LA RIVISTA DEL FACILITY MANAGEMENT
IN QUESTO NUMERO MERCATO
Professional cleaning “stabile” nel 2016
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Spazzatrici in calo, ma non troppo
DOSSIER
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GREEN CLEANING
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NOVEMBRE/DICEMBRE 2016
MARCO BOSELLI Bosch riparte da… Bosch
ANNO 8 - FEBBRAIO 2017
Organo ufficiale
bimestrale
Panoramica di inizio anno
TAVOLA ROTONDA
Conto Termico e TEE. A che punto siamo?
CLASSIFICHE 2015
Analisi del processo e case study
FILTRAZIONE E QUALITÀ DELL’ARIA SOTTORAFFREDDAMENTO ADIABATICO PER LA FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE
Produttori e distributori: ce la si può fare!
Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010
IMPIANTI NEGLI NZEB: DALLA TEORICA ALLA PRATICA EPB, LE NOVITÀ DELLE NUOVE NORME IMPIANTI AD ARIA PRIMARIA VS VAV FOCUS COMMISSIONING
N. 64 · Anno XI · dicembre 2016
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LA RIVISTA PER I PROFESSIONISTI DEGLI IMPIANTI HVAC&R NORMATIVA
ISSN: 2038-0895
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ISSN:2038-2723
ITS Dove va la filiera? FOCUS Un anno di logistica MATERIA CONNECTION
SPECIALE BIM TREND Il bagno che ti calza a pennello
DISTRIBUZIONE Quando la differenza la fa il “service”
ANTONIO FALANGA Una passione sempre viva
SAIE INNOVATION 2016 MEDAGLIE D’ORO A “IMPATTO ZERO” FOTOVOLTAICO INTEGRATO STORIA E ITER PROGETTUALE PCM UNA SCELTA DA NON SOTTOVALUTARE
Passo obbligato e grande opportunità
Il ruolo del BIM nella sicurezza in cantiere
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Organo ufficiale FINCO
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ISSN n. 1974-7144
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gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso più ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalità, metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla società o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fare” ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SI” o con un “NO”. È stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “si” e “no” dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianità dell’individuo e l’incapacità della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metà dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltà parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con più forza alla politica? n
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MACCHINE UTENSILI
1563 L’EDITORIALE
N. 12 - Dicembre 2016
Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti
La crisi ancora “morde”, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri
Un CNI eletto per dare risposte
di MATTEO PALO
R
iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderà gli ingegneri fino al 2021, quando completerà i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialità del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è già possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione così forte per la continuità del Consiglio nazionale uscente”, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.
In USA volano le infrastrutture
TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilità diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono
I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. Stabilità e certezza sono oggi più lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac cordi tra CNI e Governo che fine faranno?” / alle pagg. 1819
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Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documen→ pag.5 tare la consegna.
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NEWSLETTER – Nr.01 – Pag.1
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Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?
VENERDÌ 13 GENNAIO 2017
DAL 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL
[pag. 14]
IN QUESTO NUMERO
MATERIE PRIME
Il cliente prima di tutto In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano. MISURA
Un ponte tra passato e futuro
Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attività: una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.
UTENSILI
Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attività in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalità di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.
M-Steel qualità da oltre 40 anni
Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualità M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilità M-Steel si caratterizza per affidabilità, coerenza e prevedibilità nelle lavorazioni, riducendo i così costi di pro[pag. 12] duzione.
LAMIERA
40 anni di storia e successi nella robotica industriale
L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo L’utensile “intelligente” è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]
INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni
STORIA DI COPERTINA
TENDENZE Generative design, come cambierà il mondo MACCHINE UTENSILI
Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati
[pag. 18]
PANORAMA La formazione salesiana professionale SPECIALE Robotica Sempre più al centro dello sviluppo
CAD/CAM unico per il settore Lamiera
DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron
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#4maggio 2016 mensile
Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. È la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrà più rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo”. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni più datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i più grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, più volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna così alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perché il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.
Nr.01 – VENERDì 13 GENNAIO 2017
Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione → pag.3 di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7
INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI
a pag. 9
AUTOMAZIONE
MENSILE D’INFORMAZIONE PER LA PRODUZIONE E L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE Editoriale
Ancora trattative e consultazioni?
“Il museo del futuro è il mondo intero”
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Novembre/Dicembre 2016
Italia scossa
GOVERNO IN CRISI
a pag. 7
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di Fabio Chiavieri
segue a pag. 2
CASSA DEPOSITI E PRESTITI
PROGE T TA ZIONE
50 anni di torni
Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività. Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale già a partire dalla seconda metà del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]
[pag. 10]
– Anno 72 - n. 9
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MACCHINE UTENSILI
Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.
a pag. 15
Newsletter
SCIA, operativo Top 7 megail modello unico infrastrutture del 2016
Parte il piano 'smart city' 1 miliardo per 14 città
ROBOTICA
Al centro della fabbrica intelligente
LA RIVISTA PER PROGETTARE LA SMART INDUSTRY
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L’introduzione dei nuovi criteri Ecolabel UE
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MERCATO 12
Direttore Responsabile Giorgio Albonetti Publisher Marco Zani
Il cleaning professionale cresce in totale del 2% nel 2016
Direttore Editoriale Paolo Pellizzari redazione.pulizia@quine.it Direttore Tecnico Maurizio Pedrini Hanno collaborato a questo numero Riccardo Bozzo, Massimo Granchi, Monica Romano, Andrea Massignani, Maurizio Pedrini
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Realizzazione grafica Imagine
Direzione, Redazione
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ABBONAMENTI
Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica
Per il periodo 1/1/2016-31/12/2016 Periodicità: mensile Tiratura media: 3.083 Diffusione media: 2.875 Certificato CSST n. 2016-2610 del 02/03/2017 Società di Revisione: Refimi
L’indagine sul fatturato nel professional cleaning “disegna” la stabilità del mercato nel 2016
La vocazione al Facility Management d’eccellenza
Quine S.r.l. - Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel +39 02 864105 - Fax +39 02 72016740 - info@quine.it (seconda disponibilità) possono essere richiesti direttamente Tel. 02.88184233 - Fax 02.56561173 all’Editore, al doppio del prezzo di abbonamenti@quine.it copertina. Non si effettuano spedizioni Costo copia singola: euro in contrassegno. L’Editore si riserva 2,30 (presso l’Editore, fiere, la facoltà di modificare il prezzo manifestazioni) nel corso della pubblicazione, se L’IVA è assolta dall’Editore ai sensi costretto da mutate condizioni di dell’Art. 74, 1° comma, Lettera C del mercato. L’IVA sugli abbonamenti, DPR 26/10/72 n. 633 e successive nonché sulla vendita dei fascicoli modificazioni e integrazioni. separati, è assolta dall’Editore Prezzo abbonamento annuo ai sensi dell’Art. 74, 1° comma, (10 fascicoli) in Italia euro 50,00, Lettera C del DPR 26/10/72 n. 633 abbonamento Europa (10 fascicoli) e successive modificazioni euro 100,00. I numeri arretrati STAMPA New Press Edizioni Srl - Cermenate (CO) comunicati a soggetti con i quali Quine © 2017 QUINE S.r.l. S.r.l. intrattiene rapporti contrattuali Via Spadolini, 7 - 20141 Milano necessari per l’invio delle copie della Pulizia industriale e sanificazione rivista. Il titolare del trattamento dei mensile (10 numeri annui) dati è Quine S.r.l. - Via Spadolini, Registrazione del Tribunale di Milano n. 7 - 20141 Milano Tel +39 02 864105 n.141 del 10.05.2013. Fax +39 0272016740, al quale il Iscrizione al R.O.C. n. 12191 del lettore si potrà rivolgere per chiedere 29/10/2005. Tutti gli articoli pubblicati l’aggiornamento, l’integrazione, la su Pulizia Industriale e Sanificazione cancellazione e ogni altra operazione sono redatti sotto la responsabilità di cui all’art. 7 D.Lgs. 196/03. degli Autori. La pubblicazione o la ristampa degli articoli deve essere RESPONSABILE DATI PERSONALI autorizzata per iscritto dall’Editore. QUINE S.r.l. -Via Spadolini, 7 - 20141 Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/03, Milano Tel +39 02 864105 Fax +39 02 i dati di tutti i lettori saranno trattati 72016740 sia manualmente sia con strumenti Per i diritti di cui all’articolo 7 del informatici e saranno utilizzati per Decreto Legislativo n. 196/03, è l’inviodi questa e di altre pubblicazioni possibile consultare, modificare e di materiale informativo e o cancellare i dati personali ed promozionale. esercitare tutti i diritti riconosciuti Le modalità di trattamento saranno inviando una lettera raccomandata a: conformi a quanto previsto dall’art. 11 QUINE S.r.l. - Via Spadolini, 7 - 20141 D.Lgs. 196/03. I dati potrebbero essere Milano
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Direzione Pubblicità Sergio Cirimbelli dircom@quine.it Ufficio Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it, Rosella Poli r.poli@lswr.it
DETERGENZA 6
sommario
#4 SETTEMBRE/OTTOBRE 2017
CASE HISTORY 30 Lucart, al vertice in Europa nella lavorazione della carta con lo sguardo rivolto all’Economia circolare
SANITÀ 34 IRCCS San Raffaele di Milano, un ospedale votato alla massima attenzione per l’igiene e la pulizia
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FOCUS ON 38 Spazzatrici, il calo del fatturato 2016 non spaventa i produttori
SICUREZZA 46 Gli assiemi di apparecchi secondo la Direttiva Atex 2014/34/UE
MARKETING 50 Le aziende si raccontano con il Corporate Storytelling
DOSSIER IDROPULITRICI 52
nuovo sito www.pulizia-industriale.it aggiornato quotidianamente
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News
News
PULIZIA INDUSTRIALE E SANIFICAZIONE | SETTEMBRE/OTTOBRE 2017
OFFERTA ECONOMICAMENTE PIÙ VANTAGGIOSA, l’Antitrust boccia la modifica dell’art. 95 del Codice L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha inviato ai presidenti del Senato, della Camera e del Consiglio dei Ministri una segnalazione in merito alla recente modifica dell’articolo 95 - Criteri di aggiudicazione dell’appalto - del nuovo Codice dei contratti pubblici (D. Lgs. 18 aprile 2016 n. 50) ad opera del decreto correttivo (D. Lgs. 19 aprile 2017 n. 56). Le osservazioni dell’Antitrust, formulate nella riunione del 2 agosto 2017, riguardano la previsione di cui al comma 10-bis del citato art. 95 - relativa al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo - secondo la quale “La stazione appaltante, al fine di assicurare l’effettiva individuazione del miglior rapporto qualità/prezzo, valorizza gli elementi qualitativi dell’offerta e individua criteri tali da garantire un confronto concorrenziale effettivo sui profili tecnici. A tal fine la stazione appaltante stabilisce un tetto massimo per il punteggio economico entro il limite del 30%”. L’Antitrust ritiene che la norma in esame, “nella parte in cui prevede un tetto massimo per il punteggio economico, entro la soglia del 30%, limiti eccessivamente la facoltà della stazione appaltante di tenere adeguatamente conto delle offerte economiche, conferendole, allo stesso tempo, un’ampia discrezionalità nella valutazione delle offerte tecniche, con possibile pregiudizio al corretto ed efficiente svolgimento della gara e a una adeguata concorrenza anche di prezzo tra gli offerenti”. Questa segnalazione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato è stata pubblicata nel Bollettino n. 32 del 21 agosto 2017.
APPALTO SPECIFICO PER L’AFFIDAMENTO dei servizi di pulizia e igiene ambientale per gli immobili del MINISTERO DELLA GIUSTIZIA nell’ambito dello SDAPA SERVIZI DI PULIZIA Consip SpA ha indetto un appalto specifico per l’affidamento dei servizi di pulizia e igiene ambientale per gli immobili del Ministero della Giustizia nell’ambito del Sistema Dinamico di Acquisizione della Pubblica Amministrazione per la fornitura dei “Servizi di pulizia e igiene ambientale per gli immobili in uso, a qualsiasi titolo, alle Pubbliche Amministrazioni” (Sdapa Servizi di pulizia), ai sensi dell’art. 55 del D. Lgs. n. 50/2016 s.m.i. - ID Sigef 1964. L’importo a base d’asta totale è pari a 71.194.317,00 euro e la data di scadenza del bando è alle ore 12 del 22/10/2017. I chiarimenti saranno esclusivamente 10 pubblicati in formato elettronico firmato digitalmente, sui siti indicati nel bando, tra cui il sito www.consip.it. 4
IL SUBAPPALTO DOPO IL CORRETTIVO AL CODICE: il vademecum dell’Ance L’Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) ha pubblicato un vademecum sull’istituto del subappalto disciplinato dall’articolo 105 del nuovo Codice dei contratti pubblici (D.lgs. 18 aprile 2016, n. 50) come modificato dal D.lgs. 19 aprile 2017, n. 56. Il vigente Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha sensibilmente innovato la precedente disciplina del subappalto, sotto due aspetti particolarmente rilevanti. Riguardo al primo aspetto, se il D.lgs. n. 163/2006 prevedeva, all’art. 118, il limite del 30% per le sole “categorie prevalenti”, le nuove disposizioni estendono tale limite all’importo complessivo dell’opera, riducendo così la quota di subappalto a disposizione dell’appaltatore. Un secondo elemento di novità è contenuto nella disposizione che impone, nei casi previsti, di indicare sin dalla fase di gara una terna di nominativi di (futuri) subappaltatori.
PULIZIA INDUSTRIALE E SANIFICAZIONE | SETTEMBRE/OTTOBRE 2017
PUBBLICATA LA DELIBERA N. 842 sui prezzi di riferimento DEL SERVIZIO DI LAVANDERIA/LAVANOLO Il Consiglio dell’Autorità ha approvato i prezzi di riferimento del servizio di lavanderia/lavanolo in ambito sanitario. Ai fini dell’elaborazione del prezzo è stata sviluppata una metodologia statistica attraverso la quale sono state selezionate le caratteristiche rilevanti nell’influenzare i prezzi delle principali tipologie di servizio. In tali casi, il prezzo di riferimento, espresso sotto forma di “funzione”, varia in relazione ai valori assunti dalle variabili che esprimono le caratteristiche rilevanti del servizio, consentendo pertanto una flessibilità applicativa in relazione alle diverse esigenze delle stazioni appaltanti.
GREEN ECONOMY, nasce il database delle imprese italiane che esportano in Cina Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la Chinese Accademy of Social Sciences (CASS), nell’ambito del Programma Sino-Italiano per la Protezione dell’Ambiente (SICP), lanciano DIGE (Database of Italian Green Enterprises), un registro di imprese verdi italiane interessate a collaborare con la Cina. Scopo di DIGE è promuovere una migliore comprensione, da parte delle imprese cinesi, del valore aggiunto di tecnologie, prodotti, esperienze e metodologie maturate dall’Italia nel settore della green economy stimolando così la crescita dell’export italiano in Cina. La Cina costituisce il primo mercato al mondo per prodotti, servizi e tecnologie verdi e si stima che, tra il 2016 e il 2020, investirà circa 300 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi di crescita sostenibile fissati dai principali piani nazionali. DIGE intende favorire le opportunità per le imprese italiane rappresentate dall’espansione del mercato cinese e, al tempo stesso, punta a valorizzare l’eccellenza e l’expertise italiano di cui la Cina ha bisogno. Il database sarà diffuso a oltre 5.000 imprese cinesi anche grazie al supporto delle principali associazioni cinesi per la protezione ambientale e dei soggetti che organizzano Forum e Fiere di settore. La registrazione al database è gratuita.
INSETTI, È ALLARME INVASIONE: in Italia +9% di imballaggi in legno sottoposti a trattamenti fitosanitari Devastano coltivazioni, giardini e danneggiano il verde urbano. Si tratta dei parassiti killer che da anni minacciano piante e colture in Italia. Dalla Popilla Japonica, che sta distruggendo la vegetazione tra Lombardia e Piemonte, alla Xylella fastidiosa che ha fatto strage di ulivi nel Salento, fino al Rhynchophorus ferrugineus (meglio conosciuto come punteruolo rosso) che ha flagellato le palme in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise. Sono solo alcuni dei numerosi insetti alieni provenienti da altri continenti che a causa dell’intensificarsi degli scambi commerciali sono arrivati in Italia, dove hanno trovato un habitat favorevole in seguito ai cambiamenti climatici. La soluzione secondo gli esperti? Potenziare la ricerca, la prevenzione e i controlli alle frontiere. Atteggiamento condiviso anche da sempre più imprenditori italiani coinvolti nell’import-export che sempre più spesso dimostrano una crescente attenzione all’ambiente adottando misure atte a tutelare il sistema produttivo e l’ambiente e che allo stesso tempo combattono il problema della contraffazione. Un trend evidenziato dai dati sui trattamenti fitosanitari degli imballaggi in legno per l’export, che hanno registrato un +9% nel primo semestre 2017. Ma non è tutto. Molti Paesi hanno infatti deciso di procedere all’adozione, in seno alla Convenzione Internazionale per la Protezione delle Piante della FAO, dello standard ISPM 15 che impone alle nazioni di utilizzare legno sottoposto a specifici trattamenti approvati e contraddistinti dal marchio IPPC/FAO di cui ConLegno (Consorzio Servizi Legno Sughero), con il suo comitato tecnico FITOK, è stato riconosciuto come soggetto gestore per l’Italia dal 2005. Tutti gli imballaggi destinati a esportazioni extra-UE infatti escono dall’Italia con il marchio IPPC/FAO-FITOK. 5
Detergenza
PULIZIA INDUSTRIALE E SANIFICAZIONE | SETTEMBRE/OTTOBRE 2017
INTERVISTA di Maurizio Pedrini
L’INTRODUZIONE DEI NUOVI CRITERI ECOLABEL UE L’ingegner Raffaella Alessi, responsabile della Sezione Ecolabel, Servizio per le Certificazioni Ambientali Dipartimento per la Valutazione, i Controlli e la Sostenibilità ambientale dell’ISPRA - invita gli operatori del settore del professional cleaning ad un approccio sereno con le nuove disposizioni europee
L’ingegner Raffaella Alessi
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opo averla conosciuta in occasione della fiera Pulire che si è tenuta nel mese di maggio a Verona, quando è intervenuta ad un interessante convegno per presentare le novità del settore, abbiamo voluto re-incontrare l’ingegner Raffaella Alessi, responsabile della
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Sezione Ecolabel, Servizio per le Certificazioni Ambientali - Dipartimento per la Valutazione, i Controlli e la Sostenibilità ambientale dell’ISPRA, per rivolgerle alcune domande e approfondire – in particolare – l’aspetto relativo ai nuovi criteri Ecolabel UE per la detergenza, emanati di recente.
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Cominciamo la nostra intervista presentando l’ISPRA: di che cosa si occupa l’Ente? “L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) è un ente pubblico di ricerca, autonomo, sottoposto alla vigilanza del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. L’ente si occupa di ricerca in campo ambientale in tutti i settori - marino, geologico, ecc. - svolgendo attività connesse alla tutela dell’ambiente, sia in modo autonomo che come supporto al Ministero stesso dedicandosi in particolare ai controlli AIA e alle certificazioni volontarie”. Le chiederei un breve riepilogo sul marchio Ecolabel UE, per ricordare come e da chi viene rilasciato: cosa può dirci al riguardo? “L’Ecolabel UE è il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea, disciplinato dal Regolamento (CE) n. 66/2010, che contraddistingue i prodotti e i servizi caratterizzati da un ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita, garantendo al contempo elevati standard prestazionali. Nato nel 1992 e riconosciuto in tutta Europa, L’Ecolabel UE rientra tra le etichette ecologiche di tipo I (ISO 14024) e rappresenta quindi una certificazione volontaria basata su un sistema selettivo di criteri determinati su base scientifica e che analizzano l’intero ciclo
di vita, ed è garantita da terza parte indipendente (organismo competente). In Italia l’organismo competente nazionale designato, con DM 413/95, per l’applicazione del Regolamento (CE) 66/2010, è la Sezione Ecolabel del Comitato Ecolabel Ecoaudit, organo interministeriale. Nello svolgere la propria attività il Comitato si avvale del supporto tecnico della Sezione Ecolabel di ISPRA. L’Ecolabel UE può essere richiesto per quei beni e servizi, destinati alla distribuzione, al consumo o all’uso sul mercato comunitario, che appartengono a gruppi di prodotti/ servizi per i quali, a livello europeo, siano stati fissati i relativi Criteri nella forma di Decisioni della CE pubblicate in Gazzetta Ufficiale. La Commissione Europea, con il supporto degli Stati Membri, definisce i Gruppi di Prodotti che possono essere certificati, basandosi su studi relativi sia alla diffusione sul mercato di tali prodotti (o servizi), sia all’impatto ambientale da essi generato”. Quanti e quali sono i gruppi di prodotto per i quali è possibile richiedere la certificazione? “Attualmente questi gruppi di prodotto sono ventinove, incluso il servizio di ricettività turistica. La definizione dei criteri Ecolabel UE avviene attraverso un’analisi del ciclo di vita del prodotto/servizio, tenendo conto di vari aspetti. Innanzitutto prestazionali (efficienza, durata, ecc.); di composizione (materiali usati e contenuto di determinate sostanze); di processo produttivo (efficienza ambientale del processo,impiego di determinate sostanze); di composizione e di fine vita del prodotto (recuperabilità, riciclabilità e disassemblaggio). I criteri Ecolabel UE hanno lo scopo di ridurre proprio tali impatti senza però tralasciare, soprattutto nel caso dei prodotti, la performance, garantita grazie a test di idoneità eseguiti da laboratori accreditati ed indipendenti”. 7
Detergenza Quali vantaggi assicura la certificazione Ecolabel UE, specialmente nel campo dei prodotti per la pulizia e la detergenza professionale? “I prodotti e servizi che ottengono la certificazione Ecolabel UE presentano un minore impatto ambientale nel loro intero ciclo di vita, contribuendo così ad un uso efficiente delle risorse e a un elevato livello di protezione dell’ambiente (cambiamenti climatici, natura e biodiversità, consumo di energia e di risorse, produzione di rifiuti, emissioni in tutti i comparti ambientali, inquinamento dovuto ad effetti fisici e uso e rilascio di sostanze pericolose). Nel caso specifico della detergenza, assistiamo ad una maggiore attenzione nell’acquisizione di materie prime più rispettose dell’ambiente (ad esempio, l’olio di palma nei tensioattivi), alla sostituzione di sostanze pericolose con sostanze più sicure (e quindi una maggiore salvaguardia sia dell’ambiente che della nostra salute), ad una riduzione dell’impatto del packaging. Un’azienda nel settore del cleaning che decide di certificare un suo prodotto protegge in modo attivo l’ambiente, senza però rinunciare a ottime prestazioni, si immette in un ciclo virtuoso di competitività che nel futuro sarà sempre più premiante”. Che importanza ha, in particolare, l’azione intrapresa dall’ISPRA nel campo delle certificazioni Ecolabel UE? Può fornirci qualche dato sull’attività svolta e sui progetti in corso? “La Sezione Ecolabel di ISPRA fornisce supporto tecnico al Comitato per l’Ecolabel ed Ecoaudit. L’impegno principale che ci coinvolge è lo svolgimento delle istruttorie tecniche relative alle domande di certificazione delle aziende per i prodotti ed i servizi per i quali esistono dei criteri. Per fare un esempio, nel 2016 sono state approvate 175 istruttorie per un totale di 1366 prodotti/servizi certificati. All’attività istruttoria si affianca naturalmente altro, come ad esempio la partecipazione ai meeting europei finalizzati alla revisione dei criteri nei diversi gruppi di prodotto o servizio e la redazione di pareri tecnici durante i vari step della stessa”. 8
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Alla luce della sua esperienza, possiamo affermare che questo marchio è ormai conosciuto e affermato nei vari settori - specialmente in quello del professional cleaning? “Sicuramente quello del cleaning è uno dei settori in cui l’Ecolabel UE in Italia ha avuto un impatto maggiore in termini di consapevolezza e di impegno; ne sono una testimonianza le cinquanta licenze e, soprattutto, gli ottocentoquaranta prodotti che risultano ad oggi certificati. In Europa, infatti, siamo uno dei Paesi con il numero maggiore di licenze nel settore (insieme alla Germania e alla Spagna) e secondi solo alla Francia come numero di prodotti”. Quali sono, a suo parere, i maggiori ostacoli da superare per una più diffusa conoscenza e applicazione di questo prestigioso marchio ecologico? “Una delle maggiori difficoltà è probabilmente la scarsità, a livello centrale, di azioni forti di marketing. Il marchio Ecolabel UE non è conosciuto tanto quanto dovrebbe, e spesso molti consumatori hanno preconcetti difficilmente scalfibili, come l’idea che non pulisca bene e costi troppo. A mio avviso, dovrebbe essere compito dei governi e degli Enti locali, liberi ed indipendenti dagli aspetti di rendimento economico, far comprendere al
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consumatore la valenza dei prodotti e dei servizi Ecolabel. Invece l’aspetto del marketing è lasciato per la maggior parte alle sole aziende, e questo fenomeno ha aspetti contraddittori: infatti, se da un lato è vero che comunque ne beneficia un prodotto Ecolabel, dall’altro il consumatore potrebbe non cogliere la valenza intrinseca del marchio stesso. Con il risultato di lasciarsi guidare negli acquisti in altri gruppi merceologici sempre da pubblicità mirate dell’azienda, non necessariamente –quindi- di prodotti Ecolabel. Quando noi scegliamo un prodotto, la prima ricerca che facciamo è se esiste la certificazione per quello specifico settore, e poi scegliamo il prodotto che ha ottenuto il marchio”. Lei alla fiera Pulire ha partecipato alla cerimonia di premiazione della seconda edizione del Premio Nazionale Ecolabel UE: che idea si è fatta di questo evento e della manifestazione? “Si respirava entusiasmo, voglia di costruire e mettersi in gioco. Molti possessori di licenze Ecolabel UE sono i primi ad aver capito l’importanza di investire nell’ambiente e nella salute e rispondono con entusiasmo alle prove che un iter di certificazione europeo, serio ed indipendente, gli pone. Quanto alla fiera, l’ho trovata davvero interessante con espositori di eccellenza e visitatori davvero competenti e interessati, anche a questa tematica che mi vede coinvolta in prima persona”. Di recente, sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea i nuovi criteri Ecolabel UE per la detergenza. Cosa può dirci al riguardo? “In data 12/07/2017 sono stati pubblicati in GUUE i nuovi Criteri Ecolabel UE adottati il 23/06/2017 afferenti ai seguenti sei gruppi della “Detergenza”: Detersivi per piatti (Decisione: 2017/1214/UE del 23/06/2017), Detersivi per lavastoviglie industriali o professionali (Decisione: 2017/1215/UE del 23/06/2017), Detersivi per lavastoviglie (Decisione: 2017/1216/UE del 23/06/2017), Prodotti per la pulizia di superfici
dure (Decisione: 2017/1217/UE del 23/06/2017), Detersivi per bucato (Decisione: 2017/1218/UE del 23/06/2017), Detersivi per bucato per uso industriale o professionale (Decisione: 2017/1219/ UE del 23/06/2017). L’Art. 7 di tali Decisioni proroga la validità delle licenze d’uso Ecolabel UE attualmente vigenti di 12 mesi ad eccezione di quelle stipulate sulla base della Decisione 2011/383/UE (Detergenti multiuso e per servizi sanitari) che vengono prorogate di 18 mesi. Questo vuol dire che le aziende avranno tempo fino al 22/12/2018 per adeguare i prodotti certificati ai sensi della Decisione sui Multiuso e Sanitari, e fino al 22/06/2018 per tutti gli altri prodotti. Entrando un po’ più negli aspetti tecnici, per tutti i GdP la maggior parte dei vecchi criteri sono stati mantenuti, magari apportando correzioni più o meno impattanti. Forse il GdP dei Multiuso ha avuto i maggiori cambiamenti, dato che si sono introdotte nuove soglie limite applicabili alle sostanze in ingresso. Il tutto con l’obiettivo di tenere maggiormente in considerazione sia le diverse tipologie di prodotti (ad esempio i prodotti per la pulizia in cucina sono stati distinti dai prodotti per i sanitari), sia i prodotti concentrati rispetto ai pronti all’uso, questi ultimi maggiormente invasivi sotto il profilo ambientale. Da rilevare anche l’armonizzazione tra i diversi GdP (es. nomi dei criteri, limitazioni per le sostanze pericolose) e l’estensione del periodo di validità dei criteri da quattro a sei anni”. In particolare, quali le sembrano destinati ad avere la maggiore ricaduta sul settore del professional cleaning? “Il gruppo con il più consistente numero di licenze e, soprattutto, con il maggior numero di prodotti è quello dei detergenti multiuso (23 licenze e 560 prodotti ad agosto 2017): quindi, immaginiamo che sarà questo settore quello in cui avremo il maggiore impatto. Forse il criterio più “ostico” sarà quello sui requisiti da presentare a garanzia della sostenibilità dell’olio di palma e derivati. Supponiamo che per le aziende, soprattutto quelle più piccole, potrebbe essere difficile trovare fornitori che riescano a soddisfare la richiesta”. 9
Detergenza
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In conclusione, quale messaggio possiamo mandare al nostro settore? “Mi piacerebbe rimarcare una banalità: un maggior numero di prodotti e di servizi Ecolabel UE sul mercato equivale ad un maggiore impatto positivo sull’ambiente. Qui vedo due attori: il consumatore, che può contribuire direttamente alla salvaguardia ambientale grazie ai suoi acquisti, ed il produttore che può aumentare sempre di più il ventaglio di prodotti disponibili alla vendita in modo da ampliare la scelta. Purtroppo il produttore medio, soprattutto in questo periodo, deve fare i conti con il ritorno economico che un prodotto può dargli ed occorre dunque elaborare e pianificare una serie di strategie ed iniziative volte ad aumentare la conoscenza di questo strumento, sia da parte del consumatore sia da parte dei produttori”.
Veniamo alla principale scadenza: le aziende produttrici di detergenti che si fregiano del marchio Ecolabel UE avranno 12-18 mesi (a seconda dei termini riportati all’art. 7 delle decisioni UE) per adeguare i propri prodotti ai nuovi criteri del marchio ecologico dell’Unione Europea. Le sembra un margine di tempo ragionevole? “Le modifiche, come già detto, non sono estreme, per cui confidiamo in un passaggio senza troppe problematiche. Da un confronto fatto tra i valori dei prodotti già certificati e le nuove soglie, molti di essi sembrerebbero essere già conformi”. Quale tipo di supporto siete in grado di offrire alle imprese in questa fase di transizione? “Anche se il numero di risorse umane appartenenti alla Sezione Ecolabel è sicuramente non adeguato, siamo sempre ben disposti verso le aziende che presentano dubbi o problemi, sia telefonicamente sia per posta elettronica. Quando troviamo qualcosa che non va, il nostro primo obiettivo è di risolvere il problema perché una risoluzione positiva del problema significa un prodotto o un servizio in più sul mercato”. 10
CHI È RAFFAELLA ALESSI Laureata in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio nel 1997, dopo varie esperienze anche all’estero nel 1999 viene assunta al servizio di ISPRA (allora ANPA - Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) dove inizialmente si occupa di depurazione delle acque reflue e tutela delle acque interne. Dal 2009 entra a far parte del “Team Ecolabel”, all’interno del quale contribuisce alle attività di svolgimento delle istruttorie tecniche di assegnazione del marchio Ecolabel UE e alla revisione dei criteri Ecolabel UE. Crede fermamente nello strumento europeo e lancia quindi, in collaborazione con il MIUR, un progetto di diffusione dell’Ecolabel nelle scuole collaborando all’ideazione del premio Ecolabel Award
Mercato
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a cura della Redazione
Il cleaning professionale CRESCE IN TOTALE DEL 2% NEL 2016 P
ubblicati i dati dell’Indagine AfidampFAB sul fatturato dell’industria nel cleaning professionale nel 2016: complessivamente, il settore ha registrato un fatturato di 1.644.458.287 euro, segnando un lieve incremento (+2%) rispetto ai 1.608.155.604 euro del 2015. Una crescita più timida rispetto all’anno precedente (era del 7%), ma pur sempre una crescita che lascia ben sperare per il prossimo futuro. Le macchine, dopo l’exploit dell’anno precedente, in cui segnavano un trionfante +11% di fatturato, presentano un 2016 all’insegna della staticità, senza oscillazioni nei ricavi. Stabilità è la parola chiave un po’ per tutte le famiglie del cleaning, con lievi variazioni dallo 0 al 4% ed una sola eccezione: la categoria accessori e ricambi auto, che vola con un +20%.
2013, tutti gli indici hanno iniziato a segnare una crescita, rimasta costante da quattro anni a questa parte. Di seguito, la composizione percentuale del fatturato totale:
Le percentuali rispecchiano il trend rilevabile anche dal dato 2016 sul Pil, che resta in territorio positivo ma con lievissime oscillazioni (dal +0,8% al +0,9%). Dopo la fase più acuta della crisi, a partire dal 2012, per i produttori del comparto del professional cleaning, la situazione è rientrata lentamente nella normalità. In particolare, a partire dal
Così come nel 2015, dall’esportazione deriva il 53% del fatturato. Nel dettaglio, il totale fatturato del mercato estero è pari a 867.686.898 euro. Il 39% del fatturato complessivo derivante dall’esportazione è prodotto dalle macchine (in calo di un punto percentuale), seguite dalla carta con il 34% (+1%), da altri prodotti con l’11% (dispenser
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»» le macchine, in termini di fatturato, rappresentano il 33% del totale produzione, con 518.959.201 euro; »» i prodotti chimici il 13% con 208.987.992 euro; »» le attrezzature il 4% con 69.478.006 euro; »» la carta, settore tissue destinato all’uso professionale, il 33% con 551.906.497 euro; »» fibre e panni il 2% con 28.455.342 euro; »» accessori e ricambi macchine il 5%, con 85.487.832 euro; »» altri prodotti il 10% con 181.183.416 euro.
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per sapone e diffusori deodoranti, asciugamani elettrici ad aria calda, batterie e caricabatterie, spazzole e dischi) e dalle attrezzature con il 5%. I prodotti chimici sono storicamente destinati al mercato interno e rappresentano solo il 4% del totale export. Come ogni anno, il comparto macchine, si conferma quello dalla maggiore vocazione internazionale, con un fatturato che per ben il 65% deriva dai mercati esteri (stessa percentuale del 2015). A seguire, le attrezzature con il 61% (in calo di 2 punti) e gli accessori e ricambi macchine con il 62% di fatturato. I mercati di riferimento restano, in particolare, l’Europa, l’Asia ed il Medio Oriente. Per quanto riguarda il mercato interno, invece, il fatturato totale del mercato interno è pari a 776.771.389 euro e segna una crescita del 3% (nel 2015 segnava un +9%). Il mercato interno è guidato, come l’anno precedente, dalla carta, con il 33% del totale del fatturato, seguita dalle macchine con il 24%. Al terzo posto troviamo i chimici con il 22%, seguiti da altri prodotti con l’11%, accessori e ricambi per le macchine con il 4% ed infine attrezzature e fibre e panni con il 3%.
Macchine Venendo a parlare - in dettaglio - delle singole categorie, per quanto riguarda il comparto delle macchine esso rappresenta, in valore, il 32% dell’universo del cleaning professionale. Ha realizzato, nel 2016, un fatturato pari a 518.959.201 euro non registrando, in pratica, nessuna variazione rispetto al 2015. Il 65% dei ricavi (stesso dato del 2015) deriva dai mercati esteri. Tuttavia il fatturato derivante dal mercato estero segna un -1%, mentre cresce quello italiano con un +3%. Il fatturato totale non cresce ma aumenta la produzione: le macchine realizzate complessivamente nel 2016 sono state 920.169, segnando una crescita del 4% rispetto all’anno precedente. A guidare la produzione sotto il profilo numerico sono, ancora una volta, aspirapolvere/ liquidi, seguite da idropulitrici e lavasciuga. Le categorie che attestano invece un calo dei prodotti realizzati sono: spazzatrici stradali (-7%) e monospazzola (-3%). A livello di entità di fatturato restano trainanti, nell’ordine: lavasciuga, spazzatrici stradali aspirapolvere/liquidi ed idropulitrici. Le categorie che segnano i maggiori cali di fatturato sono: spazzatrici
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Mercato
(escluse stradali) con -21% (a fronte di una produzione che segna +15%), spazzatrici stradali e macchine per moquette (-3%). La produzione di macchine per la pulizia industriale si rivolge principalmente alle imprese di pulizia e servizi, che operano nell’ho.re.ca., nella pubblica amministrazione, nella scuola, nella sanità, nei servizi in generale ma anche nell’industria nei suoi differenti settori. Per le macchine di valore superiore ai 20.000/30.000 euro si utilizza, solitamente, la pratica del noleggio.
Prodotti chimici Per quanto riguarda invece il settore dei prodotti chimici, essenzialmente orientato al mercato interno, il comparto nel 2016 ha realizzato un fatturato complessivo di 208.987.992 euro, di cui il 19% (in crescita di un punto percentuale) derivante dal mercato estero. La crescita del fatturato, in totale, è del 2% (stesso dato dell’anno precedente). Complessivamente sono state prodotte 114.479 tonnellate di prodotti, con un aumento di circa 5 mila tonnellate rispetto all’annata precedente. La leadership, a livello sia di produzione che di valori, 14
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spetta ai prodotti per pavimenti ed ambienti, con 184.621.809 euro di fatturato (+2%) e 100.683 tonnellate di prodotti realizzati (+1%). All’interno di questa categoria spiccano i detergenti e i detersolventi, con 58.649 tonnellate prodotte (in aumento di circa 3000 tonnellate rispetto al 2015) e 95.203.512 euro di fatturato (in aumento di quasi 3.000.000 euro). Attrezzature Nel 2016, il comparto delle attrezzature (che comprende carrelli e telai, tessili per pavimenti, accessori vari) ha realizzato 69.478.006 euro di fatturato, di cui il 61% sui mercati esteri (in calo di 2 punti). Quella delle attrezzature, che nel 2015 era stata l’unica categoria con un fatturato in negativo, nel 2016 chiude con la seconda migliore performance del settore del cleaning, segnando un +4%. Le garze monouso risultano ancora la categoria più in difficoltà, pur segnando una ripresa e passando dal -28% al -7%, confermando il calo, soprattutto, nel mercato interno. Sul fronte dei ricavi, domina come sempre il settore carrelli e telai, con un fatturato di 31.120.769 euro, in crescita di un punto percentuale.
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Carta Sotto la voce “Carta” si raccolgono le seguenti tipologie di prodotto: bobine e panni in carta e tessuto non tessuto, asciugamani in carta/tessuto, distributori di articoli in carta (asciugamani, carta igienica, sacchetti), carta igienica, altri articoli igienici in carta (coprisedili, sacchetti). Il comparto, nel 2016, complessivamente ha fatturato 551.906.497 euro (+2% rispetto al 2015) di cui il 53% sui mercati esteri. Il settore leader sotto il profilo delle entrate resta quello degli asciugamani, con 228.322.271 euro di fatturato complessivo (+8%). In negativo strofinacci industriali (-6% a causa del calo nel mercato interno) e tovagliolini (-3%, anche in questo caso dovuto al mercato nazionale). Fibre e panni Sotto la voce “Fibre e Panni” sono comprese due tipologie di prodotti: abrasivi e panni per superfici e pavimenti. Il comparto nel 2016 ha realizzato complessivamente un fatturato di 29.145.847 euro, di cui il 19% derivante dall’esportazione (in calo di un punto). Meno decisa, rispetto alle precedenti rilevazioni, la crescita del fatturato che si attesta al +2%. Lieve incremento per panni per superfici e pavimenti (+3%) e prodotti abrasivi (+2%).
Accessori e ricambi macchine Gli accessori e ricambi macchine sono cresciuti di ben 20 punti rispetto al precedente anno, con un fatturato che vale 85.487.832 euro. Si tratta di un importante aumento sia sul fronte estero (+21%) che su quello italiano +19%. Altri prodotti Sotto la voce “Altri prodotti” sono comprese le seguenti tipologie di prodotto: dispenser per sapone e diffusori deodoranti, asciugamani elettrici/aria calda, batterie e caricabatteria, spazzole e dischi trascinatori, prodotti non classificabili. Il comparto nel 2016, complessivamente, ha fatturato 181.183.416 euro, crescendo di un punto percentuale. In calo la percentuale di fatturato proveniente dai mercati internazionali, che passa dal 58% al 55%. I prodotti che hanno riscontrato una maggiore crescita di fatturato rispetto al 2015 sono: dispenser per sapone e diffusori deodoranti (+13%), spazzole e dischi trascinatori (+11%) i batterie e carica batterie (+4%). In negativo i prodotti “non classificabili” (-5%) e gli asciugamani elettrici/aria calda (-1%).
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Inchiesta
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L’indagine sul fatturato nel professional cleaning “DISEGNA” LA STABILITÀ DEL MERCATO NEL 2016 A corredo dell’articolo sui dati resi noti da AfidampFAB relativi al fatturato 2016, di seguito pubblichiamo un’inchiesta con i pareri di alcuni autorevoli “addetti ai lavori” del settore del cleaning di Maurizio Pedrini
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fidampFAB ha reso noto i dati dell’indagine sul fatturato dell’industria nel cleaning professionale relativi al 2016. Lo spaccato che ne esce illumina il quadro di un mercato sostanzialmente stabile ma positivo perché si conferma in leggera crescita, di due punti percentuali, sull’anno precedente. Un settore, dunque, complessivamente in buona salute che si consolida - però - tra gradevoli luci e qualche ombra, in quanto a fronte di nicchie in netta espansione come il segmento carta ne emergono altre che si dimostrano un po’ in affanno. Proprio questa leggera difficoltà nelle vendite in ambiti produttivi tradizionalmente forti, come quello delle spazzatrici, induce a qualche preoccupazione peraltro mitigata dall’incremento del numero di macchine fabbricate. Il primo elemento che 16
balza agli occhi è che il quadro tracciato dallo studio realizzato dall’Associazione italiana dei fabbricanti di macchine, prodotti e attrezzature per la pulizia professionale e l’igiene ambientale, relativo allo scorso anno, appare mitigato rispetto al “boom” del 2015 quando il trend con il segno più era stato del 7% Ma andiamo ad analizzare le cifre a nostra disposizione. Il fatturato totale nel 2016 è stato di 1.644.458.287 euro, segnando - come dicevamo - un lieve incremento (+2%) rispetto ai 1.608.155.604 euro del 2015. È l’elemento della stabilità, dunque, sia pure con lievi variazioni dallo 0 al 4% a caratterizzare - quale comune denominatore - le varie famiglie del cleaning, eccezion fatta per la categoria degli accessori e dei ricambi auto che “mette le ali” con un +20%.
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Eugenio Cagna
Dopo il trionfale +11% del 2015 le macchine si stabilizzano, in termini percentuali, senza variazioni di rilievo. Del resto, dal 2013, superati gli anni della “grande paura”, il trend è sempre stato positivo con tutti gli indici in crescita. Lo “zoccolo duro” del settore, che vede il Made in Italy sul tetto d’Europa, con un fatturato di 518.959.201 euro (equivalente al 2015) il comparto ha dimostrato la sua forza e le grandi potenzialità che lo caratterizzano, rappresentando - in termini di valore assoluto - il 33% dell’universo del cleaning professionale. Confermata anche la percentuale dei ricavi derivante dell’export, pari al 65%, ma il fatturato derivante dal mercato estero segna un -1%, mentre cresce quello italiano con un +3%. Se non aumenta l’indice del fatturato totale, aumenta però la produzione: le macchine costruite nel 2016 sono state infatti 920.169 (+4%). Spingono la produzione le aspirapolvere/liquidi, seguite da idropulitrici e lavasciuga. Le categorie che attestano invece un calo dei prodotti realizzati sono: spazzatrici stradali (-7%). In termini di fatturato restano invece trainanti, nell’ordine: lavasciuga, spazzatrici stradali aspirapolvere/liquidi e idropulitrici. Come accennavamo in apertura, le categorie che fanno registrare i maggiori cali di fatturato sono: spazzatrici (escluse stradali) con
-21%, (che esibisce, però, un +15% di aumento, nella produzione), spazzatrici stradali e macchine per moquette (-3%). La principale destinazione di riferimento nel mercato per le macchine resta invariata: sono vendute alle imprese di pulizia e servizi, che operano nell’Horeca, nella Pubblica Amministrazione, nella scuola, nella sanità, nei servizi in generale ma anche nell’industria e nei suoi differenti settori. Per le macchine di valore superiore ai 20.000/30.000 euro si utilizza, solitamente, la pratica del noleggio. Non ci si poteva aspettare, invece, oggettivamente di più dal comparto prodotti chimici che nel 2016 ha concretizzato un fatturato globale di 208.987.992 euro, di cui “solo” il 19% (+1%) grazie all’export. La stabilità è sancita anche dall’indice di crescita: un 2% che riconferma la percentuale di incremento del 2015, mentre sono 114.479 le tonnellate prodotte, con un aumento di 5 mila tonnellate rispetto alla precedente rilevazione. Al primo posto, sia in termini di produzione che di valori, troviamo i prodotti per pavimenti e ambienti, con 184.621.809 euro di fatturato (+2%) e 100.683 tonnellate di prodotto realizzati (+1%). All’interno di questa categoria emergono i detergenti e i detersolventi con 58.649 tonnellate prodotte (circa 3000 tonnellate in più rispetto al 2015) e 95.203.512 euro di fatturato (con un incremento di circa 3.000.000 di euro).
L’analisi di alcuni produttori
Iniziamo, ora, un breve “dibattito” con alcuni rappresentanti di aziende del settore sui dati di quest’indagine: come valutate i risultati sul fatturato del settore relativo al cleaning professionale 2016, che ha visto una crescita complessiva del settore pari al 2%, più timida rispetto all’anno precedente? Per Eugenio Cagna, presidente di KlinMak, la modesta crescita è in linea con una generale situazione del settore in sostanziale equilibrio. “Sarebbe molto interessante capire, invece”, aggiunge, “quali siano i trend mondiali del settore. Per questo credo sia auspicabile, in prospettiva, uno sforzo di analisi integrativo che fornisca ai 17
Inchiesta SALDO L’EXPORT, TRAINATO DALLE MACCHINE, MENTRE IL TREND DEL MERCATO INTERNO RIMANE POSITIVO
Si conferma vincente l’export, dal quale deriva il 53% dell’intero fatturato, con una cifra totale di 867.686.898 euro. Come sempre, la fanno da padrone le macchine, con la consistente quota del 39% (-1% sul 2015), seguite dalla carta a quota 34% (+1%), da altri prodotti con l’11% (dispenser per sapone e diffusori deodoranti, asciugamani elettrici ad aria calda, batterie e caricabatterie, spazzole e dischi) e dalle attrezzature con il 5%. Quasi scontato il dato (4%) del fanalino di coda, quei prodotti chimici che da sempre trovano grandi difficoltà a varcare la catena delle Alpi. Il comparto macchine deve alle esportazioni ben il 65% della sua ricchezza, seguito dalle attrezzature con il 61% (-2%) e dagli accessori e ricambi macchine con il 62% di fatturato. Le nostre produzioni sono apprezzate soprattutto in Europa, Asia e Medio Oriente, pur essendo ormai presenti in tutto il mondo. Segnali di ripresa giungono nuovamente dall’asfittico mercato interno, che con un +3% mantiene un buon trend dopo l’exploit del 2015 (+9%) - anno di un balzo in avanti giunto un po’ a sorpresa. Sembrano ormai solo un brutto ricordo, insomma, gli anni della lunga stagnazione seguita alla crisi economica e alla spending review ma è lecito attendersi molto di più, considerando le potenzialità in gran parte inesplorate dal mercato, offerte nel nostro paese dalla meccanizzazione delle pulizie e dalla scelta di prodotti professionali per l’igiene. La ripartizione delle quote vede in testa, come nel 2015, la carta, con il 33% del totale, seguita nell’ordine da macchine (24%), chimici (22%), altri prodotti (11%), accessori e ricambi per le macchine (4%), attrezzature e fibre e panni con il 3%.
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noi produttori qualche elemento di conoscenza maggiore in tale direzione”. Romolo Raimondi, contitolare di RCM, azienda del comparto macchine, si ritrova nei dati: “Nel 2016 il fatturato della nostra azienda”, precisa, “ha ricalcato l’andamento generale della produzione italiana di spazzatrici industriali, spazzatrici urbane e lavasciuga. Difficile ricavare considerazioni generali dai dati di AfidampFAB: posso dire che la pur lenta crescita dagli ultimi anni ci induce a sperare nel futuro. Quello che è certo, è che le aziende italiane, nelle loro competizione internazionale, partono svantaggiate rispetto ai concorrenti stranieri, appesantite come sono da una situazione politica di così poca dinamicità. Trovo che sarebbe interessante, anche se forse deprimente, un confronto con quanto succede negli altri Paesi europei”. “I numeri sono stabili”, afferma Alessandro Fiorentini, alla guida dell’omonima azienda Ing. O. Fiorentini, produttrice di macchine per la pu-
Romolo Raimondi
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lizia: nel corso del 2016 abbiamo registrato un aumento del fatturato in Italia, a fronte di un leggero decremento all’estero. Peraltro i primi mesi del 2017 hanno segnato per noi un’inversione di tendenza con una decisa ripresa dell’export. Il mercato è fluttuante e restare in sella è, oggi più che mai, assai impegnativo perché non si può vivere delle glorie del passato. Il settore macchine, comunque appare stabile, con lievi variazioni al rialzo o al ribasso nei profitti, che – nel nostro caso – risentono dell’andamento delle gare d’appalto o di altri aspetti contingenti. Per quanto ci riguarda, stiamo entrando nel settore delle spazzatrici stradali e abbiamo acquisto un’industria specializzata in questo ambito, parallelo al nostro, sul quale puntiamo molto. Per quanto concerne la crescita considerevole dei ricambi, nel caso nostro questo dato di mercato deriva dal fatto che abbiamo costituito un’apposita azienda per il noleggio full rent, la quale necessita costantemente di pezzi di ricambio per le macchine”. Gabriella Bianco, responsabile comunicazione del Gruppo IPC, è comunque fiduciosa: “Seppur timida”, precisa, “la percentuale di crescita totale dei numeri 2016 rispetto al 2015 va vista come un segnale positivo, poiché indica che la ripresa è reale. Per quanto riguarda il Gruppo IPC, il 2016 è stato un anno assai positivo: abbiamo riscontrato una crescita di fatturato, sia per quanto riguarda la Divisione macchine - dove è stata sostanziale che per quella delle attrezzature. Le fa eco Toni D’Andrea, amministratore delegato di Afidamp Servizi, che però non nasconde qualche elemento di preoccupazione: “Da un punto di vista critico”, ammette, “la lettura dei dati, incline alla stabilità, è oggettivamente negativa perché tutti dovremmo augurarci che il mercato sia sempre più popolato di macchine innovative, con caratteristiche di maggiore efficienza e minori consumi, soprattutto, sempre più sicure per gli operatori. Ciò che è successo è facilmente spiegabile: se in altri mercati il prodotto innovativo vince, anche impegnando risorse maggiori, in questo comparto - che resta comunque abbastanza circoscritto - le macchine hanno registrato una durata più lunga e quindi le aziende hanno venduto di meno”.
Alessandro Fiorentini
“La mia impressione”, rileva Luca Cocconi, AD di ARCO Chimica, è comunque positiva: il settore sta cominciando a risentire di una certa “frizzantezza”. Il contenuto aumento in termini di fatturato, o il leggero decremento di poche nicchie, è un fenomeno normale in quanto non si può sempre crescere a doppia cifra; il trend positivo di quasi tutti i segmenti produttivi, dimostra - invece - che è in atto un meccanismo di sviluppo, anche se non mi nascondo le oggettive difficoltà per il Made in Italy di mantenere immutato quell’elevato tasso di competitività che finora l’hanno reso forte in Europa e nel mondo. Per quanto riguarda la nostra azienda, posso solo parlare di un’ottima crescita e grandi progetti, che hanno poi trovato puntuale conferma nell’anno in corso, donandoci grandi soddisfazioni in termini di fatturato e crescita complessiva”. Ottimista Giampaolo Ruffo, alla guida di TMB, azienda del Gruppo Comac: “Il nostro comparto fotografato dall’indagine”, spiega, “appare, anche stavolta, più vivo che mai. Del resto, tale impressione è stata suffragata in maniera brillan19
Inchiesta
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Dati contrastanti: “esplodono” le lavasciuga in Italia e “crollano” le spazzatrici
Gabriella Bianco
te alla recente edizione di Pulire. In questi anni le imprese italiane non sono state certo con le mani in mano. Anzi, hanno confermato di saper investire in ricerca e innovazione anche in tempi di crisi economica, rivelandosi ambiziose, molto veloci e creative, direi quasi geniali, nella capacità di affrontare la sfida della globalizzazione con idee nuove in grado di vincere la concorrenza. Fra gli elementi positivi, pur a fronte del decremento di fatturato globale emerso nel 2016 rispetto all’anno precedente, sottolineo i concreti segnali di ripresa del mercato interno, grazie a molteplici, positivi fattori”. Riccardo May, senior product manager di Tork, afferma: “Complessivamente il settore ne esce bene; l’andamento generale del mercato mi sembra sia stato buono, anche se - magari - ci si poteva aspettare di più. In particolare, è stato un anno soddisfacente per Tork che ha dato lo slancio a una crescita generale su tutta quanta la nostra gamma di prodotti anche nel 2017, andando in qualche modo oltre al trend del settore che ha avuto una crescita più contenuta rispetto alle aspettative”. 20
Esistono, in particolare, dei dati positivi che meritano di essere evidenziati? “I segnali di ripresa che ci giungono dal mercato interno sono sicuramente assai positivi e IPC è felice di poter confermare questo trend”, commenta Bianco. “Riteniamo, inoltre, che i dati potranno solo migliorare, come confermato peraltro dai primi mesi del 2017, poiché gli operatori del cleaning, sempre più sensibili e attenti all’igiene, cercano prodotti professionali specifici per le diverse applicazioni. Allo stesso tempo, però, l’esasperante rincorsa al prezzo più competitivo costituisce la maggiore criticità e rende difficile, purtroppo, argomentare il valore dei servizi che insieme ai prodotti vengono forniti”. May si sofferma su un aspetto che riguarda in particolare la sua azienda: “Uno degli elementi più positivi per Tork”, commenta, “è che quasi metà del nostro business è concentrato su sistemi a valore aggiunto: esso evidenzia ciò che il brand promuove da anni sul mercato, ovvero che la qualità - nel lungo periodo - è capace di fornire un servizio superiore agli utenti finali, apportando maggiori benefici alla loro esperienza, in qualsiasi segmento essa sia”. “Il buon risultato in termini di fatturato, sia pure parzialmente meno brillante dell’anno precedente”, afferma Cocconi, “dovrebbe spronarci, come fabbricanti italiani, a non tirare i remi in barca, ma credere con maggiore fiducia nei nostri progetti di sviluppo e innovazione”. “La chiave di lettura”, interviene D’Andrea, “in effetti è duplice: non è poi un aspetto così negativo il decremento del mercato estero a fronte dell’incremento di quello interno. Per anni, a causa della crisi economica, del taglio degli investimenti, della spending review nel settore pubblico, della gare al massimo ribasso, il nostro settore è rimasto sacrificato: non si è potuto spendere per rinnovare o ampliare il parco macchine dedicato alla pulizia professionale. Nel corso del 2016 vi è stato, probabilmente, un respiro maggiore anche
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da parte della PA e l’economia italiana è ripartita. Il che ha prodotto questa inversione di tendenza: si sono vendute più macchine nel mercato domestico rispetto a una media deficitaria, zavorrata a lungo dall’avversa situazione congiunturale”.
Bene l’export verso Asia e Medio Oriente mentre cresce la fiducia del mercato interno
Come valutate, in particolare, l’andamento dell’export e del mercato interno nel 2016 in riferimento alla nicchia in cui operano le vostre aziende? “Per IPC”, risponde Bianco, “l’export è costantemente in crescita, anche nel 2017 i numeri ci stanno dando grandi soddisfazioni. Le aree geografiche che apprezzano maggiormente il Made in Italy sono Asia e Medio Oriente. Con riferimento all’Europa, IPC, grazie alle sue filiali, copre ormai tutto il territorio ed è ben nota per i suoi elevati standard di servizi e assistenza. Passando, invece, all’Italia”, aggiunge, “i numeri maturati da IPC negli ambiti di nostra produzione, confermano sostanzialmente i dati esposti dall’indagine di AfidampFAB” “Per quanto riguarda l’export”, risponde May, “il settore della carta ha assorbito il 34% del fatturato complessivo, facendo segnare un +1% rispetto all’anno precedente. Notiamo come una buona fetta di questo fatturato export venga rappresentato da commodities”. “L’indagine di AfidampFAB”, interviene Cocconi, “conferma che nel mondo c’è ancora molta attenzione verso il prodotto Made in Italy, il che invita tutti noi fabbricanti a riflettere seriamente, fornendoci nuovi stimoli. Non dobbiamo tirare i remi in barca, né defilarci sia nella competizione globale che nei rapporti con i grandi concorrenti e partner multinazionali presenti oggi sul mercato. La vera sconfitta sarebbe quella di venire meno a questa mission, rinunciare alle nostre potenzialità, il che - ovviamente - vale anche sul fronte interno, dove i margini di crescita - per tutti noi - sono davvero considerevoli”. “Sostanzialmente”, afferma Ruffo, “come Gruppo Comac e TMB ci rispecchiamo negli esiti
dell’indagine. La nostra azienda è cresciuta sui mercati, sia interno che internazionale, in maniera assai soddisfacente. Siamo infatti riusciti a proporci in nuovi promettenti Paesi, dove speriamo di poter crescere anche nell’anno da poco iniziato. I risultati migliori li abbiamo ottenuti fuori dall’Europa, soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone, ma qualche buon segnale è arrivato anche dal Vecchio Continente e dal mercato interno. Lo sforzo per l’innovazione è stato il fattore che più di altri ci ha consentito di avviare un processo di penetrazione fuori dai confini italiani, in terre nelle quali prima non eravamo conosciuti, dove adesso le nostre macchine vengono apprezzate la praticità d’uso, l’efficienza e la funzionalità”. “Il mercato italiano è ancora stabile”, aggiunge Fiorentini, “anche se il settore della Pubblica Amministrazione sembra tornato a respirare. Per l’estero vedo molto bene i Paesi arabi, per noi soprattutto il Qatar, ma con l’incognita dell’isolamento al quale è stato sottoposto in seguito all’accusa di finanziare il terrorismo; poi l’Europa, con Spagna e Francia in te-
Toni D’Andrea
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Inchiesta sta. Però non mi nascondo tutte le nostre difficoltà, come piccoli produttori italiani, quando andiamo all’estero perché partiamo già battuti sulla politica dei prezzi bassi che, viceversa, possono essere facilmente praticati dalle multinazionali”. “Notiamo”, risponde May, “come in generale il mercato nel passato recente sia rimasto leggermente piatto, ma allo stesso tempo vediamo la performance positiva del nostro marchio e degli altri player principali che trascinano l’andamento: siamo comunque sicuri che nei prossimi mesi contribuiranno in maniera sostanziale ad invertire la rotta”.
Riflettori puntati sulla carta
La carta, in particolare, nel 2016 ha realizzato complessivamente un fatturato di 551.906.497 (+2% rispetto al 2015), di cui il 53% sui mercati esteri, con una buona performance degli asciugamani (+8%), mentre le macchine crescono leggermente e il chimico si conferma stabile. Come interpretare questi dati? “Posso confermare in linea di massima”, prosegue May, “che i nostri trend sono molto simili a quanto menzionato: siamo soddisfatti che il mercato vada in linea con le innovazioni che Tork sta portando sul mercato internazionale, ed il lancio di Tork PeakServe - avvenuto durante Pulire Verona – ne è una riprova. In generale si danno molto più rilievo ed importanza a sistemi per asciugatura, andando oltre al semplice comparto commodities di cui gli strofinacci industriali sono un chiaro esempio”. “Per quanto riguarda la carta”, afferma D’Andrea, “va detto che il comparto continua a tirare, anche perché essa va spesso a sostituire le fibre. In pratica si sta riproponendo ciò che è successo in ambito alimentare con l’introduzione delle fibre monouso. Non parliamo di carta igienica o ad uso alimentare, ma proprio di carta deputata ad asciugare e raccogliere lo sporco. Una carta con caratteristiche altamente tecnologiche, in grado di avere successo sia sul mercato del pulito domestico che su quello professionale. Specialmente in ambito sanitario, ormai la cultura del monouso si sta trasferendo progressivamente nel mondo della carta, con grandi prospettive di crescita”. Per una valutazione nel 22
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segmento macchine, interviene, per primo Cagna, concentrando l’attenzione sul mercato estero. “Al riguardo”, afferma, “il segmento produttivo delle lavasciugapavimenti, al quale fa riferimento KlinMak, segna indici sostanzialmente in attivo. Direi che, in generale, le aziende italiane privilegiano la distribuzione rispetto ai leader sempre più proiettati alla vendita multicanale, tra cui la diretta. Vengono pertanto premiate anche in virtù di buoni prodotti a prezzi competitivi. Lo dimostra un prezzo medio export inferiore rispetto al valore interno, segno che le aziende italiane cedono margine a vantaggio di quote. Da qui una fiducia che tiene”. “Nel 2016 abbiamo consolidato una strada che ci sta regalando notevoli soddisfazioni”, afferma Ruffo, “TMB si è sviluppata, sia in termini di fatturato che di volumi produttivi, specialmente attraverso le esportazioni. Questo perché abbiamo messo al centro di ogni nuovo progetto la realizzazione di prodotti capaci di coniugare la qualità applicata
Luca Cocconi
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ad ogni modello, le migliori performance possibili nelle prestazioni di lavoro e l’esigenza del massimo comfort assicurato all’operatore”. “La richiesta di macchine per la pulizia è una costante, che prescinde dall’altalenante andamento del segmento lavasciuga emerso dall’indagine”, precisa D’Andrea. Aree geografiche come il Sud Est asiatico e il Medio Oriente, con alle spalle un costo della manodopera bassissimo, oggi cominciano a svilupparsi considerevolmente e quindi hanno un interesse strategico per i produttori del Made in Italy. Dunque, abbiamo solo da proporci nel modo giusto e competitivo per raccogliere attenzione e commesse”. “L’indagine ha messo in luce”, afferma Cocconi, “che nel nostro comparto non tutto è brillante: il fatturato appare stabile, per un prodotto, come quello della detergenza, sostanzialmente povero. Cresce, con fatica, chi come noi ha investito in progetti di innovazione a lungo termine, creando servizi e tecnologie d’avanguardia da abbinare all’offerta del prodotto come valore aggiunto per ridurre i costi e l’impatto ambientale in un’ottica di sostenibilità ed economia circolare. I CAM GPP e la detergenza verde cominciano, sia pure faticosamente, ad entrare in gioco nella gare d’appalto pubbliche e la GDO dimostra di saper apprezzare le offerte che, come quelle della nostra azienda, vanno in questa direzione”.
Le prospettive di mercato
Ritenete che questa indagine, insieme ai positivi dati sul PIL italiano, possa indicare che nel settore del professional cleaning la situazione sia tornata alla normalità e la crescita, rimasta costante negli ultimi quattro anni, stia ad indicare la definitiva uscita dalla crisi che ha segnato il comparto al pari di tanti altri? “L’uscita dalla crisi del nostro settore”, riprende D’Andrea “è, per molti aspetti, un dato di fatto, peraltro da consolidare. Però è impensabile pensare di poter vincere la concorrenza restando fermi, avendo a che fare con competitor internazionali che dedicano una parte consistente del proprio bilancio annuale allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche, alla ricerca
Giampaolo Ruffo
di inediti materiali, alle nuove energie. Ciò significa, per una parte considerevole del Made in Italy,affrontare il mercato globale con armi davvero spuntate e inevitabilmente perdenti”. “I dati di mercato nel quadriennio 2013-2017 sono: 668 - 695 - 752 - 766 milioni di euro e, pertanto, in prospettiva, c’è solo da essere ottimisti”, spiega Cagna. “Certo, il fattore critico di successo dovrebbe essere l’innovazione; tuttavia le resistenze al cambiamento sono sempre molto forti. In generale, l’offerta è talmente elevata - il fatturato di soli 766 milioni di euro è ripartito su migliaia e migliaia di articoli - che si tende a rimanere con gli stessi fornitori per vari motivi”. “Gli effetti della crisi sono ancora presenti”, commenta May, “seppur sempre più flebili, e hanno uno strascico che sta per fortuna per dissiparsi. Tuttavia, credo che dopo un decennio di sofferenza occorrerà abituarsi ad un nuovo concetto di normalità, in cui abitudini e comportamenti d’acquisto si sono profondamente evoluti: solo in questa maniera consapevole da parte dell’intero comparto, potremo 23
Inchiesta
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dire di essere usciti dal tunnel. Credo che i fattori di successo nel settore del cleaning, ormai, vadano oltre il singolo prodotto, non importa se Made in Italy o di origine comunitaria: qualità e prezzo sostenibili sono elementi che vengono dati per assodati e impliciti. Il vero fattore vincente ora è il livello di servizio da garantire, sempre più connesso, tecnologico e fruibile in ogni momento, da ogni luogo”.
Innovazione e attenzione al cliente, “fattori strategici” per garantire lo sviluppo del settore
Quali potrebbero essere i fattori trainanti - come innovazione, green cleaning, automazione e digitalizzazione - di una crescita più incisiva del prodotto Made in Italy? “Gli elementi citati, a mio avviso, sono tutti di estrema importanza e determinanti”, risponde Ruffo. “Naturalmente, per noi produttori italiani, la sfida in ambito europeo e internazionale è più che mai aperta ma sono fiducioso che saremo in grado di affrontarla al meglio, soprattutto se sapremo fare rete. Certo, servirebbe più coraggio anche da parte dell’Italia con un Sistema Paese meno tassato, burocratizzato e ancorato a vecchi schemi, ma questo è un desiderio forse irrealizzabile”. “Credo che l’indagine”, afferma D’Andrea, “abbia evidenziato i due volti del settore: aziende che hanno creduto nell’innovazione e altre che non lo hanno fatto, per varie ragioni. Esistono, in particolare nel comparto macchine, sei-sette industrie, di cui ovviamente non posso fare i nomi, che hanno saputo presentarsi all’uscita dalla crisi con una produzione altamente competitiva e qualitativa, attuando una gestione aziendale corretta e illuminata. In generale, però, devo ripetere un concetto già espresso altre volte sulle pagine della vostra rivista: le aziende italiane investono ancora poco in Ricerca e Sviluppo, rispetto – almeno – a quanto fanno i loro concorrenti internazionali e multinazionali. Lo si è visto alla fiera Pulire dove tra le finaliste al Premio Innovazione non era presente purtroppo alcuna industria italiana”. 24
Riccardo May
“Noi”, conclude Cocconi, riportando la significativa esperienza di ARCO Chimica, “partendo dall’area della pulizia professionale, ci siamo rivolti al settore alberghiero, al Facility Management, all’Horeca, alla GDO, al mercato del “fai da te”. Abbiamo iniziato a sperimentare la distribuzione di prodotti in Kit, come il Pulintelligente, per uffici e hobbisti, nei Bricocenter e nei punti vendita interessanti anche per al segmento domestico. Insomma, chi non allarga la cerchia della propria clientela verso nuovi mercati, si ferma alla vendita del solo prodotto senza creare nuovi sistemi e sinergie e, soprattutto, non fa innovazione, credo non abbia futuro”.
Facility Management
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INTERVISTA di Maurizio Pedrini
LA VOCAZIONE AL FACILITY MANAGEMENT D’ECCELLENZA
Graziano Rinaldini
U
na spiccata e dinamica vocazione ai servizi a tutto tondo: è questa l’immagine offerta da Formula Servizi, una realtà sorta a Forlì ma che si è espansa ormai ben oltre i confini della Romagna, attraverso una serie di importanti acquisizioni e una spiccata vocazione imprenditoriale all’insegna dell’innovazione. Così, anche per far fronte alle crescenti difficoltà della crisi economica, dalle originali pulizie si sono aperti canali occupazionali sempre più interessanti nel Facility Management. Strade, ormai consolidate che, attualmente, pongono l’azienda all’avanguardia anche in campo organizzativo
A colloquio con Graziano Rinaldini, presidente e direttore generale di una società cooperativa forlivese che - allargando il proprio campo d’azione alle pulizie civili - si è imposta all’attenzione nazionale scommettendo con successo sulla “nuova frontiera” dell’archiviazione digitale, della logistica, dei servizi informativi, della cultura e del restauro e tecnologico con un’offerta all’insegna dell’eccellenza. Senza contare la dimensione sociale che vede Formula Servizi costantemente impegnata a promuovere grandi iniziative di solidarietà, a partire dal sostegno alla ricerca e alla cura del cancro. Tanti buoni motivi, insomma, per conoscere più da vicino questa esperienza dalla viva voce di Graziano Rinaldini, presidente e direttore generale di Formula Servizi, al quale abbiamo chiesto di raccontarci un po’ del passato di questa brillante cooperativa per approfondire gli impegni del presente e le aspettative future. 25
Facility Management Come e quando è sorta la società cooperativa Formula Servizi? Quali sono stati i traguardi più significativi che avete raggiunto in questi anni? “Formula Servizi nasce per l’iniziativa di nove donne che per sei mesi hanno deciso di non erogarsi il salario per potersi dare un regolare futuro di lavoro: era il 1975, la cooperativa faceva le pulizie in ambienti civili e si chiamava Pulix Coop. Quelle nove fantastiche donne hanno vinto la loro scommessa. Ricordo solo alcune altre tappe importanti della nostra storia: nel 1979 Pulix Coop è tra i soci fondatori del Consorzio Nazionale Servizi, una realtà che valorizza le competenze, la professionalità e l’efficienza delle sue consorziate nel mercato di riferimento. Nel 2001 diventa Formula Servizi Soc. Cooperativa e i suoi lavoratori superano le 1000 unità. Nel 2005 la Cooperativa compie trent’anni di attività, si certifica secondo lo standard ambientale UNI EN ISO 14001 e vince il Premio internazionale per l’Economia Sociale consegnato dal Governo dei Paesi Baschi. Due anni dopo si aggiudica il Premio “Impresa Ambiente”, ovvero il Primo Premio Nazionale per la miglior gestione assegnato dal Ministero dell’Ambiente, Ministero dello Sviluppo Economico, Unioncamere e Camera di Com-
La sede di Formula Servizi 26
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mercio di Roma e Milano; vince inoltre il “Golden Service Awards” per qualità delle pulizie sanitarie all’Ospedale “Morgagni e Pierantoni” di Forlì”. Quale strategia state portando avanti e come operate sul mercato? “Oggi Formula Servizi opera non solo nel settore del pulimento ma in tutto l’ambito dei multiservizi con l’obiettivo di creare nuove professionalità, inserire giovani laureati, innovare in ogni suo settore aziendale introducendo tecnologia avanzata nel rispetto delle risorse umane e della sostenibilità ambientale”. Il campo d’azione di Formula Servizi si è costantemente allargato, passando dalle pulizie al Facility Management: quali sono, oggi, le principali attività in cui siete impegnati? “Spaziamo dalle pulizie civili, industriali e sanitarie, dalla logistica industriale a quella robotizzata sanitaria, alle manutenzioni elettriche, idrauliche ed edili, all’archiviazione cartacea e digitale, ai servizi di cucina nelle case di riposo, ai servizi culturali fino ad un laboratorio di restauro di libri antichi”. La vostra è una società cooperativa che opera grazie all’impegno di molti lavoratori, in parte
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soci: quale valore ha la persona nel progetto imprenditoriale che state portando avanti? “La nostra cooperativa occupa 1877 lavoratrici e lavoratori in diverse regioni italiane; di questi oltre 800 sono soci. Le persone sono il valore più importante e decisivo per lo sviluppo di una azienda. Il monitoraggio continuo di cosa pensano i soci viene realizzato da assemblee nelle città dove lavoriamo e attraverso questionari anonimi di clima rivolto a tutti i lavoratori. Abbiamo, tra l’altro, istituito una figura aziendale specializzata in counseling per l’ascolto dei problemi dei lavoratori”. Attualmente Formula Servizi si distingue senz’altro nel panorama nazionale per qualità etica, sicurezza e attenzione agli aspetti ambientali: che peso hanno avuto le certificazioni nel vostro percorso di crescita? “Le certificazioni (ISO 9001, SA 8000, ISO 14001, EMAS, OHSAS 18000) hanno dato ritmo alla nostra costante ricerca di migliorarci. Soprattutto alla volontà di migliorare le nostre performance in ordine alla qualità dei servizi offerti, alla sicurezza e al benessere delle condizioni di lavoro, al contenimento dell’impatto delle nostre attività sull’ambiente e alla responsabilità sociale di impresa”. Com’è maturata al vostro interno la decisione di allargare il campo d’azione dall’offerta di servizi dedicati alla pulizia e all’igiene, alla “nuova frontiera” dell’archiviazione digitale, del FM, della logistica, dei servizi informativi, della cultura e del restauro? “La diversificazione è stata parte integrante della strategia con cui l’azienda ha affrontato il presentarsi della crisi nel nostro Paese; una fase lunga di difficoltà che ha messo a dura prova l’intero tessuto economico e che ha operato una grande selezione tra le imprese. Occorreva essere economicamente solidi, forti dal punto di vista organizzativo e possedere una solida visione sul futuro. Il nostro domani era il multiservizio, con la necessità di attrezzarci per offrire attività diverse e praticare le migliori sinergie possibili”.
Quale sforzo, in termini di investimenti finanziari, in risorse umane, formazione del personale e sviluppo complessivo in termini di efficienza, innovazione e competitività avete dovuto affrontare? Quali sono stati i principali problemi da superare? “Abbiamo fatto acquisti di rami d’azienda e fusioni per incorporazione con realtà specializzate in attività che non erano nel nostro core business. L’impegno a integrare, condividere e implementare in azienda nuove procedure portate dalle attività no-core è stato affrontato dalla direzione aziendale e dalle persone con grande determinazione e molto senso di responsabilità, perché in gioco c’era il futuro lavorativo di tutti, anche di chi - con un grande bagaglio di professionalità - stentava a sopravvivere per la piccola dimensione di impresa a cui apparteneva. L’unione di più esperienze ha
Attività con supporto robotica 27
Facility Management
arricchito tutti e la dimensione aziendale ha offerto maggiori opportunità commerciali ai diversi settori. Si procede per piccoli passi a incrementare la dote di crediti necessaria per potersi candidare a gare ed appalti importanti”. Com’è cresciuto il rapporto di partnership con gli interlocutori/clienti che vi hanno accompagnato in questo cammino? “Con i nostri clienti cerchiamo sempre di instaurare rapporti propositivi e cooperativi, non solo per soddisfare a pieno le aspettative di cui sono portatori, ma anche per condividere il nostro percorso di miglioramento continuo che porta valore aggiunto anche a loro. Possiamo fare questo solo se la cooperativa, a tutti suoi livelli operativi, si muove nella stessa direzione. In questo senso le lavoratrici e i lavoratori che coordinano persone e hanno rapporti con i clienti sono costantemente coinvolti in programmi di formazione volti a supportare le proprie capacità relazionali”. Nel segmento delle pulizie, quale peso date alla scelta di tecnologie all’avanguardia e alla formazione e motivazione continua del personale, alla sua preparazione anche sotto il profilo etico/solidale, dovendo operare a contatto con pazienti e familiari dei ricoverati? “La tecnologia è entrata a far parte delle nostre vite offrendoci soluzioni a problemi fino ad ora non risolti, ed è giusto che ciò avvenga anche in campo lavorativo. Essa, infatti, ci consente di migliorare le condizioni di lavoro delle persone dal punto di vista della sicurezza, della fatica fisica e ci permette di incrementare la nostra efficienza e quindi essere maggiormente competitivi nelle gare, offrendoci più opportunità per il futuro”. Recentemente “Formula Servizi per la cultura” ha inaugurato a Forlì il nuovo laboratorio per conservare e restaurare libri e documenti antichi: un servizio davvero di assoluta eccellenza. Com’è maturata un’iniziativa così prestigiosa? “L’avvio delle attività in ambito culturale ha aperto uno sguardo attento sull’enorme ricchezza 28
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di cui dispone l’Italia. Questo patrimonio unico, che tutti ci invidiano, non è valorizzato come dovrebbe e in certe circostanze non è neppure conservato correttamente. Per fare in modo che la storia futura possa disporne quale testimonianza della crescita della nostra civiltà e come testimonianza di bellezza di tutte le espressioni artistiche del passato, c’è bisogno di una presa di coscienza forte. Noi abbiamo fatto la nostra parte investendo nella motivazione di tante giovani che hanno scelto di formarsi per poter lavorare nel settore culturale e dare un contributo significativo e qualificato al tema della valorizzazione del patrimonio storico-artistico-testimoniale”. La vostra società cooperativa si distingue per una vocazione etica, in cui il lavoro è strumento di crescita: che importanza hanno per voi i concetti di solidarietà e sostenibilità ambientale? In particolare, siete da tempo impegnati in iniziative solidali: ce ne può presentare qualcuna? “Lavorare in cooperativa non è stata solo la risposta all’esigenza di trovare un impiego, per molti di noi è stata una scelta. La forma di impresa cooperativa con le sue regole di funzionamento si misura con la volontà di dare vita ad una esperienza sociale impegnata e appagante e questo implica declinare al nostro interno principi universali di democrazia, equità, solidarietà, rispetto per i “beni” di tutti, primo tra questi la nostra unica casa comune: l’ambiente. La solidarietà si esprime attraverso la progettazione diretta o in collaborazione con altre realtà associative, di iniziative di raccolta fondi per essere destinati ad esempio a chi si occupa di aiutare famiglie in difficoltà. E’ questo il caso del Pranzo Solidale che ogni anno a settembre organizziamo a Forlì al Parco Urbano, il cui ricavato è interamente versato all’Emporio della Solidarietà di Caritas. Questa nuova realtà supporta 700 famiglie del nostro territorio che si trovano in difficoltà, offrendo loro la possibilità di disporre di beni di prima necessità quale la spesa alimentare. La terza edizione del Pranzo Solidale è in programma per il prossimo 24 settembre e la precedente del 2016 ha visto raccolti quasi 13.000 Euro, coinvolgendo 1000 persone
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Squadra pulizie al lavoro presso l’IRST di Meldola (FC)
che hanno tutte insieme condiviso il pranzo domenicale all’aria aperta. Inoltre lo scorso luglio, in collaborazione con il gruppo sportivo dilettantistico Amici della Fatica, abbiamo organizzato la Cesena Run The City, una urban train con percorsi competitivi e non competitivi per raccogliere fondi in favore del Centro di Cura e Ricerca dei Tumori di Meldola, l’IRST. Al nastro di partenza si sono presentati 800 atleti consentendo di raccogliere 20.000 euro, già consegnati all’IRST. Sono state tante le iniziative di solidarietà, alcune anche con il coinvolgimento diretto delle lavoratrici e dei lavoratori ad esempio in occasione della gestione post sisma del 2012 in Emilia che ci ha visti turnare quali volontari nella cucina del campo allestito a Massa Finalese e San Felice sul Panaro. In azienda, infatti, si è costituito un gruppo di persone iscritte alla Protezione Civile”. Parliamo di programmi e progetti per il futuro a breve medio termine. Viviamo tempi di grande e rapida trasformazione, all’insegna di parole chiave quali innovazione, digitalizzazione, industria 4.0: come state affrontando questa fase così importante e delicata di cambiamento che investe anche il vostro settore di riferimento? “Per noi le cose importanti sono sempre le persone, la qualità del lavoro, le comunità e l’ambiente e ce ne vogliamo occupare da un punto di vista innovativo, quindi l’industria 4.0 è la nostra prospettiva. Gli archivi aziendali stanno completando la
propria digitalizzazione, il dialogo con gli stakeholder si arricchisce di tutte le forme di comunicazione più diretta messa a disposizione dai social senza rinunciare al rapporto personale, le nostre sedi sono sempre più autosufficienti dal punto di vista elettrico, le attrezzature di lavoro si rinnovano per essere maggiormente ergonomiche, i prodotti per le pulizie e la sanificazione non contengono più componenti chimiche inquinanti, le auto montano dispositivi ad Ossi-Idrogeno per consumare ed inquinare meno, la robotica soccorre i lavoratori in tutte le fasi più gravose e pericolose per l’uomo recuperando in sicurezza ed efficienza. Siamo in sintonia con gli impegni dell’Agenda mondiale 2030 a cui abbiamo aderito, tra le prime cooperative italiane, con i nostri impegni futuri in tema di opportunità di lavoro di qualità e di carriera in maniera equa tra i generi, riconoscimento del merito e intergenerazionalità, impegno per la ricerca e per ridurre la nostra impronta ambientale”.
FORMULA SERVIZI IN CIFRE Dipendenti: 1877 Soci: 800 Sedi: Ovada (Piemonte); Forlì, Galeata e Riccione (Emilia Romagna); Ascoli Piceno (Marche); Guidonia (Lazio). Ripartizione clienti: 70% pubblici, 30% privati 29
Case
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History
Francesco Pasquini
LUCART,
AL VERTICE IN EUROPA NELLA LAVORAZIONE DELLA CARTA CON LO SGUARDO RIVOLTO ALL’ECONOMIA CIRCOLARE
di Maurizio Pedrini
Attualmente presente in più di 70 Paesi al mondo, il Gruppo Lucart è leader continentale nella produzione di carte monolucide sottili per imballaggi flessibili e rientra tra i primi produttori di carte e prodotti tissue
U
n marchio conosciuto e affermato in Italia e in ambito internazionale: è quello di Lucart, azienda produttrice di carta con sede a Porcari (LU), in quel distretto cartario lucchese che rappresenta il riferimento dell’eccellenza produttiva nel settore. Alcuni dati ci aiutano a comprendere l’importanza di questa preziosa realtà: con oltre sessant’anni di storia alle spalle, Lucart impiega attualmente 1300 persone presso 7 stabilimenti produttivi (5 in Italia, 1 in Francia e 1 in Ungheria), con 10 macchine continue e 58 linee di converting, nell’ambito di tre Business Unit. Il fatturato consolidato del Gruppo è di 425 milioni di euro, con una capacità produttiva pari a 319 mila tonnellate all’anno. Lucart è presente sul mercato con quattro brand AFH (Lucart Professional, Fato, Tenderly Professio-
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nal e Velo) e altrettanti brand Consumer (Tenderly, Grazie Natural, Tutto e Smile). Abbiamo incontrato il dottor Francesco Pasquini, giovane e dinamico esponente della famiglia proprietaria dell’azienda, direttore commerciale Away From Home di Lucart SpA, per ripercorrere le tappe di un grande successo e analizzare le direttrici di sviluppo per il futuro.
La storia di un’azienda e di un Gruppo leader
Facciamo qualche passo indietro: come è sorta questa grande azienda? “Il Gruppo nasce, su iniziativa della famiglia Pasquini, nel 1953. La nostra esperienza nel settore trova però fondamento già a partire dagli anni ’20, con
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un importante impianto produttivo a Villa Basilica (Lucca), rilevante polo produttivo cartario del territorio toscano. Il 1988 segna la prima grande evoluzione per il Gruppo: l’acquisizione dello stabilimento di Diecimo (LU), con la propria capacità produttiva di bobine jumbo e la trasformazione in prodotto finito, proiettano l’azienda nel mondo del mercato Consumer e Away from Home. Grazie al successo conseguito, nel 1985 viene installato in azienda un impianto di disinchiostrazione dei maceri e viene introdotta, per la prima volta nel settore, una linea di prodotti ecologici che utilizzano come materia prima la carta riciclata. La massima valorizzazione delle tematiche connesse alla sostenibilità ambientale e alla salvaguardia dell’ambiente”, prosegue Pasquini, “si concretizza nel 2010 con l’innovativa ed esclusiva tecnologia per recuperare le fibre di cellulosa presenti nei cartoni per bevande tipo Tetra Pak, per la realizzazione di prodotti in Fiberpack la materia prima ad alto valore ecologico. Dal 1988 inizia il processo di internazionalizzazione del Gruppo, con l’interesse per i mercati esteri, progressivamente alimentato dalla forte crescita dell’export: dalla Francia alla Spagna, all’Ungheria. Oltre ai nuovi mercati, si allargano gli scenari anche su nuovi settori, come l’Ho.Re.Ca., attraverso la produzione di tovaglie e tovaglioli per decorare la tavola. Oggi il Gruppo Lucart rappresenta il principale produttore europeo di carte monolucide sottili per imballaggi flessibili e rientra tra i primi produttori in Europa di carte e prodotti tissue e airlaid. I nostri prodotti sono distribuiti in più di 70 Paesi al mondo. La mia famiglia”, afferma Pasquini, “giunta ormai alla terza generazione, è ancora presente e attiva all’interno della società e - con grande interesse, passione ed orgoglio - porta avanti la tradizione familiare di oltre sei decadi di grandi soddisfazioni”.
qualità del servizio sul campo. Ci proponiamo di essere presenti nel mercato dell’igiene professionale sviluppando innovazioni ecologiche, partnership durature e soluzioni tecnologiche che abbiano un impatto positivo sull’ambiente e sul business dei nostri clienti. Il tutto rispettando i sani valori etici e imprenditoriali che guidano, da sempre, le nostre scelte strategiche. Grazie a questi fondamentali presupposti il Gruppo Lucart è costantemente cresciuto negli anni, diventando leader in molti dei suoi mercati di riferimento, compreso quello del professional cleaning”.
Obiettivo del brand: coinvolgere i propri partner commerciali nella leadership
Come si pone l’azienda sul mercato del professional cleaning e rispetto ai propri partner commerciali? “La strategia di posizionamento sul mercato di Lucart Professional segue due imprescindibili capisaldi: l’innovazione sostenibile dei propri prodotti e la partnership con i propri contatti commerciali. Essere sostenibili e innovativi per Lucart Professional significa presentare proposte che siano concrete, distintive, sostenibili e rilevanti per il mercato. Quello di partnership”, afferma Pasquini, “per Lucart Professional è un rapporto di lunga durata, non tanto basato su fugaci quick win, quanto su attenzione costante al cliente e al suo accreditamento nei con-
La mission aziendale nel settore: innovazione al servizio dell’ambiente
Quali sono gli elementi distintivi della vostra mission aziendale? “Il brand Lucart Professional si pone come partner ideale sia per le gamme di prodotti proposti, sia per il proprio posizionamento sostenibile, sia per la
La sede di Diecimo vista dall’alto
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Facility Case
Management History
fronti dell’utente finale. Obiettivo del brand è coinvolgere i propri partner commerciali nella leadership sul mercato AFH fornendo prodotti, strumenti e personale in grado di supportare al meglio, passo dopo passo, questo percorso”.
La linea di prodotti tissue EcoNatural: al servizio del riciclo e dell’economia circolare
Può parlarci di qualche “fiore all’occhiello” tra le vostre produzioni? “Lucart Professional”, risponde Pasquini, “prosegue nel proprio percorso di innovazione sostenibile completando il ciclo di recupero dei contenitori per bevande, già diffuso con l’esclusiva linea di prodotti tissue EcoNatural, consentendo da oggi la rigenerazione di tutte le componenti dei contenitori: fibre di cellulosa, alluminio e polietilene. Attraverso un processo di separazione fisico-meccanica, Lucart scompone i contenitori per bevande nei loro elementi costituenti, generando materie prime, il Fiberpack e l’Al.Pe. EcoNatural diventa, quindi, la nuova linea Carta+Dispenser, adottando un modello concreto di economia circolare che valorizza la scelta ecologica dei clienti, accreditandoli come anello fondamentale di un percorso virtuoso”.
Una grande propensione all’export che fa leva sull’Europa: il caso di Novo Mesto in Slovenia
Attualmente Lucart è presente in tutta Europa con un’efficiente struttura di produzione e di vendita: quali sono i vostri punti di forza? “Il consolidamento della presenza di Lucart nei mercati europei ha seguito uno sviluppo costante negli ultimi anni, determinato da acquisizioni di stabilimenti produttivi, creazione di reti vendita locali dedicate, una struttura di trade marketing internazionale, ma - soprattutto - con la stretta partnership che Lucart realizza con i propri distributori. Quest’ultima”, prosegue Pasquini, “è il principale punto di forza della nostra azienda, 32
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che riesce così a creare valore reale attorno ai propri marchi, attraverso iniziative locali, spesso in collaborazione con enti e istituzioni locali. A tale proposito, è senz’altro degno di nota il caso della città di Novo Mesto in Slovenia, dove - grazie al forte supporto del nostro distributore locale e al coinvolgimento degli enti locali, delle scuole e delle società di raccolta dei rifiuti - si è riusciti nell’implementazione di un processo di economia circolare che prevede la raccolta di contenitori per bevande, il loro invio negli stabilimenti Lucart e la restituzione alla cittadinanza di carta EcoNatural in Fiberpack per le scuole e gli ospedali della città”.
Nuove sfide all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità ambientale
Quale importanza hanno i temi dell’innovazione e della sostenibilità ambientale nel contesto della vostra strategia di sviluppo? “Hanno un’importanza strategica enorme. La domanda è significativa, in quanto il posizionamento del brand Lucart Professional è sintetizzato proprio nel payoff Naturally Advanced: l’innovazione sostenibile è il filo conduttore di tutti i progetti in lancio e di quelli futuri. Lo scopo è quello di soddisfare e anticipare le esigenze del mercato attraverso soluzioni che abbiano il minor impatto possibile sull’ambiente”.
Uno sguardo agli scenari futuri: valorizzare i dipendenti e la filiera commerciale
Più in generale, in che modo Lucart intende restare protagonista e leader nel settore? “Ci proponiamo”, conclude Pasquini, “di continuare il percorso di crescita e di espansione, mantenendo come capisaldi la sostenibilità dell’innovazione proposta al mercato e la partnership con i distributori locali. Intendiamo crescere valorizzando sempre più i nostri dipendenti e la filiera commerciale, rispondendo in modo efficace e sostenibile alle necessità del mercato e dei consumatori finali”.
Sanità
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di Maurizio Pedrini
IRCCS SAN RAFFAELE DI MILANO, UN OSPEDALE VOTATO
ALLA MASSIMA ATTENZIONE PER L’IGIENE E LA PULIZIA
Nel nostro “viaggio d’inchiesta” alla ricerca degli Ospedali italiani d’eccellenza che dedicano la massima attenzione al tema della pulizia e sanificazione delle strutture nosocomiali, abbiamo fatto visita all’IRCCS-Ospedale San Raffaele, un importante Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico con sede a Milano che è anche polo didattico dell’Università Vita-Salute. Abbiamo incontrato, innanzitutto, il Direttore sanitario, dottor Roberts Mazzuconi, per rivolgergli alcune domande sul valore strategico della pulizia per prevenire e debellare l’annoso problema delle cosiddette “infezioni” correlate all’assistenza, dovute spesso ad una inadeguata pulizia, sanificazione e igienizzazione dei luoghi di ricovero. 34
Dottor Mazzuconi, prevenire le infezioni ospedaliere è un imperativo categorico che si può raggiungere anche attraverso la cura della massima igiene dei locali: che ruolo possono avere, a suo avviso, in questo processo i servizi di pulizia e sanificazione dei locali? “La prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria, note in passato come ‘infezioni ospedaliere’ e legate a vari fattori - non tutti prevenibili - è affidata sostanzialmente ai comportamenti corretti degli operatori sanitari e alla qualità delle procedure assistenziali erogate, benché altri elementi entrino in gioco. Tra questi certamente l’igiene ambientale, anche se il suo ruolo non è sempre stato riconosciuto come significativo nella letteratura scientifica e
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nelle raccomandazioni, anche molto autorevoli (CDC 2003). Numerose pubblicazioni negli ultimi dieci-quindici anni, invece, hanno documentato che le superfici ambientali, se non adeguatamente igienizzate, possono ospitare e quindi concorrere alla trasmissione dei microrganismi, anche di quelli multifarmaco-resistenti e perciò più temuti”. Attualmente, come sono organizzati i servizi di pulizia dei locali dell’Ospedale San Raffaele? Quali sono i protocolli di formazione in materia di igiene e pulizia da voi perseguiti, sia nei confronti del vostro personale interno che dei dipendenti dell’impresa esterna che eroga il servizio di pulizia e sanificazione? “Oggi non è semplice destreggiarsi tra obiettivi realistici di igiene ambientale, efficienza delle risorse impiegate e necessità di un risparmio economico, che spesso vede nelle attività “no core” un target privilegiato. In questo contesto, da anni, il servizio di pulizia ambientale è affidato a un operatore esterno, con il quale l’Ospedale collabora al fine di raggiungere la migliore efficienza e di minimizzare le interferenze tra le attività di pulizia e quelle assistenziali, elemento da non trascurare in una struttura sempre aperta e funzionante. L’Amministrazione stabilisce le regole economiche e di contratto (annuale); la Direzione Sanitaria detta i principi e le priorità nel contesto definito; Decoro gestisce direttamente i rapporti operativi con l’impresa di pulizie, supervisiona l’applicazione del capitolato - regolarmente rivisto e condiviso - e rileva la customer satisfaction, anche se il paziente e i suoi familiari sono più attenti alla forma (pulizia visibile) che alla sostanza (sicurezza igienica)”. È previsto l’impiego di moderne tecnologie (lavasciuga pavimenti, aspiratori, ecc.) per la pulizia e igienizzazione delle superfici? “La collaborazione con una grande società del settore consente di concordare l’uso di tecnologie per l’automazione di una parte delle procedure e l’adozione di processi certificati per il supporto delle attività”.
Roberts Mazzuconi
Qual è il suo personale parere circa l’importanza di una progettazione ospedaliera che tenga conto, tra gli altri fattori, anche della necessità di facilitare al massimo l’igiene dei locali? “L’esperienza ci ha permesso di individuare i punti critici di una progettazione lungimirante (stanze di regola a due letti e con il bagno interno, in un’epoca di stanzoni e con bagni comuni), ma che ormai risale per i primi settori dell’Ospedale all’inizio degli anni ’70. Per questo per il nuovo Polo Chirurgico e delle Urgenze gli obiettivi di progettazione includono la razionalizzazione dei percorsi, la cura dei particolari, la scelta dei materiali - elementi che contribuiranno a dotarlo di ambienti non solo funzionali, ma anche particolarmente idonei dal punto di vista igienico”. Sentiamo ora l’opinione dell’ingegner Alessandro Bartucci, direttore dell’area tecnica del grande nosocomio milanese, che ci spiega come trovare soluzioni che possano garantire nel tempo il mantenimento di elevati standard di igiene e salubrità degli ambienti e il massimo comfort per tutti i fruitori degli spazi - siano essi pazienti, parenti o operatori sanitari. Ingegner Bartucci, quali sono le linee guida, i criteri architettonici e le soluzioni più interessanti e innovative che sono state adottate nella realizzazione della moderna struttura edilizia dell’ospedale San Raffaele per garantire sia la massima efficienza e salubrità 35
Facility Sanità Management
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strategico nella prevenzione e lotta dei locali, sia la loro sicurezza alle potenziali infezioni ospedaliere? in termini di pulizia, igiene, “Tutte le progettazioni di interventi di ristrutsanificazione e sterilizzazione? turazione o di nuova realizzazione considerano “La peculiarità e la specificità degli amquesti aspetti come principali fattori strategici bienti ospedalieri impongono che essi siano reanon solo per la prevenzione alle infezioni ospelizzati con materiali che allo stesso tempo garandaliere, elemento certamente preponderante, tiscano un’elevata resistenza meccanica ed una ma anche per la completa funzionalità e fruibiperfetta sanificabilità delle superfici. Per questo lità degli ambienti. L’applicazione di materiali motivo negli ultimi anni la nostra attenzione si idonei e la corretta gestione dei flussi, infatti, è rivolta verso quei materiali di rivestimento che condizionano in modo importante la qualità potessero garantire entrambi i requisiti. La redegli ambienti e quindi il comfort percepito da sistenza meccanica, fondamentale in aree dentutte le tipologie di utenti”. samente popolate e nelle quali è molto difficile intervenire a causa della continuità del servizio, può essere massimizzata solo attraverso l’uso Tenendo conto dei requisiti richiesti per di materiali la cui resistenza intrinseca non sia l’accreditamento delle strutture sanitarie, influenzata da fattori esogeni. come sono state progettate La pulibilità e sanificabilità delle le aree di degenza e le sale superfici è invece legata a due operatorie per assicurare la loro fattori fondamentali: la contiperfetta igiene, sanificazione e nuità e la porosità delle stesse. sterilizzazione? Quali innovative Altro aspetto strutturale per soluzioni architettoniche sono noi fondamentale è la gestiostate adottate? ne dei diversi flussi all’interno “La nostra attenzione è sempre delle aree sanitarie. In alcuni orientata a trovare soluzioni che, contesti può essere importante nel pieno rispetto dei requisiti risuddividere i percorsi dei matechiesti per l’accreditamento delle riali puliti da quelli sporchi, in strutture sanitarie, possano garantire nel tempo il mantenimento di altri può essere preponderante Alessandro Bartucci elevati standard di igiene e saluil concetto di “senso unico”, ovbrità degli ambienti e il massimo comfort a tutti i vero che il flusso dei pazienti, del personale o dei fruitori degli spazi, siano essi pazienti, parenti o materiali non torni mai sugli stessi percorsi, ma operatori sanitari. Da questo punto di vista, per progredisca in una direzione obbligata. In questo noi, la vera innovazione è quella di mettere la nocaso l’aspetto fondamentale non è il tipo di scelstra approfondita conoscenza delle problematiche ta strutturale, ma il fatto che la stessa sia allinesanitarie a disposizione dei progettisti e dei proata e compatibile con le modalità organizzative duttori di materiali e attrezzature. Solo in questo dell’attività sanitaria. Entrambi i concetti descritmodo il prodotto finale può rispondere totalmenti hanno guidato diverse scelte nella progettate alle esigenze della struttura sanitaria e alle norzione del nostro nuovo Polo Chirurgico e delle mative o linee guida di riferimento. Un esempio di Urgenze, la cui progettazione è stata ultimata a questa modalità di approccio può trovarsi proprio inizio anno e i cui lavori dovrebbero iniziare ennell’applicazione dei materiali. I pavimenti in grès tro la prossima estate”. porcellanato spesso sono considerati non idonei nell’applicazione in ambienti sanitari. In realtà, le Nella progettazione dei lavori dei vari caratteristiche intrinseche del materiale sarebbeinterventi, questo aspetto è stato ro perfette per le applicazioni in tale ambito. Reattentamente considerato quale fattore 36
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sistenza meccanica e all’usura superiore a quasi tutti i materiali presenti sul mercato, indici di assorbimento molto bassi e conseguente garanzia di elevata sanificabilità delle superfici, caratteristiche meccaniche poco influenzate da fattori esogeni (massetti, umidità, ecc.). Tuttavia, il grande limite è rappresentato dalle dimensioni delle lastre e dal rischio di compromettere la monoliticità richiesta dalle normative vigenti. Attraverso la collaborazione con i produttori, questo limite è stato superato con l’uso di resine epossidiche per il riempimento degli spazi (fughe) tra una lastra e l’altra. La resina epossidica garantisce le stesse caratteristiche delle lastre e questo ha permesso che il pavimento potesse essere considerato come un unico sistema monolitico e sanificabile”. Parliamo della ventilazione (locali di ventilazione) e della purezza dell’aria nelle sale operatorie, nei reparti, nelle camere di degenza e negli ambulatori: come sono stati progettati gli impianti di condizionamento anche in funzione della costante pulizia dei filtri e degli impianti aeraulici, davvero essenziale per garantire la salute dei pazienti? “Aspetto fondamentale legato alla purezza dell’aria presente negli ambienti è il ricircolo dell’aria interna attraverso i sistemi di condizionamento. Noi affrontiamo le criticità legate a tale aspetto in due modi differenti. Il primo riguarda i programmi di pulizia dei sistemi di filtrazione dell’aria. Tali programmi devono garantire la differenziazione delle aree in funzione dell’uso delle stesse. La sala d’attesa del pronto soccorso ha esigenze completamente diverse rispetto a una stanza singola di degenza. La periodicità della pulizia e sanificazione dei sistemi di filtrazione di questi due ambienti non deve essere la stessa. Il secondo è volto invece a minimizzare il ricircolo dell’aria interna presente negli ambienti. Per questo, fatti salvi casi particolari specifici, optiamo per sistemi di condizionamento che garantiscano l’assenza di ricircolo dell’aria interna (pannelli radianti, travi radianti, ecc.)”. Cosa può dirci, in particolare, delle sale operatorie ai fini della loro completa
sterilizzazione? Vi sono stati interventi specifici nel corso degli anni? “La sanificabilità e la bassa contaminazione microbica delle sale operatorie sono certamente obiettivi primari nella progettazione di tali ambienti. Ancora una volta il raggiungimento di alti standard qualitativi può essere ottenuto attraverso un studio approfondito delle superfici e dei sistemi di condizionamento dell’aria. Per ciò che riguarda le superfici, è fondamentale che tutte le discontinuità residue siano studiate singolarmente in modo che tutte le parti della superficie possano essere raggiunte durante le operazioni di sanificazione. Per ciò che riguarda il condizionamento dell’aria, occorre privilegiare la “sterilità” del campo operatorio rispetto alle altre zone della sala. Questo può essere fatto introducendo sistemi di condizionamento che assicurino un flusso laminare dell’aria all’interno della sala”. IRCCS OSPEDALE SAN RAFFAELE I numeri ( 2016) Oltre 6000 addetti 1.318 posti letto 5580 ricoveri ordinari all’anno 5371 Day Hospital e Day Surgery 34.000 interventi chirurgici
oltre 950.000 prestazioni ambulatoriali oltre 67.000 accessi al Pronto Soccorso L’ospedale superficie: 300 mila mq cubatura: 1.100.000 mq padiglioni: 10
La storia L’Ospedale San Raffaele è una struttura clinica scientificauniversitaria di rilievo internazionale e di alta specializzazione per diverse importanti patologie, inaugurata nel 1971 e riconosciuta nel 1972 Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS). È un Centro di Emergenza ad Alta Specialità (E.A.S.) ed è polo didatticoassistenziale dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Nel maggio 2012 il San Raffaele è entrato a far parte del Gruppo Ospedaliero San Donato, diventando così una delle 18 strutture d’eccellenza del più importante Gruppo sanitario del Paese. La struttura multidisciplinare, tecnologicamente all’avanguardia, e l’interazione continua tra ricerca scientifica, didattica e attività clinica hanno permesso di ottenere negli anni risultati tali da rendere l’IRCCS-Ospedale San Raffaele il primo Istituto di ricerca in Italia e un punto di riferimento in Europa e nel mondo per lo studio e la cura di molte patologie.
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FOCUS ON
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SPAZZATRICI, IL CALO DEL FATTURATO 2016 NON SPAVENTA I PRODUTTORI Lo scorso anno i ricavi nel segmento delle spazzatrici industriali si sono ridotti del 21% ma la produzione è cresciuta del 15% mentre è diminuito del 7% il numero delle macchine stradali fabbricate in Italia. L’entusiasmo di due anni fa (+24% per le industriali e +12,5% per le stradali) ha lasciato il passo alla percezione di una sostanziale stabilità nelle vendite e alla convinzione che il trend positivo possa durare anche per il prossimo periodo
di Maurizio Pedrini
I
l mercato delle spazzatrici nel 2016 ha avuto una flessione sul piano dei profitti, nonostante l’incremento complessivo delle macchine prodotte: questa è la riflessione che si desume dalla lettura dei dati resi noti dalla consueta indagine condotta da AfidampFAB sul fatturato dell’industria del cleaning professionale. Le spazzatrici (escluse le stradali) fanno infatti registrare una significativa riduzione di fatturato (-21%), a fronte di una produzione che segna invece un +15%. In calo il numero delle spazzatrici stradali realizzate (-7%), a testimoniare - insieme agli altri elementi - un’inversione di tendenza rispetto a due anni orsono quando il trend era stato decisamente positivo. La comparazione dei dati non lascia spazio ai dubbi: nel 2015 le spazzatrici avevano conosciuto un periodo decisamente favorevole, con una crescita assai elevata per le industriali (+24,2%) e una un po’ meno consistente, anche se di tutto rispetto, per le stradali (+12,5%). Più in generale, sommando le due ti-
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pologie di spazzatrici, ovvero quelle stradali più quelle industriali, lo sviluppo totale nel 2015 è stato pari al +17%. Un quadro decisamente entusiasmante, quello di allora, che però non induce al pessimismo le aziende da noi interpellate, consapevoli che rispetto al boom di un biennio fa ben difficilmente ci si poteva legittimamente aspettare che facesse seguito un altro anno così dorato in termini di business. Una sostanziale stabilità, dunque, che consente ai produttori di tirare il fiato per prepararsi al meglio a un 2018 che si annuncia denso di attese, dopo lo sforzo di innovazione di cui hanno dato prova numerosi produttori alla vetrina internazionale di Pulire 2.2 nel maggio scorso in cui molti nuovi modelli hanno sfilato in vetrina, proponendo soluzioni improntate alle tecnologie più avanzate e alla sostenibilità ambientale. Insomma, fra gli industriali del settore prevalgono fiducia e ottimismo come testimoniano le impressioni di coloro che hanno risposto alle nostre domande.
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Partiamo proprio dall’analisi dell’anno in corso: come sta andando il 2017? In generale, come considerate lo stato di salute del mercato delle spazzatrici sia ad uso industriale che stradale? Per Comac, ci risponde l’amministratore delegato Giancarlo Ruffo: “Il bilancio, finora, è molto incoraggiante. L’azienda ha proseguito con grande determinazione e impegno la strada dell’innovazione tecnologica investendo nella ricerca per mettere a disposizione dei partner commerciali, della clientela e degli utilizzatori finali un’ampia e articolata gamma di spazzatrici industriali e stradali robuste, versatili e sempre più adeguate alle esigenze di risparmio energetico e sostenibilità
ambientale. Tutto ciò ha reso possibile la nostra crescita anche nel 2017 in termini di fatturato e di macchine prodotte, come negli anni precedenti, sia nel campo delle spazzatrici industriali che in quelle stradali. Qualche segnale stimolante è pervenuto anche dal settore pubblico, con il risveglio della domanda di macchine spazzatrici per l’igiene urbana. Pur non nascondendo le difficoltà di questa delicata fase di transizione, come emerso dall’ultima indagine sul cleaning professionale relativa al 2016 di AfidampFAB, che ha evidenziato un certo calo di fatturato delle spazzatrici industriali a fronte di una produzione consistentemente cresciuta, penso che le prospettive sia per la parte finale del 2017 che per il 39
FOCUS ON 2018 siano positive. Ritengo, in particolare, che sia gli incentivi statali del super ammortamento 140% per l’acquisto di beni strumentali nuovi sia la nuova normativa sul GPP e gli Acquisti Verdi, possano rivelarsi un utile volano per smuovere il mercato italiano anche nel segmento spazzatrici in cui abbiamo sempre creduto”. Anche Mauro Liffredo, product manager professional di Kärcher, è fiducioso e concorda con chi l’ha preceduto: “I primi mesi del 2017”, afferma convinto, “sono andati bene, nonostante il mercato delle spazzatrici sia sostanzialmente stabile: gli ultimi due anni sono stati all’insegna della crescita per la nostra azienda e confidiamo che il trend positivo duri anche per il prossimo periodo. Grazie alle spazzatrici KM 105 e KM 125 abbiamo avuto grande riscontro sia dal settore delle imprese che da quello dell’industria. Le motivazioni di una crescita così importante delle vendite vanno ricercate negli incentivi statali del super ammortamento 140% per l’acquisto di beni strumentali nuovi con deduzione al 140%, e al GPP (Green Public Procurement), cioè la strategia europea per l’economia circolare che prevede un ruolo fondamentale per le Pubbliche Amministrazioni nella promozione dell’eco-innovazione di prodotti e servizi, e nell’incremento del riutilizzo dei materiali attraverso le pratiche di acquisto pubblico verde”. “Il primo semestre 2017”, afferma Massimo Moro, sales & marketing manager di TSM “ha registrato risultati davvero interessanti rispetto all’anno precedente e ci aspettiamo di confermare il trend positivo anche nella seconda metà dell’anno, a testimonianza di un mercato in buono stato di salute. Da sempre TSM è proiettata all’export, ma siamo soddisfatti anche dei risultati raggiunti nel mercato nazionale grazie ad un’ampia proposta di soluzioni performanti caratterizzate dalla robustezza e dalla semplicità di utilizzo e anche dalla ridotta manutenzione successiva delle macchine”. “Nei primi sette mesi del 2017”, spiega Dante Rossetti, responsabile marketing di Lavorwash, “stiamo registrando interessanti dati di crescita: la tendenza è, fortunatamente, la stessa registra40
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ta a fine anno con tassi di crescita a due cifre. La sensazione è che il mercato, anche in questa nicchia, abbia ancora grandi potenzialità e significativi margini di crescita da esprimere”. “Gli fa eco Daniele Sambati, sales director di RCM: “Per le spazzatrici”, precisa, “sembra che sia tornata una nuova primavera e, in particolare, per le spazzatrici operatore a terra. La crisi e l’utilizzo delle lavapavimenti in alcune applicazioni dove era abituale lo spazzamento avevano infatti ridotto il mercato delle spazzatrici che, probabilmente, con la lenta ripartita dell’economia sta riprendendo fiato anche se rimane sempre di molto inferiore a quello delle lavapavimenti. La tendenza, guardando ai primi sette mesi di quest’anno, sembra comunque essere positiva”.
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Quali sono le principali richieste nei diversi settori di vendita? “La personalizzazione del prodotto, il risparmio energetico e il consumo ridotto o assente di acqua”, riprende Ruffo, “rappresentano altrettante importanti richieste che continuano a provenire dal mercato, alle quali abbiamo risposto creando macchine spazzatrici assai versatili, con operatore a terra e uomo a bordo, dotate di tutte le più innovative e moderne tecnologie. Ovviamente il rapporto ottimale qualità/prezzo resta un altro elemento determinante, come pure il servizio post vendita, che da sempre rappresenta un fiore all’occhiello di Comac”. “Attualmente”, interviene Liffredo, “il mercato chiede soprattutto spazzatrici uomo a bordo di
Il mercato delle spazzatrici nel 2016 ha avuto una flessione sul piano dei profitti, nonostante l’incremento complessivo delle macchine prodotte: questa è la riflessione che si desume dalla lettura dei dati resi noti dalla consueta indagine condotta da AfidampFAB sul fatturato dell’industria del cleaning professionale
piccola taglia; più in generale, macchine dotate di sistema GPS e in grado di assicurare un’effettiva riduzione dei consumi”. Di diverso avviso Sambati:“Le richieste si sono spostate da tempo verso il prezzo basso come motivazione principale d’acquisto in contrasto con la richiesta di avere macchine robuste e, direi, quasi ‘eterne’. La politica RCM è sempre stata quella della ricerca della qualità complessiva, al prezzo minimo possibile, che non deve incidere però sull’affidabilità, la semplicità d’uso e la facilità di manutenzione delle nostre spazzatrici, da sempre sinonimo di tecnologia della ‘Terra dei motori’ dove vengono interamente costruite”. Quali punti di forza avete sviluppato, in particolare, nei vostri modelli per venire incontro alle esigenze del cliente? Con particolare riferimento ai sistemi di sicurezza e controllo GPS, all’ergonomia, all’economicità e al risparmio nei consumi? “Kärcher”, afferma Liffredo, “presenta una gamma-prodotto ampia e profonda, in grado di soddisfare le esigenze di una clientela notevolmente diversificata. La nostra offerta è senz’altro ai vertici per qualità e tasso di innovazione: ogni prodotto è garantito e studiato per andare incontro alle esigenze specifiche di qualsiasi acquirente. I punti di forza del prodotti Kärcher sono da rintracciare nell’affidabilità, nella solidità e nella capacità di rispondere ad ogni tipo di esigenza con il giusto strumento/accessorio. Kärcher continua a puntare su Ricerca e Sviluppo come elemento cardine della strategia aziendale a medio/lungo termine e sulla specializzazione dell’offerta: se41
FOCUS ON condo la nostra esperienza, il settore del cleaning professionale può produrre risultati sul medio/ lungo periodo basandosi su qualità, affidabilità e tasso di innovazione. Kärcher fa dell’attitudine all’innovazione il suo principale obiettivo e lo dimostra anche con i servizi offerti: il Kärcher Fleet Management, già installato su diverse macchine Kärcher, è un sistema che permette - attraverso un collegamento digitale - di collegare i dispositivi alla rete, rendendo possibile il controllo da remoto; è possibile verificare eventuali danni o il livello di usura anche dei singoli componenti delle apparecchiature e calcolare i costi di pulizia di una determinata area, evitando sprechi e massimizzando le prestazioni”. “TSM” afferma Moro, “è un’azienda dinamica e flessibile nelle diverse soluzioni richieste dai clienti, tanto che i nostri prodotti vengono legati dal mercato all’aggettivo inglese S.M.A.R.T., un acronimo che ben sintetizza la strategia di prodotto aziendale: Simple-Semplici; Mechanical-Meccanici; Accessible-Accessibili (in termini di prezzo); Reliable-Affidabili; Tough-Robusti”. Lapidaria la risposta di Rossetti: “Il mercato ci chiede spazzatrici affidabili e con un ottimo rapporto qualità/prezzo, ovvero il prodotto che Lavorwash produce e propone da sempre”. “Le spazzatrici industriali RCM”, precisa Sambati, “hanno il loro punto di forza nel carico posteriore che garantisce il reale riempimento del contenitore, un’eccellente visibilità anteriore per l’operatore, l’aspirazione sulle spazzole laterali anteriori e la presenza di un sistema di filtraggio di dimensioni mediamente maggiori rispetto a quelli della concorrenza, proprio per la posizione posteriore che non incide sulla visibilità dell’operatore. Il tutto, come detto, abbinato ad un’intelligente semplicità d’uso, affidabilità e facilità di manutenzione. I sistemi di sicurezza vanno dai sensori di presen42
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za uomo alle cinture di sicurezza e comprendono altri accessori conformi alla normativa in vigore. Essendo impostate e progettate alla semplicità, sia costruttiva che operativa, le spazzatrici RCM
Lo scorso anno i ricavi nel segmento delle spazzatrici industriali si sono ridotti del 21% ma la produzione è cresciuta del 15% mentre è diminuito del 7% il numero delle macchine stradali fabbricate in Italia. L’entusiasmo di due anni fa (+24% per le industriali e +12,5% per le stradali) ha lasciato il passo alla percezione di una sostanziale stabilità nelle vendite e alla convinzione che il trend positivo possa durare anche per il prossimo periodo
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sono eco-friendly perché impiegano materiali eco-compatibili (ad es. coperture in poliuretano riciclabile) e lavorano con il minimo consumo energetico. Richiesto sulla carta, il GPS - in pra-
tica - nell’ambito delle spazzatrici industriali non viene quasi mai applicato”. Un aspetto fondamentale è quello dei servizi annessi alla vendita e post vendita: cosa offrite ai vostri clienti? “Con i nostri clienti”, interviene Ruffo, “abbiamo sempre puntato a far crescere una vera e propria partnership, basata sulla fiducia reciproca, offrendo loro un eccellente servizio di assistenza. I cana-
li sono molteplici: dall’assistenza telefonica o via mail da parte di personale qualificato, al supporto presso i cantieri per la dimostrazione dei prodotti agli utilizzatori finali, a meeting e presentazioni organizzati dai rivenditori. Ma direi che il segreto del nostro successo è la scelta delle risorse umane, sulle quali abbiamo sempre puntato, disponendo di professionisti e tecnici specificamente preparati”. “Accanto a un prodotto eccellente”, spiega Liffredo, “siamo ai vertici anche nella fase post-vendita, dove il mercato richiede sempre più una pronta assistenza e un’efficace consulenza. La nostra filosofia punta a garantire tutto questo, ai massimi livelli e nell’ambito di un’unica offerta. In termini di servizio Kärcher offre: un pacchetto di contratti service e manutenzione programmata che nel settore di riferimento sono sempre più richiesti nel caso di progetti a lunga durata; pacchetti di consulenza che permettono di trovare il miglior compromesso tra applicazione e area/canale di utilizzo; la consueta qualità di un prodotto Kärcher in termini di garanzia ricambi e accessori. Attraverso un’approfondita analisi dei costi inerenti le pratiche di pulizia dell’azienda (acquisto apparecchiature, installazione, gestione, manutenzione e smaltimento), Kärcher è in grado di instaurare un approccio condiviso con l’azienda stessa per individuare soluzioni che incrementino l’efficienza del cleaning, con innalzamento degli standard di qualità e sicurezza, senza costi aggiuntivi in un’ottica di compartecipazione delle responsabilità”. “L’intento di TSM”, interviene Moro, “è quello di creare soluzioni che siano le più semplici possibile, in modo da facilitare non solo l’utilizzatore finale ma anche il personale tecnico che poi si occuperà dell’assistenza tecnica supportata da un team TSM sempre disponibile. Come servizi dedicati alla vendita, offriamo una consulenza tecnica 43
FOCUS ON continuativa e sempre disponibile con una documentazione commerciale completa che aiuta il cliente ad individuare la soluzione più corretta alle esigenze di pulizia”. “Soprattutto per il post vendita”, interviene Rossetti, “abbiamo di recente lanciato un nuovo sistema per la gestione dei ricambi per i servizi di assistenza”. Sambati spiega al riguardo la strategia di RCM: “Offriamo supporto finanziario per l’acquisto attraverso varie formule oppure molteplici combinazioni di noleggio grazie alla nostra consociata Assmo - vera esperta del settore noleggio e dell’usato. Inoltre, un servizio post-vendita on-line garantisce in tempo reale la risposta ad eventuali problemi tecnici e l’invio immediato dei pezzi di ricambio che si rendessero necessari”. L’attenzione verso l’ambiente è un elemento sempre più strategico: in quale modo le vostre macchine rispondono alle esigenze di sostenibilità, minore impatto ambientale e riduzione degli sprechi? “Fin da quando, una decina d’anni fa, abbiamo pensato di dar vita a una specifica Divisione Spazzatrici”, risponde Ruffo, “ci siamo posti l’obiettivo strategico di sviluppare per le nostre macchine, sia industriali che stradali, processi tecnologici sostenibili a tutela dell’ambiente. Il che significa – innanzitutto - ridotti consumi di acqua, limitando al massimo l’impiego di questa fondamentale risorsa ed evitando gli sprechi. La macchina che meglio rappresenta questo sforzo è sicuramente la spazzatrice stradale CS140 T TwinAction, caratterizzata da eccezionali prestazioni, sia nell’azione di spazzamento senza utilizzare acqua che per la completa filtrazione dell’aria reimmessa nell’ambiente. Una macchina capace di operare in centri urbani senza sollevare o disperdere polvere, dotata di un’elevatissima efficienza di spazzamento. Grazie a queste prerogative tutte le CS140 T TwinAction sono contrassegnate dall’adesivo PM 10 dell’EUnited Municipal Equipment, a garanzia della capacità di rimuovere le polveri sottili dalle strade delle nostre città, contribuendo in tal modo alla riduzione della quantità di PM 44
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10 presente nell’aria che ogni giorno respiriamo. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, da anni abbiamo conseguito la certificazione di idoneità alla norma ISO 14001:2015, un riconoscimento ufficiale che garantisce l’impegno dell’azienda a tenere sotto controllo gli impatti ambientali delle proprie attività e a ridurli costantemente”. “La salvaguardia e la protezione dell’ambiente”, precisa Liffredo, “sono parte integrante del nostro lavoro quotidiano. L’aspetto ecologico ha un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella progettazione di nuovi prodotti, nella scelta di tecnologie produttive e nella collaborazione con i fornitori: ogni prodotto è creato nell’ottica di una riduzione al minimo dei consumi di energia e acqua, riduzione della rumorosità e dell’emissione di polveri. Kärcher ha ricevuto già da diverso tempo la certificazione ISO 14001, un riconoscimento mondiale che identifica lo standard di gestione ambientale. Per tagliare il traguardo della conformità l’azienda deve raggiungere degli scopi definiti in relazione alle sue prestazioni ambientali e questo processo tende a un continuo miglioramento. Pur aumentando la produzione di macchine, nei nostri stabilimenti in Germania abbiamo mantenuto costanti le emissioni di CO2, i consumi di acqua e il volume di scarto; nei nostri stabilimenti sono installati pannelli solari e molti dei componenti delle nostre macchine sono costituiti da materiali riciclati”. “Stiamo concentrando”, spiega Moro, “la nostra attività su soluzioni industriali ed urbane completamente elettriche, abbattendo totalmente le emissioni prodotte dai motori a combustione, incrementando l’efficienza energetica delle macchine. Per ciò che concerne le spazzatrici urbane, la partita si giocherà nel riuscire a realizzare delle soluzioni che garantiscano un’elevata autonomia di lavoro e dei metodi di ricarica delle batterie più efficienti soprattutto per le soluzioni industriali”. “Stiamo lavorando”, precisa Rossetti, ad un’innovazione tecnica che va proprio in questa direzione: siamo infatti consapevoli dell’attenzione crescente che i clienti hanno verso l’ambiente”. “L’attenzione all’ambiente”, afferma Sambati, “fa parte integrante del capitolato di progetto del-
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le macchine RCM proprio per ridurre al minimo l’impatto ambientale dei materiali e degli sprechi nell’utilizzo”.
Il 2018 si annuncia denso di attese, dopo lo sforzo di innovazione di cui hanno dato prova numerosi produttori alla vetrina internazionale di Pulire 2.2 nel maggio scorso, in cui molti nuovi modelli hanno sfilato in vetrina proponendo soluzioni improntate alle tecnologie più avanzate e alla sostenibilità ambientale
Si è svolta, nel maggio scorso, la Fiera Pulire 2.2: avete notato innovazioni interessanti, in generale, per quanto riguarda le macchine spazzatrici? In particolare, quali novità ha proposto la sua azienda in questa specifica nicchia produttiva? “Nell’edizione di Pulire 2.2 che si è svolta dal 23 al 25 maggio a Veronafiere”, spiega Ruffo, “Comac ha proposto importanti novità anche in questa nicchia della propria vasta produzione. In particolare è stata proposta la CSL 120, ovvero una macchina che si pone a metà tra la gamma di lavasciuga pavimenti e quella delle spazzatrici, in grado di combinare i due mondi in un modello altamente performante. Si tratta di un modello che unisce entrambe le azioni: il gruppo spazzante frontale raccoglie lo sporco secco, la polvere e i piccoli rifiuti, mentre il gruppo lavante spazzola in profondità lasciando il pavimento perfettamente pulito in un unico passaggio. Per CSL 120 è stato studiato un cruscotto estremamente semplice, dotato di display touchscreen, per un utilizzo intuitivo. Un’altra grande novità è stata ammirata nell’area espositiva esterna, Pulire Outdoor: qui Comac ha presentato la più grande spazzatrice stradale della gamma, la CS6000. Si tratta di un modello da 6 metri cubi che raccoglie efficacemente lo sporco sia in ambiente urbano, come strade e parcheggi, che in quello industriale rivelandosi ideale per la pulizia delle difficili pavimentazioni di stabilimenti
metallurgici, fonderie e cementifici. L’azione meccanica svolta dalle spazzole agisce contemporaneamente alla potente aspirazione garantendo la raccolta totale dello sporco, dei rifiuti e delle polveri più fini. Prevede l’utilizzo costante della spazzola centrale, assicurando una pulizia qualitativamente migliore perché uniforme per tutta la larghezza della spazzola. Raccoglie anche i rifiuti voluminosi come bottiglie, rami e lattine che vengono triturati e sminuzzati da un albero rotante dotato di martelli, evitando il rischio di intasamento del condotto di aspirazione e assicurando un ottimale riempimento del cassone”. “Fra le molteplici novità proposte da Kärcher”, afferma Liffredo, “ricordo su tutte il sistema raccolta foglie per la spazzatrice KM 105/100 con cesta stile rasaerba. Il problema è che le foglie fanno tanto volume e poco peso, costringendo l’operatore a molte soste per svuotare i cassetti di raccolta. Il nostro contenitore, da montare appositamente, è da 400 litri contro i 100 litri dei cassetti”. “Ciò che abbiamo riscontrato, è che i prodotti stanno diventando via via più complessi e sofisticati con una elevata componente elettronica all’interno che rende le macchine delicate e difficile da usare. La strategia di TSM è di rimanere su soluzioni prettamente elettro-meccaniche, anche se sono di particolare interesse i dispositivi per il controllo e la gestione delle flotte in remoto per monitorarne l’uso ed avere una reperibilità costante di tutte le macchine della flotta. E’ per questo che stiamo sviluppando delle soluzioni orientate in tal senso mettendo in pratica la nostra esperienza, seppur mantenendo la semplicità delle soluzioni impiegate che contraddistingue i nostri prodotti nel mercato”. In controtendenza il giudizio finale di Sambati: “A mio parere”, afferma, “non ci sono state particolari innovazioni nel settore delle spazzatrici industriali durante l’ultima edizione di Pulire: noi abbiamo presentato alcune evoluzioni delle nostre macchine con l’obiettivo, sicuramente difficile ma importante, di conciliare due esigenze apparentemente contrastanti: i prezzi bassi richiesti dal mercato e la qualità irrinunciabile presente nel patrimonio genetico di RCM”. 45
Sicurezza
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GLI ASSIEMI DI APPARECCHI
SECONDO LA DIRETTIVA ATEX 2014/34/UE
di Massimo Granchi, Christian Trinastich
La Direttiva Atex 2014/34/UE, recepita in Italia con il D.Lgs. 19 Maggio 2016, n.85, si applica agli apparecchi e ai sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva Campo di applicazione del D.Lgs. 19 Maggio 2016, n.85 La Direttiva Atex 2014/34/UE, recepita in Italia con il D.Lgs. 19 Maggio 2016, n.85 definisce i requisiti di sicurezza legati alla progettazione dei prodotti rispetto al rischio esplosione. Nello specifico, la Direttiva Atex 2014/34/UE si applica alle seguenti categorie di prodotti: »» apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva; 46
»» dispositivi di sicurezza, di controllo e di regolazione destinati ad essere utilizzati al di fuori di atmosfere potenzialmente esplosive, ma necessari o utili al funzionamento o alla sicurezza degli apparecchi e sistemi di protezione, rispetto ai rischi di esplosione; »» componenti destinati ad essere inseriti negli apparecchi e sistemi di protezione di cui ai punti precedenti.
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Nel dettaglio si intende per: »» “apparecchi”: le macchine, le apparecchiature, i dispositivi fissi o mobili, gli organi di comando, la strumentazione e i sistemi di rilevazione e di prevenzione che, da soli o combinati, sono destinati alla generazione, al trasporto, allo stoccaggio, alla misurazione, alla regolazione e alla conversione di energia e/o alla trasformazione di materiale e che, a causa delle potenziali sorgenti di innesco che sono loro proprie, rischiano di provocare un’esplosione. La definizione vista ci permette di evidenziare come la Direttiva Atex sia applicabile a tutti gli “apparecchi” utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva, indipendentemente che essi siano macchine, ai sensi della Direttiva Macchine 2006/42/CE, quadri elettrici/pannelli di comando o sistemi di rilevazione/prevenzione. L’unico aspetto da valutare è che il potenziale pericolo di esplosione sia effettivamente presente e, dunque, considerando presenti comburente e atmosfera potenzialmente esplosiva, che vi sia una sorgente di innesco efficace. In altro caso, la Direttiva Atex non è applicabile; »» “sistemi di protezione”: dispositivi, diversi dai componenti degli apparecchi, la cui funzione è bloccare sul nascere le esplosioni e/o circoscrivere la zona da esse colpita, messi a disposizione sul mercato separatamente come sistemi con funzioni autonome; »» “componenti”: tutte le parti essenziali per il funzionamento sicuro degli apparecchi e dei sistemi di protezione, prive tuttavia di funzione autonoma. Assiemi di apparecchi In accordo a quanto sottolineato nella definizione di “apparecchio”, qualora si considerino due o più apparecchi che, combinati tra loro, presentino proprie sorgenti di innesco e siano installati come un’unica unità funzionale all’interno di un ambiente potenzialmente esplosivo, essi devono essere considerati un assieme ai sensi della Direttiva Atex 2014/34/UE e, come tale, essere certificati CE Atex
come apparecchio unico. Il concetto è simile a quello di insieme presente nella definizione di “macchina” secondo la Direttiva Macchine 2006/42/CE. Tuttavia se per la Direttiva Macchine l’insieme, in quanto rientrante nella definizione di macchina, deve necessariamente garantire una applicazione ben determinata, per la Direttiva Atex l’assieme è visto esclusivamente come unità funzionale senza necessariamente un’applicazione ben definita. Quindi, potrebbe essere un assieme ai sensi della Direttiva Atex anche ciò che per la Direttiva Macchine è una quasi-macchina. In questo caso, l’assieme non è pronto all’uso, ma richiede un’adeguata incorporazione sulla macchina finale da parte dell’installatore. Le istruzioni (redatte secondo il requisito essenziale di sicurezza 1.0.6 in allegato II della direttiva Atex) devono tenerne conto in modo da garantire la conformità con la direttiva Atex senza ulteriori valutazioni della conformità da parte dell’installatore, purché siano seguite correttamente le istruzioni fornite dal fabbricante. In definitiva, il compito del fabbricante di un assieme è quello di valutare il pericolo esplosione garantendo la conformità a tutti i requisiti essenziali di sicurezza pertinenti della Direttiva Atex 2014/34/UE analizzando tutte le potenziali sorgenti di innesco presenti nell’assieme. Qualora le singole parti costituenti l’assieme siano già conformi alla Direttiva Atex 2014/34/UE, il fabbricante dell’assieme è tenuto ad analizzare e a valutare solo le potenziali sorgenti di innesco ulteriori che potrebbero emergere dalla combinazione dei diversi apparecchi a costituire l’assieme; questa procedura deve rientrare nella valutazione dei rischi facente parte del fascicolo tecnico dell’assieme. Il risultato della valutazione dei rischi deve confermare la conformità dell’assieme ai requisiti essenziali di sicurezza applicabili della Direttiva Atex 2014/34/UE e dunque garantire la sicurezza dell’assieme rispetto al pericolo di esplosione. Qualora, diversamente, tutte o alcune parti costituenti l’assieme siano prive di marcatura CE rispetto alla Direttiva Atex 2014/34/UE, il fabbricante non è in grado di presumere la conformità di tali parti rispetto al pericolo di esplosione e, dunque, dovrà estendere la valutazione dei rischi dell’assieme anche a queste singole parti. In entrambi i casi, 47
Facility Sicurezza
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Management
il fabbricante dell’assieme è tenuto a seguire la idonea procedura di valutazione della conformità che, tra le altre cose, prevede di compilare la documentazione tecnica (comprensiva di un’analisi e una valutazione dei rischi adeguate) e le istruzioni per l’uso, apporre una targa di identificazione CE e Ex sull’assieme e redigere una dichiarazione di conformità CE al fine di dimostrare che l’assieme, come unità funzionale, rispetta i requisiti essenziali di sicurezza della Direttiva Atex 2014/34/UE e delle altre direttive applicabili all’assieme. Come esempio, possiamo considerare un motore elettrico e un ventilatore. Si tratta di due distinti apparecchi (con fornitori potenzialmente anche diversi) che, insieme, costituiscono un assieme per la Direttiva Atex 2014/34/UE. Il fabbricante dell’assieme deve
analizzare le sorgenti di innesco dell’intero assieme effettuando una valutazione dei rischi sull’intero assieme al fine di dimostrarne la conformità alla Direttiva. In definitiva, la procedura di valutazione della conformità viene applicata all’intero assieme. Procedure di valutazione della conformità Le procedure di valutazione della conformità degli assiemi sono del tutto analoghe a quelle relative ai singoli apparecchi. Nello specifico, tali procedure, riportate all’art. 12 del D.Lgs. 19 Maggio 2016, n.85, sono diverse e cambiano a seconda del gruppo in cui rientra l’assieme e a seconda della categoria di protezione dell’assieme. Nel dettaglio: »» “gruppo di apparecchi I”: apparecchi destinati a lavori in sotterraneo nelle miniere e nei loro impianti di superficie, passibili di essere esposti al rischio di sprigionamento di grisù e/o di polveri combustibili, comprendenti gli apparecchi appartenenti alle categorie M1 ed M2 di cui all’allegato I; »» “gruppo di apparecchi II”: apparecchi destinati a essere utilizzati in altri siti passibili di essere messi in pericolo da atmosfere esplosive, comprendenti apparecchi appartenenti alle categorie 1, 2 e 3 di cui all’allegato I. Le procedure di valutazione della conformità prevedono, nella maggioranza dei casi, la necessità di rivolgersi ad un organismo di certificazione esterno. Nello specifico: »» gruppo di apparecchi I e II, categoria M1 e 1: procedura di esame UE del tipo (secondo allegato III) più conformità al tipo adottando un processo in qualità come in allegato IV oppure più conformità al tipo basata sulla verifica di prodotto di cui all’allegato V; »» gruppo di apparecchi I e II, categoria M2 e 2: 1. motori a combustione interna e apparecchi elettrici; procedura di esame UE del tipo (secondo allegato III) più conformità al tipo con
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controllo interno della fabbricazione unito a prove sul prodotto (secondo allegato VI) oppure conformità al tipo basato sulla garanzia della qualità del prodotto (allegato VIII); 2. restanti apparecchi: controllo interno della produzione (allegato VIII) più deposito della documentazione tecnica presso organismo di certificazione esterno; »» gruppo di apparecchi II, categoria 3: controllo interno della produzione secondo allegato VIII. Conclusioni La valutazione di conformità di un assieme oggetto della Direttiva Atex 2014/34/UE parte dall’analisi e successiva valutazione delle potenziali sorgenti di innesco che potrebbero nascere dalla combinazione dei singoli apparecchi a costituire l’assieme ed è strettamente correlata alla idonea marcatura CE Atex eventualmente già presente sugli stessi apparecchi come ottenuta dai corrispondenti fabbricanti originali. Il primo passo che è tenuto a compiere il fabbricante è, di fatto, valutare se il proprio prodotto è da considerarsi una combinazione di apparecchi (e dunque, un assieme) e, successivamente, valutare la strada corretta per arrivare alla certificazione CE-Atex di assieme: la scelta corretta più semplice e cautelativa consiste nel realizzare l’assieme partendo da apparecchi già idoneamente certificati Atex dai corrispondenti fabbricanti (quindi di categoria idonea rispetto al previsto luogo di utilizzo) ed effettuare una valutazione dei rischi sull’assieme al fine di valutare eventuali sorgenti di innesco nate proprio dalla combinazione dei singoli apparecchi a costituire l’assieme. In presenza di potenziali sorgenti di innesco e, dunque, di correlati pericoli, il fabbricante è tenuto a evidenziare, all’interno della valutazione dei rischi, le soluzioni tecnico-progettuali apportate al fine di rendere l’assieme conforme ai requisiti di sicurezza essenziali applicabili della Direttiva Atex 2014/34/UE.
Marketing
PULIZIA INDUSTRIALE E SANIFICAZIONE | SETTEMBRE/OTTOBRE 2017
di Monica Romano
Le aziende si raccontano con il CORPORATE
STORYTELLING
L
a comunicazione aziendale evolve con messaggi diretti, immediati, one to one: si toglie l’ingessatura istituzionale e si apre al consumatore. Supera gli approcci tradizionali a favore di un modello comunicativo coinvolgente e proattivo. Inoltre, dona un’anima all’azienda mettendo in scena il patrimonio culturale, professionale ed operativo dell’azienda stessa. Corporate storytelling: cos’è, come funziona e quali sono i suoi obiettivi Lo storytelling è una strategia di marketing, più che attuale, che consente a un’azienda di trasformare il messaggio commerciale in un formato noto e gradito al consumatore: è l’arte di raccontare storie, proprio come da bambini, ma in questo caso i contenuti sono i valori, i simboli, la marca e i prodotti declinando tempi, modalità e ruoli. In realtà, fare storytelling significa creare universi narrativi che aiutano l’azienda ad attrarre, coinvolgere ed emozionare i consumatori. Non dimentichiamo che anche nel mondo del business le emozioni guidano il consumatore. Le storie più belle, infatti, nascono da momenti di sincerità e contenuti originali ed emozionali: spesso non serve stu-
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pire, basta raccontare con semplice creatività. Nello storytelling il prodotto è in secondo piano, non vi è una spiegazione tecnica dei singoli elementi del prodotto. C’è una storia e al centro ci sono le emozioni. Il prodotto è un contorno ed è utile all’economia del racconto. Per non incorrere in errori, bisogna attuare una precisa strategia seguendo una sorta di copione definito in fase di progettazione. Inoltre, provate ad utilizzare immagini accattivanti, interessanti e ad effetto: numerose ricerche in ambito neuromarketing hanno dimostrato che una comunicazione basata sul visual si presta ad essere maggiormente ricordata rispetto al solo testo, senza elementi grafici. Gli ingredienti necessari per creare e raccontare una grande storia Venendo a parlare delle varie “qualità” necessarie per cercare di “colpire” i potenziali clienti, la fiducia è senz’altro uno degli aspetti più importanti. Le persone ascoltano la storia solo se hanno fiducia nel narratore. Quindi, la prima regola è dire sempre la verità: autoelogiarsi più di quello che serve è controproducente. Difficile ma non impossibile è, invece, suscitare emozioni nei confronti del prodotto e del marchio: bisogna trovare la chiave di lettura per entrare nel cuore del consumatore usando soluzioni, ironia, ricordi, misteri. Entrando in relazione con
PULIZIA INDUSTRIALE E SANIFICAZIONE | SETTEMBRE/OTTOBRE 2017
il consumatore aumenta la fidelizzazione e, a questo punto, l’offerta dei prodotti riuscirà molto più semplice. Il consumatore deve identificarsi nel racconto, lasciandosi trasportare. Una storia semplice arriva dritta all’anima del consumatore e diventa forte. Togliere è la parola d’ordine: bisogna eliminare i personaggi e gli eventi non importanti, focalizzarsi su un luogo e su un valore da trasferire. Il consumatore deve essere condotto a far sua la storia, personalizzando la morale, mentre il narratore definisce la struttura. In questo modo, il consumatore si immedesima nella storia e - conseguentemente - nei prodotti o valori del brand. La storia non è dedicata al prodotto ma alla vita delle persone. Intorno ci sono i prodotti che fanno da cornice e diventano oggetti quotidiani. L’obiettivo viene raggiunto quando il consumatore è portato ad immergersi completamente nella storia, vive le esperienze raccontate in prima persona e diventa il personaggio principale. Se la struttura risulta già conosciuta è più facile che il consumatore si avvicini e rimanga in ascolto.
In ogni storia devono esserci funzioni e ruoli ben definiti. Per la costruzione della narrazione solitamente l’eroe viene identificato nel brand o nel prodotto, mentre l’antagonista è il mercato o le avverse condizioni economiche. Storytelling e social media Le attività di corporate storytelling non vivono di vita propria ma devono essere supportate da tutti i canali di comunicazione aziendale, dai più tradizionali ai più innovativi come ad esempio i Social Media. Questi ultimi, lo sappiamo, hanno accelerato la possibilità per i brand di relazionarsi in maniera diretta ed immediata nei confronti della clientela e rappresentano i contenitori più adatti per veicolare le narrazioni. Il potere dello storytelling in questo ambito porta il consumatore stesso a diventare publisher attivo che si sente parte dell’universo narrativo. Non è facile raggiungere l’efficacia narrativa dei grandi brand ma l’obiettivo è quello di raccontare i valori di un brand e non elencare solo caratteristiche, per arrivare dritti all’anima del consumatore.
PULIZIA INDUSTRIALE E SANIFICAZIONE | SETTEMBRE/OTTOBRE 2017
DOSSIER idropulitrici
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IDROPULITRICI MODELLO: STX
Caratteristiche: Acqua calda Alimentazione elettrica 230-400 V/50 Hz Pressione di esercizio 200 bar Portata 15 l/h Pressione di alimentazione acqua 4 bar Temperatura uscita acqua alla portata minima 140 °C Temperatura uscita acqua alla portata massima 80 °C Max temperatura alimentazione acqua 60 °C Potenza Motore: Potenza elettrica allacciata Assorbimento Motore termico Regime motore Caldaia: Potenza termica Innalzamento temperatura acqua alla massima portata Consumo combustibile Capacità serbatoio gasolio
6,5 kW 56 kW 40 l
Altri dati tecnici: Lunghezza x Larghezza x Altezza Peso a serbatoio vuoto 135 kg Rumorosità 65 dBA Comandi elettrici alimentati con tensione 24 V Stop Totale sì Materiale testata pompa alta pressione ottone Materiale pistoni pompa alta pressione ceramica Max consumo detergente Capacità serbatoio detergente Accessori: Tubo alta pressione: lunghezza Avvolgitubo alta pressione
15 m no
BIEMMEDUE
Dossier
MODELLO: COMBY
Caratteristiche Acqua calda Alimentazione elettrica Pressione di esercizio 200 bar Portata 18 l/h Pressione di alimentazione acqua 4 bar Temperatura uscita acqua alla portata minima 140 °C Temperatura uscita acqua alla portata massima 72 °C Max temperatura alimentazione acqua 60 °C Potenza Motore Motore termico Assorbimento Regime motore
3000 giri/min
Caldaia Potenza termica Innalzamento temperatura acqua alla massima portata Consumo combustibile Capacità serbatoio gasolio
56 kW 25 l
Altri dati tecnici Lunghezza x Larghezza x Altezza Peso a serbatoio vuoto 220 kg Rumorosità 90 dBA Comandi elettrici alimentati con tensione 12 V Stop Totale Materiale testata pompa alta pressione ottone Materiale pistoni pompa alta pressione ceramica Max consumo detergente Capacità serbatoio detergente Accessori Tubo alta pressione: lunghezza Avvolgitubo alta pressione Lancia: lunghezza
15 m no 90 mm
BIEMMEDUE - Via Industria, 12-12062 Cherasco (CN) - Tel. 0172 486111 - Internet: www.biemmedue.com 53
PULIZIA INDUSTRIALE E SANIFICAZIONE | SETTEMBRE/OTTOBRE 2017
IDROPULITRICI
MODELLO: IDRO P
Caratteristiche: Acqua Alimentazione elettrica Pressione di esercizio Portata Pressione di alimentazione acqua Temperatura uscita acqua alla portata minima Temperatura uscita acqua alla portata massima Max temperatura alimentazione acqua Potenza Motore: Potenza elettrica allacciata Assorbimento Regime motore Caldaia: Potenza termica Innalzamento temperatura acqua alla massima portata Consumo combustibile Capacità serbatoio gasolio
fredda no 190 bar 15 l/min 2-3 bar 20 °C 20 °C 30 °C 3400 giri/min -
Altri dati tecnici: Lunghezza x Larghezza x Altezza 700 x 550 x 700 mm Peso a serbatoio vuoto 47 kg Rumorosità 72 dBA Comandi elettrici alimentati con tensione no Stop Totale no Materiale testata pompa alta pressione ottone Materiale pistoni pompa alta pressione ceramica Max consumo detergente Capacità serbatoio detergente - Accessori: Tubo alta pressione: lunghezza Avvolgitubo alta pressione Lancia: lunghezza
8m no 900 mm
IDROBASE GROUP
Dossier
MODELLO: TORNADO DIESEL Caratteristiche: Acqua fredda Alimentazione elettrica Pressione di esercizio 300-500 bar Portata 15-37 l/min Pressione di alimentazione acqua 2-3 bar Temperatura uscita acqua alla portata minima 20 °C Temperatura uscita acqua alla portata massima 20 °C Max temperatura alimentazione acqua 30 °C Potenza Motore: Motore termico Assorbimento Regime motore
1000 giri/min
Caldaia: Potenza termica Innalzamento temperatura acqua alla massima portata Consumo combustibile Capacità serbatoio gasolio
-
Altri dati tecnici: Lunghezza x Larghezza x Altezza 1700 x 1050 x 1150 mm Peso a serbatoio vuoto 500-700 kg Rumorosità 74 dBA Comandi elettrici alimentati con tensione Stop Totale no Materiale testata pompa alta pressione ottone/acciaio inox Materiale pistoni pompa alta pressione ceramica Max consumo detergente Capacità serbatoio detergente Accessori: Tubo alta pressione: lunghezza Avvolgitubo alta pressione Lancia: lunghezza
20 m no 900 mm
IDROBASE GROUP - Via dell’Industria, 25-35010 Borgoricco (PD) - Tel. 049 9335903 - Internet: www.idrobasegroup.com 54
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IDROPULITRICI
MODELLO: HDS 9/18-4M
Caratteristiche: Acqua calda Alimentazione elettrica 400/3/50 V/Hz Pressione di esercizio 30-180 bar Portata 450-900 l/h Pressione di alimentazione acqua 6 bar Temperatura uscita acqua alla portata minima Temperatura uscita acqua alla portata massima Max temperatura alimentazione acqua Potenza Motore: Potenza elettrica allacciata Assorbimento Regime motore Caldaia: Potenza termica Innalzamento temperatura acqua alla massima portata Consumo combustibile Capacità serbatoio gasolio
6,4 kW 5,3 A 1400 giri/min 75 kW 4,6 l/h 25 l
Altri dati tecnici: Lunghezza x Larghezza x Altezza 1330 x 750 x 1060 mm Peso a serbatoio vuoto 156 kg Rumorosità 71 dBA Comandi elettrici alimentati con tensione 24 V Stop Totale sì Materiale testata pompa alta pressione ottone Materiale pistoni pompa alta pressione ceramica Max consumo detergente Capacità serbatoio detergente Accessori: Tubo alta pressione Avvolgitubo alta pressione Lancia: lunghezza
KÄRCHER ITALIA
Dossier
MODELLO: HYPER SR 1509 LP Caratteristiche: Acqua fredda Alimentazione elettrica 400/3/50 V/Hz Pressione di esercizio 20-145 bar Portata 440-990 l/h Pressione di alimentazione acqua 10 bar Temperatura uscita acqua alla portata minima Temperatura uscita acqua alla portata massima Max temperatura alimentazione acqua 85 °C Potenza Motore: Motore termico Assorbimento Regime motore
5,3 A 1400 giri/min
Caldaia: Potenza termica Innalzamento temperatura acqua alla massima portata Consumo combustibile Capacità serbatoio gasolio
-
Altri dati tecnici: Lunghezza x Larghezza x Altezza 650 x 520 x 1100 mm Peso a serbatoio vuoto 68 kg Rumorosità 70 dBA Comandi elettrici alimentati con tensione 400 V Stop Totale sì Materiale testata pompa alta pressione ottone Materiale pistoni pompa alta pressione ceramica Max consumo detergente Capacità serbatoio detergente Accessori Tubo alta pressione: lunghezza Avvolgitubo alta pressione Lancia: lunghezza
10 m sì 1050 mm
10 m no 1050 mm
KÄRCHER ITALIA - Via De Gasperi, 98/100-20017 Rho (MI) - Tel. 02 93970311 - Internet: www.kaercher.com/it 55
PULIZIA INDUSTRIALE E SANIFICAZIONE | SETTEMBRE/OTTOBRE 2017
IDROPULITRICI
MODELLO: HYPER NR 2017 LP
Caratteristiche: Acqua fredda Alimentazione elettrica 400/50 V/Hz Pressione di esercizio 200 bar Portata 1000 l/h Pressione di alimentazione acqua Temperatura uscita acqua alla portata minima Temperatura uscita acqua alla portata massima Max temperatura alimentazione acqua 40 °C Potenza Motore: Potenza elettrica allacciata Assorbimento Regime motore Caldaia: Potenza termica Innalzamento temperatura acqua alla massima portata Consumo combustibile Capacità serbatoio gasolio
1450 giri/min -
Altri dati tecnici: Lunghezza x Larghezza x Altezza 760 x 410 x 750 mm Peso a serbatoio vuoto 40 kg Rumorosità Comandi elettrici alimentati con tensione Stop Totale sì Materiale testata pompa alta pressione ottone nichelato Materiale pistoni pompa alta pressione ceramica Max consumo detergente Capacità serbatoio detergente Accessori: Tubo alta pressione: lunghezza Avvolgitubo alta pressione Lancia: lunghezza
LAVORWASH
Dossier
MODELLO: HYPER SR 1509 LP Caratteristiche: Acqua calda Alimentazione elettrica 230/50 V/Hz Pressione di esercizio 150 bar Portata 540 l/h Pressione di alimentazione acqua Temperatura uscita acqua alla portata minima Temperatura uscita acqua alla portata massima 140 °C Max temperatura alimentazione acqua 40 °C Potenza Motore: Motore termico Assorbimento Regime motore
1450 giri/min
Caldaia: Potenza termica Innalzamento temperatura acqua alla massima portata Consumo combustibile Capacità serbatoio gasolio
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Altri dati tecnici: Lunghezza x Larghezza x Altezza 850 x 690 x 1110 mm Peso a serbatoio vuoto 115 kg Rumorosità Comandi elettrici alimentati con tensione Stop Totale sì, ritardato e in bassa tensione Materiale testata pompa alta pressione ottone nichelato Materiale pistoni pompa alta pressione ceramica Max consumo detergente Capacità serbatoio detergente Accessori Tubo alta pressione: lunghezza Avvolgitubo alta pressione Lancia: lunghezza
10 m sì 600 mm
LAVORWASH - Via J. F. Kennedy, 12-46020 Pegognaga (MN) - Tel. 0376 55431 - Internet: www.lavorhyper.com 56
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10 m no 700 mm
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Lavasciuga B 150