentre Il Ministero della Salute, con protocollo del 31 Luglio 1996 n°24482, riconosce l’utilizzo dell’ozono nel trattamento dell’aria e dell’acqua, come presidio naturale per la sterilizzazione di ambienti contaminati da batteri, virus, spore, muffe e acari. Nonostante questo, non è possibile dichiarare ufficialmente le proprietà disinfettanti perché non in possesso dei requisiti relativi alle necessarie registrazioni ministeriali sia a livello italiano che europeo. E qui si nasconde una prima contraddizione. L’autorizzazione alla commercializzazione in Italia come ‘disinfettante’ non è possibile, non per limiti del prodotto, ma perché l’autorizzazione nazionale come Presidio Medico Chirurgico (PMC) – disinfettante, comporta la sola produzione in offi-
cine che devono essere autorizzate dal Ministero della Sanità. Tale condizione, in caso di generazione in situ (produzione fuori officina), non è pertanto praticabile sotto l’aspetto normativo, ma lo sarebbe a livello europeo, in quanto l’ozono generato in situ a partire da ossigeno, è ritenuto principio attivo ad azione ‘biocida’ ed è in revisione (valutazione) ai sensi del Regolamento (UE) n. 528/2012 (BPR) sui biocidi (Europa, 2012) da parte degli Stati membri Germania e Paesi Bassi, come disinfettante per le superfici (PT2 e PT4), per la disinfezione dell’acqua potabile (PT5) e per impiego nelle torri di raffreddamento degli impianti industriali (PT11). Tuttavia, il dossier relativo alla valutazione non è stato ancora completato per cui ci troviamo nuovamente davanti a una limitazione burocratica piuttosto che di carattere tecnico-scientifico.
Come azienda ci impegniamo a produrre generatori di ozono di qualità, sottoli-
EKOXY3 di Ekommerce è un generatore di ozono per la disinfezione
presidio, non può vantare proprietà disinfettanti ‘legalmente’, in quanto non è in possesso dei requisiti relativi alle necessarie registrazioni ministeriali sia a livello italiano che europeo. In questo scenario, Ekommerce propone generatori di ozono dotati di sistemi filtranti che evitano di produrre smog fotochimico all’interno degli ambienti trattati a causa delle emissioni nocive di miscela di inquinanti, inclusi ossidi
neando che questi generatori restano utilizzabili esclusivamente come sistemi sanitizzanti e non deodoranti - come qualcuno non correttamente sostiene e come dichiarato dall’ISS nel Rapporto ISS Covid-19 n. 25/2020.
Pertanto, in questa fase, l’ozono può essere considerato un “sanitizzante” e con riferimento a ciò è interessante notare come nello stesso rapporto n.25, l’ISS tenga a sottolineare quanto segue: ‘La sanitizzazione è un termine importato dalla traduzione dall’inglese del termine sanitisation che, nella forma originale, viene utilizzato come sinonimo di disinfezione’. Come da nota del Ministero della Salute (58) ‘Anche i prodotti che riportano in etichetta sanitizzante/sanificante si considerano rientranti nella definizione di prodotti biocidi’. Ancora una volta, il termine è riferito a prodotti contenenti principi attivi in revisione come biocidi disinfettanti che, tuttavia, non avendo completato
l’iter di valutazione, non possono vantare l’efficacia disinfettante. Da aggiungere in conclusione che i prodotti sanitizzanti sono dichiarati ad efficacia sanificante in ambito di lotta ai microrganismi secondo la scala LOG di classificazione internazionale a capacità abbattente di ben 4 LOG pari a 99,99%, dove il numero di LOG è uguale al numero di 9 che esprimono il coefficiente di abbattimento esercitato nei confronti della pressione infettiva, quindi, i prodotti sanitizzanti, non sono semplici igienizzanti o deodoranti come qualcuno sostiene, ma posseggono un altissimo profilo di efficacia contro i microrganismi patogeni a scala LOG 4, considerando che i prodotti disinfettanti della gerarchia immediatamente successiva hanno capacità LOG 5 (sino a 8) e questo spiega perché nel rapporto ISS l’organismo sottolinei che il termine sanitizzazione sia utilizzato come sinonimo di disinfezione, appunto perché le prestazioni sono quasi identiche.”
di azoto (NOx) e composti organici volatili (COV), che i generatori classici rilasciano quando producono ozono se non collegati a dispositivi da cui prelevano ossigeno puro o, come nel nostro caso, siano dotati di sistemi filtranti. Va sottolineato che questi generatori restano utilizzabili esclusivamente come sistemi sanitizzanti fino a quando non verrà completato l’iter di valutazione delle proprietà biocida. A livello di formulati chimici ad azione disinfettante e nello specifico anche virucida, siamo distributori del Rely +On Virkon. Il prodotto è dotato di un ampio spettro d’azione contro agenti patogeni e di una formulazione unica ed è consigliato per le sue specifiche caratteristiche nelle strutture mediche, per laboratori di contenimento di patologia e biosicurezza e nei centri di trattamento e residenze assistenziali ed ovviamente in tutte quelle realtà che abbiano profili di rischio più contenuti rispetto a quelli target qui esposti. In conformità alla legislazione europea sulla classificazione ed etichettatura dei preparati chimici, non è classificato come dannoso e perciò presenta poche limitazioni d’uso e manipolazione rispetto a molti altri prodotti disinfettanti. La sua composizione chimica è a base di ossigeno, contiene sali e acidi organici e il principio attivo è degradabile nell’ambiente in modi diversi, sia nel suolo che nell’acqua, scomponendosi e formando sostanze naturali di sali di potassio. Quindi un prodotto che associa un eccellente potere contro agenti patogeni ad un profilo tossicologico ecocompatibile. Il Rely+On Virkon gode di uno speciale certificato del laboratorio indipendente Microbac Laboratories che attesta la sua efficacia virucida nei confronti del virus Sars CoV2 oltre ad essere registrato presso il Ministero della Salute come PMC (Presidio Medico Chirurgico), mentre le nostre attrezzature godono di specifiche dichiarazioni CE, di dettagliati manuali d’uso e sono prodotte made in Italy o made in Europe.”
Un’altra azienda che ha puntato su dispositivi professionali a ozono è Sanity System. Vittorio Hans Pinto CEO della società spiega che “…sono oltre dieci anni che ci occupiamo di sanificazione ambientale professionale e che testiamo la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti. L’ultimo studio condotto dall’equipe del Prof. Andrea Crisanti, Direttore e Responsabile Scientifico del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, per esempio, ha certificato che i nostri sanificatori presentano ‘una efficacia virucida nei confronti di Sars-CoV-2 con un abbattimento della carica superiore al 99% [...]’. Un traguardo per noi importante e di cui siamo davvero orgogliosi, specie perché si tratta del primo in assoluto eseguito direttamente su un sanificatore a ozono con l’obiettivo di testarne l’efficacia nei confronti del virus.” “La nostra azienda - continua Pintoproduce e commercializza dispositivi professionali ad ozono per sanitizzare e deodorare attività commerciali, ambienti sanitari e veicoli. I sanificatori Sanity System utilizzano un’esclusiva tecnologia basata su sistemi elettronici che generano ozono (O3), poten-
tissimo gas ossidante e quindi ottimo per la disinfezione ambientale di aria e superfici. Il sistema di elettronica e di software che abbiamo sviluppato consente di generare la quantità di ozono necessaria per la sanificazione totale dell’ambiente e a fine trattamento di riconvertire l’ozono prodotto in ossigeno (O2). Questo processo di catalizzazione avviene grazie al ‘Sistema sicuro’, un dispositivo presente in tutti i nostri prodotti. I nostri generatori di ozono non hanno bisogno di detergenti, prodotti chimici, filtri, cartucce (quindi zero costi in più), non rilasciano nessun residuo chimico e necessitano di poca manutenzione. Grazie ai programmi preimpostati, la sanificazione è facile e intuitiva.”
Sistemi di sanificazione con PMC
L’attività di sanificazione con biocidi o presidi medico chirurgici consiste nella corretta applicazione del disinfettante sia in termini di tempo che di quantità di prodotto. Per questo motivo, ai metodi tradizionali, con normale erogazione spray e successiva rimozione del disinfettante, vengono preferiti apparecchi che impiegano tecnologie che espletano la funzione in maniera più rapida e sicura. Nell’ambito delle tecnologie per la sanificazione degli ambienti, F Solutions propone una tecnologia unica sul mercato che sfrutta l’aero dispersione di nebbia secca sanitizzante con presidio medico chirurgico. Gianni Furio, amministratore dell’azienda, commenta: “L’emergenza scaturita dalla pandemia del Covid-19, ha imposto un nuovo paradigma nelle tecniche di sanificazione degli ambienti. Effettuare interventi validi e validati attraverso un’analisi preventiva delle condizioni degli ambienti e da una conseguente proposta che si basi sulla scelta di attrezzature e prodotti in grado di garantire un’altissima efficacia dei sistemi. La diffusione e la conseguente azione sanificante su tutte le superfici, anche quelle più nascoste degli ambienti oggetto di intervento, costituisce il vero valore aggiunto. Il sistema della Nebbia Secca costituisce la tecnologia più innovativa attualmente presente sul mercato, in quanto in grado di superare i limiti della diffusione atomizzata tradizionale. Saniclair ha ingegnerizzato macchine per la generazione di ‘Nebbia Secca’ in grado di emettere microparticelle della dimensione compresa nel range da 1 micron a 3 micron, e con una caratterizzazione termica che ne garantisce una saturazione omogenea dei locali.
COSA SI INTENDE PER PRESIDIO MEDICO CHIRURGICO (PMC) E BIOCIDA
Per presidi medico-chirurgici si intendono tutti quei prodotti che vantano in etichetta un’attività riconducibile alle seguenti definizioni, indicate nell’articolo 1 del D.P.R. 392 del 6 ottobre 1998:
1. disinfettanti e sostanze poste in commercio come germicide o battericide;
2. insetticidi per uso domestico e civile;
3. insettorepellenti;
4. topicidi e ratticidi ad uso domestico e civile.
I presidi medico-chirurgici, per poter essere immessi in commercio sul mercato italiano, devono contenere un principio attivo in revisione secondo il Regolamento (UE) 528/2012 e devono essere preventivamente autorizzati dal Ministero della salute ai sensi del D.P.R. 392 del 6 ottobre 1998 e del Provvedimento 5 febbraio 1999, dopo opportuna valutazione della documentazione presentata dai richiedenti. Una volta autorizzati, i prodotti devono riportare in etichetta la dicitura: “Presidio Medico-Chirurgico” e “Registrazione del Ministero della salute n. ...”.
Una definizione di biocidi è riportata nell’art. 3 del Regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio: ■ qualsiasi sostanza o miscela nella forma in cui è fornita all’utilizzatore, costituita da, contenenti o capaci di generare uno o più principi attivi, allo scopo di distruggere, eliminare e rendere innocuo, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo, con qualsiasi mezzo diverso dalla mera azione fisica o meccanica, ■ qualsiasi sostanza o miscela, generata da sostanze o miscele che non rientrano in quanto tali nel primo trattino, utilizzata con l’intento di distruggere, eliminare, rendere innocuo, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo, con qualsiasi mezzo diverso dalla mera azione fisica o meccanica.
Un articolo trattato che abbia una funzione primaria biocida è considerato biocida.
Fonte: Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/)
La messa a punto di un formulato a base di un Presidio Medico Chirurgico autorizzato dal Ministero della Sanità in grado di abbattere tutti i ceppi più diffusi di virus (Escherichia Coli, Pseudomonas Aeruginosa e Virus incapsulati, inclusi HBV e HBC, appartenenti alla famiglia dei Coronavirus) costituisce l’elemento caratterizzante del combinato disposto. Il sistema Saniclair, oltre all’efficacia di sanitizzazione presenta una serie di van-
taggi particolarmente apprezzati: tempi di sanitizzazione ridotti e conseguente economicità del trattamento, totale assenza di umidità, compatibilità con tutte le superfici e con qualsiasi materiale senza nessun effetto visibile, né ossidazione di parti metalliche in quanto totalmente esente da Ozono.”
ISC Srl propone l’atomizzatore elettrostatico, a pistola o zaino Victory. L’atomizzatore è una macchina utilizzata per la nebulizzazione in particelle piccolissime tra i 20 e i 180 micron di sospensioni liquide. “Victory – dichiara Stefano Grosso, amministratore delegato di ISC - rivoluziona l’applicazione del disinfettante, rendendola più efficace e veloce - si eroga 1 litro di soluzione disinfettante in 10 minuti, coprendo un ambiente di complessità media di circa 150 metri quadrati -. Inserito dalle più importanti imprese di servizi, prima dell’emergenza Covid-
L’atomizzatore Victory di ISC consente un’applicazione del disinfettante efficace e veloce. L’ambiente è subito vivibile perché la soluzione viene attratta dalle superfici e non rimane in sospensione
19, nelle procedure di sanificazione degli ambienti ad alto rischio, Victory è stato da subito applicato nelle procedure di disinfezione e bonifica da Coronavirus negli ospedali, mezzi di trasporto, magazzini, aziende, supermercati, palestre, scuole. Grazie alla carica elettrostatica, la soluzione copre uniformemente e in modo avvolgente qualsiasi oggetto o superficie presente, senza creare sgocciolamenti e evitando che si tolga il prodotto prima che abbia agito sugli elementi patogeni. L’ambiente è subito vivibile perché la soluzione viene attratta dalle superfici e non rimane in sospensione, migliorando la qualità dell’aria. Inoltre è anche ecologico ed economico perché la nebulizzazione permette di coprire uniformemente una superficie con il 65% di prodotto in meno, per una evidente riduzione dei costi e dell’impatto ambientale. L’atomizzatore Victory è brevettato per la tecnologia di carica
elettrostatica che viene data alla soluzione, ma la vera garanzia di efficacia l’ha data il mercato, che lo ha riconosciuto come standard per l’erogazione del disinfettante.”
“Con la collaborazione di Ecosì, produttore di Perox, il disinfettante virucida PMC a base di perossido di idrogeno (principio attivo indicato dal Ministero della Salute in grado di inattivare i Coronavirus) che è risultato ideale nelle
Pronti e sicuri per la riapertura
procedure di nebulizzazione - conclude Grosso - abbiamo realizzato le linee guida di utilizzo per la sanificazione degli ambienti con Victory e Perox, per facilitare i clienti a utilizzarli nel modo più efficace. Abbiamo poi realizzato video tutorial per l’utilizzo e la manutenzione, in modo da essere al fianco dei nostri clienti, anche da remoto.”
Propone un sistema di nebulizzazione brevettato Pragma Blue. Il processo di sanificazione avviene tramite una macchina appositamente sviluppata Sancase, registrata come Dispositivo Medico per la nebulizzazione a secco del prodotto Ecoxteril/Anosan, marchio di proprietà e distribuito dall’azienda vicentina. Il disinfettante viene commercializzato da Pragma Blue dal 2015 e si differenzia in modo sostanziale dalla maggior parte dei prodotti con efficacia biocida (certificazione Ministero della Salute, Labor dr. Merk, Istituto Superiore di Sanità Svizzera, Agenzia Europea del Farmaco). “Il principio attivo – spiega Roberto Slaviero – è l’acido ipocloroso che viene utilizzato in quantità molto basse, essendo molte volte più efficace dell’ipoclorito classico. Questo ci permette di avere un disinfettante biocida totalmente atossico certificato contro Coronavirus, ipoallergenico non irritante, a pH neutro, inoffensivo sia per le persone che per gli oggetti presenti nell’ambiente totalmente minerale non contiene sostanze chimiche, alcol, aldeidi ozono è 100% ecologico. Disponibile anche la versione Skincare per la protezione del corpo quale igienizzante, idratante.”
Si basa sulla nebulizzazione a freddo di acido ipocloroso miscelato con acqua distillata anche il sistema EWS proposto da Spray Team Srl. “Grazie alla collaborazione con uno spin-off dell’Università di Ferrara, Gate Srl – spiega Mauro Bergamini, socio e tecnico commerciale di Spray Team – abbiamo messo a punto il sistema EWS (Electrolyzed Water System). Si tratta di un sistema completo, green e personalizzabile di sanificazione (anche anti-covid),
che comprende: la macchina (EWS Machine) per realizzare la soluzione sanificante; il prodotto sanificante (EWSolution) da diffondere con la concentrazione su misura per le specifiche esigenze e applicazioni; i diversi tipi di diffusore/nebulizzatore (EWS Nebulizer) per l’applicazione in sicurezza e senza danni in ogni tipo di ambiente. Il vantaggio principale della nostra soluzione consiste proprio nella possibilità di produrre la concentrazione adatta alle esigenze del cliente direttamente in situ. Va tenuto presente, infatti, che l’acido ipocloroso per mantenersi stabile nel tempo necessita dell’aggiunta di prodotti chimici, perdendo in questo modo l’etichetta di prodotto “green”. Mettere l’utilizzatore nelle condizioni di prodursi da solo il concentrato di acido ipocloroso – già con 300 ppm di concentrazione si ottiene un potente effetto battericida – e di distribuirlo nell’ambiente con il nebulizzatore più adatto, significa dare la possibilità di utilizzarlo entro poco tempo dopo la sua produzione e quindi senza far decadere la sua concentrazione. Il prodotto, pertanto, non richiede aggiunta di sta-
bilizzanti chimici e si mantiene “green”. Cuore della macchina è la cella elettrolitica a tecnologia Gate, coperta da brevetto per invenzione industriale, che consente di avere rapidamente a disposizione una soluzione ecologica per sanificare ambienti di qualsiasi dimensione, senza pericoli per l’operatore e senza l’utilizzo di prodotti chimici.”
TECNOLOGIA innovativa ed ECO-SOSTENIBILE
Nato come trattamento di sanificazione antimicrobico, con l’avvento dell’emergenza epidemiologica ha virato il suo focus e avviato sperimentazioni nella direzione dell’antivirale.
Si chiama EWS – Electrolyzed Water System ed è una tecnologia innovativa che riesce ad essere non soltanto più efficace ma anche più sostenibile. Un sanificante altamente performante contro virus e batteri ma che non danneggia l’uomo né l’ambiente. Rispetto alle sostanze sul mercato, infatti, primi test e sperimentazioni ne hanno evidenziato da un lato enormi vantaggi in termini di capacità di eliminare e proteggere dai virus e dall’altro lato, una minore tossicità e nocività. A differenza di quanto attualmente utilizzato, infatti, EWS non permane negli ambienti (o comunque non richiede ore prima di consentire all’uomo, ad esempio, di rientrare in un locale sanificato). EWS risulta essere immediatamente “avvicinabile”. E se entrarne in contatto non risulta arrecare alcun danno alla salute, attualmente è in corso una sperimentazione per comprendere se sia possibile procedere alla sanificazione con EWS direttamente sulla persona. Se nei luoghi di lavoro è raccomandato l’utilizzo dell’ozono per la sanificazione esclusivamente in assenza dell’uomo, immaginiamoci invece quei sanificatori posti agli ingressi dei luoghi pubblici che solitamente utilizzano proprio ozono e idrogeno.
Sviluppato dalla Professoressa Elena Tamburini dell’Università di Ferrara, insieme allo spin off Gate Srl (Green for the Future, di cui la Professoressa è Direttore Scientifico), specializzato in tecnologie green innovative riconducibili ai field dell’elettrochimica e delle biotecnologie a basso impatto ambientale, il sistema EWS è un sistema
completo: esso comprende infatti la macchina per realizzare la soluzione, il prodotto sanificante da diffondere e diversi tipi di diffusore/nebulizzatore. Tutto il progetto e la produzione delle attrezzature è realizzato in collaborazione con SprayTeam srl, un’azienda ferrarese che vanta una lunga esperienza nel campo delle macchine per la disinfestazione e la sanificazione.
Più nel dettaglio, in riferimento alla macchina, la EWS Machine non è altro che
un impianto di piccole dimensioni per la produzione dell’Electrolyzed Water, il sanificante eco-compatibile, per la neutralizzazione di virus e batteri. Fornire anche il macchinario, consente di produrre just in time la soluzione: così facendo oltre a consentirne l’utilizzo nel momento di massima proprietà performante, è anche possibile produrne esattamente la quantità necessaria. Inoltre, differenti concentrazioni specifiche di acqua e sale possono essere selezionate per un ulteriore ottimizzazione del prodotto EWS Solution (questo il nome della soluzione): da 10 a 400 PPM, per tornare poi a essere acqua e sale una volta esauritasi la proprietà sanificante. Infine, a completamento del sistema, è compresa la possibilità non soltanto di produrre la soluzione ma anche di scegliere la metodologia di nebulizzazione, ovvero di selezionare il nebulizzatore che meglio si adatta alle specifiche esigenze dell’utilizzatore finale. ■
Gategreen.it, www.sprayteam.it
Sistemi di sanificazione Sistema a NEBBIA SECCA Saniclair
L’emergenza scaturita dalla pandemia del COVID-19, ha imposto un nuovo paradigma nelle tecniche di sanificazione degli ambienti. Effettuare interventi validi e validati attraverso un’analisi preventiva delle condizioni degli ambienti e da una conseguente proposta che si basi sulla scelta di attrezzature e prodotti in grado di garantire un’altissima efficacia dei sistemi. La diffusione e la conseguente azione sanificante su tutte le superfici, anche quella più nascoste degli ambienti oggetto di intervento, costituisce il vero valore aggiunto di sistema. Il sistema della Nebbia Secca costituisce la tecnologia più innovativa attualmente presente sul mercato, in quanto in grado di superare i limiti della diffusione atomizzata tradizionale. Saniclair ha ingegnerizzato macchine per la generazione di “Nebbia Secca” in grado di emettere microparticelle della dimensione compresa nel range da 1 micron a 3 micron, e con una caratterizzazione termica che ne garantisce una saturazione omogenea dei locali. La messa a punto di un formulato a base di un Presidio Medico Chirurgico (Aut. Min.) in grado di abbattere tutti i ceppi più diffusi di virus (Escherichia Coli, Pseudomonas Aeruginosa e Virus incapsulati, inclusi HBV e HBC, appartenenti alla famiglia dei Corona Virus)
costituisce l’elemento caratterizzante del combinato disposto.
Il sistema Saniclair, oltre all’efficacia di sanitizzazione presenta una serie di vantaggi particolarmente apprezzati: tempi di sanitizzazione estremamente ridotti e conseguente economicità del trattamento, totale assenza di umidità, compatibilità con tutte le superfici e con qualsiasi materiale senza nessun effetto visibile, né ossidazione di parti metalliche in quanto totalmente esente da Ozono.
La gamma delle macchine disponibili, articolata su quattro modelli, è stata
concepita per rispondere a ogni esigenza di dimensioni dei locali. L’ingegnerizzazione delle macchine grazie alla loro capacità di emissione consente tempi di intervento molto più contenuti rispetto ai tradizionali sistemi. Partendo dal presupposto di come questa emergenza abbia aumentato la sensibilità nei confronti di corrette pratiche di sanitizzazione, le macchine Saniclair costituiscono un ottimo strumento anche per una gestione futura di operazioni che sempre di più diventeranno preventive. ■ www.saniclair.it
ATOMIZZATORE elettrostatico
Victory è l’atomizzatore elettrostatico che ha rivoluzionato l’applicazione del disinfettante, rendendola più veloce ed efficace in qualsiasi ambiente. In questi mesi sono stati disinfettati con Victory milioni di metri quadrati di ambienti, dai mezzi di trasporti alle palestre, dagli ambienti sanitari agli uffici, dai supermercati agli hotel, dimostrando la validità e flessibilità del sistema di nebulizzazione elettrostatica brevettata, presente sulle pistole e zaini Victory distribuiti da ISC srl
Come funziona
Una soluzione disinfettante a base acquosa viene caricata elettricamente e fatta passare attraverso una pompa pneumatica in corrente continua alla pressione di 11-12,5 bar e poi spinta nell’aria attraverso una serie di ugelli da 40, 80, 110 micron che la suddivide in minuscole goccioline. Ogni goccia di soluzione così trattata, trasportando la stessa carica elettrica, respinge le altre goccioline e viene attratta dagli oggetti presenti nell’ambiente, che hanno carica opposta, così da avvolgere uniformemente qualsiasi superficie presente, senza creare sgocciolamenti.
I benefici dell’atomizzazione elettrostatica
Con Victory ci vuole meno tempo per erogare il prodotto: è stato calcolato che, impostando l’ugello a 40 micron (il più piccolo), si eroga 1 litro di soluzione in 10 minuti, coprendo un ambiente di complessità media di circa 150 mq. Non dovendo passare il panno per asciugare, si evita di togliere il prodotto prima che abbia agito e si elimina il rischio di contaminazione incrociata, per una sicurezza totale e una produttività maggiore rispetto a qualsiasi altro metodo. Utilizzare Victory è semplice e intuitivo. La batteria al litio elimina la presenza di cavi, per cui basta riempire il serbatoio,
attivare con un pulsante la carica elettrostatica, e schiacciare il grilletto per iniziare a distribuire la soluzione disinfettante. Sono comunque disponibili per i clienti video-tutorial per la messa in uso e la manutenzione, consultabili online.
Quale disinfettante contro il Coronavirus
Con l’esperienza e la collaborazione di molti operatori, è stato individuato il disinfettante PMC virucida a base di perossido di idrogeno Perox come standard per l’atomizzazione con Victory. ISC ha quindi redatto insieme al produttore Ecosì le linee guida per la sanificazione degli ambienti con Victory e Perox, in modo da dare tutte le indicazioni necessarie per avviare attività di disinfezione sicure ed efficaci.
www.iscsrl.com
SISTEMI di sanificazione a UVC e depurazione/sanificazione aria
La situazione venutasi a creare con la diffusione del Covid19 ha, come abbiamo visto, ha modificato molte strategie aziendali che hanno dovuto orientarsi verso linee di prodotti per la sanificazione degli ambienti efficaci contro virus e batteri in generale e contro i Coronavirus nello specifico. Lindhaus, in questo difficile periodo dominato dalla pandemia, ha ideato, realizzato e testato una linea di macchine per prevenire la diffusione di virus e batteri negli ambienti chiusi, sviluppando un sistema a tripla tecnologia che utilizza anche gli effetti germicidi della luce ultravioletta. Michele Massaro Presidente della società spiega: “Per la sanificazione dell’aria abbiamo puntato sulla strada maestra conosciuta e approvata dal Ministero della Sanità, abbinando la tecnologia della lampade LED UV-C alla nostra trentennale esperienza sulla filtrazione dell’aria. Il risultato è DepurAir, un depuratore d’aria a tripla tecnologia con filtro Hepa H13 finale impregnato con un battericida-virucida brevettato. I test di laboratorio hanno certificato l’eccellenza di questa macchina.”
La prima funzione è quella di analizzare la quantità di micropolveri presenti nell’ambiente circostante con un analizzatore laser di particelle PM 2,5; la seconda funzione, è attivata da un sistema a lampade UV-C con 3 lampade LED; quindi, prima dell’uscita abbiamo l’azione filtrante del filtro Hepa H13 impregnato di un una sostanza battericida-virucuida “ITP” che ha dato dei risultati eccellenti.
“I test di laboratorio sulle macchine DepurAir - continua Massaro - dimostrano che la qualità dell’aria in uscita sia a livello di filtraggio che di abbattimento di cariche batteriche migliora di oltre il 99% rispetto all’aria in entrata. La
gamma DepurAir, interamente in acciao Inox è efficace per salvaguardare la nostra salute e comprende una colonnina AC, una versione Compact AC da parete o da tavolo e una Compact DC a 24V per i mezzi di trasporto e ascensori.”
“Per quanto riguarda la sanificazione delle superfici – prosegue Massaro –abbiamo progettato e realizzato SterilAir, un sanificatore automatico a base di Perossido di Idrogeno approvato dal Ministero della Sanità come presidio medico chirurgico non tossico, non cancerogeno e veloce per inibire la formazione di virus e batteri del 99,9% in pochi minuti.”
La nebulizzazione fine avviene per mezzo di un potente motore Rotafil soffiante bi-stadio convogliato, di una miscela di Perossido di idrogeno a bassa concentrazione, dosato per mezzo di una pompa e di un ugello studiato per nebulizzare perfettamente fino ad ottenere un’aria quasi secca già a distanza di 50 cm.
Sistemi di sanificazione
La rotazione a 360° della bocchetta nebulizzante garantisce che tutta la stanza venga sanificata in egual misura. C’è poi la possibilità di raddoppiare la concentrazione di perossido, per ambienti particolarmente contaminati e dove non sono presenti documenti, e apparecchi elettronici (produzione alimentare).
Anche Vortice, azienda specializzata in impianti per il trattamento dell’aria che hanno l’obiettivo di renderla priva di elementi inquinanti quali virus, batteri ma anche pollini, CO2 ecc., ha deciso di approfondire il discorso legato alla sanificazione. “Abbiamo introdotto due linee di prodotto: una di depuratori e sanificatori d’aria Depuro Pro Evo e una di lampade per la sanificazione delle superfici UVLOGIKA System”, dice Stefania Fiorentino, direttore commerciale di Vortice. I modelli DEPURO PRO EVO abbinano ai filtri meccanici HEPA H14 ad alta efficienza, un modulo di fotocatalisi per la sanificazione del flusso d’aria trattato, efficace contro il Covid-19 e testato presso i laboratori dell’Ospedale “Luigi Sacco” di Milano, e inoltre eliminano la gran parte di cattivi odori, muffe, batteri, e allergeni presenti nell’aria e sulle superfici. “Ovviamente questi depuratori non sono in grado di sanificare le superfici degli ambienti, motivo per cui, per andare incontro alle esigenze del mercato in epoca di pandemia, abbiamo pensato a una linea di prodotti che sanifica le superfici sfruttando le proprietà dei raggi UV”, prosegue Fiorentino. UVLOGIKA System è una lampada da installazione progettata per irradiare luce ultravioletta UV-C alla lunghezza
d’onda costante di 254 nm. Questa apparecchiatura è ideale per la sanificazione di superfici attraverso l’eliminazione di batteri, virus, muffe, germi o agenti patogeni, senza alcuna emissione di ozono, rendendola più sicura e con il minor impatto ambientale. La radiazione della lampada elimina rapidamente fino al 99% di batteri, virus e altri microrganismi. Fondamentale per operare in sicurezza è farla funzionare in assenza di persone e animali. A tale scopo la lampada funziona in combinazione con un sensore di presenza che termina l’irraggiamento in caso rilevi qualcuno all’interno dell’ambiente. L’azione germicida esercitata da UVLOGIKA System si realizza in un tempo relativamente breve; gli oggetti e, più in generale, le superfici così disinfettate sono immediatamente utilizzabili dal momento stesso in cui la lampada viene spenta. Un apposito dispositivo elettronico (ballast), integrato nel prodotto, assicura la costanza della lunghezza d’onda della radiazione emessa, a garanzia dell’efficacia nel tempo dell’azione germicida.■
DepurAir, depuratore d_aria Lindhaus che utilizza la tecnologia dei raggi UV-C per prevenire la diffusione di virus e batteri nell_ambiente
LINEA GUIDA
Percorso di Formazione
L’azienda nell’azienda
Il percorso della Linea Guida si sviluppa su tre volumi. Il primo, La Cultura del pulito, evidenzia come gli aspetti culturali analizzati in profondità forniscano gli spunti per potenziare l’attività dei servizi, creare nuove opportunità lavorative sia per le imprese sia per le aziende. Apre nuove prospettive per il lavoro, creando o valorizzando le figure intermedie, come i capi servizio, le governanti, i portatori d’interessi, inserendole a pieno titolo non solo nell’attività specifica, ma quali portatori della cultura dell’ospitalità, la cultura del pulito e la sicurezza, la cultura della professione nel tessuto socio economico e nel contesto urbano. In questo numero sono descritte le diverse fasi contrattuali. Cos’è un contratto d’appalto, un contratto d’opera, chi sono e che ruolo hanno il committente, l’appaltatore o l’impresa appaltatrice. Saranno descritte le diverse fasi che portano all’aggiudicazione di un appalto, con un focus su preventivo, analisi dei costi e in particolare sulla relazione tecnica, poiché sostiene e motiva la richiesta economica, riflette la struttura organizzativa di un’impresa e garantisce la capacità della stessa a fronteggiare le specifiche esigenze ambientali dell’utente e in particolare quelle di natura igienica, estetica e funzionale. Infine, il piano degli interventi, la sicurezza e la gestione delle operazioni.
PRIMO VOLUME
La cultura del pulito Capitolo 6
Le fasi contrattuali
1.6.1 Il contratto
1.6.2 Requisiti
1.6.3 Il preventivo
1.6.4 Spese generali
1.6.1 IL CONTRATTO
Definizioni:
Contratto d’appalto: contratto con cui una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o di un servizio in favore di un’altra verso un corrispettivo in denaro (art. 1655 cod. civile);
1.6.5 Costi e controlli
1.6.6 La relazione tecnica
1.6.7 Il sopralluogo
1.6.8 Gestione: operazioni
Maison Fresh
Contratto d’opera: il contratto con cui una parte si obbliga, verso un corrispettivo a compiere un’opera o un servizio in favore di un’altra, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione (art. 2222 cod. civile);
Committente: soggetto per conto del quale l’intera opera viene realizzata, indipendentemente da eventuali fraziona-
Percorso di Formazione
menti della sua realizzazione. Nel caso di appalto di opera pubblica, il committente è il soggetto titolare del potere decisionale e di spesa relativo alla gestione dell’appalto.
Appaltatore/impresa appaltatrice: soggetto titolare del contratto d’appalto, che si obbliga nei confronti del committente a fornire un’opera e/o una prestazione con mezzi propri o può avvalersi di subappaltatori o lavoratori autonomi; Lavoratore autonomo: persona fisica la cui attività professionale contribuisce alla realizzazione dell’opera senza vincolo di subordinazione;
Subappaltatore: soggetto che si obbliga nei confronti dell’appaltatore a fornire un’opera e/o una prestazione con mezzi propri, già compresa in quella oggetto dell’appalto principale. Interferenza: contatto rischioso tra il personale del committente e quello dell’appaltatore o tra il personale di imprese diverse che operano nella stessa sede aziendale con contratti differenti.
All’assegnazione dell’appalto segue la firma del contratto, la cui composizione è articolata tra varie clausole, che generalmente l’utente sviluppa da una parte per ribadire le esigenze qualitative e fissare i termini economici dell’accordo e dall’altra per manlevarsi da ogni tipo di responsabilità. Questo appare leggendo i numerosi contratti stipulati da aziende private o enti pubblici: in nessuno di essi vengono riportate clausole mirate a stimolare i rapporti di collaborazione limitando qualsiasi forma di interpretazione anche se positiva del servizio. Le clausole contrattuali sono
1. valore delle premesse e disposizioni generali
2. oggetto dell’appalto
3. durata - proroga espressa - periodo di prova
4. articolazione e modalità del servizio
5. locali presso i quali dovrà essere svolto il servizio
6. orario del servizio
7. personale addetto
8. rapporti tra le parti
9. attrezzature e materiali impiegati nel servizio
10. oneri accessori
11. impegni specifici dell’impresa
12. verifiche e controlli in corso di esecuzione
13. osservazione delle norme di sicurezza
14. diffida ad adempiere
15. corrispettivi
16. estensione e riduzione del servizio
17. fatturazione e modalità di pagamento
18. revisione del corrispettivo
19. penali e detrazioni
20. cauzione
21. responsabilità
22. divieto di subappalto di cessione del contratto 23. obblighi nei confronti dei dipendenti 24. disposizione antimafia 25. foro competente
26. sciopero del personale
27. recesso - clausola risolutiva 28. oneri fiscali e spese contrattuali
La responsabilità del prodotto è un termine giuridico che descrive l’azione legale che intraprende una persona che si ritiene danneggiata materialmente o moralmente a causa di difetti del prodotto. La responsabilità del prodotto non è un fenomeno recente, infatti esistono documenti che anche nel passato si sono intentate cause per danni o lesioni provocati da un prodotto. È solo con l’inserimento della certificazione di qualità che si sono sviluppate le procedure di controllo sulla produzione e suoni componente di essa punto Allo stato attuale esistono associazioni o enti per i diritti del consumatore quali il diritto alla sicurezza, il diritto a essere informati, il diritto di poter scegliere e il diritto di essere ascoltati.
1.6.2 REQUISITI
Saranno esclusi dalla partecipazione alla gara i fornitori che: a. si trovano in stato di fallimento, di liquidazione, di cessazione di attività o di concordato preventivo e in qualsiasi altra situazione equivalente, ovvero a carico dei quali sia in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni; b. nei cui confronti sia stata pronunciata una condanna con sentenza passata in giudicato per qualsiasi reato che incida sulla loro moralità professionale, o per reati finanziari;
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c. Nell’esercizio della loro attività professionale abbiano commesso un errore grave, accertato con qualsiasi mezzo di prova addotto dall’amministrazione aggiudicatrice;
d. non siano in regola con il pagamento delle imposte e delle tasse;
e. non siano in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori;
f. si siano resi gravemente colpevoli di false dichiarazioni nel fornire le informazioni che possono essere richieste ai sensi del presente articolo;
g. non siano in regola con quanto prescritto dalla L. n. 82 del 25.1.1994 e dal D.M. 7 luglio 1997 n. 274.
A dimostrazione che il fornitore non si trovi in una delle condizioni di cui alle lettere a), b), c), d), e), f), g), è sufficiente la produzione di un’unica autocertificazione del fornitore ai sensi della Legge 4 gennaio 1968 n. 15 che attesti sotto la propria responsabilità di non trovarsi in una delle predette situazioni.
Presentazione dell’offerta
L’offerta dovrà pervenire in apposito plico, sigillato a ceralacca e recante sui lembi di chiusura un timbro con la ragione sociale della società.
Sul plico dovrà essere posta l’etichetta, ai fini della corretta identificazione del plico stesso.
Si avverte che, ove il plico ne fosse sprovvisto, non può essere garantita la sua ricezione da parte delle strutture preposte alla gara.
Il plico dovrà essere inviato, con l’osservanza degli adempimenti di legge, mediante servizio postale - a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento - o corrieri privati o agenzie di recapito debitamente autorizzate. L’invio del plico rimane a totale rischio e spese del mittente. I plichi che perverranno oltre il termine di scadenza sopraindicato verranno considerati come non consegnati e restituiti al mittente.
Aggiudicazione dell’appalto
Dell’avvenuta aggiudicazione verrà data notizia con una apposita comunicazione scritta.
il rapporto contrattuale, da intendersi costituito e operante con la comunicazione dell’aggiudicazione, sarà formalizzato con la stipula del contratto entro il termine di 30 giorni della stessa comunicazione.
La stipula del contratto con l’aggiudicazione del servizio (entro 30 giorni) sarà subordinata alla presentazione della suddetta documentazione:
a. copia autentica dell’avvenuto deposito dell’istanza avente a oggetto la richiesta di iscrizione dell’impresa all’albo delle imprese di pulizia, ai sensi della L n. 82 del 25.1.1994 e del D.M. 7 luglio 1997 n. 274;
b. certificati di correttezza contributiva, corrispondente al settore dei servizi di pulizia, rilasciati dall’INPS e dall’INAIL;
c. polizza assicurativa a massimale unico a copertura dei rischi della responsabilità civile terzi;
d. copia conforme all’originale della autorizzazione dell’Ispettorato Provinciale del Lavoro rilasciata ex articolo 5, lett. g) della Legge 23 ottobre 1960, n. 1369 e in conformità alla circolare del Ministero del Lavoro 18 marzo 1997, n 39/97;
e. idoneo documento comprovante la prestazione di una cauzione definitiva costituita nelle forme di legge a garanzia degli impegni contrattuali, di importo pari al 5% del corrispettivo annuo globale, che sarà svincolata al momento in cui tutte le obbligazioni contrattuali saranno adempiute.
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1.6.3 IL PREVENTIVO
Il preventivo deve essere sviluppato mediante un processo che prevede:
■ Preventivo base: elaborato per valutare la consistenza della commessa e l’interesse dell’azienda a partecipare alla gara d’appalto oltre che, naturalmente, verificare se esistono i requisiti specificamente richiesti dal cliente. In questa fase si definisce la redditività della futura commessa e l’economicità che l’impresa offre.
■ Preventivo esecutivo: è relativo al responso tecnico. Si valutano nel dettaglio le condizioni per l’erogazione del servizio e si definiscono le misure e i fattori aggressivi a cui l’impresa dovrà contrapporsi. Si determinano i parametri di efficienza e rendimento.
■ Preventivo completo: in relazione ai dati emersi nella fase del preventivo esecutivo, quello completo prevede la valutazione dei possibili imprevisti che si manifestano e che possono modificare il percorso dell’attività. L’articolazione del preventivo completo dovrà anche tenere conto della tendenza del mercato, per valutare attentamente se l’economicità dell’offerta potrà essere bilanciata con operazioni di recupero consentite solo in appalti a lungo termine.
Diverso atteggiamento e metodo di analisi richiede l’elaborazione del preventivo relativo a commesse che prevedono un unico intervento (trattamento di una superficie) o pulizia generale di un ambiente. In questo caso il preventivo base deve indicare il valore approssimativo del costo globale per valutare la convenienza economica e la necessità di distogliere operatori da altri compiti per eseguire il suddetto intervento. Occorre ricordare che l’analisi del dettaglio dovrà essere precisa poiché in questi interventi a breve le possibilità di recupero sono nulle.
L’elaborazione del preventivo è prevalentemente costituita dalla stima dei costi. Tutt’ora non ci sono metodi matematici che consentono la certezza assoluta dell’analisi del valore. Nella pratica vengono impiegati in parallelo diversi metodi:
1. metodo intuitivo: consiste, come dice il termine, nel lasciarsi guidare dal buon senso, dalla conoscenza che si ha delle condizioni operative per la realizzazione del prodotto.
2. metodo ambienti: legato allo studio delle attività interne e delle condizioni operative e gli obblighi che un certo ambiente impone.
3. metodo tecnico: in cui i dati metrici numerici costituiscono il pilastro portante delle metodologie dell’analisi del valore.
Allo stato attuale esistono difficoltà per acquisire i dati necessari per formulare un preventivo dettagliato: spesso il metodo soggettivo e quello statistico vengono usati congiuntamente per elaborare preventivi anche in grosse commesse. All’apertura delle buste si riscontrano poi differenze di valutazione a dir poco incongruenti.
Le tecniche di preventivazione possono essere sviluppate se i cosiddetti dati di ingresso sono sufficientemente esaurienti, solo in questo caso possono entrare in campo valutazioni legate all’esperienza o si potrà fare ricorso alla memoria storica non come dato fondamentale ma come elemento di verifica sulla validità del preventivo.
L’etimologia della parola preventivo significa prevenire, precedere, valutare a priori tutte quelle situazioni che determinano l’aggravio dei costi come ad esempio le condizioni di pagamento che se non rispettate, comportano costi aggravati dagli interessi e creano situazioni di mancanza di liquidità che possono danneggiare l’immagine dell’azienda nei confronti dei propri collaboratori e dell’ambiente esterno più in generale.
Attenzione: sono escluse dalla programmazione tutti gli interventi specialistici o trattamenti di fondo delle superfici (pavimenti) che devono essere commissionati, valutati, preventivati all’atto della loro possibile realizzazione in base alle condizioni operative e le condizioni reali delle superfici.
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1.6.4 SPESE GENERALI
Le spese generali appartengono alla sfera dei costi fissi, tuttavia alcune voci che le compongono possono essere considerate costi discrezionali, in relazione alla tipologia degli appalti e alla filosofia aziendale.
Ogni voce può essere rivisitata per economizzare o ampliare le spese, in questo caso assumerà la veste di un investimento che si definisce tale quando, aumentando le risorse per un’operazione, i riflessi positivi ridurranno un costo globalmente più elevato o consentiranno una maggiore qualità. In quest’ottica è più corretto dividere le voci relative ai costi fissi tra quelle inattaccabili e quelle soggette ad approfondimenti. La partecipazione alle gare d’appalto rappresenta un aspetto e un costo non trascurabile nella vita di un’azienda di pulizie industriali, infatti i costi relativi al sopralluogo per la raccolta dei dati necessari per elaborare il preventivo o per formulare un campionario del servizio o per redigere una relazione tecnica, in molti casi si rivelano assolutamente inutili poiché non si ha la certezza di acquisire l’appalto.
È importante valutare la classificazione e suddivisione dei costi per tipologia: ■ costi fissi
■ costi variabili ■ costi tecnici ■ costi discrezionali ■ costi diretti ■ costi indiretti
Costi fissi: il loro valore non cambia (ad esempio le spese generali dell’azienda).
Costi variabili: sono influenzati dal volume produttivo (ad esempio spese di manodopera e materiali) Nell’ambito dei costi fissi e variabili è necessario fare le dovute distinzioni tra:
Costi tecnici: sono quelli strettamente legati all’esecuzione dell’intervento di pulizia.
Costi discrezionali: sono quelli relativi ad attività come la formazione, la comunicazione, l’informazione, che non hanno un riscontro immediato ma che, se fanno parte della filosofia aziendale, assumono la classificazione di costi fissi.
Nonostante ciò, è estremamente difficile per il cliente avere la certezza che la cifra richiesta corrisponda esattamente al prodotto da lui desiderato. Il preventivo può rappresentare però un importante elemento di confronto e di indicazione tecnica se è articolato è riferito agli elementi cardine dell’attività.
ANALISI ESEGUITE
■ quantità delle superfici ■ costi operatori ■ monte ore lavoro ■ spese generali ■ costi detergenti e materiali ■ frequenze degli interventi ■ valutazioni sulle quotazioni del mercato, la concorrenza e la strategia dell’azienda ■ altri elementi non trascurabili sono certamente gli imprevisti (prevedibili) per quegli eventi che si possono manifestare nel corso dell’anno di cui non si può conoscere quantità ed intensità.
1.6.5 COSTI E CONTROLLI
L’incidenza del costo del personale nell’ambito di un’attività di servizio è sicuramente molto elevata. In quest’ottica, è opportuno fare ricorso a forme di assunzione che limitino la dispersione di tempi senza venire meno alla copertura del servizio.
A questo proposito, il contratto part-time assume un’importanza determinante.
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CONTROLLO DELLA REDDITIVITÀ
Il rischio maggiore per la redditività di un appalto è rappresentato dal lento aumento degli errori impercettibili e dalle disattenzioni che, sommandosi, creano un disservizio e costringono a intervenire con costose operazioni di recupero. La gestione delle situazioni a rischio deve essere attivata sin dall’inizio del ciclo di vita di un appalto, così facendo la possibilità di rischio diminuisce man mano che si acquista familiarità con il processo di erogazione del servizio. Definizione del sistema di gestione e della relativa strategia correlata alla tipologia dell’appalto in base agli standard qualitativi prefissati (contratto, qualità promessa, qualità attesa). Definizione dello scenario indesiderabile per poterlo immediatamente rilevare ( estensione e classificazione dei punti critici).
Identificazione e definizione dei fattori influenzanti per valutare e quantificare tempestivamente la loro entità ( tecnologia, qualità ed esperienza del personale).
Verifica degli effetti della riduzione della produttività attraverso un monitoraggio costante e continuo (acquiescenza e assuefazione ottica).
MODIFICA DELLE FREQUENZE
Tale attività prevede infatti lo studio degli ambienti, dell’attività interna, con particolare riferimento al movimento delle persone e dei materiali, del tipo e della velocità di formazione dello sporco, della provenienza, e di quali veicoli di trasmissione lo sporco utilizza per diffondersi nell’ambiente. Tale operazione consentirà, nell’ambito della gestione delle frequenze, di concordare con l’utente iniziative atte a ridurre l’intensità dei fattori aggressivi e conseguentemente ad allontanare la situazione di limite critico.
Allo stato attuale le imprese, per impressionare l’utente e ottenere il maggior punteggio sviluppano relazioni su centinaia di pagine creando confusione e impedendo così all’utente di avere una visione chiara della proposta.
La relazione tecnica da alcuni anni è obbligatoria nelle procedure per l’affidamento del servizio di pulizia presso le strutture pubbliche e per gli appalti più rilevanti per cui nel corso della lettura del bando relativo alla licitazione della gara d’appalto a cui si intende partecipare, si possono riscontrare le seguenti richieste: Oggetto: procedura per l’affidamento del servizio di pulizia degli edifici per il periodo dal … al ... La richiesta si articola su due elementi: ■ l’offerta economica a cui viene affidato un punteggio; ■ la documentazione tecnica consistente in una relazione esplicativa nella quale saranno esaurientemente esposte ed illustrate le modalità di gestione del servizio il cui punto concorrerà all’assegnazione dell’appalto.
Organizzazione del servizio Dovrà essere dettagliatamente descritta, con l’indicazione del numero dei dipendenti nonché del numero e del tipo dei macchinari che saranno utilizzati per ciascun lotto e delle relative modalità di impiego. Dovranno inoltre essere esaurientemente illustrati i criteri sui quali si fonda la proposta in relazione all’entità e alle specifiche caratteristiche.
Modalità di svolgimento delle operazioni, con particolare riferimento alla periodicità delle stesse
1.6.6 LA RELAZIONE TECNICA
La relazione tecnica è necessaria in ogni occasione in cui l’impresa concorre per acquisire un appalto, poiché sostiene e motiva la richiesta economica, riflette la struttura organizzativa di un’impresa e garantisce la capacità della stessa a fronteggiare le specifiche esigenze ambientali dell’utente e in particolare quelle di natura igienica, estetica e funzionale. Per consentire al cliente di fare le opportune valutazioni e confrontare le diverse proposte dovrà essere redatta in modo leggibile e comprensibile, anche per chi non è addetto ai lavori; una relazione sugli aspetti tecnici e organizzativi che l’impresa adotterà nel corso dell’appalto, perché la trattativa sia trasparente e consenta un valido confronto (presupposto per garantire la qualità proiettata nel tempo).
Dovrà essere indicata la frequenza con la quale la ditta intende effettuare le singole operazioni previste in contratto per le quali il capitolato indica soltanto la frequenza minima. Nella procedura di aggiudicazione si troverà in evidenza il punteggio generalmente così assegnato:
prezzo punti 50 progetto tecnico punti 50 così suddivisi: sistema organizzativo di fornitura del servizio punti… metodologie tecnico-operative punti… sicurezza e tipo di macchine punti… strumenti e attrezzature utilizzate punti…
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Documento unico di valutazione dei rischi interferenti
Per l’elaborazione del presente documento si è fatto riferimento soprattutto alle seguenti fonti normative e linee guida ufficiali:
■ D.Lgs 81/ 08 Art 26, comma 3, così modificato da art. 16 D.Lgs 106/2009;
■ Circolare del Ministero del Lavoro e della previdenza n 24/2007.
1.6.7 IL SOPRALLUOGO
L’ambiente di lavoro Nell’ambiente della relazione tecnica è previsto che l’impresa sottoscriva di aver preso visione dei locali e di essere in possesso di tutti i dati necessari per formulare l’offerta economica e redigere la relazione tecnica sulle modalità e risorse che impiegherà nel corso dell’appalto.
Classifica e importanza dei locali: a seconda degli ambienti di lavoro lo stesso locale o la stessa area può assumere un’im-
portanza diversa in relazione alle esigenze igieniche, estetiche e funzionali tipiche dell’attività Linee di produzione (o linee di intervento) è proprio in relazione all’ambiente di lavoro che le linee di produzione o intervento coinvolgono superfici diverse, perciò dovranno essere indicati arredi o parti di essi che appartengono o alla linea d’uso o alla linea luce o alla linea ombra.
Mappa del complesso o lotto, costruzione, i piani Misure delle superfici Rilevamento del coefficiente di ingombro Tipi di sporco Materiali e rivestimenti delle superfici
Il piano degli interventi
Le frequenze previste per gli interventi (che dovranno interpretare le effettive esigenze dell’ambiente). Tabella delle frequenze degli interventi: l’ambiente di lavoro le sue esigenze assegnano delle frequenze di massima oppure il termine massimo entro il quale un intervento dovrà essere eseguito, frequenze che variano in relazione alla classifica di importanza o di rischio attribuiti ad ogni singolo locale.
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Questo esposto è stato prospettato per gli appalti a carattere continuativo mentre nel caso di interventi straordinari il campionario prevede che alcuni oggetti o parti delle superfici siano isolate almeno in due fasi, la prima dovrà evidenziare lo stato d’uso prima dell’intervento, l’altra dovrà dare visibilità al risultato previsto. La compilazione del piano degli interventi prevede quattro moduli:
1. il piano degli interventi annuale
2. il piano degli interventi mensili
3. il piano degli interventi settimanali
4. il piano degli interventi giornalieri
La sicurezza
L’applicazione delle norme e il rispetto delle leggi (Legge 626) manleva in parte dalle responsabilità in caso di infortunio. Tuttavia è l’atteggiamento e l’attenzione nei confronti della sicurezza che consente di prevenire gli infortuni. Infatti, nel settore delle pulizie industriali occorre coinvolgere gli operatori su due tipi di rischio: il primo è quello relativo agli interventi che prevedono l’uso di detergenti più o meno aggressivi e l’utilizzo di macchinari elettrici, l’uso di scale eccetera a cui si sommano i rischi che provengono dall’ambiente di lavoro presso cui si opera. Di fatto l’operatore di pulizia può essere coinvolto dai rischi che provengono dalle attività che svolge l’utente. È in quest’ottica che è necessario ampliare l’informazione e le nozioni relative alla prevenzione degli Infortuni.
1.6.8 GESTIONE: OPERAZIONI
LA FORZA LAVORO
I criteri di selezione del personale dovranno tenere conto della capacità di apprendimento degli operatori oltre naturalmente a fattori come la reperibilità, la disponibilità, la struttura fisica, l’età, poiché per ogni ambiente e per ogni situazione esiste una persona ideale.
Il coordinatore dei servizi deve essere una figura di specifica autorità e carisma; la norma prevede che sia un membro della direzione aziendale.
Il coordinatore deve essere identificato all’interno delle strutture operative, deve avere un rapporto diretto con la direzione dell’utente e avere un vissuto significativo nella fase della progettazione e dell’organizzazione e avere caratteristiche tali da rappresentare la qualità aziendale.
IL RESPONSABILE D’AREA
Il responsabile d’area deve avere la capacità di trasmettere alla squadra i valori e l’immagine dell’azienda, Illustrare le politiche aziendali unitamente ad argomenti specificata-
mente tecnici per consentire la attività di controllo sul rapporto qualità e produttività.
La qualifica per l’attività del responsabile d’area verte sul possesso di approfondite conoscenze tecniche sulle metodologie di intervento in merito ai processi di erogazione dei servizi alberghieri.
Il responsabile d’area svolge l’addestramento sul campo in affiancamento dei nuovi assunti, controlla il livello di tutti gli operatori e valuta l’esito finale.
IL CONTROLLO
L’attività di controllo è un’operazione che si deve svolgere con scadenze frequenti e deve essere eseguita con competenza e serenità di giudizio e avere quale obiettivo il rispetto degli standard di servizio prefissati.
Il controllo si articola su due fasi:
1. Controllo di servizio. È la verifica interna dell’efficienza e dell’efficacia degli interventi; è un processo di analisi per individuare carenze sul piano organizzativo e formativo.
2. Controllo ufficiale. Questa seconda fase si sviluppa con il responsabile interno e l’utente; nel corso di questa fase si verifica la rispondenza tra la documentazione e l’effettiva realizzazione.
La documentazione di ogni fase eseguita dovrà essere conservata e utilizzata come punto di riferimento per la fase di controllo successiva.
IL SET OPERATIVO
Scheda riportante le varie fasi da eseguire nel corso dell’intervento, evidenziando per ognuna di esse quale materiale e attrezzo macchina dovrà essere utilizzato.
FALPI per uno sviluppo SOSTENIBILE
Prima ancora che “green” diventasse di moda, Falpi iniziava un percorso di “produzione sostenibile” che prosegue tuttora, con immutata convinzione. Oltre ai numerosi prodotti CAM/GPP, infatti, è amplia la gamma di carrelli che vantano l’etichetta Epd (73 carrelli), che determina l’impatto ambientale dei prodotti sull’intero ciclo di vita; e ampia è anche la gamma di panni e frange (175 prodotti tessili) che hanno conseguito l’etichetta Ecolabel UE, costituendo un precedente di grande importanza, perché, anche in questo caso, Falpi è stata pioniera, e oggi può garantire la massima compatibilità ambientale possibile su un’ampia selezione di prodotti tessili e in particolare sulle frange di lavaggio in microfibra.
Oggi “sostenibilità ambientale” è un mantra che accompagna ogni comunicazione aziendale, per questo il motto di Falpi è “Ecological Unbreakable Beauty”. Non ci sono aziende manifatturiere o imprese di servizi che non esaltino comportamenti virtuosi nei confronti dell’ambiente o non evidenzino il carattere “green” della propria produzione.
Falpi è nata ecologista, perché il rispetto per l’ambiente da sempre è
inscritto nel suo DNA e, da sempre, da quando è sorta, oltre trent’anni or sono, ha perseguito una politica verde, coniugata con un profondo rispetto sociale, che significa trasparenza di comporta-
menti e ricerca costante di una innovazione che fosse anche arricchimento culturale per tutto il settore.
Da tempi non sospetti Falpi ha intrapreso percorsi pionieristici, con tenacia, determinazione, convinzione, certificando processi, prodotti, sistemi, in un continuum di attenzione all’uomo e all’ambiente, che non ha mai avuto battute d’arresto, e che continua ancora oggi, con immutato entusiasmo. Non solo, Falpi ha anche scelto di essere fedele alla qualità del vero Made in Italy, difendendo il valore della produzione italiana perché la filosofia dell’azienda è approntata a un’etica da perseguire in ogni fase, dal progetto alla realizzazione, al post-vendita. ■ www.falpi.com
Perché dire “NON HO TEMPO” è un guaio
Potete permettervi di dire “non ho tempo”? Se sì, allora sappiate che avete tutta la nostra invidia. Questa seconda ondata pandemica, annunciata, ci mette nuovamente a dura prova. Il virus avendo reso nuovamente più rigida la libertà di movimento, rispetto a quanto avevamo ripreso a fare dopo la fine della prima ondata, ci mette di fronte a uno scenario che, volenti o nolenti, avrà un impatto importante sulla nostra economia e qualità di vita. Di nuovo.
Ciononostante, quello che vogliamo dirvi oggi è che anche – e forse soprattutto – da una situazione difficile si può imparare qualcosa. Perché è proprio nelle situazioni difficili che bisogna trovare soluzioni che implicano cambiamenti di comportamento nei confronti dei quali si è sempre fatta una certa resistenza. Lo diceva anche Einstein, un uomo che ne sapeva abbastanza.
Oggi, potersi permettere di dire “non ho tempo” è un lusso enorme.
Quello che temiamo è che, vista l’attuale situazione, alla fine non ci sarà “meno” per tutti, ma ci sarà “di più” per quelli che sapranno farsi trovare pronti. Qualcuno potrà addirittura godere del vantaggio di avere meno concorrenti. E se dopo il primo periodo di oscurità eravate riusciti a seminare bene, oggi i frutti rischiano di marcire sugli scaffali se non curati con molta attenzione.
Durante il precedente lockdown abbiamo avuto modo di esprimere, in questa rubrica, questo nostro punto di vista, ma riteniamo importante richiamarlo nuovamente.
RASSICURARE I CLIENTI
E con questa premessa ribadiamo che potersi permettere di non avere tempo per investire sulla formazione, sulla comunicazione e sulle strategie mirate di visibilità e rassicurazione, oggi, è da veri privilegiati. Quali sono i sentimenti problematici più frequenti che i clienti vivono in questi giorni?
Possiamo riassumerli brevemente così:
1. I clienti sono più insofferenti di sempre.
2. I clienti sono più arrabbiati di sempre.
3. I clienti sono più impauriti di sempre.
4. I clienti sono più scoraggiati di sempre.
5. I clienti sono più esigenti di sempre.
Come traduciamo questi cinque punti in azioni concrete – punto per punto – che possano cambiare in meglio le cose?
1. Fiducia.
2. Fiducia.
3. Fiducia.
4. Fiducia.
5. Fiducia.
I clienti devono avere una cieca fiducia nei vostri confronti per poter affidare il loro lavoro nelle vostre mani, togliendolo dalle mani di coloro che non sanno esprimere la stessa fiducia ai livelli esigenti che il tempo corrente pretende.
COME ESSERE I MIGLIORI
I migliori, dal nostro punto di vista, sono proprio coloro che riescono ad attrarre la
Nei momenti di crisi e post-crisi i clienti si rivolgono ai migliori. Per essere i migliori è necessario guadagnarsi la loro fiducia e possedere Intelligenza Relazionale
fiducia dei clienti in modo puntuale, rassicurante e di qualità. Ovvero: i migliori sono coloro che possiedono una straordinaria Intelligenza Relazionale. Oggi, chi la saprà sfruttare, sarà un passo avanti; chi non ne conosce l’esistenza, farà parte di coloro che avranno vita dura. Perché le persone si comporteranno nel medesimo modo in cui ci si comporta in tutti i momenti post-crisi: si rivolgeranno ai migliori. Non importa quale professione voi facciate.
Fate parte dei migliori? Siete in vantaggio. Fate parte dei “così così”? Siete nei guai. Qualunque sia la vostra occupazione specifica, il vostro ruolo, la vostra posizione siete in vetrina, ma non la vetrina del vostro showroom… magari. Siete nella vetrina del mercato. Un mercato stanco, legittimamente preoccupato e insofferente, che pretende di avere tutto subito, ma si trova in difficoltà nel dare qualcosa. Avete il prodotto di settore più esclusivo e con un brevetto mondiale unico che potete presentare proprio adesso? Fantastico! Farete un sacco di soldi. No problem
Avete sviluppato una nuova metodologia di vendita che riesce a catturare anche i clienti che non sanno di voler essere catturati? Fantastico! Farete un sacco di soldi. No problem
Avete un piano finanziario così solido che vi permette di regalare materiale a tutti e a fondo perduto fino alla fine della pandemia? Fantastico! Vi farete un sacco di amici. No problem. Viceversa, non avete alternativa: chi vi conosce dovrà parlare di voi indicandovi come il “migliore” del vostro settore specifico, il più “affidabile” della vostra area. “Quanto migliore” vi starete chiedendo? Dipende.
QUANTO MIGLIORE?
Abbiamo sentito un ragazzo chiedere al maestro di tennis se sarebbero bastate quattro o cinque lezioni per iscriversi a un torneo e passare almeno due turni. Aveva paura di impegnarsi troppo, evidentemente. L’obiettivo non era, comunque, quello di diventare il migliore in assoluto, era consapevole anche lui che per partecipare alla finale di Wimbledon ne sarebbero servite almeno una decina di lezioni. Decidete voi l’impegno che vorrete metterci. Ma se lo capisce anche un bambino che per praticare uno sport, anche
solo a livello amatoriale, servono più di “quattro o cinque lezioni”, viene spontaneo domandarsi quanto impegno sia necessario per praticarlo da professionisti. E voi, quello sport chiamato lavoro, lo praticate da professionisti?
Se possedete la capacità di iscrivere voi e l’azienda per cui lavorate nel gruppo dei “migliori”, questa situazione sempre più complicata potrà diventare un’occasione per distinguersi.
State pensando che vi stiamo facendo un po’ di pressione? Nemmeno per idea.
Se non avete tempo di occuparvi di questo, allora potete aspettare che il periodo passi. Sarebbe un vero lusso e, se potete permettervelo, è una scelta invidiabile.
Passerà? Certamente sì (speriamo e siamo fiduciosi).
propria attività per metterla al sicuro; che significa, nel contempo, mettere al sicuro se stessi. “Si vince come squadra o si perde individualmente” diceva Al Pacino in Ogni maledetta domenica Vale anche nel football, evidentemente. Mai come ora è necessario abbandonare la “rimandite” e sviluppare l’Intelligenza Relazionale, ossia quella branca dell’intelligenza che permette di capitalizzare al meglio il potenziale di connessione empatica con gli interlocutori. In questi mesi, in qualità di trainer e coach, abbiamo lavorato incessantemente (ovviamente a distanza), e con ottimi risultati, con i nostri clienti su questo tema. Lo segnaliamo al solo scopo di sottolineare che esistono soluzioni e non solo assoluzioni.
Vi confidiamo un piccolo segreto:
Il vostro cliente può sempre, e legittimamente, dirvi di no…
Quando, invece, vi dirà di sì? Solamente quando percepirà intimamente che cambiare il suo punto di vista dal no al sì ne vale davvero la pena.
Quando ne varrà davvero la pena per lui?
Quando voi, come persone, catturerete i suoi bisogni e i suoi sentimenti a un livello così profondo da creare una fiducia inaspettata che risolve i cinque problemi che abbiamo elencato all’inizio di questo articolo.
“È tutto qui!” come diceva Al Pacino in Ogni maledetta domenica
Tutto tornerà come prima per tutti? Certamente no. Nuovamente no.
È per questo motivo che, dopo aver indossato per tutta la mattinata una mascherina che vi ha schiacciato il naso così tanto che avete iniziato a urlare “Adriana”, dopo aver disinfettato mani, maniglie, scrivanie, porte, chiavi, buste, manici, monete, etc. vi consigliamo di non fermarvi, ma di pensare a come agire.
TROVARE LA SOLUZIONE
Tutti i vizi, le scuse e le giustificazioni per non fare e per non approfondire e tutti i vari “non ho tempo” ora, volenti o nolenti, verranno al pettine e saranno nodi che dovranno essere districati da un concetto solo: farsi in quattro per la
Mai come ora “non avere tempo” è un lusso per pochi.
Mai come ora “non lavorare sull’Indice RIR” (Relational Intelligence Rate – Tasso di Intelligenza Relazionale) è un lusso per pochi.
Mai come ora mettersi sul piede di guerra per “vantare le stesse pretese dei vostri clienti” è un lusso per pochi. Iniziare almeno da adesso è l’unico consiglio che ci sentiamo di darvi nuovamente.
Cambiare per cambiare. È tutto qui.
Se vi abbiamo fatto venire qualche giramento di testa, sappiate che non è labirintite, è più la voglia di qualcosa di buono. Per voi. Fidatevi! ■
HEALTH SAFETY
LE NUOVE FRONTIERE DELLA SALUTE
IN COPERTINA
Sti Srl, leader nella realizzazione di generatori di vapore è un partner affidabile in grado di offrire un servizio a 360 e dei prodotti interamente Made in Italy. La gamma è davvero varia e va dalle macchine più semplici per l'utilizzo domestico a quelle più complesse e potenti per l'uso professionale. Per entrambe offriamo prodotti solo vapore o vapore-aspirazione permettendo così di soddisfare ogni esigenza.
SICUREZZA
IV
Pandemia e sicurezza d’impresa Ingrid Riz
INTERVISTA VIII
AIA, sicurezza e continuità della filiera al tempo del Covid 19 Maurizio Pedrini
INNOVAZIONE
XIV
Ultrasuoni per il trattamento delle insalate in busta Marialisa Giuliani
TENDENZE XVIII
Profumo degli alimenti, natura o artificio sintetico Luca Ilorini
DISINFEZIONE TESSUTI
XXII
Efficacia dei protocolli nel lavaggio degli abiti da lavoro Marcello Falvo
TECNOLOGIA APPLICATA XXVI
Latte vaccino pastorizzato Martina Halker
COMUNICAZIONE XXXII
Fake News e scelte alimentari. Intervista a un tecnologo. Silvia Monguzzi
VETRINA XXXVI
Primo Piano Loredana Vitulano
DISINFESTAZIONE XL
I.P.M. nell’azienda alimentare, la nuova IFS versione 7 Michele Ruzza
PANDEMIA e sicurezza d’impresa
Avv. Ingrid Riz Studio legale avv. Gaetano ForteInsieme alla vita quotidiana, l’intero motore produttivo nazionale ha subito un brusco rallentamento, quando non addirittura una totale interruzione. Tra le attività la cui prosecuzione non è mai stata oggetto di discussione vi sono quelle del settore agroalimentare e relative filiere, chiamate a garantire la costanza del flusso di produzione e fornitura di generi alimentari alla popolazione
Il primo problema cui fornire immediata ed efficace risposta è stato quello della sicurezza, sia dell’operatore di settore che del prodotto alimentare stesso. Per quanto attiene a quest’ultimo aspetto, sul punto non si rinvengono normative cogenti specifiche ma cionondimeno si sono variamente espresse le maggiori autorità nazionali, europee ed internazionali seguendo una linea comune riassumibile in un generale atteggiamento di attenta precauzione. Un primo intervento del 2.03.2020 è quello della DGSAF del Ministero della salute che si è premurato di precisare che “allo stato attuale non risulta alcuna evidenza scientifica della trasmissione del virus Sars-Cov2, agente eziologico della malattia denominata COVID-19 …attraverso gli alimenti. La sicurezza alimentare continua ad essere garantita secondo le norme vigenti...”; a questa sono seguite altre note calibrate sulla evoluzione delle misure generali decise dal Governo e più recentemente una nota con la quale il ministero ha individuato, sulla scorta dell’intervento di cui al Reg. di esecuzione UE 466/2020, le attività di controllo indifferibili e quelle dilazionabili nel tempo; tutti questi interventi presuppongono la necessità di continuare a svolgere le attività di controllo per garantire la sicurezza della produzione e della filiera, sebbene ricalibrando tempistiche e modalità in dipendenza delle limitazioni dettate dall’emergenza in atto.
Di respiro sovranazionale invece sono gli interventi dell’Efsa, della Commissione Europea e dell’OMS. Già ad inizio marzo l’Efsa ha specificato che in precedenti epidemie di natura respiratoria quali SARS e MERS non si è mai verificata la trasmissione tramite il consumo di cibi e che non vi sono ragioni per rite-
nere che per il coronavirus la situazione sia differente. Risalgono invece rispettivamente al 7 e 8 aprile gli interventi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, con una guida orientativa per le imprese alimentari (che si autodefinisce transitoria per la durata di due anni, salvo nuovi interventi modificativi), e della Commissione europea, con un documento più snello sotto forma di Domande & Risposte per dirimere alcuni dubbi degli operatori alimentari, dalla produzione alla distribuzione. Entrambi questi documenti, come già l’Efsa, confermano che non esistono prove che gli alimenti rappresentino un rischio per la salute pubblica in relazione a COVID-19: pare infatti che i coronavirus non possano moltiplicarsi nel cibo, ma necessitino di un ospite animale o umano per moltiplicarsi. Si precisa altresì che studi recenti rappresentano la possibilità che il virus permanga su imballi e superfici per qualche ora o giorno e chiariscono che ancora una volta la strategia vincente è l’implementazione delle buone prassi igieniche ed il rafforzamento della gestione igienicamente corretta della produzione, così attribuendo un ruolo primario ai referenti del sistema HACCP aziendale che dovrebbero essere coinvolti nelle decisioni relative alla gestione emergenziale più complessiva, potendo interagire altresì con
le autorità sanitarie. È su questo nodo che si incrociano, anche per l’OMS, la sicurezza del prodotto e la sicurezza dell’operatore attraverso l’informazione del personale, le corrette prassi igieniche, con particolare riguardo alle sanificazioni di strumenti ed operatori, il distanziamento tra lavoratori, la ventilazione dei locali, la gestione degli ingressi degli esterni, l’uso corretto di dispositivi di protezione.
LA SICUREZZA DELL’OPERATORE
Va da sé che nell’eccezionalità del contesto, le due problematichesicurezza alimentare e sicurezza sul lavoro - si sono ampiamente avvicinate e, complice la natura respiratoria del virus, trasmissibile attraverso secrezioni personali, la sicurezza del prodotto passa inevitabilmente e in massima parte per la sicurezza dell’operatore. Sul punto primaria importanza rivestono pertanto i Protocolli condivisi sottoscritti tra le parti sociali su invito del Governo, che ne ha dapprima promosso la sottoscrizione e poi rafforzato la portata, inquadrandoli in prima battuta come mere raccomandazioni e successivamente quale condicio sine qua non della apertura o ri-apertura dell’attività.
I Protocolli nazionali (integrati da due protocolli settoriali per i cantieri e i trasporti) contengono le linee guida alle quali ogni datore di lavoro deve
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adeguare la propria organizzazione aziendale per essere compliance: va da sé che ogni realtà aziendale dovrà declinare secondo la propria struttura le indicazioni generali, avendo peraltro la possibilità di adottare strumenti e strategie anticontagio ancora più stringenti rispetto al livello base del Protocollo nazionale. La strutturazione per punti del Protocollo ne rende agevole la lettura, ma non elimina questioni problematiche che sono emerse nella gestione pratica del lavoro. Così, ad esempio, se è ormai acclarato che il datore di lavoro debba informare adeguatamente del rischio COVID-19 i lavoratori, ancora vi sono dubbi sulla portata della formazione specifica da rendere al personale sui DPI, che vanno scelti dal datore di lavoro e obbligatoriamente indossati dal lavoratore (pena anche il risvolto disciplinare), ovvero sulla gestione del dato personale che si acquisisce in sede di misurazione della temperatura corporea ai lavoratori in connessione con le norme del GDPR. Il principio di riferimento, recepito espressamente anche in alcuni provvedimenti nazionali, è quello della cooperazione dei soggetti che operano in azienda: così spetta al datore di lavoro la messa a disposizione degli strumenti per consentire il rispetto delle norme igieniche individuali (detergenti sanificanti, sapone, …), mentre resta in capo agli operatori il dovere di rispettare le indicazioni datoriali (in primis lavaggio e disinfezione delle mani); è il datore di lavoro che deve aver strutturato per gli spazi comuni quali mense, sale comuni e spogliatoi regole per accesso calmierato e soste contingentate nel tempo, oltre a ventilazione continua, mentre spetta ai dipendenti il rigoroso rispetto della organizzazione interna e, secondo l’integrazione fornita dall’ultimo Protocollo, il rispetto dell’obbligo della mascherina nei locali comuni. Le mascherine chirurgiche, peraltro, non sempre di agevole reperibilità in commercio, sono
state oggetto di specifica normativa che ne consente la produzione in deroga (in assenza di marcatura CE ma con presenza dei relativi requisiti di conformità alle norme tecniche) con autorizzazione dell’ISS. Tale è la rilevanza riconosciuta a questo dispositivo che il Governo ha ritenuto di equipararle ai Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) previsti dall’art. 74/1 TU 81/2008.
esterno va garantita la disponibilità di servizi igienici dedicati con pulizia quotidiana.
Per la protezione collettiva in azienda va garantita la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica che deve estendersi a locali ed arredi e che va intensificata secondo le indicazioni ministeriali in presenza di eventuali positività al COVID-19; per la specifica protezione individuale invece è
Il Protocollo mira ad evitare altresì che il contagio entri nell’azienda attraverso i fornitori, regolamentando le modalità di accesso degli esterni. Per gestire questo segmento è richiesta l’adozione di procedure di ingresso, transito e uscita al fine di ridurre le occasioni di contatto, è previsto che gli autisti rimangano a bordo del loro mezzo, vietando comunque l’accesso all’interno degli uffici aziendali e mantenendo, in fase di preparazione delle attività di carico e scarico, la rigorosa distanza di almeno un metro. Al personale
incentivato il rispetto della misura di distanziamento sociale e, qualora questo non sia possibile, l’impiego obbligatorio di mascherine ed altri dispositivi di protezione.
Dato lo scenario rappresentato, peraltro destinato sì a mutare, ma non ad essere smantellato nel breve periodo, l’azienda agroalimentare deve avere la capacità di adeguarsi ai nuovi standard di sicurezza globale traendone anche, perché no, nuova linfa per garantire sempre migliori standard qualitativi, tramutando così la necessità in opportunità.
----------------- Igiene delle superfici
Sistemi e kit per verificare il livello di igiene e comprovare la pulizia di superfici e strumenti di lavoro. Kairosafe offre una rosa di prodotti per effettuare controlli sulla presenza di residui, allergeni, carica batterica, microrganismi specifici ecc (visita www.kairosafe.it).
Bioluminometro
E’ uno strumentino portatile che rileva in tempo reale la contaminazione da ATP+AMP+ADP e quindi il grado di pulizia delle superfici. Kairosafe propone il Lumitester Smart abbinato ai tamponi Lucipac A3. Il test, rapido e preciso, è utilizzabile per il controllo della sanificazione in tutti gli ambiti, ad esempio sanitario, HO.RE.CA, industriale ecc Codice prodotto: 61324 (Lumitester Smart) 1702671-60361 (Lucipac)
Pro-Check e Pro-Check Sensi Plus
Tamponcino che permette di verificare in modo semplice e immediato la presenza di residui proteici. Il risultato può essere valutato subito poiché il viraggio da giallo a verde chiaro indica la presenza di più di 20 µg (CC4008) o 2 µg (PC002) di proteine. Codici prodotti: CC4008 (Pro-Check) PC002 (Pro-Check Sensi Plus)
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AIA, SICUREZZA e continuità della filiera al tempo del Covid 19
Sin dall’inizio - della pandemia - di questa epidemia l’azienda del Gruppo Veronesi ha messo in campo uno sforzo importante per garantire all’interno delle strutture il rispetto delle cosiddette “3M”: Metro, Mascherine, Mani
Maurizio PedriniApochi chilometri da Verona, sorge lo stabilimento principale di AIA di Agricola Italiana Alimentare Spa, nota alla grande distribuzione come AIA fiore all’occhiello della produzione del Gruppo Veronesi. L’industria è stata fondata nel 1968 a San Martino Buon Albergo, ridente cittadina alla periferia della città di Giulietta e Romeo, dalla famiglia Veronesi, originaria della Valpantena, fin dal 1500 proprietaria di un mulino che macinava cereali, scorporandola come reparto alimentare dalla precedente attività del Mangimificio Veronesi, a sua volta fondato nel 1958. AIA si occupa della lavorazione di vari tipi di carne (pollame, suino, bovino, ovino) ed è la più grande azienda italiana che commercializza uova. L’azienda conta attualmente diverse sedi produttive, oltre a quella “madre” di San Martino Buon Albergo, anche
a Vazzola, Villaganzerla, Nogarole Rocca, San Giorgio in Bosco, Zevio, Magreta di Formigine, Sommacampagna. Il Gruppo Veronesi è il primo
gruppo italiano con filiera completa e integrata che parte dalla produzione dei mangimi sino alla trasformazione e distribuzione delle
carni e dei salumi della tradizione gastronomica italiana. Veronesi, AIA e Negroni sono i tre marchi di riferimento presenti sul mercato; con oltre 8.600 dipendenti distribuiti in 23 siti produttivi in Italia, il Gruppo Veronesi ha chiuso il 2019 con ricavi netti consolidati pari a 3,05 miliardi di euro, confermandosi tra le cinque principali realtà italiane del settore agroalimentare per fatturato. Abbiamo incontrato i vertici aziendali per conoscere da vicino come questa grande azienda, al vertice italiano della lavorazione di carni, che da 53 anni porta sulle tavole degli italiani, qualità, sicurezza e innovazione alimentare, ha affrontato la difficile emergenza conseguente alla Pandemia da Covid 19.
Mantenere tutti i lavoratori nelle linee di produzione e di rifornimento sani e sicuri è stato per le aziende in generale e per quelle alimentari in particolare, un fattore critico. Come ha affrontato AIA questa problematica? Con quali ulteriori misure e procedure a tutela del personale? Sin dall’inizio di questa epidemia l’azienda ha messo in campo uno sforzo importante per garantire all’interno delle strutture il rispetto delle cosiddette “3M” (Metro, Mascherine, Mani). Abbiamo iniziato il 2020 con una grande sfida, totalmente inaspettata: l’emergenza sanitaria Covid-19. Pur in un contesto inedito nella nostra storia
e del pianeta intero, non ci siamo fermati. Anche di fronte a questo epocale imprevisto abbiamo unito gli sforzi, messo in campo le nostre competenze e grazie allo straordinario senso di responsabilità delle persone delle nostre filiere e il coraggio e la determinazione che ci contraddistinguono, siamo riusciti ad assicurare il cibo al Paese. Non possiamo che essere fieri del successo di questo sforzo imponente per consentire il lavoro in sicurezza e garantire il cibo al Paese.
In particolare, come avete operato per quanto riguarda l’alternanza delle postazioni di lavoro sui diversi lati della linea di processo, per quanto riguarda la fornitura dei dispositivi di protezione individuale come maschere facciali, reti per capelli, guanti monouso, camici puliti e scarpe da lavoro antiscivolamento. E per quanto riguarda il distanziamento delle stazioni di lavoro? Avete compiuto scelte che hanno limitato il numero di lavoratori presenti contemporaneamente o organizzato il personale in gruppi di lavoro, anche correndo il rischio di rallentare la produzione? Si è lavorato in ogni stabilimento AIA per rivedere l’organizzazione
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del lavoro, considerando le specificità produttive e delle singole strutture (piani operativi, singoli reparti produttivi, orari, flussi di ingresso e uscita, gestione delle aree break e delle pause, riunioni e trasferte all’estero), con l’obiettivo di creare le migliori condizioni possibili e andare incontro con la giusta flessibilità alle esigenze di tutti.
Avete introdotto nuove misure di distanziamento fisico tra le persone e misure più stringenti di igiene e sanificazione, anche promuovendo più frequenti ed efficaci lavaggi delle mani del personale?
Molte delle lavorazioni alimentari effettuate dal Gruppo prevedevano già alcuni dei DPI entrati poi nell’uso comune durante l’epidemia, come le mascherine; è stato ovviamente esteso l’utilizzo a tutti gli operatori l’uso dei dispositivi e dotato i punti chiave dell’azienda di distributori di disinfettanti, seguendo anche le indicazioni contenute nei vari DPCM e Protocolli legati alla gestione degli ambienti di lavoro. Le misure adottate dal Gruppo sono inoltre state estese ai principali fornitori e ditte esterne che operano in sinergia negli impianti.
Come avete operato nella fase di impostazione e definizione delle nuove e più rigorose procedure da seguire nella sanificazione degli impianti e nella intensificazione degli interventi, recependo le indicazioni provenienti dai vari DPCM?
Sulla base dell’HACCP, nei siti produttivi alimentari esiste da sempre un rigoroso sistema di lavoro che mette insieme tra le altre cose buone pratiche igieniche e l’accurata pulizia e sanificazione degli ambienti che avviene su base quotidiana. Misure che sono state rafforzate e integrate con ulteriori
L’ESPERIENZA È STATA
IMPORTANTE E CI HA INSEGNATO A CRESCERE, COINVOLGENDO ANCOR PIÙ E RENDENDO PROTAGONISTA DI QUESTO IMPEGNATIVO PERCORSO IL NOSTRO PERSONALE. TRA L’ALTRO, PER TENERE SEMPRE ALTA L’ATTENZIONE, È STATA REALIZZATA UNA IMPORTANTE
CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE INTERNA PER RICORDARE LE NORME DI IGIENE E I COMPORTAMENTI NECESSARI PER LAVORARE IN SICUREZZA
iniziative, come ad esempio sanificazioni straordinarie e personale dedicato alla igienizzazione dei corrimano o delle macchinette self service delle aree break.
Queste procedure sono oggi consolidate: cosa vi ha insegnato questa esperienza? AIA esce rafforzata sul piano delle procedure a garanzia della sicurezza igienica
delle produzioni e a garanzia della salute dei lavoratori?
L’esperienza è stata importante e ci ha insegnato a crescere, coinvolgendo ancor più e rendendo protagonista di questo impegnativo percorso il nostro personale. Tra l’altro, per tenere sempre alta l’attenzione, è stata realizzata una importante campagna di sensibilizzazione interna per ricordare le norme di igiene e i comportamenti necessari per lavorare in sicurezza.
La sicurezza inizia dagli ambienti
MARKA, disinfettanti PMC e biocidi per una PROTEZIONE PROFONDA
Marka, brand di MK spa, da oltre 60 anni sviluppa, produce e commercializza soluzioni di cleaning professionale, attraverso un costante confronto con i bisogni del mercato. Oggi, per garantire la protezione profonda degli ambienti e delle persone, Marka ha sviluppato nei suoi laboratori una gamma di prodotti disinfettanti PMC e Biocidi ideali per tutti i contesti applicativi.
DISINFETTANTI PMC
Marka, con i suoi disinfettanti PMC, autorizzati dal Ministero della Salute, garantisce un’efficacia contro virus, batteri e funghi.
SANIGEL HG è il Disinfettante mani PMC formulato con alcool etilico >70%. Grazie alla sua formulazione alcolica e concentrata, garantisce una profonda disinfezione delle mani, rendendole morbide, idratate e protette. Sanigel HG, è disponibile nel formato tascabile 100 Ml, ideale per disinfettare le mani in qualsiasi momento della giornata, nei formati 500 Ml e 1 Lt, per utilizzi da banco o in colonnine, e nel formato 5 Lt utilizzabile in appositi dispenser o come refill.
SANISPRAY è il Disinfettante PMC appositamente formulato per una profonda disinfezione di tutte le superfici, da piani di lavoro ad attrezzature alimentari. La sua formulazione con alcool etilico > 70% rende Sanispray efficace e sicuro su tutte le superfici, garantendo protezione e sicurezza, oltre che ad una profonda disinfezione. Sanispray PMC è disponibile nel formato tascabile 100 Ml e nei formati 750 Ml e 5 Lt.
DISINFETTANTI BIOCIDI
I Biocidi hanno la capacità di distruggere, eliminare, rendere innocuo ed impedire l’azione di qualsiasi organismo nocivo e microorganismo patogeno, compresi batteri e virus. Marka, con i suoi prodotti Biocidi, garantisce una profonda disinfezione e protezione di tutti gli ambienti e superfici, in contesti sia pubblici che privati.
ULTRA HG è il Disinfettante Biocida formulato con alcool isopropilico >70%. La sua particolare formulazione con alcool isopropilico, è la prima ad essere autorizzata dal Ministero della Salute come prodotto Biocida. Ultra HG, possiede un elevato potere pulente e garantisce una profonda disinfezione di tutte le superfici, in particolar modo quelle alimentari, garantendo sicurezza e protezione a collaboratori e clienti. Infatti, ciò che rende originale Ultra
HG Disinfettante Biocida è la copertura dei segmenti PT2/PT4, rendendolo utilizzabile su tutte le superfici sulle quali un alimento viene prodotto, confezionato e somministrato.
CLORO SPRAY, invece, è il Disinfettante Biocida a base di cloro attivo, specifico per una profonda disinfezione di tutte le superfici resistenti al cloro. La sua formulazione con cloro attivo 0,3% è tre volte superiore a quanto raccomandato dal Ministero della Salute e ciò testimonia il suo elevato potere disinfettante. Come per Ultra HG, anche Cloro Spray Disinfettante Biocida copre i segmenti PT2 e PT4, garantendo efficacia e protezione su tutte le superfici alimentari.
Marka ha pensato e sviluppato soluzioni di cleaning anche per uno degli ambienti più soggetti a batteri e sporchi organici: l’ambiente bagno. Per questa esigenza, Marka ha lan-
ciato CLORO GEL e WC CLORO GEL
Cloro Gel è il Disinfettante Biocida a base di cloro attivo appositamente studiato e formulato per garantire una profonda disinfezione di tutte le superfici dell’ambiente bagno resistenti al cloro quali sanitari, ceramica e superfici piastrellate. La sua particolare formulazione garantisce una triplice azione: pulisce, disinfetta e sbianca. Cloro Gel è adatto anche per disinfettare le superfici resistenti al cloro nell’ambiente cucina, quali le superfici in acciaio inox dei piani di lavoro. Se diluito, Cloro Gel è idoneo per disinfettare in profondità pavimenti in gres, cemento quarzato e granito. Cloro Gel copre i segmenti PT2 e PT4 ed è disponibile nel comodo formato da 1 Lt.
WC Cloro Gel è il Disinfettante Biocida formulato a base di cloro attivo. Grazie alla sua particolare formulazione, garantisce una profonda detersione e disinfezione del WC, sbiancandolo e rimuovendo accuratamente tutti i residui organici. Per una profonda e sicura protezione dei pavimenti, Marka ha lanciato CLOR 300, il Disinfettante Biocida a base di cloro attivo 1%:300 ppm in grado di disinfettare tutte le
superfici dure resistenti al cloro. Clor 300 è ideale in mercati quali RSA, Sanità, autoconsumo retail, industrie, hotel e ristorazione.
MARKA, SISTEMA PROTEZIONE IGIENE
La gamma Disinfettanti PMC e Biocidi arricchisce la già consolidata ed apprezzata gamma SPI Sistema Protezione Igiene di Marka, una sele-
zione dei prodotti più performanti volti a garantire massima igiene, disinfezione e protezione in tutti gli ambienti pubblici e di lavoro. Con questa gamma, Marka, si impegna ad offrire le migliori soluzioni di cleaning professionale rispondendo alle stringenti richieste del mercato e garantendo il massimo della sicurezza e delle protezione profonda e professionale.
Per alcune tipologie di alimenti, gli ultrasuoni vengono usati in combinazione con trattamenti ulteriori come quelli ad alta pressione, termici in maniera da ottenere un effetto più potente di distruzione meccanica delle cellule.
Sono il contorno probabilmente preferito dai più, anche perché di insalate ce ne sono davvero di tutti i tipi e soprattutto, le troviamo pronte sugli scaffali del supermercato, già tagliate e lavate. Il successo commerciale di questi prodotti è dovuto a diversi fattori: il notevole “servizio” che incontra il favore di una categoria di consumatori in aumento, che non dispone di tempo per la preparazione dei pasti; il vantaggio che l’acquisto di prodotti della IV gamma non comporta scarti, in quanto il prodotto è consumabile al 100% e l’alta qualità che in genere viene associata a tale tipologia di prodotto.
Tra l’altro, un consumo costante di prodotti vegetali freschi è sempre raccomandato per la prevenzione di tante patologie, tra le quali quelle cardiovascolari e neoplastiche per via del basso contenuto calorico di partenza, confrontato al contenuto abbondante di antiossidanti, vitamine, fibre e minerali. La conservazione di questi alimenti si basa su metodi e tecniche che hanno lo scopo di rallentare o bloccare il loro naturale processo di alterazione, tenendo sotto controllo o distruggendo del tutto la carica microbica.
Ma siamo certi della sicurezza di questi prodotti?
In realtà, continuano ad aumentare le malattie di origine alimentare, spesso causate da batteri patogeni che contaminano i prodotti freschi, e tra questi anche le insalate pronte confezionate in busta. Questi prodotti vantano dal loro lato tutte le caratteristiche di freschezza del prodotto appena raccolto, come tutti i prodotti della cosiddetta IV (quarta) gamma. Infatti essi hanno subito interventi tecnologici ridotti e non necessitano di ulteriori manipolazioni prima dell’utilizzo.
La delicatezza dei trattamenti, però, può creare condizioni tali da consentire lo sviluppo di microrganismi indesiderati, e renderli anche “potenzialmente pericolosi” soprattutto per alcune categorie di consumatori.
I microrganismi più spesso ritrovati in tali prodotti sono i ben noti Escherichia coli, Salmonella e Listeria monocytogenes, che risultano essere tra i principali responsabili delle infezioni derivanti dal consumo di questi prodotti, nonostante il trattamento antimicrobico cui vengono sottoposti durante le fasi di lavaggio pre- e post-raccolta, e che quindi rischiano di
rappresentare talvolta una seria minaccia sanitaria.
Le temperature di conservazione non appropriate spesso sono la causa della proliferazione microbica già presente per contaminazione dovuta al suolo o alle acque di irrigazione contaminate da deiezioni di animali.
Ricordiamo tutti la notizia allarmante dell’epidemia di E. coli O157:H7 del 2006 negli Stati Uniti: un prodotto della IV gamma provocò ben 5 morti e oltre 200 casi di infezioni intestinali gravi. In questo caso il prodotto era stato contaminato in campo dalle acque di irrigazione contaminate dalle deiezioni di un vicino allevamento bovino. A seguito di questa notizia, la vendita di insalate a foglia e delle insalate della IV gamma subì un duro colpo.
Finora, i trattamenti di pulizia e disinfezione degli ortaggi della IV gamma, comprese le insalate in busta, hanno contemplato principalmente lavaggi con acqua additivata di cloro.
L’aggiunta di detergenti-sanitizzanti è infatti un utile mezzo per controllare la carica microbica nell’acqua di lavaggio, spesso utilizzata in riciclo, e nelle acque reflue. L’utilizzo di tali sostanze deve tener conto della compatibilità con le leggi, dell’economia di esercizio, delle possibili controindicazioni e accettabilità da parte dei consumatori.
In Italia si impiegano tuttora soluzioni clorate a 80-100 ppm di cloro attivo.
Tali metodi però non riescono a garantire un’eliminazione dei patogeni soddisfacente e, al tempo stesso, aumentano la selezione di ceppi resistenti.
Inoltre, è necessario mettere a punto tecniche alternative sostenibili che permettano contemporaneamente la disinfezione migliorandone la qualità e prolungandone il tempo minimo di conservazione, e allo stesso tempo abbiano effetti positivi sull’ambiente e sulla salute dei consumatori.
Un aiuto potrebbe arrivare dall’idea di alcuni ricercatori inglesi e da nuovi progetti finanziati dall’UE che hanno previsto lo sviluppo di tecniche innovative per la disinfezione dei prodotti freschi, utilizzando gli ultrasuoni al posto dei normali antimicrobici.
Le ricerche di altri studi hanno già
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dimostrato come l’utilizzo degli ultrasuoni, in combinazione con l’applicazione di raggi UV-C per il trattamento dell’acqua di lavaggio dei vegetali e olii essenziali estratti da origano, è in grado di annientare rendere inattivi i microrganismi patogeni presenti.
La tecnica che prevede l’utilizzo degli ultrasuoni è chiamata “sonicazione”.
Gli ultrasuoni sono vibrazioni acustiche caratterizzate da frequenze superiori a quelle normalmente percepibili dall’orecchio umano (superiori a 20 kHZ).
Tali vibrazioni sono onde di pressione che trasferiscono l’energia meccanica in un mezzo di trasmissione grazie all’alternarsi di fasi di compressione e decompressione. In questo modo, un’onda sufficientemente intensa che attraversa un liquido, è in grado di produrre un effetto di cavitazione, cioè la formazione e la successiva esplosione di minuscole bollicine, con effetti meccanici efficaci.
Quando un’onda incontra un mezzo liquido si formano zone ad alta e bassa pressione tra le quali si creano bolle di gas, il cui volume aumenta progressivamente fino ad un punto in cui implodono. Lo sviluppo della cavità che si forma dipende dall’intensità del suono, e quando le bolle di cavitazione implodono, la loro compressione è così rapida che una piccola quantità di calore viene dissipata dalla cavità durante il suo collasso. Il liquido circostante, d’altra parte, è ancora freddo ed estinguerà prontamente la cavità riscaldata. Così, viene prodotto un punto caldo (hot spot), di breve durata, localizzato in un liquido freddo, questo punto caldo ha una temperatura approssimativa di 5000 ºC.
Per ottenere gli ultrasuoni, viene applicata una corrente elettrica alternata ad un materiale piezoelettrico fissato alla parete di un contenitore. Un sonicatore dunque fornisce impulsi di energia ad alto voltaggio e ad alta frequenza, trasformando la normale corrente
alternata a 220 volt e 60 Hz in energia elettrica a circa 1000 V e 20.000 Hz in vibrazione meccanica.
Il primo tentativo di utilizzare gli ultrasuoni per inattivare i microrganismi venne fatto negli anni ‘60 quando si osservò che le onde sonore usate dai sommergibili per scopi bellici erano capaci di uccidere i pesci.
Nel 1959, per la prima volta, gli ultrasuoni ad alta intensità furono utilizzati per provocare la lisi cellulare. Ad oggi si contano numerosi utilizzi degli ultrasuoni in svariati ambiti, dai fischietti per cani agli Impianti antifurto, dalle apparecchiature per la pulizia dei gioielli alla Sterilizzazione degli strumenti chirurgici, senza contare gli utilizzi in campo medico per, ad esempio, la rimozione dei calcoli renali senza ricorrere alla chirurgia e quelli in campo industriale per processi di omogeneizzazione, emulsione e dispersione, inattivazione di microrganismi.
L’effetto battericida degli ultrasuoni risulta dall’azione di cavitazione che provoca l’assottigliamento delle membrane cellulari, un riscaldamento localizzato, e la produzione di radicali liberi, con conseguente inattivazione e/o morte del microrganismo in questione. Per alcune tipologie di alimenti, gli ultrasuoni vengono usati in combinazione con trattamenti ulteriori come quelli ad alta pressione, termici in maniera da ottenere un effetto più potente di distruzione meccanica delle cellule. Naturalmente non tutti i microrganismi sono uguali e l’efficacia del trattamento non uguale per tutti. Le specie
più sensibili al trattamento sono quelle di maggiori dimensioni; quelle più termoresistenti sono le meno sensibili. Per l’ottimizzazione del processo, alcuni parametri della tecnologia sono fondamentali in modo da adeguare il trattamento al tipo di microrganismo da trattare (ampiezza onde/ tempo di esposizione / superficie di contatto / volumi da trattare).
Come dicevamo più sopra, prove sperimentali condotte su alcuni microorganismi hanno dimostrato che l’applicazione degli ultrasuoni, soprattutto se associata al cloro risulta efficace nel ridurre la popolazione batterica di Salmonella, Listeria monocytogenes e E. coli.
I ricercatori dell’Università di Southampton, nel Regno Unito, in uno studio pubblicato su Ultrasound in Medicine & Biology, hanno pubblicato di recente i risultati di una tecnica che ha previsto il passaggio diretto sulla superficie dei vegetali di correnti d’acqua percorse da ultrasuoni, che formano minuscole bollicine. Gli ultrasuoni formano echi di rimbalzo sulla superficie delle verdure, e le micro bollicine sono in grado di arrivare nei punti più difficili da raggiungere dalle tradizionali tecniche di lavaggio. Inoltre la rapidissima implosione delle bolle lavora come una microscopica macchina per il lavaggio, dando origine a delle forti micro-correnti, in grado di eliminare fisicamente i microorganismi trascinandoli via nell’acqua reflua, lasciando la pulita foglia pulita e priva di residui.
Ma da dove deriva questa tecnica e soprattutto, come funzionano gli ultrasuoni?
Il tuo alleato nell’IGIENE delle superfici
Garantire e mantenere un elevato livello di igienizzazione risulta ancora più necessario nel settore della ristorazione. Per rispondere a questa esigenza, Amuchina Professional, da sempre sinonimo di igiene e disinfezione, propone Amu, ideale per tutti gli ambienti in cui vengono trattati prodotti alimentari.
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PROFUMO degli alimenti, NATURA o artificio sintetico
L’odore di molti alimenti è indubbiamente polarizzante e ogni essere umano ne può rimanere affascinato e sedotto, oppure al tempo stesso detestarlo profondamente: sono sentori intrinseci all’alimento e nella maggior parte dei casi legati alla natura dello stesso.
Luca Ilorini Chimico e divulgatore scientificoLa ricchezza dell’universo naturale riesce a regalare sfumature olfattive che difficilmente potrebbero essere legate alla sintesi chimica oppure ad artifici di laboratorio. A tal proposito è fondamentale sottolineare come in determinati casi alcuni sentori, e contestualmente alcuni aromi se ci avviciniamo al campo gustativo, siano difficilmente replicabili artificialmente e il confine tra aromi naturali e proposte sintetiche sia talvolta molto ampio, portando a proposte molto distanti fra di loro. Al contrario, in alcuni casi invece la differenza risulta davvero intangibile e pertanto è più immediata la possibilità di sostituire un aroma naturale con uno artificiale oppure
di avere una doppia alternativa nel momento in cui si presenti la necessità di fronteggiare determinati shortage di mercato. Per questo motivo parlare di profumo di un alimento e non necessariamente di aroma alimentare non è totalmente errato, anche se i due termini sono spesso utilizzati come sinonimi dal momento che la struttura di base in entrambi i casi prevede la miscela di sostanze molto volatili e a basso peso molecolare.
ALLA BASE DEGLI AROMI ALIMENTARI
Nel settore food esistono tre tipologie principali di aromi: naturali, natural-identici e artificiali. Gli aromi naturali sono ottenuti da materie prime di origine naturale,
vegetali o animali come frutta, fiori e piante aromatiche: nella produzione vengono utilizzate solo tecniche fisiche, enzimatiche o microbiologiche, come pressatura, distillazione, riscaldamento, filtrazione, macinazione, miscelazione, fermentazione o triturazione. I sapori natural identici, nonostante la differenza sia veramente labile, sono prodotti attraverso procedimenti di sintesi chimiche che comprendono ad esempio reazioni di esterificazione o di acetilazione. Esiste sul mercato la possibilità di trovare una quantità importante unita ad una qualità di prim’ordine per quanto concerne la presenza di aromi natural-identici che, pur non avendo origine naturale, sono in grado di mimare la consistenza del prodotto finito
in modo perfetto. Gli aromi artificiali, infine, hanno caratteristiche simili agli aromi naturali, ma la loro somiglianza non esiste in natura e pertanto possono rappresentare un insieme di aromi unici che trovano ampio utilizzo in numerose applicazioni del settore alimentare. Una grande quantità di ingegneria scientifica e tempo di progettazione è dedicata alla creazione di aromi per alimenti trasformati: a rendere idea dell’ampiezza di questo fenomeno è opportuno citare un dato legato al mercato statunitense e alla figura dell’aromatiere, il cui lavoro specializzato viene svolto da soli 500 aromatieri professionisti che sono responsabili della maggior parte dei sapori in quasi tutti gli alimenti trasformati negli Stati Uniti.
PROFUMI E AROMI ARTIFICIALI: LA SCELTA
Il processo di aromatizzazione degli alimenti è un progetto complesso sia per gli aromi di provenienza naturale che per quelli artificiali: non è semplicemente un’unione di diversi aromi, ma coinvolge anche molti fattori come la compatibilità del profumo artificiale con il materiale del substrato alimentare unita ad una valutazione della resistenza all’acidità e al calore e della stabilità durante il processo di sterilizzazione e conservazione ed altri parametri di diversa natura. La scelta di impiego di un prodotto naturale o artificiale è spesso complicata e motivata da numerose considerazioni: le principali legate a
discorsi di disponibilità delle materie prime e di impatto a livello di costi. Risulta spesso complicato, soprattutto per alcune tipologie di prodotti naturali, avere dalle parti della pianta da cui si procede all’estrazione una resa adeguata a soddisfare i bisogni di un’industria in costante sviluppo come quella alimentare, assolutamente demanding in un anno che ha risentito della pandemia in numerosi settori dell’universo chimico: le rese sono spesso variabili e in alcuni casi vi è la necessità di fronteggiare una richiesta di mercato superiore alla disponibilità reale dell’aroma naturale o della profumazione naturale di partenza; in un contesto di questo tipo è fondamentale la presenza della sintesi che riesce a replicare il prodotto con ottimi risultati fornendo una molecola identica, partendo da una fonte differente e costituita da un laboratorio chimico in questo caso. Analizzando il discorso relativo ai costi è immediato capire come la sintesi chimica possa rappresentare un’alternativa low cost di grande attualità per replicare le prestazioni di un aroma naturale, dal momento che i costi di raccolta, estrazione, purificazione e trasporto della materia prima di origine naturale sarebbero decisamente superiori se comparati all’ottenimento della stessa molecola o della medesima miscela in laboratorio attraverso una serie di reazioni chimiche di diversa natura: a questo proposito è doveroso sottolineare come non sia corretta l’equazione per la quale un prodotto a costi inferiori sia di minor qualità, dal momento che la sintesi soprattutto negli ultimi anni ha raggiunto livelli qualitativi di prim’ordine e spesso rispetto al prodotto naturale permette il raggiungimento di livelli di purificazione più elevati: la scelta è legata alla tipologia di prodotto finale che si vuole sviluppare e al posizionamento del prodotto sul mercato oltre che alla tipologia di consumatori al quale lo stesso è rivolto.
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VANIGLIA ESTRATTO O VANILLINA: LE DIFFERENZE
Per analizzare nel dettaglio il diverso impatto di un prodotto ottenuto da matrice naturale con uno ottenuto da procedimento sintetico è possibile utilizzare i sentori legati al mondo della vaniglia ad esempio: comparando l’estratto di vaniglia artificiale e quello naturale. Nell’estratto di vaniglia naturale, i composti aromatici vengono estratti dai baccelli di vaniglia e diluiti con alcool; esistono oltre 200 composti che compongono il sapore della vaniglia naturale, molecole di diversa natura che pur presenti in percentuali differenti contribuiscono a rendere il sentore della vaniglia unico in tutto il mondo: Il più notevole è la vanillina, seguita dall’idrossibenzaldeide, dall’acido idrossibenzoico e dall’anisaldeide in quantità differenti : Per creare l’estratto di vaniglia artificiale, le poche molecole aromatiche chiave che danno il gusto di vaniglia più iconico vengono create in un laboratorio e diluite con alcol: dal momento che i composti aromatici più significativi sono molecolarmente identici a quelli che si trovano nella vaniglia naturale, il sapore sarà simile in tutti i suo aspetti. E’ doveroso considerare che l’aroma artificiale manca di oltre 100 composti “di supporto”, in parte presenti in piccole tracce e parzialmente prodotti unicamente dalla pianta senza possibilità di isolare e riprodurre chimicamente i singoli componenti, per questo motivo l’aroma artificiale presenterà una complessità inferiore allo stesso prodotto di origine naturale: la sintesi presenta una ricchezza olfattiva per quanto legato alle diverse molecole che possono mimare l’odore della vanillina, come nel caso della materia prima etil vanillina che ha un impatto olfattivo decisamente superiore a quello della normale vanillina e che può essere utilizzata per questo motivo a percentuali
decisamente inferiori a quelle della vanillina tale e quale oppure dell’estratto di vaniglia da baccelli con notevoli vantaggi dal punto di vista produttivo e formulistico.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL POTERE
A dare ulteriore tangibilità all’importanza che la componente ‘artificiale’ ha raggiunto nel mondo degli aromi è la creazione nel 2020 del primo aroma creato a tavolino da un software grazie all’intelligenza artificiale: un programma targato Microsoft che, grazie alla presenza di particolari algoritmi matematici in collaborazione con la multinazionale del settore food & fragrance Firmenich, ha elaborato presso la sede svizzera della stessa un nuovo brodo di manzo artificiale con un sentore di carne grigliata ben evidente: la logica del software è stata quella di inserirsi all’interno del database della casa aromatiera andando a selezionare in automatico, da un database contenente migliaia di materie prime differenti una serie di ingredienti rispondenti a determinati requisiti inseriti in sede di richiesta di search massiva lanciata col database: in automatico sono state selezionate le materie prime e i dosaggi rispettivi delle stesse, per la maggior parte a livello di tracce vista la forte diffusività che molte delle materie prime utilizzate nell’universo alimentare
presentano. L’intelligenza artificiale non può prescindere dall’avvalersi in seconda battuta del sapiente intervento dei maestri aromatieri per equilibrare il sentore della miscela; in questo modo viene implementata l’efficienza a livello progettuale dal momento che i professionisti della creazione di aromi possono avvalersi di una base di partenza formulistica assolutamente valida, risparmiando tempo in sede di ricerca e sviluppo, per focalizzarsi poi sul fine tuning formulistico a livello dei sentori primari o top notes se utilizziamo un linguaggio all’ambito del profumo. I vantaggi futuri legati a questa innovativa tecnologia sono molteplici a partire dalla possibilità di riuscire a soddisfare con qualità e tempi di risposta sempre più ridotti le numerose richieste che arrivano da società di svariati ambiti per ottenere soluzioni di aromi create in laboratorio ad-hoc per le singole necessità e che non siano formule di default troppo simili a formulazioni standard già presenti sul mercato da diversi anni a questa parte.
www.hygan.it
HYGAN Innovazione, QUALITÀ e sostenibilità
Dal 1963 Hygan produce, nella sua sede di Laives (Bolzano), prodotti per la pulizia e la manutenzione nelle più svariate applicazioni. Durante i suoi 58 anni di attività, Hygan si è sviluppata diventando un’azienda innovativa, con un laboratorio di sviluppo ben attrezzato e sistemi di produzione e imbottigliamento all’avanguardia. Nel 2006, Norbert Gummerer ha assunto la direzione dell’azienda e, con lungimiranza e spirito innovativo, l’ha fatta diventare ciò che è oggi. Da allora, l’azienda, che oggi impiega oltre 80 persone in quattro sedi in Italia, Austria e Germania, è cresciuta costantemente, con un fatturato che è passato da 2,8 milioni di euro nel 2006 a 24 milioni di euro nel 2020. I segreti del successo di Hygan sono attenzione per la qualità, spirito di innovazione e costante voglia di migliorarsi. Per questi motivi, l’industria 4.0 rappresenta per questa azienda non solo uno slogan, ma una realtà concreta; l’intero sistema di produzione è automatizzato dal 2018, e soddisfa i più recenti standard e requisiti tecnici. L’utilizzo di sole materie prime selezionate, la cui qualità e composizione viene analizzata e controllata tramite uno spettrometro di massa HPCL tra l'altro, garantisce una qualità costante del prodotto finale; l’intera catena di produzione è progettata per garantire qualità. Con la consegna delle materie prime, che vengono immagazzinate in base al materiale e alla tipologia, inizia il processo produttivo, le cui fasi più importanti avvengono in
modo completamente automatico: “Gli addetti alla produzione monitorano e controllano i processi utilizzando i più moderni sistemi di controllo e alla fine rimuovono il prodotto finito. La persona esercita il suo know-how, mentre la macchina prende in carico il lavoro fisicamente impegnativo e monotono”, afferma Gummerer.
I processi di stoccaggio e produzione avvengono indipendentemente dal dipendente; tramite connessione digitale, questi passaggi possono essere ottimizzati e l’utilizzo delle macchine può essere pianificato meglio. Un controllo con-
tinuo permette di eliminare fattori di disturbo e fonti di errore, consentendo di aumentare anche improvvisamente il volume di produzione. Molto attenta ancha alla sostenibilità ambientale, Hygan nel 1986 introduce la propria certificazione per i prodotti ecocompatibili; l’impegno nei confronti dell’ambiente prosegue poi con la certificazione Eu-Ecolabel per la linea Unyrain Eco e con i test dermatologici in collaborazione con l’Università di Ferrara. La concezione di prodotto ottimale secondo Hygan può essere riassunta secondo il motto: "Efficace quanto serve. Delicato quanto basta".
Efficacia dei PROTOCOLLI nel lavaggio degli ABITI
DA LAVORO
Per impedire che gli indumenti puliti possano essere contaminati da agenti patogeni, bisogna curare ogni aspetto del processo di lavaggio, evitando ogni possibile contatto tra gli abiti sporchi e quelli già lavati
La pandemia ci ha portato a considerare con ancora maggiore attenzione il processo, già in precedenza fondamentale, del lavaggio e sanitizzazione degli abiti da lavoro.
Su questo tema esiste ancora oggi un po’ di confusione, ed è necessario fare chiarezza; molti hanno ritenuto sufficiente, per poter garantire un trattamento sanitizzante adeguato, impiegare prodotti disinfettanti, clas-
sificati come P.M.C. (Presidio Medico Chirurgico).
Una sanitizzazione efficace dipende invece soprattutto dall’adozione di una serie di procedure e accortezze che interessano l’intero processo di
gestione del lavaggio, tra le quali è particolarmente importante la realizzazione di un percorso della biancheria da sporco a pulito, in modo da impedire il contatto tra la biancheria salubre e quella contaminata. Per una corretta riuscita, il processo deve coinvolgere tutti i collaboratori impegnati in esso, i quali dovranno adottare una serie di misure specifiche da rispettare con scrupolo.
La biancheria pulita, al termine del lavaggio, dovrebbe essere riposta su un carrello differente da quello sul quale sostava quando era sporca, e gli operatori che scaricano gli indumenti puliti dovrebbero avere le mani sempre pulite ed igienizzate, altrimenti i batteri presenti su di esse contamineranno gli indumenti, rendendo inutile il trattamento di sanitizzazione. La biancheria sporca deve essere trasportata in lavanderia tramite un percorso distinto da quello effettuato dalla biancheria pulita, pertanto all’interno della struttura è necessario individuare e predisporre due percorsi diversi di passaggio Occorre garantire ai lavoratori che trattano la biancheria sporca una dotazione di dispositivi di protezione adeguata. A questa categoria di lavoratori appartengono sia gli autisti, nella fase di trasporto della biancheria sporca dai clienti verso la lavanderia industriale, sia gli addetti alla cernita dello sporco. Il banco di accettazione e i carrelli andrebbero puliti spesso, utilizzando prodotti disinfettanti per superfici, e i pavimenti necessitano di essere puliti una volta al giorno, utilizzando ipoclorito di sodio o altro disinfettante.
Il punto fondamentale del processo di sanitizzazione non è rappresentato quindi dall’utilizzo di un singolo prodotto, ma dall’adozione di un protocollo dettagliato e preciso nel quale vanno identificati i percorsi, i metodi di lavaggio, i prodotti disinfettanti, il controllo del personale, e le verifiche analitiche periodiche sulla biancheria confezionata, che vanno eseguite a campione per verificare che il sistema garantisca sempre una biancheria pulita e sanitizzata.
Un protocollo efficace può essere steso consultando tecnici e con-
METODI DI DISINFEZIONE PER ABBIGLIAMENTO
L’utilizzo di disinfettanti chimici è consigliato solo su tessuti che possono essere lavati in lavatrice ad almeno 60 °C con prodotti detergenti e disinfettanti; alcuni prodotti potrebbero infatti danneggiare e degradare i tessuti, riducendone le qualità protettive. Il possibile impiego dell’ozono va valutato con molta cautela, perché, pur essendo rapidamente efficace contro i virus, può alterare i colori dei capi a causa delle sue proprietà ossidanti ed i tempi di esposizione risulterebbero un fattore critico da controllare. Tra i trattamenti fisici, quello più consigliato è l’utilizzo del vapore secco. Utilizzato per 30 minuti, il vapore secco non rappresenta un problema per i tessuti, essendo già utilizzato nelle operazioni di finissaggio degli stessi. L’operatore che si occupa dell’applicazione del vapore deve essere dotato di mascherina, al fine di evitare l’inalazione tramite aerosol dei contaminanti eventualmente presenti nei tessuti.
Le radiazioni UV, note per le loro qualità antibatteriche, e in particolare quelle dello spettro UV-C, sembrano essere in grado di inattivare diversi tipi di coronavirus, incluso il Sars-Cov-2. Le lampade germicide sono già da tempo utilizzate nei processi di sanificazione, quindi è lecito pensare che pochi minuti di applicazione di queste radiazioni sugli indumenti potrebbero eliminare efficacemente il virus. Il loro potenziale utilizzo in ambito tessile deve però tenere conto di diversi fattori: queste radiazioni non hanno un’elevata penetrazione, e potrebbero non essere in grado di raggiungere il virus, se quest’ultimo è annidato nel tessuto. Le lampade rappresentano inoltre un costo significativo dal punto di vista energetico, e la loro efficacia dipende da condizioni ambientali come l’umidità relativa. Queste radiazioni sono inoltre pericolose per l’uomo, in quanto capaci di arrecare seri danni agli occhi e alla pelle; è quindi fondamentale fornire all’operatore adeguate protezioni, soprattutto per quanto riguarda gli occhi.
Le radiazioni ionizzanti come raggi x e y, invece, possono essere utilizzate solo nell’ambito dei processi industriali, per via dei costi elevati e del loro meccanismo di azione. Questi raggi non impattano sulla struttura dei materiali tessili, e consentirebbero di ripetere il trattamento più volte senza danneggiare i capi, ma richiedono tempi di applicazione molto lunghi, quantificabili in diverse ore, e trovano più spazio nell’industria alimentare, essendo più efficienti nell’eliminazione di spore e specie batteriche.
Rivolgersi a strutture specializzate come le lavanderie professionali, in grado di individuare il disinfettante e il metodo più adatto ad ogni tipo di capo, rimane in ogni caso la miglior prassi da adottare per rispondere in modo efficace e conveniente alle proprie esigenze di sanificazione.
sulenti del settore, i quali suggeriranno alle lavanderie e alle strutture ricettive o ristorative quali migliorie apportare per realizzare un sistema di sanitizzazione adeguato in modo da garantire non solo la pulizia degli indumenti da lavoro, ma anche l’as-
senza di possibili agenti patogeni, aspetto che diventa ancora più importante quando gli indumenti, in base alle loro caratteristiche ed applicazioni, sono classificati come Dispositivi di Protezione Individuale. www.falvo.info
La SICUREZZA inizia dagli AMBIENTI
Module e W/D Module B50: le soluzioni Künzle&Tasin per il settore alimentare
Questi mesi di sofferenza e di dolore hanno messo ancora più in evidenza il ruolo cruciale della pulizia e della sanificazione. La cosa risulta ancora più evidente in ambito alimentare, dove aree pulite e protette sono la migliore garanzia per la sicurezza e la salute dei consumatori e di tutti gli addetti del settore. Come si mantiene un ambiente sicuro e protetto? Con un approccio polivalente e trattamenti diversificati, che tengano conto delle diverse tipologie di attività, superficie.
Künzle&Tasin dispone nella sua gamma prodotti di due modelli dalla struttura modulare e flessibile – la macchina multifunzione Module e l’aspirapolvere-liquidi a batterie W/D Module B50 - che rappresentano appunto la soluzione migliore per una pulizia efficace e completa in ambito alimentare. Disponibile in 2 varianti, con pista di pulizia da 35 e 50 cm (versione a cavo o a batteria), Module è ad oggi l’unico prodotto “compact size” sul mercato che incorpora in sé le funzioni di spazzatrice, lava-
sciuga e aspirapolvere/liquidi. Ciò la rende una soluzione economica (3 macchine in 1!) e indicata in ambienti anche molto diversi tra loro: dall’ambito commerciale a quello più strettamente industriale, ai servizi. In particolare, Module risulta perfetta nelle varie strutture del settore alimentare che, proprio per la loro natura polivalente e complessa, necessitano di trattamenti diversificati: dall’aspirazione delle polveri fini, al lavaggio in profondità delle superfici, alla pulizia negli angoli più nascosti
macchina multifunzione Module, con tre funzioni spazzatrice, lavasciuga e aspirapolvere/liquidi
Grazie alla struttura modulare e componibile della macchina, passare dalla modalità spazzatrice a quella di lavasciuga e aspiratore è incredibilmente semplice e può essere svolto in poche mosse da chiunque. Ciò consente un trattamento differenziato in base alle diverse aree e pavimentazioni e alle differenti esigenze di pulizia giornaliera. Risultato finale: superfici perfettamente pulite e igienizzate.
ASPIRATORI POTENTI E PERFORMANTI
Forte del successo dei modelli Module, Künzle&Tasin ha sviluppato un altro prodotto dalle caratteristiche uniche e distintive: l’aspiratore wet&dry a batteria W/D Module B50. Quello che mancava nel mercato era infatti un aspiratore potente e performante, che permettesse di lavorare a lungo e in completa autonomia, senza la necessità di collegarsi con il cavo alla rete elettrica. W/D Module B50 costituisce la soluzione a questo problema. Rapido ed efficiente, con la dotazione standard (batterie AGM DEEP CYCLE da 40Ah) può raggiungere fino a 2 ore di autonomia E per lavori più prolungati, l’ampio comparto può ospitare batterie più potenti e con capacità ancora maggiore (fino a 80 Ah).
Questa elevata capacità di lavoro si combina poi con alti livelli di efficienza e flessibilità. Grazie a un doppio sistema di aspirazione, W/D Module B50 è infatti in grado di operare dappertutto. Se il kit di aspirazione permette di pulire nei punti più nascosti, grazie al tergitore è possibile lavorare in “rettilineo” lungo spazi estesi senza vincoli di mobilità, semplicemente spingendo la macchina (produttività teorica di ben 2500 m2/h).
Dunque, un mix unico di comfort, velocità e performance, perfetto sia in grandi spazi che in aree ristrette. Con i modelli Module e W/D Module Künzle&Tasin conferma il suo impegno convinto per un’attività di pulizia sempre più profonda, efficace e consapevole, nel rispetto dell’ambiente e della salute di tutti.
Nel Bollettino dell’International Dairy Federation 496/2019 “The technology of pasteurisation and its effect on the microbiological and nutritional aspects of milk” viene delineato il processo tecnologico della pastorizzazione, spiegati gli aspetti microbiologici dell’impatto della pastorizzazione sulla salute pubblica e dimostrato che la pastorizzazione non ha un impatto significativo sulle proprietà nutritive del latte. Quindi, secondo le attuali conoscenze disponibili, bere latte pastorizzato è ancora il modo più sicuro per goderne i benefici per la salute derivati dal suo consumo. Il focus del Bollettino è sul latte vaccino pastorizzato per consumo diretto; non sono stati considerati altre tipologie di latte.
La pastorizzazione, in combinazione con le buone pratiche di fabbricazione (GMP), riduce la microflora indigena non patogena (ad es. batteri lattici) a un valore accettabile e inattiva gli enzimi, come la lipoproteina lipasi (Deeth, 2006), che può essere associata a deterioramento non microbiologico del latte.
ASPETTI MICROBIOLOGICI DELLA PASTORIZZAZIONE DEL LATTE
Il latte è un mezzo nutriente e terreno ideale per la crescita di molti microrganismi. I batteri presenti nel latte derivano dalla superficie della mammella, dalle attrezzature di mungitura o dall’ambiente esterno. Tale contaminazione può essere aumentata se c’è un’infezione della mammella, ad es. mastite subclinica o clinica, o in condizioni igieniche non adeguate. Recenti studi metagenomici indicano che nel latte sano possono esserci marcatori genetici di diversi gruppi batterici, molti dei quali non sono associati a mastite. Ciò suggerisce che la presenza di batteri nel latte non sia semplicemente il risultato di una colonizzazione esterna, ma esista la possibilità di una via endogena. Il numero di batteri aumenta con il
tempo di conservazione e il tasso di aumento dipende dal livello dalla contaminazione iniziale e dalle condizioni tempo-temperatura di conservazione.
La microflora del latte pastorizzato è costituita da batteri termodurici sopravvissuti alla pastorizzazione e da una eventuale contaminazione post-pastorizzazione che può derivare della presenza di batteri all’interno delle tubazioni, impianti o sistemi di stoccaggio, o può essere causata dagli operatori o dal packaging.
Il rischio di intossicazione alimentare derivante da batteri patogeni nel latte pastorizzato è relativamente basso, sebbene siano stati riportati casi isolati (CDC, 2008, 2011; RRMF, 2011).
Inizialmente, il trattamento termico minimo di pastorizzazione era destinato all’inattivazione di Mycobacterium tuberculosis e Coxiella burnetii, i due batteri più resistenti al calore associati al latte. Utilizzandoli come microrganismi di riferimento per un’adeguata pastorizzazione si aveva il vantaggio di inattivare altri organismi patogeni, migliorando la sicurezza del latte e prolungandone la conservazione. Gli agenti patogeni che recentemente hanno
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causato preoccupazione sono l’Escherichia coli “produttore di Shiga-Tossina” o “verocitotossico” (ad esempio, E. coli O157:H7) e Listeria monocytogenes, che sono inattivati dalla pastorizzazione, così come il Mycobacterium avium sottospecie paratubercolosi (MAP). Questo microrganismo è responsabile della malattia di Johne nel bestiame ed è sospettato, ma non confermato, di essere un cofattore della malattia di Crohn nell’uomo.
La recente richiesta da parte dei consumatori di alimenti meno trattati termicamente, ma ugualmente sicuri, ha portato alla ricerca di potenziali alternative non termiche (Morris et al., 2007). Tali tecnologie alternative includono i campi elettrici pulsati (Mosqueda-Melgar et al., 2008), la luce ultravioletta (Koutchma, 2009), la microfiltrazione (Pouliot, 2008) e le alte pressioni idrostatiche (Mújica-Paz et al., 2011). Sebbene queste tecnologie sembrano essere ugualmente efficaci in termini di riduzione microbica ed estensione della shelf life, nessuna di esse è stata approvata nell’UE, negli Stati Uniti o in Canada come alternativa alla pastorizzazione
del latte. Tuttavia, in Australia il latte crudo trattato con le alte pressioni è stato recentemente approvato per la vendita (Schuh, 2016).
LA SHELF LIFE DEL LATTE PASTORIZZATO
I batteri che sopravvivono alla pastorizzazione, chiamati termodurici, sono per lo più non patogeni, ad eccezione di alcuni batteri sporigeni. A seconda del loro numero, e in particolare della loro resistenza al calore, lo sono classificato in tre categorie: batteri moderatamente termodurici, come micrococco, streptococco, enterococco, Lacto-
bacillus; batteri fortemente termodurici, resistenti a un trattamento di 75°C per 12 minuti, come il genere Microbacterium (M. liquefaciens); spore batteriche altamente termoduriche, resistenti a temperature superiori a 80°C per 10 minuti. Tali batteri sporigeni includono il genere Clostridium (C. butyricum, C. tyrobutyricum) e Bacillus (B. subtilis, B. cereus, B. licheniformis).
La presenza di spore di Bacillus cereus o Paenibacillus è un potenziale fattore limitante della conservabilità del latte alimentare pastorizzato (Giffel et al., 1997; Ranieri et al., 2011), e potrebbe essere un potenziale agente di intossicazione alimentare. Le pratiche igieniche durante la mungitura sono il modo migliore per controllare questi organismi.
In generale, minore è la temperatura di conservazione, maggiore è la durata di conservazione del latte pastorizzato. Tuttavia, i batteri psicrotrofi come Pseudomonas spp. possono crescere sotto i 4°C, e successivamente produrre enzimi extracellulari che portano alla formazione di off flavour.
Di particolare rilevanza sono i batteri psicrotrofi termodurici (per esempio Bacillus spp.), poiché possono sopravvivere alla pastorizzazione e crescere a 4°C.
Il latte alimentare pastorizzato può avere una durata compresa tra 5 e 20 giorni, a seconda della qualità del latte iniziale, del grado di
contaminazione post-pastorizzazione e della combinazione tempo-temperatura di conservazione del prodotto pastorizzato. Oltre al metabolismo dei batteri lattici, anche i batteri contaminanti possono produrre una serie di enzimi che modificheranno la struttura fisica del latte e il suo sapore. Gli enzimi più noti sono le proteasi che agiscono sui peptidi, alcuni dei quali sono amari (Richardson & Newstead, 1979) e le lipasi che producono acidi grassi liberi (Lawrence, 1967). Agiscono anche altri enzimi endogeni che causano una serie di difetti riscontrati nel latte scaduto.
ASPETTI NUTRIZIONALI DEL LATTE PASTORIZZATO
La pastorizzazione ha un basso impatto sui nutrienti del latte. Il latte crudo contiene in genere il 4% di grassi, in genere standardizzato al 3-3,5%. De Souza et al. (2003) e Nunes & Torres (2010) hanno riferito che la pastorizzazione ha poco effetto sul profilo degli acidi grassi nel latte, confermando gli studi precedenti (Badings & Neeter, 1980; Henderson et al., 1980; Renner & Baier, 1971). Negli studi di Herzallah et al. (2005) e Costa et al. (2011) non vi era alcuna differenza negli acidi grassi a corta catena (butirrico, caproico e caprilico) tra latte pastorizzato e latte crudo. Herzallah et al. (2005) hanno anche dimostrato che la pastorizzazione del latte non ha effetti significativi sulla quantità di acido linoleico coniugato (CLA), così come nel contenuto dell’isomero trans.
La pastorizzazione non provoca un cambiamento significativo nemmeno sulla qualità delle proteine. Il valore nutrizionale delle proteine del latte dipende dalla loro digeribilità e dal loro contributo all’assunzione di aminoacidi essenziali (Claeys et al., 2013). Sono state segnalate solo piccole perdite (1-4%) di lisina dopo la pastorizzazione del latte (Claeys et al., 2013; Andersson & Oste, 1995; Schaafsma, 1989). Alcuni studi hanno dimostrato che i trattamenti di pastorizzazione HTST
hanno modificato le proprietà funzionali delle proteine del latte (ad es. proprietà emulsionanti e leganti dell’acqua, solubilità), ma hanno avuto scarso effetto sulla loro digeribilità o sulle proprietà nutrizionali (Claeys et al., 2013; Douglas et al., 1981; Lacroix et al., 2006).
Qi et al. (2015) hanno dimostrato che la pastorizzazione HTST non ha causato cambiamenti chimici apprezzabili, né notevoli riduzioni strutturali delle principali proteine del latte pastorizzato.
Le prove scientifiche indicano che la pastorizzazione del latte potrebbe cambiare leggermente la struttura delle proteine del latte, ma che i cambiamenti sono correlati alle proprietà funzionali e non alla loro digeribilità o alle proprietà nutrizionali (Efigênia et al., 1997; Claeys et al., 2013).
Diversi componenti del latte con potenziali proprietà antibatteriche come la lattoferrina, il lisozima e la lattoperossidasi non sono influenzati o minimamente influenzati dalla pastorizzazione HTST (Cifelli et al., 2010). La lattoferrina, che lega il ferro libero e quindi limita la sua disponibilità ai patogeni per la crescita, non è influenzata dalla pastorizzazione standard (Cifelli et al., 2010; Paulsson et al., 1993; Steijns et
al., 2000). Il lisozima, una proteina antibatterica, non è influenzato dalla pastorizzazione (Cifelli et al., 2010; Fox & Kelly, 2006). La lattoperossidasi, altro enzima antimicrobico, mantiene il 70% della sua attività dopo la pastorizzazione HTST a 72°C per 15 secondi, mentre gli oligosaccaridi, che sono noti per prevenire l’adesione di potenziali batteri patogeni all’epitelio intestinale, sono stabili al calore (Cifelli et al., 2010; Marks et al., 2001).
Il latte è una buona fonte di calcio e fosforo e la pastorizzazione ha poco o nessun impatto sulla concentrazione di questi componenti o sulla loro biodisponibilità (Claeys et al., 2013; Cifelli et al., 2010).
La pastorizzazione può causare lievi perdite di vitamine idrosolubili, ma non influisce sulla concentrazione di vitamine liposolubili come vitamina A, D, E e K (Claeys et al., 2013; Cifelli et al., 2010; MacDonald et al., 2011).
Il trattamento termico può causare perdite del 7-10% di vitamina B12, ma anche così il latte pastorizzato rimane una buona fonte di questa vitamina.
La vitamina C è sensibile alla pastorizzazione e all’ossigeno, ma va considerato che il latte non è una fonte primaria di questa vitamina o delle vitamine E o K (Cifelli et al., 2010).
i PROFESSIONISTI del vapore!
STI nasce nel 2009 dall’esperienza ventennale della Famiglia Passuello nel settore della pulizia a vapore. Azienda giovane e dinamica che, grazie a un’organizzazione rapida e flessibile e all’alta qualità dei suoi prodotti, sta conquistando il mercato europeo ed extra-europeo.
LEADER NELLA PRODUZIONE DI MACCHINE A VAPORE
STI è leader nella realizzazione di macchine per la pulizia a vapore, nelle due linee per uso domestico e per uso professionale. I prodotti sono interamente progettati e realizzati nello stabilimento di oltre 3.000 mq di Fara Vicentino. L’azienda crede fortemente nel Made in Italy, seguendo questa linea di pensiero, STI garantisce che ogni componente delle sue macchine presenti provenienza italiana, offrendo così un prodotto di altissima levatura.
PULIZIA A VAPORE: UN METODO VELOCE E SICURO
Il sistema di vapore STI è un modo sicuro e veloce per pulire e sanificare qualsiasi tipo di superficie. I pulitori a vapore sono l’esempio di pulizia verde dal momento che non richiedono l’uso di soluzioni e detergenti chimici. Normale acqua di rubinetto viene trasformata in un potente strumento di pulizia profonda. Il vapore elimina sporcizia, batteri, virus muffa e altri agenti contaminanti da una varietà di superfici in pochi secondi. Si rivela inoltre ideale per chi soffre di allergie.
EMERGENZA COVID-19: EFFICACIA DEL VAPORE
Stiamo attraversando un periodo di forte emergenza in tutto il mondo, correre ai ripari è indispensabile per cercare di bloccare la diffusione del virus, limitando così il contagio. Uno dei metodi più efficaci per uccidere germi, batteri e virus è il vapore.
I prodotti professionali STI hanno una temperatura in caldaia che va dai 160°C ai 185°C in base alla potenza della macchina, c’è un naturale calo termico al punto di fuoriuscita del vapore ma la temperatura è ben superiore ai 71°C consigliati. La sanificazione totale e completa di ogni ambiente e superficie mediante l’uso di vapore a intervalli regolari contribuisce quindi a non diffondere virus.
In un momento storico caratterizzato da un virus invisibile, STI si pone come partner sicuro ed affidabile per eliminare ed arginare il problema
LA GAMMA
STI ha un’ampia gamma di macchine, dalle più semplici ed economiche per l’utilizzo domestico, a quelle più complesse e potenti, per l’uso industriale.
La linea domestica è composta dai modelli QV4, QV6 e linea QV7. Si dimostra essere una gamma completa in quanto è formata sia da prodotti solo vapore che prodotti vapore-aspirazione. I loro utilizzi sono molteplici visto che possono essere utilizzati per pulire e sanificare ogni stanza e superficie della casa. La gamma di macchine professionali di STI si divide in due linee: COMBY (prodotti aspirazione-vapore) e GAISER (prodotti solo vapore). La gamma professionale permette di pulire a fondo e sanificare qualsiasi luogo, gli ambiti di utilizzo sono svariati: dall’industria alimentare a quella meccanica, dalla sanità (ospedali, studi medici, odontoiatrici e veterinari) alla ristorazione, dagli hotel alla pulizia nei trasporti pubblici.
HACCP
Il vapore può essere utilizzato anche nel settore alimentare per combattere i rischi di contaminazione del cibo durante le fasi di produzione, distribuzione ed imballaggio, nel pieno rispetto della Normativa HACCP. www.stindustry.eu
Una SOLUZIONE rapida ed EFFICACE
Tra gli agenti antimicrobici più rinomati di sempre spicca lo iodio. Lo iodio risulta attivo verso la maggior delle specie batteriche, ivi compresi i bacilli tubercolari. Il profilo di attività dello iodio comprende i funghi patogeni e molte specie di virus, sia contenenti lipidi che privi di lipidi. Poiché lo iodio applicato singolarmente soffriva la presenza di materiale organico sulle superfici, venne associato a sostanze tensioattive per formare i cosiddetti iodofori.
Il vantaggio dello iodoforo deriva non solo dalla capacità di agire in presenza di sporco anche organico, ma pure dalla scarsa cessione di colore e l’assenza di fenomeni irritanti.
LO IODOPOVIDONE
Il migliore iodoforo in assoluto è lo iodopovidone, una combinazione tra lo iodio e un additivo di natura
alimentare, il polimero polivinilpirrolidone (PVP).
Lo iodopovidone è solubile sia in acqua sia nei solventi idroalcolici
sviluppati da Newpharm®. Questi ultimi, il BIOSOL® e il NEWSOL®, ne esaltano l’efficacia elevando al massimo l’azione germicida. La qualità dello iodio come disinfettante è nota dai tempi più remoti, tanto che ancor oggi viene usato in campo ospedaliero per la disinfezione di cute e ferite. Poter impiegare il prodotto in ambito alimentare e zootecnico significa trasporre in altri ambiti una molecola formidabile dall’indiscussa attività microbicida. Il potere germicida dello iodio è attribuito alla capacità ossidante dello stesso. Una volta penetrato nella cellula del microrganismo, virus compresi, altera irreversibilmente il materiale genetico nonché complessa le proteine.
Lo iodio trova ancora oggi largo impiego nei processi di purificazione dell’acqua, specie in itticoltura, riducendo l’impiego di farmaci e altri composti chimici.
www.newpharm.it
FAKE NEWS e scelte alimentari
Oggi si può accedere a banche di dati scientifici importanti e accedere a una mole di informazioni che una volta sarebbe stato impossibile raggiungere
Silvia Monguzzi Esperta in Scienze e Tecnologie alimentariComunicare attraverso il web con costi molto bassi raggiungendo in tempi rapidissimi un pubblico molto ampio è estremamente positivo. Il problema è che chi cerca informazioni da un lato dovrebbe avere gli strumenti per poterle selezionare e, dall’altro, chi immette informazioni dovrebbe obbedire a criteri che sono prima di tutto di tipo etico limitando la propria comunicazione a una competenza effettiva e alla buona fede. Giorgio Antonio Donegani, tecnologo alimentare ed esperto in educazione alimentare, inquadra il tema delle fake news. “Purtroppo oggi c’è stata un’evoluzione nel modo di comunicare su internet - continua Donegani - ci si è spostati da un marketing di prodotto a un marketing più orientato sul consumatore. Il web si è trasformato diventando un enorme database ricco di informazioni, che riguardano ciascuno di noi, anche negli aspetti più intimi come i comportamenti d’acquisto o le relazioni con gli altri. È capitato quello che Nicholas Negroponte aveva già ipotizzato anni fa: si è realizzato un
ambito dove costruire “sacche di convergenza digitale”, in cui creare ambienti virtuali nei quali le persone si riconoscono all’interno di un peri-
metro valoriale condiviso. Queste si chiamano proprio “caverne” e non è un caso perché sono ambiti molto chiusi. I padroni del web sono quelli
che hanno la capacità di leggere questa mole di dati, di costruire gli ambiti in cui aggregano le informazioni e poi riuscire a condizionare i consumatori. Perché lo fanno? Tipicamente per motivi di mercato».
Perché le fake news hanno così grande impatto?
Le fake news in genere rispondono a un bisogno del pubblico. Ci sono due fenomeni che fanno sì che le fake news abbiano questa diffusione virale e letale al tempo stesso: il primo si chiama bias di conferma, cioè: quando si viene raggiunti da una fake news si è talmente affascinati, talmente stupiti, talmente tirati dentro, che quando io vado a cercare sul web, vado a cercare quello che voglio sentirmi dire. Poi c’è il fenomeno chiamato polarizzazione di gruppo: io aderisco a un pensiero anche se mi sembra una stupidaggine e che va contro addirittura alla mia percezione, pur di far parte del gruppo; e siccome mi sento stupido per aver aderito a questo, difendo con enorme forza questa mia scelta. È per quello che smontare una fake news parlando in termini scientifici di dialogo, non serve, significherebbe mettersi in discussione. Io credo che per contrastare le fake news l’unico metodo sia creare un terreno comune su argomenti diversi che serva a recuperare il dialogo e quindi apra un pochino lo spiraglio anche a mettere in discussione le differenze.
Una fake news può danneggiare un marchio o un prodotto alimentare? Sì, possono essere incredibilmente dannose in questo senso e io credo che tutto il sistema agroalimentare italiano avrebbe dovuto per tempo interessarsi maggiormente della comunicazione digitale e utilizzarla anche a scopo preventivo, perché è un elemento di fragilità enorme. Prendiamo l’esempio dell’olio di palma: un giornale ha inventato la notizia dello scandalo, è stata pro-
mossa una petizione che è stata addirittura appoggiata da un partito politico. Una volta creata una comunità in continua crescita, con una comunicazione molto aggressiva si è cercato di convincere le aziende a eliminarlo dai prodotti. L’olio di palma è forse l’esempio più eclatante di come il mercato possa essere devastato da queste fake news. Dal punto di vista nutrizionale e tecnologico l’olio di palma ha un solo problema: quello di essere migliore degli altri oli e anche il più sostenibile, ma che per questa sua caratteristica di economicità e sostenibilità in effetti rischiava di mettere in ginocchio tutti gli altri mercati. Ségolène Royal, in un contesto pubblico ha invitato i francesi a boicottare la Nutella perché contiene l’olio di palma, cosa mai vista per un personaggio politico di quel livello. Poi vedendo gli investimenti che ha fatto su altri tipi di semi la Francia, le cose appaiono chiare. Ma ciò che colpisce è che è stato un fenomeno tutto italiano quello dell’olio di palma, giocato a proprio favore anche da un partito politico. La farina che viene definita “il peggior veleno che sia stato inventato dall’uomo”, in un paese dove mangiando più di 23 Kg di pasta all’anno a persona, una trentina di Kg di pane, 7/8 Kg di pizza, crakers, biscotti e grissini…, siamo il secondo popolo più longevo al mondo… Ecco, sostenere che ci nutriamo del peggior veleno e siamo i secondi più longevi è un controsenso che non richiede neanche tanto studio per essere compreso. Però nel momento in cui è andata una persona in televisione a dire questa cosa, il mercato delle farine in Italia è sceso drammaticamente. Italmopa, Associazione Industriali Mugnai d’Italia, si è trovata a fronteggiare una crisi del tutto imprevista.
Ecco diciamo che i danni che può fare una fake news sono drammatici. Anche per le carni rosse, quando lo IARC ha detto: “La carne rossa è stata inserita nel secondo gruppo,
GIORGIO DONEGANI
dal 2018 è Consigliere dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari di Lombardia e Liguria. Dal 2011 già presidente, ora consigliere di Food Education Italy –Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare, è consulente per l’educazione alimentare di enti pubblici e aziende del settore. Svolge l’attività di tecnologo alimentare in diverse direzioni: la docenza, l’educazione alimentare, la consulenza alle aziende del settore, la divulgazione scientifica. La passione per la scrittura e la divulgazione nasce nel periodo dell’università quando contribuisce a fondare un giornale che si chiamava ”I quaderni di controinformazione alimentare” che per molti anni fu una testata diffusa in 18mila copie che raccoglieva anche l’interesse di molti tecnici del settore, c’erano anche contributi importanti perché, essendo nata nell’ambito dell’università, aveva avuto anche l’appoggio dei docenti. Questa esperienza ha contribuito molto a farlo ad orientare la sua carriera “anomala” di tecnologo alimentare: non sono andato a lavorare in aziende e ho preferito dedicarmi allo studio e alla divulgazione dell’educazione alimentare.
SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
probabilmente cancerogena, e aumenta il rischio di un particolare tumore, quello al colon”, quello che è nato a livello di interpretazione sbagliata di queste cose è pazzesco. Titoli come ”la carne uguale alle sigarette” non stanno né in cielo né in terra e che partono da una lettura sbagliata, ma strumentale evidentemente, di quelle che sono le acquisizioni scientifiche. E dall’altra parte, il crollo della carne rossa con -40% del mercato nel giro di poche settimane è stato un evento drammatico.
Questi sono i danni che possono fare le fake news e, a volte, diventa complice anche la grande distribuzione e le grandi industrie che le assecondano, quando una grande catena distributiva sposa una di queste fake news, addirittura invocando il “principio di precauzione”.
In realtà, nell’esempio dell’olio di palma sono stati penalizzati moltissimi piccoli produttori, magari anche molto virtuosi, che utilizzavano quest’olio da anni per le sue prerogative e si sono ritrovati a dover riformulare i prodotti senza però avere la possibilità di farlo come può fare una grande industria.
Chi potrebbe contrastare il fenomeno?
La grande latitante, secondo me, è l’Università: non premia in alcun modo la divulgazione e premia invece la ricerca e le pubblicazioni. Infatti, le pubblicazioni delle ricerche universitarie sono destinate a giornali specialistici scientifici (ed è giusto che ci siano), ma poi bisognerebbe dare ugual valore anche alla loro diffusione al pubblico. Altrimenti si lascia spazio alle fake news e a chi si inventa le cose più strane e oggi ha la possibilità di diffonderle. Credo che sia un dovere dell’industria alimentare per la sua funzione sociale, che è quella di rendere più accessibile il cibo e di migliorarlo continuamente, finanziare degli studi di ricerca e diffonderli nell’ambito
DISTINGUERE LE FONTI
In fondo, le fake news nel settore alimentare sono abbastanza facili da classificare: ci sono quelle che riguardano i “cibi salvifici” (la curcuma, lo zenzero,..), ci sono quelle che riguardano i così detti “veleni” e ci sono quelle che riguardano le “ricette” del tipo “sì la farina ma solo se macinata a pietra”, “la farina ma solo se integrale”. Sempre più alla portata di tutti ci sono i siti delle Istituzioni nazionali: il sito dell’Istituto Superiore della Sanità ha aperto anche una sezione “anti bufale”, così come il sito del Ministero della Salute e il sito della Società Italiana di Nutrizione Umana. Riguardo alle testate giornalistiche è possibile selezionarle valutando le fonti che vi sono citate, se a supporto di una tesi ve ne sono molte e tutte accreditate, allora va bene. Anche seguire l’istinto funziona: quando ci si dice “secondo me quella è una stupidata”, ecco, al 99% quella è la cosa giusta. Chiedersi se veramente si ha bisogno di quella informazione è la cosa migliore. Esiste infatti una nostra saggezza nutrizionale che purtroppo è stata messa in disparte, ma dobbiamo pensare semplicemente che forse vale di più quella saggezza che si è maturata in millenni di continua prova dei fatti rispetto a quello che viene inventato da un giorno all’altro senza alcun riscontro d’esperienza. Ascoltarci è la cosa più importante anche se a volte richiede un po’ di fatica. E poi, chiediamoci anche: “chi ci guadagna?”
degli esperti. Purtroppo, mi spiace dirlo, oggi questa comunità scientifica non si apre a una divulgazione efficace diffondendo quello che è un sapere consolidato. A volte gli studi portano a dei risultati che non sono quelli attesi dall’azienda e molti
studi arrivano anche ad essere contrari all’interesse del committente. In genere però se lo studio dà un esito positivo se ne fa tesoro mentre quando dà un esito negativo penso sia anche giusto diffonderlo, ma su questo siamo ancora lontani.
Primo PIANO
Alcuni dei prodotti di riferimento del panorama industriale
LUMITESTER SMART, L’INNOVATIVO BIOLUMINOMETRO
Lumitester Smart di Kairosafe è un bioluminometro che permette di verificare istantaneamente il livello di igiene ambientale, rilevando l’ATP e i suoi derivati, ritenuti indicatori di sostanza organica e microrganismi. Lo strumento rileva il segnale luminoso emesso dalla reazione tra il campione e il reagente presente sul tampone (luciferasi). La luce prodotta è misurata e convertita in un valore numerico (RLU) visualizzato sul display. Il test offre una sensibilità più elevata grazie alla tecnologia brevettata A3: il tampone LuciPac, sia nella versione dedicata alle superfici (LuciPac A3 Surface) che in quella per le acque (LuciPac A3 Water) ha il vantaggio di rilevare l’ATP e i suoi prodotti, distinguendosi dai test che rilevano solamente l’ATP e che possono dare falsi negativi. Lo strumento può essere utilizzato facilmente da personale non strutturato: si raccoglie il campione con il tampone LuciPac e lo si inserisce nel Lumitester, da cui si ottiene il risultato in 10 secondi. Lumitester Smart consente di trasferire i dati direttamente su smartphone, tablet o pc tramite la funzione Bluetooth.
www.kairosafe.it
CLOROATTIVI PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE
Nell’industria alimentare è richiesta un’efficace azione meccanica, abbinata all’azione chimica per la rimozione di depositi grassi e di residui organici. Icefor propone due prodotti cloroattivi – alcalini, che rispondono alle esigenze di pulizia e igienizzazione delle superfici: Mark AL C è un detergente igienizzante non schiumogeno, che deterge, sbianca e deodora ed è utilizzabile anche con idropulitrice e macchina lavasciuga e Mark AL SC che, grazie alla presenza di tensioattivi anfoteri, garantisce una rapida emulsione dei residui di grassi e unto, anche essicati. Agisce in 10 minuti ed è compatibile con le lance a schiuma a bassa e ad alta pressione. www.icefor.com
ITIDET... NUOVO LOGO, NUOVI PRODOTTI
Itidet propone il nuovo disinfettante Isosan, un detergente concentrato con PMC che risponde perfettamente alle esigenze del momento: si tratta di un prodotto a base di sale quaternari di ammonio con un elevato spettro di attività, in grado di disinfettare ovunque sia necessario. Possiede inoltre un’eccellente proprietà tensioattiva. È ideale nelle cucine professionali per disinfettare piatti, stoviglie, utensili. Da usare come disinfettante nella fase di risciacquo nelle lavanderie. Adatto anche nelle piscine utilizzando 4 litri di Isosan ogni 200,000 litri di acqua. Un’altra novità è il disinfettante biocida pronto all’uso Active Oxy 3, per la sanificazione di tutte le superfici lavabili. L’azione disinfettante dell’acqua ossigenata garantisce un’azione igienizzante profonda e sbiancante. Disponibile nei formati 1-5-10-20 lt.
BOBINE IN PURA CELLULOSA
Paperdì si rinnova con un’offerta di tre bobine in carta blu in pura cellulosa completamente rivoluzionaria per la propria gamma prodotti. Le tre referenze, forti dell’acquisizione della certificazione FSC e dell’idoneità al contatto alimentare, soddisfano a pieno le esigenze del mercato in termini di rintracciabilità alimentare. La qualità attestata della materia prima e il miglioramento tecnico garantiscono un’efficiente ed efficace risposta anche alle richieste provenienti dall’industria meccanica, offrendo un prodotto con elevate caratteristiche di resistenza sia a secco che ad umido, grazie alle quali si riduce al minimo la presenza dei residui.
www.paperdi.it
KEM-ALCOOL DUO DISINFETTANTE A BASE ALCOLICA PER LA PULIZIA E L’IGIENE DELLE SUPERFICI
Kemika presenta Kem-Alcool Duo (PMC n°20726), un disinfettante a base alcolica per la pulizia e l’igiene delle superfici. Risponde alle vigenti raccomandazioni ministeriali per la pulizia delle superfici in situazioni epidemiologiche. È particolarmente indicato per la pulizia degli arredi in ospedali, cliniche, case di riposo e delle attrezzature. Grazie alla sua caratteristica di evaporare completamente senza lasciare residui è particolarmente indicato nell’industria alimentare e nella ristorazione. Prodotto raccomandato nei piani HACCP.
www.kemikagroup.com
SOLUZIONI A SUPPORTO DELLE AZIENDE
Synclean azienda moderna e dinamica ma con una esperienza di alto livello e un know-how specifico nel mondo delle macchine per la pulizia industriale, dispone di un’ampia scelta di motori di aspirazione (l’azienda è distributrice ufficiale Ametek), dischi abrasivi; batterie e caricabatterie; gomme tergipavimento, spazzole, accessori e consumabili che soddisfa ogni richiesta. www.syncleanservice.com
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PULIZIA PROFONDA E NATURALE
Polti Vaporetto MV 60.20 è un Dispositivo di Disinfezione a Vapore (DDV) conforme alla norma AFNOR NF T72-110*ambito medicale e ha dimostrato effetto battericida, sporicida, fungicida, levuricida e mufficida. Ideale per una pulizia profonda, immediata e naturale di ampie superfici, garantisce eccellenti risultati di disinfezione* contro i microrganismi sia in ambito domestico, medicale che professionale. La funzione aspirazione e lavaggio caldo/freddo con detergente, la struttura in acciaio inox e l’autonomia di lavoro illimitata per lunghe sessioni senza interruzioni, ne fanno lo strumento perfetto per la pulizia e la disinfezione di cucine ed ospedali.
I numerosi accessori compatibili lo rendono inoltre estremamente versatile e componibile a seconda delle specifiche esigenze. Progettato e realizzato in Italia.
*I prodotti della gamma Polti Vaporetto MV utilizzati con la spazzola Vaporflexi sono testati in conformità alla norma AFNOR NF T72110 – ambito medicale e hanno dimostrato effetto battericida, sporicida, fungicida, levuricida e mufficida
www.polti.it
MAGICA SANIESSENZA, PROFUMA E IGIENIZZA
Magica SaniEssenza Igienizzante di Rubino Chem è un prodotto igienizzante e deodorante con poteri battericidi e batteriostatici grazie al contenuto di Sali di ammonio quaternario. Si utilizza in ambienti pubblici (palestre, hotel, ospedali, scuole, mezzi di trasporto), abitazioni e uffici per igienizzare, detergere, profumare e spolverare. Magica SaniEssenza Igienizzante lascia negli ambienti un piacevole e duraturo profumo grazie ai suoi oli essenziali e alle materie prime pregiate. È disponibile in tre esclusive fragranze dalle note balsamiche e speziate che si fondono in perfetta armonia. www.rubinochem.it
ATOMIZZATORI A BATTERIA PER LA DISINFEZIONE E LA DISINFESTAZIONE
I nuovi atomizzatori a batteria di Spray Team sono pensati per salvaguardare l’ambiente (zero emissioni inquinanti) e il benessere dell’operatore (silenziosità), garantendo alte prestazioni in termini di durabilità e autonomia, per tutti gli interventi di pest control indoor e outdoor.
Cingoletta a batteria è ispirato alla cingoletta classica combina l’accessibilità a qualsiasi terreno col basso impatto ambientale.
Dolly Ulv a batteria, perfetta per qualsiasi tipologia di intervento indoor grazie alle dimensioni ridotte e all’erogazione ad ultra basso volume.
Elite a batteria, il modello di punta della gamma di atomizzatori per pick-up, personalizzabile con diversi accessori per incontrare le esigenze dei clienti.
www.sprayteam.it
SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
NUOVE COMPETENZE PER IL CLEANING DEL FUTURO
Secondo EFCI (European Cleaning and Facility Services Industry) le attuali trasformazioni economiche e ambientali, unite ai nuovi protocolli e requisiti di igiene per combattere la pandemia, sono tra i principali elementi a rendere necessaria un’evoluzione delle competenze nell’ambito dell’industria del Cleaning. Per fare in modo che il settore sia ben attrezzato per affrontare le sfide future, i lavoratori e le aziende appartenenti ad esso devono necessariamente migliorare e riqualificare le proprie competenze. Molte organizzazioni europee e internazionali, come ILO, OECD, Eurofound, sono convinte che sia fondamentale incoraggiare la digitalizzazione, cancellare il gap digitale attualmente presente e modellare le capacità dei lavoratori sulle esigenze future. EFCI è al lavoro per supportare le aziende del cleaning, in modo che esse possano avere accesso agli strumenti necessari ai lavoratori del settore per acquisire nuove capacità e raggiungere il loro pieno potenziale.
ITALIA AL TOP NEL RICICLO
Dalla Giornata Mondiale del Riciclo emergono dati molto positivi per quanto riguarda il nostro Paese; secondo i dati Eurostat recuperiamo circa il 79% degli scarti prodotti, il doppio rispetto alla media europea, seguiti da Francia (56%), Regno Unito (50%) e Germania (43%). Nel 2020, nonostante i disagi causati dalla pandemia, che tra le altre cose ha provocato una diminuzione degli imballaggi finiti al riciclo a causa del crollo dei consumi, sono state riciclate 9 milioni di tonnellate di imballaggi (1% di rifiuti in più rispetto al 2019) e secondo le stime, per il 2022 si potrebbe arrivare a 9 milioni e mezzo. Anche durante i mesi dell’esplosione dell’emergenza i ritiri dei rifiuti di imballaggio da raccolta urbana non si sono mai interrotti, consentendo, nonostante il calo dei conferimenti da hotel, bar e ristoranti, di superare il 70% relativo al 2019 per quanto riguarda la quota di materiale riciclato.
RIDURRE LO SPRECO ALIMENTARE
NELLE MENSE
Modificare la forma dei piatti, in modo che contengano meno cibo; questa è la proposta dei Dipartimenti di Economia agricola e del consumo e di Scienze alimentari e nutrizione umana, che cercano di trovare una soluzione allo spreco di cibo negli Stati Uniti. Circa il 31% del cibo acquistato dagli americani in supermercati e negozi e consumato in ristoranti e mense viene infatti gettato via, e una delle cause principali di questo spreco è stata individuata nell’eccessiva quantità di cibo somministrata, che non viene quindi consumata ma finisce direttamente tra i rifiuti. Utilizzare per il servizio di refezione piatti ovali anziché tondi, con una minore superficie disponibile per il cibo, può essere un espediente valido per limitare gli sprechi.
I.P.M. nell’azienda alimentare, la nuova IFS versione 7
I requisiti di sicurezza alimentare inerenti alla qualità dei processi produttivi e dei prodotti delle aziende alimentari ha da sempre promosso lo sviluppo di standard volontari.
S.r.l.dei servizi di disinfestazione: dalla pompa a spalla alla direzione e responsabilità tecnica di aziende operanti a livello nazionale, è approdato alla responsabilità della R&D di una azienda storica del nostro settore. Il cambio di prospettiva non è di poco conto, ma sicuramente saprà mettere a frutto le sue esperienze pregresse traducendole in risorse tecniche adeguate ai nuovi orizzonti della nostra professione di giardinieri dell’Ambiente.
Graziano Dassi
Tra le più importanti certificazioni del settore alimentare è certamente la IFS Food che si applica quando possono essere identificati dei pericoli di contaminazione del prodotto durante il confezionamento primario. Come per altre certificazioni volontarie anche la IFS ha eseguito un “restyling” della precedente versione (IFS Food ver. 6.1) e ha proposto nel suo sito la nuova versione, la IFS Food V7. Tra le principali novità della certificazione (così come identificato nel sito IFS) si può identificare:
■ Approccio basato sul rischio che identifica i rischi e i pericoli specifici per l’azienda;
■ Approccio non prescrittivo con soluzioni personalizzate per soddisfare i requisiti standard;
■ Standard accettato dai retailer e dai proprietari di marchi di tutto il mondo;
■ Requisiti sviluppati da esperti dell’industria alimentare, enti di certificazione e retailer;
■ Copertura legislativa, di sicurezza e di qualità degli alimenti oltre che le specifiche del cliente;
■ Valutazione da parte di auditor specificatamente formati con compro-
vata conoscenza e competenza nel settore industriale;
■ Opzioni per Assessment non annunciato;
■ Certificazione di prodotto e di processo basato sulla ISO/IEC 17065:2012
Per tutte le aziende già certificate IFS e per quelle che vorranno certificarsi in futuro a breve quindi partirà il nuovo processo di certificazione con le verifiche IFS Food V7 (01 marzo 2021) e diverranno obbligatorie per tutte le aziende certificate a partire dal 01 luglio 2021. Certamente una grande novità, ma cosa vuol dire questo per un Pest Operator Control? E che cosa deve introdurre per garantire che vengano rispettati i requisiti richiesti dalla certificazione? Per andare ad evidenziare cosa viene richiesto è importante quindi comparare cosa richiedeva la precedente ver. 6,1 con la nuova ver. 7.
Il monitoraggio e il controllo degli infestanti rientrano nel Titolo 4.13 e le novità sono molteplici.
■ Titolo 4.13.1: qui subito emerge una grossa novità, anche perché nella versione 6.1 questo Titolo non era presente e che identifica come “La struttura del sito e le operazioni
Storm®
Controllo assoluto
SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
devono essere progettate realizzate in modo da prevenire le infestazioni” segno che evidenzia subito come necessaria da parte del PCO una attenta analisi del rischio con una identificazione delle diverse aree sensibili.
■ Titolo 4.13.2: in questo titolo si evidenzia come devono essere disposte le misure di controllo degli infestanti e tra le novità è certamente da considerare: “la tipologia di materie prime/prodotti finiti” fondamentale per il PCO per identificare gli eventuali infestanti che potrebbero contaminare i prodotti; “gli elementi costruttivi sensibili all’attività degli infestanti quali soffitte, cantine, tubazioni, angoli” che identificano per il PCO come sia necessario valutare quelle aree che possono garantire non solo il possibile passaggio degli infestanti ma anche le aree dove per capacità portante determinati infestanti potrebbero nidificare. Viene inoltre identificato specificatamente alla fine come “le misure di controllo degli infestanti devono essere basate sull’analisi dei pericoli e sulla valutazione dei rischi associati” segno che, come detto in precedenza, il PCO dovrà eseguire una analisi dettaglia del sito e di tutti i possibili infestanti, non limitandosi quindi ai classici infestanti quali topi e blatte.
■ Titolo 4.13.3: Questo titolo sviluppa ampiamente il concetto di fornitura da parte di un’azienda terza dei servizi di Pest Control e rispetto alla versione precedente evidenzia come “…tutti i requisiti di cui sopra devono essere chiaramente definiti nel contratto di servizio. Una persona dell’azienda deve essere nominata e formata al fine di monitorare le misure di controllo degli infestanti. Anche se il servizio di controllo degli infestanti è esternalizzato, le responsabilità delle azioni necessarie (com-
presa la supervisione continua delle attività di controllo degli infestanti) rimangono all’interno dell’azienda”. Questo titolo dà quindi una responsabilità diretta all’azienda (e quindi a un suo dipendente formato) anche se i procedimenti di controllo vengono esternalizzati ai PCO. Sarà quindi cura del PCO sviluppare dei piani di monitoraggio e controllo condivisi con il responsabile dell’azienda e di quelli informarlo in maniera costante.
cate nel dettaglio tutte le Azioni Correttive necessarie alla risoluzione dell’infestazione
■ Titolo 4.13.4: Rispetto alla versione precedente dove era implicito, con la nuova versione viene specificato che “Ogni infestazione deve essere documentata e devono essere adottate misure di controllo”. Questo significa come il PCO dovrà avere una perfetta conoscenza delle etichette dei prodotti oltre a provvedere a predisporre a delle adeguate “schede” dove saranno identifi-
■ Titolo 4.13.5: in questo titolo viene messo l’accento su quelli che sono i dispositivi da utilizzare come Control Point e nella nuova versione viene specificato come “devono essere progettati allo scopo” e “utilizzati in modo da evitare qualsiasi rischio di contaminazione” ovvero è necessario che il PCO vada ad utilizzare delle attrezzature che garantiscano sicurezza e che siano specificatamente studiati per l’infestante targhet da monitorare. Tale titolo, legato ai precedenti dovrebbe portare con il tempo ad un utilizzo più razionale delle trappole e dispositivi di controllo insetti, andando ad evitare postazioni multiple (tipo topi-insetti) dove il loro posizionamento non sempre garantiva un adeguato controllo in riferimento alle aree di rischio.
SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
■ Titolo 4.13.6: In questo titolo viene messa sotto la lente d’ingrandimento la fornitura delle merci in entrata. Rispetto alla precedente versione IFS che parlava di controlli al fine di garantire l’assenza di insetti nocivi nelle merci in arrivo, nella versione IFS Food V7 il concetto viene esteso togliendo la parola insetti e inserendo la parola ispezionati arrivando a identificare come “le forniture in ingresso devono essere ispezionate all’arrivo per verificare l’assenza di infestanti” e come “eventuali riscontri positivi devono essere registrati”
■ Titolo 4.13.7: Ultimo titolo del capitolo dedicato al monitoraggio e controllo degli infestanti, anche in questo viene messo l’accento su come tutti i monitoraggi eseguiti debbano essere sempre disponibili oltre al fatto di avere sempre delle analisi di tendenza del monitoraggio per garantire delle appropriate azioni correttive e tempiste. Nello specifico identifica come “l’efficacia delle misure di controllo degli infestanti deve essere monitorata, compresa l’analisi delle tendenze, al fine di consen-
tire azioni appropriate e tempestive. Le registrazioni di questo monitoraggio devono essere disponibili”. Questo per un PCO è un punto molto importante, in quanto se in passato un’analisi delle tendenze veniva fatta solitamente una volta all’anno, sembra da quanto richiesta da questa nuova versione della IFS Food come la valutazione delle tendenze debba essere continua e costante con lo scopo di prevenire eventuali infestazioni.
Tra altri aspetti è utile valutare come per quanto concerne le ispezioni (o audit interni) da eseguire sul sito le stesse devono essere pianificate in
base ad una Valutazione dei rischi, fermo restando che al Titolo 5.2.1 si viene a identificare come le ispezioni del sito e dello stabilimento devono essere eseguite e pianificate per aree/argomenti tra i quali sono previsti i pericoli da corpi estranei. Risulta importante, inoltre, per i PCO anche quanto definito al Titolo 4.4.2 dove l’Azienda deve mettere in vigore una procedura per approvare e monitorare i fornitori, segno che i PCo dovranno avere una sempre maggiore conoscenza della materia dell’IPM.
Per i PCO la nuova IFS ver. 7 è quindi un nuovo tassello per una sempre migliore specializzazione nel settore alzando ancora il livello di qualità.
Per un CONTROLLO efficace e SOSTENIBILE dei RODITORI
L’industria alimentare è un settore strategico per il nostro Paese, ma per tutelare la salute dei consumatori richiede un’attenzione sul tema della sicurezza e dell’igiene, e in particolare, sul reale rischio rappresentato dagli infestanti, tra cui i roditori.
In quest’ottica BASF sviluppa principi attivi, formulazioni e nuove tecniche per il controllo degli insetti infestanti e dei roditori .
Storm® Ultra Secure è una innovativa formulazione rodenticida senza cera, molto efficace con una sola ingestione, a base di Flocumafen, contiene 25 ppm di sostanza attiva, quindi con un profilo tossicologico più favorevole per la sicurezza umana rispetto ai rodenticidi anticoagulanti contenenti quantità di sostanza attiva ≥ 30 ppm. La innovativa formulazione è caratterizzata da una elevata appetibilità che permette alla sostanza di agire letalmente in tempi molto rapidi. Ciò è reso possibile sia dall’assenza di cera sia da un’innovativo agente caoesivo che non altera le proprietà appetenti del formulato. Storm® Ultra Secure viene quindi apprezzato da ratti e topi diventando la principale e
letale fonte di alimentazione. Grazie al rendimento superiore della sostanza attiva efficace a bassissime concentrazioni e l’elevata appetibilità i ratti e i topi vengono controllati velocemente. Storm® Ultra Secure risulta essere stabile anche in condizioni di temperature estreme. che spesso si registrano in ambienti rurali e industriali. Testato in condizioni estreme di caldo e freddo, il prodotto rimane stabile, duraturo ed efficace. Storm Ultra secure e’ il rodenticida ideale per le protezioni perimetrali di aree infestate quali allevamenti, edifici, industrie cucine, all’interno delle quali i roditori possono trovare cibo in abbonanza. www.pestcontrol.basf.it
TECNICHE DI APPLICAZIONE
STORM® Ultra Secure è un’esca rodenticida pronta all’uso da impiegare esclusivamente in adeguati contenitori per esche a prova di manomissione. Frequenza delle visite: i contenitori con le esche dovrebbero essere controllati 2 giorni dall’inizio del trattamento per verificare il livello di infestazione dopo diche essere controllati ogni 7 giorni, al fine di controllare se l‘esca è accettata, i contenitori sono integri e per rimuovere i corpi dei roditori. Riempire nuovamente il contenitore quando necessario.
TOPI DOMESTICI Utilizzare 1525 g d’esca per contenitore. Se fossero necessari più contenitori per esche, posizionarli ad una distanza minima di 1 - 2 metri l’uno dall‘altro.
RATTI Utilizzare 50 - 75 g d’esca per contenitori. Se fossero necessari più contenitori per esche, posizionarli ad una distanza minima di 5 - 10 metri l’uno dall‘altro. Avere anche l’avvertenza di ripulire gli ambiente infestati dalla presenza di alimenti e feci.