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L’analisi del mercato da parte degli
L’analisi del mercato
da parte degli associati FME
Abbiamo verificato l’andamento del mercato del materiale elettrico con alcuni degli operatori di settore associati a FME, le risposte alle domande di Commercio Elettrico di Umbertina Verdicchio, Gruppo Edif, di Rudy Marconi, Elfi, e di Servio Novello, Sonepar.
di Roberto Corti
GRUPPO EDIF
«In un contesto economico che non si può certo definire favorevole alle imprese, contraddistinto da una crescita del PIL che definire asfittica è un eufemismo, il settore ha indubbiamente mostrato negli ultimi tre anni trend decisamente positivi sotto tutti i
profili. A partire dal fatturato. Dai bilanci aggregati emerge un miglioramento costante della Redditività Operativa così come della solidità patrimoniale e di tutti gli indicatori di produttività. Basti pensare che tra il 2016 e il 2018 il fatturato è aumentato del 12,5%,
Umbertina Verdicchio, Presidente del Consiglio di Amministrazione del Gruppo Edif
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mentre il numero medio dei dipendenti è cresciuto del 7,6%. Quindi, le aziende sono diventate più efficienti e più profittevoli, nonostante il calo degli investimenti, la cui incidenza sul Totale Attivo è passata dal 14,69% del 2016 al 13,62% del 2018. Sembra quasi un paradosso. L’economia italiana non va certo bene, per non parlare del settore delle costruzioni, le aziende investono sempre di meno, ma aumentano fatturati e profitti e diminuiscono i debiti in rapporto al Capitale Proprio. Non c’è dubbio che il settore sia interessato da un processo di concentrazione che si è notevolmente intensificato negli ultimi anni. Basti ricordare le operazioni straordinarie portate a termine nell’ultimo periodo da alcuni dei principali Gruppi di distribuzione. Probabilmente la spiegazione
del nostro paradosso sta proprio in questo fenomeno, che non emerge chiaramente dai dati a disposizione perché mancano le informazioni sui Gruppi, ma che è palese. Le aziende più grandi crescono di più grazie ai servizi che possono offrire ai clienti e grazie al loro potere di acquisto, riescono a sfruttare economie di scala, e di conseguenza a ridurre le incidenze dei costi fissi e migliorare la loro redditività (dal 2016 al 2018, l’incidenza sui ricavi dei costi per servizi e del costo del lavoro è passata dal 20,6% al 19,2%). La concentrazione del settore è un fenomeno a mio avviso irreversibile, legato a diversi fattori più o meno complessi, che continuerà anche nei prossimi anni. Ritengo che nel nostro settore, l’antico detto “piccolo è bello” non valga».
Secondo Lei le tendenze indicate dalle rilevazioni dall’analisi dei Bilanci si sono confermate anche nel 2019. In particolare, quali sono stati i risultati della Vostra azienda? «A giudicare dai risultati dell’esercizio 2019 della nostra azienda devo dedurre che il trend che si è affermato nell’ultimo triennio risulta confermato, anche se la nostra società non appartiene a nessun Gruppo e non fa parte di nessun Consorzio. Abbiamo, però, continuato a investire nella rete vendita, nei servizi e in nuovi prodotti. Dall’analisi finanziaria del bilancio 2019 si evincono alcuni risultati confortanti e alcuni dati che si con
solidano dopo i buoni indici visti negli esercizi precedenti. È aumentato il fatturato a perimetro costante (nel mese di giugno 2018 abbiamo, infatti, ceduto le nostre filiali pugliesi), in linea con il trend di settore, e abbiamo migliorato la marginalità. È cresciuto in modo chiaro l’autofinanziamento lordo ed è questo l’elemento più importante di questo periodo. Complessivamente l’esercizio appena trascorso è stato positivo e migliore rispetto agli anni precedenti».
Quali sono le prospettive per il 2020? «Le prospettive per il 2020 sono incoraggianti. Continuiamo a concentrarci sui servizi ai clienti, cercando di migliorarci sempre di più sulle consegne in termini di rapidità, puntualità e minimizzazione degli errori, sulla disponibilità dei prodotti, sulla consulenza specialistica, sui tempi di risposta eccetera. Il contesto economico è complesso. Viviamo ancora le conseguenze del terribile sisma del 2016, la crisi che ha recentemente colpito alcuni settori chiave nelle Marche (vedi il settore calzaturiero) contribuisce a rallentare la crescita economica di un’area di fondamentale importanza per la nostra azienda, ma riteniamo di avere buone prospettive di crescita e di miglioramento dei principali indicatori di bilancio. Gli obiettivi che ci siamo dati per l’anno corrente sono sfidanti, ma stiamo mettendo in atto tutte le azioni pianificate in fase di budget per realizzare la nostra strategia».
ELFI
Quale dinamica di mercato emerge dall’analisi dei bilanci 2016-2018 delle aziende della distribuzione elettrica? «La dinamica che emerge dall’analisi dei bilanci è certamente una concentrazione e, dunque, una riduzione delle imprese che operano nel nostro settore rispetto al recente passato. I volumi di vendita risultano nel periodo in incremento, anche se ancora lontani dai livelli raggiunti circa un decennio fa. Tale fattore è conseguenza, a mio avviso, di un mercato interno piuttosto stagnante e di un settore delle costruzioni in enorme difficoltà, conseguenza probabilmente di un eccesso di costruito, almeno in alcune aree del Paese, negli anni in cui il mattone rappresentava per gli Italiani la realizzazione del sogno di una vita, attraverso l’acquisto della casa in cui vivere e, per qualcuno, una forma d’investimento che non aveva mai tradito. Le imprese del nostro settore sono, comunque, risultate attente a seguire i trend di mercato di altri comparti quali: l’automazione industriale, il risparmio energetico, la sicurezza e le energie rinnovabili. Altro elemento che si riscontra è l’aumento del divario circa l’andamento, in termini sia di crescita, sia di risultati, delle aziende del settore in funzione della loro dimensione. Senza voler generalizzare, si osserva che chi è più grande, nella maggior parte dei casi ottiene risultati migliori».
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Rudi Marconi – Vice Direttore Generale Elfi S.p.A.
Secondo Lei le tendenze indicate dalle rilevazioni dall’analisi dei Bilanci si sono confermate anche nel 2019. In particolare, quali sono stati i risultati della Vostra azienda? «Posso affermare che nel 2019 l’andamento del mercato è risultato in linea con l’anno precedente e ha fatto registrare un incremento, seppur contenuto, dei volumi trattati sul mercato. Riguardo alla nostra azienda, nel 2019 abbiamo registrato un lieve decremento fisiologico delle vendite, conseguenza di una operazione societaria straordinaria che ha visto la fusione di due importanti realtà del settore, Elfi S.p.A. e Finpolo S.p.A, ma con soddisfazione registriamo una tenuta dei risultati economico/finanziari aziendali».
Quali sono le prospettive per il 2020? «Il 2020, a mio avviso, doveva essere una copia del 2019, anche se alcuni recenti fattori di disturbo potrebbero influenzare negativamente tale previsione. A livello interno, il nostro Paese convive con un’eterna crisi politica, mentre a livello internazionale alcuni fattori potrebbero pesare negativamente anche sull’andamento delle nostre aziende. Mi riferisco alle conseguenze sui mercati che potranno avere scelte di politica economica varate da alcune
delle più importanti nazioni industrializzate al mondo quali gli Stati Uniti, con l’introduzione di dazi all’importazione, e la Gran Bretagna, con la scelta di uscire dalla Comunità Europea, così come la minaccia di fattori imprevedibili quali il terrorismo e l’instabilità dei Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. Non da ultimo poi l’epidemia virale che ha colpito la Cina, che sta paralizzando l’economia di quel Paese e gli scambi commerciali e culturali con il resto del mondo. In questo difficile contesto, il nostro impegno sarà comunque massimo e come sempre saremo concentrati per migliorare le nostre prestazioni e contribuire così al successo dell’intera filiera».
SONEPAR
Quale dinamica di mercato emerge dall’analisi dei bilanci 2016-2018 delle aziende della distribuzione elettrica? «Il periodo 2016/2018 si è rivelato favorevole sia per la contingenza economica generalmente positiva, sia per il sicuro impatto del piano Industry 4.0 che ha molto galvanizzato il comparto industriale del nostro settore. Ricordiamo anche che la nuova normativa sui cavi, la famosa CPR, ha avuto un effetto di stimolo importante, data anche la rilevanza della tipologia di prodotto. Credo che tutta la filiera, produttori e distributori, abbia saputo ben gestire un processo di cambiamento importante per questa famiglia merceologica. Nel rapporto emergono almeno tre elementi rilevantissimi: a) margine globalmente in calo. Il margine della distribuzione continua ad assottigliarsi. È questo un elemento di preoccupazione per i grossisti che si trovano a dover gestire da un lato un’evidente pressione sul mercato, dall’altro la legittima richiesta dei produttori di maggiore specializzazione. Con margini sempre più risicati i distributori fanno fatica a specializzarsi ancor di più. Di contro, potremmo anche dire che forse i nostri margini vanno calando proprio perché, non riuscendo sempre ad offrire un adeguato livello di specializzazione, non riusciamo sempre a qualificare al meglio la nostra offerta. Non so se si tratti di uovo e gallina, ma il depauperamento del margine non è nell’interesse di nessuno e deve essere un elemento di grande attenzione da parte di tutti nella formulazione delle politiche di pricing; b) aumenta l’efficienza dei distributori. Credo che la classe imprenditoriale dei distributori abbia dimostrato in anni difficili una grande resilienza e grande capacità di adattamento al mercato. L’attenzione a servire il cliente con grande granularità non stride affatto con la necessità di una produttività sempre più spinta. Leggo, quindi, con soddisfazione il progresso dell’intero settore; c) i grandi sono sempre più grandi, i piccoli sembrano faticare un po’ di più. Credo che gli investimenti, in tecnologia e in capitale umano, siano sempre più rilevanti, e in questo caso la dimensione aiuta. Ciò detto, il “piccolo” ha grande capacità di aderenza al territorio, basti guardare la gestione del credito, e con un livello di specializzazione e di servizio adeguato gioca un ruolo imprescindibile nella filiera. In fondo, quello che conta per il cliente finale è la prossimità e qui non sempre la dimensione aiuta».
Secondo Lei le tendenze indicate dalle rilevazioni dall’analisi dei Bilanci si sono confermate anche nel 2019. In particolare, quali sono stati i risultati della Vostra azienda? «Il 2019 è stato un anno meno frizzante per la distribuzione. In gran parte i distributori lamentano un calo della performance del comparto industriale che tanto aveva aiutato negli anni passati. Questo fenomeno va letto all’interno del calo dell’export, legato al rallentamento dei mercati globali, e del
Sergio Novello, Presidente Sonepar Italia
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venir meno dell’impatto di Industry 4.0, sul quale molto è il rammarico per l’incapacità del nostro sistema di dare continuità a un filone di crescita così strategico, non solo per il settore elettrico, ma per tutto il Paese. Ma tant’è. Alcuni comparti del civile hanno aiutato, sicurezza e domotica in primis. L’anno si è chiuso con evidenti segni di rallentamento, solo in parte mitigati da exploit di qualche settimana o di qualche operatore specifico».
Quali sono le prospettive per il 2020? «Il 2020 parte, quindi, con più di qualche timore. Mentre scriviamo sta impazzando il fenomeno del corona virus, i cui impatti su una economia già incerta non sono ancora noti, ma sicuramente non saranno positivi. Il rischio è di vivere un anno di forte tensione, dove ancor di più gli elementi sopra descritti – necessità di specializzazione, attenzione alla produttività, vicinanza al cliente – potrebbero aiutare i distributori meglio attrezzati a gestire una contingenza che non farà sconti».