Dimensione Pulito n.2 - Marzo 2024

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EUROPA

Schiavi della Cina per le materie

prime

INDAGINE

Facility Management sempre più sostenibile

DIGITALE

La rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale

ANNO 33 n. 2

MARZO 2024

ISSN: 2612-4068 dimensionepulito.it

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HANNO COLLABORATO

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del pulito. I fattori chiave a cura del direttore tecnico

Maurizio Pedrini

Materie

Maurizio Pedrini

Maurizio Pedrini

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DALLA TEORICA ALLA PRATICA EPB, LE NOVITÀ DELLE NUOVE NORME IMPIANTI AD ARIA PRIMARIA VS VAV Analisi del processo case study FILTRAZIONE QUALITÀ DELL’ARIA ADIABATICO PER LA FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE #42 COMMISSIONING RISPARMIO ENERGETICO NEL TERZIARIO Organo ufficiale ANGAISA LA VOCE PIÙ AUTOREVOLE DEL SETTORE IDROTERMOSANITARIO #251 Bosch riparte da… Bosch CLASSIFICHE 2015 Produttori e distributori: ce la si può fare! FALANGA Quando la differenza bagno che calza pennello www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL STRUMENTI AVID PRO TOOLS DOCK IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.pulizia-industriale.it DA 50 ANNI LA VOCE AUTOREVOLE DEL CLEANING www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA SAIE INNOVATION 2016 A “IMPATTO ZERO” PCM Passo obbligato grande opportunità SPECIALE BIM A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO DAL 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL Ogni 15 giorni raggiunge oltre 42.000 iscritti R FOCUS SPECIALE crisi ancora “morde”, contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri e cambiamento Un CNI eletto per dare risposte In USA volano le infrastrutture Eucentre per ricostruire la sicurezza Ancora trattative consultazioni? I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del dicembre Newsletter Programma Corsi di Aggiornamento Professionale QUOTA RINNOVABILI EDIFICI obblighi e proroghe SCIA, operativo il modello unico Tutti rinvii SPECIALE MILLEPROROGHE Top infrastrutturemegadel 2016 LA RIVISTA PER PROGETTARE LA SMART INDUSTRY Organo ufficiale Confapi INFORMAZIONE TECNICO SCIENTIFICA PER LE PMI www.rivistainnovare.it –------d u o---www.ammonitore.com MENSILE DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER IL MECCATRONICO www.MTEDocs.it INFORMAZIONE TECNICHE PER L’AUTORIPARAZIONE MECCANICA&AUTOMAZIONE PERIODICO BUSINESS TO BUSINESS NEL MONDO DELL’INDUSTRIA MECCANICA E DELLE MACCHINE UTENSILI per settore Lamiera IN QUESTO NUMERO Gianfranco Carbonato, www.meccanica-automazione.com IL PORTALE CHE TI GUIDA VERSO LA SMART INDUSTRY TUTTI VOLTI E LE AZIENDE DELLA MECCATRONICA www.terminidellameccanica.com IL TRADUTTORE MULTILINGUE DELLA MECCATRONICA URBAN & PARTNER MILANO (I) WRODAW (PL) GALLARATE (I) PIACENZA (I) TIRANA (AL) SARAGOZZA (ES) MILANO (I) Quine srl Via G. 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ANTONIO DISTRIBUZIONE bagno che FOCUS Un anno logistica CONNECTION www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL principi programmazione AVID PRO TOOLS DOCK IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.pulizia-industriale.it DA 50 ANNI LA VOCE AUTOREVOLE DEL CLEANING www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA UNA SCELTA A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO PERIODICO D’INFORMAZIONE E ARCHITETTI L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL raggiunge oltre 42.000 iscritti FOCUS eletto per dare risposte USA volano le infrastrutture per ricostruire la sicurezza trattative consultazioni? 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cultura
12 18 Riuso, riciclo e
prime e risorse energetiche:
Europa schiava della Cina?
un impegno su
tavoli
AFIDAMP:
più
IN PRIMO PIANO
OSSERVATORIO EUROPEO ANNO 33 N.2 MARZO 2024 ASSOCIAZIONI 12 18
14-17 MAY 2024 THE WORLD’S MOST ADVANCED CLEANING AND HYGIENE SHOW intercleanshow.com/amsterdam 14 – 17 MAY 2024 AMSTERDAM, THE NETHERLANDS Organised by: Official media partner:

SOMMARIO DIMENSIONE PULITO

Detergenza professionale: la sfida della transizione ecologica

Maurizio Pedrini

Facility management sempre più sostenibile Elaborazione dati Cerved Marketing Intelligence a cura di David Migliori

Facility Management sotto i riflettori. La strada da seguire a cura di Cristina Cardinali

IA generativa: la rivoluzione dell’intelligenza artificiale Andrea Grassi

Il rapporto uomo macchina. Chi comanda?

Franco Cesaro

22 28 33 36
42
MERCATO INDICE INSERZIONISTI Arco Chimica II Copertina Arexons I Copertina Comac S II Copertina Convegno CleaningPiù 21 Exposanità 11 Falpi S 4 Industrie Celtex S 3 Interclean 6 LR Flavours 25 Mitsa S43 MK 26, 27 Paperdì 4 Polychim S 12, S 13 Paredes S 6 Rubino Chem S I Copertina TTS S 29
INDAGINE
WORLD SERVIZI COSA SARÀ 22 33 36
DIGITAL

Riuso, riciclo e cultura del pulito. I fattori chiave

Il mondo del cleaning professionale sta affrontando un anno caratterizzato da incertezze e difficoltà dettate dalla difficile congiuntura economica e internazionale. Al preoccupante quadro geopolitico, con due tragiche guerre in corso, che comportano ingenti perdite di vite umane, si è aggiunta di recente la crisi del Mar Rosso, dove gli attacchi dei ribelli yemeniti rischiano di mettere in ginocchio il settore dei trasporti marittimi, che solo in questo mared’importanza strategica per l’accesso al canale di Suez - rappresenta il 12% del commercio mondiale, per un valore di 1,2 trilioni di dollari l'anno. Allarmano le sempre più ricorrenti minacce di conflitto atomico, e guerra totale tra “blocchi contrapposti” – laddove di fatto è già in atto un palese conflitto di macro interessi economici fra l’Area filo occidentale, guidata da USA ed Europa, e quella Asiatica, che fa riferimento alla Cina e alla Russia. Un panorama, che senza l’avvio di una seria politica di distensione e la rinuncia all’escalation degli armamenti - compresi quelli nucleari – rischia di pesare come un macigno sullo scenario di sviluppo di molteplici settori, compreso quello dell’igiene professionale, che vede le industrie italiane produttrici nell’ambito del professional cleaning protagoniste già da parecchi anni sul mercato globale, sempre alla perenne ricerca di nuovi Paesi dove esportare le proprie tecnologie. Inutile nascondere, inoltre, che la stessa sussistenza e lo sviluppo delle stesse, al pari di quelle europee, è legata attualmente in buona parte all’accesso a fonti energetiche fossili, monopolizzate da Paesi e multinazionali di altri Continenti e a materie prime, che ci pongono alla totale mercè di altri Stati. L’Europa e l’Italia, in particolare, scontano su questo terreno grossi ritardi – solo in parte recentemente colmati - rispetto ai quali la prospettiva del ricorso all’energia rin-

Maurizio Pedrini

Direttore Tecnico

Dimensione Pulito

novabile e “pulita”, non offre concrete certezze a breve medio termine, tanto che l’attuale governo a guida Meloni, ipotizza la costruzione di centrali nucleari di nuova generazione, ma di non facile realizzazione, sul suolo nazionale nell’arco di un decennio.

Ancor più delicata e complessa appare la questione dell’accesso – da parte delle nostre industrie e dell’intero Sistema Paese, alle materie prime rare. Prendiamo ad esempio il caso delle preziose batterie al litio impiegate con successo nelle macchine lavasciuga pavimenti e spazzatrici. Dove vengono prodotte? La risposta è fin troppo scontata: quasi due terzi delle batterie agli ioni di litio del mondo sono generate in Cina. La Cina, da sola, detiene circa il 60% della produzione mondiale. Ad essa si affiancano colossi coreani e giapponesi. Le prime tre aziende di settore, rappresentative ciascuna di uno dei tre Paesi elencati, da sole rappresentano il 67% del settore. Il Paese del Dragone è anche il maggior consumatore di litio, in seguito al boom dell'industria elettronica e dei veicoli elettrici, ma è anche lo Stato che gestisce la maggior parte degli impianti di lavorazione del litio del mondo. E il Vecchio Continente? L'Europa nell'ultimo biennio ha quasi triplicato la sua capacità di produzione passando dal 6% del 2021 al 16% del 2022, con un trend positivo di crescita anche nel 2023. La dipendenza, in questo è altri campi, è comunque evidente e impone alla nostra economia la strada del riuso e riciclo. Come ben sappiamo, le batterie agli ioni possono essere riciclate, consentendo il recupero di preziose materie prime: questa strada rappresenta oggi una sfida tecnologica che, al pari di altre, merita il massimo impegno anche da parte dell’Italia. Lo è ancor di più per un settore come il nostro, particolarmente sensibile a attento alla sfida green, che ha

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IN
PRIMO PIANO

maturato da tempo una visione lungimirante della sostenibilità ambientale, intimamente connessa alla mission della pulizia. Allargando la riflessione più in generale, partendo dal caso che abbiamo citato, le percentuali dei materiali che si possono recuperare da batterie giunte a fine vita possono superare facilmente l’80% ma esistono tecniche all’avanguardia in grado di alzare il livello portando la percentuale anche interno al 95%. Certo, occorrono le strutture: punti di raccolta, centri di riciclaggio, filiere e quant’altro, ma solo così potremo realizzare la tanto decantata economia circolare. Siamo all’inizio di una fase epocale, quella detta transizione energetica, particolarmente dura e impegnativa, ma improcrastinabile. Nella quale auspichiamo che i governi, i

produttori, le imprese e le parti sociali agiscano con saggezza, per il bene comune.

Quella del riuso e riciclo è una sfida da percorrere con fermezza, non solo rifacendosi a un principio etico, indissolubilmente legato al rispetto dell’ambiente e delle sorti della Terra, ma quale imprescindibile necessità economica. Dobbiamo davvero prendere tutti coscienza della limitatezza delle risorse energetiche e materiali di un pianeta da rispettare, che non può essere solo sfruttato e devastato dall’uomo, per cercare di consegnarlo ancora integro e vivibile alle generazioni future. Una mission che sposa perfettamente quella cultura del pulito nella quale continueremo sempre a credere, facendocene interpreti e divulgatori nella società.

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Exposanità 2024: da oltre 40 anni al servizio

della sanità italiana

La 23esima edizione di Exposanità si svolgerà a BolognaFiere dal 17 al 19 aprile 2024 (in contemporanea per un giorno con Cosmofarma Exhibition, 19-21 aprile 2024). Un’edizione accompagnata dal claim “Ci sta a cuore chi cura” e dal payoff “Passione. Evoluzione.”  per concentrarsi sull’importanza di tutelare chi nella sanità italiana lavora, i suoi professionisti, e sulla valorizzazione delle competenze, come strumento chiave per assicurare qualità e tenuta del SSN. Per dare spazio e visibilità a questo tema l’edizione 2024 di Exposanità si aprirà con il tema cruciale della crisi del capitale umano in sanità, per medici, infermieri e personale sociosanitario. Mercoledì 17 aprile, alle ore 10.00, si svolgerà il convegno inaugurale “Investire sui professionisti per la tenuta del SSN”, moderato dal giornalista de Il Sole24Ore, Marzio Bartoloni e con la partecipazione di Nino Cartabellotta, Fondazione Gimbe.

A Exposanità 2024 si affronterà inoltre il tema della digitalizzazione e della ridefinizione del setting di cura, approfondendo come il digitale, attraverso l’intelligenza artificiale, l’utilizzo dei big data e la robotica, possa contribuire ad una vera territorializzazione delle cure Se ne discuterà nel conve-

gno, organizzato da Exposanità, “Intelligenza artificiale in sanità: le applicazioni per la medicina e per l’organizzazione dei servizi”, in programma per il 17 aprile alle ore 10.30.

I nuovi strumenti digitali richiedono di acquisire o migliorare la capacità di controllo dei dati sanitari, dapprima all’interno degli ecosistemi digitali e poi nei processi decisionali.

Se ne discuterà nel workshop “Health data governance: potenzialità e rischi” organizzato da Exposanità per il 17 aprile alle 14.00.

La seconda giornata di manifestazione offrirà invece un focus sul Pronto Soccorso, a cui Exposanità dedica insieme alla Società italiana di Emergenza Urgenza (Simeu) il convegno “Riorganizzare la rete dell’emergenza urgenza: proposte per l’evoluzione dei servizi”. Nello stesso giorno, alle ore 14.00 si svolgerà il convegno “Le nuove sfide dell’Ospedale 4.0. Ripensare il Pronto Soccorso” organizzato da CNETO, Centro nazionale per l’edilizia e la tecnica ospedaliera, per dedicare a temi come sicurezza, sostenibilità ambientale, comfort e benessere, per una riorganizzazione complessiva del processo progettuale. Questi alcuni dei temi focus e dei convegni che troveran-

no spazio dal 17 al 19 aprile 2024 a Exposanità, salone della sanità e dell’assistenza, il 19 aprile in contem-

poranea con Cosmofarma Exhibition, manifestazione dedicata al mondo della farmacia.

exposanita.it FIERE
GRUPPOVENTO.IT PASSIONE. EVOLUZIONE. BOLOGNA 17 - 19 APRILE 2024 CI STA A CUORE CHI CURA Progetto e direzione In collaborazione con Il 19 Aprile in contemporanea con 19•21 Aprile 2024 ACQUISTA ONLINE IL TUO BIGLIETTO D’INGRESSO

Materie prime e risorse energetiche: Europa schiava della Cina?

Nei primi mesi del 2023 la Commissione europea ha avanzato una proposta di regolamento per le MPC fissando degli obiettivi per ridurre la dipendenza europea dall’estero, che appaiono difficilmente perseguibili entro il 2030. L’Europa sconta gravi ritardi su tutti i fronti. A colloquio con il dottor Alberto Claudio Tremolada, Task force coordinator AESC Erma (European Raw Materials Alliance), Competence center manufacturing manager Adaci (Ass. It. Acquisti e Supply M.)

Il conflitto russo-ucraino, l’emergenza pandemica e le vicende più recenti, come la guerra fra Israele e Hamas e la crisi del Golfo Persico hanno messo in evidenza diverse criticità nell’approvvigionamento di materie prime, semilavorati e risorse energetiche da parte della UE.

Le materie prime critiche (MPC) sono materiali impiegati per la realizzazione di prodotti tecnologicamente avanzati, fondamentali per la transizione ecologica e l’indipendenza energetica in un’economia decarbonizzata, forniti per lo più da Paesi potenzialmente forieri di instabilità per motivi di carattere geopolitico.

Nei primi mesi del 2023 la Commissione europea ha avanzato una proposta

di regolamento per le MPC fissando degli obiettivi per ridurre la dipendenza europea dall’estero, che appaiono difficilmente perseguibili entro il 2030. L’Europa sconta gravi ritardi su tutti i fronti. Si tratta di un problema che investe tutta la produzione e i comparti industriali, compreso quello del professional cleaning, sempre più tecnologicamente avanzato specialmente nella realizzazione di lavasciuga pavimenti e spazzatrici. Si stima che la domanda futura espressa dall’UE di MPC come cobalto, grafite, nichel, rame e titanio possa crescere in modo esponenziale nei prossimi decenni. D’altro canto, l’offerta potrebbe non soddisfare adeguatamente tali richieste, soprattutto in UE, dove la mag-

gior parte delle MPC sono importate. Anche l’Italia risulta terribilmente in ritardo avendo stabilito formalmente delle strategie, che non sono state an-

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OSSERVATORIO EUROPEO
Alberto Claudio Tremolada

cora avviate, anche sul delicato fronte dell’accesso alle risorse energetiche, di fondamentale importanza per dare stabilità all’economia del nostro Paese. Su queste complesse ed interessanti tematiche abbiamo raccolto il parere del dottor Alberto Claudio Tremolada , tra i massimi e più autorevoli esperti del settore in ambito italiano ed europeo.

Dottor Tremolada, lei ha una lunga e preziosa esperienza alle spalle: ha fatto parte anche di Erma European Raw Materials Alliance (co-fondata dall'Unione Europea ) istituita nel 2020 in ambito EU per affrontare lo spinoso tema dell’accesso alle materie prima e rare, nonché alla risorse energetiche, da parte dell’Europa: possiamo fare il punto della situazione?

“L’UE sconta un pesante ritardo su

tutti i fronti. Purtroppo per decenni si sono ignorate le criticità conosciute di approvvigionamento da oligopolio di Paesi quali Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Congo, India, Indonesia, Myanmar, Perù, Russia, Turchia, Stati Uniti, preferendo concentrarsi sulla produzione, l’importante era avere disponibilità di materie prime critiche a basso costo. Il Covid, la guerra tra Russia e Ucraina, il conflitto a Gaza e la crisi del Golfo Persico hanno messo tragicamente in evidenza la conseguenze di questa situazione: la dipendenza porta all’aumento esponenziale dei prezzi, a guerre commerciali fra Paesi e società utilizzatrici, shortage, utilizzo come martello politico da parte dei Paesi detentori risorse e molto altro. La transizione energetica e la mobilità elettrica porteranno inevitabilmente all’esplosione dei consumi di

materie prime critiche dalle 4 alle 10 volte, tali le criticità non faranno che acuirsi. Sinceramente è solo una chimera pensare un’Europa indipendente per sotto-capacità estrattiva (mining) sia per progetti partiti solo di recente per i secondary materials (recycling), necessitano decine di miliardi di euro e anni dalla prospezione geologica per essere a regime. Nello specifico, consiglio a chi desiderasse approfondire i macro-argomenti di leggere gli action plan a cui ho lavorato come task force coordinator AESC e membro dei cluster (https://erma.eu/new-roadmapfor-a-value-chain-on-raw-materials/)”.

Esistono dei Paesi che fungono da oligopoli detentori di materie prime nonché di energia: l’Europa è destinata a restare in una condizione di sudditanza. Quale strada

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REGULATORIES DEI SINGOLI PAESI NON EUROPEI

potrebbe portarci ad una maggiore indipendenza?

“Ci sono diversi rischi sistemici. Il primo è l’ammontare globale dei derivati (che potrebbe impattare direttamente anche sulle materie prime). Per la BIS Bank for International Settlements il valore totale nazionale di derivati nel mondo (riferito a contratti e considerando la leva finanziaria utilizzata) è di oltre 600.000 miliardi di dollari. Istituita nel 1930, la BIS è di proprietà di 63 banche centrali di tutto il mondo che insieme rappresentano circa il 95% del PIL mondiale. Una bomba finanziaria a tempo enorme superiore ai debiti totali dei singoli paesi: si prevede che il debito pubblico globale del 2023 raggiungerà oltre 97.000 miliardi di dollari. Il secondo sono le riserve naturali di materie prime (anche terre rare) che si trovano in un numero limitato di paesi

(Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Congo, Indonesia, Myanmar, Perù, Russia, Stati Uniti, Vietnam). Per esempio la Cina controlla oltre il 90% dell'offerta globale e quasi il 40% delle riserve di terre rare. Il distretto minerario di Bayan Obo si trova a circa 120 chilometri a sud della città di Baotou nella Mongolia Interna e contiene il più importante giacimento di terre rare del mondo. Da qui proviene il 45% delle terre rare utilizzate nel globo e contiene il 70% delle riserve mondiali conosciute. Bayan Obo è anche il più grande giacimento di fluorite del pianeta. La loro disponibilità è quindi soggetta a fluttuazioni dell'offerta e dei prezzi causate da interessi geopolitici contrapposti, con il conseguente pericolo di conflitti.”

La Cina, dunque, super potenza egemone di cui l’Europa rischia di

divenire inesorabilmente schiava?

“I dati in nostro possesso parlano chiaro. Secondo un rapporto della Brookings Institution del 2022, la Cina raffina il 68% di tutto il nichel a livello globale, il 40% del rame, il 59% del litio e il 73% del cobalto. La Cina rappresenta anche la maggior parte della produzione globale di componenti ricchi di minerali per batterie. Più significativamente, la Cina detiene il 78% della capacità mondiale di produzione di celle per le batterie dei veicoli elettrici. Simon Micheaux Associate Professor at Geological Survey of Finland ha calcolato l'intero volume di metalli necessari per produrre pannelli solari, parchi eolici e veicoli elettrici per il mix energetico previsto. Ovvero il volume di materie prime necessarie per sostituire completamente la dipendenza dai combustibili fossili con le energie rinnovabili.

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OSSERVATORIO EUROPEO

Secondo la sua ricerca, il ciclo di vita delle infrastrutture energia rinnovabile hanno una durata di circa 15-20 anni, terminati i quali dovremo ricominciare a produrre di nuovo le infrastrutture. Sulla base dell'attuale produzione annuale, gli studi peer reviewed di Micheaux indicano che avremo bisogno di: 9.920 anni di produzione di litio; 1.733 anni di produzione di cobalto; 3.287 anni di produzione di grafite; 189 anni di produzione di rame; 400 anni di produzione di nichel, tutto condensato in 20-30 anni. Ma come evidenziano i dati di Micheaux, il nocciolo del problema è che non abbiamo il metallo da mining per il net zero. Utilizzando i dati dell'US Geological Survey, Micheaux ha scoperto che le riserve globali di rame saranno inferiori dell'80%, le riserve globali di nichel del 90% e il cobalto di circa il 96%. In poche parole, di tutto il cobalto che conosciamo esistente oggi, se dovessimo estrarlo tutto, avremmo solo il 4% del cobalto necessario per raggiungere lo zero netto. Evidenzia un grossolano errore di calcolo da parte dei leader politici nella loro ipotesi che le energie rinnovabili avrebbero naturalmente recuperato il ritardo dal calo della produzione di petrolio e gas. La fine dell'era dell'abbondanza delle civiltà si avvicina rapidamente. Un errore di calcolo enorme sulle riserve con conseguenze potenzialmente disastrose per l'economia globale (fonte: https://www.simonmichaux.com). Tralasciando il market cap della lista delle prime 50 società minerarie mondiali, quante sono a controllo europeo e italiano? Una sola in Svezia (Boliden al posto 47) escludendo Svizzera (Glencore al posto 3) e U.K. (Antofagasta al posto 22 e AngloGold al posto 43).”

A suo avviso le società incluse nella lista quali Paesi favoriscono, oggettivamente?

“La Cina, il principale trasformatore mondiale di terre rare, ha vietato l'esportazione di tecnologia per estrarre

e separare i materiali critici, ultimo passo del Paese per proteggere il suo dominio su diversi metalli strategici. Si prevede che il divieto avrà maggiore impatto sulle cosiddette "terre rare pesanti", utilizzate nei motori veicoli elettrici, nei dispositivi medici e nelle armi, dove la Cina ha un monopolio sulla raffinazione. Nel 2023 la Cina ha inasprito in modo significativo le regole che guidano le esportazioni di diversi metalli, in una battaglia crescente con l'Occidente per il controllo dei minerali critici. Saranno necessarie nuove tecnologie per superare il quasi monopolio cinese su queste importanti aree", ha affermato il CEO di Ucore Pat Ryan. Inoltre, per grafite e altri materiali, la Cina ha messo il controllo all’export che richiede autorizzazioni, abbiamo poche strategie per evitare shortage e mantenere la business continuity: Agreement con società Cinesi oppure Aumento stock, ma qualsiasi soluzione necessita tempo adeguato Ci vogliono miliardi - tempo e soprattutto il grade per giustificare apertura o potenziamento estrazione nelle miniere, riciclo e ottimizzazione utilizzo materie prime critiche non è un'opzione escludendo tutte le altre interdipendenze della sostenibilità multilivello.”

Più in generale, a suo parere, cosa potrebbero fare le aziende italiane per affrontare meglio le problematiche dell’accesso alle fonti energetiche e alle materie prime? Ha qualche suggerimento da dare?

“Una ‘ricetta’ valida per tutti non esiste, ogni singola realtà anche se dello stesso settore, ha necessità differenti di approvvigionamento diretto e indiretto (come parte di beni e servizi) per tipologia e quantità materiali. Allo stesso modo cambia la criticità di approvvigionamento per singola realtà. A mio parere bisogna partire da alcuni driver per comprendere meglio il proprio posizionamento rispetto le criticità: valutazione Paesi di prove -

nienza delle materie prime utilizzate; percentuale di dipendenza dal singolo Paese (somma materiale estrattoraffinato e commercializzato), società minerarie che detengono concessioni di estrazione e se a partecipazione statale; consumo mondiale previsto e riserve presunte materie prime utilizzate; rischi ambientali, geologici, politici, sociali che possono impattare sulla quantità necessaria di materie prime utilizzate; regulatories dei singoli Paesi; alternative ai materiali utilizzati; riduzione uso materiali più critici per i propri approvvigionamenti. Sono alcuni driver che sarebbe opportuno considerare in una strategia di antifragilità e business continuity aziendale. Non approfondisco esempi o entro nel dettaglio (che potrei fare) perché l’analisi si deve calare sulle singole realtà”.

Lei ha rimarcato più volte la scarsa familiarità delle industrie europee ed italiane con le aziende del settore minerario, dei metalli e dei minerali: perché il fenomeno è negativo? “È vero, ormai da anni lancio warning. Pur essendo criticità e rischi noti da decenni (qualcuno dovrebbe ricordare cosa ha detto anche Enrico Mattei decenni passati riguardo le fonti fossili) si è guardato più al breve termine, l’importante era avere materie prime disponibili a basso costo, che non al medio-lungo periodo. Che ci sia gap di conoscenza - competenza ed esperienza in materia è evidente negli errori strategici (o peggio nel voler ignorare i rischi per interessi economici) che ci hanno portato gradualmente negli anni alla dipendenza da oligopolio Paesi (per esempio Cina e Russia) e nell’aumento di utilizzo anche quando ci sono soluzioni che potrebbero ottimizzare l’utilizzo. Da parte mia ho sempre dato disponibilità e supportato aziende (nelle mie attività - non sono consulente), continuerò a farlo con chi vuole aumentare l’anti-fragilità negli approvvigionamenti.”

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In ogni caso, lei mi conferma che è in atto una tendenza alla riduzione delle attività estrattive con conseguente massimo della monetizzazione?

“Glielo confermo: alcuni esempi possono chiarire meglio qual è la tendenza dei paesi da cui dipendiamo per le materie prime critiche: le società di costruzioni cinesi investiranno fino a 7 miliardi di dollari in progetti infrastrutturali come parte di un accordo sulla loro joint venture di rame e cobalto Sicomines nella Repubblica Democratica del Congo. Entrambe le parti hanno concordato di mantenere l'attuale struttura dell'azionariato, mentre i partner cinesi, Sinohydro Corp e China Railway Group Limited, pagheranno l'1,2% delle royalties annuali al Congo, secondo un comunicato. Il Congo è il più grande produttore mondiale di cobalto, un componente chiave delle batterie per auto elettriche e telefoni cellulari. È anche il terzo produttore mondiale di rame. Il settore minerario è in gran parte dominato da società cinesi. Si prevede che gli investimenti minerari in Cile, il più grande produttore di rame al mondo, raggiungeranno i 65,71 miliardi di dollari nel periodo 2023-2032 (dichiarazione della commissione per il rame del paese Cochilco). Si tratta di un valore inferiore ai 73,65 miliardi di dollari stimati nella precedente previsione a 10 anni pubblicata l'anno scorso, poiché la nuova previsione tiene conto di 49 progetti, mentre la precedente si basava su 53 progetti, ha affermato Cochilco. La società Cilena Antofagasta sta procedendo con la prevista costruzione da 4,4 miliardi di dollari di un secondo concentratore (impianti integrati per la lavorazione dei minerali) nella sua miniera di rame di Centinela nel nord del paese, che aggiungerà 170.000 tonnellate di rame equivalente all'anno alla produzione complessiva dell'azienda. Il progetto sarà una combinazione di finanziamenti diretti da parte degli azionisti di Centinela, Antofagasta e Marubeni Corporation,

che forniranno circa il 40% del finanziamento totale, e finanziamenti di progetto di altri finanziatori. L'azienda, di proprietà maggioritaria della famiglia cilena Luksic, una delle più ricche del paese, sta anche valutando l'uso di nuove tecnologie per riutilizzare i rifiuti minerari scartati. Il complesso minerario di Centinela è situato nella regione cilena di Antofagasta ( fonte: http://tinyurl.com/4cz2hh73 ).”

È vero che negli ultimi anni, gli investimenti dei Paesi dell’UE si sono spostati dai fossili alle rinnovabili? Quali in modo specifico?

“Anche nel darle questa risposta, vorrei citare alcuni esempi in grado di chiarire meglio come la realtà futura preveda ancora investimenti nelle fonti fossili e non solo rinnovabili: Eni ipotizza di investire 10 miliardi di dollari per sviluppare il giacimento di Baleine al largo della Costa d'Avorio, secondo il ministro dell'Energia Mamadou Sangafowa. L'azienda energetica italiana effettuerà l'investimento in tre fasi fino al 2027. Situato al largo della costa orientale della nazione dell'Africa occidentale, si stima che il giacimento di Baleine abbia riserve certificate di 2,5 miliardi di barili di petrolio e 93,5 miliardi di metri cubi di gas naturale. Il ministro dell'Energia ha dichiarato che entro il 2027 il giacimento produrrà 200.000 barili di greggio al giorno rispetto ai 30.000 del 2023. ‘Con un investimento totale stimato in 10 miliardi di dollari, il progetto Baleine avrà un impatto duraturo sulla nostra economia’, ha aggiunto Sangafowa. Eni ha scoperto il giacimento nel 2021 e ha iniziato la produzione nell'agosto 2023. Petroci, società di proprietà del governo della Costa d'Avorio, è partner di Eni nel progetto, che è considerato il primo progetto a emissioni zero (scope 1 e 2) in Africa. L'annuncio arriva dopo che il Presidente della Costa d'Avorio Alassane Ouattara e l'Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi si sono incontrati ad Abidjan per celebrare

l'avvio della produzione del giacimento di Baleine e per valutare le operazioni di Eni nel Paese. Eni è presente in Costa d'Avorio dal 2015. Entro il 2027, si prevede che il giacimento consentirà alla Costa d'Avorio di produrre 5,7 milioni di metri cubi di gas naturale all'anno, riducendo la dipendenza del paese dalle importazioni di gas. Macquarie Asset Management (MAM) ha acquisito una partecipazione del 50% in Enel Green Power Hellas (EGPH) dalla società elettrica italiana Enel Group per 350 milioni di euro (386 milioni di dollari). L'operazione porta a 980 milioni di euro il valore d'impresa totale del business greco di Enel nel settore delle rinnovabili. EGPH ha un portafoglio di 566 MW in progetti eolici, solari e idroelettrici onshore, il terzo più grande portafoglio operativo in Grecia. Il portafoglio è composto da 59 progetti operativi con una capacità installata combinata di 482 MW generati da energia eolica, solare e idroelettrica, e sei progetti solari attualmente in fase di sviluppo con una capacità combinata di 84 MW. EGPH sta crescendo nel settore dello stoccaggio e delle soluzioni ibride e ha identificato una pipeline di nuovi progetti di sviluppo che abbracciano l'energia solare ed eolica. Le due società hanno costituito una joint venture per sfruttare l'esperienza di entrambe le parti nel settore delle energie rinnovabili, co-gestire il portafoglio rinnovabile di EGPH e continuare a sviluppare la pipeline di progetti. Il Piano Nazionale per l'Energia e il Clima ha delineato l'obiettivo di più che raddoppiare la capacità rinnovabile della Grecia per raggiungere i 28 GW entro il 2030, che rappresentano l'80% del suo mix di generazione di energia. Questo investimento di MAM segue il suo precedente ingresso nel mercato energetico greco nel 2022 e significa il suo continuo impegno nella regione.”

Transizione digitale, transizione energetica, normative sempre

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OSSERVATORIO EUROPEO

più severe in ambito UE relative alla green economiy; prospettiva dell’intelligenza artificiale. L’Europa come affronterà queste complesse problematiche?

“Fino a 4000 miliardi di dollari di investimenti potrebbero essere necessari entro il 2030 per aumentare la catena di approvvigionamento dei materiali per affrontare le imminenti carenze di approvvigionamento di metalli e materiali chiave necessari per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione globale, secondo un nuovo rapporto pubblicato dalla società di consulenza manageriale globale McKinsey & Company. Il rapporto, ‘The net-zero materials transition: Implications for global supply chains’, evidenzia il ruolo della catena di approvvigionamento dei materiali come fattore chiave della transizione globale verso net zero (che non significa zero emissioni, in natura non esistono), con molte delle tecnologie, dalle energie rinnovabili e lo stoccaggio delle batterie ai veicoli elettrici, che richiedono più materiali e diversi rispetto alle tecnologie convenzionali che stanno sostituendo. Alcuni dei maggiori investitori del mondo stanno sostenendo un piano per riformare l'industria mineraria in modo che possa soddisfare in sicurezza la crescente domanda di minerali e metalli necessari per la transizione verde. Gli investitori che gestiscono un totale di 11.000 miliardi di dollari, tra cui il California State Teachers' Retirement System e Legal & General Investment Management, sono tra i primi a sostenere la Global Investor Commission on Mining 2030. Tra gli altri investitori che sostengono l'iniziativa figurano la britannica Aviva Plc, il fondo pensione olandese APG-IM e la canadese Caisse de Depot et Placement du Quebec. Il gruppo di investitori, che è stato convocato quest'anno con l'aiuto delle Nazioni Unite, ha affermato che il suo obiettivo è quello di ‘definire una visione per un settore minerario socialmente e ambientalmente responsabile’

e introdurre una serie di standard globali per l'industria che coprono questioni che vanno dal lavoro minorile alla perdita di biodiversità. ‘L'estrazione mineraria non è mai stata un'industria facile: tuttavia, se la transizione energetica avrà successo, è necessario un aumento significativo dell'offerta di minerali estratti in modo sostenibile’, ha affermato George Cheveley, gestore di portafoglio di Ninety One, che sostiene anche la commissione. ‘Solo impegnandoci con l'industria mineraria a più livelli garantiremo l'accesso a questi minerali, tenendo conto delle diverse parti interessate’. Sono sempre stato critico nei confronti dei regulatories Europei in materia non solo ambientale. Per come scritti sono troppo onerosi, difficilmente raggiungibili nei tempi richiesti e non tengono in considerazione la scalabilità nei singoli settori. Cbam - Climate Neutrality - Ecodesign - E.P.R. sono alcuni acronimi fra i tanti già noti alla stragrande maggioranza non solo di addetti ai lavori, che hanno comportato una corsa ad essere compliance da parte delle realtà

private e pubbliche interessate. E poi ci sono anche le regulatories dei singoli paesi non Europei (vedi infografica), a rendere resources expensive gli impegni dei singoli soggetti economici e istituzionali.

Come la narrazione delle emissioni zero (che in natura non esistono) diversa dal net zero, più facilmente conseguibile, anche se onerosa solo considerando il costo carbon credits (per chi supera i livelli massimi consentiti di emissioni). Come in qualsiasi realtà che ha fra i propri scopi generare valore per la comunità, competenze - conoscenza ed esperienza di chi si occupa della materia (a prescindere dal paese e colore politico di appartenenza) sono fondamentali per mettere a terra strategie che siano efficaci per minimizzare e risolvere (ove possibile) le criticità sempre più grandi che impatteranno su tutti, nessuno escluso. Chi spera che un cambio della guida Europea alle prossime elezioni possa risolvere tutte le criticità, potrebbe avere un brusco risveglio e trovarsi a un punto di non ritorno.”

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AFIDAMP: un impegno su più tavoli e settori

“Stiamo operando, per valorizzare al massimo l’attività degli associati: dall’ambiente all’impegno istituzionale, fino al supporto operativo”. A colloquio con il direttore Stefania Verrienti sul presente e gli

impegni futuri dell’associazione

Dal 1981, anno di nascita, AFIDAMP è divenuta il punto di riferimento per l’intera filiera del pulito professionale, acquisendo sempre più autorevolezza, forza e capacità rappresentativa nel panorama istituzionale italiano. L’associazione oggi è presente a più livelli, dimostrando di saper interfacciarsi positivamente con le altre realtà associative della filiera nel portare avanti preziosi progetti per far crescere la cultura del pulito e la professionalità di quanti si dedicano al settore nel nostro Paese. Una realtà, dunque, sempre più attiva e presente anche sul delicato terreno della formazione e dell’aggiornamento, al servizio dei propri iscritti. Abbiamo chiesto al direttore, arch. Stefania Verrienti di fare il punto sulle attività in atto e sulle nuove sfide da affrontare a breve e medio termine, portando avanti una preziosa mission.

Con questa intervista cerchiamo di conoscere meglio AFIDAMP, sempre più protagonista nella filiera della sanitation in Italia. Come sta l’associazione?

“Lo stato di salute di AFIDAMP oggi è ottimo. L’associazione è cresciuta molto e ha acquisito autorevolezza nei confronti del mercato e delle istituzioni. Dal momento in cui abbiamo distinto in maniera chiara la nostra veste, separandoci dall’organizzazione della fiera PULIRE, il nostro ruolo è diventato più esplicito agli occhi delle aziende che hanno risposto con grande attenzione. Oggi AFIDAMP costituisce il punto di riferimento per le imprese del Cleaning sia per quanto riguarda l’attività normativa che per quella a livello istituzionale. La mission dell’associazione viene chiaramente interpretata e questo determina una crescita costante di imprese associate.”

L’impressione, dall’esterno, è che siate impegnati su tantissimi fronti: sia sul piano dei tavoli istituzionali, dove è cresciuta la vostra autorevolezza, sia in quelli interassociativi: quali temi, fra i tanti che state

Stefania Verrienti, direttrice di AFIDAMP

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ASSOCIAZIONI

portando avanti, vi sono particolarmente cari?

“È vero, siamo impegnati su molteplici tavoli e in molti settori, che sono alla base del nostro ruolo associativo. In particolare, siamo sempre più attivi sulle problematiche ambientali: ne sono testimonianza anche i recenti convegni organizzati sul tema della transizione ecologica e della necessità per le imprese di impostare una strategia ambientale. In questa direzione va segnalata anche la conquista importantissima relativa alla realizzazione di una RCP (Regola di Categoria di Prodotto) riguardante le Macchine Lavasciuga pavimenti, secondo lo schema Made Green in Italy. In ambito istituzionale siamo presenti nei più importanti contesti, a livello nazionale ed europeo.”

L’attività dei Gruppi di lavoro ha sempre rappresentato il fiore all’occhiello dell’Associazione: cosa può dirci al riguardo?

“Confermo la sua positiva valutazione. Grazie all’impegno e alla collaborazione dei nostri soci, l’attività dei Gruppi di Lavoro procede molto alacremente. Questa organizzazione ci permette di lavorare in maniera più efficace sui singoli settori. Per rendere ancora più concreti i progetti, abbiamo affiancato ai GDL dei Focus Team specifici dedicati all’analisi e sviluppo di alcune partico-

lari tematiche, sia di tipo tecnico che strategico, anche in termini di risposta al mercato e alle nuove normative europee. Da ottobre 2023 a febbraio 2024 sono stati creati 8 Focus Team. Un segnale, anche questo, del forte coinvolgimento e della collaborazione dei nostri associati. E non ci fermiamo qui. A breve nascerà un nuovo Focus Team dedicato al Controllo, attività fondamentale per chi opera nel nostro settore.”

Quali sono i principali progetti e le iniziative a cui state lavorando, per incentivare la partecipazione degli iscritti e realizzare gli scopi associativi che nel lontano 1981 hanno ispirato la nascita di AFIDAMP?

“Come già anticipato, molti sono i fronti sui quali AFIDAMP sta operando, per la valorizzazione dell’attività dei propri iscritti. Dall’ambiente all’impegno istituzionale, fino al supporto operativo. Abbiamo anche messo a punto un nuovo catalogo di servizi riservati ai nostri soci, individuando una serie di autorevoli aziende partner con le quali collaborare per costruire un progetto

che aiuti concretamente le realtà a noi associate, offrendo servizi a loro utili, disponibili con particolari ed esclusive agevolazioni.”

La formazione e l’aggiornamento professionale hanno sempre rappresentato un’asse portante dell’attività associativa: AFIDAMP agisce a più livelli, da quella di base fino alla preparazione universitaria. Quali sono le iniziative più importanti che state portando avanti?

“Da sempre AFIDAMP è attenta e dinamica nel promuovere attività di formazione e aggiornamento. Oltre all’ormai duratura collaborazione con l’Università di Bergamo per il Corso di Alta Formazione in Cleaning Management, giunto alla IV edizione, è attiva e consolidata anche una collaborazione con il Politecnico di Milano. Ci occupiamo, in questo caso, di progettazione degli spazi in un’ottica di miglioramento della pulizia degli stessi. Molte anche le collaborazioni con società di consulenza e con Ergo, spin off della Scuola Sant’Anna di Pisa, per la realizzazione

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di webinar informativi dedicati ai nostri associati. Questi ultimi sono molto apprezzati dagli iscritti ad AFIDAMP, che possono essere aggiornati su tematiche utili al loro lavoro quotidiano. Siamo molto soddisfatti del loro costante successo e continueremo a organizzarne anche in futuro.”

La delicata problematica della sanificazione, portata alla ribalta assieme alla preziosa figura del pulitore, durante la pandemia rischia di cadere nel dimenticatoio. AFIDAMP si è molto impegnata con l’intento di definire i migliori protocolli possibili e creare le condizioni per riconoscere il ruolo degli addetti: uno sforzo che sta dando buoni frutti?

“AFIDAMP continua a impegnarsi perché il tema della sanificazione e della pulizia resti di primo piano, anche passata la pandemia. Il nostro principale intento rimane quello di sensibilizzare le aziende alla cultura del pulito a tutto tondo. I documenti e le guide che finora abbiamo messo a punto, collaborando con prestigiosi partner, si sono posti l’obiettivo di promuovere l’adozione di processi di pulizia e sanificazione come prassi ‘standard’, entrando nello specifico della scelta delle strumentazioni da utilizza-

“Lo stato di salute di AFIDAMP oggi è ottimo. L’associazione è cresciuta molto e ha acquisito

autorevolezza nei confronti del mercato e delle istituzioni. Dal momento in cui abbiamo distinto in maniera chiara la nostra veste, separandoci dall’organizzazione della fiera PULIRE,

il nostro ruolo è diventato più esplicito agli occhi delle aziende, che hanno risposto con grande attenzione”.

re, nella descrizione delle metodologie da seguire, fornendo indicazioni per la corretta gestione delle pulizie e preziose informazioni su un appropriato impiego delle macchine, delle attrezzature e dei prodotti chimici. I frutti ci sono, e insieme a molte realtà che sono al nostro fianco, tra cui INAIL, procederemo alla realizzazione di ulteriori linee guida, manuali e prontuari per la diffusione delle buone pratiche di igiene e pulizia.”

Anche nella comunicazione AFIDAMP ha compiuto un salto di qualità con la realizzazione del nuovo, elegante e funzionale sito internet. Un mezzo di interazione sul quale

puntate molto?

“Certamente. Il sito di AFIDAMP è uno strumento importante per la nostra attività di comunicazione all’esterno, ma anche con i soci. Oltre al restyling grafico e contenutistico, esso rappresenta oggi un punto di scambio per i nostri soci. È stata infatti creata un’apposita sezione a loro dedicata, denominata FORUM, con accesso riservato, nella quale possono trovare documenti, informazioni, ma anche avere uno scambio tra di loro su argomenti specifici. Un vero sistema di networking associativo che riteniamo possa favorire ancor più la partecipazione attiva e costruttiva dei nostri iscritti alla vita associativa.”

LA “VOCE” DELLA PULIZIA PROFESSIONALE IN ITALIA

AFIDAMP Associazione dei Fabbricanti e Distributori Italiani di Macchine, Prodotti e Attrezzi per la Pulizia Professionale e l'Igiene degli ambienti  è l’unica realtà di rappresentanza che riunisce le diverse anime della filiera della pulizia professionale in Italia. Raccoglie produttori, importatori e distributori di prodotti, macchinari, carta ed attrezzature, oltre ad altri organismi settoriali. Con la sua attività tutela e promuove un

comparto che rappresenta una bandiera del Made in Italy nel mondo. L’Italia infatti è da sempre ai primi posti nella produzione mondiale di prodotti, macchinari ed attrezzi per la pulizia professionale, seconda solo a Germania e Stati Uniti. La nascita di Afidamp risale al 1981, a Milano. Ad istituirla è stato un gruppo di imprenditori compatti nella volontà di creare un organismo in cui il comparto potesse trovare coesione e forza. AFIDAMP nasce

infatti con la missione di dar voce ai rappresentanti di un mercato che aveva grandi opportunità ma che era quasi totalmente sconosciuto e perciò non strutturato e non aggregato. Sono passati 43 anni ed AFIDAMP è cresciuta, diventando una realtà riconosciuta a livello istituzionale ed associativo e un punto di riferimento sempre più importante per i protagonisti del comparto e per la diffusione della cultura del pulito in Italia.

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ASSOCIAZIONI

IL CONVEGNO SUL PULITO PROFESSIONALE

18 - 19 SETTEMBRE 2024

TORNA IL CONVEGNO DIGITALE DEDICATO ALLA CULTURA DEL PULITO

Il 18 e 19 settembre 2024 i massimi protagonisti di un settore in rapida evoluzione - professionisti, aziende e stakeholder - sotto la spinta dell’innovazione digitale, del green e delle tecnologie 4.0 si incontreranno per un confronto aperto e stimolante sulle principali sfide che attendono il mondo del Professional Cleaning

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SAVE THE DATE

Detergenza professionale: la sfida della transizione ecologica

Le aziende del comparto sono chiamate ad affrontare il futuro impostando fin da ora una vera e propria strategia climatica, innestando azioni rispettose dell’ambiente non solo nell’ambito del marketing e della comunicazione – come fatto finora, almeno nella maggioranza dei casi - ma soprattutto a livello di produzione, business e presenza sul mercato. Se ne è parlato all’interessante convegno organizzato con successo da AFIDAMP durante la manifestazione H3i

Uno degli aspetti più importanti, anche se meno conclamati della cosiddetta “transizione sostenibile” alla quale è chiamato anche il nostro settore economico, è rappresentato dagli investimenti in tecnologia e ricerca: si tratta di una strategia essenziale per rendere qualsiasi attività produttiva più sostenibile ed efficiente. Investire in questo campo consente certamente di accrescere il valore dei prodotti e dei servizi offerti in termini di qualità, sicurezza ed efficacia.

Questa strada maestra, per fortuna, è stata imboccata già da tempo in Italia nel settore della detergenza professionale che, grazie all’adesione massiccia delle nostre aziende alla Certificazione Ecolabel – Ecolabel UE, consente oggi al nostro Paese di porsi di gran lunga all’assoluta avanguardia in ambito europeo, ponendolo così in una condizione di privilegio rispetto alla concorrenza, assai utile per affrontare abbastanza serenamente gli ulteriori salti di qualità richiesti dalle norma-

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MERCATO

tive sempre più stringenti dell’Unione Europea. Ricordiamo, per inciso, che il marchio Ecolabel è un’etichetta volontaria, assegnata a prodotti/servizi che rispondono a determinati criteri ambientali e prestazionali durante l'intero ciclo di vita: dall'estrazione delle materie prime alla produzione e alla distribuzione, fino allo smaltimento. È emerso anche questo ed altro, durante l’interessante convegno sul tema “La strategia climatica della detergenza professionale per vincere la sfida della transizione ecologica”, organizzato con successo da AFIDAMP svoltosi giovedì 6 marzo presso l'NH Centro Congressi di Assago Milanofiori durante la manifestazione H3i. L’evento dedicato alle materie prime, ingredienti, formulazioni e servizi utilizzati nella realizzazione di prodotti per la pulizia per uso domestico, industriale e istituzionale, che si è tenuto nei giorni 5 e 6

del mese, ha riscosso un buon numero di visitatori ed espositori. Introdotto e moderato da Matteo Marino, Responsabile del Gruppo di Lavoro Chimici di AFIDAMP, l’incontro - seguito con molta attenzione da una qualificata platea - ha visto susseguirsi in rapida successione le interessanti relazioni di: Danilo Sartori, Responsabile dei Modelli Innovativi di Riciclo di COREPLA; Nicola Fabbri, Senior Consultant di ERGO Srl; Piera Pellegrino, Tecnologo di ISPRA Servizio Certificazioni Ambientali; Domenico Zuccaro, Tecnologo di ISPRA Servizio Certificazioni Ambientali e Coordinatore dell'EU Ecolabel CB Forum; Cesare Buffone, Responsabile analisi LCA e Sostenibilità di Punto 3. Molteplici, tutti estremamente attuali ed assai stimolanti, gli spunti di informazione e riflessione emersi, che hanno affrontato a tutto tondo i molti temi sul tappeto: soffer-

mandosi in particolare sui criteri di ecodesign, sulle certificazioni, sulle etichette, sul carbon footprint, sull’ecolabel e sui CAM: tutti elementi in grado di contribuire al meglio, se perseguiti con forza e coerenza, al raggiungimento dell’impegnativo obiettivo della Sostenibilità.

SERVE UNA STRATEGIA

CLIMATICA

Il quadro emerso dai vari contributi è risultato positivo, anche se non privo di preoccupazioni, espresse in più d’una occasione da Marino – anche riguardo agli spazi che verranno destinati ai dati della certificazione ecologica sull’etichetta dei detergenti, che già adesso risultano esigui. Il rappresentante di AFIDAMP, in rappresentanza dei produttori, chiamati a far fronte in tempi abbastanza ravvicinati ai nuovi regolamenti stabiliti alla detergen-

23 DIMENSIONE PULITO | 02/2024

za dall’UE, pur esprimendo adesione convinta al percorso intrapreso, si è fatto giustamente portavoce di altri nodi da sciogliere. Oggi, in sostanza, le aziende sono chiamate ad affrontare il futuro impostando fin da ora una vera e propria strategia climatica, innestando azioni rispettose dell’ambiente non solo nell’ambito del marketing e della comunicazione - come fatto finora, almeno nella maggioranza dei casima soprattutto a livello di produzione, business e presenza sul mercato. La strategia climatica non è infatti un elemento a sé stante, bensì parte del progetto di crescita di ogni azienda. Azioni che richiedono, come ha sottolineato Danilo Sartori di Corepla, l’impegno di tutti in un attento gioco di squadra che, nel caso del riciclo e anche del riuso dei contenitori, deve partire dal design e dalla progettazione, migliorando proprio la fase di raccolta. Azioni che rispondo al Green Deal Europeo e nelle quali il nostro Paese è sempre virtuoso. Dopo aver precisato il ruolo di Corepla, Sartori ha voluto ricordare le fasi fondamentali del pro -

cesso di riciclo, illustrando dettagliatamente le proposte cardine contenute nel Circular Economy Package dell’UE per rendere i detergenti sostenibili in ambito comunitario. In sintesi le stesse prevedono: adozione di requisiti di ecodesign per rendere i prodotti più sostenibili, circolari ed efficienti dal punto di vista energetico; introduzione del Digital Product Passport per migliorare le informazioni sulla sostenibilità ambientale dei prodotti, disponibili per i consumatori e per tutti gli attori della catena di fornitura, prevenzione della distruzione dei prodotti di consumo invenduti, promozione dei modelli di business sostenibili, definizione di requisiti obbligatori per il Green Public Procurement. “Il design dei prodotti - ha spiegato - dovrà essere funzionale al loro riciclo, con l’intento di generare materia prima-seconda di qualità. Un buon design for recycling dovrà basarsi sulle esigenze del consumatore con imballaggi facili da svuotare, facilmente conferibili e privi di residui di contenuto; dovranno inol-

tre contenere istruzioni chiare circa il loro conferimento nella raccolta differenziata, precisando le attività da compiere, come ad esempio la rimozione dell’etichetta.”

L’ECODESIGN DEI PRODOTTI

Fondamentale è che le aziende comprendano quali siano le modalità per procedere, mettendo le basi per costruire strategie misurabili, come ha sottolineato Nicola Fabbri di Ergo, ragionando da subito in un’ottica di sostenibilità, ripensando l’ecodesign dei prodotti e progettando tutte le attività aziendali verso un nuovo schema green. La transizione ecologica, come ha spiegato, è un percorso di lunga durata, che richiede anzitutto lo sviluppo di energie da fonti rinnovabili, un efficientamento energetico addizionale, la creazione dei modelli di circolarità e innovazione tecnologica oltre le BAT. Senza contare il costante monitoraggio e la valutazione tramite certificazioni, disclosure anche tramite questionari, governance e supply chain engagement. Si tratta di un percorso che richiede tempo e investimenti che devono anch’essi essere sostenibili. Dunque una strada non priva di incognite che comporta tanti necessari e delicati passaggi con l’implementazione di regolamenti al proprio interno e, soprattutto, controllo e attenzione sul risultato di ogni singola tappa. Fabbri si è soffermato sull’ESPR, il futuro passaporto UE che: fornirà informazioni circa la sostenibilità ambientale del prodotto; aiuterà consumatori ed aziende nel prendere decisioni consapevoli all’atto di acquisto dei prodotti; faciliterà il riparo e il riciclo dei prodotti; migliorerà la trasparenza sugli impatti ambientali dell’intero ciclo di vita dei prodotti; aiuterà le autorità pubbliche negli accertamenti e nei controlli. Il documento, peraltro, non sostituirà le etichette energetiche e le informazioni potranno essere presentate anche sotto forma di “classi di prestazione” (ad esempio da A a G), da riportare eventualmente

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MERCATO

su un’etichetta, in modo da facilitare il confronto tra prodotti (ad esempio per dare indicazioni sulla reperibilità del prodotto stesso). Come dicevamo in apertura, parecchi passi avanti sono stati già fatti in Italia, in particolare grazie ai CAM.

ETICHETTA ECOLABEL

Il nostro Paese è molto avanti sul tema del riciclo e anche sul fronte Ecolabel l’Italia si distingue. Lo hanno detto a chiare lettere, supportati da dati e statistiche inoppugnabili Piera Pellegrino e Domenico Zuccaro di Ispra. Basti pensare che sono attualmente già 464 le aziende (su un totale di 2000 a livello europeo) che hanno almeno un prodotto certificato Ecolabel. I due strumenti insieme, CAM ed Ecolabel, segnano quindi la rotta verso quella che è una transizione delle imprese in chiave ecologica. In particolare Zuccaro, mettendo in risalto anche lo specifico impegno italiano, anch’esso all’avanguardia europea, verso il green

contenuto nei CAM in attuazione del GPP e degli acquisti verdi, ha posto in risalto l’importanza dei sette criteri obbligatori relativi ai servizi di pulizia: uso minimo di prodotti detergenti Ecolabel UE/ISO1, dosaggio dei detergenti, uso minimo di prodotti in microfibra, formazione del personale, rudimenti di un sistema di gestione ambientale, raccolta differenziata presso i locali del richiedente, utilizzo del logo. Cesare Buffone di Punto 3, ha messo l’accento sull’importanza della progettazione eco-compatibile che implica l'integrazione di valutazioni ambientali all'interno del processo di sviluppo dei prodotti. Sono per fortuna molte le industrie che già hanno preso questa direzione, dato che i tempi di sviluppo non sono brevi. Secondo uno studio relativo all’anno 2023 (fonte: Mid Market Climate Transition Barometer), l’11% delle aziende su un campione di 700 ha già iniziato a sviluppare strategie per la sostenibilità e la diminuzione del loro impatto ambien-

tale. La strategia climatica deve inoltre aiutare le aziende a ridurre la propria impronta di carbonio e a compensare le emissioni che non è stato possibile evitare, adattando la propria modalità di produzione e di presenza sul mercato. Ripensare i processi produttivi in funzione green rappresenta, dunque, una sorta di sfida nella sfida, che investe ogni singola fase del percorso: da quello spiccatamente produttivo alla distribuzione, per ridurre concretamente l’impatto della CO2, dalla logistica (avvicinamento fornitori), al tipo di imballaggio primario (uso di imballaggi riciclati), fino all’energia che alimenta l’impianto (installazione del fotovoltaico). Insomma, il convegno di Milano ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, che per le aziende italiane, per quella della detergenza in particolare, è iniziata una nuova era: AFIDAMP rappresenterà certamente un punto di riferimento e aiuto per quanti la vorranno affrontare nel modo migliore.

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PULIZIA E IGIENE: le soluzioni MARKA per ambienti sicuri e protetti

Nella società moderna, l'igiene e la pulizia sono diventate temi sempre più cruciali, sia nei contesti pubblici che privati. La pandemia globale ha evidenziato ed accentuato sempre più l'importanza di mantenere gli ambienti puliti e disinfettati per proteggere la salute e il benessere di tutti.

Nei luoghi pubblici come ospedali, scuole, uffici, e trasporti pubblici, la pulizia e la disinfezione sono essenziali per prevenire la diffusione di malattie. Gli ambienti ad alto traffico sono spesso terreno fertile per batteri, virus e altri patogeni dannosi alla salute. La scelta di prodotti professionali ed efficaci è fondamentale per ridurre il rischio di contaminazione e proteggere la salute delle persone che frequentano tali luoghi. L’attività di cleaning costituisce pertanto un processo fondamentale per assicurare un ambiente salubre e sicuro

e richiede la combinazione e l’implementazione di due fasi: la detersione e la disinfezione.

Il processo di detersione si concentra sulla rimozione dello sporco, residui, macchie e polvere dalle superfici ed è associato all’utilizzo di detergenti professionali progettati per sciogliere e rimuovere lo sporco facilitandone l’asportazione. Il processo di disinfezione, invece, mira ad eliminare e uccidere microrganismi patogeni come batteri, virus e funghi grazie all’utilizzo di detergenti disinfettanti in grado di ridurre notevolmente la trasmissione di malattie e il numero di agenti patogeni presenti sulle superfici.

MK spa, azienda leader nella produzione di detergenti e disinfettanti, si impegna da oltre 60 anni a fornire con il suo brand Marka soluzioni efficaci per garantire ambienti puliti e sicuri in ogni contesto.

Le soluzioni Marka, sono racchiuse in tre sistemi: Sistema Detergenza, Sistema Igiene e Sistema Ambiente

MARKA SISTEMA DETERGENZA è la gamma di prodotti che soddisfa i bisogni della prima fase dell’attività di cleaning: la detersione. Si tratta di una selezione di prodotti che garantisce ad ogni settore della pulizia professionale la soluzione più performante. L’eccellenza delle formule, la specializzazione dei prodotti, l’ampiezza della gamma garantiscono la massima efficacia, la qualità del risultato e un vantaggio competitivo in termini di costo in uso.

MARKA SISTEMA IGIENE è la gamma di prodotti pensati e formulati per una profonda igienizzazione e disinfezione degli ambienti e delle attrezzature in ogni ambito di applicazione. All’interno della gamma Marka Sistema Igiene è presente la linea Disinfet-

tanti, con soluzioni a base di sali quaternari d’ammonio o alcool autorizzati dal Ministero della Salute come prodotti Presidio Medico Chirurgico.

MARKA SISTEMA AMBIENTE è la gamma di soluzioni volte a garantire la salvaguardia dell’ambiente con prodotti Ecolabel e concentrati giusta dose. L’utilizzo di materie prime sostenibili e rinnovabili e di packaging completamente riciclabili, permette di ridurre fino all’80% l’immissione di plastica nell’ambiente.

Investire nella pulizia e nell'igiene non è solo una questione di sicurezza, ma anche di responsabilità nei confronti della salute e del benessere di chiunque. Con le soluzioni Marka, MK si impegna a fornire agli utilizzatori gli strumenti necessari per rendere gli ambienti più puliti, sicuri e protetti.

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PFacility management sempre più sostenibile

COVID-19, la riscoperta dell’importanza dell’IGIENE

Nel 2020 il valore della produzione italiana di prodotti per detergenza e pulizia è stato di 3,8 miliardi di euro

a cura di Diletta Gaggia

Il settore evolve nella direzione di un ampliamento della gamma dei servizi offerti e una maggiore diversificazione delle attività. Si segnalano importanti investimenti su impianti e attrezzature ad alta efficienza e certificazioni ambientali

La cura di David Migliori

Elaborazione dati Cerved Marketing Intelligence

a produzione italiana di prodotti per detergenza e pulizia è una delle più importanti in Europa. Nel 2020 il suo valore è stato di circa 3,8 miliardi di euro e, in controtendenza con l’andamento generale dell’economia, ha registrato un moderato progresso (+3,1%) rispetto all’anno precedente, questo quanto emerge dallo Start Prodotti per la detergenza divulgato da Cerved a marzo 2021. Lo sviluppo è stato spinto essenzialmente dalla componente nazionale dei consumi domestici che hanno beneficiato

elevati raggiunti nel 2020. L’evoluzione ancora incerta della crisi sanitaria sup-

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Cerved | Prodotti P er la detergenza
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Trattandosi di un campo che prevede attività variegate e molto diverse fra loro è giusto iniziare dando alcuni “confini” al tema di cui parliamo oggi e definire meglio ciò che si intende quando si parla di questi servizi.

L’analisi Cerved di dicembre 2023 considera il Facility Management come “l'attività di gestione integrata dell'erogazione di diversi servizi per l'edificio, lo spazio e le persone di un'azienda o di un ente (pubblico e privato)”. Date queste premesse è evidente che, per il suo svolgimento, il Facility Management preveda la sottoscrizione di specifiche formule contrattuali che permettono di affidare i servizi di gestione e manutenzione degli immobili (in toto o solo parti di essi) a un fornitore (il cosiddetto General Contractor), che si assume la responsabilità delle opere. Tra le possibilità c’è anche quella di selezionare e coordinare l'attività di altre imprese specializzate in particolari servizi (si tratta quindi di sub fornitori). A livello pratico, questo tipo di contratti hanno durata generalmente pluriannuale e prevedono il pagamento di un canone mensile per la gestione delle attività ordinarie. La domanda che può sorgere sponta-

nea è perché le aziende sentano il bisogno di affidarsi ad esterni per questo genere di attività. In realtà la formula del Facility Management offre molti vantaggi: permette di semplificare e snellire l’organizzazione interna; ha l'obiettivo di migliorare e ottimizzare il funzionamento e il mantenimento dei servizi legati alle persone e all'edificio; permette un risparmio dei costi nel medio e lungo periodo. In sostanza dà la possibilità alle aziende di non occuparsi di attività che non attengano al core business e di potersi concentrare e focalizzare sulle proprie attività prevalenti.

La tipologia di aziende che si avvale dei servizi di facility management spa-

zia dai soggetti pubblici (ospedali, sedi istituzionali, scuole e università, ma anche aeroporti e stazioni), alle imprese private (industrie, grandi sedi di uffici, centri commerciali, alberghi, centri fieristici). Di questi servizi fanno parte anche diverse tipologie di pulizia professionale, che vengono identificati come “servizi per lo spazio e le persone” e comprendono molte mansioni tra cui anche la pulizia degli spazi, la cura delle aree verdi, le azioni di disinfezione e disinfestazione e la raccolta dei rifiuti.

IL MERCATO

Il giro d’affari del mercato italiano è imponente; Cerved stima nel 2023 2,77 miliardi di euro complessivi. Possiamo parlare di un quadro generale di stabilità dato che si è registrata solo una leggerissima flessione del -0,4% rispetto al 2022, dipeso anche dal ridimensionamento dei prezzi dei servizi erogati.

A spartirsi il giro d’affari ci sono due grandi macro settori, di dimensioni simili: i servizi tecnici per l'edificio, che valgono 1,45 miliardi di euro (-0,7% rispetto al 2022), e i servizi per lo spazio e le persone, che hanno un valore di 1,32 miliardi (stabile rispetto all’anno

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2019 1.290 2020 1.210 - 6,2% 2021 1.280 + 5,8% 2022 1.320 + 3,1% 2023 1.3202024 1.310 - 0,8% 2025 1.330 +1,5%
Tabella 1 - Dimensione e andamento fatturato dei servizi per spazio e persone (MLN€)

precedente). Per il futuro ci si attende un’ulteriore piccola riduzione del giro d’affari complessivo, stimata per il 2024 nell’ordine del -0,7%, a causa di un nuovo calo dei prezzi e per il previsto rallentamento del ciclo economico generale.

Se si guarda all’andamento delle varie attività che richiedono interventi di Facility management, la Pubblica Amministrazione, gli istituti scolastici e le università hanno mostrato un aumento della domanda; c’è stata una buona crescita anche per i trasporti (aeroporti e stazioni) e la logistica in genere, così come il comparto del commercio (centri sportivi, centri commerciali, cinema multisala), e del turismo. Stabile la domanda proveniente dalla sanità e il terziario in genere e in leggera riduzione dalla clientela industriale.

IL LATO DELL’OFFERTA

Passando invece al profilo degli opera-

tori che offrono questo genere di servizi, l’offerta è frammentata; comprende un alto numero di imprese specializzate su singoli servizi capaci di gestire l'erogazione di altre attività in modo integrato.

Per operare in questo settore non esistono delle particolari barriere che impediscano l'ingresso, ma in alcuni ambiti ad elevata complessità e, in particolare per il settore pubblico, è necessario possedere determinati attestati e certificazioni che garantiscano l'affidabilità e le competenze tecniche. In questo momento la competizione è intensa: le imprese attive sono numerose e il fattore prezzo svolge un ruolo determinante. Come accennato, la dotazione tecnica e l'affidabilità dell'impresa sono gli elementi competitivi più importanti nel lavoro col pubblico; nell'ambito privato pesano anche le capacità commerciali e di personalizzazione dell'offerta.

Volendo provare a schematizzare il profilo delle aziende che operano in questo settore, la prima cosa che balza all’occhio è la loro estrema varietà. Ci sono società cooperative, generalmente specializzate nel segmento dei servizi di pulizia; ci sono poi consorzi di imprese di piccole e medie dimensioni, che insieme acquistano una rilevanza nazionale; non mancano filiali di gruppi multinazionali attive nei settori della ristorazione e della gestione del calore; infine, esistono piccole e media realtà nazionali multiservizi fortemente orientate all'offerta Global Service. Vista la complessità tecnica e organizzativa di fornire una gamma di attività così vasta e diversificata, è molto frequente la creazione di consorzi, alleanze commerciali e associazioni temporanee (ATI) tra imprese specializzate nei diversi ambiti.

La costituzione di ATI e di consorzi è vincolata all'acquisizione di singole commesse e solitamente termina alla scadenza del contratto, e gli accordi vengono sciolti. Tuttavia, spesso si creano alleanze durature che possono essere riproposte anche su altri clienti nel tempo.

Come è facile immaginare, in un contesto così legato all’aggiudicazione di appalti e lavori la gestione della forza lavoro non è semplice: quello del personale è infatti un elemento necessariamente molto flessibile e fortemente legato alle commesse acquisite e al numero di clienti attivi nei vari momenti. Un’altra peculiarità è data dalla possibilità per l’azienda cliente, nel momento dell'acquisizione di un nuovo contratto, di cedere una parte dei dipendenti o un ramo d'azienda alla società di facility management, che deve poi utilizzare e valorizzare le risorse acquisite e ottimizzare i processi di erogazione dei servizi da svolgere. Altre caratteristiche del settore Le attività di facility management sono diffuse in tutto il territorio nazionale; la durata pluriannuale dei contratti (normalmente 3 o 5 anni), permette

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alle imprese di pianificare le attività di erogazione dei servizi e sviluppare dei sistemi di controllo, valutazione e miglioramento degli stessi nel corso del periodo contrattuale. Negli ambiti della Sanità e dalla Pubblica Amministrazione la durata contrattuale può essere anche più estesa (fino a 7 o 9 anni), così da ridurre i costi delle procedure di assegnazione delle commesse e ottenere tariffe più convenienti da parte dei fornitori.

Operare con la Pubblica Amministrazione offre dei vantaggi in termini di gestione e di valore della commessa e può garantire accreditamento e referenze per gare d'appalto successive, ma presenta anche elementi di criticità, che possono generare incertezza e difficoltà ai fornitori di servizi. Ci sono almeno un paio di elementi critici che devono affrontare le società che lavorano col pubblico: le possibili contestazioni legali nell'assegnazione delle gare d'appalto e i lunghi tempi di pagamento impiegati da alcuni enti. Per sostenere queste situazioni, le imprese di servizi devono essere solide ma soprattutto devono disporre di una efficiente organizzazione operativa, con una forte

capacità amministrativa e di una elevata solidità finanziaria o di evolute capacità di gestione del credito. A livello di politiche organizzative e commerciali, l’analisi di Cerved segnala un’evoluzione nella direzione di un ampliamento della gamma dei servizi offerti da parte delle aziende e un tentativo continuo di diversificazione delle attività verso segmenti di mercato prima non presidiati. In linea con questa tendenza, si assiste anche a fenomeni di cooperazione tra imprese, con

esempi di alleanze con altri operatori del settore o la creazione di consorzi finalizzati all’acquisizione di commesse che separatamente sarebbero stati difficili o non fattibili. Per riuscire ad acquisire nuove competenze tecniche e commerciali ci sono anche fenomeni di acquisizioni di aziende specializzate nei servizi di efficienza energetica. E’ poi evidente un crescente impegno del settore per il consolidamento delle competenze digitali, oggi indispensabili per l’efficientamento dei processi

LE MINACCE DEL SETTORE

Il report di Cerved segnala quelle che sono le principali minacce per il settore, alcune strutturali di lungo periodo, altre più legate alla contingenza di questa fase storica. In primo luogo l’aumento delle incertezze sull’evoluzione economica internazionale dovuta ai noti scenari di guerra in aree strategiche del mondo; il rallentamento degli investimenti della domanda finale, a causa dell’intensa inflazione e

degli elevati tassi di interesse bancari; un ridimensionamento del sistema produttivo nazionale ed europeo e la frenata degli investimenti nell’edilizia residenziale per l’interruzione delle formule di “sconto in fattura” e del Superbonus 110%; infine i problemi legati all'assegnazione delle gare d'appalto pubbliche con i frequenti ricorsi delle aziende e i lunghi tempi della giustizia amministrativa.

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Azienda Gruppo Anno di riferimento Fatturato (k €) Variazione 1 Rekeep Spa Msc Soc. di partc. Tra lavoratori 2022 1.290.608 15,4% 1.1 H2H Facility Solutions Spa Msc Soc. di partc. Tra lavoratori 2022 76.117 6,4% 2 Siram S.p.a. Veolia Environnement 2022 1.035.148 36,1% 3 Engie Servizi Spa Engie (Ex Gdf Suez) 2022 906.400 30,7% 4 Gemmo Holding Spa Gemmo 2022 222.738 28,4% 4.1 Gemmo Spa Gemmo 2022 213.155 28,2% 5 Eniservizi Spa Eni 2022 185.774 8,9% 6 Ferservizi Spa Ferrovie dello Stato Italiane 2022 183.967 6,2% 7 CBRE GWS Srl Relam Amsterdam Holdings B.V. 2021 167.063 4,0% 7.1 CBRE GWS Technicaldivision Srl Relam Amsterdam Holdings B.V. 2022 85.592 16,0% 8 Romeo Gestioni Spa Romeo 2022 117.190 -11,9% 9 L'Operosa Spa L'Operosa 2022 114.813 15,7% 10 ISS Facility Services Srl Iss Global A/S 2022 102.738 12,5%
Tabella 2 - Principali player nazionali (in k €)

Azienda Attività

1 Rekeep Spa Gestione impianti; servizi di lavanderia industriale

1.1 H2H Facility Solutions Spa Fornitura di servizi di facility management rivolti all'utilizzatore di immobili e in particolare al patrimonio immobiliare del gruppo Telecom

2. Siram S.p.a. Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell'aria in edifici

3 Engie Servizi Spa Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell'aria in edifici

4 Gemmo Holding Spa Installazione e manutenzione straordinaria di impianti tecnologici, di riscaldamento e condizionamento

4.1 Gemmo Spa Installazione e manutenzione straordinaria di impianti tecnologici, di riscaldamento e condizionamento

5 Eniservizi Spa Servizi per imprese del gruppo Eni: gestione e manutenzione immobili, energy management, gestione documentale, servizi ai dipendenti, servizio di sicurezza, servizi postali, gestione autoveicoli e trasporti aziendali, gestione immobiliare

6 Ferservizi Spa Centro servizi del gruppo Ferrovie dello Stato: gestione del patrimonio immobiliare, servizi amministrativi, acquisti di gruppo; facility&building management, informatica, formazione

7 CBRE GWS Srl Integrated Facility Management

7.1 CBRE GWS Technicaldivision Srl Servizi di progettazione e installazione, manutenzione e gestione dei sistemi di climatizzazione, trattamento dell'aria, termoregolazione e macchine frigorifere di complessi immobiliari, di impianti e di utilities industriali

8 Romeo Gestioni Spa Property management, facility management

9 L'Operosa Spa Soft Facility Management, Sanicleaning & Disinfection Service, Parking Service

10 ISS Facility Services Srl Attività di pulizia e disinfestazione

aziendali di pianificazione e controllo, ma anche per supportare le attività svolte in smart working. In generale è infine da notare l’adozione di strategie sempre più attente alla sostenibilità ambientale con investimenti su impianti e attrezzature ad alta efficienza, rinnovi dei parchi auto

che privilegiano i modelli ibridi o comunque a basse emissioni, e l’uso di materiali di consumo e accessori dotati del marchio Ecolabel UE.

CERTIFICAZIONI AMBIENTALI E DI SANIFICAZIONE

Il tema della sostenibilità e del rispetto dell'ambiente è molto sentito, tantopiù in un campo dove il possesso delle certificazioni, sia di prodotto che di sistema, rappresenta oltre che un elemento

di differenziazione e di accreditamento sul mercato, una condizione indispensabile per partecipare alle gare di appalto.

La maggior parte degli operatori maggiori è certificato per l'ambiente secondo la ISO 14000 e alcuni possiedono anche la registrazione Emas (Eco-Management and Audit Scheme), che indica la conformità al Regolamento Europeo n.1221/2009. Si tratta di una normativa pensata per favorire una gestione più razionale degli aspetti ambientali delle organizzazioni sulla base non solo del rispetto dei limiti di legge, ma anche del continuo miglioramento di altre tre caratteristiche: le prestazioni ambientali; l’attiva partecipazione dei dipendenti; la trasparenza con le istituzioni e il pubblico. Diversi operatori redigono il Bilancio di Sostenibilità ed altri hanno messo a punto standard operativi proprietari e nuovi prodotti certificati, che diventano ulteriori elementi di differenziazione e danno valore aggiunto rispetto ai concorrenti.

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono invece i requisiti ambientali introdotti nella normativa italiana dalla L. 221/2015 e sono stati resi pienamente operativi col D.lgs. 50/2016 (Codice degli appalti) che ne ha reso obbligatoria l'applicazione da parte di tutte le stazioni appaltanti. I criteri ambientali minimi per i servizi compresi nel perimetro del facility management riguardano: servizi energetici per gli edifici (definiti dal D.M. del 7 marzo 2012); il verde pubblico (D.M. 10 marzo 2020); la ristorazione collettiva (D.M. 10 marzo 2020); e la sanificazione (D.M. 29 gennaio 2021).

Alcuni operatori sono inoltre certificati secondo lo schema Anmdo (Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere) - ICQ, lo standard per le pratiche di pulizia e sanificazione ambientale delle strutture sanitarie, che ha l'obiettivo di valutare su base oggettiva il livello igienico e qualitativo dei servizi esternalizzati.

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Tabella 2 - Principali player nazionali

Facility Management sotto i riflettori la strada da seguire

Riportiamo un’intervista a Lara Paemen, direttrice generale della International Facility Management Association Europa, Medio Oriente e Africa, con sede in Belgio, realizzata nell’ambito dell’Interclean Amsterdam “Ask the Experts”

a cura di Cristina Cardinali

Lara Paemen è un'esperta nel campo del facility management e ha offerto a Interclean uno sguardo esclusivo sulle sfide e sulle opportunità di questo settore dinamico, condividendo la sua opinione sull'importante ruolo che i facility manager si trovano a svolgere nelle organizzazioni.

Qual è il ruolo dei facility manager?

“La gestione delle strutture è molto più che mantenere un edificio pulito e ordinato. I facility manager supportano le persone che lavorano nelle organizzazioni: è tutto guidato dalle persone. Si tratta di creare ambienti sani, puliti, attraenti e sicuri, dove le persone

possano vivere, lavorare e rilassarsi. I facility manager hanno un impatto diretto sul benessere: sia quello della tua forza lavoro, dei tuoi visitatori, dei tuoi clienti o del pianeta."

Cambiamenti nella percezione del facility management.

Secondo Paemen la pandemia di Covid-19 ha portato alla ribalta il settore della pulizia e dell’igiene. Ha fatto capire alle persone l’importanza dei responsabili dell’igiene, del benessere e della pulizia. Ciò ha avuto un impatto positivo sul modo in cui viene considerato il settore. Ora gli addetti alle pulizie e i gestori delle strutture ricevono il rispetto

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SERVIZI
Lara Paemen, direttrice generale della International Facility Management Association Europa, Medio Oriente e Africa.

e l'apprezzamento che meritano.

“La gestione delle strutture ha acquisito importanza perché abbiamo un impatto diretto sulla salute e sulla felicità. Se vogliamo essere riconosciuti e apprezzati per ciò che facciamo per il nostro settore, dobbiamo trarre vantaggio dal fatto che sempre più persone sanno cos’è il facility management e abbracciare questo slancio”, spiega Paemen.

Le sfide dei facility manager.

Come la maggior parte degli altri settori dell’industria, anche il facility management si trova ad affrontare sfide, tra cui trovare e trattenere persone qualificate nella professione. È qui che il lavoro di Lara Paemen presso l’International Facility Management Association ha un ruolo così importante da svolgere nell’istruzione e nella formazione. “Il nostro settore è in continua evoluzione. E se vogliamo davvero svolgere un ruolo significativo, dobbiamo continuare a istruirci e rimanere al passo con le ultime tendenze e tecnologie”, sostiene.

Menziona anche il crescente movi-

mento verso la digitalizzazione del settore, che richiede la formazione del personale su nuove competenze. L’introduzione dell’intelligenza artificiale, degli edifici intelligenti, dei robot e della cobotica ha cambiato per sempre il panorama del settore.

Maggiore attenzione alle assunzioni nel settore.

Quando si tratta di trovare professionisti qualificati, vale la pena guardare cosa sta alimentando questo problema di reclutamento. Secondo Lara Paeman si tratta di una generale mancanza di professionisti qualificati, di una carenza sul mercato del lavoro. Tuttavia, per lei uno dei vantaggi del facility management è che puoi studiarlo e farne una carriera preferita.

“Come studente puoi iscriverti a un programma di master o di laurea e poi crescere nel settore. Un vantaggio è che puoi entrare nel nostro settore in qualsiasi fase della tua carriera. Puoi riqualificarti o migliorare le tue competenze molto facilmente per lavorare in diversi ambiti del nostro settore.

Dobbiamo iniziare a pensare a come incoraggiare le persone a restare nel settore. L’età media di chi lavora come facility manager è relativamente elevata rispetto ad altri settori. Ciò significa che non solo c'è il pericolo che le persone abbandonino ovviamente il mercato del lavoro perché stanno andando in pensione, ma anche che non attiriamo abbastanza giovani. Il nostro settore, insieme ad associazioni come l’IFMA, deve svolgere un ruolo nel dialogo sociale a livello locale per cercare di ottenere una maggiore formazione sulla gestione delle strutture”, spiega Paeman.

Cosa significa benessere per un facility manager?

“Un facility manager deve supportare le persone nel ruolo che devono svolgere quotidianamente. Ha un enorme impatto sul loro benessere e sul potenziale per migliorarlo. Si tratta di creare ambienti sicuri e sani e anche di fornire alle persone, ad esempio, cibo sano.”

Il benessere si estende anche alla cura delle vostre squadre di pulizia.

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"È ovviamente essenziale che lavorino con prodotti sicuri, che lavorino nelle migliori condizioni e che abbiano flessibilità nell'orario di lavoro."

E se parliamo di sostenibilità?

Lara Paemen è entusiasta dell'opportunità offerta ai facility manager di avere un enorme impatto sulla sostenibilità all'interno delle loro organizzazioni. Tuttavia, occorre trovare il giusto equilibrio tra l’investimento in soluzioni sostenibili e l’aspetto finanziario ad esso correlato. "La sfida che dobbiamo affrontare come facility manager è trovare il giusto equilibrio tra dove e cosa investire, per ottenere benefici non solo a breve termine, ma anche a lungo termine."

In futuro le aziende saranno tenute a riferire sulle proprie attività ESG per raggiungere rating e obiettivi ESG specifici. Ciò potrebbe già far parte delle politiche delle grandi organizzazioni, ma le piccole e medie imprese potrebbero impiegare più tempo per bilanciare il compromesso tra sostenibilità e investimenti finanziari. È qui che i facility manager che sono stati formati su come implementare con successo strategie di sostenibilità in modo finanziariamente sostenibile saranno estremamente preziosi per qualsiasi azienda.

Come possono i facility manager abbracciare la nuova ondata di digitalizzazione?

È inevitabile che il settore della pulizia e dell’igiene incorpori la tecnologia intelligente e i dati associati nelle proprie operazioni. I facility manager devono essere al passo con questi progressi e trovare modi per ottimizzarli per le loro esigenze specifiche.

“Stiamo assistendo alla nascita di edifici più intelligenti. Molte organizzazioni stanno introducendo qualche tipo di sensore nei propri edifici. Che si tratti di identificare quante persone sono presenti nell'edificio o quanti bagni vengono utilizzati, o di organizzare

programmi di pulizia o intraprendere interventi di manutenzione preventiva, sta iniziando a essere sempre più integrato nelle nostre strutture. Tuttavia, possiamo spendere milioni di euro per installare i sensori, ma l'importante è ciò che ne fai. Si tratta davvero di identificazione: di quali dati ho bisogno e come acquisirò tali dati e li utilizzerò per ottimizzare le mie operazioni?" spiega Paemen.

Può essere piuttosto difficile sapere come e da dove iniziare con un edificio intelligente e implementare i dati dalle informazioni ricevute. “Prima di tutto bisogna identificare cosa si vuole vedere cambiato. Desideri ridurre il consumo energetico, ottenere una maggiore sostenibilità o incrementare i tuoi sforzi di riduzione dei costi? Esiste una politica ESG all’interno della vostra organizzazione? Si tratta di identificare i propri obiettivi e una strategia che ne guidi l'implementazione." In secondo luogo, quali dati devi acquisire? È il numero di persone che entrano nell'edificio? È il numero di volte in cui vengono utilizzati i bagni o le sale riunioni? È il riscaldamento? Quando si parla di edifici intelligenti, oggigiorno si possono misurare tantissime cose. Quindi, alla fine, come puoi tradurre le informazioni e i dati raccolti da questi sensori in un piano d'azione? Perché se si tratta, ad esempio, di ridurre i tempi di pulizia in determinate aree o di ridurre la frequenza delle manutenzioni, questi elementi sono tangibili. Questi sono i KPI che puoi introdurre.

Persone e macchine: lavorare insieme per aumentare l’efficienza, ottenere efficienza in termini di costi e raggiungere obiettivi di sostenibilità.

I gestori delle strutture devono essere istruiti sulle potenzialità dell’utilizzo della tecnologia intelligente. Tuttavia, alcuni potrebbero opporre resistenza, temendo che le macchine sostituiscano i dipendenti. Lara Paemen ci rassicura che ci sarà sempre bisogno di

persone che lavorino nel nostro settore. “Non possiamo digitalizzare tutto. Avremo sempre bisogno di persone che gestiscano determinate cose, ad esempio per interpretare i dati raccolti. Ma i compiti puramente ripetitivi o, diciamo, più semplici scompariranno.” Per quanto riguarda la manutenzione, ci sono numerosi aspetti che vengono automatizzati. I robot di pulizia sono un buon esempio. Il compito di pulizia può essere svolto facilmente da alcuni tipi di robot. Ma è nella gestione di tutto ciò che c'è ancora bisogno dell'interazione umana. Il campo della cobotica sembra molto promettente. “Mi piace l’interazione tra i robot e le persone che lavorano nel settore delle pulizie. È lì che penso che si ottenga il massimo da queste attività digitalizzate o automatizzate.”

Il ruolo delle donne nella gestione delle strutture

Lara Paemen è estremamente appassionata nel supportare le donne nei ruoli di leadership nella gestione delle strutture. È molto esplicita nell'incoraggiare l'industria a dare alle donne che lavorano sul campo l'opportunità di ispirare, educare e innovare. "Ora, quando sono invitata a una tavola rotonda o come relatrice, guardo sempre prima il programma e sfido gli organizzatori della conferenza dicendo: 'perché non portate più donne sul palco?' - afferma Lara. Non è che non siano là fuori. Devi solo chiedere loro, trovarle. Dobbiamo tutti fare la nostra parte.”

Uno sguardo al futuro.

Per Lara Paemen sono attualmente cinque gli argomenti principali del settore:

• IA, digitalizzazione, automazione, tecnologia intelligente e sicurezza informatica.

• Creare ambienti di lavoro più agili e flessibili.

• Reclutamento di personale qualificato

• Benessere

• ESG, sostenibilità e responsabilità sociale.

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IA generativa: la rivoluzione dell’intelligenza artificiale

L'intelligenza artificiale sta già progettando microchip e inviando spam, quindi qual è il prossimo passo? Ecco come funziona l'IA generativa e cosa aspettarsi ora che è arrivata

L'IA generativa è un termine che racchiude qualsiasi tipo di processo automatizzato che utilizza algoritmi per produrre, manipolare o sintetizzare dati, sotto forma di immagini, video o testo leggibile dall’uomo. Si chiama generativa perché l’IA crea qualcosa che non esisteva in precedenza. Questo è ciò che la differenzia dall’IA discriminativa, che analizza dei dati per riconoscere degli schemi, individuare correlazioni e predire tendenze. Per dirla in modo diverso, l’IA discriminativa cerca di rispondere a una domanda come “Questa immagine rappresenta un leone?”, mentre l’IA generativa risponde a richieste come “Disegnami un’immagine di un leone e di un coniglio che giocano a palla”.

LA NASCITA

L’IA generativa esiste da anni, probabilmente da quando ELIZA, un chatbot che simula la conversazione con uno

psicoterapeuta, è stato sviluppato al MIT nel 1966. Ma anni di lavoro sull’IA e sul machine learning si sono recentemente concretizzati con il rilascio di nuovi sistemi di IA generativa. Avrete sicuramente sentito parlare di ChatGPT, un chatbot IA basato sul testo che produce una prosa straordinariamente simile a quella umana. Anche DALL-E, Midjourney e Stable Diffusion hanno attirato l’attenzione per la loro capacità di creare immagini vivaci e realistiche sulla base di suggerimenti testuali. A febbraio di quest’anno Open AI, azienda produttrice di ChatGPT e DALL-E, ha nuovamente sorpreso il mondo presentando SORA, un modello in grado di generare video - dai cartoni animati ai filmati più realistici - semplicemente a partire da una descrizione testuale del risultato che si vuole ottenere. Le “creazioni” di questi sistemi sono così inquietanti che viene da farsi domande filosofiche sulla natura della

coscienza umana e di quella sintetica, accanto a preoccupazioni più concrete sull’impatto che l’IA generativa avrà sull’economia e sui posti di lavoro. Sebbene le prestazioni dell’intelligenza artificiale siano innegabilmente straordinarie, sotto la superficie sta accadendo qualcosa di molto meno magico di quanto si possa pensare.

COME FUNZIONA?

L’IA generativa utilizza reti neurali profonde, una branca del machine learning, per elaborare un’enorme quantità di dati testuali e multimediali per determinare quali siano gli elementi che hanno più probabilità di apparire vicino ad altri. In modo estremamente più elementare, è quel che fa l’autocompletamento della tastiera del cellulare, che ci propone di inserire la parola “saluti” subito dopo che abbiamo scritto “cordiali”. Solo che, invece di considerare solo le due o tre parole

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DIGITAL WORLD

precedenti e limitarsi a pescare da un dizionario, i modelli linguistici recenti sono in grado di lavorare su un testo in ingresso lungo anche molte migliaia di parole ed elaborare risposte analizzando un enorme corpus di dati - una frazione rilevante di tutto quanto è disponibile su internet e non solo - su cui è stata addestrata.

L’ADDESTRAMENTO

Nella fase di apprendimento i dati vengono elaborati più e più volte alla ricerca di correlazioni sempre più profonde tra i diversi elementi per identificare automaticamente una serie di parametri che determinano come una certa variabile in ingresso (la richiesta che facciamo, tipo “scrivimi una lettera

di accompagnamento per l’invio di un curriculum per la posizione di responsabile di stabilimento”), nel contenuto generato (la lettera vera e propria). Il numero di parametri di un modello ne determina la complessità e, in larga parte, l’efficacia. I più diffusi modelli open source, che le aziende possono usare liberamente nei propri progetti, hanno al momento tra i 7 e i 70 miliardi di parametri, ma altri arrivano a più di 170 miliardi e si stima che GPT-4 ne abbia 1.700.

Più grande è il numero dei parametri e più tempo e risorse di calcolo sono necessarie per la fase di addestramento. Il CEO di Open AI Sam Altman ha dichiarato che server ed energia necessari all’addestramento di GPT-4 sono

costati più di 100 milioni di dollari. Oltre al numero di parametri, l’efficacia e l’utilità di un modello è determinata dai pesi che gli sviluppatori assegnano a diverse classi di parametri e al loro allineamento, cioè la capacità di dare risposte utili ed evitare contenuti illegali, immorali o in qualche modo dannosi. Sebbene anche queste operazioni siano assistite dal calcolo automatico, sono quelle in cui ancora è importante l’intervento umano.

LE CAPACITÀ EMERGENTI

Con l’aumento del numero di parametri dei modelli linguistici oltre una certa soglia è successo qualcosa che ha stupito persino i ricercatori che hanno sviluppato quei modelli: hanno comin-

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ciato a emergere alcune capacità per le quali non erano stati specificamente addestrati.

Le capacità emergenti non sono una semplice evoluzione o miglioramento rispetto alle capacità dei modelli di dimensioni più piccole, ma funzionalità nuove che stanno aprendo dibattiti filosofici e scientifici sul significato di concetti come conoscenza, ragionamento, apprendimento e persino coscienza. A un estremo troviamo scienziati che affermano che i LLM rappresentano solo il risultato di calcoli statistici molto complessi, e a quello opposto altri che sostengono che forse, in fondo, anche il nostro cervello non funziona in modo molto diverso. In mezzo, un’ampia varietà di posizioni in continua evoluzione, perché - ancora una volta - questi modelli non si possono decompilare per leggere il codice di programmazione, ma vanno studiati per tentativi ed errori, facendo domande sempre più complesse e originali per esplorarne il comportamento.

Tra le capacità dai Large Language Model troviamo la capacità di apprendere da un singolo esempio (Compila una tabella con le squadre di serie A se-

guendo questo schema: “Football Club Internazionale Milano, Milano, Stadio San Siro, 19 scudetti”), tradurre da una coppia di lingue per le quali non è stato addestrato con un dizionario specifico, rispondere a problemi seguendo un ragionamento logico e mantenere il contesto di una conversazione.

I LIMITI E LE ALLUCINAZIONI

Quando si ha a che fare con le IA generative, è fondamentale però tenere sempre presente una cosa: questi modelli non sono in grado di astrarre concetti, né di comprendere davvero quel che producono. Qualcuno ha definito i large language model dei “pappagalli stocastici”, o “pappagalli statistici”, perché ripetono parole affini senza comprenderne il significato.

Le risposte derivano principalmente da un’analisi statistica basata sulla frequenza con cui alcune parole compaiono vicine ad altre nei dati di addestramento. Quel che inseriamo nella richiesta (il prompt) aiuta la IA a focalizzare la propria attenzione su certi gruppi di parole che compaiono nel contesto che abbiamo fissato.

È sbagliato pensare ai modelli linguistici di base come a una fonte di cono -

scenza, perché - non avendo una reale comprensione della nostra richiesta - è possibile che su dati specifici e informazioni fattuali diano risposte sbagliate. Il problema è che spesso il modello risponde in modo errato, ma in modo molto assertivo, giustificandolo a volte con un ragionamento in apparenza corretto e supportandolo con altre informazioni errate. In questi casi, e in altri in cui il modello sembra non seguire un filo razionale nelle relazioni tra le parole, producendo testi completamente confusi o addirittura “litigare” con l’utente umano, si parla di allucinazioni della intelligenza artificiale.

RAG: GENERAZIONE ASSISTITA DA FONTI DATI AFFIDABILI La Retrieval Augmented Generation è una recente tecnologia che permette a un modello generalista come Chat GPT di consultare una fonte dati affidabile prima di dare la propria risposta, in modo che le informazioni possano essere attendibili. In pratica, si collega il modello a uno o più documenti, o a una base dati, e gli si chiede di elaborare la risposta lavorando solo con le informazioni lì contenute. La RAG può funzionare anche al contrario: indica-

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DIGITAL WORLD

re al modello quali sono le informazioni che non deve mai includere in una risposta, per evitare la divulgazione di dati personali o informazioni riservate. Questo è al momento uno dei campi in cui è più frenetica l’attività dei produttori di software per aziende, che di certo non possono permettersi che un modello dia risposte sbagliate in ambito professionale o riveli segreti industriali. I risultati sono molto interessanti, ma non a prova di errore. Di recente Air Canada è stata condannata a garantire un rimborso a un viaggiatore che in teoria non ne avrebbe avuto diritto, perché il chatbot usato per l’assistenza clienti si era inventato di sana pianta una clausola che nel regolamento non c’era, ma che per il giudice è stata comunicata al cliente in modo ufficiale dal chatbot dell’azienda.

POTENZIALI IMPATTI NEGATIVI

Anche quando la IA generativa risponde in modo coerente ai dati di addestramento, senza allucinazioni, può comunque produrre risultati negativi e potenzialmente dannosi.

La capacità di creare in modo rapido ed economico contenuti, anche visivi, può essere usato per diffondere informazioni false, supportare la propaganda o generare messaggi e contenuti usati per truffe e phishing (l’attacco informatico in cui si convince un utente a fornire le proprie password simulando la comunicazione di una banca o altro istituto).

I dati di addestramento possono includere contenuti protetti dal diritto d’autore. Sebbene è difficile che vengano restituiti tali e quali, può accadere che alcune parti vengano incluse nelle opere generate, esponendo l’utente a richiesta di risarcimento da parte degli autori. È un territorio giuridico ancora parzialmente inesplorato, e sono in corso al momento diverse cause tra autori, editori e sviluppatori dei modelli IA, al punto che Microsoft offre ai suoi clienti una sorta di assicurazione legale qualora dovessero essere oggetto di

una causa. Poiché i dati di addestramento sono stati prodotti da umani e riflettono le attuali condizioni della società, questi possono includere contenuti ingiuriosi, osceni o discriminatori che orientano le risposte del modello. Per questo, gli sviluppatori inseriscono delle misure di salvaguardia (chiamate guardrail) che mantengono il modello allineato a dei principi, ma non sempre sono efficaci e rappresentano nella maggior parte dei casi un “filtro a posteriori” che censura le risposte, non una caratteristica del modo in cui vengono generate.

Anche nel caso in cui i guardrail funzionino perfettamente, è importante non dimenticare che questi vengono messi in base a uno specifico sistema di valori e credenze, che è identificabile in quello della costa occidentale degli Stati Uniti, casa della maggior parte degli sviluppatori.

Un’altra delle preoccupazioni riguarda i consumi energetici e il conseguente impatto ambientale dei grandi modelli di IA. I consumi elevati di energia non riguardano solo la fase di addestramento, ma anche quella di generazione (chiamata fase di inferenza). È stato calcolato che l’energia necessaria per generare una singola immagine sintetica ha un consumo di energia paragonabile a quello necessario per ricaricare un cellulare.

CASI D’USO

Nonostante questi potenziali problemi, la promessa dell’IA generativa è difficile da ignorare. La capacità di ChatGPT di estrarre informazioni utili da enormi insiemi di dati in risposta a query in linguaggio naturale fa gola ai giganti della ricerca. Microsoft sta testando il proprio chatbot AI, chiamato Sydney, anche se è ancora in fase beta e i risultati sono stati decisamente contrastanti. Ma Phipps ritiene che i tipi di ricerca più specializzati si adattino perfettamente a questa tecnologia. “Uno dei miei ultimi clienti in IBM era una grande azienda di spedizioni internazionali

che aveva anche un’attività di consulenza sulla supply chain da un miliardo di dollari. Il loro problema era che non riuscivano ad assumere e formare abbastanza velocemente i consulenti di supply chain entry level: stavano perdendo affari perché non riuscivano a rispondere rapidamente a semplici domande dei clienti. Abbiamo così creato un chatbot per aiutare i consulenti entry level a cercare nell’ampia libreria dell’azienda manuali e presentazioni sulla supply chain da consegnare ai clienti. Se oggi dovessi costruire una soluzione per quello stesso cliente, solo un anno dopo aver costruito la prima, utilizzerei al 100% ChatGPT e probabilmente sarebbe di gran lunga superiore a quella che ho creato. L’aspetto positivo di questo caso d’uso è che c’è ancora un esperto umano nel loop che ricontrolla la risposta. Questo attenua molti dei problemi etici. Esiste un mercato enorme per questo tipo di strumenti di ricerca intelligenti destinati agli esperti.”

Altri potenziali casi d’uso sono:

- Generazione di codice: l’idea che l’intelligenza artificiale generativa possa scrivere il codice del computer al posto nostro circola ormai da anni. È emerso che modelli linguistici di grandi dimensioni come ChatGPT sono in grado di comprendere i linguaggi di programmazione così come le lingue naturali parlate e, sebbene l’IA generativa probabilmente non sostituirà i programmatori nell’immediato futuro, può contribuire ad aumentare enormemente la loro produttività.

- Coaching e organizzazione: dialogare con un chatbot IA può essere utile per raccogliere informazioni generali su un tema e consigli per avviare un progetto, fornendo anche suggerimenti sulle risorse necessarie, le fasi di lavoro e come coordinare le diverse figure coinvolte.

- Generazione di riassunti e report: non solo la IA generativa permette di sbobinare la registrazione di una riunione, identificando i diversi partecipanti e i

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loro contributi, ma può anche generare una sintesi strutturata indicando le decisioni prese, le prossime attività da svolgere, chi dovrà occuparsene e in che tempi. È anche molto efficace nel fare sintesi testuali a partire da dati numerici.

- Creazione di contenuti semplice ed economica: per quanto questa sia anche una delle preoccupazioni appena elencate, è anche un’opportunità. La stessa IA che scrive email di spam può scrivere email di marketing legittime e c’è stata un’esplosione di startup di copywriting IA. L’IA generativa prospera quando si tratta di forme di prosa altamente strutturate che non richiedono molta creatività, come i curriculum e le lettere di presentazione.

- Automazione dei software esistenti: i modelli linguistici vengono usati per tradurre le richieste degli utenti in operazioni che altrimenti richiederebbero competenze specifiche. Per esempio: utilizza questi appunti per realizzare

una presentazione PowerPoint usando il template aziendale.

- Supporto al cliente: forse è ancora presto per affidarsi completamente a un chatbot per rispondere direttamente alle richieste dei clienti, ma si sta rivelando molto efficace nel comprendere le domande e suggerire a un operatore le possibili risposte.

- Design ingegneristico: l’arte visiva e il linguaggio naturale hanno ricevuto molta attenzione nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa perché sono facili da comprendere per la gente comune. Ma tecniche simili vengono utilizzate per progettare qualsiasi cosa, dai veicoli ai nuovi farmaci, e sono entrate prepotentemente anche nel settore della progettazione dell’architettura IT e delle infrastrutture cloud.

CONCLUSIONE

L’IA generativa sconvolgerà sicuramente alcuni settori e modificherà, o eliminerà, molti lavori. Tuttavia, arti-

coli come questo continueranno a essere scritti da esseri umani, almeno per ora. Il sito di tecnologia CNET ha recentemente provato a mettere l’IA generativa al lavoro per scrivere articoli, ma lo sforzo è naufragato contro uno scoglio di allucinazioni. Altri editori stanno adottando la IA generativa per assistere il lavoro del giornalista, che rimane a guardia dell’accuratezza delle informazioni. Se siete preoccupati, potreste sempre indirizzarvi verso il lavoro di domani: l’ingegnere dell’intelligenza artificiale.

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L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SUL POSTO DI LAVORO

A cura di Cristina

Dall’ultima indagine globale di Workday, fornitore di applicazioni cloud aziendali per la gestione finanziaria e delle risorse umane, emerge una mancanza di fiducia nell’Intelligenza Artificiale sul posto di lavoro. I leader aziendali e i dipendenti concordano sul fatto che l’IA offra grandi opportunità per la trasformazione aziendale, tuttavia emerge una certa reticenza nella sua implementazione responsabile, con i dipendenti che manifestano un grado di scetticismo ancora più marcato rispetto ai propri dirigenti.

Tra i risultati principali:

• Solo il 62% dei leader aziendali (C-suite o i loro rapporti diretti) accoglie con favore l'Intelligenza Artificiale. Questo numero è ancora più basso tra i dipendenti (52%).

• Il 23% dei dipendenti non è sicuro che la propria organizzazione metta gli interessi dei dipendenti al di sopra dei propri quando implementa l'IA.

Il 70% dei leader aziendali concorda sul fatto che l'Intelligenza Artificiale dovrebbe essere sviluppata in modo da consentire facilmente la revisione e l'intervento umani.

• Il 42% dei dipendenti ritiene che la propria azienda non abbia una chiara comprensione di quali sistemi dovrebbero essere completamente

automatizzati e quali richiedono l'intervento umano.

• 3 dipendenti su 4 affermano che la propria organizzazione non collabora alla regolamentazione dell'Intelligenza Artificiale.

• 4 dipendenti su 5 affermano che la propria azienda non ha ancora condiviso le linee guida sull'uso responsabile dell'AI.

Necessità di una Governance Intelligente dell'AI con Trasparenza Alla domanda di immaginare un futuro in cui l’Intelligenza Artificiale faccia parte della vita quotidiana, il 42% dei leader e il 36% dei dipendenti citano i quadri organizzativi e la regolamentazione come elementi più importanti per costruire un’IA affidabile.

Tuttavia manca una visione chiara, a livello aziendale, sulla regolamentazione e le linee guida dell’Intelligenza Artificiale. Tre dipendenti su quattro affermano che la loro organizzazione non sta collaborando alla sua regolamentazione e quattro su cinque affermano che la loro azienda non ha ancora condiviso le linee guida sull’uso responsabile dell’Intelligenza Artificiale.

Intervento umano con l’AI Leader e dipendenti desiderano il

coinvolgimento umano nei processi di Intelligenza Artificiale, ma non hanno ben chiaro il modo migliore per farlo. Il 70% dei leader aziendali concorda sul fatto che l’Intelligenza Artificiale dovrebbe essere sviluppata in modo da consentire facilmente la revisione e l’intervento umani. Tuttavia il 42% dei dipendenti ritiene che la propria azienda non abbia una chiara comprensione di quali sistemi dovrebbero essere completamente automatizzati e quali richiedono l’intervento umano.

“Non si può negare che l’intelligenza Artificiale offra immense opportunità per la trasformazione aziendale. Tuttavia, la nostra ricerca evidenzia che leader e dipendenti mancano di fiducia e di comprensione delle intenzioni delle loro organizzazioni riguardo all’implementazione dell’Intelligenza Artificiale sul posto di lavoro”, ha affermato Jim Stratton, Chief Technology Officer di Workday. “Per ridurre questa mancanza di fiducia, le organizzazioni devono adottare un approccio globale alla responsabilità e alla governance dell’IA, ponendo particolare attenzione al sostegno di politiche che possano aiutare a trovare il giusto equilibrio tra innovazione e fiducia”.

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Il rapporto uomo macchina: chi comanda?

Il rapporto fra uomo e artefatto fa parte della storia stessa dell’umanità: i nostri antenati sono sempre riusciti a vivere meglio da quando, poco più che primati, hanno imparato a trasformare la materia per plasmare il mondo, per difendersi, per coltivare la terra, per ripararsi dalle intemperie, per spostarsi

Se devo parlare di rapporto fra uomo e macchina nel mondo del lavoro, diventa difficile per me togliere lo sguardo da quel capolavoro del cinema che è Tempi Moderni: Charlie Chaplin, incastrato negli ingranaggi del mostro a controllo numerico, è un’immagine che rappresenta l’impotenza dell’uomo.

Egli è travolto dai tempi, dai ritmi che non gli appartengono, lui, uomo della terra e della piazza, del negozio e del laboratorio. Un uomo che fatica, ma a modo suo; o secondo i modi e le regole dettate da un altro uomo, ma non da quelli di una macchina.

Il rapporto fra uomo e artefatto fa parte della storia stessa dell’umanità: i nostri antenati sono sempre riusciti a

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COSA SARÀ

vivere meglio da quando, poco più che primati, hanno imparato a trasformare la materia per plasmare il mondo, per difendersi, per coltivare la terra, per ripararsi dalle intemperie, per spostarsi. Gli oggetti, sempre più complessi, ci hanno fatto risparmiare fatica o ci hanno permesso di risolvere problemi e sfide che hanno caratterizzato le grandi rivoluzioni, responsabili dello sviluppo e dei grandi cambiamenti, di ricchezza, ma anche di sofferenze, migrazioni, povertà, guerre.

Secondo alcuni scienziati (Inghilleri, 2003) gli artefatti possono aiutarci a vivere meglio, anzi, pare siano una delle condizioni necessarie alla cosiddetta Buona Vita: le condizioni sono 1. che servano realmente a qualcosa, 2. che abbiano senso per noi. Siano essi materiali o immateriali.

In relazione al primo punto si può aprire un dibattito infinito sui reali bisogni di ogni persona, soprattutto nel mondo occidentale, e sul ruolo etico del Marketing in questo meccanismo. Non è questa la sede. Sul punto due ci si può soffermare con più serenità pensando agli oggetti che ci rendono felici o che, semplicemente, ci ricordano chi siamo o la nostra storia: basta aprire il cassetto dei ricordi o, per alcuni, il portafoglio con la foto dei nostri cari.

Oppure pensiamo alla bellezza, all’arte ed al suo ruolo magico nel farci sentire parte del mondo.

Le rivoluzioni industriali, basate sull’utilizzo e lo sfruttamento delle diverse energie, e i cambiamenti sociali conseguenti, sono particolarmente collegate alle intelligenze dell’uomo. Possiamo prendere atto che, se da un lato non abbiamo ancora imparato a conoscere e ad usare correttamente e completamente le intelligenze domiciliate nel nostro cervello, ci stiamo confrontando in questi tempi con il fenomeno di quella artificiale, comunque creata dall’uomo.

In entrambi i casi la chiave del successo, dell’utilità e del controllo sta, a mio parere, nell’autoapprendimento. Ci si dovrebbe concentrare a capire come e in quanto tempo le persone e le macchine apprendono, dotate di una facoltà che è alla base della crescita e della sopravvivenza: la curiosità. Fin da bambino l’essere umano ha dentro di sé un’incredibile spinta all’esplorazione, alla scoperta, al rapporto con la meraviglia e col nuovo. Questo meccanismo lo abbiamo trasferito nelle macchine che, non avendo la curiosità, devono arricchirsi con quello che incontrano durante la loro vita, i loro incontri, i loro movimenti. In questo periodo di tempo le macchine imparano di più e più velocemente di noi e sono le macchine stesse a rendersi interessanti per noi, inaugurando una stagione che è di per sé una rivoluzione: anziché esplorare il Mondo, passiamo il nostro tempo a scrutare uno schermo. Sempre più spesso piccolo

Secondo alcuni scienziati gli artefatti possono aiutarci a vivere meglio, anzi, pare siano una delle condizioni necessarie alla cosiddetta Buona Vita.

e posizionato in uno spazio più basso dei nostri occhi.

Così facendo non ci si accorge di ciò che succede a fianco a noi e, nel frattempo, sono cambiati tempi e modi degli incontri, il nostro rapporto con la conoscenza, con la bellezza, ecc. Si perdono di vista e si confondono soluzioni e problemi, mettendo insieme tutto in esperienze che durano un attimo e poi vengono bruciate dallo stimolo successivo.

Pensiamo al fenomeno robot: il vero problema, lo sappiamo, è il profondo cambiamento del nostro modo di intendere il lavoro. Si vive la macchina come falsa soluzione al problema della manodopera: costi e reperibilità delle persone. Il cambiamento della cultura del lavoro e il suo significato nella nostra vita, non si risolve solo con un robot, ma anche con un robot che, messo insieme con la conoscenza e la consapevolezza, ci può aiutare a lavorare meglio, senza per forza sostituirci. Chi si prende in mano la regia di questo processo? Il problema potrebbe essere serio, perché l’intelligenza artificiale non ha anima, né etica.

Nel frattempo viviamo un’era col capo chino a digitare messaggi o col capo alto verso il cielo per farci un selfie: quando un popolo vive a testa bassa qualcuno ne approfitta sempre. Inoltre, si guarda la punta del piede e, muovendosi, ci si schianta. Stessa cosa se viviamo con la testa fra le nuvole. Per questo molte persone preferiscono star ferme, imprigionate nel divano. Rialzare lo sguardo e guardare lontano, dritto davanti a noi, verso il futuro. Con l’aiuto delle macchine. Con fiducia. Questo è l’augurio.

Biblio/filmografia

Chaplin Charlie, 1936, Tempi Moderni, Charlie Chaplin Production

Inghilleri, P., 2003, La Buona Vita, Per l'uso Creativo degli Oggetti nella Società dell'Abbondanza, Guerini Editore, Milano

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Franco Cesaro, titolare dello Studio Cesaro&Associati

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PROFESSIONE

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Pulizia a scuola a cura di Cristina Cardinali

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Prevenzione nel mondo della scuola a cura di Cristina Cardinali

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Un progetto per apprendere la cultura della sicurezza a scuola!

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Qualità dell’aria a scuola. Dove siamo rimasti… Maurizio Pedrini

OGGI SUL MERCATO

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Alcuni dei prodotti di riferimento del panorama industriale a cura di Loredana Vitulano

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Allarme scabbia

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Pulizia a scuola

Tutto quello che occorre sapere sulle caratteristiche delle attrezzature usate per una pulizia professionale efficace degli edifici scolastici

a cura di Cristina Cardinali

Quando si parla di pulizia professionale nelle scuole non si può non fare riferimento al manuale realizzato da AFIDAMP dedicato alla formazione del personale addetto al servizio di pulizia nelle scuole. È strutturato in modo da fornire, per tipologia di superfici (pavimenti, arre -

di e superfici verticali, servizi igienici) chiare e pratiche indicazioni sulle caratteristiche delle attrezzature usate e metodologie di intervento e a conclusione illustra gli indici di produttività, con una efficace simulazione del piano di lavoro nelle scuole.

In questo articolo riportiamo le chiare

ed esaustive indicazioni sulle caratteristiche delle attrezzature usate nelle diverse fasi di pulizia.

ASPORTAZIONE POLVERE DAI PAVIMENTI

La scopatura a umido è un’operazione fondamentale e si effettua per eli-

SCUOLA S•8 DIMENSIONE PULITO | 02/2024 PROFESSIONE

minare lo sporco che non aderisce al pavimento, senza sollevare polvere. La scopatura a umido si può effettuare utilizzando:

Attrezzo + garza usa e getta. La garza è impregnata di olio minerale con elevato potere elettrostatico. Può essere bianca o colorata, di vari pesi e misure. La garza si utilizza fissata alla base di uno specifico attrezzo denominato scopa a trapezio o scopa lamellare. Sono disponibili attrezzi in svariate forme (di norma trapezoidale o rettangolare), misure (da cm 25 fino a oltre cm 100) e materiali (es. plastica, alluminio). La parte inferiore della base è costituita da lamelle flessibili lineari o ondulate che consentono di far aderire l’attrezzo al pavimento. Completano l’attrezzo il manico (preferibilmente telescopico per favorire la massima ergonomia) e lo snodo che collega il manico alla base.

Attrezzo + microfibra. Le proprietà della microfibra rendono tale materiale una valida soluzione per eseguire la scopatura a umido. Si utilizzano strisce rettangolari di microfibra (denominate mop piano o frangia in microfibra). La microfibra va posta sotto un attrezzo simile a quello utilizzato con le garze usa e getta, dal quale differisce per il sistema di fissaggio, costituito da strisce di velcro.

Attrezzo + frangia in cotone. La scopatura a umido con frangia prevede l’uso di frange a strisce rettangolari, in cotone o tessuto sintetico, ricoperte da corte frange. Misurano da 25 cm a 100 cm. Si fissano con il velcro o con tasche o con pinze a un supporto di plastica o a un’armatura metallica. Possono essere utilizzate rivestite a loro volta da una sottile garza in cotone.

L’aspirazione meccanica prevede l’utilizzo di un aspirapolvere, una macchina provvista di uno o più motori con turbina, che crea depressione (estrazione dell’aria) all’interno di un contenitore chiuso. La depressione, attraverso un tubo flessibile collegato al serbato-

io, permette l’aspirazione di polvere e altre particelle da superfici di vario genere. L’aspirapolvere, generalmente, è costituito da quattro componenti o gruppi di componenti:

A) Testata: contiene uno o più motori elettrici che fanno ruotare le turbine per la produzione del vuoto nel contenitore.

B) Sistema filtrante: è il componente per mezzo del quale le polveri secche vengono separate dall’aria e trattenute per non essere reimmesse nell’ambiente. Esistono diverse tipologie di filtri: in tessuto (generalmente poliestere trattato termicamente) o a cartuccia (in carta, poliestere), hepa (filtro assoluto). Un ulteriore sistema di filtrazione e raccolta delle polveri è costituito dal sacco in carta (a uno o più strati) o in microfibra.

C) Contenitore: è l’involucro sottovuoto che raccoglie il materiale aspirato. Può essere realizzato in metallo o in plastica.

D) Tubo flessibile: collegato al contenitore di raccolta dello sporco e munito di bocchette, permette all’operatore di aspirare a distanza dall’apparecchio.

E) L’aspirapolvere dispone sempre di accessori standard, che adempiono alla maggior parte degli utilizzi:

- tubo rigido, in alcuni casi curvo, per consentire all’operatore di raggiungere il pavimento restando in posizione eretta;

- pennello, per l’aspirazione dello sporco più ostinato;

- lancia piatta, per fessure e punti nascosti;

- bocchetta polvere.

Oltre agli accessori standard, l’aspirapolvere può essere dotato di ulteriori elementi, che ne modificano le prestazioni e ne ampliano gli ambiti di utilizzo, incrementandone l’efficienza nelle specifiche circostanze.

Tra i più diffusi: elettrospazzola, per la pulizia della moquette, bocchetta per la pulizia dei termosifoni, bocchetta per la pulizia dei tessuti e degli imbottiti.

LAVAGGIO DEI PAVIMENTI

Il lavaggio manuale prevede l’utilizzo di mop, frange, frattazzo, carrello a due secchi.

Mop: è costituito da cordoncini di cotone, di materiale sintetico o di microfibra, lunghi da 30 cm a 50 cm, doppi, cuciti insieme. Alcune strisce sono cucite tra loro a 10 cm dall’estremità per evitare che si annodino mentre vengono utilizzate. Il mop si fissa a un manico che termina con una pinza o con una vite.

Frange: sono strisce rettangolari, in cotone, tessuto sintetico o microfibra, ricoperte da corte frange. Misurano da 25 cm a 100 cm. Si fissano con il velcro o con tasche o con pinze a un supporto in plastica o a un’armatura metallica.

Frattazzo: si tratta di una tavoletta in plastica, con impugnatura o manico, utilizzata con un tampone abrasivo (e panno) di diversa grana o durezza. Serve per pulire sporco incrostato o spazi non accessibili ai mop. Si utilizza anche nei bagni, soprattutto quelli di piccole e medie dimensioni. I tamponi abrasivi sono di vari colori, che definiscono la grana e la durezza: dal bianco meno aggressivo al nero più aggressivo. Carrello a due secchi: è composto da

S•9 DIMENSIONE PULITO | 02/2024
Scuole manuale della pulizia professionale manuale

un telaio con ruote e manico, due secchi (blu, per la soluzione detergente e rosso, per l’acqua sporca di recupero), una pressa orientata sul secchio rosso per strizzare mop o frangia. Il sistema di lavaggio dei pavimenti con i carrelli mop consente di organizzare razionalmente il lavoro, in quanto tutti gli strumenti per il lavaggio sono trasportati dal carrello e di lavorare in maniera igienica, in quanto evita all’operatore di venire a contatto con mop e frange contaminate dallo sporco. Il lavaggio meccanico prevede l’utilizzo di una lavasciugapavimenti, di una monospazzola + aspiraliquidi, La lavasciugapavimenti, macchina automatica, a spinta o semovente, che lava e asciuga i pavimenti è composta essenzialmente da:

1 Testata lavante: costituita da una o più spazzole (piane o a rullo o dischi abrasivi), è l’organo che esercita l’azione lavante di tipo meccanico, utilizzando, oltre alle spazzole o ai dischi abrasivi, la soluzione detergente proveniente dal serbatoio della soluzione.

2 Tergipavimento (squeegee): costituito da un corpo solido di larghezza superiore alla testata lavante, serve per recuperare (tramite aspirazione) la soluzione detergente rilasciata dalla macchina in fase di lavaggio. Si compone di due o più lame di gomma che creano una camera aspirante. Può avere forma diritta, curva, a “V”.

3 Sistema aspirante: costituito da un motore di aspirazione che, creando depressione all’interno del serbatoio di recupero, consente al tergipavimento di aspirare la soluzione detergente.

4 Serbatoio della soluzione: vano all’interno del quale si immette acqua + detergente “A”, idoneo per il lavaggio dei diversi tipi di pavimento e dei diversi tipi di sporco da rimuovere.

5 Serbatoio di recupero: vano all’interno del quale si depositano le acque aspirate dal tergipavimento “B”; il serbatoio di recupero è dotato di un dispositivo che ne consente lo svuotamento.

Il lavaggio meccanico con monospazzola e aspiraliquidi ha lo scopo di asportare lo sporco aderente dai pavimenti. Viene impiegato per pulizie di fondo su sporco tenace o superfici con ingombri. Questo metodo è particolarmente indicato per la deceratura dei pavimenti.

La monospazzola è una macchina con disco rotante a bassa, media e alta velocità, dotata di trasmissione a ingranaggi o a cinghia, di un serbatoio che contiene la soluzione lavante, di una spazzola piana, dal diametro che normalmente va dai 25 ai 55 cm o di un disco, trascinatore che si utilizza con dischi abrasivi, di durezza variabile secondo un codice colore, per le diverse tipologie di pavimenti e di interventi. L’aspiraliquidi è una variante dell’aspirapolvere, indicato per l’aspirazione di liquidi. Ha una filtrazione nulla o bassa ed è dotato di un sistema (galleggiante) in grado di bloccare l’aspirazione quando il contenitore raggiunge il pieno di liquido.

PULIZIA DI ARREDI E SUPERFICI VERTICALI

Gli arredi, le superfici verticali e in generale tutte le superfici sottoposte a contatto (es. maniglie di porte, interruttori, davanzali interni) devono essere regolarmente sanificati mediante la spolveratura a umido utilizzando panni umidi o intrisi di soluzione detergente o disinfettante. Fondamentale è pertanto la scelta dei panni e il loro corretto utilizzo.

La qualità e di conseguenza il campo di impiego dei panni dipendono dalle materie prime di cui sono composti, dallo spessore e dal peso.

Cotone: panno in fibra naturale che viene tessuta tramite un intreccio di fili, disposti in senso orizzontale con altri disposti in senso verticale, secondo determinate evoluzioni. I fili verticali vengono chiamati comunemente “fili di ordito“, mentre quelli disposti in senso orizzontale sono detti “trama”. I panni in cotone, che sono i primi in ordine cronologico a essere stati impiegati, possono essere utilizzati sia asciutti che umidi.

Microfibra: é una fibra sottilissima, composta dalla combinazione di poliestere, poliammide e polistirene, dallo spessore 1500 volte inferiore a quello di un capello. Ogni fibra ha bordi spigolosi che raccolgono molto bene polvere e sporco, con un’azione capillare “microabrasiva”, che unitamente all’azione detergente, rimuove lo sporco grasso. Ha una struttura a labirinto che imprigiona lo sporco fino all’ultimo granello. Le dimensioni delle fibre del labirinto sono piccolissime (pochi millesimi di millimetro), per cui anche le gocce lasciate sulle superfici dal panno sono di conseguenza piccolissime e di rapida evaporazione, lasciando le superfici asciutte.

I panni in microfibra si lavano in lavabiancheria ad alta temperatura, con detergenti specifici non in polvere. Lattice: panno la cui componente principale è costituita per lo più da una sostanza (il lattice appunto) che si estrae prevalentemente da alcune piante. Può essere anche sintetico e ha elevate proprietà assorbenti ottenute grazie a un particolare processo di fabbricazione. I panni in lattice hanno un notevole attrito con le superfici.

Microforato: panno per lo più in latti-

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PROFESSIONE

ce con microforature che conferiscono scorrevolezza. Molto assorbente. TNT: prodotto altamente tecnologico, è un panno in cui le fibre non sono intrecciate secondo la disposizione trama e ordito (quindi non sono tessute), ma sono accostate tra loro a caso e tenute insieme per frizione e/o coesione e/o adesione, in modo da creare una superficie compatta e continua, tipo tessuto. Il TNT viene utilizzato principalmente per panni usa e getta. Spugna: i panni spugna si contraddistinguono per la loro superiore capacità assorbente, conferita dal materiale di cui sono composti: cotone e cellulosa. I panni spugna, grazie alla presenza di cellulosa, sono in grado di assorbire una maggiore quantità d’acqua, e molto più velocemente, rispetto agli altri panni. La presenza di cotone, invece, fa in modo che siano molto più resistenti e duraturi rispetto alla carta. Sono molto soffici e facili da sciacquare. Si utilizzano a umido. Alcuni panni spugna sono rinforzati con un tessuto a trama larga che aumenta la resistenza e la durata. Il colore dei panni individua la destinazione e la modalità d’uso (vedi tabella codice colori).

SOLUZIONE DETERGENTE

I detergenti sono una combinazione di sostanze chimiche in grado di distaccare lo sporco dalle superfici senza rovinarle. Sono composti da agenti tensioattivi ed emulsionanti, agenti sequestranti e vari sali per il controllo del pH e per migliorare alcune caratteristiche.

In funzione del loro impiego i detergenti possono essere classificati in:

• Cere / Emulsioni

• Deceranti

• Detergenti e shampoo per moquette

• Detergenti manutentori

• Detersolventi

• Detergenti acidi e disincrostanti

• Detergenti fortemente alcalini

• Detergenti combinati con cere (lavaincera)

• Prodotti per lo spray-cleaning

LAVAGGIO VETRI E PARETI LAVABILI

Vello tergivetro: formato da un telaio composto da una impugnatura e un supporto per il vello (tessuto o tessuto e abrasivo-non abrasivo). L’impugnatura e il supporto del vello possono essere uniti da uno snodo che consente di variare l’angolo. Il vello è disponibile in varie dimensioni (da 15 a 55 cm).

Tergivetro: è costituito da un’impugnatura (acciaio, alluminio, ottone, plastica e bicomponenti gomma/plastica) fissa o snodata; da una ganascia dentellata a molla, a viti, o a scatto; da un supporto amovibile (in alluminio, ottone o acciaio), in cui è alloggiata la lamina in gomma. Il tergivetro è disponibile in varie dimensioni (da 15 a 55 cm).

Panno: in tessuto o lattice.

Secchio: per soluzione detergente con o senza supporto interno per vello e tergivetro.

Cintura porta attrezzi

Raschietto: per la rimozione di sporchi molto aderenti al vetro.

Asta telescopica: per raggiungere i vetri in altezza.

Per la pulizia di vetrate esterne possono essere utilizzate anche attrezzature / macchinari specifici in grado di

operare a grandi altezze ottimizzando i tempi di manutenzione.

SANIFICAZIONE DEI SERVIZI IGIENICI

Si prevede un lavaggio con panno e vaporizzatore.

Per i panni è particolarmente raccomandato applicare il codice colore, destinando ogni colore a una zona precisa, per esempio:

- rosso: simbolo di pericolo, di zona a rischio, sarà utilizzato per le tazze e i sedili dei wc e per i bidet;

- blu: sarà utilizzato per le zone “umide”, ma senza rischi (lavandini, vasche, cabine doccia, rubinetteria, piastrelle)

- giallo: sarà utilizzato per le zone “asciutte”, come le lampade, le appliques ecc.

Anche per i vaporizzatori è bene adottare il codice colore, assegnando a ciascuno un solo tipo di prodotto, per esempio:

- rosso: prodotto acido

- blu: prodotto neutro.

Per qualsiasi ulteriore approfondimento è possibile rivolgersi alla segreteria dell’associazione AFIDAMP, scrivendo a divit@afidamp.it.

S•11 DIMENSIONE PULITO | 02/2024

Pulizie nelle scuole: ambienti Sicuri e Salutari

L’effettuazione di adeguate pulizie in ambito scolastico è fondamentale per garantire locali salubri all’interno delle scuole. Un ambiente pulito e igienico favorisce il benessere degli studenti, degli insegnanti e del personale scolastico, crea un luogo favorevole per l’apprendimento e la crescita.

Una pulizia puntuale e accurata delle aule, delle sale professori, delle palestre, dei servizi igienici e di tutte le altre aree comuni è essenziale per rimuovere polvere, sporco, germi e allergeni. Non solo migliora l’aspetto degli spazi, rendendoli più confortevoli e vivibili, ma contribuisce anche a prevenire malattie e infezioni.

Al raggiungimento di elevati standard igienici concorrono più fattori: i prodotti chimici, la competenza del personale addetto alle pulizie, lo stato degli edifici e degli arredi, una adeguata programmazione delle operazioni di manutenzione da eseguire periodicamente sugli stessi.

Ogni singolo fattore è importante che sia valutato con cura dai dirigenti scolastici perché, come è immediato comprendere, pulire edifici degradati o impiegare personale inesperto, o ancora adoperare prodotti chimici non adatti, non può certo aiutare al raggiungimento di ambienti scolastici puliti e salubri.

L’utilizzo di prodotti detergenti efficaci, sicu-

ri ed ecologici è senz’altro un elemento importante per assicurare buoni standard d’igiene e ridurre i rischi derivanti dall’impiego degli stessi e limitare contemporaneamente gli effetti negativi sull’ambiente. Per venire incontro a queste esigenze Polychim ha sviluppato un pacchetto di prodotti altamente performanti, alcuni dei quali a ridotta pericolosità e con certificazione ambientale Ecolabel e CAM 2021. Prodotti che abbinano all’azione detergente anche un efficace effetto igienizzante.

È questo il caso di SANFORM, detergente per superfici e pavimenti, in grado di pulire in profondità,

asportare lo sporco e lasciare negli ambienti una fresca nota balsamica. Oppure di REP CHLOR, detergente cloro-attivo profumato particolarmente indicato per servizi igienici, sanitari, locali di raccolta dei rifiuti e ovunque sia necessario asportare sporchi organici, igienizzare le superfici e pulire a fondo grazie all’efficacia del cloro attivo unita al potere detergente dei tensioattivi. Per l’igiene degli arredi, scrivanie, porte, maniglie, un altro prodotto di sicura efficacia è POLY GEN, detergente pronto all’uso a base alcolica, studiato per interventi rapidi e senza risciacquo.

Per l’igiene delle mani infine consigliamo POLY SOAP con ANTIBATTERICO, il detergente liquido più adatto a rimuovere lo sporco da mani e avambracci nel rispetto dell’epidermide, che garantisce al contempo una sicura azione igienizzante. Disponibile sia nel formato per ricaricare i dosatori eventualmente presenti nei bagni, sia in flaconi da 500ml con pompetta dosatrice.

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Manutenzione e pulizia degli ambienti

Gli ambienti scolastici sani sono fondamentali per contribuire a un processo educativo di alto livello e per essere mantenuti tali necessitano programmi di pulizia e manutenzione accuratamente organizzati

Ormai è assodata l’esistenza di una connessione tra la qualità ambientale, il comfort, la salute e il benessere, e livelli di rendimento scolastico più elevati. Anche le scuole più datate e dotate di infrastrutture carenti possono trasformarsi in modelli positivi e, attraverso l’implementazione di opportune routine di pulizia e manutenzione, possono essere rivitalizzate con successo e diventare una efficace parte integrante del processo educativo.

• La temperatura e il clima interno sono importanti. Una temperatura attorno ai 20 °C è ideale e dovrebbe essere mantenuta tutto l'anno. Le scuole devono essere progettate con una buona ventilazione. Filtri e pulizia efficaci devono essere funzionali, in modo da tenere lontano dall'aria il particolato, come la polvere. Anche gli odori possono disturbare gli studenti

e il personale, ma possono essere eliminati con una buona ventilazione.

• La progettazione è importante quando si ha a che fare con l'igiene legata all'umidità. I tetti degli edifici che perdono o non fermano l'acqua sono dannosi. L'acqua nelle aule genera muffa che può causare reazioni allergiche. L'elevata umidità e l'acqua stagnante creano inoltre un ambiente favorevole a tutti i tipi di batteri, che possono diffondere malattie.

• Anche la pulizia delle scuole è un aspetto importante degli ambienti scolastici. Le scuole pulite riducono il rischio di diffusione di malattie e trasmettono un messaggio di attenzione agli studenti e agli insegnanti. Una pulizia e una manutenzione efficaci delle scuole sono di vitale importanza e troppo spesso vengono sottovalutate e non eseguite. Gli studenti si sentono meglio quando frequentano classi

of High-Performance Cleaning

to improve

the total environmental

X Occupant

X Pollution imization.

X Proper disposal

This article is reprinted with permission from the issue 4, volume 1, of the Cleaning Science Quarterly, the official peer-review journal of the Cleaning Industry Research Institute (CIRI).

Questo articolo è originariamente apparso sul numero 1, volume 5, di The Journal of Cleaning Science, la rivista ufficiale del Cleaning Industry Research Institute (CIRI)

The term “high-performance cleaning” describes effective cleaning coupled with a management process designed to protect the environment. High-performance cleaning is the process of removing unwanted matter to the greatest or optimum extent to ensure reduced probability of an adverse effect for humans, valuable materials, and the natural environment. It is characterized by the following:

X Maximum extraction of pollutants from the environment.

pulite e siedono su banchi e ambienti puliti. L'igiene nelle scuole è importante perché i bambini piccoli devono affrontare rischi sanitari unici, in particolare infezioni respiratorie, attacchi d'asma, malattie della pelle ed epidemie diarroiche. In ultima analisi, l'obiettivo primario della gestione di ogni struttura scolastica dovrebbe essere quello di adottare tutte le misure necessarie per creare un ambiente sano.

X Minimum cleaning-derived chemical, particle and moisture residue.

X Cleaning for health first and appearance second.

The primary eliminate or wanted substances extent practicable to reduce or lutants that impact human objective is condition achieve these tively when wanted substances of people and cleaning occurs, ed substances reduces the An adverse desirable response mal receptor material. When the environmental “sanitary.”

MAXIMUM OF POLLUTANTS

FROM THE

X Connectedness awareness: cleaning

2 FEBRUARY 2023

PULIZIA EFFICACE PER UN RENDIMENTO MIGLIORE L’importanza di un ambiente scolastico sano è stata dimostrata in numerosi studi ma, nonostante ciò, molte scuole manifestano problemi. Questi problemi sono per lo più legati a danni da acqua, sistemi HVAC non funzionanti e pulizia inefficace. Di fronte alle carenze di bilancio, i costi di gestione e manutenzione vengono quasi sem-

If extraction rious problems sult in adverse to materials,

SCUOLA S•14 DIMENSIONE PULITO | 02/2024
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Key Characteristics

pre tagliati per primi. Le conseguenze di una cattiva routine di pulizia e manutenzione, e come sia possibile migliorare in maniera critica le condizioni ambientali semplicemente implementando pratiche corrette all’interno della routine, sono evidenti nello studio preso in esame in questo articolo che ha come oggetto una scuola elementare negli Stati Uniti, la Charles Young Elementary School. Prima di diventare oggetto di studio, le condizioni ambientali della Charles Young School erano, per qualsiasi standard di salute ambientale, del tutto inaccettabili. In tutto l'edificio erano evidenti i danni causati dall'acqua, che causava il deterioramento prematuro dell'edificio accompagnato da problemi di aria interna, aumento dei costi di riparazione e sostituzione e riduzione dell'efficienza operativa delle apparecchiature.

I frequenti tagli, uniti a una pulizia sconsiderata e inefficace delle strutture scolastiche, inviano un messaggio negativo e di noncuranza a studenti ed educatori. I loro livelli di rendimento spesso rispecchiano il messaggio che ricevono da una struttura scolastica deteriorata. D'altro canto, una gestione migliorata degli ambienti scolastici, che comprenda il rinnovamento e la pulizia, invia un messaggio di "attenzione" a studenti, insegnanti e personale. Il caso della scuola elementare Charles Young è importante perché fino a questo studio c'erano poche prove concrete che indicavano che quando un edificio scolastico è in rovina, i risultati degli studenti ne risentono. E soprattutto, non esistevano casi che dimostrassero un miglioramento dei risultati scolastici quando le scuole venivano ristrutturate in modo ponderato. Nel caso della Charles Young

School, si segnalavano numerose perdite dal tetto, finestre marce e tubi del vapore rotti. In alcune occasioni, i giovani studenti hanno scambiato la fuoriuscita di vapore come un'indicazione che l'edificio era in fiamme.

Era presente un grave problema di parassiti. Resti di scarafaggi e materiale fecale erano evidenti in tutte le parti dell'edificio. Gli uccelli avevano nidificato nelle zone superiori dell'interno dell'edificio e i loro escrementi avevano gravemente contaminato le prese d'aria del sistema HVAC.

VANTAGGI DELLA

RIPROGETTAZIONE

Gli edifici degradati di qualsiasi tipo favoriscono saccheggi, vandalismo, incendi dolosi, discariche, traffico di droga e altri usi criminali. Le scuole degradate non sono immuni da queste condizioni che stigmatizzano

S•15 DIMENSIONE PULITO | 02/2024

l'intera comunità, abbassando automaticamente il valore di mercato di qualsiasi proprietà ad esse associata, ma, soprattutto, qualsiasi interesse per l'apprendimento.

La “topofilia” (amore per il luogo) descrive l'affinità umana per un particolare luogo naturale. Utilizzando il concetto di topofilia, possiamo identificare e descrivere le scuole da cui studenti e insegnanti sono maggiormente attratti. Per esempio, gli ambienti più attraenti tendono a essere quelli lontani da elementi e influenze indesiderabili o scoraggianti. Questi ambienti emanano una sensazione di comfort e sicurezza. Il contrasto è con gli ambienti costruiti in stato di degrado. Questi ambienti tendono a essere così distorti e rovinati che le qualità paesaggistiche sono per lo più annullate o sostanzialmente ridotte.

La qualità di un vecchio edificio scolastico strutturalmente solido, anche se deteriorato o degradato all'interno, può essere resa attraente grazie all'intervento umano. In generale, il ripristino ambientale delle scuole protegge la salute, migliora l'ambiente urbano e riduce lo sforzo necessario per minimizzare l'inquinamento.

UN CAMBIO DI ROTTA

La scelta della Charles Young School come protagonista di un progetto dimostrativo di recupero ambientale ha sancito il primo passo verso una nuova vita. Gli obiettivi del progetto sono stati:

• Trasformare un edificio scolastico con gravi problemi ambientali interni in un ambiente scolastico modello.

• Valutare le risorse necessarie per questo tipo di lavoro.

• Fornire indicazioni per aiutare altre

scuole a valutare e correggere i problemi ambientali sulla base delle lezioni apprese durante la bonifica.

La maggior parte delle operazioni sono state implementate nel giro di 3-4 mesi. Esse hanno incluso:

• Sostituzione di 232 finestre per creare ambienti più luminosi e per tenere fuori dalla scuola l'umidità e i frammenti della vernice al piombo che si stava scrostando.

• In tutta la scuola, la vernice al piombo è stata contenuta e rimossa.

• I tetti e i mattoni sono stati riparati per prevenire le intrusioni d'acqua.

• I materiali ammuffiti e danneggiati dall'acqua sono stati rimossi.

• Sono stati sostituiti i condotti, le tubature del vapore e dell'acqua che perdevano.

• I fusti di sostanze chimiche abban-

SCUOLA S•16 DIMENSIONE PULITO | 02/2024
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donati nei locali del seminterrato sono stati rimossi come rifiuti pericolosi.

• L'area del seminterrato è stata decontaminata per eliminare i rischi chimici residui.

• Sono state adottate misure di gestione dei parassiti. Sono stati rimossi i nidi di uccelli e le cadute, sono state installate barriere antiparassitarie e sono state eliminate le fonti di cibo e di acqua.

• Il Carpet and Rug Institute, per conto di diverse aziende associate, ha finanziato la sostituzione di oltre 45.000 metri quadrati di moquette. I rivestimenti selezionati provenivano da diversi produttori e sono stati adattati alle esigenze di comfort, illuminazione, colore e consistenza e controllo del suono delle stanze della scuola.

• Il settore della moquette ha fornito formazione, programmi di manutenzione e aspirapolvere efficaci, oltre ad attrezzature e forniture per la pulizia della moquette, al fine di mantenere una condizione sana.

• Il sistema HVAC della scuola ha richiesto un'importante revisione. Il sistema di ventilazione centrale è stato reso operativo, i motori dei ventilatori sono stati sostituiti come necessario, il refrigeratore è stato sostituito, sono state installate nuove caldaie per il riscaldamento e i sistemi di scarico sono stati aggiornati. Oltre 100 ventilatori sono stati revisionati attraverso riparazioni elettriche, sostituzione di parti e pulizia. Tutto questo ha permesso agli studenti, all’inizio dell’anno scolastico, di entrare in una scuola pulita, ridipinta di fresco, illuminata, colorata ed ecologicamente sana.

QUALITÀ AMBIENTALE

E RENDIMENTO SCOLASTICO

Il progetto della Charles Young School ha offerto l'opportunità di misurare il rendimento scolastico in relazione a un ambiente scolastico sano. Esistono diverse misure per valutare le condizioni ambientali e il rendimento scolastico nelle scuole. Tra

queste vi sono la temperatura, l'umidità, l'efficacia della pulizia e i livelli di sanificazione, soprattutto per quanto riguarda l'IAQ e le sostanze biologiche. Dopo il restauro, le aule della Charles Young School hanno raggiunto livelli sonori stimati tra 58 e 65 db. L'uso della moquette rende semplice ed economico un controllo acustico soddisfacente. La ricerca ha dimostrato che "senza moquette, un controllo acustico efficace nelle aule open space è praticamente impossibile da ottenere" (School Facilities and Transportation Division, State of California, 1986).

L'ambiente scolastico è risultato essere sano e igienico secondo i metodi standard della sanità pubblica. Una somma di dati sull'aria e altri dati ambientali, raccolti per conto del Carpet and Rug Institute, suggerisce fortemente che l'ambiente interno della Charles Young School è adeguatamente mantenuto e non presenta segni o caratteristiche di un ambiente insalubre o di un edificio con problemi di IAQ.

La manutenzione della scuola è caratterizzata da un'efficace aspirazione e da una regolare pulizia ad estrazione di tutte le parti dell'edificio, compresa la moquette. Questo programma è molto efficace per mantenere l'edificio scolastico sano.

I dati ambientali raccolti tre volte durante l'anno scolastico comprendono tutti i bioinquinanti che presentano i maggiori rischi per la salute negli ambienti interni: funghi, batteri gram negativi e allergeni di gatti, acari e scarafaggi. Sono stati misurati anche il particolato sospeso respirabile e i composti organici totali volatili (TVOC). Nell'edificio scolastico sono state effettuate numerose misurazioni nell'ambiente esterno circostante. Nessuna area dell'edificio ha mostrato deviazioni significative dai livelli di qualità ambientale accettabili. I livelli di IAQ, nessuno dei quali indicherebbe un problema, tendevano a essere più alti sulle superfici dure che sulla

moquette. Questo risultato rafforza e convalida la decisione di sostituire la moquette in tutto l'edificio per il comfort e il controllo del rumore. Un alto livello di pulizia e manutenzione era essenziale per far funzionare le aule. Prima della pulizia dell'anno prescolastico, è stata condotta un'analisi dell'efficacia della pulizia in tutto l'edificio, con particolare attenzione alle condizioni igieniche dei pavimenti. Un'indagine di pre-campionamento ha rilevato l'assenza di reclami sanitari relativi all'edificio. Non vi erano indicazioni di problemi di IAQ o di reazioni sanitarie degli studenti o degli insegnanti agli allergeni. Una tecnica di campionamento dell'efficacia della pulizia ambientale ampiamente utilizzata nell'industria della sanificazione e della lavorazione degli alimenti è stata applicata in tutto l'edificio a una serie di materiali per pavimenti prima della loro pulizia. I metodi di campionamento per batteri e funghi sono economici ma, allo stesso tempo, molto efficaci nel rilevare condizioni antigieniche come indicato dai batteri gram negativi e dalla crescita di muffe. I livelli di batteri e lieviti misurati non hanno mostrato alcun segno di un edificio insalubre o problematico, anche quando lo stato di pulizia dell'edificio era stressato da un anno di uso continuo e in un periodo dell'estate di Washington DC in cui i livelli di umidità relativa superavano il 90%.

Dopo il restauro, la scuola emana un senso di benessere. I genitori la visitano più spesso e alcuni frequentano anche corsi di lettura. Il Distretto di Columbia sta utilizzando la Charles Young Elementary come modello per il restauro di altre nove scuole di Washington.

CONCLUSIONI

Gli obiettivi principali del progetto sono stati raggiunti. La scuola elementare Charles Young è stata ripristinata con successo convertendola in un ambiente sano e ora funge da modello per altre scuole.

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È stata dimostrata l'essenzialità della pulizia, della manutenzione e della riparazione continue per la prevenzione di futuri problemi di qualità ambientale interna. L'esperienza della Charles Young School sta guidando e aiutando altre scuole a valutare e correggere i problemi ambientali sulla base delle lezioni apprese durante la bonifica. Il risultato più importante di questa iniziativa di risanamento non è il miglioramento misurato della qualità ambientale o il miglioramento documentato delle prestazioni e dei risultati scolastici. La cosa più importante è il collegamento dimostrato tra ambienti scolastici sani, comportamenti e atteggiamenti di studenti, genitori ed educatori e prestazioni e risultati scolastici.

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Igiene, sicurezza e sostenibilità nelle mense

A colloquio con lo chef Attilio Borra per conoscere meglio il settore: dalle linee guida generali ai singoli aspetti nutrizionali, dal ruolo dei controlli all’attenzione per gli aspetti igienico sanitari e di pulizia nelle mense

SCUOLA EDUCAZIONE ALIMENTARE

CHI È ATTILIO BORRA

Sono due i pilastri di un settore in cui i requisiti di sicurezza devono essere altissimi e dove gli aspetti igienico sanitari sono imprescindibili per evitare contaminazioni e alterazioni del cibo: la sostenibilità, che inizia con la scelta di cibo di stagione e finisce con la riduzione degli avanzi, e la formazione per chiunque operi nell’attività di ristorazione collettiva, a qualunque livello, dagli chef in cucina a chi serve i pasti in tavola. Di questo e di molto altro abbiamo parlato con Attilio Borra; definirlo semplicemente chef sarebbe riduttivo perché si tratta prima di tutto di un divulgatore culturale in ambito cibo. Dopo molti anni in cucina all’estero, ha scelto di dedicarsi principalmente all’attività di storytelling e di editorialista, operando anche come relatore e chef per APCI, l’Associazione Professionale Cuochi Italiani, mettendo a frutto le sue esperienze manageriali come esperto di ristorazione collettiva.

Parlando di ristorazione collettiva, con un focus particolare per le men -

Con una laurea in comunicazione e un master in marketing, lo chef Attilio Borra è una figura atipica nel settore. Ha iniziato a lavorare molto presto in cucina partendo dallo “sbattere le uova e tagliare le patate” come racconta lui stesso, le basi che gli sono poi servite per imparare ed approfondire le tecniche di quella che in seguito è diventata la sua passione. Ha poi costruito gran parte delle sue esperienze all’estero: prima in Europa, ma anche oltreoceano, negli Stati Uniti dove ha studiato.

se scolastiche, quali sono la filosofia e le linee generali che guidano l’attività?

Al di là di impostazioni e obiettivi specifici che possono variare per singole realtà/località, le linee guida comuni includono sempre l’impegno per una nutrizione equilibrata e lo sforzo affinché i pasti siano garantiti con una forte attenzione agli aspetti nutrizionali, puntando alla diversità degli alimenti utilizzati e serviti. Non possiamo avere menù ripetitivi, ma bisogna sempre puntare alla varietà alimentare e a sapori diversi per il palato.

A livello di sicurezza l’impegno è di garantire che i pasti serviti seguano corrette pratiche igieniche nella preparazione e nella distribuzione. Esiste poi una forte cura per gli aspetti di sostenibilità: ci tengo a sottolineare l’attenzione per l’uso di prodotti stagionali, per evitare alimenti che debbano stare in frigorifero o che abbiano fosfati aggiunti per la conservazione. Fa parte dell’attenzione alla stagionalità anche la ricerca di alimenti più ricchi nei mesi freddi e qualcosa di più leg-

Dopo tanti anni in cucina ha deciso di dedicarsi alla cucina come chef privato e divulgatore con un’attività di storytelling: far mangiare con cultura, con i sensi, con la vista e poi con il palato.

Da tre anni in Italia, oggi è socio di APCI, l’Associazione Professionale Cuochi Italiani, per la quale è relatore e chef. Da APCI ha ricevuto il cappello di platino, premio alla carriera.

È esperto di ristorazione collettiva oltre che editorialista e Food Advisor per Food & Beverage Magazine, rivista americana con più di 9 milioni di lettori.

gero e fresco durante la primavera e l’estate.

Non meno importante c’è poi l’educazione alimentare per gli studenti, puntando molto sulla comunicazione, anche per gli aspetti più immediati e pratici, tra i quali il più semplice ed efficace è quello di far toccare direttamente con mano i prodotti, facendoli assaggiare e facendo vedere il “dietro le quinte” del lavoro di ristorazione, le attività dei cuochi e di chi prepara le pietanze. È importante educare i più giovani e far capire perché si scelgano certi alimenti e non altri, usando dove possibile anche delle metafore, come si è sempre fatto fin dai tempi degli spinaci proposti ai bambini per diventare forti come Braccio di ferro.

Le esigenze cambiano crescendo: quali sono le principali attenzioni per le diverse fasce di età?

Per decidere le specifiche diete dei bambini molte aziende della ristorazione collettiva effettuano dei sondaggi per capire cosa possa piacere o no. L’obiettivo è di andare incontro

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alle loro esigenze e, nello stesso tempo, trovare alternative più salutari che possano essere sia nutrienti che gustose.

Entrando più nello specifico, per i bambini di età prescolare, dai 2 ai 5 anni, le calorie necessarie sono l’elemento più importante da considerare per la corretta crescita e lo sviluppo; concretamente significa valutare il corretto apporto di proteine, calcio, ferro, omega 3 e degli altri componenti importanti a questa età. Un ruolo fondamentale hanno ovviamente frutta, verdura e pesce.

Sulle porzioni, e questo è un discorso che vale per tutte le fasce di età, c’è un’attenzione affinché soddisfino la capienza di stomaco e sazino, senza rischi di fastidi per la digestione, ma anche tenendo in considerazione che le porzioni evitino gli sprechi. Salendo di età, poiché le esigenze

dei ragazzi cambiano, si punta maggiormente ad una dieta bilanciata e al tema formazione/comunicazione che vale anche per gli adulti. Non è semplice, anche perché abbiamo a che fare con genitori che lavorano, con poco tempo per dedicarsi alla cucina e costretti dai ritmi frenetici dei tempi attuali a scegliere piatti veloci che non necessariamente danno l’apporto necessario ai ragazzi. Un lavoro su cui sono personalmente impegnato è quello di insegnare ad utilizzare anche gli avanzi, con creatività, dando qualcosa di buono, evitando sprechi. Per i ragazzi più grandi, diciamo a partire dai 13 anni in su, ma anche per gli anziani nelle RSA dove dobbiamo gestire patologie importanti e delicate, lavoriamo sull’importanza di ridurre zuccheri e sale, oltre alla continua ricerca di alimenti facilmente digeribili.

Tra le “nuove esigenze” immagino ci sia quella di andare incontro ai gusti e alle scelte alimentari diverse dalle nostre per ragioni religiose o culturali. E poi c’è il problema della diffusione delle intolleranze alimentari. Quali soluzioni vengono adottate?

Per queste esigenze, ci sono delle cucine dedicate. La ristorazione collettiva dispone di numerosi punti di preparazione dei pasti, con cucine esterne che preparano alimenti diversi, e che operano anche per la differenziazione dei menù.

Per gli aspetti etnico-religiosi, partiamo dal presupposto che fa parte dei diritti degli studenti quello di rispettare il proprio credo e anche le proprie abitudini: operiamo con l’obiettivo di non intervenire sui gusti diversi dai nostri e, al massimo, di adeguare la nostra cucina mediterranea. Certamente, come noi amiamo sperimenta-

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re e provare le cucine etniche, anche ragazzi con culture diverse possono essere avvicinati gradualmente alla nostra cucina, ai nostri gusti e sapori. Passando alle intolleranze e alle allergie, la cosa fondamentale è avere cucine separate per evitare qualsiasi rischio di contaminazione. È un tema molto sentito su cui si opera con efficienza: si interviene con grande attenzione anche perché ci sono aziende, soprattutto nelle grandi città, che devono operare con numeri molto alti, fino anche al 30%, di pasti che devono essere preparati tenendo in considerazione esigenze etniche o intolleranze.

Tuttavia la cronaca riporta dei casi in cui i controlli dei NAS nelle mense riscontrano spesso irregolarità. Qual è il suo parere sulla situazione generale?

Partiamo col ribadire che è giusto che vengano fatti controlli costanti, è positivo che gli operatori sentano la pressione derivante dal sapere di essere controllati e che questo sia uno stimolo positivo per lavorare con ancora più attenzione e precisione.

Il mondo della ristorazione collettiva è fatto da molti operatori, da mense private e pubbliche, situazioni molto diverse fra loro. I controlli più importanti riguardano i rischi di contaminazioni e la corretta conservazione dei prodotti e degli alimenti. Anche per ragazzi e genitori è utile e rassicurante sapere che ci sono continui controlli e che esiste un rapporto di comunicazione tra gli operatori del settore, gli enti scolastici e i genitori. Mi sento di rassicurare tutti che i controlli servono proprio per lavorare meglio e che si lavora con attenzione seguendo con scrupolo le corrette prassi nelle diverse fasi di lavorazione.

Parlando di contaminazioni, quali sono i principali accorgimenti adottati e in quali fasi?

Il primo passaggio riguarda la selezione degli ingredienti, operazione fatta

da appositi reparti di acquisto che fanno un’attenta selezione dei fornitori. Non è una cosa semplice e il criterio non può essere solo il prezzo di acquisto. Anzi, spesso più è basso il prezzo, più alto il rischio di pentirsi in seguito. I fornitori devono essere affidabili e certificati e anche loro subiranno poi i controlli sulla sicurezza alimentare: dove e come hanno recuperato quelle merci, come le conservano, a quali temperature e, soprattutto, come vengono manipolati i prodotti fino alla consegna finale.

Durante la fase di preparazione, la priorità è l’assoluta impossibilità di qualsiasi tipo di contaminazione, dalla banale polvere ad altri elementi che possano entrare in contatto col cibo o con i materiali utilizzati. In cucina ci sono dei professionisti che si dedicano a questo tipo di attenzione e controllo, anche nelle fasi di cottura: che sia fatta a temperature sicure e corrette, in alcuni casi evitando siano troppo alte, in altri casi troppo basse. Il piatto deve poi essere riposto in un apposito contenitore che non rilascia materiali o sostanze, che sia sigillato e mantenga il sapore dei cibi introdotti. Anche le fasi di trasporto devono essere fatte in modo tale che non ci siano rischi di contaminazione. Infine, la consegna deve essere fatta in tempi brevi per garantire che il cibo sia sempre fresco e fragrante.

Un’ultima cosa non meno importante delle altre è l’etichettatura. È fondamentale per la tracciabilità. È sempre possibile risalire non solo alla cucina che ha preparato il piatto, ma anche ai singoli fornitori, sia dei singoli prodotti/alimenti che degli involucri. Perché tutto questo funzioni, alla base ci deve essere stata una formazione del personale molto attenta e accurata nei reparti, a tutti i livelli, dai cuochi al personale di brigata che deve avere competenze diverse da quelle dei “comuni” ristoranti perché deve sapere trattare, manipolare, confezionare ad hoc con una modalità industriale.

Quali accorgimenti vengono usati in particolare per evitare la presenza di insetti?

È una cosa che può accadere nel caso di cattiva conservazione di farine, legumi, pasta o riso. Nelle mense, questi prodotti non vengono conservati in magazzino così a lungo da poter sviluppare larve. Quello che può succedere è di ricevere dal fornitore una partita di alimento che ha subito una temperatura o un grado di umidità tali da renderlo difettoso. Si tratta comunque di tipi di insetti più gestibili e c’è un controllo attento delle derrate. Se invece parliamo di insetti esterni, come le mosche e le zanzare nelle stagioni calde, vengono presi degli speciali accorgimenti: ambienti con finestre sigillate, un’ottima areazione, zanzariere. E si fa attenzione ad evitare l’eventuale presenza di gocce di umidità che provochino batteri. A intervalli regolari e definiti viene poi effettuata una pulizia completa degli ambienti, una disinfestazione che si aggiunge al lavoro di pulizia quotidiana dei luoghi di preparazione, compresi ovviamente gli spazi sotto la cucina o i fuochi. Anche per i forni la regola è la pulizia interna quotidiana e poi un intervento generale, ad intervalli definiti, usando elementi chimici disinfettanti per dare il massimo della pulizia e dell’igiene.

Il personale usa sempre vestiti, guanti e mascherine, copricapelli, un abbigliamento monouso per tutti gli operatori.

Il covid ha rappresentato una vera cesura tra un “prima” e un “dopo” per tutti. Una nuova attenzione da parte degli operatori, ma anche dei clienti/ consumatori, sulla necessità di spazi ampi e ambienti puliti. Gli aspetti di pulizia, igiene e sanificazione sono entrati a far parte a tutti gli effetti degli elementi di servizio che chiunque opera nel campo della ristorazione deve offrire. E che i clienti pretendono e giudicano imprescindibili. Nelle mense questo vale ancora di più, per-

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ché parliamo di bambini o di anziani.

Quali regole generali devono essere seguite nella fase post consegna dei pasti da chi si occupa della somministrazione finale?

Si tratta di un’altra fase critica per la sicurezza dei pasti: il personale che si occupa della somministrazione finale deve seguire delle regole molto specifiche, dal lavaggio mani all’utilizzo dei guanti usa e getta, deve evitare di manipolare cibo se non in casi specifici. Ancora una volta il ruolo della formazione è fondamentale.

Per il cibo quel che conta è la pulizia, la manutenzione e la temperatura. La cucina è chimica e fisica, processi che trasformano il cibo. La temperatura deve essere costante: quella dell’ultimo piatto servito non deve essere diversa da quella del primo. Allo stesso modo, se non si scalda bene il piatto, se si brucia la parte inferiore o il pasto ha perso fragranza e consistenza, non stiamo operando come dovremmo.

Serve attenzione e pratica per evitare contaminazioni anche quando si va a togliere il piatto e i vassoi utilizzati, o si ripongono nel porta vassoi, ed occorre anche una corretta gestione degli scarti e dei rifiuti.

Un tema sempre più importante è infatti quello degli sprechi alimentari. Nel caso della ristorazione collettiva come vengono gestite le eccedenze?

Il tema della sostenibilità è per me fondamentale e parte, come dicevo all’inizio, anche dall’utilizzo dei prodotti di stagione. Tutte le aziende a carattere nazionale di ristorazione collettiva stanno adottando con successo politiche si sostenibilità importanti. La percentuale di spreco è oggi molto bassa rispetto al passato, in parte grazie alla tecnologia che ci sta aiutando moltissimo a gestire il cibo in maniera efficiente, ma soprattutto attraverso un utilizzo oculato dei prodotti, delle forniture e della loro quantità.

La percentuale di cibo sprecato non è cibo non utilizzato, ma è cibo manipolato e avanzato dal consumatore; dispiace sempre perché è uno spreco, ma mi rincuora il fatto che non sia cibo non utilizzato. Tutto quello che è ancora utilizzabile viene immediatamente passato alle agenzie di recupero che il giorno stesso vengono a raccogliere per i bisognosi quanto avanzato e ancora integro e consumabile.

Quali sono i suoi suggerimenti per migliorare ulteriormente la situazione? Da genitore, quando lascio mio figlio a scuola, voglio essere sicuro che vengano rispettati tutti i parametri di sicurezza, utilizzate derrate di stagione, scelte aziende certificate, e venga attuato un continuo monitoraggio. Ricordiamoci che c’è sempre spazio per migliorare, lavorare meglio e in minor tempo. Che non significa fare semplicemente le cose più in fretta, ma ridurre passaggi inutili grazie alla tecnologia senza perdere in efficienza.

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FULCRON: prezioso alleato per l’igiene a scuola

L'attenzione verso l'igiene nell'ambiente scolastico è un aspetto imprescindibile e Fulcron, marchio italiano con oltre 30 anni di esperienza nella pulizia professionale, offre una gamma di prodotti per garantire la pulizia e la disinfezione non solo delle aule e delle mense, ma anche di tutti gli ambienti scolastici.

Le aule sono il luogo dove ogni giorno si svolge la vita scolastica e dove il rischio di contaminazioni da germi e batteri aumenta significativamente. Fulcron Disinfettante Multisuperfici elimina il 99,9% di virus, funghi e batteri da tutte le superfici lavabili, grazie alla sua formulazione professionale pronta all’uso. La sua azione disinfettante è rapida, è inodore e non necessita di risciacquo. Il prodotto, re-

gistrato anche come PMC (Presidio Medico Chirurgico), è disponibile nel formato trigger da 750 ml o tanica da 5 litri.

Oltre al Disinfettante Multisuperfici, Fulcron propone il Disinfettante Super Concentrato, nel formato da 1 litro e diluibile fino a 40 litri. Ha eccezionali prestazioni microbicide, battericide e fungicide ad ampio spettro, che lo rendono adatto per essere utilizzato anche nelle scuole. È certificato come Presidio Medico Chirurgico e idoneo per l’utilizzo nei piani HACCP, obbligatori per le mense scolastiche. Un’altra soluzione pratica, che permette un’igienizzazione rapida e alla portata di tutti, sono le Salviette Igienizzanti per superfici. Al bisogno, possono essere utilizzate anche da insegnanti e

alunni per pulire le superfici dure lavabili come banchi, penne, maniglie. Le Salviette usa e getta eliminano rapidamente lo sporco più ostinato, lasciando una gradevole fragranza di limone. Non è possibile parlare di pulizia all’interno dell’ambiente scuola senza prendere in considerazione anche le mense scolastiche. È essenziale garantire che le stoviglie siano perfettamente pulite e che le lavastoviglie professionali funzionino in modo efficiente.

Per il lavaggio meccanico, Fulcron propone il Detergente Lavastoviglie, nel formato da 5 o 20 litri, con eccellenti proprietà sgrassanti, in grado di rimuovere grasso e residui secchi di cibo. Per la fase finale di risciacquo, il prodotto ideale è il Brillantante Lavastoviglie,

in tanica da 5 o 10 litri. È un additivo acido concentrato che contiene materie prime che assicurano un'asciugatura rapida e impeccabile, senza lasciare aloni indesiderati.

Un ottimo alleato per la cura e la manutenzione delle lavastoviglie è il Disincrostante Lavastoviglie che previene danni come corrosione e otturazione, eliminando gli accumuli di calcare e i residui di grasso. È formulato senza fosfati, per evitare l'immissione di composti dannosi nell'ambiente acquatico, causa principale dell'eutrofizzazione.

Le formulazioni del Detergente Lavastoviglie e del Disincrostante Lavastoviglie sono prive di EDTA e NTA. Garantiscono, quindi, un’elevata azione pulente rispettando l’ecosistema.

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Gestione delle diete speciali nelle mense scolastiche

Le diete speciali fornite nelle scuole italiane riguardano il 3-5% della popolazione scolastica, circa 300.000 bambini. Le mense sono chiamate a rispondere a questa crescente domanda, in uno scenario complesso, garantendo la sicurezza e l'adeguatezza nutrizionale richieste

Francesca De Vecchi Tecnologa alimentare

La refezione scolastica è un servizio fondamentale perché assolve a più compiti. Il cambiamento radicale dell’organizzazione della vita familiare nei decenni recenti ha reso inevitabile il consumo di un pasto sicuro fuori casa. A questo ha risposto la ristorazione collettiva, quella commerciale e in particolare quella scolastica, a cui è richiesto di fornire un pasto ma anche di adempiere ad una funzione educativa e di promozione di sane e corrette abitudini alimentari e stili di vita, rispondendo anche ad un principio di prevenzione delle malattie cronico degenerative (diabete, malattie cardiovascolari, obesità, osteoporosi, ecc.) per le quali lo stile alimentare ha un grande peso. Deve, in sintesi, come definito dall’ultima revisione del

documento di indirizzo ministeriale “Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica” (Ministero della Salute, 2021), “favorire l’inclusione e l’adozione di scelte salutari, riducendo i rischi e le disuguaglianze”. La ristorazione scolastica è quindi un servizio complesso perché destinato ha una parte della popolazione sensibile tanto per gli obiettivi di “food safety” (sicurezza igienico-microbiologica) e di “food security” (per quanto concerne la correttezza nutrizionale), quanto per quelli di rapporto con il cibo e di attenzione alla qualità, alla varietà e alla sostenibilità. Cosa accade però se fra i fruitori sono presenti soggetti con esigenze dietetiche speciali, per esempio con patologie - allergie o intolleranze

alimentari o malattie metabolicheche richiedono un adattamento della dieta, oppure con esigenze particolari di ordine culturale. In ottemperanza ad un principio di uguale diritto e di rispetto delle condizioni di salute di ogni studente il servizio di refezione viene comunque garantito con le cosiddette diete speciali. Sempre nelle Linee di indirizzo del 2021, poco sopra citate, si evidenzia che “Il servizio di ristorazione scolastica deve garantire l’erogazione di un pasto speciale escludendo tutte le preparazioni che contengono l’alimento/gli alimenti vietati pur cercando di mantenere il livello di qualità del menù di base” e che “le preparazioni, previste nella dieta speciale, devono essere sostenibili all’interno dello specifico servizio

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di ristorazione ed essere il più possibile uguali al menù giornaliero”.

QUANTI

E QUALI TIPI DI DIETE SPECIALI SONO PREVISTE

Le diete speciali sono sostanzialmente di due tipi. Quelle di tipo sanitario prevedono la sostituzione di uno o più alimenti per particolari esigenze cliniche (necessitano di una prescrizione/certificazione medica). Questa tipologia non comprende situazioni che richiedono variazioni del menù per disgusto o per preferenze personali dell’alunno che nulla hanno a che vedere con la salute. Per esempio sono diete sanitarie quelle per studenti con documentata allergia, celiachia o altra intolleranza; ma anche altre patologie come diabete, favismo, dislipidemie (ipercoleste-

rolemia, ipertrigliceridemia), sovrappeso/obesità, stipsi (stitichezza), malattie gastriche (es. gastrite, esofagite, ulcera, ecc), malattie intestinali (es. colite/ colon irritabile, Morbo di Crohn, ecc), malattie epatiche, ipertensione, malattie renali, patologia rara, selettività alimentare marcata (es. disturbi dello spettro autistico); Per le diete speciali a carattere etico-religioso/culturale e quindi non medico-sanitario (es. musulmani, vegetariani) è prevista una auto dichiarazione espressa in forma scritta da parte dei genitori/tutori legali.

QUALCHE NUMERO IN ITALIA

Le diete speciali fornite nelle scuole italiane riguardano il 3-5% della popolazione scolastica, quindi circa

300.000 bambini. È un numero in linea con le medie europee e che probabilmente potrebbe essere più alto per una serie di motivi: l’aumento continuo delle diagnosi di allergie e intolleranze alimentari; la maggiore consapevolezza e attenzione alle esigenze alimentari speciali e la migliore offerta di diete speciali da parte delle mense scolastiche stessa. I dati disponibili non separano il numero di bambini per tipologia di dieta speciale. Tuttavia, le diete per celiaci e per allergie alimentari sono quelle più fornite. È certo che la richiesta di diete speciali si prevede in crescita. Il trend positivo è dovuto a una maggiore attenzione alla salute e alla nutrizione, e a una migliore conoscenza delle esigenze dei bambini con allergie e intolleranze alimentari.

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DOCUMENTI-GUIDA E DI INDIRIZZO

Le mense scolastiche devono essere in grado di rispondere a questa crescente domanda, in uno scenario complesso, garantendo la sicurezza e l'adeguatezza nutrizionale richieste. Da un punto di vista normativo molti riferimenti specifici per la gestione delle diete speciali sono contenute in documenti (linee guida o di indirizzo o procedure operative) che sono state consultate anche per la redazione di questo articolo, a partire da Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica (Ministero della Salute, 2010), alle più recenti Linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti (Ministero della salute-DGISAN approvate in Conferenza Stato Regioni il 16 aprile 2018), fino agli eventuali documenti pubblicati a livello regionale di cui è sempre bene verificare la presenza. Sono tutti documenti che stabiliscono i criteri e le modalità operative per garantire la qualità e la sicurezza

dei pasti alternativi. Vediamo quindi di riassumere le principali indicazioni operative in funzione dei pericoli igienico-sanitari e le procedure per la gestione efficace delle diete speciali nelle mense scolastiche.

È del tutto evidente che particolare attenzione viene data a tutte le fasi della preparazione di una dieta speciale: dalla scelta delle materie prime, alla stesura del menù alternativo, al tipo di confezionamento e alla corretta modalità di somministrazione, indipendentemente che si tratti di una dieta sanitaria o etico-religiosa. Fondamentale è una corretta programmazione. Per fornire alimenti sicuri, ma anche per evitare squilibri nutrizionali e la monotonia nelle proposte è necessaria un’attenta organizzazione delle attività. È chiaro che la logistica e la gestione degli spazi risulta di fondamentale importanza sia nei centri di cottura che nelle cucine di piccole dimensioni. Da un lato il coordinamento di numerosi flussi e dall’altro il rischio legato alle ridotte superfici disponibili possono rappresentare un rischio in particolare per la contaminazione crociata degli alimenti.

Le mense scolastiche che gestiscono

con successo la prevenzione di questo aspetto (che riguarda non solo gli allergeni ma anche in generale i pericoli microbiologici) offrono un servizio sicuro e inclusivo per tutti gli studenti. Nei casi di diete speciali l’attenzione acquista maggior rilevanza “sia perché la popolazione infantile è la più soggetta alle allergie alimentari con reazioni gravi o sistemiche, sia per la fiducia che le famiglie ripongono nell’affidare al servizio di ristorazione scolastica per i loro figli” (Allergie alimentari e sicurezza del consumatoreDocumento di indirizzo e stato dell’arte Italia 2018). Tornando alla gestione degli spazi, i numerosi punti critici presenti nelle diverse fasi dall’approvvigionamento alla distribuzione devono essere gestiti in modo adeguato. Per questo motivo le linee guida indicano opportuno che nel manuale HACCP sia presente una procedura dettagliata dedicata alla preparazione dei pasti speciali, al fine di garantire una corretta operatività, anche in ottemperanza alla Reg. UE n. 1169/2011 in materia di etichettatura e in particolare dell’indicazione degli allergeni.

PRINCIPALI PERICOLI IGIENICOSANITARI NELLE VARIE FASI

Passiamo in rassegna quelli che devono essere le attenzioni e le operazioni a cui dedicare una particolare attenzione in fase di programmazione del processo.

CONTAMINAZIONE CROCIATA La contaminazione crociata, cioè il trasferimento involontario di una sostanza (o di un microrganismo) ad un’altra che non deve contenerla può essere diretta, se c’è un contatto fisico diretto o indiretto quando il trasferimento avviene tramite, per esempio, una superficie o un utensile. Può verificarsi in diversi momenti del ciclo di produzione e somministrazione:

• durante la preparazione del pasto: ad esempio, usando lo stesso utensile per tagliare cibi con e senza allergeni;

• durante la cottura: ad esempio se si

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REFEZIONE

cuociono contemporaneamente cibi con e senza allergeni nello stesso forno o nel microonde;

• durante la somministrazione: perché, per esempio, si utilizzano le stesse stoviglie o posate per cibi con e senza allergeni.

• durante la conservazione degli ingredienti: conservare cibi con e senza allergeni nello stesso frigorifero o contenitore.

TRACCIABILITÀ

È necessario innanzitutto un sistema di tracciabilità degli alimenti per monitorare la filiera produttiva e gli allergeni, con una registrazione di tutte le procedure e dei menù speciali, unitamente alla verifica delle etichette degli alimenti preincartati, in conformità al Decreto del Ministero della Salute del 14 luglio 2016.

PREPARAZIONE

La mancata attenzione alle indicazioni specifiche per le diete speciali può portare a errori nella preparazione dei pasti. Va sottolineato che nei casi di

esclusione di un ingrediente “vietato” per motivi sanitari, questo deve essere escluso in tutte le sue forme, sia crudo che cotto (se non indicato espressamente nel certificato medico); in prodotti alimentari di cui è ingrediente (ad es. uova nei biscotti) ; in prodotti alimentari in cui tale alimento è presente come coadiuvante tecnologico o contaminante (derivante dal procedimento di lavorazione del prodotto stesso); in prodotti confezionati riportanti in etichetta le seguenti diciture: “può contenere tracce di ….(alimento da escludere)” e “prodotto in uno stabilimento in cui viene utilizzato … (alimento da escludere)”; in ricette in associazione ad altri ingredienti ( es. allergia/intolleranza al latte e derivati, sarà esclusa anche la pizza condita con formaggio). È importante in questo caso che gli alimenti siano, come previsto per legge, etichettati con tutte le informazioni necessarie.

STOCCAGGIO

Gli alimenti per le diete speciali de -

Il carrello compatto dai grandi dettagli

vono essere conservati e preparati in modo da evitare contaminazioni o somministrazione di prodotti non idonei. Le materie prime sono acquistate dal gestore della mensa scolastica che pianifica gli acquisti e decide settimanalmente le variazioni, in particolare per gli utenti con allergie multiple, per garantire la variabilità delle proposte alternative al menù e, soprattutto, per evitare errori nella somministrazione. Lo stoccaggio delle derrate deperibili e non deperibili deve prevedere la presenza di scomparti, sia negli scaffali che nei frigoriferi, dedicati ed etichettati per le diverse tipologie di alimenti.

IDENTIFICAZIONE

Anche la corretta identificazione delle diete speciali è fondamentale per evitare errori nella somministrazione. I pasti speciali dovranno essere contenuti in una vaschetta monoporzione di materiale idoneo per il contatto con gli alimenti e termosaldata. La porzione dovrà poi essere perfettamente

Compatibile con secchi da 15 e 25 L, Nickita permette di scegliere tra una configurazione da 50 L per spazi ampi o una ridotta da 30

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identificabile da parte del personale addetto alla distribuzione, con nome e cognome del bambino e classe di appartenenza; indicazioni operative suggerite da alcune linee guida suggeriscono l’uso eventuale di codici colore per contraddistinguere la dieta speciale o che questa sia servita per prima, per poi proseguire con gli altri commensali (Protocollo operativo diete speciali ristorazione scolastica, Ats insubria).

SOMMINISTRAZIONE

I pasti per le diete speciali devono essere somministrati in modo sicuro e, come abbiamo detto, identificabile. Sarà l’operatore addetto alla distribuzione che, oltre a controllare il nominativo e la classe sul contenitore, dovrà verificare che il pasto corrisponda a quanto previsto dal menù sostitutivo per lo studente in questione. Attenzione è richiesta anche al personale scolastico che fa assistenza al pasto (educatore, insegnante, collaboratore scolastico), che deve essere informato ma anche formato adeguatamente per evitare situazioni a rischio: scambi di alimenti, pasti non adeguati o consumo di cibi impropri.

PROCEDURE DI SANIFICAZIONE È intuitivo comprendere come nella pianificazione del processo la pulizia e la disinfezione rigorose di tutte le superfici, utensili e attrezzature utilizzate dopo la preparazione di cibi con allergeni siano fondamentali. Dal punto di vista degli spazi e delle strutture, un centro cottura dovrebbe avere un locale appositamente dedicato o, quando non sia possibile, una zona ben identificata e separata dalle normali attività che sia dotata di piani di lavoro, strumentazione e attrezzature dedicate. In alternativa, in cucine costituite da un unico ambiente per la preparazione, è consentita la preparazione delle diete speciali in tempi diversi dal pasto comune. In tutti i casi è necessario garantire la mas-

sima igiene e sicurezza per evitare contaminazioni da allergeni durante tutte le fasi di lavorazione. In caso di preparazione differita, oltre alle attrezzature dedicate, sarà necessaria la corretta detersione e sanificazione prima e dopo l’allestimento delle diete speciali. Anche nel caso di attrezzature comuni (tritacarne, frullatori, ecc.) viene raccomandata un’adeguata sanificazione. Dato che la procedura in tempi differenziati risulta quella più a rischio, può essere opportuno che venga data la precedenza alla preparazione delle diete speciali rispetto al vitto comune e che le procedure e le tempistiche di preparazione vengano descritte nel manuale di autocontrollo, quindi, rigorosamente applicate e documentate.

FORMAZIONE DEL PERSONALE

Non di minore importanza per la sicurezza e la qualità del servizio riveste la formazione specifica per la gestione delle diete speciali del personale addetto. In cucina, se possibile, potrebbe essere utile identificare uno o più addetti da destinare ad una formazio -

ne dedicata e finalizzata, specifica in materia.

FIGURE RESPONSABILI

Garantire la sicurezza alimentare, la qualità del servizio e il rispetto delle esigenze individuali degli studenti con diete speciali richiede un impegno congiunto di diverse figure professionali: mentre il dirigente scolastico è responsabile della sicurezza e dell'igiene nella mensa scolastica, il responsabile del servizio di ristorazione risponde della corretta gestione delle diete speciali, coordinando anche il lavoro del personale addetto e delle figure medico sanitarie coinvolte nella valutazione e nella stesura delle diete. La collaborazione tra scuola, famiglia, società di ristorazione e figure specializzate – raccomandano tutte le linee guida - è fondamentale per garantire che un processo così articolato riesca a garantire in sicurezza gli obiettivi adeguatezza dei pasti per tutti gli studenti con esigenze sanitarie o etico religiose speciali, nel rispetto delle finalità educative e di inclusione che la scuola deve avere.

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REFEZIONE

Igiene e rispetto per l’ambiente si imparano anche tra i banchi di scuola

L’igiene nelle scuole è un tema importante e delicato che esige competenza. A seguito della pandemia, si è compresa l’importanza della corretta formazione di personale e utenti per garantire l’igiene e la sicurezza degli studenti, soprattutto se più fragili, come i bambini. La scuola rappresenta il luogo in cui si impara ad essere i cittadini del domani e una corretta educazione civica passa anche dai valori di igiene, pulizia e rispetto delle aree condivise, siano esse l’area bagno, la mensa, la palestra o i banchi di scuola. Ancora oggi, però, nei plessi scolastici si verificano carenze di prodotti d’uso quotidiano, utili a garantire l’igiene. Tra gli indispensabili c’è senza dubbio la carta, spesso assente o

non correttamente protetta all’interno di dispenser professionali, ma posizionata su lavabi e termosifoni. Pratica che espone il prodotto, e gli studenti stessi, a sporco e contaminazioni crociate, ancora più frequenti laddove ci siano bimbi piccoli. Stessa cosa dicasi per saponi e gel igienizzanti, essenziali per una frequente igiene delle mani.

Celtex soddisfa tutte queste necessità attraverso un’ampia gamma di dispenser e prodotti in carta, che non solo assolvono alle funzioni di igiene, ma riducono gli sprechi di prodotto grazie all’erogazione foglio a foglio. Niente carta e sapone consumati in eccesso e protezione massima fino al momento dell’erogazione.

La gamma Celtex Megamini spazia dai dispenser per asciugamani a rotolo e piegati, carta igienica e sapone, fino a gel per le mani Ogni esigenza di grandi e piccini è soddisfatta.

Di elevata qualità e facile utilizzo, la linea Megamini porta l’igiene nei bagni ad un livello superiore. I dispenser hanno forme regolari e compatte, che si adattano ad ambienti di varie dimensioni, sempre abbellendoli con un tocco di stile, grazie al design uni-

co e Made in Italy. A questo aspetto si affianca l’elevata qualità del prodotto dispensato che si distingue anche per il rispetto dell’ambiente. Tutte le carte alloggiate nei dispenser Megamini hanno certificazioni che attestano l’impegno di Celtex nel proprio sistema di approvvigionamento delle materie prime e produttivo, ad accompagnare il ciclo di vita del prodotto. Un chiaro esempio è E-Tissue, la gamma in carta riciclata di “prima generazione” che nasce dal recupero degli sfridi di lavorazione del kraft e delle fibre di cellulosa, entrambi derivanti da pre-consumo. Un riciclato pulito, che non utilizza sbiancanti ottici né coloranti. La carta ha una naturale e delicata tonalità avana, che conserva le caratteristiche di forza e resistenza, anche ad umido, della materia prima da cui deriva. Alte performance e nessun rilascio di cattivo odore, anche da bagnato. Le carte igieniche, inoltre, grazie alla tecnologia FluTech ®, si dissolvono in 15 secondi, agevolate dal movimento meccanico dell’acqua. Abbinare una carta ecologica a dispenser professionali significa accrescere il valore dell’educazione scolastica anche su temati-

che connesse alla circolarità e al rispetto ambientale. Argomenti che oggi devono avere un ruolo primario nel quadro scolastico.

Con Megamini ed E-Tissue, Celtex si fa portavoce di valori di igiene, salute e tutela dell’ambiente per un futuro sereno di tutti i bambini.

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Prevenzione nel mondo della scuola

Tutte le attività portate avanti dalle strutture centrali e territoriali dell’Inail nel corso dell’anno scolastico 2022-2023 per promuovere la diffusione della cultura della salute e sicurezza tra gli studenti a cura di Cristina Cardinali

Giunto alla sua ottava edizione, il Dossier scuola 2023 raccoglie i frutti di un percorso sempre più ricco e consolidato sotto diversi aspetti. Le iniziative che qui vengono descritte raccontano l’esperienza che l’Inail ha maturato negli anni nella progettazione e realizzazione di azioni in-

formative e formative rivolte al mondo della scuola sempre più mirate ai bisogni emergenti rispetto ai contenuti trattati e alle metodologie didattiche utilizzate. “Il contributo che l’Istituto offre nel promuovere la cultura della salute e della sicurezza tra gli studenti e le diverse figure che operano nella scuo-

la è sempre più incardinato nella logica del networking e in una cooperazione interistituzionale di qualità, indispensabile per pianificare azioni di prevenzione efficaci”, afferma Ester Rotoli, direttore centrale prevenzione Inail Questa consapevolezza è emersa più volte durante il Forum della prevenzione – Made in Inail, evento con il quale nel corso del 2023 l’Istituto ha promosso in tutte le sue sedi regionali occasioni di ascolto e di dialogo sociale e istituzionale volte a riflettere sui temi della salute e sicurezza dei lavoratori e a favorirne il miglioramento e il benessere.

Durante il Forum il direttore centrale Prevenzione, Ester Rotoli, ha illustrato il ruolo svolto dall’Inail per promuovere la salute e la sicurezza all’interno di uno scenario in rapida trasformazione per effetto delle transizioni verde, digitale e demografica, in cui ai rischi tradizionali si aggiungono i rischi emergenti che derivano dai nuovi modelli di produzione e di organizzazione del lavoro. In questo contesto, ha sottolineato Rotoli, “il Piano

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nazionale di ripresa e resilienza è una leva attraverso la quale è possibile favorire la competitività affrontando la sfida delle trasformazioni, con le sue priorità trasversali della parità di genere, della protezione dei giovani e del superamento dei divari territoriali, che accompagnano anche le azioni promosse dall’Istituto lungo tre direttrici: promuovere la collaborazione istituzionale e il dialogo sociale, incrementare il capitale salute e sicurezza di lavoratori e aziende e diffondere la cultura della prevenzione nella scuola”. In questo scenario, un’attenzione particolare è stata dedicata anche alla realtà della scuola e alla formazione e sensibilizzazione degli studenti, quali futuri lavoratori, sulle tematiche di salute e sicurezza, approfondendo le progettualità realizzate o da potersi realizzare in base alle caratteristiche del contesto e alle evoluzioni attuali. Nelle tavole rotonde incentrate su diversi focus che riguardano le realtà scolastiche e che hanno ospitato numerosi partner ed esponenti di realtà istituzionali e accademiche, ci si è confrontati sul significato di “prevenzione”. Una nozione che pur partendo dall’ambito della salute e della sicurezza non può essere riservata a tempi e spazi circoscritti, ma è da intendere come un atteggiamento personale e collettivo con una valenza ampia e integrata, dove il miglior investimento

è sempre quello che viene fatto sulla “persona”. Fare prevenzione significa veicolare il cambiamento voluto, sapendo che il messaggio di cura e attenzione verso se stessi e gli altri diventa tanto più credibile e convincente per i ragazzi quanto più è non solo trasmesso, ma vissuto in prima persona da chi lo veicola. Di questa finalità educativa, che guarda alla protezione e alla sicurezza come forme di diritti per tutti, la scuola rappresenta senz’altro il setting privilegiato, in quanto rivolge uno sguardo sia al presente che al futuro ed è dunque punto di congiunzione tra due dimensioni temporali.

DOSSIER SCUOLA 2023

La pubblicazione raccoglie dettagliatamente tutte le attività portate avanti dalle strutture centrali e territoriali dell’Inail nel corso dell’anno scolastico 20222023 per promuovere la diffusione della cultura della salute e sicurezza tra gli studenti. In un contesto sociale e produttivo sempre più attento alle evoluzioni digitali e ambientali, i progetti sviluppati

Il sistema scolastico ha il compito di presidiare e anticipare le trasformazioni della società. Pertanto, diventa non solo fondamentale progettare gli interventi di oggi sulla base dell’analisi e della diagnosi dei rischi futuri, ma, come è stato più volte ribadito durante il Forum della prevenzione, è necessario individuare nuove forme di linguaggio che riescano a colmare la distanza con le giovani generazioni, accentuata dalle tecnologie. Sappiamo bene che quella di oggi è una realtà complessa. Cercare linguaggi, adottare le tecniche di narrazione e i codici comunicativi dei giovani, ascol-

dall’Istituto puntano a coinvolgere gli studenti alle tematiche di salute e sicurezza sul lavoro attraverso percorsi formativi differenziati in base ai destinatari. Nell’ultimo anno scolastico le iniziative si sono soprattutto concentrate su un target di età più alto, rivolgendosi in particolar modo agli istituti superiori di secondo grado. Ciò è dovuto, probabilmente, anche alla maggior attenzione che a livello interistituzionale si sta dedicando alla continuità tra dimensione scolastica e dimensione lavorativa e agli studenti impegnati nei Pcto. Il volume contiene anche una sezione dedicata agli investimenti per il rinnovo del patrimonio edilizio scolastico, e un approfondimento con i dati relativi agli infortuni occorsi a studenti e docenti nel triennio 2020-2022. Chiudono il dossier una rassegna di documentari, film e serie tv sui temi della legalità e della sicurezza a scuola e una sezione dedicata alle ultime pubblicazioni Inail sul tema della prevenzione in ambito scolastico. Il dossier è scaricabile dal sito: www.inail.it

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DOSSIER SCUOLA 2023
Ester Rotoli, direttore centrale prevenzione Inail

tarli, diventa l’unico modo per trasmettere loro non solo conoscenze ma scale di valori.

Per fare questo, bisogna dunque pensare a un nuovo concetto, quello della “pre-prevenzione”, continua Ester Rotoli.. Una prevenzione che già in premessa parta dal coinvolgimento dei ragazzi, da sperimentazioni fatte da loro e con loro, in un approccio metodologico in cui gli studenti siano allo stesso tempo fruitori e destinatari da una parte, attori e protagonisti dall’altra. Per stimolare un apprendimento attivo, che offra loro la possibilità di esprimersi.

Le nuove iniziative vanno progettate anche con l’obiettivo di quantificare i risultati e di utilizzare l’integrazione

tra ricerca e campo applicativo della prevenzione e della formazione, per realizzare prodotti sempre più efficaci e vicini ai destinatari.

Su questa direzione, l’Inail prosegue il suo impegno anche alla luce delle politiche di prevenzione e delle previsioni di sviluppo definite nel medio-lungo termine all’interno del Piano triennale per la prevenzione 2022-2024, in linea con la Strategia europea per la salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027 e con l’Agenda Onu 2030.

Le reti di collaborazioni con i diversi partner e gli organi istituzionali risultano centrali per rafforzare l’impegno dell’Istituto. Con la legge n. 85/2023 entrata in vigore a luglio, l’Inail vede integrare i propri compiti attraverso la gestione del Fondo per l’indennizzo dei familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative e durante i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto), insieme all’estensione della tutela assicurativa degli studenti e del personale del sistema nazionale di istruzione e formazione, della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore. La legge interviene anche sulle attività preventive e di monitoraggio a tutela degli studenti impegnati nei Pcto, un target a cui l’Istituto aveva già rivol-

to un’attenzione specifica all’interno del protocollo sottoscritto il 26 maggio 2022 con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, l’Ispettorato nazionale del lavoro e il Ministero dell’Istruzione, che prevede attività di formazione e aggiornamento.

LA SICUREZZA A SCUOLA ATTRAVERSO I NUMERI

I dati dell’Inail sugli infortuni denunciati nel 2022 dagli studenti delle scuole pubbliche statali, mostrano come la definitiva riapertura delle scuole dopo il periodo emergenziale dovuto alla pandemia, stia riportando progressivamente il complesso delle denunce registrate ai livelli ante-Covid19. Nel 2022, infatti, sono state presentate complessivamente 61.086 denunce che rispetto al 2019, con 78.877 casi, rappresentano il 22,6% in meno, mentre registrano un incremento del 52,6% rispetto al 2021, con 40.025 casi.

Anche per gli infortuni occorsi agli insegnanti delle scuole pubbliche statali, gli effetti della revoca delle misure di contenimento hanno portato a una forte ripresa del numero complessivo delle denunce, superando i livelli pre-pandemia. Con 14.937 denunce, il 2022 registra un aumento del 32,2% rispetto al 2021, e si riporta dell’8,1% al di sopra del livello del 2019 (13.820 casi).

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INAIL

hygenia.it

Aria sana a scuola

Nel contesto dell'igiene e della sicurezza nelle scuole italiane, il prodotto Area Control di Hygenia emerge come una soluzione innovativa e indispensabile per mantenere ambienti puliti e sicuri per gli studenti e il personale scolastico.

Questo dispositivo, integrato nel dispenser Surf Mani, rappresenta un passo avanti significativo nel monitoraggio e nel mantenimento della qualità dell’ambiente e il benessere dell'area all'inter-

no dei bagni, svolgendo un ruolo cruciale nella promozione del benessere e della salute nelle scuole. Una delle caratteristiche fondamentali dell’Area Control è la sua capacità di monitorare costantemente la qualità dell'ambiente bagno. Attraverso l'analisi di vari parametri, il dispositivo è in grado di rilevare eventuali variazioni che possono indicare la presenza di agenti patogeni o di inquinanti nell'aria. Questo è partico-

larmente importante negli ambienti scolastici, dove la concentrazione di persone può favorire la diffusione di malattie e germi, rappresentando una minaccia per la salute degli studenti e del personale.

La capacità del "Area Control" di segnalare tempestivamente variazioni significative nei parametri consente agli operatori scolastici di intervenire prontamente per garantire un ambiente pulito e sicuro. Grazie a questa

Guarda il video del dispenser Area control

funzionalità, è possibile garantire il rispetto delle normative igienico-sanitarie, contribuendo così a creare un ambiente scolastico più salubre e protetto per tutti. Oltre a questa attività di rilevazione costante, Area Control offre un ulteriore vantaggio attraverso la sua capacità di integrarsi nel dispenser Surf Mani, un dispositivo di facile utilizzo anche nelle scuole per la distribuzione di carta per le mani. In questo suo aspetto discreto, silenzioso e di facile utilizzo, questo dispositivo opera in modo non invasivo, senza interferire con le attività quotidiane all'interno delle scuole e con estrema semplicità per le operazioni di assistenza del personale preposto.

In conclusione, il prodotto "Area Control" di Hygenia rappresenta una risorsa preziosa per garantire ambienti scolastici puliti, sicuri e salubri. Attraverso il monitoraggio continuo dei parametri e la segnalazione tempestiva di variazioni significative, questo dispositivo contribuisce a proteggere la salute e il benessere degli studenti e del personale scolastico, promuovendo un ambiente di apprendimento ottimale. Con la sua integrazione nel dispenser Surf Mani e la sua operatività discreta, Area Control si conferma come un alleato indispensabile per la promozione della sicurezza e dell'igiene nelle scuole italiane.

informazione pubblicitaria

Un progetto per apprendere la cultura della sicurezza a scuola!

Promosso dal Consiglio degli Ordini degli Ingegneri, lo scorso anno scolastico ha visto coinvolte 26 classi delle scuole secondarie di primo grado, quasi 1500 alunni, con la formazione mirata di 650 docenti.

A colloquio con l’ingegner Tiziana Petrillo, Consigliere CNI con delega alla sicurezza e antincendio

“La sicurezza a partire dai banchi di scuola": è il titolo del progetto attraverso il quale il Consiglio degli Ordini degli Ingegneri ha inteso promuovere la sicurezza come fattore culturale, introducendo la materia sin dai banchi di scuola, trasmettendone così i valori agli studenti, che saranno i cittadini del domani.  Lo scorso anno scolastico sono state coinvolte ben 26 classi delle scuole secondarie di primo grado e quasi 1300 alunni. Inoltre, il progettodalla spiccata mission etica - ha visto la formazione specifica di 650 docenti, che hanno dimostrato un impegno straordinario verso la sicurezza e l'educazione. La manifestazione finale di un intenso percorso formativo si è tenuta con successo presso la sede nazionale del CNI, in occasione del-

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la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole. Abbiamo chiesto all’ing. Tiziana Petrillo, Consigliere CNI con delega alla sicurezza e antincendio che ha coordinato il progetto insieme a Gianluca Giagni, Coordinatore del gruppo di lavoro dedicato al tema, di rispondere ad alcune domande per spiegarci scopi, contenuti e prospettive di questa importante iniziativa.

Com’è nato l’innovativo progetto

“La sicurezza a partire dai banchi di scuola” che nell’anno scolastico 2022/2023, che ha visto il Consiglio Nazionale degli Ingegneri promuovere concretamente la cultura della sicurezza nelle scuole italiane?

“Il progetto ‘La sicurezza a partire dai banchi di scuola’ è stato avviato nel 2019, frutto di una collaborazione tra il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il Ministero dell'Istruzione e il Dipartimento di Protezione Civile. Il progetto pilota ‘10scuole, 10ordini, 10città’ è stato sviluppato a partire dalla constatazione che molti incidenti, sia nella vita quotidiana che nei luoghi di lavoro, possono essere prevenuti attraverso una maggiore consapevolezza e formazione. A questa si è unita la necessità di instaurare una cultura della sicurezza che parta dalle giovani età,

per costruire una solida base di conoscenze e comportamenti sicuri da portare avanti nella vita adulta, oltre che l'opportunità di utilizzare il contesto scolastico come ambiente ideale per la diffusione di queste conoscenze, data la sua capacità di raggiungere un ampio numero di individui in una fase formativa della loro vita.”

Quali obiettivi prioritari vi siete posti? “L'obiettivo principale era quello di integrare la cultura della sicurezza nell'istruzione di base per preparare gli studenti all'ingresso nel mondo del lavoro, combinando al meglio i vari temi in modo trasversale nel curriculum scolastico, coinvolgendo studenti, insegnanti e personale scolastico in una riflessione comune sulla sicurezza. Questo approccio mira non solo a educare i giovani su come comportarsi in maniera sicura, ma anche a farli diventare promotori attivi della sicurezza tra i loro coetanei e all'interno delle loro famiglie, estendendo l'impatto del progetto ben oltre i confini della scuola.”

Quale consigliere componente del CNI con delega alla sicurezza e antincendio, ci può presentare più dettagliatamente il progetto e i suoi contenuti?

“La bellezza di questo progetto sta nella sua semplicità e nella sua profondità. Abbiamo integrato il concetto di sicurezza in ogni materia, dimostrando che la sicurezza non è confinata in un'aula di scienze o in un laboratorio di fisica, ma è presente in ogni aspetto della nostra vita. La sua essenza risiede nell'integrare la sicurezza in ogni aspetto dell'educazione, andando oltre le tradizionali lezioni di scienze o fisica, per dimostrare che la sicurezza permea ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Le ‘pillole di sicurezza’, concepite come brevi ma significative unità di conoscenza, sono state integrate nei programmi di tutte le materie, con l'obiettivo di piantare queste nozioni nei cuori e nelle menti

degli studenti, osservando poi la loro crescita e sviluppo in maniere inaspettate e innovative. L'intento principale del progetto è stato quello di ridurre il divario formativo tra gli insegnamenti teorici e le competenze pratiche richieste nel mondo del lavoro, iniziando dall'istruzione media inferiore e proseguendo nella scuola superiore. Questo approccio graduale aiuta a diluire nel tempo l'apprendimento, favorendo un più solido consolidamento delle conoscenze e delle prassi legate alla sicurezza. Un focus particolare è stato posto sulla formazione dei docenti, con l'obiettivo di andare oltre i requisiti minimi standard previsti dalla normativa vigente. Attraverso una serie di sessioni formative dettagliate, condotte da ingegneri specializzati selezionati dagli Ordini territoriali, i docenti sono stati preparati non solo a comprendere in profondità il progetto, ma anche a trasmettere efficacemente i suoi contenuti agli studenti, incorporando le ‘pillole di sicurezza’ all'interno delle lezioni ordinarie. Inoltre, è stato implementato un registro interdisciplinare per affiancare quello di classe, permettendo ai docenti di annotare come e in che misura le tematiche di sicurezza sono state trattate durante le lezioni, confermando così l'intuizione iniziale sulla multidisciplinarietà e l'importanza cruciale della sicurezza. Questo progetto non solo conferma la multidisciplinarietà essenziale del concetto di sicurezza ma apre anche la strada a nuovi approcci e riflessioni, dimostrando come la sicurezza possa diventare una componente integrante e naturale della formazione di ogni giovane studente.”

Lo sforzo organizzativo è stato notevole: avete potuto contare sull’adesione convinta degli ordini provinciali?

“L’entusiasmo e l’impegno degli ordini provinciali nei confronti del progetto hanno superato ogni nostra aspettativa. L’iniziativa ha guadagnato un’adesione significativa, espandendosi

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Tiziana Petrillo, Consigliere CNI con delega alla sicurezza e antincendio

ben oltre le nostre previsioni iniziali. Gli Ordini territoriali hanno giocato un ruolo chiave nell’implementazione del programma, fungendo da ponte tra il CNI, le scuole e la comunità locale, innanzitutto contribuendo a promuovere il progetto all’interno delle loro comunità locali, assicurando che le scuole fossero informate e coinvolte. Inoltre, è grazie all’impegno dei referenti degli Ordini che, all’interno delle Commissioni Sicurezza, hanno formato gruppi di lavoro dedicati. Questi gruppi hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione dei docenti e nel sostegno continuo durante l’anno scolastico, assicurando che il progetto non solo prendesse piede ma fiorisse, trasformandosi in un vero e proprio movimento culturale per la sicurezza nelle scuole italiane.”

Possiamo tracciare un bilancio circa il coinvolgimento del mondo della scuola e la risposta da parte dei dirigenti scolastici e della comunità scolastica nel suo insieme: siete soddisfatti?

“Nell’anno scolastico 2022/2023, il progetto ha coinvolto circa 1300 alunni e 650 docenti delle scuole secondarie di primo grado di 26 diverse pro -

vincie italiane: da Verona a Trapani, da Cuneo a Catania. Questo successo non sarebbe stato possibile senza l’impegno e l’entusiasmo degli insegnanti, che hanno assunto un ruolo non solo di educatori ma anche di veri e propri catalizzatori del cambiamento. La loro dedizione ha permesso al progetto di avere un impatto profondo e duraturo, ispirando non solo i loro studenti ma anche la comunità scolastica più ampia. La risposta dei dirigenti scolastici e dell’intera comunità educativa è stata anch’essa straordinaria. L’adesione e l’entusiasmo mostrato riflettono un riconoscimento del valore della cultura della sicurezza e del suo ruolo essenziale nella formazione degli studenti. Questo approccio dinamico e interattivo ha favorito un ambiente in cui gli studenti non solo apprendono ma diventano attivamente coinvolti e impegnati, applicando le conoscenze acquisite sia in ambito scolastico che in quello extrascolastico.”

Cosa è emerso, in termini di proposte didattiche e di lavoro e di elaborati da parte delle classi partecipanti e degli alunni, in particolare dalle classi vincitrici?

“Dalle classi partecipanti al proget-

to ‘La sicurezza a partire dai banchi di scuola’, e in particolare dalle classi vincitrici, sono emerse proposte didattiche e lavori di notevole valore e originalità. Gli elaborati degli alunni hanno dimostrato una profonda riflessione sul tema della sicurezza e hanno evidenziato diverse prospettive e modi di interpretare e integrare la sicurezza nella vita quotidiana e scolastica. La maturità e la profondità di comprensione dimostrate dagli studenti hanno superato ogni aspettativa, riflettendo un cambiamento radicale nella cultura della sicurezza tra le giovani generazioni. Questi giovani, armati di conoscenza e consapevolezza, hanno saputo trasformare le lezioni apprese in azioni concrete, diventando veri e propri ambasciatori della sicurezza nelle loro famiglie e comunità. La realizzazione di progetti concreti, che spaziano dalla creazione di materiali didattici a iniziative sul campo, dimostra come la sicurezza sia diventata per loro una seconda natura. Questo non soltanto arricchisce il loro percorso educativo, ma pone le basi per un futuro in cui la sicurezza è vista non come un onere, ma come un valore fondamentale e indispensabile. Il valore principale di questo progetto, infatti, risiede nel suo contributo alla nutrizione di una cultura della sicurezza radicata e condivisa, che prepara gli individui a diventare cittadini responsabili e consapevoli. Sono gli studenti stessi, con il loro entusiasmo e la loro dedizione, a portare avanti questa nuova cultura della sicurezza, dimostrando che la vera prevenzione parte dalla conoscenza e dall’educazione”.

Vista l’importanza di promuovere la cultura della sicurezza nella scuola, connessa all’educazione civica ma trasversale a tutte le altre materie, pensate di coinvolgere in futuro anche la scuola primaria e quella secondaria di primo grado?

“La questione dell’estensione dell’educazione alla sicurezza a tutti i livel-

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SICUREZZA

li di istruzione è al centro del nostro impegno e delle attuali discussioni legislative. Siamo consapevoli dell’importanza di promuovere una cultura della sicurezza che sia radicata sin dalla scuola primaria e che continui nella scuola secondaria di primo grado. Attualmente la VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati sta esaminando due proposte di legge circa l’introduzione dell’insegnamento della cultura della sicurezza nelle scuole secondarie. Come Consiglio Nazionale degli Ingegneri abbiamo avuto l’opportunità di interagire con la Commissione, esprimendo il nostro parere su questi percorsi legislativi, che prevedono l’introduzione dell’insegnamento sia come disciplina sia ‘verticale’, cioè come integrazione del piano di studi, che ‘trasversale’ all’interno delle materie curriculari già esistenti. Questo impegno rappresenta un passo avanti verso l’introduzione di un approccio olistico e multidisciplinare alla sicurezza, riflettendo il ruolo essenziale che l’ingegneria e le discipline tecniche hanno nel promuovere una maggiore consapevolezza e preparazione tra gli studenti di tutte le età. Il coinvolgimento continuo del CNI in queste attività di relazione istituzionale sottolinea l’importanza di un dialogo costruttivo tra professionisti e legislatori.”

Cosa significa, in concreto per l’Ordine degli Ingegneri, promuovere la cultura della sicurezza nell’ambito scolastico? Quali sono le direttrici di fondo da perseguire?

“Promuovere la cultura della sicurezza nell'ambito scolastico per il CNI significa innanzitutto trasmettere ai giovani, agli educatori e all'intera comunità scolastica l'importanza di vivere e operare in ambienti sicuri, consapevoli dei rischi e capaci di prevenirli. Questo coinvolgimento riflette un dovere etico e sociale, enfatizzato dalla Costituzione Italiana, che incarica ogni cittadino, e soprattutto le

istituzioni rappresentative come gli Ordini professionali, di contribuire al progresso materiale e spirituale della società. La direttiva fondamentale è quella di integrare la sicurezza come valore trasversale in tutti gli aspetti della vita, educando a un approccio alla vita che sia consapevole e responsabile. L'impegno del CNI si manifesta nel sostegno a progetti educativi e nella formazione continua, mirando a instillare una comprensione profonda della sicurezza che vada oltre la semplice adesione a regole o protocolli, promuovendo una cultura dove la sicurezza diventa una componente intrinseca e fondamentale del vivere quotidiano e professionale.

Si ha la sensazione che la vostra lodevole iniziativa, oggi, alla luce delle tragedie dei morti sul lavoro che riempiono le cronache, abbia ancora maggior valore. Il ministero degli Interni e il Miur in passato avevano promosso iniziative molto importanti, come il progetto Scuola Sicura. Oggi qual è la situazione?

“La sicurezza nei luoghi di lavoro e negli ambienti educativi non è mai stata così centrale nell'opinione pubblica e nell'agenda politica. Le tragedie che hanno colpito diverse comunità hanno sottolineato l'urgenza di un cam-

biamento culturale profondo verso la prevenzione e la sicurezza. Attualmente siamo impegnati in dialoghi costruttivi con il Ministero dell'Istruzione e altri attori istituzionali per rafforzare le iniziative esistenti e promuovere nuove strategie. Queste interlocuzioni mirano a creare una sinergia più forte e un impegno collettivo verso l'importanza della cultura della sicurezza, soprattutto alla luce delle recenti tragedie legate ai morti sul lavoro che hanno scosso la nostra coscienza collettiva. La nostra speranza è che queste conversazioni si traducano in un'adesione più marcata e sostanziale a questo progetto e ad altre iniziative simili. Riconosciamo che il valore di queste iniziative è enormemente cresciuto nel contesto attuale e crediamo fermamente che un rinnovato impegno da parte del Ministero degli Interni, del MIUR e di altri enti possa fare una significativa differenza. Oggi, la situazione richiede una rinnovata attenzione e un impegno rafforzato da parte di tutti gli attori coinvolti. Il Ministero degli Interni e il MIUR, insieme ad altre istituzioni ed entità professionali, sono chiamati a collaborare ancora più strettamente per rivedere, ampliare e implementare programmi di educazione alla sicurezza che siano attuali, efficaci e inclusivi”.

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Qualità dell’aria a scuola Dove siamo rimasti...

Il problema dell’aria negli ambienti scolastici è emerso con forza, come ben sappiamo, durante la pandemia. Da allora, però, sembra proprio che l’orologio del tempo si sia fermato

In Italia gli alunni trascorrono negli edifici scolastici da quattro a otto ore al giorno, per almeno dieci anni. Si stima che il 15% della popolazione, pari a circa 10.000.000 persone, fra alunni e docenti, studi o lavori ogni giorno in circa 45.000 edifici pubblici su tutto il territorio nazionale. Nelle strutture scolastiche italiane si rilevano numerose criticità igienico sanitarie e di qualità dell’aria indoor, attribuibili a problematiche di tipo ambientale (legate all’aria di insediamento dell’edificio), a carenze progettuali, architettoniche, edilizie o a carenze gestionali, legate ad esempio a operazioni di pulizia e manutenzione degli edifici. Manca, inoltre, una normativa organica e aggiornata volta a disciplinare i requisiti igienici e funzionali degli ambienti scolastici, come ad esempio: standard di ventilazione-valori guida e valori soglia di qualità dell’aria, commisurati alle peculiarità

della popolazione esposta, in particolare alle esigenze fisiologiche dell’organismo umano in età evolutiva. Non esistono, purtroppo, regole omogenee per il monitoraggio periodico della IAQ (Indoor Air Quality), ovvero dell'aria che si respira in un ambiente confinato che non sia di tipo industriale, né una chiara regolamentazione sull’attribuzione di compiti e responsabilità. I pochi studi epidemiologici sulla qualità dell’aria nelle scuole e i risvolti sulla salute degli studenti, condotti nell’ambito di progetti Europei hanno evidenziato la stretta relazione tra esposizione ad inquinanti indoor e comparsa di sintomi respiratori ed allergici nell’infanzia. La sintomatologia descritta può compromettere in modo significativo la qualità della vita degli studenti e le loro prestazioni scolastiche. L’assenza di regole precise su requisiti e standard igienico sanitari, su procedure e compiti, nonché l’esi-

stenza di modelli organizzativi diversi da Regione a Regione costituiscono di

SCUOLA S•40 DIMENSIONE PULITO | 02/2024 ARIA INDOOR
Paola Bortoletto, presidentessa dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici

fatto importanti ostacoli alla concreta applicazione dell’Accordo del 2010 su "Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie ed asma”, che tuttora rappresenta un utile, concreto, riferimento normativo per limitare il contatto degli studenti con i fattori di rischio indoor maggiormente implicati nell’induzione e nell’aggravamento dell’asma e delle allergie. Ma il problema dell’aria negli ambienti scolastici è emerso con forza, come ben sappiamo, durante la pandemia. Da allora, però, sembra proprio che l’orologio del tempo si sia fermato, infatti il Legislatore e il MIUR non hanno più affrontato questo importante problema, lasciando ai Dirigenti Scolastici

tutta una serie di compiti, incombenze e responsabilità a cui assolvere, senza disporre di finanziamenti e nemmeno di strumenti operativi. Abbiamo incontrato la dottoressa Paola Bortoletto, presidentessa dell’ANDIS – Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici, per registrare la sua preziosa testimonianza.

Quanto è sentita dall’Associazione di Dirigenti che lei rappresenta, e dalla categoria in generale, questa complessa e delicata tematica?

“La pandemia da Covid-19 ha messo in piena evidenza il problema della qualità e salubrità dell’aria, che anche in assenza di eventi così pervasivi, risulta di rilevante risoluzione per il benessere e la salute, intesa nel senso più

positivo del termine dall’OMS come ‘uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale’, degli studenti e di tutto il personale che nella scuola vive e lavora quotidianamente. Da qui l’importanza dell’immissione di aria esterna non solo per limitare il contagio per via aerea. L'inquinamento dell'aria indoor e il comfort microclimatico sono aspetti determinanti, particolarmente importanti per la salute di studenti, lavoratori e per i gruppi più vulnerabili quali bambini, adolescenti e soggetti allergici e asmatici. Numerosi studi confermano il ruolo di alcuni inquinanti biologici e chimici nel provocare reazioni allergiche, crisi asmatiche e disturbi respiratori, specie nei bambini. È un tema che ci ha visti in prima

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linea come dirigenti dell’ANDIS per richiedere risorse e soluzioni, a partire dal lungo periodo pandemico. Oggi, però le incombenze legate alla gestione ordinaria e a quella straordinaria del PNRR, ci hanno allontanato dal problema che rimane, ma purtroppo non ha più il ‘mordente’ degli scorsi anni.”

Ora, in effetti, si ha la sensazione che tutto sia tornato nel dimenticatoio. Perché?

“I Ds sono oberati da incombenze continue e da uno stringente cronoprogramma legato al PNRR, con azioni che vanno dall’acquisto di strumenti digitali alla formazione degli studenti e del personale sulle STEM e sul multilinguismo, dall’orientamento alla formazione sul digitale, alla lotta alla dispersione, senza dimenticare l’onnipresente questione della sicurezza

degli edifici scolastici; la problematica, assai cogente all’epoca, della qualità dell’aria si è allentata, anche perché sta alla lungimiranza degli amministratori degli EE.LL. intervenire sugli edifici, vista la normativa. Durante e subito dopo il periodo pandemico molto è stato fatto, pensiamo alla regione Marche, al Comune di Brescia, a numerosi Comuni della provincia di Padova che hanno installato dispositivi e sistemi di VMC, solo per citarne alcuni, oltre a tante scuole che hanno utilizzato i fondi ministeriali per allestire aule magne, laboratori, aule con dispositivi di purificazione e aerazione. I costi per i sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata però sono rilevanti e, di conseguenza, non sempre fattibili.”

I Dirigenti scolastici hanno chiesto più volte a Governo e Ministero di

Le raccomandazioni sono state molte, ma siamo ancora lontani da una logica di sistema che preveda un approccio razionale e programmatico al problema, con una precisa pianificazione degli interventi.

agire a livello di sistema: quali sono state finora le risposte da parte governativa?

“Le raccomandazioni sono state molte in tal senso, ma siamo ancora lontani da una logica che preveda un ap -

SCUOLA S•42 DIMENSIONE PULITO | 02/2024
ARIA INDOOR

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Lent ut intem eum latibus, none debis net volorem velique sus simusam ipid que eicillaccus es qui iliquae et as min cuptate ctaerunt mossequo quatiore, occus nimpell estio. Haris ut event, et ut qui odis mincia intiate mpossus accae nonsequat utatem ipid ese alia nos eumque nem. Non nonsecae comnit, ut ut aut eum facil intur as dolut laut quam et ullam quidit laborpo reiciist re volorep rorehendic to voles quatae officiissime ligende ssimus eatus incipid

undellate si voluptiis sit expliquatia venia aut pro que nimil evelles trumquo digendae. Quatus audi undae nulpa corunt et velis essit et et dellumende sandias ercid quiatis experum que denitaspe rem ut res doluptatis ipsam, optatinihic te voloribus, officipitio. Pudam latempe none simus molorerat reperum dolesciis volorem excero et acipit lab int velestibea volore, sit accus miliqua sincti vero endae provid mos

Specializzati nella pulizia degli impianti aeraulici e di tutti i suoi componenti

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Abbiamo elaborato procedure e tecniche di tipo chimico, microbiologico e meccanico che, oltre a rendere gli impianti sicuri sotto il profilo igienico-sanitario, ne migliorano sensibilmente lo scambio termico con un notevole risparmio energetico merito della pulizia dell’impianto aeraulico

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proccio razionale e programmatico, con la pianificazione degli interventi. A suo tempo, fin dall'inizio della pandemia l'Andis aveva chiesto al Governo e al Ministero di agire a livello di sistema, avviando un serio e programmato intervento per contrastare i contagi, come l'installazione nelle scuole di sistemi di ventilazione meccanica, che risultano efficaci. L'Andis propone un approccio multifattoriale e non al ribasso. Il fatto poi di investire i dirigenti della richiesta alle autorità competenti di effettuare i monitoraggi sulla qualità dell'aria indoor è apparsa, fin da subito, pura utopia, dato che i Dipartimenti di prevenzione delle Asl sono in affanno e le Arpa dichiarano di non essere preposte a tale compito. In molti casi, come previsto dalla norma, è stato chiesto alle Asl di misurare la qualità dell’aria ma purtroppo le risposte sono state esigue, anche perché la cosa poteva essere fatta a campione: in Italia abbiamo circa quarantamila edifici scolastici. Sappiamo che non si può fare tutto e subito, ma un investimento più convinto sul tema della qualità dell'aria nelle scuole, un intervento deciso in tale direzione farebbe davvero la differenza nel malaugurato caso in cui ci trovassimo a dover affrontare un’altra pandemia, come quella che abbiamo vissuto”.

Il Ministero ha raccomandato che “l’utilizzo dei dispositivi di sanificazione, purificazione e ventilazione sia preso in considerazione solo una volta che misure come la semplice ventilazione delle aule attraverso l’apertura delle finestre possa migliorare sensibilmente la qualità dell’aria”. Cosa pensa di questa proposta?

“L’abbiamo già chiarito: è una soluzione di comodo per non dover far controlli e non investire risorse; poi provi a pensare ai mesi freddi in alcune zone del Paese con relativo malessere di alunni e docenti e allo spreco di riscaldamento, in un tempo in cui l’ambiente ha bisogno di rispetto e cura. Ci hanno insegnato che bisogna areare i locali, certo, ma specie in classi numerose, senza più misure di distanziamento e diminuzione del numero di persone per aula, come la mettiamo?”

Il PNRR ha stanziato consistenti risorse per la scuola. I fondi sono stati ben spesi?

“I fondi stanziati dal PNRR sono molti, la maggior parte per l’edilizia: parliamo di quasi 1,2 miliardi per la costruzione di nuove scuole, 4,6 miliardi per asili nido e scuole dell’infanzia, 300 milioni per il potenziamento delle infrastrutture sportive, 600 milioni per le mense scolastiche, 3,9 miliardi per la messa in sicurezza e la riqualifica-

Il PNRR ha stanziato cifre veramente importanti per la costruzione di nuove scuole, ma Comuni e Province dovranno continuare a garantire gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per evitare il deterioramento degli edifici, per la loro riqualificazione compresa la salubrità dell’aria. Un compito assai difficile perché parliamo di un patrimonio edilizio di circa quarantamila edifici: il 42% dei quali costruiti prima del 1976 e per il 26% non si sa proprio l’anno di costruzione.

zione delle scuole e 2,1 per aule innovative e laboratori. Cifre veramente importanti, ma Comuni e Province dovranno continuare a garantire gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per evitare il deterioramento degli edifici, per la loro riqualificazione, compresa la salubrità dell’aria, e una continuità di fondi perché, come già detto poco sopra, parliamo di un patrimonio edilizio di circa quarantamila edifici: il 42% dei quali costruiti prima del 1976 e per il 26% non si sa proprio l’anno di costruzione. Lo stesso dicasi per le risorse che ogni anno mette a disposizione la Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale del Ministero dell’Istruzione e del Merito.”

I Dirigenti Scolastici che abbiamo interpellato hanno lamentato la carenza di indicazioni precise e la difficoltà di essere consigliati da tecnici e aziende competenti nella scelta delle tecnologie e dei prodotti, sempre compatibilmente alle risorse disponibili. Come si potrebbe agire, a suo parere, per aiutare la categoria in questo percorso? E per quanto concerne il tema dell’igiene, vi risulta che si stia agendo nella direzione auspicata? “Il rischio è quello di cedere alle lusinghe del miglior venditore. Bisognerebbe ci fosse almeno in ogni provincia un team di esperti che consigli le soluzioni migliori per quell’edificio, perché le scuole e i suoi ‘abitanti’ non sono tutti uguali: da un bambino di due anni della sezione primavera con 15 compagni ad un liceale diciassettenne in una classe da 28 studenti, da una scolara della primaria in una classe da 25 ad uno studente di un Istituto professionale nel laboratorio di meccanica con altri 20 compagni la differenza è molta così come le soluzioni. In merito all’igiene, la pandemia ha fatto partire una serie di procedure e di buone pratiche che si stanno mantenendo all’interno delle scuole.”

SCUOLA S•44 DIMENSIONE PULITO | 02/2024
ARIA INDOOR

Occorre passare dalle parole ai fatti!

Il tema della sicurezza e qualità dell’aria è sempre più al centro dell’attenzione negli istituti scolastici e la pandemia ha aumentato questo interesse. Su questa delicata e complessa problematica abbiamo inoltre raccolto il parere di Andrea Casa, titolare dell’azienda Alisea, considerato tra i massimi esperti italiani in materia di qualità e salubrità dell’aria indoor.

Nel suo libro “Respirare Aria Pulita”, si pone l’accento sulla necessità di garantire la salubrità dell’aria in qualsiasi luogo comunitario, anche perché le patologie respiratorie sono in costante aumento.

“La pandemia ci ha dimostrato che le malattie infettive sono uno dei pericoli più grandi per la salute umana, e la loro trasmissione è favorita dal fatto che passiamo la maggior parte del nostro tempo (80-90%) in ambienti confinati. Si tratta di un argomento fondamentale e molto delicato, che purtroppo è ancora un tasto dolente: sebbene dopo la pandemia in più parti del Paese siano stati lanciati progetti volti a migliorare la qualità dell’aria che si respira negli ambienti scolastici, siamo ancora lontani da una situazione realmente soddisfacente.”

Perché è essenziale che nelle scuole e nelle università gli alunni e il personale respirino “aria pulita”?

“Lo è perché si tratta dei nostri figli, del nostro futuro. Sono a scuola per molte ore e condividono gli stessi spazi, che spesso sono ristretti: questo crea condizioni pericolose se la qualità dell’aria indoor non è ottimale. Pensiamo alle scuole primarie: i bambini sono soggetti fragili e, quando si ammalano,

devono rimanere a casa, spesso con i nonni, anch’essi soggetti fragili che rischiano a loro volta di contagiarsi. Bisogna arrivare alla radice del problema e proteggere la loro salute a partire dalle mura scolastiche”.

Può riportarci qualche significativa testimonianza di quanto avviene in ambito internazionale, in particolare negli USA, senz’altro all’avanguardia per quanto concerne l’installazione e la sanificazione di condotte aerauliche e nel trattamento dell' aria?

“Negli Stati Uniti la consapevolezza circa l’importanza di avere un’ottima qualità dell’aria indoor è decisamente superiore rispetto all’Italia e all’Europa. Negli USA ci sono impianti di trattamento aria praticamente in ogni edificio e quindi è più semplice gestire questa problematica. In Italia, spesso non è possibile installare questi impianti, perché molti

edifici sono storici e non modificabili: servirebbe un’edilizia scolastica più moderna dove poter monitorare l’aria che respirano i nostri ragazzi. In Colorado, ad esempio, questo viene fatto sistematicamente: si pensa che ci possa essere una correlazione tra cattiva qualità dell’aria indoor e assenze scolastiche. Banalmente, si potrebbe cominciare a monitorare anche solo la CO2: una concentrazione elevata è sinonimo di aria potenzialmente insalubre”.

Per garantire la salubrità dell’aria, individuando una scaletta delle priorità, cosa si potrebbe fare in concreto?

“Bisogna cercare di adeguare gli edifici alle nuove necessità. I tre elementi fondamentali per avere una buona qualità dell’aria indoor sono ventilazione, filtrazione e manutenzione igienica degli impianti di trattamento aria. Quando non è possibile installarli, allora si può pensare di procurarsi dei purificatori in grado di filtrare l’aria”.

È ottimista circa la possibilità che in un futuro questo tema venga maggiormente considerato dalle istituzioni, dal mondo accademico, dalla comunità scolastica e dall’utenza?

“Assolutamente sì: ne vedo tutti i giorni i segnali. Se vent’anni fa, nel parlare delle problematiche relative all’importanza di una buona qualità dell’aria indoor, le persone non mi davano riscontri positivi, in quanto non consapevoli, oggi la situazione è cambiata. Come conseguenza della pandemia, questo argomento è diventato di importanza primaria, ma soprattutto, i giovani ora sanno qual è la posta in gioco e sono certo che vorranno prendere le misure di prevenzione adeguate.

S•45 DIMENSIONE PULITO | 02/2024
Andrea Casa, titolare azienda Alisea
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OGGI SUL MERCATO

Alcuni dei prodotti di riferimento del panorama industriale

PAREDES

PAREDIS STYLE, IN LINEA CON LA FILOSOFIA ECOATTITUDE

Il nuovo Paredis Style, dispenser del già collaudato sistema a taglio automatico, è garanzia di affidabilità, comfort e igiene. L’innovativa lama in ceramica garantisce una maggiore efficacia e il posizionamento della stessa permette un utilizzo sicuro. Con un design dalle linee moderne, che facilita la pulizia e la manutenzione, il distributore presenta una sezione in trasparenza che permette costantemente di mantenere sotto controllo il livello del prodotto. Il nuovo nottolino, che serve da attacco al distributore, oggi è in 100% cellulosa azzerando l’utilizzo della plastica nel materiale di consumo e producendo un unico rifiuto al termine del rotolo. Questo può essere scelto tra una vasta gamma di prodotti certificati Ecolabel in linea con la filosofia EcoAttitude.

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Soavex Professional è il nuovo sistema di dispensazione by Paperdì pronto a soddisfare le crescenti esigenze del mercato in termini di garanzia d’igiene, costo d’uso e autonomia. Una gamma completa di dispenser no-touch dal Design moderno, innovativa, tecnologica e pratica. Soluzione ideale per garantire massima efficienza, elevata autonomia, controllo dei costi. paperdi.it

LR INDUSTRIES

ETHEREAL, FRAGRANZE PER I TESSUTI

Ethereal, la nuova e affascinante collezione di fragranze per profumare il bucato, trasforma ogni momento di cura dei tessuti in un'esperienza avvolgente e rilassante. Ispirate all'atmosfera eterea e coinvolgente di istanti di puro relax, le fragranze Ethereal avvolgono gli indumenti in una nuvola di freschezza, pulizia e comfort. Ogni fragranza della collezione, come Cotton, Silk, Wool, Velvet, Jersey, è un'essenza di pura raffinatezza, creata per evocare sensazioni di tranquillità e armonia. Scegli la fragranza che rispecchia lo stile del tuo prodotto. Ethereal è più di una semplice collezione, è un tocco di eleganza, un momento di puro piacere sensoriale. lrindustries.it

SCUOLA S•46 DIMENSIONE PULITO | 02/2024 a cura di Loredana Vitulano
VETRINA

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MAGICA ESSENZA IGIENIZZANTE

Magica Essenza Pro-Line di Rubino Chem, è un formulato polifunzionale ad alta concentrazione con spiccata azione igienizzante e a pH neutro utilizzato per detergere, rimuovere germi e batteri con azione meccanica, spolverare, profumare e deodorizzare ambienti e superfici. Il formulato Magica Essenza Pro-Line è stato progettato per rispondere alle necessità degli utilizzatori professionisti. Il marchio registrato Trademark e il formulato hanno mantenuto nel tempo la peculiare alta qualità e identità riconosciuta e apprezzata dai clienti utilizzatori finali. Un’icona che nome e funzioni legano da sempre all’universo del cleaning e dei clienti più esigenti. Disponibile in flaconi da 750ml in 16 fragranze. rubinochem.it

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Allarme scabbia

L’acaro responsabile dell’infezione è il Sarcoptes scabiei. I fattori che la favoriscono sono la scarsa igiene e la vita in comunità

Una infestazione endemica che abbastanza misteriosamente si manifesta nelle scuole è la scabbia. Quasi sempre si presentano casi di alunni affetti da questa fastidiosa e contagiosa patologia, senza riuscire a risalire all’origine del contagio. Sono episodi isolati che compaiono, poi si risolvono con le cure adeguate, per ripresentarsi in altri luoghi gettando sempre scompiglio e malumore.

Disponendo di una buona lente o addirittura di un bioculare l’acaro della scabbia appare con un corpo ovaletondeggiante, convesso dorsalmente e appiattito ventralmente con quattro paia di zampe molto tozze.

I sacri testi in genere affermano che l'incidenza dell'acaro fluttua in funzione delle condizioni igieniche, ma non è del tutto vero. La scabbia può manifestarsi anche in ambienti igienicamente corretti ove sia passato un individuo affetto oppure essere venuti a contatto con un animale affetto dalla cosiddetta "rogna sarcoptica" (anch’essa causata dal S. scabiei ). Il contagio può

SARCOPTES SCABIEI

In primo luogo cerchiamo di conoscere meglio l’acaro colpevole del contagio: il Sarcoptes scabiei Dal punto di vista sistematico lo potremmo così inquadrare:

Classe: Arachnida

Sottoclasse: Acari

Ordine: Acariformes

Sottordine: Astigmata

Famiglia: Sarcoptidae

Le dimensioni estremamente piccole, sempre al di sotto del millimetro, li rendono difficilmente individuabili ad occhio nudo.

Uova: 0,15 mm di lunghezza | 0,10 mm di larghezza

Adulto:

Maschio 0,20 - 0,25 mm di lungh. | 0,15 - 0,20 mm di largh. Femmina 0,40 mm di lungh. | 0,30 mm di largh.

Il ciclo biologico è il classico uovo > larva > ninfa > adulto e si completa all’interno delle gallerie che l’acaro scava nello spessore dell’epidermoide umana. La sua durata è di 10-20 giorni (quindi molto breve), per cui si potrebbero avere svariate generazioni nell’arco dell’anno. In genere la vita dei maschi è di 2 mesi, mentre la femmina arriva a 3. Il numero di uova che la femmina può deporre nell’arco della sua vita è impressionante: supera ampiamente il migliaio di uova deposte in gruppi di 40.

SCUOLA S•48 DIMENSIONE PULITO | 02/2024 DISINFESTAZIONE

avvenire anche e soprattutto per contatto diretto o con vestiti, indumenti, biancheria da letto infestati.

I sintomi in genere sono un intenso prurito (soprattutto notturno) che induce il malcapitato a grattarsi, favorendo il distacco dall’epidermide di forme vitali del parassita e facilitandone la diffusione.

L’infestazione si presenta con dei brufoletti rossastri localizzati soprattutto negli spazi interdigitali (mani e piedi), sui polsi, intorno giro vita e nell’ombelico, nell’area sotto il seno, nelle ascelle e nell’area genitale. Nei bambini l’infestazione può interessare anche il cuoio capelluto e altre zone del corpo data la delicatezza dell’epidermide in giovane età.

La scabbia deve essere confermata dal medico attraverso una accurata visita dermatologica, durante la quale

verranno indicati i farmaci di uso topico da utilizzare per eliminarla. Nel caso siano segnalati casi di scabbia è necessario lavare gli indumenti e la biancheria a temperature superiori ai 60° C, sigillare gli oggetti che non possono essere lavati in un sacchetto di plastica per una settimana per favorire l'eliminazione degli acari, pulire e passare l'aspirapolvere (il sacchetto

dell’aspirapolvere va immediatamente gettato).

Data la sporadicità con cui si presenta la scabbia è difficile parlare di prevenzione se non ricordando che l’igiene è il prerequisito per non incappare nel contagio soprattutto lavandosi accuratamente e sovente le mani, cosa non facile per i bimbi impegnati nei loro giochi.

S•49 DIMENSIONE PULITO | 02/2024
L'acaro
Sarcoptes scabiei

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